Anno I. N. 7. Si pubblica, il 1° Hi^BHHHI H^^k Inserzio e 16 d'ogni mese. B _ il Kak ^WT , a Prezzi H M m —— _ H^^k H __da conveni: Abbonamento g^^g ■ ®T & ® JI |f g j| || fi # ® J Redazione e annuo Cor. 4,— ; BB ■ J| 3g _ WBw ni B 9 Mg ^^M Amministrazi* s,r: T- -a-1« v4V/ v cu Vllss II piano. Organo del partito democratico istriano. Il fìne pratico La questione sociale che mercè l'opera dei partiti socialisti, organizzatori delle masse operaie, s'impone sempre più, merita seria attenzione da parte di ogni partito politico. A questa attenzione sono, sebbene a mala voglia, costretti anche quei partiti, i quali fanno poco calcolo della risvegliata coscienza operaia e le negano ogni probabilità di trionfo nella lotta incominciata. Cotesti miopi si sentono costretti di avvicinarsi, almeno in apparenza, al popolo, ma credono che siano sufficienti a risolvere la questione e a imporre la pace lievi concessioni, colle quali non solo non accontentano alcuno, ma conseguiscono uno scopo opposto a quello che si prefiggono. Intendono di mostrar li lor forza colla manifestazione di concilianti propositi e mostrano invece così tutta la lor debolezza. Ma del partito socialista che impone loro una linea di condotta ripugnante alla loro indole, al loro sentimento, alla loro educazione, essi sono accaniti nemici. Ciascun socialista è per essi un traditore della patria, nemico della religione, sovvertitore di ogni diritto, ladro di ogni proprietà. Così essi predicano e così scrivono. E se la plebe fosse un po' meno ignorante, i socialisti potrebbero sorridere di queste accuse. Che cosa è invece il socialista? E un individuo che tende a un ideale supremo di giustizia nell'umanità, che sente di esser uomo e pretende, oltre all'eguaglianza dei diritti politici, anche il diritto all'eguaglianza economica, pretende il diritto alla vita. Accettata questa definizione, noi tutti siamo socialisti; ma divergiamo dai socialisti, nel senso di aderenti ad uno speciale partito, su questo : eli' essi credono di raggiungere lo scopo cui tendono mediante il collettivismo e noi diamo lor torto, eh' essi, cristalizzati in un dogma, non comprendono le condizioni del paese in cui vivono e non vi si adattano. Essi pertanto commettono degli errori. Restringendo le nostre osservazioni alle nostre provincia, essi hanno commesso un grave errore combattendo a Pola con la violenza la campagna elettorale per la quinta curia; essi commettono errore, trascurando le questioni, che toccano interessi di altre classi di proletari, che non sicno operai, nel senso di persone che lavorano negli opifici, dunque di agricoltori, di pescatori, di marinai, così che la lotta sembra voler praticamente essere il prodotto dell' egoismo di una classe, intesa a guadagnarsi dei benefici e forse dei privilegi a danno di altre; essi commettono un errore dicendosi internazionali. Certo quest' ultimo non sarebbe un errore, se per internazionalismo s'intendesse, che non si devono nutrire odii di razza o di nazionalità, se s'intendesse, che a uno slavo o a un tedesco, perchè slavo o tedesco, non si possono negare diritti eguali a quelli di un italiano, se, insomma, 1: internazionalismo volesse dir questo : tutte le razze e tutte le nazionalità sono eguali tra di loro, come fra di loro sono eguali tutti gli uomini. Ma diventa un errore, quando in nome suo, all' intento di imporre la pace, s' avversa un popolo che contrasta tutta o parte della patria sua all'invasione di popolo straniero, non solo, ma anche quando si tralascia di combattere 10 straniero, che attenti alla nazionalità, ai diritti, alla cultura di un popolo. E quando 11 popolo assalito è quello, al quale si appartiene, l'errore diventa colpa, perchè chi lo commette manca ai suoi doveri di cittadino. Nel caso concreto : opporre nella quinta curia un candidato socialista ad un candidato liberale-nazionale, è, più che un diritto, forse un dovere dei socialisti, anche se non vi sia per essi speranza di vittoria; ma scegliere un candidato che per la sua nazionalità non tanto, quanto per la ignoranza della lingua degli elettori e dei loro bisogni e dei loro ideali, offende i sentimenti del popolo, che dovrebbe dargli i voti, è un errore che si sconta con j la sconfitta e più con l'antipatia che si raccoglie. I socialisti diranno che quei sentimenti sono pregiudizi; ma ammesso pur che fossero tali, anche di essi bisogna tener conto, quando non si possono d'un colpo sradicare. Nondimeno il socialismo vince. Che i socialisti perdano una battaglia elettorale importa poco, perch'essi non possono ragionevolmente attendere il trionfo da una maggioranza alla Camera. Ma ogni loro sconfitta impone ai vincitori qualche concessione ai vinti; ma dopo ogni vittoria il vincitore si fa premura di pagar lui le spese di guerra. Dunr que, il socialismo vince, e vince per quell' i-deale di giustizia sociale, ch'esso persegue. Tuttavia, se gli altri concedono, concede esso pure. Yi è una legge che regola ogni movimento della umanità. Ogni movimento suo, insegna la storia, distrugge e ricostruisce. Ma non distrugge tutto in ciò che modifica, nè tutto ricostruisce di nuovo. Dileguata la polvere che le rivoluzioni avevano sollevata, si videro rimanere in piedi e resistere edifici che parevano rasi al suolo. Questo avviene, perchè nessun moto umano può spegnere ogni contrasto, perchè ogni moto umano, per terribile che sia, potrà mutare soltanto la forma del contrasto e costringere i contendenti a cambiare armi e posto. E in questo sta il progresso dell' umanità : nel contrasto ; perchè il progresso risulta dalle forze opposte, delle quali ora l'una e ora l'altra prevale. E così, per la spinta continua delle forze contendenti la società umana arriverà all' ideale di giustizia, ch'essa deve realizzare. In tal modo il socialismo impone qualche parte della morale sua alla società, e la società lo