c---------------------------------- ZWEIUNDZWANZIGSTER JAHRESBERICHT des K.K. OBER-GYMNASIUMS IN GÖRZ am Schlüsse des Schuljahres HKKAUSGEGEBEN VOM piRECTOF^ ■ ■■ las« I «s J. Intorno la congettura Niebuliriana cli vasti poemi opiei popolari noll’ antica ßoma. Dissertaziono del prof. G. Culot. 2. Schulnaehricliten vom Direotor. «ör* Gedr. bei Paternolli. — Im Solbstverlago dor Lehranstalt. ^ ZWEIUNDZWANZIGSTER JAHRES BERI IN GÖRZ am Schlüsse des Schuljahres IIlillAUSGEGEBKN VOM piRECTOF^. Ji l.tt.5 I. Intürno la cougettura Niobuhriana di vasti poomi epici popolari nell' antica Roma. Disscrtaziono drl prof. G. Culot. :i. Schiilnachrieliten vom Director. im Hr % (iedr. bei P.iternoUi. -- Ira Selbstverlag;* der Lehrnnstult. / Intorno la congettura Niebuhriana di vasti poemi epici popolari nell’antica Roma. Üisserfazhue tM prof- Ct. Cvlot. Tit nuhuÖTbQit fftccp<ü>’ iv'jfir hi' /novor 7T%ijOoj lidvvaru »J*•. Tucidide, 80110 oramai tluo seculi, die gli scienziati s’ aiiatii'auo cou aiumirabil'> ardoro c costanza a diradare il velo, ehe cuo-pre 1’ origine cd i primi secoli dt.*)la repubblica romana, ed in vero coiaato si e giä procacciato da dar adito a sperare, che sulla base del chiarito in non loulauo tempo si possa rag-giungere la totale soluzioue dei problemi, poc’ anzi 0 11011 co-nosciuti 0 crednti inestricabili» 11 primo a spargere il dubbio ncllo leggendarie tradizioni romauo si in uel secolo XVII il Perizonio nolle .sue Auimadversationes historicae; lo seguirono eou rara eopia di dottrina e di critico acuine il De Poully in Francia, il Beaufort in ölantla, il Vico in Italia e cou piü telice successo il Niebuhr in Germania. I posteriori, alferrate le quostioni nel punto, ove questi antosiguani le ave-iiiio coudotte, cou istudi, se fosse possibile, ancor piü profondi, porchö piü speciali, ne sciolsero quasi tutti i punti, por modo che dopo im Becker, uuo Schwegler, uu Mommsen, uu Peter, un Bernhardy, uu Lange ecc. poco ci parrebbe essere da spi-golare. Tuttavolta ci sono delle coughietture, che lasciauo ancora dosideraro uua prova maggiore per tranquillare lo scru- poloso indagatore doli' antichitä. Tra queste mi pare priineg-gi quella sostonuta dal Niebuhr con gran caloro ed amor an-che inaggioro, che cioö tutta la primitiva storia romaua, come ce la rappresenta p. e. Livio nella prima Decade, discondesse da uua grandiosa epopea popolare romaua. Quest’ idea del grande storico alemano, per quauto a prima giimta possa sem-brar grandiosa ed accettabilo, nonportanto incontn> non pocbe objezioni da parte dello Schwegler, Wachsmuth, Mommsen, Gugl. Schlegel, Corssen ed altri, i quali alla lor volta cadono essi pure in ipotesi jiou sempre probabili. Io, beu conscio della mia nullitil di fronte a nomi, come i suaccennati, di fama europea, chiedo anzi tratto scusa, se azzardo non gi;\ di risolvere la questione, ma tli portare 111-nanzi i frutti degli scarsi miei studi in quest’ argomento, fa-cendo pro dolle ininutissime ricerche loro o portandole a cou-clusioni, che forse 11011 saranno lontane dal vero. II tema non b dei piü facili, avvegnacchö nulli sono gli avvanzi di tal genere di poesia romana e scarse le notizie, che se ne trovano negli anticlii autori. Egli fa duopo perciö d’ indagare, se e quali specie di poesia si coltivassero dagli antichi Romani nei primi secoli deli’ esistenza di Roma, quäle fosse il carattere della lor vita pubblica e privata, della lor religione ed istituzioni sociali, e da qul risulterä necessaria-mente, che calcolo si debba fare dello notizio offerteci di se-conda mano da un Cicerone, da un Valerio Massimo, da un Nonio e da un Dionisio d’ Alicarnasso intorno a dei carmi popolari. E qui cade in acconcio osservare, che tutta la storia romana va divisa in due grandi epoclie, ben divise tra loro : 1’ et;\ prisca, che abbraccia il tempo dali’ origine fino alle guerre puniche, cd ha 1’ impronta d1 un popolo che cresce con le pro-prie forze e si sviluppa in modo proprio e consentaneo all’in-dole sua; — 1’ etil posteriore abbraccia il tempo dello guerro esterne, ove il popolo romano vieno in immediato contatto cou popoli di lui piü avanzati nella civiltä e dei quali esso non s’ appropria soltanto i tesori, ma benanche la coltura cd assiomo i germi della demoralizzazione. Originale vediamo duuque la vita o coltura romana nei primi cinque secoli, corrotta dalla decadente Grecia e dal decaduto Oriente la scorgiamo nei tempi dopo lo prime guerre con estore nazioai. Cosi pure la lette-ratura romaua nella prima epoca fu indipendente da ogni osterno influsso, nata e conuaturata colla nazione stessa, epperö nazionale; dopo 1’anno 514 dalla fondazione di Roma, in cui lo schiavo greco Livio Androuico rappresentö sulle scene del suo padrone la prima favola greca, lo scienzo come le lette.ro ritraggono alimento e vita dalla vinta Grecia — victa Graecia, dice Orazio, ferum victorem cepit. Ordunque, questa prima epoca letteraria šaril 1’ oggetto delle mio ricerche, onde vedere, se in essa potessero avere nvuto luogo le graudi epopee nazionali supposte dal Niebulu*. Fino a noi di quol tempo giunsero pocliissimi docuinenti, liö dagli autori latini rileviamo ehe ci fossero mai stati molti. I generi di poesia allora conosciuti sarebbero: Garmina sacra, Carmina convivalia, Naeniae, Versus Foscenini, Saturae, Fa-bulae Atellanae e final mente il Carmen de moribus di Appio Claudio; in prosa c’ era una specie di Annales e di Orationes. Avvegnacliö pocliissimi frammenti ci avauziuo di tutto ciö, conservati dai grammatici, tnttavia Jioi, parte da questi e parte dalle indicazioui doi classici autori, rileviamo se non il coute-nuto e la forma, alineno lo scopo, per cui quei carmi furon composti. Cosi p. e. si ca n tava fino dai tempi di Numa il Carmen fratrum Arvalium per implorare la fertilitil delle Campagne, o similo scopo aveano gl' inni ossia Axamenta dei Sa-liari ed altre consimili preci, ehe per non essere soggette a verun cambiamento, sia nel concetto ossia nella forma, di-venuero coli’ audar del tempo inintolligibili non solo ai Komani, ma per.sino ai lor sacerdoti stessi. AU’ iueentro Niebuhr sostenne, ehe i carmi convivali ed anche lenenie sieno state parti di quelle vastissime epopee, dalle quali Livio trasse lo sue storie antiche; altri paragonano i primi agU =y.oha dci Grcci e lo socoude lo elegie di questi stessi. Io procurero di rettificaro queste ipotesi, dopo che avrö parlat-o del carattore e delle istituzioni romane. Ora mi fa duopo soltanto osservare, che gli uni come le altro si cantavauo o recitavano uei banchetti e comprendevano le lodi degli uomini illustri e che, quando il buon costmne prisco romauo venne cor-rotto clalla irruento civiltil e denioralizzazione greca, andarouo in disuso auclie questi canui, non rimanendovi ehe le lauda-tiones, che si recitavano nel foro romano al cospetto dolla salma e lo lamenta tiones delle donniciuole prezzolate, chia-mate praeßcac, le quält fortomonte piangendo o strappan-dosi i vestiti, seguivano il corteo funobre come an cor oggi si nsa p. e. presso gli slavi di Dalmazia. I)i altro ca rattere, cio^ giocoso, furono i Versits Fesre-n'mi, le Satwae e lo Fabulae Atellanm. 1 primi furono poesie brevi a versetti altornati da due gruppi di contadini e paragonabili ai giambi greci. Da prin- cipio, dice Orazio liell’ Ep. IL 1, questa libortfi, di garrirsi vicendevol mente fu dovunque piacevole e benaceetta, .........„donec jam saevus apertam „ ln rabiem coepit verti jocus et per honeslas „Ire domos impuiie minax.“ Allora fu sancito logalniönte: „Si quis occcufcasset vel carmen condidisset, quod infainiam faceret flagitiumvo alteri, fugte ferito.“ Quanto il popolo di Roma wnasso le mordaci facozie, rilevasi non solo da quest’ nso dei versi fescenini, uso couser-vato nelle nozze e nei trionfi doi generali romani ad onta delle leggi, ma öziandio dalla circostauzu, che, rilasciato il di-vieto dei versi iugiuriosi, la gioveutü romana ricorse a dei giuochi meno offensivi, chiamati satura« e fabulae atellanae. In che consistesse la satura, in che le atellane in quei remo-tissimi tempi, e se o mono si conformassoro ai precetti dol-1’ arte, h tuttora indefinibile. ■ „Satura, dice Festo, est cibi «yenus ex variis rebus conditum, ut est lex multis aliis con-ferta legibus.“ Altri la chiatna un piatto ripieno di molto e vario priinizie da offrlrsi alla dea Cecere; altri no da un’altra definiziono, ma ad ogni modo 1’ idea principale si 6: una cosa composta di varii ingredienti; ed in senso traslato: una poe-sia senza uuitii di concetto, un seguito di argomenti di genero diverso, improvvisamente ed a casaccio inlilzati per far ridere e solazzaro nelle feste agresti. Queslo genero di popolaro poesia subi un perfezionamento per opera di Livio Andronico, il qnale a’suoi scherzi diede un ordinamento coli' annodarli ad un’ azione o favola; „Livius, ..dice Tito Ijivio VIJ. 2, ab saturis ausus est primus argumento fabulam serere, idemque, id quod omnes tuni eraut, suorum carrainuin actor fuit. Senonchč, mentre le fars« liviane furono perfezionato da altri poeti e presero il nome di coinmedie, le sature continuavano ad essere recitale non dagl’ istrioui ma dalla gioventil romana, e presero il nome di exodia, porchö scrvivano d’ intermezzo tra gli attj deli« connnedie stesse o delle atellane. Finalmente venne Knnio e poi Lucilio, i quali sottoponeudo la satura alle regole deli’ arte, ne fecero la satira, destinata non piii a recitarsi ma solo a leggersi. D’ ora iunanzi la stessa fu pei Romani oi& ehe pei Greci era la filosofla, cioe riflessiono sulla vita umaua. Avendo nomiuato le fabulac atellanae, mi cade in ac-eoneio di teuerne parola, perchö si veda, di ehe generi di poesia si dilettassero gli antichi Romani. Sia ehe le dette liabe derivassero dalla cittii di Atella nel paeso degli Oschi, conie narra Livio nel citato capitolo, ossia che esse originas-sero in Roma stessa, fatto sta, che esse furou recitate da cit-tadini romani, corne le sat uro, sn palehi provvisoriamente eretti di volta in volta, senza mascliera, e che 11011 furou mai vie-tate dagli edili. Gli argomenti oran tolti dalla vita rustica o dalla plebe romana e, trattati coine orano con una certa gravita, audarono tanto a sangue al popolo minuto, ehe anco- ra quando in Roma il teatro era del tutto grecizzato, noi sob-borglii di Roma stessa o nel le cittil di provincia si continuo a compiacersi delle volgaritA delle atellane. A questi principi della commedia nazionale aggiungi il Carmen de moribus di Appio Claudio Cieco, (ehe dovea giib vestire la veste deli’ arte, sebbene nulla se ne possa dire con certezza, sendochü non se n’ hanno nemmeno frammeuti,) ed avrai tutti i generi di poesia conosciuti dai Romani tino a liivio Andronico (514 dalla fondazione di Roma). Prescindi dagli Annalca maximi, i Libri augurales, i Libri pontificuni, i Commentarii magistratuum, le Duodecim tabnlae, i quali tutti secoudo Cicerone stesso non eran altro che magre annotazioni crouologiche, statisticho o legali, che veramento non vanno aunoverate tra le opere letlerarie, in prosa noi non troviamo nei primi cinqno socoli di Roma col ti vat o altro gonere ehe 1’ oratorio, Clio vi sieno stati oni tori nella prisca Iloma, lo dimo-stra giit ia natura dello stato, retto a popolo, o co lo dico fra gli altri cbiaramente Ciceronc nol libro do Claris OratoribuS al cap. 14 e segg. Senonchö gli oratori furono iugegnosi, elo-quenti, efflcaci, inji senza sctiola, senz’arte. UuOm quam vocant Graeci, cujus effector ■ est orator, hanc Suadam appellavit En-nius; ejus autem Cethegum vicdullam fuisse vult, assorisco Cicerone al cap. 15. II prirao perö a stendere per iscritto i suoi discorsi fu il su menzionato Appio Claudio; da lui puossi quindi datare il principio deli’ arte oratoria. Del geliere oratorio furono anclie le Laudationes, discorsi funebri ehe dai famigliari del defuuto si recitavano nel foro romano in lode dello stesso e clie venivano poi conservati in famiglia co-nie ornamenti e documenti del la nobiltii del casato. Questi furono i primordi delle lettere romane, meschi-ni dav vero, se si confrontino con la esuberanto copia di pro-dotti letterari dei G reci nella loro primiera etil. Dove tra questi prodotti piu improvvisati clie meditati, piii ro/zi clie elaborati, possiam noi scorgere 1’ epica ? dove la sentimentale amatoria poesia 'i dove incontriamo lo vestigia deli’arte? Su di che basÖ dunque Niebulir la sna ipotesi dei ce-lebri poemi popolari, ai quali Eunio attinse i tre primi libri degli Annalos e Livio Patavino e Dionisio lo loro storio dei primi tempi? Kisponderö a questa domanda tostocliö avrö mostrato, da quanti e quali ostacoli 1'osse inceppato lo sviluppo letterario nei primi cinque secoli di Homa. Nella quäle investigazione vanno distinte le ciuiso interne dalle esterne; tra quelle primeggiano 1’ indole del popolo romano, la religione, le sue istituzioni politiclie e sociali; tra le seconde presentansi i tempi continuamente agitati da interne sommosse o da guerre esterne, nonclie lo splendore della let-teratura greca, la quäle io non saprei, so maggiormente abbia av-vantaggiato i Romani coli’ eccitarli allo studio delle lettere c delle arti belle, od abbia danneggiato lo sviluppo della poesia romana popolare. Esaminiamo nn po’ da vicino questo cause, cbö cosi ci apriremo la via alla soluzione’del quesito Niebuhriano. „Ai šoli Grreci o Tedesclii, dice il celebre Mommsen. ^ propria una certa facilitii d’ ingegno, fonte naturale di poesia; all’ iucoutro in Italia lo Muse non versarono cbo poche gocco dal loro corno; poichö fornendo il popolo romano di tutto le doti della mente, che lo rendessero atto al goYerno delle armi, e degno di dominare altrui mediante saggo leggi e la seve-ritü, de’ costumi, esse sembrano avergli negata la vena poPtic'a.