QUINDICINALE DEI SINDACATI UNICI DEL DISTRETTO DI CAPODISTRIA Anno II - N. 2 Capodisiria, 1 febbraio 1947 Prezzo Lire 5.— ARGOMENTI SEMPRE ATTUALI ,,, Nel suo lungo e faticoso cammi- -j ____________^ jUno, nellaiSsua dura lotta per il pro-gresso, per una vita migliore, la classe lavoratrice si è sempre trovata di fronte a molti ostacoli di vario genere, primo fra tutti, logicamente, quello che possiamo definire il suo nemico naturale, la borghesia che, per mantenere i suoi privilegi ed il suo dominio non è mai rifuggita da nessuna forma di sfruttamento e di oppressione, che senza scrupolo alcuno ha provocato enormi miserie, guerre e massacri, perseguitando spietatamente i combattenti per la libertà dei lavoratori. tìe questo fu il primo ostacolo, non ultimo certo, fu quello dell’ incomprensione e dell’ incoscienza da parte dei lavoratori stessi, i quali, ,«per la loro ignoranza o immaturità, r^per l’egoismo o tendenza parassita-' ria, perchè influiti da pregiudizi di vario genere e così via, il tutto mantenuto e alimentato dalle forze reazionarie della borghesia, rimanevano al di fuori delle organizzazioni dei lavoratori o addirittura si lasciavano attrarre da organizzazioni create^ dalla borghesia o dai suoi agenti, le quali agivano in opposizione alle organizzazioni sindacali di classe. Naturalmente essendo in questo modo divisa, la classe lavoratrice veniva ad essere di molto indebolita nella sua lotta contro il capitalismo, il quale in tale modo, oltre ad avere a sua disposizione tutta l’organizzazione oppressiva dello stato, poteva pure manovrare, a danno dei lavoratori quelle masse che rimanevano staccate dalle organizzazioni operaie. Poi, a poco a poco, sempre più larghe masse di lavoratori, attraverso dure esperienze, acquistavano coscienza della necessità di serrare le file e partecipare alla lotta per le comuni rivendicazioni immediate e future, sempre nuove categorie di lavoratori si univano agli operai più coscienti che con duri sacrifici ave-■ vano iniziato la lotta ; i lavoratori della, campagna compresero che solo in unione agli operai potevano sottrarsi allo sfruttamento semifeudale cui erano soggetti, gli impiegati e gli intellettuali in sempre maggior numero s’ accorsero che la posizione di superiorità sugli operai e contadini che la borghesia voleva far credere loro di avere era soltanto illusoria, mentre in realtà erano sempre stati nient’altro che degli sfruttati quanto gli operai ed i contadini, e spesso la borghesia si serviva di loro e della presunta superiorità per meglio opprimere e sfruttare gli altri lavoratori. Fu così che pure queste categorie cominciarono ad avvicinarsi ed unirsi alle masse fondamentali della classe progressiva. Si andava così realizzando una delle migliori aspirazioni di quei lavoratori che tutto diedero per l’emancipazione della loro classe, l’unità di tutta intera la classe lavoratrice nella lotta per l’eliminazione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Nella nostra Regione fin dall’inizio del movimento sindacale nella seconda metà del secolo scorso, questo ebbe uno sviluppo abbastanza rapido sotto la spinta del proletariato industriale delle città, ma la reazione cercò sempre di trovare il punto debole di tale fronte e, purtroppo, spesso trovò tale punto debole nel fatto che nella regione vi sono lavoratori di diverse nazionalità; ed ecco qui la reazione a far leva su un sentimento sano e naturale, il sentimento nazionale, trasformandolo in dannoso nazionalismo e spesso odio onde mantenere divisi e in lotta fra loro i lavoratori delle varie categorie e così opprimerli con più facilità. Questo avvenne sotto la dominazione austriacai questo avvenne con l’annessione all’Italia, questo facilitò il passo al fascismo e quando, dopo la dura esperienza di oltre un ventennio di oppressione fascista, si avrebbe ben potuto sperare che un simile successo la reazione non lo avrebbe più realizzato, con la parti colare situazione in cui è venuta a trovarsi la regione dopo la liberazione, la reazione potè ancora influire su taluni gruppi o categorie di lavo ratori, in numero molto limitato fra gli operai e contadini, realizzando la scissione sindacale in zona A e tenendo staccati o passivi nei sindacati un certo numero di lavoratori in zona B. Noi dobbiamo constatare che, se la reazione ha potuto ottenere un tale successo, lo si deve ancora e sempre alla immaturità e scarsa coscienza di classe da parte di lavoratori che ancora non sono riusciti a scorgere la giusta via da seguire, naturalmente quasi venticinque anni di penetrazione e di educazione fa scista hanno lasciato la loro traccia. Oggi però possiamo vedere con soddisfazione che molte cose si vari- j no chiarendo, in seguito all’ opera costante dei lavoratori più coscienti e più combattivi. 