ANNO XXIV. Capodistria, 16 Dicembre 1890. N. 24 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3 ; semestre e qna-irimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Sedazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. DIETA PROVINCIALE Nona seduta, Parenzo, 12 novembre, ore 5 pom. presidente il capitano provinciale, commissario governativo cav. Eluschegg, presenti 27 on. deputati. Letto, approvato il protocollo ; il presidente fa varie comunicazioni. Commissario governativo : risponde all'interpellanza presentata dall' on. Amoroso e compagni nella seduta del 28 ottobre riguardo all' ammissione di studenti dell'Istria all'università di Zagabria ecc.; rimettendo gli interpellanti a decreti e ordinanze pubblicate dal ministero del culto e della pubblica istruzione ; — risponde all' interpellanza dell' on. Diikic e compagni prodotta nella seduta stessa ; che la -Oiuuta provinciale uou as-segna direttamente rimunerazioni agli impiegati steurali, ma impiega un importo da essa all' uopo destinato, e che il percepimento della rimunerazione dipende dall' autorità preposta ad essi impiegati, e giusta principi di legge; — risponde all'interpellanza dell'on. Mandic e compagni (seduta 6 novembre) : che all' esaurimento della pertrattazione per 1' istituzione della scuola a Zaniet mancano alcune rilevazioni, e che dopo l'oggetto sarà passato al consiglio scolastico provinciale per la definitiva decisione. Sbisà ed altri 18 deputati presentano la seguente interpellanza: "È vero che dall'inquisizione disciplinare aperta contro l'i. r. giudice distrettuale di Pisino a motivo delle irregolarità scoperte nella custodia dei depositi giudiziari, sia emersa la prova che quei denari venivano impiegati in operazioni usuraie, vi avrebbero compartecipato alcune delle più ragguardevoli famiglie dell' Istria ? E nel caso affermativo : è disposto l'imperiale governo a rendere pubblico il nome di queste famiglie, onde non ne restino macchiate da questo fatto eventuale 1' onore e la fama di onestà, di tutte le altre ? Ftego presenta in lingua slava una interpellanza all' imperiale governo iu oggetto di amministrazione forestale. Le interpellanze vengono passate al commissario governativo. Primo punto dell' ordine del giorno. Bubba per la commissione di finanza propone : 1. Viene approvato il conto di previsione del fondo provinciale dell'Istria per l'anno 1891, colla esigenza di fior. 370,795 e col coprimento di fior. 101,520. 2. A coprire la risultante deficienza di f. 269,275 viene stabilita l'esazione : a) dell' addizionale del 20 per cento a tutte le imposte dirette, comprese le addizionali straordinarie dello stato ; b) dell' addizionale del 100 per cento sul dazio consumo delle carni e del vino; c) dell'imposta provinciale indipendente di f. 1.70 per ogni ettolitro di birra venduto al minuto ; di f. 10,02 per ogni ettolitro venduto al minuto di liquidi spiritosi indicati all' art. 1, lett. B. II punto 1. della legge dell'impero 18 maggio 1875 N. 84 ; e di f. 6.68 per ogni ettolitro venduto al minuto di acquavite indicata al punto 2 dolio stesso articolo 1 d&lla.sitata legge. 3. Vengono cedute all' inclita Giunta provinciale con speciale voto di esaudimento, le petizioni per sussidi: di Francesco Griraani da Parenzo, pel figlio Guido, allievo di pittura presso la r. accademia di Monaco ; — di Giuseppe Grimaldi da Isola, per la figlia Teresa allieva di musica ; — di Tomaso Delise da Isola, allievo del 3 corso dell' i. r. scuola professionale in Trieste ; — di Domenico Zamarin fu Cristoforo da Pirauo, pel figlio Francesco, allievo presso la r. scuola di pomologia ed orticoltura di Firenze. 4. Vengono pure cedute alla Giunta provinciale, perchè siano prese in eventuale considerazione : la petizione della società di soccorso a studenti ammalati, nell' università di Vienua ; — del comune di Castua per la ricerca di acque sotterranee nel territorio del comune; —- della società di soccorso a studenti di filosofia presso l'università di Vienna. Volaric premesse parole in lingua slava, propone a nome della minoranza della commissione, al rispettivo titolo, che l'importo aumentato per lo stenografo da 300 a 500 fiorini, serva per stipendiare uuo stenografo che conosca anche la lingua slava, oppure due stenografi italiano e slavo. — All' altro titolo : assegno di rappresentanza al capitano provinciale ed indennità a quattro assessori provinciali: "di eliminare la complessiva spesa preventivata come sopra per la giunta provinciale nel complessivo, da per sè già molto esuberante importo di fiorini 13600, e che in pari tempo l'eccelsa rappresentanza provinciale faccia caldo voto presso la Corona, affinchè in tale stato anormale di cose, in via eccezionale, prenda a sè e provveda nel modo il più corrispondente agli interessi pubblici il disbrigo degli affari di questa nostra sì travagliata provincia, — che alla rispettiva rubrica si porti da fior. 400 a 600 la somma preventivata, onde il Bollettino delle leggi ed ordinanze venga pubblicato anche nella lingua croata; e si introducano fior. 1000 pella corretta traduzione in lingua croata delle leggi provinciali tutt'ora in vigore., Presidente prima di aprire la discussione sul conto riferendosi al punto della motivazione del voto di minoranza presentato dall'on. Volaric "visto che deve in ogni modo caratterizzarsi non solo come incostituzionale, ma