ORSANO DEL FRONTE POPOLARE ITALO-SLAVO ANNO VI' • No. 289 Redazione - Amministrazione CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei- 128 ★ Martedì 7 Aprile 1953 PREZZO: 5 din. - 20 lire ABBONAMENTI: T.L.T- Zona Jugoslava e R.F.P.J. annuo din. 250. semestr- din. 130 Spedizione in«c.c.p. I SINDACATI e i loro compiti L’indice della maturità politica dei lavoratori, oltre che dall’attività quotidiana, può essere desunto anche dai loro interventi ai vari convegni. L’ultima assemblea sindacale distrettuale se non ha rivelalo una completa maturità dei nostri lavoratori, ha dimostrato che è stato conseguito un notevole progresso. Alì’eievamento dei lavoratori ha contribuito, più dell’educazione scolastica, più dell’insegnamento teorico, che purtroppo non si sono avuti, la profonda democratizzazione della nostra vita sociale in genere. Il fatto che i lavoratori dovevano decidere sulle loro paghe, sui problemi della produzione, delle finanze e dello smercio e su tutto il complesso delle questioni riguardanti la gestione aziendale, ha risvegliato il loro interesse e li ha resi coscienti della forza e dell’importanza della classe operaia. Alla loro assemblea i lavoratori hanno puntato l’indice, muovendo aspre critiche, contro i burocrati di ogni colore, che ostacolano e frenano l’espressione del pensiero operaio. Essi hanno indicato le deficenze ed i compiti della propria organizzazione sindacale. L’organizzazione della classe operaia non ha ancora conseguito in pieno l’autonomia, la forza morale e l'autorità che invece possiedono i suoi associati. Sembra un paradosso, ma è dovuto al fatto che non sempre i sindacati sono stati gli assecondatovi, i promotori e la guida delle aspirazioni operaie nelle aziende. Non hanno saputo staccarsi tempestivamente dai vecchi metodi di lavoro e comprendere l’essenza della nostra democrazia socialista. L’operaio si è creato una propria maturità nella prassi quotidiana, ma non sempre, o comunque non in modo sistematico, è stato assecondato dall’opera chiarificatrice c istruttiva dell’organizzazione sindacale. L’istruzione economica ha particolarmente penato di sistematicità e varietà di metodi. L,a produtrività del lavoro nelle nostre aziende è relativamente bassa. Ila questa, in ultima analisi, dipende il costo della vita, il nostro standard sociale. Non si può dire che i sindacati non abbiano svolto un'opera chiarificatrice in questo senso, ma le forme di quest’opera sono state talmente uniformi e monotone, da assumere talvolta aspetti di coercizione morale. Le filiali sindacali non sono andate ad esempio alla ricerca del materiale di confronto .fra la produttività delle nostre aziende e quella di aziende analoghe nazionali ed estere, materiale che da per se stesso avrebbe rappresentato qualcosa di nuovo e di convincente. Le organizzazioni sindacali, le filiali sindacali delle aziende special-mente, di propria iniziativa, dovrebbero farsi promotrici di una vasta attività educativa, varia per forme, e che dovrebbe andare dall’ eliminazione degli ultimi resti dell’analfabetismo all’istruzione teorico-pratica dell’organizzazione e della gestione industriale, oltre alla costante opera di chiarificazione politica. In sostanza, i sindacati devono abilitare tutti gli operai all’autoamministrazione. I frequenti casi di arbitrio e pretese dittatoriali dei singoli, direttori particolarmente, i licenziamenti illegali o per motivi che ledono * il i diritti fondamentali dei lavoratori, com’è il caso del fotografo dell’ufficio turistico «Adria» licenziato per critiche mosse all’operato della direzione, la difesa degli organi di gestione operaia dalla burocratizzazione e la mancata, o debole, reazione dei sindacati a tali manifestazioni burocratiche, pongono in primo piano la questione dell’autonomia e dell’iniziativa della organizzazione sindacale. La posizione dei sindacati nei confronti di queste manifestazioni non deve essere necessariamente analoga alla posizione presa dal Consiglio operaio, dall’organizzazione della Lega dei Comunisti o da qualche altro organo interessato. E anche dove queste posizioni, per la loro ponderatezza ed esatezza, o per causa di forza maggiore, dovessero combaciare, come può darsi nel caso di licenziamento di uno o più operai, l’interessamento dell’organizzazione sindacale per questi suoi associati non deve cessare, ma deve avere carattere continuativo. La tutela dei diritti legali dei lavoratori in genere, durante il rapporto di lavoro e dopo resta ulteriormente uno dei compiti fonda-mentali dell’organizzazione sindacale. La sua attuazione sarà tanto più facile quanto più istruiti saranno i lavoratori stessi. B. M. IL VICEPRESIDENTE INDIANO LA JUGOSLI ECHI INTERNAZIONALI DELLA VISITA DEL MARESCIALLO TITO IN GRfiM BRETflGMA MUOVO PRESTIGIO al nostro paese socialista ARBITRIO POLITICO NEW DELHI — Fornii ufficiali della capitale in (Lana hanno reso-noto che il vicepresidente della Re-pubMiica Indiana, dr. Radakirinan visiterà la Jugoslavia nella seconda metà del luglio prossimo. Durante la sua permanenza nel nostro paese egli sarà ospite del Consiglio Esecutivo Foderale. E’ ancor viva l’imipressione suscitata nel mondo dal viaggio idei Ma-neiseiialo Tòlto a Londra. Conn’ebbe a dire lo stesso compagino Tito al saio rientro in patria, in Gran Bretagna si guarda al nostro paese come ad un alleato ohe ba saputo combattere e -arri tir or.-i, e lo fa tu Mora, per la propria libertà e linidipendenza, per la vera pace. Un’eco profonda dii tale «tteggia-giamento si è avuta mereoledì scorso al Parlamento britannico, dove il Primo Ministro Churchill ha riferito sui risultati dei colloqui fra gli uomini responsabili di Gran Bretagna e Jugoslavia. Rispondendo ad un’interpellanza idei deputato laburista Louis, Churchill ha dichiarato che neii colloiquiì londinesi è stata riscontrata una completa identità di vedlute e di posizioni ned riguardi dei principali problemi politici intemazionali. »Siamo rimasti unanimi — ha detto Churchill — nel riconoscere la necessità di intensificare ancora gli sforzi difensivi e idi evitare ogni atto che posa apparire una ji ro vocazioni'. Siamo ri masti puro d’accordo che non si possa parlare di una localizzazione del conflitto in Europa». Esprimendo la soddisfazione per la conclusione del patto d’amicizia balcanico, Churchill ha soggiunto : «Ci ha fatto particolarmente piacere sentire dal Presidente Tito la sua decisa volontà di migliorare i rapporti con ITtalia». Dopo aver informato il Parlamento anche sugli alitai argomenti trattati, quali l’aiuto economico alla Jugoslavia e la situazione ned rapporti fra lo Stato e la Chiesa, il Premier britannico ha cosi concluso : «Credo di non esagerare se dico che questa visita è stata un successo inestimabile e che il suo contributo ha un valore enorme per la comprensione e ila collaborazione inter- ina polizia italiana ha represso le manifestazioni di piazza durante lo sciopero di protesta contro la legge elettorale antidemoeratica. SINTOMI DI DISTENSIONE? Alle prime battute delle aperture pacifiste di Mosca, si sono aggiunte in questi ultimi giorni iniziative e proposte che danno alla nuova offensiva di pace del Cremlino un contenuto non solo sostanzialmente diverso da quello delle precedenti, ma tale da non potersi respingere troppo decisamente la speranza che questa volta finalmente, dopo tante delusioni, possa arrivare veramente qualcosa di buono per l’umanità. I capi sovietici, con lo stesso accanimento con il quale nel corso degli ultimi quattro anni hanno distrutto ogni tendenza all’ottimismo, tentano ora di smantellare la muraglia di diffidenza che li sopara dal resto del mondo. Le mosse conciliative si sono susseguite con un ritmo accelerato, veramente impressionante. Nel giro di soli cinque giorni si è passati dalla proposta nord coreana di scambiare ì prigionieri malati e feriti in Corea alla sensazionale accettazione da parte dei cinesi e dei nordisti del principio della volontarietà nel rimpatrio di tutti i prigionieri e alla proposta di riprendere immediatamente i negoziati armistiziali, dall’allargamento alla Francia ed agli Stati Uniti della conferenza anglo-russa di Berlino per regolare il traffico aereo in Germania all’accettazione di Vishinski del candidato sostenuto dagli occidentali per la successione di Trigve Lie, e infine alla dichiarazione dello stesso ex ministro degli esteri sovietico che il suo governo è pronto a votare per il progetto di disarmo sostenuto dagli occidentali all’ONU, a condizione che vengano accettati alcuni emendamenti che, per quello che si sa sinora, sarebbero di car rattere marginale. Nel giro di meno di una settima- na i cinesi in Corea e i russi all’ONU hanno praticamente ceduto, almeno verbalmente, al punto di vista degli occidentali, su due grosse questioni sulle quali avevano sinora mantenuto un atteggiamento ostinatamente contrario: la questione del rimpatrio dei prigionieri e la questione del disarmo. Siamo senza dubbio di fronte ad avvenimenti che possono aprire prospettive del tutto nuove sui piano internazionale. E’ tuttavia -ancora troppo presto per credere che ci troviamo alla vigilia della fine della guerra fredda e della tensione nel mondo. Le intenzioni dei sovietici e i moventi della loro offensiva di pace non sono ancora molto chiari e d’altra parte il muro della diffidenza che la politica aggressiva di Stalin ha creato è troppo grosso perchè possa essere smantellato in un mese dai suoi successori. Comunque le aperture di Mosca e di Pechino non possono più essere ignorate e in ogni caso vale la pena di esaminarle attentamente. Sopratutto quelle di Pechino. Non si può infatti escludere che vi sia un certo margine di autonomia nell’azione di correzione delle precedenti posizioni iniziata dalla Cina per quanto riguarda la Corea. Va tenuto presente poi che per la prima volta l’Unione Sovietica su una questione così importante come quella del conflitto coreano, lascia ad altri l’iniziativa, per poi associarvisi. D’altra parte l’Estremo Oriente è il banco di prova più immediato delle aperture,di pace di Mosca e di Pechino ed è logicamente sulla Corea che in questo momento si appunta l’attenzione di tutta la pubblica opinione internazionale. In questa situazione le iniziative dell’Oriente vanno facilitate nel senso che per ciascuna apertura distensiva debbono essere create le condizioni necessarie a dimostrarne la serietà e la sincerità, senza naturalmente rallentare gli sforzi per la difesa e senza diminuire l’attenta vigilanza sul pericolo di aggressione. Qualunque irrigidimento preconcetto sarebbe fuori luogo e forse pregiudizievole per la causa della pace. E’ difficile dire quali siano in realtà gli obiettivi di Mosca e di Pechino. Ad ogni modo se essi non fossero onesti e tendessero solo a creare nel mondo un fallace senso di sicurezza, ciò sarà facilmente accertabile alla prova dei fatti e a breve scadenzasse, al contrario, i sovietici e i cinesi sono seriamente intenzionati e interessati a mutare rotta e a rovesciare le loro precedenti posizioni, eccessivi sospetti ed eccessive richieste di garanzia potrebbero stroncare sul nascere le prospettive di una schiarita dei fosco orizzonte intemazionale. Una cosa è sicura. I nuovi capi russi intendono uscire rapidamente dal vicolo cieco in cui la politica stalinista ha cacciato l’Unione Sovietica. Riusciranno nel loro intento solo se dimostreranno concretamente di aver compreso gli errori del passato e di essere onestamente disposti a collaborare con gli ai-tri paesi per la sicurezza internazionale. Anche il nostro paese, che ha dovuto sottostare a grandi sacrifici a causa della politica aggressiva del blocco sovietico, pur restando saldamente fermo sulla trincea sulla quale si difende la pace, attende questa dimostrazione. Se verrà, sarà salutata con soddisfazione, come il segno dell’inizio dì un’epoca nuova di pace e di tranquillità per tutti 1 popoli. nazionale, come