PROGRAMMA DELE' I. P. CIMSIO SUPEBIDRE DI OJ^IFOIDISTiR,!^ ANNO SCOLASTICO 1882-83. PARTE I. „Cenni storiei sulle Absirtidi fino ad Augusto“. — Studio del professore Stefano Petris. PARTE II. Notizie intorno al Ginnasio, del Direttorc Giacomo Babuder. CAPOPISTRIA TIPOGRAFIA DI CARLO PRIORA. 1883. Direzione deli' I. R. Ginnasio Superiore di Capodistria edit. CENNI STORICI SULLE ABSIRTIDI fino ad Augusto Quel tratto di costa, che dall’Arsa estendesi fino al Drin in Albania, ali’ epoca deli’ impero romano fu detto Illyris marittima e dividevasi in Liburnia e Dalmatia: la prima, divisa a sua volta in marittftna e mediterranea, dali' A vsi a al Titius (Kerka), la seconda dal Titius al Drillon (Drin). La Liburnia marittima, o Liburnia propriamente detta, comprendeva le cittä di Alvona, Flanona, Ter-satica, Ortopolo, Vegia, Argiruntum, Corinium, Enona, Iadera e Scardona; le isole Absorus (colle citta di Crepsa ed Absorus), Curieta (con Tulfinium e Curicum) e Scardona (con Arba e Co-lentum). I suoi confini erano 1’Arsia, il Titius, il mare superum e le pendici occidentali dei monti Albii ; centro degli affari provinciali era Scardona — ebbe il nome dai Liburni, popolo antico e potente, espertissimo nelle cose di mare e di cui quest’ arida regione era principale sede. ’) L’ archeologia preistorica, questa scienza del tutto nuova e cbe ha gi.i fatto tanti progressi, divide la preistoria in due etä, quella della pietra e quella del bronzo e suddivide la prima in periodo paleolitico e neolitico 2). Alla preistoria corrisponde 1’ era quaternaria della geologia, era nella quäle, ritiratisi i ghiacciai e formatesi le valli del Po, del Reno, del Tibisco, della Loire, chiu-sisi i fjords dei laghi lombardi e cessate le grandi rivoluzioni fi-siche del nostro globo, questo ci si presenta nelle condizioni presso a poco in cui tuttodi si trova. II Mediterraneo quindi e giä ri-stretto ai confini d’ oggi, si veggono le coste deli’ Africa setten-trionale e si e formato il Sähara; e chiuso il canale, ehe fra le Canarie e le isole del Capo Verde univa il Mediterraneo, oltre il Sahara, all’Atlantico; il Marrocco si divide invece dalla Spagna, si ergono le Calabrie, la Grecia, la Sardegna; 1’ Adriatico non bacia piü i piedi delle Alpi, ne sorge nudo scheletro la Carsia d’ Istria. Orbene; quest’era quaternaria della geologia viene divisa anch’essa in due eta (epoche) cioe pleistocenica (etä della pietra), ed alluvio- riale moderna (etä del bronzo). E 1’ era in eni il renna, il bue muschiato, 1’ elefante, il rinoceronte, il bue primigenio, i lupi, gli stambecclii, il cervo, 1’ alee, il maiale, vagano per le selve ed i piani d’Europa e 1’uomo „curvo la bella testa, ehe avrebbe potuto servire di modello ad un Giove Olimpico o ad un Apollo di Belvedere, intento a liberare da un rozzo raoncone un renna, clie si slancia velocissirao al corso, sembra sorridere di compassione ai tardi nepoti, che nel secolo XIX avrebbero eercato
  • {i,aix*) btopta in 24 libri; di lui cosi il Liebker uel Eeallexikou „ist aber warheitsliebend und einfach uud hat, wenn er sie auch nicht nennt, die besten Quellen zur liatlie gezogen“. E quest’asserzione di Appiano, fu oggidi pro vata vera dagli studi di Helbig e di Fligier. II Helbig, con studii molto accurati, sostiene che i Giapigi, Epiroti e Siculi furono rampolli del ceppo illiro-ellenico, popolazioni grecauiclie sorelle, che in origine abitarono la penisola turco-greca e da lä passarono in Italia, cosi il Fligier; e ve li ammettono senza commenti, ne osservazioni; il Micali auch’ egli li dice schiatta illirica; prova maggiore ne sa-rebbero le analogie dei nomi geografici, fra questi Arpi ed Arupium in Liburnia, Lacinium promontorio e Lacinienses civitates nella Liburnia; Geuusini e Genusus e 1’ ager genusinus (lib. II. Colon, e Strab. lib. VIII.); Sallentiui e Salluntum; liburnus mons (Polib. lib. IV), Liburna (ln Zosimo presso Ortelio), Liburni nell’agro praetuziauo, e molti altri che si possono vedere in Plinio e Polibio ; dalle Tavole iguvine poi si scorge che i Tuschi (molto probabil- mente schiatta illirica), i Narsi, i Japigi ed i Liburni, erano eselusi dai riti religiosi degli Umbri. l v) Seilace, Scimno e Dionisio Ales-saudrino escludono i Liburni e gl’Istri dagli Illiri; di Scilace si sa che il suo jtspteXou? non ci giuuse uella sua originalitä e mentre alcuni credono sia vissuto molto piü tardi altro Scilace di Carianda, altri sostengono sia stata 1’ opera saa originale raffazzo-nata e copiosamente aumentata in secoli posteriori. Scimno da Clnos viveva circa cento anni prima deli’ era volgare, in un’ epoca adunque in cui gli Illiri erano soggetti a Roma, mentre i Liburni erano ancor indipendenti e non formavano piü coi primi un nesso politico, od almeno erano protetti dalla repubblica, in un’epoca in cui il confiue deli’ Illirio proprio era la penisola degli Hill ei. Di Dionisio il periegeta si sa quali sieno state le cognizioni geo-graficlie. E poi da osservarsi clie tutti e tre gli scrittori citati, greci e poeti, 11011 fanno distinzione di nazionalitä fra Illirii, Liburni ed Istri, ma dicono soltanto che ai Liburni succedono gl’ Illiri, come gli Istri ai Liburni. Strabone invece, Pomponio Mela, Plinio e Tolomeo li annoverano, come si dirä, fra gl’Illiri. Niebuhr, dal-1’ aftinita del nome, sarebbe propenso di credere i Liguri ed i Liburni im popolo solo, ed appoggia la sua asserzione sulle parole di Erodoto, il quäle cosi ne parla: ,di un solo popolo ho potuto aver notizie che abiti al di la deli' Istro, che ha il nome di Si-ginni e veste alla loggia dei Medi. E che i loro cavalli sono vellosi per tutto il corpo, che il pelo e lungo circa cinque pollici, che sono piccoli, col naso rincagnato ed incapaci di portare uomini, ma che attaccati al carro sono velocissimi. Che perciö quegli abi-tanti vanno col carro. Che i loro confini si estendono fino presso gli Eneti, che abitano al mare adriatico. Essi poi dicono di essere coloni dei Medi. Come essi sieno coloni dei Medi, io non so com-prendere, ma nel corso dei tempi tutto puö avvenire. Siginui poi cliiamano i Liguri, che abitano sopra Marsiglia, i mercatanti a minuto, e gli abitanti di Cipro cliiamano cosi i giavellotti.