11 nostro fronte si va rafforzando e allargando. In zona A si sta edificando l’unità sindacale, nella nostra zona quei gruppi di lavoratori che rimanevano passivi o staccati dalla loro organizzazione vedono sempre più concretamente che solo con la partecipazione attiva di tutti si potranno risolvere nel più breve tempo e nel miglior modo i problemi più immediati e, appoggiando e rafforzando il potere popolare, frutto della lotta dei migliori figli del popolo, dando ii massimo nello sforzo per meglio e più produrre,7 nonché educare ed allevare nuove forze sane, si potrà assicurare al nostro popolo un’ avvenire di prosperità, di libertà e di progresso, togliendo così alla reazione ogni possibilità e speranza di poter ancora dominare. ioti L’articolo apparso sul penultimo numero di «Ricostruzione» ha provocato il sacro sdegno di alcuni sacerdoti della Parrocchia dì Capodistria, che, indirettamente nelle prediche domenicali e più direttamente nelle loro conversazioni private, hanno tentato puerilmente di rigettare le ‘•infami calunnie» di truffa, tacciandoci da mentitori, calunniatori ecc. e minacciando per noi tutte le pene dell’ inferno. Tuttavia i fedeli si domandano dove saranno andate a finire le reliquie sottratte un tempo a Grio Nazario (Luigi) ? Saranno ' anche calunnie, ma que-sli oggetti dove sono? Ad ogni modo, ecco un'altro fatterello che dimostra di coinè alcuni umilissimi fraticelli seguono gli inse-namenti detta fede. Alcuni membri della Commissione per l’ attuazione della Riforma Agraria, recatisi a Sant' Onofrio per ripartire fra gli ex coloni la proprietà dei frati, lavorando fino a notte alta, furono costretti a pernottare in quella località. Non potendo trovare alloggio fra i contadini del paese, viventi in luoghi ristretti con famiglie molto numerose, chiesero ospitalità ai frati, certi che essi avendone la possibilità, avrebbero messo in pratica l’insegnamento di Cristo : “Ama il prossimo tuo come te stesso!» Sulle prime i frati dissero che non avevano posto, poi, quando i membri della commissione, facendo valere la loro autorità, vollero visitare la casa, constatando che mentre i frati erano due, le stanze erano cinque, negarono V alloggio, dicendo che sarebbe stato necessario il permesso del vescovo (fascista) Cantili. Naturalmente tutti i lettori penseranno che i frati di Sant’Onofrio negarono l’alloggio ai membri della commissione proprio perche era necessario il permesso di Mons. Santin, e non perchè essi erano andati a ripartire i ITO ettari di terreno di proprietà dell’ Ordine, come qualche maligno potrebbe pensare. Lotta prò e contro l'unità sindacale I lavoratori della nostra Regione hanno I cale che doveva realizzare la fusione dei certamente appreso con soddisfazione l’ac cordo raggiunto a Parigi nel settembre scorso tra le due organizzazioni sindacali della zona A, Sindacati Unici e Camera del Lavoro, per la fusione sindacale, per creare un’ organizzazione sindacale upitaria nei limiti del futuro territorio libero. E difatti da quando cominciarono le lotte dei lavoratori contro i propri sfruttatori, da quando cominciarono a formarsi le prime organizzazioni sindacali, i lavoratori compresero sempre più chiaramente quale formidabile strumento di lotta il sindacato rappresentasse per loro nell’ affrontare il capitalismo, e quanta importanza avesse 1’ unità di tutte indistintamente le forze antipopolari. Logico d’altro canto che i capitalisti comprendessero l’importanza per loro di mantenere disunite quanto più possibile tali forze, perciò di fronte alla tendenza diremo quasi istintiva dei lavoratori di organizzarsi, tentarono sempre di distoglierli dalle organizzazioni sindacali classiste, spesso attirandoli in altre organizzazioni sindacali oppositrici all’uopo costituite da elementi agenti al soldo del capitalismo. Tali erano i Sindacati Giuliani costituiti nell’estate 45 a Tiieste e in zona A, e che in seguito, nel gennaio 46, per motivi politici del momento, furono accolti in seno alla C.C.l.L. diventando Camera Confederale del Lavoro, che, malgrado tale nome, serviva a mantenere divisa la classe lavoratrice. Artefice ne è stato un prete politicante, al servizio delle forze più conservatrici, si poggiò allora sulle aspirazioni di parte di lavoratori, in merito alla sistemazione territoriale della Regione in contestazione, si servi di argomenti e di metodi i più subdoli e menzogneri, con 1’ appoggio diretto ed indiretto dei datori di lavoro per attrarre i lavoratori in tale organizzazione. I Sindacati Unici, esprimendo la preoccupazione dei lavoratori per il pericolo che tale frattura del fronte del lavoro rappresentava, cercarono da allora di porre rimedio a tale situazione proponendo varie volte la fusione delle due organizzazioni, fino a che, sotto gli auspici della Federazione Sindacale Mondiale, con l’intervento dei Sindacati Jugoslavi e della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, a Parigi fu fiirmato un protocollo che stabiliva la creazione di una Commissione d’Intesa Sinda- Sindacati Unici e della Camera del Lavoro di Trieste. Attualmente la detta Commissione svolge la sua attività e lentamente si va realizzando la creazione dell’ organizzazione unitaria con la più viva soddisfazione di tutti i lavoratori che vedono in ciò la possibilità di meglio combattere le loro battaglie per 1’ emancipazione. Risorge per la borghesia triestina il problema di scindere nuovamente la classe lavoratrice che si sta unendo, ormai il tasto nazionalistico non è più addatto, la situazione è mutata in tale proposito rispetto all’ estate 1945. Perciò viene messo nuovamente in moto lo strumento che aveva servito cosi bene allo scopo la volta scorsa Don Marzari, il professionista della scissione che col suo acuto ingegno troverà gli argomenti per attrarre nella sua rete i lavoratori più ingenui. E, non perendo, come abbiamo detto più sù lanciare le parole d’ ordine della difesa dell’ italianità, ne ha escogitata un’altra nuova, la difesa della Religione, della Cristianità, l’organizzazione A.C.L.I. è bella e pronta, 1’ ha già creata Don Marzari, manca sol« di darle il carattere di organizzazione sindacale vera e propria e trovare dei lavoratori che si lascino influire dalle