j Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 76 — 25 settem. 77 importa fior. 3 e s. SO ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 i Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore I V integrità di ti» giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 15 Aprile 1871 — muore II professore Gaetano »rauca — (V. Illustrazione) L'OPERAIO E LE MACCHINE L'introduzione delle macchine nei vari rami d'industria suscitò sin da' suoi primordi discussioni ed apprezzamenti disparati. Nella macchina l'operaio intravide il suo capitale nemico, fermandosi alla superficiale considerazione della quantità di lavoro che questa può fare, colla direzione di pochi individui, a paragone di un dato numero di operai chiamati l colle loro braccia al lavoro medesimo. E questa considerazione trovò largo appoggio, in modo che attraverso un glorioso periodo di sviluppo industriale, che avrebbe pur dovuto persuadere tutti dell' immenso vantaggio recato alla società in generale ed all' operaio in particolare dall' applicazione delle macchine ai diversi lavori, oggi ancora dalla gran massa dei lavoranti si riguardano le macchine come oggetti di loro rovina. Snebbiare le menti da un tale pregiudizio, riteuiamo contribuisca a far cessare quel-1' ingiuste invettive che sono fomite a continui latenti malumori, i di cui effetti tornano sempre a danno della società. L'operaio invece di disprezzare la macchina dovrebbe guardarla con occhio benigno, e considerarla quale principale fattore della sua riabilitazione. Ai tempi antichi 1' operaio (mi si perdoni l'espressione) era considerato in società nulla più nulla meno d' una bestia da soma. La macchina, nel sollevarlo della parte più pesante e più gretta del lavoro, assegnò ad esso la direzione della sua forza, affidandogli così 1' opera dell'intelligenza. Ma volendo anche prescindere da questa condizione morale, che pur serve tanto a nobilitare il lavoratore, e fermarsi puramente agli effetti dell'interesse materiale, siccome quello che più viene contato nelle vicende della vita pratica, sarà facile, col persuasivo argomento degli esempi, il provare gì' immensi « APPENDICE. IL CABECILLA NOVELLA STORICA DI FILIPPO LAICUS pubblicata dall' Alte und Neue Welt tradotta da GIOVANNI de F. Voleva innoltre dargli un incentivo a studiare anche egli un mezzo per mettersi in comunicazione, riflettendo che quando lo vedrà passare per il cortile, gli sorgerà naturalmente il pensiero che al di fuori sono appostati gli altri. La speranza di Ruiz fu infatti coronata di successo: quando attraversò il cortile col soldato vide ad una finestra una vecchia signora: sapeva quindi che la sua venuta sarebbe stata nota al Cabeeilla. Il capitano guardò l'arrivato non senza diffidenza, e gli chiese con tuono più aspro del solito che cosa volesse. Ruiz atteggiandosi a scimunito e facendo girare il berretto tra le mani, raccontò anche al capitano la solita storiella: essere il fratello del servitore Enrico Ilanillos, abitare colla madre vantaggi che ne ridondarono alla classe lavoratrice dall' applicazione delle macchine alle industrie. Noi siamo abituati a riguardare come macchina unicamente quella mossa dalla forza del vapore; ed è un fatto che da tale invenzione ebbero origine le moderne macchine più perfezionate ; ma è d'altronde evidente che l'uomo collo sole dieci dita nulla avrebbe potuto fare di profittevole. Per muovere la terra ha dovuto inventare la zappa, ed ecco subito, una macchina nelle sue mani. S'immaginò poscia 1' aratro, altra macchina più perfezionata. Due semplici pietre avranno servito probabilmente da principio a frangere il grano per confezionare il pane. S'ideò poscia due dischi di