ANNO XVII. Oapodistria, 1 Gennaio 1883. u !N. 1. DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3 ; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. ANNALI ISTRIANI del Secolo decimoterzo. 1234. 8 giugno. — Mainardo Conte di Gorizia e dell'Istria, eletto arbitro, definisce quisticne di confine insorta tra Yosalco Signore di Mondano ed il Comune di Cittanova contro i fratelli Yidotto e Fabiano, signori del castello di San Giorgio e suo territorio presso Ortolegio (ora Verteneglio). Min. Acta etc. - T. I, p. 19. • ....CORRISPONDENZE aii. Faremo, gennaio 1883. É' un fatto molto sconfortante quello dello stato infelicissimo dei locali scolastici nella nostra provincia. A dimostrarlo, eccovi alcune cifre: abbiamo quattordici edifici scolastici molto buoni, ottantasette mediocri, tredici cattivi, cinque mancanti dell' „indispeusabile"0) Abbiamo in generale scuole umide, piccole e tetre. Credo che non ci sia una scuola, la quale corrisponda perfettamente alle esigenze pedagogico-igieniche. — Di chi la colpa ? — Dei Comuni. — Sono poveri ! — Solita scusa. Ma ditemi, di grazia? perchè quel tal Comune spende tanti denari in cose del tutto accessorie e non provvede ad altre di maggiore rilievo ; anzi necessarissime come il pane? Voi, caro amico, date agli edifici scolastici un' importanza che non hanno. A' nostri dì non si avevano tante esigenze. Guarda mo' là, che per insegnare un po' di lettura e di scrittura ci vogliono proprio tanti apparati. In una soffitta... sotto una tettoia, se c'è della volontà, si ponno fare miracoli. Sarebbe fiato al vento continuarla con que' podagrosi Licurghi: devo pur accennare, che la faccenda cammina per solito a cotesto modo. Questa benedetta scuola popolare, fa duopo il dirlo, ha la sfortuna di dipendere interamente dai cosidetti consigli scolastici locali riguardo a' suoi bisogni materiali. Ne' luoghi principali vi sono bensì persone intelligenti e di buona volontà: non così ne' luoghi di campagna ed in qualche cittadella, ove la faccenda della scuola è messa in coda a tutte le altre. Bisogna adunque concludere, che l'istituzione dei menzionati consigli non trova in generale le circostanze necessarie alla sua benefica azione. I nostri fanciulli sono pure le comuni speranze. Per essi i genitori fanno ogni sacrifizio, acciocché crescano sani, robusti e bene educati. La civiltà porta seco anche molte malattie, e ci rende assai delicati. Essa d'altra parte esige un'istruzione più accurata; — siamo in tempi di crisi. La scienza, colle cifre alla mano, ci dimostra i locali scolastici co' loro arredi, male o punto rispondenti all'igiene scolastica, essere causa rimota o prossima dello sviluppo di una lunga serie di malattie di tutti gli organi, perfino di malattie Amorali. Non voglio ripetere i brutti nomi che danno jgl'igienisti alle malattie costituzionali ed a quelle degli i ^parati della di gelone deHa "-espirazione, della circolazione; a' mali della vista, del sistema nervoso, osseo, muscolare e delle malattie d'infezione. Se tutti i genitori sapessero la relaziono che passa tra tutti questi malanni ed un edificio scolastico difettoso di buona luce, di riscaldamento e di ventilazione; non solo, ma con arredi non adatti, sono persuasissimo, che le rappresentanze comunali non potrebbero fare a meno e con qualunque sacrificio, di provvedere, onde la scuola sia in realtà tempio di educazione. Lo stesso riguardo che si dovrebbe agli alunni, dovrebbesi pur estendere a' poveri insegnanti. Cosa strana, ma vera; mentre oggidì parlano in altri paesi di costruire ospedali per le bestie, qui da noi, in qualche luogo, vengono tenute in minor conto le creature, — i maestri. Ecco la piaga; provveda chi deve e con la massima energia. Chiudo in fine, col ricordare che una nuova e bellissima legge sulla costruzione degli edifici scolastici, la c'è; senonchè la mi fa l'effetto di una nuvola in tempo di siccità, la quale, avara di una goccia d'acqua, ci fa sentire più forte l'arsura della gola. L. Gr. L'Esposizione permanente in Trieste. Pubblichiamo ben volentieri quanto già fu stampato di questi giorni intorno ad un'utilissima istituzione, che desterà, senza dubbio, anche tra noi, un fortissimo risveglio nelle arti e nelle industrie. Raccomandare la novella istituzione è dovere d'ogni istriano, cui stia a cuore di ristorare le sorti ormai troppo depresse de nostri intelligenti ed operosi lavoratori. Un desiderio vivamente sentito dal popolo lavoratore, un progetto