RISERVATO COMANDO SUPERIORE FF. AA. "SLOVENIA-DALMAZIA,, (2a ARMATA) -iiiiiiiliiii— Circolare No. 3 C Distribuzione estesa sino ai comandanti di battaglione, e reparto od ente corrispondente 1» Dicembre 1942-XXI RISERVATO COMANDO SUPERIORE FF. AA. "SLOVENIA-DALMAZIA,, (2« ARMATA) Circolare No. 3 C Distribuzione estesa sino ai comandanti di battaglione, e reparto od ente corrispondente 1" Dicembre 1942-XXI 4S007 INDICE Avvertenza introduttiva........pag. Il PREMESSA CONCETTI BASILARI.........pag. 13 PARTE PRIMA SERVIZIO INFORMAZIONI.......pag. 21 PARTE SECONDA MISURE DI SICUREZZA E PROTEZIONE Capitolo I — Limitazioni alla circolazione e simili...............pag. 33 Capitolo li — Misure precauzionali nei confronti della popolazione....... » 34 Capitolo III — Protezione delle ferrovie (« P. F. ») ............... » 35 Capitolo IV — Vigilanza costiera..... » 36 Capitolo V —- Protezione delle opere d'arte, stradali e simili........... » 38 Capitolo VI — Protezione di ediflzi militari, depositi e simili........... » 38 5 — Capitolo VII — Consegne - Accordi colle Au- torità politiche - Notificazioni...... — Capitolo Vili — Elementi incaricati dei ser- vizi di sicurezza e protezione..... — Capitolo IX — Doveri degli elementi inca- ricati dei servizi di sicurezza e protezione — Capitolo X — Contegno dei militari in gene- re dal punto di vista della sicurezza . . PARTE TERZA ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DEI PRESIDI — Capitolo I — Generalità.........pag. 49 — Capitolo II — Compito e composizione dei presidi ............................» 51 — Capitolo III — Sistemazione difensiva dei presidi ............................» 53 — Caposaldi ..................-> 57 —■ Posti di blocco....................» 59 — Varie — — Settori della difesa..........» 61 — Edifizì apprestati a difesa . . » 62 — Organizzazione della difesa fra edifizi contigui od adiacenti » 63 — Cammino di ronda..........» 64 — Illuminazione del terreno . . » 66 — Riserve logistiche..........» 66 Campi per aerorifornimenti . » 67 » 39 » 40 » 42 » if> (i Capitolo IV — Truppe dei presidi .... » 68 — Reparti della difesa................» 68 — Reparti mobili....................» 72 — Reparti e servizi dislocati nei presidi, ma non facenti parte degli stessi . . » 73 Capitolo V — Piano di difesa dei presidi . . » 74 Capitolo VI — Servizi interni di presidio . » 77 Capitolo VII — Riserve mobili............» 78 Capitolo Vili ■— Truppe ed elementi vari: — Truppe addette alla « P. F. »..........» 80 — Truppe addette alla difesa costiera . . » 82 — Difesa contraerea..................» 83 — Marina ..........................» 84 — Aviazione ........................» 85 — Reparti e nuclei sfusi................» 86 —• Truppe croate......................» 87 — M.V.A.C. (Milizia Volontaria Anti-comu- nista) ..........................» 88 Nota circa i lavori fortificatori sopra considerati ............................» 90 Capitolo IX — « Fronti difensivi »..........» 92 PARTE QUARTA OPERAZIONI N. 149 -154 (Premessa)........pag. 95 Capitolo I — Ambiente in cui agisce l'avversario e caratteristiche della sua azione . . » 97 7 __Capitolo II — Ambiente nel quale operiamo noi e necessità che ne derivano .... » 101 — Capitolo III — Come debbono agire i nostri reparti: — Esplorazione......................» 102 — Sicurezza in marcia ed in stazione . . » 103 — Combattimento....................» 108 — Forme principali delle azioni offensive » 111 — Azione difensiva ..................>» 117 — Capitolo IV — Autocolonne e convogli ferro- viari: — Generalità circa le autocolonne .... » 120 — Scorta alle autocolonne..............» 123 — Protezione delle autocolonne .... » 125 — Difesa delle autocolonne............» 129 -- Colonne di rifornimento, e simili, appiedate ........................» 132 — Convogli ferroviari..................» 133 — Capitolo V — Collegamenti..............» 135 PARTE QUINTA TRATTAMENTO DA USARE ALLE POPOLAZIONI ED AI PARTIGIANI NEL CORSO DELLE OPERAZIONI — Popolazioni .............pag. 139 — Ediflzì e villaggi......................» 140 — Beni ...... ................» 141 8 Consulenti croati Partigiani . . Avvertenza » 142 » 143 » 143 ALLEGATI Allegato 1 — Posizione « in caccia »... pag. 147 Allegato 2 — Campi per aerorifornimenti . » 151 Allegato 3 — Esempio di « piano di difesa » » 159 Allegato 4 — Esempi di vari tipi di lavori fortificatori............. » 173 Allegato 5 — Stralcio di circolare della S.M. R.E. sulle marce........... » 183 Allegato 6 — Riconoscimento di presidi, ecc. da parte degli aerei......... » 191 Allegato 7 — «Segnali di urgenza» ... », 195 » COMANDO SUPERIORE FF. AA. "SLOVENIA ■ DALMAZIA,, (2« A R M A T A) P. M. 10, li 1" dicembre 1942-XXI C IRC 0 L ARE N. 3 C — La circolare n. 3 C, del 1° marzo 1942-XX, è sostituita dalla presente nuova edizione. — Essa conferma sostanzialmente la precedente. Apporta ad essa alcune varianti di dettaglio. La integra con disposizioni già diramate a parte, e con altre nuove, adeguate alle esperienze e constatazioni fatte nell'intenso periodo operatorio estivo ed autunnale. — La circolare comprende: — PREMESSA: Concetti basilari. — PARTE I : Servizio informazioni. — PARTE II : Misure di sicurezza e protezione. — PARTE III : Organizzazione del ter- ritorio e dei presidii. 11 PARTE IV : Operazioni. PARTE V : Trattamento da usare alle popolazioni ed ai partigiani nel corso delle operazioni. ALLEGATI. PREMESSA CONCETTI BASILARI I quadri dell'Armata debbono tenere costantemente presente i seguenti 10 punti: Punto I: L'ARMATA E' IN GUERRA GUERREGGIATA. — Essa non lotta contro bande locali ed indipendenti, ma contro un avversario che mira a costituire un « fronte unico », a sostituzione di quell'esercito jugoslavo che l'Armata, in aprile '41, ha gloriosamente messo fuori causa. — La guerra che si conduce in Balcania è la stessa che si combatte in Russia, nell'Africa Settentrionale, ecc. — Questo importa: — mentalità di guerra-, — ripudio delle qualità negative compendiate nella frase « bono taliano » ; — « grinta dura ». 13 Punto II: IL SERVIZIO INFORMAZIONI DEVE ESSERE PARTICOLARMENTE ATTIVO ED ESTESO. — Ciò in conseguenza delle caratteristiche speciali alla lotta in cui l'Armata è impegnata. — Al serv izio informazioni « tecnico », si deve accoppiare — da parte di tutti — la curiosità costante di ciò che accade intorno ed accanto, e la conoscenza perfetta dell'ambiente. — «Sorprese informative» non sono ammissibili. Punto IH: IL SEGRETO DEVE ESSERE MANTENUTO A QUALUNQUE COSTO. — La convivenza con popolazioni in origine favorevoli o neutre, e magari ancora esternamente accoglienti, induce l'italiano « bono » a fidarsi del primo venuto. — È indispensabile invece di non fidarsi di nessuno, e — sino a prova irrefutabile in contrario — specialmente di coloro che si dimostrano esuberantemente favorevoli, e cercano di accattivarsi la nostra amicizia. 14 Punto IV: I PRESIDII, GRANDI E PICCOLI, DERRONO ESSERE SOLIDAMENTE SISTEMATI A DIFESA. — Con tale procedimento i presidii (che costituiscono base indispensabile per le operazioni offensive) possono essere sicuramente mantenuti da forze ridotte, a tutto profitto di quelle incaricate delle operazioni suddette. I Punto V: L'EFFICIENZA DEI PARTIGIANI E' PER LO PIÙ' SUPERVALUTATA. — Occorre reagire decisamente, in alto ed in basso, alla tendenza ad esagerare le possibilità dell'avversario. —- Faccio appello, per questo, al semplice buon senso. I quadri, che conoscono gli ostacoli che incontrano anche i reparti meglio organizzati e meglio armati, debbono rendersi conto delle difficoltà (di inquadramento - addestramento - armamento - munizionamento - ecc.) contro cui si dibattono le formazioni partigiane, e trarne le logiche conseguenze circa la loro efficienza e le loro possibilità reali. — Ogni comandante si ponga onestamente questa domanda: 15 « Che cosa riterrei di poter fare io se, invece di essere alla testa del mio reparto, fossi il capo dei partigiani che ho di fronte?» E l'onesta risposta porterà a riconoscere che un notevole percento della efficienza dei partigiani è rappresentato dall'idea esagerata che noi di tale efficienza ci facciamo. Punto VI: ALLE OFFESE DELL'AVVERSARIO SI DEVE REAGIRE PRONTAMENTE E NELLA FORMA PIÙ' DECISA E MASSICCIA POS-SIBILE. — Il trattamento da fare ai partigiani non deve essere sintetizzato dalla formula: « dente per dente » ma bensì da quella « testa per dente » ! — La prontezza e la potenza della reazione suppongono: — in primo luogo del « ginger » ; — in secondo luogo: una organizzazione, permanente e contingente, propria allo scopo (elementi mobili, di pronto impiego). Reazioni non organizzate, condotte « tanto per fare », con forze e mezzi 16 inadeguati, e che ottengono scopo contrario a quello prefisso, sono da scartare. Punto VII: LE OPERAZIONI CONTRO I PARTIGIANI SONO VERE E PROPRIE OPERAZIONI BELLICHE. — E come tali debbono essere organizzate e condotte. — Di azioni s'egate, male imbastite, condotte trascurando i principii più elementari dell'arte militare, senza energia e decisione; di rifornimenti affidati a colonne insufficientemente forti; e di simili « male azioni », i quadri responsabili rispondono. Punto Vili: LA SORPRESA TATTICA NON E' AMMESSA. — Malgrado dolorosi esempi, si verifica tuttora il caso di reparti e colonne di rifornimento che si espongono sventatamente a volgari imboscate. — Errori di questo genere implicano una precisa e grave responsabilità. 17 Punto IX: SI DEVE COMBATTERE A FONDO, E CON ACCANIMENTO. — A'o/i vi sono circostanze che autorizzino nuclei o singoli a cessare dalla lotta od a sbandarsi, come non esistono circostanze che legittimino perdite in armi e prigionieri, non accompagnate da notevoli perdite in morti e feriti. — L'eventuale verificarsi di simili fenomeni, ed il rientro di militari disarmati e di prigionieri, danno luogo a rigorose inchieste, ed a gravissimi provvedimenti disciplinari o penali. — Sotto questo punto di vista, si sfati la leggenda del trattamento umano usato dai partigiani ad alcune categorie di prigionieri: di fronte, infatti, a qualche caso del genere, verificatosi presso determinate formazioni, stanno numerosi casi di prigionieri seviziati e soppressi. — Si spieghi ino'tre ben chiaramente alla truppa che le armi e muniziona eventualmente abbandonate, o supinamente cedute all'avversario, sono quelle che, in altra occasione, serviranno a colpire coloro stessi che non hanno avuto il fegato di difenderle. 1S Punto X: LA SITUAZIONE, ED IL PRESTIGIO DELL'ITALIA NELLE NUOVE PROVINCIE E NEL TERRITORIO DI OCCUPAZIONE, IMPONGONO A TUTTA L'ARMATA FERREA DISCIPLINA, E CONTEGNO SOTTO TUTTI GLI ASPETTI ESEMPLARE. — Quanto riguarda la disciplina degli ufficiali, dei sottufficiali e dei caporali e soldati, è ovvio. — Circa il contegno ricordo: debbono essere evitate, specie dagli ufficiali, tutte le forme di parzialità, di dimestichezza, e di « lascia andare » di fronte alla popolazione; — l'uniforme, l'equipaggiamento ed i carichi debbono essere sempre molto corretti (la correttezza non è affatto in contrasto con lo stato di uso e di pulizia del vestiario, ecc., che in operazioni di guerra, nella neve e nel fango, possono logicamente essere scadenti) ; — l'atteggiamento dei reparti, nuclei ed individui in armi, in movimento o da fermo, deve essere quale si addice alle truppe di una grande nazione vittoriosa; 1<> il contegno dei militari isolati, fuori servizio, in città, in paesi, in campagna, nelle stazioni, sui treni, ecc. deve essere irreprensibile. PARTE PRIMA SERVIZIO INFORMAZIONI 1. — Nei territori «li competenza dell'Armata, e nella lotta che essa sostiene, il servizio informazioni incontra particolari difficoltà, perchè: — la popolazione è reticente, o propensa alle false informazioni; —- i nuclei partigiani si confondono facilmente cogli abitanti; — le formazioni maggiori, non o scarsamente munite di salmerie e carriaggi, sono molto mobili, e diffìcilmente individuabili dalla osservazione aerea; — l'avversario non « reagisce » alle intenzioni che ci suppone, od alle azioni che intraprendiamo, come reagirebbero truppe regolari. 21 Inversamente — sia detto per inciso — la raccolta di notizie è per i partigiani notevolmente favorita. Stando così le cose, è indispensabile da parte nostra di potenziare al massimo il servizio informazioni. Il che si ottiene: — con provvedimenti di ordine « tecnico », di competenza degli Uffici 1.; — colla costante ed appassionata cooperazione informativa di tutti i comandi, compresi i più modesti, e di tutti i singoli ufficiali. Tutti gli occhi guardino, e vedano; Tutte le orecchie ascoltino, ed odano; tutte le bocche riferiscano. Questo è il programma! I « campi » del servizio I. sono due: —- popolazioni; — partigiani. fc nella osservazione delle popolazioni, attuata nella convivenza di ogni giorno, che la collaborazione informativa dei singoli ufficiali e dei singoli comandi periferici è più redditìzia e più necessaria. Da essa risultano numerosi indizi, magari a prima vista e singolarmente di poco conto, ma che messi insieme e seguiti permettono non solo di « sentire il polso » dell'abitante, ma eli percepire — per riflesso — anche quello del partigiano. Sono indizi del genere: — i mutamenti repentini nel contegno degli abitanti o di una parte di essi - i movimenti insoliti ed in determinate direzioni - le « facce nuove » repentinamente apparse - i trasporti non aderenti alle ordinarie necessità - le riunioni non ciliare nell'una o nell'altra casa - le frasi che, senza ragione, si sentono improvvisamente ripetere - le luci sospette - i fumi che s'innalzano da luoghi ritenuti inabitati - le nuove piste sui campi o sulla neve - ecc. ecc. Nel medesimo ordine di idee, possono aver valore, e si debbono perciò raccogliere, lettere, dattiloscritti, stampati, o brani degli stessi, che si trovino intorno. Gli ufficiali che, direttamente o su indicazione dei loro dipendenti, osservino gli indizi di cui sopra, ne danno notizia — anche nel caso che si tratti di semplice impressione —- ai comandi da cui direttamente dipendono. 