ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI, LAVORATORI ANNO Vili. - No. 445 Redazione e Amministrazione CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 OSPITE GRADITO DEL NOSTRO PAESE HRUŠČEV E BULGANIN A LONDRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI LANGE buoni i sintomi RIAFFERMA LA CONTINUITÀ' DELL'AMICIZIA JUBO-HOBTESESE nellG Pnma Iase dei colloqui Data per certa la visita di Nehru - Favorevoli commenti ufficiali alle dichiarazioni di Martino Halv,and Lange, Ministro degli E-steri della Norvegia, si trova da alcuni giorni ospite ufficiale del nostro Paese. Mettendo piede sull’ae-roporto di Zemun, il Ministro Lange ha detto di avere accettato l’invito di recarsi in Jugoslavia con la massima Soddisfazione. «Seppure molto distanti l’una dall’altra — egli ha proseguito — la Norvegia e la Jugoslavia sono collegate da una forte simpatia reciproca e dall’esperienza comune della seconda guerra mondiale. «L’eroica lotta dei partigiani jugoslavi ha ispirato la Norvegia nella sua resistenza in quei difficili giorni. Dalla liberazione, noi seguimmo con grande interesse gli sforzi intesi all’edificazione, lo sviluppo materiale e i mutamenti sociali che si verificano nel vostro Paese. Particolarmente mi rallegro per il fatto che mi si presenta l’occasione, in questi giorni, di scambiare dei punti di vista con i membri del Il 27 maggio gli elettori di Trieste e dei Comuni minori del Circondario saranno chiamati ad eleggere i nuovoi Consigli comunali nonché il Consiglio provinciale. I partiti sono in febbrile attività per approntare le liste e per mettere a punto i propri programmi. I pronostici? Sono difficili a farsi. Anche se presso gli stati maggiori l’ottimismo è di prammatica in simili occasioni, l’incertezza questa volta è generale. Per ciò che concerne i partiti, pochi esclusi, essa sembra derivare dal fatto che i vecchi programmi, che li hanno caraterizzati in passato, sono stati superati causa la presenza di nuovi e gravi problemi tra i quali primeggiano quelli economici e sociali. Il problema economico è indubbiamente quello che caratterizza tutta la situazione ed investe tutti. La situazione richiede radicali provvedimenti. Sono state prospettate soluzioni quali la Zona franca, il Fondo di rotazione per il finanziamento degli investimenti, e, nel campo amministrativo, l’autonomia sotto Tuna o l’altra forma, che permetterebbe ai triestini di risolvere i propri problemi con quella rapidità e con quella necessaria iniziativa che può sorgere solo in coloro che sono direttamente interessati. Questi provvedimenti sono stati discussi e agitati durante più di un anno in tutte le forme, ma in pratica non sono stati realizzati, il che ha rafforzato la sfiducia e la perplessità generali. I partiti che compongono la Giunta Comunale, e che sono in sede triestina quegli stessi che hanno la responsabilità di governo a Roma, possono difficilmente sottrarsi alle accuse di essere corresponsabili del sostanziale immobilismo e quindi della situazione di crisi. I partiti di opposizione sfruttano largamente tale argomento, ma l’atteggiamento di sfiducia della popolazione1 investe anche questi ultimi. Infatti, tralasciando la cosidettà opposizione di destra, costituita dal MSI e dai monarchici, che indugiano per di più in temi supernazionalisti che nessuna attinenza hanno con i problemi reali del momento, i partiti dell’opposizione di sinistra e popolari risultano tanto preoccupati di affermare prima di tutto la propria Individualità e sottolineare l’incompatibilità reciproca delle loro particolari visioni ideologiche e politiche, da provocare la dispersione della naturale spinta unitaria delle masse popolari, che ha la sua profonda radice nella fondamentale identità dei loro interessi e delle loro aspirazioni. Sembra che sia proprio questa situazione a favorire una certa manifesta sfiducia dei lavoratori nella politica dei partiti e movimenti che li rappresentano e a far aumentare, d’altra parte, l’incertezza ed il dubbio nelle prospettive di soluzione degli scottanti problemi triestini. Come dietro lo schermo dei dogmatismi ideologici e politici del quadripartito e del suo più grande partito, la Democrazia cristiana, finora si è affermata la politica 'dei gruppi reazionari e conservatori del grosso capitale locale, legato a quello nazionale, nonostante la presenza in questi partiti di forze anche progressive come nel PSDI e PRI e nella stessa Democrazia cristiana, così anche nel campo dei partiti dell’opposizione popolare consimili dogmatismi, che traggono origine da situazioni passate, frenano la tanto sentita unità d’intenti e d’azione. A quanto ci consta, ci sono stati negli ultimi tempi dei tentativi di compiere dei passi sulla via del superamento delle prevenzioni nel campo delle sinistre. Si è discusso cioè della possibilità di un’alleanza elettorale tra PSDI, PSI, USI e UP. Si disse che tale operazione, vostro Governo al fine di rafforzare maggiormente i legami tra i nostri due Paesi ed esaminare i compiti che, nell’attuale situazione intemazionale, si pongono di fronte a Paesi come i nostri, pronti a collabo-rare al progresso della causa della pace e della collaborazione internazionale». Intanto il Presidente deill’Unione dei combattenti della Jugoslavia, Aleksandar Ranković, ha inviato al Maresciallo Tito una lettera contenente una proposta intesa a concretizzare la gratitudine della Jugoslavia vierso il popolo norvegese che soccorse gli internati jugoslavi nei campi nazisti. «A Voi è ben noto — è detto nella lettera — che durante la seconda guerra mondiale il popolo norvegese è stato compartecipe dielle sofferenze degli internati jugoslavi nei campi di concentramento nazisti in Norvegia e che lo atteggiamento antifascista del popolo nor- mettendo in collaborazione vari raggruppamenti socialisti, poteva essere il preludio di una futura collaborazione di tutti i partiti e correnti politiche che sentono l’istanza democratica e progressista. I promotori più accesi di questa iniziativa sono stati TUŠI e la sinistra del PSDI. Il PC di Trieste, particolarmente la sua direzione, investiti dagli ultimi avvenimenti susseguitisi dopo il XX. congresso del Partito comunista dell’Unione Sovietica che hanno messo a fuoco certi aspetti scottanti della loro linea politica passata, non hanno avuto nè il tempo nè la possibilità di elaborare una piattaforma politica adeguata allo sviluppo della situazione. Si ha l’impressione che questo ritardo non potrà non avere dei riflessi negativi. Di questa mancanza di adeguamento di programmi risentono pure le direzioni dei raggruppamenti indipendentisti, anche se nelle passate elezioni essi hanno riportato un significativo successo che però non è stato poi utilizzato dai dirigenti. Ecco dunque la situazione generale: grave e pesante disagio economico e crisi di fiducia nella rappresentanza politica che si attarda su vecchie posizioni. Ciò nonostante è logico che gli elettori avranno la possibilità di manifestare il loro atteggiamento rispètto ai problemi fondamentali di Trieste, il che farà sì, che l’opposizione alla politica sin qui dominante, possa esprimersi comunque attraverso i numerosi partiti dell’opposizione. E’ convinzione generale che tale corrente si manifesterà con vigore, benché i partiti dell’opposizione siano divisi e nonostante che le nuove iscrizioni e cancellazioni, avvenute negli elenchi elettorali, abbiamo evidentemente funzionato a favore di coloro che detengono il potere. Quello1 che fu lo strumento della dittatura staliniana nel campo della collaborazione internazionale del socialismo, non esiste più. L’Ufficio Informazioni dei partiti comuisti, costituito a Varsavia nel settembre del 1947, è stato sciolto per decisione dei comitati centrali degli otto parliti comunisti aderenti. La notizia non può essere che accolta con Soddisfazione dal movimento operaio internazionale che viene liberato da uno strumento rivelatosi non di cooperazione, ma di coartazione delle libere forane di collaborazione tra le forze del socialismo nel mondo. Insieme con la rivalorizza-zione avvenuta al XX. Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica ideila tesi di Lenin solla pluralità delle vie del socialismo, 10 scioglimento anche formale del Com inform apre al movimento o-peraio internazionale, a tutti i movimenti tendenti al socialismo, nuove è migliori prospettive di sviluppo e di affermazione in base alle situazioni nazionali e senza nocive ingerenze egemoniche. La notizia dello scioglimento del Cominform ha risvegliato in noi ricordi non graditi. L’unica attività concreta di questo organismo fu quella di votare due risoluzioni contro il nostro paese, contro il nostro Partito. Ma i sentimenti non sono una realtà politica. E’ all’av-venire che bisogna guardare. A quelPawemre dei partiti comunisti; dei movimenti socialisti e democratici in generale al quale proprio di Cominform era uno degli ostacoli principali. Lo scioglimento del Cominform è 11 riconoscimento del fatto che le rivoluzioni proletarie che cominciarono con la Rivoluzione d’Otto- Viegese e la resistenza contro l’oc-cupatore si sono manifestate anche nel fatto che numerosi cittadini norvegesi, sovente in difficili circostanze, hanno porto disinteressatamente il loro aiuto agli internati jugoslavi in forma di genieri alimentari, vestiario, medicinali, sino a giungere ad aiutarli ad evadere. Poiché la popolazione di alcune città e località, nelle cui vicinanze e-rano i campi di concentramento, e' poiché alcuni cittadini norvegesi sono direttamente meritevoli dell’aiuto porto ai nostri connazionali, è nostro parere che questi meriti dovrebbero venire riconosciuti pubblicamente e degnamente. In relazione a tutto» ciò, il Comitato centrale dell’Unione dei combattenti della Jugoslavia ha deciso di proporre s*l Presidente della Repùbblica di concedere diplomi di gratitudine e di riconoscimento alle città e ai cittadini norvegesi». Il Presidente della Repubblica, si apprende, ha accettato la proposta e l’Unione dei combattenti della Jugoslavia ha dato incarico a un noto artista di elaborare i disegni dei diplomi e delle miedagiie-ricor-do. * Nella consueta conferenza stampa settimanale al Segretariato agli Esteri a Belgrado, Branko Draško-vić ha confermato che il Premier indiano Nehru visiterà la Jugoslavia nella prossima estate. Richiesto di commentare una notizia proveniente da Bonn e secondo la quale il Maresciallo Tito visiterebbe la Germania Occidentale, il portavoce della Segreteria degli Esteri ha detto che tale questione non è ancora stata presa in esame a Belgrado. Egli ha poi aggiunto che sarà il Vice-presidente del Consiglio Esecutivo Federale, Vokmanov ić, a visitare ufficialmente la Germania Occidentale. Ciò avverrai nei prossimi quindici giorni. «In tale occasione — ha dichiarato Dra-išković — il Vice-presidente Vuk-»mariović conferirà' con i più 'alti funzionari statali della Repubblica /Federale sui problemi economici che interessano i due Paesi». Molto favorevolmente è stata oomir^mtaita da Bflarnkioi Draskovic la recente dichiarazione del Ministro degli Esteri italiano, Martino, che al Senato aveva asserito essere buone le prospettive: di collaborazione tra l’Italia e la Jugoslavia. «L’incremento della collaborazione economica e d’altro genere — ha detto Draàkoviò, è mell’intefesse di ambedue i Paesi. Il Governo jugoslavo, neU’approvare la dichiarazione del signor Martino, farà da parte sua di tutto affinchè una tale politica venga completamente realizzata». * Dopo una permanenza di quindici giorni in Bulgaria, la delegazione parlamentare jugoslava guidata da Moša Pij ade è rientrata in patria. In una dichiarazione fatta alla stampa, il Presidente dell’Assemblea Popolare Federale Moša Pija-de, ha detto: «Siamo stati favorevolmente impreis'sionati dal progresso dielTindustria, delTagricoltura e della vita culturale in Bulgaria. Per quanto concerne le accoglienza fatteci dal Governo, dalle autorità locali e dal popolo, sono state sem- bra e proseguirono con le rivoluzioni cimase e jugoslava, hanno posto islul terreno pratico la questione delliedificaziane» di una società socialista, confermando nello stesso tempo Tinegualità1 dello sviluppo socialista e facendo sorgere nuovi problemi: quelli delle relazioni tra i paesi socialisti e quello delle forme di collaborazione tra i partiti politici che dirigono l’edificazione socialista in tutta una serie di paesi. Lo scioglimento del Cominform ha confermato ancora una volta che meU’attuale situazione internazionale e nella situazione nella quale si trovano i movimenti operai dei vari paesi è impossibile resistenza di un centro dirigente burocratico, staccato dalle realtà storiche dello sviluppo socialista contemporaneo. Un centro divenuto ,a,nacronis|tic»o in una realtà nella quale i vari problemi sociali e coloniali non corrispondano più ad esami dettagliati compiuti in passato su esperienze ormai passate. Paesi coloniali o semicoloniali quali la Cina e l’India si intengrano oggi nel processo vasto disila edificazione di una società nuova ie tutta una sanie di altri popoli, vittime di un passato coloniale, hanno conquistato la loro indipendenza nazionale e prendono parte più o meno attivamente agli sviluppi storici degli antagonismi e dell,e contraddizioni di cui soffre l’umanità contemporanea. Nello stesso tempo ne,gli stati capitalistici più evoluti lo sviluppo economico ha richiesto un potenziamento del ruolo delio stato nella vita economica, raffermarsi di e-lementi del capitalismo, di stato, di elementi di socializzazione. Le forme classiche del vecchio capitali- pre amichevoli e cordiali. Rispondendo alla domanda di un giornalista straniero, Moša Pjiade ha detto che da delegazione da lui guidata è andata in Bulgaria "non per risolvere concreti problemi quanto per contribuire alla creazione di una migliore atmosfera e fiducia tra i due 'popoli. GLI OBIETTIVI della politica american Washington, 22 — Secondo quanto comunica l’agenzia U. S. I. S., il Presidente degli USA, Eisenhower, ha parlato di fronte alTAssociazio-ne americana dei giornalisti, dichiarando che «abbiamo motivo di sperare ih una MUOva e fruttuosa era di pace deU’umsnità». A suo detto, tuttavia, «nonostante un’effet-tiva buona volontà,, sarà necessario del tempo. Parlando delle necessità» degli USA, Eisenhower ha affermato: «Noi non possiamo progredire verso la pace ae ci isoliamo dalle rimanenti parti del mondo. Per un ulteriore incremento della nostra economia sarà necessario che il nostro paese allarghi i s'uoi scambi commerciali. Il continuo, rafforzamento degli altri paesi, e particolarmente di quelli meno sviluppati, esigerà sempre nuove e più grandi richieste di servizi. I dettagli deila programmata riforma scolastica sono1 ancora in e-same, però già esiste un quadro abbastanza chiaro del nostro futuro sistema scolastico. In alcune sue principali caratteristiche tale sistema sii differenzia sostanzialmente da quello attuale, in linea di massima ereditato e corrispondente alle arretrate necessità sociali, economiche e culturali della vecchia Jugoslavia. A differenza del vecchio sistema, basato sulla scuola elementare quadriennale obbligatoria, il nuovo sistema poggia sulTabbligatorietà della scuola ottennalle, organizzata sui principi moderni,. Novità ancor maggiori sono previste per quanto riguarda Tinseignamento» medio. Nel passato, il vecchio sistema scolastico, con le primitive scuole per apprendisti, le limitate scuole d’avviamento e scuole tecniche professionali e lo scarso numero di ginnasi, offriva »agli allievi poche possibilità per ,un ulteriore perfezionamento tecnico e generale. La scuola ottennale, che comprende i ragazzi da 7 ai 15 anni, dovrà basarsi ,su due principi fondamentali: essa deve essere unitaria nel senso che in ogni Repubblica, ogni città e villaggio avrà uguali mete, gli stesisi compiti educativi e la stessa funzione sociale. Secondo, essa deve essere moderna sia dal punto di vista sociale che pedagogico. Questo indirizzo moderno consisterà principalmente nel dare alle , giovani generazioni le basi smo vengono a frangersi contro la realtà dell’evoluzione umana verso il socialismo, dando risalto ai comi piti del movimento operaio internazionale. Tutti questi nuovi fenomeni esigono un’analisi marxista approfondita attraverso la quale giungere allo sviluppo della teoria che sola può portare alle conclusioni pratiche della lotta cosciente delle forze socialiste. L’espierienza presente insegna che lo sviluppo, socialista si ■sta trasformando nella larga prassi di milioni di uomini, che questi milioni di uomini raccolgono una preziosa esperienza, e chp nell’analizza-re le forme della cooperazione non si può più partire esclusivamente dalle posizioni della fase di sviluppo del movimento operaio, quando questo cioè effettuava ancora i preparativi ideologici rivoluzionari in vista della conquista del potere. La questione deU’unificazione delle forze del movimento operaio» non si pone più quindi in modo meccanico e astratto, avulso dal processo contemporaneo di sviluppo. Questo problema Sorgerà organicamente dalle necessità dello sviluppo contemporaneo del socialismo. Un’analisi anche soltanto superficiale dimostra co»sì come il processo di »chiarificazione attualmente in corso nei partiti comiunis'ti e del quale lo scioglimento del Cominform è parte integrante, non p»uò essere considerato un espediente tattico di politica contingente, ma il riconoscimento di una realtà nella quale il movimento socialista non cerca adeguamenti ma forme sostanziali e reali di sviluppo proprio nel quadro generale di una realtà che è storia in cammino. b. L’invito »alla diffidenza lanciato da certa stampa britannica alla vigilia delTarrivo a Londra di Bulganin e Hruščev sembra essere caduto nel vuoto. Benché partito da giornali di non poca importanza (quale T«Economist») esso appare ormai relegato nel limbo delle pessime intenzioni. Stando ai sia pur laconici comunicati ufficiali, i colloqui anglorsovietici sono avviati a risultati concreti, anche se non sensazionali. A dimostrarlo do'vrebbe bastare il fatto che Eden e Bulganin hanno deciso, di demandare ad appositi comitati misti l’esame dei singoli problemi dopo l’impostazione generale raggiunta nelle conversazioni fra i capi delle due delegazioni. Di regola, tal.e procedura indica non solo la buona volontà dei conversatori, ma» anche la possibilità di un avvicin,amento, dei rispettivi punti di vista, il che è il massimo di quanto gli o»sservatori politici potevano, e possono attendersi da conversazioni come quelle londinesi, sia perchè dopo Ginevra si tratta del primo largo contatto fra Est ed Ovest ad alto livello, sia perchè L’agenda dei colloqui fra gli »statisti »britannici e sovietici è non solo vasta per le relazioni commerciali, culturali e politiche fra i due paesi, ma si estende a tutti i principali problemi mondiali, dal disarmo all’unità tedesca, dal Medio Oriente al commercio Est-Ovest. Non è certamente possibile tracciare, nemmeno approsimativamen-itte, un bilancio della visita di Bulganin g Hruščev a Londra prima che essla sia conclusa. Anzi, perchè il bilancio ,si avvicini alla realtà, di un’educazione sociale, nello sviluppare in esse le più svariate necessità, interessi, aspirazioni, capacità, talenti e il desiderio di un ulteriore acquisizione del sapere. Quindi eslso sarà sostanzialmente differente da quello attuale,, consistente in una mera accumulazione di cognizioni enciclopediche. L’inseginament© scolastico ottennale in geniere agirà nel senso di stimolare la decisione degli alunni per »un ulteriore studio» ed in particolare per lo stiudio di quel ramo che essi sceglieranno. Perciò le scuole medie, quantunque non obbligatorie, hanno una posizione centrale in qualsiasi sistema scolastico moderno, quindi anche nel progetto della nostra riforma scolastica. Una vasta rete di scuole di tipo più svariato avrà il compito di assicurare alla nostra collettività i quadri per tutti i rami, abilitando d giovani per un fruttuoso, espleta-mten'to della prbfesislione da loro scelta. Particolarmente significativo per questo ordine di scuole sarà il fatto che le stesse non si differenzieranno più per rango, ma esclusi vame,n,te per scopo. Il Ginnasio, che sino ad oggi assumeva una poisizio-ne centrale e privileggiata nel sistema scolastico, diventa ora solo una scuola a pari rango con le altre »scuole di quest’ordine. Esso, né di fatto nè formalmente, offre più alcuna possibilità »ai propri frequentatori di co»n»tinu'are gli studi, possibilità »che non siano anche delle altre »scuòle ;dello_ s)t»esslo »ordine. Poiché, anohe se tutte le scuole medie hanno il compito immediato di abilitare i quadri per un impiego immediato o per una determinata professione, esse ugualmente offrono la possibilità ai propri frequentatori di Continuare gli studi, subito o dopo un determinato periodo di pratica, alle s'cuole superiori e alle facoltà. I tipi fondamentali delle scuole medie »saranno: le scuole industriali ed altre con insegnamento pratico per operai qualificati; scuole tecniche e scuole professionali (commerciali, edili, ecc.) ed infine le »scuole ad educazione generale (i riformati ginnasi). La nuova organizzazione del sistema Scolastico medio porterà ad una graduale liquidazione nella» maggior parte dei rami economici del vecchio metodo di formazione dei quadri qualificati mediante le scuole per a,ppren-disti, poiché i metodi educati vo-»soola»stici moderni nei tipi di, scuole industriali permettono uno studio incomparabilmente superiore di una determinata professione. La riforma delle scuole dì primo e secondo ordine, richiede indispensabilmente anche la, riforma delle scuote superiori. L’attuale sistema universitario non va al passo con le necessità del moiderao processo produttivo, che in proporzioni sempre maggiori, accanto agli in-gegnieri progettisti e studiosi dei vari rami, richiede anche buoni ingegneri nei reparti, tecnici ed altri esperti che potrebbero essere buoni razionalizzatori ed organizzatori della produzione, capaci di applicare fruttuosamente nel processo pro-, duttivo tutte le conquiste della tecnica moderna. L’attuale sistema scoi lastico »superiore, con l’attuale organizzazione »delle facoltà, può soddisfare male tali esigenze. Perciò accanto alla riorganizzazione delle attuali facoltà, sarà necesisario allargare tale .ordine di scuole con nuove scuole superiori a carattere tecnico, più vicine alle esigenze della vita e dell’economia. occorrerà attendere sino alla visita di Pineau e Moli,et a Mosca e fino alla riunione del Consiglio dei ministri del Patto Atlantico. La visita di Mollet nlell’URSS porterà, forse, la conferma circa lo sviluppo dei rapporti economici fra Es,t ed Ovest e potrà essere indicativa sulle posizioni che, dopo Londra, i paesi più interessati assumeranno di fronte al disarmo ed all’unità tedesca, la cui connessione, come noto viene oggi messa »sul terreno della precedenza dell’uno o dell’altro problema. D’altra» parte, la .partenza di Mollet per Mosca avverrà dopo la riunione del Patto Atlantico, cioè dopo i colloqui diretti fra i ministri delle tre potenze occidentali, durante i quali le »conversazioni londinesi verranno vagliate nei risultati che Selwin Lloyd illustrerà ai colleglli Pineau e Foster Dulles. Benché non sia possibile fare un bilancio delle convers»azioni anglo-sovietiche senza Sapere che cosa Pineau e Mollet metteranno (con l’autorizzazione di Londra, e Washington) nella loro valigia per Mosca una cosa positiva è già alTattivo: l’invito alla diffidenza rivolto ad Eden »da una parte della stampa americana e britannica è rimasto senza effetto nel sens'o che il Premier .britannico sembra aver rigettato i »suggerimenti preconcetti ed interessati per allinearsi sulle posizioni del realismo politico. Se nella prima parte delle conversazioni »anglo-sovietiche si sia affermata, come idembra, la fiducia reciproca non è da dubitare che nella seconda parte »dei colloqui londinesi vengano trovare anche formulazioni comuni per la concretizzazione della distensione fra Est >ed Ovest che, nelTera atomica, è un interesse di tutti per evitare la distruzione certo della maggior parte dell’umanità. Questo per ciò ohe concerne l’interesse generale con cui i colloqui di Londra vengono seguiti dagli uomini amianti della pace. Ma affinchè tra gli statisti dei due paesi trionfi la causa dell’interesse generale della pace bisogna che vi siano punti in cui essi possono raggiungere un accordo sui loro problemi particolari. Ed anche questi punti, di comune interesse sembrano essere aiffiorati. La situazione finanziaria britannica attuale non è delle più »brillanti e risente degli intralci di cui soffrono le sue esportazioni ed importaizioni nel clima artificioso degli «embargos», delle limitazioni ail commercio internazionale e delle posizioni di monopolio che certi gruppi finanziari impongono anche alla Gran Bretagna nel nome di una solidarietà occidentale che s'i è ormai rivelata errata nella s»ua impostazione troippo rigida. Nel campo del «business» però la Gran Bretagna »non può restare insensibile alla tesi sovietici ohe la distensione e la pace passano anche attraverso la liberalizzazione del commercio internazionale. Inoltre, alla lunga, la Gran Bretagna non può permetersi il tragico lusso degli armamenti solo per urna questione di precedenza fra il problema del disarmo e quello» della riiuaifi'caziione tedesca, come non può continuare a' battersi nel Medio Oriente su troppi fronti, aperti contro di lei non solo dallo spirito di indipendenza dei pc< poli, ma anche, se non principalmente, da interessi petroliferi di gruppi finanziari »dei suoi amici politici. Per quanto contrastanti poi sano apparirle in apparenza le posizioni inglesi e sovietiche su questi punti (se esaminate alla luce della politica dei blocchi) anche su tali problemi vi è fra Londra e Mosca un interesse reale comune, quello di non lasciar perdere l’occasione di servire la pace servendo gli interessi economici e politici dei propri paesi. I flermenti democratici che agitano oggi anche paesi fino a ieri i più arretrati, non potevano lasciare da parte la Spagna dove da quasi 20 anni domina la dittatura franchista. Ai movimenti studenteschi di qiualchg mese addietro si sono aggiunti nei giorni scorsi scioperi di operai che iniziati a Pamplo»na s'i sono rapidamente allargati in quasi tutto il paese assumendo proporzioni vicine a quelle del grande sciopero dei minatori del 1951. L’agitazione appare spontanea essendo le organizzazioni sindacali legali in mano ai franchisti e riveste un carattere di protesta contro il sistema» di governo, contro la grave situazione eco»nomica, contro un tenore di vita che è oggi il più basso di tutta, Eiuropa. Se gli operai si sono decisi a scioperare malgra'do le »draconiane misure repressive minacciate e adottate dal governo, significa che la loro situazione è veramente grave e che l’attuale agitazione è l’espressione di una situazione delle più disperate. Da Pamplona, centro della Navarra, lo sciopero si è esteso a San Sebastiano dove i lavoratori di cinque importanti fabbriche hanno adottato la tattica delle braccia conserte. Il centro industriale di Beas'ain nella provincia di Guip»uzcoa è rimasto completamente paralizzato per uno sciopero generale. A Barcellona hanno cessato il lavoro gli Prezzo din 10 lire 20 ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220, trimestrale din. 110. Spedizione in c. c. p. ★ 7 GIORNI BUON LAVORO NEL MEDIO ORIENTE La missione di pace del segretario generale dell'ONU Haanmarskjo-eld in Medio Oriente comincia a fornire seri risultati. E’ convinzione generale alla siede delle Nazioni Unite a New York, che Hammar-iskjoeld» »abbia raggiunto negli ubimi giorni notevoli risultati iniziali ai fini della pachile azione in quel delicato settore dello scacchiere internazionalie. Innanzitutto — si dichiara a New York — Israele ed Egitto si sono »ufficialmente impegnati a rispettare l’armistizio lungo la »linea di demarcazione, sinora focolaio di seri incidenti. I governi di questi due palesi hanno solennemente promesso che le loro trup-p»e non ottrep,a»s»seranno »in alcun caso la linea, di demarcazione e si asterranno »da qua»l»sias'i azione oltre questa linlaa. In seeo»ndo luogo Hammarsikjoeld ha ottenuto maggior libertà di movimento per i funzionari delle Nazioni Unite, incaricati del controllo della tregua, d’armi. I rappresentanti di Jugoslavia, Stati Uniti e • Francia al consiglio di sicurezza hanno dichiarato che »i risultati iniziali raggiunti da Hammarskjoeld corrispondono alile intenzioni »della risoluzione votata dal consiglio all’unanimità, prima della partenza del segretario generale »delle Nazioni Unite per il Medio Oriente. COLLABORAZIONE ECONOMICA EUROPEA La commissionie eco»nomica delie Nazioni Unite per l’Europa ha concluso a Ginevra i »suoi lavori. Il capo della delegazione jugoslava ambasciatore Josip Djerdja ha osservato che Tanalisi della po»l»itica degli investimenti contenuta nella «rasségna della situazionla economica i»n Europa» presentata dalla segreteria della commissione, ha posto in .particolare rilievo le differenze /esistenti nelle leconomie dell’Oriente e idelTOccidente ma non ha sottolineato a sufficenza quei problemi che per quanto concerne gli investimenti sono più o meno comuni a tutti i paesi del mondo. Passando al complesso dei problemi della collaborazione europea, Djerdja ha auspicato un maggior .impiego di tutte le possibilità che oggi si offrono niel campo delia collaborazione economica, rilevando nello stesso tempo che la Jugoslavia continuerà come già sinora a cogliere tutte le occasioni per svi-luippare la collaiboiraziione con tutti i paesi sulla bas'e del reciproco interesse economico e del rispetto della »parità dei diritti. Parlando dèlie organizzazioni regionali in Europa, Djerdja ha osservato che la sfavorevole situazione internazionale nella quailie» queste sono andate sviluppandosi hanno condotto a certe forme di cooperazione e integrazione che hanno agito» negativamente »sugli sforzi volti a progredire la generale collaborazione» europea. La strada maestra di questa collaborazione ■— ha detto il rappresentante jugoslavo — passa attraverso i contatti diretti fra le organizzazioni delTOriente e delTOc-cidentiel »e questi contatti poissono essere particolarmente utili nell’ambito della commissione economica europea, Tunica organizzazione veramente pan-euro'pea. Concludendo il »suo discorso» Josip Djerdja ha posto in particolare rilievo la necessità di aiuti economici alle aree depresse »da. parte» dei paesi economicamente più sviluppati. , IDEE NUOVE A BONN L’ex ministro della giustizia del primo gabinetto Adenauer Diehler è stato» confermato per la terza volta alla, presidenza del partito liberale »delia Germania Occidentale. A lui è andato il voto della grande mag-(Segue in IV. pagina) operai dei cantieri navali della compagnia «Maquinista terestre» y maritima». Anche a Tclosa e nel porto di Pasaies si sono avute numerose astensioni dal lavoro. Complessivamente isi