modifica, in quanto almeno esso ha di utopistico. Da rivoluzionario è diventato evulozionista; invece di sollevare le plebi e di spargere sangue, si organizzano e si educano le masse ; collettivista in teoria, organizza scioperi per far aumentare i salari, ed ha nel suo seno chi combatte a favore delle piccole proprietà e delle piccole industrie; intenzionale livellatore di tutte le energie produttive, si accontenta di chiedere le otto ore di lavoro per gli operai; convinto vendicatore di tutte le ingiustizie sociali, si limita a chiedere gratuite tutte le scuole e tutte le funzioni della giustizia, che il denaro rende già ora facili ai ricchi. Si adatta, dunque, come ogni organismo che voglia vivere, all'ambiente. Un uomo che voglia passare oltre una porta più piccola di lui, deve necessariamente piegarsi. Il fine pratico è di entrare. E si piega anche il socialismo per entrare nelle masse. I sistemi filosofici non trascinano le masse; una parola che sintetizza una cosa grande ch'esse di solito non comprendono se non in parte ed a modo loro, diverso per ogni individuo, le trascina. Ai crociati si gridava: Gerusalemme ; agli italiani : Roma. E cerio il grido delle otto ore ha convinto all' idea socialista milioni di volte più operai che il Capitale di Marx e i siatemi filosofici per 1' attuazione pratica dello stato collettivista. Anche i socialisti nostri devono, noi crediamo, badare che la loro azione abbia un pratico fine. Esclusa, come inattuabile, l'idea di poter convincere tutti d' un colpo, essi devono accettar l'altra di convincerli a poco a poco. Essi, aderenti ad un partito d'essenza economico-sociale, devono diventare, come sono diventati altrove, un partito politico. Or bene, la politica è l'arte di saper cedere a tempo. Custodiscano essi il loro dogma nella loro coscienza intatto, ma come cittadini sieno italiani. E noi diciamo loro : siate italiani e venite con noi. Voi avrete campo di allargare l'operosità vostra alle altre classi di proletari ed avrete fatto il vostro dovere di cittadini, difendendo il carattere nazionale della patria vostra contro l'illegittima guerra di stranieri. E voi avrete il diritto di alzare e di far ascoltare la vostra voce negli interessi vostri e del vostro paese e voi potrete dimostrare che sapete non solo sovvertire, ma anche ordinare. E perchè essi debbano venire con noi, dimostreremo un' altra volta. COSE AGRARIE 11 Comitato permanente dei nostro Consiglio agrario provinciale veniva ragunato a seduta in Parenzo mercoledì 22 corr. Presiedeva il comm. dott. Matteo Campitelli. Erano presenti — oltre al segretario Francesco Blasig — il vicepresidente dott Pier'Antonio Gambini per la Giunta provinciale ed i membri dott. Vittorio Scampicchio, dott. Domenico Trinaistich, bar. dott. Giorgio Polesini, Tomaso Sottocorona e Francesco Scala-mera. Mancavano il membro dott. Silvestro conte Venier, tenuto per iscusato in seguito a deplorata perdurante indisposizione, ed il rappresentante dell'imperiale Governo. Assistevano alla seduta anche l'i. r. ispettore provinciale d'agricoltura Tomaso Friihauf nell' esercizio delle sue mansioni officiose, il direttore dell'Istituto agrario provinciale dott. Cucovich e l'i. r. veterinario distrettuale Fantin, quali esperti. Aperta la seduta, il Presidente ricordava il decesso de' membri Nicolò Corva-Spinotti e cav. Federico de Schwarz, entrambi figli diletti della nostra provincia e benemeriti in alto grado della patria agricoltura. Il primo — incarnazione della nostra tradizione agraria, perchè fe' sempre parte, sin dalla loro creazione, e della cessata Società agraria e dell' or esistente Consiglio agrario provinciale — era uno de' più attivi e zelanti membri del Comitato permanente e di tutte le istituzioni cui appartenne : il secondo — immagine vivente del dovere — quale funzionario publico in generale e quale referente agrario presso la Luogotenenza di Trieste in particolare, disimpegnò sempre distintamente ogni mansione affidatagli e, per quanto potè, a beneficio del paese. E per fatale miserando accidente, appunto del dovere doveva periie vittima lacrimata. Grave per la provincia la perdita sì dell'uno che dell'altro, chè non sarà sì facile sostituirli. Ai funerali loro intervenivano delegati del Consiglio, sicuro il Presidente — così disponendo — dell' approvazione de' colleghi. Questa in riassunto la commemorazione de' defunti, alla quale in segno di assentimento e lutto si associavano, sorgendo in piedi, tutti i presenti. I P. dell'Ordine del Giorno. Lettura del protocollo della seduta precedente. Ommessa, essendo stato il protocollo diramato a stampa e non essendo stato mossa contro il suo tenore alcuna eccezione. II P. dell'Ordine del Giorno. Comunicazioni della Presidenza. — La Giunta provinciale cedeva gratuitamente al Consiglio 11 arnesi rustici (strumenti vecchi da lavoro) giacenti nel podere provinciale quale contributo per un futuro Museo agrario provinciale. La Giunta aderiva pure alla domanda fattale di cedere gratuitamente al Consiglio gli attrezzi rurali in deposito presso la soppressa stazione agricola provinciale di Pisino, perchè venissero affidati a quel Consorzio agrario distrettuale, il quale, bisognoso — per l'esteso suo campo d'azione — di molte macchine (specie di erpici per la lavorazione de' prati, principal cespite di rendita di quella regione), è privo de' mezzi occorrenti ad acquistarli. — Salva la necessaria sanatoria, la Presidenza cedeva alla sua volta gratuitamente all'Istituto agrario provinciale la raccolta xilologica (campioni di legname) di proprietà del Consiglio assieme alla sua gradinata di sostegno, e per cor. 80 un armadio ad uso d'archivio. — Il Consorzio agrario distrettuale di Al-bona ringraziava per l'invio colà di due arieti di razza gigante, Bergamasca, consegnati uno al barone Nicolò Lazzarini, che lo accoglieva nel suo podere di