“ Ed in vero, men tre esso popolo esercitava lo sue forze nel far la guerra a’ suoi vieini, nel dettar leggi ed am-minislrare lo stato, delle arti liberali, della lilosofia e delle seienze tntte non solo non si curava, raa non 110 sentiva nem-nieno il bisogno. „Ingenium nemo, dice Sallustio, sine corpore oxercebat; optimus quisque facere quam dicere, sua ab aliis bene facta laudari, quam ipse aliorum narrare malebat.“ öettiamo uno sguardo sui cinque primi secoli di Roma; quanti esempi di soinma virtü bellica, di saggezza, di onestil non si affacciano alla nostra vista ! c dali’ altro canto quanto meschini monuinenti letterari! Cicerone stesso, che forse piü del giusto attribuisce all' antica coltura ed all’ ingegno romano, nello sue Quaestiones Tusculanae confessa, avere bensi i Romani superato le altro nazioui in tutto ciö, che si ottiene con lo forze della natura non con lo studio, essere perö stati viuti dai Gveci nello seienze cd in ogni ramo di lettera-tura, „in quo, egli aggiunge, erat facilo vincero non repu-gnantes.“ E nel libro dellaRepubblica (l. 20.) „Quid esse censes, si fa interrogare, discendum nobis, nt istnd possimus efficere ipsum, quod postülas“? erisponde: „Eas artes, quac efficiant, nt usui civitati simus; id enim esse praeclarissimum sapien-tiao munus maximumque virtutis vel documentum vel officium puto.“ Finalmente citerö eziandio il giudizio di Yirgilio An. VI. 848 segg: „Excudont alii spirantia niollius aera, „Credo equidem, vivos ducent de mannore voltus, „Orabunt causas melius coelique meatus „Describcnt radio et snrgeutia sidera diceut: „Tu regere imperio populos, Romane, mwnento! „Haec tibi erunt artes; pacisque imponere morem, „Parcere subjectis et debellare superbos.“ Ec'30 dnuquo le iiicliiiaziom dol popolo romano, occo lo sne occupazioni, occo lo sue vedute iu fatto di scienze o lottere. „Nessun popolo deli’ antichita,, dico Bernhardy nella pre-giatissima sna S tori a della letteralura romana, fu cotanto avaro col tempo ad onta doli’ abbondanza doi mezzi d’ impiegarlo come il romano, nossuno ha consacrato con si scrupolosa co-scienza le ore libere dagli affari pubblici (otinm) alla famiglia come a pro doi concittadini, al vantaggio momentaneo como al futu-ro benessero, nossuno si o privato per mancanza di tempo dd-1’ innocuo godimonto delle arti nobili.“ • Senonche raccoata Catone nelle sue Origines essere sfcato co-stnmodei Romani di cantare nei con vi ti coli’ accompagnamento dol liuto le prodezze doi porsonaggi illustri. Ammesso ciö si domanda, dii componesse gli elogi, mentrechö lo stesso Catone assorisce, cholapoesia fu per 11 alla onorata o clie i poeti furono spregiati? A Lizi Teronzio nel prologo della Hecyra si lamenta, ehe tanto poco iuteres.se aveano i Romani per i giuochi scenici, elit; di frequente gli istrioai dovean cedero ii campo ai lottatori. Che se a Teronzio non si vol esse prestarfedo, perchö com posi tore di commedie lui stesso, ad Orazio, ehe p. e. Ep. II. 1 nega alla plebe romana 1’ intelligenza, 1’ oleganza, il sentimonto del-1’ arte, come noi non aggiusteremo fede, so sappiaino, che ii severo Catone leče carico a M. Nobiliore per aver condotto seco in provincia un poeta (Ennio), e so considoriamo che gli attori di drammi, se liberi, perdevano e liberttl e cittadinanza? Epperö io non esito ad asseriro che, nell’ epoca cosl dotta prisca, ai Romani mancasse il sentimento por couiponimenti pootici, so si eccettuino le farse e gli alterchi spiritosi. Gli anticlii stessi vantando lo proprio virtü 11011 fan cenno deli’ ingeguo pootico; Cicerone p. e. al principio delle Tu- scnlane seri ve: „lila quae natura, 11011 literis adsocnti sunt (majores nostri), neque cum Graecia neque ulla cum gente sunt, conferenda. Quae enim tanta gravitas, quae tanta Constantia, magnitudo animi, probitas, fkles, quae tarn excellens in omni gonere virtus in nllis fuit, nt sit cum majoribus 110- stris comparanda ? Dortrim nos Graecia et omni literarmi (jenere snperthat etc..u Passo oni a discorrere deli’ educazione doli,a gio-veutii romana, perchö si veda, coino essa fosse strettamente collogata ai fini del la vita pubblica. Guardiamo p. e. 1’ od u -cazione della giovent.fi greca: i carini di Cmero stessi c’ inse-gnano, ehe in quegli eroici tempi oltre alla medicina cd alle leggi i principi reali venivano istrutti anche nella novaua) «pi?, nell’arte del le Muse. E nei tempi posteriori, quando Atene divenne il centro di tutta Grecia e la sorgente delle scienze ed arti nobili, la gioventü avoa per testo de’ suoi studi V Iliade e 1’ Odissea, i carini di Esiodo e le favolo d’Esopo; ne vi mancavan le esercitazioni nella yvtimatmj x«l povam}, J*> quali non si face-vauo solo per divertimento o per passatempo, ma, como osšerva Aristotile, r<>v nioh'Cay. Presso i Greci dunque non solo erano onorate le Arti belle della parola od i poeti principal-mente, ma i carmi d’Omero oran tanto geiieralmente conosciuti, che non si chiamavano altramente ehe il libro, iu siinile modo, ehe oggi in Italia pel libro s’ inteude la Divina Commedia di Dante. Con ciönou voglio dire, che in Grecia si negligessero le scienze di stato. perfi alla mente ed al cuore si concedevano i propri diritti. Di gran lunga altramente procedotte 1' educazione romana; quivi s’ apprendeva, ogulnie ap-portarono un qualcho lonimento alle miserie e, domati ipoten-tissimi ]>opoli italiani, non sovrastavano piü alla repubbliča i subitanei pericoli, allora si ehe anche a Roma si cominciö a coltivare gli studi; ma come ogni altra cosa vuole avere il natural suo corso, e non ammette salti, cosi anche le lottere romane a poco si elevarono dal nulla e giunsero ali’ apice di lor perfeziono sotto il fausto impero di Augusto. Dissi piü sopra, clie al tempo della socouda guerra puuica la letteratura o coltura greca inondö, per cosi dire, lo stato romano. M’ incombe d’ aggiungore clie, nato come era il popo- lo romano da vari elementi latini, sabini, etruschi ecc., con molta facilitä ed iutolligenza accoglieva ed adattava a’ suoi bisogni cose veuute dali’ estero. Non pari ero qui dei libri sibillini nö della Imrciispicina,omfltto i culti ricevuti dalla Grecia, oinetto ehe uell’ anno di Roma 36U, dopo la preša di Vejo, si resoro pubblicho grazie ad Apollo, mandandogli a Delfo la decima parte del bottino; tralascio cho lino dali’ anno 390 fu-i'ono dati a Roma dei giuochi sceuici secondo il costume greco; trasando clie gia uei romotissimi^tempi era stata orotta iu lloina la Graecostasis; proscindo dagli epitafi, clio secondo V uso yrcco contenevano le lodi dei defunti, e dai monumenti ehe, orgevansi uelle pubbliche piazze ad uomini illustri: ma 11 ou posso passare sotto silenzio, ossere state erette a Roma dollo statue a Pitagora ed Alcibiado, entrainbi benefattori della Magna Graecia, per comando dol delfico Apollo; 110 posso fare a meno di ri-cordare, cbe nell’ anno 472 di Homa il senato romano inter-cedette presso gli Etoli por la libortil degli Acarnani, „essero cioö il popolo romano grato ai medesimi, perchö essi soli fra tutti i Greci si sarobbero as te ti uti dalla spedizione cont.ro i Trojani, proavi dei Bomani.“ E quasi nello stesso tempo narrasi avere scritto lo stesso sonato al re Seleuco, percbö si degnasso di osonerare dai pubblici balzelli gli abitanti doli’ a-gro trojauo, siccome loro consanguimiFinalmente non si deve dimenticare, ehe do po la conquista della Magua Graecia i Romani condussero nolla capitale una moltitudino di schiavi, affinche istruissero i loro ligli o li dirozzassero alquanto con la lettura dei migliori classici greci. Qaesti ed altri docu-menti provano a sufficieuza, che ancor prima della preša di Siracusa orano invalse a Roma le consuetudini greche e 1’ idea della groca origine dei Romani. l)opo la preša di Siracusa (anno 542 di Roma) sembrauo ossere immigrati a Homa i te-sori, i monumenti, le collezioni di libri, le dotrine, la filosofia, insoma tutta la coltura greca. Eppero giustamente osserva Livio XXY. 40, clie da indi si comiuciö ad amnirarc lo opere dolle arti greclie; e giustamente giudica Orazio Ep. II. 1: „Graecia capta ferum victorein cepit et artes „Intulit agresti Latio.“ Allora s1 introdusse nello scuole come testo 1' Odissoa di Livio Andronico, si cominciö nell’ alta socieU a parlaro greco a proferonza del latino, si cominciö a visitare le senolo greche, si cominciö a dedicarsi con impogno alla letteratura ed alle arti greche. Seuonchö, montre si studiano di diroz-zarsi con lo studio del bello, rappresentato dai capilavori greci, inscientemente si spogliano deli’ antica austeriU dei costumi, vieu lor meno la fede religiosa, si snazionalimno.. I3i fatti tale fa 1’ impeto, con cui si correva.a grecizzarsi, chelostes-so Catone, il quäle avea giudicato, esser J’ abbagliante lette-ratura greca perniciosa alla severita e semplicitit romana, ed avea perciö espulso come censore i filosofi greci, abbattuto il teatro di pietra e cliiuso le scuole doi retori, ehe egli stesso, dico, nell’ estrema sua eta si avidamente si diede allo studio della lingua e letteratura greca, „ut quasi dinturnam complere sitim cupere videretur.“ l)a qüesta scuola diinque procedettero uon solo gli serittori di tragedie e commedie, ma eziandio i poeti epici, lirioi, elegiaci, e bucolici. Perö da un occesso si cadde nel-1’ opposto. L o studio dello opere greclie, fatto senza discer-liiinento e profonditil, produsso ima leggerezza e superficialita biasimevole, clie fece dimenticare le origini romane e trascu-rare la propria lingua. lmpero, se prescindi da uua certa urbaniU propria di aleune nobili famiglie, la lingua latiua era trattata novereamente. Nel la commedia si servivan del linguaggio triviale, nolle opere di carattere serio si condiva la trase lati na con parole prettamente greclie; eravi un miscu-glio clie voleva sembrare ricchezza, ma di fatto era povertä,. Appena ai tempi di Cicerone si diede allo studio della lingua latiua una certa direzione ed allora appena la prosa potö vantar punta, proprietä ed eleganza; cosi appena finit© le ter-ribili guerre civili, sotto Augusto, auche la poesia pote aver il su necessario culto. Ecco in breve esposte, comunque sia, le cause clie, a mio avviso, dovettero impediro ogni slancio poetico nei primi ciuque secoli di Koma. Apertami per tal modo la via al mio assunto principale, di dimostrare cioö 1’ erroneiU della ipotosi di Niebuhr, faro di esser breve auche in questa parte del mio quesito. Narrano gli antichi serittori Ciceroue, Varrono, 'No-nio o Valerio Massimo, constare dai libri del vecchio Catone essere stati soliti gli autenati di cantare nei conviti dei carini, nei quali contenevansi le lodi degli uomiui illustri. I passi in cui ciö si asserisce souo i seguenti: Ciceroue nei Bi uto cap. 19; nelle Quest. Tusc. I, 2; IV. 2; de Orat. III. 51; Valorio Massiino II. 1. 10; Nonio dal Yarrouo pag. 77. 2. Lo parolo tli Cicerone souo: „ . . . utinam extarmt illa carmina, quae multis saeculis ante suam aetatem in (»puliš esso cantitata a singulis convivis de clarorum virorum lau-dibus in Originibus scriptum reliquit Cato (Brut. cap. 10).“ „Sero a nostris poßtae vel coguiti vel recepti (il primo Livio Audrouico, qui fere DX post Romam cauditam fabulam dedit). Quamquam est in Originibus solitos esse in epulis canere con-vivas ad tibiciuom de clarorum hominum virtutibus; bouorem tarnen liuic goneri non fuisse declarat oratio Catonis, in qua objecit ut probrum M. Nobiliori, quod is in proviuciam poßtas duxisset (Quost. Tusc. I. 2).“ „. . . . gravissimus auctor in Originibus dixit Cato morem apud majores hunc epularum fuisse, ut deinceps, qui accuinberent, canorent ad tibiam clarorum vivorum laudes atque virtutes: ex quo perspicuum est et cantus tum fuisse descriptos voctun souis et carmina (Quost. Tusc. IV. 2).“ „Vis numerorum et vocum carmiriibus est ap-tior et cautibus, non neglectii, ut mihi videtur, a Numa rege doctissimo majori busquo nostris, ut epularum solcmnium fides ac tibiao Saliorumquo versus indicant (do Orat. III. öl).