pure per la causa della pace iiu genere e. A Churchill la fatto riscontro il’in-terpellaule, che ha richiamato l’at-tenzione idei governo sullla situazione economica del nostro paese, mettendo in riiMieivo le distruzioni dia esso subite durante la seconda guerra mondiale e i danni arrecati dalle si ce it à alla mostra economia, richiedendo altresì l’adozione di adeguate misure per un aiuto alia Jugoslavia e per lo sviluppo degli scambi commerciali fra i due paesi. Promettendo fili suo interessamento, Churchill ha detto ancora: «Noi siamo certi ohe la Jugoslavia riavrà presto il benessere e oLò tanto prima in quanto oggi esiste un senso dii sicurezza generale». Sulla questione è intervenuto anche il deportato Herbert Morrison, che sostituiva il leader dell’opposizione, Aittleee. Egli ha detto: «Noi tutti salutiamo le parole del sig. Churchill, come abbiamo salutato la visita idei Maresciallo Tito. I membri dlel parlamento sono certi che questa visita rappresenta un grande successo per ambedue i Governi. Noi stiamo stati felici di vedere di Mare-scialo Tito a Londra. Abbiamo fiducia che da questa visita possa sortire soltanto del bene, poiché essa ha dimostrato la possibilità di una collaborazione afficace fra un paese comunista e un paese non comunista, qualora corrisponda una reciproca buona volontà». A Morrisom ha risposto muovamem-ChnircfailM: «Sarebbe una vera trage-, dia — egli ha detto — se le divergenze ideologiche dovessero impedire ai popoli di vivere l’uno accanto all’altro. Non sono le divergenze ideologiche ohe possono portare a situazioni pericolose, ma delle misure di carattere contingente e concreto». Anche l’opimiome pubblica interna-rionale ha espresso favorevoli commenti. Oltre alla stampa britannica tutta, amebe quella germanica ha riportato ampi servizi sul trionfale ritorno in patria del maresciallo Tito e sui risultati del suo viaggio. Particolare attenzione viene dedicata al passo del discorso, pronunciato dal compagno Tito al suo arrivo a Belgrado, in cui ai afferma che l’esempio della Jugoslavia dimostra la possibilità di una coll ab ura/.i one pacifica e efficace fra paesi a differente ordinamento sociale. Particolarmente favorevole è poi Patteggiamento di tutta la stampa greca e turca. I giornali hanno pubblicato grandi servizi e commenti sul ritorno del Maresciallo Tito e sulle calorose accoiglàeuje riservategli dalla popolazione di Spalato e Belgrado. H giornale «Istambul» pone in risalto anche la cordialità con cui il Maresciallo' Tito è stato ospitato a Londra. 1 commentatori sono unanimi nd ritenere che la visita abbia ottenuto il più grande successo. 11 «Dunja» riporta un lungo articolo, nel quale, dopo aver lumeggiato lo sviluppo della Lotta di liberazione nazionale e fi tentativi fatti da Stalin per sminuire il ruolo della Jugoslavia nei Balcani sin dai tempo della seconda guerra mondiale, così scrive: «La creazione del nuovo stato jugoslavo, la resistenza opposta da Tito a Stalin, possono essere comprese meglio alla luce della realtà della rivoluzione jugoslava. Da questa traspare ohe Luna cosa non è altro che la continuazione storica e naturale dell’altea». «Nomatati» scrive che l’URSS e i suoi satelliti non sono soddisfatti del patto d’amioizia balcanico, poiché la sua condlusione ha fatto cadere le speranze sovietiche nella rivalità fra d paesi ibaicamàoi. Il «Vaikit» rileva che con la visita' del Maresciallo Tito fin Gran Bretagna, è stato eliminato il dubbio ohe l’aggressione contro i popoli jugoslavi possa rimanere localizzato ai Balcani. «1 Russi hanno dovuto comprendere — scrive il giornale — che i tre paesi, balcanici non sono più isolati». Il Presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi, ha emanato sabato scorso il decreto di scioglimento delle istituzioni parlamentari e di indizione delle nuove elezioni politiche per il 7 giugno prossimo. Lo stesso giorno, dopo una riunione del suo gabinetto, De Ga-speri ha fatto una dichiarazione alla stampa, nella quale ha cercato di giustificare il grave provvedimento, che ha portato allo scioglimento del Senato, malgrado i suoi poteri legislativi non ancora scaduti. De Gasperi ha giocato naturalmente sull’equivoco, ma non tanto, abilmente da non far apparire che sotto la formula: «la riforma avvenuta nel metodo delle elezioni della Camera dei deputati non poteva non essere tenuta presente nel prendere la decisione sulla consultazione elettorale», si nasconde in realtà una violazione della stessa Costituzione repubblicana, l’intenzione del partito di maggioran- NON SONO ASSASSINI La «Tass» ha comunicato venerdì scorso che i «medici assassini» arrestati nel gennaio scorso sotto l’accusa di aver provocato la morte e attentato alla vita di alcune eminenti personalità sovietiche, sono stati rimessi in libertà. Il comunicato del ministero degli interni precisa che l’arresto dei medici Vovsi, Vinogradov, M. Kogan, B. Kogan, Jegorov, Feldman, Ogorino, Yasiljenko, Grünstein, Zeljenin, Se-reševski, Preobraženski, Popov e Mo-jorov era stato compiuto senza motivo alcuno, afferma che la revisione dell’inchiesta ha constatato la falsità delle accuse loro mosse e che le confessioni erano state loro estorte con «mezzi proibiti dalla legislazione sovietica». Il comunicato rende noto infine che le persone responsabili del procedimento illegale sono state arrestate. La stampa sovietica comunica poi il ritiro dell’ordine di Lenin alla dottoressa Timaščukova, che aveva collaborato alla scoperta del «complotto». Le inattese rivelazioni hanno destato una generale sorpresa fra l’opinione pubblica mondiale. Nessuno, infatti, poteva supporre una tanto rapida sconfessione della montatura inscenata dalla propaganda sovietica non molto tempo fa sul caso. Il voltafaccia ha veramente del clamoroso e ci troviamo evidentemente di fronte ad una nuova manovra ad ampio raggio, che ha lo scopo di trarre i dirigenti moscoviti dal vicolo cieco in cui sono venuti a trovarsi nella loro politica estera e interna. Il fine propagandistico della mossa è d’altronde evidente quando si pensi che ciò, dopo la morte di Stalin e in aggiunta ai recenti atteggiamenti plateali sovietici nell’ambito internazionale, significa senza dubbio un’aperta e completa scon- fessione dell’operato del despota scomparso. Indirettamente essa appare una conseguenza degli scacchi subiti e l’espressione di un profondo disagio. Comunque, sia questa soltanto u-na manovra o non Io sia, essa può indubbiamente costituire un contributo alla distensione della situazione politica internazionale. Come tale va giudicata e presa in considerazione. e«h - za di imporre con un atto di forza, antidemocratico e anticostituzionale, la propria volontà alle istituzioni parlamentari e al paese. Si è concluso cosi il primo atto dell’involuzione politica interna, accelerato negli ultimi tempi dalla sempre più rapida trasformazione della condotta politica della D. C. in un vero e proprio despotismo, rivelatosi palasemente nel corso dei dibattiti alla Camera dei deputati e al Senato di Roma sulla truffal-dina legge elettorale. La nuova legge elettorale, infatti, costituisce un mezzo spiccio per alterare il risultato delle elezioni e creare, in seno alle istituzioni parlamentari italiane, una maggioranza artificiosa, non corrispondente ai reali rapporti di forze fra le varie correnti politiche e di pensiero. L’arbitrio politico, perpetrato ai danni della democrazia italiana, è divenuto ormai evidente anche agli occhi dei più ciechi. Le dimissioni del presidente del Senato, Paratore, del deputato liberale Jannacco-ne, quelle precedenti di De Nicola e il rifiuto di Gasparotto ad accettare la presidenza del Senato suonane condanna. Il governo demo-cristiano e i suoi vassalli non si preoccupano più nemmeno di salvare l’apparenza della legalità. Il processo involutivo della situazione italiana non si fermerà certamente a questo punto. Esso trae origine, infatti, da cause ben più gravi della semplice lotta politica per la vittoria elettorale o, come impropriamente De Gasperi ama ripetere, per «frenare il pericolo comunista». E’ facile prevedere che la Democrazia Cristiana, assicurandosi il monopolio del potere pubblico e riducendo le istituzioni parlamentari in semplici meccanismi di votazione, in strumenti dì parte, proseguirà la compressione delle forze democratiche, per renderle alla mercè di un regime reazionario, espressione dei ceti sociali privilegiati e delle forze più retrograde del paese. E’ chiaro ormai che l’Italia si avvia a rapidi passi verso una forma di governo clerofascista. La democrazia è messa ora con le spalle al muro e le forze che le rimangono non sono più capaci di oppore efficace resistenza. Gli ultimi avvenimenti del Parlamento e del Senato, e della stessa piazza, hanno dimostrato che ben poche speranze rimangono alla democrazia italiana di salvarsi dal graduale processo di disintegrazione, cui la trascinano i soiprusi governativi e la propria crisi interna. Due sono i motivi fondamentali in seguito o cui si è giunti a una simile situazione. Primo: le forze nuove del movimento rivoluzionario, tradite da una politica equivoca al pari della governativa, e dell’antifascismo, esitanti di fronte alla lotta per la purificazione integrale della vita politica nel dopoguerra tormentato da profondi contrasti sociali e da passioni politiche di parte, non hanno potuto e saputo affermarsi. Giò ha impedito il crearsi di un largo fronte di rinascita nazionale, di una nuova classe dirigente, monda delle tare del passato, che sola sarebbe stata in grado di assicurare solide basi democratiche all’istituzione repubblicana. Secondo punto, che è una conseguenza del primo : il fascismo, sconfitto sul terreno militare e nel campo della vecchia ideologia apertamente totalitaria, è risorto sotto altre forme. Gli interessi, che l’avevano generato e mantenuto al potere per un quarto di secolo, non avevano perduto, con la sua sconfitta, le loro posizioni, e, mascheratisi di abito democratico, hanno potuto preparare gradualmente la nuova offensiva, radicalizzata da una politica cieca e settaria dell’opposizione. L' ASSEM3LEA DISTRETTUALE DELL'UMIO ME SOCIALISTA A CAPODISTRIA IN MAODIO LE ELEZIONI NEI GOMITATI LOCALI. COMUNALI E DISTRETTUALE Sabato scorso, 4 c. m., si è riunita al ridotto del Teatro del Popolo in Capodistria l’assemblea del C.D. del Fronte popolare. Presenziava il rappresentante della VUJNA, ten. col. Sužnjević. La relazione, presentata dal compagno Beltram Julij, ha trattato ampiamente la situazione politica interna ed estera e la problematica attuale dell’organizzazione. Dopo aver constatato che il Fronte ha dimostrato, particolarmente negli ultimi tempi, vitalità e compattezza, il relatore ha illustrato le decisioni del VI Congresso dei P.