ANNO XX. Capodistria, 16 Novembre 1886. N. 22. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Eice il 1* ed il 16 d'ogni me«e. AS80CIAZI0NE per un anno flor. 8; lemeitre • quadrimele in proporiioue. — Gli abbonamenti ti ricerono preno U Redaiione. Sulle condizioni agricole del territorio di Pirano e il compito dei piranesi di fronte all'infezione fillosserica. Le tristi previsioni che ebbi a fare su questo stesso periodico 5 anni or sono (Vedi N. 12 A. 1881 l'articolo „Contro la fillossera,) l'anno successivo cioè a quello, in cui si scoperse la fillossera nel territorio di Pirano, cominciano pur troppo, ora, ad avverarsi. Colti da un primo sgomento, gli agricoltori piranesi credettero di poi, che con assidue cure si potesse sosteuere la vite, ad onta del funesto parassita. Oggi svanirono anche queste dolci speranze, e sfiduciati più che mai stanno di fronte ad una triste realtà. I grandi e piccoli possidenti, la cittadinanza tutta, ne risentono gli effetti di uno importante cespite di produzione, che va mancando ; e mentre una volta la scarsezza del raccolto dell'uva era compensata in parte dal maggior prezzo di vendita, oggi, invece, il vino viene venduto ad un prezzo inferiore di prima, sia per P inferiore qualità, sia per 1' aumentata produzione nella bassa Istria, come per la concorrenza di altri vini, e specie ungheresi, che cominciarono ad invadere il mercato di Trieste. È diffìcile presagire a quale condizione ci condurrà questo stato di cose ; certo si è però, che ora si presenta un problema agricolo della più seria importanza, ed alla cui soluzione devono prestarsi non soltanto gli intelligenti d' agricoltura, ma anche quelle autorità, corpi morali ed istituzioni, che reggono le pubbliche cose o che per il loro istituto, hanno il dovere di occuparsene. Senza darmi la pretesa di risolvere il problema, intenderei esporre qui brevemente alcune mie vedute su questo argomento ; vedute, che vorrei lusingarmi venissero prese in qualche considerazione, se non altro per quella conoscenza che ho del territorio di Pirano, e per la pratica acquistata quale agricoltore. Il territorio di Pirano, per il suo clima mite, per la feracità del terreno, (sui colli abbiamo un terreno marno - arenaceo, sul piano, alluvinale,) per la popolazione fitta ed intraprendente è eminentemente adatto alle coltivazioni arboree, e per quelle ancora più intensive dell'orticoltura. Difatti, chi si porta a visitare questo ridente territorio, resta colpito nel vedere i colli rivestiti da un superbo manto di olivi frastagliato da qualche altra Articoli comunicati d' intereeie general* »I rtarapano fra-tritamente. — Lettere • denaro franco alla Redaiione. — Un numero »eparato ioidi 16. — Pagamenti anticipati. pianta di frutto, mentre entrando nelle insenature e nelle valli, si trovano estesi vigneti specializzati e qua e là delle coltivazioni ortensi. Grandissimo è lo sviluppo ed il progresso che fece la viticoltura a Pirano, in quest' ultimo ventennio. Non c' è vallata, non c' è altipiano, dove la vite non predomini ; gli stessi colli ertissimi, sui quali una volta non c' erano che olivi,ora sono invasi dalla vite in maggiore o minore estensione. Ad una pianta tanto rimuneratrice non mancarono le cure assidue e diligenti dei coltivatori, e così vediamo : che il territorio di Pirano, pel primo in Istria, applica in grande lo zolfo per combattere la crittogama; noi vediamo specializzare il terreno esclusivamente a vigneto, provvedendolo di opportuni fossi di scolo, facendo gli impianti in linea: coltivare a palo secco ed a ceppo unico, concimare, potare, scacchiare, cimare ecc. con un' abbastanza razionale discernimento. Come è naturale tutte queste utili pratiche, hanno portato il loro frutto. La produzione del vino aumentava annualmente in progressione geometrica, molte famiglie arricchirono, tutte migliorarono il loro stato economico, e tutte con una febbrile attività si davano ad estendere il vigneto, assicurandosi con questo, in un tempo breve, un benessere, che con qualsiasi altra coltivazione sarebbe stato vano a sperare. Contemporaneamente alla vite, ma specialmente in questi ultimi anni, ebbe anche uu certo sviluppo la coltivazione di piante ortensi e fruttifere ; delle prime in particolar modo il pomodoro e la fragola ; delle seconde, il pesco, il pero ed il pomo. Per queste innovazioni, la coltivazione che ebbe più a soffrire e che ingiustamente veune trascurata, è quella dell' olivo. Questa pianta che una volta costituiva uno dei principali elementi di produzione dell' agro pi-ranese, causa il riuvilimento dei prezzi dell' olio, è stata lasciata a sè stessa. Non più potature, zappature, concimazioni regolari ; 1' agricoltore ci andava a fare questi lavori a tempo perduto, poiché la vite era la sua principale preoccupazione; in breve i piranesi anziché progredire in tal ramo, come hanno fatto pur altri, andarono a ritroso e francamente si può dire, che una volta gli olivi erano meglio coltivati di adesso. A completare questi brevi cenni generali, conviene dire che la ricchezza della popolazione in generale aumenti coli' estendersi della vite, e che oltre ad un aumento sensibile nella quantità della medesima, la proprietà, come è naturale, divenne di assai più frazionata. Dopo questo rapido sguardo che abbiamo dato alle condizioni agricole dell' agro piranese, il lettore potrà da sè stesso arguire l'entità del danno che devono subire i piranesi per l'invasione della fillossera. Nel 1880, anno in cui è stata scoperta la fillossera, l'infezione