ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 ricevuto: 2001-08-12 UDC 262.12:929 Bonifacio B. IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO Adriano MAZZETTI Accademia dei Concordi di Rovigo, IT-45100 Rovigo, Piazza V. Emanuele II, 14 SINTESI Tra i successori di san Nazario figura anche un vescovo proveniente dalla diocesi di Adria, Baldassare Bonifacio, che per un tratto di tempo non lungo (sei anni) resse la diocesi di Capodistria. Non ne parleremmo se egli non avesse lasciato, oltre ai numerosi volumi e opuscoli a stampa, anche un ricco archivio personale e una biblioteca pervenuta all'Accademia dei Concordi di Rovigo. Tra i manoscritti del Bonifacio non ancora studiati troviamo l'opera "Della Peregrinatione" che narra le fortunose vicende del nostro a Rovigo, Treviso, Roma, Capodistria e presso le varie corti d'Europa al seguito del nunzio pontificio. Parole chiave: chiesa cattolica, vescovi, Baldassare Bonifacio, Capodistria BISHOP BALDASSARE BONIFACIO ABSTRACT Among the successors of St. Nazario there is also Baldassare Bonifacio, a bishop from Adria's diocese, who, for a short period of time, guided the diocese of Koper. We would not talk about him had him not left, besides the numerous volumes and printed pamphlets, also an abundant personal documentation and a library that was sent to the Academy of Concordi of Rovigo. Among his manuscripts still to be studied, we can find the Work of the Peregrinatione, about his own chequered vicisstudes in Rovigo, Treviso, Rome, Koper and at the various Courts of Europe, when he was among the Nuncio Pontifical's suite. Key words: catholic church, bishops, Baldassare Bonifacio, Koper 331 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 PREMESSA Gian Rinaldo Carli, erudito, político ed economista conosciuto e stimato nel-l'Europa settecentesca, nel breve ma intenso soggiorno a Rovigo nell'inverno 1770 ebbe modo di visitare le raccolte artistiche e documentarie conservate dalle nobili famiglie locali e di conoscere gli esponenti piu in vista del clero, della borghesia e dell'aristocrazia cittadina appartenenti all'antica Accademia dei Concordi, istituzione che proprio quell'anno inscrisse il Carli fra i propri soci (ACR).1 Non lontano dall'Accademia nel limitato centro cittadino, a ridosso dell'Adigetto, si trovava un'altra storica istituzione rodigina: il Collegio dei Giuristi, costituito nel XVI secolo. E qui nel 1718, pochi decenni prima della visita del Carli era stata collocata a cura di esponenti delle famiglie Manfredini, Naselli e Silvestri, una lunga iscrizione a memoria del lascito effettuato da mons. Baldassare Bonifacio, vescovo di Capodistria, a favore della Biblioteca dei Giuristi. Si trattava di una cospicua raccolta di preziosi manoscritti del Bonifacio stesso e di opere a stampa da lui acquisite nel corso della sua lunga e operosa esistenza.2 Queste opere nel secolo scorso sono per-venute all'Accademia dei Concordi che dal 1836, in forza di un accordo con il Comune di Rovigo, svolge le funzioni di civica biblioteca e conserva un ricco fondo di manoscritti e libri di pregio.3 Negli ultimi decenni gli autografi del Bonifacio, preziosi per la storia letteraria come pure le edizioni a stampa, sono stati attentamente presi in considerazione dagli studiosi. Vi e pero un'opera che per motivi diversi non e stata ancora organicamente affrontata, anche perché essa e costituita di ben 17 libri per un totale di oltre 2000 pagine scritte con calligrafia precisa e minuta. Quest'opera inedita ha per titolo Della peregrinatione e narra le vicende di Baldassare Bonifacio a Rovigo, in Austria e Germania, a