“ Nonio, luogo citato, dice: „ .... in conviviis pueri modosti, ut cantarent carmina antiqua, in quibus laudes eraut majorum, et assa voce et cum tibicine. Yalerio Massimo II. 1. lOscrive: „Majores natu in conviviis ad tibias egregia superiorum opera carmino com-prehensa pangebant, quo ad imitanda juventutem äalacriorem redderent. “ Finalmento Dionisio jiel libro dello antichitä romane I. 79 e III. 62 afforma, clio i Komani anche ai suoi tempi cautavan le lodi degli uomini illustri; ed Orazio nelle Odi IV. 15, esaltando i moriti d’ Augusto, invita i Romani a radunarsi „Inter jocosi munera Libori „Cum prole matronisquo nostris a cantaro more patrum lo virtü doi defuuti capitani, 1’ antica Troja, Anchise o la progonio doll’ alma Venero. Oltrecciö conserva tutta la prima Decacle dogli annali di Tito Livio, come pure le istorie dci re narrateci da Dionisio d’Alicarnasso tale un carattere poetico, che uom non sa spie-garsi, se questi primi storiografi nou avessero attinto ad una i'onte eminentemente poetica, cioe agli autichi carmi popölari. Basato sui passi citati e sulla natura pootica delle storie di Livio e di Dionisio, il Niebuhr congetturö, dovere essere stati i carmi convivali, le nenie e le inscrizioni sulle tombe degli Scipioni di genere epico, anzi frammenti di una vastissima epopea popohire, che dovrebbe avere avuto- per argomento i fatti dei sette re romani e le gloriose gesta dei primi tempi della reppublica. Questa poetica tradizione essendo nota a tutti i Romani, si sarebbe trasmessa di generazione in generazione col mezzo dei canto senza mai essere scritta; in modo simile come nelle citta greelie si cantavano dai mcii'wSn! g]i opisodi delle eroiche gesta trojane, anzichö venis-sero raccolte in un solo volume e fissate mediante la scrittura. Quanto grave sia il giuclizio di Niebuhr, chi ö che nol veda? Nell’esaminare il quäle io pariert prima dei carmi convivali e poi dei carattere poetico della storia romana dei primi secoli. Che sieno stati recitali negli antichissimi tempi di Roma dei carmi convivali, non si puö negare, i passi citati ne fan Me esuberantemente; si tratta soltanto, se essi fos-sero di genere epico e collegati uno all’ altro come parti di una sola epopea nazionale, o se fossero canti lirici, staccati e 1’ uno dall’ altro indipendenti. Certo ö, che i Romani celebrarono con elogi le glorie dei loro antenati. Quando cio<> uno assumeva una magistratura, si commemoravano le virtü de’ snoi maggiori; cosi pure quando moriva uno, che avesse ben meri tato della repubblica, uno dei famigliari ne celebrava le prodezze dal rostro in presenza della salma; la sera poi dei giorno deli’ installazione o dei fu-jierali si ragunavano i parenti in solenne banchetto. Non ö inverosimile, ma auzi probabilissimo, che quivi si recitassero od anche cautassero dei panegirici in lode dei festoggiati. Annnosso ciö, ne segue che non vi si cantassero sempre gli stessi carmi, clift altramente avrebbero dovuto essere stereotipi come le sacro cau- tilene, nia ch’essi si modificassero a seconda dell’occasione. Siccome poi erano carmi pri vati, cioö composti per occasioni private, ö naturale, che non conteuessero le lodi del popolo intero, sib-bene dei personaggi in discorso. So consideriamo poscia, che gli stessi venivan cantati inter pocula od in giro, per niodo che ad una strofa deli’ uno rispondeva un altro con una se-conda e cosi via, riterremo con qualche probabilitä, che le stesse non fossoro strettamente connesse tra di loro e ben definite, ma compostn al momento, e secondo le dettava la spi-ritositii dei convitati. „Ma questi, dice Niebuhr, cantavano a vicenda; s’ aspettava quindi che quelle canzoni fossero note a tutti come una proprietA. di tutta la nazione.“ Io perö stento a credere, che uomini cresciuti ed invecchiati tra le arnii e le occupazioni forensi, abbiano avuto agio ad apprendere e tenere a memoria i vasti pahegirici di tutta la nazione. Un tale esorcizio di memoria non si richiedeva nemmeno dai Greci, avvezzi, quanto altri mai, al dolce ozio letterario; imperocchö a solazzar le brigate eranvi i rapsodi. In Roma pero quando fn un Demodoco o un Femio, e quando una scnola di rapsodi ? „Ma stando a Varrone nel passo citato di Nonio, ai banchetti eran presenti anche dei giovinetti bonnati (pueri modesti), che cantavano i carmi antichi, in quibus erant 1 and es majorum.“ lil vero; ma clii paragonoralli coi rapsodi, sapendo che questi orano i figli dei convitati stessi? Chi ve li istruiva, chi loro dettava il carmi di si gran mole? I figli di nobili famiglie venivano educati in casa materna, il padre loro apprendeva le leggi dello stato, il carmen necessarium, come lo chiama Cicerone, e li conduceva talvolta in senato. Di altro genero di educazione sia domestica sia pubbJica non consta nulla. „Ma i padri, dicono, 1’ insegnavan loro per infonder loro fin da giovanetti 1’ amor di patria“. Naturalmente! Dunque i cittadini romani nou solo spesse volte ascoltavano nei banchetti i supposti carmi epici, come i principi di Omero, ma li mandavano anche a memoria, li cantavano essi stessi e 1’ insegnavano ai figli! Chi cosi argomenta, non vede, quanto queste occupazioni ripu-gnino al carattere dei Homani, tutto dediti allo stato. E poi a chi aggiusteremo maggior fede, a Varrone, il quäle dice, cho cantavano i pueri modesti, od a Valerio Massimo, cho dice: majores natu egregia superioruni opera pangobant? „Ma auche presso i Greci deli’ eta posteriore si cantavan le artha ]iei conviti.“ E’ vero; ma le 7 della sua Storia Homana serive: SSerfdjieben »on biefen 3Tifd)ficberit iit $orut uitb »on grojjem Umfange, tfjcits jit einem ©anjcn uevthtnbeii, tljeifs cinjelitc nidjt jitfain» menljčmgcnbe Sieber waren bie, woraus in pvofaif@t$ätj(uug aufgeföft ift, wa$ fii« nit« (Sefdjidjtc ber vöiuifdjcn Könige Ijeijjt it. f. m. Egli dunque oltre ai menz iona ti carmi convivali suppone altri poemi, da quelli non diIferenti nel contenuto, ma nella forma. Egli perö non ci dice, in ehe differisse la lor forma, poichd potevano essere o carmi connessi o staccati, come eran pure i canti convivali. Ed in vero difficilmente uoin potrebbo defi-nire tal differenza; imperoeehö, se intorno ai carmi convivali Catone ci lasciö una qnalche, benchö magra, notizia, de »Ti altri poemi niebuhriani nA lui, nft Cicerone, nö nessun altro, per quanto io sappia, fa il minimo cenno. Epperö contro questa ipotesi si rivolsero le erudite disquisizioni dello Schwegler, Blume, Kobbe, Mommsen e Corssen. Vediamo dunque con la scorta di questi di dimostrare 1’ erroneitil del supposto di Niebuhr. Questi in base dei seguenti due passi di Dionisio d’ Ali-carmasso (Ant. Rom. I. 79 e VIII. 62) congettura, essere stati cantati dei carmi epici anche nell’ etil di Dionisio stesso, il quäle visse a Koma ai tempi d’ Augusto. Ecco i passi; I. 79: Ol fit ai’dyw&svTtg yhovxni yjtza rt a^iiaciv /JOQ(pij$ y.tü (pgovTjfiixroG oyxoi’ ov i ix ßaatltiov rs (pvvrug yevovi, xnl um) dcaftovMv yiviafrm vofu^o/iivovs, cog iv rot( narolon; vfivoh; vrtlt 'Pa/inliav tri xnl rvi< itdtrai; VIIf. 02: ov yiyovtv i^krß.os rj rnv uvÖQog itvrjfit], nötxrti xnl V[i.rsirni ftQo; liniivzwv o>,' tiim-ßy,' xnl Mxntog ebr/o. Senonchö intorno al primo passo insorso fra i dotti la controversia, se qutslle parole siouo di Dionisio stesso o cli Fabbio Pittore, dagli Amiali del qualo pare essere riprodotto l’intero passo, e se dunque si debba intenderc 1’ etil di quest’ ultimo (ei fu con-tcmporaueo di Eimio) o quella di Dionisio; e poi 1’ altra, se questi carmi, di cui qui si parla e che si riferiscouo a Romolo e Remo, sieno di carattere epico ossia sacro. Corssen (nel suo opusco-lo: Origines Poesis Ronumae) ha dimostrato ad evidenza, do-versi distinguero iu Dionisio i nurnm ifivot dalle e doversi qui per V"0* intendero i sacri carmi, cho si cantavano annu-almeuto durante i sacrifici offerti a Romolo. Ma anche nel secondo passo non pounosi intendere che inni sacri; im-perciocchö trattavisi del sacri fizio commemqratiyo della Fortuna Muliebris, nel quäle si celebra xnl vftveitui) Coriolano, pio e giusto, per avere ottemperato alle preci della madre e con ciö liberato Roma dali’ eccidio. Dunque nemmanco questi carmi, ossia inni, souo maggiormente epici che le axamenta Sa-liorum ovvero le saore cantilene, che si cantavano nelle feste di Bacco e che da Yirgilio vengono chiamate nelle Goorgiche II. 394 rarwina patria pel semplice motivo, che esse si era-no conservate dai primissimi tempi infino alla sua etil. Di maggiore momento ö il giü. citato passo di Cicerone nel Bruto cap. 18, diversamonte dai critici interpretato in appoggio delle loro opinioni intorno agli antichi poemi. Le parole di Cicerone sono 1c seguenti: „Nec dubitare debomns, quin fuerint ante Homerum poetae; quod ex iis carminibus intelligi potest, quae apud illum et in Phaeacum et in Procorum epulis canuntur. Quid? nostri veteres vorsus ubi sunt? „ . quos olim Fauni vatesque canebant, „Quinn neqiie Musarum scopulos quisquam superarat, „Nec dicti studiosus erat.............. „Ante hunc. (Versi di Ennio).“ Segne Cicerone a deter-miuare 1’ epoca di Ennio e di Nevio, poi dice al cap. 19: „Tarnen illius (Naevii), quem in vatibus ot Fauuis aduumerat Enuius, Bollum Punicuin quasi Myrouis opus do-lectat. Sit Eunius saue, ut est, perfectior; qui si illum (Naevium), ut simulat, contemneret, non omuia bella persequeus primum illud punicum' acerriinum bellum reliquisset. Sed ipse dicit cur id faciat: scripsere, inquit, alii remlvorsibus.“ In questo interessantissimo passo ciceroniano soiio eon-troverso dno coso, chi sieno : Farni vatcsquc, e chi sieno questi alii, gut scripserunt rem vorsibm ? Quanto ai Farni et vates egli ö chiaro, a mio avviso, ehe Ennio alluda qui a quei negromanti, che in versi come in prosa vaticinavano il faturo, come p. e. un Marcio, un Publicio o simili, gli annosi volumi dei qviali deride Orazio Ep. II. 1. 26. Ennio clie, se-guendo le massime di Euemero (Cicerone De Nat. Deor. I. 42) ha in disprezzo questi superstiziosi e ridicoli omuncoli, vi di-mostra la poca stima per Nevio coli’ anuoverarlo fra i „vates superstitiosos, inertes, insanos, aut quibus egestas imperaret.“ Non sono essi dunque poeti di carmi eroici, come snppone Niebuhr, nva gli stessi, che in luoghi silvestri ed omhrosi va-ticinavano il futuro, sanavano i morbi ecc. Quanto alla voee alii, chi con attenzioue legga il passo intero, non potrti sottintandervi altri ehe Nevio stesso, il quäle, avendo traseritto nel suo Bellnm Punicum i mistici raceonti di quei vati superstiziosi ed essendosi servito deli’ orrido verso saturnio, proprio degli antiehi stessi, viene qui da Ennio aeer-bamente ripreso e paragonato agli stessi Marcii e Publicii. Dunque di poemi epiei 11011 un accenno, non uua sicura noti-zia di rapsodi romani. Cicerone stesso, nel luogo citato, con dolore domanda: nostri voteres versus ubi sunt 1 II silonzio clie ne segue parmi espressivo abbastanza; esso signiflca, clie Cicerone prestava bensi fede a Catoue rispetto ai carmi convi-vali, ma non ne avea nessuna contezza piü positiva e meno ancora ne possedeva dei frammenti o degli avanzi; di altra specie di poemi poi meno clie meno. „Ma, dice Niebuhr, Ennio, nemico di quella popolare poesia, 1’ ha anuientata mediante 1’ osculta opera sua, gli An-nali.“ Cio mi pare assai improbabile, avvegnachö Catone coe-tano di Ennio dice, che ante suam aetatem si cantavano i carmi convivali, il che vnol dire che a’.suoi tempi non si can-tavan piü. Orbeno, se oltre ai carmi convivali ei fossero stati in uso altri poemi, non sarebbero pure essi caduti in dimen-ticanza, come quelli, ancor prima deli’ opera di Enuio? Ma ammesso che tai poemi ci sieno stati, quando e come si canta-vano ? Nei conviti no, perchö questi canti eran differenti dai carmi convivali, come osserva Niebahr. Forse durante i sacrific! ? b im-])robahile, perehö le cerimonie e le cantilene sacro eran prescritte dalle leggi. Nelle eene quotidiane? invorosimile anche questo, purehö non si voglia ammettere che ai Romani nnlla stesse tanto a cuore quanto il cantaro le glorie antiche, Ma forse nelle pa-lestre di ginnastica! Ancor questo ö incredibile, poiehö la gioventu romana si esercitava nella corsa, nella caccia, nella lotta ed in tutte le destrezze occorribili in guerra; di altro non con-sta. Allora nel foro, che era il solito soggiorno dei Romani? Io pero duhito, ch’ essi v’ abbian preferito il canto ai discorsi intorno le qüestioni politiche o sociali del giorno, preferito alla partecipazionc deli’ amministrazione della repubblica od alla difesa di qualche congiunto od amico strappato dinanzi ai tribunali. Sarebbe poi veramente strano, che un popolo, dotato di poco talento poetieo, poco o nulla istruito nelle scienze ed arti belle, e per giunta messo iu condizioni tutt’ altro che fa-vorevoli alla vita oziosa dei canti, si fosse dato mteramente alla poesia epica, producendo ogni genere di poemi eroici e trasmettendoli alla posterita mediante il canto e la recitazione. Ammessa 1’ esistenza di tai poemi nei primi tempi di Roma, ö strano oltre modo, che di tanta ricchezza nulla sia giunto nemmeno fiuo all’ epoca di Yarone e di Cicerone. Si potreb-be dunque domandare, come avvenisse che, meutre i Greci ve-nerarono fino alla loro estiuzioue il loro Oinero ed i discepoli di lui, i Romani nelle posteriori et;\ dimenticassero le glorie antiche? e come avvenisse che, mentre quel miseuglio di Gre-coslavi, che venne dopo secoli a ricomporsi sul classico suolo, eredö il genio dell’ eroica poesia e la coltiva tuttora, noi nel risorgimento italiano, operato verso il mille, non troviamo nes-sun germe di poesia nazionale, e che anche la leggera poesia erotica vediamo esservi importata dai trovatori d’ olremonte ? Esamiuiamo lo altre argomeutazioni di Niebuhr: egli sostiene, essere stati gli antichi Romani colti nelle arti überall e di grand’ iugegno, dunque non essero improbabile presso di loro 1’ abitudine di comporre e recitare carmi epioi. Se cosi fosse, non si dovrebbe attondere eziandio un grande sviluppo della lingua latina ? Eppure Cicerone stesso nel piu. citato Bruto (por ta-cere di altri luoghi) volendo scusare Catone e Appio Claudio ed al-tri, tacoiati di rozzi, di antiquati, di orridi, dice ehe cosi allora si parlava e clie altriraenti egliuo nou potevano serivere, e accettando per buono il giudizio di Ennio, che prima di lui (Ennio) uessuno aveva superato gli scogli deli’ arte poetica (scopulos Musarum) e ehe uessuno era studioso di una bolla forma (dieti studio-sus), continua: „neque Euuius meutitur in gloriando; sie enim sese res habet. Nam et Odyssia latina est sic tamquam opus aliquod Daedali ot Livianae fabulae non satis dignae quae i ter um legantur.