ACTA HI STRIAE • 10 • 20Q2 • 2 ricevulo: 2002-03-05 UDC 343.7K450.8S)" IS" UN CRIMINE FEROCE ED ARCAICO NELLA SARDEGNA DELL'OTTOCENTO: LA BARDANA Mario DA PASSANO Utiiversili degli Studi di Sassari, Dipartimento di storia, 1T-07Í00 Sassari, Víale llmberto I, 42 e-mail: dap@uniss.it SINTESi Ancora per tutto il secolo XIX la Sardegna é caratterizzaia dalla presenza di una criminalita che raggiunge livelli quantitativi molto alti, scarsamente articolata, con una prevalenza del reati piú gravi e un largo ricorso alia violenta. In questo quadro va segnalata la diffiisione di un reato storicaniente típico della re.gione, la bardana: vere e proprie bande annate, composte anche di alcune decine di uomini a cavado (fra cui spesso dei banditi alia macchia), occasionalmente .si radunano in luoghi impend e deserti, e si muovono velocemente, in genere dalle zone pastorali dell'iuterno verso la pianura, per depredare greggi e assaUare case isolate o inferí villaggi, quasi senipre ricorrendo alia violenta e alie armi da fuoco, talvolta scontrandosi anche con la truppa; iazione si conclude poi con la fuga e la separations dopo la sparti-zione del bottino. Queste rapine continuarlo a verificarsi durante tutlo i'Ottocento e anzi negii aun i Novanta. in concomita/iza con la grande stag i one della crimimlitá e del banditismo neU'isola, diventano sempre piú frequenti e sanguinose, sino ad as-sumere carattere di veri e propri. raids militari, tanto che una, particolarmente effe-rata, ghwge con rilievo sidle pagine dei giortuili nazionah ed é poi all'origine del-iinchiesta Pais Serra, da cui prendono le mosse sia l'estesa azione repressiva di fine secolo sia le leggi special! a favore della Sardegna. Parole chiave: atti penali, brígantaggío, bande annate, Sardegna, XIX secolo A HARSH AND ARCAÍC CRIME IN EIGHTEENTH CENTURY SARDINIA: THE BARDANA ABSTRACT During the whole of XIX century Sardinia is still characterized by the presence of a high level of criminality, though scarcely articulated, with a majority of more severe crimes and an abundant use of violence, in this overall picture there is a misdemeanor historically typical of the region that needs to be pointed out: the bardana, 331 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 Mari» DA PASSANO. t'W CRIMINE FEROCE ED ARCAICO «UA SA*»M iNA D6I4AWTÜCENTO; . .. 331-5« that is real armed gangs consisting also of a few dozen men on horses (many of which are often undergrowth brigands). They occasionally meet in desolated and impervious places, they move rapidly, usually from pastoral areas inland towards the plain, to loot flocks and attack isolated houses or villages by usually resorting to violence and to firearms as well as sometimes running into troops. The action rounds off with a breakaway and with parting after the splitting of the booty. These robberies continue throughout the XLX centiay and during the IS90's, when the so-called "season of criminality and bandits" bursts out in the island, they become more and more frequent and. bloodier almost reaching levels of real military raids. A particularly violent one was even reported on national newspapers and was also the starting point of the Pais Serra enquiry, from which both the end-of- the-century extensive repressive action and the special laws in favor of Sardinia originate. Key words: penal act, robbery, armed, band, Sardinia, 19,h centiay la ricordo di Edoardo Grendi 1. Se si ha la pazienza di scorrere le cronache criminali della Sardegna ottocente-sca si ha spesso l'imprcssione di rivedere, anche se i costumt sono divergí, qualcuno dei tanli film western, di sene A o di serie B poco importa, di cui quanlo meno molti maschietti della mia generazione, credo che conservino un vivace ricordo, legato alie domeniche dell'infanzia o dell'adolescenza trascorse nella visione di vecchie pellicole spesso mutile e danneggiate in fumóse e scomode sale cinematografiche di periferia (o. talora, parrocchiali). Non manca nulia, ce solo l'imbarazzo della scelta: dalle contese imercomunitarie per lo sfruttamento dei pascoli, che talora sfociano in sanguinos i scontri arma ti collettivi, a quelle tra allevatori e agricoitori, dai banditi che vivono indisturbati alia macchia alie taglie per chi li cattura o li fa catturare, dagli as-salti armati alia diligenza ai furti di bestiame, dai contrasti fra gruppi familiari, che si sviluppano in una serie infinita e sanguinosa di vendeue allargando il conflitto taí-voita sino a coinvolgere intere subregioni, agli occasionali e sporadici intervenli della truppa con il ricorso a mezzi sbrigativi e inútilmente severi contro gli indigeni, privi peraltro di reale efficacia a medio e íungo periodo. Alcune narrazioni rendono particolarmente suggestiva questa somiglianza. Cito qui, ad esempio, due solí episodi; il giudice Giuseppe Lomellini racconta cosi l'arrivo a Fonni di una "colonna volante" inviata nel 1809 per porre fine ai disordíni e agli scontri fra gli abitanti di que! paese c quelli di Villanova e Villagrande Strisaili per ragioni di pascólo: 332 ACTA HtSTRlAE • 1(1 • 2002 • 2 Mario OA PASSANO UN CRIMINE rEROCli 1:0 ARCAICO NELLA SARDEGNA DF.LLOiTOŒfv'TO . .. 331-366 si entró questa maniría con tuna la /orza annata in qi testo villaggio senz'otnbra di resistenza. e tutti gli abitanti in mcissinia parte perô donne erano suil'orlo del viliag-gio. ed alie porte delie loro case vedendo defüare la truppa con aria tuesta, e pieni di timare; all'avvicinarsi della truppa ne' contorni di Fotmi. presero ilpartito, che già si era previsto, di audarsene al monte, e nella Baronía. (Da Passano. 1998, 451 s.), La Marmota riel suc itinéraire racconta che, sulla sitada da Nuoro a Siniscola, dopo aver subito una rapiña, si era rimesso in viaggio con i! suo servi tore e la sua non molto esperta guida indígena e aveva chiesto la strada ad "une vingtaine de gaillards", tutti armati, che aveva scorto appostati sulla cima di una collinetta, quasi come apaches sul costone di un canyon; questi per tutta risposta gli avrebbero fatto segno di avvicinarsi, ma egli, reducedaíla precedente avventura, aveva preferito allon-tanarsi rápidamente (La Marmara, 1860, ií, 205). E anche il reato oggetto specifico di questa ricerca, come si ved ra, presenta forti analogie con i fatti, più o meno immaginari, raccontati in quei film. 2. La criminalita, nella Sardegna fia Setle ed Ottocento, è caralterizzata da attività deSittuose particolarmente gravi e diffuse, sia socialmente sia territorialmente, inco-raggiate dalla facilita di sfuggire alla "giustizia vendicativa" e dalla protezione so-ventc accordata ai delmquenti dai potcntati local i; e ancora va ricordafo ii rilevante e írnsolto fenomeno del banditismo (Senes, 1911; Day, 1979; Doneddu, 1991; Matto-ne, 1991, 365 ss.; Doneddu, 1993).1 La situazione tende a rimaneie la stessa anche nella prima metà delI'Ottocento: Giuseppe Puggioni e Nereide Rudas riassumevano i risultatí di un'mdagíne condotta sui fascicoli processuali della Reale Udienza relativi al periodo 1800-1.829, sostenendo che "le caratteristíche possono essenzialmente es-sere indícate nella gravita, relativa uniformité c scarsa articolazione interna della fenomenología criminosa" (Puggioni, Rudas, 1972, 9 ss,). E queste osservazioni possono certamente essere estese anche agli anni seguenti, almeno sino alla metà dei secolo, stando ai risultati delle rícerche sin qui condotte (Da Passano, 19S4, 84 ss.). A partiré dagli anni venti delI'Ottocento profondi mutamenti ínter vengono a cambiare la struttura economíca e sociale della Sardegna, intaccando a fondo l'assetto foridiano tradizionale, ma queste riforme, anche per t modi in cui vengono attuate e per gli abusi a cui danno origine, favoriscono i grandi proprietari e immíseriscono ancor di più una larga parte delía popolazione, finendo col peggiorare ulteriormente la situazione generale dell'Isola e con l'essere causa di gravi turbamenti sociali. La stessa rinuncia all'autonomía e la "fusione perfetta" con gli Stati di Terraferma, in una situazione di grave cnsí economíca, anziché produrre i benefici effetti sperati, porta a nuove tensioni, accentuate poi daU'introduzionc di altri provvedímenti legi-slativi nel ventennio seguente. L'insieme di queste mísure favorisce la formazíone e lo sviluppo di una borghesta cittadina, ma anche l'emergere di "gruppi paesani sem- 3 Per una ricca bibliografía sulVargomento ín generale v Puggioni, 1971; Marongiu, 1981, 1.89 ss. 333 ACTA U1STRIA1C • 10 • 200 2 • 2 Mari« DA PASSAN'O.- UN CRIMINE l'CKOCE fin ARCAICO NCLLA SAkDI-GMA DRIXXJTTCK. t-NTO: - ..331-ÍW> pie piü potentí e piü spregiudicati", che applícano "alia propria strategia ¿'incremento del reddito le stesse ¡ecniche di rapiña e di víolenza che sono proprie dell'antica so-cietá pastorale"; contemporáneamente i ceti emergenti sanno trovare "alleanze sem-pre piü frequenti col potere centrale" e gestiscono in prima persona il potere político a livello lócale; di fronte afl'abuso* al ricorso alia forza, alie complicitá e protezioni politiche che consentono l'amcchimentó di alcuni, si sviluppa la ribellione. spontanea e disordinata, di tntere comunitá che vedono diminuiré drásticamente le proprie pos-sibilítá di sussistenza (Brígaglia, 1971, 68 ss.). E" da qui che trae origine una marcata recrudescenza dei fenomeni criminali e lo stretto legame fra banditismo e lotta per la térra; cominciano allora a mcnifestarsi quellí che saranno a lungo tratti caratteristici del "banditismo" sardo (Brígaglia, 1971, 76) e comincia anche la stagione dei primí grandi bandíti e della loro miti2zazione, sía a livello coito sia a livello popolarc.2 Fra il 1887 e il 1895 la Sarde-gna, dopo un periodo di ¡Ilusorio svituppo, coitosce inoltre una gravissima crisi fmanziaria ed economica (Tomolo, 1995, 64 ss.; Conté, 1995, 140 ss.) e questa nuova situazione determina i! boom crimínale di fine secolo, caratterizzato dal nbellismo dei piü poveri rirnasti esclusi dagli accaparramenti degli anni precedenti e dalla sírumentalizzazione del la loro vocazione alia violenza da parte dei piü ricchi e potenti (Brigaglia. 1971, 98 s.). Criminalita e banditismo, ormai stretti da legami inscindibili, raggiungono livelli qoantitativi e qualitatívi estrema-mente preoccupantí; il dato di maggior rilievo é pero il salto di qualita che si e com-piuto3: i mandanti, glí "imprcsari dei delitti", come li chiamera País Serra (País Serra, 1896, 74),4 sono in genere benestantí, coilegati con i gruppí di potere local! e regionali. protetti da funzionari e amministratori pubblici legati a queste consorterie (San-tini, 1884. 140: Niceforo, 1897, 177 s.); li ñancheggiano e li sostengono gruppi di latitanti stabili che di volta in volla assoldano gli esecutori, in genere miserabili di-sposti a tutto in cambio di poco; e attraverso questi sistemi si creano nuove ricchezze o si incrementano quellc giá co.stituite con mezzi piti o meno leciti e si instaura un dominio di fatto su tutta la vita sociale (Pais Serra, 1896, 73 ss.; Todde, 1895,16). La sopraffazione e la paura arrivano sino nelle aule dei tribunaii: é dif'ficiíe infaui trovare testimoni, soprattutto da quando é stato aboiito il giuramento, ancor piü diíTicile é farli deporre in tribunale (Corbu, 1973, 92 e 118, Niceforo, 1897, 180 ss.), problema 2 Ctr. ad es. Costa, 1897, in cui lo scrittore sassarese premette ali'autobíoByafia dettatagii dair'uliimo bandito sardo" alcuoe Pagine sloriche sui banditi del Logtidoro. 3 Giá allora Todde, 1895. 5 s., riíevava che "... comunquc la sicurez/a pubbliea abbia sempre lasciaio i|ua moíto a desiderarc, puré anni addietro sarebbero stali ingjuslificati i motivi di aliarme prodotti dai recenti reati ... La Sardegna aveva ¡1 brmdiro; direi anzí che nell'elñ moderna esso é un tipo sardo-corso, ma le era ignoto ¡1 brígamc ... ¡ briganti del giorrio uccidono anche senza causa o per il solo scopo di rapiña vecclii e darme, aggiungendo a|)a crvdellá il drleggto ...". 4 Le parti dclla Relazioue speciíieamente dedícale alia pubblica sicurezza (4Í-71 e 134-143) sono síatc poi rípubblicate anche in Sorgia, 197 í, t67 ss 334 ACTA HISTKlAl; < [O • 2002 • 2 M*te DA PASSANO. UN'(KIMWbFERÍXIÍ SD ARCAICO NliLLA SARDEC.NA ÍJELLOTTOCENTO; .... 