rivoluzionario, anarchico e dannoso ai pubblici interessi tale agire della giunta provinciale, richiama all' ordine l'on. Volaric e 1' on. Flego per tali espressioni che censura siccome non parlamentari e ledenti l'onore. Parlano Laginja, Mandic, Dukic, Volarié in slavo, l'on. Gambini e il relatore. Gambini propone e la dieta accoglie che a tenore del regolamento il richiamo all' ordine, fatto dal presidente, venga constatato nel protocollo. Vengono quindi approvate nell' esigenza le rubriche : 1. "spese dietali, f. 6400; — 2. "spese di amministrazione, f. 38826; — 3. "spese per scopi scolastici, f. 165494; e la proposta del comitato: avere gli studenti di medicina diritto alla fruizione dello stipendio anche per l'anno di laurea, dopo compito il corso universitario. —- 4. "spese sanitarie, f. 5050. — 5. "istituti umanitari e di pubblica beneficenza, f. 80900; e la proposta del comitato: viene incaricata la giunta prov. di avviare d'accordo coli1 i. r. Luogotenenza una inchiesta onde eruire 1° cause per le quali le spese ospi-talizie per ammalati istriani negli ospitali pubblici di Trieste e Pola hanno raggiunto in questi ultimi auni così estese proporzioni, con manifesto accenno ad ulteriori aumenti. — 6. "costruzioni pubbliche, f. 14000 ; viene accolta la proposta dell' on. Venier, di incaricare la giunta prov. dei rilievi per la costruzione di una strada che congiunga il Carso di Pinguente con una delle stazioni della ferrovia dello stato ; e avviare le pratiche per la sua costruzione, con aiuto ai comuni interessati. — 7. "spese per iscopi agrari e di pubblica economia, f. 24105; viene accolta la proposta dol comitato con l'incarico alla giunta prov. di presentare nella prossima sessione un progetto di legge per comprendere il Carso delle isole del Quarnero nella regione di imboschimento contemplata dalla legge prov. 7 maggio 1886. — 8. "spese militari, f. 700; — 9. "spese di sicurezza pubblica, f. 14143 ; — 10. "debito provinciale, f. 5000; — 11. "spese diverse in genere, f. 12177; 12. "antecipazioni, f. 5000. Approvata l'intiera esigenza con f. 370795. Coprimento; vengono approvate le rubriche: "rendita patrimonio provinciale, f. 5930; "crediti provinciali, f. 15349; "rimborsi, f. 12700; "contributi e concorrenze, f. 8200; "rifusioni di conti, f. 100; "introiti diversi in genere, f. 1200; "antecipazioni, f. 6000; "addizionali ed imposte in restanza, f. 52041. L'intiero importo di coprimento con f. 101520. Le proposte Volaric e compagni alle rispettive .rubriche poste a voti furono respinte. Secondo pnnto dell'ordine del giorno. — Fragiacomo per la commissione politico economica propone e la dieta accoglie : 1. si prenda a soddisfacente notizia la relazione dell' attività dell' istituto agrario e della stazione sperimentale dell' Istria per 1' anno 1890. — 2 Viene officiata 1' inclita giunta prov. a studiare e a riferire se ragioni tecniche ed economiche permettano di cangiare il presente stato di cose nell'istituto agrario provinciale, nel senso che il suo direttore possa dedicare tutta la sua attività esclusivamente a vantaggio dello stesso. Presidente fissa la prossima seduta per il domani alle ore 10 ant. col seguente ordine nel giorno: relazione della commissione di finanza sul defraudo delle 82 lettere di pegno. Decima seduta, Parenzo 13 novembre, ore 10 ant. presidente il capitano provinciale, commissario governativo cav. Eluschegg; presenti 27 on. deputati. Letto e approvato il protocollo, il presidente a tenore §. 38 del regolamento interno, fa proposta di escludere il pubblico dalla seduta trattandosi dell'indole personale dell' argomento, e pel fatto della pendenza del processo criminale ed imminenza del dibattimento. Allontanato il pubblico Laginja parla in lingua slava; la proposta del presidente è accolta; viene poi deliberato di tenere la seduta segreta, stando ai precisi termini del regolamento, con esclusione quindi dei stenografi. Bubba relatore della commissione di finanza legge la relazione e fa le seguenti proposte : Piaccia all'eccelsa dieta: 1. Deplorare il fatto del defraudo di ottantadue lettere di pegno dell' istituto di credito fondiario del valore nominale f. 1000 F una, avvenuta per opera del già cassiere provinciale Gregorio Rigo a danno del fondo provinciale dell' Istria, rispettivamente dell' istituto di credito fondiario istriano, o constatare che nei fatti, i quali contribuirono a rendere possibile il defraudo stesso non concorsero estremi per cui si possa addebitare alla giunta provinciale, od agli organi da lei dipendenti una trascuranza tale da poterle addossare una colpa in ordine alla cura e conservazione, a lei incombenti del patrimonio provinciale. — 2. Prendere a notizia le nuove disposizioni elaborate dalla giunta provinciale e rivedute dalla commissione di finanza a completamento più razionale delle norme contenute nel-1' ,istruzione del servizio interno della cassa provinciale dell' Istria" per assicurare, con misure di più pratica attuabilità, una migliore vigilanza sulla cassa dell' azienda provinciale, raccomandando in pari tempo alla giunta provinciale di attenersi strettamente alle disposizioni medesime nel disimpegno dei suoi doveri, sanzionati dal regolamento per la giunta provinciale in ordine alla cura e conservazione del patrimonio della provincia. — 3. Incaricare la giunta provinciale di disporre 