23 Conseguano loro, altresì, le lettere, dattiloscritti, ecc. trovati. Detti comandi raccolgono tali indizi e documenti, li confrontano con altri eventualmente in loro possesso; e provvedono —- se del caso — ad appurare e ampliare le informazioni a mezzo di loro ufficiali, (iei CC. RR. ed enti di polizia, di « confidenti », ed eventualmente a mezzo delle autorità e gendarmeria croate. Riferiscono in proposito ai comandi superiori, nei rapporti periodici loro prescritti, o volta a volta richiesti. Nel caso che si tratti di informazioni importanti ed urgenti si regolano come detto in seguito circa le notizie riferentesi ai partigiani. Diverse sono le cose nell'altro « campo » del servizio I. (partigiani). Infatti, salvo qualche rara eccezione, manca il contatto materiale e permanente eol-l'awersario, e viene così meno la possibilità di raccogliere direttamente ed in continuità indizi su di esso. Si raccolgono invece dati saltuari e staccati, provenienti: — da informatori; — dalla osservazione aerea, ed eventualmente da quella terrestre; — dalle vicende del combattimento; — da prigionieri e disertori; — da documenti. Tali dati, appunto perchè saltuari e staccati, debbono essere rapidamente « elaborati » (ossia confrontati con notizie precedenti appurate, e con quelle contemporaneamente fornite da altre fonti), e rapidamente « sfruttati » (ossia trasmessi — — dopo elaborazione — a tutti gli enti interessati). Detta « elaborazione » è di competenza degli organi « tecnici » (Uffici I. dei comandi di divisione, e superiori), i quali sono i soli in condizione di poterla compiere convenientemente, perchè posseggono: — l'indispensabile visione d'insieme; -— i necessari elementi di paragone; — l'ausilio di numerose altre fonti informative (intercettazione - decrittazione - radio e stampa straniere -ecc. ecc.). Ovvio, pertanto, che i dati sull'avversario raccolti alla periferia debbono perve- 25 nire agli organi « tecnici » in parola con tutta rapidità. In particolare resta inteso: a) — i comandi inferiori a quello di divi- sione, appena in possesso di una notizia sull'avversario importante ed urgente, la trasmettono col mezzo più celere, e direttamente, all'ufficio I. del comando di divisione da cui dipendono. b) — Sono importanti ed urgenti le noti- zie che si riferiscono al nemico che si trova o giunge di fronte od a portata tattica: — formazioni; — forza; ' — dislocazione; — atteggiamento; — movimenti; — intenzioni. — Nel medesimo ordine di idee si considerano importanti ed urgenti le notizie riferentisi a mutamenti improvvisi e significativi nel contegno delle popolazioni. — Citare: fonte e grado di attendibilità della singola notizia - data, ed eventualmente ora, del fatto riferito. — Esempi: — « Notte su oggi, 4 dicembre, formazione 106 » (secondo l'Elenco delle formazioni partigiane di cui al n. 11) «si est schierata su Bilo Vrh fronte at ovest. Fonte: partigiano disertore presentatosi ore 7 ». — « Profughi da Gora Kalvaria, giunti stamane, 8 dicembre, affermano concordemente che colonna 600 partigiani liabet occupato ieri sera villaggio predetto, ed intende attaccare oggi questo presidio ». — « Formazione nemica di cui nostro ... inizia in questo momento, ore 12, avvicinamento caposaldo Sv. Nikola. Forza calcolata at vista at 300 uomini, i con 4 mitragliatrici pesanti ». — « Prime ore stamane, 16 gennaio, popolazione questo presidio, senza causa spiegabile, cominciato rifugiami cantine et grotte lato sud paese. Case lato nord completamente evacuate. Ricognizione spinta nord sino q. 547 comunica, ore 11.30, non avere notato nulla di anormale ». c) — I comandi in parola, subito dopo aver ottemperato a quanto sopra, comunicano le notizie di cui trattasi al comando da cui direttamente dipendono ed al comando, od ai comandi, di rango uguale od inferiore, vicini, interessati. 27 Naturalmente, quando per trasmettere una notizia al comando di divisione, si debba far capo (per condizioni materiali di collegamento) al comando superiore intermedio, le due comunicazioni si fondono in una. In questo caso il comando ricevente deve pensare lui ad istradare immediatamente le notizie al comando di divisione. I prigionieri, i disertori e gli individui arrestati nel corso di operazioni, che « parlino », o che — per la loro carica, o grado presunto di coltura — siano giudicati in possesso di notizie importanti, e coloro che si offrono per la prima volta come informatori, debbono essere sottoposti ad interrogatori completi solo dall'ufficio « I » del comando di divisione. Pertanto il comando inferiore a quello di divisione, che cattura, ecc. gli individui di cui sopra, si limita a chiedere loro le informazioni più importanti ed urgenti (vedi in a), che trasmette immediatamente come anzi prescritto. Dopo di che invia gli individui di cui trattasi, col mezzo più rapido, all'inficiale dell'ufficio « I » divisionale distaccato avanti, o al comando di di visione. Tale procedimento è consigliato anche dalla constatazione, ampiamente confermata, che quando un individuo, interrogato da un ufficiale non perfettamente al corrente ed incapace perciò di contraddirlo, ha fornito inizialmente notizie false, non le rettifica mai più, per timore. e) — I comandi inferiori a quello di divisione, che vengono in possesso di documenti (ordini - relazioni - « stati » - tessere - e simili) catturati al nemico, o comunque rinvenuti, e di scritti, dattiloscritti o stampati aventi un valore informativo (o supposti di averlo), li trasmettono immediatamente, direttamente, e col mezzo più rapido, al comando eia divisione. Nel caso che, nel rapidissimo sguardo dato a tali documenti, desumano notizie giudicate importanti ed urgenti, le comunicano, frattanto, con le modalità di cui in a) ed in c). 9. — Quanto sopra non esime, naturalmente, i comandi inferiori a quello di divisione dal '29 redigere e trasmettere al comando immediatamente superiore le relazioni e bollettini informativi periodici ad essi prescritti, o voliti a volta richiesti. 10. — Hanno valore anche le notizie negative. Ad esempio, se è stata in precedenza data la notizia, o è stato divulgato in documenti informativi, dall'alto o dal basso, che nel paese di X era dislocata, all'epoca tale, la formazione Y, e si constata od apprende che i partigiani non vi sono mai stati insediati, oppure che vi hanno soggiornato in epoca diversa da quella indicata, oppure che c'era bensì una formazione, ma non quella indicata, non bisogna accontentarsi di pensare: « Si sono sbagliati » o « Ci siamo sbagliati », ma occorre subito rettificare, aggiungendo — bene inteso — tutti i dati riferentisi alla nuova « edizione » della notizia originale. Ciò serve, talvolta, anche per giudicare della capacità e lealtà degli « informatori ». 11- — I comandi di divisione (uffici «I»), in base alle notizie e documenti ricevuti, — come detto sopra — dai comandi inferiori, agli interrogatori da essi condotti, alle notizie trasmesse dagli «uffici «I» colla- terali o superiori, ed alla « elaborazione » immediata dell'insieme: — compilano e trasmettono, col mezzo più rapido, a tutti i comandi interessati, le notizie importanti ed urgenti; — compilano e diramano un notiziario informativo giornaliero. Lo stesso viene fatto dai comandi di C. d'A. rispetto a quelli di divisione e dei C. d'A. laterali, e dal comando d'Armata rispetto a quelli di C. d'A. L'ufficio « 1 » d'Armata, oltre a diversi altri documenti informativi periodici, pubblica mensilmente un « Elenco delle formazioni partigiane », distribuito a tutti i comandi, sino a quelli di battaglione -gruppo, compresi. Informa, tra un'edizione e l'altra, delle varianti man mano appurate. Quanto prescritto sopra per i comandi terrestri, vale anche per i comandi di marina e di aviazione, sia nel loro proprio ambito, stia per quanto concerne le comunicazioni ai e dai comandi cooperanti delle altre FF. AA. 31 - f' .■•. r.-,' ■ ■ PARTE SECONDA MISURE DI SICUREZZA E PROTEZIONE CAPITOLO I LIMITAZIONI ALLA CIRCOLAZIONE, E SIMILI 13. — Nei centri abitati, e nelle circostanti cam- pagne, in cui siano in atto, o siano giudicati imminenti, movimenti di rivolta, o siano in atto od imminenti operazioni, i comandi di G. U., di settore ed — in caso di urgenza — anche quelli di presidio possono integrare le ordinarie limitazioni alla circolazione (lasciapassare - coprifuoco -ecc.) sino ad abolire completamente, finché necessario, il movimento dei civili. 14. — Nelle medesime circostanze i comandi di G. U. possono provvedere a sospendere, finché necessario, il movimento dei treni 33 civili, delle autocorriere, ed il servizio postale, telegrafico e telefonico privato. CAPITOLO II MISURE PRECAUZIONALI NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE 15. — Quando necessario agli effetti del mante- nimento dell'O. P. e delle operazioni, i comandi di Ci. U. possono provvedere: a) — ad internare, a titolo protettivo, pre- cauzionale o repressivo, individui, famiglie, categorie di individui della città e campagna, e — se occorre — intere popolazioni di villaggi e zone rurali ; b) — a « fermare » ostaggi, tratti ordina- riamente dalla parte sospetta della popolazione, e — se giudicato opportuno — anche dal suo complesso, compresi i ceti più elevati; c) — a considerare corresponsabili dei sabotaggi, in genere, gli abitanti di case prossime al luogo in cui essi vengono compiuti. 16. — Gli ostaggi di cui in b) possono essere 34 chiamati a rispondere, con la loro vita, di aggressioni proditorie a militari e funzionari italiani, nelle località da cui sono tratti, nel caso che non vengano identificati — entro ragionevole lasso di tempo, volta a volta fissato — i colpevoli. — Gli abitanti di cui in c), qualora 11011 siano identificati — come detto sopra — i sabotatori, possono essere internati a titolo repressivo; in questo caso il loro bestiame viene confiscato e le loro case vengono distrutte. CAPITOLO III PROTEZIONE DELLE FERROVIE (« P. F. ») 17. — È vietato ai civili (tranne al personale fer- roviario in servizio), sia di giorno che di notte, ed in qualsiasi località, di circolare o sostare sui binari, ed a lato immediato di essi (tranne sui marciapiedi del servizio viaggiatori delle stazioni, limitatamente all'arrivo e partenza dei treni), e di circolare o sostare presso le opere d'arte. 18. — In caso di necessità la prescrizione di cui sopra può dai comandi di G. U. essere inasprita, sino a vietare, di giorno come di 35 notte, la circolazione ai civili anche nei pressi della ferrovia, entro una striscia più o meno ampia. In questo caso è fatta eccezione per gli abitati attraversati dalla ferrovia, per le case rurali prossime ad essa, e per le rotabili laterali o che attraversino le linee (sempre quando non sia in atto, per la circolazione su dette rotabili, il divieto di cui al Capitolo I). Per il riconoscimento del personale ferroviario che debba percorrere le linee ferroviarie, ed avvicinarsi o sostare presso opere d'arte, sono presi accordi coi dirigenti delle ferrovie. In nessun caso viene usata come mezzo di riconoscimento di detto personale la « parola d'ordine ». Ciò per ovvie ragioni. CAPITOLO IV VIGILANZA COSTIERA Sulla riva del litorale continentale ed insulare di pertinenza dell'Armata, sempre quando non siano in atto le limitazioni straordinarie di cui al Capitolo I, od altre di carattere militare contingente (pressi di batterie, appostamenti, polveriere, ecc.), è consentito di giorno, il movimento di civili. — Sulla medesima riva, di notte (ed anche di giorno in caso di nebbia fitta), il movimento dei civili è in qualsiasi caso vietato. Questo sia in senso parallelo al mare (ossia lungo la spiaggia) sia nel senso di accesso da terra all'acqua, od in senso inverso. 21. — Di giorno, il distacco o l'avvicinarsi ed ap- prodo di imbarcazioni civili è consentito, o vietato, a seconda delle disposizioni contingenti in vigore (pesca - navigazione costiera). — Di notte, (ed anche di giorno in caso di nebbia fitta) il distacco, e l'avvicinarsi od approdo di imbarcazioni civili è vietato, tranne in quei porti in cui le disposizioni contingenti in vigore per la navigazione e la pesca lo consentano. 22. — Quando ricorrano le circostanze eccezio- nali di cui al Capitolo I, i Comandi di G. U. e di Marina competenti possono integrare 37 le disposizioni ordinarie in materia, sino a sospendere completamente navigazione e pesca. Nel medesimo ordine di idee, possono, quando giudicato necessario, ritirare le imbarcazioni in possesso di società e di privati, concentrandole in località sicure e guardate. CAPITOLO V PROTEZIONE DELLE OPERE D'ARTE STRADALI, E SIMILI 23. — È vietato, sia di giorno che di notte, ed in qualsiasi località, ai civili di sostare presso, sopra o sotto le opere d'arte stradali, e di sostare a lato immediato dei sostegni delle condutture di energia elettrica, e dei sostegni delle linee telefoniche e telegrafiche. CAPITOLO VI PROTEZIONE DI EDIFICI MILITARI, DEPOSITI E SIMILI 24. — È vietato ai civili di radunarsi, in qualsiasi ora e località, nei pressi immediati di edi- 3 K fici militari, di edifici civili militarmente guardati, di apprestamenti difensivi, di batterie, di accampamenti, di depositi di materiali militari, e di depositi di carburanti. — Di notte (ed anche di giorno in caso di nebbia fitta) è vietato inoltre ai civili, anche isolati, di sostare (eventualmente anche di transitare), nei pressi immediati degli edifici ecc. di cui sopra. CAPITOLO VII CONSEGNE - ACCORDI COLLE AUTORITÀ' POLITICHE NOTIFICAZIONI 25. — Per assicurare l'adempimento delle pre- scrizioni stabilite nei capitoli precedenti occorre che i comandanti (o capoposti) dei reparti di guardia, protezione, vigilanza, ecc., siano muniti di consegne chiare. 