-C. J. e del IV Congresso del Fronte popolare, relativamente ai mutamenti subentrati e alle ragioni che ne hanno determinato la necessità. A tale riguardo il compagno Bei-tram ha rilevato che per le medesime ragioni tali mutamenti si ren- dono indispensabili anche nel distretto di Capodistria e, nella nuova situazione, a Trieste, e che pertanto l’unione Socialista del popolo lavoratore deve tenerne conto. L’oratore ha sottolineato anche la necessità di prendere in considerazione vecchie tradizioni rivoluzionarie e socialiste nei nostri villaggi e nelle nostre città, ingaggiando nella lotta per il socialismo tutti quegli elementi che le coltivano. Dopo aver riaffermato la nostra posizione nei confronti del problema di Trieste e dei rapporti fra il nostro paese e l’Italia, il relatore è passato all’esame dei problemi e dei compiti attuali, indicando la necessità di prestare una maggiore attenzione allo studio della problematica politico-sociale generale, dell’adozione di nuove forme e metodi nel lavoro delle organizzazioni in in Natting Hill (Londra) dove Reginald Christie, detto il «mostro di Londra» ha assassinato quattro donne, che venivano da Ini a posare per fotografie artistiche. Il mostro è stato tratto in arresto. modo da attrarre alla collaborazione larghe masse. Il comp. Beltram ha sottolineato l’importanza dell’elevamento politico ideologico, quale arma la più efficace contro i nemici e quale stimolo all’iniziativa di ogni singolo membro alla lotta contro le tendenze burocratiche. Nella discussione vari delegati hanno parlato dettagliatamente sulle questioni sollevate dal relatore. Il comp. Kralj Franc-Petek si è intrattenuto sul ruolo delle organizzazioni di base del Fronte, quali fattori politici, portatori e stimolatori dell’iniziativa delle masse nella soluzione della complessa problematica politico sooiale del villaggio e della città, e nella partecipazione diretta all’esercizio del potere e dei diritti democratici. Il comp. Čehovin Rado ha notato come molto resti ancora da fare in questo senso e in primo luogo ha insistito sull’esigenza di assicurare le condizioni più favorevoli all’iniziativa dei singoli e di combattere l’arretratezza culturale, ancor abbastanza diffusa. Il compagno Gobbo Nerino ha parlato sui problemi politici attuali, richiamando l’attenzione sulla necessità di informazioni più rapide dell’opinione pubblica e di uno studio più sistematico nell’ambito delle basi. Altri interventi vertivano su diversi problemi del lavoro politico e organizzativo. L’assemblea ha deciso quindi che le elezioni nei Comitati locali, comunali e distrettuale abbiano luogo nel corso del maggio prossimo ed ha approvato all’unanimità la proposta, presentata dal comp. Co-tar Albin, sul mutamento del nome del Fronte in «Unione Socialista del popolo lavoratore del distretto di Capodistria», demandando altresì al Comitato Esecutivo l’incarico di provvedere alle formalità del caso- Infine i delegati hanno destituito dalla carica un membro del Comitato Esecutivo, Oscar Savarin, attualmente agli arresti per infrazioni commesse in qualità di direttore deU’«Adria», eleggendo in sua vece il compagno Čehovin Rado. I NUOVI LIBRETTI DI LAVORO fl#i bis© atlì’ioiwliinaniza sul rilàscio dei sndtovù libretti dii lavoro (Boll. Uff. della R.P.F.J. (N-ro 7/52) e al-r«st6nsàoinp dolila stessa al nostro territorio (Ballettili no Uff. Vntjoa 98-10/52), si ija'oeeiderà al rilancio o alla; sostituzione dei tiibreMei di lavoro per tsuttii gli »OHOouipati negli uffi-ci, enti e ìimiprese, come pure per i dipendenti dialize organizzaaiam eo-operatiivistitehe e sotdiali. Il liibretlo verrà riilasoiato o sostituito tin Base ad un modulo dii de-mraieiia e eouuteirrà quanto sogue : I dati ipersonald, u diati suiH’iabiliità pro-fessloinale e stilla qualifìe-a, sul ipe-riiado dti appremidàstatio, oceupazitotii piteeedenti, jpwriiado di duteirrru/Aone del lavoro e tutto quanto verrà preso in eo'.nsiiderazioaie iper il calcolo della (pensione, cioè gli anni tirascor-sfi noi servizio militarre durante ila prima guerra mondiale, durante la lotta spopolare di liberazione, il periodo (tiraiscorrso nei campi idi prigionia e nelle carceri iper ragioni poli-tiiicihe, la pairteciipazione 'alile azioni di larvoró vol«ontanio quali la costni-zitone delle ferrovie ideila giovinezza, aiutoistirade e stimili. Tutti i lavoratoiri tengano la cosa nel debito conto, in qniainto non ri-gmaoida unicamente l’uffijcio di me* düaiziione diel lavoro ohe emetterà tali libretti o le eommiLssioni designate melile dimptrese alla eoonpiilaizione del moidìulllondenuiicìa e alla cernita e va-lutaiziionie dei (documenti comprovanti V anzianità dii servizio dai singioli. Ogni lavoratore, operaio o (impiegato che sia, deve consegnare tempestivamente alila commissione istituita nella propria impresa, tutti à documenti sugli anni idi servizio prestati, da registrarsi nel nuovo libretto di lavoro. Dobbiamo sottolineare a proposito Tiruportanzia ideil nuovo libretto dii lavoro. Questo sarà un documento pèxsonalle deirioperaiio o impiegato, che servirà a comprovare ì suoi dii-rdttlL aia durante (il rapporto di lavoro, die nel momento in cui dovrà fruire della pensione di linvailìdità, della pensione iper i membri della famiglia e delila pensione vecchiaia. Gli anni dii servizio verranno iregi-stratti nel libretto dii lavoro umicamente su clecisilone delila commissione distrettuale, che esaminerà l’autenticità dai documenti comprovanti i precedenti impieghi. Detta commissione sarà conapiosta da tre membri, due dèi quali permanenti in rappresentanza delTIstìiituito per la Àsisicuraziomi Sociali e del Consiglio Sindacale Distrettualle, il terzo invece rappresenterà Tiiimpresa (ente o istituzfi'one) incaricata della sostituzione o del rilascio dei libretti di lavoro. Se un lavoratore abbandonerà l’im- presa. il datore dii lavoro non gli registrerà nel nuovo libretto soltanto all numero degli anni trascorsi alle sue dlpendénizte, ma sommerà agili anni «di servizio precedenti, già registrati nel (libretto. Così ;il lavoratore sarà sempre al corrente della propria anzianità idi servizio, valevole per il calcolo della -pensione o altro. Non sarà superfluo ricordare a quali idiii-fijcioltà vanno incontro coloro cihe oggi cercamo di ottenere ila pensione, in primo luogo le vedove e i membri di fair«i,gtlia, che non hanno i documenti in regola per diimostrare lWnzia* nàta (dii. -servizio e le cui idomainde aspettano a lungo urna soluzione. VITA E PROBLEMI DI SALVORE LA PENSIONE «GAMBOZ» A SALVORE Parlare con la gente di Salvare, con i vecchi spocialmepite, ,significa rievocare i tempi passati, quando sulla fertile plaga salvorina spadroneggiavano i vari Mainanti. Parmigia, ni. Locateli!. Non era questa la nostra intenzione; volevamo semplice-mente parlare eon questa gente della loro vita di. oggi, dei loro problemi attuali, di ciò che bisognerebbe fare per rendere più lieto il domani. Ma il discorso finiva sempre li, su Mainenti, sul podestà di Pirano, su Parmigiani, perchè le condizioni dell'economia agricola oggi e il suo sviluppo futuro sono frenati proprio dalla eredità lasciala da questi signori. Lungo la frastagliata rosta, a nord del faro, si estende un campo vastis- A CAPODiSTRiA AL VAGLIO DELL'ASSEMBLEA DEL CPD l'operato della rete commerciale Si sono ri/umiitii la settimana scorsa a Capodiistrìa la Camera disi re ttuale « ili 'Consiglio dei produttori per Tesarne deli ipirotbileimi eoomoimieii. Ai lavori dielFassieinlblea hanno .partecipato pure i iraipipretsemitanti! delle im,prese vom morriali. Nella relazione milila situazione del commercio, present at a dati ComsoJglio Economico del C. P. D., sono state esposte le deliceri/c più notevoli e ohe si matssuimtoino miei seguenti termini : a) il settore socialista nel ramo die! com/merdio non è stato messo ancora in grado dii soddisfare le necessità. Eisso conila attualmente 208 esercizi più 87 cooperativistici. Ftra le rivendite a! i mentari il numero degli esercizi privati (56) è addirittura superiore a quello del settore socialista (46), ib) ausatele ancora la tendenza alTiiimptortaziomc dlaüTesle-ro dii prodotti riin vemlilb ili senza siiiCfiooltà sul nostro mercato, e) il monopolismo di certe aziende rappresenta lamoara um ostacolo alilo sviluppo ideila libera concorrenza, di) l’esistenza di giacenze ehe, sebbene ri dotle delibi met à enei confronti dello scorso .anno, rappresentano tuttora un capitale morto, e) Tappili#'azione delle disposizioni legali suii regola-menti tariffari, sul firn posta suilleic-eeideiuza del fiondo paghe e sui proventi drille differenze fra li prezzi di acquisto e quelli di vendita non. è state sempre conforme alila lettera e allo spirito delle nostre leggi-, f) islcuui eserc.izi privati eserciltamo ancora Fattività senza ila prescritta licenza, g) neilFacquisto e nelle vendite dei prodkitti agricoli e nell’aip-paxmlgionaimento degli articoli per la riproduzione non si è tenuto conto delle quantità disponibili, nè di quelle neeeissarde, nè della convenienza, per cui è venuto a mancare agli agricoltori lo ‘stimolo a produrre dii più e meglio, h) Taipprovvigionaimen-to del mercato e Taasortimeuto dei prodotti sono ameorna i'nsufiiccmt i. La relazione Ma analizzato in particolare i 'problemi dlellTimportaziio-ne e dèlTe^portazioine rilevando' in primo luogo tihe ile imprese, trascurano le regolarità delle riscossioni, danneggiando così 1 propri bilanci dft pagamento, e non si preoccupano dii ottenere le 'condizioni dii copertura e dii termine nei pagamenti le più favorevoli. Tale dèlieetniza risulta evidente dal fatto die, allo stato attuale delle cose, i crediti alTestero VANDALISMO La sezione affari interni ha posto sui punti più pericolosi ideila mostra rete, stradale 1 cartelli segnaletici ehe all’ in t< ino sono imbevuti di fosforo che poi brilla nell’oscuriità. -Si trovano iperii persone la cui curiosità è talmente vandali stiva da giungere addiriitlutra a scrostiare lo stratte di pittura sulla striscia di fosforo per 'guardare «osa c’è dentro. Saranno ptrobalbtilmenle i ragazzi. Comunque, non starebbe male una lezione a ohi se la merita. DALL'ISTITUTO PER LE ASSICURAZIONI SOCIALI EROGATI 1G0 Sono trascorsi tre mesi dal giorno in cui l’Istituto per le Assicurazioni sociali è passato nelle mani degli assicurati. I cittadini che non sono, a contatto con le assicurazioni sociali certamente non avranno una chiara idea dell’evoluzione del-l’IAS dopo le elezioni, specie per quanto riguarda la sua democratizzazione. Le nuove forme democratiche si applicano sopratutto nei casi di malattia. Cosi le sovvenzioni fino alla durata di due mesi vengono riconosciute dai medici curanti; mentre sa la malattia si protrae, l’ammalato viene chiamato davanti ad una commissione composta da 2 medici e da un rappresentante degli assicurati. Questa commissione ha il compito di accertare se il medico curante presta all’ammalato le cure necessarie, come pure l’idoneità o meno dell’assicurato al lavoro. La commissione medica superiore composta di due medici specialisti e da un rappresentante degli assicurati delibera invece sui ricorsi FERIE nelle case sindacali I membri dell’organizzazione sindacale che intendono trascorrere le ferie nelle case di riposo dei sindacati nelle località turistiche della Jugoslavia, devono effettuare la prenotazione, entro il 15 aprile, tramite la propria filiale sindacale. Le prenotazioni vanno indirizzate direttamente al seguente indirizzo : POSLOVALNICA POČITNIŠKIH DOMOV Z. S. J. — Čufarjeva br. 1 —LJUBLJANA. Le filiali sindacali dovranno preoccuparsi di raccogliere immediatamente nell’ambito della propria a-zienda tutte le prenotazioni ed a rimetterle tempestivamente al summenzionato indirizzo. La retta giornaliera nelle case sindacali va da 400 a 450 dinari al giorno senza la riduzione del 60% to sino al 1 luglio (al massimo 180 din. al giorno) e del 40% dal 1 luglio al 31 agosto (al massimo 270 din. al giorno). pj-esentati contro le decisioni della commissione di primo grado. Oltre a queste, esistono commissioni di I e II grado per le decisioni riguardanti l’invio degli assicurati alle cure climatiche, quindi le commissioni per l’accertamento dell'invalidità agli effetti della pensione. In tutte queste commissioni, oltre a due medici membri effettivi della stessa c’è anche il rappresentante degli assicurati. I pareri delle commissioni mediche servono agli organi dell’Istituto per emanare le decisioni sulle prestazioni assicurative e per decidere sui ricorsi. In primo luogo emana le decisioni il direttore, mentre sui ricorsi verso le sue decisioni delibera il Consiglio esecutivo. Contro le decisioni del Consiglio esecutivo dell’Istituto è ammesso il contenzioso amministrativo. Affinchè il procedimento segua le modalità previste, vigila il Comitato di controllo dell’IAS che fu eletto all’ultima assemblea, nonché gli organi del potere popolare. Così vengono tutelati i diritti degli assicurati e le conquiste democratiche nell’ordinamento socialista. L’attività dell’IAS si divide in tre settori : prestazioni di malattia, pensioni ed invalidità, assegni ai figli. Per le prestazioni di malattia sono stati pagati nell’anno 1952 circa 160 milioni di dinari. Analizziamo un pò più da vicino queste spese. L’importo che TIAS paga per le sovvenzioni è esagerato e non è in alcun rapporto con le normali esigenze. Nello scorso anno ha pagato a questo titolo più di 50 milioni. Dobbiamo subito aggiungere che questo importo ammonta a soli 2/3 dell’effettivo importo pagato per le sovvenzioni poiché la rimanenza viene pagata dalle imprese in forma di sovvenzione per i primi sette giorni di malattia. In effetti è stato pagato nell’anno 1952 a titolo di sovvenzione ai nostri operai ed impiegati dai 75 agli 80 milioni di dinari. I PER UTTIE Un altro forte importo che grava sul bilancio delle assicurazioni sociali sono le spese di ospedalità, che superano i 50 milioni di din. Queste spese aumentano di anno in anno, e ciò per il semplice fatto che aumenta di continuo il numero dei letti negli ospedali. Alla fine del 1951 abbiamo riaddattato il sanatorio di Ancarano con circa 100 letti e nel 1952 l’ospedale pediatrico con 30 letti. Almeno il 70% di questi letti viene occupato dagli assicurati e pensionati e dai loro familiari, e le rette vanno a carico del-1TAS. Per entità segue la somma pagata per i medicinali (18 milioni). Elenchiamo qui ancora le altre uscite di maggiore entità: trasferte agli assicurati 1,509.144,— din., assegni funerari 1,076.000,— din., spese per il pagamento delle visite mediche negli ambulatori pubblici circa 10 milioni, spese per le visite a domicilio din. 556.000.