Selve e l'altro al dott. Giovanni Lucas, che lo aggregava al suo gregge nella località di Romania. — Salva la necessaria sanatoria, la Presidenza concedeva al potatore di frutti Zamarin un sussidio di cor. 50, perchè, con altro sussidio pari largitogli dalla Giunta provinc:ale, potesse disporre de' mezzi occorrentigli per intervenire al recente congresso d' orticoltura in Firenze. — La Giurìa incaricata del giudizio e premiazione all' Esposizione di suini, ch'ebbe luogo in Buje li 11 corr., rassegnava un protocollo assunto sul suo operato, dal quale si tolgono i seguenti passi : Esposti due verri, 2 scrofe pregne già madri, 2 scrofe giovani e 19 gruppi di lattonzoli colle rispettive madri. Il concorso era soddisfacente e superiore a quello dell' ultima mostra tenuta nel 1899. Veniva rimarcato tosto che, contrariamente all'aspettativa, non era esposto alcun capo di razza Jorkshijre, della quale si riscontrava qualche lontana traccia soltanto in alcuni meticci. Quasi tutti gli animali esposti palesavano marcatamente i caratteri della razza locale ; in qualche esemplare si rispecchiava anche il tipo del maiale friulano. Non rari i segni di degenerazione, cagionata dall'allevamento di selezione troppo prolungato senza l'opportuno rinfrescamento del sangue. Frequente il principio di rachitismo, il dorso insellato, l'avantreno poco sviluppato, le gambe esili, gli appiombi irregolari, la caduta della coda ecc. ecc. In base alle informazioni assunte dovevasi attribuire la mancanza di tipi Jorkshijre e la de-ficenza di meticci di questa razza — che nella mostra precedente erano largamente rappresentati — alla mancanza di stazioni di monta nel distretto con riproduttori inglesi, nonché alle qualità superiori della carne dell' allevimo indigeno. 11 territorio di Buje, essendo ricco di oli-veti, usa dell'olio che ne ricava pel condimento, onde ha bisogno più di carni che di lardo. Parecchi de' riproduttori esposti erano di taglia molto grande ed i lattonzoli nati numerosi apparivano ben nutriti ; taluni erano già castrati. Compiuta la premiazione con criteri diversi dagli stabiliti, trovava la Giurìa di ^additare e „raccomandare alle competenti autorità governa- tive e provinciali la necessità di promuovere e ^favorire l'erezione di numerose stazioni di monta „con riproduttori Jorkshijre di grande mole per „rigenerare gli allevamenti locali" e dar impulso a questi ultimi col ripetere per parecchi „anni „di seguito le mostre suine." —- Coli' intendimento di promuovere il razionale allevamento del seme bachi cellulare, sano da infezione corpuscolare, favorendo insieme la bachicoltura, veniva aperto il concorso a vari premi per confezione di seme. Secondo il relativo avviso publicato i concorrenti dovranno inoltrare le proprie domande, col corredo dei documenti di prova relativi al quantativo del seme allevato ed al raccolto, al Consiglio entro il 30 giugno 1901, indicando chiaramente la località dell' allevamento ed il mercato di vendita del prodotto, ed allegando un campione di N. 20 bozzoli per ogni partita in concorso, da prelevarsi dalla massa, verso attestazione in iscritto del locale Consorzio agrario distrettuale. Siffatte comunicazioni della Presidenza, in uno ad altre di minore entità, venivano prese a notizia verso impartizione delle sanatorie richieste. Ili P. dell'Ordine del Giorno. Rimostranza del prof. C. Hugues contro l'assegno fattogli dalla Presidenza a tacitazione delle sue competenze quale f. f. di segretario. Dopo lunga e viva discussione, cui prendevano ripetutamente parte il Presidente ed i membri dott. Scatopiccbio, dott. Trinaistich e Sotto-corona, veniva accolta ad unanimità la proposta avanzata dal vicepresidente dott. P. A. Gambini „di attingere sulla rimostranza il parere legale scritto del capo del dipartimento contabile provinciale, dott. Antonio Pogaschnig e di riproporla al Comitato per la decisione." IV P. dell'Ordine del Giorno. Domande e relative disposizioni per le stazioni grandinifughe. A richiesta della Presidenza, la Giunta provinciale deliberava di assicurare per la comple-tazione di stazioni di sparo contro la grandine, la seguenti sovvenzioni-: 1. al Consorzio agrario distrettuale di Mon-tona cor. 3140 restituibili in 3 rate annuali; 2. a quello di Pirano cor. 1280 restituibili in 2 rate annuali e 3. all'altro di Pinguente cor. 2400 restituibili in 2 rate annuali. Queste ant.ecipazioni verranno erogate sem-prechè le rispettive rappresentanze comunali deliberino di assumere a carico del Comune la garanzia per la loro restituzione e vengano rilasciate regolari debitoriali controfirmate dagli organi del medesimo a sensi di legge. Rispetto ad ognuna delle antecipazioni, l'importo parziale di corone 500 sarà per un anno esente da interesse, mentre sul resto dovrà essere corrisposto quello del 5%. Avvertiva la Giunta provinciale di non poter accordare sovvenzioni non restituibili, non essendo s.tato approvato ancora dalla Dieta il conto preventivo per l'anno corrente, ma aggiungendo che, qualora in tale conto venisse approvata una posta per sussidi a questo scopo, le restava riservato di'stabilire in seguito quale parte delle antecipazioni suddette avesse da essere considerata „quale sovvenzione non rifondibile." Accordava infine la Giunta per lo stesso scopo ed alle stesse modalità un' antecipazione di cor. 4000 al Comune censuario di Pisino. Coteste deliberazioni della Giunta venivano dal Comitato prese a gradita notizia, con riserva di darne comunicazione agli interessati. V P. dell'Ordine del Giorno. Nomina di un membro per il Comitato ippico. Sovra proposta del dott. Scampicchio, nominato il preside del Consorzio agrario distrettuale di Pisino, Vittorio Mrach. VI P. dell'Ordine del Giorno. Relazione del sottocomitato per lo studio del regolamento per gli acquisti annidativi di materiali agrari da parte del Consiglio. Nella seduta