1' opportuno a che, da ora in avanti, i civanzi del fondo provinciale, rappresentati da carte di pubblico credito, in quanto superino la somma massima di f. 30000 siano vincolati a nome del fondo stesso., Volaric motiva il voto della minoranza della commissione di finanza: 1. "La dieta provinciale dell' Istria prende con rincrescimento cognizione dell' ammanco a danno del fondo provinciale e di quello del- T istituto di credito, e riserva ai fondi danneggiati, ogni diritto all' indennizzo direttamente contro il cassiere provinciale Gregorio Rigo e sussidiariamente contro altre persone responsabili a mente delle vigenti prescrizioni. — 2. Con riflesso a tale affliggente atto e con riguardo alla circostanza che il defraudo avveniva inosservato per ben tre anni, questa rappresentanza provinciale e-sprime il voto, che un commissario imperiale, da delegarsi appositamente, coadiuvato da due periti contabili ed in presenza di una commissione di tre membri da eleggersi dal seno della dieta: a) rivegga minutamente tutti i fondi attrovantisi nell' amministrazione di questa provincia, per accertarsi se ed in quale misura esistano le attività e le passività indicate nell'inventario del fondo provinciale e nei resoconti degli altri fondi (istituto di credito fondiario, esonero, depositi, pensioni, confraterne); b) esamini se il cassiere provinciale avrebbe potuto trafugare inosservatamente durante tre anni 82 lettere di pegno dell' istituto di credito fondiario di f. 1000 1' una, qualora la giunta prov. e la contabilità da lei dipendente, e l'amministrazione dell'istituto di credito avessero osservato rigorosamente le prescrizioni contenute nel regolamento per la giunta prov. e nello statuto dell' istituto di credito fondiario, e qualora le sopraccennate lettere di pegno fossero state vincolate a nome dei fondi ai quali appartengono ; c) rassegni esauriente relazione sopra quanto avrà operato, alla presidenza di questa dieta. — 3. Viene invitata la presidenza dietale di portare a conoscenza dell'eccelso governo senza indugio il qui espresso voto, e di impetrare la delegazione del commissario e di due ragionieri abili quanto prima fattibile.. Aperta la discussione, Gambini assessore fa alcune dichiarazioni di fatto, dopo di che tutta la giunta prov. abbandona la sala. Laginja propone: "Piaccia all'eccelsa dieta di prorogare fino alla definizione del pendente processo penale contro il già cassiere provinciale Gregorio Rigo, la propria dichiarazione sulle proposte della commissione di finanza riflettenti l'affare dell' ammanco delle 82 lettere di pegno dell'istituto di credito fondiario. Volaric parla in favore di questa proposta. Babuder legge il protocollo assunto sullo scontro di cassa effettuato, coli' intervento di tre membri del comitato di finanza, addì 8 novembre, in seguito a deliberato del comitato stesso, provocato da speciale domanda del capitano provinciale. Parlano i due relatori Volaric della minoranza del comitato e Bubba della maggioranza dello stesso, dopo di che si passa ai voti. La proposta Laginja cade ; così cadono le proposte della minoranza. Le proposte prima e seconda della maggioranza del comitato sono accolte a maggioranza, la terza a voti unanimi. Dopo di che viene letto e approvato il protocollo. Amoroso propone che venga proseguita la seduta pubblica, e che in questa in ordine al §. 41 del regolamento interno sia data pubblicamente lettura del protocollo della seduta segreta, contenente il voto motivato della maggioranza e quello della minoranza. Parlano Volaric, Venier, Amoroso, Stanger; dopo di che la proposta Amoroso è accolta. Riaperta la sala al pubblico, il segretario dà lettura del presente protocollo. Il presidente con le solite formalità dichiara chiusa la sessione e leva la seduta alle ore 1 pom. ---——-- UT ADEIATICO CONFERENZA Questa differenza tra le due rive, portuosa 1'una, lagunare e sabbiosa l'altra; dà nell'occhio subito nelle due grandi città: Venezia'e Trieste: Venezia tra dune e banchi di sabbia in fondo alla poetica laguna ; Trieste alta libera sull' aperto mare, con la fronte a tutti i venti; Venezia città dei poeti e degli artisti, Trieste dei commercianti; gloriosa del suo passato la prima, superba la seconda del presente e fiduciosa nell' avvenire. I confronti sono odiosi, lo so, fuori di moda in letteratura e nella storia ; occasione ad antitesi ingegnose anziché a sicuri e pensati giudizi. Ma Trieste e Venezia sono due città così differenti che non danno luogo a raffronti : sono belle entrambi ; hanno da natura la loro ragione di essere, si completano a vicenda e insieme rappresentano in una potente unità la vita varia e il movimento sull'Adriatico. Salve, o Venezia, la più longeva figlia del senno umano, Venezia robusta matrona nelle sode carni, nel drappeggiamento del Tiepolo e del Tiziano. No, no per amor del cielo, non facciamo paroloni. Piuttosto evochiamo i lunghi silenzi le tacite rive, il murmure dell' intime acque. Non dico l'arte; la natura però nulla ha qui di quel grandioso che sbalordisce la mente, che fa venire il capogiro alle signorine nervose, e cercare un rifugio; sembra anzi che la natura a Venezia si compiaccia di restringersi, d'impicciolirsi, simile a vispa e buona fanciulla, contentina conteutina nella sua stanzetta tra i canerini, i fiori e i cento ninnoli necessari alla vita moderna. Tale Venezia apparisce