“ 1(l) Perö, siccome a detto di Servio, i Viudelicii stessi erano Liburni, e sic-come ancora, come osserva Strabone, i Brenni ed i Genauni erano Illirii, sembrami molto diflicile che un popolo di schiatta affatto differente, possa aver vissuto in pace, sempre indipendente, ed abbia potuto mantenere i suoi usi e costumi fra popoli cosi bellicosi, com’erano gl’Illiri; infatti lo stesso graude storico conchiude di-cendo: „Aber ich entfliehe von den Klippen der Sirenen“ (Niebuhr „römische Geschichte cap. 180. p. 95.17). Lo stesso Niebuhr dice poi i Liburni popolazione pelasgica; ora il nome „Pelasgo“ era nome collettivo delle popolazioni illiro-elleniche. Che i Liburni sieno stati quindi popolazioni illiriehe, mistesi forse in parte ai Liguri, sembrami, še non certezza, per lo meno la migliore delle ipotesi. A mio giudizio dunque i primi abitatori della Liburnia furono schiatte ibero-liguri, popolazioni non arie; a queste, in sul principio dell’epoca stolica, successero scliiatte illiriclie del ceppo illiro-ellenico, estesosi anche su tutta 1’ Italia, e propriamente la schiatta dei Liburni. I confini della Liburnia variarono nelle singole epoclie a se-conda dello sviluppo marittimo e commerciale di questo popolo ricco e potente. Divisisi dagli Elleni, loro fratelli, e spinti dai Traco-Frigi ad abbandonare le loro sedi primitive della Grecia, le po-polazioni illiriche si ritrassero, loro raalgrado, ad abitare i paesi montuosi della penisola turco-greca, lä difendeudo la loro indipendeuza: altri si spinsero alle coste deli'Adriatico, altri popolarono 1’Italia. Fra i secondi si trovarono i Liburni, schiatta questa die in origine non era limitata al solo seno flanatico dall’Arsa allo Zermagna e Kerka, ma si deve supporre avesse esteso i suoi possedimenti dali’ Istro al Ionio. Servio infatti dice i Vindelici, Liburni; Strabone racconta die 1’ anno 800 a. C. i Liburni vengono cacciati da Cor-cira per opera di Carsicrate Corinzio, die vi fonda una colonia; Plinio, che i Liburni aveauo loro possedimenti anche al Pieeno, e Iornandes, colle parole div Floro, dice estese le loro fattorie su tutte le coste dell’ Adriatico. E cosi clie Virgilio poteva ben a ragione cantare: lllyricos penetrare sinus, atque intima tutus llegna Liburnorum, et fontem superare Timavi (Aen. lib. I.) Penetrö d’ Adria il seno; entro securo Nel Kegno de’ Liburni; andö fin sopra Al fonte di Timavo. (Caro) Quando poi al ceppo traco-frigio successe nella trasmigrazione dall’Oriente all’occidente 1’ italo-celtico, quest’ultimo, dali’Europa centrale, invase 1’Italia e Gallia. Fu allora che i Giapigi o Iapodi, clie abitavano 1’Italia settentrionale e media, dovettero in parte ritirarsi a tergo deli’ Istria, e for.se occupare 1’ Istria tutta, ed in parte piü al sud; i Siculi, com’e naturale, piü al sud ancora; ed i Liburni, perduti i loro possessi alle regioni deli’ Istro. occupate dai Celti giä allora per la prima volta, quelle all’intimo seno del-1’Adria, prese loro probabilmente dagli Etruschi (costretti anch’ essi ad emigrare verso il sud dalle regioni del Tirol o), e quelle del Piceno lor tolte dagli Urnbri, furono ristretti alla sola costa dell’Adriatico, dall’ Arsia al Jonio. Senouche malgrado ritiratisi dalla Grecia, i Liburni, e con essi forse grau parte delle altre scliiatte illiriche alle coste orieutali deli’ Adriatico, subirono 1’ in-fluenza delle popolazioni traco-frigie e leleghe. Infatti le popolazioni traco-frigie e leleghe, adoravano la dea lunare, 1’Artemide dei Greci. Diana caceiatrice, la lueente deitä del cielo, alla quäle univasi il demone Virbio. Della dea Artemide, severa vendicatrice e fiera nel suo odio, sorgeva un tempio sulle Absirtidi: E tragittaro nelle dne Brigeidi Isole
  • oppo?, ov (da i'pw od opvo|j.i) potrebbe aver dato il nome alle due isole; atjioppo? si dice del corso dei fiumi o del mare ed e quanto dire „che seorre a ritroso“ „ehe va indietro.“ E si diceva dell1 oceano, dai piü anticlr geografi considerato qnale fiunie, ehe circondasse tutta la terra e quindi rivolgesse in se stesso il suo corso (v. anche Omero 11. XXI, 456, XXIV, 330; VII, 413). II fenomeno che avviene al punto deli’ Euripo, che divide 1’ isola di Cherso da quella di Lus-sino, potrebbe infatti aver dato origine al nome; il Ilusso e riflusso del mare, anche per l’angusto stretto, e in quel punto violentissimo. 11 Fortis dice che il nome di Ossero possa anche esser derivato da <&]) dietro ed 5poc monte, quasi nascosto dietro il monte. L’ isola di Cherso, da Plinio per la prima volta detta Crexa, quindi Crepsa, vogliono derivi il suo nome da e '/eposöw, disabitato, incolto, deserto, duro forte, asciutto, privo d’ acqua, giaccio incolto e disabitato ; yspao? j) II prognatismo nella maseella superiore nei crani di tipo brachieefalo rinvenuti ad Ossero, sarebbe una prova evidente della presenza degli Etruschi sulle isole. Alcuni ammettono sia 1’ambra la earatteristica dei loro sepolcri '• ad Ossero si rinvenne ambra in tal copia, cbe forse in nessun luogo se ne eseavo tanta, il che darebbe ragione ali’ appellativo di Elettridi, se nou vi fosse stata importata. Mi pare perö die nell’ambra non ci possa essere nna prova sufficiente, perche e i Feniei commerciavano coli’ ambra, e i talismani dei Celti e dei Druidi erano d’ambra, e deli’ambra facevano gran uso i Komani stessi. Piuttosto le monete, idoli, genii ed altri oggetti etruschi trovati in Istria e cbe si conservano nella bellissima raccolta arcbeologica del Siguor Vincenzo de’ Gravisi in Capodistria, e molti in Dalmazia, specie a Lissa vasi e stoviglie, ci sono prova cbe gli Etruschi avevano anch’ essi loro fattorie alle coste orientali deli’Adriatico. Prove di un dominio etrusco sull’Istria ci offre ad esuberanza il Carli (Ant. ital. lib. I. vol. I), ehe vuole etrusche anch e Mutila e Faveria2jf)Ea0at otxEOVTa? nepvjv toü vIaTpou ävöpuijtou;, 'coloi oovop-a Eivat StviSvvas, šo07jTi ypEOpivoo? MvjScx’j. tob? Zi Tnsciu; aÜTÄv Etya: Xaot'ott? aitav xb atuu.a, int nsvts SaxtiXou? xb ßa6os zu)v Tpcyojv, ojj.ixpob; 5e xat ai|j//uc xai žcSovatciu? uvipag tp^petv, (^'rfVju.Evoo? ok ö;t’ apjiata Etvai o&xaxmc, • äp(j.atYjXaT^scv 2e icpö? taüta tou; srayiupioos. v.arrx^iv 8e toutiuv tob? o’jpous af/oü ’Evet&v tüiv £v T(j> 'AZfi'.'fl. Etvai ce Mr(Stuv otfEa; äjrocxouj Xe'youoi • Sxm; oe o’iroq jVI/^ocuv «Ttocxoi YEYovaaI’ ^Y*** lJ-^v ž/iu srec-(fpaaaoöat, yevooto o’ av itäv ev tu) (iaxpiü ypdvtp. c^ovvac; 3’ iuv xaXeouat Ai'yue; ol avm ü7tlp MaoaaXttjs oixs'ovts; tou? xohttqXous, Kunpioi že xa Seipata. 1T) v. Servio (schol. Virg. ad 243) e Strabone lib. IV. ls) O’: 8" &i«6ev :toTajj.oIo xarqXoBov ex 8’ EZEpijcav Aotd; ’ApiEjitSo; Bp^toa? aYX0®1 vr^oiu;. TiLv S’^xoc 1-cEpTjj (J.EV ev ispov egxev eSeöXov. Ap. Arg. lib. IV. la) Elettridi .... perche quivi nasce 1’ ambra, da lor chiamato elettro, certissimo segno della vanitä dei Greci. 