ACIA IflSTRIAE V. ricevuto: 1996-03-04 UDK 378.l8{497.4/.5 Istra):378.4(450 Padova)"17" GLI ŠTUDENTI ISTRIANI NELL'UNIVERSITÁ DI PADOVA INQUA.DRATI NELLA CULTURA REGIONALE DELL'EPOCA Giuliano PICCOLl prof, dr., U niversitá degli Studi di Fadova, Dipartimento di Geología, Paleontología e Geofísica, IT-35137 Padova, Via Giotto 1 prof, dr., Univerza v Padovi, Oddelek za geologijo, paieoon tologijo in geofiziko, IT-35137 Padova, Via Giotto 1 SINTESI . Ilsaggio deserive la vita cultúrale istriana nei primi cinquant'anni del Settecento e completa l'elenco fomito da Luciana Sitran Rea con i nomi di študenti istriani tratti da altre fontí e che non risultuno nei documenti dell'Archivio Antico di Padova e con una serie di nomi di študenti istriani che hanno ricoperto cariche amministrative nell'iiniverská legista e artista. La prima parte del Settecento, periodo per il quale consideriamo i rapporti degli Istriani con l'Università di Padova, non vide in Istria cambiamentí politici e amm.inistrativi di rilievo. La penisola era divisa fra la Repubblica di Venezia, che ne possedeva tutta la costa a partiré da Muggia, con un'ampia espansione verso I'intemo nella parte settentrionale, nel Buiese e nel Pinguentino e in quella méridionale, nelI'Albonese. L'Istria interna, ossia la Contea di Pisino con la costa quar-nerina, erano imperiali, dominio degli Absburgo, anche se con feudatari italiani, che sostituirono i più antichi feudatari tedeschi. Gii avvenimenti politici e militan che si possono ricordare, pur se non riguar-dano direttamente 1'Istria, sono le ultime lotte délia Serenissima contro i Turchi in Morea e nelle Isole lonie, conciuse con la pace di Passarowitz del 1718; nessuna variazione territoriale ebbe Iuogo dopo di allora per la Repubblica Veneta. La serie dei dogi tra i! 1700 e il 1750 inizia con Silvestro Valier, eletto nel 1694 e morto nel 1700, centonono doge delia Serenissima e termina con Pietro Grimani (1741-1752), centoqnindicesimo doge. La fine della Repubblica awerrà durante il dogato del cen to ven tešimo doge, Lodovico Manin (1789-12 maggio 1797). La vita intellettuale e artística in Istria era viva, ispirata dalla Venezia dei primo Settecento, nel suo pieno splendore nel campo della pittura e della música, 183 ACTA HI STRIAE V. Gitiliano PKX0L1: GLI STUDENTI NELL'UNiVERSITÁ DI PADOVA.... 183188 ma anche del teatro e della letteratura. Non era cosí, o lo era non truquentemente, per la vita economica, con vicende alterne e con la poverta perenne deile popo-lazioni contadíne, spesso colpite dalla miseria. Nelle cittá non mancavano pero lusso e sfarzo, che le autoritá cercavano invano di contenere. La perdita dei commerci con l'Oriente mediterráneo, caduto in mano ai Turchi, aveva costretto Venezia a rivolgere le proprie attivitá verso la terraferma. Si era passati cosí all'agricoltura come fonte principale di reddito. La nobiltá era diventata conservatrice e statica, cambiando del tutto l'originaría mentalitá intraprendente, che aveva caratterizzato la cittá lagunaie fino all'inizio del precedente secolo. La vita culturale era sostenuta anche in Istria da accademie, come l'Accademia degii Operosi e poi quella dei Risorti a Capodistria, l'Accademia degü Ictricati a Pirano, l'Accademia degü Intraprendenti a Rovigno. 