“ In ehe grado di perfezionamonto si trovasse allora la lingua, lo dimostrano gli avanzi di quell’ opoca dai posteriori Homani chiamata prisca, lo dimostrano le Dodiči tavole, lo iseri-zioni sepolerali; lo dimostra Cicerone (p. e. De legibus) col dire, ehe gli annalisti serissero „jejunio, exiliter, horride od sine palestra;“ lo dimostra tra i filologi moderni Ritschel nel Museo Ren. XIV e Corssen nel libro sulla prouunzia, vocalismo ed accentuazione deli a lingua latina, i quali attribuiscouo il maggior merito del perfezionamento del liuguaggio poetico ad Ennio, per avero applicato al latino gli ornamenti del linguaggio poetico greco o per avervi introdotto anche 1’ esametro greco in sostituzione del rozzo verso saturnio. Sulla base deli’ arte greca ebbo dunque il suo sviluppo il poetare dei Romani, finchö giunse al suo apice con Virgilio, Orazio od Ovidio. Yeniamo ora alla conclusione: Niebuhr e con lui molti fra i moderni sostengouo, che da quei poemi popolari, come da una fonte perenne, abbiano attinto non solo gli serittori di cronache, ma Ennio stesso. „Quando coli’ antlar del tempo, dice Niebuhr, si comiucio a non prestar piü 1'ede ai carini an-tichi, sursero qua o lit degli serittori, ma orrarono gravemente, volendo spacciaro por istoria le leggende deli’ etil mitica. Essen-dochö gli Annali massimi eran periti nell’ iucondio di Roma deli’ auno 365 e poclii avanzi no orano stati raccolti nö con la dovuta diligenza, agli Annalisti uon rimanevano altre fouti ehe i soli poemi. Cosi nacquero dai carini epici gli annali di Fabio Pittore, di Cinzio Aliniouto, di Nevioedi Ennio.“ Non si nega, ehe questi non abbiano accolto nelle loro cronache le veecliio tradizioni romane; ma oltro a quelle essi potovano aver sott’ occlii anche le laudationi private, i Libri lintei, i Fasti capitolini, i Commentarii consolari, le Tavole censorie, i Libri augurali e inuanzi tutto le Storie poeticamento narrato dai Greci. Iti queste ultime si raccontavano le favole dei Tro-jaui, della veuuta di Euea in Italia, di re Lavinio, deli’ ori-gine di lloina e siiuili storielle, clio si leggono anehe ogg' iu Livio. Cliö se Fabio o Ciuzio, cbe oran Romani, scrissoro lo loro cronache in greco, servendosi piü dolle fonti greche ehe non dello romane; quanto piü dovea aver ciö fatto Eunio, di nazione Groco ed eruditissimo nolle scienze o nelle avti greche? Si potrebbe auzi asserire, che da lui siono state importate nella storia romana lo favole deli’ origine trojana, o della fon-dazione di Roma con tutto il resto delle tradizioni greche. Come si potö imporre al popolo Romano un’ origine clio nor, era la sna? mi sen to domaudare. I Romani dei tempi posteriori, rispoiulo con lo Schlegel, non sapevano nulla di preciso sulle origini dol loro stato; i pochi monumenti rimasti fin dai primi tempi erano, pol poco calcolo cho se ne faceva, divenuti indecifrabili; la trascurata leggenda era ammutolita. Allorquando pertanto al tempo della guerra contro Pirrö von-nero in piü stretta relazione coi Greci, essi mostraronsi tanto disposti ad ammottere la loro greoa origine, quanto lo erano ad ammirarla. Ei somigliavano a gente arricchita d’ ignota provenienza, ehe gongola di gioja, se trova qualcuno, che sap-pia dire aleuu fatto glorioso de’ propri antenati. T Greci avean detto la prima parola nolla storiografia di Roma, c i Romani, da ciu lusingati, non focero altro cho ripetere lo cose dette da quell i. Compiacendosi nell’idea d’ uua si nobile discendenza, oi si diedero bon volentieri allo studio dello scienze e lettore greche e, giacchd la vera Grecia era digia decaduta, si studiarono di farla rifioriro in Roma, trasportandovi le sue ricchezze, i suoi monumenti d’ arte, le sue biblioteche, le scuole, i maestri e letterati. Non ö duuquo una fola 1’ iniluenza greca sull’ an-tica Roma, ma un fatto, di cui puö evincorsi ehiunque bon cousideri lo svilnppo dolla letteratura romana da Livio Andro-nico lino a Cornelio Tacilo. Per ritornare sulla storiografia romaua, osserVerö con T. Livio Patavino, essere proprio della storia non Ai raccou-tare uudamonte i fatti, ma di illustrarli ad infonnandos ci-viarn animos quam vehementisse. Di tal geuere di storia oi ci diede un amplissimo esemplare, confessando in piü luoghi, 11011 essere sua intonzione di afforinaro nö di confutaro le gloriose gesta, die degli antichissimi teinpi narravansi piü con racconti poetici che con iucorrotti documenti dei fatti (pooticis magis decora fabulis quam incorruptis rerum gestaruni inonu-niontis), bensi di riferire fedelmente, qualmente ei le trovava sia negli annali antichi ossia altrove. Livio stesso cita qui e lil la fonte, onde attinse quella o quell’ altra narraziono, ma egli ö fuor di dubbio, clio oltre agli annalisti meuzionati ed alle copie degli Annali massimi, egli si servisse eziandio del Bellum Punicum di Nevio e priucipalmente dei poetici Annali di Ennio. So questi Ultimi non fossero sgraziatamente periti, rimauondo soltanto pochi frammenti conservatrici dai grammatici, noi potremino dimostrare ad ovidenza 1’ imitazioue dei medesimi, come venne dimostrato, die Livio dalla terza l)ecade in poi si attonno sempre piü visibilmente alle storie di Polibio. Epperö, considerato il carattere eroico dei primi secoli di Koma, considerato lo scopo dolla storia romana, dolinito da Livio, considerato lo priucipali sorgenti, da cui egli attiugeva le storie anticlie, e cousiderato 1’ iugogno poetico di di Livio stesso, cuuchiudoroino, che i suoi Annali ab Urbe condita naturalmente acquistarono nella prima Decade un carattere pootico. VERÄNDERUNGEN im h. Landesschulrathe. Seine k. u. k. Apostolische Majestät haben mit allerhöchstem Handschreiben vom 15. Jänner 1812 So. Excellenz, den Herrn Statth. des Küstenlandes, Bar. Sisinio Pretis v. (Jagnodo zum k. k. Finanzminister für die im Reichsrathe vertretenen Lander zu ernennon und den dadurch erledigten hohen Posten mit allerhöchster Entschliessung vom 27. Juni d. J. dem Landespraesidenten im Herzogthum Kärnten, Herrn Alois Freiherrn v. Ceschi a Santa Croco zu übertragen geruht. Herr F e r d i n a n d G a 11 i wurde von Sr. Excellenz, dem Herrn Minister für C. u. U., ausschliesslich mit deu Functionen eines Landesschulinspectors betraut. l)em Herrn Statthaltereisecrutär und Ökonom. lMerou-ten im h. k. k. Landesschulrathe, VV i 1 h e 1 m Ha h u v. Hahnenbeck, wurde mit allerh. Entschliessung vom 16. Mai 1872 in Anerkenung der ausgezeichneten, langjährigen Dienstleistung der Titel und Charakter eiues k. k. Regierungs-rathes verliehen. im Lehrkörper. Am 31. August 1871 beendeten die supplirenden Lehrer, Lothar Warmuth und Franz Orešec, ihre Amtsthätig-keit an dieser Anstalt. So. Excellenz, der Herr Minister für C. u. ü., hat mit h. Erlass v. 17. August 1871 N.o 7651 dom Lohraintscan- (lidaten, Herrn Josof Schenk, eine philologische Lehrstelle an diesem Gymnasium verliehen. Prof. Adalbert Fäulhammer wurde mit Erlass des h. Ministeriums für C. und U. dd. 2G. Sept. 1871 Z. 11258 aus k. k. Troppauer Gymnasium übersetzt. Die Aufnahme der supplirenden Lehrer, der Herrn Johann Kraiuz u. Franz Levee wurde genehmigt; -die des erstem mit Erlass des h. Landesschulrathes vom 26. Oktober 1871 ~N. 794 und die des letztem mit Erlass vom 26.' Okt. 1871 N. 814. —---------— Die Berufung des supplirenden Lehrers, Herrn E. F. Kümmel, wurde durch Erlass des h. Landessculrathes vom 3. November 1871 N. 838 bestätiget. Das hohe Ministerium für 0. und U. bestätigte die Ernennung des Gymnasiallehrers Ritter Heinrich v. Egger zum Lehrer an der städtischen Oberrealscliulo in Triest mit Erlass vom 6. Dez. 1871 N. 12015, und der hl. Laudesschulrath von Görz genemigto mit Erlass vom 27. Dezember 1871 N. 1Ü62 die Berufung des Supplenten Herrn August Zurmanu. In der Erwartung einer definitiven Lehrkraft wurde der Supplent Herr Appel t Franz im Februar soines Amtes enthoben. Im II. Sem. trat der Lehramtscandidat Herr Stolz Friedrich als Supplent ein und wurde als solcher durch. Erlass des hohen k. k. Landesschulrathes vom 4. April 2872 N. 480 bestätiget. Mit hohem Ministerialerlass vom 31. Mai d. J. Z. 5050 wurde der Supplent am k. k. Obergymnasium in Cilli, Herr Anton Šantel, zum wirklichen Lehrer am Görzer k. k. Gymnasium ernannt; dies liatto die Enthebung des supplirqn-den Lehrers, Herrn August Zurmann, zur Folge. Am 2. Juli wurde der supplirende Lehrer Auton Kunst seiner Dienstleistung enthoben. Dor Supplent an dor Oberrealschule iu Linz, Herr Johann Widmann, und der Gymnasiallehrer in Krainburg, Herr Matth. Vodušek, wurden mit Erlass Sr. Excellenz des Herrn Ministers für C. und U. dd. 24. Juni 1872 N. 7246 zu wirklichen Lehrern am hiesigen Gymnasium ernannt. Dadurch wurden 2 supplirende Lehrer überzählig, und es mussto Herr Autou Artel und Friedrich Stolz enthoben werden. Herr Dr. Franz Foytzik, k. k. Universitäts-Professor, wurde mit allerhöchster Entschliessung vom 28. Juli 1872 in dou nachgesuchteu bleibenden Ruhestand versetzt. Bei dieser Gelegenheit wird demselben vom h. Ministerium für C. und U. die volle Zufriedenheit der Regierung für die viel-jithrige und eifrige Dienstleistung im Leliramte ausgesprochen. Scbulnachrichten. Der gegenwärtige Lehrkörper. Wirklicher Director: Franz Schaffenhauer, Mitglied des holien Landosscliulrathes in Görz, Director der Prüfungscommission für allgemeine Volks- und Bürgerschulen in Görz, Mitglied der k. k. zool. hot. Gesellschaft in Wien. JE*Jr*«»JL«m**, ea . Ba. aL»4L^.ii- in alpliabetisclior Ordnung. Herr Josef ’C u 1 o t, Professor der elassischen Philologie und der ital. Sprache und Literatur, Bezirksschulinspec-tor für den Bezirk Gradišča, Mitglied der Priifungscom-mission für allg. Volks- und Bürgerschulen in Görz. „ Dr. Franz F o y t z i k, disp. k. k. Universitätsspro- l'essor, cmerit. Decan, Director des phil. hist. Seminars und Examinator bei der Prüflingscommission für Gymnasiallehrer in Padua — derzeit dem Görzer Gymnasium zur zeitlichen Verwendung heim philologischen Unterricht zugetheilt. „ D.r Josef Frapport i, Licentiat der liechte, Be- sitzer der goldonon Medaille für Kunst und Wissenschaft, Mitglied der bestandenen phil. - matli. - Facultftt an der k. k. Universität in Padua, der geologischen Reichsanstalt in Wien, der Akademie der Kuust und Wissenschaft in Padua, liovereto und Rovigo, der Athe-naeer zu Bolzano und Venedig, gewesoner Director des Gymnasiums in Capodistria, lehrte ital. Sprache u. Lit. nehst Weltgeschichte. Herr Franz Hafner, Professor der Geographie u. Geschichte zugleich Bezirksschulinspector für den Bezirk Sesana, Mitglied der Prüfungscommission für allgem. Volks - u. Bürgerschulen in Görz, Custos der Lehrmittelsammlung. „ Matthäus Lazar, Mitglied der k. k. zool. bot. Gesell- schaft in Wien und der Gesellschaft für südslavische Geschichte in Agram, Professor der Naturwissenschaft und Mathematik, Custos des Landesmuseums. „ Andreas Marušič, Weltpriester, Mitglied des k. k. Landesschulrathes für Görz und Gradišča, Mitglied des Prüfungscommission für allgem. Volks - und Bürgerschulen in Görz, lehrte die Religion am Untorgymuasium. „ Loreuz P e r t o u t, Weltpriester, Mitglied des k. k. Landesschulrathes für Görz und Gradišča, Vorstand der k. k. Studienbibliotek, Custos der Schülerbibliotek, Mitglied der Ackerbaugesellschaft in Görz, lehrte die Religion am Obergymnasium. „ Johann Psenner, Prof. der klassischen Sprachen. „ Josef Schenk lehrt classische Philologie und philoa Propaedeutik. Dr. Gregor Tušar, Weltpriestor, Professor der klas» sischen »Sprachen. Supplironde Lehrer iu alpliaVjetiacher Ordnung. Herr Johann K r a i n z, geprüfter Lehramtscandidat für Geographie und Geschichte. „ Fried r. K ü m in e 1, Lehramtscandidat für deutsche Sprache, Geograpkie und Geschichte. „ Franz Leve c, Lehramtscandidat für slov. Sprache, Geogr, und Geschichte. „ Friedrich Stolz, Lehramtscandidat fiir klass. Philol. „ August Z II r m a 11 u, Lehramtsc. für Mathem. u. Physik. Nebenlehrer in alpliabctisclicr Orduung. Herr Adalbert B r e c h 1 e r, Professor an der k. k. Oborreal-schule, für Freihandzeichen. „ Josef Culo t, k. k. Gymnasialprofessor lohrte in einem Curse Italienisch für Nicht i tali euer. , Franz Hafner, k. k. Gymnasialprofessor, lehrte die slov. Sprache für Nichtslovenen. „ Anton H r i h a r, Lehrer an der Uibungsschule der k. k. Lehrerbildungsanstalt in Görz, ertheilte Unterr. im Kunst- und Kirchengesang. „ Friedr. K ii m m e 1, supplir. Lehrer am k. k. Gyrnn. lehrte Stenographie. „ Alois K u r š e n, Lehramtscandidat, leitete den Turn- unterricht. „ Matthäus Lazar, k. k. Gymnasialprofessor, leitete den Schönsreibunterricht. ' „ Johann Psenner, k. k. Gymnasialprofessor, lehrto die ital. Sprache als nicht obligates Lehrfach für Nicht-Italiener. LEHRPLAN DES ^CHULJAHRES l8]2, A) Obligate Gegenstände. M - Cln wM«. Classenvorstand der I. Abth. Hr. Joh. P s e n n e r. II. * „ Ant. Artel. Religim, I. Abth. 2 St. II Catechismo grande ad uso delle scuole popolari cattoliche deli’ Imp. d’ Austria (3Ö Schiller; 2 Sch. dasselbe deutsch.) — II. Abth. 2 St. Katekizem ali krščanski katoliški nauk. Spis. Ant. Lösar (23 Schüler.) And. Marušič. Latein 8 St. Declination der Nomina; regelmässige con-iugation, nach-der Grammatik von C. Schmidt, eingoiibt nach dem Uibungsbuche von Dr. Ferd. Schultz. — Me-moriren von Yocabeln. Hilusslicho Praeparation. — Wöchentlich eine Composition. I. Abth. Juh. P senne r. II. Abth. Ant. Artel. Deutsch 4 St. Die regelmilssige Formenlehre u. das Wichtigste aus der unrogelmässigeu. Unterscheidung der Rede-und Satztheile. Der einfache erweiterte Satz. Memoriren und Wiedererzählen ausgewählter leichterer Lesestücke. Lectüre nach dem Lesebuche von Neumann und Gehlen. Aufgaben nach Vorschrift. I. Abth. Joh. P senne r. II. Abth. Aut. Artel. 