i t ANNO XXL Oapodistria, 1 Gennaio 1887. N. 1. 0 VINCI A DELL'ISTRIA U Esce il 1* ed il 16 d'ogni male. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 8; lunetta1* • quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti *i ricerono presso ta Redazioni. Articoli comunicati d'interwie punii ti iknpMi gratuitamente. — Lettere • denaro franco alla Bedaiion». — Ol numero («parato ioidi 16. — Pagamenti anticipati. DIETA PROVINCIALE I seduta. Pareuzo 9 dicembre, ove 12; presenti il Cap. prov. comm. Dr. Francesco Vidulich ; l'i. r. cons. di Luogotenenza cav. Gumer, coram. governativo. II presidente accennato nel suo discorso d'apertura all' invasione del colera nella provincia durante 1* anno, rileva i soccorsi accordati dove ne fu richiesta, dalla Giunta provinciale; e tributa meritato encomio alle autorità tutte, dello stato, ecclesiastiche, ed autonome per 1' alacrità e lo zelo con cui si diedero a combattere il male ; e sopra tutto rende grazie in nome della provincia intera, al distinto personale sanitario che ha corrisposto con rara abnegazione al suo compito. Dichiarata aperta la sessione, e presentato il comm. governativo, la seduta viene levata, mancando il numero legale, causa lo imperversare del tempo, che impedì 1' arrivo dei piroscafi. 2.a seduta, 10 dicembre ; presenti il cap. provinciale, il Comm. gov. cav. Gumer, 21 deputati. Aperta la seduta, nominati segretari provvisori gli on. Dr. Giuseppe Bubba e Dr. Giacomo Lius, latte le comunicazioni della presidenza, prestano la solenne promessa gli on. cav. Giacomo Babuder e Dr. Lius. I r.mi Mons. Dr. Glavina, vescovo di Trieste, e Dr. Ferretich, vescovo di Veglia, hanno scusato il loro non intervento per occupazioni del proprio ministero ; l'on Dr. Nicolò Del Bello per indisposizione; all'on. G. B. de Franceschi fu accordato un permesso di tre giorni. — Passando all' ordine del giorno e presentati gli atti in prima lettura, sulla proposta della presidenza di passare alla nomina delle commissioni, per la per-trattazione degli accennati atti, vengono nominati : a segretari gli on. Dr. Giuseppe Bubba e Dr. Giacomo Lius ; a revisori gli on: cav. Tomaso Bembo, Antonio Crisa-naz, Gasparo Filippo Ivancich ; bar. Giacomo Lazza-rini, Nicolò Rizzi, Don Vincenzo Zembich ; nella commissione finanziaria gli on : Dr. Matteo Campiteli, Antonio Crisanaz, Dr. Giuseppe Doblanovich, Gasparo Filippo Ivancich, Nicolò lìizzi, Francesco Sbisà, Dr. Silvestro de Venier; nella commissione politico - amministrativa, gli on : cav. Tomaso Bembo, Dr. Giovanni Canciani, Dr. Francesco Costantini, Dr. Domenico Fragiacomo, Dr. Adamo Mrach. — Esaurito 1' ordine del giorno venne chiusa la seduta. 3.a seduta, 13 dicembre, presenti il cap. provinciale, il comm. gov. cav. Gumer, e 23 deputati. Approvati i protocolli delle due anteriori sedute fatte le comunicazioni della presidenza, da parte della stessa si partecipa che all' on. Zambich venng accordato un permesso di otto giorni: che l'on. Boìmarcich è impedito per malattia. Al secondo punto dell' ordine del piorno sopra riferta e proposta dell' on. assessore Dr. : "tris, per la Giunta provinciale, vennero convalidate le elezioni degli on. Dr. Giacomo Lius nel collegio del grande possesso fondiario, e dell' on. Cav. Giacomo Babuder nel collegio delle città di Pinguente, Isola e Muggia. Al terzo punto dell' ordine del giorno, sopra proposta del Dr. Campitelli per la commissione di finanza; a) viene approvato il resoconto del fondo ^Deposito e denari altrui per 1' anno 1885, con un introito di fior. 260.960.83, un esito di fior. 23.301.45 e un civanzo di fior. 237,659.38 da riportarsi nel conto prò 1886: b) viene approvato il conto consuntivo del fondo delle confraterne localizzate dell' Istria ex Veneta per l'anno 1885. Nella relativa discussione 1' on. Spincich presenta una mozione che non viene accolta : e) viene approvato il conto consuntivo 1885 e preventivo 1887 del fondo pensioni impiegati provinciali ; d) viene approvato il consuntivo del fondo esonero del suolo prò 1885 coli' introito fior. 126.593.61, esito fior. l09,494.821/2, civanzo fior 17,098.78'/2 da riportarsi nel conto futuro. Nella discussione prendono parte gli on. Lagjuia, Petris, Campitelli ; e) viene approvato il resoconto 1885 dell'Istituto di Credito fondiario manifestandone la propria soddisfazione. Nella discussione prendono parte gli on. Lagj-nia, Sbisà, Dr. Gambini, ed il relatore Dr. Campitelli'. Al quarto punto dell'ordine del giorno, sopra proposta dell' on. Dr. Lius per la Commissione scolastica, viene approvato il consuntivo del fondo scolastico provinciale prò 1885 con un introito di fior. 136,556.16 y2, con esito pari all' introito. Esaurito 1' ordine del giorno, viene chiusa la seduta. 