pietra ruotanti uno sull' atro, cioè il pistriuo, e poscia ancora il molino mosso dall' acqua o dall' aria. È dunque un assoluto bisogno quello che l'uomo ha avuto sempre di servirsi delle macchine ; come [pure dallo studio continuo eh' esso pose nei successivi miglioramenti, de-vesi intravedere dirò così una spontanea e naturale conferma della loro utilità. Sarà innoltre indiscutibile che lo scopo di questi graduali perfezionamenti sia stato sempre quello di facilitare la produzione, col minor spreco di tempo e di forza possibile, contribuendo iu questo modo a diminuire il prezzo dei prodotti necessari ai bisogni della vita. Il pane ricavato dal grano trito fra due pietre avrà costato certamente assai più di quello macinato col pistriuo, e questo più di quello Jma-cinato dal molino mosso dall' acqua. Ecco dunque che il perfezionamento della macchina produsse per l'individuo, e più specialmeute perla classe povera, un certo vantaggio. Osservato anche che il lavoro del molino, diretto poniamo da due persone, supplisca a quello che prima si faceva da venti individui frangendo il grano fra le pietre, e in uu villaggio poco discosto dal ponte, presso al quale v'era uu posto di truppa; che correndo i tempi cattivi, suo fratello Eurico era abitnato di passare alla madre il salario ; che anche il marchese era solito di dargli qualche cosa per pagare la pigione della loro catapecchia; trovarsi in estremo bisogno, essere quindi venuto per avere dal fratello un po' di denaro, e ad interposizione dello stesso, ottenere dal marchese o dalla giovine signora un sussidio, come le altre volte; avergli detto la guardia che nè suo fratello nè gli altri servi si trovavano più nel castello, e che nessuno poteva giungere fino al marchese; da ciò derivare a lui sommo imbarazzo; se almeno potesse sapere dove si trovava suo fratello, lo cercherebbe subito, perchè era sicuro che potrebbe gettare qualche quattrino nel grembiale della povera madre. Parte la grande ingenuità con cui seppe parlare il furbacchiot-to e parte la verosomiglianza delle cose narrate, fecero l'effetto desiderato; il capitano un po' commosso, si rammollì; e con tuono assai più mite soggiunse ; — Dove sia andato tuo fratello, io nou posso saperlo. Tuttavia direi che dovrebbe essere andato quindi sembri risultare da ciò il numero di dieciotto disoccupate, è certo peraltro che il maggior buon mercato delle farine e l'uso molteplice che in conseguenza se ne fece di queste per il confezionamento non solo del pane, ma delle paste d' ogni specie, e di altre cibarie, avrà contribuito ad occupare non venti, ma duecento persone nella direzione di tutte quelle macchine chiamate ad una larghissima e svariata produzione, la quale torna poi tutta a profitto materiale ed igienico dell' individuo. Il miglioramento del telajo rese di uso comune quegli oggetti che a un tempo erano un lusso di pochi privilegiati. Quando una camicia di tela, un pajo di calze costavano una beila moneta, pochi erano coloro che le adoperavano. Se adunque la macchina, che contribuì a rendere a buoninercato questi oggetti, lavora oggi colla sua potenza tanto quanto a un tempo facevano a mano cento persone, è d'altronde certissimo che 1' odierno buon prezzo agevolò tale consumo della rispettiva produzione, da moltiplicare le macchine in maniera che l'aumento del personale salariato per la loro direzione, supera di molto quel numero che prima s' occupava nella manuale confezione. La statistica ci mostra come prima dell' introduzione delle macchine nel cotonificio, lavorassero in Inghilterra tra filatori e tessitori, manuali, ottomila persone, e come alcuni anni dopo l'applicazione della macchina a questa industria, le persone