del Comitato permanente 29 dicembre 1900, all'VIII Punto dell'Ordine del Giorno, l'on. vicepresidente dott. P. A. Gambini, additando l'esempio dei Consigli agrari del Trentino e della Dalmazia, i quali arrecano in quelle regioni grandissimi vantaggi economici e progressisti per la diffusione e per l'applicazione dei concimi chi-mioi, nonché per altri materiali introdotti nell'agricoltura moderna, procurando acquisti cumulativi, proponeva che il Consiglio dell'Istria facesse altrettanto. Veniva data quindi allora la parola all'on. Cu-covich, il quale dimostrava brillantemente l'importanza della proposta del preop'nante. Citava i suprusi, le adulterazioni e gli inganni di cui si servono i rivenditori fuor di Provincia per mungere illegalmente il denaro dei poveri agricoltori, arrestando in tale guisa anche il progresso agrario. Rimarcava quanto necessaria sia una guida, che tuteli gli interessi degli acquirenti, l'importanza delle analisi dei diversi materiali e 1' assoluto bisogno di disciplinare la vendita. Accennava l'indigenza di elementi fertilizzati nei coltivati ed il conseguente bisogno di provvedere col mezzo dei concimi chimici, giacché poco calcolo si può fare sullo stallatico, stante l'esiguità del bestiame. Dimostrava la convenienza per la Provincia di fare acquisti nel vicino Regno d'Italia, poiché non sempre è vantaggioso rivolgersi alle fabbriche nordiche dell'Impero, stante la lontananza ed il conseguente aumento di prezzo cagionato dal trasporto. Concludeva col confermare l'utilità che il Consiglio acquistasse cumulativamente concimi chimici, zolfi e solfato di rame per poi distribuirli ai Consorzi agrari distrettuali. L'on. Ispettore agrario accoglieva anch'egli favorevolmente la proposta Gambini, però facendo osservare che non sempre i fornitori italiani possono offrire merce a più buon prezzo di quelli dell' interno, raccomandava di servirsi presso questi ultimi. Comunicava che è sorta testé, sotto gli auspici del Ministero di agricoltura, la Federazione agraria austriaca, la quale tutelerà gl'interessi agrari, e che il Consiglio, facendosi socio, poteva usufruire i rilevanti vantaggi che essa assicura. Dopo larga discussione, cui prendevano parte il Presidente, l'on. Ispettore agrario, l'on. Cuco-vich, l'on. Corva-Spinotti, veniva approvata unanimemente la mozione Gambini, e si decideva che il Consiglio fosse mediatore, non già anche depositario, della merce. Indi l'on. vicepresidente dott. P. A. Gambini proponeva un sottocomitato composto dall'on. Cu-covich e del segretario del Consiglio per lo studio dell'oggetto, ed un Comitato per gli acquisti formato dal presidente, dal vicepresidente, dal segretario del Consiglio, dal direttore dell'Istituto agrario e dal presidente del Consorzio agrario distrettuale di Parenzo. Anche tali proposte venivano approvate ad uuauimità. In esito ai corrispondenti deliberati costitui-vasi il nominato sottocomitato, riferendo ora in argomento colla presentazione di un progetto di regolamento Invitato il segretario a darne lettura, lo leggeva punto per punto suscitando, specie da parte del Presidente, serie eccezioni. Alla relativa discussione prendevano parte anche i membri Sottocorona, dott. Scampicchio, dott. Trinaistich, l'i. r. ispettore Fruhauf, il dott. Cu-covich ed il segretario, ma senza poter giungere a conclusioni concrete. Osservato avendo giustamente infine il Presidente, che prevedendo il progetto una cooperazione della Giunta provinciale, si doveva ad ogni modo udire sovr'esso il di lei parere, prendeva la parola il vicepresidente dott. P. A. G'ambini e nella considerazione che uou solo la Giunta, ma anche il Governo ed i Consorzi agrari distrettuali vi apparivano interessati, nonché nel riflesso che uno statuto composto di tanti articoli non poteva essere votato coscienziosamente senza studio preventivo, faceva proposta di rassegnare il progetto alla Giunta provinciale ed all' Imperiale Governo per la loro adesione, di spedirlo ai Consorzi agrari distrettuali per parere e di distribuirlo a tutti i membri del Comitato per esame. All'uopo doversi il progetto stampare. — Tale proposta veniva accolta ad unanimità. {Continua). IL PANAMINO_DI VERSORAZ (Continuazione vedi N. prec.) Nei conti elettorali si indennizzavano anche i famigliari delle persone del Comune per l'aiuto prestato. Le addizionali comunali che fino al 1880 (amministrazione Franich) erano insignificanti, sono salite al più alto grado che sia legalmente concesso per attingere alle economiche forze del Comune, col consenso della Giunta e della Luogotenenza, e con tutto ciò il Comune ha, se pure illegalmente, contratti dei debiti. Pure negli introiti non son registrati i prestiti ottenuti come i sussidi per fiorini 6000. E non son registrati fiorini 1000 prestati al Comune dalla ditta Konig, mentre il Comune è aggravato dall'obbligo di pagare tali passivi ed i relativi censi. Il Comune pagò anche alla Packa Banka censi per prestiti di privati ; e, p. e. dei fiorini 8000 pervenuti al Comune mediante l'ufficio postale nel 1897-99, ben 782 non vennero affatto introitati. Dei redditi percetti dalla tra-varina, dall'ufficio imposte, dal Giudizio, a migliaia di fiorini, neanche traccia! Dai dati raccolti si deve contare l'annuo reddito del Comune di Vergoraz in almeno fiorini 30,000 di contro ad un esito giustificato di fiorini 10,000. Da ciò, in 20 anni, si ha un ammanco di 400,000 fiorini. Dove andò questo denaro? Tutto a Vergoraz è in profondo abbandono. Nulla il Comune ha fatto di utile in questo periodo di tempo, nulla costruito, nulla creato. Invece, un assessore prima nullatenente, oggi possiede una sostanza del valore di alcune centinaia di migliaia di fiorini. Il segretario spende assai più di quello che la sua posizione gli consente; un altro impiegato comunale, giovane e pria poverissimo, si fece rapidamente ricco ; altri