4. Ital. 2 St. Delle parti del discorso secondo il Puoti. Lettura di squarci scelti dalla I. parte del libro di let-tura con esercizii di memoria. Compiti secoudo il piauo. Fino Luglio G . O u 1 o t, dal Luglio G. K r a i n z. 5. Slov. 2 St. Govorni razpoli; pravilna i nepravilna dekli- nacija samostavnikov; pridevniki, številniki, zaimki; goli in izobraženi stavek; pravopis,jo; po Janežičevi slovenski slovnici. Slovljenjo na pamet naučenih pesnij. Öitanje iz «vetnika I. Po dve nalogi vsak mesec. Fr. Levo c. 6. Geographie 3 St. Vorbegriffe aus der mathematischen Ge- ographie, soweit dieselben zum Verständnisse der Kart»; unentbehrlich sind. Uibersicht der 5 Welttheile in physischer und politischer Beziehung. Kartcnlesen und Kartenzeichnen. Nach Klun. J. K r a i n z. 7. Mathematik 3 St. Arithm: Die 4 Rechnungsarten in ganzen Zahlen, in gemeinen mul Dezimalbrttchen. Geometrie: Linien, Winkel; Dreiecke und die wichtig- sten Eigenschaften derselben nach Močnik. I. Sem. Fr. A p p e 11. I. Abth. II. Sem. G. K r a i n z. II. Abth. M. Lazar. 8. Naturgeschichte 2 St. I. Sem. Silugetbiere. — II. Sem. Wirbellose Thiero mit besonderer Berücksichtigung der Insecten, nach A. Pokorny. M. Lazar. l t . ClaMNe. Classenvorstand: Horr Stolz Friedr. 1. Religion, Ital. Abtli. 2 St. Cathecliismo del culto catt. compendiato sulle opere di Gaume e Yalli da P. Cima-domo (11 Schüler). Slov. Abth. 2 St. Liturgika ali sveti obredi pri vnaiy'i službi Božji. — Sp. A. Lösar (22 Schüler). A. Marušič. 2. Latein 8 St. I. Sem: II. Sem; Lehre von den Praepositionen; die wichtigsten Coniunetionon; Nomon, und Acc. cum Inf; Partieipium; Ablativi absoluti; Gerundium uud Supinum; Einschlägiges aus der Kasuslehre. — Einübung der Grammatik nach den Lesestücken v. Schultz; Hiiusliche Praeparation; alle 8 Tage eine Composition. Stolz. 3. Deutsch 4 St. 1. Sem: II. Sem: Die Lehre vom einfachen, zusammengezogenen und zusammengesetzten Satze. Verkürzter Satz nach Bauer. — Memoriren von Gedichten. Einübung der Grammatik' uacli den Stücken im Lehrbuclie vou Neumann und Gehlen. — Alle 12 Tage 1 Schul - und alle 3 Wochen eine Hausaufgabe. Stolz. 4. Ital. 2 St. Teoria del pronome e del verbo irregolare; sintasssi regolare; lettura di scelti brani dal libro parte II., con aualisi e memorizzameuto di molti squarci poe-tici. Temi secondo il piano. Fino Luglio G. C u 1 o t. dal Luglio G. Dr. F r a p p o r t i. 5. Slov. 2 St. I pravilna i nepravilna deklinaeija i konju- gaeija; goli, izobraženi, zloženi, skrčeni i skrajšani sta-Tek; pravopisje, po Janežičevi slovenski slovnici. Slov-ljenje na pamet naučenih pesnij. Oitanjo iz cvetnika II. — Vsak tretji teden eno nalogo. Fr. Levec, 6. Geschichte und Geographie 4 St. Geographie 2 St. Spe- cielle Geographie von Asien und Africa. Beschreibung der Vertikalen und horizontalen Gliederung Europa’s, u. seiner Stromgebiete; spezielle Geographie von Süd - und West - Euröpa (nach Klun). — Geschichte 2 St. Uiber-sicht der Geschichte des Alterthums (nach Weiter). I. Sem. K r a i n z. II. Sem. Frapporti. 7. Mathem. 3 St. Einfache Verhältnisse und Proportionen, Interessenrechnungen, willsche Praktik; Kenntniss der wichtigsten Masse, Gewichte und Münzen; — Flächen-berechnung geradliniger Figuren; Pythagoräischer Lehrsatz; Verwandlung und Theilung geradliniger Figuren; Aehnlichkeit der Dreiecke und Vielecke, nach Dr. Franz Močnik. I. Sem: II. Sem: Fr. Hafner. 8. Naturgeschichte 2 St. I. Sem. Zoologie: Vögel, Amphi- bien u. Fische. II. Sem. Botanik nach A. Pokorny. M. Lazar. XXI. CliiNwe. Classenvorstand: Bis 1. Juli Herr A. Kunst danu Herr Franz Levee. 1. Religion, I. Abth. 2 St. Storia sacra del vecchio Testa-mento del Dr. Schuster (17 Schüler); Geschichto der Offenbarung z. Gebr. f. d. Gymnasien in dem österr. Kaisersstaate (4 Schüler). II. Abth. 2 St. Zgodbe sv. Pisma stare z.weze po Dr. Schuster-ji, poslovenil Ant. Lösar. (25 Schüler). A. Marušič. 2. Latein 2 St. Die Casuslehre; das Nötige aus der Tempus-und Moduslehre; die Partikellehre u. die Oratio obliqua-nach Schultz - Lectüre aus Cornelius Nepos 16 Biographien. Schriftliche Uibungen aus Scliultz’s Aufgabensammlung; Aufgaben nach Vorschrift. Bis Juli Ant. Kunst, hierauf Jos. C u 1 o t. 4. Deutsch 3 St. Satzlehre mit gelegentlicher Wiederholung der Formenlehre nach Bauer. Memoriren und Wiederer-ziihlen ausgewilhlter Lesestücke. Lectüre nach dem Lesebuche von Neumann und Gehlen. — Alle drei Wochen eine Haus - oder Schularbeit.- Aut. Kunst. Seit Juli Fr. Levee. 5. Ital. 2 Si. Le regole principali della grammatica (testo il Puoti) colle loro applicazioai. In iscuola illustrazione di brani scelti della III. parte del libro di lettura per le cl. del Ginn, inf; esercizi di porgere, mutare compen-diare. Per casa lettura di scelti autori di facile intelli-genza, e resoconto mensile di queste letturo nella scuola. — Componimenti 2 al mese. Frapporti. 6. Slov. 2 St. Oitali smo izbrane spise iz Bleiweisovega III. berila i Janežičevega cvetnika slov. slovesnosti. Slovnica, ualoge i vaje v slovljenji kakor v II. razredu. Fr. Levec. 7. Geschichte u. Geogr. 3. St. Geschichte 1 St. Uibersicht der Geschichte des Mittelalters mit besonderer Beriichsich-tigung der österreichischen Geschichte nach Wolter. Geogr. 2 St. Specielle geographie von Belgien, Holland Dänemark, Schweden Norwegen, Russland, Deutschland, Schweiz, Amerika und Australien nach Klun. J. K r a i n z. 8. Matliem. 3 St. Algebra: Die 4 Species in einfachen u. zusammengesetzten, ganzen und gebrochenen Zahlen, das Potenziren, Ausziehen der Quadrat - uud Kubikwurzel aus ■besonderen Zahlen nach Močnik. — Geometrie: Die Lehro vom Kreise, nach Močnik. Fr. H a f n e r. .9. Naturwissenschaften 2 St. I. Sem. Mineralogie nach S. Fellücker. — II. Sem. Physik: Einleitung. Die wichtigsten Grundlehren der Chemie und Wilrme nach H. Pick. M. Laza r. □TV. Classenvorstand: Hr. Josef C u 1 o t. 1. Religion, I. Abth. 2 St. Storia sacra del nuovo Testa- mente. Testo del Dr. Schuster (10 Schüler); Geschichte der Offenbarung des neuen Bundes etc., wie Kl. III. (3 Schüler. 11. Abth. 2 St. Zgodbe sv. Pisma. Novi zakon. Izd. družba sv. Mohora (IG Schüler). A. Marušič. 2. Latein G St. Wiederholung der Casuslehre; hierauf ge- naue Durchnahme der Tempus - u. Moduslehre, der Prosodie und Metrik nach Schultz. • Gelesen aus Caesar: de Bello Gallico I, II cap 1—25 und IY. cap. 1—36; aus Ovids Metamorphosen nach Auswahl. Wöchentlich eine Stunde Stülübungen nach Schultz und häufige Schulaufgaben. Jos. C u 1 o t. 3. Griechisch 4 St. Verba auf und anomala; Casuslehre; Lesestiicke I. u. II. nach dom Schenkelschen Elementarbuche. Aufgaben nach Vorschrift. Dr. G. Tuša r. 4. Deutsch 4 St. Mozarts Lesebuch III. Bd; Qeschäftsauf- sätze. Alle 14 Tage eine schriftliche Arbeit. Dr. G. Tuša r. 5. Ital. 2 St. Applicazioni princi pal i dolle reg'ole della sin-tassi (testo il Puoti). In iscuola lettura ed illustrazioni dei Proviessi Sposi di A. Manzoni. Erercizii di porgere, descrivere, compendiare, amplificare. Tutto il resto come nella classe precedente. Frapporti. C. Slovenisch 2 St. Ponavljanje vsega oblikovja; iz skladnje: množno - zloženi stavek, skloni, glagol; opravilna pisma; osnovne stvari iz prozodije i metrike; slovljenje na pamet naučeni k sestavkov — po Janežičevi slovnici, velikem cvetniku in Bleiweisovem IV. berilu. — Vsak mesec po eno nalogo. Fr. Leve c. 7. Geschichte und Geographie 4 St. I. Sem. Geschichte der Neuzeit nach Weiter; gelogenheitliche Wiederholung der Geographie. II. Semester: Spccielle Geographie der österreichisch -ungarischen Monarchie nach Klun, verbunden mit einer gedrängten Uibersicht der wichtigsten Ereignisse aus der Österreichischen Geschichte. J. K r a i n z. 8. Mathem. 3 St. Gleichungen des ersten Grades mit 1, 2, з, Unbekannten, Verhältnisse, Proportionen; einfache Zinsrechnung, Gesellschafts - Termin - u. Allogationsrechnung; Ketten und Zinseszinsrechnnng. Stereometrie nach Dr. Fr. Močnik. I. Sem. Ant. K u n s t II. Sem. Allg. Zur mann. 9. Naturlehre 3 St. Die wichtigsten Grundlehren der Statik и. Dynamik, des Magnetismus, der Electricitilt, Akustik, und Optik nach H. Pick. Allg. Zur m a n n. mr. Clasme. Classenvorstand: Herr M. Lazar. 1. Religion 2 St. Allgemeine Glaubenslehre nach Dr. Mar- tins Lehrlniclie I. Thcil. Lor. P e r t o u t. 2. Latein 6 St. Livius u. Ovid. nach Gtrysar mit Auswahl; eine Stunde wöchentlich gramm. - stilist. - Uibungen mit schriftl. Praeparatiou; nach Schultz das nothwendigste über Prosodie und Metrik. — Jode zweite Woche eine Schularbeit. Fr. Schaffenhauer. 3. Griechisch 5 St. I. Sem: II. Semester: Aus Schenkl’s Chrestomathie: Aus den Erinerungcn Sokratis 4—32; Homer Ilias I, 11,1—200; wöchentlich eine Stunde Grammatik nach Curtius: Lehre von -den Casus; Bedingungssätze. Alle 4 Wochen eine schriftliche Arbeit. Stolz. 4. Deutsch 3 St. Lectiire und Erklärung von Eggers Lese- buch I. Bd. Grundzüge der deutschen Metrik u. Poetik. Vortragsübungen. Aufsätze nach Vorschrift. Fr. K ii m m e 1. 5. Ital. 2 St. Nella scuola lettura e commento (prevalente- mente estetico) della Gerusalemme di-T. Tasso. — Per casa lettura della Guida ällo studio delle belle lettere di G. Picci, e di scelti prosatori, coi rispettivi resoconti mensili. — Un componimento al mese. Frapporti. 6. Slov. 2 St. Temeljito ponavljanje vse Janežičeve slovnice; iz skladja §. 249—257; iz. skladnje §. 358—409 ; nauk o podobah, prilikah i pesniških izdelkih z dotičnimi vzgledi v Janežičevem velikem cvetniku; čitanjo i razlaganje izbranih spisov iz Miklošičevega1 berila za V. razred; vsak mesec dve uri deklamatorične vajo. — Po euo nalogo na mesec. Fr. Levec. 7. Geschichte und Geographie 4 St. Geschichte des. Altor- tums: der orientalischen Reiche, Griechenlands, Makedoniens, der aus der Monarchie Alexanders d. Gr. entstan-. denen Reiche, und römische Geschichte bis zum Bürgerkrieg zwischen Marius und Sulla in Verbindung mit der entsprechenden alten und neven Geographie; specielle Geographie von Asien. Pütz I. Bd. für Obergymnas. und Klun Geographie. — Kartographische Uibungen. Fr. Kümmel. 8. Mathem. 2 St. Dio Grundoperationeu mit absoluten u. al- gebraischen ganzen Zahlen. Theilbarkeit der Zahleu. Gemeine Brüche Decimalbrüche u. Kettonbrüche. YerliiUtnisso und Proportionen. Goometrie, Planimetrie bis zur Fliichenberechnung des Kreises, nach F. Močnik. M. Lazar. 0. Naturgeschichte 2 St. I. Sem: Mineralogie u. Geognosio nach S. Fellöcker. II. Sem: Botanik und geographische Verbreitung der Pflanzen nach J. Bill. M. Lazar. ’WJC. Classenvorstand Herr E. Fr. K ü m m o r. 1. Religion 2. St. Besondere Glaubenslehre nach Dr. Martins Lehrbuche II. Theil. Lor. P e r t o u t. 2. Latein 7 St. I. Sem. Sallusti Jugurtha und Aufgaben nach Vorschrift, II., IV. und VI. Buch der Aeneis nach nach Epitome von Hocliegger. Aufgaben nach Vorschrift. Ischen k, 3. Grichisch 5 St. Homor’s Ilias üb. II. III. IV, V. VI. nach Mochegger. Merodot lib. VII. Wilhelm. Die Casus-Tem-pns- und Moduslehre uach Curtius. Ant. Artel. 4. Deutrch 3 St. Lecture une Erklärung von Eggers Lehrbu'/h II. Band 1. Th. Ausführliche Wiederhohluug der Metrik und Poetik nach Buch Lehrbuch Theorie des Afsatzes. Eine gedrängte literarhistorische Übersicht. Vortragsübungen. Stilarbeiten uud Besprechung der schriftlichen Aufgaben (alle 3-4 Wochen 1 Thema.) F r. K ii in m e 1. 