26. — Le disposizioni di cui ai capitoli preceden- ti (e quelle atte ad assicurarne l'applicazione, di cui al capitolo IX) sono dai comandi competenti notificate alle popolazioni per mezzo di « ordinanze ». 27. — I comandi in parola, circa gli accordi pre- ventivi in materia colle autorità civili italiane e croate, e l'emanazione delle « ordinanze » (emanazione esclusivamente militare - esclusivamente civile - od abbinata), si regolano secondo le norme contingenti in vigore. —■ In ogni caso tengono tempestivamente informate le autorità civili delle nuove misure adottate, che possano interessarle. 28. — In calce ad ogni ordinanza emessa dalle autorità militari, viene scritto in modo specialmente appariscente: « Chi strappi, manometta od imbratti la presente ordinanza verrà perseguito ai termini delle disposizioni vigenti. Se colto sul fatto verrà passato per le armi ». 29. — Ad evitare incresciosi incidenti, le limita- zioni, divieti, ecc. in parola, sono portati a conoscenza dei militari italiani e croati, in genere. CAPITOLO Vili ELEMENTI INCARICATI DEI SERVIZI DI SICUREZZA E PROTEZIONE 30. — Il servizio relativo alle limitazioni alla circolazione di cui al Capitolo I, è affidato 40 a « posti di blocco » ed a pattuglie o reparti mobili. — I posti di blocco sono situati normalmente agli ingressi dei presidii, ed eccezionalmente in aperta campagna (a bivii stradali, ecc.). 31. — Le pattuglie o reparti mobili (costituiti o sussidiati — quando possibile — da carri armati, autoblindo, autoprotetti), perlustrano permanentemente o saltuariamente determinati tratti di rotabile o di campagna. 32. — Il servizio di protezione alle ferrovie (Ca- pitolo III), alle opere d'arte stradali (Capitolo V), edifici militari, depositi e simili (Capitolo VI), è affidato a guardie o nuclei e reparti fissi e mobili. 33. -— Il servizio di vigilanza costiera (Capito- lo IV) è affidato a: — Posti di osservazione costiera (P.O.C.) — Posti di blocco costieri (P.B.C.) — Nuclei fissi ■>— Nuclei mobili. 41. CAPITOLO IX DOVERI DEGLI ELEMENTI INCARICATI DEI SERVIZI DI SICUREZZA E PROTEZIONE 34. — I militari, guardie, nuclei e reparti inca- ricati dei servizi di sicurezza e di protezione di cui sopra, debbono comportarsi, in ogni contingenza, colla massima energia e colla massima decisione. 35. — Le sentinelle, vedette, uomini di pattuglia e simili, tengono, sia da fermi che in movimento, il fucile o moschetto nella posizione «in caccia» (vedi Allegato n. 1). (Fanno eccezione, di giorno in situazione normale, le sentinelle situate all'ingresso di Comandi e caserme, le quali tengono l'arma, a baionetta innastata, nella posizione prescritta per regolamento. Di notte, e di giorno in caso di allarme, anche dette sentinelle debbono avere l'arma « in caccia »). 36. — Il personale, fìsso o mobile, incaricato di assicurare i divieti di circolazione, sosta, approdo ecc. di cui nei capitoli precedenti, si regola come segue: — intimazione di ALT! a distanza — arma pronta all'uso — gesti e voce energici; 42 — mentre uno o più militari si mantengono coll'arma pronta all'uso, altri si avvicinano alle persone fermatesi all'intimazione, per riconoscerle; — se le persone in parola risultano militari italiani, in servizio, («parola d'ordine », ed altre precauzioni contingenti per assicurarsi che non si tratti di ribelli travestiti), vengono rilasciate; se si tratta di militari italiani non in servizio, o di militari croati, vengono trattenuti in vista di ulteriori accertamenti; — se le persone fermatesi all'intimazione sono civili, vengono tratte in arresto (perquisirle!), e deferite per inosservanza di ordinanza; — se le persone di cui trattasi non si fermano all'intimazione, o reagiscono o tentano di sfuggire, si apre subito su di esse il fuoco. Casi particolari: a) Protezione delle ferrovie. — Di notte (ed anche di giorno in caso di nebbia fìtta) viene aperto senz'altro il fuoco, senza intimazioni di sorta, contro coloro che contravvengano ai divieti contingenti in vigore. 43 — Il medesimo procedimento viene . usato anche di giorno chiaro, qualora stabilito, per necessità inerenti alla situazione, dai comandi di G. U. interessati. b) Vigilanza costiera. — Di giorno, viene intimato l'approdo ad imbarcazioni che muovano o sostino in specchi d'acqua vietati, (l'intimazione ad imbarcazioni fuori portata di voce è fatta sparando a lato delle imbarcazioni stesse). Contro imbarcazioni che non aderiscano a'ia intimazione di cui sopra, o che siano manifestamente avversarie, vene aperto senz'altro il fuoco. — Di notte (ed anche di giorno in caso di nebbia fìtta) viene aperto senz'altro il fuoco, senza intimazioni di sorta, sugli individui, gruppi di individui ed imbarcazioni che contravvengano ai divieti contingenti in vigore. c) Protezione delle opere d'arte stradali, e simili. — Dì notte (ed anche di giorno in caso di nebbia fitta), viene aperto sen- 44 z'altro il fuoco, senza intimazioni di sorta, su chi sosti presso, sopra o sotto opere d'arte situate in aperta campagna (ossia là e quando detta sosta non può essere spiegata che da intenzioni dolose). Lo stesso dicasi per i sostegni delle condutture di energia elettrica e per i sostegni delle linee telefoniche e telegrafiche, in aperta campagna. d) Protezione di edifici militari, depositi e simili. — Di notte (ed anche di giorno in caso di nebbia fìtta), viene aperto senz'altro il fuoco, senza intimazioni di sorta, su chi si avvicini o sosti in vicinanza immediata di depositi di armi, munizioni, esplosivi e carburanti. Come già accennato, della apertura immediata del fuoco senza intimazioni di sorta, di cui sopra, debbono essere avvertite le popolazioni, nelle medesime « ordinanze » che stabiliscono i varii divieti e limitazioni. Ne debbono altresì essere avvertiti i militari italiani e croati, in genere. 45 CAPITOLO X CONTEGNO DEI MILITARI IN GENERE DAL PUNTO DI VISTA DELLA SICUREZZA 39. — Le prescrizioni «li cui al n. 34 relative agli elementi incaricati dei servizi di sicurezza e protezione (massima energia - massima decisione) valgono altresì per tutti i reparti e militari dell'Armata. 40. — In conseguenza: — i reparti, nuclei e militari isolati, di qualsiasi altro servizio incaricati, ed i gruppi e militari isolati liberi da ogni servizio, debbono reagire od intervenire immediatamente, energicamente e decisamente, quando essi, od altri reparti, nuclei e militari, a portata, siano attaccati, minacciati o vilipesi. — AL GRIDO: «SECONDA ARMATA, A ME! » LANCIATO DA UN MILITARE COMUNQUE IN PERICOLO, TUTTI I COMPONENTI DELL'ARMATA CHE LO ODONO DERRONO ACCORRERE E DARE AL CAMERATA, A QUALUNQUE COSTO, MAN FORTE. 41. Si sapp 'a bene che eccessi di reazione, com- 4(> pinti in buona fede, non verranno mai perseguiti. — Perseguiti invece, inesorabilmente, saranno coloro che dimostrassero timidezza ed ignavia, e sopratutto coloro che non accorressero a sostegno del compagno minacciato. 47 PARTE TERZA ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DEI PRESIDI1 CAPITOLO I GENERALITÀ' 42. — Il territorio dell'Annata è suddiviso, se- condo disposizioni a parte, fra i C. d'A. e le divisioni dipendenti. — I territori di competenza delle singole divisioni sono, a loro volta, divisi in « settori territoriali » cui corrispondono comandi e forze variabili a seconda della estensione, situazione, ecc. Detti settori sono designati con un nome topografico (regione - sede del Comando -fiume - ecc.). 43. — I settori comprendono: — « presi dii » 41) — « riserve mobili (Queste ultime possono anche dipendere direttamente dai Comandi di G. U., anziché da quelli di settore). « 44. — Oltre ai settori territoriali di cui sopra, esistono dei settori di « P. F. » e dei settori « costieri ». I comandi dei settori di P. F. e costieri dipendono da Comandi di G. U. nel cui territorio sono inclusi. Nei tratti di costa (isole comprese) in cui non esistono comandi di settori costieri, la loro funzione è esercitata dal comando di settore territoriale del posto. 4,"). — Dipendono dal comando di Armata: — comandi ed elementi della difesa c. a.; — comandi ed elementi della R. Marina; — comandi e reparti della R. Aeronautica. —- Dipendono dai comandi di G. U., o dai comandi inferiori, truppe croate e formazioni di M.V.A.C. (Milizia Volontaria Anti-Comunista). 50 CAPITOLO II COMPITO E COMPOSIZIONE DEI PRESIDII — La costituzione ed il mantenimento dei « presidii » mira allo scopo di avere solidamente in mano i centri (città - nodi fer-roviarii e stradali - industrie - ecc.) che «comandano» moralmente e materialmente il territorio occupato e che costituiscono base e punto di appoggio indispensabile alle operazioni. —■ I presidii sono — generalmente — più radi e più forti nelle zone in cui il controllo minuto dell'interposto terreno interessa meno (essenzialmente: Croazia). Sono più fìtti ed, in parte, di forza minore, nelle zone in cui interessa il controllo minuto anche dei piccoli centri e del1 a campagna (essenzialmente: territori annessi). -— In particolare, il controllo dei territori annessi viene assicurato mediante una intelaiatura fitta di piccoli presidii, costituiti per lo più da plotoni (o reparti equivalenti) di forze di polizia o similari, a cui si sovrappone una intelaiatura, meno fitta, di presidii maggiori. 49. — Per assolvere alle loro funzioni, i « pre- sidii » debbono : — possedere una organizzazione difensiva che permetta di resistere sicuramente, in assenza dei reparti mobili di cui sotto, per il tempo necessario al concorso di forze esterne; — comprendere uno o più « reparti mobili » proprii, destinati ad irradiare nei dintorni per controllarli, ad appoggiare i presidii vicini, od a cooperare ad operazioni intraprese da altre forze. 50. -— I presidii sono costituiti: —• normalmente: — da truppe organiche delle G. U., o truppe non indivisionate a disposizione delle stesse (comprese, talvolta, truppe croate e formazioni M.Y.A.C.) ; — eventualmente: — da truppe speciali (di formazione G. a. F. - territoriali ecc.) ; — da truppe croate; 52 — da formazioni M.V. A.C. 51. — Nei presidii possono essere alloggiati, stabilmente o temporaneamente, reparti ecc. non appartenenti ai presidii stessi, come: « riserve mobili » di G. U. o di settore, reparti incaricati della P. F. o della difesa costiera, elementi di marina o di aviazione, servizii, ecc. Circa la loro partecipazione alla difesa dei presidii, vedasi in seguito. CAPITOLO III SISTEMAZIONE DIFENSIVA DEI PRESIDII Organizzazione d'insieme 52. — Si ripete — a scanso di qualsiasi equivoco -—■ che la sistemazione a difesa dei presidii non risponde affatto ad un concetto statico e passivo, ma bensì ad un concetto dinamico ed attivo. Infatti il saldo possesso dei « centri » presidiati, in qualsiasi circostanza e malgrado la presenza in posto di forze ridotte, rappresenta — come nelle guerre coloniali — condizione « sine qua non » per le operazioni offensive. 53 In base a tale finalità, l'organizzazione difensiva del singolo presidio non deve mai essere basata sulla forza normalmente presente (che comprende i « reparti mobili » del presidio stesso ed — eventualmente — gli elementi di cui al n. 51), ma deve essere invece basata sul minimo di forza che si reputa indispensabile, con l'appoggio di lavori fortifìcatorii, alla difesa. Di norma l'organizzazione difensiva dei presidii è a « cerchio chiuso ». Tale sistema offre indubbi vantaggi: — vieta le infiltrazioni dall'esterno; -— permette il controllo facile e permanente della circolazione verso e dalla campagna; — dà maggiore sicurezza alla vita ordinaria del presidio. Presenta, inversamente, lo svantaggio della maggiore estensione. Comunque, nei centri maggiori (che impongono — per ovvie ragioni — la sicura sorveglianza sulla popolazione e sulle sue relazioni coll'esterno), si adotta sempre questo sistema. 55. — L'organizzazione a cerchio chiuso è di due tipi : — a « caposaldi »: « caposaldi » perime- trali, collegati da un unico ostacolo; — a « cinta di sicurezza »: — catena perimetrale di « posti di blocco », e di singoli edifizii sistemati a difesa (o di singoli appostamenti costruiti ex novo), collegati da un unico ostacolo. 56. — La sistemazione difensiva a cerchio chiu- so, a « caposaldi », conviene là dove esistano in corrispondenza del perimetro posizioni o nuclei di edifici particolarmente favorevoli alla difesa, e che, rafforzati a « caposaldo », consentano, come da « bastioni », di dominare tatticamente le interposte « cortine ». A parte questo, detta sistemazione conviene — per ovvie ragioni — nei presidii che possono essere soggetti all'attacco di forze notevoli, e che non siano rapidamente soccorribili da forze esterne. 