20) Ritorneremo a Orcomeno . . . che un altro Cammino ai naviganti i Sacerdoti Abitator’ della Tritonia Tebe Hanno insegnato . . . E’ dicono, che v’ ebbe Tra loro anticamente un, che affidato Nell’ audacia e valor delie sue genti, Vineitor sempre, ed in Europa, e in Asia, Invase innumerabili Cittadi; Alcune delle quali a’ teinpi nostri Sono aliitate, altre deserte affatto. Poiche molti anni scorsero dal tempo Di si vetuste, e inemorande imprese. Ma d’ Ea 1’ alma cittä sussiste ancora Nel suo splendor: e vivono i nepoti Di quegli antichi eroi, ch’ egli vi pose Ad abitar. Essi gelosamente Conservano le Tavole dagli Avi Loro giä scritte, ove la via si mostra E di terra e di mar da un capo ali’ altro Del nostro Globo. E’ v’ e segnato un fiume, Che deli’ Oceano entro del piti riposto Angolo niette foce, ampio, profondo, Atto a portar dali’ uno ali’ altro mare Una nave Len carca; Istro e chiamato : E da molto lontan viene col nome. Ma giunto la, dove fra ’1 Trače, e ’1 Scita I confini s’ inalzano, divide II suo grand’ alveo ; e per due rami quindi Al mar Tirreno se ne va fremendo, Quinci a un profondo, e separato seno, Che dal Siculo mar stendesi addentro, Poco lontano dalle nostre tcrre. Apol. Arg. lib. 4. v. 157. Sl) Ot fitv tit’ ’IXXupixoto . . . Essi i remi posando in un sassoso Porto del mar Illirio, dal serpente Della bionda Arnionia non guari lunge, Assiro fabbricaronvi............ ''Aoopov Tta«vxo . . . Callimaco. E vuol riferire a Pola. 72) Fortis o. c. pag. 13 del § II. „Io sono ben lungi dal pretendere di veder chiaro nel racconto de’ viaggi e della morte d’ Apsirto si, che come dimo-strativamente vero ardissi di spacciarlo: ma non posso negare d’ esser piti disposto a credermelo in qualclie parte ehe no.“ E al § III. pag. 28. „K forse dali’ antica tradizione e venuto, passando da lingua a lingua, il nome conservato tuttora della Punta Sonte, che presso il luogo, in cui par debba esser accadu'o 1’ assassinamento d’ Absirto, sporge un cotal poco in mare.“ II Burton poi nel suo pregiato lavoro sui castellieri istriani, cosi in proposito ne parla alla nota •1 della pagina 9. „Siami qui permesso di osservare ehe io non trovo ridicola la leggenda della nave Argo portata sulle spalle da uomini pel Danubio nella valle del Quieto. E vero che i moderni penseranno subito a vere navi od a fregate, mentre la classica nave sarä stata un lungo battello, che senza amia-mento, avrä pesato due tonnellate. Cosi la sua ciurma di cinquanta remiganti se la šara caricata sul dorso senza difficoltä.“ Io rispetto il parere del chiaris-simo Fortis, tanto benemerito per 1’isole Absirtidi, come quello deli’illustre Burton ; mi fo’ lecito solo di osservare ehe, oltre al sembrarmi proprio ridieoli codesti eroi col battello, non so se i Colchi sieno stati in cosi grande numero da poter portar anch’essi sulle spalle l’immensa flotta ch’avevano, o se piuttosto i bellicosi Iapodi e le altre schiatte illiriche fra 1’ Adriatico e 1’ Istro, avessero permesso il passaggio attraverso ai loro stati ad una processione cotanto originale e cosi numerosa. Cosi Apollonio : Le lor navi gettarono i Colchesi All’ acqua, e dispiegarono le vele Nel giorno stesso ; e senza indugio al mare Dieronsi. Un si gran numero di legni Chi di veder s’ avrebbe atteso ? navi Non pareano eile giä; ma di palustri Augelli innumerabili uno stormo, 0'he sull’ onde aleggiassero gracehiando. Arg. lib. IV. v. 236 e seg. J3) v. G. R. Carli. Opere complete v. X. I. e Forbiger „Handbuch der alten Geographie“ vpl V e VI. 24) v. Strahone vol. I. cap. 209. 4. pag. 370 deli’ ediz. Teulineriana. ->.£v/Tot že xov ’Ap/tav ei? r?jv EtxtXtav, xataXinsiv jaex« [lipoo? xtjs oxpaxtä; . . . . Xepotxpan), ouvoixtoövxa trv v5v KEpxopav xaXoujiivTjv .... exeivov piv ouv JxßaXcIvx« Atßupvob? xaTt^ovtaj oixtoat tTjV vy(oov. 25) Lucio lib. I. pag. 31. Atrienses autem, secuti in potestate sua libur-nicas insulas, processu temporum, navigationem totius sinus ad se trahsisse.............. 26^ Nella raccolta archeologica del sig. Gravisi a Capodistria, raccolta che. si potrebbe benissirno chiamar Museo, tanto e ricca e ben ordinata, ed in cui si rinvengono oggetti trovati nella sola Istria e Trieste, fatta eccezione di pochis-simi, si trovano i seguenti oggetti etruschi: Capodistria, una tibia con intaglio di Baccante, un genio alato, cane come amuleto, un pipistrello, un’ elmo di dubbia provenienza. Gologorizza, mezza flgura di idolo. Trieste, un idolo. Vil-lanuova al Quieto: nionete che rappresentano una testa della Gorgone veduta di faccia e liel rovescio un busto di cavallo, una moneta coli’ iscrizione HAT (Hadria) Atria, con testa di donna, che esce da una conchiglia e nel rovescio il Pegaso volante. Ad Orsera: una ruota a sei raggi col rovescio un cavallo currente. Trieste; una testa di Sileno, al rovescio un cane accovacciato — HAT; una testa barbata con corona di alloro ed al rovescio una testa di bove. Un busio di Lupa e di Cinghiale, di probabile provenienza romana. 2:) v. Trogo Pompeo in Giustino lih. XXIV. Livio al lib. V. Plinio lib 1 XII. Polibio lib. II. e Strahone specialmente deli' occupazione di Adria e Spina nel lih. V. 28) v. Cubich „Notizie naturali e storiche sull’isola di Veglia“ vol. I. cap. XI. pag. 107. 29) Diod. vol. III. ed. Teub. lib. XV. „I Liburni aver condotto cavalli per le lotte sin dagli intimi seni (deli’ A driatico). 3n) v. Polibio lib. XXXII. cap. 18. Tu>v ’laauuv (xoci xii>v Aa^poiüv)) hXeo-vaxi; itEitpsoßsöxo’xcov Et? xy;v 'Piijxvjv, xal oiasaipotSviiuv, Sxc AsXjiaxEi? rrp yiupav aStxoöoiv, xal xä? jt&Xeis xd; jjlei’ aixiüv xaxxojiEva; • owxat 2e Etatv ’Eitixtov xat Tpayüpiov; Appiano „Dalmatae, alia item Illyriorum natio, in Illyrios populi romani socios incursionem cura fecissent . . . 31) Appiano „Quo autem tempore Caesar apud Celtas cum imperio erat, Dalmatae caeterique benigniora fortuna utentes Illyrii, Liburnis, quae item Il- lyriorum gens est, Promonam urbem abstulere. Liburni in populi romani fidein concedentes, Caesaris in propinquo agentis, opem implorarunt. Per le lotte contro gli Illiri e Dalmati v. Polibio vol. IV (Lipsia 1836). v. anche Aul. Hirtius „de bello Alexandrino“. 32) Di questa hattaglia navale parlo Lucano nella Farsaglia al lib. IV e nomina la schiatta dei Cuieti (Veglia), per cui sembra la hattaglia sia avvenuta appunto nelle acque del Quarnero. v. anche il periodico „la Dalmazia“ 30 Ot-tobre 1845 N. 27, ove se ne parla. Non eadem belli totum fortuna per orbem Constitit; in partis aliquid sed Caesaris ausa est Qua maris Hadriaci longas ferit unda Salonas, Et tepidum in molles Zephyros excurrit Iader lllic bellaci confixas gente Curetnm.............. Phars. lih. IV. 33) Hi reguntur a mulieiibus, quae sunt virorum ingenuorum uxores, coeunt vero (etiam) cum servis suis virisquc regionis vicinae (Scilace); e Scimno „Admodum pios eos esse ferunt justosque et hospitibus bonos, civilem amare societatem, maxime studere vitae et raoribus cultissimis (dal Cubich.); e ancora Narrasi che in quell’ isole, ali’ intorno Del seno adriaco, vivano a un di presso Cencinquanta di barbari migliaia Che coltivano un ottimo terreno E ricco di prodotti. Ivi sovente Partoriscon le pecore gemelli. Beuche vicino al Pontico, e diverso II eliina di quell’ isole ; la neve Poeo vi regna, e non di molto il diaecio. Ma freseo il suolo, ed umido mai sempre Le pioggie vi manteugono : che spesso Ali’ iraproviso vi si turba 1’ aria, Massimamente in le giornate estive, E vi scoppiano folgori e improvvisi Turbini vi s’ aggirano, e tifoni. ed il Holstein, nella traduzione, rispetto alle vesti: Olim eontigisse nonnulli asserunt Ineendium Phaetontis haee cirea loea, Ideoque turbas ineolarum omnes adhue Incedere atra veste, et habitu lugubri. 