fillosserica aveva un' estensione di 13 Ettari, nell' anno 1884 di ettari 51.6 (Vedi : Bolle : L'infezione fillosserica in Istria nel 1884 — Atti e Memorie dell'I. IL Società Agraria di Gorizia — etc. 1886 N. 6 e successivi) e cioè 1' 11 ."30 °/o della superficie coltivata a viti. Presentemente che scrivo, quantunque mi manchino dei dati ufficiali, si può calcolare in base a quelli che si hanno dal 1880 all' 84, che la sesta parte della superficie coltivata a viti, sia già invasa dalla fillossera. (Secondo i dati del Prof. Bolle, la superficie coltivata a viti nel territorio di Pirano, è dell' estensione di Ettari 451.3.) Per il fatto che a Pirano la proprietà è molto frazionata, e per il fatto anche che tutti i proprietari possiedono più o meno delle viti, ne avviene che, i danni della fillossera sono maggiormente sentiti dalla generalità degli agricoltori, epperciò dalla popolazione in genere ; ciò che non succederebbe se si trattasse di un' altro territorio nel quale vi fossero dei graudi e relativamente pochi proprietari. Di fronte a questo fraugente, ci sono due vie di soluzione ; a mantenere la vite ad onta della fillossera, valendosi dell'esempio di altri paesi egualmente colpiti, oppure abbandonare la vite e sostituirla con coltivazioni egualmente rimunerative. I rimedi proposti per combattere la fillossera e di sostenere perciò le viti ad onta di questa, si possono ordinare iu due distinte categorie : 1." quelli che entrano direttamente in lotta coli' insetto e che tendono a distruggerlo ; e questi souo gli insetticidi propriamente detti e la sommersione ; 2°. quelli che, rinunciando a combattere l'insetto, tendono a porre le viti in condizioni tali, che vi possono resistere : a questa seconda categoria appartengono quelli per l'impianto nelle sabbie, e le viti americane. Degli insetticidi, il solfuro di carbonio è ancora il mezzo di difesa più economico. Coi sussidi del Governo e della Provincia, sono stati fatti dei trattamenti nella valle di Siciole ed iu qualche località potei constatare dei buoni risultati. Non ritengo però che questo metodo colturale potrà generalizzarsi a Pirano e ciò per la natura del terreno e per la spesa rilevante a cui va congiunto e avuto rispetto anche ai nostri comuni prodotti di uva, cui si va incontro. Difatti noi sappiamo, che nei terreni calcari o argillosi - calcari, mancanti di una quantità sufficiente di sabbia e di humus, col solfuro di carbonio non si riesce a sosteuere la vite, e ciò risulta dagli Atti del recente Congresso viticolo di Bordeaux. 1 risultati iucerti che si hanno a Pirano, credo che si debbano attribuire a questa ragione. C' è poi la questione economica: poiché secondo i calcoli del Prof. Bolle, il solo trattamento col colfuro di carbonio, nella valle di Siciole verrebbe a costare fiorini 96 1' ettaro, alla quale spesa bisogna aggiungere quella dell' energica concima- zione che si deve dare annualmente alle viti, applicando l'insetticida. La sommersione è stata applicata a Pirano in alcune vigne nella valle di Fasano. Certo si è che tanto questo metodo quanto quello della coltivazione nelle sabbie, sono i rimedi più sicuri ; manca però ancora di studiare la qualità delle viti che meglio resistono a questi due trattamenti. Ci sono-infine le viti americane, per iniziare la coltura delle quali non bisogna dissimularsi però che occorre, oltre un certo capitale d'anticipazione, anche una non comune intelligenza. Da quanto abbiamo visto in pro e contro a questi rimedi, mi sembra di poter concludere, che applicando sia gli uni che gli altri sistemi, occorrono dei capitali d'anticipazione, nonché una intelligente direzione ai lavori, ciò che, secondo me, non potrà avere disponibile per ora che il grande proprietario. Questo colla massa delle viti potrà rendere meno costosa e perciò sopportabile la spesa, al piccolo propietario per ora. conviene di rinunciare alle viti e dedicarsi ad altro. A quali colture deve darsi questo piccolo proprietario, mi si chiederà dopo che da anni è abituato ad avere un ingente raccolto dalla sua vite ? Ritorniamo all' antico, voglio rispondere subito, approfittando però di quanto ci insegna 1' agricoltura moderna. Ma prima di entrare in questo nuovo argomento passiamo ad altro. (Continua) Appenflice alla recensione sul Vergerlo lei Ferrait} SECONDO ELENCO delle famiglie Capoclistriane, parenti, amiche ed avverse del vescovo Pietro Paolo Vergerio, i di cui membri, rilevati negli archivi comunali e parrochiali, vivevano nel secolo XVI con brevi cenni; compilato da Andrea Tommasich Esistevano innoltre in Capo d'Istria nel secolo XVI le seguenti famiglie, sussistendo quelle in corsivo: Adorni, Albanese, Albani, Alberi, Alberti, Albini. Altadonna, Andrioli, Angeli, Angelica, Antivari, Argento, Astrologo, Asso, Azzo. Baldan, Baldassaro, Baldino, Ballotta, Bango, Bar-babella, Barbalonga. Barbarossa, Barbirotta, Basiaco, Bassi, Bassin, Basti, Battironio, Bazzariotto, Belfiore. Belgrano. Bellagamba, Bellagatta. Bellaposta, Beiloch, Bellostà, Beltrame, Eenedetto, Bergamasco, Bergamo, Bernabò, Berne, Bernardis, Bettoli', Beviacqua. Bianchini, Biancon, Biauile. Bidelli. Bistrizza, Bobot, Boccalarì, Boccabella. Bogoro. Bolani, Bon, Boncio, Bonello, Bon-bomiero, Borella, Bottazzo, Bottesani, Bozza, Bran, Branchi. Brattole, Brazza, Brigamo, Brocca, Bronzo, Bruni, Huclica, Bulfi. Burlili, Busa. Busis, Bussato. Caccia, Cademmo, Caldiera, Campanato, Canta-messe, Capoanno, Carbonaro, de Carlo, Canto, Carena, Cargnel, Casentini, Cassou, Castagna, Castelfranco, Casto (Lonzar), Cavarlese, Cavotorta, Celber, Cercego, Cerni- ') Continuazione. Vedi n. 