bugiarde parole di Don Marzari e aderiscano a tale organizzazione. Ma come già s’ è visto i lavoratori non sono affatto disposti a restar passivi di fronte a tale manovra, e in buona parte delle aziende triestine hanno reagito energicamente esprimendo la loro decisa volontà di completare e mantenere 1’ unità sindacale. Vedremo, fallita questa, cosa saprà partorire la fantasiosa mente di questo prete che abbandona il suo ministero divino per mettersi al servizio del capitalismo più reazionario. Rettifica Nello scorso numero di «Ricostruzione», fra i più generosi donatori citati nell’ articolo Solidarietà dei ricchi nel Natale del Bambino era erroneamente elencato 1’ elettricista Vattovani Libero, che non si può certamente annoverare fra i più ricchi abitanti. Al sig. Vattovani Libero le scuse del-1’ articolista. Fascisti e criminali di guerra alla resa dei conti di fronte al Tribunale del Popolo di Pirano 77 „benemeriti” di fronte alla giustizia. 5 condanne a morte. Carcere per complessivi 1.147 anni Alle ore 17 del 30 dicembre si è concluso il processo a carico di un folto gruppo di tristemente famosi criminali fascisti, che terrorizzarono e seviziarono la popolazione di Pirano e della Zona. La Casa del Popolo, ove ebbe luogo il processo che durò tre giorni, era stipata fino all’ inverosimile di popolo, che non dimentico delle innenar-rabili sofferenze patite nell’era fascista, per opera degli imputati, servi fedeli di Mussolini, volle assistere alla loro condanna. Nel corso della requisitoria del Pubblico Accusatore, che, enumerando e compro, vando gl’ innumerevoli delitti commessi dagli imputati durante la spietata oppressione fascista, tracciò la dolorosa storia di mar tirio dei nostri popoli, i presenti nella sala che come in una visione, rivivevano episodio per episodio, violenza per violenza, delitto per delitto, l’incubo del proprio passato di miseria e di schiavitù, non potendo comprimere il proprio spasimo, interrompeva chiedendo inesorabile giustizia. La difesa, nel suo tentativo di giustificare e diminuire le colpe degli imputati, fu più volte inter-rota dalla indignazione del pubblico, tanto che l’avv. De Grassi di Isola, interroto dal pubblico, mentre tentava di dimostrare che le squadre di azione fasciste occuparono la Prefettura di Trieste, bruciarono il Balkan, assaltarono la Camera Rossa, distrussero le Cooperative operaie di Muggia ecc , per ripristinare 1’ ordine, minacciato dalle barricate che i lavoratori avevano eretto a S. Giacomo e negli altri rioni della città per difendersi dagli attacchi delle squadre d’azione, pr( testò presso il Presidente dicendo che negli altri Tribunali viene lasciata ampia libertà alla Difesa. Il Presidente impose silenzio, però spiegò alla difesa, che i fascisti difesero si «l’ordine» ma «l’ordine fascista», dietro le barricate vi stava il potere del popolo, disarmato e privo di mezzi, cha fu stroncato perchè i fascisti (l’ordine) disponevano di armi e di mezzi. Il Pubblico Accusatore intervènne, e chiese al Presidente ed alla Corte di scusare il pubblico per le interruzioni, pensando che su di esso s’era esercitata la brutalità degli imputati, rivolgendosi alla Difesa, conlutò l’affermazione della pre- 14) Cimadori Carlo fu Michele, nato a sunta libertà negli «altri Tribunali», citando | Pisino il 22-1-1899, latitante. 22 anni. 1’ accurato esame a cui venivano sottoposti coloro che desideravano partecipare ad un processo importante in cui erano ammessi solamente coloro, che rispondevano al de- ; Pirano nel 1885, latitante. 20 anni, siderio delle autorità »'T' 'rr;‘ 15) Boscolo Giorgio fu Domenico, nato a Pirano il 2-9-1904, latitante. 9 anni. 16) Corsi Giorgio fu Giovanni, nato a Alla lettura delle sentenze, il pubblico (popolo) non potè contenersi e protestò ad alta voce per la clemenza e la mitezza delle condanne. Gli imputati erano difesi dall’avv. De Grassi Amatori di Isola, dell’avv. Mario Stoka di Trieste e dall’ avv. Lonzar di Capodistria. Ecco gli imputati con le rispettive, comprovate accuse e le condanne: 1) Antonini Giovanni, fu Giovanni, nato a Pirano il 26-1 1900, latitante. 20 anni di reclusione. 2) Apollonio Alfeo di Bortolo, nato a Pirano il 23-12-1891, latitante. 10 anni. 3) Apollonio Ascanio fu Almerigo, nato a Pirano il 23-11-1897, latitante. 21 anni. 4) Apollonid Guido fu Bartolomeo, nato a Pirano il 3-7-1889, latitante, detenuto alle carceri di Trieste, condannato dalla C. S. A ad anni 6. Anni 8. 5) Apollonio Bortolo fu Almerigo, nato a Pirano il 25-12-1885, latitante. 4 anni. 6) Apollonio Libero fu Bortolo, nato a Pirano il 30-3-1898, latitante. 22 anni. 7j Benedetti Antonio fu Giovanni, nato a Monfaleone il 21-12-1905, residente a Pirano, latitante. 21 anni. 8) Benedetti Giovanni fu Antonio, nato a Pirano il 7-4-1879, latitante. 21 anni. 9) Beltrame Guglielmo fu Alessandro, nato a Pirano il 5-5-1894, latitante. 23 anni. 10) Benvenutti Domenico fu Domenico nato a Pirano il 25-5-1876, latitante. Pena di morte. 11) Bonifacio Carlo di Antonio, nato a Triesie il 1-12-1912, già condannato dalla Corte S. A. di Trieste a 6 anni, detenuto a Trieste. 20 anni. 12) Bonifacio Giorgio di Antonio, nato a Trieste il 6 3-1903, latitante. 23 anni. 13) Čendak Primo di Lorenzo, nato a Nosedo il 30-12-1903. detenuto nelle carcuri di Capodistria. 6 mesi. 17) Colle Vito fu Rocco, nato a Šmarje il 10-6-1891, latitante. 8 anni. 18) Cotterle Giovanni di Giovanni, nato a Isola il 11-3-1915, latitante. 20 anni. 19) Cotterle Silvano di Giovanni, nato a Pirano il 28-12-1924, latitante. 