da lunga pezza accarezzato con intenso affetto da tutti coloro che sentono sincero amore di patria, e che sanno apprezzare davvero le opere seriamente e duraturamente proficue, altrettanto che decorose, sta per attuarsi, per virtù di popolo e per volere di patria. Fra breve correr di tempo, la Esposizione permanente, ne abbiamo fede, sorgerà superba, e in essa convergeranno gli studi, le fatiche, le volontà ed i talenti dei nostri artieri. Precipuo intendimento di questa nuova opera popolare, si è quello di offerire „a chi ne abbia attitudine messo efficace di continuo lavoro e di adeguato guadagno; concorrendo da un canto al perfezionamento dell'industria nella nostra provincia e d' altro canto a migliorare la condizione economica degli industriali e degli operai." In opera sifatta concorreranno, ne siamo certi, tutti coloro che potranno darvi forza vitale, sia col-l'offerire 1' obolo capace di formare il capitale necessario all'impianto, sia col preparare lavori meritevoli di figurare alla Mostra cittadina. Per far questo occorrono volontà tenaci atte a conseguire l'intento dei migliori che si sono consacrati a quest' opera benefica. E tenacità di propositi non manca ai nostri concittadini, sia là dove fa duopq, sa^ritìeaj-e una somma di | denaro, anche talvolta vinosa, come là d'ove è neces- j sario affaticare la mente e l'operosità affine di far j sortire dalle proprie mani lavori capaci di sostenere i la gara con altri che maturità di tempo e concorso di circostanze favorevoli portarono a fama onorata. La Esposizione permanente aprirà ai nostri operai una vasta palestra di emulazione, ed è in questa che noi li vogliamo ardimentosi campioni. Si faranno onore ne abbiamo fnde ; e faranno il loro interesse, ne siamo certi. Più oltre publichiaino l'appello ai cittadini, e nutriamo fiducia che dessi risponderanno con entusiasmo, j È nostro desiderio che all'opera patriotica con- ' corrano numerosi tutti indistintamente i nostri concittadini, per dimostrare quanto in noi tutti sia potente i il volere di riescire con forze proprie in uti' opera emi- ; neutemente popolare. L'obolo dell'operaio sarà apprez- ; zato con uguale senso di gratitudine come la offerta j del ricco, e vorremmo anzi che le molte piccole offerte, paralizzassero col numero le somme dei doviziosi. Lavoriamo, adunque, ma lavoriamo attivamente con tutti i mezzi che stanno in nostro potere, per mostrare a chi noi comprende, che le masse operaie raccolgono in se stesse una forza di vitalità ignota a coloro che non hanno saputo per anco compulsarla. Ora ecco l'appello publicato : Cittadini ! La prosperità del nostro Paese, congiunta come è alle perdute fortune dei commerci, corre rapidamente fra i ricordi del passato. Noi dobbiamo però allacciarla a nuova attività e riguadagnare quella eminente floridezza che fugge dagli inoperosi. Noi dobbiamo cercare nell'operosità delle industrie il nostro avvenire, perchè sorretta dall'energico nostro volere ci divenga fonte di durevole benessere. Gli intelligenti operai, gli ingegnosi artefici non fanno difetto in mezzo a noi. — Eppure le industrie, ed in modo particolare quelle che sorgono dall' attività di singoli esercenti, non vivono che a stento, o non si possono dire neppur vive. Gli operai ed i capi d'arte mancano di sufficienti mezzi pecuniari'; e trovandosi così nell'impossibilità di creare un deposito dei loro manufatti per attendere riposatamente l'occasiona di venderli con qualche profitto, o sono costretti di affidare il loro lavoro all'avarizia dei rivenditori, o non lavorano affatto. Chiamate le sottoscritte Associazioni dalla ragione stessa della propria esistenza allo studio di una questione che ha rapporto tanto intimo con il benessere della classe lavoratrice, tosto si avvidero come non si possa ottenere un risveglio delle industrie paesane in modo più certo, che assicurando l'indipendenza economica degli industriali e degli operai. E perciò reputarono che a tale necessità si debba provvedere oppor-tuuamente, siccome è reclamato dall' interesse del Paese. Con tale intendimento — sicure del Vostro generoso appoggio — hanno le sottoscritte Associazioni deliberato di istituire in Trieste un magazzino di deposito nel quale sieno accolti (con esclusione dei rivenditori d'ogni specie) i prodotti artistici ed industriali di Trieste ed insieme quelli delle sorelle provincie d'Istria e del Goriziano, sia in natura, sia a mezzo dei campionari o disegni o modelli, e che -.i