addette in quello stesso paese a tale lavoro sommassero il bel numero di circa quattrocentomila, ricevendo altresì in ^confronto di prima una giornaliera mercede aumentata in proporzione del triplo. Serva questo esempio a convincere l'operaio che l'invenzione d'ogni nuova macchina torna per esso di certa risorsa. E tanto più chiara emerge una tale verità, quando si rifletta all' influenza che un' innovazione mec- a trovare sua madre. — Sì, tale sarà stato certo il suo primo pensiero, ma per via avrà trovato degli intoppi . . . anch' io venni fermato più volte ; ed è proprio uu miracolo se sono giunto fin qui sano e salvo. — Se tuo fratello non si è unito alle bande che scorrazzano il paese, tutto al più entro un paio di giorni dovrà essere a casa sua. — Questo lo so anch' io, oppose Ruiz ; ma frattanto . . . patiremo la fame ! — Ebbene, che cosa vuoi che ti faccia, — Se il signor Comandante mi volesse indicare da che parte sia andato mio fratello ... — Te 1' ho già detto che non lo so. Ruiz divenne silenzioso, guardò per terra, trasse un profondo sospiro, e si passò la mano sugli occhi. A quel punto del colloquio, egli avrebbe detto molto volontieri di voler parlare al marchese; ma aveva timore di destare sospetti ; d' altronde era probabilissimo che tale pensiero avesse a sorgere anche allo stesso ufficiale quale ovvia conclusione. E così avvenne. Uu po' per liberarsi dalla seccatura, un po' anche indottovi dalla compassione, alla fine 1' ufficiale ordinò a Ruiz di seguirlo. canica qualunque porta non solo all'industria speciale in cui è dedicata, ma eziandio anche a quelle di molte altre produzioni. Mercè l'introduzione delle macchine nei tessuti di cotone, che ne estese tanto il loro consumo, la coltivazione della pianta s' allargò in maniera da richiedere per essa un lavoro di milioni di braccia; i mezzi di trasporto dai luoghi produttori a quelli manufattori si dovettero moltiplicare, e si dovettero costruire quindi nuove strade, nuovi carri, nuovi bastimenti, nuovi canali, e tutto questo a precipuo vantaggio della classe lavoratrice. Ed ecco come quella povera macchina che al suo nascere ricevette taute maledizioni, sia stata invece la rigeneratrico di centinaja di migliaja d' operai. Colla costruzione delle ferrovie si preconizzava un' assoluta rovina per l'industria dei trasporti con earra a cavalli e a buoi. Ma il fatto provò il contrario, giacche tante furono le nuove ramificazioni di strade necessarie per accedere ai vari punti di stazione, e tale l'impulso del nuovo movimento, da richiedere un aumento di quei trasporti, migliorando eziandio le coudizioni delle primitive abituali tariffe di mercede. Lo stesso dicasi delle macchine da cucire, dalla cui invenzione si pronosticava un grave disesto nella categoria delle cucitrici. I risultati invece ci mostrano come non solo il numero di tali o-perai siasi aumentato iu confronto di un tempo, ma che la loro mercede giornaliera sia altresì accresciuta del doppio. I medesimi apprezzamenti si fecero sul-l'invenzione della stampa. Gli scritturali ed i copisti si ritenevano bel che spacciati. Ed anche in ciò il fatto ci provò il contrario. L'introduzione della macchina al torchio tipografico a mano, se può aver contribuito anche a scemare il numero degli operai torcolieri (la qual cosa peraltro non si verifica per la ragione che avendo quell' invenzione reso i libri più a buonmercato ne accrebbe la produzione) ba'tuttavia indubbiamente contribuito a sostituire ad un torcoliere di meno cento compositori di più. E ciò serva per tutte le arti e per tutti i mestieri. Che vi siano dei singoli casi nei quali una nuova invenzione meccanica apporti del danno, non puossi negarlo. La