5. Jtal. 2 St. Tutto como nella classo V. F r apport i. 6. Slov. 2. St. Iz Janežičeve slovnice: skladje §.249-§. 285, iz Miklošičevega berila nekoliko izbranih spisov; kratka srbsko-hrvatska slovnica; o narodnem pesništvu v obče, o srbskem i slovonskem posebej. Citali smo narodno pesni v Janežičevem velikem cvetniku, Levstikov kraljedvor-ski rokopis, nekoliko ženskih i nokoliko junaških srbskih pesuij; Schillerjevega Viljema Tella v Cegnarjevem prevodu. — Vsak mesec po eno nalogo i po dve uri dekla-matorično vaje. Fr. L e v o c. 7. Geogr. u. Geschichte 3 St. Kölnische Gesch. und jene des Mittelalters bis ^u den Fränkischen Königen.. Entsprechende Geographie. Pütz I. und- II. Bd. Schriftliche Ar ■ beiten zur Wiedorhohlung (in d. Schule.) Fr. K ii m mol. 8. Mathematik 3. St. Algebra: Decimalbrüdhc, einfache und zusammengesetzte Kegoldetrie, einfache Zinsrechnung, einfache und zusammengesetzte Theilregel, Kettcnbriichc, Näherungsbrüche, Potenzen, Wurzeln, Logarithmen. Geometrie: Lehre von Kreise, Stereometrie nach Močnik. Aug. Z u r m a n n. V. Naturgeschichte 2 St. Zoologio und geographische Verbreitung der Thiere nach 0. Schmidt. M. Lazar. "W"nCJT- Classenvorstand Herr D.r G. Tuša r. 1. Religion 2 St. Christlich-katholische Sittenlehre nach D.r Martin’ s Lehrbucho III. Theil. Lor. P e r t o u t. 2. Latein 5 St. Ciceros Disputatioucs Tusculaüae 1. I. Eeden gegen Catilina I. und III. Grammatisch-stilistische Ui-bungen und Aufgaben uach Siipfles Uibungsbuch II. B. Dr. G. Tuša r. 3. Griechicscli 4 St. Homers Odyssee 1. I. Y, VI und VII. Demosthenos I. und II. Rede gegen Philipp, über den Friedeu und in den Angelegenheiten des Chersones. Aufgaben nach Vorschrift. D.r G. Tuša r. 4. Deutsch 3 St. Gelesen und. erklärt wurden Eggers II. B. I. Thl. Göthes Hermann und Dorothea und Schillers Wilhelm Teil. Literarische Darstellung der einzelnen Perioden bis zur klassischen Periode der Literaturgosch. (Kloppstock.) Freivortragsübungen. Alle 3-4 Wochen oi- ne schriftliche Arbeit. Fr. K ii m in o 1. 5. Ital. 2 St. Introduzione allo studio della Divina Cotnme- e commento (prevalentemeute estotico) dei primi canti della I Cantica. —: Per casa lettura di scelte proso coi rispöttivi resoconti mensili nella scuola. — Un componi-mento al mese. F r a p p o r t i. G. Slov. 2 St. Osnovno stvari iz krasoslovja kot vvod v slovensko pootiko, epika in lirika s posebnim ozirom na boljše slovenske leposlovne pisatelje. — Vsak mesec po eno nalogo i po dve uri deklamatoricne vaje, pri katerih so dijaki tudi svojo spiso predavali. — Borilo Miklošičevo. Fr. Levec. 7. Geogr, und Geschichte, 3 St. Schluss der Gescliichto des Mittelalters und die Neuzeit bis zur ersten französischen Revolution, nach Willi. Pütz II. und III. Bd. Fr. Hafner. 8. Mathim. 3 St. Algebra: Wiederholung der Logarithmen, Gleichungen dos I. und II. Grades, unbestimmte Gleich, höhere Gleich. Exponentialgleichungen, Progressionen. Geometrie: Ebene Trigonometrie, analytische Geometrie in der Ebene nebst Kegelschnitten nach Močnik. Allg. Zur manu. 9. Fisik 3 St. Allgemeine Eigenschaften der Körper, War- um, Chemie. Statik Hydrostatik Aerostatik nach Schabus. Allg. Z u r m a n n. 10. Phil. Pr op. 2 St. Logik von Drbal vollst. J. Schenk. •W3EJCJC. CI**»»«*. Classenvorstand: Herr Josef Schenk. 1. Religion 2 St. Geschichte der christlichen Kirche nach Dr. Fesslers Lehrhuche. Lor. P e r t o u t. 2. Latein 5 St. Im I. Semester: Der Annalos Taciti erstes Buch u. vorschriftsm. Aufgaben, im 2ten, dreissig Oden des Horaz nach Grysar, 3 Episteln und 4 Satiren nach ebdsl. darunter die ersten 250 Verse der Ars poetica. Aufgaben nach Vorschrift. J. Schenk. 3. Grichisch 5 St. Geleson und erklärt wurden: <0 Die Apologie und Kriton, von Plato, b) Die vier ersten Ge-sängo aus der Odysee. Syntax je nach Bedürfniss. — Schriftliche Arbeiten aus dem Griechischen iu’s Deutsche nach Vorschrift. Dr. F o y t z i k. 5. Deutsch 3 St. Ucbersiclitliclip Darstellung der Literatur- geschichte. Aesthetische Analytik. Gelesen und erklirrt wurden Eggers II. Bd., /.um Theil auch III. Bd., Les-sings Laoköon u. einige Aufsätze aus dem Gebiete der Aesthetik. Redeübungen. Alle 3-4 Wochen eine schriftliche Arbeit. Fr. K ü m m e 1. 6. Ital. 2 St. Nella scuola illustraziono (provalentemente cstetica) della I. cantica della Divina Commedia. — Per casa lettura di scelte prose con relativi resoconti mensili. Un componimento al niese. /— Sunto dolle principal! notizio di storia letteraria. Fra pp or ti. G. Slot'. 2 St. Staroslovensko glaso in oblikoslovje; zgodovina staro i novoslovenskega slovstva ; berilo Miklošičevo. ~ Po eno nalogo vsak mesec. Fr. Leve«. 7. Geschichte und Gcot/r. 5’ St. Geschichte der Neuzeit bis zum Wiener-Congress nach Wilhelm Pütz III. Bd. — Oesterreichische Geschichte, Geographie und Statistik nach Hannak. Fr. 11 afno r. 5‘. Math m. :i St. Wiederholung und Anwendung des in den früheren Jahrgängen vorgetragenou Stoffes auf Lösung mannigfacher Aufgaben. Aug. Z u r m a n. ' [). Fisilc o St. Dyuamik, Magnetismus, Electricitiit Akustik und Optik nach Sclvabus. Aug. Z u r m a u. . 10. Thilos. Trop. Das Buch von Liutner’s „Psychologie etc.“ J. Schon k. B) Freie Gegenstende. J. Ital. Sprache für Nicht - Italiener. I. Curs 2 St. Nonien, Pronomen und regelmässige Verba. I. Abtli. nach Ad. Mussafia. Häutige schriftliche Uebun-gen über Haus und in der Schule. J. P s e 11 n e r. II. Curs. 2 St. Unregelmässige Verba, der Conninctiv, das Mittelwort und Geruudio. Grammatik von Ad. Mussafia II. Abtli. Mehrere schriftliche Aufgaben. J. P s e n n e r. III. Curs 2 St. Wiederholung der Formenlehre und Syntax, geübt an der Lectüro der Promessi Sposi von Manzoni, wovon 12 Capiteln gelesen wurden, und bei der Correc-tur der schriftlichen Arbeiten. Bis 1. Juli J. P s e n u e r, von da ab J. C u 1 o t. 2. Slov. Sprache für Nicht - Slovencu. I. Curs 2 St. Aussprache, Orthographie, Betonung u. Flexion des Nomens und Verbums, nach Janeži (Vs slovenischem Sprach und Uibungsbuch. Monatlich mehrere schriftliche Übersetzungsübungen. Fr. H a f n e r. II. Curs 2 St. Elementare Wortbildungslehre und Syntax; Uebungen und Uebersotzon poetischer und prosaischer Musterstücke aus Janežič slovenischem Sprach- u. Uebungs-buch. Monatlich mehrere schriftliche Uebersetzungsü-bungon. III. Curs. Schluss der Formenlehre und Syntax; zusam-menfassonde Wiederholung dos gesammten grammatischen Lehrpeusunis uacli Janezic’s slov. Sprach und Uebungs-bnch. Einige gewählte Stücke aus Prešifeus Dichtungen mit sachlichen und graimnat. Erklärungen Monatlich einige Uebersetzuugsübungeu und Versuch mit freien Ausarbeitungen. H a f n e r. 3. Englische Sprache. II. Sem. St. Das Hauptwort, Beiwort, Fürwort und re- - gelmiissige Zeitwort nach Dr. C. Munde. Scliriftlichc Uebungen über Haus und in der Schule. J. Pscnnc r. 4, Kalligrafie. 2 St. wöchentlich für die Schüler der zwei untersten Klassen nach der Frcihaudübungs - Methode. M. Laza r. 5. Stenografie. Wöchentlich 2 Stunden: Wortbilbung (nach Alberta Lehrbuch u. der Preisschrift), Uebungen im Leseu u. Schreiben. Specielle Schularbeiten. Fr. K fl m m c l. (i. Freihandzeichnen. I Wöchentlich 4 St. in 2 Abth. Lehrstoff: Zeichnen geometrischer Formen u. deren Verwendung als Flilchenorna-ineutc, Uebuug im Zeichnen architektonischer Objecte und des menschlichen Körpers. A. ß röchle r. 7. Gesang. I. Abth. 2 St. Atlimeu beim Singen, Vorschriften über Ge- sundheitspflege; das Nothwendigste aus der Rhythmik, Melodik und Dynamik nach P. Peyseha und F. Siober. — 1 bis 4stimmige Lieder in italienischer, slovonisclier, lateinischer und deutsclior Sprache. A. Hrib a r. II. Abth. 2 St. Mutation und Verhaltuugsinassregeln; Fortsetzung der Molodik und Dynamik; das Notlnvendigste über Sologesang und Harmonie nach P. Peyseha und F. Cieber, J. S. Lobo und Gr. Schilling. Zwei — 6stimmige Lieder in Italienischer, slovenisclier, deutscher uud lateinischer Sprache. A. Hrib ar. 8. Turnen. 3 Stunden. Ordnuugs - Frei - und Geräthübuugen nach dem System von Spiess. Al. K ursche n. AUFSATZE aus der deutschen Sprache. V. CLASSE. Das Wesen der Metrik. (Abhandlung.) — Bedeutung des görzer St. Andreas-Marktes in socialer, industrieller und commercieller Beziehung. (Beschreibung.) — Mein Wei-nachtsabond. (Betrachtung.) — Hund und Katze. (Vergleichung.) — Schutzschrift der Kinder für eine alte Linde im Garten. — TJibcr den Einfluss der punischen Kriege auf den Zustand Roms. — Morgenstunde hat Gold im Munde. — Einfluss der Phönizier auf die Cultur der Gestade des Mittelmec-res. — Möge jeder stillbeglückt -- Seiner Freuden warten! — Wenn dio Bose selbst sieh schmückt, — Schmückt sie auch den Garten; zu welchen edlen Gesinnungen und Handlungen sollen uns die obigen Zeilen ßückerts bestimmen ? — Die Folgen des Kampfes in den Thermopylen für die innere Gestaltung Griechenlands. — Der Sturm in seiner Einwirkug auf die Natur. - Der Mond ein Bild des Lebens. — Uiber den Nutzen guter Lectüre. Wie wendet man seine Ferien auf zweckmässige Weise an? — „Geniesse was dir Gott beschießen, Entbehre gern, was du nicht hast; Ein jeder Stand hat seinen Frieden, Ein jeder Stand hat seine Last.1; Fr. K ü m m e 1. VI. C L ASS E. Warum liegen so viele Städte an den Ufern der Flüsse? — Was spricht der Herbst zu uns ? — Viel Lieht, viel Schatten. — Wodurch werden verdiente Miinner am würdigsten geehrt? — Geringes ist die Wiege des Grossen. — Leiden un Freuden des Landmannes' — Disposition des Stoffes in Schillers Glocke. — Besser arm in Ehren, als reich mit Schande. — Der Handel ein Hebel für die allgemeine Bildung. — Worin bestehen die Vorzüge und Shattenseiten des Reich -tumes? — Warum stellt die Arbeitsamkeit in so hohem Ansehen? — Abhaudlung über die Lyrik. --Des Lebens ungemischte Freudo ward keinem Irdischen zu theil (Schiller.) — Die Lebensalter des Individuums und der Nationen, verglichen mit den Jahreszeiten. — Karls des Gr. Verdienste um die deutsche Volksbildung. — Fr. Kümmel. VII. C LASS E. Welche Vortheile und Annehmlichkeiten gewährt das Reisen? — Der Ackerbau die Grundlage aller Cultnr — Einfluss des Verkehrs mit Gebildeten auf Mindergebildete. — Warum ist Europa den übrigen Welttheilen überlegen? — Ein anderes Antlitz, eh’ sie geschehen, Ein anderes zeigt die vollbrachte That. (Schiller. Eine Chrie). — Die Gewitter mehr nutzbringend als schädlich (Dialog.) — Anrede des Hannibal an sein Herr vor der Schlacht bei Zaina. — 'Vieles wünscht sich der Mensch und doch bedarf er nur wenig, Denn die Tage sind kurz und beschränkt der Sterblichen Schicksal. — (Gö-the; Hermann und Dorothea). — Eine Charakterzeichuung des Verschwenders Disposition zu Göthe’s Hermann und Dorothea. -Eine Charakterzeichnung des Hauptgestalten in Göthe’s Hermann und Dorothea. — Eine Charakterschilderung Hermann’s und Dorothea’s im.gleiclmahmigon idyllischen Fpos Göthe’s.— Darstellung des allgemeinen Charakters der neuhochdeutschen Literatur, verglichen mit den vorigen Perioden. — Warum mis* lang den Römern di Unterwerfung der Germanen? — Kraft muss sich mit Weishoit paaren. Fr. Kümmel. VITI. CLASSE. Durch welche Mittel können wir unser Dasein auf eiue angemessene Weise veschönern? (Chrie) — An’s Vaterland, an’s theure schliess dich an, Das halte fest mit deinem ganzen Herzen (Schiller.) — Nichts ist so fein gesponnen, es kommt an’s Licht der Sonnen. (Chrie). — Setz’ dir Perücken auf von Millionen Locken, Setz deinen Fuss auf ellenhohe Socken, Du bleibst doch immer, wer du bist. (Göthes Faust.) — Princi-piis obsta, sero medicina paratur. (Chrie.) — Wie kommt es, dass unsere Kenntnisse von manchen Gegenden der Erde noch so mangelhaft sind? Der Wahn ist kurz, die Reu ist lang. (Chrie). — Worin liegt es, dass so viele unserer Hoffnungen unerfüllt bleiben? — Nur Beharrung führt zum Ziel. (Chrie). — Ein gut Gewissen ist ein sanftes Ruhekissen. (Chrie.) — Eine freie Rede geschichtlichen Inhaltes. —Sind wir berechtigt aus der iiusseru Erscheinuug eines Meuscheu einen Schluss auf sein Inneres zu machen? Worin ist die Wirkung trefflicher Beispiele zu suchen ? Welchen Einfluss hat die Reformation auf die deutsche Literatur ausgeübt? — Die Sprache als Band der Gesellschaft und Mittel zur Bildung. (Maturitütsarbeit). Entwickelung der Ursachen, welche gegen Ende des Mittelalters den Verfall der deutschen Poesie hervorriefen ? Fr. K flmme'l. Aus der italienische Sprache. V. CLASSE. Resoconto dello letture italiane fatte durante le ferie autunnali del 1870- 71. Quanto sia prezioso 1’uso del tempo, o come uno študente deva impiegare la giornata. — Si commenti la sentonza di Cicerone : Studia litterarum ado-Jesccntium ahmt. — Ad uu giovinetto, fra 1’ altre buone doti deli’ animo, conviene principalmente la modestia. — Come la storia e 1’ esperienza provino, quanto, s! in bene che in male, ]>ossa 1’ esempio. — Bellezzo od amenitči della citta e dei din-torni di Gorizia. — Resoconto delle lettnvo italiane fatte du-rante lo ferie pasquali. — Tu ehe consista 1’ amabilitä, del poetaro del Tasso iwlla Gerusalomme. — Traduziono dol rac-conto ovidiano: Filemone e Bauci. (Metam. VITI. 