34) v. Appiano: Liburni navibus plurimum valuisse memorantur, alia II- lyriorum natio agendis praedis ex Ionio, atque insulis famosa, quae eitis eam in rem navigiis et insigni levitate praestantibus uti solebat; eoque factum est ut Romani etiam nune celeres et expeditas biremes, liburnieas appellent. II Pancirolo e Vegezio da Zosimo : Postremo adjicit veloeissimum liburnarum genus, quas navibus decem praevalere affirmat Zosimus. Videntur autem non minus veloces esse quam quae quinquaginta remis aguntur Minimae remorum liabent singulos ordines, majores binos; idonae mensurae ternos vel quaternos, interdum quinos sortiuntur ordinum gradus. Ed Orazio nel lib. I. Epod. Ibis Liburnis inter alta navium, Amice, propugnacula, Livio poi (lib. X, 2) Illyrii, Liburnique et Histri gentes ierae et magna ex parte latrociniis marittimis infames Dione Cassio (lib. 49, cap. 34). 01 oe yäp SaXaaooi xal o: Taupi’axoc Atßupvoi ie y.a\ ’läicaos? piv oöoe sx to5 Jtp’tv [isxptov e? tob; 'Piujjiatf/us eitpaosov. . . . 35) Scilace di Carianda visse al tempo di Dario figlio d’ Istaspe (circa dunque il 500 a. C.) e viaggiö le coste deli’ Asia dalle foci dell’ Indo al Mar llosso. Nel suo jteptnXoos egli ci descrive anche l’Adriatico, che fa di dimensioni molto maggiori di quanto non sia. L’ opera sua dicesi siasi stata eopiosamente aumertata in secoli posteriori e non ci sia giunta nella sua originalitä. La mi-gliore fra le edizioni delle opere di Scilace e quella del Müller „Geographi graeei minores, Parigi 1855 — Post Istros Liburnorum gens est. Ea in gente urb s sunt juxta mare: Lias (probabilmente Pianona perche Plinio e Scilace vanno d’ accordo nel dar principio alla Liburnia coll’Arsia; v. anche Artemidoro in Stefano Bizantino) ; Idassa (la Tersatica di Plinio), Attienites (Segna), Dyirta (sconosciuta), Alupsi (la Lopsica di Plinio e Tolomeo, gli abitanti cioe della riviera di Iablanaz), Olsipedetae (1’ Ortopula di Plinio, Carlopago), Hemiani. Ante hanc regionein hae sunt insulae quarum quidem nomina dicere iiabeo (nam sunt etiam multae quae carent nomine): Istris insula longitudine stadiorum 310, latitudine stadiorum 120 (Cherso); Electrides (Veglia), Mentorides (Pago). Haec insulae inagnae sunt. Tum fluvius Catarbates (Zermagna). Praeternavigatio Li-burniae dierum duorum. 36) Apollonio Rodio, poeta epico, scolaro di Cnlliiraco, fiori in Alesandria ali’ epoca dei Tolomei (247-204 a. C.) e scrisse 1’Argonautica, pivi tardi tradotta quasi, ma amplificata di molto, da Valerio Placco (I. secolo di Cristo), imitatore di Virgilio. A««*; 'Apttjjiižo; Bpof-qcS«; arooSi vrjoou?. E tragittaro nelle dne Brigeidi Isole di Diana .... .... vr;o5 aytZöv, Sv not’ tŽEifiav Bpu’c''‘ itepivatetac rivr.itEpr^jE .... vicino al tempio, cui di contro eretto A Cinzia i Brigi abitatori avieno Arg. lib. IV. 37) Scimno, geografo da Chios, descrisse nella itEpcTjfEot; le spiagge ma-rittime a Nicomede, re di Bitinia, circa 100 anni avanti 1’ era volgare. Sequitur deinde mare quod Adriaticura vocant Theopompus ejus optime explicat situm, Quod qua peninsulam facit cum pontico ; Ibi insulas similes Cycladibus obtinet, Quarum quidem alias nuncupat Apsyrtides, Electridasque, sed alias Liburnidas Eridanus hic fert succinum pulcherrimum Olim contigisse................................... (traduz. di Holstein). Strabone di Amasia, nato 1’ anno 66 a. C. morto l’anno 24 d. C., scrisse nell’anno quarto del regnq di Tiberio un’opera geografica in 17 libri, opera, cbe, con quella ui Tolomeo, i‘ la fonte principale per la geografia antica, e con lui ha principio una nuova era per questa scienza. Met« 2£ tov tüiv ’lairoSuiv 6 Acßupvix&c; itapaJtXou^ ECTl, piEl^lDV TOO "pOTEpOM OtOtSiOti; (7tEVTaXOOHHS) ŽV 2£ TCo JtapäjtXlp, »optiois '■/v'in/.'/jv tyiuv [JiEypi AaX|j.a8fiuv xai Excip?<»v Atß'ipvß iwJXtc:. [Jap’ÄVijv 2' y(v siitov itapaXtw vf,oo[ jj.«v a!. ’ApTt2es, uejji Sj 7) Mažeta Xs-piat JiaspÖEipai töv äSsXtpov ’A'lwpTOv aiiTr.v 2:u)Xpt|iouXtptvtov, Koupixtov. Isole poi poste appresso alla Liburnia, sono Ossero, in cui ci sono due citta Crepsa ed Absoro ; e Curicta, in cui ci sono due cittä, Fnlfinio e Curit.to. 40) Socrate, fu compilatore di una Storia della Chiesa in 7 libri in con-tinuazione di Eusebio, che con Nicolö Damasceno fa anche cenno dei Liburni, e nacque l’anno 380 d. C. a Costantinopoü ; Sozömeno nato 1’ anno 400 a Gaza in Palestina . mori ncl 443 a Costantinopoü e fu continnatore di Eusebio (v. per ambidue Hnssey, Oxford 1853, Londra 1860 e 1874 ; su Soz6meno Valesius, Parigi 1868). Paolo Diacono al lib. XII delle Hist. Miscel. Ob quam rem Con-stantius indignatus evocavit Gallnm ; qui qnum contemnere non posset, veniebat ad Principem ; qnumque contra insulam Flanonensem venisset, eum illic Con-f tantius jussit interimi. Sdegnato Costanzo per tale fatto, richiamö Gallo ; il quäle 11011 potendo opporsi al comando, portossi presso il principe. Quando perö fu giunto di cont.ro all' isola flanoneae, Costanzo comandö ch’ egli colä venisse ucciso. (v. anche Niceforo Callisto lib. IX. cap. 23) ; Fortis o. c. 4I) Fortis o. c. pag. 14. „Mi dnole di non poter anche naturalmente far derivare i dne noini greci di Clierso Kpi'la o Kpe£a dal futuro del verbo xpi», comando, regno : poichfe questa etimologia mi sembrerebbe adattata alla capitale di nn’ isola considerabilissima e piü ragguardevole delle altre tutte che trovanai sparse pell’Adriatico, ne’tempi anticlii.