piccola industria specialmente ebbe in più incontri gra-vementR a risentirsene, ed è poi naturale che ogni innovazione di una data cosa, porti la conseguenza d' una certa alterazione nella cosa stessa. Il benefico scopo a cui sono peraltro dirette le moderue applicazioni meccaniche, e quella legge d' equilibrio cui inevitabilmente raggiungono, assicura che quella qualuuque alterazione uou potrà essere che momentanea, ed in ogni caso a petto dell' ampiezza del beneficio, nullo od inconcludente il danno che ne deriva. Il rimprovero stesso poi che si fa alle macchine di diminuire la relativa qnanti-tà di lavoro umano impiegato in un dato luogo, si combatte direttamente colla sola condizione del lavoro che a un gran numero d'operai procura la loro stessa costruzione. Da una statistica eseguita per cura della camera di commercio di Parigi alcuni anni or sono, si rileva come in Francia trovino occupazione nella costruzione delle macchine cen-tottantatremila persone. Altro e non ultimo beneficio che ne deriva dall' introduzione delle macchine si è quello, che mercè ^abbassamento del prezzo dei prodotti a confronto di un tempo, ne consegue attualmente un'economia nel capitale impiegato iu una data produzione. E siccome oggi, meno rare eccezioni, è cessato il bruttissimo uso di tener morti i capitali, ne viene perciò di naturale conseguenza, che tutta quella parte economizzata, e disponibile ridondi ad alimentare un maggior lavoro, e ad accrescere così il numero del personale impiegato. D'altronde poi, progredire senza fatica e senza molestia sarebbe sciocca pretesa. È naturale che ogni passo che si fa nella via del progresso arrechi qua e là dei subitanei disesti, che riescono sicuramente tanto più dolorosi quando colpiscono la gente che vive del lavoro. Ma anche a ciò la società ha saputo provvedere. All' operaio sono sempre aperte le casse di risparmio, le società di mutuo soccorso, ed altre benefiche istituzioni che valgono ad assicurarlo dalle possibili evenienze d' un momentaneo sbilancio. Da tutto ciò sappia il lavoratore trarne conforto, e si persuada a riguardare nelle crescenti applicazioni meccaniche il maggior fomite al suo materiale e morale benessere. C—l. Scesi nel cortile, Valliers ordinò sommessamente ad un soldato di tener d' occhio il giovinétto e le finestre acciocché non venisse scambiato qualche seguo d'intelligenza: ordine in apparenza superfluo perchè liuiz se ne stette lì da baggiano, ed il soldato nulla trovò da osservare. Il capitano attraversata la corte, salì dal marchese che si trovava solo. Si salutarono con freddezza glaciale.— C'è qui, disse Valliers, un giovinetto, che sembra un pastore di capre o un lavoratore di campi, e che asserisce di conoscerla: attende abbasso nel cortile. Vuole ella guardarlo e dirmi se lo conosce? Il marchese si avvicinò alla finestra, gettò uno sguardo -opra Ruiz, e poscia ritornò dicendo con tutta indifferenza: — No, non lo conosco. — Disse di essere il fratello di uiio dei suoi servi. — Può essere benissimo. — Si chiama Planillos. — Infatti ho avuto un servo dello stesso nome. — Il di lui fratello dava il suo salario a sua madre. — Possibilis-s m — Ed anche ella, signor marchese, a-vrebbe di frequente aggiunto un dono al salario. — Tali cosò sono accadute spesso, ma Nuova serie di Effemeridi Giustinopolitane (Dalla Provincia — V. 7, e seg.ti dell' Unione) A prile 1 1450 Ducale Foscarh òhe comanda alla Camera nostra di dare a Santo de Gavardo, strenuo squadrerio lancearum spezatarum, zecchini 200 a conto di paga per dotarne la figlia. -1,-119. *1 1309. Il Vescovo Manomesso dà pieni poteri al Comune di Pirano aprire la Chiesa di S. Giorgio, contro le.j.daliberazioni di questo Capitolo, e di farla 'officiare da sacerdoti di suo aggradimento. 