ritiene che agli scioperi degli ultimi giorni abbiano partecipato oltre 50 mila operai. Il governo ha reagito arrestando numerosi lavoratori e ordinando la serrata degli stabilimenti industriali. Forse gli operai scesi in isciopero »Sapevano che le loro richieste di aumenti salariali non sarebbero sta»te accolte e che molti di essi sarebbero finiti nelle carceri franchiste. Sapevano però certamente ohe la loro coraggiosa agitazione non sarebbe passata inos'sier-vata, m,a avrebbe attirato ancora una volta l’atte»nzione dell’opinione pubblica mondiale sul regime che imperversa nel loro paese. Contemporaneamente alle agitazioni operaie si è avuta notizia di gravi disordini verificatisi a Villa Cisneros nella colonia spagnola del Rio »de Oro» e nel poss’edimento di If ni nel Marocco» meridionale. Numerosi dei 30 mila indigeni del territorio di Ifni sono rimasti uccisi nelle azioni di rappresaglia delle autorità coloniali spagnole nel tentativo di soffocare il movimento tendente ad annettere il possedimento al Marocco indipendente. (Segue i“ IV. pagina) PANORAMA ELETTORALE TRIESTINO DISAGIO ECONOMICO e crisi di fiducia delle masse LO SCIOGLIMENTO DEL KOMINFORM Postumo de profundis PROBLEMI D’ATTUALITÀ’ Riforma della scuola IN SPAGNA Lotta antifranchista La conferenza della Lega dei Comunisti del distretto istriano 25.000 persone nell’autogestione sociale POLA, aprile — Presenti 205 delegati e numerosi ospiti, tra cui il compagno Mile Počuča, membro del CC della LCJ, si è svolta a Pola la II Conferenza distrettuale della Lega dei comunisti. Nella relazione presentata dal segretario politico, compagno Franjo -Sirola, sono stati posti nel dovuto risalto successi e deficienze riscontrati nell’attività delle organizazioni della Lega dal 16 luglio scorso ad oggi. I maggiori successi, in questo periodo di tempo, in cui è andato formandosi il nuovo sistema comunale, sono stati riscontrati nel campo dell’autogestione, il quale?, grazie appunto al nuovo ordinamento territoriale-amministrativo, ha ricevuto un impulso considerevole. Oggi come oggi, partecipano all’autogestione in tutto il distretto istriano circa 25.000 compagni. Solamente nei vari organi del potere ve ne sono circa 3.500 di cui 2.480 sono comunisti. In 130 consigli operai, sono attivi 2.868 lavoratori, di cui 833 fanno parte della Lega. I membri della Lega, in genere, fanno tutti parte di qualche organo di gestione sociale, quasi tutti i 7.800. Queste poche cifre, bastono a darci un’idea chiara e precisa della possenza della base su cui poggia l’autogestione nellTstria, e dell’influsso che la Lega può esercitare in ogni campo d’attività economica, per il tramite dei propri membri in esso occupati ed attivi nei vari organi d’autoamministrazione. Se da una parte questi fatti sono assolutamente positivi, va rilevato d’altro canto che non tutti questi organi e nemmeno tutti i compagni che ne fanno parte, sono stati egualmente attivi. Si notano, in genere delle deficienze di cui bisognerà tenere conto nell’attività futura. Deficienze che si chiamano: insufficiente contatto tra rappresentanti popolari e membri dei consigli operai con gli elettori, inadeguata attività ed iniziativa di certi compagni che sono stati eletti senza vagliare il pro ed il contro con la dovuta ponderatezza. Quest’anno, si sta già rimediando a qualcuna di queste lacune: alle elezioni in corso per i nuovi consigli operai le organizzazioni della Lega e dei sindacati hanno posto molto più attenzione ai compagni da candidare e da eleggere. In avvenire, comunque, le organizzazioni della Lega dovranno seguire molto più da vicino l’attività e la composizione sia dei consigli operai che degli altri organi d’autogestione, per aiutare ed agevolare il loro processo di evoluzione. PROGRESSO COOPERATIVISTICO Questo, per ciò che riguarda l’industria. Nell’agricoltura, organizza- zioni della Lega dei villaggi hanno indirizzato i loro sforzi in tre direzioni essenziali, tese tutte allo sviluppo di nuovi rapporti socialisti nella campagna: potenziamento del cooperativismo, organizzazione delTammasso, ed incremento della produzione agricola, soprattutto per i generi deficitari sul mercato. I risultati ottenuti in questo settore, pur non essendo eccellenti possono dire soddisfacenti soprattutto nei comuni di Pisino, Vi-signano, Parenzo, Montona, Digna-no e in qualche altro. Attualmente, sul territorio del-l’Istria ci sono 58 cooperative agricole generali, 14 cooperative contadine di lavoro con circa 30.000 ettari di terreno, di cui 20.000 coltivabili, 42 economie agricole, 26 cantine, 18 mulini, 7 oleifici, 121 officine artigianali, 58 trattori, 58 trebbiatrici, 155 macchine varie, 33 autocarri e circa 6.000 capi di bestiame, tra grosso e minuto. Ne risulta evidente quanto sia il potenziale organico del settore cooperativistico nel Distretto di Pola e quanto elevato e positivo possa essere il suo influsso sulla creazione di nuovi rapporti nella campagna istriana, sul suo progesso ulteriore. Il piano di contrattazione dei prodotti agricoli, pur procedendo con una certa qual lentezza, ha già dato dei risultati notevoli. Finora sono stati contrattati (soprattutto dalle organizzazioni distrettuali) 130 vagoni di frumento da semina e da porre in vendita, 390 vagoni di pomodoro, 20 vagoni di prugne, 20 vagoni di lamponi, 15 di pere, 10 di ciliegie, e 12 vagoni di bestiame da macello. Delle organizzazioni cooperativistiche che sono tra le migliori in questo campo, vanno menzionate le cooperative commerciali di Pisino e Parenzo, la Cooperativa centrale sementi di Pola e il conservificio «Dragonja» di Umago. Maggiore di quanto sia stato finora dovrà farsi sentire in questo campo importantissimo, per la stabilizzazione del mercato, cui tendono le nuove misure economiche, l’influsso delle organizzazioni della Lega. Soprattutto là dove si è inclini a dare poca importanza a queste cose che sono invece fondamentali. L’ELEVAMENTO POLITICO-IDEOLOGICO Dalla prima alla seconda conferenza distrettuale, sono stati compiuti sforzi considerevoli nell’elevamento ideologico-politico dei membri della Lega. Nei vari centri comunali, dal luglio scorso ad oggi sono stati organizzati 24 corsi cui hanno partecipato 1.112 compagni, pari al 15 per cento del numero complessivo dei comunisti del Distretto. In tutta l’Istria, poi, si leggono 46.130 copie di vari quotidiani, settimanali ed altri pe- riodici. Tutto ciò, comunque, è ben lontano da costituire un punto d’arrivo. I nuovi compiti che il costante evolversi dell’augestione pongono di fronte ai comunisti, si fonno sempre più complessi ed impegnativi. E richiedono una preparazione ideologica sempre più completa ed elevata. A questo problema precipuo è stata data la massima importanza anche nell’intervento, applauditissimo, del compagno Mile Počuča. Il Comitato distrettuale, da parte sua, ha già steso dei piani in proposito, che non . mancheranno di dare frutti molto soddisfacenti. E’ prevista, infatti, l’apertura di una scuola distrettuale che dovrebbe svolgersi a Pola e durare sei mesi, quindi la costituzione di una scuoia ideologico-politica per corrispondenza e rassegnazione di un programma di lavoro idologico minimo, concreto ed interessante per ogni organizzazione di base della Lega. In tutto il Distretto sono stati esplusi dalla Lega 248 membri mentre ne sono stati accettati 244 di nuovi. Quest’ultimo numero non può ritenersi soddisfacente ed in avvenire esso dovrebbe essere considerevolmente maggiore, in quanto la Lega può trarre linfa vitale da 6.700 membri della GP, senza contare i 22.000 e più operai occupati nell’industria, ed i numerosi lavoratori progressivi della campagna. Tutti questi compiti sono stati rilevati e sottolineati assieme ed altri, dalla fruttuosa discussione che ha fatto seguito alle relazioni. Si è parlato di tutti i problemi politici ed economici delle città e dei villaggi, alla cui soluzione lottano senza quartiere i comunisti e tutti gli altri compagni. E le difficoltà che s’incontrano e che bisogna superare non sono nè poche nè lievi. In città, una tra le tante, la produttività del lavoro nelle fabbriche, dove si compie ogni sferzo per farla salire. Bisogna procedere ad un’organizzazione del lavoro migliore, bisogna sfruttare razionalmente i mezzi fondamentali. Tutto ciò non è semplice e facile. Ma abbisogna di un lavoro costante, sistematico, indefesso, di tutti i comunisti, di tutti i sindacalisti, di tutti i lavoratori. In campagna, invece, non è stato sufficientemente compreso lo scopo delle nuove imposte sul reddito, che quest’anno saranno pari a 396 milioni su un reddito di 4,110.000.000 dinari. Non si è compreso che queste imposte non costituiscono un gravame per l’agricoltura, ritornando esse nella loro integrità pressoché totale alla campagna, per il suo progresso, per il suo sviluppo, venendo incamerate appunto nel fondo per lo sviluppo dell’agricoltura. E sono quasi quattrocento milioni di dinari, con i quali si possono fare molte cose, rimediare molte deficienze nella campagna istriana. Soltanto bisognerà svolgere una politica molto oculata anche in questo campo specifico, bisognerà fare attenzione affinchè questi mezzi non vengano spesi inutilmente, o investiti in obiettivi poco redditizi. Ed anche qui, i comunisti dovranno dire la propria parola. Alla fine dei lavori, durati due giorni^ sono stati inviati dei telegrammi di saluto al CC della LCJ ed al compagno Tito ed al CC della LCC ed al compagno Bakarié. PANORAMI UMAGHESI Bilancio annuale dell'Unione Social ista di Capodistria CAPODISTRIA, aprile. — Alla Conferenza Comunale dellTJniomel Socialista, che ha avuto luogo mereoledì a Capodistria, particolare rilievo è .stato dato al problema giovanile. Sostanzialmente non è stato .detto nulla di nuovo, di quanto «Ji» ' non fosiste stato già ripetuto a pa- pi recchie nostre conferenze, sia del- S' TUnione Socialista, che della Lega Ć ■] dei Comunisti. E poiché tale pro-& blema è stato già sollevato da trep: o quattro mesi, mesi nei quali si':;;" sono svolte le elezioni in quasi tut-;"; ite le organizzazioni capillari politiche ed economiche, compneisi i consigli operai, sarebbe stato interessante sentire dai rappresentanti delle organizzazioni di base, quali passi somoi stati già compiuti per risolverle questo problema, consistente sostanzialmente nella passività dei giovani. Vogliamo essere più concreti: a Novi Sad il compagno Kardelj ha indicato che una delle cause di questa passività consiste ntel fatto che i giovani non vengono eletti e non partecipano all’attività dei vari organismi; e poiché è sostanzialmente così avremmo voluto sentire se nelle redenti elezioni è stato almeno in parte eliminato questo inconveniente. Alla necessità di svolgere tra i giovani una maggiore attività politica, la base, alla conferenza, ha risposto chiedendo sale e mezzi (ci riferiamo agli interventi La discussione sul piano sociale del distretto di Capodistria AUMENTERÄ' LA PRODUZIONE ŠRDUSTRIAL1 e il volume dei movimento commerciale Capodistria, 23. — Il Consiglio per l’Economia del distretto ha dedicato le sue ultime sedute alla discussione sul progetto del piano sociale per l’anno in corso, elaborato dall’Ufficio per la pianificazione. La stesura definitiva, infatti, è avvenuta non appena pubblicato il piano sociale federale e rese note le disposizioni riguardanti le modifiche degli strumenti economici validi nel passato. Per il territorio dell’ex-distret-to di Capodistria, le nuove disposizioni portano notevoli mutamenti: la vita economica verrà regolata infatti come nel resto del Paese. Con l’abolizione delle differenze esistenti finora come, ad esempio, quelle sull’uso dei fondi d’ammortamento e dell’imposta sul profitto delle aziende, l’attività economica viqjie ora integrata del tutto nel sistema nazionale. I preparativi per la stesura del progetto di piano sociale, che sarà presentato all’Assemblea del CPD entro il prossimo mese di maggio, sono stati quest’anno quanto mai laboriosi. Il compito principale consisteva nelTinqua-drare in un’unica unità economica i territori che prima della riforma amministrativa appartenevano a tre distretti. Il nuovo distretto di Capodistria comprende infatti la zona di Postumia — a carattere agricolo forestale e con una notevole industria del legno —, la zona agricola di Sežana — a carattere carsico e povera di risorse industriali — e la fascia del - Capodistriano, ricca di colture intensive e con un’industria in pieno sviluppo. II problema dell’integrazione economica di questo vasto e complesso territorio è stato studiato nell’ambito dei vari consigli del CPD, delle Camere per il commercio e l’artigianato e, particolarmente, dall’Ufficio per la pianificazione in collegamento con le istituzioni economiche e le aziende. Risultato di questo studio è un progetto di piano sociale per il 1956, alcuni capitoli del quale sono stati già definitivamente redatti. LA PRODUZIONE INDUSTRIALE La realizzazione lorda dell’industria e delle miniere raggiungerà, secondo le previsioni, 1 miliardo e 444 milioni di dinari, sarà, cioè, del 43% superiore a quella dello scorso anno. Nella discussione sui capitoli del piano riguardanti l’industria sono state sollevate osservazioni secondo cui la valutazione della capacità d’espansione industriali pecca di eccessivo ottimismo. Un’analisi più profonda ha dato però ragione ai compilatori del progetto: l’aumento della produzione industriale, che nel distretto, durante gli ultimi anni, è in costante ascesa, sarà in parte il risultato dei recenti investimenti per la sostituzione delle vecchie attrezzature con impianti moderni e per la costruzione di nuove fabbriche. Risulta pure che in molte imprese esiste la possibilità di un ulteriore espansione produttiva, semprechè, beninteso, venga mobilitata ogni riserva potenziale, ora non sfruttata a pieno. La discussione ha marcato in particolare la necessità di migliorare l’effetto del lavoro con una migliore organizzazione del processo produttivo. Non tutte le imprese industriali hanno, naturalmente, la possibilità di aumentare la produzione, per cui gli elementi su cui basano le previsioni del piano sociala di quest’anno sono i seguenti: L’estrazione del carbone della Miniera di Sicciole che, attualmente, non è ancora in piena attività-aumenterà del 40%. Cosi aumenterà pure la produzione della nuova industria meccanica («Lama» di Dekani e «Mehanotehnika» di Isola) nella quale agli articoli già prodotti se ne aggiungeranno altri. Anche l’industria radiomeccanica («Telekomunikacije» di Sežana e «Erma» di Šmarje) lancerà sul mercato nuovi articoli, aumentando nel contempo la produzione di apparecchi radio. Una notevole produzione sarà raggiunta pure dall’industria dei . marmi di Sežana, nella quale l’introduzione delle nuove attrezzature permetterà il superamento della quota dello scorso anno del ben 54%. Nell’industria del legno si prevede un aumento dei lavorati, fra i quali i mobili, mentre la produzione dei semilavorati rimarrà alTincirca al livello precedente. Buoni risultati sono attesi anche dalla nuova industria chimica di Ilirska Bistrica, e un notevole contributo alla campartecipazione dell’industria al reddito nazionale del distretto verrà dato, come di consueto, dai conservifici di Isola e Capodistria. Secondo le previsioni del piano, infatti, la produzione delle conserve di pesce, ortaggi e frutta dovrebbe aumentare sensibilmente. E’ evidente che buona parte dell’industria produce beni di consumo e che pertanto — con l’atteso aumento della produzione nell’anno in corso — essa è in