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 14, 17, 20, 21 anno corrente. rani, Clienes (Guse), Chiapin, Chimento, Cibischin, Cioran, | Claudis, Clocoz, Cobanaz, Coccoriu, Codeliui, Cogier, Collorotto, Colombini, Comenzuel, Conti, Contestabile, Coppo, Còppele, Corder, Cordovani, Correlich, Corona, Cortesano, Cortese, Cosilio, Cosmel, Cosselto, Costa, Crassovaz, Crebava, Crema, Cremona, Crevato, Crotta, Cubilizza. Daniele, Dardi, Dasin, De Eetto, Del Folo, Del Pero, Del Scodelin, Del Seno, Del Sol, Del Vescovo, Del Zotto, Della Bella, Della Cenzia, Della Guardia, Della Vedova, Della Volpe, Di Santo, Donato, Dora, Do Spade, Dotto, Drago, Duca. Fabiani, Facina, Famezzo, Fanzago, Farina, Fedel, Flaiter, Florio, Fonte, Fornaretto, Fornasari, Forti, Fortuna, Forzatis, Foscarini, Franceschi, Frezza, Fumi. Gabrin, Gajetta, Galante, Galeotto, Gambon, Garbi, Garetta, Garusa, Gavinel, Gemo, Gerin, Ghera, Gian-zatto, Giaschc, Giorgio, Giurse, Giusti, Gora, Gosichio, Grado, Gradenigo. Granedo, Grego, Gregorich, Grio (Grillo), Griso. Groppo, Gudich, Guzzo (Favento). Iarboni, Isola, Iustinian. Landò, Legatis, Lendinara, Lionello. Lionori, Lizzo, Locatelli, Lomba, de Luca (Piccido), Lugo, Lunardi. Maccheroni, Magarino, Magnamosche, Majenzio, Majeron, Malipiero, Maujlricardo. Marangoni, Marchiani, Marcoìin, Marconi, Marega, Maremia, Marocco, Marotti, Martinengo, Martina, Martinelli, Martini, Marsich, Marus-sola, Maurini, Mazzorana, Mazzuchi, Memo, Mengotto, Merenda, Merendella, Miculizza, Milio, Minca, Mogarol, Molecca, Molit, Monaro, Morachini, Moro, Moretti, Moscardi, Moscatello, Mozzi, Mulieribus (Corradin), Musa-rotta (Degrassi), Mussola. de Nadalino, de Nardo, Narduzzi, Neboisse, de Neri, Nina, Ninco. Novacco. Oblach, Occiali, Osmiqua. Pacca, Pacchietto, Palamari, Pampegra, Paolazzi, de Paoli, Pani, Paron, Parussola (De Stradi), Passamano, Passamari, Pastrocchi, Pecher, Peradioto, de Peretto, Paschiera, Petris, Pettolo. Piacentino, Piazza, Pietra, Pinguente, Piva, Pizzo, Polidoro, Polise, Pontel, Pontis, Porta, Portunio, Primus, Pupola, Putta. Rado, Rugusel, Rataratto, Ricarda, Riccobm, Riser, Riva, Rodichi, Roma, Romano, Roncali, Ronchi, Ronzan, Rossato, Rossi, Rubini. Ruftìchi, Ruffini. Sabatini, Sajo, Salerno, Saloni, Salvadego, Santini, Saro, Sauro, San Serno, Scappin, Scarapino, Scarbichio, Scarbig, Scaretto. Schiapuzzi, Schiavon, Schienca, Schi-nella, Schipizza, Sedolla, Segala, Sella, Senoni, Serafini, Sfetez, Sfurella, Sgrafaino, Sgrafino, Siconia, Signoretto, Silvestri, Simonat, Simonetti, Sissa, Slamizza, Smole, Snider, Soldo, Sordina, Sorgo, Spada, Spadari, Spinelli, Spolverino, Sporeno, Sprecar, Squarcina, Starisoldo, Stefè, Stipan, Stipizza, de Stra, Stradiotto. Tagliapietra, Taliani, Tampleniz, Tiepolo, Tira-pietra, Tedeschini, Tedesco, Todi, Tommasi, Tonello, Torretti, Tosabecco, Tosacchio, Tosetta, Tottorotto, Tra-gurino, Trauner, Travè, Treponti, Trevisan, Tromba, Turco. Ulcina, Urlanas, Urbano, Urbino, de Urlo. Valaiù, Valenti, de Valentis, Valier, Valsecchi, Vascon, Vascotto, Vedova, Velian, Vendramino, Venier, Ventura, Venturini, Veronese, de Viano, Viezzoli, Vincenti, Vipau, Virghinio, Volpalto, Volpe. Zaghetto, Zago, Zaffo, Zamboni, Zampieri, Zanco, Zanerio, Zaro, Zanza, Zazzerino, Zigante, Zonca, Zuan-colo, Zubini, Zucca, Zuliani, Znoipa, Zupponi. Questo lavoro venne impreso per amor patrio e per esprimere i sentimenti di perenne gratitudine a tutti quegli egregi, che volonterosi impiegarono tempo e fatica, rovistando con disagio ne' vecchi archivi, fiduciosi di riuscire alla scoperta di carte e di documenti, che riguardano un nostro concittadino, collo studio accurato de' quali, rilevare e far conoscere al pubblico a mezzo della stampa, la \ srgognosa e maligna persecuzione usata da parenti, amici, concittadini e perfino da beneficati, ad un uomo di merito, ad un vescovo esemplare, al compianto Pietro Paolo Vergerio ! Nel secolo XVI in cui visse il Vergerio, questa città fioriva per copia di eletti ingegni, che coltivavano con profitto le scienze le lettere e le belle arti : fioriva pure pegli utili del commercio, dell'industria e della fertilità del suo territorio, molto maggiore dell' attuale ; quantunque sia stata colpita dalla peste negli anni 1511, 1544 e 1573. La biografia del benemerito canonico Stancovich. comprende il nome dei nostri concittadini, più meritevoli di vivere nella memoria dei posteri ; — questi elenchi all'invece comprendono i membri delle rispettive famiglie e delle principali di quel secolo, con memorie forse non inopportune. Concludendo si osserva, che il vescovo Vergerio nel 154G si rifugiò con due suoi nipoti nel castello di Zuccole, e vi rimase fino all'ordine di comparire a Roma per scolparsi da grave accusa. Questa notizia tramandata da padre in figlio, è mantenuta nella memoria dagli abitanti, di mente non ottusa, di Corte d'Isola. Del villaggio di Zuccole, situato nella parrochia di Corte d'Isola a breve distanza della strada provinciale, non rimangono che due case, P una abitata da due famiglie con otto persone, che parlano lo slavo, — 1' altra è vuota. Il detto luogo lo denominano gli slavi Zuklje. Dall' altro lato della strada vi è una collina, dipendente da S. Pietro dell' Amata e dalla parrochia di Carcavia (Carcauze), denominata pure Zuklje, e sopra questa rimangono le vestigia del castello nel quale dimorò il Vescovo. Nel 1548 il Vergerio s'avviò alla Svizzera, — probabilmente per la medesima strada percorsa 274 anni dopo da Giovita Scalvini, Camillo Ugoni e Giovanni Ar-rivabene, per sottrarsi al soggiorno dello Spielberg di Bruna, passando per Edolo, i monti detti Sapei della Briga e Tirano, — giungendo nella città di Poschiavo ad ostro della Bernina, nel cantone dei Grigioni ; dove si accinse a predicare a quella cattolica popolazione la riforma religiosa, con frutto tale da trarne alla sua nuova dottrina una metà. Tuttora sussistono a Poschiavo due parrochie, una cattolica ed una evangelica. Nella chiesa evangelica è infissa nella muraglia una lapide colla seguente iscrizione, che si ritiene inedita : "Chiesa cristiana evangelica, "riformata in questo comune, "nell'anno 1548 da Pietro Palo, "Vergerio fu Vescovo in Giustinopoli.