2 1426 II patrio consiglio conferma mastro Bonaiunta Barbiere a priore del civico ospedale di san Nazario. 1, - - 6U. io le dimontico. — Egli venne adunque per avere denaro da suo fratello e pregare lei di qualche soccorso. Il marchese nulla rispose, — Desidera di parlare a quel gioviuotto ? — 10 qui non ho alcun desiderio, rispose colla solita freddezza il marchese; e segnatamente! non ho a rivolgerle nessuna preghiera. Mi ! trovo, contro ogni diritto, prigioniero in casa; mia: devo perciò tralasciare tutto quello che potrebbe avere 1' apparenza di un riconoscimento. Non dico quindi nè di volergli parlare nè di non volergli parlare. Ella ha la forza : ne usi come vuole. — Le ho già fatto osservare che ella ha diritto di lagnarsi della violenza che fui costretto di usare contro di lei. Se ora le comunico la visita del gioviuotto, ciò dipende dall' avermi esso destato compassione. Se desidera udire la descrizione della sua triste posizione lo faccio venir sopra, se no lo mando fuori. Non voglio limitare la sua libertà più di quello che è necessario per la nostra sicurezza. Il marchese scrollò le spalle e tacque. Attesa invano per alcuni minuti una risposta, 11 capitano uscì, amareggiato della tenacità 3 1426 Ducale che proroga ad altri 10 anni a Gasperino Bonaccorsio la costruzione di certe saline, (che il suo padre Nicolò doveva aver già fabbricate^, colla condizione per altro di doversi servire delle barine che sono là presso il Castel Leone. - 1, -64, 4 1434 Brancaleone di ser Nazario de Alessio viene inscritto tra i nobili del patrio consiglio. - 1, - 71. 5 1317 II vescovo Contarmi investe Simeone e Colmano Vergerio del feudo della decima di Padena e di Villa Nova o Villa Mo-rosina, al quale ser Celino del fu Ugolino aveva rinunciato. - 2. *5 1760. Il Senato proibisce l'introduzione di qualsiasi vino estero, tranne liquori. C 1512 Tregua conchiusa tra il 'nostro comune e quello di Trieste, - 2. 7 1423 II pod. e cap. Alessandro Zorzi inscrive Giacomo di ser Giovanni de Crema tra i nobili del patrio consiglio.- 1, - 43. *7 1262. Il vescovo Corrado e Capitolo donano alcune case al Comune, perchè vi eriga il civico ospedale di S. Nazario. 8 1727 11. pod. e cap. Nicolò Donado impone a Giacomo De Rin la restituzione alla mensa vescovile di certi terreni, situati sul monte Sennino e da lui occupati. -10. 9 1478 II doge accusa la consegna di sei Turchi, presentatigli da ser Pasquale In-galdeo e che erano stati presi dal padre di questo, ser Giovanni capitaneus sclavo-rum, - 1. - 218. 1809. La milizia territoriale Triestina unita ad un battaglione d'Ungheresi muove alla conquista di Capodistria, intimandone la resa. 10 1283 11 senato veneto permette al pod. e cap. Francesco Quirini di accettare l'invito del capitano che marcia £in Istria, ancorché alla stessa mensa si trovasse,gente del nostro comune, a fronte delle civiche leggi che glielo vietassero. - 13, - I, -150. *10 1656. Nascita di Francesco Trevisani chiaro pittore. 11 1409 Convenzione pattuita tra gli ebrei ed il nostro comune sotto il pod. e cap. Pietro Gauro. - 1, - SS1*. *11 1720. Nascita di Gian Rinaldo conte Carli. *11 1809. La città è bombardata dagl' inglesi dalla parte di mare e dagli Austriaci da quella di terra. 