331-3» peraltro presente anche tn passato (Da Passano, 1984, 21J s.; Da Passano, 1992b, XLV s.), e le clecisioni delle giurie sono pesantemente conclizionate (Corbu, 1973, 98; Onnis, 1898, 361 s.; Niceforo, 1897, 170 ss.). Non solo, ma, ¡n mancan?,a di risposte adeguate, di misure che cerchjno di affrontare le cause profonde del problema, e di fronte al ricorso a interventi puramente repressivi, spesso indiscriminati ed arbitrari, queiii che quasi sempre sono (o sono di-ventati) soltanto degli assassini feroci, deí grassaton spietati, dei ladri prepotenti, che agiscono nel proprio interesse o piü spesso per conto di altri, senza aver nulla del mitico Robin Iíood,5 vengono in qualche rnisura nobilitati e ideaiizzati, dimenticando cosí "le connessioni fra banditismo e sistema sociale ed económico della Sardegna, specie della Sardegna interna" (Brigaglia, 1971, 128; v. anche Rossetti, 1981, 155 ss.); di questo percorso si possono fácilmente seguire le tracce tanto nelie poesie po-polari quanto nella ietteratura coita, sino alie piü recenti teorizzazioni sui bandito sardo come "bandito sociale".6 3. In questo quadro diammatico colpisce in modo particolare la sopravvivenza, cd anzi il progressivo intensificarsi, di un tipo di reato particolare, storicamente caratteri-stico dell'Isola, che ormai non trova piü riscontri in altre regíoni italiane, la bardana (o anche vardana), termine che sembra richiamare la parola dell'antico toscano guatdana (razzia a cavallo ín territorio nemico) (Wagner, 1960-64,1, 178; Brigaglia, 1982, 181): vere eproprie bande armate,' che arrivano a contare anche molte decinc di uomini, fra cui sovente qualche bandito, si riuniscono nottetempo fra le montagne, dirigendosi poi verso un paese non necessariamente vicino, con trasferimenti che possono es ser e anche molto lunghi. talora per depredare intere greggi o case isolate, ma il piü delle volte (e sono questi i casi piü clarnorosi di cui nn occuperó specificamente) per entrare in 5 Sulla vita e le azioni dei mimerosi banditi di qticgli anni, all'oriaine della cui camera c'é spesso la ne-cessiii di vendiente un tono vero o presunto, v. Sanna Salaris, 1902: Farris, 1914, Brigaglia, 197 i; Marongiu, 1981. 6 V. per lutti IVÍarongiti, 1981; Rossetti, 1981 ritiere che aletine forme di criminal!ti siatto efíettiva-mente legate alia lenta contra la privatizzazione delle terre,"... azioni di guetriglia coníro i prmápales e i'apparato repressivo delio stato che ¡i appoggiavn ... una espressione tlelfa ¡olla conito lo sírapotere dei prínzipaUs e cumio l'ordinamento esistente, basato (...) suita dupli.ee violazione del diritto consuetudinario e della legge delíostato...", ma a propositodelie teorizzazioni sul carattcre resisLenziale e sociale dei banditismo sardo, scrive:"... qucsia iníerpretazione ignora un elemento decisivo: in Sardegna i banditi sono entrad in contallo con i gruppi c i "quasi-gruppi" dominanti nelle arce dove opera-vano e haiino stretto alfeanza con essi. Questi gruppi facevano i "mediatori" tra il sistema internazio-na le (il mercato interaazionale) e quedo nazionale dominante, per un verso, e il sistema político e eeonomico lócale per l'altro verso Questo fenomeno (...) non fientra nello schema del "bandito sociale" ..-". 7 Niceforo, 1897, 75 ss., 81 ss. si diffonde a lungo sulla passiore deí sardi per te nrnii e per la caccia grossa (cioé al cinghiale) che "non si organiza in modo diverso di qud che non si organizzi una gras-sazione". Sull'abitudine getieralizzata di cjrcolare armad e sulla diffusione delle armi da fuoco e del loro uso a finí criminosi, v. Da Passano, 1981-83. 335 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 Mario DA PASSANO: UN CRIMINE JT-ROCIi ed ARCAICO NF.U-A SaROECKA DEU.'OT'WUNTO: . .>.31-36« qualche villaggio, lerrorizzandone gli abilanti con urla e sparatorie. e penetrare sfon-dando la porta, le finestre O i muri nellabitazione di qualcuno. ritenuto benestaiHc, per snccheggiarla, rtcorrendo con extrema facilita alfa violenza c alI uso dclle armi. sia contro le viuíme predestínate e la loto servitu, sia contro chiunque cerchi di opporre qualche resistenza, sia contro la forza pubblica che casualmente si trovi o arrivi sul posto. fatto i! colpo, qualche volta ia banda mueve verso un 2.1 tro obbiettivo, ma in genere fugge e si scioglic, salvo a ricostituirsi in una qualche alira occasione. Secondo Vuil-lier. in caso di suecesso, dopo la fuga "la divisione del bottino non si fa subito; s¡ affida il denaro a un bugone? ricettatore, e il grano vien nascosto sotto terra. Più tardi i capi distribuiscono ai loro uotnini quel che spetta a ciascuno" (Vuillier, J930. 61): ed effet-tivamente. idmeuo nel caso della bardana di Mamoiada del 1871. il giorno dopo cara- | binieri e soldatt. seguendo le tracce dei rapinatori sino ai salli di Orgosolo, riescono ancora ancora a recuperare una parte della refurtiva ( As, 3 giugno 1871 ). 11 formarsi dclle bande, e il loro modus operandi nell'esecuzione di questo tipo di impresa crimínale viene concordemente descritio e denunciato da moltí contemporánea si possono ncordare ai riguardo l'abate Angius,*'' Siotto Pintor,10 un consintiere | comunale nuorese.1 f due procúralo« del re di LanuseiJ2c di Nuoro,13 un procuratore ...................................................- 8 l>i realtíi ¡I termine significa piutiosto "spía", etl c lonetiamentc usain in tal senso da Niceforo {v. infra n. 32}: efr. Wagner, 1960-64.1. 238 jj 9 Alla vuce Canuta, l'abate Vitiorio Angius serive: "... Se la preda non veniva da sé sotto Se loro mani anda va no a cercarla, e si operavaoo quelle bardattai. come essi dicevario gli abigeati d ínteri b ¡anchi, o assalivano la casa di qualche ricco e facevano hollino . '(Casalis, 1833-50, IX, 156) 10 Siotto Pinior, sostenendo che "di b.tnde armare era l'isola preña", aggiunge che ne¡ primi anni Qua- ranta "... forli squadnglie non si perita vano «finvadetc le popolazioni e predare le case dei ricclú, ver- • sando il sangue di coloro che resistere ardivano ..." (Siotlo Pintor, J843-47, 373 e 427). 11 Cosí dice i! consintiere Crcbu nella seduia del 17 novembre 1856, dedícala a disctitere se chtedere al govemo lo stato d'assedio ' Noi tutti conosciamo le cointinue devastazioiii de: possessi, le aggres-siotli alie cose, 1c numeróse uccisioni nelle case dei pacifici ciusdini: .Non vi è forza capace di resiste- re alie bande di uriquunta o ottanUi grassaton che danno assalto ai Comuni..." (cií in Niceforo, 1897, f 21) 12 "... questa dclcstabilc ribaldaglia, quamunque compressa e dapperiuíto aggirata, più ardiia ed imponente percorrc; le nostre laude e le più remóte incontrade in cerca d'avida preda, destando ovunque i! suo terft>re, con porte a sacco quanta ad cssa talenta, lordandosi sovente di sangue innocente c depauperando agíate famiglie, nelle quali lasciarono il tullo e la desolszione. Anche nm Jobbiamo deplorare le lutluose grassazioni che purtroppo si avverarono reí noslro circondario colle numerase hande ármale che audacememe si imrrKlussero entro eospicue abitazioni, e nell'inlerno degli stessi popolati..." (Muías, 1808. 16). 13 "... anche quest'anno ci funestarono due grassazioni in banda arma ta. reato fra tutti gravissimo, cüinetht sia evidente prova della baldanza dei malfattcr;, i quali avendo agio di concertare pruna na loro l'opéra nefanda, piombano poi nella notte siabilita sulla casa desígnala t metiendo a rumore il villaggio. tncutenilovi lo spavento e l'orrore. fra il fréquente tempestare dei colpi di scurc suite porte, fra un vivo e ben mamenuto fuoco di moschetteria, alie grida di comando d'incoraggiamciuo e di minaccia cui si uniscono quelle dclle viltime imploranti il risparmio della vita, riescono a impOises-sarsi del bottino t spariscono poseía senza la possibilità d; arrestare l'opéra scellerata ..." (Caboni, 1879, 19). 336 ACTA HlSTRlAli • J O • 2002 • 2 Mario DA PASSANO UN CRIMINE FEROCE ED ARCAICO NEU.A SARDF.GNA DEU.OTTOCENTO:.... J?l-.i6fi general© di Cagliari.14 ¡1 pittore Vuillier,15 Giovanni Saragat,16 il direttore de! mani- 14 "... quellc rapiñe clamorosc. per ie quaíi da numeróse bande di malíattori arrnati. raceolte da vari iuo-ghi, si occupa quasi militarmente tm pese o parte di esso, si intimidiscono con meessanti ludíate gli abitanli, si sostiene sanguinoso cortflílto colla forza pubbíica, e iící fervore delta lona impegn3ta nelle strade aleuui dei malfaltori sea la no i muri, rompono :¡ cotpi di scure le porie. penetrarlo nelie abitaao-ni e consumaua la depredazione. versando anche non di rado sangue innocente .." (Corrías, 1900, .13). i 5 "... di. tanto in tamo s'armano, la notte (...}; luí ceíititiaio di essi piombano su una qualunqtie borgaia; a colpi di fucile spaventano gli abitanti súbito svegliati; tí poichí i paesaui se rsc stanno quieli nel focóla-re, invadono la tasa del pairoco o d'un nolabile; essi gli lendono i piedi su un bracicre. lo Sgozzano anche c rnettono la casa sossopra ... I capí che la comandano. poiebe ve. ne souo vari, non si coitosco-no fra di toro; ciscuno conduce per sé deglí uomini, ben scetti e sicuri. Questi capi si riuniscono in consigüo di guerra nel moellone, pressoTeti e i! segnate trigonométrico di La Manttora. Al momento stabilito giungono gli uomini, coi volto iinbtatiato di fuligine o nascoslo sotto un cappuccio ñero: sará atlora aíl'iiicirca la mezzanolte o l'una. Riunita la sciñera, gli esptoramri vanno avanii, e se nuíla inquieta o fa tomare irtdietio i capí, gli assaiitori si precipitado lanciando grida selv.iggie; essi uriana con tutto i! flato: Nisciun« béssndal (nessuno esca). Poi. sparauo c sparauo incessantemente; mirando a tutte le finestre che cri villano di palle. Nel ftattempo che una parte grida e spara, altri, armad di scu-ri, di leve edi picche. attaccana la porta delta casa. Si odono allora grida lamentevoli, appelli dtspera-ti: Agiuioriu! agilitaría! (Aiuto! atufo!). La pona vola in pezzi, e si amazzi o no, la casa viene rovi-stata da un capo all'altro, e tutto quel che v'é da portar vía, rubaio. Allorche il padrone di casa rifiuta di indicare il luogo del nascondiglio, o se finge d'esser povero, i grassatori, che non sono nc aecomode-voli n¿ creduli, acceisdono un braciere e vi "affumano" i ptedi del proprietario; s'egls continua a lacere, lo metiono a sedere nella brace ... Allorché ta grassazione é finita, la casa saccheggiata e rovinata, le viltime elle gridano in un angoio, gli abitanti del villaggio che [remano di paura dieíro le porte e le íi-nestre chiuse, i bandili si disperdono: 6 rsecessario che ciascuno riíorni aH'oviie o al villaggio prima del gramo ..." (Vuillier, 1930,59 s ). In realta dalle altre lestimoniaoze raceolte risuita certamente un difftiso ri corso alia violettza per eostringerc le viltime a ri velare il nascondiglio dei loro nveri, ma non a un mezzo del genere; probabiímente, visto che Vuilíter ¿ francese, si natía piuttosto di un'eco del le gesta critninali degli chauffeur? di fin- Scttecento, il cui nome deriva va appunto da cali praticlie e il cui ricordo era ormai éntrate come una sorta di mito nella memoria colleítiva, in particolare a seguito delle imprese della banda di Orgéres, che per una decina d'anni aveva leirorizzato tre interi dtparts-metui a sud-ovest di Parigi: cfr. in proposito Cobb, 1972, cap. V; Zysberg, 1988, 639 ss. Una sola test ÜDOnianza «testa il r i corso (inutiie) a un mezzo símile o ad altri piu fafltasiosi: "... So duna vccchia clie fu falta sedere su rf'un trepiede airoventato. ma favarizia poté in leí piít del fuoco e non parló. Un [»rete del circondario d'Orislano, raccontando una grassazione
  • arcaico nti.la sardegna dell'OTTOCENTO: .... 3J1-3« comío di Cagiiari Sanna Salaris;J7 anche Cesare Lombroso cita "le grassazioni a guisa dei clan scozzesí o delle tribù árabe della Sardegna" (Lombroso, 1889 L 63; Lombroso, 1894, XVÍII) e Alfredo Niceforo18 e Auguslo Bosco19 parlano de.l fenómeno, ricollegandolo aü'aíavismo e agli usi di altre popolazioni barbare e primitive.-0 torture, perché dica dove è den .tro'... E mianto per non perder tempo, i più attendono a svaligiarc ¡a casa caricando sui cavalli bi.incheria stoffe. pósate e quaruo è lucentc che possa parère d'oro o d'argenlo ... Finila ía razzia, rimontaao m arcioiie e via di corsa ... falto il coípo, ciascuno Joma al suo ovilc, le armi scompaiono e il buon pastore riprende il stso posto die tro si siso gregge, pronto ad offrirc una sco-della di laite ai carabinieri in perlusttazionesiille tracciedella banda ..." (Saragat, 1895) 17 "... [un'altra associazione). dir6 cost, temporánea, se ne stabilisce, soprattutlo ira pastori. a scopo di furto, qliando si vuole compter? una grassaziotie a danno di qualche danaroso proprieiarjo rurale ... In una tiotte d'inverno piomba ncl paese una numerosa banda, composta talvolta di un centmaio di mrJ-viventi, racimolati qua e là dai capi ctie li prowedono di armi Presa posizione agli sbocchi delle vie, e blocoata, ove esista, la caserma dei carabinieri, ad alie grida e con un fuoco ben mitrito contro le porte e le finestre seminano sgomento nella popolazione cd irupediscotio che alcun soccorso giurrga alia viitima, intuito che qnelJi arman di scure ne sforidano ta porta d'inzrcsso e penetrano in casa, facendo man bassa $u quanto vi sí trova, e rnalmenando C Irucidando gli inquiiini, quândû da paite loro viene opposla resisteiiza ..." (Sanna Salaris. 1902, U0 s.) 18 V. ad es. Niceforo, IS97, 28. 43 s., 46. 