Goran Filipi Pola CDU 808.62-3(497.1 Istra) 805.0-3(497.1 Istra) ORNITONIMIAISTRIANA: INOMIPOPOLARI DEL SUCCIACAPRE EUROPEO (CAPRIMULGUS EUROPAEUS) 0. II presente saggio tratta i nomi popolari della specie Caprimulgus europaeus (suc-ciacapre europeo). II succiacapre fa parte della famiglia dei Caprimulgidi (Caprimulgi-dae), ordine dei Caprimulgiformi (Caprimulgiformes). E presente piü o meno in tutta la zona istro-quarnerina. Vengono offerte soluzioni etimologiche ai nomi popolari raccolti dall'autore in Istria e sull'isola di Veglia. Gli ornitonimi presentati appartengono alie paríate is-trovenete, istriote, istrorumene, croate e slovene. I nomi delle localitá intervistate vengono riportati in italiano e in croato/sloveno; se la forma italiana non esiste, viene segnata solo quella croata/slovena. 0.1. Tutte le forme raccolte vengono rappresentate con 1'alfabeto fonético internazion-ale, adattato come si usa, per ragioni tipografiche, nei lavori di questo tipo. Le forme che si riportano dalle fonti scritte rispettano la grafía origínale. L'accento viene segnato secondo i repertori piü noti che riguardano le rispettive paríate. Da tener presente che i valori prosodici non sono identici per tutti gli idiomi. Per le forme slovene abbiamo usato il sistema a due unitá di tipo non tonemico. 1. Elenco dei nomi popolari (le forme dalle fonti scritte si riconoscono fácilmente dall'abbreviazione dell'opera): Istroveneto: bocazo (Trieste/Trst - DORIA 80; KOS 62), legáj (Buie/Buje, Sverki), legaj (Crassiza/Krasica, Montona/Motovun, Salvore/Savudrija, Umago/ Umag), léganj (Santa Domenica/Labinci, Visignano/Visnjan), légnjar (Pedena/Pican), lego (Canfanaro/Kanfanar), mrák (Crassiza/Krasica), nótola (Bivio/Bivje), portaóvi (Visignano/Visnjan), sklepetác (Torre/Tar), tetavache (Trst - DORIA 733; KOS 471; ROS 1151). Istrioto: nótola (Valle/Bale - CERN 74, "uccello notturno"), notula (Valle/Bale), scokaale (Gallesano/Galizana). Istrorumeno: kragüju de nopte (Sussgnevizza/Susnjevica), legnjaru (Villanova/ Nova Vas),pldsko (Frassineto/Jesenovik), pülju de nopte (Seiane/Zejane). 77 Croato: beluláska (Premci), kegaj (Pračana), klepetac (Bankovici, Gaiana/Gajana, Dignano/Vodnjan, Sbandati/Žbandaj), lega (Marzana/Marčana), legaj (Krmed), legaj (Beleticev Brijeg, Foršiči, Crassiza/Krasica, Lupoglav, Montona/Motovun, Pračana), leganj (Bersaz/Brseč), leganj (Blaškoviči, Monti/Breg, Ceppich/Čepič, Ičiči, Pedena/Pican, Sumberg/Šumber, Trget, Veli Golji), legalj (Valle/Bale), legnjar (Petehi), lepuh (Brussich/Brušič), lieganj (Vermo/Beram, Katuni, Soldatiči), lienjak (Lindaro/Lindar), liganj (Strmac), mrak (Monpaderno/Baderna, Hreljiči, Crassiza/Krasica, Ližnjan, Rovinjsko Selo, Valtura, Veli Vareški), nočarica (Dobrigno/Do-brinj), nočni jastrebuz (Promontore/Premantura), pádovac (Pačici), plehut (Dragosetti/Draguzeti), pldskavac (Kringa, Vela Traba), polegaj (Bergud piccolo/Mali Brgud) pologajac (Munepiccolo/Male Mune, Munegrande/Vele Mune), vajak (Katun), žabar (Strped). Sloveno: galát (Maresigo/Marezige), lahát (Gracischie/Gračišče), lúft (Covedo/ Kubed). 2. All'inizio riteniamo opportuno riportare dai due repertori ornitologici i dati neces-sari per poter seguire meglio le spiegazioni delle denominazioni: "Velike njihove oči, mrko, nabuhlo perje kazuje nam jasno, da su to nočne ptice. Legnji imadu kratak kljun, vrlo duboko razciepljen; noge i prsti su im kratki (...) Oko širokih ralja imadu osobite, tvrde štetine, koje ždrielo još večim čine, za što mogu u lietu i veče nočne leptire loviti. U Evropi žive dvie vrste, od kojih je leganj, mračnjak, kozodoj, kozara, sisavac, pom-rakuša, nočna lasta ili nočna lastavica, nočna ptica, mračna ptica, mračaj, mračnjak, sumračnik, legen, legnar, gluha, sojkula itd. (Caprimulgus europaeus ...) najviše raširen i kod nas. Ta je ptica sivo i smedje črtana i izšarana, koja boja