ai poeti, agli artisti. Ed io rammento di averla così veduta in un fresco mattino, all' estrema punta dei giardini, dopo una buona dormita senza zanzare. Passavano in silenzio le gondole, nel silenzio caratteristico di Venezia, per cui i pochi rumori vengono all'orecchio, senza mai offendere il timpano, ed eccheggiano tanto melanconici, tanto poetici, sotto agli immensi portoni dei palazzi, lungo le fondamenta, sotto l'arco dei ponti, sui rivi. Le acque, il cielo, le cupole, i campanili: tutto tutto pareva | contento al suo posto, senza desiderare di più. Ero proprio felice; le cure, le noje quotidiane, le faccende di scuola, i temi, le nonne pedagogiche, gli esami, tutta roba lontana lontana; cominciavo a capire il tipo di padre Ermolao in terra, e la beatitudine nei cieli cristallini di Dante. Quand' eccoti per farmi un altro tiro le campanelle di San Lazzaro degli Armeni cominciarono a sonare a distesa; e il loro suono chiacchierino, argentino si diffondeva sull'acque, e pareva come la voce universale delle cose, la voce di tutti quegli esseri che manifestavano così la loro allegria, sempre eguali, sempre tranquilli, dimentichi, anzi ignari di tutti gli umani fastidi, assopiti, dolcemente entusiasti di quella calma, di quella pace di terra e di cielo. La scena era bella, incantevole; e chi sa quanto tempo avrei durato a imbottir rosea nebbiolina, se una vociaccia non mi avesse proprio allora destato. Era il garzone del vicino caffè che acciottolaudo le molle e la paletta cantava a squarciagola: Cara Beatrice Il cor mi dice... con quel che segue; tanto sono bruschi spesso i passaggi in natura ed in arte. Ho detto di sopra, se vi rammentate, la natura, non 1' arte, impicciolita, ingentilita a Venezia: mi correggo però. Intendiamoci ; il campanile di San Marco slancia -la sua piramide al cielo; le Procurative, il Palazzo Ducale, i palazzi Pesaro, Vendramin e molti altri sul Canal Grande certo sono moli superbe, grandiose, pure all' occhio moderno avvezzo agli alti casamenti di Parigi, di Milano, all'arco immane della galleria appajono quasi piccoli. Si aggiunga un effetto ammirabile di prospettiva; la lucentezza dell'acqua che si confonde con l'azzurro alto del cielo; l'arte della sesta italiana che modificò, temperò gli ardimenti della germanica, abbellì, forò, inghirlandò, ricamò i marmi, e le cupule bizantine, costrette in cima, quasi impedite in un ultima fuga al firmamento: gli effetti insomma dell' arte classica, che senza contenderci l'alto, sembra si pieghi ad arrotondare, ad abbellire il basso, quasi innamorata di questa nostra terra benedetta, dove, dopo tutto, non ci si sta tanto male, e vivitur parvo bene senza fisime oltramontane pel capo. Volete invece il contrario? Volete la vita, il tumulto moderno, il rotear di carri, di tram, e di carrozze, le vie larghe, le case allineate come un reggimento di soldati alla parata? Recatevi a Trieste, e ne avrete il capo rintronato. Ma forse troppo io trascuro a descrivere le mie impressioni, veniamo quindi al positivo, e preoccupiamoci un po' delle sorti dell' Adriatico. Molti anni or sono io leggicchiava pacificamente un giorno in una cittadella dell' Istria, nella biblioteca del Vescovo, buon uomo, ma panslavista fanatico. Il Prelato era lontano, occupato nel Parlamento a Vienna; ed io era rimasto padrone di casa beato in quell' opulenza, in quegli agi prelatizi. Quand' ecco tra un sonnellino e P altro, dall' apostolica poltrona guardando sopra pensiero all' opposta parete, mi cadde P occhio su di una grande carta geografica dell'Adriatico. M'avvicinai, e vidi tutti i luoghi segnati tra parentesi con nomi italiani, e sopra a caratteri grossi con parole slave. Nel mezzo lessi - Golfo di Venezia - e sopra due grandi parole, per me indecifrabili; ne domandai spiegazione a chi ne sapeva più di me. 0 sacri Mani dei Pesaro, dei Dandolo, dei Morosini tappatevi ben bene con ambe le mani gli orecchi: quelle parole significavano niente meno che „Golfo di Zara". Il Panslavismo! ecco il pericolo. E si noti bene; qui non si tratta di combattere una legittima espansione della lingua slava sulle terre e sui monti eccheggianti le meste canzoni di Marco Craglievich, il Cid cella Serbia contro la mezza luna, nè di riconquistare il perduto con le idee di grandezza di altri tempi. Fu già grave torto dei nostri maggiori sognare nell'evo mediò la ricostituzione dell'Impero Romano, scuotendo tempi e diritti nuovi. E neppure si hanno a ripetere le conquiste di Venezia sull' Adriatico. Si argomentino pure gli Slavi di ricostituire lo storico reguo ; ma non tocchino la sacra pianta, in cui rivive la semente dei Romani, lungo le coste dell' Istria e della Venezia Giulia ; nè si pensino di svellerle del tutto nei loro stessi paesi, se per tanti anni la cultura italiana gli educò ajutandoli ad uscire dalla lunga barbarie e a dare splendidi nomi all'Italia: il Tommaseo ed il Boscovich informino per tutti. Ma se non abbiamo ad opporci ad un nazionale risveglio, è necessario però vegliare, affinchè non si ledino i nostri diritti, e dalle foci dell'Isonzo, da Aquileja infino all'Arsa e ad Albona si conservi nell'Adriatico superiore la lingua e la coltura italiana. Questo il porro unum necessarium; questa la questione di primo ordine ; questa deve essere la cura continua, assidua dei governanti e dei governati...... Dopo di aver al lungo detto