— trasporto degli ammalati e dei medici din. 1,996.000.—, spes-e per il servizio dentistico 5,214.014, spese per le visite Roentgonologiche e medicinali speciali negli ospedali din. 1,840.000.—, spese per le cure climatiche dinari 2,181.238.— mezzi terapeutici, (occhiali, calze elastiche, ecc.) din. 2,988.750.— e varie circa 4 milioni. * Il PORTOROSE PENA RIDICOLA E’ state celebrato venerdì scorso presso il tribunale distrettuale di Pirano il processo a carico del meccanico Benčič Lino, imputato di commercio illecito, contrabbando e falsa denuncia di redditi, con l’evidente scopo di frodare l’erario. Il Benčič, da diversi anni, esercitava la lucrosa ((professione» di... contrabbandiere, introducendo in zona: motori, pezzi di ricambio ed accessori per macchine, ed altre «cosette del genere». I suoi guadagni salivano così a milioni di ju-golire, a milioni di lire italiane e superavano il milione di dinari. Il Benčič frodava inoltre l’erario presentando una falsa denuncia di reddito. Arrestato nello scorso anno, l’istruttoria si è trascinata per mesi dato che gli organi della Pubblica Accusa dovevano dipanare un bandolo abbastanza intricato di attività illecite. Il pubblico presente al processo si aspettava di veder condannato esemplarmente il Benčič, quando, rientrato il collegio giudicante dalla camera di consiglio, si è appresa la stupefacente sentenza che condannava l’imputato ad un anno di carcere CON LA CONDIZIONALE. Commenti a non finire su questa sentenza ridicola; più di qualcuno ha espresso la sua opinione nei seguenti termini: «sce mejo rubar e contrabandar milioni, cusì te vien asolto». Il Pubblico Accusatore ha presentato immediatamente ricorso contro la ridicola sentenza. ammoinitaino a ben 147,533.493 din. (37,836.623 din. irisdletnti addirittura a crediti d’imjportaziione del 1952). Ancora In riferimento 'agli scambi con l’estero la redazione ha illustralo la politica dei fattori di premiazione, per il eammierciio dfesportazione e di importazione, la realizzazione. del piano dii esportazione del 1952, nonché Fattuale situazione del piano d’esportazione per il 1953. Dai dati esposti è 'risultato «he quest'ultimo ammonterà a complessivi 560,400.000 dim. ridotto cioè del 0,7% rispetto ia quello drillo scorso anno e ciò in considienaiziune (ic il a 1-fluienza di divise esterne non derivanti da merci dVsportazione. La relazione ha rilevato poi che quasi tutte te imprese commerciali ad eccezione della «Botr» e della a Privali », i cui articoli son o rnag-gioramiente richiesti ( non è stato anche il loro monopolismo ad agevolarle ?) — 'hanno esaurito à loro fondi dii regresso interni per ridurre le giacenze di articoli poco richiesti e ha constaitiato un'esiuheranza della nvaniodoip'eira impiegata nella irete commerciale, che pesa sulle uscite per '11 fondo paghe delte aziende e di .conseguenza influisce sulil’aiumen-to dei prezzi dii vendita al minuto. Il problema died prezzi è stato oggetto di particolare analisi. La relazione ha creduto di individuare le cause drille differenze nei prezzi praticati da imprese e rivendite «limi-lari e dell’riteivato costo di certi, prodotti di prima necessità, nei margini di guadagno troppo alti, applicati (iper Al caffè eiimea 250 din., per il riso 40 din, per il burro 60 din, per il salame ungherese 200 din al ikg, ecc.) nella vendite al minuto. Altre cause sarebbero : la mancanza dei criteri di convenienza ntìll’acquiisto ded prodotti da parte dèlie imprese, lie spese di regia troppo alte, la definente produttività e il numero troppo elevato dii personale non qualificato, la tonidenjza la realizzare forti guadagni, il monopolismo di alenine imprese, la morale commerciale socialista insufficentememte sviluppata, le ingenti giacenze di merce, la mancata riscossione ded erediti, il deterioramento della merce (in ispecie generi alimentarli,), la gestione irregolare di varie imprese die, per realizzare maggiori guadagni, vendono merci fuori distretto e altre defìcenzc più o meno notevoli che si ripercuotono tutte a danno dril consumatore e dell patrimonio popolane dell disi reitlo. I delegati hanno discusso vivacemente sui problemi sollevati dal relatore vamp. Mariti*'. Essi hanno criticato i prezzi troppo alti di determinati articoili, che provocano malumori nelFopiinione pubblica, e Fattività di varie imprese. Notevoli appunti sono stati fatti alla «Vino»: bassi prezzi d’alcqudsto diellWa e prezzi dii vendita dell vino troppo alti. Ili direttore dii qiuest'impresa ha cercato ili eludere la questione sostenendo ch.e la sua impresa ha acquistato. l’uva, a 33 din. all kg. e «he Futile di 10 milioni realizzato dall’impresa verrà distribuito ai contadini che bann® consegnato l’uva alila Cantina, ma è stato smentito dal comp. Knez Ivan, che ha testimoniato come ili prezzo pagato ai produttori non eia stato superiore ai 26 din., c dall comp. Fonda Angelo ohe ha rilevato come là «Vino» avesse pagato l’uva agli agidcol lori dii S. 'Lucia a soli 24 din. al kg. Il comp. Čehovin Rado ha criticato l iiupni(lenza delle imprese d’importaizione e d’espor-taziiome nella, stipuli azione dei contratti e l’aumento dici prezzi del vino alil’iugrossn. I comp. Čehovin e Knez hanno parlato pure sugli effetti dannosi dril monopolismo. 1 prezzi attuali dei generi di prima necessità sono staiti oggetto di oiritiiria da parte dei compagni Bei-tram Julij, Abram Mario, Pišot Ra-do-Sokol, Borisi Giuseppe, Benussi Ersilia e Crollimi Elia. Ili comp. Bei-tram ha detto che la siccità dello scorso anno non giustifica l’aumento dei prezzi del vino e di altri' prodotti, die non avevamo subito dammi. La compagna Crollimi ha espresso il parere ohe nel nostro distretto il ri- , so costituisce un gemere alimentare di largo consumo e pertanto la sua importazione mom dovrebbe essere soggetta all’applicaziome del fattore per L’elicottero fantasma Invece del solito articolctto con «attemltìi al pesce d’aprile», abbiamo voluto tendere un trabochetto d’occasione. Peccato che l’arrivo dell’eli-cotteino fa miasm ai sia stato indicato per Al pomeriggio, così, data da girandola dii Lsmheinzi scoppiala in mattinata, molti hanno mangiato ila foglia. Ma qualcuno rii è stato e si è presentato alilo stadio «I Maggio» guàrdan-dlo iin aria in cerca dcìlclìcottcro c dei lanci di aria «solida». Notato lil rappresentante delle autorità cittadine, ciclisti venuti da Isola ed altri. Parecchi i sospettosi, ribe passavamo a piedi o in bicicletta facendo gli indifferenti, ma eon qualcbe speran-zrilla. Vogliano scusarci gli agricoltori di over fatto loro sperare niella pioggia, sia pure artificiale. i generi voluttuari. AJlVsiservaziome del rappresentante delFOMiNIA clic il problema dipende dalle disposizioni emanate dal Governo Federalle, qualcuno, di cui ci sfugge il nome, ha obiattato che nel distretto di Buie ciò non avviene il ohe rende dubina l’esattezza dellFinformazione. I rappresentanti delle, imprese hanno cercato di giustificare la situazione respingendo, in genie,rale, ila maggioranza delle critiche loro mosse dai delegat i. Tuttavia 'l’assemblea ha deciso di permettere alle Imprese commerciali (fella Slovenia l’apertura dii proprie rivendite nelle località dril distretto ai fine dii introdurr« urna sama icoracoirreniza e rompere il. miomopolismo. E’ stato deciso pure di migliorare Forganizzaiziome e il funzionamento della rete commerciale nell suo complesso. Nella discussione sul commercio estero sono state sollevate cnitilohe alle .lentezza dlelle forniture ed è stato deciso di chiedere alla VUJ'NA l’imtervento presso ,il G.M. A. dii Trieste per la modifica dell’accordo sui depositi di valuta alla «Banca enienti al turismo stesso. Forse questa impossibilità a partecipare direttamente agli utili turistici genera la passività della popolazione nei confronti, del turismo. In ogni caso, però, questo fenomeno è negativo, con la passività non lo si risolve. Bisogna darci sotto, e con i frutteti e con l'orticoltura e sopra-tutto curare l’aspetto estetico dei. vii-laSgL La pesca è un’attività com plemen-tare della popolazione salvorina. Di asso ci si occupa accanto all ugricol-tura, ma non perciò le entrate che da esse derivano sono piccole. Manca comunque la sistematicità nell’esercizio di questa attività. Lo spàzio ci impedisce di parlare esaunientamenle della vita e dei problemi culturali. Diremo solo che esistono due società culturali con due cori, a Monte Netto e a Mede-ghia. Si sta inoltre organizzando un complesso bandistico. E’ tutto poco, tinche se è più che nelle altre località, Bassania, particolarmente, centro maggiore della zona, dovrebbe seguire l’esempio delle due borgate. MB. RADIO Per mancanza di spazio siamo costretti questa settimana a fare una (selezione più breve del solito dei programmi di Radio Trieste zoha jugoslava. Cominceremo dalle trasmissioni del gruppo di prosa. Sabato alle 11.30 va in onda per la rubrica Panorami culturali — «Graham Green, scrittore di morti». Ancora sabato, alle 20.30, potrete ascoltare «L’ultima vergogna del Vaticano» in Uomini, fatti e Paesi. La Compagnia di prosa della Radio eseguirà quindi lunedì alle 20.30 «I tre signori Chantrel», tre atti di Louis Verneuil. Ancora teatro radiofonico, ma per i più giovani: «Archimede» nell’Angolo dei ragazzi di giovedì alle ore 11.40; invece domenica alle 11.30 per il Teatro dei piccoli verrà trasmesso il noto capolavoro di Ferenc Molnar «I ragazzi della via Paal». La donna e la casa va come di Consueto in onda domenica alle ,11,00 con la seconda puntata del ciclo settimanale «La donna nell’arte». Eppoi avete musica a bizzeffe ; domenica alle ore 12.00, mercoledì alle 20.00, ecc ... insomma la sapete già. Affinchè i lettori ci perdonino di aver sorvolato su numerosi e interessanti programmi della nostra Radio, antecipiamo loro una bella notizia. L’emittente della zona jugoslava del T. L. T. — seguendo l’esempio delle consorelle della R. F. P. J. — dedicherà un ciclo a 400 anni di musica jugoslava. La prima trasmissione in lingua italiana avrà inizio giovedì 16 alle ore 21.00. CINEMA Per gli spettacoli cinematografici vale ancora quanto abbiamo detto la scorsa settimana e rimandiamo senz’altro i nostri lettori a rileggersi il numero precedente del giornale. PRODUKTIV A EXPORT - IMPORT - NOVI SAD Lf % TAPPETI LAVORATI A MANO della rinomata fabbrica „Jovan Mikic" di Subotica m v vi mm'Mì ilteA #.