65: "... ailoia la banda si organiza e scende nel Capuíerra o ne! Campidaiici di Cagliari. si getta alia campagna per evíiare scontri con carabinieri. piomba suJ luogo in questiorie, agiste, e rapidissimamenle si rilira per ritomare, in ordine sparso, aile proprie eapanne delle montagne di Villacidro ... Quei montaran corrono all'assalto di una diligenza, con la stessa acre gioia con che ruerna normale dii la caccia al cignaie, cssi organizzano una spedizione arpíala centro un viilaggio, con lo siesso entusiasmo con c.ui le tribù primitive schierate sotto i toiems simbolici, guc-rreggiavano (ra loro II fiero abitatore del Cíenoargentu che dopo essere sceso alia pianura 5 avervi portalo il tenore delta grassazione e delí'omicidio loma - nella primavera - a casa e narra ai figli, ai nipoti, le audaci imprese e se ne gloria, menlre gli amict e i parenti lo guardatio con amrnirazione e gli invidiano 5e sue gesta, non è forse un individuo a cui la psiche atavica ta sembrar glorioso e forte ctó che nella tribu primitiva si considerava onore grandissime cd oagi, per contrario, è punito dal códice? ... .s'a bardana, che è la forma tipica c tradizionale della grassa/.ione salda, appartiene alio slesso tipo di razzia che modemi viaggiaton deU'Africa narrano aver vislo ne! contirienle ñero presso i popoli primiiivj ... U Tartaro ha sete di rapiña e di saccheggio, tutie Je in vasi oni degli Sciti furono sernpTe anímate da isiinto feroce e distruttivo, le xcorreric Mongole raostrano la forza ahituale contralla da quei pastori al sangue, le irruzíoni Unne portano seco, come alto ideale, l'omjcidio, appunto come le orde dei Tartarí e le tribù dei Beduini della Siria. Cosí gli Usbecchi si davano aile rapine con l'ebrezza di una caccia, nelle orde di Casatehia, nel Turchestan, che si getiano sulle frontière della grande Bucearía. Tutto ció è caratteristíea deíio slrato sociale arcaico di cui parliamo, e il clima morale di tuüo ció perniane nella Zona delinquíate .,.". 19 "... In Sardegna, le condÍ2Íoni fisiche ed economiche d el l'isola (...) concotrono, con aitre cause sociali e storiche, a conservare alia delinquenza contro la prapricià il suo caralteie niedioevale, ossia di de lilto contro la proprietà e contro le persone ad un tempo. Il furto a mano annata e la grassazione, o individúan o commesse da. bande che si ritmiscono per assaüre dispersi casolari od anche iniieri viilag-gi, e poi wsto si disciolgono, avvengono in Sardegna piii spesso che altrove, e la potizia e la giustizia riescono impotent! a prevenire ed a puniré simili reati..." (Bosco. 1903.29). 20 V. anche Saragat, 1895: "... Questo falto, reentre è ¡Ilustrativo delle condizioni della pubblica sicurez-za in Sardegna, mi offre esempío per spiegai vi come si organizzano queste bande e come si compiono queste imprese che hanno raffronto con le razzie nelI'Abissinia ...". 338 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 Ma¡¡o DA PASSANO: 1¡N crimine feroce F,0 ARCAICO NELLA sarijkgna DELL'OTTOCF.NTO: 331 -J« L'analisi piü dettagliata é pero quella fatta da! deputato Francesco País Serra;21 que-sti, che nel 1882, in un'interrogazione, aveva giá denuncíalo fra i'al tro l'attivita nel-l'Isola di queste bande armate,22 nella sua Relacione deU'inchiesta salle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna, si sofferma a iungo sul reato in questione, descritto soprattutto nella configurazior.e piti "industríale" che é venuto assumendo alia fine deH'Ottocento: la esecuzione stessa é singoiare e propria alia Sardegna. Appena é noto per in-formazioni che tale o tal altra persona agiota é in possesso di somme o valori di-screti, si organizza la banda, aprendo, per casi diré, un arruolamctno segrero, di cui gli agenti sono qtiasi sempre pastori, o persone pregiudicate ¿le! paese, Gli arruolati per lo piü non conoscono né l'obbienivo dell'impresa, né molte volte si curano del bottino, perché essi sono assoldati con salario fisso, di. cui una parte viene talvolta pagata anticipatamente, e sempre sono anticípate le spese di acquavite, cibarie, ta-baccki, munizioni. Spesso provenienti da diverse contrade, sono ignoti gli urti agli altri, e arrischiano la liberta e la vita per pochi soldi, solo fidandosi in quedo spirito, non di leaitá (.,.), tita in quello spirito difede reciproca, di solidarietá fra di essi che ancora permane incorrotto nelle riidi popolazioni montane (...). E' dunque una specie di mobilitazione misteriosa delle forze antisociali; compagitie di ventura del delino! II convegno é determínalo in un punto dato, scelto con prudenza tattica, in modo che la radunata e il concentramento si eseguisca senza. ostacoli e senz.a la-sciarsi scoprire dall'autoritá. Adora vengono impartid gli ordini, date le istruzioni; e la banda, forte talara di. 50 o 60 individui, muave all'assalto del punto indícalo, non piü nascostamente, ma con aperta violenta, sparando colpi per intimorire il villag-gio, e talvolta operando divershn.i, e persino assaltando ta caserna dei carabinieri, mentre il corpo d'operazione entra nella casa designara e fa bottino, uccidendo chiunque resista- Cornpiuto il misfatto, rápidamente, come si sono riuniti, si separa-no e. rientrano nei loro villaggi, quasi sempre a distanza grandissima dal Ittogo del delitto (País Serra, 1896, 51 s.). 4. Ved i amo ora in dettaglío qualche esempio, senza nessuna pretesa di comple-tezza. Nell'agosto del 1839 una trentina di fonnesi e orgolesi assaltano una casa a Nu-raxinieddu (Da Passano, 1984, 117 e 231); altre bardane, consúmate o teníate, si re-gistrano fra il 1839 e il 1840 a Sadali, Esterzíii e Setzu (Da Passano, 1984, 231); nel 1844 a Palmas ARCAICO E1.í.A SARDECN.a OECCOTIOí ENTO. . -il.jmi Irgolt, dove "un numero considerevole d'incameratori favorití dalle tenebre" attacca per ta second« volta la casa "d un onesto contadino". ferendo un suo servitore [Ich. 23 e 30 setiembre 1856); nel 1861 a Magomadas. dove fallisce un tentativo contro la casa del vicario parroechiale, "tenuto comunemenfe in fama di danaroso" (Imp, 9 giu-gno 1861); nel 1864 a Villrmovafonu (As, 5 luglio 1864); nel 1866 a Oraní, dove una quarantina di orgolesi e oüanesi assaltano la casa di un fabbro che viene "dcrubato di una piccola somma in denaro, di varii oggetti di valore in oro ed m argento, e di qualche effetto di biancheria; il tutto peí complessívo valore di 500 lire" (CS, 4 di-cembrc 1866), e a Bottida, dove una banda di circa 60 persone, "che alia foggia di vestire si é crédula di essere composta d'Olíanesi, Orgolesi e Nuoresi", círconda il víllaggio e assalta la casa di due "negozianti";2-' nel 1867 a Tresnuraghes, dove una vcntina di armati assalgono la casa dell'esattorc "penetrandovi mediante rott.ura di porte e fmestre" e scassinano la cassaforte impadronendosi di 15.0000 lire, mentre "l'esattore colla sua famiglia ebbe appena campo di salvarsi saltando fuori da una fi-nestra" (CS, 31 agosto 1867); a Irgoli, dove una trentina di persone deprcdano tre case diverse. venendo respinti a fucilate nell'ultima;24 a Fluminimaggiore, dove per due volte in una settimana si tenia di rapiñare le paghe degli operai della miniera e resta ucciso un servo che cerca di opporsi (CS, 17 setiembre 1357); a Girasol, dove una quarantina di armati assaltano la casa det vicario parrocchiaíe, feriscono lui "per mezzo di lunghe lesine" e "la di lui serva" a colpi di scure, rubando circa 500 lire (CS, 16 e 17 ottobre 1867); a S. Sperate, dove una trentina di armati rapinano 10,000 lire e atcuni oggetti a un anziano sacerdote "che godeva fama di uomo assai danaroso" (Gp, 3 e 7 marzo 1867); a Neoneli, dove fallisce un tentalivo ai danni di un anziano "benestante proprietario" (Gp, 5 novemhre 1867); nel IS68 a Suelli contro la casa di un notaio (Gp, 15 gen na i o 1868), a Samassí contro quelia di un vecchio e ric-co sacerdote (CS, 2 febbraio 1868) e a Illorai contro quella di un altro prete, col fermento di due persone (Gp, 14 maggio 1868); nel 1869 a Lei (Corbu, 1973, 90) e a Mamoiada, dove una banda di circa settanta persone, divisa in due squadre, assedia la caserma dei carabmieri e assale la dimora deli'esattore;25 nel 1870 a Silamis, dove 23 "...Per incutere timóte e perché nessiino accoreesse in ajuto, furono fatli cía 500 e piu spari. Intanto venne da queso briganti scasshata e atterrata la pom de! negozio dei fraíelJi Seu, e sorpresi questi nella prima ora ciel souno, furono iegaii alie mani t a' predi, e tninaeciati di venir uccisi qoalota emel-lessero un gridod'ajuto ... La toro bottega ñt svalígiau di tutto quant« conlencva, cioè di tutte le merci e dei denan che calco la odosi it bottino ira denaro c merci in L. 20 miia ..." (CS. i5 dicembre Ifiôû). 24 "... uno dei ladri, anzi potrei dire anche tre rimasero leriti, c forse oggi saranno ai campi eíisi: t cií> per rclaziottc che si sente in questo píese, perché mancanti tre individu! nef vilíaggio di Ülicna ..." (CS, 31 agosto 1S67). 25 CS, 4 ottobre 1869: i rapinatori si impadrotiiscona soltanto di un revolver, tre pistole a una carina, un orologio d'oro e, scassinata ta cassafarte, di circa 200 lire, mentre l'esattore, armato di pistola, riesce a nascntidersi in una soffitta con la domestica e un sacco da viaggio con 40.000 lir« "di spettanza gover-nativa". 340 ACTA HISTRIAÈ • 10 • 3002 < 2 Miijjo DA PASSAN'OillN CRIMINE l-EROCE ED ARCAICO N'BI.IA SARDEGNA DELL'OTTÜCENTO , 1ÎI-M6 almeno ottanta uomini occupano ¡1 paesee uccidono un "agiato proprietario, e cassiere di que! comune". saccheggiandone l'abitazione (CS, 7 e 10 maggio 1870); nel 1871 a Mandas una vend na di armad cercano invano di depredare la casa di "uno dei primi proprietarj del Comune ', lasciandoun morto sut terreno (As, 20giugno 1871), e nel periodo di sei niesi (...) i conmni di Siapicciar Pirri/(} MamojadaSerri, As-solo, Desido, Romanae. Borore furono funestan da irruzioni cosí scandalose, sen-zaché 1'acc.orrere detle persone, e talvolta anche della pubbtica forza. riuscísse ad impediré la cons/tmuzione di sijfatte violenze. Pare va quindi che I'asilo domestico non fosse pià sicuro da coiesti assalti scellerait, e che la forza morale degli agenti delpubblico potere non bastasse a scongiurarli (Bartoli, 1872,56). Con l'escalation della criminalità sarda neli'ultimo quarto di secolo anche le bar-dañe conoscono un'evoluzione: le modalità d'intervento si fanno più raffinate, meno primitive nelie modalità degli assalti, ma sempre egualmente feroci, tanto che Pais Serra, dopo aver osservato che comunque quel tipo di azionc "neila sua esecuzionc ha un colore d'impresa guerresca che si riatlacca alie tradizioni dei popoli primitivi della Sardegna", sostiene che la recrudescenza di questo fenomeno è dovuta anche "all'innesto, per cosí dire, militare - dopo l'istituzione della leva - sul vecchio tronco deil'antica selvatichezza" (Pais Serra, 1896, 50. 286).29 2(i V. anche As, 19, 21 e 24 aprile 1871 Vas salto avviene in due tempi, una venlina di "facinorosi", "uomini dalle barbe posüecje e dalla falta e lungri thioma, con il capo coperto di un gran la/zotetlo, armati di tutlo punto", secondo il rapíñalo "tutti vestiti alia tivxeiifesa, (...) tutti armaíi di fucili e pistóle, meno due che avevano alia cintura lunghissimi coltelli", si ¡Rttfoducono nella casa di un "negoziante assai dovizioso", sequestratio il proprietario, ma quando si scanno impadronendo del denaro, vetigono disturbad dalle voçi di un alterco nelle vie vicine e iasciano la casa, mentre i) padronc cerca "di raet-tefsi ¡ti salvo, precipilasidosi da un muro alto circa 4 meiri. in un giardinetto d'uoa casa attigua, senza farsi aicun maíe"; accortisi che si (rana di un falso aliarme, i rapiñaron catturano i litigan» e rienlrano neila casa cercando invano il padronc, per poi darsi alia fuga anche perché alcuni servi hanno dato l'allarme. facendo accorrere su! posto "gran folla di popolo". 27 V. ancheCs, 29 maggio 1871 e As, 20 rtiaggioe 3 giugnol57t: una quaraniina di malvivemiassaliatio la casa e il negozio della vedova e dei figli di un "ricco meiciaiuolo", rapiñando denari e sopraltutto merci e durante la fuga feriscono un maresciallo dei carabinieri, 28 V. anche CS. 26 setiembre 1S71. 29 Accenni all'agire delle bande con tecnichc militan si possono leggere anche in imp. 2 giugno 18<>1 : "... Tresnuraghes ... Una torma di facinorosi. venuti non si sa donde, piombarono come lupi a ¡Yanta ti su que! misero villaggio ed occupatolo militarmente si diedero ad assalire la casa del Vicario Parroc-chiale ..."; CS. 7 maggio 1870: "...Quattro posizioni strategiche dominant! il paese, poste nelle sue esrremità, fiirono da questí occupate per tutelare 1'opcrazÍDne. 11 resto della banda, investendo 1'abitato, ed occupando molte contrade eseguiva ta grassazione ..."; As, 3 giugno 1871: "... Ammaestrati allá disciplina militare ed ai piant di baltaglia aveano i majandrini per molo d'ordjne le parole - roraggio — pevrrià - animo amici - ed aüorquando la grassazione era consunKUa Sí sentirono ripetere le alire parole - a terra Mamojada! E disparvero in un baleno ..."', Vuillier, 1930, p 59: "... Si puô dire che la grassazione lia per scopo il furto o la vendeita, ch'è una spedizione militare diligentemente préparais, prudentemente condolía, poi bruscamente, vigorosamente conclusa ..."; Saragal, 1895: "... Come íti regolare combattimento. il capo delle bande coiloca le sue sentinelle negii sbocchi detle strade pnnei-pali, davanti alie porte od alie finestre delle case di coloro das quai: si puô temere ... l'offcsa, con la 341 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 Mario DA PASSANO: UN CRIMINE l-ECRO< E ED ARCAICO NELLA SAROBONA DELL'OTIOCENTO: .... 