amministratori ancora conquistarono una agiatezza poco spiegabile, mentre inviavano doni da tutte le parti. Giova ancora rilevare che gli amministratori comunali di Vergoraz oltre a tutto ciò si lasciavano corrompere e ricevevano doni e denari per disimpegnare affari d'ufficio. Il podestà ed il segretario ricevettero fiorini 100 ciascheduno dalla ditta Konig per venir favorita nell'affare delle miniere. In Consiglio, il segretario faceva tutto ciò che gli piacesse. Il prete Luetich in una lettera lo istruisce di far dei salti nella lettura durante una seduta consigliare. A Vergoraz vennero installati e mantenuti persino in cariche comunali persone escluse dalla legge perchè condannate per azioni criminose. Protocolli di sedute consigliari venivano falsificati, corretti, rifatti, mistificandosi la verità ed i risultati emersi. Dopo questa parte espositiva generale, vengono specializzate le responsabilità dei diecinove accusati. (Un riassunto esatto di questi dettagli è impossibile.) I fatti e le cifre si susseguono incalzantissimi. Determinate somme di denaro rimesse dal fondo provinciale in vari anni per lavori publici, per sussidi di carestia, ecc. non vehnero inai introitati nella cassa del Comune. Nei registri ci sono errori, che vorrebbero essere accidentali per vistosi importi, sempre in pregiudizio del Comune. Nelle spese per esempio per la strada di Rilich figurano versati fiorini 809.98, mentre le ricevute allegate non danno che una somma di fiorini 488, ed in realtà il lavoro non può aver costato fiorini 100. Gli affitti per l'ufficio comunale figurano versati due volte per le stesse annualità e molte altre spese sono ripetute come uscite due e tre volte. Per posta, telegrammi ed associazione a giornali si sarebbero spesi fiorini 1476 90, per spese di cancelleria fiorini 2129 02, mentre tutto ciò avrebbe dovuto coprirsi col pausciale di fiorini 300. In un anno per paghe di lugari si sarebbero dispendiati fiorini 685, mentre non esistono qui-tanze che per fiorini 60. Al dott. Manger, al dott. Mihalievich ed al dott. Descovich si pagarono dal Comune competenze per affari privati. Si versarono denari al frate Simich, che non avea che fare col Comune. L' abbonamento alla Katolicka Dalmacija venne spedito in un solo giorno due volte, mentre non è dimostrato neanche che il Comune fosse abbonato a tale periodico. Cosi non è noto perchè si spedissero al Je-dinstvo sotto il titolo „Stražičic" prima fiorini 30, poi altri 30. L'accusato Kukulj ammette in massima le malversazioni, dicendo di averle commesse d'incarico della amministrazione, di don Joso Luetich e di tutti. Egli avrebbe avuto solo l'incarico di far trionfare i candidati del Comune a qualunque costo e con qualunque spesa. E certo che il Kukulj non avrebbe potuto far da se quanto ha fatto. I membri della amministrazione e del comitato finanziario erano a giorno di quanto accadeva. Ed il consiglio venne ingannato per venti anni. Il prete Luetich era dal 1880-97 presidente del comitato finanziario, la persona più influente e capace del consiglio. Egli copri della sua larga protezione il Kukulj, di cui era l'inspiratore ed il consigliere. Ciò risulta anche da alcune lettere. Lai brani riportati emerge che il Luetich era alla testa di tutto e da lui dipendeva ogni azione. Anche una decisione penale 24 aprile 1894 N. 6677 della Corte di giustizia di Spalato sta-bil isce essere il Luetich l'assoluto dominatore nel Comune di Vergoraz. Del resto, il Luetich dopo aver tentato di impedire lo svolgimento dell' attuale processo, cercò di trarre in errore la Giustizia. Egli improvvisò persino una dichiarazione trovata presso 1' assessore Radonich, secondo la quale fiorini 2000 ricavati della travarina nel 1899, sarebbero stati dispendiati dal detto assessore per scopi elettorali. Il podestà Pervan dice che il Luetich era il Capo che si doveva seguire per non esser cacciati. 11 prete Devcich lo dipinge come il cattivo genio di Vergoraz, nei cui pugni stavano i destini del paese. Al vescovo erano state dirette rimostranze che si dolevano dei suoi costumi e della sua prepotenza. Alcuni consiglieri del Comune si dimisero per non andar compromessi nel disordine e nella malversazione. L'assessore Radonich prelevava fiorini 3500 in una sol volta dalla cassa del Comune senza rilasciar quietanza. Il podestà interpellato sulle sue libazioni a spese comunali nelle osterie diceva: „gli altri mangiano, io bevo e tutto va così al diavolo !" Presso l'assessore Marco Jovich, arricchito di fresco in modo esorbitante, si rinvennero in denaro sonante fiorini 60,000. Gl i accusati Jose Pervan (podestà) e don Joso Luetich son chiamati a rispondere di complicità in tutte le frodi perpetrate dal Kukulj, gli altri per singole malversazioni. Ed a carico del Kukulj son concretati circa quaranta fatti penali. Questo il breve riassunto dell'atto d'accusa. Diamo ora il resoconto del dibattimento. Udienza del 2 corr. Il banco dei giurati si costituisce rapidamente perchè i difensori si son messi d'accordo, dopo varie conferenze, sul diritto di ricusa. La Corte è composta dal dirigente consigliere Polli e dai votanti consigliere de Cambi e segretario de Grisogono. A sostituto del presidente è destinato il consigliere Palcieh. Funge da protocollista l'ascoltante Devich. Gli accusati sono diecinove. Primo il segretario Giuseppe Kukulj, uomo sulla cinquantina, aguzzo, con occhiali, misurato nel gesto e nella parola. Gli siede appresso il prete Giuseppe Luetich che incomincia dal querelarsi perchè l'accusa gli ha sottratti otto anni d'età. Ne ha 68 e non 60; ma non si direbbe abbia varcato di molto il mezzo secolo. Siede terzo il podestà Jure Pervan, volto paonazzo, abito civile, la mano destra ratratta, deforme, inguantato ed olimpico di serenità. Vanta 79 anni. Vengono poi gli assessori Mijo Radonich, Mate Pervan e Mate Rakusich ; il ricco