Roma, a Treviso, a Capodistria nella prima meta del secolo XVII e redatta con lo stile ampolloso e le divagazioni erudite del tempo, ma con dovizia di particolari, proprieta di linguaggio, chiarezza e sapiente raccordo fra le singole quotidiane vicende e gli avvenimenti politici ed ecclesiastici del Seicento. Questo diario di vita e particolarmente ricco per gli anni dell'episcopato di Baldassare in Istria e costituisce quindi un'opportuna fonte di informazioni sullo stato della diocesi, sulle condizioni del clero e della popolazione, sull'applicazione dei decreti tridentini a quasi un secolo dalla loro promulgazione. 1 Qui sono registrati anche i nomi dei soci dell'istituto dall'anno 1735 al 1863 in ordine alfabetico (ms. Conc. 506); alla carta 110 appare il nome di Gian Rinaldo Carli aggregato nel 1770. Per la figura e l'opera del Carli si puo vedere Mazzetti, 1997. 2 Per la donazione della biblioteca di Baldassarre al Collegio dei giuristi v. Campagnella, 1986, 332333. 3 Per la storia dell'Accademia dei Concordi e delle sue raccolte librarie si puo vedere fra l'altro Pietro-poli, 1986; Mazzetti, 1972; Mazzetti, Pezzolo, 1987. Il testamento di Baldassarre con le disposizioni relative alla destinazione della cospicua biblioteca e stato studiato da Secchi Olivieri, 1991. 332 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 Fig. 1: Il vescovo Baldassare Bonifacio Corneani (1653-1659) di Rovigo, erudito nel campo della letteratura, del diritto e della teología, autore di numerose opere conservate presso l'Accademia dei Concordi di Rovigo. Sl. 1: Skof Baldassare Bonifacio Corneani (1653-1659) iz Roviga, učenjak na področju slovstva, prava in teologije, avtor številnih del, ki jih hrani Accademia dei Concordi iz Roviga. 333 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 A nessuno sfugge, neppure al vescovo Naldini che 50 anni più tardi traccerà un breve profilo del Bonifacio nella Corografía,4 il limitato rapporto tra il Bonifacio e la diócesi di Capodistria. Cinque anni di presenza e di attività pastorale sono troppo pochi al Bonifacio per lasciare un segno riconoscibile nella storia della diocesi. Ma cinque anni sono sufficienti al nostro per stendere un ritratto ampio, colorito, attento ai particolari più minuti della città e della diocesi. CENNI BIOGRAFICI Non solo il Naldini ma anche studiosi di storia della letteratura quali Mazzucchelli e Trabalza, storici della biblioteconomia e della società veneta si sono soffermati sul Bonifacio, di lui si sono interessati pure il Frati, il Sandri e recentemente Sandra Secchi Olivieri in una ricerca pubblicata sulla rivista della Fondazione Giorgio Cini: Studi Veneziani (Secchi Olivieri, 1991). Un quadro sintetico della biografia e delle opere del nostro è offerto da L. Rossi nella voce su Baldassare curata nel Dizionario Biografico degli Italiani. Con uno sforzo di sintesi ancor maggiore possiamo ricordare la nascita avvenuta a Crema il 5 gennaio 1585 da famiglia rodigina, gli studi a Verona con i gesuiti, poi a Rovigo con il letterato Antonio Riccoboni, quindi a Padova ove conseguí la laurea in legge. Assieme al fratello Gaspare seguí il vescovo di Adria Girolamo Porcia nunzio apostolico presso i principi tedeschi nelle missioni diplomatiche in varie città dell'Impero. La scelta religiosa risale al 1611, diversi gli incarichi di prestigio a Rovigo, a Padova, a Treviso ove nel 1623 fu nominato arcidiacono, numerose le pubblicazioni encomiastiche ed erudite che gli procurarono amicizie, stima tra i patrizi veneziani da Angelo Contarini a Domenico Molin. Come ha acutamente osservato la prof.ssa Sandra Secchi Olivieri