331-«6 Nel 2878 é la volta di Otlana a Sarule (Cabom, 1879, 20) e nel 1882 di Lula (Santtni, 1884, 145); nel 1887 una grassazione viene consúmala in una casa di Santa-di, "non senza ferimenti e viclenze" e con un bottino di oltre 2000 lite (Lozzi, 1888, 44); nel 1888 sempre a Santadi una quindicina di uomini penetrano nel cortile di una casa a qualche chiiometro dall'abitato, légano tre serví, ne uccidono un altro con una fucilata, forzano la porta, minacciano e percuotono i! proprietario e "rubano per un valore di oltre ottomila lire" (Brizzi. 1889, 18); nel 1889 vanno a vuoto due teníativi a Nughedu S. Nicoló e ad Alá (Porqueddu, 1890. 41); nella notte del 23 ottobre a Pula, a non moka distanza da Cagliari, una masnada numerosa di ¡nalfaitorí, circondata la casa del negoziante Efisio Pala, sparando a dislesa per atterrire ed emettend.o grida alio stesso scopo, tentato inútilmente di atterrare un portone, penet ratono da un'altra parte nella casa del Pala, lasciando appena agio a costui e moglie di poter riparare in una casa vicina. ¡n quello che que i malfattori erano padroni del campo conquistato coíí valorosa-mente, un brigadiere (¡ella veramente benemérita ed un carabiniere che trovavansi la notte cola, avendo inútilmente ardito di prenderli di fronte, salirono su' tetti sino a giungere a tiro della casa Pala. Presero ullora a sparare nel buio della notte verso ¡a stessa casa gia invasa; e nell'atto che uno dei malfattorí cercava di prender la mira sul tetto d'onde t/uei valorosi, ñparandosi alia meglio, facean fuoco, un tiro ben assestato del brigadiere colse alia testa il malfattore che resto fulminato. La. masna-da tolse il fucile al caduto, e scoraggiata e presa di paura dall'insistente grandinare della mitraglia, si diede allct fuga, abbandonando nella frena, cola attorno degli abiti e degli attrezzi. Fu, dopo scppellito, avuta contezza de.Wucciso, ma la giustizia poco ha raccolto intonto ai colpevoli di ramo attentato (Porqueddu, 1890, 39); la notte del 27 marzo del lo stesso anno una banda atmala di circa trenta persone, sparando e schiamazzando a sua posta, invase il paese di Simaxis, mirando a introdursi nella casa di certe sorelle Satina, persone abbienti. 11 Brigadiere dei Carabinieri, che. era di pattuglia con un Carabiniere. sentendosi fischiar attorno le palle dagli spari di due squadre di quet malfattori, che avevano assediata anche la Casenna, andando incontro con vero co-raggio a coronta aggressione, riusci, se non a colpire, a fugar la banda, che vuota strinse la terribil ugna (Porqueddu, 1890, 39 s.); coosegna di far fuoco al mínimo rumore; e il núcleo principale della banda si dirige coniro la casa della viuima ... In questi ultími anni si è nótalo un ceno progresso anche nelle grassazioni; alcune sono state eseguife seeondo le norme del... regolamemo mililare, per ordine chiuso c in ordine sparso, seconda del bisogno, al grido ripeluto di Savoki! Savoia! Ua modo come un aliro di porre in pratica l'istnizione militare ricevuia Fra glí arresiati figuró in seguito qualche ex-sergetite o qualche cx-carabiniere...". 342 ACTA HISTRIAE • 11) • 2002 • 2 Mario DA J'ASSANO: UN CRIMINE FEROCE ED ARCAICO NELLA SARDBONA DEJLLOITOCUNTX):.. . 33 !-3 vedeva ed »¿iva sempree dovunque gli assassini ..." {Vuilíier, 1930, 59). 343 ACTA H1STKLA.E • 10 • 2002 » 2 Mará DA PASSANO- l'N CRIMINE FEROCE ED ARCAICO NEtJ.A SAROECWA f>ELL'OTfüCENTO: .. . JJ1-J« 1907 una di 8 in uno stazzo vicino ad Arzachena (NS, 5 e 8 aprile 1907); ancora ncl 1910 si registra un'impresa analoga a Gonnosfanadiga, messa a segno "da una banda di dieci malfattori" che, sorpresi dai carabinieri sulla via del la fuga "iniziarono al solito un conflitto coi militan, termínalo col ferimentó e l'arresto di uno de¡ componenti la rea comitiva" (De' Giudtci, 1911, 68), 5. Traiasciando le narrazioni dei singiOit episodi, e forse piü importante sottolinea-re piuttosto alcune carattcristiche comuni o che invece difTerenziano un caso dali'al-tro. Anzitutto emerge un dato di fondo, rilevato unánimemente anche daglí osservato-ri contemporanei, quello del carattere occasionate del ¡a fonnazione di queste bande armate, dell assenza di qualsiasi forma di organizzazione stabiie: fatto il colpo ognu-no va poi per la sun strada, anzi mol ti dei rapínatori tornano tranquillarnenle al loro lavoro di tutti i giorni. Giá ncl 1843 S'avvocato fiscale Severino Pastoris di Casaires-so, inviando a Tormo un Quadro generóle dei banditi dei Regno, osservava che "non hawj generalmente nei banditi la tendenza alfassociazione" e che i responsabili delle numeróse bárdeme del 1839-40 'appena fatto il colpo, e diviso il bottino sí sciolsero, ed ognuno d'essi ritomó o negli ovili, o nelle lor proprie case, perché certi d'essere non che arrestad, neppure ricerchí" (Da Passano, 1984, 230 s,). Su questo punto le numeróse testimonianze sono tutte concordi;33 come sostiene il procuratore dei re di Cagliari nel 1894, quesie bande non fianno, é vero, capi ed organizzazione stabiie, né sono in lotta apena contro la societá; sono bande raccogliticce. per lo piü di contadini o pastan, i quali, adescati, da racconti seducenti sulle sognate immense ricckezze di qualchefa- 31 "... Parlando delle grassaziemi troppo frequemi in questa regione si ossarva che si commettono queste non da bande organizzate fis sámeme in campagna che sfidatio ta (orza pubblica come qtieüe del Napolitano, ma da individui che in numero da díeci a cinquanta ed anche piu, si uniscono in dato punto nelta stessa norte fissata per l'aggressioní; e oelía medesima ootte dopo l'operazione si sciolgono per ritomare alie proprie faccende ..." (Corbu, 1973, 93); "... non si íratta d¡ bande pemtanenti, ma di bande che s'improvvisano in un dato momento, si organiwano su due piedi, raccogliendo il contingente nccessario, racimoiato da localita fra loro spesso discoste .." (APC, 1883, 2886)-, "... !e bande, é vero, sono formazioni momeo tan ee di pastori nomadi. che, abbandooalo per poco i! loro besliame, si uniscono a paesani pioirtbíindo nel cuor della notte, depredando, dividendo e rientrando ciascuno nelie proprie occupazioni: ma tal» scorri-bande non sono sí occultc ed invisibili che non se ne conoseano le mosse e g)¡ accordi precedend..." (Porqueddu 1890, 40); "... Queste bande (...) non sono stabili, ma sono accozzaglia di gente varia ed affamata, che la medesimezza della vita unisce ..." (Lissia, 1894); "... Ix bande non sono costituite come quelle dei briganti in Calabria, nelle Romagne ed in Sicilia; ma si organizzano a volla a volca per ogni nuova spedizione, per lo pin fra i malandrini dei paesi che sono alie falde del grappo dei monti del Geonargentu od alfe fafde dei mnnti d¡ Vülacidro, e specialmente fia i pastori inselvatichiü dalla vita in campagna ... Gianti in luogo sicuro, e fitori della strada, divido-no il bottino, e indi ciase uno nprende la via del proprio paese, di cusa e per i sentieri, per gtsadagnare tempo e procurara all'anivo una prova á'alibi, che e il mezzo di difesa piü noto piü usitato nei giudizi in Sardegna ..." {Saragat. 1895);"... Fatto bottino, che verrú piü tardi diviso, rimontano a cavallo (...) e rápidamente si sbandano per arrivare prima del far del giomo ciascuno al proprio viliaggjo a riprende-re leabituali occupazioni ..." (Sanna Safaris, 1902, 111). 344 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 Mario DA PASSANO. UN CRJM1N1: H.KÍICE ED ARCAICO NBLLA SARDEGNA DKU/OTTOCENTO:.... »1-3« miglia e dalla prospettiva, fafUtce sempre, di fin fortuna coll'cutdacia di un colpa di mano, aderiscono alia impresa o la concertarlo: ta eseguono poi, o almeno la tentallo, nelta norte designara, con cele rita mcredibile, e l'indomani si affrettano con calma edificante ai lavori usan, senza che tra loro alcun vincolo preesistesse o soprav-viva. Ma anche colle parvenze attenuate ti mide e sempre grave, il giurameuto del silenzio, il ricordo del delitto commesso in comune renderanno agevole l'intelligenza per nuovi delitti; d'altra pane seminano sempre nelle popolaziont rurali la sfiducia e lo spavenro questi facinorosi, dalle abitudini apparentemente pacifiche, i quali, prima l'uno aü'altro estraneo, cjtutsi sospinti da potenza arcana, si raggruppano in ma-nipolo, piombano avidi di preda, entro l'abitato. e, prenti in caso di resistenza anche alie stragi, sfidano e sbalordiscono con gnda. e spari gli abitanti sorpresi nel soivw (Carinas, 1894, 28 c.). II colpo viene preparato o grazie ad informazioni p:ü o meno sommarie raccolte appositamente da un cómplice,32 o in base a scmptici voci sulle presunte ricchezze deJIa vittima desígnala e quindi sulla possibiiitá di fare un buon bottino.-33 Tuttavia Baudi di Vesmc sembra suggerire che sulla scelta deH'obbiettivo influiscano anche motivazioni piü "sociali". per quanto primitive, poiché, sia puré riferendosi agíi epi-sodi del 1848, cioé ad una situazione di grave crisi economica, sostiene che "pur quasi sempre assalirono di preferenza le case del le persone piü malevise, e particolar-mente di quellí che avevano voce d'usuraji, o di nasconditori di grano" (Baudi di Ve-sme, 1848, 164 s.) Un altro dato che colpisce molti osservatori é la grande velo ata con cui questi numerosi gruppi armad sí muovono in zonc impervie e prive di vie di comunicazio-ne, frutto evidente di un'ottima conoscenza del terreno: nel giro di una notte, essí si radunarro provenendo spesso da localitá di verse e non necessariamente contigue. si 32 Nicefwo, 1897, 28: "... Prima di sccndc-rc al piano, i pastori di Viílacidro organizzano ía spedizíonc t si meüono in comunicazionc con un loro a nuco dimorante nel paese ove si dovrà (arc il colpo. Qiie-st'amico, che è deito su bugoni, s'informa, raccoglie dati, prepara i( terreno, poi mandil !o awiso allor-ché il frutto c maturo Vuillier, 1930, 59: "... Questi, che nella maggíor paite sonó pastori, scendo-no ai Campidani verso il mese di maggio, per farví pascóla re le pecore, e si mettono in rapporta coi domestici dclle famiglie ricche Nel momento opportuno, avuta la promtssa d'uoa parte del bottino, questi domestici, questi traditori, consigliatto l'atlcntato. lo facilitarlo indicando le precauzioni da prendere, la s fraila da seguí re, la notó propizia allorehé il loro padrene ha riccvuto qualche grossa somma di denato ..."; Saragat, 1895: "... Nell'ínvemo, quando i pastori dagli altipiani del CJennargentu scendono con le greggi nelle pianure del Campidaiio, le operazioiii ñescono piil facimetite perché la stagione è più propizia, ed essí si trovano sul luogo dellazitme. Basta il modesto concorso di qualcuno del paese ... ". 33 Cannas, 1880, 197: "... sono contadini e pastori, ai cjuali qualche audace malvivente riscalda í'írrmagi-naziütie con la prospettiva di subite ricchezze. con racconti cejveílotiei di mismbilí divenuti signori, per l'audaeia di un colpo di mano, con leggende sulle dovizie di qualche famiglia, per lo pifa di qual che prete, nnotante neII'oro ..." (v. anche Cannas, 1893, 28, cit.). 345 ACTA HlSTRiAK * 10 • 2002 « 2 Mario DA PASSANÛ. ÜN CRIMINEFBftOCS f¡0 ARCAICO nf.LLA SARDÉÜNA DEU.'OTtOCÍNTÜ.....331-366 spostano anche a distanze considerevoli. mettor.o a segno l'assalto e tornano ai luogo d'origine. Anzi, questa estrema facilita di mo vi mentó viene talora utilizzata ai fine di precostituirsi un alibi: sorprende poi ta celerità con la quale, da luoghi lontani, convengono al punto di riunione, e la rapidità con cul di là la conventicola si precipita impetuosa sulla casa o luogo designato... ta celerità delle masse è tale che, cougiunta alla elasticitá degli apprezzamenti sulle ore, riesci un tempo a quaíche furbo grassatore di prepararsi l'alibi, invocando poi attestazioni di persone rispettabili e delle. stesse auto rita (Cannas, 1889, 197) ... in générale i grassatori vengono di lontano, e stanno anenti a crearsi, con qualche stratagemma. un alibi qualunque per sviare la giustiz.ia (Vuil-[ier, 1930, 60)... è qualche cosa, d'mcomprensibile la rapidità con eut questi uoinini si portano a distanze enormi, superano monti elevati, ostacoli d'ogni genere! E di questa rapidità si vatgono per concertare alibi che allontanino il sospetto di una loro partecipazione al deliito compiuto a trenta o quaranta chilometri distante, e do loro percorsi in poche ore (Pais Serra, 1896,52); Pais Serra e Castiglia narrano al riguardo aicuni episodi significalivi: si constato, per esempio, che un tale, reo di rapiña, e trovato morto sul luogo del commesso reato, si era falto nclla propria casa visitare dal medico, e si era falto ap-plicare impías tri e senapismi due ore prima del debito. Si verifico che un altro aveva percorso in un'ora 30 chilometri per recarsi sid luogo délia grassazione (Pais Serra. 