linea con la politica economica intesa a migliorare appunto le condizioni del mercato. LA PRODUZIONE AGRICOLA Nel progetto del piano, la produzione agricola viene valutata sulla media degli ultimi cinque anni, durante i quali raccolti buoni si sono avvicendati a quelli PRIMO MAGGIO MEL OA PO BIS TRIA MO CAPODISTRIA, 20 aprile. — La Festa del Lavoro si sta avvicinando rapidamente e le organizzazioni politiche del comune di Capodistria si isono messe di buzzo buono per effettuare tutti i preparativi affinchè questa festa di tutti i lavoratori riesca nel migliore dei modi. Per le vie della città sono già apparsi dei manifesti, emanati dall'Unione Socialista di Crevatini che invita la cittadinanza a trascorrere il primo maggio sul colle che domina i due golfi, quello di Trieste e quello di Capodistria. Le manifestazioni principali del I maggio, per quanto riguardo il comune di Capodistria, si svolgeranno difatti in questa località. Non sarà nulla di pomposo, di gigantesco, sul modo come si uiava festeggiare il primo maggio di alcuni anni fa, poiché le organizzazioni politiche intendono' che questa festa sia quarti o più sentita dalla popolazione e di conseguenza quanto più semplice e popolare'. Di ufficiale a Crevatini ci sarà solo un discorso che verrà pronunciato alle ore 10 della mattinata del I. Maggio, discorso che verrà seguito da una rappresentazione artistica con la partecipazione di alcuni cori, mentre il gruppo filodrammatico della località farà vedere alcuni «sketch» sulla vita partigiama. Al pomeriggio seguirà, continuando sino a tarda sera, là festa cam- pagnola con balli all’aperto ed in sala e chioschi sparsi per la collina forniti degli ottimi prodotti delle campagne, compreso' il vino dei Monti di Muggia. Per questa parte del programma c’è un gran da fare a Crevatini, poiché è proprio questa parte che richiede il maggior lavoro materiale. Comunque gli organizzatori assicurano che nulla mancherà ai gitanti che verranno un pò da tutte le parti del comune, ma .in maggior parte da Capodistria. L’impresa autotrasporti «Slavnik» ha già disposto un servizio di autocorriere che al prezzo di 130. din. per andata e ritorno trasporteranno i viaggiatori sino a Crevatini, con partenze da Capodistria la mattina dalle 8 alle 9, al pomeriggio dalle 13 alle 14 e il ritorno la sera. Naturalmente a Crevatini andrà quella parte della gente che rimarrà per le festività a casa, poiché un congruo numero di collettivi di lavoro organizza gite nelle località turistiche montane e marine del paese. Altre persone approfitteranno, praticamente dei quattro giorni di festa, per effettuare gite individuali in altre località. Oltre alle organizzazioni di Crevatini a festeggiare il primo maggio si preparano anche le organizzazioni dell’Unione delle altre località. MB cattivi. Il gelo ha arrecato questo anno notevoli danni particolarmente ai frutteti e alle colture prima-ticcie della costa che, nelle annate normali, danno notevole reddito. La produzione delle aziende agricole statali è prevista di ben poco superiore a quella dello scorso anno. Nella parte costiera le nuove aziende agricole statali hanno reso coltivabili terre prima improduttive (83 ettari a Brič e 64 a Crni-kal) che incomincieranno a fruttare appena negli anni prossimi. Vi sono poi aziende che non hanno trovato ancora un giusto orientamento produttivo e non hanno risolto ancora alcuni problemi organizzativi, fra queste l’Impresa agricola di San Canzlano di Capodistria, che ha una superficie di 82 ettari, per cui dovranno battersi per un maggiore rendimento, organizzando meglio la produzione. L’annata, che è prevista mediocre, influirà anche sul reddito delle cooperative agricole, il cui livello sarà ben poco superiore a quello del 1955. L’aumento è giustificato soltanto dal fatto che le coperative assumeranno quest’anno il compito dell’acquisto dei principali prodotti agricoli, quali il vino, l’uva, la frutta, le verdure, ed il bestiame. Gli utili che le cooperative realizzerano con questa attività commerciale saranno devoluti ai fondi cooperativistici per l’incremento della produzione agricola, compito al quale, purtroppo, ìe nostre cooperative hanno contribuito finora molto limitatamente. COMMERCIO ED ARTIGIANATO L’aumento generale della produzione, come previsto dal piano, dovrebbe dar luogo, quindi, ad un’ulteriore espansione dell’attività commerciale. Si valuta, infatti, che il giro d’affari nel commercio al dettaglio aumenti del 6%. La discussione sul piano sociale ha compreso alcuni problemi inerenti a tale attività, fra i più complessi l’insufficienza dei crediti d’esercizio che, secondo le affermazioni degli ambienti commerciali, vengono mantenuti dalle banche al disotto del necessario ad un normale giro d’affari. Vi. è poi la questione dell’insufficenza dei quadri, particolarmente degli apprendisti. Il progetto del piano, nei capitoli riguardanti il commercio, prevede perciò un aumento del 29% dei fondi-paga, onde permettere un aumento corrispondente del personale. Per quanto riguarda l’artigiana-to, i comitati comunali dovranno interessarsi alla costituzione di nuove aziende in quei rami nei quali si avvertono maggiori deficienze come, ad esempio, in quelli edile e meccanico. Il piano prevede un elevamento della produzione lorda artigianale del 20% circa, mentre le relative disposizioni permetteranno la costituzione di fondi speciali per l’Incremento dell’artigianato presso i Comuni. dei compagni Pečarič e Gr.ižoinič), Non neghiamo l’importanza di questi fattori. Sappiamo, ad esempio, che la società velica capoidistriana non può iniziare la stagione par la mancanza anche di quei modesti mezzi che le servono per l’acquisto della pittura e di altre piccolezze. Ma ü problema dell’attività politi-Cio-i'deoiogiea tra i giovani non con-' siiAe soltanto nella mancanza di . mezzi e saje, ma anche di volontà e n lumie adeguale. za gioventù di isola na organizzato ed organizza azioni di lavoro voioiiiojiii'O per sistemale i propri canip'i oporavi ed altri obiettivi. ri un esempio cne potrebbe essai e seguilo aliene uai giovani dei comune ai Capouistiia, ad esempio, sui; le stoiiinesae strade nel contacio, su ui un parco per rimanzia m ut.a o annuito neri opiira di abbellimento attua stessa m occasione delie testivi »a maggiesche. Tare mo vimento, anche a uapoaistria esiste aiìu staio latente % pinna o poi assumerà lornla conurete. Una simile constatazione avreope potuto sugge-ìne ai delegati presenti aita conre-lemza l’idea ch8 un sunne movimento non piuò iminarui solo ai giovani, quantunque ne fossero loro gn organizzatori, ma càie le azioni di lavoro volontario possono rappresentale un ottimo metodo e liuo-j go per un'aziiione non tan.p male-naie, nei senso del lavoro svolto, quanto poiitìco-ideoiogica tra i giovani da svolgersi da parte dei membri più coscienti deirUinionie Socialista. In altre parole ri.eniamo che lavorando assieme ai giovani sui loro campi sportivi, ecc., magari di palla e piccone, nel contatto individuale con laro, Fazione politica dell Unione Socialista sarà almeno altrettanto efficacie come quella svolta nelle sale e alle riunioni. Il problema giovanile doveva quindi essere esaminato meno unilateralmente e considerare anche quei risultati, magari pochi, che sin qui sono sitati conseguili. L'esame del cooperativismo è stato invece più concreto. Il compa-. gno Knez ha tra l’altro esposto come la coopera lica di Dekani abbia trasformato 35 ettari di bruha terra demaniale in piantagioni di noci, fichi e noccioline per 30 ettari, in vigne per 3 ettari e mezzo e in frutteti (pesche) per il rimanente ettaro e mezzo. Nella relazione del compagno Sokol si è parlato di cose analoghe fatte dalli} cooperativa di /Šmarje col pomidoro, con il conseguente aumento delie entrate agricole di 30 milioni di dinari in due anni. Sono questi e-semp'i pratici che mostrano alle altre cooperative ed ai membri dell’Unione Socialista la via da seguire per il progresso dell’agricoltura. L’ing. Aljančič, rivelando Timpor-tanz^ che l’agricoltura riveste per l’economia del comune, ha esposto alcuni dati sui bassi redditi di alcune colture del comune, come la vite, redditi dovuti a metodi sorpassati di coltivazione. E i metodi moderni richiedono inesorabilmente Funificaži'ome delle sparse parcelle, 'Caratteristica principale della nostra agricoltura. Ma anche a proposito deirunione di queste parcelle abbiamo potuto notare una dissonanza. A Vanganello e Mareisiego già da tempo alcuni agricoltori hanno proceduto all’unificazione di alcune loro proprietà in compiessi unici. E mentre tanto si parla, generalizzando., deilunificazione delle parcelle terriere, poco e nulla si è Barbiere a Mcmiano MOMlANO, aprile. Benhè il nostro paese non .sia grande, la gente che v,i abita ha le proprie necessità, necessità che non sono piccole se si considera che a Mondano converge un contado piuttosto vasto. Ora, sinoi a circa sei mesi fa, a Mondano faceva servizio un barbiere solo al sabato, pomeriggio e la domenica mattina. Non era gran che, ma comunque gli abitanti, quelli che non possono farlo da soli, potevano sbarbarsi una volta la settimana e provvedere al taglio dei cappelli. Sei mesi fa, come dicemmo, il barbiere venne colpito da un’impo-s'ta la cui entità non sappiamo ma che certamente’ non doveva essere proporzionata ai suoi guadagni poiché lo stesso si decideva a chiudere baracca e burattini per cui Mondano rimase senza barbiere. Sei mesi sono, passati e nessuno, nè il comune di Buie1 nè la cooperativa locale hanno provveduto' a dotare di questo indispensabile servizio 'a nostra cittadina, per cui o si va a tagliarsi i cappelli a Buie o Pinano, oppure si resta cosi con il rischio che con l’amdar del tempo gli abitanti di Mondano e dintorni saranno simili ai seguaci di Draža Mihailovič, di triste memoria. E poiché noi non aspettiamo nessun Karadjordjevič, vogliamo a vére a Mondano un barbiere. Un gruppo di abitanti fatto, almeno questa è l’impressione che ne abbiamo, tratto alla conferenza, per aiutare questi agricoltori nei toro primi pas'si sulla via del progresso agricolo. I loroi risultati potrebbero invece rappresentare un asso propagandistico nell’ulteriore azione da svolgersi nel contado. Molte osservazioni ci sarebbero, da fare sull’es'ame fatto della gestione operaia e sociale. La tirannia dello Spazio ci costringe alle cose più essenziali. Il compagno Gabršček, nei suo intervento, fra l’altro non sufficientemente chiaro, ha proipqsto che i membri dell’Unione Socialista facenti parte dei vari organismi dei potere, quali consigli, comitati e commissioni, siano frequentemente relatori alle riunioni dei membri dell'Unione Socialista, sull’'atliyilà dell'organismo nel quale lavorano. E’ una proposta che merita considerazione poiché attuandola conseguentemente si può estendere la gestione sociale e porla sotto l'influenza di tutti i cittadini, meglio di quanto è stato fatto sino ad ora, ^ |.^y '. * MB Sulla Pirano- Lubiana automotrice o autobus LUBIANA, aprile. — Ad una con-ferenz astampa svoltasi la scorsa Settimana a Lubiana, i rappresentanti dell Impresa Autotrasporti della Slovenia, SAP, si sono ener-gicamentle opposti alle decisioni a suo tempo emanate dal Consiglio per le comunicazioni presso il Comitato Popolare Distrettuale di Capodistria, secondo le quali le linee automobilistiche dirette fra Lubiana, Capodistria ie Pirano sarebbero ridotte a due (lo scorso anno ,8) mentre le aumentate esigenze del traffico turistico sarebbero coperte combinando alcune linee automobilistiche sarebbero coperte combinando alcune Itone automobilistiche Pirano — Kozina, con le automotrici ferroviarie Kozina — Lubiana. L’attuazione di queste decisioni, come ha detto il rappresentante della SAP, aumenterebbe il percorso di circa 40 minuti, il prezzo del viaggio di 200 din. e sottoporebbe i passeggeri ad invonvenienti del trasbordo e a'H’impossibilità di portare seco il bagaglio, poiché lo stesso non viene accettato dalle automotrici. Qualora le imprese di auto-trasporti capodistriane non sono in grado di espletare tutti i servizi automobilistici necessari, anche quelli locali, la SAP è disposta ad immettere i propri autobus sia sulla linea .da Lubiana per Pirano che su quelle locali, senza nessun aumento del prezzo. (tua età p&i t'IsUia * * Traffico di confine e constatazioni a Udine L’applicazione dell’accordo italo-jugoslavo per il piccolo traffico è soddisfacente. Così si rileva nel commitato ufficiale diramato al tremine dei lavori della quarta sessione della Commissione mista permanente italo-jugoslava, riunitasi nei giorni scorsi a Udine. Sino al 20 aprile 1956 da entrambe le parti sono stati rilasciati 145 mila lasciapassare. Nel primo trimestre di quest’anno sono stati registrati circa 600.00C passaggi di frontiera. La commissione ha risolto alcune questioni relative al transito degli agricoltori, alla qualità ed alla quantità delle merci che i possessori di lasciapassare possono portare dall’uno all’altro settore di frontiera e alla valuta depositata presso la banche autorizzate dalle imprese di trasporto. Determinati accordi sono stati raggiunti in merito all’uso dei valichi. La commissione permanente ha deciso che i rappresentanti delle autorità locali e delle imprese automobilistiche interessate si riuniscano già nel maggio prossimo per stabilire gli orari di linea e risolvere altri problemi relativi al traffico. La commissione ha infine definito le modalità dello scambio di informazioni veterinarie e fitopatologiche. I lavori della commissione sono trascorsi in uno spirito di cordiale collaborazione e tutti i problemi relativi all’interpretazione dell’accordo di Udine sono stati favorevolmente risolti. POLA — Il Consiglio per l’assistenza sociale del Comune di Po-la ha ultimato i preparativi per l’invio dei bambini polesi alle colonie montane di Kranj, Tolmino e Dobrnje, in Slovenia. Nel corso della prima decade di giugno partiranno alla volta di queste stazioni climatiche 480 bambini, cioè un centinaio in più delio scorso anno. * Nei primi giorni di maggio avrà luogo a Pola la Mostra del Libro Italiano, organizzata dal Circolo Italiano di Cultura della città, in collaborarazione con la Casa Editrice EDIT di Fiume. Saranno esposti una sessantina di romanzi, opuscoli, libri di testo e per l’infanzia frutto dell’attività editoriale della casa Fiumana. La mostra si trasferirà in seguito a Rovigno. * Allai seconda sessione dell’Assemblea Distrettuale delle Assicurazioni sociali di Pola è stato approvato il rapporto annuale sull’attività svolta sino al 1955. E’ stato constatato che le uscite sostenute sono inferiori del 5,4% alla media repubblicana, pur essendo state superiori a quelle registrate l’anno precedente. Tra le altre uscite vanno notate 384 mila ricette rilasciate gratuitamente agii assicurati per un valore di oltre 61 milioni di dinari. CAPODISTRIA — Il 24 aprile avrà luogo nei comuni di Capodistria, Isola e Pirano la registrazione della popolazione con residenza stabile e provvisoria. La registrazione viene attuata su deliberazione del Comitato Popolare Distrettuale, allo scopo di completare i registri della popolazione presso gli Uffici Anagrafe. Nei giorni 23 e 24 aprile, 270 incaricati consegneranno alla popolazione i moduli con le rispettive istruzioni. I capi famiglia dovranno registrare la situazione esistente alia mezzanotte tra il 24 e il 25 aprile. Alle complesse operazioni di registrazione, dirette dalla commissione distrettuale e svolte dagli organismi comunali e di settore, collaborano pure