di questi doveri, e sostenuta la necessità della triplice alleanza, che solo vorrei più dignitosa da parte italiana, anche condannato il radicalismo cosi conchiusi. A questi principi s'inspira la società Dante Allighieri — Dante Allighieri vuol dire (cito le parole del Bonghi) quanto vi ha di più gagliardo e di più puro nella intellettualità nostra. Come la luce del suo ingegno irruppe nelle tenebre dei tempi e le illuminò; cosi noi gli domandiamo che ora rafforzi il sentimento di tutti quelli che parlano il suo linguaggio, giacché appena balbuttiva prima di lui. e si levò a repentina e non più ugualiata altezza con lui. E il linguaggio è principio e mezzo d'ogni azione morale. Ed io o Signori, benché già declive sull'arco degli anni, conservo col Bonghi e coi migliori, 1' entusiasmo del buon tempo giovanile. Oh no! l'Adriatico non diverrà mai un lago slavo: il golfo di Venezia non sarà mai — il golfo di Zara. E qui per finire come ho cominciato, permettete vi dica d'un' altra mia .recente impressione. Ho riveduto anche il castello di Miramar. Che mare! che cielo! Qual maraviglia dell'arte! (Recitate le prime strofe di una celebre ode continuai.) Quand'io visitai Miramar, il cielo era invece sereno, l'onda tranquilla; pure regnava tra quelle mura una profonda malinconia. Tutto silenzio intorno : solo lo scricchiolare de' miei passi sopra il lucido pavimento mandava un suono sinistro. Qua il gabinetto di studio del principe, simile in tutto alla cabina della fatai Novara, là fra cortinaggi e trine di Venezia abballinato il letto e la teletta della augusta donna, poi sale e sale a perdita d'occhio. Ed eccoci nella magna aula del trono. Torno torno i ritratti dei regnanti d' Europa. E di sopra nel lacunare dorato l'apoteosi dell' Imperatore Massimiliano, dritto, alto immantato, in un nimbo di sole, tra una fuga di geni. Rispettiamo queste memorie rese sacre dalla sventura, e non giunga mai il giorno, in cui una barbara mano abbia a cancellare questa gloria sognata sfumata. Pure negli accesi estri della fantasia, guardando a queir apoteosi, avvenne in me un singolare fenomeno. Avete veduto, o Signori, uno di quei quadri, che per un singolare artifizio di vetri striati, presentano tre diversi personaggi, secondo la posizione dello spettatore? Qualche cosa di simile avvenne allora anche in me. Dunque, stando cosi lo sguardo in alto a guardare quell'apoteosi, tutto ad un tratto, fatti due passi a sinistra, parvenu di veder sfumare i colori confondersi le figure, e da un caos d'ombre, di luci e di tinte uscire la maestosa figura di Dante Allighieri, come fu veduto, cinque secoli or sono, a Pola fra le tombe romane che facevano un tempo il loco varo; e sorgere tra queste, dalla cintola in su, come il suo Farinata ad additarci il Quarnero ,Che Italia chiude e i suoi termini bagna" quasi in atto di esclamare: — Sianvi raccomandati i fratelli ; unitevi tutti nel nome mio, che or suona a difesa della mia lingua, della cultura, della gloria italiana su questi estremi lidi dell' Adria. Più non vi dico, e più non vi domando. — Non isprecchiamo adunque le nostre forze in rumori di piazza, non guerra alle istituzioni, meno feste, meno sbandierate, e serriamo le fila in nome di Dante a difendere sull' Adriatico la nostra lingua, la nostra cultura. Si Dante è la più alta, la più pura manifestazione del pensiero italico, egli ha insegnato, e insegnerà geografia a molti scribacchini, a molti diplomatici passati presenti e futuri; egli ha veduto e segnato i confini alla nostra attività morale. I termini della natura son là. Dante gli ha significati con l'arte; l'arte secondo un suo concetto è figlia della natura; la natura è figlia di Dio, dunque l'arte di Dante è nipote di Dio, e sillaba di Dio non si cancella. P. T. _____s^tsgj^gpr®-. INDICE DELLE CARTE DI RASPO (Archivio provinciale) Filza 4. (Continuazione vedi N.o 8 e seguenti) anni 1514, 1515 e 1516 pag. 1107-1130 Capitano Nicolò Zorzi Damnorum datorum Diciotto denuncie per danni dati ai campi; come sarebbe cogliere uva, pere, fichi, pomi. Tagliar legna nel bosco, asportare il fieno dalle mete. Oppure danni recati ai pascoli da bovi, cavalli ecc. anni 1514, 1515, 1516 e 1517 pag. 1131-1252 Capitano Nicolò Zorzi Denuntiarum primus, secundus Quaranta denuncie nel primo e quarantanove nel secondo libro per reati minori o semplici contravvenzioni. Infrazioni, ad esempio, dei regolamenti de' giustizieri, minacce admenando arme, ingiurie, percosse. Gettare cose immonde sulle vie del Castello, vendere effetti oppignorati senza licenza, ingiurie contro ufficiali del comune o del capitano, rifiutarsi di prestare le guardie comandate. Furti, vendere vino a minuto senza permesso del daziaro, vender pane di frumento che non sia di San Marco in danno del daziaro stesso. Danni nei campi e lavorare ne' molini in giornate nen permesse. anni 1514, 1515 e 1516 pag. 1253-1326 Capitano Nicolò Zorzi Criminalia Processi di alquanti reati, come ladrocini, insulti admenando la partesana o altra arme, violenze usate al cavaliere del capitano mentre compie il suo ufficio. — È da notarsi una severa punizione inflitta ai due guardiani del passo occanize sul Carso, che insieme con quello di subresem è stimato importante per la sicurezza di Pinguente e di tutta l'Istria. anni 1516 e 1517 pag. 1327-1408 ») Capitano Nicolò Zorzi Processus criminalis inter Dominum