17 anni. 20) Curzolo (Curzok) dott. Oscar fu Giuseppe, nato a Zara il 11-1-1892, latitante. 17 anni. 21) Denich Marco di Marco, nato a Oastelvenere il 17-6-1902, presente. 4 anni. 22) Capretto Fausto di Antonio, nato a Pirano il 2-1 1903, latitante. 14 anni. 23) Capretto Vittorio di Andrea, nato a Pirano il 31-5-1899, latitante. 11 anni. 24) Dapretto Umberto Odorico fu Nicolò, nato a Pirano il 21-12-1902, latitante. 25 anni. 25) De Furegoni Bruno fu Marco, nato a Pirano il 6-3-1903, latitante 25 anni. 26) De Furegoni Dino fu Almerico, nato a Pirano il 14-1-1902, latitante. Pena di morte. 27) Diqual Libero di Francesco, nato a Pirano il 24-6-1911, latitante. 14 anni. 28) Davanzo Dario di Giovanni, nato a Pirano il 23-2-1899, latitante. 25 anni. 29) Fonda Bruno fu Enrico, nato a Pirano il 12-4-1889, lartitante. 17 anni. 30) Fonda Bortolo fu Odorico, nato a Pirano il 2-3-1893, latitante. 25 anni. 31) Fonda Giovanni (Nannuzzo) fu Antonio, nato a Pirane il 27-11-1902, latitante. 25 anni. 32) Fonda cav. Giovanni fu Domenico, nato a Pirano il 18-10-1898, latit. 23 anni. 33) Fonda Ugo fu Gaetano, nato a Pirano il 7-12-1886, latitante. 20 anni. 34) Fiumich (Fiumi) Fulvio di Giovanni, nato a Pirano il 11-5-1916, latitante. 14 anni, 35) Gasperi Vincenzo, nato a Roma il 5-12-1909, latitante. 25 anni. 36) Gianpiccolo Giuseppe di Carmelo, nato a Giarratani (Ragusa) il 28 6-1897, latitante. 85 anni. 37) Grego Michele di Michele, nato a S. Pietro dell’ Amata il 5-5-1894, latitante. 10 anni. 38) Goina Domenico fu Domenico, nato a Pirano il 28-7-1891, latit. Pena di morte. 39) Guglielmi Renato fu Giovanni, nato a S. Pietro Vernotico (Brindisi) il 27-1-1898, latitante. 14 anni. 40) Cellici (Jellicich) Giuseppe fu Giovanni, nato a Surocaba (Brasile) il 4-7-900, presente. 16 anni. 41) Jakac Ernesto di Francesco, nato a Pirano il 1-1-1915, latitante. 9 anni. 42) Labate Pasquale fu Donato, nato a Locorotondo (Bari) il 5-12-1885, latitante. 16 anni. 43) Maraspin Giovanni di Giorgio, nato a Pirano il 14-3-1904, latitante. 4 anni. 44) Marzari Antonio fu Antonio, nato a Buie il 10-1-1869, latitante. 20 anni. 45) Martini Emilio fu Pietro, nato a Pirano il 22-1-1908, latitante. 22 anni 46) Micheli Vittorio fu Gaetano, nato a Pirano il 23-8-1887, latitante. 11 anni. 47) Monti Cesare fu Antonio, nato a S. Vincenzi il 24-3-1893, latitante. 8 anni. 48) Moro Silvio fu Giulio, nato a Trieste 11 18 5-1901, latitante) 8 anni. 49) Muiesan Domenico fu Giuseppe, nato a Pirano il 12-6-1897, latit. 25 anni. 50) Muiesan Vittorio fu Giuseppe, nato a Pirano il 5-7-1899, latitante. 25 anni. 51) Nesich Emilio fu Antonio, nato a Salvore il 14-3-1911, latitante. 14 anni. 52) Petronio Achille di Domenico, nato a Pirano il 16-11-1887, latitante. 8 anni. 53) Petronio Aurelio di Lorenzo, nato a Pirano il 19-3-1906, latitante. 21 anni. 54) Predonzani Ferruccio di Antonio, nato a Pirano il 31-12-1898, latit. 25 anni. 55) Ravasini Antonio fu Antonio, nato il 1-4-1893, latitante. 16 anni. 56) Ravasini Giuseppe fu Antonio, nato a Pirano il 16-2-1900, latitante, 16 anni 57) Rosso Andrea di Pietro, nato a Pirano il 16-2-1900, latitanie. 22 anni. 58) Rosso Italo fu Luigi, nato a Pirano il 7-3-1893. latitante. 25 anni. 59) Salvetti Cellino fu Creonte, nato a Ginevra il 28-3-1902, latitante. 25 anni. (Continua in seconda pagina) 60) Sambo Bruno fu Domenico, nato a Cittanova il 17-8 1906, condannato dalla C. S. A. di Trieste a 30 anni, detenuto nelle carceri di Trieste. Pena di morte. 61) Spizzamiglio Enrico fu Giovanni, nato a Castelvenere il 5-10-1881, latitante. 20 anni. 62) Stocovaz Giuseppe fu Giacomo, nato a Pirano il 5-3-1907. latitante. 8 anni. 63) Tulli (Tuli) Luicio fu Giovanni nato a Capodistria, latitante. 4 anni. 64) Toso Antonio di Pietro, nato a Pa-renzo il 11-2-1902, latitante. 20 anni. 65) Tamaro Mario fu Giorgio, nato a Pirano il 15-8-1899, latitante. 11 anni. 66) Tamaro cav. Tommaso fu Francesco, nato a Pirano il 6-12-1898, latitante. 22 anni. 67) Traiti Umberto fu Arturo, nato a Pirano il 11-7-1892, latitante. 17 anni. 68) Vardabasso Fausto di Giovanni, nato a Buie il 25-9-1919, latitante. 25 anni. 69) Vatta Antonio fu Lorenzo, nato a Pirano nel 1900, presente. 8 anni. 70) Vatta Domenico di Domenico, nato a Pirano il 14-11-1904, latitante. 4 anni. 71) Viezzoli Luigi fu Antonio, nato a Pirano il 24-1-1904, latitante. 25 anni. 72) Viezzoli Giovanni fu Silvestro, nato a Pirano il 25-10-1873, latitante. 16 anni. 73) Viller Caterina fu Pietro, nata a Madonna del Carso il 30-4-1898, latitante. Assolta. 74) Vitiello Giuseppe fu Luigi, nato a Torre Annunziata il 31-8 1896, latit. 20 anni. 75) Volpai Rodolfo di Ernesto, nato a Trieste il 9-5-1894, latitante. 8 anni. 76) Vidonis Antonio fu Giacomo, nato a Castelvenere il 2 9-1921, latit. 14 anni. 77) Ze.nnaro Vincenzo, nato a Chioggia il 10-3-1893, latitante. 11 anni. 78) Zumo Calogero fu Giovanni, nato a Castelvenere il H6-10-1891, latitante. Pena di morte. Tutti alla confisca dei beni ed al risarcimento delle spese processuali. I numeri : 1. 2, 3. 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 15, 16, 17, 18, 20, 22, 23, 24,-25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 37, 38, 40, 41. 42, 43, 45. 46, 47, 49, 50, 51, 52. 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60. 61, 62, 63, 64. 