4.a seduta, 15 dicembre, presenti il cap. provinciale, comm. gov. cav. Guraer, 25 deputati. Approvato il protocollo della antecedente seduta, il presidente partecipa che Mons. Flapp, Vescovo di Parenzo, ha scusato il suo non intervento a tutte le sedute, per occupazione del suo ministero ; vengono passate alle varie commissioni per l1 esame e riferta varie relazioni, suppliche ecc. ecc. ; vengono rimesse alla prossima seduta due mozioni in oggetto di strade degli on. Crisanaz e Lagjnia. L'on. Amoroso offre alcuni schiarimenti di fatto a proposito di quanto disse l'on. Spincich e propose neir anteriore seduta riguardo il controllo e la sorveglianza della Giunta provinciale sulla gestione delle amministrazioni confraternali. Passando all' ordine del giorno, 1' on Babuder per la commissione scolastica propone, e la Dieta approva «che pur facendo plauso alla istituzione della scuola professionale dello stato in Trieste, la Dieta non trova di accordare uu contributo dal fondo provinciale dell'Istria per la spesa di mantenimento della scuola medesima." Lo stesso on. Babuder riferisce sulla supplica dei maestri delle scuole popolari per un miglioramento delle loro condizioni economiche, concludendo ,di non poter attualmente proporre all' ecc. Dieta che vengano accordate le domande fatte dai maestri nella presente istanza, e d'incaricare l'inclita Giunta ad occuparsi dell' argomento, presentare un progetto di riforma della legge scolastica in questo senso, subito che si presenti l'opportunità di conciliare la convenienza dell' aumento degli stipendi dei maestri coi riguardi dovuti al tesoro provinciale." — L'on. Spincich fa alcune controproposte a favore della supplica dei maestri, ed è appoggiato dall' on. Lagjnia ; l'on. Campitelli presenta una sua proposta, per il miglioramento delle condizioni economiche dei maestri. 11 referente della commissione scolastica ou. Babuder tiene fermo alla sua proposta che viene accolta, e furono rimesse le altre proposte alla commissione scolastica per 1' esame e riferta. Sopra proposta degli on. Bubba e Scampicchio per la stessa commissione scolastica vengono accolte e respinte le suppliche di maestri per sussidi e stipendi ; e viene rimessa alla prossima seduta la discussione del conto di previsione del fondo scolastico prov. prò 1887. L' on. Fragiacomo per la commissione politico economica propone: „per ottemperare al §. 6 della legge dell'impero 27 giugno 1885, viene stabilito che il fondo provinciale dell' Istria presti un terzo degl' indennizzi che saranno aggiudicati ai possidenti di vitigni della provincia, giusta la legge 3 aprile 1875. Questa proposta viene accolta con 1' emenda dell' on. Amoroso che dopo le parole «viene stabilito" sia inserito l'inciso «sino ad altra deliberazione." La seduta è chiusa. 5.a seduta, 16 dicembre, presenti il cap. provinciale, il comm. gov. cav. Gumer, e 34 deputati. Viene approvato il protocollo dell'anteriore seduta; e fatte le comunicazioni. L' on. Bubba a nome della commissione scolastica propone che sia accordato un aumento di pensione ad una maestra; la proposta viene accolta. L' on. Lius, a nome della stessa commissione scolastica, dichiara che la commissione ha deliberato di non prendere in riflesso le proposte dell' on. Spincich e Campitelli per un miglioramento delle condizioni dei maestri, e propone : 1. Resta approvato il conto di previsione del fondo scolastico provinciale per 1' anno 1887 con esito complessivo di fior. 156,240 ed un pari introito, — di cui fiorini 121,737 da contribuirsi dal fondo provinciale; 2. Viene autorizzata la Giunta provinciale — pel caso di reiezione del suo reclamo contro il conchiuso 30 ottobre a. c. dell'i, r. consiglio scolastico provinciale circa il carico delle rimunerazioni per l'istruzione religiosa, — a poter prelevare la somma di fior. 1700 a coprimento delle spese pel detto titolo : «Rimunerazioni per l'istruzione religiosa" contemplato nella rubrica XIX dell' esigenza. Gli on. Spincich e Campitelli fanno proposte in relazione a quelle presentate nell' anteriore seduta e non accolte dalla commissione, ma restano in minoranza; e vengono invece accolte le proposte della commissione. L'on. Campitelli, per commissione di finanza, riferisce sul conto consuntivo del fondo provinciale pel 1885 e propone: 1. Viene impartita la sanatoria al sorpasso di spese di confronto al conto di previsione prò 1885 alle rubriche II, IV, VI, XI, XII e XIV nel complessivo importo di fior. 225,964.57Vj. 2. Viene approvato il conto consuntivo del fondo provinciale prò 1885 con un introito di fior. 590,078.411/2 con un esito di fior. 552,461.32'/2 un civanzo di fior. 37,617.09. 