1896, 52) ... un tale (...) in un quieto tramonto montanino era tornato in paese a ba-stonar la propria moglie, sino a che per le grida e l'ajfannarsi dei vicini, non ebbero ad accorrere i carabinieri, a ristabilire la calma nella contrada e la pace fra i co-niugi. Poche ore dopo quel tale cíuleva in conflitto con l'arma dei carabinieri, nella grassazione d'una casa, in un paese a ... dieci ore di distanza! Se la grassazione eventualmente non avesse dato luogo a resistenza e in quel conflitto non aves se trovato la morte, nessuna accusa avrebbe mai poluto ¡Macearlo, poiché la stessa arma dei carabinieri sarebbe intervenuta a provare l'alibi! Ma in quai modo egli aveva poluto attraversare quella immmsa distanza in poche ore, e giungere in tempo per la grassazione? Gli è che le strade, in quelle regioni, per i delinquenti sono pressoché inuiili, poiché essi attraversano con i cavalli propri o con quelli che trovano abban-donati al pascolo, montagne e pianure e fiumi e forre e burroni, sempre in linea di-ritta, senza ostacoli, come guidati da un malvagio destino. Un altro, per procurarsi l'alibi con la testimoiiianza del párroco, si mise a lelto, richiedendo con insistenza di venir munito degli ulttmi conforti religiosi. Uscito di casa il párroco, egli s'alzava e correva alla grassazione, dove pur esso dovea lasciare la vital (Castiglia, 1899, 381).34 34 Gli stessi episodi sono raccontati anche da Sanna Saiaris. 1902, 99, e uno ana logo, ma con esito negativo, da Saiagat, 1895:"... Uno di questi grassatori, dopo d'aver percorso in poche ore una cinquamína di chilometri, giunto in una casa si coric6 e prese a fare la commedia deirammalato mandando dal 346 ACTA HISTRÍAE • 10 « 2002 • 2 Msiio DA PASSANT t'N CRIMINE TEROCE ED ARCAICO NELLA SARDEGNA DELfOTTOCBNTO; . .. M1-5« E ancora va scgnalato che, per evitare di fornire elementi utili alie indagini e che possano quindi far correre il rischio di incappare nelle mani della giustizia. taJvolta la feroce violenta degii assalitori viene esercitata anche nei confronti dei ¡oro stessi complici, poiché quando qualcke grassatore viene ucciso durante l'assalto, i cotnpagni gli spicca-no subito ¡a testa: cosí non si riconoscerà il cadavere (Vuiliier, 1930, 60)... se nello scontro è rimaste ucciso qualcuno dei loro, lo trasportano via, e giunti all'aperto, lo decapítalo asportando la testa, che seppelliscoiio put lontano, perché la giustizia non riconosca l'ucciso (Saragat, 1895)... non si rifugge, a garantiré ta propria im-piuuià, dali'uccidere il compagno ferito, per asportarne la testa, affinché non venga riconosciuto e non possa daré indizio e traccie per la scoperta dei colpevoli (Pais Serra, 1896, 52)... cancano i compagni feriti, di cui mozzano e nascondono la testa perché non siano ríconosciuri (Sanna Salaris, 1902, 111); cosí nella tentata rapiña di Bessude del 1892 gli aggressori, essendo rimasto ucciso uno di loro, "per distruggcre ogni traccia cercavano di impadronirsi del cadavere del loro compagno" (Farris, 1914, 144); neila bardana di Decimoputzu del 1893, un assaiitore viene ferito ed "è dai compagni trasportato nella campagna, e là. per liberárseme, massacrato e spogliato" (Cannas, 1894, 29) e in quel la di Tortoli del 1894, un rapinatore morto netl'azione viene abbandonato dagli altri solo dopo essere stato denúdate e decapitato (Pais Serra, 1896,54; Niceforo, 1897, 138). In quaîche caso gli ossei vatori segnalano anche la diffusione di usi e credenze paganeggianti, sottolineando anzitutto l'importanza che i membri della banda attri-buiscono al vincolo del reciproco giuramento del silenzio (indicato anche come pos-sibile presupposto di ait re future imprese delittuose), vincolo ritenuto sacro, generalmente rispettato (Cannas, 1898, 197; Bechi. 1997, 96 $.), e per Ü quale sono in uso rituali particolari (Da Passano, 1992, 233); in un caso questo vincolo viene rotto e, "per una singolare eccezione, non avvenuta mai, né prima, né dopo, uno degii aggressori confessé il reato, e svelô tutti i correí, che erano diciassette", ma poi "i giu-rati condannarono il propaiatore con altri due o tre, e mandarono liberi a casa tutti gli altri grassatori" (Corbu, 1973, 119). O ancora viene ricordato il ricorso a pratiche pseudo reügiose per favorire la ríuscita del colpo, peraltro tradizionali in Sardegna'. nelle Osservazioni sulla natura e suite principali cause dei delitti che si commettono in Sardegna l'awocato fiscale Pastoris racconta che "invasato dai furore della vendetta il sicario corre a tuftare il ferro e il piombo nell'acqua benedetta, onde riesca in-fallibile, e micidiale il colpo" (Da Passano, 1984, 206) e l'uso di invocare l'aiuto diví- parroco per i sacramenti, che vista la gravita del caso gli furooo soirimministrati dWgertza. L'aiiói al fermato dalia testimonianza del párroco, era una vera tróvala da artisti; ma per gli artisti non c'é fortuna, e dopo ¡1 párroco coi sacrameiui. giunsero i csrabinieri con le manctíe e lo arrestaron a ..." (Saragat, 1895). 347 ACTA HJSTRIAIï • 10 • 2002 • 2 DA PASSANO I S ORJMINF. fCROCE F.ÍJ ARCAICO NtíXA SARDEGNA DFJX'OTTOCENTO: ... 331-366 no per commettere un crimine è confermato anche da ailre fonti;^5 Giulio Bechi sostiene anzi che vi sono anche sacerdoti diretíamente coinvolti: e !i sono (...) pre.ti. che lo ¡i! banditoj henedicono e gli foderano le vestí e i! peno di scongiuri, di anudeti, di reliquic che valgan o ad allontanare le palle dei carabi-nieri... è celebre i! párroco di Lodine, minuscolo e miserabile paesello delle montagne nuoresi Da questo prete giovanissimo accorrevano i più terribili latitanti. sia per consulti e per esorcismi, sia per essere forniti di anudeti pagan a caro prczzo ... con le decime de! bottino. II párroco di Lodine era la sibilla del Sassarese. Un lati-tante gli espoueva il suo proposito di vendetta, di rapiña. Tosto il bravo prete cadeva in deliquio, poi si scuoteva dalla sua estasi divinator'm e, ore fremente, pronunciava gli oracoli (Bechi, 1997, 59 s.); particularmente diffuso risulta l'utilizzo di amuleti di vario genere, quasi sempre legati alia religione cristiana; cosí ad esempio il già ricordalo procuratore di Nuoro, Cannas, sostiene che i partecipanti alie grassazioni vengo no convint) anche con favole sulla efficacia a preservare il credente da! ferro e dal piombo, di amuleti e di scritti sul genere di quelli trovati sut petto del grassatore caduto la notte del 2 setiembre pressa la corriera, e dei nonnulla chiusi in una borsetta, e ira l'ahro liste di carta con strani versetti, intercalan da piccole croci, cosí: "ffl Si colpestis * nonferestis & Libera me * de sanguinibus vestris" (Cannas, 1889, I97);j6 35 "... Tra di loro, le concezioni piíi diaboiichc si mischíano con Ic praliche reíigiose nd modo piü grotte-sco e piü insensato che si possa immaginare. C'é chi inmerge i! pugnnle ridl'acqisa benedetta o gli fa un segno di croce, prima di infilarlo nel cuore di un nemico, per non mancarlo e e'é chi fa delle nove-ne allí Madonna perché porti a segno íl proiettile che deve uccidere l'avversario ... I Safdi vaoao il! pellegrinaggio a questa cappella [Nostra 5ignora del I_atte DoJee, nelic vicinanze di Sassari) per avere delle grazie, lalvoltn normali, nía spes.no le piü assurde- Mi ricordo <íi un bandüo che, una volfa, vi si rece dalla zona piti interna del la Sardegna; peí vivere rubava durante ít caramillo, fíicevapaseotare i! eavallo in ogrii campo d'orzo. d'aveoa o di grano che inconirava; íece, in una parola, danni eonsidere-voii per sitada e lo scopo del pellegrinaggio eFa di ottenere dalla Madonna ía grazia di uccidere uu nemico al primo coipo ..." {Doniencch, 1973, 232); "... é talvoíta accaduto in tempi addietro, come almeno fu narralo, che taluno portasse al párroco un'offerta per la Chiesa, a propiziarsi la Divinitl per la buona ríuscita del delilto!..." (Pais Seira. 189(5, 50); "... hatlno gli amuleti, i brevi, i sortilcgi, le magie, (...'¡ dicono le messe per impetrare dal cielo la sventura dei nemico e lo sfogo degli odi accaníti: per loro insomma la religione é uno spccifico coniro certi malanni, un'arma e un usbergo contro i ne-mici ..." (Bechi, 1997, 66); "... Attra superstúione dei bandjti eonsisieva nel metiere nella norte di NataJe, entro la pila detl'acqua benedetta, diverse palle da fucile che tenevano riservate per quando dovevano fare un biton colpo; se )a palia colpiva, esclaitiavano: "cussa est andado rhe bentizzada", il che riferivasi alia benedizionc del Naiale; dette palle erano inohre per loro una salvaguardia conrro ogni colpi> netruco ... Superstb.ione per scampare alie nemiehe fucilate era anche quella di bagnaisi in qualche fiume. alie ore ventiquatlro. nella notte di S. Giovanni..." (Satina Salans, 1902, 134>. 36 "... per attenerci sgli amuleti cssi v hanno gran fede, c n'hanno di piü ragioni. Che non soto li appeti-dono al eolio a' bambini contra ie fatturc, il fascino, le legalurc, c 1c insidie de ít< inimigu (ch'é proprio ti mal genio ticlla sventura); rna uornini e donne non si terrebbcro incolumi da sinislri accidctiti, se alean breve, o borchia, o piastra incisa non avessero addosso. Chi n'ha uno cucito nel busto, o nel far-setto stimasi repulsare ogni sorie di malattic, ed anco d'assalti esterni d'arcliihugiate e di punte di Stoc- 348 ACTA HUSTRIAE • 10 • 2002 • 2 Mano DA PASSANO: UN CRIMINE FEROCE Ll> ARCAICO NF.IXA SAUDtGNA DEIXWPOCEflTO.....331-360 Quanto ai protagonisti di quesle imprese innanzi tutto occorre notare che in generale i partecipanti alta rapiña vcngono da paesi diversi rispetto al luogo dell'azione. ma Vuiiíier cita anche un episodio "d'un genere poco comune", avvenuto a Leí nel 1893: in questo caso gli assalitori, peraUro respirili dall'intervento di due carabinieri e dalla resistenza dell'aggredito che si difende con uno spiedo, erano "gli abilanti del villaggio contra ií loro stesso curato, che passava per ricco e che essi volevano sba-razzare dai grattacapi della ricchezza" (Vuillier, 1930, 60); ma anche in altre occa-sioni fra i partecipanti o almeno fra i complici degli assalti si suppongono o figurano effettivamente anche abitanti del luogo.-57 Soprattutto va pero segnalato un cambiamiento che si verifica col passare del lempo, in evidente relazione con i piü generáis e gia ricordati mutamenti qualitativi nella criminalitá isolana. ínfatti i responsabili vengono almeno inizialrnenle individuati nei banditi e nei pastori poveri delle zone interne: scrivc ad esempio Pastoris di Casal-rosso: co ... che é ció che vídi si spesso in Saidegna far tanto caso d una senda, ed esserne si ghiotti che beato il pastore, ti cacci,itere, il guardiano di bucii e di cava!le che ne possa pur avere una riga? Li vidi baciarla divotamente, applicarsela atla fronte e al seno, loccar con essr. I'acciarino del tnoschetto. porsi poseía (juel pezzuolo di carta in un borsellino e guardárselo golosamente come una santa cosa da non se ne distaccare giammat... i Sardi colle altre costumattze delle prime genri serbarono anche tanta mi-rabile osservanza alia scrittura da tencre in gran fede i brevi come pieoí d'ogni bontá c d'ogni grazía ..." (Breseiani, II, 196 ss.); "... Gli amulen sono per í Sardi rimedi che preservano non soto dalle ma-lattie, ma anche dalle disgrazic, la cattiva sorte, é tutti i malanni che possono provenire dagü uotnini e dalle cose. Questi amuleti (...) sono talmente comuni che e raro trovare una persona che non ne porti uno; si mettono puré al eolio dei bambinj. Tutto cid che é doppío o comuto e un amuleto: qtialcuno consiste in utia palla da fucile, una sorta di maneta, tttt idofetto o una medaglia, altri sono costituiti da motti scrilti oda specie di geroglitio tracctaii su carta e conservan ¡b un saccheuo appeso al colla ..." (Doinettech, 1973,231); "... Non ce bnganle sardo che non abbia in tasca i! suo rosario e al eolio una filza di medaglie, dt amulen (sas pungas), di brevi o scongiurí, mercó i quali si crede mvulnerabüe c immune da sciagura ..." (Beclú. 1997,66). V. anche Sanna Salaris, 1902,98 ss. c 134, chc riporta anche ti testo di due foglietti scaramantici trovaü su due banditi uccisi (uno dei quali secondo Bechi, 1997. 60 s., opera del párroco di Lodine); "... addosso a parecchi efferati banditi uccisi in conflitto fu-rono rinvenuti amuleti o effigj di Madonne e santi, o libri di devozioni, filetee, e via dicendo... addos-so a parecchi banditi uccisi in conflitto. o costituitisi, furono rinvenuti medaglíelte. amuleti, brandelli di stofta, scrilti, i quali nella loro lede dovevano avere il mágico potete di preservar!! dalle disgrazie, e dalle insidie degli avversari ... Altra salvaguardia, secondo loro, erano cení inírecci di palma, detti sr<-richittOS (topolínj), che dovevano essere íatti, pero, nel Giovedi sanio all'ora del Pauto, e questi "sott-clúttos" li tenevano addosso a guisa di atnuietí e serví vano puré dt ornamento alie toro annt...". 