65, 66, 67, 68, 69, 70, 72, 73, 74, 75, 77, 78. Sono stati dichiarati colpevoli di: Fascisti della prima ora, squadristi, benemeriti ed insigniti di varie decorazioni del P. N. F. Per aver fondato il P. N. F. di Pirano e del territorio limitrofo. Organizzato e diretto, comandato ed attivamente partecipato alle prime squadre d’azione nelle operazioni punitive contro gli antifascisti di Pirano, nella zona circonvicina e persino nell’ alta e media Istria. Contribuito al consolidamento del P. N-F. ed al suo avvento al Governo nel 1922 Partecipato attivamente alla marcia su Roma, alla presa del palazzo del Governo a Trieste ed altri edifici pubblici. Contribuito notevolmente al rovesciamento del Potere a Trieste. Cercato di difendere il fascismo con il terrore e con le intimidazioni. Attentato alla vita ed agli averi degli antifascisti italiani e slavi. Ucciso diversi antifascisti o causato la loro morte. Violato a mano armata, perseguitato e rapinato, incendiato e saccheggiato, case di abitazione e caseggiati rustici degli antifascisti e di gente sospetta di non condividere l’idea fascista. Molestato e maltrattato, ferito, torturato ed ucciso coloro che avevano il coraggio di opporsi alle loro prepotenze, non avendo riguardo nemmeno perla tenera età. Attentato alla libertà democratica del popolo. Sospeso o fatto sospendere, servendosi della violenza brutale, 1’ attività delle istituzioni economiche e culturali democratiche italiane e slave. Seminato ovumque per l’Istria, la più squallida desolazione e tristezza, assecondando le idee ed i progrom nefasti del fascismo e così tolto alla gente istriana ogni respiro di libertà. I numeri : 1, 3. 4, 6, 7,8, 10, 12, 24, 25, 30 31, 32, 33, 37, 41, 52, 56, 57, 63, 64, 71. 61, 75, già colpevoli della prima accusa. — 11, 13, 14. 18, 19. 21, 34, 48, 39, 27, 43, 44, 54, 76, 26, 62. Sono dichiarati colpevoli, per aver: Come fascisti repubblicani, gerarchi, bande nere, ufficiali fascisti, delatori e volgari spie. Per aver fondato il P. F. R. di Pirano. Per aver attivamente collaborato con ,l’occupatore tedesco, seviziato e maltrattato la popolazione, ecc., e tante altre consimili e peggiori benemerenze del fascismo repubblichino. La lia Ipria in via di alalia La riforma agraria sta per essere concretata, attuata. 1 contadini che, di generazione in generazione, avevano fecondato la terra con il lóro sudore, ne diventano finalmente i veri proprietari; cessano cioè di essere sottoposti airignominioso sfruttamento di coloro che, senza alcun merito ne erano padroni e che, come tali, vivevano del frutto di un duro lavoro dei cosidetti diseredati dalla fortuna, i quali in compenso ottenevano solo il disprezzo dei «Signori». Nei giorni scorsi si son visti i geometri girare per le campagne con i loro strumenti, misurando la terra che poi doveva venir ripartita ed assegnata a coloro che nel passato la lavoravano veramente in schiavitù e che oggi, grazie alle lotte sostenute ed al potere popolare, ne raccolgono i frutti. Poi vennero convocate in ogni luogo riunioni preliminari di massa, dove il problema della terra veniva discusso ed in cui la massa stessa decideva a chi doveva essere data e a chi doveva essere tolta la terra. Seguivano poi le semplici e commoventi cerimonie della consegna legale dei decreti di proprietà, che, nei villaggi dove questo è* finora avvenuto si sono trasformate in vere feste che nella loro semplicità dimostravano l’entusiasmo e la gioia dei lavoratori della terra, per il grandioso e storico avvenimento. Nella sala di Ancarano addobbata con bandiere rosse, nazionali, italiane e slovene stellate, in cui spiccava la bandiera dei Sindacati Unici ed i ritratti degli uomini sotto la cui guida i popoli vinsero l’oppressione, realizzando le loro secolari aspirazioni, mentre il paese era tutto pavesato a festa, si svolse la cerimonia della consegna. Oltre 300 ettari di terra vennero distribuiti ad oltre 100 famiglie che divengono cosi padrone del frutto del proprio lavoro, senza voler sfruttare nessuno. A Sennino fin dal mattino i contadini giravano vestiti come nelle giornate di festa. L' aria stessa sem brava partecipasse alla gioia di un tale avvenimento. Qui 32 famiglie ricevettero 130 ettari di terreno. La cerimonia fu interrotta dall’arrivo di un corteo ; erano contadini di Ber-tocchi che vollero partecipare all’allegria dei compagni di Sennino. Al-l’indomani furono quelli di Sermino che ricambiavano la visita ai compagni di Bertocchi, ove furono di stribuiti 155 ettari di terra. In ogni luogo dopo la consegna è festa, vino e ballo; è l’allegria di coloro che hanno finalmente spezzato l’ultimo annoilo della catena che li teneva schiavi ad un esoso padrone. Spesso i coloni prendono la parola per manifestare con semplici ma significative parole i loro sentimenti. I coloni sanno ed esprimono a chi devono la loro riconoscenza, se a loro è stata fatta giustizia ; sanno che, solamente con il potere nelle mani del popolo si può eliminare in tutti i campi lo sfruttamento secolare ; sanno che solamente in unione di lotta con gli operai hanno potuto salutare il giorno dell’ emancipazione ; sanno che solo in unità con gli operai e di tutti i lavoratori progressivi si potranno raggiungere mete sempre più avanzate di prosperità, di pace, libertà e progresso. Tutti esprimono la loro decisa volontà di essere uniti alla Jugoslavia dove i diritti dei lavoratori e del popolo tutto sono garantiti da una costituzione realmente democratica. In tutti gli altri villaggi continua il lavoro di preparazione, esame, misurazione ecc., che volge alla fine, poi dapertutto si passerà all’assegnazione definitiva. Ad Isola furono riparate azioni di molte