1 Collegi dei Nobili curavano l'istruzione dei giovani patrizi. A Capodistria era attivo un liceo pubblico, fin dal secolo precedente. Per richiamare il fervore culturale de tempo ricordiamo che nel 1707 nacque Cario Goldoni, nel 1713 Gaspare Gozzi, nel 1720 il celebre incisore Giambattista Piranesi, nel 1742 Antonio Piazza. Nel 1739 moriva il musicista Benedetto Marceño, che era stato prowedilore a Pola. Operavano allora Giuseppe Tartini, di cui sará detto piti avanti, Antonio Vivaldi, i pittori Antonio Canal, detto "il Canaletto", Giambattista Tiepolo e il figlio Giandomenico, Pietro Longhi e il giovane figlio Alessandro, nato nel 1733, i fratelli Giovanni e Francesco Guardi, Giovanni Battista Piazzetta, morto nel 1754. In campo scientifico si andavano delineando le scienze della natura, ormai sepárate dall'intreccio con credenze estranee; il loro sviluppo sará continuo da allora a tutt'oggi. Una figura di gTande rilievo in campo biologico e geologico fu Antonio Val-lisneri padre, professore nell' Universitá di Padova, che dimostró la non so-stenibilitá della generazione spontanea di organismi, ancora affermata da qualche studioso, interpreto correttamente i fossili e iilustró il ciclo perenne deü'acqua a partiré dalle nubi, smentendo l'ipotesi deil' alambicco, dovuto al calore interno terrestre. II figlio, onionimo, fu il primo professore di storia naturale nella stessa universitá daí 1734 al 1777, anao della sua morte. Anche al di fuori delle universitá le dispute scientifiche coinvolsero un numero sempre maggiore di studiosi; cosí nel 1740 l'abate Antón Lazzaro Moro, di San Vito al Tagliamento, sostenne l'origine organica dei fossili, sepaTandoli dal Diluvio universale e abbozzó un inizio di stratigrafia. Questa sará delineata in modo tuttora valido da Giovanni Arduino, alto funzionario della Repubblica Veneta, nel 1759. Arduino aveva operato anche in Istria, come sopraintendente alie miniere e alie cave; mori nel 1795, io stesso anno di Gian Rinaldo Carü. II veneziano Giovanni Poleni ottenne che nel 1739 il Senato Veneto istituisse 184 ACTA HI STRIAE V. Giuliano P1CCOL1 OLI STUDENTl NELL'UNtVERSJTÁ DI PADOVA .... IS3-18H presso l'Universitá di Padova una cattedra di "filosofía sperimentale", ossia di física e realiza ó un "teatro" con numeróse macchine per la sperimentazione. Nel campo della botanica operava allora Giulio Pontedera, in quello astronomico Giovanni Colombo, propugnatore dell'osservatorio astronomico o "Specola", mentre la medicina ritornó a grande fama con Giovanni Battista Morgagni, ere-atore dell'anatomia patológica. Tutti gli studiosi ora ricordati erano professori nell'Universitá patavina. Nel 1749 venae creata a Padova una cattedra di chimica. Nel 1720 nacque a Capodistria Gian Rinaldo Carii, la figura maggiore del Setteceoto istriano (e non solo istriano), che studio a Padova e ai quale venne affidata nel 1745 la nuova cattedra universitaria di teoría della scienza nautica (dal 1746 teoría della scienza nautica e geografía). A luí é dedicato il Conveguo. Per inquadrare l'ambiente culturale in cui si formo Carli riportiamo brevemente alcuni cenni sugli Istriani illustri di allora; ricordiamo in particolare Giuseppe Gravisi, amico e corríspondente del vene2iano Apostolo Zeno, il cugino Girolamo Gravisi, Alessandro Gavardo, Giuseppe Bonzio, Giuseppe Tartini. Di essi parla compiutamente Francesco Semi in Istria e Fiume, Udine, Del Bianco, 199.1:. ecco quanto si puó cogliere dalia sua esposizione. fnnanzitutto non vi t dubbio che il legame culturale fra gli Istriani e Venezia era allora fortissimo, come lo sará fino alia caduta della Repubblica e con riflessi anche nel tempo attuale. Fra