37 Nella bardana di Pirri del 1871 vengono arrestad un servo e tie giovani del paese "colla sperauza che. qualora non siano essi complici nel falto, multa luce potra somministrare al proeesso la loro detenzio-ne". il ferilo "disse ancora essergli sembrato di ravvisarc tra i grassaiori un nativo del paese" e vengo-no poi arrestad "sei individui del paese. persone quasi tutte sospette, che credonsi compitci nella gras-sazione" (As. 21 e 24 aprile 1871); nello stesso anno i partecipanti alia bardana di Mamoiada "si ri-tengono per la maggior parle Olianesi ed Orgolesi capitanati da Mamojadcsi" (As, 26 inaggio I&71) 349 ACTA HI STRIAE • 10 • 20Q2 • 2 Mario da passano: UN crimine FEROCE F.I) ARCAICO nei.LA SAROWi.VA DEU.'OTTOC'ENTO: .... 3JI-?<» in Orgosoto e Urzulei. nido questi villaggi di molti bandai di quelle montagne, e ncetlacolo di molti abri dell'Ogliastra, delle Barbagie, e di altri luoghi delta Provincia di Nuoro non havvi quadriglia permanente... quelle poderose masse medesime di efferati ed audaci banditi che nel JS39 e ¡840piombarono dietro un viaggio di due o ire giorni a traverso le píú scoscese e deserte montagne di Fonni, dell'Ogliastra, e delle Barbagie nei villaggi di Sadali, d'Esterzili posti a piedi delle montagne delle Barbagie, in Nuraxinieddu, villa situata nel Campidano d'Oristano, ed in Selzu che trovas i nella Marntilla, erano cenamente (a maggior parte di quelle due ville (Da Passano, 1984, 231); e íl procuratore del re di Caglíari nel 1893 sostiene che "un tempo le rapine in banda armata erano imprese di pastori agili, arditi e fïeri che, dalle alture deüa Bar-bagia Ollollai, protendentisi per Fonni e Orgosolo alie montagne di Oiiena. volavano, falchi predatori, specialmente alie pianure" (Cannas, 1894, 29). Col passare degli an-ni pero la piaga si diífonde sul territorio dell'isoia, intéressando buorm parte delle re-gioni eentro-meridionali: un tempo era il Circondario di Nuoro che toglievasí il vanto delle grassazioui in bande armate, ora questo vanto va a fermarsi nel Circondario d'Oristano, ma il contributo delta gente che aminaestra a tali guerriglie (... ) viene, d'altronde ... i noti paesi che in addie.tro itel circondario di Nuoro erano indicati come focolari di gras-satori, van perdendo cotanta nomea (Porqueddu, 1890, 41 s.) — pur troppo questa forma audace e strana di. delinquenza ha ora proselíü anche nel nostro circondario ¡di Cagliarij... oggi [le. rapine in banda armata) più ristrette, ma non meno perico-lose si organizzano persino nel pacifico Campidano (Cannas, 1894, 29) ... ad esse sono stati estranei i pastori del Nuorese, i quali, scendendo a s ve mare coi loro ar-mentí nei campidani, non ispirano più il timoré d'una volta, né più si possono imma-ginare e descrivere riedenti nelle loro montagne coi denari depredan e colà giunti istruire i giovani compaesani sui delitti compiuti e sulle prove del loro coraggio (Corrías, 1900. 34).38 In particolare viene segnalata da più parti anche una mutazione sociale nella composizione delle bande. Se Baudi di Vesme e Síotto Pintor sembravano indicare nella povertà la causa di fondo di queste imprese criminali, almeno per il I848,39 già nel 1869 Aymerich sosteneva che 38 Sulla pratita della iransumanza e sui problenti di ordinc pHbbiico ad essa connessi, c piü in generale sui rapporti conflittuali fra contadini e pasión, cfr. Mattone, 1998, 84 ss. 39 "... quest'anno ia miseria resé alquanto frequesiti le grassazioni nei villaggi, falte da imere bande di bi-sognosi, ai quali si aecompagoavano aicuni malviven» ..." (Baudi di Vesme, 1848, 164 s.);"... numeróse bande di scellerati affrontano le intiere popolazioni e inquietarlo le strade. Altro effetlo della fame, la sieurezza della disperazione ..." (Siotto Pintor, 1848,471 s.) 350 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 M.t>.<. DA PAS5ANQ; UN CRIMINEFEROCE to ARCAICO NEIXA SARDEGNA OELLOTIXJCENTO. ... 331-.100 / i pasión) sonó quasi sempre gli aurori delle grassazioni riunendosi in comitiva e ponandosi in paesi lontani a derubare i ricchi propríetari, taivolta pin per ainbizio-ne di ardita impresa e del perícolo di eseguiria, che per il reate guadagno del bottino, Questa singolare anibizione di esser rite/tuto un ladro abile si appigliava per lo passato anche ai grossi e grossissimi propiietari, che non sdegnavano di vamarsene come di un'impresa bellicosct (Aymerich, 1869, 31); e questa tendenza torna in auge ncgli anni segueníi, anche se soprattutto a fini di lucro: nel Memoriale inviato daü'avvocalo Pasquale Coibu alia Commissione parlamentare d'inchiesta sulle 'condizioni morali, finanziarie ed economiche" della Sarde-gna presieduta da Agostino Depretis,40 si legge: que!, che é peggio si e che daU'accidente d'essersi scoperto qualcuno dei grassa-tori (■■■), si é saputo, che i delinquenti sono fia le persone remite per buone e per condotta, e per fortuna, e per posizione sociale; questi individui cosi huniti ad Iwc non sono banditi, né persone miserabili, ma fra le piu influenti, e superiori ad ogni sospet.ro (Corbu- 1973,93);4i nel [o stesso anno un giornaie, commentando un episodio conclusosi con l'assassi-nio del rapinato, sostiene che ormai le bande hanno raggiunta la peifezione, sono uomini che alia luce del solé vestono le sem-bianze d'onesti e che ad un mono d'ordine piombano su luoghi predestinari, per sciogliersi tosto; e che quindi col botrino diviso ritornano tranquilli alie loro case, ove saranno forse i primi a consigliare i mezzi per raggiungere gli assassini, che, come pub arguirsi, non saranno certa/líente i pin adatti alio scoprimento della veritá (CS, 10 maggio 1870); e verso la fine del secoio scrivono a loro volta Vuillicr e Pais Serra: le grassazioni sono moho frequenti in Sardegna; I'autoritá rinunzia quasi a prevenirle e la giustizia riesce raramente a impadronirsi dei colpevoli. Allorché si arriva a scoprirle, si rimane sorpresi di trovarvi malte persone distinte delle quali non si sarebbe mai dubitato (Vuiilier, 1930, 61) ... inolrre, ski per calculo, o per naturale sentimento di sociale solidarietá (...) clii organizza le bande dei grassatori, non com-pie maí il misfatto nel proprio comune o circondario: quivi non commette reati, e 40 Sul lavorodt questa Commissione v. Manconi 1582 e 1984. 41 Nelio stesso senso v. anche Porqueddu, 1890, 42: "... ora, cotesti grassatori non sono miscri: conduco-no tkíle greggie ben numeróse, sono ben pasciuti, e <¡ud che piíi monta, son vaíidí ed aitanti della persona, come si richiede per intraprese cosi perícolosc. che addimandano del coraggio, del coraggio tristo, del valore cosí male speso. E gtova notare ene i pasión, che simbrancano o che dirigoco ¡e grassazioni, sono ordinariamente non quelli che, in qualitá di domestici pascono il gregge, ma i padroni. Cosloro, mentre abbandonano sicuri ai loro guatdiani il proprio gregge, partono c otomano, lalvolta fomiti di preda, taivolta no, alie loro greggie, come se ntilla tosse: son durtque gente ana al lavoro i gtassatori, cvvi genic anche abbiente, e mentre il iavoro potea soddisfare le loro voglie. preferí scono arricchirsi a danno allrui ,..". 351 ACTA HISTKIAE • 1(1 * 2002 • 2 Mario DA PASSAKO: UN CRIMINE FEROCE £l> ARCAICO NliLEA SARPÍSGNA DEELOriOCENTO: .... Í3I-3Í6 non solo si guarda di recar molesrie ai conterrazzani. ma moite volte anzi si presta a protegge.re le loro propriété e le persone contro i malfattori. Per tal guisa nei luoghi di loro dimora, non solo riscuotono la stima e il rispetto, ma anche l'affezione, ríe-scendo perfirw talvolta ad ingannare le autorità locali, se pure essi stcssi non cao-pruno cariche difiducia o umminisirative, od anche non siena rívestiti delta magistratura importanrissima della conciliazione ... Non e raro il caso che partecipino a rapine ftgli di agiati pastori, e spesso ve ne ha di coloro che seguitano i loro affari, res i più prosperi dal bottino ricavato in siffatte imprese: e se non se ne vanrano, non ne sen ton o perô né rimorso né vergogna, come se si traitasse di agiatezza one.sta-mente acquistata ... Per ral modo ta rapiña viene considérala come un affare. qua-lunque: un mezzo di arricchimento non infame, lo sfuggire alia pena è i'única preoc-cupazione (Pais Serra. 1896.51); anche Giulio Bechi sostiene al i ¡guardo: li sono sindaci che lo [il banditoj ospitano e si associano graziosamente a lui in una grassazione, come in una partira di caccia ... qui difatti ne menano vanto come di un'impresa guerresca. Ci vanno anche i benestanti e i sindaci e i parroci per g ua-dagnarsi popolarità, e i giovanotn per farsene, una gloria con le belle (Bechi, 1997, 59, 91).42 Néqueste sono solo impression!: un aggressore rimasto ucciso nel 1857 a Girasol è identifica«) come un tenente dei barracelli di Dorgali (CS. 17 ottobre 1867) e tin'altro ammazzato nel 1871 a Mandas risulta essere stato una "persona piuttosto be-ncstantc del villaggio di Gesico" (As, 20 giugno 1871); e ancora Niceforo racconta che dopo la bardana di Tortoli i earabinjeri avevano arréstalo ii cognato del sindaco, un assessore e un consigliere comunale, tutti "benestanti", che era stato rubato solo l'oro e l'argento, mentre a parere del proprietario, "quando i grassatori sono poveri, non lasciano sfuggire l'occasione di portare alie donne loro molla biancheria in prov-vista" e che. secondo la testimonianza del sindaco, il cadavere di uno degli assalitori, abbandonato e reso ¡rriconoscibile, aveva "il corpo bianchissimo e le mani signorili", a dimostrazione che "('ucciso non era un contadino né un pastore, benst un proprietario e un ricco proprietario" (Niceforo, 1897, 138), 42 Più sfumaia appare i ti vece la posizione espressa sullc pagine de "La miova Sardegna" da Siila Lissia. che, a proposito della bardana di Tortoli, scrive: "... Sono per lo più gente ignorante e rude calata giù dai momi o raccolta fra la melrna delie cilla, sebbenc si sappia che partccipano a grassazioni o sindaci o consiglieri. Ma a chi sappia le condizioni di vita di certi paesi del centro, a chi conosce la nessuna educazione di quegli abitanú, ccixamente non puô ció riuseíre di troppa meraviglia. La luce della ci-vilîà non ha avuto ancora la lorza di penetrare fra quei boschi e quei monti c h gente vi cresce ineoíta, ignorante C piena di ittisetie. Miseria ed ignorania, ecco le cause di questo formarsi repentino di bande annale, di queste grassazioni dolorosamente grandiose ..." (Lissia, 1894) 352 ACTA [[¡STRIA! • 10 • 2002 • 2 Murió DA PASSANO. UN CRIMINE l:£K0C£ El> ARCAICO NtlXA SAKBli&NA OliLUfltOCiíOTO; .... Mi-Mi Infine, per quanto riguarda le reazioni a questo tipo di assaiti, la situazione e moho diversificata. In genere gli aggrediti cercano di nascondersi o di trovare scam-po nella fuga,43 ma in qualche caso te ti laño invece di chiedere aiuto (Porqueddu, 1990, 39 s.) o anche di opporre una qualche rcsistenza, a volte riuscendo a respingere l'attacco, come riel 1868 a Samassi il "fido servo" del sacerdote vittima cleíl'aggres-sione, che, avendo alia meglio fatto nascondere il sita padróne sopra un tctto, fece fuoco sul prima che si presentó che cadde aü'istantc estinto, Avénelo continúalo afar spari col fucile gli altri si diedero a precipitosa fuga parte presi dalla paura d'aver visto che uno della banda venne ttcciso, parte perché avranno creduto che. ta casa del. prete fosse da molti difesa (CS, 2 febbraio 1868); o come nel 1871 un ricco proprietario di Mandas, che "non oslante in avanzata eta, con ammirabile coraggio e sangue freddo oppose ai facinorosi la piü ñera resi-stenza facendo contr'essi vivo fuoco di moscheteria", riuscendo anche ad ucciderne uno (As, 20 gi.ugno 1871); o come nel 1893 il segretario comunale di Decimoputzu, che "dalla sua casa risponde colle fucilate alie ingiunzioni dei predoni e li mette in fuga, ferendone uno" (Cannas, 1894, 29); anche un sacerdote di S. Sperate scarica il suo fucile contro gli aggressori, ma inuiilmenie perché questi So disarmano e légano mani e piedi luí e la sua domestica, coprendo loro il viso per non essere riconosciuti (Gp, 3 marzo 1867); e ancora un notaio di Osilo e la figlia sparando riescono a respingere l'assalto alia loro casa da parte di una ventina di uomini, ma la ragazza per il terrore impazzísce (Vuillier, 1930,62). II piü delle volte, nonostante la riprovazione dalle autoritá, gli abilanti del vílíag-gio, terrorizzati, restaño chiusi nelle loro case, evitando qualsiasi intervento in una vicenda che tutto sommato non li riguarda direttamente44: cosi ad esempio dopo la 43 "... Delle persone che si Irovavano nella casa assassinasa non si ha da deplorare che la feriia ad armí di Milico, chc riporta un servitorc nel braccio nel meiitro che correva a chiudcre un hnestrino che dava alia strada. Gli altri t'uggirono. Ne! cite è da noiarsi un salto chu sprecô dalia finestra iu un attinente cortiie la padrona di casa, il quile non poteva farsi che con perícoio della vita, pure dessa non cbbe al-cun niale ..." (Ich, 30 scítetnbnc 1856). 