13 1222 Federico II si congratula col vescovo Assalone e coi giudici nostri per essersi veduto a'suoi piedi il podestà ed i cittadini che gli chiesero la conferma degli antichi privilegii. - 2. del marchese, tenacità, la quale nou fece che aumentare la simpatia pel poverello. Voglio proprio che si presenti al marchese, diceva tra sè il capitano mentre scendeva. Ritornato subito con Ruiz, disse al marchese: — Ecco qui il giovinotto di cui le parlai. Ora faccia egli il resto. Ruiz aveva sempre la stessa a-ria minchiona. Intanto il capitano col soldato di scorta s' era ritirato presso 1' uscio, prestando sempre attenzione se per caso avesse luogo qualche intelligenza tr., i due spagnuoli. — Ah, signor marchese, esclamò Ruiz, con accento doloroso, ella certo non si ricorda più di me ... io sono Fedro Planillos, il cui fratello era qui servo , . . oh! signore, continuava Ruiz, ci dia un segno del suo favore e della sua grazia. Noi siamo in estrema miseria, e se ella non ci aiuta, dovremo abbandonare il lungo ove abitiamo. — Rimanete tranquilli dove vi trovate, disse alla fine il marchese alquanto burbero. Quanto denaro vi abbisogna ? — Con cento reali sarei pel momento accomodato. Ì3 1262 Convenzione delle monache di san Leucio de Pineto, assenziente Leonardo vescovo d'Equilio (lesolo), con la quale si obbligano ad un annuo censo verso il nostro capitolo per i beni che possedevano nella diocesigiustiuopolitana, e propriamentea consegnare annualmente quattro paia luciorum, quattro paia tencarum mezza libra di pepe e mezza di tunini, due reste di cipolle e due di aglio. - 29. *13 1809. Iu seguito a capitolazione la milizia Triestina entra in Capodistria, e ne prende possesso. 14 1350 Bertuccio Strazzaroli di Venezia viene delegato dagli Ospedalieri di san Clemente presso Muggia a riscuotere dalle nostre due chiese di S. Pietro (in Ponte) e di S. Tomaso le rendite che loro si aspettavano! - 2. 15 1550 11 veneto senato accorda al nostro comune di aprire il monte di pietà, - 12, - 215. *15 1424. Ducale vietante la fabbrica di saline presso Castel-Leone, baluardo nelle invasioni contro Capodistria e molte terre della Provincia. *15 1265. Il patriarca Gregorio investe Almerico Brati del quartese sul Castello di S. Giorgio di Laimè. Delle antichità di Capodistria Ragionamento di Gian Rinaldo Carli (V. il Hi." 10 e seg.ti) XII Decorata Egida del patrocinio de' Crassi e della tribù Pupilli a, ne andarono in seguito tutti que' privilegi che comuni erano alle altre, eh' erano come ella città de' cittadini romani. E perchè^ in primo luogo si dee riporre la libertà, e il gius di t'alliberò chi era servo, io addurrò qui, prima d'o-gn'altra, un'iscrizione sepolcrale, che c'insegna, come Quinto Cervio liberto fosse di un nostro rnuni-cipe. Ella e questa da me dall'originale trascritta: Q. CERVIVS. Q. L. FIDEL1S. WF. SIBI che io leggo. Quintus Cervius Quinti Libertus Fi-delis Virus fecit sibi. C'insegna alle volte più una lettera sola di lapida che cento libri. Erano, dice Ulpiano, liberti (1; Q_ui desierant esse servi. Servi posti in libertà erano dunque i liberti. La qual loro liberazione col nome di manumissione chiamatasi, cioè demanu datio. Imperciocché, siegne Ulpiano, qui in ser vit ut e est, manui Spotestati suppositus est. Il perchè colui che dnl proprio padrone era manomesso (ci sia lecito il servirci di termini legali, giacché parliamo di legge) e posto in libertà, chiamavano gli antichi liberto. XIII E perchè niuu pno comunicare ad altrui maggiori prerogative di quelle eh'egli abbia in sè stesso, essendo la manumissione un dare la libertà a chi era schiavo, non potea manomettere se non chi era libero cittadino romano ; di quella libertà intendo, che in lui derivava dall'esser servo alla legge. Da Quintiliano abbiamo (2) che non era servo chi alla tribù era ascritto ; e da 1 P001- » , v n » * Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » » 7i,2pom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste, al Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Triest». TRIESTE, nel Marzo 1877. L'Impresa.