57. — La sistemazione difensiva a cerchio chiu- so, a « cinta di sicurezza », conviene, inve- 55 ce, per presidii grossi, guerniti da truppe relativamente numerose, e pertanto diffìcilmente attaccabili a fondo dai partigiani. Naturalmente la « cinta di sicurezza » non esclude affatto la costituzione di « capo-saldi» in punti di speciale importanza, sia sulla cinta stessa, sia nelle adiacenze esterne, sia all'interno. Quando non è possibile o conveniente (economia di forze) la sistemazione a cerchio chiuso, occorre: — organizzare l'abitato a blocchi, ognuno dei quali costituisce « caposaldo » a sé; — oppure organizzare una sola parte dell'abitato. Là dove esistono, in prossimità dell'abitato, posizioni dominanti che, se occupate dall'avversario, potrebbero recare serio pregiudizio alla difesa, vengono costituiti su di esse uno o più « caposaldi », raccordati materialmente, o meno, col resto della organizzazione. Può accadere, infine, che l'abitato (situato in nna buca, ecc.), non si presti affatto alla difesa. In questo caso il presidio non viene dislocato nell'abitato, ma in uno o più « caposaldi » esterni, che lo dominino (a guisa, cioè, dei « castra » romani e delle «cittadelle»). « Caposaldi » Per « caposaldo », nel caso concreto, si intende: — un insieme di edifìcii apprestati a difesa, o di appostamenti costruiti ex-novo, od un insieme delle due categorie, integrato da alloggiamenti, riservette e camminamenti, circondato da ostacolo proprio, ed organizzato in modo da potersi efficacemente difendere sui 360 gradi. (Non possedendo l'avversario aviazione ed — in genere — artiglieria, detto insieme deve essere « raccolto », sì da risultare facilmente co-mandabile, e robusto in ogni suo tratto) ; — oppure un grosso e solido edificio (castello - caserma - convento - ecc.), apprestato a difesa, che riunisca in sè tutti gli elementi di cui sopra; — oppure un lavoro fortificatorio costruito ex novo («fortino» - « ridot- ta »), che riunisca — esso pure — in sè tutti gli elementi anzi indicati. 62. — Nel caso che l'abitato non sia organizzato a cerchio chiuso, ma a « caposaldi » comprendenti solo parti dell'abitato stesso, è conveniente che vi siano inclusi gli edifìzii più importanti (municipio - ufficio di polizia - posta - telegrafo - telefono - radio -officina elettrica - ecc.). Gli alloggiamenti della truppa vi sono sempre compresi. 6,3. — Nell'organizzazione dei centri maggiori deve essere tenuta presente l'eventualità di moti e ribellioni interni. Analogamente va considerata l'eventualità di costituirvi un «caposaldo» centrale, avente funzione di ridotto della difesa. 61. — I « caposaldi » debbono essere ubicati ed organizzati in modo da darsi il massimo reciproco appoggio. 65- — Deve essere curato in modo speciale « l'ostacolo », costituito normalmente dal reticolato o dal « cavallo di Frisia ». Ma, in mancanza, tutto è buono: fossi - impalcatura di travi - abbattute - cancelli - ed, in 58 caso di urgenza, anche carri e mobili messi di traverso sulle strade. Il terreno antistante all'ostacolo — specie a quello perimetrale del presidio — deve essere sgomberato da alberi, cespugli e muretti. Massima cura va posta in ogni caso alla difesa immediata dei « caposaldi » e loro singoli elementi (edifici - appostamenti -camminamenti - ecc.). Valgono all'uopo: armi che battano d'infilata l'ostacolo - lanciafiamme - « piombatoie » per bombe a mano - ecc. « Caposaldi » ed appostamenti guerniti da truppe aventi compiti speciali (P. F. -difesa coste - difesa c. a. - marina - aviazione - ecc.) debbono essere inclusi nella organizzazione difensiva complessiva del presidio, nel senso materiale o dal punto di vista del concorso reciproco, quando situazione, ubicazione e distanze lo permettono. « Posti di blocco » Speciale importanza assumono nell'apprestamento a difesa dei presidii i « posti di blocco ». m Essi sono costituiti da nuclei insediati sulle rotabili, agli ingressi dei presidii, col compito: — normale: — di sorvegliare ed im- porre l'osservanza delle limitazioni alla circolazione in vigore (vedi Parte II); — in caso di emergenza: — di assicurare la difesa degli ingressi in parola. 70. — Quando il centro abitato è organizzato a cerchio chiuso, a « caposaldi », e quando i « caposaldi » comprendono i tratti di perimetro in cui penetrano le rotabili dall'esterno, i « posti di blocco » sono inclusi nei « caposaldi » stessi. — I « posti di blocco » ubicati diversamente, ossia esterni a « caposaldi », vengono sistemati a guisa di piccoli « caposaldi » a sè. 71. — La rotabile adducente dall'esterno al «po- sto di blocco » viene sbarrata con ostacoli tali da costringere materialmente i veicoli ad arrestarsi, od a rallentare notevolmente l'andatura. Sono consigliabili: — «cavalli di Frisia» molto robusti; 131. — Circa la sistemazione difensiva dei reparti ed elementi vari della aviazione, valgono i criteri indicati a proposito dei presidii, e le norme di cui ai nn. 68 e 115. 132. — Grossi elementi della aviazione isolati, co- me p. e. aeroporti, debbono essere organizzati come un presidio, applicando —-per gli aeroporti — le speciali disposizioni emanate dal comandante l'aviazione dell'Armata, da questo Comando approvate. 133. -— Circa il concorso da parte dei comandi di G. U., vale quanto prescritto al n. 117. Reparti e nuclei sfusi 134. — Si intendono con tale dicitura tutti gli ele- menti sinora non considerati, e cbe siano isolati (posti di blocco eventualmente situati in campagna, per es. a bivii stradali - guardie ad opere d'arte rotabili - guardie a stabilimenti, depositi, centrali elettriche staccate dai presidii - ecc. ecc.). 135. — Per la sistemazione difensiva dei suddetti elementi e per il concorso alla loro difesa valgono le disposizioni di cui ai nn. 68 -112 - 115 e 117. 86 136. — Nel caso che, per una ragione qualsiasi, venga temporaneamente rafforzato il servizio di protezione ad una data rotabile, gli elementi incaricati si regolano come prescritto per la P. F. al n. 116. Truppe croate 137. — Le truppe croate alle dipendenze dei co- mandi di G. U. e di quelli in sottordine, comprendono: — reparti dell'esercito («domobrani») ; — reparti della milizia « ustascia » attiva; — reparti della milizia ustascia « pri-premna » ; — reparti di gendarmeria. 138. — I reparti suddetti dislocati nei nostri pre- sidii, o nelle zone ad essi legati dal punto di vista operativo, sono alla completa e • permanente dipendenza d'impiego dei no- stri comandi, i quali rispondono della loro dislocazione, e del loro impiego (in: presidii - riserve mobili - P. F. - difesa costiera - polizia - ecc.). 139. — Ciò posto, i comandi in parola debbono favorire l'addestramento tattico dei re- 87 parti di cui trattasi, sorvegliarne il comportamento, stabilire delle norme di servizio di presidio uniformi, e prendere tutti i provvedimenti atti a cementare l'affiatamento reciproco, specie fra gli ufficiali. 140. — I presidii tenuti esclusivamente da truppe croate, ai nostri ordini, debbono essere organizzati come dalla presente circolare prescritto per i presidii italiani, o misti. I reparti croati isolati ai nostri ordini (reparti di P. F. - posti gendarmeria -ecc.) debbono essere sistemati a difesa esattamente come stabilito per i corrispondenti elementi italiani. Gli ordini, le disposizioni tecniche, la fornitura di materiali, e simili, sono di competenza dei comandi italiani interessati. 141. — I reparti croati dislocati fuori dai limiti di cui al n. 138 passano — secondo ordini contingenti — alle dipendenze d'impiega dei nostri comandi, quando siano a questi affidate operazioni nei territori di cui trattasi. M. V. A. C. (Milizia Volontaria Anticomunista) 142. — Le formazioni di M.V.A.C. sono reclutate, 88 costituite, inquadrate, armate, equipaggiate, ecc. secondo norme a parte. Sono alla dipendenza completa e permanente dei comandi italiani. 143. -— Vengono impiegate: — normalmente: attorno ai presidii, per tenere o controllare posizioni e zone avanzate, a guisa di « cuscinetto » informativo e tattico dei presidii stessi, o di un loro dato insieme; — talvolta: nei presidii, con funzioni di riserve o reparti mobili, o di riserva della difesa; — nel corso di operazioni: come reparti esploranti, reparti di avanguardia o di retroguardia, reparti lìancheggianti, o come colonne a sè stanti, con concorso, o meno, di reparti italiani, specie di a. a. e di artiglieria. 144. — In determinati casi può essere affidata a formazioni M.V.A.C., particolarmente solide e fidate, la difesa di presidii staccati, la protezione di tratti di ferrovia, ecc., ed il controllo di intere zone. 145. — Le formazioni di M.V.A.C, incaricate di te- nere posizioni, centri abitati, o di proteg- 89 gere ferrovie, e simili, debbono sistemarsi a difesa con criteri analoghi a quelli stabiliti per i reparti italiani, nel limite compatibile colle caratteristiche dei quadri e gregari. Deve essere data loro tutta l'assistenza tecnica e materiale necessaria. — Siano sempre presi i provvedimenti necessari per impedise o reprimere eccessi da parte delle formazioni in parola a danno delle popolazioni. NOTA CIRCA I LAVORI FORTIFICATORII SOPRA CONSIDERATI 146. — Nello studio, tracciamento, costruzione e completamento dei lavori, grandi e piccoli, si debbono tenere presenti le seguenti circostanze: — i partigiani non posseggono aviazione, e posseggono solo pochi pezzi di p. c. e pochi mortai, che usano per lo più a brevi distanze, e — per quanto riguarda i pezzi — a puntamento diretto; — non posseggono carri armati e auto-blindo (alcuni mezzi del genere, caduti nelle loro mani, risultano inservibili) ; 90 — manca, salvo in pochissimi casi, il contatto materiale continuativo col-l'awersario, e pertanto i lavori vengono da noi compiuti in piena tranquillità; — i lavori costituiscono manifestazione appariscente e permanente del potenziale e della tecnica delle truppe che li eseguiscono, ed esercitano pertanto — se ben fatti — un salutare influsso ammonitore sulle popolazioni e sui partigiani. Resta pertanto inteso: a) — i lavori debbono essere solidi, ben fatti e decorosi anche nei dettagli ed accessori, ed offrire buone condizioni di vita ai difensori. (Apprestamenti tipo « campo di battaglia » non sono — nelle circostanze normali — ammessi). b) — debbono offrire — come minimo — la protezione al tiro delle armi automatiche, tranne i più importanti appostamenti, le riservette ed i ricoveri, che debbono offrire protezione anche al tiro dei pezzi di p. c. e mortai ; c) — i lavori in progetto e quelli in co- 91 struzione debbono rispondere tutti a quest'ultima condizione; d) — i lavori costieri, che possono essere soggetti al tiro di artiglierie navali ed all'offesa aerea, debbono essere costruiti secondo le norme stabilite dalla circolare dello S. M. R. E. n. 3 C. S. M. del 24 ottobre 1941, e seguenti, e debbono essere occultati o mascherati rispetto alla osservazione dal largo e dall'alto. (Nell'allegato 4 sono presentati esempi di vari tipi di lavori.) CAPITOLO IX «FRONTI» DIFENSIVI 148. — La sistemazione sin qui considerata — basata essenzialmente sul mantenimento di « presidii » e sull'azione offensiva di truppe mobili da detti presidii partenti — è pienamente adeguata alla situazione contingente ed alle necessità che ne derivano. Non è tale però — nè si propone di esserlo — da sbarrare materialmente una data linea. In altre parole non costituisce un «fronte». 1)2 — Orbene può essere conveniente, per determinati scopi (chiusura di frontiere - difesa complessiva di una zona di speciale importanza - ecc.), di costituire, a margine della sistemazione in atto, dei « fronti » difensivi, che assicurino detto sbarramento. — La loro costituzione ha luogo su disposizioni contingenti, a parte, di questo Comando. Si indicano però, a titolo di orientamento, i criteri generali stabiliti in proposito. a) — il « fronte » difensivo — dato il suo scopo — Iia caratteristiche mollo più appropriate alle condizioni della guerra comune, di quanto non l'abbiano le rimanenti sistemazioni difensive dell'Armata; b) — non è costituito da un insieme di centri abitati (presidii) sistemati a difesa, ma bensì da un insieme di « posizioni », scelte sulla base esclusiva del loro valore tattico; (ne possono fare parte « presidii >-, qualora la loro ubicazione ed il loro valore tattico )o consentano) ; e) — è costituito non già da una linea continua, ma da un insieme di « caposaldi » situati a scacchiera (i re- 93 trostanti in corrispondenza degli intervalli fra gli antistanti), in condizione — ognuno — di difendersi da sè, sui 360 gradi, e —- tutti — di concorrere all'azione dei « caposal-di » adiacenti; d) — per rispondere al proprio scopo — in qualsiasi eventualità: — gli apprestamenti debbono essere occultati o mascherati, rispetto alla osservazione terrestre ed aerea; — i lavori debbono offrire almeno la protezione al tiro delle artiglierie di p. c. ed alla offesa aerea; — deve essere approntato l'ostacolo anticarro (da ricercare essenzialmente nel terreno) ; < ) — gli elementi addetti alla difesa di detti « fronti » (comandi - presidii dei caposaldi - rincalzi - riserve -artiglierie e mortai - collegamenti -servizi - ecc.) debbono essere sistemati ed organizzati colle modalità inerenti all'azione difensiva nella guerra comune. PARTE QUARTA OPERAZIONI 149. — L'azione offensiva, appoggiata e basata sul solido possesso dei centri più importanti del territorio, rappresenta l'unico sistema per battere l'avversario e per imbrigliarlo. Essa costituisce altresì il sintomo più appariscente, e perciò più efficace, della nostra superiorità morale e materiale. 150. — Anche quando i partigiani, fedeli alle loro abitudini e riconoscendo implicitamente la loro inferiorità, si sottraggono al combattimento, l'avanzata dei nostri reparti nella zona da essi infestata, la occupazione dei villaggi da essi tenuti, e la distruzione dei loro apprestamenti logistici, costituiscono per l'avversario un grave colpo morale e materiale, e richiamano vigorosamente le popolazioni al senso della realtà ed alla riflessione. 95 151. — L'azione offensiva deve essere, pertanto, alla somma dei nostri pensieri, e l'intervallo fra Vuna e l'altra operazione del genere deve essere considerato soltanto come fase di preparazione. 