i persooaggi riportati sopra, contemporanei cli Gian Rinaldo Carli, Giuseppe Gravisi nacque a Capodistria attorno al 1660 e conobbe Apostolo Zeno quando questi compi i propri studi nel capoluogo istriano. Zeno, morto nel 1750, fu uno studioso molto erudito, anche autore di libretti teatrali. Gravisi si occupó di storia, di archeologia e di letteratura, secondo la moda del tempo e il carteggio con lo Zeno ne offre un'ottima testimonianza. In campo letterario Giuseppe Gravisi svolse studi su base linguistico-giottologica, diffondendo io Istria questa tematica. Girolamo Gravisi (detto Mómolo), nato a Capodistria nel 1720, lo stesso anno di Carli, studió nel lócale Collegio dei Nobili e poi si iscrisse all'Universitá di Padova, addottoraodosi in utroque iure nel 1743. Alí'universitá fu compagno di studi e amico di Gian Rinaldo Carli, di cui era cugino. Gravisi si occupó di lingue orientali, di ebraico, di greco e in particolare di latino. Ebbe in patria un grande prestigio culturale e partecipó ai dibattiti sulla lingua italiana e la sua dignitá e vali-ditá. II matrimonio con Chiara Barbabiaaca gli portó notevoli ricchezze e gli fece assumere il doppio cognome, che mantennero anche i suoi discendenti. Girolamo Gravisi si occupó anche di storia e tradizioni istriane ed ebbe corrispondenza letteraria, fra gli altri, con la veneziana Caterina Loredan Mocenigo. Fu socio delle accademie cultural! di Capodistria, di Padova, di Rovigo, di Belluno e di Gorizia. Morí nel 1812 in un mondo ormai troppo diverso da quello della Repubblica in cui era nato e cresciuto e al quale non riusciva ad adattarsi. 185 ACTA HI SIRIA E V. Giutiano P1CCOM: CU STUDENT! NELL'UNIVERSi'rÁ DI PADOVA.... 38-H88 Giuseppe Tartini1 nacque a Pirano nel 1692. Studió nei luogo natale, poi nel Collegio dei Nobili di Capodistria e nel 1710 si iscrisse all'Universitá di Padova. Gui si diede alia vita goliardica e fu attratío dalla música. Ben presto divenne tanto abile nell'uso dei violino, da essere chi amato a suonare a Venezia in casa del Doge. Sposó segretamente Elisabetta Premazzone, figlia del cocchiere del cardinale Giorgio Cornaro e sua allieva nelle lezioni di música. II padre di leí si oppose alia nozze e la fece chíudere in un convento a Venezia; solo moíto piü tardi Tartini potra rivederla ed ora sono sepolti assieme a Padova, nella chiesa di Santa Cate-rina d'Alessandria. Giuseppe Tartini giró per l'Italia alio scopo di affinarsi nella música; fu ad Assisi, a Cremona, a Venezia. In lunghi auni perfeziono lo strumento del violino e la técnica del suono, raggiungendo fama universale. Nel 1721 fu chiamato a Padova come primo violino della Cappella del Santo e qm rimase fino alia morte avvenuta nel 1770. Si allontanó spesso da Padova per teuere concerti in varié cittá italiane; nel 1723 fu invítato a Praga come concertista nella cerimonie per l'incoronazione dell' imperatore Cario VI. Tartini lasció -131 composizioni musicali, fra cui il celeberrimo "Trillo del Diavolo". Alessandro Gavardo (detto Alessandrone),2 nato a Capodistria intorno al 1715 si laureo a Padova neU'universitá legista. Scrittore e poeta, anche burlone, curó il trasferimento dal Veneto a Carlisburgo, nei pressi di Capodistria, di un lanificio che Gian Rinaldo CarÜ aveva avuto dalla moglie, ma una piena distrusse gil impianti e Gavardo descrisse la disgrazia in un poema, la "Rinaldeide", rimasto incompiuto e inédito, con copie in mano agli eredi, ai Morosini di Venezia, con