„ Capo d'Istria, li 12 Novembre 1885 A. T. o tizi e Dalla spettabile Presidenzadella Società "Pro Patria, ci è pervenuto il seguente invito : Con richiamo al paragrafo 16 a) dello Statuto, vengono invitati i rappresentanti dei gruppi locali sino ad oggi costituiti, alla prima adunanza generale che avrà luogo in Rovereto nella sala del palazzo della Pubblica istruzione il dì 28 novembre p. v. col seguente programma : Ore 11 ant. Inscrizione dei rappresentanti e dimissione delle procure giusta il §. 18 dello Statuto. Ore 5 poni. Prima adunanza generale. Ordine del giorno: 1. Apertura della seduta da parte del Presidente; 2. Lettura della relazione sull' attività del Comitato pro- motore, e sullo stato della Società ; 3. Eventuali discorsi e proposte dei rappresentanti ; 4. Nomina della Direzione centrale (§. 21) ; 5. Nomina del Consiglio di sorveglianza (§. 25) ; 6. Nomina del Collegio degli arbitri (§. 26). L'accesso alla sala è riservato ai rappresentanti dei gruppi locali, alle rispettive direzioni, alle rappresentanze dei sodalizi invitati e ai membri del Comitato promotore. Le tribune sono aperte ai soli soci verso esibizione della cedola di pagamento della quota annuale. Buje ha costituito domenica 31 ottobre il suo gruppo "Pro Patria, il quale conta già 460 soci. Vennero eletti i signori : avv. dott. Venier a direttore, il dott. Francesco Crevato a vice-direttore, il dott. Bortolo Vigini a segretario e Vittorio d'Ambrosi a cassiere. Domenica 14 p. d. fu inaugurato il gruppo Pro Patria di Capodistria. La convocazione ebbe luogo nella sala comunale, il concorso fu numeroso. Fino a quel giorno erano inscritti 600 soci. Assisteva alla solennità ì' egregio Cesare Combi quale delegato del gruppo di Trieste. Approvato lo statuto, riuscirono eletti per acclamazione a formare la direzione, i signori Pietro Mado-nizza presidente, il D.r Pietro Longo segretario, il marchese Giuseppe Gravisi cassiere ; a delegati all' assemblea generale i signori D.r Pio Gambini e marchese Giuseppe Gravisi. Istituto di credito fondiario istriano. — 11 Consiglio d' amministrazione teune la sua 34 seduta addì 9 corr. Esauriti alcuni oggetti d'ordine interno, e presa a gradita notizia la relazione del Ragioniere sullo stato degli affari, che si presenta sotto ogni aspetto sempre più soddisfacente, il Consiglio approvava il piano per la prossima estrazione a sorte, che avrà luogo addì 22 dicembre p. v. — Verranno estratte per 1' ammortizzazione 35 lettere a fior. 100, 8 a fior. 500, e 15 a fior. 1000, assieme 58 lettere di pegno pel capitale complessivo di fiorini 22, 500. Furono poscia pertrattate 37 domande di mutuo per l'importo complessivo di fior. 76, 950, delle quali furono accolte 24 per fior. 58, 400. Dal giorno in cui l'Istituto incominciò la sua attività a tutt'oggi furono erogati 1514 mutui, per la somma di f. 2,487,200; corrispondenti al valore delle lettere di pegno in circolazione (sottratte le ammortizzazioni), e garantite con ipoteche in foudi rustici ed urbani siti nella provincia e d' un valore quasi tre volte maggiore. (Istria) La dispensa 27 dell'Annuario biografico universale (pag. 121) diretto dal professore e deputato Attilio Bru-nialti porta la biografia del prof. Antonio Coiz, da noi tanto compianto. Oos© locali Rappresentanza comunale — Seduta del 4 Novembre, presenti 14 rappresentanti 6 sostituti, assenti non giustificati 6. Presiede il podestà, commissario governativo sig. Guido Permeilo. Approvato il p. v. della seduta 23 giugno, il podestà dà parte della morte del sostituto rappresentante Luigi Utel — informa dell' infezione colerica eh' ebbe principio il 29 agosto e terminò il 23 ottobre : in tutto il comune locale si ebbero 22 casi, 17 morti, 5 guariti; in città casi 5 morti 4 ; in via di delegazione esercitò la polizia sanitaria nelle saline di Campi, comune di Muggia, ove si verificarono 4 casi e 2 morti ; nella località Marin 1 caso letale. Prestarono le loro cure i medici comunali e il Dr. Leopoldo Wolf mandato nella villa Pobeghi dal governo ; il podestà attesta pubblica lode al Dr. Pio Gravisi, medico comunale il quale sortì il triste ufficio di constatare pressoché tutti i casi e disimpegnò i gravi e delicati doveri con rara abnegazione e indefessa sollecitudine. Partecipa: la vendita di un fondo (N. 2) nel civico campo sauto ; il dono fatto al comune dal signor Pietro Madonizza di un ritratto ad olio del compianto Cav. Antonio Coiz ; la stipulazione, omologazione della giunta provinciale e intarolazione del contratto di compra-vendita dei fondi comunali erano Grisoni coi signori fratelli Gambioi : lo svincolo ipotecario accordato dall'istituto di credito fondiario istriano delle case erano Grisoni descrivendone le condizioni vantaggiose