152. — Varia è la scala delle operazioni in parola: a) —• grandi operazioni, interessanti più G. U., ordinate da questo Comando o dai comandi di C. d'A.; b) — operazioni condotte da riserve mo- bili di G. U. o di settore (col concorso, o meno, dei reparti mobili di presidio), ordinate dai comandi di C. d'A., di divisione o di settore; c) — operazioni condotte dai reparti mo- bili di presidio, ordinate dai comandi di settore (nel caso che siano interessati più presidii), o dal comandante del presidio interessato. 153. — Frequenti, anche d'inverno, debbono esse- re le operazioni di cui in b) e frequentissime quel'e di cui in c). È solo così che si controlla realmente il territorio, che si mantiene vivo lo spirito aggressivo, e che si evita quella mentalità di « gente assediata » che potrebbe — 96 altrimenti — eventualmente sorgere in alcuni reparti. 154. — Le operazioni vengono condotte e compiute -— s'intende — secondo le norme d'ordine generale in vigore. Tuttavia le particolari condizioni dell'ambiente (terreno - popolazioni - avversario) impongono procedimenti ed accorgimenti speciali. CAPITOLO I AMBIENTE IN CUI AGISCE L'AVVERSARIO E CARATTERISTICHE DELLA SUA AZIONE 155. — L'avversario —- come già accennato — agisce in ambiente particolarmente sicuro e favorevole, in quanto le popolazioni, volenti o nolenti, direttamente o indirettamente, lo tengono informato sulla nostra dislocazione e sui nostri movimenti, lo riforniscono di uomini, e lo aiutano dal punto di vista logistico. — Inoltre il terreno, intricato, per Io più coperto, e povero di strade, agevola le imboscate, occulta i movimenti ed « isola », o quasi, intere zone. 97 156. — L'azione del nemico si riassume general- mente nel binomio sorpresa - guerriglia (grande e spicciola). — Egli tende ad agire: -—■ a colpo sicuro, e cioè giovandosi, per quanto detto sopra, delle informazioni e del terreno; --— senza impegnarsi a fondo, salvo nel caso di sua assoluta e patente superiorità di forze. — Ciò dà l'idea delle possibilità positive, ma anche di quelle negative dell'avversario. 157. — La maggior parte delle operazioni da esso condotte è controdistinta da: — occupazione di posizioni tatticamente vantaggiose (alture dominanti le strade - strette - abitati - ponti - corsi d'acqua - boschi - ecc.) ; — schieramento su vasta fronte (a gruppi, ed anche a uomini isolati), per dare l'impressione di avere forze superiori alla realtà, presentare minore bersaglio, ostacolare l'avvolgimento da parte nostra, e facilitare quello da parte sua; deficiente schieramento in profondi- 98 tà, sia per mancanza di riserve, sia per inadeguato addestramento; — azione improvvisa contro la testa, o più spesso — lasciata sfilare indisturbata la testa — contro il grosso delle nostre colonne, così da spezzarle e tentare di operare sui fianchi • e sul tergo dei suoi singoli elementi; — tiro rivolto di preferenza contro i bersagli più appariscenti e addensati, colti nel momento di maggiore crisi, e cioè allorché la colonna passa dalla formazione di marcia allo schieramento; — tempestivo sottrarsi al combattimento, non appena si manifesti la pronta e vivace reazione delle nostre forze e si delinei per il nemico la possibilità di essere avvolto. 158. — Altre forme d'azione preferite dai partigiani sono: — gli attacchi di sorpresa alle colonne di rifornimento (specie alle autocolonne) ; — gli attacchi ai treni, previa interruzione della linea; — gli atti di sabotaggio alle ferrovie, 99 — alle condutture di energia elettrica ed alle linee telegrafoniche. — Dette azioni, in primo tempo compiute da nuclei, sono ora attuate talvolta da forze maggiori e con modalità più complesse; per esempio, abbinando all'azione principale quella di altre formazioni destinate ad impegnare o « tenere a bada » i nostri reparti dislocati od agenti in prossimità. 159. — L'attacco deciso ai nostri presidii è raro, perchè l'avversario si rende conto della sua grande inferiorità di fronte alla nostra sistemazione difensiva, ed al tiro organizzato delle nostre armi. — Ad ogni modo, quando si verifica, è quasi sempre preceduto dall'isolamento del presidio attaccato, e condotto da più parti, con forze numerose. 160. — La riunione di numerose formazioni par- tigiane in battaglioni, «odred », brigate, ecc. dà luogo a movimenti d'insieme rispondenti a determinati intendimenti operativi, ma non ha modificato sensibilmente le tendenze ed i procedimenti dell'avversario nel campo tattico. 100 CAPITOLO II AMBIENTE NEL QUALE OPERIAMO NOI E NECESSITA' CHE NE DERIVANO 101. — L'ambiente in cui agiamo è per noi gene- ralmente sfavorevole, a causa delle medesime circostanze che lo rendono favorevole per l'avversario. — Aggiungasi che la scarsità di strade e spesso le condizioni climatiche vietano o limitano l'impiego dei mezzi superiori che possediamo. — Ciò comporta da parte nostra l'adozione e l'applicazione costante di una serie di misure, intese a neutralizzare le caratteristiche negative dell'ambiente. 102. — Valgono allo scopo: — il servizio informazioni; -— la tutela del segreto; — la persuasione, ben radicata in tutti, che da un momento all'altro, in ogni contingenza e quando meno ce l'aspettiamo, il nemico può attaccarci ; — la ferrea volontà di reagire immediatamente,'colpo per colpo, e con l'interesse del cento per cento; 101 — le predisposizioni in vista di tale reazione; l'applicazione di procedimenti tattici, adatti alle speciali circostanze; — i provvedimenti permanenti di sicurezza e protezione; — i provvedimenti permanenti di difesa. — Di tutte le voci di cui sopra si è già detto. Si tratta ora, qui di seguito, dei procedimenti tattici che dobbiamo applicare. CAPITOLO III COME DEBBONO AGIRE I NOSTRI REPARTI Esplorazione 163. — Ogni qualvolta atmosfericamente possibile, deve essere attuata l'esplorazione aerea, preventiva e concomitante. — Circa la prima si tenga presente che, malgrado la copertura del terreno, lo studio delle fotografie aeree — specie se comparato —• fornisce dati preziosi sulla sistemazione avversaria («logor» - lavori difensivi - piste - raccolta di bestiame - ecc.) 102 e — conseguentemente — sulla sua dislocazione. L'esplorazione terrestre va affidata di preferenza a reparti dotati di speciale mobilità (autoblindo - autoprotetti - carri armati - formazioni M. V. A. C. - sciatori -ecc.). Altre volte, la difficoltà di effettuare una efficace esplorazione in terreni specialmente intricati e insidiosi, può indurre a fondere il servizio di esplorazione con il servizio di sicurezza in marcia. In ogni caso occorre che: — il reparto cui è affidata l'esplorazione sia robusto, e cioè atto a cavarsela da sè per il tempo nel quale si presume possa restare isolato; —- che sia meno distante dal grosso che nei casi normali; — che disponga di mezzi di collegamento (possibilmente radio). Sicurezza in marcia ed in stazione Ogni colonna, o frazione di colonna, tanto in marcia che in sosta, deve considerarsi 103 sempre isolata ed attaccabile sui 360 gradi dell'orizzonte. Massima attenzione deve essere posta ai luoghi che più si prestano all'agguato: abitati - strette - boschi - cocuzzoli - doline. 167. — Avanguardie robuste. Dotate — ogni qualvolta possibile —- di carri armati, autoblindo ed autoprotetti, preponderanti verso la testa. Rinforzate — ogni qualvolta possibile — da mortai e pezzi someggiati, muoventi verso il centro del dispositivo. 168. — Quando necessario (terreno laterale bo- scoso o dominante — attraversamento di strette, quali gole montane, ponti e simili) ricorrere al fiancheggiamento. In genere è più conveniente attuarlo con reparti fissi, che rimangono in posizione, fronte in fuori, sino a quando l'elemento da proteggere sia sfilato. 169. —• Attraversare gli abitati sospetti in condi- zioni tali da potere immediatamente reagire ad offese partenti dalle case. Perciò: — una fila procede a ridosso di ognuno dei due lati della via, col fucile carico alla mano, os- 104 servando le finestre ed i tetti del lato opposto; — nuclei fissi sbarrano, fronte in fuori, le vie che immettono a quella seguita dalla colonna; — oppure nuclei mobili seguono il movimento della colonna, per vie parallele, o — in caso di abitato ristretto — per la campagna a lato del perimetro esterno. 170. — Retroguardie anch'esse robuste, formale come le avanguardie (n. 167) ma cogli elementi dislocati in senso inverso. 171. — Oltre all'avanguardia, agli elementi fian- cheggianti, ed alla retroguardia di colonna, ossia oltre ai reparti destinati a dare sicurezza alla colonna nel suo insieme, ogni elemento della stessa deve avere una propria avanguardia, una propria retroguardia, e — se occorre — reparti o nuclei fiancheggianti. Così, per esempio, il battaglione di avanguardia di una colonna — supponiamo — di reggimento, avrà una propria piccola retroguardia e — se occorre — un proprio fiancheggiamento. 105 172. — Tanto nel grosso, quanto nei reparli :|i sicurezza, le artiglierie, le salmerie e le « impedimenta » debbono trovarsi verso il centro del dispositivo, in modo da essere meglio protette. 173. — Deve essere evitato il collegamento fra gli elementi della colonna, ed il recapito di notizie ed ordini, a mezzo di uomini isolati, che potrebbero essere facilmente fatti fuori dall'avversario. Servirsi, invece, di nuclei, con un comandante responsabile. Del resto, il collegamento anzidetto si può per lo più tenere a vista, ed a mezzo radio. 174. — Data la natura generale del terreno, e dato che l'avversario non dispone — salvo eccezioni — di artiglierie, le distanze fra i vari elementi della colonna, e fra le varie parti di detti elementi, vengono notevolmente ridotte rispetto a quelle normali. 175. — Nelle soste, per qualsiasi ragione attuate, occorre: — adottare misure di « fermata protetta »; — mettere in posizione una parte delle armi automatiche, mortai e pezzi, ioti con personale pronto al loro immediato impiego; — tenere un'aliquota della rimanente truppa in armi e raccolta. Questo sia nell'insieme della colonna, che nei vari suoi elementi. 176. — In soste prolungate (per esempio per per- nottare) occorre assumere (come in colonia) un dispositivo tipo « caposaldo », approfittando di abitati o di posizioni dominanti. Mancando tali appigli, conviene piazzarsi al centro di una plaga spacciata. 177. — Il dispositivo di cui sopra comporta: — reparti in posizione periferica (con armi automatiche, mortai e pezzi pronti a far fuoco), facenti fronte in fuori, sui 360 gradi, e protetti da « piccole guardie » ; — sbarramenti stradali; — rincalzi e riserva interni, sempre pronti; — rimanenti truppe, salmerie, « impe-dimenta » e comandi al centro. 107 Combattimento 178. — Cercare di rendere quanto più spedito possibile il passaggio dalla formazione di marcia a quella di combattimento, evitando o rendendo minimi gli ammassamenti o soste. Ove il terreno lo consenta, in previsione del combattimento procedere con reparti affiancati (sistema che favorisce la sicurezza reciproca ed il pronto spiegamento). 179. — Avere sempre, specialmente se d'ala, uno scaglionamento in profondità, che è il solo che consenta la manovra (mentre il reparto di testa, appostato sulla fronte, agisce col fuoco, quelli retrostanti manovrano, tendendo ad avvolgere l'avversario). 180. —- Sfruttare largamente la superiorità di ma- teriale e di armamento. Ciò induce a ricorrere quanto più è possibile: — al concorso dell'arma aerea; — all'impiego dei carri armati, auto- blindo ed autoprotetti; — all'i ntervento dei mortai ed artiglierie. 108 181. — Circa il concorso dell'arma aerea si tenga ben presente che il suo rendimento è strettamente legato a precisi accordi preventivi, al collegamento ed alla segnalazione delle proprie posizioni. 182. — Circa l'impiego dei mortai e delle arti- glierie ricordare due cose: — nell'attacco (come già detto per la difesa dei presidii) una parte di detti mezzi, largamente decentrata, deve essere destinata all'azione di dettaglio; l'altra parte (specie l'artiglieria di maggior gittata e potenza), accentrata, è destinata all'azione di assieme. 183. — Come criterio generale, nello sfruttamen- to dei nostri mezzi più potenti, si tengano presenti i concetti seguenti: — la lotta che conduciamo non è un duello, in cui si debbano ragguagliare le armi a quelle dell'avversario, e neppure una forma comune di guerra in cui i mezzi impiegati siano — in vista dell' economia generale — da adeguare alla entità dei bersagli; — ma è una lotta paragonabile invece a quella coloniale, in cui conviene dare all' avversario la sensazione 109 netta ed immediata della nostra superiorità, e della inesorabilità della nostra reazione; — ne consegue l'opportunità di impiegare in forma massiccia mezzi potenti anche contro obbiettivi ordinariamente sproporzionati, sfruttando la vulnerabilità morale dell'avversario, di tali mezzi sprovvisto. 184. — Far precedere il transito in punti di obbli- gato passaggio da prese di posizione da parte di armi di accompagnamento ed artiglierie, pronte ad intervenire ove il nemico si riveli. 185. — Reprimere ogni inutile sparatoria delle armi individuali e delle armi automatiche. Persuadere i soldati a sparare a ragion veduta. Le munizioni di fanteria sono preziose, ed il loro rifornimento non può sempre essere pronto. — (Si avverte a questo proposito — affinchè non sorgano dubbi in confronto a quanto detto al n. 183 circa l'impiego massiccio dei mezzi di offesa più potenti — che il fuoco disordinato e sproporzionato della fanteria non solo non produrrebbe sul ne- 110 mico l'effetto morale a cui in detto numero accennato, ma produrrebbe l'effetto contrario). Forme principali delle azioni offensive 186. — Quando si agisce contro consistenti forma- zioni avversarie, insediate su determinate posizioni ed in centri abitati, l'operazione (effettuata il più possibile a mezzo di colonne concorrenti o convergenti), si attua — come qualsiasi altra del genere — mediante il movimento per portarsi a « pie' d'opera » e mediante il successivo attacco. 