Sanctum Gavardum et liomines Sancti Laurentii de Daila Nel giorno della festa di S. Lorenzo, che fu il 10 di agosto dell'anno 1516, a San Lorenzo in Daila, villa sottoposta al reggimento dei podestà d'Umago, correvasi il palio. Comitive di Buie, di Cittanova, di Matterada e d' altri luoghi vicini portaronsi in quel giorno a San Lorenzo. Recavasi pure, quale vice-gerente di Marino Pisani podestà d' Umago, il cancelliere del Comune Santo di Giovanni Filippo de' Gavardo insieme col fratello Roberto, coi giudici di Umago Pietro Rotter e Pietro Sabioncino e col cavaliere. Perchè il gioco procedesse ordinato, Santo dava le mosse del palio che si correva scalzi e con la sola camicia indosso. A un tratto fra Umaghesi e villici di San Lorenzo s' accese una rissa, per sedare la quale accorse sollecito col fratello, coi giudici e col cavaliere Santo, il quale venne colpito alla testa da un sasso. Al fatto era presente anche Gerolamo Cancho (?) podestà di Buie. — 11 meriga della villa, a nome proprio e dei villani, con istanza diretta al principe, dà querela a Santo attribuendogli di aver ferito uno a morte e altri ancora feriti: ita che uno e sta porta morto in la villa et se non scampavano erano tutti tagliati a pezzi. In seguito a ciò la ducale Leonardo Loredan dei 12 di a-gosto 1516 incarica il capitano di Raspo di formare il processo e di promuovere la sentenza. Santo e compagni vengono assolti ; pena invece di lire 100 di piccoli a Francesco Strabone di Umago, giudicato uomo rissoso e origine della rissa. Dobbiamo notare, che codesto Gavardo è quel Santo secondo, di cui discorre l'annotatore della Biografia stancovichiana — il compianto marchese Anteo de' Gravisi — a pag. 371 della seconda edizione publicata dal Priora nell' anno 1888. Primogenito di Giovanni Filippo, fu due volte sopracomito di galera segnalandosi in molte imprese, Nel presente processo egli accenna veramente a' servigi prestati da lui allo Stato. Nella sua difesa, là dove si duole della falsa accusa mossagli, egli fa intendere che potrebbe denunciare i querelanti al Consiglio de' Dieci e allora — dice — si vedrà se la fede et operation sua facta nele ocu-rentie dela predente guerra per la Ser.a Signoria apresso di quella averà meritato tal improperio. anno 1514 pag. 1409-1420 Capitano Nicolò Zorzi Processus criminalis contra Paulum croatum, murlacum, condemnatum ad furchas Paolo, morlaco, figlio di Gregorio da ladra, per i molti ladrocini commessi, condotto fuori di Pinguente sulla via che conduce a Rozzo ad locum furcliarum, viene impiccato per la gola, presenti il contestabile della Compagnia di Raspo, molti soldati e cittadini. anno 1515 pag. 1421-1430 Capitano Nicolò Zorzi Processus criminalis contra Vaisam Vaisa Grebbo di Rozzo, incolpato di ladrocinio da Paolo inorlacco di ladra morto sulla forca di cui tratta il processo precedente, viene assolto. anno 1516 pag. 1431-1452 Capitano Nicolò Zorzi Processus criminalis contra Iurium Palamodich condemnatum ad mortem Giorgio Palamodich di Visinada nella giurisdizione di Piemonte, assassino, ha tagliata la testa. anno 1516 pag. 1453-1462 Capitano Nicolò Zorzi Processus criminalis contra Mateum Chaulcicli de Ospo Matteo Caulcich di Ospo per depredazioni commesse nel territorio di Raspo, ove era stato mandato dal capitano di Trieste Nicolò Rauber, è punito al bando perpetuo dal detto territorio ; e se fosse preso, sarebbe impiccato. 1) Le pag. 1373-1376 non hanno relazione con questo processo, ma riguardano un processo civile agitatosi dinanzi al capitano N. Zorzi nel 1516 per la eredità lasciata da Valente Maroticli morto a Cestelnuovo intestato, prigioniero del conte Cristoforo Frangipani. — V. il processo alle pag. 985-1006. anni 1515, 1516, 1517 e 1518 pag. 1463-1494 Capitani N. Zorzi e B. Bondulmier Sententie criminales in arengo Registro di alquante sentenze pronunciate dai capitani N. Zorzi e B. Bondulmier quasi indecifrabili. (Continua) G. V. — Portole --—3JK3—---- IST otizie In memoria di Monsignor Canonico &ioyanni de Favonio Si può certamente dire che non ci fu angolo della terra istriana nel quale la notizia della morte di questo illustre non sia stata ricevuta con rimpianto, dacché ogni angolo della terra istriana conti fra suoi cittadini molti che furono scolari in questo patrio ginnasio, e furono così testimoni dell' eccellenza dell' animo di Lui e ricordano 1' affetto quasi paterno di questo loro maestro. E spontaneo ed universale si manifestò il pensiero che fosse doveroso di tributare duratura onoranza a lui che per la sua vita integerrima, la evangelica carità e la rinomanza sua letteraria lasciò di sé in tutta la provincia sì cara, sì venerata memoria. Però sarà trovato naturale che la iniziativa all' attuazione di questo voto parta dalla città che fu patria al chiaro estinto e che ne sentì quindi maggiormente la perdita, e parta anzi dall'illustre Podestà, in obbedienza al cui desiderio i sottoscritti si presentano qui quali promotori. Concorde fu poi 1' avviso che 1' onoranza dovesse esplicarsi esclusivamente quale un' attestazione di affetto e di gratitudine dei vecchi discepoli verso il maestro la cui serena immagine sta luminosa nei dolci ricordi degli anni giovanili qui trascorsi, e precisamente parve e si concluse che col concorso di tutti i comprovinciali già discepoli dell'illustre defunto si avesse a riprodurre la dolce effigie del