3. Vengono presi a conoscenza il prospetto di gestione dell' amministrazione del fondo provinciale dell' anno 1885, per 1' epoca dal 1 gennaio al 31 dicembre 1885, nonché l'inventario generale della facoltà stabile e mobile della provincia dell' Istria e delle relative attività e passività alla chiusa dell' anno solare 1885 e l'inventario generale dello stato del fondo provinciale istriano al 31 dicembre 1866 e rispettivo confronto con quello del 31 dicembre 1885. L'on. Lagjnia propone di passare all' ordine del giorno sul detto conto coli' incarico di non sorpassare il preventivo ; la proposta non è appoggiata, e vengono accolte le proposte della commissione. La seduta è levata. (La continuazione e fine nei prossimi N.i) DIGRESSIONI*) Storia della lapide ad Antonio Zarotti sopracomito e di altra ad Antonio Zarotti monsignore Lapide a Leandro e ad Ottaviano Zarotti Ed altri soggetti della famiglia Zarotti E poi che una ciliegia tira 1' altra e 1' occasione forse non ritornerebbe così presto — non parmi fuor di luogo rendere qui di publica ragione un' altra epigrafe •) Vedi i numeri 20 e 21 — La colonna di Santa Giustina ; 22, 23, 24 in. XVIII; 2, 3, 6, 7, 8, 9, 11, 13, 14, 15, 16, 20, 22, an. XIX; 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 13, 14, lo, 16, 19, 20, 21, aa. XX — Digressioni. del secolo stesso XYI e inedita, credo, del pari. Trovasi neir edifìcio già chiesa della Madonna de1 Servi, tempio ora pagano, dentro al quale G. Martissa-Carbo-naio con divozione s' è consecrato a Bacco, e ne fabbrica di quel buono, coni' ebbe a convincere de bibitu me che scrivo, mentre stavo appunto copiando l'epigrafe, che, serbato sinceramente il testo e la grafia, è questa : È dedicata, come si legge, da Alessandro Zarotti, "avvocato di molta aspettazione in Venezia" — scrive il Manzuoli op. cit. pg. 95 —, alla memoria di suo nonno Leandro, insigne filosofo e medico celeberrimo — Naldini op. cit. pg. 181 (recte 187) — a Venezia anch' egli e nella città natia -— v. digressione seguente — e del padre suo Ottaviano, dotto nelle lettere e poeta non ispregevole — Manzuoli op. cit. pg. 94 e di qui Stan-covich T. Ili pg. 146 N.i 402, 403 —, tre pronipoti all' Antonio Zarotti sopracomito — come si ritrae dall'iscrizione a quest'ultimo —. La lapide secondo il Naldini 1. c., copriva forse il cadayere di Leandro che riposava in detta chiesa nel recinto della cappella maggiore, al di fuori della quale "pende — al tempo del Naldini — dall' alta navata uno stendardo turchesco rapito alla capitana nemica dalla galera giustinopolitana, di cui nella giornata navale del 1571 era sopracomito Giov. Domenico del Tacco., E dietro al Naldini lo fttan-covich T. Ili pg. 25 N. 302. , Ora la lapide è levata dal sito ove trovavasi originariamente per essere donata anch' essa alla civica Commissione d' archeologia. È di marmo bianco, larga | metri 1.41, alta m. 0.84. 1 caratteri sono alti mm. 33 e tre iniziali mm. 50, i versi distanti fra loro mm. 25. Tutta questa nota e quella parte di testo che le diede occasione avevo già scritto con qualche sussiego, parendomi avere fatta la grande scoperta, quando nei citati — v. digressione precedente — Commentari storici-geografici della Provincia dell'Istria IV fra le Inscrizioni sepolcrali trovo per avventura a pgg. 369. 370 tutt' e tre le iscrizioni, intorno alle quali mi trattenni or ora. Iraagiui chi mi legge qualmente ne rimanga sconfortato ! E sto ripensando come a dire alcun che di nuovo convenga pure accingersi ben preparato, mentre io —■ e lo confessai con rossore da bel principio — non sono ; come convenga almeno avere letto e ritenuto molto. Chi sa mai di quante altre notizie mi sarà accaduto così, di ripeterle quasi nuove ! Tuttavolta non mi basta l'animo di distruggere la mia fatica, qual eh' ella sia — tanto meno, visto che il Tommasini, nell' edizione citata, non riproduce 1' epigrafi nella lor vera grafia, in carattere romano maiuscolo, ma in corsivo minuscolo ; poi à qua e là diversa 1' ortografia e qualche errore di lezione o di stampa che sia ; e chi confronti col piccolo frammento rimasto e publi-cato da me, c, facilmente si accorge come diversa da quella nell' iscrizione originale ne dia la postura delle parole nelle righe, sicché queste si riducono per lui a sedici, mentre diciotto se ne conta nel frammento ; infine, dell' epigrafe a Leandro Zarotti omette gli ultimi tre versi. Non mi pare quindi affatto inutile averle ri-publicate come ò fatto io. Più do le dimensioni delle lapidi e ne fo la storia. A compiere la quale è da aggiungere che la lapide ad Antonio Zarotti sopracomito al tempo del Tommasini — v. digressione precedente — esisteva ancora intatta in chiesa nuova de Servi, come indica lui, dov'è tuttora anche l'altra a Leandro Zarotti. Ma, per ciò che osservo di sopra, dubito che il Tommasini questa abbia letta co' propri occhi e men che meno quella ad Antonio Zarotti monsignore, la quale esisteva, secondo dice pur lui, in chiesa di san Martino de Servi. Forse gli furono da taluno comunicate. E si vede che mi sono apposto al vero congetturando che il frammento d è della lapide dedicata alla memoria di Antonio Zarotti, dottore in ambe le leggi, vicario a Capodistria, buon uomo. Mori di 30 anni nel 1586 ai 13 novembre, proprio appena messo piede a Roma chiamatovi dal cardinale Bazivil — come lesse il Tommasini — ad essere suo auditore, morì, come pare, d'un colpo apopletico e gli chiuse gli occhi e gli dedicò questa lapide il fratello