interessi prioritari del nostro in questo periodo sono "accumulare ricchezza, potenziare la sua famiglia (i Bonifacio) e soprattutto studiare e scrivere" (Secchi Olivieri, 1991, 220). Il 23 novembre 1653 venne nominato da papa Innocenzo X vescovo di Capo-distria ma raggiunse la diocesi dopo pericolosa navigazione, solo il 22 maggio 1654. L'ingresso solenne e la presa di possesso della cattedra di san Nazario avranno luogo qualche giorno dopo, domenica 26 maggio, solennità di Pentecoste. Nel libro VII Della peregrinatione il Bonifacio affida alla penna le sue prime impressioni sull'ambiente e sulla città che "occupa un'isoletta maritata alla terraferma con un ponte di circa trent'archi". Fanno cornice alla città un teatro di colli posti a emiciclo, quasi come un grande argine che chiude il mare. Rilevanti e numerose le chiese a partire dal duomo "molto grande e d'antica struttura". La città puo contare, inoltre, su un consistente numero di famiglie antiche e nobili 4 Del Bonifacio Maldini afferma che "nel suo felicissimo governo accoppiO al sacro pastorale l'erudita penna" (Maldini, 1700, 106). 334 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 e su diversi eruditi e letterati riuniti nella ben nota Accademia dei Risorti. Come prescritto dai canoni del concilio di Trento, il Bonifacio risiederà stabilmente in diocesi e non raggiungerà mai né Treviso, né Venezia, né tantomeno Rovigo. Sin dai primi mesi delinea il suo stile pastorale attento al prestigio, alla tradizione della chiesa, ai centri monastici, all'erudita predicazione, e allo stesso tempo preoccupato di contenere e limitare le eccessive autonomie dei capitoli e delle collegiate, impeg-nato nella visita alle parrocchie e attento alle esigenze liturgiche e spirituali delle diverse comunità della diocesi, sia quelle del litorale, sia quelle delle montagne nell'interno. A Capodistria Baldassare Bonifacio morirà il 17 novembre 1659. ASPETTI DELLA PASTORALE DEL BONIFACIO Conoscenza del territorio Sulla scorta delle pagine del manoscritto rodigino non sarà inutile un cenno su alcuni aspetti della vita diocesana di Capodistria delineati dal vescovo alla metà del Seicento, un cinquantennio prima dell'organica Corografía del Naldini. Anzitutto il quadro umano e religioso della diocesi già allora distinta nelle due aree: quella del litorale con Capodistria, Pirano e Isola, ben abitata con antica tradizione culturale, canonicati e presenza di ordini religiosi e l'area interna costituita da pagi o villaggi non grandi né popolosi, in diversi dei quali si parla slavo. In tutto 15 parrocchie con una popolazione di 11500 abitanti. La città di Capodistria, sede vescovile molto legata alla Santa Sede, conta oltre 3000 abitanti, ha una sola parrocchia, conserva una cattedrale antica, vari oratori, un ospedale. Numerosi gli ordini religiosi: domenicani, minori osservanti, conventuali, cappuccini, serviti. Due sono i monasteri femminili che curano anche l'educazione delle ragazze e che, non senza problemi, ospitano la notte donne sole e mendiche. Il rapporto con Venezia L'assidua frequentazione degli ambienti del patriziato veneziano da parte del Bonifacio, negli anni della sua permanenza a Treviso e Rovigo, favorisce durante la sua residenza a Capodistria uno stretto rapporto tra autorità politica e religiosa. Questo forte collegamento consentirà al nostro di svolgere con ampia libertà il pro-prio servizio di guida nella difficile terra istriana. Il vescovo, ad esempio, interviene e chiede l'aiuto del braccio secolare allorché deve affrontare e risolvere casi di bigamia e concubinato. E quando viene affrontato