187. — Per favorire la sorpresa (elemento da ri- cercare in ogni caso) occorre: — mantenere il segreto, favorendolo — ogni qualvolta possibile —- con ordini non aderenti alle intenzioni reali, e che vengono poi rettificati all'ultimo momento; -— compiere movimenti rapidi (ferrovia - trasporto marittimo - autotrasporto - marce lunghe), e, se possibile, adottando itinerari e punti di sbarco o scarico, tali da mantenere popolazioni e partigiani incerti sulle nostre intenzioni; 111 —• adottare il dispositivo « di partenza » (da cui si inizia l'attacco, o si iniziano i movimenti immediatamente precedenti all'attacco) all'ultimo momento, e non permanere in esso, ma procedere subito oltre. 188. — Circa i movimenti per via ordinaria preli- minari ad un'operazione del genere, resta inteso — a scanso di qualsiasi equivoco —■ che essi, pure venendo effettuati colle misure di sicurezza anzi descritte, debbono essere delle « vere marce », e non delle « avanzate in formazione di combattimento », lente, macchinose ed a percorso giornaliero limitato, appropriate ad altri tipi di operazioni, ma non a quelle di cui trattasi. — Non interessa, infatti, nel caso concreto, di spazzare tutti i nuclei avversari che possano trovarsi nella zona attraversata, ma bensì di raggiungere rapidamente un dato punto. Vuol dire che se — marcia durante — si incontra una consistente formazione nemica, si assume il dispositivo d'attacco e la si affronta. 189. — « Agganciato » l'avversario, risultalo al 112 quale accorre sempre decisamente tendere (colonne concorrenti o convergenti - sorpresa - movimenti rapidi - avvolgimento) occorre « non mollarlo », anche se si delibano per questo oltrepassare gli obiettivi territoriali stabiliti. (Le occasioni di « agganciamento », date le tendenze dei partigiani, sono rare: non sfruttarle sarebbe un delitto.) 190. — « L'agganciamento » del nemico è favorito, oltreché dai provvedimenti anzi indicati, dalla costituzione di « fronti di sbarramento » (presidii ed interposte cortine, situate lungo corsi d'acqua, ecc.), che vietino allo avversario di sottrarsi alle colonne attaccanti. Naturalmente le direzioni e gli obbiettivi di queste ultime debbono essere armonizzati coi « fronti di sbarramento » predisposti. — Detti fronti debbono essere solidi: altrimenti, non solo non servono a nulla, ma offrono al nemico l'occasione di facili successi. 191. — Quando non si tratti di battere consistenti formazioni avversarie, ma bensì di ripulire una data zona, e di distruggervi l'orga- 113 nizzazione difensiva e logistica nemica, non si agisce per colonne, ma bensì con fronti di sbarramento mobili, che procedono metodicamente da linea a linea, « rastrellando » il terreno (cosidette azioni « di rastrellamento»), 192. — Le truppe rastrellanti non sono — natu- ralmente — tutte sparse uniformemente sulla fronte, ma procedono in parte riunite, a tergo, in rincalzi e riserve, per intervenire contro le consistenti formazioni che eventualmente si incontrino. 193. —- Anche in questo caso, ed ancor più che nel precedente, è conveniente combinare il movimento delie truppe rastrellanti collo sbarramento fisso effettuato da altre truppe. —- Talvolta nelle operazioni di rastrellamento, come nelle altre anzi considerate, il fronte di sbarramento può essere costituito da un ostacolo naturale intransitabile (mare - grossi fiumi - alte catene montane coperte di neve). 194. — Le norme indicate al n. 187 circa la sor- presa, valgono anche per le operazioni di rastrellamento. 114 195. — Possono essere compiute, infine, operazio- ni offensive con caratteristiche miste; per esse valgono, adattate alle circostanze contingenti, le istruzioni di cui sopra. 196. — Qualunque sia il tipo delle operazioni of- fensive intraprese, è indispensabile che coloro che le concepiscono e conducono (comandanti), e coloro che le effettuano (truppe), pensino, dispongano ed agiscano con vivacità e scioltezza. — Vivacità nella concezione iniziale e nell'adattamento di essa alla situazione reale che s'incontra ed ai suoi mutamenti, e scioltezza nei movimenti sono condizioni sine qua non per afferrare un avversario mobile e di tendenza sfuggente, come quello che abbiamo di fronte. 197. — Di massima, un insieme di colonne relati- vamente piccole, m'ste (ossia che dispongano in proprio di tutti i mezzi di offesa e di vita), malgrado ciò quanto più possibile leggere. « armonizzate » inizialmente ed « armonizzabili » successivamente dal punto di vista delle direttrici ed obiettivi, conviene assai di più che qualsiasi altro dispositivo. 198. — In operazioni a breve raggio, è raccoman- nr> dabile l'impiego di colonne molto leggere, (impedimenta ridotte ai viveri a secco e munizioni), che muovano, vivano e combattano per qualche giorno come si suol dire « alla macchia », cosi come fa l'avversario e fanno le formazioni M.V.A.C. — Non è escluso, d'altra parte, l'impiego di qualche colonna del genere anche in operazioni di più ampio respiro. — Si tratta, in altre parole, di opporre, come cosa a sè, o come concorso ad azioni più massicce, la « guerriglia » alla « guerriglia ». 199. — Nel campo logistico le marce debbono essere effettuate colle norme prescritte dalla circolare dello S. M. R. E., del 20 giugno 1940-XVIII (riportata — per la parte che più interessa — nell'allegato n. 5). — Il fatto che le rotabili del territorio dell'Armata sono piuttosto strette, che il movimento di automezzi (esclusivamente nostro) è assai ridotto, e che conviene diminuire la profondità delle colonne, autorizza a muovere, assai più spesso che altrove, a file aperte, e colle salmerie per due, anziché per uno. liti Azione difensiva 200. — Se una colonna operante è costretta — per una ragione qualsiasi — ad assumere atteggiamento difensivo, le conviene — compito permettendolo — di appoggiarsi al presidio più vicino. 201. — Qualora ciò non sia possibile, occorre as- serragliarsi in altri abitati, od — in mancanza — occupare posizioni o linee favorevoli alja difesa e sfavorevoli all'attacco (alture - boschi isolati - corsi d'acqua -ecc.). 202. — Nel caso di asserragliamento in centri abi- tati, l'azione difensiva viene predisposta e condotta con norme analoghe a quelle fissate per i presidii. 203. —- Nel caso di difesa su posizioni o linee esterne ad abitati, occorre cercare di appoggiare i fianchi, od almeno uno di essi, ad ostacoli consistenti, e mantenere in ogni caso, e specie in corrispondenza del fianco esposto, una buona aliquota di truppe alla mano, per opporsi allo avvolgimento che certamente l'avversario cercherà di realizzare. 117 204. — Se poi — caso estremo — il terreno non offre nessun appiglio per la difesa, e nessun appoggio d'ala, e le circostanze non permettono uno spostamento per assumere posizione migliore, non rimane che disporsi a guisa di « caposaldo », come indicato al n. 177 a proposito della sicurezza durante le soste. 205. — Ad ogni modo, qualunque sia la posizione ed il dispositivo assunti, tutti si ricordino bene che l'avversario non suole impegnarsi a fondo contro reparti che gli tengano decisamente testa, mentre si imbaldanzisce e passa alla maggiore aggressività contro reparti esitanti. Convinti di ciò, capi e gregari mantengano la calma, ed impieghino a ragion veduta e con freddezza le proprie armi, che hanno potenzialità difensiva tale da stroncare — da sole — sul nascere, nove volte su dieci, ogni velleità avversaria. 200. — Se costretti a ripiegare, farlo a scaglioni, con largo appoggio di a. a. e di artiglieria, da linea a linea, chiaramente indicate, e piuttosto ravvicinate. 207. — Se l'avversario ha già iniziato l'avvolgimento, occorre sventarlo mediante reparti 118 laterali in posizione o che contrattacchino. — Se l'avvolgimento è già in atto, occorre procedere senza esitazioni ad attaccare a cavallo della direttrice di ripiegamento, mentre le spalle ed i fianchi delle truppe attaccanti vengono protetti coi procedimenti (ripiegamento a scaglioni - reparti in posto od agenti in senso laterale) di cui sopra. 208. — In simili frangenti, che costituiscono la peggiore situazione in cui possano trovarsi reparti agenti contro avversario del genere di quello col quale abbiamo a che fare, qualsiasi manifestazione di incertezza o di smarrimento deve essere immediatamente e duramente stroncata. I pusillanimi vengano passati per le armi, seduta stante. Da tale inesorabile repressione può dipendere, infatti, la salvezza di una intera colonna. 209. — È debito d'onore per tutti i comandi, pre- sidii e reparti che vengono, comunque, a conoscere che una colonna o reparto ha dovuto assumere atteggiamento difensivo, o sta ripiegando sotto la pressione del nemico, di fare l'impossibile per darle soccorso. 119 In casi del genere, la quantità non conta: può bastare una pattuglia a tergo dell'avversario per risolvere favorevolmente la situazione. CAPITOLO IV AUTOCOLONNE E CONVOGLI FERROVIARI Generalità circa le autocolonne 210. — Le caratteristiche degli attentati alle auto- colonne sono per lo più le seguenti: sbarramento od interruzione della rotabile in punto adatto (subito dopo una curva - in sito dominato -ecc.) ; — violenta subitanea sparatoria sugli autoveicoli in moto o che hanno serrato su quello di testa, da parte di gente bene appostata e dissimulata; —- successivo assalto od attacco, a seconda della distanza, da parte della stessa gente, o di altra. 211. — Per stornare o stroncare detti attentati oc- corrono : — autocolonne robuste, capaci pertanto di forte reazione. 120 (L'avversario, date le sue tendenze, non le attaccherà, salvo nel caso che si trovi in forze notevoli; le «saluterà » al massimo, da lontano, con qualche raffica) ; — protezione degli itinerari; — procedimenti adeguati da parte delle autocolonne. 212. -— Le autocolonne capaci — di per sè stesse — di maggiore reazione, e quindi meno insidiate e vulnerabili, sono quelle di reparto (truppe corazzate, motorizzate od autotrasportate) . Non abbisognano di scorta, ma solo — qualora non li posseggano organicamente — di qualche carro armato, autoblindo od autoprotetto, da impiegare come detto in seguito. Debbono avere la maggiore forza possibile nella data contingenza (il che si ottiene raggruppando i reparti che debbono compiere il movimento), e composizione adeguata (per esempio: mai soltanto artiglieria) . Procedono colle misure di sicurezza solite ad un reparto corazzato, ecc. che si trasferisce con possibilità di incontro col nemico. 121 213. — Le autocolonne capaci, — di per sè stesse — di minor reazione, e quindi più vulnerabili, e — d'altra parte — più insidiate per la speranza di bottino, sono quelle di rifornimento. È necessario — pertanto — che siano fortemente scortate e ben protette. 214. — Orbene, non avendo sempre forze suffi- cienti per provvedere colla necessaria larghezza alla scorta e protezione di numerose autocolonne del genere, e poiché — anche disponendone — sarebbe antieconomico seguire un simile sistema, occorre: — abolire i piccoli singoli rifornimenti; •— sostituirvi rifornimenti massicci, a mezzo di grosse autocolonne, che facciano servizio « omnibus », ossia che, procedendo riunite, portino i materiali ai vari « destinatari », rientrando del pari riunite; — predisporre detto servizio con modalità analoghe a quelle dei convogli ferroviari. Questo a cura dei comandi di C. d'A., 0 divisione, o della Intendenza, sia per i rifornimenti periodici, sia per 1 rifornimenti straordinarii. 215. — Quando possibile si aggreghino le autocolonne di rifornimento (in questo caso anche piccole) ad autocolonne di reparto. Non dimenticare però il tragitto di ritorno! 21(i. — A parte quanto detto sopra, può essere talvolta necessario costituire piccole autocolonne indipendenti (per es.: comandanti in ispezione - reparti del genio incaricati di ripristinare d'urgenza i collegamenti, o di rimuovere ostacoli - sgombero di feriti -rifornimenti di necessità immediata). In tale caso, non essendo sempre agevole di disporre di scorte adeguate, la sicurezza è da ricercare specialmente nella protezione dell'itinerario. Scorte delle autocolonne 217. — La scorta ad un'autocolonna comprende; — automezzi da «combattimento» (carri armati - autoblindo - autoprotetti di tipo regolamentare o blindati con mezzi di circostanza) ; — motociclisti, destinati al collegamento costante, nei due sensi, fra i varii elementi della colonna; — reparto mobile (muovente con moto-mezzi, od automezzi; questi ultinr per quanto possibile blindati). 123 — La scorta è agli ordini di un ufficiale chiaramente designato. 218. — Gli automezzi «da combattimento» (sui quali debbono prendere posto solo gli equipaggi prescrìtti), muovono in testa, in coda, e — nelle colonne profonde —■ anche inseriti fra i veicoli comuni. Alcuni dei veicoli « da combattimento », od uno almeno, precedono di 200 m. Il rimanente della colonna muove coi veicoli, di qualsiasi tipo, a distanza fra loro normale. Gli autoveicoli di testa, di coda, e —■ nelle colonne profonde — almeno uno del centro, debbono — per quanto possibile — disporre di stazione radio, e rimanere costantemente in comunicazione fra loro. 219. — Al reparto mobile di scorta si aggregano automaticamente, in caso di aggressione, tutti i militari validi viaggianti — a qualsiasi titolo —- colla autocolonna, compresi gli ufficiali (esclusi —- bene inteso — gli equipaggi degli automezzi « da combattimento »). Perciò tutti debbono essere armati. Gli ufficiali debbono avere, ad immediata portata. moschetto e bombe a mano. 124 220. — Prima di iniziare il movimento, il coman- dante la scorta mette al corrente i dipendenti dell'itinerario da percorrere, dei suoi punti più pericolosi, delle misure di protezione in atto, e dà disposizioni sul compito di ognuno in caso di aggressione. 