Marco Jovich, analfabeta e membro del comitato finanziario, parecchi scrivani del Comune, il custode del cimitero, e — notati — il negoziante ed imprenditore di Fortopus Mate Kovacevic ed il possidente Giulio Franich. Costoro son chiamati a rispondere per aver sedotto con doni in affari d'ufficio alcuni impiegati del Comuni di Vergoraz. Fatte le generali, il presidente rivolge una allocuzione ai giurati. Egli deplora che i giornali si sieno occupati di questo processo e ciò per iscopi di parte. Esorta i cittadini-giurati a spogliarsi da considerazioni politiche. Dice che non si tratta di tema politico. I titoli penali sono infedeltà, abuso di potere, furto, seduzione. „A qualunque partito siate ascritti — dice il presidente — non dimenticate d'esser adesso giudici ! Formate il vostro convincimento sui dettami della coscienza e non già sui discorsi dei caffè e delle locande e sulle notizie dei gior- nali. Sarebbe disonesto assolvere dei colpevoli, come condannare, scientemente, degli innocenti." Dopo un breve riposo, l'avvocato Forlani — che si dice „impressionato della ammonizione eccezionale del presidente" — vorrebbe parlare, ma il presidente non ammette si discutano le sue parole, mentre l'avvocato Forlani afferma che, malgrado tutto, il processo ha un carattere eminentemente politico. Il dott. Forlani difende il Kukulj. All'avvocato Salvi è affidata la difesa del podestà Pervan e d'altri tre accusati di minor conto. Il prete Luetich vien patrocinato dal dott. Manger; dal dott. Bulat il Jovich, e stanno inoltre fra i difensori : il dott. Trumbich, il dott. Miha-Ijevich ed il dott. Maistrovich per gli dei minori. Alle 10 30 ant. si incomincia la lettura del-1 atto d'accusa, che abbiamo riassunto ed occupa tutta la seduta della mattina ed anche della sera. Tale lettura dura sei ore. Udienza del 3 corr. S'incomincia col costituto del Kukulj. Egli dice di aver avuto incarico dal podestà, dagli amministratori, dal prete Luetich e da tutti i capi del partito di spender e spandere perchè le elezioni, spesse e sempre contrastate a Vergoraz, andassero bene. Ammette la distrazione del denaro comunale, ma sostiene che l'ammanco non può essere quale sostiene l'accusa. Del resto, egli dice, io per me non presi cosa alcuna. Tanto è vero che son rimasto povero. Spesi anzi del mio per iscopi elettorali. Poi Vergoraz non è il solo Comune ove così si proceda. Fui addetto anche al Comune di Ma-carsca e vidi che colà si faceva la stessa cosa. Neil' interrogatorio dettagliato, che dura a lungo, l'accusato sovente sostiene l'errore di scritturazione o si appella alla smemorat.ezza. Il prete Luetich incomincia col deplorare la persecuzione che lo ha condotto alle Assise, grave offesa pel suo abito sacerdotale e l'ufficio di curato. Si lagna dell' arresto istruttorio e cita la sacra scrittura. Il presidente lo interrompe, invitandolo di rispondere oggettivamente se ed in quanto si ritenga colpevole. I paragrafi sono elastici — esclama l'accusato — e cita Salamone. Avv. Forlani. Aveva 700 mogli!... Ma il reverendo Luetich cita le sette maniere per le quali l'innocente può scontare i peccati altrui e con accento vibrato e battendo i pugni sul tavolo: perchè, domando, perchè il prete Devcich non è pur esso sul banco degli accusati? Partecipò anch'esso alla gestione finanziaria del Comune ! vi partecipò come me ! Cita poi proverbi sulla ingratitudine umana. Solo la storia rende ragione ai benemeriti. Qui a Spalato, egli dice, si benedicono le ossa di Bajamonti che ha condotta 1' acqua in città. Io — esclama — ho pur fatto qualche cosa per Vergoraz. Là ci son cinque o sei persone in ve-ladon, il resto son villici. Dispendiai il mio denaro. Son vecchio, tengo la croce del merito per le mie opere, fui sempre tutto fedele e puro. Eppure venni tradotto arrestato in maniera che avrei preferito mi moschettassero. Nella lotta elettorale ero forse io solo là in mezzo? C'erano in quantità preti, frati, parroci. Gli elettori, si sa, bisogna trattarli ... I conti del Comune io li trovai sempre iu regola. Avevo bensì autorizzato il Kukulj di anticipare a scopi elettorali fiorini 2000, ma col proposito di rifonderli dal mio. Ed anche li rifusi. Questo è un procedimento politico! Presidente. Ma nella cassa manca e questo è un fatto ! Accusato. I partiti sono una disgrazia. Io fui sempre nazionale croato, e non volli mutare. Iniziai da me la costruzione della canonica e quella d'una cisterna. Il convocato villico di Dusina, presente il Kukulj, stabilì le contribuzioni. Presidente. Il convocato aveva stabilito la contribuzione in natura (lavoro) non in denaro. Accusato. Io preferiva la contribuzione in denaro perchè più pratica. Pregai il Kukulj di fare due protocolli : l'uno stanziava il contributo in un modo, l'altro nell'altro. Ammette d'aver avuta l'impresa per la costruzione della canonica e della cisterna, ma senza anticipata tendenza. Chiude protestando la propria innocenza e vantando il bene fatto al popolo. Viene il turno del podestà Jure Pernan. Egli desta irrefrenabile ilarità. — Non so nulla — dice — io era il podestà di figura, solo per firmare. Dopo eletto, il Consiglio mi tolse il potere, deferendo tutto al Kukulj. Io nulla seppi, nulla vidi, in nulla mi immischiai, Non avevo altro che il titolo. Presidente. E perchè rimaneste in carica? Accusato. E perchè non mi cacciarono via? (ilarità fragorosa). Mai lessi un atto. Mi portavano a firmare fasci di carte e ci sarebbero voluti tre giorni per leggere pria di firmare. Comandavano il segretario ed il prete Luetich. Poi venne il segretario della Giunta a visitare l'ufficio. Parlò col segretario, io non lo vidi, nè udii. Soltanto in istrada mi disse che avea veduti i conti, e che tutto andava bene. (Ilarità, impressione). Presidente. C' è una ricevuta per fiorini 47 che percepiste dal Comune quale indennizzo per spese nell' esercizio