Zarotto, medico dello stesso cardinale — Manzuoli op. cit. pg. 95 e di qui Stancovich T. III pg. 147 N. 405 —. Ei fu dunque figlio di Francesco e fratello, non che a Zarotto, a Nicolò, a Leandro e a Giampaolo, se tutti questi furono nepoti dell' Antonio sopracomito — ad arguire dalla iscrizione a quest' ultimo — a meno che il Zarotto medico non sia piuttosto quel nipote di Leandro che trovo rammentato nel Libro de' Consigli E a cc. 180 v., 182 r. — v. digressione seguente, dove anche di Francesco, Nicolò e Giampaolo —. E vero è che in detta iscrizione all'Antonio sopracomito non appare Zarotto col titolo di dottore ; ma poteva allora essere giovanissimo, se il Manzuoli 1. c. lo fa vivo nel 1611. Ma nelle due notizie del Libro R dottore non è detto neanche Leandro. Un Zarotti Zarotto fu eletto giudice a Capodistria nel 1576 — v. nella digressione 6 la notizia del Libro de' Consigli Q c. 100 v. —. Finirò con l'osservare che male intese lo Stan-covich. chi consideri quest'ultima iscrizione, la notizia come data dal Manzuoli : chè non fu monsignor Antonio a Roma auditore del cardinale Razivil, se appena messovi piede appunto per occupare la carica improvvisamente morì. (Continua) COSE VECCHIE ISTRIANE Della famiglia Besenglii Portole, decembre 1886. A piedi del colle, su cui sta raggruppato il Castello antico di Piemonte, trovasi una grande chiesa intitolata ai santi Giovanni e Paolo. In questa chiesa c' è un altare dedicato alla Madonna. Una tela di mediocre grandezza rappresenta la Madonna che tiene in grembo il Putto, e in basso sta scritto : Gaspar Dicianus in Campo Busolo S. Galli Venetiarum Ex devotione Nob.s Pascalis Besengo anno Redempti Orbis MDCCLVII1 mensis octobris. Yoi rammenterete che nella „Provincia" (Anno XX num. 13), parlandovi delle moltissime carte che conserva 1' archivio del Castello, io vi narrai come in esso mi venne fatto di trovare buon numero di atti concernenti la famiglia cospicua dei nobili Besengo che oggi ancora i Piemontesi ricordano e dicono essersi trasferita ad Isola. Allora io vi feci la domanda: È forse questa la famiglia onde uscì il poeta. Pasquale? E ricordai un Pasqualino che da quelli atti apparisce notaio nell'anno 1774 e un Giovanni Pietro che fu capitanio del Castello nella prima metà del secolo scorso. Se oggi ho voluto maudarvi questa iscrizione finora inedita, non è tanto per il dipinto che mi sembra opera mediocre, quanto per quel nobile Pasquale che dev' essere il notaio accennato. Perchè, vedete, io credo oggi sul serio, fino a tanto almeno non mi si dimostri il contrario, che i Besenghi non sieno affatto vecchia — non dico antica, perchè ognuno sa che venne dalla Toscana — famiglia isolana come vogliono i biografi del poeta, ma quella stessa venuta da Piemonte. E lasciate pur dire alla gente che vorrebbe si chiamasse Pasquale il poeta, perchè nato in giorno di Pasqua. Se è vero, come si legge, ch'egli nacque il 4 di aprile (1797), non era però giorno di Pasqua. Nell'anno 1797 la Pasqua si celebrò appena il 19 di aprile. Io credo piuttosto che, come si usava e si usa ancora di porre al figliuolo il nome del padre o del nonno, lo chiamarono Pasquale perchè in fa • miglia saranno stati altri individui di egual nome. E chi sa che questo notaio piemontese, Pasquale, non sia appunto il nonno del poeta! Agli Isolani non sarà difficile la risposta. G. V. o tizi e Il 15 dicembre testé spirato si compì il secondo anniversario dalla morte dell' avvocato dottor Giuseppe de Yergottini, podestà di Parenzo. La mesta ricorrenza fu rammentata con dolore da tutta l'Istria. La delegazione municipale di Trieste ha adottato di proporre al consiglio di città che venga eretto un monumento nel cimitero cattolico in memoria di Pietro Kandler, 1' illustre storico ed archeologo istriano, placi-dando all'uopo la spesa di fiorini novecento. Dietro iniziativa del commendatore mous. Iacopo Bernardi è aperta una soscrizione per regalare alla città di Pirano un busto in marmo dell'illustre scrittore e pedagogista Vincenzo De Castro ; nonché per innalzargli una memoria nel camposanto di Milano, dove riposano le sue ossa. — Souo ormai noti i preparati intorno i bacilli della malaria eseguiti dall' egregio medico di Pola Dr. Vincenzo Schiavuzzi, piranese ; e con piacere abbiamo rilevato che gli meritarono i più lusinghieri encomi di quella illustrazione italiana, che è il Dr. C. Tommasi Crudeli, il quale in una lettera d. d. nel dicembre decorso, dice allo Schiavuzzi che i suoi preparati ottennero l'approvazione dei più competenti suoi colleghi, e che il nostro istriano ha il merito non solo di aver ritrovata la buona via, ma di averla percorsa quasi sino in fondo con grande sicurezza di metodo, restando a lui solo il diritto di priorità. — Al bravo compovinciale i nostri mi rallegro ! — Il laborioso sig. G. Parentin, maestro in Cittanova, ci prega di render noto, che per mancanza di abbonati, fu costretto a sospendere la pubblicazione della sua Strenna