posvema izgleda kao kora drveča, na kom se on kroz dan zadržaje (...) Kroz dan sjedi ili na zemlji, gdje se ne razlikuje svojom bojom od suhoga lišča ili na granama, ali u posve dragom položaju, nego druge ptice: ove sjede uviek popriečno, dok se legnji uzporedno sa granom polože. Gniezda ne prave nikakova. Dva bjelkasta jaja, što su izmrežkana crvenkastim crticama, snese ženka jednostavno na tle: na mahovinu ili na sušanj, najradije u grmlje." (GJURAŠIN1/258); "Grande come un Merlo, presenta grossa testa, becco pic-colissimo, occhi grandi e zampe molto corte. Si mimetizza perfettamente sulla cortec-cia dei rami grazie al suo piumaggio dalle piú svariate sfumature di marrone. II cf si ri-conosce per le macchie alari e per gli angoli posteriori della coda bianchi. $ e giovani non presentano chiazze chiare. Trascorre la giornata immobile, appollaiato tra i rami. Nel periodo riproduttivo canta soprattutto verso sera e di notte emettendo decrescenti 'trrr trrr'. Durante il volo le aH producono un caratteristico fruscio. Nidifica in foreste di confiere, in lande e in ambienti aridi. Epoca di nidificazione: V-VII, con due covate annue, composte da 2 uova ellittiche con marmoreggiature bruñe, che vengono deposte direttamente a térra." (DRCHAL 144). 3. II nostro é un uccello insignificante, come citato sopra durante la giornata rimane fermo su qualche ramo d'albero ed é molto difficile accorgersi della sua presenza 78 (possiede una notevole capacità di mimicria). Praticamente non canta è nessuno lo mangia. Tutto ció spiega più o meno pochi ornitonimi raccolti in Istria e quelli riportati nelle fonti scritte che riguardano il nostro territorio: ALI (4653) riporta le forme solamente per due località, mentre l'AIS e l'ASLEF non hanno la specie. La tradizione latina segna caprimulgus (ANDR 48). André spiega la forma come calco lingüístico greco aFjodfiTiag (traduzione ad litteram "chi succhia le câpre"): "à tort, car cette formation se retrouve dans toutes les langues: fr. dial. îette chèvre, suisse rom. allaite tsivra, ital. succiacapre, gên. tetta crave, allemand Geismelker, Ziegenmelker, Kihmelker, angl. go a t sucker, esp. chotacabras, etc." Durante le nostre interviste in Istria non abbiamo segnato alcuna forma che esprimesse il sema citato. Nei repertori triestini troviamo tetavache, composto di teta (< titta "mammella", REW 8759) e vache (< vacca, REW 9109), nell' ALI, 4653, per Ajdovščina, kozodój, composto di koza "capra" (BEZLAJ 11/75; SKOK 11/173) e doj(iti) "allattare" (BEZLAJ 1/106; SKOK 1/422). Il sema naturalmente non corris-ponde alla realtà - ce lo spiega Salvadori: "Il nome di succiacapre è derivato a questi uc-celli da ció che posandosi frequentemente in mezzo agli armenti per cercare insetti nei loro escrementi, i pastori hanno creduto che succhiassero il latte alie capre." (SALVADORI, p. 48).1 4. In Istria, nelle paríate croate e romanze, sono frequenti le denominazioni del tipo legaj (SKOK 11/285) - gli ornitonimi romanzi di questo tipo sono prestiti croati. In al-cuni paesi alla base lega(n)j viene aggiunto il suffisso -ar (nella parlata istrorumena di Villanova -aru). Skok spiega l'ornitonimo leganj (11/285) e forme simili come derivati del verbo léci "covare". Bezlaj sottto il lemma legen (11/131) riporta la proposta etimológica di Skok aggiungendo pero la riserva di Koštial. Propone anche la derivazione dalla radice indoeuropea *leg "tirare calci" (vedremo fra poco che anche questo sema ha dato un certo numero di denominazioni) e alla fine come conclusione lascia aperta la possibilité della fusione di due radici diverse. Nonostante il comportamento diurno del nostro uccello possa senz'altro essere in-teso come cova, alia lista degli etimi possibili per le forme del tipo legaj va aggiunto anche il verbo croatao ležati "giacere, star coricato". A favore di questa derivazione etimológica rivolgiamo l'attenzione alia forma lienjâk (Lindaro), se intesa come derivato dal croato lijen "pigro" (SKOK 11/926) e polegâj (Bergud piccolo), dal ciacavo poležavati "starsene coricato un poco". 