618-724). — Traduziono della loggenda di Pfeifer: Der Bitter u. sein Weib. m VI. CLASSE. Resoconto dolle lotture fatto nel decorso delle ferie aütunnali dol 1870-71. Bell’importaiiza della storia, e della difficoltil di scriverla (si consulti 1’ Iutroduzione al Giu-gurta di Sallustio). - Quando le ricchezze sieno un bone, e quando un male. — L’ ozio <> il padre de’ vizi; 1’ occupaziono la salvaguardia della nioraliti\. — Caratt6ro di Giugurta (si consulti Salustio). — Resoconto dolle letture fatto duranto le ferio pasquali. — Como lo studio della storia naturale inalzi ad idee spirituali ed a «sentimenti religiosi. — Si rilovino le bollezze idilliche della prima parto del canto VII. dolla Geru-salemme liberata. — Lacoonte traduziono da Virgilio (Aen. IL 199 - 228). — Traduziono della favola di Lessing: Die Geschichte des alten Wolfs. VII. CLASSE. Resoconto dolle letture italiane fatte duraute lo ferie autuunali del 1870- 71. — II sogno di Enoa (tracciato stil-1’ esposizione virgiliana, Aen. II. 2G8 - 298). — Quanto sia da apprezzarsi la veracita, e da detestarsi la falsitil. La liugua fa il gran bone, ed il grau male. — Qaali ragioni potesse aver Clito per anteporre Filippo ad Alessandro. Resoconto delle letture fatte duranto lo ferie pasquali. —Bif-ferenze tra la bonevolenza naturale o la caritil cristiana. ..... Bei yarii uffxci della poesia quäle sia il principale. Tra-dazione deli’ ode oraziaua: Jam satis terris nivis etc. — An-tistene (traduziono dall’ Aristippm di Wieland). VITI. O L A S S E. Resoconto delle lotture italiane fatte durante lc ferie autunnali del 1870- 71. — Uno studende deli’ ultima classe dol ginuasio deva pensare seriamente alla scelta dello stato_____________ Carattere tli Luigi XIY di Francia. — Qual ehe differenza fra 1’ indole de’ Greci e dei Romani, secondo ehe consta dalla let-tura dei classici d’ anibe le nazioni. — Perchö il vero sapere renda 1’ uomo modesto. — Resoconto delle letture fatte durante le ferie pasquali. — Quäle differenza corra fra 1’ invidia e 1’ emulazione. Marcello (traduzione da Virgilio, Aen. YI. 855 - 857). — Traduzione d’ un hrano della dissertazione di Herder: Von der Ausbildung der Bede und Sprache in Kindern und Jünglingen. — Fortior est qui se, quam gut fortissima \imit Moe-uia. Horat. (per la maturi tä.) F r a ]) ]> o r t. i. Aufsätze aus der slovenischen Sprache. V. RAZRED. Obleka ne dela človeka. — Živcnje na kmetih. — „Ko um bistriš, srce si blaži; Srce ti v čisli bodi vselej i povsod. “ Stritar. Kakov pomen imajo vode za o- brtuost i kupčijo. — Pravljca o trojanski vojski. — Kaj naj čita slovenski gimnazijalec, i kako? — Dulce et decorum est pro patria mori. Gozd, dobrota i potreba človeku. — OiSfii «i’tf'ScoTio,’ cti'Toi nnvru coc/ö,-. — Oro- i hydrografija slovenskih dežel. —. „Bog našo nam deželo, jßog živi ves slovenski svet!“ Preširen. Fr. Lovec. VI. RAZRED. „Okleni se predrage domovine, Posveti v biagor srce jej i dušo!“ ScMller-Cegnar. — Soča. — Kaj je storil Vuk za srbstvo s tem, da je izdal srbsko narodne pesni ? — Smrt Julija Caesarja. Leonida svojim bojnim tovarušem pred thor- mopylsko bitvijo (Govor). — Pravljica o začetku Kima. — Kdo je figa-mož, kdo mož-beseda? — Iz Schillerjevega Viljema Tella: a.) Kako se ločijo po svojih značajih Gertruda, Berta i Hedvika? — b.) Attinghausen i Rudenc. — c.) Kako oče in junak je Viljem Tell, ki strelja jabelko raz glavo svojemu siuu? — „In srce človeško je brezdnina, Mere svoje samo si no v(i;‘ Meri oceanom se globina, Meriti so želje ne dadč. “ Levstik. F r. Leve c. VII. R A Z 11 E \). Kakov pomen imajo ljudske šole za narodno blagostanje i narodno omiko. --- Levstikov Martin Krpan. — Kakov n pl iv ima umetnost na človeka, narod, človeštvo? — Kaj je tragično? (S pojasnili iz Sheakospearja, Götheja i Schillerja.) — Predelska železnica (Pogovor mej ljudskim učiteljem i preprostim kmetom). — Zakaj okolico goriškega mesta imenujemo lepo? — Kultura je meč, ki sam reže. Levstik. — Vojska — šiba božja! — „Po celi zemlji vsem ljudem mir bodi! Ljudje vsi bratje, bratje vsi narodi!“ Prcširen. F r. Levec. VIII. R A Z E E 1). „Sveto služimo sveti domovini!“ Stritar. — Kdo jo omikan? — Primerite nadpis nad goriško bibliotheko: „Hic mortui praebeut vivis et sapere et vi vere“ z Levstikovo pesnijo: „Knjižna modrost“! — Kakov pomen ima sredozemsko morje za kulturo človeškega rodu? — Ubi bone, ibi patria! (Govor v veseli družbi.) — Julij Caesar na Rubikonu (Samogovor). — Jenkova pesen: „Trojno gorje“. — Ali res z napredujočo kulturo gine poezija izrnej človeštva? — Iz slovstvene zgodovine: a.) Kak^ se je razvijalo slovensko slovstvo od Vodnikove do Proširnovo smrti? b.) Primož Trubar: „Ko trombe glas, ko zvon doni, Od vrlega moža spomin.“ Koseski. — Kakov pomen imajo lega, podnebje i posebnost sveta na posameznih narodov razvoj. (Za maturo). — Slovo od Gorice: „Ne združenja, ločitve zdaj so časi, Vsak sam naj .šel bo skoz živenja zmede!“ Preširen. F r. L e v e c. Wissenschaftlicher Apparat Gymnasial - Lehrmittelsammlung. ZUWACHS: a) durch Ankauf. Latein. Schulgramniatik von K. Schmidt. Praktische Paedagogik von Andreas Wilhelm. Verzeichniss der Mittelschul - Programme Oesterr. Ungarn’s von Fr. Httbl. Deutsches Lesebuch l'flr die T. u. II. CI. d. Gymnas. von Neumann und Gehlen. Handbuch der Erdkunde I. Thoil von Klöden. lle-gole elementari della lingua italiana von Puoti. Libro di let-tnra per la I. Classe. Zeitschrift für die Österreich. Gymnasien Jahrg. 1871 u. 1872. Potermann, geographische Mittheilungen, Jahrgang 1871 nebst Ergänzungen hiezu in 3 Heften. — Ergänzungen zu Meyer’s Conversations - Lexicon VI. Bd. 7—12 Heft und VII. Bd. 1 —12 Heft. Deutsche Warte als Fortsetzung zu Meyers Convers. - Lexicon, 10 Hefte. Geschichte der deutschen Nationalliteratur v. G. Brngier. Fauna, Wirbeltliiere Deutschlands von Blasius. Vergleichende allgemeine Erdkunde von E. Kapp. Schulkalender für die öster. Gymnasien pro 1871-72, von Fr. Hochegger. Mittheilungen der geographischen Gesellschaft in Wien, Jahrg. 1872. Verordnungsblatt des Ministeriums für Cultus und Unterricht pro 1872. h) durch Schenkung. Vom k. k. Schulbücher - Verlage in Wien: Kroatisch-deutsches Wörterbuch für Schullehrer 1 Bd. Von der Beck’schen Universität® - Buchhandlung; Aufgaben zum Uebersetzen ins Latein. Casuslehre von Vielhaber, 1 Heft. Leitfaden der Zoologie für den höhern Sch ul un t( r-richt von Dr. Joh. N. Woldrieh, 1 Bd. Lehrbuch der Geschichte des Mittelalters für die unteren Classeu der Mittelschulen von Dr. Emanuel Hannak 1 Bd. Lehrbuch der deutschen Sprache! Ein Leitfaden für den Unterricht an den unteren Classen der Gymnasien von Ed wart Hermann, 1 Bd. Deutsches Lehr - und Lesehuch für höhere Anstalten von Alois Egger, 1 Bd. Gedichte von Adolf Ritter von Tschabuschuigg. Geographisches Cabinet. ZUWACHS a) durch Ankauf. Wandkarte der alten Welt von Heinrich Kiepert. — Völker- und Sprachenkarte der österr.-ungar. - Monarchie von Heinrich Kiepert. b) durch SclicnJcung. Ethnographie der österreichischen Monarchie von Carl Freiherrn von Czoernig in 3 Bänden. Industrie und Statistik der österr. Monarchie in 3 Heften. Statistisches Jahrhuch der österr. Monarchie für das Jahr 1863. Das österreichische Budget für 1862 von Carl Freiherrn von Czoernig, 1 Heft. Statistisches Handbüchlein für die österr. Monarchie in 5 Heften für die Jahre 1861, 1865, 1866, 1867 und 1868. Die Schiillerbibliohtek. Zählt 353 Werke in 315 Bänden u. 50 Heften. Es zeigt sich somit im heurigen Schuljahre ein Zuwachs von 38 Werken in 61 Bänden u. 6 Heften, u. zwar durch Ankauf: Pütz, Geschichte der lezten fünfzig Jahre in abgerundeten Gemälden. Pütz, Lehrbuch der vergleichenden Erdbeschreibung. Brugier, Geschichte der deutschen National - Literatur. Deutsche Klassiker für Schule u. Haus II Serie der Sammlung v. Lindemann — Lorscheit, Lehrbuch der anorganischen Chemie. Weidinger, Andreas Hofer. Kraft, Neuer Plutarch. Oesterr. Geschichte f. d. Volk Bd. XIII. Pfaff, die vulkanischen Erscheinungen. Fr. Hoffmanu, Sechs Erzählungen. Herchen-bach, Sieben Erzählungen. Ueber Land u. Meer 1872. Be- sednik 1872. Dio vom Hermacoras Vernu ausgegebeuen slo-venischen Bücher. Jessenko, Občna Zgodovina I. Janežič, Cvetnik II. Stowe. Stric Tomova koča. Sechs kleinere Erzählungen in slovenischer Sprache. Gozzi 0. Novelle e Rac-conti. Arnaud, Storia di Napoleone. Stowe, La Capanna. Cantü lg. fanciulli celehri. Zoncada, Quattro Racconti. Deila Bona, Sunto storico di Gorizia. Buhver Ed., Gli Ultimi gior-ni di Pompej. Durch Schenkung: Pesmi in Povesti vom Auctor Leban Janko. Zlati Yek. Eichert, Wörterbuch zu C. Nepos. Anmerkung: Die dom Publikum zur Benützung ollen stehende k. k. Studienbibliothek zählte mit Abschluss des Jahres 1871: 9687 Worko in 17146 Bänden u. hatte einen Zuwachs von 451 Werken in 961 Bänden. Die gefertigte Bibliotheks - Vorstehuug ergreift dieso Gelegenheit, um Seiner Excellenz dem H. Carl Erb. v. Czoernig hiemit den Dank für die von ihm der Sludienbibliotek mit seiner gewohnten Liberalität geschenkten Werke auszudrücken. Ebenso spricht sie dem Abiturienten, 11. Erb. v. Samen, welcher drei schätzbare Worko als Geschenk der Bibliothek überliess, ihre Anerkennung aus. L. P o r t o u t. Physikalisches Kabinet. ZUWACHS. <1 u r c h Anka u f. 18 Glasretorten von verschiedenen Dimensionen — 1 Retorteuhalter — Handluftpumpe mit liegendem Messingsticlel — Magdeburger. Halbkugeln 4 Zoll Durchmesser — 1 Apparat zum Quecksilberregen 1 Krämenvago (zugleich hydrostatische Wage) mit ArrctirVorrichtung — Säuleneloctromoter nach Eechner — 1 Leydener Flasche — Apparat zum Nachweise der Lichteubergisehcn Figuren — 1 Battorie von 6 Elementen nach Bimsen — (6 poröse Thonzelleu) — Spec-tralapparat nach Bunsen — 10 Probeobjecte für das Mikro-scop — 1 spiralförmig gesprengte Flasclie. — Naturhistorisches Kabinet. ZUWACHS n) durch Ankauf. D’ Orbigny Acide. Foraminiferes fossiles du bassiu de Vienne. Verhandlungen der k. k. zool. bot. Gesellschaft in Wien. Jahrgang 1871. Euphema undulata. Draco volans. Pristis antiquorum. Nautilus pömpilius, Solarium perspectivuni. Conus mannoratus. C. lentigiiiatus. Cypraea edulis. Cassis magadascarensis. C. rnfa. Yoluta coronata. Pteroceras lambis. Ostrea cristata. Malens * vulgaris. Aspergillum javanicum. Pyrosoma gigauteum. Eine 100 Arten enthaltende Vogeleier-saminlung. b) durch Sehenkung. Drei egyptische Nattern-Arten, davon cino lebend, vom Herrn Grafen Carl Corouiui. Eine Sammlung von 141 Coleopteren-Arten vom Herrn Jos. Hoffmann k. k. Hauptmanu beim 25. Landwehr-Battaillou. Eino Sammlung von 18 Stücli Mineralien aus Raibel vom Herrn Rittmeister J. Löhr. Mustela vnlgans von C. Krippel, Schüler der VIII. Classe. Coluber tesselatus von E. Brechler. Augui.s fragilis von M. Schönberger Schüler, der VI. Classe. Lophius piscato-rius. Testudo graeca u. 3 Muscheln von C. Gelingsheiiu. Falco tinunculus. Oriolus galbula von J. Simčič, Schillern der V. Classe. Eine sehr schöne Gruppe aus Eisenblüte von E. Nagele, Schüler der IV. Classe. Milchquarz vom Grafon R. Coronini. Verschiedene Mineralstücke von F. Braunitzer, Schülorn der 1,11. Classe. Hip-pocampus brevirostris u. eine Terebratel von J. Claricini. Verschiedene Miueralstücke von F. Glovacki u. J. Žužek, Schülern der II. Classe. » Ardea nycticorax. Strix brachyotos. Falco cenchris F. iinnunculus. Stur aus vulgaris. Coracias garrula. Scolopax gal-linago von C. Majer, Hypudaeus arvalis von J. Kastelitz, Schülern der I. Classe. Coluber austriacus, Topedo ocellata, Baja batis, Squa-lus catulus und eine Frucht von Pinus pinea vom Gustos. Ausserdem haben mehrere Schüler aus versciedenen Clas-sen diverse Couchilieu u. Miueralprobeu gebracht, uud die Schüler der I. Classe zur Bereicherung der Insectonsammlung beigetragen. Botanischer Garten. Der morphologische Theil erhielt tlioils durch Ankauf, theils durch Schenkung und das Heroinbringen aus naher und ferner Umgebung einen namhaften Zuwachs. Durch bereitwillige Einsendung der Sämerein von der Direction des k k. botanischen Gartens an der Universität in Wien, vom Herrn Professor Dr. Egid Schreiber in Salzburg und vom Lehramts-Candidaten Georg Moser in Klagenfurt, sowie durch gütige Mitwirkung des suppl. Lehrers an der biegen k.k. Lehrerbildungs-Anstalt, Herrn Julius Glowacki, konnte der systematische Theil dos Gartens auf 780 Arten angelegt werden. 