esperti dell’Ufficio Statistica della Slovenia. Il Tribunale distrettuale di Capodistria ha condannato alla pena pecunaria di dinari 10.000, certo Geh Otpn di Isola. Il Geh si era reso colpevole di commercio illecito, acquistando e rivendendo 50 chilogrammi di farina bianca e altrettanti di zucchero. * Babič Marjan da Burji, colpevole di aver rubato a Coren Giovanni un alveare e rispettive api per il valore complessivo di dinari 4.000, è stato condannato a due mesi di oarcere, con la condizionale per due anni, e al pagamento delle spese processuali, * Cunja Giovanna, nata Skorja, da Črnotiče, resasi colpevole del furto di due galline del valore complessivo di dinari il.OOO, dovrà scontare il proprio reato pagando 3.000 dinari di multa. * Novak Giovanni, da Vreme, acquistò nell’ottobre del 1955, 500 kg. di uva che poi trasformò in vino. Il liquido sacro a Bacco, venne quindi venduto alla cooperativa agricola di Vreme. Il Tribunale di Capodistria, però giudicò commercio illecito l’opera del Novak è lo condannò a 1 mese e 15 giorni di arresto con la condizionale per due anni. * Stanislav Ojo, da Crni Kal, colpevole di aver acquistato 30 metri quadrati di bitume per tetti dei valore di dinari 3.600 da persone ignote (pur sapendo che si trattava di materiale rubato alla «Slovenija Ceste», è stato condannato a 1 mese di prigione. PROGRAMMI RADIO MADTEDI , 24 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 o 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Ritratti musicali: Hector Berlioz — 16.45: Suona il quintetto ritmico Fela~ Sowanda — 17: Nostro paese — 117.15: Palcoscenico musicale: — 17.40: Notiziario — 17:55: Intermezzo musicale — 22.15: Suona per voi l’orchestra Glee Miller — 22.30: Notiziario — 22.45: Melodie serali 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime noti-zie 23.50: Musica per la buona notte. MERCOLEDÌ’, 25 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 11: L’an golo dei ragazzi — 12.10: Canzoni na poletane — 12.30: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 12.45: Musica leggera e annunci — 13: Musica di G. Verdi — 16: Ritmi e canzoni — 16.20: Radioscena — 17.20: Mosaico musicale — <17.40 Notiziario — 17.55: Intermezzo museale — 22.Captain Stubby — 22.30: Notiziario — 22.45: Suona il quartetto d’ar-'chi Griller — 23.20: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. GIOVEDÌ’, 26 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi' — 12.30 Notiziario — 12.40: Notiziario — 12.40: Problemi d’attualità — 16: Orchestre d’archi — 16.20: Concerto del giovedì — 17: Dal mondo del lavoro — 17.15: Canta Big Crosby — 17.40: Notiziario — .17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Composizioni americane piiù popolari nell’esecuzione di ,ai)tisti noti — 22.30: Notiziario — 22.45: Nel ritmo del valzer con l’orchetsra Andre Kostelanetz — 23.15: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. VENERDÌ’, 27 — Ore 6: Musica del mattino — 6.15: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario — 112.40: Problemi d’attualità — 16: Ritmi ballabili — 16.25: Arie, duetti e cori in microsolco — 17: Corrispondenza: apporto degli intellettuali progressisti sloveni alla lotta popolare di liberazione — 17.10: Tre canzoni partigiane — 17.15: Finestra musicale — 17.40: Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Ritmi e canzoni — 22.30: Notiziario — 22.45: Musica sinfonica ceca — 23.18: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. Sabato, 28 — Ore 6: Musica del mattino — 6.115: Notiziario — 12 e 12.45: Musica per voi — 12.30: Notiziario •— 12.40: Problemi d’attualità — 16: Canzoni di tutti i giorni — 16.30: Gioielli musicali — 17: La comune — 17.20: Composizioni per arpa — 17.40 Notiziario — 17.55: Intermezzo musicale — 22.15: Melodie conosciute — 22.30: Notiziario — 22.45: Musica da ballo — 23.45: Ultime notizie — 23.50: Musica per la buona notte. AVVISO AI LETTORI Avvertiamo i nostri lettori che, data l’intercor-renza delle festività del I. Maggio, il nostro prossimo numero uscirà sabato 28 aprile. La redazione " : > .iiiiiii.ni illlllhilllllttllIlM •» NEL XV ANNIVERSARIO DELL’ O. F. IL PARTITO COmOIISTI nel molo d’avanguardia Ricorre il 27. c. m. il 15.mo annuale dell «Osvobodilna Fronta» (Fronte di liberazione) del popolo sloveno, o meglio del Fronte antiimperialista come si deneminava sino al 21 giugno 1941 e per un anno ancor prima della guerra, epoca questa in cui il Partito comunista aveva realizzato l’unità della forze democratiche su una coerente linea d’azione antifascista. E’ una data d’importanza storica non solo per il popolo sloveno, ma anche per gli antifascisti e i democratici italiani di Trieste e del-l’Istria, di conseguenza per la nostra minoranza che, al fianco degli Sloveni e dei Croati ha lottato in fraterna collaborazione e donato il sangue dei propri figli migliori sui campi di battaglia. Perciò la festeggiamo nello spirito d’allora e nell’opera che oggi ancora ci accomuna dell’edificazione socialista. Decisivo nella preparazione e nella direzione della rivoluzione popolare è stato il ruolo del Partito Comunista Jugoslavo, che ha saputo trascinare nella lotta tutti gli onesti cittadini, democratici e antifascisti. Uscito ideologicamente rafforzato dalla crisi, in cui era caduto anche in Slovenia per gli atteggiamenti opportunisti e settari di Gorkič e della sua frazione, ha saputo assumere una linea politica chiara e conseguente, inquadrandola in un programma lungimirante che ha potuto attra^e in pratica tutto quanto v’era d’onesto e di patriottico. Le basi programmatiche e organizzative della futura azione venivano gettate dal Congresso costitutivo del 18 aprile 1937. Dopo questo, il Partito comunista rafforzò le proprie posizioni d’avanguardia nell’ambito della classe operaia, riuscendo nello stesso tempo a stringere ancor più i legami di questa con le rono ben presto 30 mila persone! Sebbene il Partito comunista della Slovenia contasse allora appena 1.000 membri, peraltro esperti e provati nella lotta illegale, esso riusci in breve a creare, con l’aiuto di migliaia di simpatizzanti fra le correnti antifasciste di alcuni partiti e organizzazioni, un movimento antifascista massiccio, di carattere marcatamente rivoluzionario . Di fronte al suo progredire fallirono sin dall’inizio gli sforzi dell’apparato repressivo dello stato e dei partiti borghesi. L’avan- armata contro l’invasore, auspicando l’unità d’intenti e d’azione del proletariato e dei suoi alleati naturali, i contadini e gli intellettuali progressisti, nel Fronti di liberazione. In quei giorni, per iniziativa del Comitato centrale, i rappresentanti del P. C. della Slovenia si riunirono con quelli delle forze democratiche e antifasciste che, già prima dell’invasione, avevano accettato il programma d’azione comune. La riunione ebbe luogo in casa di Josip Vidmar. Per il P. C. presenziavano Boris Kidrič, il dr. Aleš Bebler e Boris Ziherl, per i «Sokol» (organizzazioni sportive d’ispirazione anticlericale) Tone Fajfar e, per gli intellettuali progressisti, Josip Vidmar, Ferdo Kozak e il dr. Sturm Franc. In quella riunione fu deciso di passare all’insurrezione armata, previa una accurata preparazione delle condizioni necessarie. Il 15 giugno ebbe luogo il primo plenum del Consiglio supremo dell’ O. F., cui seguì, il 28 luglio, il secondo. In questo periodo il Fronte di liberazione prendeva radici organizzative profonde nelle città e nelle campagne come movimento unitario delle masse lavoratrici. Frattanto si costituiva a Lubia- zare rapido del fronte antifascista ha, facendo seguito alle decisioni in Slovenia aveva colto la reazio- della Conferenza del P. C. dell’ 1 ne di sorpresa, determinando nelle sue file perplessità e paura,, che ebbero non poco parte nella passività dimostrata di fronte all’aggressione nazifascista. Fu cosi che, dinnanzi alla rapida capitolazione delle truppe e alla smobilitazione politica e morale del vecchio regime, il fronte anti- masse contadine e realizzando co- fascista prese l’iniziativa in quella sì l’unità del fronte del lavoro contro quello del capitale sfruttatore. La reazione coalizzata, presa dal panico per il rapido risollevamento del movimento rivoluzionàrio dalla crisi in cui s’era dibattuto un pò per il terrorismo instaurato dai Karadjordjevié e un pò per la crisi interna già menzionata, cercò di arginarne il progresso, intensificando la repressione. Il Partito comunista, con le organizzazioni che esso aveva creato e ispirato, fu costretto perciò all’illegalità, ma non si arrese. Soprattutto si preoccupò di non far perdere i legami della classe operaia con le masse contadine e con gli altri ceti sociali, suoi alleati. A tale scopo dedicò la massima cura all’attività della «Lega del popolo lavoratore», e del «Movimento contadino e operaio», sorti nel 1939 Nell’estate del 1940 promosse la costituzione dell’ «Associazione degli amici dell’URSS», dapprima legale e, successivamente, illegale. Ad essa diedere la propria adesione i migliori nomi del mondo intellettuale e della vita pubblica sloveni, da Ivan Hribar, senatore, Josip Vidmar, drammaturgo e critico, Franc Kidrič, professore universitario e padre del compianto compagno Boris, a Oton Župančič, Igo Gruden, Fran Albreht, poeti e, perfino a Stane Vidmar, industriale! A questa organizzazione aderi- lotta per. la liberazione che ha portato alla vittoria della Rivoluzione. Come nella fase della preparazione politica e spirituale, an- e 2 giugno, il Comando generale dei reparti partigiani sloveni. Un mese più tardi, il 22 luglio, divampava la lotta armata. Il proclama del secondo plenum dell’ O. Fi dichiarava: »Anche il popolo sloveno passa alla resistenza armata contro gli occupatori...». Questo grido d’incitamento“ passò ben presto il vecchio confine e si espanse irresistibilmente anche nel Litorale, in Istria e a Trieste, dove la lotta s’accese senza compromessi al fianco dei popoli jugoslavi e delle che nella lotta impari contro le, forze antifasciste mondiali. Il resto forze degli occupatori, il Partito è storia che tutti, più o meno incomunista fu all’avanguardia, pro- tensamente, abbiamo vissuto per motore di ogni iniziativa. Esso dover essere ricordata qui oltre. lanciò il proprio appello alla lotta s. f. IL CERCHIO — Chi l’ha invitata? . . . Parr? — Par essere esatti, è stato il segretario del Primo Ministro; ma non escludo che Parr ci aia entrato per qualche cosa. E lei . . .? non si sente intimidito in questa compagnia? — Non molto — gii rispose Yale, sorridendo e battendogli amichevolmente sopra una spalla. In quella, un giovane segretario venne loro incontro e li introdusse in un salone dai mobili severi, dove una dozzina di signori stavano discorrendo, divisi in due gruppetti. Il Primo Ministro accolse benevolmente l’illustre psico-metra. — L’ispettore Parr non è ancora arrivato — disse. — E questo signore? E’ il signor Beardmore, se non mi sbaglio . . . Felicissimo ... E’ stato l’ispettore che ha particolarmente insistito perchè anche lei fosse presente. Credo che abbia scoperto qualche cosa che possa fare un pò più di luce sulla fine misteriosa di quel povero Mattia. Lei sa bene, signor Beardmore, che suo padre era un ottimo amico mio . . . Finalmente giunse anche Rispettose Parr, accStopagnato dall’imponente colonello Morton, l’Intendènte. Vestiva un abito di società che indubbiamente aveva veduti giorni migliori, un colletto antiquato e un nodo di cravatta stravagante; tutt’insiemo, la sua goffa figura stonava maledettamente con l’aristocratiòa dignità dell’ambiente. L’Intendente di polizia, distaccatosi dal suo subordinato, raggiunse Yale, il quale se ne stava in compagnia di Beardmore in un angolo della sala. — Ha qualche idea della conferenza che sta per farci Parr? — chiese un pò inquieto, il colonello Morton. — Mi avevano detto che era stato invitato a dare qualche schiarimento; ma ora ho saputo dal Primo Ministro che è stato lui stesso ad offrirsi di riferire ai ministri l’intera storia del «Cerchio Rosso» Purché non m’abbia a fare qualche brutta figura. — Oh, quanto a questo, non lo credo — intervenne Sandro, con franchezza. E poiché l’Intendente lo guardava sorpreso, Yale si affrettò a presentarglielo. Sono d’accordo con Sandro Beardmore — disse poi — non temo che -Parr riesca rendersi ridicolo. Del resto, sono qui anche jo, disposto ad aiutarlo in quello che. può occorrere per rendere completa la sua esposizione. Tutti sedettero, e il Primo Ministro accennò all’ispettore Pan di farsi innanzi. — Se non le dispiace, signor Ministro, rimarrò- dove 6ono. Non sono un oratore e preferirei di fare la mia dichiarazione alla buona, come se discoressi familiarmente con uno qualunque di questi signori — disse Parr. Si raccolse un istante, si schiarì la voce e incominciò a parlare. Dapprima le sue parole erano esitanti, e ogni tanto si RAPPORTI CULTURALI ITALO-JUGOSLAVI STUDIOSI JUGOSLAVI AL CONGRESSO ROMANZO CALEIDOSCOPIO Il Circolo dei giornalisti della Croazia a Zagabria, ha ospitato una manifestazione insolita. L’«In-terpublic», ente pubblicitario commerciale di Zagabria, ha allestito la proiezione di una serie di cartoni animati pubblicitari da esso prodotti. Gli inizi di questo particolare ramo d’attività del-l’«Interpublic» risalgono appena a un anno fa, quando l’ente ha costituito il proprio studio per la lavorazione di cartoni animati pubblicitari e raccolto l’«èquipe» necessaria di registri, ideatori, disegnatori e tecnici. Il primo cliente è stata la nota fabbrica tedesca BMW. Il grande successo conseguito dalla pellicola realizzata per la BMW ha aperto le porte all’«ln-terpublic» che s’è visto fioccare ordinazioni in serie dall’estero e dalle imprese commerciali nazionali. * 24 studenti del Semminario d’italiano della Facoltà di lettere dell’Università di Zagabria hanno trascorso una settimana a Firenze su invito di enti culturali fiorentini. Proprio durante il periodo della loro permanenza nella città di Dante (dal 3 al 10 aprile u. s.) ha svolto a Firenze i suoi lavori l’Ottavo Congresso Internazionale di studi romanzi, manifestazione culturale ed alto livello, cui hanno partecipato con le loro relazioni quattro rappresentanti jugoslavi. Il prof. Deanovié, titolare della cattedra d’italiano presso la facoltà di lettere dell’Università di Zagabria e autore del grande vocabolario serbo-croato-italiano, apparso in questi giorni nelle edicole zagabresi, il prof. Jernej, della cattedra di francese e il prof. Škerlj dell’Università di Lubiana. Con questa quadruplice partecipazione, dopo l’Italia, la Francia e la Germania, la Jugoslavia è stata il paese più numerosamente rappresentato al congresso fiorentino, che ha raccolto a convegno, provenienti da tutte le latitudini, le personalità più celebri del mondo fi-logogico romanzo. e. d. LA CACCIA ALL’ORSO Alfonso Allais, lo iscrittore francese che è ormai consideralo il capostipite dell'umorismo glaciale, insegnava questo metodo per cacciare l’orso bruno: «Prendete duecento chili di ghiaccio freschissimo, una tonnellata di farina e uno specchio. Mettete la farina nel fondo di una grotta mimetizzata con dei rami e del fogliame. L’orso bruno arriva sul posto. Sente l’odore della farina e si precipita nella grotta. Voi restate immobili Dopo poco, tutto infarinato, l’orso esce dalla grotta e si trova davanti allo specchio, Allora esclama: Oh, sono diventato un orso bianco! E tutto giulivo si butta a rotoloni sul ghiaccio che avete sparpagliato nelle vicinanze. Ma siccome non è abituato a quella bassa temperatura prende la polmonite e crepa. Non