per il comune : per cui omologato dalla giunta provinciale il contratto di compra-vendita di dette case colla amministrazione del convitto diocesano di Parenzo-Pola, e incassato il prezzo di fior. 10 mila, questi furono versati alla cassa dell'istituto di credito fondiario per l'acquisto di dieci lettere di pegno di quell'istituto di fiorini mille, vincolate a nome del comuue e depositate nella cassa dell' istituto stesso in Parenzo. La S. Rev.ma di Möns. Vescovo di Parenzo-Pola nella sua lettera pastorale d. d. 24 agosto scrivendo di questo suo convitto, con espressioni squisitamente cortesi „rende publiche grazie in generale alla colta città di «Capodistria, che ci tiene ospiti bene accetti e favoriti" e in particolare a questo spettabile Municipio, che »assecondò con un impegno superiore a ogni elogio, e „con ogni sorta di sollecitudini e buoni uffici cooperò „alla buona riuscita dell'acquisto del nuovo edificio." La giunti provinciale approvò le addizionali e tasse comunali votate dalla rappresentanza nella seduta 23 giudno p. d. e partecipò in seguito l'ottenuta sanzione sovrana. Le proposte e i deliberati della rappresentanza saranno d'ora in avanti per decreto della giunta provinciale comunicati a quella autorità di volta in volta. L'ili. podestà di Isola partecipò il voto di quella spett. rappresentanza per ringraziare la nostra città del contegno pietoso mantenuto durante la epidemia del j colera, con quella popolazione ; dà lettura di questo atto e della risposta del nostro presidio. Al primo punto dell' ordine del giorno, il podestà legge la lettera pastorale di Monsignor Vescovo di Parenzo-Pola con la quale rivolge preghiera al municipio perchè voglia concorrere con pia offerta ai molti, gravi e straordinari bisogni del convitto diocesano ; legge anche un atto della giunta provinciale che interessa il municipio ad assicurare col suo aiuto le sorti dell'istituzione ; propone a nome della deputazione di assegnare a favore del convitto l'oblazione di fior. 150. Appoggiata dall'on. Babuder la proposta è accolta a voti unanimi. Al secondo punto dell 'ordine del giorno, viene accordato un sussidio di fior. 24 alla vedova del cursore municipale Giuseppe Urbanaz. Al terzo puuto dell' ordine del giorno non viene accolta la supplica per condono di spese ospitalizie di Giovanni Dellavalle. Al quarto punto dell' ordine del giorno si accorda il condono di spese ospitalizie, fiorini 25, a Giuseppe Baldassi per la figlia. Al quinto punto dell' ordine del giorno si approva il conto consuntivo per l'anno 1885 delle scuole popolari della città con un introito di fior. 2009.30 un esito di fior. 2002.85 ; e della scuola di Lazzaretto con un introito di fior. 258.49 un esito di fior. 255.30. Al VI e VII punto dell'orane del giorno vengono passati al comitato di revisione i conti consuntivi del comune e della fondazione ginnasiale del 1885 e viene levata la seduta dopo aver nominati due firmatari del processo verbale. A guerra finita si onorano i valorosi. Cessato il pericolo del colera, siamo sicuri d'interpretare il sentimento di tutti i concittadini col rendere uua pubblica manifestazione di elogio alla deputazione comunale per il suo contegno durante il pericolo d'invasione del morbo, quando infieriva nella vicinissima Isola, nella città di Trieste e nel distretto, e quando la città nostra e le vicinanze furono colpiti. La popolazione inquieta, domandava provvedimenti di difesa, e il nostro ill.mo podestà Giorgio Cobol assumendo tutta la responsabilità gravis- sima del momento, non ha perduto mai il suo sangue freddo ; e per tal modo riuscì a tranquillare gli animi e infondere coraggio. Allo scoppio dei primi casi in città e nelle vicinaze, senza esitazione si portò nelle case e perfino al letto dei colpiti, a portiire conforti e assicurarsi che fossero prese tutte le misure più severe di isolamento e disinfezioue, con nobile disprezzo della vita, quando si trattava di salvare le vite di molti. Non dimentichiamoci che due anni sono il sindaco della Spezia, morì vittima del suo dovere colpito dal colera, e che nella discussione sulla contagiosità del morbo, questo colpisce chi vi si mette di mezzo . , . . . La provvidenza ha voluto risparmiarci il flagello, ma certo han giovato a tenerlo lontano ed a frenarlo poscia, il contegno savio, energico, e 1' abnegazione del nostro podestà, il quale venne coadiuvato in modo degno di elogio dal consigliere comunale delegato marchese Antonio Gravisi. Offerte a benefìcio dell' Ospitale ed Asilo Infantile. Giovanni Depangher fu Michele f. 2 Dr. Pio de Gravisi „ 8 Il nostro carissimo concittadino Pietro Migliorini, direttore degli uffici d' ordine della direzione provinciale di finanza in Trieste, venne insignito della croce d' oro del merito colla corona, in occasione del 50° anno di proficua attività nella quale ancora persiste. Bollettino statistico municipale di Ottobre 1886. Anagrafe. — Nati (battezzati) 21; fanciulli 7, fanciulle 14; — Morti 36; maschi 8 (dei quali 2 carcerati), femmine 8, fanciulli 10, fanciulle 9 al di sotto di sette anni, nonché 1 maschio nato morto. — Trapassati. 