“ E da notarsi qui che il padre Dolci la fa derivare dallo slavo „crapsa,“ ch’egli dice voglia significare rapina. „De Illyricae linguae amplitudine et vetustate“ Siccome perö giä Plinio la chiaina Crexa e To-lorneo Crepsa e siccome gli Slavi occuparono l’ieola nel secolo VII, come anche ne fa fcde la vetusta del dialetto slavo parlato a Cherso e sull’isola, mi pare che il padre Dolci abbia prešo nn granchio. II Magi:ii poi nella „Doscrizione del Mondo“ dice che le dne isole di Clierso e Lussino nei secoli passati avessero formato una sola isola e che i Veneziani avessero tagliato 1’istrno, che le congiun-geva. Certo.se cosi fosse, ne Apollonio non ne aviebbe parlato dicendole Brigeidi, ne Mela, Plinio <■ Tolomeo l’avrebbero distinte chiaramente, chianiandole con dif-ferenti nomi (v. in proposito il Fortis o. c. ed altre sue giustissime osservazioni fatte sui lavori deli’ Enciclopedia del Cluverio e del De La Mart.iniere). Ancora trovo di far osservare che, a compilarequesti fuggevoli cenni, non ho potuto aver a mia disposizione nell’ originale tutti quei testi, che avrei desiderato, e special-mente Scimno, Appiano e Dionigi e che quindi dovett.i ricorrere alla loro tra-duzione. C;ö valga almeno a discolpa mia per coloro, che avranno desiderato un lavoro piü accurato e profondo. prof. STEFANO PETKIS NOTIZIE INTORNO AL GINNASIO. X. Giacomo Babuder, ( a/o. dell’ Ordine di Francesco Giuseppe, mernbro deli’ Eccelso i. r. Consiglio scol. provinciale deli’ Istria e Direttore dell’i. r. Commissione esaminatrice per le scuole popo-lari e cittadine, residente in luogo. — Direttore: insegnö lingua latina nella Classe VIII, lingua tedesca nella VII; dal 1. Maggio in poi, lingua greca nelle Classi III e V; ore 18. Docenti effettivi Maso» Carlo, — Professore, capoclasse nella V — insegnö Italiano nella IV, Latino nella V, Greco nella IV e VI; ore 18. Casagrande Alberto, — Professore, capoclasse nella III, — insegnö Greco neU’VlII; Latino nella III e VII; ore 16. Schiavi don Lorenzo; •— Socio corrispondente dell’Accademia artistica Raffaello d'Urbino, della filosofico-medica di San Tomaso d’Aquino, dell’ Ateneo di Bassano, dell’Aocademia romsum di re-ligione cattolica, socio d’ouore della societä degli avvocati di S. Pietro; seeondo esortatore religwso; Professore; insegnö lingua ifcaliana nelle classi V, VI, VII, VIÜ; Proped«utica filosofica nelle classi VII, VIII., ore 16. Sbuelz Carlo — Custode del Gabinetto di fisica e chimica, capoclasse ncll’ VIII; Professore; insegnö matematica nelle classi V, VI, VII, VIII; fisica nella IV, VII, VIII; ore 21. l)isertori Pietro — Professore, capoclasse nella VII; in-segnö storia e geografia nelle classi, I, IY, V, VII; Italiano nella III; ore 17. Petris Stefano — Professore, capoclasse nella VI; insegnö storia e geografia nelle Classi II, III, VI, VIII; italiano nella II; dal 1 maggio in poi anclie lingua tedesca nella I; ore 20. Zernitz Antonio — Professore, capoclasse nella I; insegnö lingua italiana, latina e tedesca nella I; dal 1 maggio in poi, ce-dette il tedesco nella I, al Prof. Petris ed assunse il latino nella IV; ore 19. Matejčič Francesco — Professore, capoclasse nella II; insegnö latino nelle Classi II e VI; greco nella VII ore 18; insegnö pure lingua slava (studio libero) in tutto 1’ anno scol. ad ecce-zione dei due mesi di Marzo ed Aprile). Gerosa öreste — membro dell’i. r. Commissione esamina-trice per le scuole popolari e cittadine; custode del Gabinetto di storia naturale; Professore, capoclasse nella IV (dal 1 maggio in poi), insegnö matem. nella II, III, IV. Storia nat. nella I. II, III, V, Vl, ore 19. (II sem 20.) Artico (Ion Giuseppe — cffettivo docente di religione e primo esortatore; insegnö religione in tutto il giunasio e matematica nella I; ore 19. Bisiac Giovanni — docente cffettivo e bibliotecario; insegnö lingua tedesca nelle classi II, III, IV, V, VIII; ore 18. Milan cav. de Rešetar, supplente, — approvato all’ inse-gnamento del latino e greco in tutto il ginuasio. coll’uso delle liugue tedesca, italiana e croata; insegnö latino nella IV, greco nella III e V; ore 16 (fino al 1 maggio, in cui passö all’ i. r. Ginuasio superiore di Zara); insegnö pure lingua slava (studio libero) nei mesi di Marzo e Aprile. Giauelli Bortolomeo — Pittore accademico — insegnö il disegno (studio libero) in due corsi, con ove 1 settimanale per ciascheduno. Koinarek Antonio — docente cffettivo di ginnastica nell’i. r. Istituto magistrale in luogo; insegnö ginnastica e calligrafia; la prima in 4 corsi di ore 1 settimauali per ciascheduno; la seconda in corsi due di un’ora per ciascheduno agli alunni della I e II CI. Czastka Giuseppe -— maestro di mušica nell’ i. r. Istituto magistrale in luogo; insegnö il canto in due corsi di un’ora settimanale per ciascheduno, ore 2. Commissario vescovile peli' istruzione religiosa II Reverendissimo Mons. Canonico Giovanni de Favento giä prefett« ed i. r. professore ginnasiale emerito Civica Deputazione ginnasiale Sig. Augusto Dr. Gallo-preside „ Giovanni Dr. (le Manzini „ Antonio Dr. Zetto „ Gregorio conte Totto liicevitore dclla tassa scolastica (didattro). Signor Alessandro Bonne i. r. Cassiere del locale I. K. Ufficio principale delle imposte. Zorn Giuseppe, bidello, inserviente ai Gabiuetti e custode del fabbricato. II. nell’ anno scolastico 1882-83. CLASSE I. — Religione, I. sem. Spiegazione del Simbolo apostolico, deli’ orazione domenicale, del decalogo, dei cinque pre-cetti della chiesa e della giustizia cristiana. II. sem. Delle dome-uiche e feste della chiesa cattolica colle varie cerimonie. — Italiano. Esposizione della pavte etimologica della grammatica del Demattio, con esercizl di analisi grammaticale. E serci z i di grammatica logica. Proposizioni semplici e composte. Teoria della narrazione con al-cune faVole dei migliori antori da maudarsi a memoria. Uu tema scolastico ed im domestico per settiniana (brevi uarrazioni). Libro di lettura per la 1 classe del Ginuasio inferiore. P. I. di Fortunato Demattio. Latino. I primi elementi della grammatica, compresa la conjugazione nella forma attiva e passiva dei verbi regolari e deponenti. Lettura con minuta analisi e traduzione. Esercizi di memoria. Temi: Resocouti in iscritto delle traduzioni del libro di lettura. Testi: Schultz, Grammatica latina. Libro d’ esercizi delto stesso Schultz, trad. Fornaciari. — Tedesco. Grammatica, tino alla declinazione debole del sostantivo. Lettura dal Müller (corso pratico di lingua tedesca) tino alla pagiua 80. Compiti: uel II. sem. uno scolastico ed im domestico per set ti m an a alternativa-mente. — Geogralia. Principi di Geogratia matematica. La geo-gratia lisica e politica dell’Europa, Asia, Africa, America ed Australia. Esercizi di disegni geogratici a casa ed in iscuola. Testo Klun, parte I. — Matematica. Aritmetica: le quattro operazioni fonda-mentali con numeri interi e le frazioni ordinarie. Geometria intni-tiva: linee, angoli, triangoli, quadrilateri e loro principali caratteri Testo Močnik. Seienze naturali. 