maestro comune in un busto in marmo da collocarsi, con l'acconsentimento, che non potrebbe mancare di questo Municipio, nell' edifizio del patrio Ginnasio, in quei luoghi dove educò tanta gioventù istriana con sì illuminato affetto, e dove Egli ha perciò diritto che di Lui resti memoria perenne. Tenuto conto che assai numerosi sono gl'istriani che furono scolari al defunto nel periodo di quasi trenta anni del suo insegnamento si ritenne che il numero degli oblatori sarà tale da bastare l'offerta singola di fior, uno, all' effetto di formare l'importo necessario al coprimento dell' occorribile spesa. I sottoscritti non fanno raccomandazioni che sanno superflue; avvertono soltanto che gì' importi che per cura di uno od altro verranno raccolti nelle singole città, potranno venire trasmessi qui a mani del signor Pietro Madonizza che ne sarà il depositario. Raccolta la somma ed eseguita 1' opera si fisseranno il tempo ed il modo della cerimonia per il collocamento del busto, e ciò si renderà noto mediante pubblicazione analoga nella Provincia, la quale gentilmente offerse a tale uopo le sue colonne. Capodistria, decembre 1890. Dr. Gerolamo Vidacovich Dr. Pietro Madonizza Dr. Nicolò Belli Per dare ascolto alle molte e vive sollecitazioni che ci venivano rivolte — non risparmiati i rimproveri del mantenuto silenzio — onde da parte nostra venisse affrettata la costituzione del comitato promotore per il tributo di onoranza alla memoria del venerato canonico, secondo le intelligenze precorse il giorno dei funerali; abbiamo pubblicato 1' appello che da parecchi giorni ci venne rimesso dall' onorevole comitato, ancorché non sieno terminate le pratiche di legge per ottenere il permesso di aprire la colletta. Appena il permesso sarà ottenuto il comitato farà pervenire 1' appello stampato, possibilmente a tutti i discepoli del venerato monsignore. Alla presidenza del Comitato provinciale pel monumento a Giuseppe Tartini pervennero le seguenti oblazioni: Dal sig. Antonio Caccia a mezzo del sig. Dom. Pulgher membro del Comitato fior. 100; — dal Municipio d'Umago quale parte del contributo votato da quella Rappresentanza fior. 50 ;.— da sig- F. G. in Pola per oblazioni d'amici fiorini 29,31 ; — dal sig. B. Pertot d' Orsera raccolti in convegno d' amici fior. 6,32 ; — dal sig. Antonio P. Viezzoli di Pirano, quale redito di una gita fatta col suo piroscafo in occasione della regata popolare fior. 25; — dal sig. Antonio Brunetti e soci in Pirano, quale civanzo del giuoco dei birilli fior. 10; — dal Consiglio d'amministrazione di Montona fior. 50 ; — dal Municipio di Buje l'importo di fior. 100 (stanziato nel bilancio del prev. 1891); — dal sig. Antonio Benvenutti junior di Trieste fior. 5. — Ad iniziativa del sig. Giovanni Pettener maestro presso le scuole cittadine di Trieste, venne promossa una sottoscrizione fra i maestri docenti presso le scuole popolari di Trieste. Di questi giorni inoltre fu intimato al preside del Comitato Dr. Giuseppe Bubba il permesso dell' i. r. Luogotenenza di aprire nel Litorale in via privata o mediante la stampa collette di denaro per il progettato monumento. --•"!'&•!•-«----- Cose locali Bollettino statistico municipale di Novembre 1890 Anagrafe: Nati, battezzati, 26, maschi 12, femmine 14; Morti 14, uomini 6 (dei quali 3 carcerati) donne 4, fanciulli 2, fanciulle 2 sotto i sette anni. — Trapassati: 2. de Baseggio Gior- fio fu Pietro d'anni 91; — Alessio Francesca nata Minca d'anni 1 ; — 13, Brigiotti Giovanni fu Giuseppe d' anni 43 ; — 14, D. A. (carcerato) da Knin d'anni 51; — 18, Costanzo Rosa di An- tonio d'anni 7; — 22, Gorzalini Vincenzo di Michele d'anni 37; — K. F. (carcerato) da Seeland (Carintia) d'anni 34; — 24, Romano Ved-. Caterina d'anni 85. — M. P. (carcerato) da Veglia d'anni 65; — 29, Maccapan Regina nata Salvagno d'anni 60. — Più fanciulli 2 e fanciulle 2 al di sotto di sette anni. — Matrimoni: 8, Deponte Francesco con Barbara Valle; — 15, Burlin Biagio con Margherita Cernivani ; — Riccobon Nicolò con Anna-Maria Cociancich; — 22, Deponte Antonio con Maria Babich; — Coradin Nazario con Fili'mena Norbedo ; — Marchesich Antonio con Elena Cernivanni; — Apollonio Giuseppe con Giovanna Can-dusio. — Polizia: permessi di ballo 2. — Arresti 1. — Certificati d'indigenato 5. — Usciti dall' i. r. Casa di pena 4, dei quali I carniolino, 1 dalmato, 1 istriano e 1 stiriano. — Sfrattati 4. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino di proprio prodotto 0. — Certificato per spedizione di vino nero 1 per colli II del peso complessivo di chilogr. 13050; — di sardelle salate 1 per barili 30 del peso di chilogr. 1320 ; — di sardoni salati 2 per mastelle 142 del peso compless. di chilogr. 2426; — di salamoia 2 per barili 3 del peso compi, di chilogr. 180. — Licenze industriali 2, per vendita erbaggi e baccalà; — 1 per oriuolajo. — Animali macellati: buoi 36 del peso di chilogr. 7474 con 331 chilogr. di sego ; armente 27 del peso di chilogr. 