del vostro ufficio. Accusato. È vero ; pel cavallo, avanti, indietro. Presidente. Le incombenze si disimpegnano per legge gratuitamente. Accusato. Su ciò che l'ufficio imposte passava al Comune per mia retribuzione, in ragione di fiorini 3 al giorno per la commissione ai tabacchi, il Comune mi mangiava 1 fiorino. Del debito comunale verso il Konig mi dissero trattarsi di fiorini 600, invece erano 6000. Molte volte volevo rinunziare alla carica, ma i defunti Claich e Vrancovich ed il vivente Vu-covich mi pregarono di restare. Mi si disse che io firmassi e che c' era chi amministrava. (Continua). TORTO L'Idea italiana scriveva che risponde di non rispondere, che aveva fatto degli appunti alla Società democratica — non quella di Pola, veh ! — per il danno che ne sarebbe derivato al partito degli oligarchi, che con noi non si può parlare perchè noi rispondiamo come i carrettieri, quando chi non c' entra e non ne sa niente, s'ingerisce negli affari loro, e adesso esclama: ma noi non abbiamo cessato dalla polemica, noi ci sentiamo ancora del fiato in corpo ! Sia ringraziato Iddio, che non solo i mantici hanno del fiato. E ringraziamo Iddio anche per la novissima scoperta dell' Idea italiana che si faccia ancora della polemica, dopo aver dichiarato che non si risponde e dopo che di fatto non se ne fa più. 0 il non accanito avversario di oggi vuol con ciò dire, eh' egli si sentirebbe perfino il coraggio di ricominciare? Bah, è una cosa che avevamo già preveduta e abbiamo già scritto. E abbiamo anche preveduto come si finirà la prossima volta. Ad ogni modo possiamo assicurare il piccolo avversario, ch'egli si esagera l'importanza delle parole del Podestà di Buje, che per ora noi non commentiamo. 0 si è forse compiaciuto di quell'invocazione d'aiuto al Governo per imporre pace ai cittadini ? Idea, Idea, guarda che il passero pettegolo e i suoi aiutanti non (i tirino sul ghiaccio. 0 dividi ornai anche tu il loro parere di far appello, nel momento del pericolo, alle sfere antiche? Piccolo avversario, hai torto di contraddirti, di applaudire, di farti coraggio. CORRISPONDENZE Graz, 28 maggio 1901. Che nelle scuole medie la verità storica venisse assai di spesso travisata nell' insegnamento per uno o per l'altro scopo ed a seconda anche degli umori dei singoli insegnanti era cosa nota ; però fino ad ora era lecito sperare che almeno nelle aule universitarie la scienza avrebbe goduto di un'indipendenza serena ed imparziale e che i docenti degli istituti superiori non si sarebbero mai indotti a prostituire la dignità della cattedra alle influenze di razza o di partito. Ma una smentita in proposito volle darcela di questi giorni il prof. Hans von Zwiedineck, docente di storia presso questa Università. Il prefatto signore tiene presentemente un corso di lezioni sul periodo storico cosidetto recentissimo. Giunto un bel giorno a parlare delle tendenze e dei moti che diedero origine al risorgimento italiano egli, ad illuminare convenientemente le menti dei suoi discepoli intorno alla maggiore epopea del secolo, non trovò di meglio che sbizzarirsi in una serie di grossolane e volgari accuse ed insinuazioni contro i fattori principali della libertà italica e contro gli storici italiani della medesima; quindi, in chiusa alla focosa concione, scherzò con assai poco spirito sull'onestà delle donne milanesi. Venuti gli studenti italiani a conoscenza di questo fatto, si recarono il giorno appresso numerosi alla lezione di storia, curiosi di sentire 1' esposizione di fatti notorii sotto un aspetto tanto nuovo ed originale, ma furono delusi nella loro speranza perchè il poco scrupoloso professore mangiò la foglia e preferì parlare d'altro. Il fatto, come vedete, non è tale da far sorridere di compassione. Non sarà certo uno Zwiedineck che, con quattro Witz di gusto assai dubbio, cancellerà la più bella pagina della storia del secolo decimonono, ma ad ogni modo che ve ne pare di questo storicone altissimo che tanto per far onore alla sua razza s' esercita, ad accomodare la storia ai propri gusti ? Sembra poi che il prof. Zwiedineck non sia il solo tedesco il quale cerchi con successo p'ù o meno grande di far ridere i suoi connazionali a spese degli italiani ; ci si è messo anche un corrispondente della Tagespost. Questo caro signore si trova in cura a Lussinpiccolo e di là manda di quando in quando al suo giornale degli articoli descrittivi sulle isole del Quarnero. La settimana scorsa per esempio egli descriveva in uno di questi articoli Lussingrande ed in tale occasione faceva, con grande scialacquo di punti ammirativi, le sue più alte meraviglie sul fatto che in un paese dal quale gli uomini sono la maggior parte e lungamente assenti vi possano essere tanti fanciulli! A parte la trivialità banale dell' osservazione che offende senza percolo le oneste donne di onesti ed arditi marinai, a nessuuo il sarcasmo sarebbe stato tanto male in bocca quanto ad un grazese, ad un figlio di questa Graz dove l'amor libero promette di divenire in breve una istituzione riconosciuta. Accolga un mio consiglio quel bravo corrispondente. Se ha moglie a casa e se la cura è finita non si indugi di troppo a studiare i fenomeni fisiologici di Lussingrande ; rieda piuttosto al letto coniugale, chè ben altri e per lui più interessanti fenomeni lo potran forse sorprendere al ritorno. * . * * Ultimamente ebbimo qui la gradita visita dell' on. Bennati e della sua gentile signora, i quali passarono una intiera serata con un gruppo di studenti istriani. A questi l'infaticabile deputato promise di ritornare in breve onde poter a miglior agio studiare l'ambiente studentesco e rilevarne le tendenze e le idee. Come si vede, 1'on. Bennati, da vero liberale, ama tener conto del modo di pensare degli uomini futuri. Diamine non si sa mai ! R. Parenzo, 29 maggio 1901. Il Congresso della Società Istria-Trieste. Com'era da