minacciosamente da sacerdoti e laici Bonifacio non esita a chiedere al rappresentante di Venezia aiuto e difesa, prontamente e generosamente concessi. È indubbio che l'ombra di questo forte legame 335 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 condizionasse la dimensione religiosa e pastorale, ma dal diario si rileva anche come la protezione veneziana sia stata valorizzata dal vescovo per mantenere la libertà di scelta e per rispondere e contestare ingiuste richieste di benefici. È il caso di un aspirante, indegno al beneficio parrocchiale di Costabona, che il vescovo non ac-contenta attirandosi l'ira e la reazione violenta di un signore locale che il Bonifacio a fatica riesce a mettere alla porta dell'episcopio. Ma è soprattutto nelle predicazioni e nelle liturgie di impetrazione o di ringraziamento per le guerre e le vittorie della flotta veneziana sui Turchi che risaltano la sensibilité e l'idea di Venezia, centrali nella cultura e nell'impegno civile e pastorale del Bonifacio. Numerose prediche si sof-fermano sulle vicende e sull'amministrazione della Repubblica e sul ruolo prov-videnziale di Venezia per la difesa della cristianità dal pericolo turco. La predicazione Non soltanto in occasione delle ricorrenze veneziane ma in molte altre giornate, connotate da visite a monasteri e a parrocchie, da ordinazioni religiose o da con-sacrazioni di chiese, il Bonifacio intrattiene i fedeli con dotte omelie in buona parte inserite nel manoscritto conservato a Rovigo. In tutte traspare la grande cultura del vescovo che a volte, anche artificiosamente, ricostruisce l'origine di nomi e collega figure e vicende del proprio tempo a momenti e personaggi della cultura classica o della storia della chiesa. Egli sa pero anche adeguarsi all'uditorio intercalando le esortazioni con racconti ed esempi, come nelle interessanti tre omelie, pronunciate nel corso della visita pastorale dedicate a frenare nei villaggi dell'entroterra istriano la diffusione dell'ubriachezza tra i fedeli e anche nel clero. I centri monastici Sin dai primi giorni di presenza in Capodistria Bonifacio manifesta la sua at-tenzione verso le chiese monastiche, ove effettua sacre ordinazioni corredate da erudite e lunghe omelie. Come abbiamo accennato queste sono numerosissime nei dieci libri delle Peregrinationi relativi agli anni di episcopato e colgono tutte le oc-casioni liturgiche, storiche, celebrative. È probabile che le prediche pur effettuate su canovacci e schemi predisposti siano state riprese e scritte in maniera definitiva, in seguito, a tavolino. Nel 1658 venne chiuso dalla Repubblica, d'intesa con la Santa Sede fascinata sul motivo il convento dei domenicani di Capodistria unico di quell'ordine in tutta l'Istria e tocco al vescovo seguire assieme al podestà le fasi della requisizione dei beni e dell'allontanamento dei frati, salvo qualche mese dopo favorire l'impegno della città per ricomprare l'edificio religioso e la chiesa da restituire ai religiosi. 336 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 K L . r. >■73 fn-c, ft- itjo ¿Jat, Cr/if, vn. iCiin- -^ffVfo, ¿-"-i ft&JEi.-tv*tvit/+ iL JA . n X* . . _ ff fyg lYlwi-, äÄt Vi* ffytfM>rLA ifSt Wtit Č/fy c^rri ¿pv&tößHi-\tfß/>Y?t> wYfWifv ¡fi^&tfvi-e , j&a fl'-jpi i <-fov ft - ( pvye IvCŽ-VH >Tl ¿t,**- Si ■■■ y^^yuTt' ¿ti., SeW-f*. 