pedagogica, la quale, se dobbiamo giudicare dal primo foglietto, non sarebbe riuscita indegna del nome che porta. Cose locali Rappresentanza comunale. Seduta del 15 Dicembre, ore 6 pom. ; presidente il podestà Giorgio Cobol, coram. governativo Guido Permeilo, presenti 18 rappre- dentanti, cinque sostituti ; assenti cinque rappresentanti aon giustificati. Ordine del giorno: Approvazione del protocollo di seduta 4 Novembre p. d. — Comunicazioni ufficiose. — 1. Proposta relativa alla percezione delle addizionali comunali al dazio di consumo nell1 anno p. v. — 2. Domanda dell'amministrazione del civico ospedale per essere autorizzata a stipulare due mutui attivi. — 3. Istanza di Matteo Mocoraz fu Giuseppe per riduzione di dozzine •ospitalizie. — 4. Nomina di un membro del comitato revisore dei conti consuntivi comunali. Approvato il verbale dell' anteriore seduta, il podestà comunica: che il 19 novembre si ebbe a constatare in città un caso di colera con esito letale ; — che la rrmm. amministrazione del convitto diocesano esternando i sentiti ringraziamenti per la sovvenzione assegnatigli dalla rappresentanza comunale, incaricava il podestà di farsi interprete presso la stessa di tali suoi sentimenti; che i nob. signori Anteo e Nicolina marchesi Gravisi all'intento di commemorare i loro defunti, fecero pervenire, addì 2 novembre, fior. 15, a beneficio dell' asilo infantile ; — che il ministero della pubblica istruzione non fece luogo alla domanda di condono di fior. 1176.82 72! quota di concorrenza per lavori eseguiti nell' edifizio ginnasiale. Passando al primo punto dell' ordine del giorno, il podestà, premesso che la dissestata economia del comune costrinse aumentare le addizionali delle imposte dirette e indirette ; che in causa di questi aumenti l'arrenda dei dazi comunali aumentò le difficoltà di corrispondenza proporzionale alla cassa comunale ; che col giorno 31 dicembre p. v. andava a spirare il termine del contratto dell' arrendatore ; che 1' asta per l'arrenda deT dazi erariali con la grida di fior. 16 mila era andata deserta il giorno 12 ottobre p. d. — allarmata la deputazione comunale nel pensiero di doversi affidare a un nuovo contratto con un arrendatore, si fece a studiare la questione del dazio consumo ed entrò nel convincimento che in propria regìa, al prezzo di grida, sarebbe possibile un margine di utile, certo un miglioramento di rendita. Agendo di proposito, potè togliere l'impedimento della grave difficoltà che costringeva l'assunzione dei dazi dell' intiero distretto, ed ottenne dalla eccelsa i. r. direzione di finanza la separazione delle esazioni comunali per la nuova asta del 18 decembre, nella base di f. 8000 per Capodistria, 4000 per Muggia, 3000 per Dolina, 700 per Decani, 300 per Paugnano ; per ogni anno nel venturo triennio. Potè ancora assicurarsi la deputazione di un efficace aiuto da parie della direzione dei civici dazi di Trieste, onde superare le difficoltà dell' esercizio di percezione, essendoché quella amministrazione arrendatrice delle addizionali provinciali per la birra e spiriti in questo distretto, ha tutto l'interesse di coadiuvare un'arrenda comunale che la favorisse nella sua impresa. Tutto ciò premesso a esame della deputazione propone: „Piaccia alla spett. rappresentanza autorizzare la deputazione comunale di fare offerte all'asta .indetta addì 18 corrente mese, presso l'i. r. direzione „di finanza in Trieste, per arrendare la percezione del ,dazio - consumo erariale sulle carni e vino durante il „p. v. triennio tanto per l'intiero distretto steurale di ,Capodistria, che per questo comune locale, conferendole piena facoltà di contenersi nel modo più opportuno „e consentaneo al preciso interesse del comune." Aperta la discussione l'on. Demori apprezzati gli studi della deputazione, desidera maggiori schiarimenti. L' on. Madonizza, considerata 1' indole delicata della questione, alla vigilia di un' asta pubblica, crede che non si possano senza pregiudizio dell'affare, rendere pubblici gli studi di dettaglio della deputazione ; dichiara che interessatosi della questione, potè verificare presso la deputazione la serietà e 1' esattezza coscienziosa dei calcoli fatti, per cui ritiene che su quella base il comune ne avvantaggerebbe facendosi arrendatore; che la deputazione chiede un voto ampio di fiducia e eh' egli da parte sua glielo accorderà intiero. L'on. Demori, accolte le ragioni dell' on. Madonizza, desiste da altre indagini, e dichiara che appoggerà la proposta della deputazione. L' on. Kadoicovich si dichiara pure favorevole alla proposta della deputazione; la quale, posta a voti, è accolta ad unanimità. Il podestà, a nome della deputazione, ringrazia per 1' ampio voto di fiducia ottenuto. Al secondo punto dell' ordine del giorno, la rappresentanza approva la domanda di mutuo di fior. 3Ó0 di Nazario Riccobon fu Pellegrino, per 1' amm. del civico ospedale. Al terzo punto dell' ordine del giorno, si accorda la