prevedersi, il Congresso di ieri è passato liscio, liscio, senza incidenti. Trattavasi infatti di metter fine alla spiacevole crisi, che tenne dietro all' ultimo Congresso di Pola ; e sul terreno preparato per giungere a questo plausibile e desiderato risultato, con molto tatto e con vero spirito di patriottica abnegazione da un' eletta di azionisti di Parenzo, Rovigno e Pola, si trovarono concordi i numerosi azionisti che presero parte al Congresso, tutti animati dal più vivo desiderio di vedere avviata la Società a più prospero avvenire. Le persone che dalla fiducia degli azionisti vennero messe a capo della nuova amministrazione sono tutte notissime per disinteressata onestà, pratica degli affari e buona volontà ; e sebbene ad esse sia stato affidato il compito temporaneo e transitorio per la durata di tre mesi, tanto da preparare gli elementi per una riorganizzazione dell' amministrazione, e per la riforma, ormai da tutti riconosciuta necessaria, dello statuto sociale, è da ritenere tuttavia che se non tutte, certo la maggior parte di esse verranno riconfermate al loro posto anche dal futuro Congresso, il quale sarà chiamato ad occuparsi più davvicino della parte virtuale e sostanziale della gestione sociale. Che gli affari della Società non vadano molto bene, non è ormai nessuno che il possa negare ; ma senza addossarne la colpa a nessuno e senza fare oggi inutili recriminazioni, è giusto riconoscere invece che la colpa di questo stato di cose l'abbiamo un po' tutti. Oggi che tutto si muove, che tutto cammina, anzi corre vorticosamente col telegrafo e coli'elettricità, che una febbre ardente di progredire a gran passi sulla via delle migliorie e dei perfezionamenti invade tutto e tutti, si è rimasti stazionari colle idee e coi principi di 14 anni fa. Parve a tutti che eliminata la concorrenza dell'impresa Cesare, non rimanesse altro a farsi che sostituirsi semplicemente e puramente a quella. Non tentativi, oggi per vero non più possibili nè consigliabili, di allargare la sfera d'azione della Società a qualche altra linea oltre la sola costiera di Trieste-Pula, non il coraggio di investire più larghi capitali per creare un miglior materiale di navigazione anche per corrispondere soltanto in miglior modo ai bisogni di questa sola linea, non un'idea nuova per pensare non solo all' oggi soltanto, ma un tantino anche all'avvenire del domani; così si è perduto un tempo prezioso, per lasciare intanto che tutti gli altri si facciano innanzi, ci taglino le vie d' ogni parte, per rimanere noi pur sempre, fermi lì ai primi passi. Questo stato d'immobilizzazione in cui s'è messa subito la Società, e in cui è perdurata per tanti anni, ha avuto, come doveva necessariamente avere, le sue conseguenze. Nel congresso di ieri, a questa presente nostra situazione iia opportunamente accennato il nostro capitano provinciale dott. Campitelli, per giustificare, se non una formale proposta — che non c' era il caso d'intavolare iu argomento una discussione —ma una sua particolare veduta, che, cioè, si provveda senza indugio ad un allargamento dell'attività sociale, con corrispondente aumento del capitale sociale, con cui si metta mano al miglioramento del nostro materiale d'esercizio, e si venga incontro ai tanti non infondati desideri e bisogni reclamati continuamente dal publico. In massima nessuno può dissentire da questo ordine di idee sommariamente accennato dal capitano provinciale, poiché in misura che verranno sod lisfatte le esigenze del pubblico, ne verrà d'ogni parte appoggio e favore alla Società, e si vedranno sempre più consolidati i suoi interessi. Da questo stato di stazionarietà b'sogua uscire ad ogni costo, se non si vuole andare incontro a morte sicura e vicina; e poiché il tempo che s'è perduto fin qui è già troppo, è urgente che alle opportune riforme si ponga mano senza indugio, prima che altre concorrenze, già minacciate, non si facciauo innanzi a precluderci ogui via. Una delle innovazioni a cui certo la novella amministrazione dovrà pensare è quella di istituire una linea merci giornaliera, poiché senza di questa, la cosidetta linea celere postale, è una cosa affatto derisoria. Il vedere un vapore in linea celere fermarsi talora perfino un' ora iu uno o l'altro dei porti della costa in quelle giornate, che non coinc dono colla corsa del vapore merci, come avv;ene attualmente, farà sempre preferire d' ora innanzi, al pubblico viaggiante, la ferrovia, poiché oltre al disagio e alla noia dell'aspettare, ne vanno di mezzo i tanti interessi, che stanno in relazione colla pirsimonia dell'uso del tempo. Ripetiamolo ancora una volta ; oggi si fa tutto in fretta, anzi si vive in fretta; e tutto ciò che procede lentamente, col passo con cui si andava dieci o quindici anni fi;, segua regresso, e rovina. Altra innovazione alla quale dovrà la novella amministrazione rivolgere la sua intenzione, è quella che ogni linea sia provveduta di un ispettore viaggiante, persona tecnica, che sappia rilevare gli inconvenienti che si presentano nel quotidiano esercizio, e al caso suggerisca i mezzi per apportarvi riparo. Li spesa che sarà cagionata da codesti ispettori viaggianti, troverà il suo pieno coprimento nei vantaggi che in linea di consumo di combustibile, conservazione dei materiali di bordo, attrezzatura, ecc., di sorve glianza e controllo al personale di bordo e così via, si faranno palesi in una misura che .certamente oggi nessuno può prevedere, ma che in breve lasso di tempo saranno riconosciuti come importanti fattori di restaurazioni alle sorti dell' azienda sociale. Insomma muoversi e lavorare : ecco il segreto che deve infondere nuovo sangue e nuova vita alla Società, e sopratutto tener dietro ai progressi che nei mezzi di trasporto per la via di mare vengono fatti da altre imprese, a cui sorridono lauti dividendi e prospettiva di brillante avvenire. _E. R.