221. — Il comando di una autocolonna di reparto è tenuto dal comandante di questo. Il comando di una autocolonna ad uso di comandante in giro d'ispezione è retto dallo stesso. In tutti gli altri casi il comando della autocolonna è tenuto dal comandante, la scorta. Protezione delle autocolonne 222. — La protezione degli itinerari percorsi da autocolonne è terrestre ed aerea. Quella terrestre consiste nella occupazione, fronte in fuori, di posizioni che « comandino » i punti che meglio si prestano ad attentati, e nel pattugliamento dai due lati dell'itinerario. 223. — Vi attendono, in settori chiaramente de- terminati, reparti e nuclei delle colonne operanti in zona, e dei presidii situati lungo l'itinerario. ltìl 224. — La protezione si esplica sloggiando le for- mazioni nemiche eventualmente già appostate, e tenendo l'avversario lontano dalla rotabile. Nel caso che non riescano a ciò, i reparti incaricati della protezione notificano subito alla colonna, ed ai comandi interessati, il pericolo in atto o che si delinea. 225. — La protezione aerea consiste nel sorvolo costante della autocolonna da parte di uno o più aeroplani, incaricati di seguire il movimento, di sorvegliare la zona a cavallo dell'itinerario, di segnalare all'autocolonna gli eventuali pericoli (ostruzioni od interruzioni della rotabile), di tenersi in collegamento colla autocolonna e coi comandi interessati al suo movimento, e di concorrere offensivamente con mitragliamento e spezzonamento. 226. — La protezione terrestre ed aerea della au- tocolonna viene attuata, o meno, secondo la precedenza seguente: — autocolonne di rifornimento; — piccole autocolonne speciali (n. 216); — autocolonne di reparto. 227. — Essa viene ordinata, o provocata, dall'ente che dispone il movimento dell' autocolon- ltìl na, ed attuata dai comandi terrestri e di aviazione competenti. Detti comandi debbono essere messi al corrente dei dati interessanti il servizio di protezione di cui trattasi (ultime notizie sul nemico, nella zona da attraversare, che possono interessare - composizione, itinerario ed orario della autocolonna -tratti di itinerario che ogni ente deve proteggere) . In particolare l'aviazione deve conoscere quali misure di protezione terrestre vengono attuate. 228. — Per semplicità — come già accennato — i movimenti delle grosse autocolonne periodiche di rifornimento vengono prestabiliti — dagli enti di cui al n. 214 — una volta per tutte (salvo a variarli quando necessario, ed a variare — volta a volta — giorno ed ora di partenza), e vengono pure prestabilite le misure di protezione terrestre ed aerea ad esse colonne inerenti. In conseguenza, effettuandosi un'autocolonna del genere, il comando od ente che ne dispone il movimento si limita a comunicare, per es.: « Domani, 2 gennaio, autocolonna n. 3 -Partenza ore ... - Attuare protezione ». ltìl 229. — Nello stesso ordine di idee, è conveniente — quando possibile — di far muovere le rimanenti autocolonne colle modalità prestabilite per quelle periodiche di cui sopra. — In tal caso il comando che ordina il movimento comunica agli interessati, per es.: —- « Giorno 3 febbraio, autocolonna speciale, decina automezzi, muove come autocolonna n. 1 - Partenza ore ...- Attuare protezione ». oppure : « Giorno 4 marzo, autotrasporto battaglione 1° fanteria. Partenza ore ... da........- Da .......in poi procede come autocolonna n. 3. - Attuare protezione prevista, più quella primo tratto, affidata a ... ». 230. — In numerosi casi di imboscate ad autocolonne si è riscontrata la insufficienza dei provvedimenti adottati, e — sopratutto — la mancanza, insufficienza o ritardo dei preavvisi. Poiché il movimento di autocolonne insufficientemente robuste, insufficientemente scortate, od insufficientemente protette, offre all'avversario facili occasioni di successo e di bottino, e poiché le perdite di personale, materiali ed automezzi che in ltìl lai caso si subiscono risultano — come si suol (lire — « in pura perdita », e chiaro ■clic nessuna meticolosità e nessuna « pi-gnoleria » è superflua in materia. Difesa delle autocolonne 231. — Incontrando ostacolo od interruzione, l'au- tomezzo di testa si arresta e ne dà avviso immediato, per radio e col lancio di un razzo, all'autocolonna. La colonna si arresta, senza serrare. 232. — Il personale degli automezzi « da combat- timento » (carri armati - autoblinde - au-protetti) si mette in condizione di battere da bordo —- i punti da cui potrebbe verosimilmente partire l'offesa avversaria (margini di bosco - cigli di alture - case -ecc.), a cominciare dai più vicini, (ìli automezzi « da combattimento » di testa e di coda si tengono pronti a battere la strada e le sue immediate vicinanze. 233. — La scorta mobile scende immediatamente dagli automezzi. Parte occupa, fronte in fuori, posizioni acconce ai lati della autocolonna; parte, procedendo con misure di sicurezza, rimuove l'ostacolo. 12«» 234. — Nel caso che, con o senza ostruzione, l'in- sidia nemica si manifesti con improvvisa azione di fuoco, attacco od assalto, l'avviso d'allarme e la fermata avvengono nello stesso modo. Gli equipaggi degli autoveicoli « da combattimento» battono l'avversario da bordo. La scorta mobile, ed il rimanente personale della colonna, si buttano giù dagli automezzi. La parte di scorta che si trova ad essere direttamente impegnata, ed il personale sfuso, fanno fronte all'avversario a lato della rotabile, o nelle vicinanze di essa. La parte di scorta meno direttamente impegnata muove contro il nemico, cercando di avvolgerlo. — Ricordarsi di sorvegliare i lati non attaccati, per sventare ulteriore sorpresa. 235. — L'importante, in simili frangenti, è di non perdere la calma, e di ricordare che mai l'avversario ha spinto a fondo l'azione contro autocolonne che abbiano fatto decisamente ed energicamente fronte. 23(5. — Nel caso di offesa a distanza, sotto forma di raffiche di armi automatiche o di fuci- ltìl leria, specie se il terreno è tale da escludere 1111 successivo attacco da vicino, conviene di non fermarsi. 237. — L'aereo o gli aerei di protezione, appena scorgono l'autocolonna ferma, prendono collegamento con essa, si rendono conto della situazione, ed in caso di attentato intervengono offensivamente contro le formazioni o nuclei ribelli più minacciosi. Aerei che — pur non essendo incaricali del servizio in parola — scorgono un'autocolonna ferma in aperta campagna, si regolano verso di essa nella stessa maniera. 238. — 1 reparti e nuclei di protezione all'itinera- rio, che siano a portata, e che abbiano sentore di attentato all'autocolonna, accorrono immediatamente, puntando alle spalle ed ai fianchi dell'avversario. I comandi vicini al luogo dell'attentato, provvedono pure immediatamente a dare soccorso alla autocolonna. Anche in questo caso, come detto al n. 209, non è la forza impiegata che conta, ma la rapidità e la decisione dell'intervento. ltìl Colonne di rifornimento, e simili, appiedate 239. — Eventuali colonne di rifornimento a trai- no animale, o someggiate, ed eventuali colonne similari muoventi a piedi (internati - prigionieri - ecc.), quando non aggregagli a reparti in movimento, vengono scortate, protette e difese con provvedimenti analoghi a quelli di cui sopra. 240. — Poiché gli elementi appiedati sono meno vulnerabili ed in condizione di reagire più prontamente che quelli autocarrati, resta inteso: — piccoli reparti incaricati di missioni speciali (ad esemp'o: di riattare linee telefoniche, e di proteggere detto riattamento) compiono l'intera missione a piedi, quando il percorso da compiere — incluso il ritorno ■— non superi i 10 chilometri, all'incirca; — gli stessi, in caso di percorso maggiore, appiedano dagli autocarri nel luogo — più vicino a quello dove debbono compiere la loro missione — in cui esista un presidio, reparto o nucleo cui affidare la custodia degli automezzi, e proseguono a piedi; ltìl — nel caso che non ci sia tale possibilità, la scorta deve essere così forte da potersi scindere in due parti: una parte che prosegue a piedi, e l'altra che custodisce gli automezzi, nella località che meglio vi si presta. Convogli ferroviarii 211. —• Il servizio (li scorta ai convogli normali (tradotte - treni viaggiatori - treni di carburanti - treni merci - ecc.), è regolato da disposizioni a parte. — Detta scorta è composta, per lo più, dagli equipaggi di vagoni blindati (di tipo regolamentare o con blindamento di circostanza) collocati in testa, in coda e talvolta anche al centro- del convoglio. Altre volte la scorta comprende, oltre detti equipaggi, anche un reparto mobile, viaggiante in vagoni blindati od in vagoni comuni. 242. — I convogli speciali piìi importanti (per es.: i treni comando) hanno una scorta di quest'ultimo tipo. — I treni che trasportano reparti combattenti dispongono, quando possibile, di alcuni ltìl vagoni blindati (con o senza equipaggi), ma mai di reparto mobile di scorta; e ciò per ovvie ragioni. 243. — La protezione terrestre ai treni (P. F.) è costantemente in atto. Può essere rinforzata, in speciali circostanze, come detto al n. 116. La protezione aerea può essere predisposta per determinati convogli. Essa si esplica colle medesime modalità indicate a proposito delle autocolonne. Ad ogni modo, aerei non incaricati di tale protezione, ma che scorgono un treno fermo fuori stazione, si regolano come indicato al n. 237. 244. — In caso di ostruzione della linea, e di at- tentato al treno, la scorta agisce come quella di una autocolonna, ossia: — gli equipaggi dei vagoni blindati reagiscono da bordo; — il reparto mobile reagisce a terra; — il personale militare armato, a qualunque titolo presente sul treno, si aggrega automaticamente al suddetto reparto. ltìl 245. — Offese costituite da sparatorie «la lontano, vengono trascurate, salvo nel caso che si manifestino là «love la linea è interrotta. 240. —- 1 comandi, reparti e nuclei, di qualsiasi genere, che vengono a conoscenza che un treno a loro portata è fermo ed insidiato dai partigiani, intervengono immediatamente a suo soccorso. CAPITOLO V COLLEGAMENTI 247. — Nel territorio dell'Armata sono in servizio stabile mezzi di trasmissione di vario tipo (telefono - telegrafo - radio - colombi -ecc.), che costituiscono, nel loro insieme, la rete generale di comando, e la rete interna dei singoli presidii. I vari comandi e reparti posseggono altresì mezzi «li trasmissione mobili, che vengono impiantati ed usati, appoggiandoli per quanto possibile alla rete di comando di cui sopra, durante le operazioni. — Per l'impiego di detti mezzi valgono le disposizioni generali o contingenti in vigore. ltìl 248. — Sono inoltre in uso, od in corso d'impian- to, altri mezzi e sistemi di collegamento, adeguati alle speciali esigenze di cui sotto. 249. —• Allo scopo di permettere agli aerei, anche in caso di terreno parzialmente velato da nebbia o nubi basse, l'immediata ed inequivocabile identificazione degli elementi terrestri fissi, i presidii (tranne quelli maggiori, facilmente riconoscibili), ed i reparti di P. F. insediati in stazioni ferroviarie, tengono sempre esposto, su uno o più tetti contigui, o su un largo spiazzo, il nome reale della località o stazione. —• Al medesimo fine gli elementi situali in punti non contraddistinti da una propria designazione topografica, tengono sempre esposto, come detto sopra, un numero, che costituisce il loro « indicativo ». Detti numeri, di categoria diversa per ogni singolo C. d'A., appaiono in apposito prontuario, largamente distribuito. — Fanno eccezione i presidii, reparti ed elementi dislocati sulle isole, i quali non tengono permanentemente esposto il nome della località, od il numero indicativo, ma lo espongono solo quando sorvolati da aereo riconosciuto per italiano od alleato. 13(! (Vedansi dettagli ed esempi grafici, nell'allegato n. (5). 250. — Per permettere il rapido e sicuro collegamento aereo - terrestre ad uso degli elementi fissi od in movimento non provvisti di posti antenna e di posti di segnalazione regolamentare, sono stabiliti speciali semplici « segnali di urgenza », terrestri ed aerei. (Vedansi dettagli ed esempi grafici, nell'Allegato n. 7). ltìl - PARTE QUINTA TRATTAMENTO DA USARE ALLE POPOLAZIONI ED Al PARTIGIANI NEL CORSO DELLE OPERAZIONI Popolazioni 251. — II trattamento da usare alle popolazioni nelle circostanze comuni, è regolato dalle disposizioni di cui alla Parte II, della presente circolare. 252. — Nel corso delle operazioni si applicano, in più, le regole seguenti: — gli individui trovati nella zona dove si è svolto o si svolge il combattimento, e non abitanti nella stessa (fatto che lascia presumere che siano al seguito dei partigiani), vengono arrestati, sottoposti ad indagini, e trattati a seconda del risultato di esse; ltìl — lo stesso trattamento viene usato verso gli individui sospetti di favoreggiamento ai partigiani, siano essi abitanti, o meno, della zona di cui trattasi. 253. — In casi particolari (grandi operazioni - ecc.) i comandi di C. d'A. possono integrare — se necessario — le norme ordinarie, e quelle di cui sopra, con altre, che vengono, per lo più, notificate a mezzo di « ordinanze ». Edifici e villaggi 254. — All'infuori del caso previsto dal n. 16, nel corso delle operazioni vengono distrutti gli edifìci dai quali partono offese alle nostre truppe, e quelli in cui si rinvengono depositi di armi, munizioni ed esplosivi. — Alla distruzione di interi villaggi si procede solo nel caso che l'intera popolazione, o la massima parte di essa, abbia combattuto materialmente contro le nostre truppe, dall' interno dei villaggi stessi, e durante le operazioni in quel dato momento in atto. 255. — In casi particolari (grandi operazioni - ecc.) i comandi di C. d'A. possono integrare — se necessario le norme di cui ltìl sopra con altre, che vengono, per lo più, notificate a mezzo di « ordinanze ». 