1. sem.: i Mammiferi. II. sem.: grinsetti. Testo: Pokorny trad. da Salvadore e Lessoua. CLASSE II. — Religione. Dei Ss. Sacrameuti e delle ce-rimonie ueH'ainministrazione dei medesimi. — Italiano. Esposizioue della sintassi. Detinizione della proposizione e delle sue specie, della frase e dei periodo. An .lisi logica di proposizioni semplici e composte. Brani facili di poesia da mandarsi a memoria. Uu tema scolastico ed uu domestico per settiniana. Testo: Libro di lettura ecc. parte II. — Latino. Ripetizione delle parti regolari e svol-gimento delle irregolari della grammatica dello Schultz. Lettura dal testo di esercizi dello Schultz; versione e analisi. Esercizi di memoria. Prepazione. Temi: ogni quiudici giorni, un tema iu iscuola. — Tedeseo. Elementi della Grammatica fino al verbo. Esercizi continui dal Müller, „Corso pratico“, fino al termine della parte I. Compiti: due in iscuola e due a casa ciascun mese. — Geografia e Storia. Due ore di geografia e due di storia. Storia antica. Geografk speciale deli’ Africa, Asia e dei piu rilevanti fiumi d’ Europa. Geografia speciale deli’Europa meridionale. Testi: Weiter vol. I.; Klun parte III. — Matematica. Aritmetica: frazioni ordinarie e decimali, regola del tre cou applicazione, calcolo del percento, metodo delle parti aliquote, cognizione delle misure e pesi. Geometria; equivalenza ed eguaglianza dei triangoli, loro costruzione e principali proprietä dedotte daH’eguaglianza. Poligoni, misnrazioni delle figure rettilinee. Teorema di Pittugora. Trasformazione delle figure ret-tilinee e loro partizioni. Somiglianza dei triangoli. Costruzioni basate sulla somiglianza dei triangoli ; somiglianza dei Poligoni. Testo : Močnik. — Scienze mitu rali. 1. sem. Complettamento della Zoo-logia, cioe: uccelli, rettili pešci, mollusclii e radiati. II. sem.: Bo-tanica. Testo: Pokorny. CLASSE III. — Religione. Storia sacra deli’ antico Testa-mento colla Geografia della Terra santa. — Italiano. Figure gram-maticali ed esercizi sugli Usi particolari dei verbi e delle particelle. Esercizi di memoria con analisi logica sopra varie poesie e sopra brani dei libri di testo (libro di lettura p. III). — Latiuo. Grammatica Schultz ; dottrina dei casi. Lettura: Curtius: Memorabilia, Alexandri Magni C. I-XV, XV, XVII-XVTII, XX. XXII, XXIV, XXVII-XXVIII, XXXIII, XXXVII. Preparazione e trad. Temi: nel 1. sem. un tema scolastico ogni settiinana, nel II. sem. im tema ogni 14 giorni. — Greco. 1/etimologi a fino al Perfetto, giusta Curtius, ap-poggiata al libro d’esercizi dello Schenkl. Esercizi di memoria, di preparazione in iscritto. Temi per casa ed in iscuola nel II. sem. ogni 14 giorni. — Tedeseo. Grammatica: la conjugazione debole e forte dal Müller: „Corso pratico“ vol. II. fino alla pag. 81. Esercizi e compiti come sopra - - mandare a memoria. — Geografia e Storia. I. semestre: 2 ore geografia ed 1 ora storia; II. sem.; 2 ore storia, 1 ora geografia. Storia del medio evo. Geografia speciale deli’Europa settentrionale, deli’America e deli’ Australia. Testi: Weiter parte TI. Klun parte III. — Matematica. Algebra: le quattro operazioiii con interi e frazioni, innalzamento a potenza ed estrazione della radice quadrata e cubica. Geometria: cerchio, linee e poligoni regolari inseritti e circoscritti, calcolo della periferia e della superficie del cerchio. Testo: Močnik. — Scieuze uatursili. I. sem. ore 2, II. sem. ore 3, I. sem.: Mineralogia. Testo: Pokorny. II. Sem. Fisica: Generalita dei corpi. Chimicainorgaiiica. Testo: Vlacovicb. CLASSE IV. — Religioue. Storia del nuovo Testamento col-I’ applicazione della Geografia della Terra Santa. — Italiano. liie- pilogo
  • 0 < 6 5 119 . Trieste e territorio . . 4 — — — 3 1 1 — 9 Dal Goriziano — 1 1 1 — 1 . — 4 Dalla Dalmazia 1 1 — —- 1 — — 3 Da altri luoghi della Monarehia Dali’ estero 1 1 — 1 — — — — 3 — — a — — — — — 2 c) alla religione Cattolici 47 37 30 19 IG 11 11 7 178 Greco-Orientali d) alla nazionalitä 1 1 2 4 Italiani 40 31 28 18 14 11 11 7 100 Slavi 7 6 — 1 *2 — — — 16 Greci — 1 — — 2 _ — 3 Tedeschi 1 1 — — — 3 Francesi — — *2 2 e) all’ etii D’ anni 9 1 — 1 . 10 14 — — — — — — 14 - H 12 3 — — — — — 15 . 12 17 10 1 1 — — — — 35 * 13 4 10 19 1 — — — 34 . H — 8 8 8 ‘2 — — — 26 * 15 - 2 — 4 o 2 — 13 n 10 - — 2 t 5 6 O O — 23 . 17 — — — 4 4 1 — 9 n 1« — — — — 1 1 3 5 , 19 — 1 6 n 20 1 3 4 NELLE CLASSI ca s S o f) allo utipendio Stipendio dal fondo camerale Istriano a f. 84 . . . . I II III IV V VI VII VIII 03 3 1 4 Stip. speciale per scolari delle Isole del Quarnero a f. 100 _ _ 1 1 1 — — 3 Dalla(JiuntaProvinc. a f. 100 — — — 3 2 1 2 2 10 Dal fondo Dobrilla a f. 100 1 3 — — — — — — 4 Dal fondo Castro a f. 105 1 — — — — — --- — 1 Dal fondo Dr. Bressan a f. 105 — — — — — 1 — — 1 Dal fondo i.r. Finanza a f. 100 1 — — 1 Dal „ Sc. dicar. Chersof. 100 — — 1 — — — — j 1 Importo complessivo degli sti-pendi f. 2440 g) alln tassa xcolastica I. sem. esenti intieramente . 1 22 14 13 10 5 4 74 I. „ „ per meti . . — — — — 1 — — — 1 II. „ „ intieramente . 22 30 15 15 10 7 9 5 113 II. „ „ per meta . . — — — — 1 — — — 1 Paganti per intero: I. sem. 44 16 16 8 5 8 6 3 106 „ II. . 22 8 15 4 4 6 2 2 63 Ricavato totale da didattro fior. 1402. h) ogli oggetti liberi Inscritti: Lingua slava . . 17 22 13 9 11 9 6 87 „ Canto 4 9 5 4 2 11 3 1 39 „ Disegno .... 10 8 6 2 3 2 — — 31 „ Ginnastica .... 13 18 5 6 5 3 6 4 60 Prospetto tli cluss. dell'anno scolastico 1881-82, rettificato rlopo gli esami di ripar. Classe compl. prima con em. 5 4 5 5 4 1 _ i 25 prima . . . 27 20 13 16 9 7 7 7 106 _ seconda. . . 5 3 1 1 1 1 2 14 terza . . . 2 1 2 1 — — 2 8 j Non si preaentarono a subire 1’ esame di riparazione . . 1 1 Al termine deli’an. scolastico 1882-83 riportarono: Classe prima con eminenza . „ prima 2 1 3 1 1 5 13 22 20 17 16 10 6 8 7 106 „ seconda 9 3 1 2 1 — j ; — 16 „ terza , 3 2 : 5 ; Ammessi ad un esame di riparazione in un oggetto 5 8 1 8 I 2 1 1 - 25 j Non furono classificati . . 1 1 1 1 1 - — — ! 1 4 T7*. Alimenti nella collesione dei mezzi d’insegnamento T. Biblioteca 4 B. 2 Hälfte — Karte von Sicilien zu den Feldzügen 1718-1720 (dono del sig. Vascotto maestro superiore) — Steinhäuser, Lehrbuch der Geographie für Mittelschulen (dono del libr. Tempsky di Praga) — Botanische Zeitschrift (dono deli’ Eccelsa Luogote-nenza). (Dali1 on. sig. Antonio Oibanich vennero regalate varie monete. II. Biblioteca (legli študenti. Doni: Dali’Ere. Luogotenenza, — C. Morpnrgo: Tra la veglia ed il sonno, Sonetti. — Norme di Logica e grammatica italiana — Emanuele Nicolich: Cenni Storico-Statistici delle saline di Pirano — B. Mitrovič: Idea fondamentale dell a divina commedia — Oscarre de Hassek: Delle Tragedie d’ Alessandro Manzoni — Dal Municipio di Capodistria: 2 copie delle Bellezze della natura. Inni di Antonio Bvionfiglio — Dali’ lil. Sig. Pasqnale de Bossetti-Scander: 20 copie deli1 azione drammatica del Dr. Domenico Rossetti: II 30 Settembre 1382. — Dal signor Giorgio barone de .Polesini gin študente di questo gin-nasio: Gozzi: Novelle scelte Detto: L1 osservatore vol. 2 — Vittorio Alfieri: Tragedie v. 2 Lodovico Ariosto, Salvator Rosa, Benedetto Menzini, Vittorio Alfieri: Satire — Dante: Divina Commedia — Vincenzo Monti : Tragedie, Poemi e Canti — Giovanni della Casa: Prose e Poesie scelte Dallo študente del V corso Cosulieh Giovanni: E. Beecher Spowe: La capanna dello zio Tom; - Dallo študente del V corso, Alberto Jlumer: Verne: Una sco-perta prodigiosa - Da Marti asa Luigi študente del IV corso: Heyse1 s: Fremdwörterbuch. Ricavato dalle Offerte di scolari per la biblioteca f.ni 16. G. Babuder. III. Gabinetto di Storia naturale. — N. 6 forme cristal-lograliche di vetro — N. 5 dispense deli1 atlante botanico dei si-gnori Ermanno Zippel e Carlo Bollmann — N. 1 Pelecanus ono-crotalus, dono del sig. Andrea Gherli — N. 1 Polyporus igniarius, fungo di forme gigantesche, dono del sig. Kaleher i. r. control-lore nella casa di pena in luogo — N. 1 Aragosta (Palinurus vulgaris), vin pietrefatto ed vina ricca collezione di alghe marine, dono del sig. Antonio Zaratin dirigente la scuola popolare maschile in Parenzo. — Inoltre vari minerali provenienti dalle miniere d1 Eisenerz ed un dente d1 Ursus speleus, donati dal sig. prof. Pietro Disertori. Un tufo della campagna romana — N. 5 pezzi di trachite — N. 2 lapilli — N. 4 pezzi difl'erenti di lave — N. 2 medaglioni pure di lava provenienti dal Vesuvio, dono del signor Giorgio Marchese de Folesini. Prof. Oerosa. IV. Gabinetto