44- Oasíon VuiUier narra in proposito che un suo amico francese "... durante una caccia ebbe, unitamcntC a uno dei suoi amici, ospitalitâ in una casa di un vülaggio di montagna (•••). Nel corso delía notte ven-gono ¡isvegliati di soprassailo da una ftieileria. Abituati alie cose di Sardegna, comprendono subito tjuel che avviene., si vestono in fiesta e picridono i J'ucili. Mentre essi cercano la porta per portare soc-corso alia casa assediata, J'ospilesi avvicina e li supptica di non eorrerere verso una morte sictira. Ma poiche vede che nonostante le sue preghícre i due cacciatori voglíono uscire, egli chiama la moglie e i tigli, che vengono e anclíessi, in ginocchio li pregono di non uscire. "Come, non capiíe dunque. dice-va I'ospitc. che andatc a farvi arrimazzare. chc la vostra morte a nulla servirá e che domani, doman l'aliro forse, i grassatori verranno infuriati a saccheggiare la mia casa, ad assassinare inia moglie e i miei figlioli?" E mentre Ja moglie e i figlioli si trasemavano sempre ai loro piedi: "Ah! egii continuo strappandosi i capclli, maledetto il giomo in cui vi abbiamo ricevuío sotto il nostro tetto! Maíedcua i'ospilalità che vi abbiamo dalo!" II signor Chapelle e il suo amico piangevano di rabbia nell'udire le gida lamentevoli delle vittime: Agiutoriu.' Agíutonu! I bambmi gemevano, la donna s'era aggiappata 353 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 Marte DA PaSSANO. (incrimine FEROCE ed ARCAICO NEi.l.A SAROEONA PKUOÏTOCHNTO . ??M66 bardana di Mamoiada del 1869, "soli quattro baracellari si unirono ai carabinieri per inseguire i malandrini" (CS, 4 oitobre 1869); il procuratore generale Cario i.ozzi parla di "grassazioni commesse ir banda armata e a domicilio, e so ve rite accompa-gnate da sevizie, e persino entro paesi, senza che nessuno sorgesse a difesa" (Lozzi, 1888, 43) e il procuratore generale Giovanni Porqueddu di grassazioni "consúmate senza che nessuno dei paesani siasí levato a soccorso deH'aggredito, a cercare di debel lare i malfattori", aggiungendo che ció reca disgusto e palesa un sen tímenlo poco onorevole per un paese che infni-gardisce e la da vinta ad un tranco di imlfattorí, a' qual'u con una resistenza, se non forte, aggiustata ed incólume, come potrebbe eseguirsi da chi con os ce la posizione del paese, si rinscirebbe a farla costar cara. Siffatta genio di aggressorí, sebbcne temerán e non spogli di triste coraggio, sogliono sptde.zzare quando altri oppone l'onesto coraggio del cíltadino, compiendo un'azione degna della corona di cittadino sal voto, coturno onorifica pressa i Romani (Porqueddu, 1890, 43 s.). Talvolla le stesse forze deli'ordine si guardano bene dall'intervenire e i grassatori possono agiré indisturbati, come a Samassi nel 1894: una banda armata di circa quaranta individui, dopo aver percorso qualche via del paese. esplodendo una sessantina di colpi di fucile aU'aria ed a qualche fmestra semiaperta, occupé la piazza Mercato, in cui trovasi la casa della Piras, stabilendo a breve distanza delle sentinelle per impediré l'uscita di casa dei vichi i. II capo della banda, correndo di posta in posta impartiva gli ordini del fuoco, íncoraggiando i suoi che cluamava per numero. Tutti gli sbocchi delle strade circonvicine furono bene custodia dai malfattori... / grassatori non trovarono alcana resistenza da parte dei carabinieri né dei barracelli. Im pattuglia di questi, malgrado i sospetti che ser-peggiavano in tutto il paese di una prossinia grassazione, si ritiró dal far la ronda verso il tocco: i due carabinieri di pattuglia giacevano, a quanto si dice, nelle brande della casa comunale a 200 rnetri circa dal teatro della grassazione, dortnendo placidi sonni, senza udire la tempesta che si scatenava nella piazza Mercato; essi si nsvegliarono alie 7 del mattino (NS, 3 aprile 1894).45 In qualche altro caso invece si ha una circoscritta reazione contro gli aggressori da parte di qualche compaesano, come nel 1856 a Irgoli, do ve gli assalilori, sorpresi casualmente in azione, riescono a tuggire solo con un magro bottino: sarebbero stati colti nel falto da pochi carabinieri e borghesi, se non li avesse salvati un prontissbno stratagemma. Diffatti appena s'avvidero che da lung't alcttni s'appressavano furon p ron ti a mettersi fuori della casa, e mentre di fatti fuggivano, piangente alie loro vesit. "E durante- due orribili ore, mi raccontu ii mió amito, io udi le grida ango-sciose della gente che si sgozzava! Mi dibattevo, ci dibattevamo tutti e due per correre in aiuto, ma non riuscimmo a svmcolarci dalle s Irene ferióse della famiglia del n ostro os pite" ..." (Vuillter, 1930, 63). 45 Per ¡'episodio di Tortol! v. ínfra § 6. 354 ACTA HISTRlAfc • 10 • 2002 • 2 Mario DA PaSSANO UN CKJMíM FEROCE ED ARCAICO KELLA SARDECNA DELt'OTTQCENTO .... :01-361; simularono d'esserfra quelli che inseguivano gli assassini, grulando - Agli assassi-niJ Comggia írgoli! Ché vi sonó ccirabinierí - quasi voiessero insinuar coraggio ai popolani perché v'erano anca dei carabinieri. La forza pubblica ¿Ilusa da queste voci lasciava sempre correr avanti gli assassini senza darfuoco, finché tratti fuorí del-l'abitato si trovarono in salvo (Ich, 30 setiembre 1856); cosí ancora a Girasol nel 1867 ii notaio "che da una specola gli osservava, li at-taccó vivamente a fuciiate, si che ne stese uno morto, lasciandone altri gravemente feriti" (CS, 17 ottobre 1867); a S. Sperate nello stesso anno un "giovine proprietano" e il suo servo si scontrano con alcuni rapinatori rimastí di guardia in strada (Gp, 7 marzo 1867); a Mamoiada nel 1871 quattro paesani "scossi dalle fuciiate, uscirono di casa, e passando per la caserma dei Reali Carabinieri, ove non fu loro risposto da al-cuno, andiedero incontro ai ladri salutandoli col fuoco, mentre altro Mamojadese suonava a stormo la campana della chiesa di Santa Croce" (As, 3 giugno 1871). Piü spesso ce una risposta collettiva da parte degli abitanti del villaggio, che rie-scono a mettere in fuga gli assalitori, come a Nuragus nel 1848: una quadriglia armata di circa sessanta individui s'era gici maltrata alt'ingresso del villaggio per invade re; e depredare ale une case di facollos i (...) S'attruppa ad un tratto la guardia e il barraccellato con gran folla di popolo, anche di donne: s'impe-gna una zuffa con mastini, fus/i, e col.telli; ma ben tosto dovea incalorirsi il combat-timento ... Scoppiaito gli spari che fu rano inolti efrequenti d'ambe le partí, in cui ri-masero malmenati e feriti í3 Nuraghesi, rnolti dei malandríni, dieesi anche mortal-mente. S'avvicendava alio ra con piü frequenza il fuoco dei terrazz.ani che pik sicuri poterono appuntar gli archibugi dietro ad un vicolo murato. Aü'alba fu visto molto sangue strisciar sal terreno su cui la quadriglia s'aggtrava, la quale vinta e sbara-gliata si diede in fine alia fuga, e vetine per un hmgo tratto inseguita con spari inces-santifuorí delpaese (N. 27 aprile 1848); meno fortúnala é la resistenza degii abitanti di Magomadas nel 1861 contra gli oltre 25 "facinorosi" che assaltatio nottetempo la casa del vecchio vicario parroc-chiale: infatti se questi riesce ad uccidere uno degli aggressori e a ferirne altri, dopo che hanno sí'ondato il portone a coipi di scure e saccheggiato e devastato alcune stan- il paese tutto era in aliarme, la campana della parrocchia suonava a stormo, la gente si versava tutta nella strada che conduce alia casa del Párroco; ma i grassato-rifecero ressa, ed a eolpi di fucile ammazzarono tre dei piü arditi che si augura vano senzü spargimento di sangue poter eludere il tentativo (Imp, 2 giugno 1861); nel 1867 a Neoneli l'aggredito, nonostante Peía avanzara, spara col fucile contro i rapinatori ed impegna poi una colluttazione con essi, che scappano perché alie grida d'aiuto della famiglia risposero altre voci dalle case vicine tirando delle fuciiate aliaría per dar Pallarme al paese ... a fronte di esser posta la casa deU'aggredito all'estremitá del paese, in riten di dodici minuti accorsero sul 355 AC I A HISTIUAE • JO • 20112 • 2 Mario DA PASSAKO: UN CRIMINE FF.IKX ¡i ED ARCAICO NKI..I.A SARDF.GNA ¡>£.¡ .1 .'OTTOCENTO. . 331-3« luogo circa 50 persone armaíi ckiscuno alia meglio e se non furono prími non ultimi certamente sonó stat.i ad uccorrere i carabinierí, e non pochi furono quelli che tenta-rono inseguiré, la banda che con httona previdenza se la sv ignava appena si accorse che il paese era giá in moto (Gp, 5 novembve 1S67); nel 1871 a Pirrí gli assalitori sono messi in fuga dall'accorrere di una "gran folla di popolo" (As, 19 e 21 aprile 1871) e nel 1878 a Sarule alcuni popolcmi con eroico coraggio e con alia Testa il loro Simiaco, il cui nome. Salvatore Balloi, declino a segno di cmoranza, opposero viva resistenza e poterono riescire, ritnanendo essi incolumi, a liberare senza ojfesa o datuio la casa grassata, facendo morder la polvere a tre di quei matandrini, oltre gli altri che si dice sien si potuti sebbene feriti filtrare alia montagna (Caboni, 1879, 19); nel 1902 all'aíba. una dozzina di malviventi, dopo aver rapíñate e sequestrato un tcstimone casuale, assaltano la casa isolata di un "facoltoso e conosciuto proprieta-rio" nelle campagne di Terranova (Olbia), légano un servo e sua moglie, disarniano il proprietario e légano lui e i suoi fnmiliari, svaligiano l'abitazione facendo un bottino per un valore fra le 4 e le 6000 lire e fuggono, ma vengono inseguiti dai carabinierí e da una cinquantina di abitan» deí dintorni armati, si dividono e un gruppo di essi ha due conflittí a fuoco con gli inseguitori, in cui cade un assalúore, uccíso a fucilare da due pastori (NS, 24 agosto 1902). Lo stesso procuratore Lozzi nconosce che talvolta e avvenuto che al primo ir rómpete dei g ras sato ri, e forza pubblica e cit-tadini abbiano saputo impávidamente resistere; e se e da deplorare che qualche agente della pubblica forza sia coduto vittima, é pur anche avvenuto che la loro vita é costara cara ai malandríni che trovarono la ¡norte ben mentara sul iuogo del mi-sfatto (Lozzi, 1888, 44) e il procuratore Porqucddu, citando in particolare i casi di Nugbedu S. Nícoló, in cuí si distinse una donna, poi premíala per questo. e di Alá dei Sardi, ricorda che a volle i maifauori ebbero ad esser fugad, non pochi atterrati dalla sola coraggiosa resistenza paesana, rendendo anche un gran servizio alia giustizia, che, con la peggio de gli aggressori rimasti sul terreno, vi fu modo di venir in chiaro degli altri colpe-voli e punirli (Porqueddu, 1890,41). Inoltre in qualche caso, avuta in qualche modo notizía di un piano criminoso che sta per essere atluato, si cerca di organizzare un'imboscata aglt aggressori; cosi nel 1848 a Selegas un proprietario viene ¡nformato alcuni gíorni prima di un possibile assalto alia sua casa, con Faiuto deí compaesani organizza la resistenza e, nonostante qualche dísguido, la rapiña fallisce e la banda viene messa in fuga: gli assalitori cedendo il campo precipitosamente si ñürawno, atterriti ancora da un'altra fucilata. Qaesta quadriglia, al giungere nel villaggio, disarmó duque barrancelli che trovavansi in vicinanza della casa, dei quali due rimasero leggermente 356 ACTA HISTRIAK • 10 « 2002 • 2 Miiric t>A PASSA NO: UN CRIMINE FEROCE CD ARCAICO NEU.A .SARM-ttNA DELLOTTOCENTO: .... Ï3J-366 feriti. ! conterranei cite crano di ronda al suo arriva fuggimno abbandonando il loro capo. Ed in vero la banda era molto forte e di circa 200 uomini (questo numero ci pare esagerato), se si dà relia, a tre Nurresi saccheggiati prima e battuti dalla sressa banda e costretti a rimancr con essa i il tirilci Cora déliassait». Da rapporti che si c.redono veridici, si ha che dallo scoppio del trombone tinque rimasen morti, e nove feriti, e che al ritomare délia quadriglia net capo superiore era liittora forte di 60 uomini circa (KS, 3 giugno 1848); anche ne! 1868 a Suelii viene organizzato un agguato, questa volta da quattro carabinier), che si nascondono in casa di un notaio; un banda di una quindicina di uomini attacca la casa e vi si introduce forzando una finestra, ma alcuni fuggono immediatamente sospettando di qualcosa e i quattro rimasti vengono catturati (Gp, 15 gen-naio 1868); infine nel 1880 i Carabinieri vengono informati che "in quel di Monastir dovevasi consumare una grassazione in banda armata" e "non solo la prevenirono, ma giunsero ad arrestare laluni contravventori aH'ammonizione", poi identificati fra gl i autori di un altro crimine (Calandra, 1881. 29). 