riduzione alla metà delle spese ospitalizie del degente Matteo Bencich. Al quarto punto dell' ordine del giorno, avendo rinunziato alla carica di revisori dei conti consuntivi comunali gli on. Kadoicovich e Marsich, vengono eletti alla stessa carica gli on. Bellussicli e Vascotti. Nominati gli on. Madonizza e Giuseppe Gravisi per la firma del protocollo, la seduta è chiusa alle ore 7%. Alle notizie riportate più sopra spettanti l'arrenda dei dazi erariali, il cui contratto spirava nel giorno 31 dicembre p. p., siamo in grado di aggiungere : — che il giorno 29 dello stesso mese ebbe luogo l'asta per l'esazione delle addizionali comunali di consumo e tasse indipendenti, di cui rimase deliberatario il signor Francesco Decleva per l'intero nostro distretto. L'importo da lui offerto al comune ia pagamenti mensili anticipati, medianto cauzione, supera quello che pagava l'anteriore arrendatore. La rappresentanza comunale nella seduta di jeri accettava 1' offerta del signor Decleva, approvando r operato della deputazione con una voce di plauso per l'ottima riuscita. Le società filarmonica ha dato il 10 spirato un quinto trattenimento musicale a cui fecero seguito un giuoco di lotteria e ballo. Appello del nostro Asilo Infantile Cinque anni or sono la direzione di questo Asilo di carità per l'infanzia non indarno fece appello ai concittadini, perchè sovvenissero mediante' fisse oblazioni mensili la pia istituzione. Cessando coli' anno corrente l'obligo assuntosi spontaneamente dai benemeriti filantropi, la direzione fa assegnamento sull' esperita carità cittadina nel-l'aprire una pubblica soscrizione a volontarie offerte mensili per il quinquennio 1887-1891. Il favore generale, onde per suo carattere e scopo, gode meritamente in città il provvido istituto, assicura la scrivente che anche in quest' occasione non le verrà meno il valido appoggio dei benefattori, affinchè l'Asilo sparga più copiosi i suoi frutti a vantaggio dei figli del povero. Con questo voto, ispirato ai gravi bisogni ed alle numerose suppliche di madri desolate, la scrivente chiude il suo appello e protestandosi fin d'ora gratissima, promette ai generosi le benedizioni dei bambini, sottratti agli stenti della più cruda miseria. LA BIOGRAFIA DEGLI UOMINI DISTINTI dell' Istria Trarre dall' oblio questi monumenti è lavorare per l'avvenire. D. Rossetti Gli scritti degli storici sono legati all' incremento del sapere, in quanto ivi stanno trasfuse le opere dell' intelletto, che intendendo soddisfare alle esigenze del secolo in cui vennero create, stabiliscono un principio immutabile, che le menti operano per un bisogno di progresso. Gli storici poi colle proprie strenue fatiche concorrono a dare una speciale impronta al loro secolo, e colla raccolta di preziosi materiali cooperano ad erigere queir edifi-zio, il quale segna il monumento perenne della umana civiltà. Anche la storia istriana dovrà pertanto commendare ne' propri fasti quegli ingegni, i quali animati da amore di patria, e col santo fine di vantaggiarla seppero dare un efficace impulso per farla progredire, spesso lottando colla forza di o-pinioni codarde ed avverse. Monsignor Pietro Stancovich di Barbana sul Qoarnero, fu talmente benemerito co' suoi scritti storico-biografici della nostra provincia, seguendo le orme stampate dal Padre Ireneo Della Croce, dal yescovo Tommasini, dal Manzuoli, dal Petronio, dal Caldana, dal Carli, dal Giorgini, dal Rossetti e da altri suoi antecessori, che meritamente gli si deve raffermare una memoria d' onore. E il tipografo Carlo Priora ristampando in Capodistria, senza mire di lucro, la Biografia degli uomini distinti dell' Istria con appendice e note, farà opera desideratissima da quanti vogliono vedere innalzate le patrie glorie sul più splendido seggio, ed onorerà in modo condegno la memoria dell' illustre e benemerito mons. Pietro Stancovich. Ma se si chiedesse quali effetti quest' opera di lui produrrà dopo quasi sessant' anni di novelle fatiche, di laboriosi studi, di incontestabile avanzamento, che la storia e la critica hanno fatto anche in Istria, non dubiteremmo di rispondere, che l'e-poca in cui scrisse mons. Stancovich, spegnendo molti eletti ingegni paesani, educati ai principii che loro istillarono gli storici precedenti, abbia presa tale una direttiva, che la penna degli storici moderni anche più alta levandosi, potrà continuare, ma quanto allo scopo non mai raddirizzarsi e correggersi. Reputiamo adunque che la ristampa della sul-loduta Biografia giungerà opportunissima e sarà indubbiamente accolta col massimo favore. X. Appunti bibliografici Scuoia e coscienza raccomandate al parlamento italiano come ad arbitro dell' avvenire. Pisa, Nistri e C. 1886. L' anno scorso, occupati in faccende di casa, abbiamo dato di rado delle occhiate fuori di porta. Inauguriamo l'anno novello, appuntando alcuni o-puscoli, tra quelli che mi furono gentilmente spediti da conoscenti ed amici. E prima — Scuola e coscienza — di