4. Ceeoni Angelo fu Giovanni, d'anni 53 — 5. M. M. (carcerato) da Zara, d' anni 34 — 9. Corradin Maria fu Giovanni, d'anni 51 ; Minca Francesco fu Giacomo, d'anni 64 — 11. Zucca Pasqua fu Biagio, d'anni 85 — 12. Baseggio Giorgio di Nazario, d'anni 14 — 13. Tunter Maria di Stefano, d'anni 11 — 14. Luis Nazario fu Pietro, d'anni 83 — 15. Ric-cobon Teresa fu .... d'anni 67 — 17. V. A. (carcerato) da Trieste, d' anni 28 ; Ossich Lucia fu Pietro, d' anni 80 — 19. Pausich Chiara Ved. Stefano, d'anni 73 — 23. Valentich Giuseppe di Giovanni, d'anni 12 — 24. B A. (cai-cerato) da Zara, d' anni 32 — 25. Schipizza Orsola fu Bernardo, d'anni 76 — 31. Zago Maria fu Antonio, d'anni 84. Più fanciulli 10, fanciulle 9 al di sotto di sette anni, nonché 1 maschio nato morto. — Matrimonii : 5. Riegler Tomaso — Wordianz Cunegonda ; — 13. Russignan Giacomo — Còciancich Pasqua ; — 16. Fabec Pietro — Destradi Antonia. — Polizia. Denunzie di polizia sanitaria 2 ; per eccessi e schiamazzi notturni 7 ; per contravvenzione all'ora di polizia 4; per furto 1; per furtivo pascolo 1. Sfrattati 7. — Usciti dall'i, r. carcere 7, dei quali, '2 dalmati, 1 istriano, 2 triestini, 2 goriziani. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 6 ; per ettolitri 32 litri 56, prezzo al litro da soldi 36 a 56. — Certificati per spedizione di vino 9, per ettolitri 18, litri 73. — Animali macellati: Buoi 66 del peso di chil. 12884, con chil. 819 di sego; vacche 8 del peso di chil. 1307, con chil. 74 di sego; vitelli 26; castrati 116. — Licenze di fabbrica 0. — Licenze industriali 0. — Bollettino mensile delie malattie zimotiche Capodistria — Angina difterica, colpiti 16, guariti 6, uno dei quali rimasto dal mese precedente ; morti 8, rimasti in cura 3. — Morbillo, colpiti 5, guariti 13, dei quali 11 rimasti dal mese precedente, morti 0, rimasti in cura 3. — Colera: Capodistria città : colpiti 3, morti 2, guariti 1 ; a l'obeghi nel comune cen-suario di Lazzeretto: rimasti in cura dal mese precedente 2, nuovi colpiti 1 assieme 3 de* quali 2 guariti 1 morto. — Appunti bibliografici Notizie storiche della città di Pirano raccolte dal Prof. Luigi Morteani. — Trieste, Herrmanstor-fer 1886. Alle eccellenti monografie di Pola e di Mon-tona viene degna compagna questa di Pirano, composta dal bravo professor Morteani. Così una dopo l'altra le città dell'Istria offrono il loro contributo alla storia generale del nostro paese. Queste notizie di Pirano, ni' affretto a dirlo, mentre soddisfano alle esigenze municipali, 11011 sono mai inspirate da gretto campanilismo ; ma la vita del comune studiano quale un riflesso della società di tutta la provincia, e così recano non poco lume nei punti più oscuri e controversi. Esaminiamo adunque sotto questo duplice aspetto il libro. E prima di Pirano nella Provincia. Toccato dei tempi preistorici e romani brevemente (e di questo gli siamo gratissimi avendoci così risparmiato la noja di molte questioni de lana caprina) accennato ai tempi bizantini, longobardici e carolingi, si trattiene alquanto a dire delle relazioni delle varie città istriane con Venezia, relazioni divenute più vive dopo la vittoria del Doge Orseolo sopra De-magoi bano della Croazia: dei tributi pagati a San Marco in denaro, e delle prestazioni in generi, uomini e navi per essere salva dai pirati. Aggiunge però subito: „Non si deve credere che le città della nostra costa si acconciassero ancora a sottomettersi alla repubblica : questo sarebbe contro agli intendimenti propri a ciascuna città, di conservare cioè la propria indipendenza ed autonomia ; anzi l'una era gelosa dell'altra; e tutte erano gelose del rapido aumento commerciale di Venezia" (pag. 7). Ma già l'Istria è passata sotto la dipendenza dei principi tedeschi (952); e subito i Veneziani si oppongono alle tendenze degl'Imperatori di unire i vescovi istriani alla giurisdizione dei patriarchi d'Aquileia. E fu opera nobilissima questa; gl'Istriani tutti per istinto nazionale dovevano guardare a Venezia naturale protettrice contro l'invadente feudalismo, come ad una seconda Roma vigile al confine. Dice bene quindi l'autore: „lì periodo in cui il marchesato d'Istria fu retto da marchesi indipendenti dalla Carinzia fino al tempo in cui passò ai patriarchi d'Aquileia si può chiamarlo il periodo della lotta delle città alla costa per liberarsi dall'autorità dei signori feudali, spinte a ciò dal desiderio di riavere la pristina legislazione e di sviluppare il commercio e l'industria col mezzo delle corporazioni che si trovavano nell'interno della città e che costituivano un forte elemento borghese." (pag. 10) Ma questo istinto nazionale, che dirò in quei tempi latente, non era tanto forte da sacrificare P autonomia comunale, così viva purtroppo allora. L'Istria, per servirmi di un paragone assai ovvio, ma giusto, si trovava nella condizione di un rozzo ma onesto agricoltore che possiede quattro campi al sole. Viene di lontano un signore prepotente, che vuol farla da padrone e gli rapisce mezzi i frutti delle terre. Un altro agricoltore vicino accorre a dargli una mano a liberarsi dal ladrone ; l'angariato, è naturale, l'accoglie a braccia aperte, e lo paga del prestato servizio. Ma intendiamoci, a patto e condizione sia sempre salva la sua proprietà. Fratelli sta bene; ma ognuno padrone del suo fondo ; in caso diverso la carità del vicino sarà sempre una carità pelosa. Anche il Morteani con altre parole viene alla stessa conclusione, e, ribattendo il chiodo, scrive così: „Ma se anche Pirano e le altre città istriane erano animate da uno spirito di avversione al feudalismo, perchè memori delle antiche forme municipali, si deve però credere che esse considerassero Venezia ancora come una rivale, la quale voleva cangiare la sua protezione in egomonia, imporre tributi e prestazioni, e tendeva a restringere e concentrare tutto il commercio nella capitale." (pag. 11). Così presi tra due fuochi gl' Istriani, è naturale