6. L'episodio più famoso, la "madre di tutte le bardane", è perô quello di Tortol!, dove nel la notte fra il 13 e il 14 novembre 1894 ha luogo un assaito particolarmente violento e feroce.46 Ecco il resoconto che ne dà Pais Serra, che critica anche la len-tezza e la negligenza delle indagini successive: la banda componevasi di cento malfattori annati, seconda la voce pubblica, ma cerlamente in numero non inferiore a cinquanta. Verso le II di notte, silenziosi ac-cerchiano il paese, ma dope accerchiatolo, per intime rire procedono cautamente sparando replicati colpi di fucile. Due carabinieri che perlustravano scambiano con essi alcune fucilate, ma vedendo la supériorité del numero si ntirano in caserna. Quivi il capitano, che casualmente vi si trovava in visita, svegliato di soprassalto fu informaio del triste fatto: rimase come sor preso, e nella confusione non seppe che ordinäre al brigadiere di uscire alla testa degli altri carabinieri, mentre si inostrava, pare, pronto a seguirlí. Uscl di fatto il brigadiere Giua coi suoi uomini; e maure ap-postava in diverse posizioni alcuni de' suoi dipendenti, egli con un altro carabiniere divisó di penetrare in una casa prospiciente al cortile di quella del cavalier Depau, in cui aweniva la grassazione. Difficile era raggiungere l'obbieitivo, perché i malfattori avevano in luoghi oppommi posto vedette, in mezzo alie quali con pericolo di vira, il brigadiere e il suo compagno do ve vano passare. Ma sprezzando il pericolo, preso di mira dai colpi dei malandrin i pure raggiunse la casa. Nella quale ( caso dawero síranol) in quell'ora tanto tarda non trovo il proprietario, ma una donna sola; da essa si fece aprire, e condurre ad una finestra da cui si potea dominare il luogo della grassazione. Incauta la donna lo seguiva col (lime acceso, e non appena 46 V. anche NS, 15 novembre 1894, Us, 14, 15. 27 novembre, t dicembrc 1894; Nieet'ofo. 1897,17. 26, 49. 138. ¡89; Loi, 2001, 80 ss. 357 ACTA HiSTKlAE ♦ 10 • 2002 ♦ 2 mb.to da passano; un CRIMtNi; fïROf'f. rd arcaico NELLA SaRDECNa DELLOTTOCENrO 331 366 ;/ brigadier^ si fu awicinato alia finestra una paila lo colpiva mortcdmetue. lo non so sptegarini come i malfattori vcdendo un lume a queda finestra, e prima cite da es-sa si sparasse, senz'ahro (quasi conoscessero l'assenza del proprietario, e sapessero delta presenza di un carabiniere) facessero fuocol Gli altrí carabinieri pure nelle loro posizioni ebbe.ro scontri coi malandrini, cosi cite il carabiniere Bulciolu, fu due voile ferito. /rítanlo il grosso della banda invadeva la casa del cavalier Depau, la (juale era custodita da un solo domestico, Giuseppe Olla. Tentó egli disperata resi-stenza; aU'innmazione di aprire rispóse sparando il fucile, e fe rendo ale uni degli aggressort; ma fu vano, perché i malfattori penetrati nel cortile furono sopra al fedel servo, e colle armi al peno gl'imposero di svelare ove fosse il danaro, se voleva salva la vita. Ma il certo sacrificio di sé non impaura il coraggioso Olla che a nessun pairo vuoie tradire ¡I padrone. Accieeati dad 'ira per l'eroica e impensata resistenza, i numéros! aggressori gli sono addosso, lo atterrano, cñvetlandolo di ferite d'arme da fuoco e di punta; alcuni gli pongono i ginocchi sul petto quasi esanime, e lo scongiu-rano ancora di rivetare il luogo ov'è riposto l'agognato bottino. ¡ndamo! Questo prode risponde imprecando ai suoi carnefici e maledicendoli nniore, Cotnpiuto il mi-sfatto, depredara quel che trova roño,1 senza pero aver scoperto il grosso del bottino, che la morte di Giuseppe Olla aveva sálvalo, partírono trasportando iferiti, ab-bandonando uno so/o morto poco lungi, con la testa mozza. Silenziosi si dispersero, come silenziosi si erano riu/iiti, non lasciando traccia sulla quale la giustizia potesse r inven i re i colpevoli! ... Una circostanza degna di nota si è che le paiiugUe di barra-celli - cosa che non si sa spiegare - poco prima del misfatto avevano sospeso le loro perlustrazioni e si erano rituati (...) Ed è doloroso constatare che la fortuita presenza del capitana deí carabinieri, invece di essere messa a profitto, fit resa stérile dal suo turbamento. Poiché non solo lasció che tutti i carabinieri partissero senza ac-compagnarli e daré ordini e istruzioni; ma egli rimase chiuso in caserna finché la grassazione non venne consúmala. ... Ne basta ancora. Mi sono accertato per testimoniante avute, c.he nel prossimo porto di Arbatax, distante poche centinaia di metri, distintamente si seutiva il vivo fuoco di fucileria. Ora, perché i nove doganieri che vi si trovavano que ¡la sera, perché l.'equipaggio di una cannoniera che era cota ancorala, non si mossero? (Pais Serra, 1896, 52 ss.) In reaità si tratta soltanto, com'è evidente, di uno in una ormai lunga serie di fatti analoghi o comunqtie estremamente gravi,48 che perô suscita una profonda impres- 47 "... Une 25.000 in marenghi d'oro, tire 1.500 in motiete doro di iire 100 ciascuna. delie qualí tre russe, una austríaca, una c-lvetica; iire 250 in zecchipt di Venezia; 20 sterline, 10 doppi marenghi, un pezzo d'argento greggio del valore di Iire 300, ¡ 2 eucchiaini d'oro; due cintile della panrocchia di Talana, un cálice d'argento dorato con dedica all'Areivescovo, diverse pósate d'argento; dei gioielli per un valore di Iire 5.000; due orologi d'argento; due revolver a percussione centrale; un fucile del valore di Iire 500 ..." (Us, 14 novembre 1894). 48 Non c'eche l'trnbawzo della scelta: nel 188(5 ad esempio viene assaüta la diligenzu che va a Maeo-mer e un ufficiale dei carabinieri viene dísarraato e lasciato seminado; nel 1892 viene rapito e assassi- 358 ACI A HiSTRIAE • ¡O • 2002 • 2 Müiio PA PASSANO: t'N CRIMINE FEROCE ED ARCAICO NELLA SAP.DEGNA DELL'OTTOCENTO; ... 33I-M6 sione e casualmente ha un'eco anche sulla stampa nazionale. L'episodio ha quindi una rilevanza particolare non tanto di per sé, ma piuttosto per le sue conseguenze. Infatti con decreto del 12 dicembre ii governo, presieduto da Crispi, decide di awiare un'in-chiesta "sulle condizioni economiche e della pubblica sicurezza in Sardegna", affi-dando l'incarico a Fais Sen a, ex-garibaldino, amico de! presidente del Consiglio e al-l'epoca depuíato di Ozieri, che fra l'alJro su que i temi aveva gia preséntalo un'mterro-gazione al Ministro deil'mterno qualche anno prima. í.i risultato dell'indagine, pubbli-cato non senza qualche polémica, dal successore di Crispi, ií márchese di Rudini, ne¡ 1896, rappresenta una delle analisi piü acule ed approfondite del problema condotte sino ad allora (Da Passano, 1998, 494 ss.) e sta alia base non solo deiíintervento brutalmente e spesso indíscriminatamente repressivo del 1899, condotto in concomi-tanza con la visita della famiglia reale nell'isola (Marcialis, 1900; Bechi, 1900; Far-ris, 1914; Brigaglia, 1971, 113 ss.; Todde. 1971, 254 ss.; Da Passano, 1998. 456), ma anche (e soprattutto) delle leggi speciali a favore dell'Isola, approvate a partiré dal 1897 e poi riunite nel testo único del 1907 (Sechi, 1969, 122; Del Piano, 1984, 366 ss.; Soígiu, 1986, 274 s.; Melis, 1993; Conté, 1995, 157 ss.; Da Passano, 1998, 496), due tipi di intervento che in generale segnano, in sintonia con quanto awiene nel resto del Regno, un calo, quantitativo e qualitativo. della criminalitá sarda, a cui si accompagna la lenta scomparsa delle bardane. Vero é peraltro che giá nel 1894 il pro-curatore generale Giovatini Porqueddu sosteneva che altrí polrcbbe osservare (...) che i reati colá ebbero a mutar forma: che ivi si verificó un vero processo di evoluzione nella delinquenza; dal tetro reato delle rapiñe in bande armate, per legge d'evoluzione, essersi corso animosi a reato piu civile, quelto de' ricatti (Porqueddu, 1894, 60); ¡jalo il stndaco di Villasor, nel 1893 quattro uomini armad e mascherati lentano un assaito al treno vi-cino a Panada; nel 1894 vengono sequestrati due commereíanti di sughero franeesi, poi liberad senza riscaito solo perché il sotEOprefetto di Nuoro fa intervenire i! più anziano dei latitanti delta zona. Giovanni Corbeddu, il "Re della macchia", il "Nestore dei banditi sardi" (poi ucciso nel 1898 in un con-flitto a fuoco con i carabiníeri), che rinuneia alla ri compensa pattuiia; neî 1895 falliste un tentativo di rapiñare le paghe dei carabinieri di Oratti, ma un milite viene ucciso, viene assaltata e depredata la corriera postale Oniferi-Orani e dopo la faga i rítpinatori hanno uno scontro a fuoco con i carabinieri; nel 1897 a Benetutti e sulla strada da Bitii a Nuoro vengono assalile attre due corriere postali, menlre sulla strada Monteponi-S. Giovanni vengono rapíñale le paghe degli opérai della miniera e rimane ucciso il conlabile che le trasportava; nel 1899 ad opera di due latitanti un contadino di Benetutti viene "scannato nella sua aia, alia presenza della moglie e del figlioletto, dopo essere stato squartato e sven-trato. La testa di quel disgraziato contadino fu staccata dal corpo e deposla sopra un muro a secco; e per maggior sfregio all'ucciso furono arricciati i baffi col sangue che sgorgava dalle vene" e un confidente della poli/ja "ebbe tre fucitate e dieci colpi di "leppa", cbbe fracassate le vertebre, la mascella inferiore, le costóle, i polmoni; scoperchiato il cranio, slaccata la mano dal polso. staccatc le orecchic" (Fams, 1914; Brigaglia, 1971; Sorgia. 1973). 359 ACTA MSTUIAE • 10 • 2002 • 2 Mario DA PAS5ANO: UN CRIMINE FEROCE ED ARCAICO NKU.A SAROEC' \ MiU.OTTOCENTO . 331-36« si passa cioe dalle arcatche bardarle al ncatto e al -,equest.ro di persona a finí estorsivi,45 un reato quest'ultimo che effetíivamente fa la sua comparsa proprio in quegli anni diffondendosi in misura sempre piü consistente e che purtroppo sará destínalo a segnare la vita dell'lsota e det suoi abitaníi sino ai giorm nostri. NEUSMILJEN IN ARHAIČEN ZLOČIN NA SARDINIJI V 19 STOLETJU: BARDANA Marto DA PASSANO Univerza v Sassariju, Fakulteta za politične vede, IT-07100 Sassari, Piazza Untversitš 11 e-mail; daptSijniss.il. POVZETEK Med ¡S. in 19. stoletjem je bila za Sardinijo značilna prisotnost kriminala, ki se je pojavil v velikem številu, bi! družbeno in teritorialno zelo razširjen, slabo povezati zanj so bila značilna najhujša kazniva dejanja, pogosto tudi zatekanje k nasilju, stanje pa je bilo še bolj dramatično zaradi zelo razširjenega in nerešenega pojava razbojniška. Zaradi velikih sprememb v gospodarskem in družbenem ustroju, ki se napovedujejo v dvajsetih letih 19. stoletja, je prišlo do globokih družbenih nemirov in opaznega širjenja kriminalnih pojavov, ki v času velike gospodarske in finančne krize., ki zajame, otok v zadnjih petnajstih letih 19. stoletja, izbruhnejo t' pravo eksplozijo kriminala, za katerega je značilen kakovostni premik zaznamuje pa ga uporništvo najrevnejših slojev in zloraba slednjih s strani najbogatejših in najmočnejših. V tem dramatičnem okviru velja opozoriti na ohranitev in postopno širjenje 'bardane', kaznivega dejanja, ki je zgodovinsko značilen za celotno pokrajino. Gre za oborožene tolpe, ki štejejo tudi po nekaj deset mož na konjih (med katerimi so pogosto razbojniki na begu), se zbirajo ponoči v težko dostopnih in samotnih krajih, se hitro premikajo bodisi proti bližnjim vasem bodisi proti nižini, ropajo cele črede in napadajo osamljene hiše ali še pogosteje, zavzemajo celotne vasi in napadajo hiše oseb, ki veljajo za premožne. Udeleženci pohodov se z veliko lahkoto zatekajo k nasilju in posegajo po strelnem orožju, j katerim žrtve strahujejo ali pa jih z njim napadajo. Včasih se spopadajo tudi s vojaškimi enotami, orožje pa uporabljajo tudi v primeru odpora, ne glede na to ali se upirajo žrtve same ali preprosti vaščani. ki žrtvam prihitijo na pomoč. Napad se konča z begom, po razdelitvi plena pa se udeleženci 'bardane' razkropijo Ob tem velja poudariti, da tovrstne tolpe nastajajo priložnostno in brez kakršnekoli stalne oblike organiziranosti. 49 Sul passaggio da altre forrc» di ¡lleeiio jrriechimento al rieatto e a! sequestro di persona v. Pigliaru, 1975, 399 ss.; ftra, 1978. 343 ss.; Loi, 2001, 103 ss. 360 ACTA Hiš IU1AE • 20 • 20112 ■ 2 Moto »A PA5SANO: t IN CRIMINE FF.R(X F F. D ARCAICO NEL1.A SARDECiNA DEl.l.'OTFOCENIX>; .... M I-J« Tovrstna ropanja se nadaljujejo skozi vse 19. stoletje. Z razcvetom kriminala in razbojništva pa postanejo na otoku v devetdesetih letih 19. stoletja še celo pogostejša hi vedno bolj krvoločna, a tudi manj primitivna v svoji strategiji naskoka. Nazadnje se spremenijo v prave vojaške pohode, pri katerih pa ne sodelujejo več samo razbojniki in revni pastirji iz notranjosti otoka, temveč tudi povsem neoporečne in premožne osebe. Najznamenitejša 'bardana' se je pripetila v Torliju ¡894. Bila je skrajno nasilna iti okrutna, kar je v javnosti pustilo globok vtis, dogodek pa se je znašel na pn>ih straneh nacionalnega tiska. Primer je posebej pomemben ne toliko zaradi dogodka samega, temveč zaradi njegovih posledic. Kmalu zatem je namreč Crispi sprožil vladno preiskavo "o razmerah na področju gospodarska in javne varnosti na Sardiniji" in jo zaupal Paisu SerrL Izidi preiskave predstavljajo eno najprodornejših in najbolj poglobljenih analiz dotlej, ki so postavile temelje ne le za široko zastavljeno (in pogosto nasilno in neseleklivno) represivno akcijo s konca stoletja, temveč tudi za posebne zakone v podporo otoku; dvoje vrst posegov, ki so v sozvočju z dogajanjem v preostalem delu kraljestva zaznamovali upad sardinskega kriminala, tako kar zadeva njegovo kakovost kot količino, z njim pa počasno izginjanje 'bardan'. Ključne besede; kazniva dejanja, razbojništvo, oborožene tolpe, Sardinija, 19. sto- FONTIE BIBLIOGRAFIA APC (1883): Allí Parlamentan. Camera dei Deputati. Discussioni, legisi XV, sess. I'1,7 maggio 1883. Roma, Stamperia Reale. As (1862-75): L'avvisatore sardo. Caglíarí, s. n. AvvS (1871-93): L'avvenire di Sardegna. Cagliari, Típ. Dell'Avvenire di Sardegna. 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