3989, con 286 chilogr. di sego; vitelli 23; castrati 33. Bollettino delle malattie zimotiche Capodistria; Scarlattina rimasti in cura colla fine del mese di Ottobre 9 durante il mese di Novembre aumentarono 0 — dei quali, guarirono 9, morirono 0, rimasti in cura 0. — Lazzaretto 0. --—Wi---- Appunti bibliografici M.r Iacopo Bernardi. Commemorazione del commendatore Giovanni Veludo. (Venezia. Antonelli 1890. Un opuscolo di 52 pagine). Degno il lodatore del lodato. E per vero a dire del Veludo uomo erudito, prefetto della Marciana e terso scrittore non ci voleva che lo stile elegante del Bernardi. Parrà a molti oggi importuno quel girare del periodo che scende a riposarsi in un armonico superlativo, ma egli è certo che lo scrivere letterario accademico giova a correggere la sciatteria moderna e il butta là dei giornalisti. E si vuole pure rammentare che il discorso fu letto dal venerando vecchio nel R.o Istituto Veneto di scienze lettera ed arti; onde lo stile tornava proprio a capello. Ma ciò che più importa notare si è che il Bernardi in poche pagine ci ha dato un' esatta biografia del Veludo, e imberciato proprio nel segno facendoci conoscere le vicende della vita, e i meriti del letterato e dell'uomo; rivolgendo l'attenzione del lettore a quei fatti che meglio illustrano il lodato e ne mettono in chiaro lume il carattere. Da queste pagine si ha come l'illustre scrittore veneto, oriundo da greca famiglia, cominciò fino dai primi anni a lottare con l'avversità della fortuna, e non si lasciò perciò scoraggiare: esempio a molti giovani oggi cui cade l'animo alle prime avvisaglie. Mentre poi dà un rapido, ma sicuro sguardo agli scritti di così varia e profonda erudizione del Veludo, venutagli la palla al balzo non teme di rilevare anche un difetto, quasi direi caratteristico del letterato di vecchio stampo, la tendenza cioè a quelle eterne diatribe di scrittori che fecero già scorrere tanti fiumi d'inchiostro; vizio che il Bernardi con temperate parole condanna, a ciò indotto dall'animo suo untissimo : e qui il superlativo è proprio al suo posto.1) Neil' indice poi delle opere del Veludo, con somma pazienza compilato dal Bernardi, trovo scritti che si riferiscono a cose e persone triestine; e qui ne piglio nota. — Un polimetro — il finto Padre a pag: 68 nella Strenna Triestina per l'anno 1840. Tipografia Marenich. — Cenno sulla morte di Teodoro Bosi-chi in Trieste. Osservatore triestino 1871. num: 25. — Articolo scritto in greco in difesa dell'accusa data ai Prepositi della chiesa di San Giorgio dei Greci in Venezia, di avere introdotto nella liturgia la lingua slava, colla risposta alla Clio, giornale di Trieste 1871 N.o 512,816, 817. — Petrarca Francesco. Sonetti ora scoperti e pubblicati da Giov. Veludo per nozze Grassini - Levi. Venezia 1870. tipo: San Giorgio. La sposa Emma Levi ora moglie e madre fortunata fu tra le più intelligenti scolare che ebbi tra il 60 ed il 66 a Trieste. E mi si perdoni questo accenno a memorie sempre vive nella mente e nel cuore. Al Bernardi tornando, un mirallegro ed un augurio perchè molti anni ancora sia alle lettere italiane conservata la sua fresca ed operosa vecchiezza. P. T. ------S^gl^gVS^®- PUBBLICAZIONI Giuseppe Modrich — Abbazia, stazione climatica — bagui di mare — alpinismo. Dna colonia di civiltà. Lettere dall' Istria. — Milano, Tipografa degli operai (soc. coop.) 1891. INDICE DEGLI SCRITTI DI P. T. NELLA PROVINCIA II LINGUA E LETTERATURA*; M Maciete. Rime in vernacolo triestino. Ap. P. T. XX, 2. Mancini Riola Maria. Il manoscritto della nonna. Ap. P. T. XIII, 10. — Item. Poesie. XIII, 10. ') Il lettore comprenderà, perchè io, a guardarmi da questo difetto, non ami di perpetuare le questioni, persuaso che la ragione non è dell'ultimo che parla. Manzoniana (Letteratura). Ap. P. T. XIII, 10, 17 e 18. —■ Item. Manzoni Alessandro. Epistolario. Ap. P. T. XVI, 14 e XVII, 2. — Item. GÌ' irrevocati dì P. T. XXI, 3. — Item. Ventisette traduzioni in varie lingue del cinque Maggio, raccolte da C. M. Meschia. Ap. P. T. XVII, 14. Manzoni Domenico. La stanzetta misteriosa Ap-P. T. XXI, 9. — Item. Racconti istriani. Ap. P. T. XXIII, 20. Mantegazza Paolo. Un viaggio in Lapponia. Ap. P. T. XV, 12. — Item. Testa. Libro per ì giovinetti. Ap. P. T. XXII, 6. Marcotti Giuseppe. Donne e Monache, Boi. bibliog. XVIII, 12. Marinaz Francesco. Piccola raccolta di esercizi pratici di grammatica e di lingua italiana. Boi. bibliog. XII, 20 e 24. Martinozzi Giuseppe. Versi. Ap. P. *T. XXII, 17. — Item. Scuola e coscienza raccomandato al Parlamento italiano. Ap. P. T. XXI, 1. Masserani Tulio. Il libro di Giada. Echi dell'estremo oriente recati in versi italiani. Ap. P. T. XVI, 5. 1 Aprile 1882.4) Maver Zaccaria. Profili filosofici morali. Ap. P. T. XIX, 5. — Item. Risposta del Maver al P. T. XIX, 6. Mazzoni Guido. Poesie. Ap. P. T. XVII, 6. — Item. Rassegna letteraria. Ap. P. T. XXI, 11. Meschia. C. M. Vedi Manzoni Alessandro. Moise Ab. Strenna istriana per 1' anno 1883, di Nono Cajo Baccelli. Ap. P. T. XVII, 3. — Item. Vedi Tamaro. — Item. Sua lettera al Cav. T. Luciani.. (Di alcuni dotti da Cherso) XVIII, 12. — Item. Sua lettera. XVIII, 13. Molmenti. Le dogaresse di Venezia. Ap. P. T. XVIII, 10. Montefreddini Francesco. La vita e le opere di Giacomo Leopardi. Ap. P. T. XVI, 3 e 4. Mosso Angelo. Una escursione d'inverno al Monte Rosa. Ap. P. T. XIX, 15. Municipio di Trieste. Cenni statistici sulle scuol» comunali. Ap. P. T. XV, 9. N Negri Ada. Versi. Ap. P. T. XXIV, 2. — Item. A Btàtrice Portinari. XXIV, 14. Nipote (il) del Vesta Verde. Strenna popolare Ap. P. T. XVIII, 2. Novello Fortunato. Funeraria. Commemorazione del Prof. Carlo Combi e discorsi pronunziati sulla sua tomba. Boi. biblio. XVII, 23. (Continua) ') È veramente il numero 7, e per errore è stampato 5.