ACTA HISTRIAE II. ricevuto: 1993-07-15 CDU: 930.22:808.1:807.3 (497.12/. 13 Istria+450.36)"07/09" ELEMENTI LINGUISTICI SLAVI E PREROMANZINTELLA CARTA DEL PLACITO DI RISANO (owero tentativo mancato di stabilirli) Curan FILIPI doc. dr., Facolta di Pedagogía di Poln, 52000 Pola, Via Medulin 3, CRO SINTESI L'autora anaüzza gli elementi linguistici nel la carta del Plácito del Risano (S04) con lo scopo di trovare alcune voci d'origine slava che perrnetterebbero la dalazione dell'insediamento degli slavi nell'Istria nard-occidentale ad un periodo antecedente il sec. VIII, Inoltre, propone una nuova tesi ch e riguarda la posizione delleparíate istriote, l 'único idioma romanzo autoctono ddl'Istria. L'autore presuppone che le paríate istriote avessero un comune sviluppo con quelle dalmatiche e friutane fino all'arrivo degli slavi i cui insediamenti a forma di cuneo divisero in tre fino a queI punto un 'única parlata romanza friulano-istrioto-dalmatica. 0. Premessa La carta origínale del Plácito non esiste piü. Data l'importanza del documento stesso, é certo che nel corso dei secoli se ne siano fatte diverse copie (trascrizioni). Come scrive S. Zítko, "una copia dell'oríginaledovrebbe essersiconsérvala solo nel CódiceTrevisano appartenente alia preziosa raccolta del nobile veneziano Bernardo Trevisano (Codex trevisanus)"1. Anche il presente trattato si basa su un facsímile della sudetta copia datato alia fine del sec. XV, inizio del sec. XVI, che secondo alcuni storici rappresenta la trascrizione piü antica tuttora conservafa del Plácito di Risano". Gli studiosi di storia non si trovano concordi sulla data dell'evento stesso, Nei vari testi vengono citati gli anni compresi fra Panno 800 e I'SIO, nía la maggior parte degli scienziati ha optato per Panno 804. Preferíame comunque lasciare questo tema agli storici e stóriografi e dedicarci 1 S. 2ilko,D documento dei Plácito di Risano - dilentrtú e controversie della storiografía nazi emole e straniera, Annales l, Capodislria 1991,59-68, spede p.6(). 2 Viene usato il facsímile della carta del Plácito da "1 pladti del Regnum Italiae", a cu ra di Cesare Manaresi, Roma 1955, pubblicato con pagina/jone originale da M. E. A. Zetto, Il Pladto di Risano, Edizioni ANVGD-ERI, Trieste 1939:manoscritto/ pp. 110-115, trascrizione pp. I16-Í24. 31 ACTA HISTRIAK II. Coran FlLtPfc ELEMENTS LINGUISTICI SI AVI E PREROMANZINELLA CARTA DEL PLACÎTO..., 31-30 ali'approfondimento de]la problemática lingüistica cercando di stabiíire se agli inizi del sec. IX sia possibile trovare elementi linguistici slavi e preromanzi nei documenti giuridici istriani redatti in latino. L Presenza degli Slavi in Istria ne¡ sec. IX La carta evidenza chiaramente la presenza degli Slavi in Istria agli inizi del sec. IX. Essi sono menzionati diverse volte. Dapprima a pagina 53 (riga 20 & successive): Insuper sclavos...nostraspradas3,pascunt .„nosdicunt4. Apag.55 (r.8esuccs.):Pertres...Ec-ciesiarum et populares ... perditione Alla stessa pagina(r.27 e succès.): De sclavis ... sicut et ceteros populos6. A pagina 5 (r.2 e succès): Tune previdímus... operas et collectiones7, de sclavis ... emendandum . In parte del testo a pagina 54 (r.6 e succès.): (...) advenas ... potestatem habemus9 - gli Slavi sono forse menzionati implícitamente? Ma dalla frase "Advenas bomines. qui in vestrum résident, in vestra sint potestate"10 se eollegata alla frase seguente "De sclavis autem, ujide dicitis (..)", da noi già citata, potremmo dedurre che gli Slavi in realtà non sono stranieri e che il loro status è del tutto diverso. 