*#*.*! r#M, Bellissimi disegni, colori chiari, materiale solido e resistente a prezasi di assoluto favore potrete ottenere dalla „ProduHtiva“ Export - Import Novi S a d *» Rappresentanza per Trieste e per 11 TXT |ugomercw Trieste, Via Cicerone e A Concludiamo, con quesFarticolo, la pubblicazione dei frammenti del diario d’un parroco filo-fascista, Ivan Nlkšić, sugli eventi seguiti al 27 marzo 1!W1 nel cosidetto «Stato indipendente di Croazia», Ricordando che lo scrivente fu un acceso sostenitore del regime ustascia, continuiamo a riferire le sue impressioni sulle truppe italiane di stanza a Slunj (v. Nn. 287 e 288). Q quanto quella Pasqua fosse triste, “ pure la cerimonia appariva ben grottesca. Si rise, ma con amarezza, con odio, delusione e disprezzo». UNA GIOVANE DONNA viene rinvenuta, priva di sensi, sulla strada, vittima d’un incidente automobilistico. Soccorsa, viene trasportata in una casa ospitale, dove, deposta su un giaciglio, riceve le prime cure. Tutto sembra andare per il meglio, quando, a quello che potrebbe essere un banale fatto di cronaca, si sovrappongono ie pagine intime e sentimentali d’un taccuino. Un taccuino che, poi, non appartiene affatto all’infortunata. Ma andate un po’ a convincere un mariti geloso; vedrete nascere da questo insignificante episodio una serie di eventi tanto turbinosi e travolgenti da assumere addirittura portata internazionale, da scaraventare i protagonisti da Monaco e da Vienna sino a Lubiana, a Sal-vore, e da mandare in fumo l’arrosto domenicale di parecchie massaie, assolutamente estranee a questa specie di tifone coniugale. LA COLPA è tutta di Ève Emo, il valente regista della «Helios Film» di Vienna, che ha in quest) giorni invaso con il suo esercito di attori e di tecnici la pineta di Sal-vore, stipandovi automobili, camions, rimorchi, macchine da presa, riflettori, carrelli ed impianti acustici, per girarvi le ultime scene di Austriaci in co-produzione con la «Triglav» lubianese, ha portato a Salvore assi ed astri di prima grandezza del cinema transalpino: dal regista Ève Emo agli attori Hans Olden, Susi Nicoletti, Bruni Löbel, Helli Servi e molti altri ancora, all’operatore Schnirch, un noto pioniere della cinematografia europea. «E’ IL PRIMO LAVORO effettua-to da una Casa jugoslava con un ente di produzione straniero — ci afferma che essi hanno superato ogni aspettativa: «I vostri tecnici — ha dichiarato — non sono ancora del tutto formati, ma dimostrano molta buona volontà: abbiamo visto come, in poche settimane, essi hanno saputo mettersi alla pari con i colleghi di Vienna e di Monaco». MA PERCHE’ sono venuti proprio a Salvore? Queste ultime scene — ci ha detto il capo dell’Ufficio Stampa di Monaco — avrebbero SOPRA: Susi Nicoletti, interprete di «Inge», che Qui vediamo con il noto comico Theo Lingen. SOTTO: Un momento delle riprese a Salvore. «Inge», la sua più recente fatica, di cui sopra vi abbiamo dato gli estremi. E se le massaie del nostro ridente nido silvestre si sono affollate attorno alle «cose venute da un altro mondo», aguzzando gli occhi oltre la siepe di macchine e di cavi, zittendo, affascinate, al classico «si gira!» ripetuto stavolta in tre lingue, dimentiche persino dei sacri doveri della èucina, ne hanno avuto ben donde; il film, girato dagli ha detto il compagno Kosina, vice-direttore della «Triglav» — ed i risultati sono stati molto soddisfacenti. Accanto ai colleghi austriaci e tedeschi, hanno dato la loro opera i nostri tecnici e, sebbene in proporzioni più modeste, i nostri attori: in tal modo, abbiamo voluto far sì che essi si abituassero alle rapide riprese e migliorassero le proprie qualità, acquistando esperienze che senza dubbio ci saranno preziose». Vi sono riusciti? Il signor Schnirch potuto essere girate negli studios di Lubiana, come il resto del film. Ma i produttori viennesi non hanno voluto rinunciare alle bellezze naturali di quello che costituisce per il loro Paese un logico sbocco al mare. Quanto alle impressioni personali degli attori, esse si possono riassumere nelle dichiarazioni di Helli Servi, la nota e brava attrice della «Oesterreichische Komödie» : «La mia permanenza qui è stata magnifica, la gente è stata tanto, tanto cordiale, ed i dintorni sono incantevoli». «ENTZUECKEND !», ha ripetuto Susi Nicoletti. Il che, se non si può molto agevolmente rendere In Italiano, si è potuto leggere sul volti degli ospiti e degli ospitanti, il cui cameratismo è stato così spontaneo, pieno ed incondizionato, da indurci a considerazioni che esulano dalla materia di quest’articolo. Di molto e di molti vorremmo parlarvi ancora: da Rudi Omota, il tecnico del suono sloveno che ha suscitato l’ammirazione dei suoi colleglli austriaci, al noto caratterista Hart, che rivedremo in questa pellicola. Ma lo spazio è tiranne e, quanto al resto, — chiudiamo con il vice-direttore Kosina, — tra poco sarà il film a parlare. k. «Quando si sentivano oimai i cannoni, quando si seppe che stava arrivando l’esercito croato ( ustascia NdT), gli Italiani entrarono in azione ; non però, come si potrebbe credere, contro i ribelli. Sistemarono sulla strada, davanti alla farmacia, i loro cannoni, prendendo di mira i resti dell’antico castello di Slunj, Il vecchio rudere pareva duro a morire. I cannoni sparavano, ma sulle mura non restava traccia alcuna dei colpi. In compenso, le detonazioni mandarono in frantumi tutti i vetri delle case vicine. La popolazione ed i nostri isoldati protestarono, ma il colonnello dichiarò che il castello doveva essere distrutto perchè se fosse caduto in mano ai ribelli, sarebbe loro servito per minacciare Slunj. «Visto che i cannoni non ce la facevano, gli Italiani cominciarono a scavare buche sotto le mura ed a riempirle d’esplosivo. Così, una parte del castello potè essere abbattuta. Altro sarebbe stato fatto, se non fosse sopraggiunto il nostro esercito. «L’azione vera e propria ebbe inizio il 5 aprile, giorno di Pasqua, quando l’esercito croato si trovava già a Slunj. Gli Italiani mossero alla volta di PirmiÉalj, appiccando il fuoco a tutte le case che incontravano, senza alcuna distinzione tra edifici appartenenti a croati o ad ortodossi (Discriminazione squisitamente cristiana, quella di don Nikàié !. NdT). La popolazione prese a fuggire nei boschi; rimasero solo i vecchi, le donne e i bambini, coloro che ritenevano di non aver nulla a temere. Ma molti vennero ugualmente trucidati dagli Italiani: circa un centinaio d’esseri inermi caddero vittime di una legione modernamente armata. «L’azione si concluse con una solenne sfilata (musica in testa) attraverso le vie di Slunj. Se non l’avessimo veduta, mai avremmo creduto possibile una cosa slmile. La banda era seguita dagli ufficiali a cavallo, i quali portavano appesi alle selle galline, maialini, agnelli ed altri trofei del genere, mentre dagli zaini dei militi facevano ca--polino musi di ovini, polli, tele, a-sciugamani, pignatte, padelle ... chi spingeva avanti uri maiale legato alla zampa con una cordicella, chi si portava al collo una pecora. E la banda suonava, gli ufficiali urlavano i loro comandi tra i belati e i grugniti degli animali. In coda alla colonna, il bestiame grosso: vacche, buoi e vitelli. La sfilata si concluse con un solenne discorso del colonnello, esaltante il valore del soldato italiano ed il «brillante successo» dell’azione. La conciona venne più volte interrotta dai versi assordanti delle bestie. E, per Le concezioni e le finalità elei fa- «gioriosi reparti» che abbandonarono Slunj il lo aprile 1942: «Dai locali in cui erano accantonati, hanno portato via tutto quanto hanno potuto. Stufe e cattedre dalle scuole, mobiletti e lenzuola dalle abitazioni private, qua -e là anche i pavimenti. Più tardi abbiamo saputo che a Vrbovsko avevano detto d’aver trascorso un inverno durissimo in continui scontri con GLI ESPLORATORI DEGLI SPAZI ser stata la situazione in Dalmazia, territorio effettivamente oocupato dall’Italia! «Sono giuriti dicendo d’esse? venuti a portarci la loro civiltà. Hanno conseguito risultati ragguardevoli, ma in senso apposto, poiché stavolta non abbiamo imparato da libri forhitamente scritti, ma dalla realtà, dalle dirette esperienze, che gli Italiani d’oggi non hanno alcunché in comune con la cultura dell'antica Homa e la civiltà italica d’un tempo. Ed ora, grazie al cielo, se ne sono andati...» Il diario cessa verso la fine del 1942, con la caduta di Bihać, ma non abbiamo bisogno di leggervi a-vanti. Queste impressioni, rìferen-tesi alla condotta dei fascisti italiani in territorio «amico», sono sufficienti a dirci i loro metodi, le loro intenzioni ed i loro scopi. E se così scriveva un ustascia, un partigiano deli’«Asse», ci si possono ben immaginare le impressioni c le esperienze degli altri, di coloro per cui i «ribelli» avevano un altro nome, sinonimo di libertà. E. D. possono ora contare su un nuovo, potente osservatorio: quello di Chapel Hill, creato dall’Università della Carolina de! Nord. liscoso» deiringegner Pipan Una discussione quanto mai vivace e appassionata ha smosso non molto tempo addietro l’intera opinione pubblica nazionale: si tratta del caso dell’ing. Pipan, dipendente dell’azienda «Gradis» di Lubiana c dirigente i lavori alla centrale elet trica di Vuzenica. In verità, l’episo dio meritava e, per la sua palpitan te attualità, merita ancora la mas sima attenzione, poiché esso investe i principi basilari della nostra democrazia socialista e dimostra come veva essere un ammonimento, e il pretesto fu trovato facilmente5. Se-nonche, si erano fatti i conti senza l’oste, in questo caso il collettivo di Vuzenica, dove l’ing. Pipan godeva molta stima. Forse nemmeno ci s’aspettava una qualche reazione, abituata com’ era la direzione a fare sempre le cose a proprio arbitrio. Sia come sia, il bubbone scoppiò e da bisturi funzionò la protesta unanime del lavoratori di Vuzenica. Anche la stampa incominciò ad oc- UNA CITTA’ MARZIANA? No: si tratta di una serie di modernissimi serbatoi per carburante eretti nel Texas. diritti del singolo e della comunità possano e debbano trionfare sempre sidle forze reazionarie della burocrazia. I precedenti risalgono a circa un mese fa, quando l’ing. Pipan, in una lettera aperta pubblicata dalla «Borba», muoveva delle critiche alla direzione della sua impresa, sostenendo la necessità di una maggiore democraticità nella gestione e proponendo l’autoamministrazione dei diversi cantieri di lavoro, sparsi in tutto il territorio della Slovenia e in altre Repubbliche. Tali critiche non giunsero però gradite al direttore che, per ridurre al silenzio il «ribelle», pensò bene di trasferirlo a Zenica, in Bosnia, dove la «Gradis» è impegnata nei lavori per la costruzione di quel grande «kombinat» metallurgico. Do- cuparsi del fatto, che divenne presto l’argomento del giorno. Ne sorse una vasta polemica. I maggiori giornali pubblicarono servizi speciali. Se ne parlava nelle fabbriche, negli uffici, nei pubblici locali, nei trams e persino in istrada. Ognuno si sentiva interessato all’esito finale, non tanto per. il lato sensazionale, quanto per l’innato sentimento di solidarietà verso un uomo vittima di una ingiustizia. Data la gravità e l’importanza del caso, il Consiglio Esecutivo dell’Assemblea Popolare della Slovenia, su richiesta dell’organizzazione sindacale, ordinò un’inchiesta per appurare la reale situazione. Una commissione speciale, in collaborazione con gli organi della gestione operaia e con i sindacati, constatò quanto era stato consumato ai danni dell’ing. Pipan. Il Consiglio degli operai della «Gru- dis», dopo quattro giorni di discussioni, deliberò di annullare il provvedimento del direttore e di rimuovere quest’ultimo dalla carica. Il membro del Consiglio Esecutivo dell’Assemblea popolare della Slovenia, compagno Stane Kavčič, presenziando alla riunione conclusiva, pose le cose nei loro giusti termini ed ebbe a dire che la direzione della «Gradis» aveva dimostrato tipiche tendenze burocratiche menomanti la gestione operaia e i diritti basilari della democrazia socialista. «Il diritto alila omlik-a — dichiarò Kavčič — è pairte limtegraiate iddi. dii-trititi leooeeipiiitii neirambito della libertà indlivtidiualle. Sema tale ilibemtà non vii può essere una vera democrazia stoctlalistai». In quest’occasione, egli ebbe pure ad elogiare l’operato della stampa, che s’era schierata sin dall’inizio a difesa di tali principi. Si concludeva cosi, Con la vittoria piu piena, un episodio, fra i tanti significativo, da cui bisogna trarre il dovuto insegnamento. La lotta per l'approfondimento e il consolidamento della democrazia socialista richiede il massimo impegno e la partecipazione più larga allo smantellamento delle posizioni della burocrazia che qua e là ancora resistono. E’ un fatto che, mentre la nostra opinione pubblica ha accolto con grande soddisfazione la conclusione del «caso Pipanv, salutando in essa una vittoria della democrazia, alcune voci hanno voluto ventilare larvata-mente il pericolo di interpretazioni «anarchiche» del concetto di libertà individuale e di democrazìa socialista, come se la nostra gente non fosse sufficientemente matura per discutere in piena libertà ogni problemu ed ogni aspetto della nostra vita sociale. Simili pericoli si riducono semplicemente al timore di certuni che l’opinione pubblica possa giudicarli liberamente. Se sono possibili, e lo sono, interpretazioni anarchiche con secondi fini, è anche vero che non bisogna generalizzare e, sopratutto, non bisogna sfruttare il loro eventuale manifestarsi come un pretesto per tentare di chiudere la bocca alla nostra gente che, in infinite occasioni e nei frangenti più critici, ha dimostrato di possedere, una grande maturità politica ed una coscienza di classe meravigliosa. Tali tendenze, tali intenzioni recondite e subdole, nascondono il serpe della sfiducia nella vitalità e nella Coscienza socialista della nostra classe lavoratrice•; nascondono la mentalità ottusa del burocrate e, sono, in definitiva, la reazione allo sviluppo socialista generale del nostro paese. Qui, e non altrove, risie- dono i «pericoli» paventati. Qui essi vanno combattuti, poiché senza la libertà individuale, senza la libertà d’opinioni, senza la lotta del pensiero, non c’è socialismo. B. A. scisti non avrebbero potuto essere espresse in termini più chiari e brutali di quelli usati da un ufficiale di cavalleria- con l’autore del diario parrocchiale, don Nikšić : «... inoltre, durante una conversazione privata — egli annota — chiedemmo ad un ufficiale perchè mai gli Italiani si comportassero così con noi Croati. Ci rispose che essi non facevano distinzione tra Croati, Serbi, nazionalisti e comunisti. Quel che loro interessava, era l’annientamento delle popolazioni slave, che ayrébbe dato modo all’Italia «di disporre di un maggior spazio vitale». «Il nostro interlocutore ebbe a dirci testualmente: — L’Italia passa armi tanto a Pavelič che ai Četnici ed ai loro avversari. Quanti più ne verranno annientati, tanto meglio sarà per noi. «A questo punto, debbo fare un accenno al commercio d’armi effettuato dagli Italiani, i quali non rifuggivano dal vendere ai ribelli equipaggiamento e munizioni. A Slunj era possibile acquistare un fucile per mile kune ed una mitragliatrice per 25 mila. Noi (gli usta-scia, NdT) non acquistammo armi, sebbene lo potessimo, poiché non appena si fosse trovata tra i nostri soldati un’arma italiana, sarebbe stata promossa un’inchiesta ed essi avrebbero dovuto rispondere dinnanzi alle autorità locali ed a quelle d’occupazione. A noi, i soldati della guarnigione offrivano apertamente; con i ribelli, trattavano in segreto. Due maniere con un unico fine. In guerra, però, vince il valore, nè-viltà e cupidigia possono a-vere la meglio». E così, dobbiamo riconoscerlo, è stato. Don Nikšić, tuttavia, diede prova di essere abbastanza miope nelle sue previsioni. Ecco, d’altra parte, le sue parole di commiato ai i ribelli nei dintorni di Slunj, aggiungendo che quante avevano con se costituiva il bottino cii guerra, tolto agli 'avversari in combattimento ! «Qui manca lo spazio, ma molto di più vi sarebbe da dire quando si volessero descrivere tutti i particolari, tracciando un quadro completo degli orrori dell’occupazione italiana in questa regione, che non è mai stata per quei soldati zona di guerra, ma soltanto un avamposto della cosidetta «linea di difesa adriatica». Chissà quale dev’es- UN '110" ECCEZIONALE ENTEBBE — Un'audace spedizione automobilistica è partita in marzo da Entebbe neü’Uganda, per tentare di coprire i 12.800 km. che separano questa località equatoriale da Jokkommokk, nella Svezia artica, in meno di due settimane. La macchina che effettuerà questo, arduo viaggio — una «Austin A 40» correrà giorno e norie, facendo scio alcune brevi soste. Dopo aver percorso la Vallata del Nilo, passando attraverso Kartum, Luxor, li Cairo e Alessandria, essa proseguirà lungo il litorale ciell’Africa settentrionale e, attraverso Xobruk, Bengasi e Tripoli, raggiungerà Tunisi. Il passaggio via mare dall’Africa settentrionale alla Francia meridionale rappresenterà per i guidatori della «Austin», Ken Wharton, Allan Hess e Ron Jea-vons — tre piloti di fama intemazionale — l’unico periodo di riposo dell’intero «tour de force». L’itinerario che la macchina seguirà in Europa passerà attraverso la Francia, partendo da Marsiglia, e quindi attraverso la Germania, la Danimarca e la Svezia, per raggiungere finalmente Jokkommokk. (C oratili u azi one e lime) Abbiamo visto nello scorso numero, come un neutrone provochi, mediante. la disintegrazione atomica, infinite esplosioni nucleari: e queste costituiscono le famose «reazioni a catena». In pratica, però, le, cose non vanno tanto semplicemente: il nucleo dell’U 235 si disintegra soltanto quando viene colpito da un rosidetto neutrone lento, mentre quelli veloci non hanno aleuti effetto. D’altro canto, tali neutroni vengono as- ’E L’ATOMICA sìmiloti dai. numerosi atomi dell’isotopo U 238, che non si scompone, ina si cambia in un altro elemento, senza contare i neutroni ohe vanno — per usare un termine accessibile « tutti — perduti nell’esplosione. Il primo problema, è quindi quello di ottenere neutroni lenti, il the viene fatto con Vimpiego di grafite, sostanza che ha appunto il potere di diminuire la velocità dei neutroni. In secondo luogo, bisogna poter disporre di una quantità considerevole dj uranio, affinchè, nella disintegrazione, vada perduto il minor numero di neutroni e la stessa riesca efficace. i ; -f Contro il pericolo che le «reazioni a catena» assumano aspetti terrificanti e si tramutino in una rovinosa tempesta di energia distruggitri-ce, la scienza ha trovato un rimedio semplice quanto efficace. Esistono sostanze che hanno la proprietà di assorbire neutroni in grandi quantità, prima tra cui il boro. Questo viene appunto usato a formare una specie di valvola di sicurezza per le reazioni atomiche. vv šiitih Lit ivELLY LO DICONO LORO «Quei pochi che ancora tentano di opporsi alla palese volontà della maggioranza si possono definire senza esitazione fascisti incancreni- struttivi per i pellegrini. Roba contro il piano Marshall e l’imperialismo occidentale. Per dare alla solennità, scrive la «Narodna Mladej». un «contenuto più ideologico». Nemmeno passata la festa e già gabbata la santa. Non soltanto lei. SABOTATRICI Il «Szabad Ifjusàg» di Budapest si lamenta. Per via del kolhoz di Beke, dove su 100 soci solo GO lavorano. Traduciamo alla lettera: «Dove sono gli altri quaranta? Si verificano casi deplorevoli, come Per certi lavoretti supplementari, che sappiamo noi. Poi, c’è stata la mezza rivolta e «Rude Pravo», Praga: «L’insegnante deve instiilare nei suoi allievi un giusto ODIO contro i nostri nemici». Vlado Červenkov: «La gioventù dev’essere allevata in un irricon-ciliabile ODIO per coloro che vorrebbero scatenare un’altra guerra imperialista». «Szabad Ifjusàg», Budapest: «Nel cuore degli studenti dev’essere acceso un ardente ODIO contro i depravati nemici dell’umanità». «Krilja Pobedi», Vienna: «Guerrieri! Fate che nel vostro cuore arda un ODIO sempre più grande verso il nemico!» «Educazione Comunista», Mosca: «L’umanesimo socialista sovietico postula lo sviluppo di un ODIO illimitato contro i nemici del popolo». Colomba cercarsi. IL SIGNOR NJET ti, vessilliferi della reazione e traditori del popolo.» Così parlò «Neues Deutschland». Lo Zarathustra del quarto Reich demopopolare. Ci torna in mente scorrendo le statistiche sulle fughe dal paradiso est. Quelle con le cifre record. E pensiamo che «Neues Deutschland» ha ragione. Perchè, invertendo i fattori, il risultato non cambia. AGIT * SANT In Bulgaria c’è il villaggio di Ba-tisnica. Nel villaggio di Batišnica c’è Santa Marina. Una santa molto in gamba. E in un certo giorno, la gente corre da un mucchio di posti a prendere l’acqua benedetta, a mettersi in ginocchio e a pregare. Perchè Santa Marina ha fatto un'infinità di miracoli. Chissà che non si lasci commuovere ancora u-na volta. Ma gli attivisti sono corsi ai ripari. Organizzando spettacoli i- le brigate sono corse a protestare a: »sindacati. I sindacati hanno risposto picche Hanno parlato di doveri fissi e di criteri elastici. Ogni riferimento alle coscienze in capo è puramente casuale. ODIO Enver Hodža: «Noi ODIAMO di tutto cuore gli imperialisti americani ed i loro satelliti, i tiiisti, i mo-isarco-fascisti ed i fascisti italiani». quello di Maria Takacs, che non si è presentata a! lavoro per due mesi con la scusa che doveva allattare il bumbino. Orbene, la Takacs ha una sorella dodicenne che avrebbe potuto sostituirla benissimo in tale bisogna». «ss» Quarto Reich, «Sindacati Socialisti». SS. In una fabbrica di Dresda c’è stata una mezza rivolta. C’erano le brigate di lavoro. I loro componenti guadagnavano in media 450 marchi al mese. I capi-brigata, 12 mila. Ad ogni proposta, Višinski ha sl-nora risposto «njet». In russo vuol dire «no». Qualche volta, temendo di diventare noioso, ha fatto uno strappo alla regola. Ha detto «njet, njet». Due volte. Ma ad una recente seduta all’O-NU, un giornalista l’ha sentito dire «si». Non aveva sognato. Solo, a Višinski era stato chiesto se il suo «no» all’ultima proposta fosse definitivo. pekos PER L ATRAGICOMICA PASQUA DI SLUNJ ra a Salvore FASCISTI E BESTIAME IN GRÄN PARATA MYRNA LOY Molte di noi si sono fatte delle attrici cinematografiche in genere un concetto assai poco edificante : nè a torto, che parecchie tra le stelle più in vista hanno legato il loro nome, più che ad effettivi meriti artistici, ad un’indegna campagna di scandali e di speculazioni immorali. Non è questo, tuttavia, il caso di Myrna Loy, la nota attrice cosi vicina alla sensibilità di tante donne, donna ella stessa nel senso più vero e bello della parola, che fa onore alla sua meritata fama. Figlia di un agricoltore del Montana, Myrna ha dovuto lottare non poco per imporre il suo innato e curato talento ai produttori, lanciati soltanto alla caccia della sensazione e del profitto. Nè il successo l’ha mutata: ella è rimasta qual’era, non la «wamp» fatale e non la superficiale bellezza, ma la donna semplice, umana, vicina, che abbiamo imparato a conoscere ed amare nel ruolo di Nora Charles, la moglie di Nick (William Powell, il poliziotto del famoso «Uomo-imbra») e dei suoi films più recenti, tra cui «La casa dei sogni» ed «I migliori anni deila nostra vita». Alcuni tra i suoi ammiratori, abituati a considerare ie cose da un punto di vista assai retrivo e poco serio, hanno storto la bocca nel sentire che Myrna «fa della politica.» Con questa sciocca espressione, essi hanno inteso definire l’appassio-nsta attività che l’attrice non ha mai mancato di dare in difesa dell’arte e per la propagazione della cultura, attività che l'ha portata al-’l'UÀ'ÈSCO (l’organizzazione culturale delle Nazioni Uni- te) come rappresentante