5. Esprime probabilmente lo stesso semantismo anche l'ornitonimo pologâjac (Mu-nepiccolo, Munegrande), un derivato del verbo croato polagati (jaja) "deporre (le uova)" - il succiacapre depone le uova direttamente sulla terra, senza fare il nido come gli altri uccelli. i Cfr. l'ittionimo negli Abruzzi succhja pècorë "Petromyzon marinus L." (JaFa 1.1.2.1.). 79 5.1. II comportamento insólito nel deporre le uova ed il continuo spostamento di essa ha dato anche le seguenti denominazioni: istroven. portaóvi (Visignano), il sintagma dal verbo portar (< portare, REW 6672) e ovi, pl. del istroveneto ovo "uovo" (< ovum, REW 6128); ciacavo vájak (Katun), un derivato nomínale del verbo ciacavo va(l)jati "voltolare, rotolare" (SKOK III/563). L'ultima forma andrebbe nel paradigma degli ornitonimi che esprimono il sema "covare" se intesa come derivato del ciacavo valiti "covare" (SKOK III/563, s. v. valjatil). 6. II succiacapre é un uccello notturno. In otto localita viene chiamato semplicemente mrák (croato mrak "buio" - BEZLAJ11/199; SKOK 11/467); a Dobrigno nočarica (derivato in -ar + -ica del sostantivo noč "notte" (BEZLAJ 11/226; SKOK 11/522); a Suss-gnevizza gli istrorumenofoni usano l'ornitonimo kragüju de nópte, il sintagma di kra-guju "Falco" e nopte "notte" (< nocte, REW 5973). L'ornitonimo istrorumeno combada con quello croato di Promontore, nočni jastreblč, simile anche la denominazione a Seiane, pülju de nopte, il sintagma dell'istrorum. pülju "uccello" (< püllus "anímale giovane", DIV 865; REW 6828) e nopte: "Po obrisu je podobna (se. podhujka) sokolu." (GREGORI 185); "(...) njihov let (se. ležetrudnikov) je podoben letu sokolov in lastovk." (BREHMS 225). A Valle, nella parlata istriota il succiacapre europeo viene denomínate nótula (Cernecca riporta la forma ndtola), a Bivio presso Capodistria nótola (< *noctula "pipistrello", REW 5941.2). Le ultime tre forme citate nelle rispettive localita vengono úsate anche nel significato di "pipistrello" e perció potrebbero apparten-ere al paradigma dei nomi che esprimono il sema "succhiare" - il pipistrello e noto tra la gente per la sua caratteristica di succhiare il sangue delle bestie nelle stalle, cosicche il transfer semántico "pipistrello" —> "succiacapre" non dovrebbe stupire. Secondo noi pero é piú probabile che il transfer sia dovuto al carattere notturno comune all'uccello e al mammifero; da prendere in considerazione anche la somiglianza dei due volatili -specialmente perché ambedue si vedono in volo soprattutto durante la notte. 7. II sema "il fruscio prodotto durante il volo" viene formalizzato negli ornitonimi di tipo klepetac, sklepetac (SKOK H/95) e ploskavac (SKOK 11/691); cfr. lo slov. ploskati "applaudire": "Un rumoroso 'batter delle aH tra di loro' si ode frequentemente durante 1'época delle cove." (DRCHAL 136). I rumenofoni a Frassineto hanno storpiato la forma croata appena citata in plosko -la forma é interessante perché non esce in -u. Tutti gli ornitonimi finora citati di questo capitolo sono d'origine onomatopeica. Va nello stesso paradigma l'ornitonimo plehut (Dragosetti)2 e probabilmente anche il nome ciacavo lepuh (Brussich) e quello sloveno lúft (Covedo) - dal tedesco Luft "aria". 2 Cfr. lo slov. plahutati "remeggiare, sbattere le ali". 