ingiustizie del passato regime. In una riunione di massa durata dalle ore 19 alle 2 del mattino, tra 1’ entusiasmo dei presenti, sono stati discussi e risolti molti casi di beni immobili e terrieri, appartenenti ad onesti ed antifascisti lavoratori (italiani e sloveni) che solamente perchè antifascisti, furono espropriati dalle banche e dagli speculatori e borghesi (italiani) con l’appoggio del regime. Finora 26 di tali espropriati ritornarono in possesso dei loro a-veri. Non occorrono molti commenti per quanto abbiamo descritto Ognuno comprenderà benissimo il valore sociale e politico di quanto sta realizzando il potere popolare nella no stra zona. E’ questa una fase decisiva nella lotta contro i resti del feudalismo che qui ancora furono mantenuti nonché un colpo mortale contro l’opera dell’imperialismo italiano che, nel suo apice, il fascismo, ha calpestato tutti i diritti e le aspirazioni delle popolazioni della nostra regione, allo scopo di preparare la sua base di aggressione verso i popoli slavi. E’ questo un esempio per i lavoratori della terra di altri paesi, che forse non hanno la facoltà di comprendere quanto possono ottenere lottando uniti agli operai e a tutta intera la cla»*e lavoratrice. Chiaro monito alla nostrana reazione del Partito Comunista della Regione Giulia Il 22 dello scorso mese ha avuto luogo nella sala della Loggia di Capodistria la conferenza di tutti gli iscritti al P. C. del distretto. Particolare importanza e significato ha acquistato questa assemblea del Partito che guida i destini dei nostri popoli, sia per la competenza e realismo con cui furono trattati i vari problemi di politica internazionale e locale, sia per le deliberazioni prese dal Partito che, approvando unanime la linea di lotta seguita finora, ha tracciato e concretizzato alla luce, degli ultimi tempi, la linea di lotta da seguire per le future battaglie. Fra le altre, ecco le. piii importanti e significative: Lotta a fondo per il rafforzamento ed il consolidamento del Potere popolare; annientamento definitivo della reazione sul campo politico ed economico ; Continua la lotta per l’annessioae alla Jugoslavia. Nel corso dell' importante conferenza spiccarono in modo inequivocabile i suc-I cessi in ogni campo che il popolo lavoratore ha realizzato sotto la guida della sua avanguardia, il Partito Comunista della ! Regione G., prima, e più importante : La Riforma Agraria La riunione, vera dimostrazione di forza operante e di vitalità, chiaro monito alla nostrana reazione, rinnova e rafforza nel popolo lavoratore la certezza che, guidato da un Partito cosi deciso, marcerà rapido ed inesorabile verso la società del-1’ avvenire. : Il Socialismo ! Conferenza distrettuale ^ sonoj dei Corri. Sindacali di Azienda Dal modo con cui ancora vengono po-1 sti i problemi da alcuni gruppi di lavoratori, dalie frasi che si possono udire quà e là, si deve concludere che non tutti i lavoratori hanno chiaramente compreso, come debbono funzionare i Sindacati e quali compiti essi debbano assolvere in regime di potere popolare Mentre in regime capitalistico i Sindacati, per poter ottenere miglioramenti devono lottare strenuamente, mobilitando i lavoratori in manifestazioni, proteste e scioperi, in regime popolare i Sindacati non hanno alcun bisogno di dimostrazioni od agitazioni per migliorare le condizioni dei lavoratori, perchè i rappresentanti sindacali trattando con il potere popolare direttamente hanno la possibilità di ottenere tutti quei miglioramenti che sono permessi dalle condizioni dell’ economia. L’ economia è qui nelle mani del popolo ed il popolo, di cui i lavoratori ne sono la parte più cosciente deve porre tutti i suoi sforzi per rafforzarla, per difenderla dalle manovre della reazione, per produrre di più intensificando la produzione, lottando strenuamente, non per l’illusorio aumento del salario, ma per ribassare il prezzo delle merci, diminuendo cosi realmente il costo della vita, migliorando il tener di vita del popolo. Questa lotta, i Sindacati possono condurla tanto più decisa ed efficace, tanto più essi saranno appoggiati da tutti i lavoratori. tanto più 1 Sindacati saranno organizzativamente, forti specialmente nei luoghi di lavoro, cioè: nei Comitati Sindacali di fabbrica, di azienda o d’amministrazione. Soltanto con dei Comitati Sindacali composti dagli operai e lavoratori più capaci e più coscienti che godano la fiducia di tutti i lavoratori dell’azienda, i sindacati saranno in grado di mobilitare tutte le energie del lavoro, guidandole in avanti, verso la conquista di mete sempre più alte e di sempre m'gliori condizioni di vita I Comitati di azienda devono essere la direzione dell’ azienda, appoggiando e col-laborando attivamente con la direzione tecnica, per il miglioramento e potenziamento dell'azienda stessa, studiando nuovi sistemi di lavoro, disciplinando e razionalizzando l’uso della mano d’ opera migliorando e rafforzando la produzione. Attraverso il Comitato Sindacale gli operai partecipano attivamente alla direzione dell’ azienda, discutono e risolvono tutti i problèmi e le difficoltà che si verificano all’ interno. In quale paese capitalistico e borghese i Sindacati hanno simili poteri, in nessuna azienda delie nazioni capitalistiche, cosidette demo-crati'he, anche delle più progredite, i lavoratori possono sognare di partecipare alla amministrazione ed alla direzione dell’ a-zienda. Di tutto devono interessarsi i Comitati Sindacali, dal perfezionamento tecnico della lavorazione, allo sport, dalle