vi resta che portarlo via». LE GAFFES FAMOSE Un bonaccione è invitato a un pranzo che gli dicono* essere di gala e ciò gli mette addosso un sacco di preoccupazioni. Comunque, dopo malte esitazioni, si veste e interviene al pranzo. Tanta esitazione, però gli ha fatto far tardi e arriva quando già tutti gli 'altri sono a tavolo. Ciò lo imbarazza maggior- ______ mente, e quando lo invitano a prender posto vicino alla padrona di casa che sta tagliando un’oca, per mostrarsi disinvolto esclama: «Proprio vicino all’oca?» Ma si morse la labbra quando vide che alla sua sinistra c’era un’invitata che aveva proprio l’aspetto di un’oca. Per rimediare aggiunse: «Vaglio dire quella arrosta, si capisce». UN PICCOLO TRIANGOLO D’ACQUA MINACCIA DI DAR FUOCO AL M. 0. Il progetto di sfruttamento idroelettrico del Giordano divide arabi ed ebrei, ma c'entrano pure oscuri interessi stranieri uiiiiiuiiiiiiitiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiii>iiiiHiimiiiiiiiitiiiii4raiiHiiii!iiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!n..r fermava per cercare la frase adatta; ma in breve, riscaldandosi, divenne chiaro ed efficace. — Il «Cerchio Rosso» — prese a dire — è un individuo chiamato Lightman, un delinquente che ha commesso parecchi delitti in Francia, ci fu condannato a morte, e scampò dalla ghigliottina per un incidente occorso al momento dell’esecuzione. Le sue generalità autentiche sono: Ferdinando Walter Lightman; all’epoca della sua mancata esecuzione aveva l’età di 23 anni e 4 mesi. Egli fu relegato a Cajenna, di dove fuggì dopo aver assassinato un guardiano. Si crede che sii rifugiasse in Australia: un individuo, i cui connotati rispondevano ai suoi ma che dava un altro nome, è stato per diciotto mesi impiegato in un’azienda in Melbourne; in seguito fu al servizio di un allevatore di bestiame chiamato Mac Donald, per altri due anni e cinque mesi; lasciò poi precipitosamente l’Australia perchè colpito da un mandato di cattura per tentata estorsione in danno del suo padrone. «Non siamo sbati in grado di sapere che cosa gli sia accaduto in seguito, fino al momento in cui apparve in Inghilterra un malfattore sconosciuto e misterioso, che si faceva chiamare il «Cerchio Rosso». Questi, con un’organizzazione perfetta è un notevole impiego di pazienza ed energia, si raccolse intorno un buon numero di complici, ciascuno dei quali ignorava dell’esistenza dell’altro. Il suo metodo preferito consisteva nello scoprire se qualche prsoenaggio in buona posizione sociale avesse bisogno di denaro, o fosse minacciato di procedimento penale per qualèhe reato. Quando le sue indagini accertavano la convenienza di accapararsi questo individuo, invariabilmente sull’orlo della rovina, lo invitava a colloquio in Una automòbile chiusa che egli stesso giudava. Di solito,-il luogo del convegno era una delle piazze di Londra che avesse il vantaggio di aver parecchi sbocchi, e fòsse, inoltre, poco illuminata. Loro signori, forse non ignorano che a Londra la maggior parte delle piazze è meno illuminata delle strade. «Il «Cerchio Rosso» si procurava anche un altro genere di reclute tra i delinquenti già incappati nelle reti della giustizia: così si è assicurato, anima e corpo, di un certo Sibly, un marinaio poco intelligente, già processato per omicidio e assolto, e isulla cui brutalità il «Cerchio Rosso» poteva contare per l’esecuzione materiale dei suoi delitti; così si è accaparata Anna Drummond, una ladra e complice di ladri; così ha trovato il negro che ha assassinato il direttore delle ferrovie Benson . . . Per altri fini, egli si era arruolato il banchiere Brabazon; ed avrebbe fatto lo stesso anche con Felice Marei, se, disgraziatamente, questi non fosse stato proprio lo stesso delinquente che Lightman si era già associato in Francia in quelle imprese per le quali aveva arrisuliato di essere ghigliottinato. E Marei, signori, ebbe anche un’altra disgrazia: quella di riconoscere subito Lighatman, non appena l’incontrò in Inghilterra. Questa fu la ragione per cui fu soppresso con uno dei più ingegnosi e perfidi mezzi di uccidere che fin qui si conoscano. «Come lor signori già avranno compreso — continuò l’ispettore, il quale era ascoltato con inteso interesse — il «Cerchio Rosso» . . .» — E perchè si chiama «Cerchio Rosso»? — l’interruppe Yale, urbanamente. , L’ispettore rimase un istante in sospeso; poi rispose lentamente: — «Cerchio Rosso» è il nome che gli hanno dato i suoi compagni in malavita( per via di un segno rosso che egli ha intorno al collo fin dalla nascita. Se muovi un dito, ti brucio le cervella! Il milione e 800 ebrei, che oggi popolano il giovane stato di Israele, son tutti tesi nello sforzo di costruire fortezze, scavare rifugi e rafforzare la sorveglianza alle frontiere. Il tutto a causa di un piccolo triangolo di acqua. La cosa ebbe inizio nel 1953. Gli ebrei, fieri di essere riusciti a riconquistare il loro Israele e decisi a bastare a sè stessi, vollero mettere in atto, un vecchio progetto di sfruttamento idroelettriooi del Giordano, sfruttamento che sarebbe stato di grande utilità alla giovane industria israelita. La frontiera, ereditata dalle convenzioni franco-inglesi del 1902, dà a Israele la totalità del corso Superiore del Giordano in quanto corre sempre 10 metri al di là di questo. L,e acque, però, avrebbero dovuto essere captate in un piccolo triangolo smilitarizzato sul quale i siriani sembrano avvantaggiare dei diritti. Questi ultimi protestarono alle Nazioni Unite dando inizio ad una lite che dura a tutt’oggii. Per contestare agli ebrei il diritto di sfruttare il Giordano, gli Stati arabi avanzarono la storia di due mulini, ormai in rovina, che sorgono sul liume stesso. Invano Israele offrì tutte le indennità immaginabili. La Siria comincò a minacciare, allineò truppe1 e cannoni, tanto da impressionare il generale danese Bennike (allora a capo degli osservatori intemazionali, incaricati di far rispettare l’armist'iziq del 1948) il quale ordinò la spospensio-ne d©i lavori, da lui precedente-mente approvati. Fu allora che entrò in scena Eric Johnston con un piano che sembrava potesse risollevare le sorti del Medio Oriente. Johnston, giunto al consiglio di direzione della Bank of America dopo* una vita piuttosto ingegnosa, concepì l’idea di utilizzare il Giordano per il bene comune di un Oriente alquanto pietroso. Neanche gli ebrei, che avevano protestato contro l’intervento di Bennike, si opposero a Jahnson in quanto vedevano nel stùo piano la possibilità di sfruttare, almeno parzialmente,, un’acqua che per loro era più preziosa del pane. Tutto procedeva a gonfie vele quando un errore di Foster Dulles' mandò all’aria l’opera che Johnston aveva iniziato con tanta circospezione e diplomazia. Duiles ebbe a dire in un suo discorso che il piano Johnston rappresentava Tinizioi di nuovi rapporti fra Israele e gli Stati arabi, rapporti di buoni vicini. Nel dire questo, Dulles trascurò gli avvertimenti di Johnston che, avendo cominciato a capire il mondo in cui si muoveva, lo aveva e-sortato a non alludere a qualcosa del genere. Il Ministro degli Esteri americano si era sentito in dovere di spiegare le ragioni per cui si chiedeva ai contribuenti americani il, sacrificio dei 200 milioni di dollari che il piano Johnston comportava. Gli arabi, però drizzarono subito* le orecchie. Quello che essi non vogliono è appunto l’ammettere resistenza di Israele e il vivere da buoni vicini significherebbero j-i- cono'scer,e la giovane Repubblica. Per questo motivo il piano è crollato; se Dulles* l’aveslse presentato /in maniera diversa, forse ce l’avrebbe fatto. Indicato come un apportatore di pace, esso non ha potuto che fallire. Il Primo Ministro d’Israele, Ben Gurion, annunciò allora che gli e-brei non avrebbero aspettato più e che sarebbero tornati al loro primo* progetto. La Siria rispose che si sarebbe opposta con la forza; Israele aggiunse che avrebbe saputo proteggere i propri operai. Ultimamente, però si è avuta una cer- * « &£ 4/1WÈÉ Pst*#« ^ ■M®£ Una colonia agricola ebraica nei pre ssi della linea di confine con l’Egitto ta distensione; Ben Gurion ha dichiarato che gli ebrei avrebbero atteso l’arrivo di Johnston e le conseguenti conversazioni con gli Stati arabi interessati. Il ges'to di Ben Gurion si procurò le critiche del Ministro degli Esteri Mosè Sharett Che sostiene come tutte le concessioni ebree siano mutili e si dichiara propenso ad iniziare subito i lavori. Attualmente, comunque, tutti sono in attesa del nuovo tentativo di Johnston. Se questi dovesse fallire, Israele liancerà la sfida. Ed in questo atteggiamento c’è tutto lo spirito d’Israele. Gli ebrei, che nel 1948 uscirono vittoriosi e che attribuiscono soltanto* all’intervento dell’ONU il fatto di non essere riusciti a riservarsi un territorio più vasto e meglio profila- ' to, sono* ben decisi a non fare concessioni di sorta. Es’si sono pronti ad affrontare la* nuova prova, pur rendendosi conto della loro debolezza nei confronti degli Stati arabi. Ben Gurion ha chiesto la semi-mobilitazione di 150 mila uomini per rafforzare la sorveglianza della frontiera. Giovani d'ambo i sessi indossano l’uniforme. Per gli uomini c’è il servizio* militare obbligatorio di due anni e mezzo, per le donne di due anni più un'mes'e di addestramento all’anno. Queste misure di carattere difensivo, sembrano dimostrare giusta la tesi ohe Israele si appresti a lanciare una offensiva in primavera. Tutti sono in attesta e t'angoscia aumenta. La situazione che dava gli israeliti più forti di tutti gli Stati arabL-messi assieme si è ormai capovolta e la minaccia di dis'ruzione che grava sul giovane Stato si fa piuttosto sentire. MARGHERITA GAUTHIER PERSOII AGGIO - SIMBOLO Diana Terrieri a Capodisftria col Dramma Italiano Fedele alla promessa fatta lo scorso autunno — quando, al primo contatto col nostro pubblico, fece trionfare «La moglie ideale» di Marco Praga — Diana Terrieri è tornata sulle ribalte di Fiume e di Capodistria, questa volta nella veste di una Margherita Gauthier rinnovata. La rispettabile età della «Signora delle camelie», un secolo e più, induce a ritenere almeno sfuocato molto deirarmamentario del quale Alessandro Dumas la circondò. Una ripresa pura e semplice di questo vecchio* dramma romantico* sarebbe qua e là apparsa inevitabilmente ingenua, facendo sorridere Io smaliziato pubblico dei nostri tempi. Si è pertanto resa necessaria una adeguata «risciacquatura in Amo» che gli togliesse quanto* di caduco il tempo* aveva rivelato e ins-omma motivi ormai soltanto esteriori e divenuti meramente illustrativi. Quest’incarico se lo è assunto Carlo Terron, un uomo di teatro non certo impreparato. E la sua versione, pur non spregiudicata al punto da. intaccare profondamente l’originale dumasia.no, l’ha abilmente rinnovato nel dialogo, che è risultato incisivo e nervoso. Ci consta che lia fatica di Terron era e-spre,s*sam*e*nte mossa dal desiderio di fornire* alla Terrieri una Margherita Gauthier da interpretarsi in maniera «intelligente e battagliera», come egli stesso* ebbe a dichiarare parlando della grande attrice italiana. E’ evidente che la Terrieri, sem.. pre generosa, non ha potuto sottrarsi al fascino che emana dalla sensibilissima figura della «Signora delle camelie» in quanto personaggio-simbolo*. Margherita Gauthier è una creatura di sempre*, è l’eterno femminino. Ieri essa si muoveva nella veste e nell’ambiente che ...................................................... E l’Intendente si affrettò ad accettare l’invito a nome di L’ispettore Parr, ratto come il fulmine, aveva puntato una rivoltella di grosso calibro contro la tempia di Leonardo Yale. — Mani fin alto!’ — gridò poi; e afferrando brutalmente la sua preda, gli) strappò l’altro colletto bianco che nascondeva il collo dell’illusile psicometra. • Tutti erano rimasti senza fiato. Vivido e sottile, come tracciato da un finissimo penello tinto nel carminio, un cerchio rosso correva tutto intorno al collo di Yale. Contemporaneamente erano comparsi nella sala i tre formi dabili e silenziosi agenti i quali, due sere prima, avevano arrestalo lo spione messo alle calcagne di Parr: in un attimo ammanettarono Yale, gli fecero destramente saltare dalla tasca la rivoltella, gli gettarono un saccoi di tela sul capo e lo trascinarono via, ' L’ispettore Parr si asciugava il sudore che gli colava dalla fronte e girava lo sguardo sul suo uditorio sbalordito. — Signori — disse poi, con voce ancora commossa — se me lo permettono, preferirei continuare la mia esposizione domani. Tutti lo circondarono, con mille domande; ma egli non poteva più fare altro che scuòterò gravemente il capo. — Ne ha passati dei brutti quarti d’ora questo brav’uomol — esclamò il colonnello Morton — e nessuno è in grado di saperlo meglio di me. Onorevole *— continuò, rivolto al Primo Ministro — sarei d’avviso che ella farebbe bene ad accogliere la preghiera dell’ispettore — capo e a permettergli di rimandare a domani il seguito del suo discorso. — In tal caso — rispose l’altro personaggio — pregheremo l’ispettore di venire, domani, a far colazione con noi. Parr. Questi era già uscito, appoggiato al braccio di Beardmore Un taxi li attendeva alla porta, e i due vi salirono insieme. — Mi pare di aver sognato — mormorò Sandro, quando l’emozione gli permise dii parlare. — Leonardo Yale! Chi io avrebbe detto? Ma è proprio possibile? . . . — Oh, è possibilissimo — disse l’ispettore, che rideva sommessamente. — Quando è così egli e la signorina Drummond lavoravano d’accordo. — Precisamente — affermò l’ispettore. — Ma, e lei, come ha fatto* a venire a sapere tutta questa storia? La risposta lo fece strabiliare: — E’ stata «mammina» che mi ha messo sulla buona strada — disse Parr. — Lei non ha un’idea di quanto sia intelligente la mia «mammina» . . . Ancora oggi stesso mi diceva . . . — Allora è già ritornata dalla campagna? — E’ ritornata — rispose Parr — e lei dovrebbe venire a trovarla. Sa . . . è un pò ostinata, è inoline un tantino a contraddire; ma io ho per principio di lasciare che dica e faccia sempre come vuole. — Stia tranquillo che farò anch’io altrettanto — soggiunse Sandro ridendo anche se non ne aveva voglia. — Ma, mi dica, signor Parr: lei crede veramente di aver messo le mani sopra il «Cerchio Rosso»? — Sicuro, come del fatto che noi, in questo momento, sia. imo in questo taxi; come sono sicuro che la mia nonnina è la donnetta più saggia del mondo. (Continua) l’epoca l,e ha dato; oggi veste ed ambiente sarebbero* diversi. Ma il suo dramma resta immutato, perennemente nuovo e attuale. Diana Torrieri ha fatto dunque rivivere martedì scorso ai nostri occhi un personaggio-simbolo, e lo ha fatto con la dedizione e l’abban-dono che le sappiamo soliti. E’ stata trepida e spregiudicata, felice e dolorante; sempre con raro senso della misura B autentica sensibil-tà. L’aver però assunto il non occasionale incarico di interpretare un personaggio-simbolo, cioè l’unica cosa veramente viva ed oggi accettabile su un piano rigoroso del dramma romantico di Dumas, ha fatto si che già in partenza tutte le altre figure del lavoro rimanessero, meriti a parte, nella penombra. Tutta* qui, per noi, la rappresentazione -dell’altra sera al. Teatro del Popolo di Capodistria gremito- di pubblico attento. La cronaca riuscirebbe pertanto ovvia. Il plauso va tuttavia 'esteso a tutti i bravi attori del Dramma Italiano di Fiume: Raniero Brumini (Armando Duval), Ada Mascheroni (Prudenza), Gianna Depoli (Olimpia), Maria Piro (Niehette), Carlo Montini (Gastone), Angelo Benetelli (Duval padre), Nina