i quali era imparentato e al dotto conté Rota di Momiano. Alessandro Gavardo fu capitano e giudice a Sanvincenti; poi sí ritiró a vivere a Venezia presso i Morosini. Giuseppe Bonzio nacque a Capodistria, pTobabilmente nel 1710, fu sciittore e poeta coito, amico intimo di Carü. Compose un sonetto in onore del podestá Pietro Dolfin, che aveva fatto aprire la strada congiungente Trieste e Capodistria, deno-minata "Via Delfina" e fu elogíalo per le sue composizioni da Santa Borisi Gavardo, donna coltissima. Oltre agli aliievi istriani nell'Universitá di Padova durante la prima meta del Settecento, documentati nell'Archivio Antico universitario e riportaíi da L. Sitran Rea nel suo intervento, sí possono aggiungere i nomi di aliievi tratti da altre fonti storiche, in particolare dagli elenchi di Alfonso Costa nel suo lavoro pubblicato postumo in "Archeografo Trieslino", 20 (1895), privo dalle citazioni bibliografiche. Cosi possiamo aggiungere rimmatricolazione neU'universitá legista nel 1703 di Andrea Tipaldo da Capodistria, il dottorato artista di Giacomo Bruti di Marco da Capodistria nel 1704, il dottorato legista di Fabrizio Tarsia di Antonio da Capodistria nel 1705, rimmatricolazione di Mattia Ermacora de Luxetich da Pisino 1 Una breve biografía fe espasta da Francesco Dorigo in F. SEMI, op. cit., 1991. 2 Aldo Cherini t autore delta biografía relativa in F. SEMI, op. cit., 1991. 186 ACTA HI STRIAE V. Giutiano PiCCOU. CU STUDENTI NELL'UNIVERSITA Di PADOVA ..., 183188 nel 1708 con dottorato nel 1717, l'immatricolazione nel 1710 di Giovanni Burlini di Antonio da Capodistria, il dottorato legista di Antonio Petronio di Cario da Capodistria nel 1710, l'immatricolazione legista di Pietro Tartini q. Giovanni Antonio da Pirano nel 1720, il dottorato legista di Nicolo Rigo (Righi) di Aurelio da Cittanova (o Parenzo) nel 1724, il dottorato legista di Antonio Maria Salis di Francesco da Capodistria nei 1724, il dottorato artista di Pietro Melchiori di Antonio da Parenzo nel 1724, il dottorato legista di Silvestre Cipriano di Nicolo da Parenzo nel 1725, il dottorato di Marco Ingaldeo di Francesco da Capodistria nei 1725, il dottorato legista di Gavardo (Gotardo) Gavardo, sacerdote, di Cristoforo da Capodistria nel 1727, il dottorato di Francesco de Luxetich da Pisino nel 1728, rimmatricoiazione artista di Enrico Serboloni (Sorboloni) di Filippo istriano nel 1729, il dottorato legista di Aurelio de Bellis di Giacomo da Capodistria nei 1732, il dottorato legista di Francesco Almerigotti di Giuseppe da Capodistria nel 1736 ed infine l'immatricolazione artista di Antonio Facchinetti di Matteo da Capodistria nel 1752. Ricoprirono cariche universitarie amministrative, ricavate dai documenti del-l'Archivio Antico universitario: Francesco Sereni di Giacomo da Capodistria, con-sigliere della natío Pedemontana e prosindaco nel 1701, Vincenzo de Vaozo di Giacomo da Capodistria, consigliere della natío Tusca e prosindaco ael 1701, Agostino Bruti di Marco da Capodistria, consigliere della natío Tusca e consigliere supplente della natío Genovese nel 1702 e consigliere della natío Genovese nel 1703, Andrea Tipaldo da Capodistria, nominato consigliere della natío Anconítana il 26.9.1703, Lorenzo Colombani di Antonio da Pisino, consigliere della natío Proveníale nel 1703 e nel 1705, Giorgio Mormori di Antonio da Capodistria, consigliere della natío Tusca dal 6.7.1704, della natío Sícula dal 24.11.1704 e della natío Oltramarina dal 21.11.1706, Dionisio