delia cinematografia per il suo Paese. Ma, nonostante questi insensati appunti, Myrna non ha desistito dalla sua bella battaglia. Ella guarda al cinema come ad «uno dei mezzi più adatti ad aprire le menti, a stabilire legami d’amicizia, di cooperazione, a combattere l’ignoranza». Respingendo in modo assoluto il principio purtroppo imperversante che fa della cinematografia una pura impresa commerciale, Myrna concepisce la settima arte come uno dei tanti ponti che la cultura può tendere da popoli a popoli. «Facciamo sì che la cultura non sia monopolio di nessuno, ma dono di tutti — ella ci dice. — Porgiamo liberamente il nostro ed attingiamo ai tesori delle altre genti. Non vendiamo e non incateniamo la cultura. Se essa dev’essere asservita, lo sia soltanto al supremo ideale della fratellanza di tutti i popoli del mondo». VIVERE INSIEME Ed ora, lasciateci riprendere e concludere, care amiche, la chiaccchierata iniziata quindici giorni or sono. Non irritatevi se vostro marito trova che altre signore sono g faldose : in genere egli ammira nelle altre quello che non trova in voi; e tocca a voi correre ai ripari. Risparmiate a vostro marito, sotto qualsiasi forma, i cosidetti «buoni consigli». E sopratutto, evitate di dirigerlo nella sua condotta morale. Anche se riusciste a farlo, vi accorgereste trop- po tardi di averlo distrutto dinnanzi ai vostri occhi. Se vuole uscire senza soprabito, inutile insistere. Permettete a vostro marito, di essere, una volta tanto, di o-pinione diversa dalla vostra. Non avrete così a temere conflitti coniugali spesso assai gravi e difficilmente rimediabili. Se vi fa un regalo, la vostra prima osservazione non riguardi la spesa eccessiva. Non permettete che si occupi troppo delle faccende domestiche. Gli potrebbe saltare in mente di affermare un giorno: «Ma qua dentro devo lare tutto io ! » , Peggio : potrebbe capitare che ci si appassionasse ! ' Trovate i suoi parenti ed i suoi amici simpaticissimi : questo non vi impegna ad amarli ardentemente. Non spegnete la lampada La conoscete'? TRA I FORNELLI Ir ■ j'/” t .* ...” . '.'äJ E’ Marian Anderson, la contralto negra annoverata tra le migliori cantanti del mondo. quando, a letto, vuol leggere il giornale. Non obbligatelo ad alzarsi per controllare se la porta di casa è chiusa o se la luce nell’altra camera è rimasta accesa. E ricordatevi, sopratutto, che marito e moglie non sono fratelli siamesi. Ma con questo bel sole LE CIPOLLE RIPIENE Preparate le cipolle scottandole in precedenza in acqua bollente e salata finché non siano diventate tenere, ma non molli; mettetele a sgocciolare su uno staccio. Asciugatele, tagliate via ii cappellino e scavatele all’interno in modo da far posto al ripieno. A parte, con quello che avrete tolto dalle cipolle, tritate qualche avanzo di carne o di salsiccia, mescolate con un uovo, formaggio grattugiato e pan pesto. Salate, pepate con abbondanza e riempite i vuoti delle cipolle coprendole poi con il cappellino. Mettete in una teglia bagnandone il fondo con un po’ di brodo vegetale. Mettete al forno per mezz’ore, bagnando con un cucchiaio di brodo la parte superiore delle cipolle perchè non abbia a seccare. UN DOLCE DI RISO Volete preparare un dolce squisito, molto noto oltreoceano? Cuocere poco riso in un po’ di latte, aggiungendo un pizzico di sale, zucchero abbondante e un pezzo di burro, con una scorza di limone. Mescolate bene e lasciate freddare, poi mettete ancora un po’ di frutta fresca tagliata a dadi e posta per un paio d’ore in poco rhum zuccherato. Mescolate e aggiungete, a piacere, un po’ di crema o un cucchiaino di cioccolato in polvere o un pugno di mandorle dolci sminuzzate. IN DUE PAROLE Se le lampadine rischiarano male perchè sono sporche, strofinatele con un tampone imbevuto di alcool da ardere, se sono appannate lavatele con acqua saponata ed asciugatele bene. Per conservare l’olio in bottiglia senza che si irrancidisca, non deve esservi aria tra il tappo ed il liquido. Tappate perciò ermeticamente le bottiglie ben riempite, con tappi lunghi che arrivino all’altezza del liquido. La moda La bella stagione avanza a grandi passi, e ci porta stavolta questo e-legante e semplice tailleur di leggero «kamgarn» grigio, da indossare con una maglietta in tinta uguale 0 contrastante, sostituibile però con un vivace foulard od un filo di perle. Tre bottoncini rivestiti con la medesima stoffa e due tasche applicate rifiniscono questo completo Ma c’è anche da pensate alle passeggiate, ed ecco tornare le scollature «alla ghigliottina» ed i colletti sfuggenti «alla lespierre». Per le gite domenicali, però, le più eleganti tra le nostre lettrici preferiscano le scollature ovali e le più ardite quelle «a battello». Anche per i colori, la vostra scelta non conosca esitazioni; fresche camicette di «popeline» e di seta, in tonalità azzurro pervinca, rosa ortensia, giallo van Gogh, accompagnate da ampie e scampanate gonne. Inutile dirvi che vi è permesso rimboccare le maniche lunghe delle camicette: attenzione, però, a non smarrire 1 bei «gemelli» che il babbo non si è mai sognato d’impre-starvi! Dal guardaroba materno, potete però prelevare foulards, cinture e guanti colorati. Sarà una specie di rivincita ned confronti di troppe mamme che continuano a vestirsi come ragazzine! j MERCANTI di SCHIAVI^ I——»i——I- ■ I f—i—i—I- -i-H secondi vengono, invece, esercitoti ni lavori più faticosi. «Ebbi opportunità di assistere, una volta, alla consegna dì 300 schiavi, incatenali sul fondo dei battelli e coperti con socchi di caffè etiopico. Gli uomini che comandano simili trasporti, non vogliono rischi: all’àp-parire delle pattuglie navali britanniche, gli infelici vengono gettati in mare. E le pesanti catene provvedono a che non uno possa raccontare la sua terribile storia. «Vi sono oggi, nell’Arabia Saudita e nel Yemen, più di un milione e mezzo di schiavi, il che equivale al 15 per cento della popolazione totale. Il prezzo medio di una ragazza si aggira sui 500 dollari, quello di un maschio sui 200. Di questi incassi, una buona parte va a rimpinzare le casse governative: danari che grondano sudore e sangue, che celano delitti e orrori inenarrabili, danari su cui grava la maledizione di tutta l’umanità». SINCLAIR FARGO Primavera in negozio SAPER ESSERE BELLE La negligenza, care lettrici, è il peggior nemico della bellezza. Durante le scampagnate, non dimenticate mai di mettere un velo di crema sotto la cipria; fate altrettanto — cipria esclusa — se restate in casa e vi occupate delle faccende domestiche. La crema preserverà il viso dalla polvere. Finiti i lavori, procedete alla toilette. Pulite bene l’epidermide, liberandola da ogni impurità con una buona crema grassa, spazzolate energicamente i capelli per renderli lucidi, non dimenticate l’igiene della bocca e dei denti, curate le mani e le ùnghie servendovi di glicerina e succo di limone ; insomma non trascurate nessun particolare. Non occorrono cosmetici o unguenti speciali: basta un po’ di cura e l’effettiva volontà d’esser belle H m E £ mmfiMi E’ venuta finalmente la stagione «tal frani. La volete uma rubmiaheitJa floreale da leggere dopo ooJiaizàome ? Ecco vela. RISO AMARO — Oh, cara, davvero porterai in dote due chili di riso? MARGHERITA — Ricordo una certa Margherita G. Treni’anni fa aveva vent’anni. Dietti anni dopo ne aveva venticinque. Dieci anni fa ne aveca appena trenta. Ora ne ha ten-tatto. Accidenti, come non passa il tempo ! FIOR DI LOTO — Accidenti! Prima cera chi voleva a un posto al soler»; ora c’è gente che vuole «un posto al Seul». E ohe, ci risiamo? PENSEE — Nell’album dei paradossi bisognerà aggiungere la storiella di quel tale dì cui tutti dicevano «Ha da venil». E invece se n’è andato. CRISANTEMO — L’energia atomica, dicono, muterà il nostro modo AL KREMLINO di vivere. Sì, ma muterà anche il nostro modo di morire! GIACINTO — Quegli che si danno dell’importanza anche quando sono soli, assomigliano a quei cretini che barano facendo il solitario. PASSIFLORA — In fondo, il corvo non è altro che un uccello iscritto alla Democrazia Cristiana. E la colomba? Al PCI. ORCHIDEA — Per conquistarsi l’amicizia »Tuna donna, basta dirle che è più bella della sua amica più intima, mentre per conquistarsi l’amicizia d’un uomo basta fargli credere chi lo si ritiene più intelligente di noi. PAPAVERO — Chissà se esiste qualche efficace rimedio contro l'insonnia, oltre ai films sovietici? CICLAMINO — C’è sempre un cretino a portata di mano. Il giorno in cui scivolai su una buccia d arancio, ETERNO FEMMININO Il giovarne pensò min istante, p«i disse solo questo: «Ho farne». Alla segreteria della «muovai» U-niiversdtà di Bucarest sa presentò recentemente un giovane per essere iscritto alla facoltà di veterinaria. — Ti sentii davvero la vocazione del veteo-inario ? — gli fu chiesto. — Certo — rispose il giovane — o, perlomeno, una certa disposizione. — Benissimo .quali titoli hai? — Lavoro come un mulo, vivo come un maiale, mangio come un canarino e sono trattato come un cane. ABBIAMO IHTO PER VOI confondere I termini. Qui si parla di Toto c non di Totò, di Missioni e non di inglese o di reginetta. To-tomiss è il concorso missionario che noi proponiamo quest’anno ai lettori degli Annali». I TELESCRIVENTE | BERLINO — In un editoriale della «Stalingradskaya Pravda» dal titolo «Per migliorare il lavoro degli istituti culturali rurali» trasmesso recentemente da Radio Stalingrado, si legge che attualmente il più importante compito delle istituzioni culturali rurali consiste nella «divulgazione delle decisioni del 19° Congresso del Partito e delle o-pere sull’economia dell’Unione Sovietica scritte da Stalin». BALTIMORA — L’Associazione Nazionale degli Orticoltori del Maryland sostiene che l’applicazione di piccole dosi di penicillina può risanare alcuni prodotti orticoli affetti da malattie. Bastano soluzioni diluite di una parte di penicillina in un milione di parti d’acqua per controllare la diffusione di alcune malattie delle patate, dei fagiuoli e degli spinaci; soluzioni più concentrate si sono dimostrate efficaci contro alcune malattie dei peri e dei meli. Il trattamento antibiotico delle piante è stato sperimentato alia Stazione del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti a Beltville, nel Maryland. LONDRA — Una ditta inglese, la «A. C. Car Company», ha prodotto un nuovo tipo di auto a tre ruote, il modellò «Petite» a due posti, azionato da un motore posteriore da 350 c. c. Questa automobile, che può percorrere oltre 100 chilometri con 4,5 litri di benzina, a velocità fra i 55 e i 70 chilometri orari, è assai maneggevole e ha un costo di manutenzione molto ridotto. Un anno è trascorso, da che le Nazioni Unite divulgarono il primo rapporto sulla loro attività ed i loro sforzi per la repressione del turpe commercio di carne umana che ancora prospera, più o meno larvatamente, in vari punti del globo. 