  • ia le egregie Signorine Cecilia (Jzatska e Maria de Mahoritscb e quest«: 1. Inno dell’Impero (Hayden)— 2. Sonata per violino e piano (Czatska) — 3. Coro „La pesea“, (Zingerle) — 4. Mose, per violino con aecompagnameuto di piano, (Rossini) — 5. Fantasia per Oboe con sestetto (Czatska) — G. Tannhäuser per violino con acc. di piano (Wagner) — 7. Duetto ,Lucia“ per due violini (Donizetti) — 8. Sinfonia, Tancredi, con sestetto (Rossini) — 9. Coro ,o patria“, (Czatska) — 10. Concerto per violino (Beriot) —- 11. Polka, „Allegria“, (Czastka). L’esecu-zione riusci gradita all’eletta di cospicui Sig.i e darne, ehe corri-sposero gentilmente all’ invito; e furono onorati di prove partieolari di aggradimento gli študenti giunasiali, Czastka Emilio della CI. III, Cavazzani Silvio della V, Manzutto Giuseppe della 111, Martissa Luigi della IV, de Mahoritseh Alessandro della II, Calogiorgio Giovanni della VI. La Direzione si onora d’ esprimere le piü sentite azioni di grazia agli on. Signori e Dame che intervennero, nonehe a quei benevoli, die impcditi dal parteciparvi, diedero saggio di animo nobile, rimettendo con iscritto cortese un imporio, quäle prova di vivo interessamento pel benessere deli’ Istituto. II Direttore non puö che dir,si fortimato di aver a disposizione molti de’ mezzi piü acconci a promuovere il progresso dell’istituto iu ogni riguardo. Cosi fosse sempre viva ed impegnata la coope-razione di tutti i fattori cliiamati ad assicurare il pieno successso deli’opera ediicativa del Oinnasioc non fosse altro, almeno col tenere occliio vigile a ehe i giovani ginnasiali 11011 cadano vifctime talor di estranee influenze, fatali a loro stessi cd alle povere famiglie, ehe li mantengono agli studj con grandi dispeudj e sacritioi! Movimento del personale insegnante. — L’anno scol. non fu immune di vicende men liete e profittevoli ali’ andamento regolare deli’istruzione. Era decorso appena il primo mese di scuola, quando perdevasi uno dei professori, vittima di fiera e lenta malattia. La, lacuna fu tosto coperta, essendo avvenuto di aver a pronta dispo-sizione 1111 supplente pienamente abilitato, il Sig. Milan ca,v. de Kešetar. Di quest'a gufsa si procede con regolaritä dai primi di Nov. 1882 fino al termine di Aprile 1883, quando per disposizione sn-periore detto Sign or de liešetar dovette assumere servigio ali’ i. r. Ginnasio di Žara, occupando il pošto laseiato vacante da un sii]>-plente, il Sig. Domenico Politeo, che per motivi di servigio veniva trasferito a questo istituto. Questi pero fu atteso invauo ed il Direttore unitameute ai professori P etri s e Zernitz dovette sostenere la supplenza per tutti e tre gli uitimi mesi del semestre. Al prin-cipio di Luglio venne colto per giunta da 11011 lieve indisposizione il Sig. Prof. Lorenzo Schiavi, che domandö ed otteime il per-messo di lasciare 1’istituto sedici giorni prima deli’espiro deH’anuo scolaatico. Col principi«) deli’anuo scolastico 1’ insegnamcuto della lingua slava venne atlidato al Signor Professore ginnasiale Francesco Matejoic, ehe lo sostenne per quasi tutto 1’ anuo scol., ad eocezione dei due mesi di Maržo ed Aprile, durante i quali venne impartito dal sig. de Uesetar. Nel corso deli’ anno s’ ebbe a deplorare come fu accenuato, la perdita di un docente, nouehe quella di uno scolaro. POLA PIETRO i. r. docente ginnasiale nato a Trieste il 26 Giugno 1852, compiuti gli studj ginnasiali a Trieste, gli universitarj a Graz ed a Vienna, servi da prima come supplente al Ginnasio Comuuale di Trieste pello spazio di uue anni, quindi venne nominato a docente effettivo in questo istituto con Decreto delli 20 Genuaio 1880. — Sodezza di co-gnizioni, soavita e schiettezza di modi, ossequio liverente verso i superiori, spirito collegiale, amorevolezza verso gli scolmi, abue-gazione totale di se pella famiglia e 1’ ufficio — di cui diede prova lino agli Ultimi istanti della sua vita — furono le doti insigni di quest’infelice professore rapito in sul fiore degli anni da morbo lento e crudele. Korlfeyic Marco da S. Vitale in quel di Montona, scolaro della quinta classe ed alnnno del Convitto diocesano parentino-polese, era passato due anni ad-dietro a questo istituto dall’ i. r. Ginnasio di Pisino. — Modello di buon costume e d’ indefessa applicazione, egli seppe, ad onta delle difficoltä incontrate in sulle prime, elevarsi fino ad occupare un posto eminente tra suoi compagni di scuola e di convitto, che conserveranno sempre di lui la piü cara memoria. MSPOSIZIONI SUPEMORI. 8 Ott. 1882 N. 1740 —(Ecc. Luog.) 11 prospetto dei professori e docenti aggregati all’armata compilato a seusi dei Disp. 6 Ag. 1876 N. 1729 e 21 Nov. 1878 N. 2770 non si presenterä quiud’ innanzi — rimesso alle au to rita scol. di riparare entro la sfera delle pro-prie attribuzioni alle lacune dei personale insegnante in casi di mobilizzazione. 23 Ott. 1882, N. 14591 (Ecc. Luogot.) Di ogni programma stampato alla chiusa, il quäle contenesse un lavoro di argomento storico si dovrä mandare una copia alla Sp. Redazione delle „Mittheilungen des Institutes für öst. Geschichtsforschung“ all’ Uni-versitä in Vienna. 25 Nov. 1882, N. 1553 (Ecc. Luogot.) — inculca 1’ osser-servanza delle disposizioni contenute nel Disp. Minist. 8Lugliol878 N. 10821, circa la proibizione espressa a membri de’ Corpi inse-gnanti, di teuere scolari a dozzina. 3 Die. 1882, N. 1587 (Ecc. Gons. scol. prov.) — approva due aggiunte fatte allo statuto disciplinare concernenti il dovere degli scolari, di domaudare il permesso alla direzione quando in-teudono di pubblicare qualche cosa per le stampe od altrimenti; come pure di ottenere il permesso, se vogliono fare qualche gita iu luoghi vicini, unendosi iu molti. 14 Dicembre 1882 N. 61(57 (Incl. Giunta prov.) — elargisce l’importo di fior. 150 pel fondo giunasiale di beneficenza. 22. Genuaio. 