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Tra le tante pagine del manoscritto bonifaciano relativo alle monache, ci sembra particolarmente significativo l'episodio accaduto presso il monastero di san Biagio, dove il vescovo dopo un colloquio con l'interessata sospende dalla solenne con-sacrazione religiosa la viennese Maddalena Rain che "si monacava più tosto a compiacimento della madre che per istinto suo proprio" e che partecipava alla ceri-monia "con lagrime e con singhiozzi". Visita pastorale Nell'autunno del 1656 il Bonifacio inizia la visita pastorale alla diocesi che, dopo alcune interruzioni, concluderà l'anno successivo. Per il vescovo si tratta di una fatica rilevante a causa dell'età (oltre 70 anni) e della malferma salute. A questi problemi si aggiungono le difficoltà di comunicazioni con l'interno dell'Istria. In ogni parrocchia il vescovo celebra la messa, amministra la cresima, tiene una opportuna e idonea omelia, visita il cimitero. Nel suo diario egli fornisce per ciascuna località la descrizione e la posizione geografica, spiega l'etimologia del nome, indica il santo patrono e ne narra le vicende, elenca gli oratori e le chiese non parrocchiali presenti. La visita pastorale inizia con Covedo, prosegue con Pirano ove esiste il grave problema dei diritti del capitolo dei canonici di quella città, fa tappa a Risano e dopo un soggiorno a Capodistria Baldassare si reca a Paugnano. Egli raggiunge poi Costabona ove affronta specifici problemi relativi all'uso del messale illirico nella liturgia, quindi Carcauce e Isola. L'anno successivo il vescovo visita tra l'altro le parrocchie di Lupar, Popetra, Lavera, Hieme, ove si conserva un antico castello, si reca quindi a Socersa, a Valmorasa e a Figheruola, paese che ha un nome simile a quello di una località del Polesine di Rovigo. Nella relazione ad limina del 23 aprile 1658 riferisce di aver incontrato, durante la visita pastorale, tutta la popolazione e di non aver riscontrata alcuna persona che rifiutasse i sacramenti. Riferisce anche sulla' impegno per farsi comprendere da tutti i fedeli adottando un linguaggio semplice e traducendo tutte le parole in lingua latina. Il Seminario La carenza di sacerdoti nella diocesi di Capodistria era dovuta secondo il Bonifacio alla mancanza di un seminario che, secondo quanto stabilito dal concilio di Trento, formasse culturalmente e spiritualmente i giovani che intendevano abbrac-ciare la vita ecclesiastica. Difficoltà provenivano anche dalla povertà del territorio che non consentiva il sostentamento dignitoso del clero e dall'esigenza di una cono-scenza della lingua illirica da parte dei curati. L'anno prima della morte il vescovo 338 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 riceve dalla congregazione del Concilio la risposta alla sua relazione inviata a Roma tre anni prima e si meraviglia nel rilevare l'insistenza delle congregazioni romane per l'istituzione del seminario, quasi questa non fosse anche la sua aspirazione: ma troppi erano gli impedimenti a questa realizzazione. In una nuova relazione a Roma il Bonifacio propone di utilizzare quale sede del seminario il convento dei servi. Solo, infatti, procurando stanza ed entrata sarà possibile avviare il seminario, necessario -scrive - in questa provincia più che in altro luogo del mondo. Pastorale per gli slavi La visita pastorale e i contatti con le comunità cristiane dell'entroterra fanno conoscere al Bonifacio la presenza e il peso degli Slavi nella diocesi. Un cenno a questa popolazione si ha nella relazione sullo stato della diocesi inviata alla congregazione del Concilio a fine dicembre 1655. Nei villaggi dell'interno, scrive il vescovo, i fedeli usano Linguam illiricam seu slavonicam. Infatti, gli Slavi ricorda il Bonifacio, oram dexteram Adriatici sinus occupavernit mille anni prima, confer-mando quindi il titolo del convegno di questi giorni. Durante la visita pastorale il vescovo rimprovera