80 L'ornitimo istrioto scokaàle è un sintagma dal verbo ščokar (triest. s'clocar "schioccare, scoppiettare", DORIA 592) d'origine onomatopeica (DELI 1153: schioc-càre "agitare, muovere in modo da produire uno schiocco") e aie (pl. di ala < ala, REW 304).3 8. L'andatura barcolante dell'uccello ("Zaradi izredno kratkih nog ne hodijo, pač pa zelo nerodno capljajo" - BREHMS 225) ha dato tre denominazioni. A Gracischie ab-biamo segnato lahát.4 La forma galàt (Maresigo) potrebbe essere spiegata con la metatesi l - h seguita dal cambiamento A —> g\ nelle paríate slovene dell'Istria è comune un suono tra g e h (viene segnato con y), esiste anche a Maresigo, cosicche il mu-tamento fonético va spiegato in questo modo: h —» y —> g. L'ornitonimo pâdovac (Pačici), derivato in -ac del verbo padati "cadere" (SKOK m/615), è dovuto alla stessa caratteristica dell'uccello. 9. Il sema "bocca grande" (cfr. la citazione dal Gjurašin all'inizio del saggio) viene formalizzato nell'ornitonimo bocazo (Trieste) riportato da Doria e Kosovitz, derivato in -azo dal triestino boca "bocca" (< bucca, REW 1357).5 La forma zâbar (Štrped), derivato in -ar dal croato žaba "rana" (SKOK DI/668), come nome délia specie Caprimulgus europaeus è isolato: "(...) il nome di calcabotto poi dal posarsi sulle strade quando verso sera vi saltellano piccoli rospi o botte, che al-cuno ha creduto calcassero posandovisi sopra." (SALVADORI48). La forma belulâska (Premci) non ci è chiara. Abbreviazioni delle opere cítate: AIS - Sprach-und Sachadas Italiens und der Südschweitz, hgg. K. Jaberg und J. Judd, Zofingen 1928-40 ALI - Atlante Lingüístico Italiano, materiale inédito consultabile ail'Université degli Studi di Torino ANDR - Jacques André, Les noms d'oiseaux en latin, Librairie C. Klincksieck, Parigi 1967 ASLEF - Atlante storico-linguistico-etnografico friulano, a cura di G. B. Pellegrini, Padova-Udine 1972 3 Anche Hirtz, p. 186, riporta due ornitonimi d'origine onomatopeica per questa specie che esprimono lo stesso sema: klek (in Konavle) e klepetavac (presso Neum e Klek). 4 Cfr. "lâhati (...) 2. brzo hoditi uopce (podrugljivo) (...) U Vodicama s varijantom a - e lêhati (se), (...) 'amo-tamo tresti, gibati, njihati'....." (SKOK III/261). 5 Cfr. bokâs (Ajdovščina - ALI, 4653), derivato in -aš. 81 BEZLAJ - F. Bezlaj, Etimološki slovar slovenskega jezika, I-II (A-O), SAZU, Lubiana 1977, 1982 BREHMS - T. Jan, Brehm v barvah - Velika knjiga o živalih, Cankarjeva založba, Lubiana 1978 CERN(ECCA) - D. Cernecca, Dizionario del dialetto di Valle d'Istria, Centro di Ricer- che Storiche Rovigno 1986 DELI - M. Cortelazzo - R Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, I-V, Zanichelli, Bologna 1979-1983 DIV - M. Divkovic, Latinsko - hrvatski rječnik za škole, Zagreb 1900 (ristampa dell'edizione del 1980) DORIA - M. Doria, Grande dizionario del dialetto triestino, Edizioni "Italo Svevo" - "II Meridiano", Trieste 1984 DRCHAL - W. Cerny - K. Drchal, Impariamo a conoscere gli uccelli, Istituto Geográfico Deagostini, Novara 1982 GJURAŠIN - S. Gjurašin, Ptice, I-II, Naklada "Matice Hrvatske", Zagabria 1899, 1901 GREGORI - J. Gregori -1. Krečic, Naši ptiči, DZS, Lubiana 1979 HIRTZ - M. Hirtz, Rječnik narodnih zoologičkih naziva, JAZU, Zagabria 1938-1947 JaFa - V. Vinja, Jadranska fauna. Etimologija i struktura naziva, I-II, JAZU-Logos, Za-gabria-Spalato 1986 KOS - E. Kosovitz, Dizionario-vocabolario del dialetto triestino e della lingua italiana, Librería internazionale "Italo Svevo", Trieste 1968 REW - W. Meyer-Lübke, Romanisches etymologisches Wórterbuch, Heidelberg 1972 ROS - E. Rosamani, Vocabolario giuliano, Capelli Editore, Bologna 1958 SALVADORI - T. Salvadori, Fauna d'Italia. Uccelli, Forni Editore, Bologna 1971 (ristampa dell'edizione dell' 1872) SKOK - R Skok, Etimologijski rječnik hrvatskoga ili srpskoga jezika, I-IV, JAZU, Zagabria 1971-1974 Povzetek ISTRSKA ORNITONIMIJA: LJUDSKA IMENA ZA KOZODOJA (CAPRIMULGUS EUROPAEUS) V članku teče beseda o ljudskih ptičjih imenih za kozodoja (Caprimulgus europaeus) v Istri in na otoku Krku. Avtorje etimološko obdelal okoli 40 omitonimov, ki jih je sam zbral v vseh istrskih govorih, slovanskih in romanskih. Na enak način je avtor obdelal tudi več ptičjih imen iz literature. 82