16 Stati e 19 colonie britanniche fecero pervenire le loro relazioni all ONU ; altre potenze non mancarono di inoltrare appunti ed informazioni, mentre l’Unione Sovietica si limitava a comunicare seccamente c’ie. «tale problema non esisteva nelle sue Repubbliche». La tragica realtà dei campi di sterminio e delle colonie di lavoro forzato, non depone certo a favore della buona fede moscovita. Ma non è di questo che vogliamo parlare nella nostra breve esposizione. Vogliamo volgerci, piutosto, ad altre parti del globo, dove irregolari chiazze grige segnalano la saprai»vivenza di metodi ed ordinamenti schiavisti, dove si fanno più marcate e più cupe a mostrare la lebbra dell umanità. ‘SCHIAVISTI IM FRAK Regnando Faruk, non era raro incontrare, nei più lussuosi ritrovi della capitale egiziana, nei grandi alberghi e nel «clan» stesso del depravato sovrano, uomini che, sotto l’elegante marsina o la profumata veste da camera, tradivano un’indefinibile ma assai sospetta professione. Infatti, se, trascorsa la «.saison» egiziana, avessimo avuto Vopportunità di seguirli nelle loro terre d’origine, li avremmo veduti i panni assai diversi, immersi in affari alquanto differenti da quelli vantati presso i «clubs» occidentali come imprenditori o commercianti : nel loro Paese non facevano e non fanno alcuna difficoltà a dichiarare apertamente la loro reale professione: quella di mercanti di carne umana in tutta Vaccezione dell’espressione. Arabia Saudita e Yemen sono gli unici Stati del mondo in cui il traffico di, schiavi non solo è ben lontano dall’essere vietato, ma è tuttora considerato come una rispettabilissima professione. La porta di Bab Direiba alla Mecca, le città di Sana, Hodeida, Jidda, Taiz e Medina, sono i centri più attivi del turpe mercato, diretto oggi particolarmente a fornire di amerce>> le, case da tè africane ed asiatiche. LOTTA AD OLTRANZA Per secoli, p fino all’inizio dell ultimo trentennio, l’Arabia, la Somalia e l’Etiopia furono floride sedi di schiavisti; e neppure il Sudan, prima dell’occupazione britannica, stava in seconda linea. Ma tanto fecero gli inglesi, conducendo una lotta spietata e spesso cruenta, che riuscirono a sradicarle quasi al completo la piaga, sia nei luoghi di loro amministrazione, che in Abissinia, dove il regnante Hailè Selassiè prese solenne impegno di reprimere lo sahiavismo. E, a quanto ci è dato sapere e checche ne dicano i fascisti, mantenne la promessa. Gli accordi internazionali del 1921 e del ’33 contro il mercato delle donne, furono sottoscritti ila molte potenze: solo l’Arabia Saudita e il Jemen se ne astennero. 1 tirannelli di Riad e di Sana trovavano e trovano il loro tornaconto nella losca, inumana attività. UNA RAGAZZA PER 500 DOLLARI «Conosco un mercante di schiavi che comanda una banda armata di razziatori — racconta il giornalista americano H. Carver. — Essi assalgono, di tempo in tempo, i villaggi, e ne rapiscono i bimbi dai tre agli otto anni. La preda viene portata in un centro lontano, dove le ragazze rimangano fino ai 12 anni, i masc\hi spesso sino ai 16. Cosa le prime apprendano, è facile comprendere; i CHE COS’ E’ I,'impressionante volta d’una casa della scienza: il «Palazzo delie scoperte» di Londra. Il famoso «Empire State Building», il più alto grattacielo che domina New’ York. Ruote ... di nylon, prodotte in Gran Bretagna: silenziose nella rotazione, si lubrificano da sole ed offrono un’alta resistenza all’abrasione. , L’aiuto murale e 1“ il Filivi »••«* ‘Mamac utili airitulia d (or »•»H»»' ****^******-^*^************** **************** ft-***#*****#**-** Arturo conosce la tua età? Si, in parte. Molotov: — E se proprio ci toccasse tirar fuori la colomba, cerchiamo almeno d’informarci prima di che razza di roba si trattai andando a finire lungo e disteso sul selciato, un tale con l'aspetto da menagramo mi si avvicinò scuotendo la testa: «Vergogna, bere a quel modo alla sua età!». Non vi (piacciono i urici fiori? E che ci posso fare? E’ mia moglie chi mi obbliga ia scrivere, per non avermi fra i piedi in cucina. BELFAGOR SORRIDENDO Um giovane rientrato dall’esteiro dopo un periodo abbastanza Irrogo dii assenza, fu debitamente interrogato dalle autorità idei suo distretto per accertare se egli fosse veramente pronto ad assumere la caratteristiche fondamentali del eilt adì no d’uno Stato ikionrinformista. «Ghie cosa puoi diire — gli fu chiesto -— pex dimostrare che sei perfettamente im linea con i tuoi iconcdttadind polacchi?». LA VITA CONTINUA IL padre francese Lechat, organizzatore di pellegrinaggi in Terra Santa, ha detto, in un comunicato alla stampa: «Permettetemi di ringraziarvi per la maniera delicata con cui avete sottolineato la calma serenità dei pellegrini di Terra Santa durante il naufragio del Cham-pollion. D’altra parte, la vita continua e noi organizziamo per la Pasqua un altro pellegrinaggio: affrettatevi, perchè i posti sono limitati». LA SCELTA «UN GRAN ballo è stato organizzato alla Sorbona in aiuto dei sinistrati olandesi. Chi ha preso l’iniziativa è stato il ministro dell’Educazione nazionale. Per l’occasione sarà anche proiettato un film. Quale film? Gli organizzatori hanno, con delicatezza, scelto un film di Marcel Pagnol, «Manon des sources» ovverossia la storia di un villaggio che minaccia di restare senza abitanti per mancanza d’acqua». (Dal «Figaro Littèraire»). PROBLEMI IN COMUNE «QUANDO due paesi hanno dei problemi in comune, essi devono aiutarsi e mettere assieme le loro cognizioni e i loro mezzi». (Comunicato della missione americana a Saigon. Segue l’assicurazione che gli Stati Uniti forniranno all’Indocina tremila trappole per sorci). TOTOPRETI Riportiamo alla lettera da una pubblicazione religiosa italiana: «TOTOMISS: attenzione a non ( UH COLPO SPLEjn ^N...NH0M CAPISCO ! £SS0 L ■ZZA £ PAGINA 5 UNA SCENA DEL FILM AMERICANO IMPERNIATO SULLA LOTTA CONTRO LA MALARIA (Nostro servizio) ZAGABRIA, aprile. - Il nome del pittore contadino croato Ivan Generalki si è ben presto fatto largo in Europa, sostenuto dalla critica più esigente. A Parigi, dove Ha esposto una personale in queste ultime settimane, Generane ha riscosso un successo che fa onore al nostro Paese. Generalié è solo uno dei tanti. L’arte fra i contadini croati ha una bella e profonda tradizione. La Galleria degli artisti contadini a Zagabria è forse la più modesta fra quelle della città, sia per lo spazio che occupa, sia per i lavori che espone. Ma essa è l’unica galleria del genere esistente nel nostro Paese. Trovandocisi, il visitatore è invitato ad un soliloquio di considerazioni le più varie e le piu strane. I lavori esposti, quei colori leggeri e diffusi o spinti e carichi, quell’arcadismo sincero e quella sincerità espressiva di motivi agresti, vicini, vissuti, viventi, eterni, quella perfetta armonia di leggere imperfezioni accademiche danno all’insieme un sapore umano, un calore di intimità, una visione rara di bellezza. Questa è la realizzazione del sogno di alcuni contadini dotati di un dono vocativo per l’arte i quali, dopo i lavori rudi di campo, riposto l’aratro e la falce, intingono il Su iniziativa della “Seljačka':Sloga“j;si è aperta a Zagabria una mostra permanente dei quadri di contadini che nei ritagli di tempo si trasformano in artisti. Probàbilmente fra tutti i pittori contadini il successo maggiore lo avrebbe conseguito Mirko Virius se la sua vita non fosse stata spezzata nel 1943 nel campo di concentramen-to di Zemun. Perchè già a quell’epoca si era affermato come buon artista. La Società Culturale «Seljačka sloga» è stata l’iniziatrice dell’apertura dj questa galleria stabile. L’iniziativa merita ogni elogio perchè vuol scoprire nuovi talenti nei villaggi, apre nuove prospettive allo sviluppo della cultura artistica fra le masse contadine, incoraggia. La galleria è già divenuta popolare. In avvenire si arricchirà di nuovi quadri, di nuovi nomi, sarà un vero museo contemporaneo dei documenti vivi della nostra cultura naziona- le. «UACOMO SCOTTI pennello nell’acquarello e nell’olio, impugnano lo scalpello per affidare alla carta, alla tela ' o al legno il panorama o il particolare figurativo del villaggio, della propria vita, rappresentare genti e costumi così come essi li vedono, li provano. In questo è la grandezza, l’importanza, l’originalità di questa piccola galleria zagabrese. 1 Il villaggio, la terra e gli uomini della terra li vediamo nel quadro di Buktenié che espone per la prima volta, nel «Vigneto» di Virius e nei quadri «Raccolta del latte», «Trasporto del fieno», «Semina a * Il macchina», «Aratura», nella «Falciatura», «Ragazzo con il pomo» di Dolenc, Mraz, Selok, Smajevié, Generali. E questo villaggio, questa vita e qùesta gente della terra hanno un volto sereno. Le figure sono vicine e comprensibili per «l’uomo comune». La visita lascia in tutti una simpatica impressione, l’uomo sente di amare di più la terra. E’ certamente, a nostro parere, questo effetto è una delle più belle affermazioni degli artisti contadini. Invano cercherete astratte combinazioni, stravaganze, accademiche, esercitazioni. Questo ucciderebbe la cosa più bella dei quadri : la semplicità, la sincerità. Tuttavia ciò non significa primitivismo. Le lodi francesi e Generane parlano d’arte pura. Non significa che ogni contadino artista, presenti; con i suoi quadri alla galleria, non abbia già un proprio indirizzo pittorico di forma, o meglio l’indirizzo di una specifica scuola pittorica. Qui si distinguono particolarmente Generalié, Mraz, Dolenc, Ga-ži.. Tutti provenienti e viventi a Hlebhm, un simpatico paese della Podravina, su di essi ha molto influito, con l’aiuto e le cure di mecenate, il maestro Krsto Hegedu-šić, uno dei più noti pittori contadini menzionati. Il gruppo con alla testa Generalié, è anche noto sotto il nome di contadini pittori della «Scuola di Hlebina». Generalié è giunto molto lontano; egli è anche il più fertile. Di ciò parla la personale parigina. Una singolare galleria accoglie le opere di contadini artisti TELESCRIVENTE WASHINGTON — L’Amminira-gliato britannico ha annunciato la decisione di iniziare esperimenti di costruzioni navali in materia plastica ed ha precisato che essi verranno effettuati in concomitanza con analoghi sviluppi negli Stati Uniti. Il materiale è principalmente lana di vetro — per se stessa molto resistente — legata da resine poliste-roliche, sostanze entrambe inerti e resistenti all’azione chimica, la cui miscela dà come risultato un materiale di lunga durata. La fibra di vetro non subisce danni dalle intemperie, è particolarmente adatta ai climi tropicali e battelli costruiti con essa non si restringeranno, gonfieranno o scheggeranno, nè saranno attaccati dalla teredine nelle acque tropicali. SAN FRANCISCO — Enormi progressi sono stati compiuti in questi ultimi tempi nel campo della automatizzazione completa delle macchine utensili. Recentemente è stato realizzato in America un grosso trapano verticale che sembra quasi dotato di una sua propria intelligenza. Il cervelo di questa macchina è rappresentato, naturalmente, da una apparecchiatura elettronica composta di 250 valvole e 175 relè, la cui specialità consiste nell’inter-pretare prontamente e con assoluta esattezza i disegni tecnici che le sono sottoposti, e nel trasmettere gli opportuni comandi al trapano per l’esecuzione dei lavori indicati sugli schemi. Per renderli «comprensibili» da parte di questo cervello elettronico, i dati contenuti nei disegni di officina debbono essere tradotti in fori opportunamente disposti su di un nastro di carta. Dalla posizione relativa dei singoli fori l’apparecchiatura elettronica è in grado di «capire» quale è l’operazione da fare e ne trasmette i comandi al trapano per mezzo di tre servomeccanismi. MITI ELEGGENDE di Gherso e Lussino Le poetiche vicende del nome delle isole j* ^ VSSINO, aprile Alla ricerca di tesori sepolti sulla cima del monte Ossero Quella lunga stri sei a di terra ('he per 108 km fende il Quartieri) quasi a voler proteggere la costa orientale, del 11 stria dagli innumerevoli invasori che, dal lontano ept, si portavano sino alla coste dalmate per impegnare sanguinose battaglie con quelle indomite popolazioni, ha una storia ricca di episodi eroici, v di avvenimenti» che ancor oggi è conservata, come uno scrigno prezioso, nel cuore degli isolani. Il murv che circonda Cherso e Lussino e la terra di roccie costellata da monti che cupi s'ergono al cielo, sono- i testimoni secolari delle fortune alterne di quelle genti che hanno er hi alata dall’ambiente in cui sono nate, una singolare fermezza d animo, ed una eccezionale vigoria, per combattere le avversità della vita e la natura ostile. Le nozioni sulle origini di queste popolazioni sono incerte e con-tradditorìer Ai priimordi della sua esistenza, Lussimpicvolo era abitata da pochi pescatori e pastori dominati dal capoluogo di allora, Ossero, alla cui amministrazione dovevano versare, annualmente, una cospicua taglia. Dopo le guerre turche le isole furono abitate da popolazioni