2. Lo status degli Slavi Dai brani citati del Palcito è difficile desumere lo status délia popolazione slava. E' evidente solo che essi sono ancora dei pagani (a meno che non si tratti solo di una parola ingiuriosa nella deposizione del testimone che evidentemente non ama gli Slavi). Puô darsi invece, che proprío per il fatto di essere pagani siano dei sudditi "inferiori" dell 'imperatore e non partecipino all'assemblea del popolo, grande ed importante evento di queí tempi: gli altri li accusano e loro non h auno modo di difendersi. Non parla a loro 3 NellavocePradas, accusatlvoirregolare plurale del latinodasicopratwn "prato",èinferessante la sonori?.zazione t d. Cfr. il toponimo Prade npl Capcdistrian» - se non dériva dapraedtuti. 4 Traduzione italiana da A. Petranovič e A. Margetič, Il Placito del Risano, in: Koper med Rimom in Benetkami / Capodistria tra Roma e Veneiria, Prispevki k zgodovini Kopra, Contributi par la storia di Capodistria, Ljubljana 1989, 81-86, Le traduzioni verranc xiportate nelle note; il numéro ind.ica la pagina. - Trad., p. 84, r.8-12: "inokre pose gli Slavi sulle ncjstre terre;... faldano i nostri prati, paseolano..., se didamo quakosa, dicono di uociderd;" 5 Traduzione ital., 85, r.11-14: "Per tre anni, quelle decime che dovevamo dare alla santa chiesa abbiamo dato agli Slavi pagani, quandoli insediô soprale terre délia chiesa e del popolo in suo peccato e nostra perdizione." 6 Trad, p.85, r.27-33: "Quanto agli Slavi di cui pariale, andiamo sulle ferre, dove nsiedono e vediamo: sepossonorisiederesenza danno per voi, che virisiedino,là dove a voi tanrio qualclie danno, nei campi o boschi o terreniincoîfci o dove che sia, noi li butteremo fuori. Se piace a voi che li m andiamo a tali luoghi dove possono stare senza danno per vos, die siano utili al fisco corne anche l'altra gente." 7 S.Žitko {op.at., n.29) afferma che nelle trascrjzioni più aniiche non c'è virgola. Qcesto fatto favorisce sostanzialmenfe gli Slavi ed il conte Giovanni. 8 Trad. p. 85, r.33-36: "Abbiamo quindi provveduto noi legati dêlTimperatose, che il duca Giovanni desse gaianzia che riparerà tutto iî suddetto (concernente) le sovrarigarie il diritto suite ghiande, e su] fieno, i lavori e le collette, gli Slavi, le angarie e la navigazione." 9 7'rad. 84, p.24-25: "..; non abbiamo più potere nemmeno sugli stranieri che collochiamo nelle nostre case e terre adiacentj." 10 Trad. p. 85, r. 27: "Gli stranieri che risiedono sulle vosire terre, siino in vostro potere." ACTA JI1STR1AE 11. Cician FtUPI: ELEMENTI LlNOUlSItCt SLAVI EPREROMAN2J NEI.LA CARTA DEI. PLACITO..., 31-36 Odlomek iz apnenca, okrašen spleteninaslo ornametitiko iz 9. stoletja, Koper (PMK) favore neppure la conclusione stessa del Plácito (specialmente nella versione con la virgola). E' comunque incontestabile il fatto che gli Slavi sono presentí in Istria all'inizio del sec. IX e che non sono poehi; se fossero poehi, non darebbero tanto filo da torcere agli índigeni. Si presume percio che siano presentí ben prima dell'assemblea di Risano: eoltivano la térra, mietono, allevano bestíaine e via dicendo - e una comunitá non pud certo ottenere tutto questo dalPoggi al domaní. 3. Análisi lessicologica Per questa ragione abbiamo ritenuto di poíer trovare nei! a carta del Plácito degii elementi íinguistící slavi e quelii precomanzi, che confermassero la presenza deglí Slavi nei Capodistria.no sin dagli inizi, all'incirca, del sec. VI o addiritura anche prima. Abbiamo letto attentamente il testo latino, ma senza alcun esito. Vorrenio aggiungere anche che, al di Iá dei fini che ci eravamo prefissi, non abbiamo trovato traccia alcuna ? di nomi propri di persona slavi. 3.1. Toponimi Ci si aspettava sopratutto dei toponimi in quanto indizi piü sicuri della presenza di un popolo in un dato territorio. Solo uno dei toponimi fa al caso nostro. Si tratta della ACTA HI STRIAE H. Coran FILIPI: ELEMENTI LINGUÍSTICI SLAVI£ PRHROMANZI MELLA CARTA DEL PLACITO ..., 31-36 voce Priatello'1 L'uscita in vocale indica una forma giá romanizzata che potrebbe derivare dal suffisso del latino volgare -ellu(m) o -ellu(s), riel caso invece che il toponimo fosse un prestito dallo slavo, cosa peraltro alquanio improbabile, si tratterebbe serapli-cemente della romanizzazione del sufísso slavo -elfj)1". La localitá