un curato che "celebra col messale illirico in lingua slavonica" e ordina di riprendere l'uso del latino. Qualche mese più tardi un altro episodio induce il vescovo a recedere da questo ordine. Durante un viaggio nell'interno dell'Istria con pessima stagione, era stato raggiunto tra Crastovie e Figheruolo dai pievani della zona. I sacerdoti avevano illustrato a mons. Bonifacio le espressioni di rammarico della popolazione che non riusciva più a comprendere la parola di Dio, dovendo ascoltarla in lingua sconosciuta. Il vescovo dapprima obietto che i parroci potevano ovviare al problema attraverso adeguate spiegazioni e "dichiarar loro nel proprio linguaggio la contenenza dell'epistola e del vangelo", ma poi capitolo e accolse le richieste di sacerdoti e fedeli. Accetto l'uso della lingua slava nella liturgia chiarendo, nei suoi scritti, che cosí si faceva in Roma a san Girolamo degli Schiavoni e cosí fu concesso a san Metodio per la nascente chiesa di Moravia. La decisione, meditata e motivata, del vescovo di Capodistria è segno di sensibilità pastorale verso i fedeli particolarmente verso i sacerdoti dei piccoli centri interni all'Istria che, secondo quanto viene riferito nella relazione ad limina, non conoscono la lingua latina e a volte trovano difficoltà anche con l'italiano, ma svolgono un ruolo essenziale per la popolazione slava. Questo gesto del Bonifacio, che prima proibisce e poi concede, è anche segno dell'attenzione costante verso i diversi gruppi della popolazione che sempre ha ac-compagnato e contraddistinto la storia della Chiesa di Capodistria, ieri come oggi chiamata a riconoscere e valorizzare la pluralità e la diversità delle persone, dei gruppi, dei doni dello spirito. 339 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 In questi mesi alcuni giovani di Rovigo stanno concludendo la trascrizione della poderosa opera manoscritta Della Peregrinatione, più volte citata, che verrà edita su Cd-rom. I capitoli di maggior interesse, opportunamente valutati e scelti anche con il consiglio di studiosi di Capodistria, saranno dati alle stampe il prossimo anno nell'ambito di un progetto culturale europeo che vede assieme il Museo Regionale, il Centro di Ricerche Scientifiche della Repubblica di Slovenia di Capodistria e l'Accademia dei Concordi di Rovigo. Questa pubblicazione, la creazione di un sito internet dedicato al Bonifacio ormai quasi realizzato e altri incontri costituiranno motivo per continuare il dialogo tra le antiche Istituzioni venete e l'ambiente culturale, civile, religioso di questa città e per cogliere sempre nuovi motivi di scambio e collaborazione. ŠKOF BALTAZAR BONIFACIO Adriano MAZZETTI Accademia dei Concordi iz Roviga, IT-45100 Rovigo, Trg V. Emanuele II, 14 POVZETEK Med nasledniki svetega Nazarija je tudi škof Baltazar Bonifacio iz škofije Adria, ki je le kratko obdobje (šest let) vodil Koprsko škofijo. Omembe je vreden zato, ker je poleg številnih natisnjenih knjig in knjižic, zapustil bogat osebni arhiv in knjižnico, ki ju je dobila Accademia dei Concordi iz Roviga. Med še neproučenimi Bonifaciovimi rokopisi je tudi delo Della Peregrinatione, ki pripoveduje o njegovem burnem življenju v Rovigu, Trevisu, Rimu, Kopru in na različnih evropskih dvorih v spremstvu papeškega nuncija. Baltazar Bonifacio, sin plemiške družine iz Roviga, se je rodil v Cremi, 5. januarja 1585. Študiral je pri jezuitih v Veroni, nato je v Rovigu obiskoval predavanja erudita Antonia Riccobonija. Kasneje je apostolskega nuncija, škofa Hiero-nima di Porcia iz Adrie spremljal na obiskih po srednjeevropskih dvorih, živel v Rimu in se v Rovigo vrnil kot dekan