Bonifačić (Nannina), Nereo Scaglia* (Varville), Alessandro Damiani (S Gaudens), Bruno Petroli (Gustavo), Francesco Viatori (Conte di Gray) e Ermanno Steli (il medico) al quale si devono le scene. Diana Torrierri, già rientrata in Italia per prepararsi nella parte di Eleittra {sujl'originale scflocleo che verrà dato prossimamente a Siracusa in una serie di recite classiche, anche questa volta ci ha lasciato una promessa: tornerà nuovamente a lavorare col Dramma Italiano di Fiume. Alla prossima occasione, ci viene riferito, sarà di ■scena Pirandello con un lavoro* che è però ancora da scegliere. Questo lavoro verrebbe portato in tournée per la Jugoslavia, oon una recita alla quale assisterebbe anche il Presidente Tito*. G. R. LA LEGGE DELLA JUNGLA UNA FATICACCIA le nozze del cervo I due cervi si lanciano, bramendo, l’uno contro l’altro, a testa bassa, e si scontrano in un urto furibondo. Talvolta i rami delle corna si intrecciano o le punte squarciano l’avversario. Non importa: la battaglia durerà fino a quando uno dei due fuggirà, oppure cadrà a terra, ferito o ucciso. Poco lontano, alcune cerve stanno a guardare, spettatrici indifferenti: eppure per esse quei due cervi si .sono battuti a sangue. Finito lo s'contro, accetteranno per capo del branco il vincitore. Questo muoverà verso di esse con un ultimo bramito, come un aliali, e sarà il sultano delì'harem (se un rivale più forte non si farà avanti a sconfiggerlo e a soffiargli le belle). Questa è la legge della foresta, e soltanto per la conquista del branco vivono i cervi, i «re del bosco». A una certa età il maschio abbandona la famiglia in cui è cresciuto e vive isolato. In primavera, gli ramificano sul capo le corna, che sono l’arma delle future battaglie. Al principio dell’autunno è preso da una frenesia irrefrenabile e si dà a correre il bosco in cerca di avventure, alla caccia di avversari da battere per prendere il loro branco: Ü invita a tenzone lanciando il isuo bramito nella foresta. Nel duello con i rivali, spesso il più debole se la batte. Ma quando si ha un equilibrio di forze, la lotta è accanita e sanguinosa. Si narra di cervi che non poterono liberarsi dall’intrico delle corna ramose e morirono; e si racconta anche di grovigli a tre. Vinc.a il più forte, e in tal modo la natura seleziona la razza. Ma generalmente il più forte è l’anziano, il quale ha pure il vantaggio di un maggiore peso. I giovani sono spesso battuti, e il predominio prolungato degli anziani impoverisce gli allevamenti. Nelle bandite, talvolta vengono e-iiminati questi vecchi tiranni che tagliano la strada ai giovani. ^ Lo scorso1 anno il presidente dell Associazione italiana Pro Natura, che si trovava nel Tirolo settentrionale, fu invitato con altri naturalisti a dar la caccia ad un vecchio cervo che guardava un harem di 11 mogli, mentre intorno al branco giravano alla larga tre giovani sconfitti dal peso, dalla forza e dalla Scaltrezza dell’ainziano rivale. Occorse passare cinque notti all’addiaccio, per cogliere il vecchio sultano furbissimo, ma fu infine abbattuto, non per far preda, ma per far rifiorire l’allevamento. Scomparso il despota, i tre giovani cervi, di e-guali forze, si divisero il branco, e il ripopolamento della bandita ne trasse vantaggio. E’ breve la luna di miele del «re ■•■■■■■■■■■■■■■■■■■»■■■■■■■■H»« Il morto di turno Anche Visinski è stato attaccato giorni fa dalla stampa sovietica per la sua opera al tempo in cui occupava la carica di Primo pubblico accusatore dell’URSS. Gli si rimprovera in particolare di aver introdotto nella prassi giudiziaria sovietica il metodo secondo cui basta la sola confessione dell’imputato per remissione di una sentenza di condanna, cosa — si dice ora — assolutamente contraria a ogni principio di giustizia del bosco». In novembre il cervo abbandona il branco e torna in solitudine. In gennaio, poi, gli cadono le ormai mutili corna. Ma in primavera esse rispunteranno, nuove armi per le nuove tenzoni. Cosa fa il cervo sconfitto? Riprende la sua corsa in cerca di àvventure, o si aggira intorno ai branchi, in attesa di poter soffiar via qualche cerva. Nel nostro continente, c’è il cervo europeo, cervus elaphus'. Abbonda ancora in Austria, in Stiria, in parte della Germania e nel parco nazionale svizzero dell’Eingand'i-na. Popolatissima di cervi è anche la foresta di Tikveš, nei pressi di Belje. Recentemente1 abbiamo potuto vedere un interessante documentario cinematografico sulla vita dei cervi allo stato selvaggio, ripreso in questa foresta. Rari sono invece gli esemplari che vivono nelle nostre foreste nei dintorni del Monte Nevoso. In Italia, da molti anni il cervo era scomparso allo stato libero. Durante l’inverno del 1952, a causa delle nevicate, molti cervi e caprioli migrarono dal parco nazionale svizzero verso sud, attraverso la valle di Fraele e la Valfurva, verso il Parco nazionale dello Stelvto. Molti esemplari perirono per le valanghe, altri fuoron abbattuti dai bracconieri, ma altri si salvarono: spinti dalla fame, scesero nelle valli e furono nutriti, ricoverati nelle stalle. Vennero liberati poi nel luogo, a marzo, come vuole una regola internazionale. Alcuni tornarono nel parco svizzero, mentre altri rimasero nelle valli italiane e vi prolificarono. Sia in Italia che qui da noi la legge proibisce la cattura della femmina, c’è da augurarsi, però, ohe il divieto sia esteso anche ai ma-tsehi specie nelle nostre foresto del Monte Nevoso e del Gorski Kotar, dove questo animale va rapidamente scomparendo. In questo c’è 1 e-sempio degli americani: nei loro parchi nazionali, come quello dello Yellowstone, hanno fatto prosperare, proteggendola, una popolazione di decine e decine di migliaia di wapiti, il grande cervo dell’America settentrionale. Idee nuove a Bonn (Continua dalla I. pagina) gioranza dei delegati al congresso nazionale del partito a Vuzburg. La rielezione: di Dehler viene generalmente interpretata come una conferma dell’orientamento del partito liberale verso l’opposizione alla politica del cancelliere. Al congresso di Vuzburg Adenauer è stato accusato da Dehler, fra gli applausi dei delegati, di aver sacrificato gli interassi diella Germania sull’altare della fiducia delle potenze occidentali. Da notare inoltre che Dehler auspica lo stabilimento di diretti contatti con l’Unione Sovietica al fine di avvicinare i punti di vista delle quattro grandi potenze in merito alla riunificaziona tedesca e afferma la necessità di sottoporre .a revisione gli accordi di Parigi che hanno aggiogato la repubblica federale alla politica delle potenze occidentali. Lotta antifranchista (BuiSud i ciiep enuRuoo) La Spagna franchista è stata accolta in seno alle Nazioni Unite. L’appartenenza all’ONU esige l’accettazione e l’applicazione dei principi sanciti nella Carta costituzior naie e negli altri documenti del massimo organismo internazionale costituito al termine di una terribile guerra contro l’oppressione e ila barbarie. Quello che oggi stà accadendo nella Spagna e nei suoi territori d'Oltremare è soltanto una delle più drastiche manifestazioni di una violazione ventennale ormai dei più fondamentali diritti umani e delle libertà democratiche. Alla condanna contro 'Fattuale regime che in questi giorni hanno pronunciato i lavoratori spagnoli deve associarsi quella dell’intera opinio-* ne pubblica democratica mondiale. ******************** *** ***** ALCUNE NOVITÀ’ del mondo cinematografico HA AVUTO IN QUESTI GIORNI il suo battesimo in pubblico il nuovo film iugoslavo «Potraga» prodotto dalla Avaia di Belgrado per •la regia di Žorž Skrigin. La vicenda è legata alla lotta clandestina dei comunisti niella Belgrado occupata e in parte rifà la storia di Janko Jankovič il quale, per incarico del Partito comunista, lavorava nella polizia speciale belgradese. Il soggetto è dovuto a Slobodan Glumac e a Toso Popovski. La critica di Belgrado si è espressa molto favorevolmente intorno a questo film, considerandolo uno dei migliori prodotti sinora. Prendono parte al film Vaša Pantelič, Ljubiša Jovanovič, Vera Todorovič, Jovan Ko-njović, Štovan Minja, Miroslav 'Petrovič, Milena Sijački, Ljubica Sekulič e Stojan Aranđjelovič. La musica è di Bojan Adamič. IL REGISTA Alberto Cavalcanti metterà in scena prossimamente «Il Flauto magico» di Mozart. In una intervista concessa al settimanale «Lettres francaises», egli ha dichiarato, contrariamente a quanto si disse tempo fa, di non avere nessuna intenzione di conservare la forma operistica. «Conserverò la musica e il canto — ha detto — ma non voglio che si vedano dei tenori che spalancano la bocca. Pa-mino e Pamina saranno due fanciulli: un piccolo palafreniere e una piccola ballerina di un povero circo equestre del secolo XVIII. Una sera i'1 palafreniere si addormenta e s'ogna i personaggi del circo, naturalmente trasfigurandoli. Alla fine, sogno si unisce alla realtà1 e i due fanciulli sono felici». SI ANNUNCIA un’altra versione del «Faust». Finalmente, un arrangiamento nuovo. Lo faranno a Parigi, ini un cabaret dell’aveniue George V: con spogliarello. IL REGISTA AMERICANO Stanley Donen ha rotto il contratto che lo legava alla MGM ed è passato alla società Paramount. Per questa egli dirigerà un grande film musicale con la partecipazione di Audrey Hepburn e Fred Astaire. La musica sarà quella di Gershwin. DUE GRANDI REGISTI, Elia Kazan e Alfred Hitchcock, stanno portando a fermine due importanti pellicole. Il primo gira «Bay Doli» con Karl Malden, Carroi Baker e Eli Wallach. Il film a cui lavora Hitchcok si intitola «L’uomo sbagliato» e le parti principali sono affidate a Henry Fonda e Vera Miles. IL REGISTA Fred Zinneman si è recato nel Perù dove girerà per la Warner Brass un film tratto dal famoso romanzo di Hemingway «Il vecchio e il mare». Per la parte principale si svolgono trattative con Spencer Tracy. CALZIO INTERNAZIONALE SPINE A BELGRADO e quasi anche a Sofia Jugoslavia - Romania 0:1 (0:0) CICLISMO ACVEJIN (NOVI SAD) LA KARLOVAC-FIOME JUGOSLAVIA: Beara, Belin, Crnkovič, Mitič, Horvat, Boškov, Ognjanov, Milutinovič, Vukas, Bobek, Zebec. ROMANIA: Voinescu, Zavoda I, Soke, Onisie, Androvici, Bobe, Ca-covianu, Zavoda II, Alexandrescu, Georgiescu, Catarii. ARBITRO: Bernardi della Federazione italiana, coadiuvato dai segnalinee Bennetto e Rigato. NOTE: Spettatori 45.000. L’unica rete dell’incontro è stata realizzata al 39’ della ripresa della mezz’aia destra romena Zavoda II. Vukas sbagliava nel primo tempo un calcio di rigore. Bobek, infortunatosi verso la metà del primo tempo, doveva abbandonare il campo e veniva sostituito da Antič. Nella ripresa Tirnanič sostituiva pure l’ala destra Ognjanov con Rajkov. Prima dell’inizio si è svolta sul campo una suggestiva cerimonia. Un rappresentante della Federazione jugoslava consegnavo a Bernard Vukas un simbolico dono in occasione del suo 50.mo incontro in nazionale. BELGRADO, 22 — La sconfitta contro la Romania non ci voleva proprio a sette giorni dall’incon- Bernard Vukas ha giocato contro i Romeni la sua cinquantesima partita in nazionale, permettendosi il lusso di sbagliare per l’occasione un calcio di rigore I tro più importante dell’anno con la nazionale ungherese, ma forse avrà il potere di far rinsavire i nostri assi, i quali sono la causa della sconfitta, per aver sottovalutato l’avversario, credendo di poterlo battere senza molti sforzi. Con il passare del tempo si vedeva che al gioco fiero e maschio dei romeni, i nostri non sapevano contrapporre che quello fatto di passaggi e passagetti, bello, pregevole finché si vuole, ma privo della forza di penetrazione necessaria per concretizzare in gol la grande mole di lavoro precedente. E non si può dire nemmeno che l’inclusione in squadra di Bobek, Mitič JUGOSLAVIA: Radenkovič, Sti-pič, Sijakovič, Šantek, Krstič II, Pajevič, Lipošinovič, Mujič, Toplak, Veselinovič, Kaloperovlč. BULGARIA: Jlsifov, Dončev, Emišajnov, Nitkov, Kirčev, Drago-mirov, Dijev, Rostov, Taškov, Ignajtatov Gugalo. RETI: al 1’ Mujič, al 40’ Veselinovič e ali’ 89’ Toplak per la Jugoslavia B. Al 7’ autogoal di Krstič II ed al 47’ Dijev per la Bulgaria. ARBITRO: Vicev, Cecoslovacchia. SPETTATORI 50.000. SOFIA, 22 — Contrariamente ai pronostici, la nazionale B della Jugoslavia è uscita vittoriosa dallo stadio della capitale bulgara, grazie ad una maggiore incisività dell’attacco il quale, con Mujič, Toplak e Veselinovič ha dato veramente spettacolo di un gioco piacevole e, nello stesso tempo, efficace. Molti avranno da discutere sul risultato in quanto, ad un’iniziale superiorità jugoslava, ha fatto seguito un predominio bulgaro, rimasto però sterile per la poca efficacia degli attacchi, i quali si perdevano sempre nei pressi della rete, difesa da Radenkovič. Da notare inoltre, che i Bulgari sono riusciti a segnare un gol con la complicità del centromediano Krstič II, il quale, nella foga di liberare la propria area, ha spedito il pallone direttamente nella propria rete fra lo stupore del proprio portiere, colto impreparato.» Il gioco dei padroni di casa è stato migliore di quello in mostra dei nostri giocatori. Essi si sono distinti particolarmente nel gioco a passaggi lunghi e ficcanti, in velocità e per la grande volontà. Di contro, i nostri giocatori, che hanno avuto un’inizio più che soddisfacente, nel quale si sono fatti più volte applaudire a scena aperta dal pubblico, dopo aver raggiunto il pareggio, hanno badato più a difendersi, per tentare di portare in porto il già soddisfacente risultato. In «zona Cesarmi», invece, su una travolgente azione di tutto l’attacco, Toplak è riuscito a segnare ia rete della vittoria. Da notare che la prima rete jugoslava è stata realizzata in apertura di gioco dall’indiavolato Mujič. Questi, ben lanciato da Veselino- e Ognjanov abbia nuociuto alla squadra: Mitič è stato fra i migliori in campo, alla pari di Bobek, il quale ha dovuto abbandonare il gioco per infortunio già nel primo tempo. La mediana e la difesa non hanno fatto sbagli e nemmeno l’attacco ha giocato male, ma i gol non sono venuti perchè gli «assi» dell’attacco, dove giostrava un Milutinovič non in perfette condizioni di forma, si sono sbizzarriti in tutte le combinazioni possibili e immaginabili, più individuali che collettive, che alla fine hanno dato il risultato che sappiamo, cioè: reti 0. Le cose non sono cambiate nemmeno quando in campo è entrato, dapprima Antič, al posto di Bobek, poi Rajkov, a sostituire Ognjanov. Un collega, in vena di umorismo, chiedeva ad un noto corrispondente sportivo belgradese: «Dì, tu, ma si conoscono fra loro i nostri attaccanti?» Infatti, da quello che facevano vedere, parevano cinque giganti, parlanti però ciascuno una lingua differente, inconprensiblle ai propri compagni. Così si vedeva Vukas correre e dribblare tre o quatto giocatori di seguito e poi perdere là palla, Zebec fare delle volate alla Owens, Milutinovič trattare la palla da giocoliere... e la difesa avversaria intervenire sempre con facilita e salvare sempre la propria porta. Le occasioni di sfondare non sono però mancate. Hanno superato senza dubbio la dozzina, ma nessuna è stata sfruttata, forse perchè troppo facili. I nostri «assi» non vogliono segnare goals facili, ma vanno in cerca di quelli con i ricami, che questa volta sono però mancati. Milutinovič non riuscì a segnare nemmeno quando si trovò solo, a soli tre metri dalla porta sguarnita. Ha voluto tentare un tiro da bigliardo, segnare il gol di sponda, come si dice. Ha sbagliato il taglio, ed il pallone è schizzato a lato. E’ accaduto così: eravamo nel primo tempo, Mitič riceveva un passaggio da Boškov