stessa, comunque, non siamo riusciti a trovarla nemmeno nelle piü antiche carte geografiche; abbiamo anche indagato fra gli indigeni dell'Istria, ma inútilmente. E' percio mollo difficile decifrare questo nome proprio di luogo. Questo non significa pero che in questo periodo manchino del turto i toponimi slavi. Nella carta si fa menzione solo delle localitá piü importanti (p.es. Cittanova, Albona) per le quali il compOatore, anche se stianiero, non ha diffícoltá a trovare il corrispondeníe come sostitutivo a luipiü famíliare. Inoltre, come si d gi& detto, gli Slavi non sono presentí al dibattimento. 3.2. Appellativi Non avendo trovato toponimi, era ancor piü improbabile che trovassimo dei nomi comuni di origine slava. Ed é proprio cosí: non ce ne sono. E' possibile che gli abitanti romani dell'Istria che parteciparono al Plácito abbiano usato qualche prestito dagli idiomi slavi, ma che poi il notaio 1 'abbia latinizzato o che sía stato sostiíuito, per ragioni politiche o linguistiche, in seguito, durante la írascrizione. Esarninando il testo abbiamo dedicato particolare attenzioue a quei vocaboli che avrebbero potuto essere considera!! preromanzi (cioé appartenenti agli strati Iinguistici del latino volgare), ma ancora una voltaci siamo ritrovati a maní vuote. La ragioneva senz'allro ricercata nell'assenza degli Slavi nel dibattimento. Se fossero.stati presen!), il notaio - indipendentemente dal grado di erudizione - avrebbe sicuramente annotato qualche voce che avrebbe potuto rimandaré a qualche prestito dagli strati Iinguistici preromanzi, prestito che gli Slavi indubbiamente usavano nel sec. IX - gli é sfuggita p.es. la voce pradas (vedi n. 3), forma giá romanizzata di una parola latina, e non 6 Túnica voce dei genere nella carta in questione. 3.2.1. Noi stessi abbiamo trovato nel Capodistriano diversi vocaboli che pofre-rumo considerare dei relitti dell'época del latino volgare. Na citiamo soltanto due: flónda "fionda", Decani (dal latino volgare *FLUNDAM), e flum "fiume Dragogna", Krkavce (dal latino FLUMEN "fíume")13. Si presume che i due vocaboli citati si ano stati adulta ti 11 (...jitem possessiorvem... alia loca, (p.53, r. 6 e 7). Traduz. Mal, p. 82, r.42: "...; pqi passedimento che tiene a Priatello con terre,..." 12 Secondo A. Guillou (Régionalisme et indépendance dans l'empire byzantin au Vile siècle, Roma i960, 194), H. Krahwinkler (Friaüf im Frühmittelalter, Wien-Koln-Weimar, 1992) identifica Priatcllo cori Oprtalj (ital. Portofe}. Non essendoci l'opéra di Gouillou accessibile, non sappiamo se Gouillou (Ktahwinkler da parte sua non l'ha fstto) abbia ricostruîto l'etimologia PrialeUo Oprtalj. Riteniamo che una simile derivazione non abbia potuto verificarsi nel sec. IX o prima. Seinmai si potrebbe ipofizzare una derivazione inversa, ma oggi i linguisti si trovano concorda sulla tesi ¿he il toponimo Oprtalj derivi dal sintagma ad poriptem, tnentre la forma Prfotelto, almeno per quanto ne sappiarno noi, non ri.sulta mai stata usata al posto di Oprtalj. Ed è proprio per questo che nutriâmo dei dubbi fluH'identificazione dei due toponimi. 13 Vedi G.Filipi, Di alcune parole romanze prevenete del diaíetto síoveno di Decani presso Capodistria,in: Isole línguistíche eculturali, Ató del 24" Convegno dell'A.I.M.A.V-, Udine 13 -16 tnaggio 1987, Udine 1988,203-208. 34 ACTA HI STRIAE H. Goran RLtPI: ELEMEMTI LINGUISTICI S LAVIE PREROMANZINELLA CARTA DEL PLACITO.... 