condizioni famigliari di ogni lavoratore al miglioramento della capacità professionale, delle maestranze, dall’ istruzione culturale al cooperativismo ccc. Tutta questa attività, i Comitati Sindacali, potranno svolgerla sol tanto se tutti i membri del Comitato, ognuno nel proprio settore di lavoro, metteranno tutto l’impegno e 1’ iniziativa di cui sono capaci. Nei prossimi numeri di «Ricostruzione» tratteremo più estesamente e nei particolari il funzionamento ed i compiti del Comitato Sindacale di Azienda e più diffusamente di ogni singolo settore di lavoro certi che ciò farà comprendere anche a quei | ^Am■ ■ »■ lavoratori che ancora si lasciano influenzare LCB llCOSir UZIOnC dalia propaganda delia reazione, quale im- - mensa forza rappresentano i sindacati, nella II« CIH3 lotta che i lavoratori conducono per il benes- In silenzio ma costantemente anche nei- i sere e' Per u,,a "’a8Tior giustizia sociale, la nostra città prosegue la ricostruzione Pur non avendo subito distruzioni dalla guerra, il problema degli alloggi si fa sentire acutamente nella nostra città. Le ragioni sono facilmente constatabili se si pensa che da diecine di anni non venne costruita una sola casa a Capodistria, non solo, ma il regime fascista, cosi lungimirante e di larghe vedute, onde eternare l’opera del regime, volle donare agli abitanti della città un edificio scolastico di puro stile „Littorio11 (che non potè finire) facendo abbattere 60 numeri di abitazione, rendendo in tal modo più pigiata la popolazione, che. in compenso sarebbe stata orgogliosa di vedere i propri figli frequentare una scuola cosi maestosa, in perfetto stile mussolinia-no. Non solo v’è il problema della scarsità degli alloggi a Capodistria, ma esistono degli alloggi di povera gente del popolo, in condizioni malsane e pericolanti ove regna la più nera miseria e og-ni sorta di malattie, fra cui la peggiore : la tubercolosi Si pensi che in una soia famiglia di quattro membri tre sono ammalati di tubercolosi. E visitando queste famiglie del popolo che si comprende che cosa significhi il privilegio e Io sfruttamento, attingendo nuovo vigore per una più decisa lotta contro i resti di una società che permetteva una così profonda miseria mentre un pugno di parassiti viveva nel lusso più sfacciato, nell’ozio e nell’abbondanza. Le donne antifasciste condussero una accurata inchiesta, segnalando al Comitato Cittadino per la Ricostruzione, le case più pericolanti e malsane. Il Comitato pur con mezzi assai limitati iniziò immediatamente 1’opera di riparazione, inviando sul posto, falegnami e muratori, per riparare il riparabile. Furono così riparate 13 case. Porte, finestre, tetti pavimenti, scale e pareti furono costruite e riparate, per un totale complessivo di Lire 140 000.—. Un falegname fu messo a disposizione dagli operai della Falegnameria Meccanica. Egli lavora e gli operai della Falegnameria, lavorano mezz’ora di più ogni giorno per poterlo pagare. Ecco come lottano le organizzazioni popolari. Nonostante tutte le difficoltà politiche, economiche e finanziarie esse fanno l’impossibile per sanare, almeno in parte le piaghe sociali che il fascismo ci ha lasciato in eredità, mentre lottano sul terreno economico e politico per annientare definitivamente i resti di una società basata sul-l’oppressione sociale, sull’ ingiustizia e sullo sfruttamento. Contributo del nostri lavoratori alla ricostruzione nei piano trimestrale per l'annessione alla Jugoslavia Continuano a pervenirci i dati sul contributo che i lavoratori dei vari enti e ditte cittadine hanno dato alla ricostruzione durante il piano trimestrale per l’annessione alla Jugoslavia. Dipendenti delle Poste e telefoni di Capodistria: ore 1200 per un valore di L (i0 000 circa. Impiegati dell’ I.R.A.S.: ore 2532 per un valore di L. 139.920 circa. Impiegati dell’ I. R. A. S : offerta di Lire 24.526. Cooperativa economica distrettuale : ore 1032 per un valore di L. 60.000 circa. Cooperativa economica distrettuale : offerta di L. 14.230. Grandioso è stato il contributo dato dal personale dell’Ospedale di Valdoltra. Dottori, operai, impiegati, infermieri, inservienti ecc gareggiarono nobilmente a chi dava di più. Ecco le eloquenti cifre : ore 12.868 — valore L. 471 807 Grandi furono i miglioramenti apportati durante questo periodo alle condizioni dell’Ospedale. Segnaliamo a tutti i lavoratori il personale dell’Ospedale, additandoli ad esempio di tutti. Da Pirano CREAZIONI DEL LA VORO al Cantiere „S. Giusto44 Il giorno 25 u. s. per opera dei bravi operai del Cantiere «S. Giusto» di Pirano, è stato varato un motoveliero il quale per la sua estetica e costruzione, può definirsi uno dei migliori natanti in legno navigante nell’Adriatico. Esso presenta le seguenti caratteristiche: Tonn. 350 di portata, lunghezza m. 33,70, larghezza m. 8,20, altezza m. 3,50, velocità 10 miglia circa. Alla nave è stato dato il nome del martire antifascista Vladimiro Gortan e una vicina parente dello stesso martire ne è stata la matrina. Viva ed evidente appariva la gioia sul volto di tutti gli operai che partecipavano agli ultimi preparativi per il varo che è proceduto in modo veramente perfetto malgrado le difficoltà tecniche ad esso inerenti. La nave è scesa speditamente in mare con l’augurio della matrina. «Vladimir Gortan» solca i mari per il benessere del tuo popolo e dei popoli di tutto il mondo «e noi aggiungiamo come il martire antifascista Vladimiro Gortan ha dato la sua vita per il benessere del suo popolo, per la causa comune