G. Martinozzi, professore nel R. Liceo di San Remo. L' autore dedica il suo lavoro alla memoria veneranda di Luigi Settembrini e di Terenzio Mamiani, e si capisce perchè. Sono due coscienze umanamente grandi, due figure d' uomini onesti e di carattere che sorgono sempre dalla tomba, dalla cintola in su come il Farinata di Dante. L'autore è vivamente preoccupato dalle condizioni generali dei nostri tempi, lo spaventa il ripetersi dei disperati suicidi, e domanda quindi: Può il guasta della coscienza moderna trovar forze razionali, limane, praticabili che la correggano ? L'autore propende pel sì, e crede aver trovato questo mezzo umano nella scuola che deve instaurare la coscienza e formare il carattere. D'accordo col chiarissimo autore riconosco subito l'efficacia del proposto mezzo, solo ad un patto però, che la coscienza moderna sia rinvigorita da alti e soprannaturali ideali; che se la scuola non è chiamata oggi a diffonderli non deve però porli in ridicolo, o, che è peggio, apertamente negarli ponendosi in conflitto con la famiglia. Anche i seguaci della più pura ortodossia vorranno però riconoscere che i mezzi umani per la formazione della coscienza non si hanno a disprezzare punto ; e tutti poi ammetteranno che il calore dello stile in questo opuscolo è tanto, e così sincero da rendere il lettore pienamente convinto che il Martinozzi quello che dice sente, e neppure una frase si lascia cascare dalla penna che accenni ad abbondanza rettorica. L'autore entra quindi nella pertrattazione della sua tesi; e prima dà un rapido sguardo alle condizioni della società nell'Evo Medio. Facile allora, dice 1' autore, il vivere, perchè a tutte le piaghe sociali recava i suoi balsami la fede. Ma il Medio Evo era ignorante, si grida. — Ma il Medio Evo sapeva tutto, risponde 1' autore ; la civiltà d' allora avea trovato il modo d' insegnare a tutti quello che sapeva .... E non crediamo che il lettore attento e serio voglia farci grave carico di confondere sconvenientemente il sapete col credere. Oh che cosa è mai il credere se non un sapere? — Parole che mal intese potranno dar luogo ad un nuvolo di proteste. Si assicurino questi; il Martinozzi espone dei fatti, ma è ben lungi dal desiderare che si rinnovino e che quelle condizioni siano ancora le nostre. „Quell' età, aggiunge lo scrittore, è da lungo tempo trascorsa, ma ne sopravvive, troppo più che non si creda e non si pensi il retaggio nel sentimento dei bisogni a cui essa soddisfaceva pienamente, e a cui oggi per il dissidio fatale ed invincibile (sic) tra la fede religiosa e la scienza, soltanto gli scienziati soddisfano e molto parcamente anche essi." Tirando poi le conclusioni dalle premesse l'autore sentenzia: — L'uomo dell'età antica era collegato allo Stato; l'uomo del Medio Evo al cielo ; l'uomo moderno non ha finora legami determinati, saldi, universali. Adagio a ma' passi. È verissimo che 1' uomo dell'età antica era collegato allo Stato. Lo Stato però si dava premura di collegarlo col cielo; testimonio, da .Niima Pompilio in poi; ed anche prima, tutta la storia, tutta le istituzioni romane. E pei Greci basti citare Socrate, e quel filosofo che diceva doversi cacciare gli Atei dallo Stato. Rimane adunque solo 1' uomo moderno senza il legame del cielo, Non si ha però ad esagerare il male. Anzi tutto osserviamo che durante tutto il tempo del risorgimento nazionale, la comunanza delle aspirazioni, la meta unica vagheggiata teneva solo in parte luogo delle fedi antiche ; 1' autore, fuorviato dalla sua tesi, non avvertì quanto il soprannaturale sia entrato anche nella coscienza nazionale. La scuola guelfa, Pellico, Balbo, Gioberti; la parola d' ordine del 48 : — Viva Pio IX, la stessa formula — Dio e Popolo del Mazzini ne sono documenti irrefragabili ! Ed anche non si vorrà da tutti ammettere che invincibile sia il dissidio tra la fede e la scienza. La storia ci registra molte evoluzioni ed accomodamenti della chiesa nelle cose disputabili di questo mondo. Il Martinozzi esagera poi la falange dei rigenerati che negano ogni azione della chiesa sulla coscienza. Cita quindi nomi di celebri contemporanei V. Hugo, Garibaldi ecc. ecc. „ignari d' ogni rivelazione soprannaturale, pure così devoti alla religio umana." Ma non pare serio sostenere essere stati questi due campioni ignari d' ogni rivelazione. Si voglia o non si voglia, viviamo tutti in Europa, in un'atmosfera, per dire così cristiana; possiamo ripudiarlo, negarlo questo fatto, ma non ignorarlo. E chi sa spiegare quanto influisse a formare umanamente religiosi la verità negata ma pur conosciuta? Esagera quindi l'autore quando sostiene l'uomo moderno sciolto da ogni legame col cielo. I migliori nostri uomini di stato, Vittorio Emanuele, Cavour, Minghetti vollero morire nella religione dei loro padri, chiesero ed ebbero i suoi conforti. Le premesse del chiarissimo autore sono erronee; insufficiente ed erroneo è pure il rimedio proposto. Perchè il cielo non ci ha più