250. — I campi (logor), baracche ed apprestamenti dei partigiani vengono sempre distrutti, tranne nel caso che possano servire alle nostre truppe. 257. — (È inteso che si parla qui (n.ri 254-256) di distruzioni metodiche ed intenzionali, e non dei danneggiamenti e distruzioni causati dall'impiego operativo dei mezzi di offesa terrestri ed aerei, per il quale non esiste altra norma che la necessità bellica contingente). Beni 258. - Nel corso delle operazioni viene praticata la confisca (non per iniziativa individuale, ma per disposizione dei comandanti responsabili) dei viveri, foraggi e bestiame esistenti negli edifici e villaggi distrutti per le ragioni di cui sopra. 259. — Nelle abitazioni e villaggi trovati sgombe- ri, e nelle campagne immediatamente adiacenti, vengono confiscati i viveri, foraggi ed il bestiame (per disposizione, s'intende dei comandanti responsàbili), nel caso che ltìl gli abitanti risultino definitivamente partiti, o molto lontani, o quando — a parte tali circostanze —- si debba ritenere che detti viveri, ecc. possano appartenere alle formazioni partigiane, o cadere — se da noi abbandonati — nelle loro mani. 260. — Quanto confiscato viene versato alla Sus- sistenza, meno ciò che sia indispensabile alla vita immediata dei reparti operanti nella zona. 261. — Il saccheggio delle abitazioni, comprese quelle da distruggere, deve essere impedito con misure preventive e, se occorre, con repressioni draconiane. Consulenti croati 262. — Sono addetti ai nostri comandi, in territo- rio croato, stabilmente od occasionalmente, dei funzionari od ufficiali o sottufficiali della gendarmeria, destinati a cooperare a titolo consultivo, nel corso delle operazioni, per quanto riguarda i rapporti colle popolazioni. — Essi orientano i comandi operanti sulle caratteristiche, tendenze, tradizioni, precedenti, contegno ecc. delle popolazioni e dei singoli. ltìl — Del loro parere e delle loro proposte si deve tener conto, nel limite consentito dalle necessità operative, per adeguarvi il trattamento da usare agli abitanti, alle loro abitazioni ed ai loro beni. Partigiani 2(53. — Il trattamento da usare verso i partigiani catturati colle armi alla mano, ai partigiani feriti, ai partigiani che si arrendono e verso gli individui catturati od incontrati in condizioni e circostanze tali da fare ritenere per certo che si tratti di partigiani in momentaneo atteggiamento pacifico, è regolato da ordini a parte, di valore permanente, o da disposizioni speciali, di valore contingente, per lo più notificate a mezzo di « ordinanze ». AVVERTENZA 264. — Nel trattamento da usare verso le popolazioni, gli edifici, villaggi e beni, e verso i partigiani, è assolutamente necessario di attenersi alle norme permanenti o contingenti in vigore. — Inasprimenti alle medesime, praticati senza una assoluta necessità (atti di ostilità armata - ribellione - tentativi di fuga), ltìl sarebbero indegni delle nostre tradizioni di umanità e di giustizia, e costituirebbero altresì — nei riflessi delle popolazioni — un'arma « a doppio taglio ». IL GENERALE COMANDANTE DESIGNATO D' ARMATA MARIO ROATTA ALLEGA TO ». 1 PORTO DEL FUCILE IN SERVIZIO DI SENTINELLA E SIMILI (Circolare n. 7900 del 19 aprile 1942-XX) Posizione „ in caccia" È quella della figura a lato, od altra prossima ad essa, comoda per il militare. La baionetta non è innestata. Scopo : poter far fuoco prontamente, in caso di necessità Per rendere eventualmente onori, il militare passa prima a ,,pied' arm" o fianc' arm". ALLEVATO ti. •> NORME CIRCA L'IMPIANTO E V USO DEI CAMPI PER AERORIFORNIMENTO (stralcio Circolare n. 6139 dello S. M. R. E. in data 27-1-1941-XIX) Allegato n. 2 NORME CIRCA L'IMPIANTO E L'USO DEI CAMPI PER AERORIFORNIMENTO (STRALCIO CIRCOLARE 6139 DELLO S. M. R. E. IN DATA 27. I. 1941-XIX) —--□- 1") — I posti di raccolta debbono essere scelti in base ai seguenti requisiti: a) — terreno pianeggiante, a fondo uni- to e possibilmente soffice (erboso, sabbioso), sgombro di vegetazione arborea; b) — dimensioni approssimative: — per lancio di colli senza paracadute: 200 X 300 m.; — per lancio di aerorifornitori a paracadute: 300X 400 m.; e) — assenza, nei pressi, di ostacoli per il volo a bassa quota (condutture elettriche, teleferiche, antenne radio, camini di opifìci, alti fabbricati, ecc.). ltìl 2") — Si deve evitare, per quanto possibile, di scegliere quali posti di raccolta: fondi di valli ristrette, tortuose, incassate; — ripidi pendii sui fianchi delle valli; — creste ristrette con i fianchi scoscesi e boscosi; — esigue radure nelle zone boscose; — piccole conche profonde in terreni accidentati. Quando situazioni contingenti impongono limitazioni alla scelta del posto di raccolta, si dovrà tener conto che, per le esigenze tecniche del volo, il lancio dovrà essere effettuato da quote superiori a quelle indicale come normali. 3°) — L'organizzazione del posto di raccolta comprende (v. schizzo n. 1) : — la predisposizione delle segnalazioni agli aerei; — la predisposizione del personale per la raccolta; — eventualmente, la predisposizione sommaria del terreno. ltìl 4") — Le segnalazioni comprendono: — segnale del posto di raccolta; — segnalazione del vento a terra; — eventualmente, altre segnalazioni. 5") — Il segnale del posto di raccolta è costituito da una croce con braccia di due o tre teli individuali, collocata nella zona centrale di raccolta (v. schizzo n. 2). 6°) — La direzione del vento a terra, molto importante, specialmente nel caso di lancio con aerorifornitori a paracadute, viene indicata all'approssimarsi dell'aereo con accensione di artifizi fumogeni o di sterpi, ramaglia, paglia bagnata, ecc., il che, oltre a facilitare l'individuazione del posto di raccolta, consente all'equipaggio di valutare, con sufficiente approssimazione, anche la velocità del vento e di tenerne conto tanto nel volo, quanto nel lancio che sarà, di massima, effettuato contro vento. 7°) —• Le segnalazioni eventuali saranno effettuate dal posto di comando dell'Unità terrestre con teli da segnalazione, in base al codice in vigore per i collegamenti aeroterrestri. (Eventualmente anche coi « se- ltìl gnali d'urgenza » di cui al n. 250 della presente Circolare 3C). 8") — Al posto di raccolta dovrà essere preposto un ufficiale che avrà a disposizione il personale necessario. Tutto il personale, dopo aver predisposte le segnalazioni di cui ai numeri precedenti, dovrà essere tenuto riunito ai margini e sopravento del terreno di lancio, e possibilmente al riparo dall'alto. •'") — Quando il rifornimento viene effettuato con colli senza paracadute il personale non dovrà, per alcuna ragione, iniziare la raccolta prima che tutti gli aerei, ultimato il lancio dei colli, abbiano ripreso quota. 10°) — Quando il rifornimento viene effettuato esclusivamente con aerorifornitori a paracadute, la raccolta dei materiali lanciati potrà invece più convenientemente essere effettuata gradualmente, inviando coppie di uomini a ricercare e recuperare i singoli aerorifornitori, che per effetto del vento vengono disseminati a distanza anche notevole e perciò potrebbero in seguito più difficilmente essere rintracciati. ltìl 11") — Quando il rifornimento viene effettuato con sistema misto (lancio diretto di colli e aerorifornitori a paracadute) dovrà essere prima eseguito il lancio dei colli. Solo dopo ultimato questo si inizierà il lancio degli aerorifornitori a paracadute. 12") — Qualora possibile, conviene cbe l'aereo che eseguisce gli ultimi lanci ne informi alla fine il comando dell' Unità rifornita con messaggio (contenente anche l'elenco dei colli lanciati e del loro contenuto) o con apposito artifizio convenzionale o eventualmente, in base agli accordi intervenuti, con comunicazioni r. t. se il posto a terra è dotato di stazione ricevente. 13") — La predisposizione sommaria del posto di raccolta consiste nello sgombero speditivo da arbusti o cespugli, e, eventualmente, da bestiame al pascolo, quadrupedi, antenne di stazioni r. t. campali, linee telefoniche campali, ecc. Nota. — L'indicativo dell'Unità da rifornire, nel caso concreto, si impiega se si tratta di rifornimento all'in-fuori dei « presidii » o reparti, ecc., Assi. ltìl '(1) Indicativo dell' unità da rifornire con la freccia indicante la direzione in cui trovasi il posto di raccolta. (2) Segnale distintivo del posto di raccolta. (3) Fumata indicante agli aerei la direzione del vento. (4) Uomini addetti alla raccolta dei materiali. jJ'r/f/ZTO e? ' 3 | I I I I 1 seóM/e d/rfia/ire M puh ESEMPIO DI PIANO DI DIFESA DI m PRESIDIO COMANDO 0£l PRESIDIO DI TOPLA VOOA Cornando. c/e/J// òfy. de/ ?&8° PjtFfn P i ano di d i f esa ;Hiferimenti i Carta "J" - 1: 100.000 FogIio di Bielo Mesto iA I I egati "2. ■ [il PRESENTE DOCUMENTO HA CARATTERE PERMANENTE -'DEVE ESSERE TENUTO COSTANTEMENTE AGGIORNATO - VERRÀ' PASSATO IN CONSEGNA Al REPARTO SUBENTRANTE, IN CASO DI CAMBtO DELLA GUARNIGIONE. ; I. - Situazione avversaria; vedi documenti infoi—; nativi a parte. II. - Il presidio di Topla Voda è sistemato a difesa, come appare dallo schizzo allegato I. ili!. - Comandante della difesa del presidio ; // Comandan/e. c/e/Jgófr. de/ /ddS%/.F/r: IV. - Reparti della, difesa r ./. Reparti schierati : #f f/>; f.U?'('*ri . un p/. ^uci/ieri della -tOf cf>. 1?p/. mtr. e mortai da 45 de//a ltìl tre. mitragliatrici extra- organico . fi pi mortai dà 81 deità ' 168fcp. regj. - j Riservo dello difeso /tff cp. fu afieri (meno un plotone) Reporti di morto! e di artigli.e rio incorico ti del concorso d? insieme : ...... . . 2 fpi. morrai da 81 de //a cp. reg$* 7f btr. da 75/fJ dei 'art. df. ' (una sezione da 7S//3 pyd essere svinco /afa per concorrere ad operazioni con / reparti mohitij- Reparti mobili del presidio : cjp. fuciZie ri pt. esplora toridetta cp. comando jtf btp 2- pt. rr>tr. e 4°pi. morbi da 45 de.Ha 12 f cp. a.a. 3 ? pi. m or ta i df 81 de //a 1G8 ? cp una sez/one detta 7- Str. de 75/13. i Oisposizionì generiche circa il servigio dei reparti dell- difeso: - Reparti schierati : ore non di coprifuoco : in posto fa detta forza / restanti e/ementf possono aften. dere e//e rimanenti in caso di nebbia fìttaj: intera for za negii alloggiamenti in condizio_ ne di essere impiegate fn/r? un. or<3 da// 'e yen tua/e preavviso. dì minaccia imminente o di allarme : in fera forza, in condizione, di essere inipie^ jafe ai primo _ cenno. Turni di rotozione tra reparti della difeso e rimanenti reporti : disp. osiziom a parte. VII. - Disposizioni circa il concorso d'insieme de.i reporti di mortoi e artiglieria : il 2-_p/. mortai da <5V e Ja_ 7? 6tr. ds7S//3t in posizione rispe/tinarnente su 1/'altura di ,e.presso i/' campo per aerorifor_ pimenti, Sono incaricati del concordo d'insieme a favore delia difesa del presidio. Sono prevista azjoni di ; 105 sbarramento (traiti nor_ mali cd'eventua/i) come da piano interdizione (conce dei fuochi frinenti}........ (" fà.rtf). Punti di riferimento . vaiano dei fuochi Suddetto. Richieste di fuoco: s barra mento = serie razzi rossi - altre azioni — mio tramite., (t previsto che una sezione deità batterìa da 75ff3 predetta possa essere svin. colata dai compiti di cui ioprà per prenderepar te ad operazioni dei/e unita m obi ti}. Vili, Predi3pos!zìoni circo l'impiego dei reparti mobili : / raparti suddetti possono essere imp>ie_ gafiper: - operazioni fuori presidio^ secondo di spedizioni contingenti\ (a partej -concorso atta di fé sa.de/presidio reparti nei toro at/oygiarr>ent~i, pron f'd. muovere, a dimposizione de! comando .presidio. Reparti, comunque in sosta nti.presidio: -jfì caso di emergenza passeranno a disposizione det comando presidio Ki7 ... ? Ye1r<3.nn.°. "Vp'e,9^t'. óase a//a situazione contingente IX. - Collegamenti : v. scherno dilagato 2. X. - Osservazione : 0$$ervaton impiantati :......... - sul campanite de/la. chiesa parrocchia/e, . -pel caposaldo di 466, - ne/caposaldo di cjt. 4tì5 . XI. - Posto di cimando della difeso del presidio: Casa comunale di 7ojote3 '/oc/ài XII. - Serv i z i : o) Soniti : Posto di medicazione presso /infermeria di presidio impiantate netie scuote U2 ione 2 razioni viveri di riserva.. [n . caso di fuori presidio disposi}. c) Munizioni : - Reparti della difeso : dotazioni individuati e me/a" dei/e. do/azioni, di reparto presso te po„ ,np>iepo. mobile zioni. & p>4 arte. 1(!!> 6 - stazioni. Le rimanenti munizioni di reparto presso itposto munizioni di compagnia. - Reporti mobiIi : in caso d'impiego mobile fuori presidio . disposizioni a parte. d) - Scorte viveri, foraggi, munizioni, ecc. di presidio, costituite do ; 90yiornate. viver/foraggi] mangime, e ce per /0 Urgono rinforzi 4 . . . T SEGNALI DI URGENZA (dall' aereo) A FUMO SIGNIFICA T 0 bianco....... capito verde-giallo .... non capito bianco-veide .... chiamata - esponete indicativo (per gli enti che ne siano dotati e che per cause varie non l'abbiano esposto) nero....... datemi vostre notizie verde ....... provvediamo giallo........ non possiamo provvedere rosso-verde ..... attenzione - pericolo I segnali (li evi suina vengono fatti a mezzo artifizi, uso pi-esso i reparti di aviazione ila O. A. ESEMPIO DI SEGNALAZIONE per parte di un'autocolonna Occorrendo fare le segnalazioni agli aerei, l'autocolonna. si ferma. 1 segnali ranno fatti, finché possibile, in ini tratto iti terreno idoneo, adiacente alla strada; in mancanza di questo, essi saranno esposti sulla stessa rotabile, col lato bianco in ulto se asfaltata o a fondo scuro; col lato rosso in alto in strada a fonilo decisamente chiaro. 1!M>