e smistava prontamente a Vukas, il quale attirava su di se tutta la difesa avversaria smarcando in tal modo Milutinovič e Zebec. Dopo quest’opera di arte, poneva sui piedi di Milutinovič un pallone, che non chiedeva altro, che di venir spinto dolcemente in rete: Milutinovič invece prendeva la mira e tirava esattamente sulla scarpa di Zebec, facendo schizzare il pallone fuori. Come se questo non bastasse, dieci minuti più tardi Vukas si prendeva il lusso di sprecare un calcio di rigore, concesso dall’arbitro per atterramento di Milutinovič in area. I romeni, visto che i nostri giocatori se la spassavano, tentavano di volta in volta qualche azione in contropiede, mettendo in allarme la nostra difesa, che li controllava però molto bene. Così fino al 39’ della ripresa, quando, in un’altra delle sempre più spesse azioni in contropiede, partiva Catara: sulla linea di fondo attirava su di se vič, era riuscito a superare due avversari per poi battere imparabilmente il pur ottimo portiere bulgaro. Allo scadere del primo tempo era Veselinovič, su passaggio di Mujič, a segnare il secondo gol per i nostri colori. I Bulgari, dopo aver usufruito della già descritta autorete di Krstič II. segnavano il loro secondo goal al 2’ della ripresa con l’ala destra Dijev. Da notare, che al 35’ del primo tempo Lipošinovič veniva costretto ad abbandonare il campo perchè infortunatosi in uno scontro con il mediano avversario Mitkov. Al suo posto subentrava Biograd-ljič. I migliori in campo jugoslavo sono stati Krstič lì, Sijakovič, Toplak e Veselinovič. In campo bulgaro ottimi Enišajnov, Jisifov e Gugalo. Nella pausa del Campionato Italiano di Calcio, la Nazionale B italiana ha disputato domenica al Vo-mero di Napoli la partita con la nazionale greca, valevole agli effetti della classifica per la Coppa del Mediterraneo. Mentre i cadetti disputavano questa partita, i giocatori della «A» hanno continuato la preparazione in attesa del grande incontro, che li opporrà mercoledì a San Siro alla Nazionale brasiliana. NAPOLI, 22 — I greci battono il calcio d’inizio, ma sono gli azzurri, che presentano Pozzan mezz’ala destra al posto di Burini e Pesaola interno sinistro, a continuare il gioco. Al 3’ goal di Pozzan annullato per fuori gioco, poi l’Italia nel giro di quattro minuti segna tre goals consecutivi: al 7’, all’8’ e al 10’ con, nell’ordine, Muc-cinelli Pozzan e, ancora, Mucci-nelli con un traversone che colpisce lo spigolo interno del palo, rimbalzando in rete. La gara si rianima poi soltanto negli ultimi dieci minuti del primo tempo. Al 35' fuga di Muecinelli, centro a Brugola, che da pochi paesi segna Risultati Jugoslavia — Romania 0:1 (0:0) Bulgaria B — Jugoslavia B 2:3 (1:2) Cecoslovacchia — Brasile 0:0 Inghilterra — Francia (dilettanti) ITALIA B — GRECIA 7:1 (5:0) 3:1 (1:0) Lazio — Vasco de Gama 4:2 (1:0) Crnkovič, indi allungava il pallone a Zavoda II. Questi, solo dinanzi a Beara, non aveva difficoltà a scagliare in rete, facendo vedere in tal modo a Milutinovič e compagni come bisogna tirare per segnare. Muso lungo dei nostri, che tentavano una arruffata quanto vana riscossa negli ultimi minuti. Nulla da fare, perchè il nervosismo si era già impadronito di tutti. Al fischio finale di Bernardi faceva poi eco sonora il coro di fischi all’indirizzo della nostra squadra da parte dell’esigente pubblico belgradese. La riabilitazione però è ancora possibile, domenica prossima a Budapest. Ci riusciranno? . . . I. ZONA I RISULTATI Karlovac — Ljubljana 1:1 Lokomotiva — Segesta 4:1 Branik — Šibenik 2:0 Odred — Rijeka 2:1 Trešnjevka — Metalac 2:5 Nova Gorica — Split 1:1 (anticipata) I RISULTATI Krim — Triglav 6:3 Capodistria — Ilirija 9:6 Mladost — Isola 4:1 Grafičar — Postojna 7:0 Slovan — Tabor — 2:2 LA CLASSIFICA Krim 13 10 2 1 40:9 22 Grafičar 13 10 2 1 52:15 22 Triglav 13 7 3 3 42:18 17 Mladost 13 7 1 5 23:18 15 Slovan 13 7 1 5 22:20 15 Ilirija 13 6 0 7 32:30 12 Capodistria 13 3 2 8 18:59 8 Tabor 13 2 3 8 21:33 7 Isola 13 3 1 9 19:42 7 Postojna 13 2 1 10 14:39 5 Capodistria - Ilirija 0:6 (0:2) CAPODISTRIA, 22 — Ancora u-na sonante batosta per i rossi ca-podistriani. Stavolta senza attenuanti di sorta. In campo si sono visti infatti undici uomini sfasati, privi assolutamente d’idee e incapaci della minima reazione. Indubbiamente si tratta di una pericolosa ricaduta nella crisi, dalla quale, agli inizi del girone di ritorno, sembravano fuori. Ma meno male si trattasse soltanto di un fenomeno di sfiducia nei propri mezzi. Con un po’ di fortuna e un po’ più d’impegno si potrebbe anche trovare una via d’uscita. Nella fanghiglia dello stadio capodistriano si è visto chiaramente, invece, che si tratta concretamente di crisi soprattutto tecnica. E qui la responsabilità investe la direzione della società che, a quanto sembra, non si rende sufficentemente conto della realtà obiettiva: gli uomini sono quelli che sono, e può semmai meravigliare 'il fatto che a Capodistria ci sia ancora qualcuno che, dopo il dissanguamento degli ultimi anni, abbia voglia di giocare o comunque interessarsi di calcio. Ciò che invece stupisce è l’altro lato della medaglia: la passività o meglio l’indecisione dei responsabili di reagire energicamente al complesso dei problemi e dei fenomeni negativi, quali la mancanza di preparazione e di attaccamento ai colori sociali, condizioni indispensabili di ogni buon risultato nel campo agonistico ed educativo, ecc. Premesso questo, ci sembra inutile dilungarci nella cronaca della partita. E’ stato uno spettacolo pietoso, dal quale si sono salvati la quarta rete. Quinta rete al 44’, ottenuta ancora da Brugola su svarione del portiere ellenico. All’inizio della ripresa attaccano gli ospiti e, dopo una parata di Lo-vati che era stato inoperoso per quasi tutto il primo tempo, segnano al 3’: Potinos, passato zoppicante all’estrema sinistra, centra a Panatis, che previene l’intervento del portiere azzurro, mandando sotto la traversa. Ristabilisce il distacco al 17’ il terzino Gazzena, che corona con un bel goal una irresistibile discesa. La partita continua con ritmo veloce. La supremazia è sempre degli azzurri. Al 41’ su palo di Bettini, raccoglie Brugola che suggella così l’abbondante segnatura. Alla partita hanno assistito 22 mila spettatori. Dopo questa partita la classifica della Coppa Mediterraneo risulta la seguente: 1). Francia B con 10 partite e 12 punti, 2). Italia B con 7 partite e 9 punti, 3). Spagna B con 4 partite e 8 punti, 4) . Grecia con 7 partite e 4 punti, 5) . Egitto con 6 partite e 3 punti, 6) . Turchia con 4 partite e 2 punti. P- FIUME, 22 — La tradizionale Karlovac-Fiume, varata per onorare degnamente la memoria di Vid Ročič, il noto ciclista zaga-brese, deceduto tragicamente lo scorso anno nell’ultima tappa dei Giro dell’Egitto, non ha proprio fortuna. L’anno scorso la neve, quest’anno pioggia, nebbia e freddo hanno fatto di questa gara la più dura di quante si corrano nel Paese. I colpiti sono stati naturalmente i più giovani ed inesperti, i quali, partiti senza mantellina, si sono visti prendere dai crampi per il freddo e la pioggia e costringere in tal modo al ritiro. Lo scotto più grosso è stato pagato dalla giovane speranza Bergant di Lubiana, il quale, quando sognava ormai la vicina vittoria, veniva costretto al ritiro a meno di 30 km dall’arrivo, stroncato dal freddo. La corsa, che è stata pure l’ultima indicativa per la formazione della nostra rappresentativa per la prossima gara internazionale a tappe dilettanti Varsavia—Berlino —Praga, ha messo ancora una volta in evidenza la nette superiorità di Petrovič, Varga, Vuksan, Cve-jin, Valčič e Kulevski, ai quali si sono aggiunti Žirovnik, Zanoškar e Bajc, venuti fuori nell’incandescente finale. Questi corridori stanno infatti facendo già da tempo il bello ed il brutto tempo nei campo ciclistico nazionale da un paio di anni a questa parte. Petrovič. numero uno da oltre cinque anni, ha dimostrato di non temere soltanto due o tre giocatori. Il resto della squadra era costituito da ombre vaganti nella fanghiglia, senza anima e quasi anche senza corpo, dal momento che gli ospiti hanno fatto il loro comodo. A proposito di questi ultimi bisogna dire che essi hanno dato ai padroni ài casa una lezione ben umiliante sul come bisogna affrontare una gara sportiva con generosità di sforzi e d’intenti. Il loro largo bottino, che avrebbe potuto essere anche più dovizioso solo che nel primo tempo a-vessero insistito un po’ più nel tiro in porta, è stato un premio ben meritato. CAPODISTRIA: Kravos, Turči-novič, Omahen, Hočevar, Santin, Vrčon, Vatovec, Bertok G., Kava-lič I., Benčič, Kavalič II. ARBITRO: Perko di Lubiana. Mladost-Isola fi: 1(2:1) KRANJ, 22 — L’incontro si è svolto sotto una pioggia insistente, che ha reso il terreno di, gioco oltremondo pesante. Gli ospiti isolani, pur difendendosi volonterosamente, hanno dovuto alfine cedere di fronte ai padroni di casa, più combattivi e fisicamente a posto. Il primo tempo é stato equilibrato come gioco, ma la Mladost è riuscita ad acquistare egualmente un leggero vantaggio (2:1) che le permetteva di affrontare più tranquillamente la ripresa. Gli isolani, invece, tornavano in campo alquanto nervosi. I loro sforzi, risultati inutili, per rimontare il vantaggio facevano assumere alla partita un tono più acceso che, poi, si faceva più pesante, anche per il peggioramento ulteriore delle condizioni del terreno. I padroni di casa, più lesti e sbrigativi dei loro rivali, riuscivano alfine ad aumentare il bottino, conquistando una vittoria forse un po troppo larga. Hanno segnato Eržen (2), Mačefat e Bajželj per la Mladost, e Norčič per risola. SOTTOLEGA ISTRIANA RUDAR — JADRAN 3:1 (1:1) PARENZO, 22 — Più veloci e decisi i minatori dell’Arsia hanno superato alla distanza i volonterosi, ma nulla più, giocatori parenti-ni su un campo pesantissimo per il fango. Agli ordini dell’arbitro po-lese Cirić, le due squadre si sono schierate nelle seguenti formazioni: JADRAN: Paulišič, Pasarič, Popovič, Vosten, Bubnič, Velebit, Kuzmanič, Bassa, Franceschi, Krep-čič, Pavišič. RUDAR: Brezac II., Gobbo, Ten-čič, Brezac I., Brezac III., Čekada, Zahtila, Rajkovič, Fonovič, Tomič, Bajt. Le reti sono state segnate nel seguente ordine: al 7’ da Tomič, al 15’ da Krepčić, al 54’ da Rajkovič e al 77’ da Bajt. POLA — ISTRA 4:1 (1:0) POLA, 22 — Dopo un primo tempo equilibrato, che ha visto andare tuttavia in vantaggio i padroni di casa, gli umaghesi hanno cercato di opporre una certa resistenza, ma hanno dovuto cedere nella ripresa alla baldanza degli ospitanti, riuscendo appena a salvare l’onore con il punto della bandiera. Le formazioni: POLA: Primožič, Ciurko, Bas jak, Sečenov, Horvat, Mihelič, Pavlovič, Ven, Berra, Fraccaro, Milačić. ISTRA: Miškovič, Ilič, Bertok, Zakinja I., Sukot, Špančič, Zakinja II., Kozlovič, Reketi, Vukelič, Bo-ljevič. Le reti sono state segnate da Mihelič (2), Ven e Fraccaro per il Pola, da Sukot per gli ospiti. ancora la concorrenza dei giovani, perche loro manca ancora l’astuzia dei corridori anziani. Meno appariscente di Petrovič, ma non meno intelligente, è stata la gara di Varga, il quale ha ceduto solamente nell’ultima discesa che porta a Fiume causa il salto della catena. Corridori di un certo nome, quali Piciga, Novak, Bogovič, Brajnik ed altri ancora, non sono riusciti a sollevarsi dalla mediocrità. Erano esattamente le 9, quando il direttore di gara, Ljubič dava il segnale di partenza ai 70 corridori convenuti a Karlovac. Pioveva e faceva molto freddo. Temperatura + 4°. Pochi i corridori coperti da mantelline, impermeabili e calzoncini lunghi. La pioggia smorzava ogni velleità iniziale per cui i corridori percorrevano i primi 40 km in gruppo compatto. Subito dopo Severin, a 40 km dalla partenza, il polese Valčič passava in testa al folto gruppo a tirare energicamente. Dopo 5 km di salita prima ancora di Vrbovsko, il gruppo si frazionava. In testa rimaneva una ventina di corridori, compresi tutti i favoriti. A Skrad, alla metà della seconda salita dei Kupjak, Bergant scattava improvvisamente e conquistava in breve qualche centinaio di metri di vantaggio. Dalla pedalata facile . e sciolta, per nulla affaticato, Bergant sembrava ormai destinato a portare felicemente a termine la grande impresa, quando, nèll’im-boccare la lunga ed ultima discesa, che da Gornje Jelenje porta a Fiume, scendeva per la prima volta di bicicletta perchè preso dai crampi. Massaggiato alla bell’e meglio ripartiva, ma un chilometro più avanti scendeva nuovamente di bicicletta per salire piangendo, sul camion dei ritirati. In testa si formava intanto un plo-toncino di nove corridori, i quali rimanevano compatti sino Čavle, a 7 km dall’arrivo. Nella vertiginosa discesa Petrovič prendeva per primo l’iniziativa delia fuga, ma veniva poi superato da Cvejin, Vuksan e dal giovane e sorprendente Žirovnik. I tre riuscivano a prendere una trentina di metri di vantaggio, che bastavano loro per presentarsi da soli sotto lo striscione dell’arrivo a Fiume, dove Cvejin si imponeva senza difficoltà. Ordine di arrivo: 1) Cvejin (Novi Sad) che ha compiuto i 129 km del percorso in 3 ore 41T5”, alla media oraria di km 34,982. 2) Žirovnik (Rog) stesso tempo, 3) Vuksan (Novi Sad) stesso tempo, 4) Petrovič (Partizan) a 3", 5) Zanoškar (Rog) stesso tempo, 6) Kulevski, a 58”, 7) Bajc (Odred) stesso tempo, 8) Valčič, a l’45”, 9) Varga, a l’46” 10 Bajlo, a 4’35”, 19 Piciga (Capodistria) a 5’06”. La Coppa Vid Ročič è stata assegnata al ROG di Lubiana, primo nella classifica a squadre in ore 11, 8’3”, seguito nell’ordine dal Partizan con' 11 ore 12’52”, dal Rijeka con ore 25’43”, dal Novi Sad con 11 ore 26’30” e dalla Fotokemika con 12 ore 04’22”. Partiti 70. Arrivati 45. Organizzazione, malgrado le difficoltà, ottima. Valčič fra i prescelti per la Varsavia-Berlino E’ stata formata la squadra jugoslava che prenderà parte alla corsa a tappe Varsavia — Berlino — Varsavia, e che sarà così composta: Veselin Petrovič Božidar Cvejin, Franjo Varga, Giorgje Vuksan, Nevio Valčič e Danijel Jugo, I sei prescelti sosterranno un allenamento collegiale alI’Avala dal 24 al 28 aprile. PALLAMANO Tomeo studentesco Si sono ‘svolti domenica a Capo-distria i campionati distrettuali di piccola pallamano per le scuole medie. Una bella iniziativa dell’Associazione insegnanti e ,prof. di educazione fisica i quali hanno voluto, con l’organizzare questo torneo, dare l’avvio a questo giuoco che in altre parti ha già tanti ammiratori e appassionati. Ci auguriamo che questa prima iniziativa possa in Seguito svilupparsi. In occasione del torneo la Federazione sportiva distrettuale ha messo in palio due coppe per i vincitori del girone maschile e, rispettivamente femminile, che sono state appannaggio dell’Istituto nautico di Pirano e della Scuola economica di Capodistria. Ecco le classifiche: GIRONE MASCHILE: 1. Nautico — Pirano 5 5 0 0 38:13 10 2. Gin. slov. Capod. 5 4 1 0 75:34 8 3. Ginnasio Postumia 5 3 2 0 49:36 6 4. Scuola econ. Capod. 5 2 3 0 48:58 4 5. Gin. ital. Pirano 5 1 4 0 22:60 2 6. Magistrali Capod. 5 0 5 0 15:46 0 GIRONE FEMMINILE: 1. Scuola econ. Capod. 3 111 9: 8 3 2. Ginnasio Postumia 3 111 6: 6 3 3. Gin. slov. Capod. 3 111 12:12 3 4. Gin. ital. Pirano 3 111 8:9 3 CICLI MARCON Trieste Biciclette da L. 7.000 in poi Ciclomotori da L. 45.000. Vendite rateali — Visitateci! Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. »JADRAN« Capodistria Pubblicazione autorizzata ia B - Jugoslavia B 2:3 (1:2) PER LA COPPA MEDITERRANEA ITALIA b-G RECI A 7:1 [5:0] CAMPIONATO REPUBBLICANO SLOVENO Ancora sconfitte per le squadre istriane