sorgessero nelle varie città durante il reggime patriarcale due opposti partiti, l'uno patriarchino, l'altro veneto, a seconda che si temesse, secondo i vari casi, di ricadere da una parte nel feudalismo dall' altra nella perdita dell' autonomia. — „Non deve perciò, scrive il Morteani, farci maraviglia il supporre a Pirano l'esistenza d'un partito, il quale temeva da parte dei Veneti a giusta ragione, una restrizione degli antichi diritti municipali sulle saline; e di un altro il quale considerava essere nell'interesse di Pirano il darsi alla repubblica." (pag. 18) Così siamo giunti all' epoca delle famose dedizioni. E qui giuste considerazioni del Morteani e di altri, per cui la spontanea dedizione di Pirano vuol essere studiata sotto un altro aspetto e con le debite restrizioni. „Se i loro interessi materiali (così scrive il De Franceschi citato dal Morteani) tenevano attaccati i Piranesi al libero reggimento municipale, essi però vedevano l'impossibilità di conservarsi indipendenti dirimpetto alla potente repubblica, la quale aveva nella città stessa un forte partito e molta autorità. Guidati adunque da un certo senso pratico (e non da immaturi amori di unità nazionale mi permetto di aggiungere io) fecero atto di dedizione già nel 8 ottobre 1282; ma imposero condizioni che la repubblica non trovò accettabili ; e modificate le medesime, la città fu presa in dominio nel 27 gennaio 1288* (pag. 26). Questo fatto benché tocchi particolarmente Pirano, pure è d'interesse provinciale, e spiega molti altri fatti simili. Insisto fino alla noja sulla questione della conquista e non dedizione, non già per farne il mio cavai di battaglia, ma perchè è proprio necessario, specie nel giornalismo sradicare l'errore ; recenti scrittori che parlarono di cose nostre, tra questi Paulo Fambri nella Nuova Antologia, danno per sicura la fraterna calata di . . . Si aggiunga che così cessa un vecchio antagonismo tra l'Istria veneta e l'Istria austriaca, e si compie nella Storia 1' unificazione della provincia. La storia di Trieste non ha più una storia a parte, con caratteri differenti; la città di San Giusto non è più messa al bando dalla Capra; insomma anche i Triestini furono Istriani; come Capodistria, come Pola tentarono di salvare la loro autonomia non abbadando ai mezzi; commisero i medesimi » ' errori: errori dei tempi. Tornando al Morteani dirò che della dominazione veneta sine ira et sine partium studio vede gli effetti buoni e cattivi: Le città istriane guadagnano in coltura ; hanno occasiona di segnalarsi in guerra nelle grandi lotte della potente repubblica : più tardi la fiaccona, il campanilismo, l'abbandono e il triste regalo degli stranieri coloni. Rimane sempre il grande vantaggio dell'elemento nazionale conservato nell'Istria ; e basterebbe questo all'eterna gratitudine degl"' Istriani. Così al largo guardando, anche la storia par-tiaclare di Pirano, acquista molta importanza sotto la penna del bravo professore. Il capitolo specialmente — cultura — leggesi con vivo piacere ; 1' autore imitando il Combi, e tra gli ultimi il Molmenti assume quello stile disinvolto, quei periodare spiccio per cui con diletto si sfoglia il libro, e la narrazione varia ci fa passare dinanzi uomini e cose con le abitudini, coi costumi, col colore quasi del tempo. Dalla prima sua costituzione interna, da' suoi consoli, fino alle famose baruffe de' suoi canonici rimaste proverbiali. Pirano ci narra la sua storia; le case, le chiese si stendono dinanzi a noi dal colle dalle mura merlate fino al grande porto Rose, alle placide cale e alle saline. Ma in quanto alla costituzione interna crede 1' autore che Pirano —- „per la sua libera costi- tuzione interna, pel consiglio dei sapienti, per l'arringo di popolo sia giunta (1210) a tale sviluppo da precedere nella storia contemporanea ogni altra città istriana nell'estendere i propri commerci lungo l'Adriatico." (pag. 16) Temo sia troppo. Pola, Capodistria quali città più importanti 1' avrebbero preceduta; o almeno dovrebbero stare a pari. Già nel 933 i rappresentanti di Trieste, Muggia, Capodistria, Pirano, Cittanova e Pola si recarono a Venezia a chiedere umilmente perdono, e promettere uu giuramento di rispettare i diritti dei Veneti '). Erano dunque tutte città commerciali. Ed altrove leggo pure nel De Franceschi. — Pirano stipulava nel 1190 patti di navigazione con Spalato, rinnovati nel 1270; Rovigno cou Ragusa nel 1188 in conferma di anteriori, Capodistria nel 932 con Venezia, nel 1216 con Traù*). Capodistria e Rovigno 1' avrebbero adunque preceduta. E quanto a Pola, l'antica capitale, non è da presumersi rimanesse inerte. Tra l'epoche memorabili di Pola il Kandier nota 933 — Ostilità e pace coi Vèneti. — 997 11 Doge Orseolo rinnova pace con Pola — 1150 — Il Doge Domenico Morosini assedia Pola, la prende e l'abbandona al saccheggio in pena di essersi data al corso sui mari3). Darsi al corso sui mari in linguaggio del tempo voleva dir commerciare. Il Morteani non lo dice poi apertamente; ma dal contesto sembra che implicitamente asserisca che Pirano, come fu la prima nei commerci, così antecedette tutte le città istriane nell' ordinamento interno co' suoi consoli, col consiglio, con l'arringo ecc. ecc..... L'illustre Bartolomeo Cecchetti in un articolo stampato nella Provincia nel 1876 (nel Giugno) seguendo il Kandier asserisce che forse Montona era comune formato nel 1209. Il compianto Carlo Combi va più in là, e trova il comune italiano già vivo nella nostra provincia intorno al 900 4). Ed altrove asserisce che i comuni istriani ognor più forti per acquisti di novi agri tributari, continuavano a trattare e senza marchese e senza conte 5). E di fatto le città maggiori come Capodistria, Pola anche nell'ordinamento interno è probabile abbiano preceduto le minori ; e queste di pari passo seguito le altre. Là dove tocca dell' arti belle il Morteani ci dà notizia con documenti di tre pittori italiani che lavorarono a Pirano : un maestro Guglielmo da Mi- ') De Franeeschi. Istria (pag. 94) — *) Idem pag. 101. 