ai popoli di tutto il mondo». Alla sera gli operai del Cantiere «S. Giusto», assieme alla Direzione, hanno partecipato a una piccola festa per l’occasione offerta in loro onore. Dall’ entusiasmo dimostrato da tutti i presenti in questo festino è risultata chiara la soddisfazione di tutti i lavoratori del braccio e della mente del Cantiere «S. Giusto» come è riuscita evidente la loro coscienza di aver apportato il loro contributo per il benessere della comunità che dipende dalla sempre migliore e incrementata produzione. Il trattenimento si è concluso con i canti degli inni popolari. _______________ Lavoratori! Leggete e diffondete il vostro giornale L’unità dei lavoratori si rafforza degli insegnanti E’ all’ordine del giorno la formazione del Comitato Sindacale interno La riunione è aperta da un anziano maestro della scuola elementare, che con brevi parole e-spone ai presenti il motivo della riunione, passa quindi la parola al comp. Segretario del Comitato Cittadino che chiede ai presenti se si debba o meno procedere alla nomina del Comitato data l’assenza di molti elementi causata dall’ estrema rigidezza dei tempo. Sono presenti 30 maestri italiani e 6 maestri sloveni, i quali sono d’accordo di pi ocedere alla nomina del Comitato sicuri che essi condivideranno la volontà degli assenti. La modalità proposta per 1’ elezione dei membri del Comitato, da parte di alcuni maestri italiani è quella per votazione segreta tramite bigliettini, ma data l’assenza di una parte degli organizzati si decide di passare alla nomina per proposte dirette e per dirette approvazioni. Dopo breve e normale discussione risultano eletti membri del Comitato i seguenti maestri sloveni: comp. Rupnich Vinco, comp. Ferlue-a e la comp. Bosich, nonché i seguenti maestri italiani: Castro Armando, Benedetti Tarcisio, Fornasaro Giuseppe, Fornasaro Marino, Desinati Cesare e Divo Romanità. Si stabilisce la riunione del Comitato che si effettuerà tutti i mercoledì alle ore 17. —. Un senso di soddisfazione ha incontrato in seno alle masse questa iscrizione dei maestri ai Sindacati, accolta con una manifestazione di solidarietà fra lavoratori del braccio e della mente. Intensa attività ad Ancarano Valdoltra Nel Circolo di Cultura U C.C.P. Battaglia — Belic ha incominciato veramente ora la sua vera attività, diffatti si è costituita tra i soci del C.C.P. 0 meglio tra la gioventù una piccola filodrammatica diretta dal comp. Pazzanin Albino il quale spera che iu breve i giovani potranno mostrare la loro volontà nell’arte drammatica. Si è iniziato anche un ciclo di conferenze. La prima è stata su un problema ardito ma è riuscita bene, tanto che tutta la massa presente ne è rimasta soddisfatta, e ha chiesto che la prossima sia di carattere agricolo. In quanto allo sport la Stella Rossa, pare abbia tutta l’intenzione di voler vincere anche il campionato di zona (Muggia) rimanendo imbattuta, biffati domenica 2 ha battuto per 3-1 la squadra dello Slavec di cui si dice un gran bene, in ogni modo vedremo la fine. Ass. Partigiani Giuliani Per volontà dei Partigiani Giuliani di Ancarano Valdoltra, è sorta nella zona la Sede di questa associazione, essa è molto frequentata e la maggior parte delle riunioni delie organizzazioni di massa si tengono in questa Casa. Per mezzo dell’Ass. Partigiani Giuliani e con l’aiuto del C,C.P. viene ora costituita nella zona una orchestrina composta da elementi partigiani e dalla gioventù! NeirU.A.I.S. Oltre alla sua normale attività di organizzazione di massa, 1’ U.A.I.S. locale presenzia a tutte le riunioni e tiene la massa della zona al corrente delle varie situazioni politiche e guarda che tra la popolazione italiana e slava della zona vi sia una vera fratellanza e cerca di tutto per rafforzarla. Martedì sera per interessamento del C. L. P. e per aiuto dell’ U.A.I.S si è tenuta una riunione di massa per la riforma a-graria. La sala gremita dì contadini mostrava, che l’atmosfera dei poteri popolari è benefica a tutte le masse proletarie che fino a ieri erano martoriate dal fascismo sfruttatore e dai capitalisti terrieri. Erano presenti alla riunione i compagni del Distrettuale i quali hanno parlato alla massa contadina che entusiasta ascoltava le parole come per prendere forza per nuove lotte, per nuove conquiste. Anche lunedì sera c’ è stata una interessante riunione per la riforma agraria nella quale ha parlato il comp. Pazzanin presidente del C.C.P. il quale nelle sue parole ha voluto dare il grandioso significato della donazione della terra a chi ne ha il diritto, e che il popolo della terra sarà quello che in avvenire dovrà essere il solo padrone della medesima. Neiril.DA.I.S. Anche 1’ U.D.A.I.S ha incominciato veramente la sua attività nelle scorse settimane, vediamo che dopo una piccola festa per le donne sono stati distribuiti dei pacchi dono a tutti i bambini della Zona sotto 1 12 anni. Con commosse parole di ringraziamento la comp. Colombin Antonia ha ringraziato quelle compagne che hanno voluto collaborare per donare qualcosa ai bambini. Il comitato U.D.A.I.S. ora vuole percorrere la strada dell’ Organizzazione assieme alle altre organizzazioni femminili per un’affermazione delia donna democratica in tutta il mondo. Per lo Ricostruzione Per la ricostruzione tutte le organizzazioni hanno dato le sue forze migliori dando un contributo di 2250 ore lavorative per un valore di 180.000 lire circa. Redattore retponiebile: LORI BRUNO Redazione.* Via dell’Anounzjata 80I-A - Telefono 76 Stab. Tip. GIULIANO - Capodi.tria