stolnice. Na beneškem območju je sodeloval pri ustanavljanju plemiške akademije, kjer je poučeval civilno pravo. Dolgo je živel v Trevisu, kjer je opravljal funkcijo arhidiakona katedrale in je v sodelovanju z visokimi predstavniki beneške aristokracje nadaljeval s svojim delom za beneške institucije. Za škofa Koprske škofije je bil imenovan 23. novembra 1653, vendar je v Koper prišel šele 21. maja naslednjega leta, 26. maja pa je s slavnostnim prihodom v cerkev nastopil delo. 340 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 Čeprav ni opustil študija in je nadaljeval s pisanjem začetih del, se je Baltazar z vsem srcem posvetil svojemu pastoralnemu poslanstvu v justinopolski škofiji. Prizadeval si je za izobraževanje duhovščine in za izboljšanje pastoralne dejavnosti v različnih župnijah. Bonifacio je umrl 17. novembra 1659 v Kopru. Različne knjige iz "Peregrinationi", ki pripovedujejo o letih njegovega škofovanja v Istri, ponujajo dragocene, pa tudi povsem nove podatke o običajih, verskih in neverskih tradicijah, o osebnostih, cerkvah, samostanih in škofiji. Pomembne, pa tudi všečne so številne pridige, podane ob najpomembnejših cerkvenih praznikih ali ob obiskih župnij in samostanov. Škof si je prav tako prizadeval za zaščito cerkvene svobode pred vplivi gospodarstva in civilnih oblasti, ki običajno skušajo sklepati zavezništva s cerkveno stvarnostjo. Zanimiva so tudi opažanja glede uporabe jezika pri bogoslužju in pridigah. Nekateri župniki iz zaledja so namreč uporabljali slovenski jezik in škof navaja pravila Tridentskega koncila, ki so predpisala uporabo latinščine pri bogoslužju. Postopoma pa je dojel in sprejel razloge duhovnikov in jim dovolil, da so pri bogoslužju uporabljali jezik ljudstva. Sčasoma pa je Bonifacio, zahvaljujoč tudi vsakodnevnemu stiku s problemi koprske duhovščine in koprskih vernikov, spremenil svoj doktrinalen in učen ton, ponovno odkril vlogo duhovnega vodje in se odprl pričakovanjem lokalne skupnosti. To je postalo očitno še posebej po vizitaciji, med katero je v letih 1656 in 1657 obiskal tudi najbolj oddaljene in revne škofijske župnije. Ključne besede: katoliška Cerkev, škofi, Baltazar Bonifacio, Koper FONTI E BIBLIOGRAFIA ACR - Accademia dei Concordi Rovigo, ms. Conc. 542, Storia dell'Accademia dei Concordi e brevi cenni di altre Accademie che furono istituite in Rovigo [...]. Campagnella, M. A. (ed.) (1986): Iscrizioni di Rovigo. Contributi per la storia di Rovigo nel periodo veneziano. Trieste, Lint, 332-333. Mazzetti, A. (1972): Le raccolte bibliografiche dei Concordi. In: L'Accademia dei Concordi di Rovigo. Vicenza, Neri Pozza, 113-132. Mazzetti, A. (1997): Gian Rinaldo Carli e l'ambiente culturale polesano. Acta Histriae, V. Capodistria, Centro di ricerche scientifiche-Società storica del Lito-rale, 219-243. Mazzetti, A., Pezzolo, P. (1987): Libri e biblioteche nel Polesine tra Cinque e Seicento. In: Eresie, magia, società nel Polesine tra '500 e '600, atti del XIII Convegno di studi storici, Rovigo, 21-22 novembre 1987. Rovigo, 241-261. 341 ACTA HISTRIAE • 9 • 2001 • 2 Adriano MAZZETTI: IL VESCOVO BALDASSARE BONIFACIO, 331-342 Naldini, P. (1700): Corografía ecclesiastica o sia descrittione della citta e della diócesi di Giustinopoli detto volgarmente Capodistria. Venezia. Pietropoli, G. (1986): L'Accademia dei Concordi nella vita rodigina dalla seconda meta del XVI secolo alla fine della dominazione austriaca: cronaca con epilogo fino ai nostri giorni. Padova, Signum. Secchi Olivieri, S. (1991): Ascesa sociale e ideologia in una famiglia polesana fra Cinquecento e Seicento: i Bonifacio. Studi veneziani, 21. Venezia. 342