3) Notizie storiche di Pola pag. 76. Porta Orientale. Anno primo pag. 46. 5) Idem pag. 50. lano, Simeone da Reggio e Giovanni da Padova (secolo XIV) (pag. 127). Sono notizie preziose per la storia dell'arte, e daranno luogo ad utili ricerche. Intanto si sa che Padova possedeva nel secolo XIV una florida scuola di pittura; tra gli scolari di Giotto il Selvatico enumera appunto un Giovanni da Padova '). Chi sa dove sono andati a finire i suoi dipinti di Pirano. A proposito, il Morteani non doveva, toccando del quadro famoso del Tintoretto, omettere la storia del Cavalier Steffaneo gran rubatore di santi in provincia e creatore di cavalieri, le lettere assai strane del quale ho già riportato molti anni or sono nella Provincia. Senza una parola di riprovazione non doveva poi l'autore riferire il fatto scandaloso della cassetta romana delle reliquie che pigliò il volo per Vienna. Certo quelle povere reliquie di santi ci stavano a disagio tra i satiri e le poco caste ninfe; mancano pero musei da conservare in provincia un' opera d' arte classica ? , Ancora (me lo pormetta il chiarissimo autore) un appunto. Là dove tocca delle glorie istriane nell' arte enumera tra gli artisti un Bartolomeo da Pola celebre intarsiatore (pag. 127). Ma, come ho già scritto nella Provincia, qui si tratta di un Bartolomeo de Poli, lombardo, come tutti leggono oggi correggendo il Lanza; e non conveniva fondare la nostra gloria su di un nome contestato. Celebre intarsiatore, e nostro senza alcun dubbio, fu invece Fra Sebastiano da Rovigno. Ma nun cerchiamo il pelo nell' uovo. Meglio rilevare tante cose nuove ed utili a sapersi, spigolando qua e là. Per la festa del Corpus Domini :a Pirano appendono alle finestre certe paste chiamate scalette. Certo è usanza veneziana, quindi il nome scaletteri dato ai pasticcieri (pag. 121). Già si sapeva che al tempo dei partiti di Bianchi e Neri in Firenze, molti esiliati ricoverarono in Istria, e vi piantarono prima degli Ebrei, banchi di mutua; tra questi i Corsi a Pirano, famiglia tuttora esi-etente. Le notizie però che più destano interasse sono la storia della riforma in Pirano, e il processo con documenti del medico G. B. Coineo e del fratello Nicolò. Concludiamo col render grazie al bravo professor Morteani che giovane imprese un lavoro da vecchio senza preconcetti ed anche senza spavalde novità; così l'Istria con sempre degni figliuoli, ') Storia estetico-critica dell'arti del disegno Vol. II p. 284. "Č1POD1STBU, Tipografi» di Carlo Priora. afferma la sua vita nazionale, piaccia o non piaccia a chi guarda ad un oriente nebuloso di là dalle torbide acque uscocche. P. T. PUBBLICAZIONI "L'Archeografo Triestino, (Nuova serie). — La Direzione della Società di Minerva di Trieste pubblicali seguente avviso che noi caldamente raccomandiano ai nostri comprovinciali : "Nell'anno 1869 per cura della Società di Minerva ebbe nuova vita VArcheografo Triestino che l'illustre Domenico Rossetti aveva creato quattro decenni prima con l'intento di promuovere gli studi di storia patria e di ridestarne 1' amore nell' animo de' suoi concittadini. Inaugurata così una seconda serie furono da quel lempo pubblicati ben dodici volumi, de' quali si ristampa ora l'indice che attesta qualmente con la cooperazione di egregi scienziati e di persone autorevoli nelle storiche discipline poterono essere trattati argomenti importanti per il passato di Trieste, dell' Istria « di Gorizia, essendo precipuo compito de\VArcheografo di offrire uu quadro possibilmente competo della intiera loro storia, religiosa, giuridica, artistica, letteraria, economica e sociale e di pubblicare i documenti che vi si attengono. Non pertanto furono negletti i lavori di indole più generale ; ma si penetrò nel campo degli studi classici e filologici, ed in quello della letteratura nazionale, come pure nelle indagini dell' archeologo illustrando i nostri migliori monumenti e pubblicando interessanti dissertazioni numismatiche. Nè si tralasciò di corredare parecchi articoli di. tavole illustrative, e richiedendolo la quantità della materia, di oltrepassare la paginatura promessa. „La Direzione è lieta di ricordare come VArcheografo acquistasse in breve la simpatia della popolazione ed il favore degli scienziati, e come i più accreditati periodici letterari, principalmente dell'Italia e della Germania, accogliessero con plauso i vari lavori tributando sincera lode alla nostra pubblicazione. Epperò essa, sicura della cooperazione di molti cultori delle storiche discipline, nutre fiducia che 1' appoggio di quanti hanno a cuore lo studio della storia patria vorrà sorreggerla nella continuazione di quest' opera informata a sentimenti veramente patriottici ed accrescendo il numero degli associati offrirle la possibilità di dar Archeografo vigoroso incremento con la pubblicazione di molti pregevoli lavori e di maggior numero di tavole illustrative,. Il periodico letterario "La Penna, col prossimo mese di decembre uscirà due volte al mese. Piitr!TTladoiiTTia"—"TutTo^raTisi e