31-36 acl periodo in cui la maggioranza della popolazione istriana usava il cosidetto latino voigare: "I linguisti che si trovano concordi sut latino volgare piü o meno unitario, il piü delle volte coliocano il momento ( della spaccatura dell'unitarietá del latino volgare) pressapoco fra il sec. IV ed il sec. IX, cioé nel periodo di transizione fra 3a tarda antichitá e l'alto Medioevo." In Istria, abbastanza lontanadal centro, la dissoluzione delí'unitarieták 14 * del latino volgare avvenne cert ámente molto prima del sec. VII . Riteniamo che dal latino volgare un tempo unitario si siano formati alcuni gruppi linguistici affini dai quali poi si svilupparono te lingue romanze. In alcuni gruppi pero, l'evoluzione in lingue romanze si interruppee si ebbe una nuo va scissione degli stessi in altri gruppi linguistici affini che, indipendentemente gli uni dagli altri, contimiarono ad evolversi in determinate lingue romanze. Crediamo che una simile sorte sia toccata alia lingua postlatina in Friuli, Istria e Dalmazia dove questa lingua era rñnasta unitaria anche dopo il declino del latino volgare. Si suppone che in queste regioni la lingua sia stata unitaria fina all'arrivo degli Slavi(sec. Vio VH)nelle aree delle coste orientali dell' Adriático o nelle loro immediate vicinanze. Gli Slaví arrivavano in ondate e non sempre raggiungevano la costa; laddove .15 vi arrivavano, s'incuneavano fra lepopolazioni romane dividendoíe. Questi cuneislavt hanno causato la scissione del romanzo fino ad allora unitario di queste tre regioni in tre nuovi ed indipendenti gruppi di lingue romanze: le paríate friulane al nord, quelle daimatiche al sud e le istriote nell'Istria. Dal sec. X comincia a crescere considerevol-mente 1'influenza di Venezia (e dunque della parlata veneta) in istria ed in Dalmazia. 11 colpo definitivo a tutte le paríate nate dal romanzo unitario del Friuli, dell'Istria e della Dalmazia viene inferto in Istria ed in Dalmazia dal veneto che sostituisce interamente la maggior parte delle paríate daimatiche giá nel periodo fra i secc. XI e XV, mentre solo nell'isola di Veglia questo si verifica appena verso la fine del secolo scorso, secolo in cui anche le paríate friulane di Muggia e Trieste lasciano il posto a quella veneta, mentre le paríate istriote (consérvate solo in parte fino ad oggi) devono essere state sopraffatte gia in tempi molto remoti, forse addiritura nel Xo XI secolo (probabilmente proprio per questo non si hanno documenti scritti). 3.2.2. Se trovassimo vocaboli sknílí anche nei documenti istriani anteriori al sec. IX ovvero VIH, o magari ancor prima, nella parlata slava, potremmo fissare l'arrivo degli Slavi in Istria ancora qualche secolo piü indietro. Anche se disponiamo di tutta una serie di prestid nelle paríate slovene deli'lstria dimostranti chiaramente, come i due vocaboli citati, che li si potrebbe attribuire alio strato lingüístico del latino volgare, non lo possiamo affermare con assoluta certezza poíché feniomeni linguistici uguali o molto simili distinguono anche le paríate friulane e di conseguenza i nostri vocaboli potrebbero essere anche dei prestid dal friulano. 14 P.Tekavcic, Uvod u vulgarai latiiútet - s izborom tekstova, Zagieb 1970, p.ló. 15 Supponiamo che le prove del primo cuneo si potrebbero trovare nei dintorni di Trieste o di Muggia, quelle del secondo, invece, nei dintorni di Senj (Vinodol?). 35 ACTA HISTRIAE II. Gnran FILÍPÍ: ELEMENT! LINGUISTtCl SLAVI E PREROMANZI NELLA. CAJRTA DELPLACÎTO ..„31-36 4. Conclusione Purtroppo non siamo ríuscití nel nostro intento. Volevamo trovare le prove che ci pemietessero l'insediamneto degli Slavi in questa parte dell'Istria ad un periodo bers antecedente il sec. VIH. L'assenza di démenti Iinguistici slavi e preromanzi in vocaboli comuni e di uso quotidiano è certamente, come già detto, da attribuirsi alla non presenza degli Slavi al dibattiroento e non necesariamente a correzioni successive durante la trascrizione del documento (correzioni dovute o a ragioni politiche o stilistiche e puristiche). E' più préoccupante inveee l'assenza di toponimi di origine slava, torniamo a ribadire comunque che il testo contiene pochi nomi propii di luogo e per di più solo di cittadine e di villaggi di una certa importanza. Si dovrà dunque aspettare la scoperta di qualche rniovo documento o nuove prove chepossauo avvalorare le nostre supposizioni linguistiche. (La traduzione di MJKramariè-Francè) 36