ad entrare, ecco il solo mezzo che ci può salvare. L'uomo moderno è isolato, scrive egli, questi legami determinati saldi universali non può darglieli ormai che il sentimento d'umanita e di necessità o di solidarietà umana di fronte alle ferree leggi della natura, di fronte all'alto ispiratore mistero dell'infinito. Ecco il compito, esclama enfaticamente l'autore, della volontà umana consapevole ed amorosa, compito immenso, sublime, ma tremendamente arduo! Ma qui sta il nodo della questione. Ciò che è tremendamente arduo non può essete affrontato da tutti. Dunque gli uomini continueranno ad ammazzarsi con tutta la panacea della volontà consa- pevole ed amorosa. Il rimedio non è nuovo però, e dalle argomentazioni dell' autore fa capolino qua e là il pessimismo del Leopardi. E per vero, rafforzando altrove la sua tesi egli crede che „la certezza comune d'una ignoranza comune e necessaria possa costituire fra gli uomini un vincolo più austero, meno soave, ma altrettanto caro dell'antico." Vana speranza, questa, perchè ciò che è austero, arduo non può essere generalmente caro. Certo che nella sventura gli uomini per istinto si avvicinano e ne hanno conforto. Ma quali uomini? Uomini con tutti i loro difetti, e le loro virtù con qualche speranza, con qualche ideale nell' animo. Una società di uomini uniti dalla certezza comune d' un' ignoranza necessaria non avrebbe nessuna ragione di esistere : il loro sarebbe un vincolo negativo. La si potrebbe assomigliare ad una società di febbricitanti che tentano di consolarsi a vicenda, ragionando sull'inefficacia del chinino ; e forse, meno qualche rara eccezione, finirebbero per tutta consolazione a pigliarsi pei capelli a vicenda. E poi, che cosa si vuol dire con queste sibilline parole „uomini uniti di fronte all'alto ispiratore mistero dell'infinito ?" Strano contrasto davvero! Da una parte la tendenza all'infinito, dall'altra nessuna speranza di conseguirlo. Ben venga adunque la fede, bisogno eterno dell' umanità, e che soddisfa al vuoto del cuore, e che si ammette implicitamente nell' atto stesso che la si nega. Rafforzi adunque la scuola il carattere, è un mezzo nobilissimo anche questo, ma non neghi il sussidio del soprannaturale. In ogni modo lodevoli sono gl'intendimenti del chiarissimo autore ; un uomo di buona volontà e di rette intenzioni è già vicino alla meta che gli auguriamo di raggiungere quanto prima. Carnia. Sonetti di Fausto Bono. Portogruaro. Tipografia Castion. 1886. La Carnia ben fu detta la Svizzera italiana, e chi ne dubitasse ancora non ha che a leggere questi bei sonetti inspirati ad un gentile poeta dalla vista di que' monti e di quelle solinghe valli. E non sono esercitazioni arcadiche, ma il sentimento della natura vi spira fresco, gajo, efficace; perchè nelle pene naturali l'anima del poeta trova sempre un' eco de' suoi affetti, e delle sue aspirazioni. Ho detto sentimento gajo, e mi spiego. Data la stura all' ammirazione con molte esclamazioni nel primo sonetto, subito alla chiusa trova la nota allegra, ed insiste in quella che sente ed è sua. CAPODlSTklÀ, Tipografi» di Oarlo Priora. Le lagrime delle cose mostra di conoscer benissimo, ma troppo modesto, diffida di sè, e lascia ad altri comprenderle. Pure in altro sonetto — Memoria e canto — tentò esprimerle, e vide come „Su la miseria spunta il fior del pianto." Torna subito però a rilevare il lato comico, le' antitesi, i rapidi salti dalle idealità alle miserie dolla nostra vita prosaica. Nella libera quiete, nella santa pace alza gli occhi, e vede su di un grande abete un cartello con sopra il nome del candidato al Parlamento; poi morde il buon pievano, che diede una mano di bianco alla sua chiesa, e così via via con arguzia di sapere magnanimo : ciò che tutto dà. • al suo Sonetto che direi — Sonetto Macchietta — un' aria biricchina. Peccato che i sonetti siano pochi, otto, e stampati in occasione di nozze, e fuor di commercio quindi. Io ne regalo uno a' miei lettori come strenna pel capo d' anno: Alle falde del Cucco Coperte e oppresse da la soma immane Del fien raccolto sul pendìo selvaggio, Scendeano in fila giù per 1' ardue frane Le portatrici al povero villaggio. Scendean senza rumor quasi ombre umane-In eterno dannate al rio viaggio, E mi guardavan con le luci strane In cui d'invidia balenava un raggio. E quando stanche deponean la gerla.-Me pur vedendo tergere la fronte,. Pareauo dir: A noi, povere gramer Ben diverso sudore i volti imperla; Tu a destar 1' appetito ascendi il monte; Noi fatichiam per non morir di fame. p. t: Sono uscite : LA GUIDA SCEMATILA ISTRIANA E DALMATA e LA GUIDA DELLA CONTEA PRINCIPESCA DI GORIZIA E GRADISCA con unito almanacco pel 1887 Si vendono a soldi 70 1' una dal librajo Giov. Cer-nivani in Capodistria. e dai principali librai. Per mancanza di spazio in questo numero recheremo nel prossimo il resoconto della seduta del Consiglio agrario provinciale. Pietro MaJauima — A atto tìrariai edit. « r«d»t. respoaaabili