Brutti da Capodistria, consigliere della natío Mediolana nel 1705 e nel 1706, Silvestro Appolonio di Rocco da Pisino, consigliere della natío Provenzale nel 1705, Giacomo Schiauzzi di Bernardino da Pirano, sindaco e prorettore dell'università legista nel 1709, Antonio Petronio di Cario da Capodistria, consigliere della natío Pedemontana nel 1709, Giovanni Pietro Pattai, no-bile di Pisino, da Bogliuno. sindaco della natío Alemanna nel 1709, Giacomo de Bellis di Ottonello da Capodistria, consigliere della natío Veneta nel 1714-1715, Agostino Morosini di Lucrezio da Capodistria, consigliere della natío Furlana nel 1714-1715, Giovanni Micoli di Giovanni Battista da Pinguente, consigliere della natío Furlana nel 1725. Personaggi degni di nota nella cultura e nella società istriana del primo Set-tecento furono il parentino Giovanni Artusi, valente predicatore, la pittrice capo-distriana Teresa Barbabianca, Giovanni Antonio Battiaia, albonese, oratore e poeta, detto "il Cicerone istriano", Ingaldeo Belgraraoni del Bello, giurista, di Pinguente, il musicista capodistriano Nicolo de Belli, il comandante navale rovignese 187 ACTA HI STRIAE V. Giufiano PICCOU: CU STUDENT! NELL'UNIVERSiTÀ DI PADOVA ..., 1SÎ-1SS Antonio Benussi, noininato cavaliere di San Maico per il suo valore, il predicatore Clemente Biancini, di Rovigno, Agostino Brutti, di Capodistria, vescovo di Canea e poi di Capodistria, il suo omonimo e compaesano Agostino Brutti, inviato del governo veneto a Costantinopoli, Gregorio Calucci, di Rovigno, cavaliere di San Marco, morto a Corfu ne) 1722, Marc Antonio de Franceschi, di Umago, divenuto patrizio veneziano, Francesco Drioli, di isola, che fondo te distillerie, Gregorio Franinovich, di Canfanaro, che nel 1786 partecipô all'ultima impresa navale di Ve-nezia, diretta contro il bey di Tunisi, Bernardino Furegoni, di Pirano, che fu capi-tano in Dalmazia e ricevette il titolo di "Conte di Castelvenere", Nicolô GaTZOtto Serra, di Rovigno, soprintendente alie artigüerie venete di terraferma, i poeti capodistriani Gavardo Gavardo e Anteo e Cristoforo Gravisi, lo storico albonese Bartolomeo Giorgini, il matemático e ingegnere Giovanni de Manzini, di Capodistria, Francesco Polesini, di Montona, ecclesiastico, lo scrittore e poeta Orazio Quarenghi, di Aibona, Giovanni Antonio Rastelli, di Pirano, comandante militare, il santo sacerdote Giovanni Sañudo, di Rovigno, Giacomo Schiauzzi (Schiavuzzi), di Pirano, amico di Tartini, i capodistriani Francesco e Giacomo del Tacco, proweditori ai confini della Serenissima, Valerio e Vincenzo Verzi, anchessi capodistriani, comandanti militari, Matteo Zacchina. di Umago, che fece erigere la chiesa parrocchiale della sua città. Di tutti questi personaggi e di altri ancora dà notizie Francesco Semi nelí opera già citata (1991). La breve panoramica testimonia la varietà di stimoli ihtellettuali con cui Gian Rinaldo Carli venne in contatto nel momento della sua maturazione, che gíi permisero, pur vivendo in ambiente periférico, di formarsi un bagaglio di cono-scenze ad ampio raggio e di inserirsi nel circuito della più alta cultura europea. POVZETEK Avtor prispevka opisuje istrsko kulturno življenje v prvih letih 28. stoletja in dopolnjuje seznam Luciane Sitran Rea z imeni istrskih študentov iz drugih virov, ki niso registrirani v dokumentih Zgodovinskega arhiva v Padovi, ter z imeni istrskih Študentov, ki so opravljali administrativna dela na univerzi za pravo in umetnost. 188