1883. N. 1251 — (Ecc. Luogot.) — iuvita la Direzione ad avvertire i libraj di non mettere iu vendita testi scol. che nou abbiano otteuuta 1’ approvazione superiore, ne edizioui nuove di testi di giä approvati, se non sono pure approvate. 12 Aprile 1883. N. 5299. (Ec. Luogot.) — invita le autoritä dello stato a dare commissioni di lavori erariali, alle i. r. case di pena. 24 Aprile 1883 N. 351. (Ec. Cons. scol.) — dispone il tra-sferimento del suppl. de Rešetar all’i. r. Ginnasio di Zara e quello del sig. Domenico Politeo suppl. da Zara a questo Ginnasio. 12. Maggio 1883. N. 5654. (Incl. Dir. delle Poste) — ri-mette in dono pegli scolari, 60 eseraplari di un opuscolo compren-dente le norme risguardanti l’istituzione delle casse postali di ri-sparmio. 6. Luglio 1883. N. 356 (Ec. Cons. scol.) — assegna f. 200 Süll’esercizio del 1884 per 1’acquisto di un nnovo armonio pella scuola di canto. 15. Giugno 1883. N. 8517. (Ec. Luogot.) — II Direttore ginnasiale G. Babuder viene incaricato di diriggere gli esami di maturitä nell’ i. r. Ginnasio Superiore in Pisino. ■VII. Anministrazione Sei Foiäo piasiale äl benefieenza Fra la cliiuna dell’aimo scal. 1881-82 e l'apertura dell’anno scol. 18S2-83. Introito Da diversi scolari nel la-schire 1’ istituto . . . Dal cassiere sig. Mlekus 19.21 1 Assieme f. 20.21 Esito 1. Sussidio in denaro accor-dato agli scol. P. P. ed M. A. delia 4 cl. e G. B. della I ol...................... 2. Per scolari poveri, pagato il prezzo d'iugr. alKesp. di Trieste...................... 3. Libri scol. comp, di sec. mano dal sig. A. Komarek. Assierae . . f. 10,- 6.85 2— f. 18.85 Civanzo lior. 1 3(3, diconsi f. uno e trentasei soldi. Anno scolastico 1882-83 lisito Introito 1. Dali’ Incl. Giuuta prov. dell’Istria pro 1883 . . 2. Dall’i. r. Utflcio delle imp. a saldo d’interessi scaduti su due obbliyazioni . 3. Da scolari diversi alla chiusa del I sein. 1882-83 4. Dallo Sp. Municipio di qui per l'anuo 1883 . . . 5. Kicavato dell’Aecadeinia 15 Luglio 1883 . . . 6. Frutto del capitale di f. 292.4 investito al 6 % • Assieme . . f. 430.14 Assieme . . „ 381.37 Avanzo flor. 48.77 che aggiunto all'avanzo di sopra fior. 1.36 Da l'avanzo complessivo di flor. 50.13 Diconsi fior. 50.13, che si aggiungono all'attivo dimostrato nel resoconto di chiusa dell’anno scol. 1881-82. — (Vedi Programma 1881-82, pag. 77). 1. Per libri scol. per scol. 150. - poveri, forniti dal libraio 1?. Lonzar................. j; 2. Delto al lib. G. Ceruivani 54.60. 3. Mezzi d’ insegnameuto comp, di seconda mano 13.95' 4. Sussidi in denaro a scol. (vedi giovu. di cassa) 100.—j 5. Spese per l’Accademia 15 Luglio 1883 . . . 93.95 i 17.64 226.91 109.02 2.30 36.66 6.48 Capodistria 31 Luglio 1883. Gtiacomo Babuder Direttore ESAMI DI MATURITÄ Nel corso deli’ anno scol. subi 1’ esame di maturitä con successo (dopo una riparazione conceduta nell’ esame in una materia) il candidato Riccardo Paulin, giä scolaro puhlico di questo Ginnasio, il quäle sostenne 1’ esame di maturitä a Fiume e dovette a sottostare ad un altro esame in un Ginnasio della Cis-leitania per avere accesso alle universitä di questa parte deli' Impero. Al termine deli’anno scol. 1882-83 domandarono l’ammissione agli esami di maturitä sette candidati, študenti ordinarii dell’ istituto ed uno scolaro stra-ordinario, allievo del resto anche questi del Ginnasio, rimesso 1’ anno scorso alla ripetizione dell’ esame dopo sei mesi. L’ esame in iscritto ebbe luogo nei giorni, dal 25 giugno alli 3 luglio, coi temi seguenti. - 1. Lingua latina: (versione dall’ italiano): Dal Verri „(Notti Romane)“ Notte prima, colloquio III lino alle parole: .... che noi fossimo prodotti alla vita. 2. Detto (versione dal latino): Com. Taciti, Dialog, de oratoribus cap. 29 (intero); cap. 30 fino alle parole, „ut omnem omnium artiuin varietatem complecteretur.“ 3. Lingua greca: Platone, Protagora cap. IX, ’Eitst itdvtEj — S eiray- YEXXojiat. 4. Lingua italiana: Lodi della lingua latina. 5. Lingua tedesca: Dal libro: Letture italiane; Parte I. Vienna 1883 (p. Alfredo Holder). Un bell’atto di giuxtizia dell’Imperatore Giuseppe II. versione. (j. Matematica: 1) Trovare i numeri, che sono divisibili per 7 e che auineutati di 1 sono pure divisibili per 23. — 2) Un padre laseia morendo a suo tiglio di anni 5 un capitale di fior, 25.000 i quali vengono uiessi a h'utto in una cassa che caloola 1’interesne comp, del 3%. Che somnia avra il tiglio, quando avra raggiunto 1’ etä di 24 anni, se la cassa paga al principio di ogui anno pel mantenimento tior. 600. — 3) Si trovi la supcrficie di un settore sfe-rico, che corrisponde ad un angolo al centro di 72" 35'. La superticie della sfera di cui fa parte sia ” di un cilindro equilatero. II raggio della base di questo, sia 1721 cm. Gli esami a voce ebbero luogo nei giorni 24 e 25 Luglio sotto la pre-sidenza dell’ Ul. Sig. Ispettore scol. provinciale Antonio cav. de Klodic-Sabladoski. L’ esito e questo : Degli otto candidati presentatisi agli esami, subirono felicemente la prova e vennero dichiarati maturi pegli studj universitairj: Brnuetti Matleo da Rorigno Calioni Giacomo di Albona Cattaro Francesco da Pola Rozzo Pietro da Capodistria Tamaro Giuslo da Pirano I prilili quattro appliclieranno alle leggi, il quiuto e indeciso. Un candidato dovra ripetere 1’esame al termine di sei mesi; due altri dovranno ripetere 1’ esame in una materia al termiue di due mesi. m ELENCO D’ONORE DEGLI SCOLARI CHE ALL A FINE DELL’ ANNO SCOLASTICO 1882-83 RIPORTARONO LA CLASSE COMPLESSIVA PRIMA CON EMINfiNZA CLASSE I. PIZZARELLÜ ANTONIO KRA1NZ GIUSEPPE CLASSE II. ZUCCON GIOVANNI CLASSE III. GENIN GIORGIO MANZUTTO GIUSEPPE CZASTKA EMILIO CLASSE IV. GOIDANICH PIETRO CLASSE V. POGATSCHNIG ANTONIO CLASSE VI. COSULICH MARCO ZANOLLA ALPREDO MARCHIO GIACOMO ULCIGRAI ANTONIO NOVACCO GIOVANNI CLASSE VIL CLASSE VIII. AVVISO. L’apertura dell’anno scolastico 1883-84 avrä luogo il 1. ot-tobre a. c. colla solenne funzione religiosa, alle ore 10 ant. L’iscrizione principiera il giorno 27 settembre e continuerä fino al giorno deli’ apertura, dalli* ore 9 ant. alle 1 porn. Gli študenti dovranno comparire all’ Jstitnto ncrompagnati dai genitori o dai rappresentanti dei medesimi, i quali — a seanso di misure spiacevoli che potretibe.ro venirpre.se. dalla Direzione nel corso dell'anno scolastico — sono tenuti di dar avviso alla scrivente, presso quäle famiglia intendono di collocare a dozzina i rispettivi fucjli o raccomandati. Cosi pure vorranno comparire muniti della fede di poverta, estesa in piena forma legale, quegli študenti ehe vorranno aspirare all’ esenzione della tassa scolastica od a sussidj dal fondo di beneficenza. Immediatamente dopo 1’ apertura avranno luogo gli esami di ammissione, di riparazione, ecc. Capodistria, 31 Lnglio 1883. II Direttore Car. Giac. BABÜDER.