13ei der Gelegenheit muss auch die eifrige Mitwirtkung mehrerer Schüler der,II. Classe, darunter namentlich dos J. Žužek, F. Trampuž, J. Okretič u. a. anerkennend bemerkt werden. M. L a z a r Clinton. Wichtigere Verfügungen. Die Behandlung der Geschichte uud Geographie au den Gymnasien wird mit Erlass des Herrn Ministers für Cultus uud Unterricht vom lß. August 1871 Z. 8567 geregelt. Durch das Gesotz vom 22. August 1871 werden die Bezüge und die Stellung der Beamten an den Uuiversitäts-uud Studienbibiiothekeu und au den Bibliotheken der technischen Iustitute sowie die Pensionsbehandlung der .Witwen derselben regjilirt. Durch hohen Ministerialerlass vom 21. August 1871 Z. 5602 werden die Prüfungen der Candidateu für das Lehr- amt des Gesanges an Mittelschulen und Lehrerbildungsanstalten, ferner des Violin-Orgel- und Klavierspieles an Lehrerbildungsanstalten geregelt. Se. k. u. k. Apost. Majestät haben mit Allerhöchster Entschliessung vom 20. August 1871 allergnädigst zu ge- nehmigen geruht, dass den nach Massgabe dos Gesetzes vom D. April 1871 mit Charakter-Pensionen zu betheilenden Witwen von Direktoren und Professoren an Staats-Mittelschulen für die hinterbliebenen Kinder des genannten Leitungs- und Lehrpersonales, cliarakterinilssigo Türziohungsbeiträge im Ausmasse jährlicher 60 Gulden per Kopf beim Vorhandension der vorgeschriebeuen Bedingungen bewilliget werden. Der h. k. k. Landesschulrath in Gürz fand Veranlassung sich mit Erlass vom 13. Dezember 1871 Nro. 677 über den Zustand des Gymnasiums iu folgender Weise auszusprechen: Der Landesschulrath hat mit Befriedigung von den Endergebnissen der Haltung und den Leistuugen der Gymna-sialjugend Kenntniss genommen. Er spricht dem Lehrkörper sowohl dafür, als auch für das oftmal gezeigte Bemühen, Störungen, welche dem Unterrichte durch den häufigen Wechsel der Lehrkräfte drohten, nach Möglichkeit hintanzuhalton, seine volle Anerkennung aus. Gymnasialschüler, welche als ordentliche Hörer, in das Wiener Polytechnikum oder in das Brüucr technische Institut oiutruteu, haben zum Nachweise ihrer hinreichenden Fertigkeit im geometrischen und im Freihandzeichnen eine Aufnamsprii-fuug zu bestehen, (h. Min. für C. u. U. vom IG. März 1872. N. 0229). Die löbliche Direction der st. 1. technischen Hochschule theilt uuterin 25. April 1872 N.ro 215 mit: „Als ordentlicke Hörer werden diejenigen aufgenommen, welche von einer von der llegierung hiezu autorisirten Mittelschule ein Maturitäts-Zeugnis erworben haben, wobei Gymnasialschüler noch eine hinreichende Fertigkeit im geometrischen und Freihandzeichnen nachzuweisen haben. Das hohe Ministerium für (J. und U. hat mit Erlass vom 3. -111111 d. J. 'A 4-11 <> angeordnet, dass bei einer ungünstigen Note aus einem Sprachliche nur höchst ausnams-weise; nie aber, wenn sie mit einer ändern nicht genügenden Note zusammeufällt, eine Wiederholungsprüfung zulässig sei. So. Excel lenz der Herr Minister für 0. und U. gestattet, dass Schüler eines Untergymnasiums, ohne Ablegung einer Aufuahmsprüfuug an die Oberrealschule aufsteigen dürfen, wenn sie das Untergyinnasiuin mit günstigem Erfolge absol-virt, zugleich aber durch alle vier Classen einen obligatorischen Zeichnungsunterricht genossen und bei ihrer stattgefun-deneu Enthebung vom obligaten Unterrichte im Griechischen in der III. und IV Classe, einen solchen aus jener modernen i’ultursprache erhalten haben, die neben der Unterrichtssprache au den Oberrealschuleu des Landes einen obligaten Unterrichtsgegenstand bildet. Das Gesetz vom 20. Juni 1872 enthält Bestimmungen über die Besorgung des Religionsunterrichtes in den öf- fentlichen Volks- und Mittelschulen, sowie in deu Lehrerbildungsanstalten. und über den Kostenaufwand für denselben. Durch deu Erlass des h. k. k. Ministeriums für Cultus und Unterricht vom 22. Mai 1872 Nro. 3472 wird bestimmt, dass ein Seminar für französische und englische Spracho an der Universität in Wien mit Beginn des Studienjahres 1872/3 errichtet werde, um die Heranbildung der an den Mittelschu- len des Landes anzuslelloudeu Lehrer zu erleichtern. Die Übergangsbestimmungen der Prüfung für das Lehramt des Turnens vom J. 1870 liaben iu Folge Erlasses des h. Miu. für C. nnd U. d.d. 13. Juli d. J. Nro. 7470 bis zum Beginn des Schuljahres 1873-4 Giltigkeit. Lehrbücher und Lehrmittel loelche holten Ortes für zulässig erklärt morden sind. Das deutsche Lesebuch für die untern Classeu der Gymnasien von Dr. Maurus Pfaunerer I. und II. B. 2. Auf-läge. (Wien bei K. Lechuer, Preis 75 kr.) wurde mit h. Ministerialerlasse vom IG. Dec. 1871 / 11353 allg. zugelassen. Mit h. Ministerialerlass vom 10. Februar 1872 Z. 780 wird auf die vom Münchener Gabelsberger-Stenographen-Central-Verein mit dem Preise ausgezeichnete Schrift: Anleitung zum Gobraucho der Satzkiüzungen in der Praxis (ein unentbehrliches Handbuch zur Ausbildung in der Gabelsberger’schen Stenographie,) aufmerksam gemacht. Die mit li. Ministerialerlass vom 25. April 1869 ft. 3336 zum Untorrichtsgebrauch in den Mittelschulen mit deutscher Unterrichtssprache allgemein zugelassenen Lehrbücher des Professors Carl Koppe als: „Planimetrie,“ „Stereometrie“ uud ebene Trigonometrie sind in neuen Auflagen erschienen, (h. Min. Erl. v. 13. März 1872 ft.ro 2808.) Ebenso erschien in eilfter Auflage das zulässige Buch: „Aufangsgrüude der Physik für den Unterricht in den obern (Jlassen der Gymnasien und liealschulen“ von Prof. Carl Koppe. Prois 1 Th. 8 Sgr. (h. Min. Erl. vom 13. März 1872 ft.ro 2808). Das mit h. Miu. Erl. vom 25. ftov. 1868 ftro. 10374 allgemein zugelassene Lehrbuch der empir. Psychologie als inductive Wissenschaft von Dr. G. A. Linder ist in dritter Auflage erschienen. Preis 1 II. 10 kr. (h. Min. Erl. vom 28. März 1872 ft.ro 3216). Hauler. J.. lateinisches Uibuugsbuch für die zwei untern Classen der Gymnasium uud verwandte Lehranstalten. 3. Aullago. Wien, Ferdinand Mayer (Broschirt 1 fl. 20 kr.) (Hob. Min. für C. und U. dd. 27. Juli 1881 N. 7954.) Gegen die Verwendung des Buches von Fischer Franz, Geschichte der göttlichen Offenbarung des neuen Bundes für Gymnasien und höhere Lehranstalten der Wiener Erzdiocöse obwaltet, kein Anstand. Wien, Mayer et C. Broschirt 1 fl. Das botanische Excursionsbucli für die deutsch-österreichischen Länder und das angränzende Gebiet von Dr. Gustav Lorinser, 3.“Aull., Preis 2 11. 80 l i) 15 3 5 2 2 — V. 32 29 4 18 » o i) 1 O i) — 3 VI. VII. 25 23 j 8 16 — 4 2 25 j' 25 8 , 17 — I — — — vii r. 2i ; i9 6 1 10 2 ! • • .. i — 2 2 Die Anfnahmstaxen betrugen . . . 144 fl. 90 kr. An Schulgeld gingen ein .... 1508 „ — „ Für die Schiilerbibliotek wurden beigesteuert <31 „ 80 , LOCATION der Gymnasialschüler am Schlüsse des Schuljahres 1872. Die mit At-tmiskon bezeichnet^» Schüler sind Zöglinge fies fürsternb. Seminars. IS - $'l S«NNe h» « :hb . 1. GASPARINI VIRGIL aus Canalo 2. PATERNOLLI ARTUB ans Görz 8. OTTO RITTER v. LEITGEB aus Pola 4. Resen Albort aus Chorso 5. Pellegrini Anton aus Görz Ö. Oristofeletti Ernst aus Görz 7. Carl Ritter v. Oatinolli aus Görz X. Doliak Ignaz aus Cervignano D. Calligaris Anton aus Romans 10. Zeneovich Josef aus Rovigno 11. Ramot Heinrich aus Görz 12. v. Bartolomtnei H. aus Solkan 13. Bolaftio Luzian aus Görz 14 Bittrieh Ludwig aus Görz 15. Conforto Joachim aus Görz IG, Velieogna Alois ans Görz 17. Konnič Leopold aus Görz 18. Lovisoni .losef aus Cervignano 19. Suttor Josef a. Venedig in ltul. 20. Castellitz Franz aus Görz 21. Gugliolmo Alex, aus Umago 22. Maran Barban aus Barbana 23. Zottjg Georg aus Lucinico 24. Suttor Artur a. Venedig in lt. 25. Borglies Victor aus Görz 26. Rubbia Eduard aus Görz 27. Kastelig Johann aus Görz 28. Wehrle Alois aus ITnterdrau- burg in Kärnten Rep. 20. Bonda Georg aus Moraro 30. Zetresnig Johann aus Görz 31. dol Torre Richard aus Romans 32. Donda Johann aus Moraro Ha. 1. LAHARNAR PETER aus Pečine 2. PLESNIČAR AUGUST aus Flitsch 3. KOKOSA R JOHANN aus Obloke 4. Krašovec Johann aus Medana 5. Kalin Alois aus Ilaidenschaft G. Huber Karl aus Flitsch 7. Respet Franz aus Kirchheim 8. Tomšič Josef aus St. Andre bei Görz Rep. 9. Čargo Angel aus Kanale 10. Kabaj Michael aus Rolo 11. Leban Michael aus Černiče 12. Milič Johann aus Zagradec 13. Novak Christof a. Heil. Kreuz 14. Maroe Job. a. Planina in Kr. R. 15. Widmar Johann aus Otlica Ui. ßeja Stof. a. Podgora bei Görz J 7. Cotič Alois aus Cerovo 18. Makarovič Johann a. Goljevca 10. Mavor Karl a. AV'ippaeh in Kr. ■ B - «D I 1. PAGLIARUZZI JOf 2. v. LUZENBERGER :i. »STBEKELJ KARL 4. FRATNIQH ERNS' 5. v. LUZENBEßGER (i. GLOWACKl FELLA 7. :!!S\rARA FRANZ n 8. * Murovec Joli. aus Podmevec 9. *Skočir Michael aus Staroselo 10. Bajt Franz aus Triest 11. Trampuž Fr. aus Kostanjevica 1.1 Žužek Josef aus Vižovjo 18. Podgornik Anton aus Oepovan 14. v. Claricini Johann aus Görz 15. Kaus August aus Čezsoča 16. Reggio Isidor aus Görz 17. Conto Del Torro aus Cividale 18. S:Kanto Matthaous aus Šmarje 19. Okretič Joh. aus Kostanjoviča 20. Pirih Jakob aus St. Veitsberg 20. Drašček Josef aus Solkan 21. Nanut Viktor aus St. Andre bei Görz 22. Kenda Andreas aus Gaborje 28. Stres Franz aus ldersko 5EPH aus Karlreit ALOIS aus Görz / aus Gorjansko ' aus Görz AUGUST aus Görz ’ aus Idria in Krain us Heidonschaft 21. Eržen Franz aus Kirchheim 22. Klavžar Barthol. aus Grahovo 28. Podgornik Anton aus Oepovan 24. Gironeoli Heinrich aus Oomen 25. Niederkorn Theophil aus Görz 26. Škodnik Josef aus Levpa 27. Pipan Franz aus Skerbina 28. Delkot Franz aus Kirchheim 29. Peterin Josef aus Görz 80. (Jus Josef aus Berginj 81. Baselli Eng., ]Bar. v., a. Mariano 82. Pistotnig Richard aus Volosca 83. Gulin Josef aus Görz ■ H H - Clawwe. 1. HAFNER ALOIS aus Cilli 2. STTJÄ ANTON aus Cormoiis 8. STEINGASS ROBERT aus Triest 4. OORONINI RUDOLF, Graf aus Hitzing bei Wien 5. »BOŽT0 PETER aus Kirchheim (5. DEBENJAK STEFAN aus Kozana 7. Rivo Franz aus Görz 8. Pavletič Gotthard a. St. Andre bei Görz 9. Butar Mathias aus Podmevec 10. Zorn Anton aus Privačina 11. Veliscig Ant. aus Dolenja Rep. 12. v. Bitter Egon aus Triest .1 3. ®Voliscig Anton aus Dolenje 14. Kacafura Anton aus Doljo 15. Laseiak Alois aus Görz 10. Attems Walter, Graf, a. Ajello 17. v. Braunitzer Fried, aus Görz 18. ®Prvanje Franz aus Prapotna 19. Bratuss Josef aus Görz 20. *Kodrič Franz aus Reifenberg 21. \'illat Johann aus Görz 22. ®Bejeo Johann aus Slap 23. Lovrenčič Johann aus Planina bei Wippach i 24. «Goljevsček Alois aus Kanal \ 25. Tominz Hermann aus Görz 26. Abram Johann aus Škrbina ! 27. Pallaioh Carl aus Padua 28. Jereb Johann aus Otuloz 29. Mažgon Anton aus Kirchhoim 1 30. Hvala Anton aus Lokovec I 31. Zenkovich Paul a. Cervignano 32. Mesar And. aus Kobljeglava 33. * llrast Jabob aus Livek 34. Nardini Alois aus Görz 35. Zian Alois aus Görz 36. Pipan Alois aus Škrbina 37. Serko Carl aus Castellnuovo 38. Krajnik Johann aus Solkau 39. Jeglič Rudolf aus Triest 40. Ussai Dionysius aus Görz 41. Sirok Andreas aus Loka 42. Bandeu Franz aus Göiz 43. Blasetig Franz aus Podmevec 44. Lutman Johann aus St. Andre 45. Cotič Aleyander aus Cerovo 46. Sollinger Johann aus Görz 47. Krševani Rudolf aus Dörnberg ES V. CyB sm 1. *ZAVADLAL MICHAEL aus Goriansko 2. »KLANČIČ JUSTUS aus Podgora 3. «MARINIČ ANTON aus Gonjače 4. Scliowzik Silvio aus Körnen* bürg in NOest 5. «Maligoi Josef aus Kamna 6. Franceschinis Hektor a. Triest 7. Lasič Jakob aus Renče 8. A\roisol Kdmond aus Triest 9. «Dionisio Alois aus Strassoldo 10. Sartori Alois aus Mariano 11. Kodrič Johann aus Reifenberg 12. «Pavletič Franz aus St. Andre 13. Angeli Enterich ans Rossegg in Kärnten 14. «Humar Ludwig aus Koisko .15. Soban Josef aus Yertojba 10. Derössi Peter aus Görz 17. Koršič Anton aus Cerovo 18. Bratina Christian a. St.Thomas 19. Hermanek Arthur aus Görz 20. Corsig Andreas aus Görz 21. Vilhar Franz aus Kaltenfels in Krain 22. (Düs ul in Josef aus Cormons 23. Devetak Josef aus Görz 24. Zavnik Leopold aus Bilje 25. Kodelja Johann aus Podgora | 26. Orel Josef aus Bilje ! 27. \ isintini Andreas aus Görz i 28. Kodrič Josef aus Reifonberg' 1. v. KNOBELSDORF ADOLF aus Bologna 2. KUMAR. JOREF aus KviSko 3. *URSIC ANDREAS aus Kozarsko 4. LUZZATTO GRAZIADTO aus Görz 5. Brumat Anton aus Villesse I (i. Kacafura Heinrich a. Gradišča j 7. Gabrijevčič Mich. a. Plava Rep. i 8. *Gregorčič Simon aus Krn 9. Covticig Carl aus St. Lucia JO. Luzzatto Reimund aus Görz 11. Miinih Franz aus St. Lucia 12. Simčič -loset' aus Martinjak 13. Dell’Ara Max aus Verona 14. Muha Josot' aus Lokva 15. Gelingsheim Carl aus Graz j 1(5. *Balič Josef aus St. Peter 17. Stefani Stefan aus Görz 18. Kranjec Franz aus Mlinsko 19. Žvokelj .loh. aus Vrhpoljo Rep. 20. v. Giroiicoli AI. a. Grad., Stip. i l. Prinzig Göttlich aus Görz 22. Villenik Anton aus Utline 23. Krcih. v. Schönberger Bruno aus Wien 24. Pontoni Alois aus Görz 25. Žigon Anton aus KviSko 20. Gmeiner Josef aus Mantua 27. Travan Carl aus Görz 28. Žorž Leopold aus Idria 29. Boraiies Franz aus Görz . fiU.W 1. *SEDEJ FRANZ aus Cirkno 2. FELTR1N JOHANN aus Zakurje 3. PRIMOŽIČ ANTON aus Pevma 4. *Lenarduzzi Anton aus .Mou- falcone 5. ♦Vliiga .Johann aus Morska 6. Seiler Emil aus Triest 7. ^Kadenaro Josef aus Borgi nj 8. Brechler Eduard aus Pesth 9. *Fon Jakob aus Foni JO. Freiherr v. Schönberger Markwart aus Wien 11. "’Quaglia Abelar aus Cividale in Italien 12. Mesar Alois aus Kosovlje | 13. 14. i 15. i 16. 17. 18. 19. 20. 21 22. 23. Svetličič Johann aus Karra. Oorsich Karl aus Görz Rožič Franz aus Bala Castollan Johann aus Farm Sirca Antön aus Pliskovica Skolaris Josef aus Vipolže *Mikulus Anton aus Pevma Strekelj Franz aus Gorjansko Tomnt Josef aus Corona Kamuščič Mihael aus Vrhovljo Vodopivec Anton aus Dörnberg' C/Ha»»»«»« 1. “> A». 3. 4. 5. 6. 7. 8. LOV J SUNI HERRMANN aus Cervignano *KUMAR JOHANN aus Baqjsica * AVI AN MICHAEL aus Cormons GOLOB MICHAEL, aus Obloku BOL!K FRAZ aus Agram HABERLANDT GOTTLTEB BRESSAN VINCENZ aus Görz *BERTIN JOHANN aus Crauglio aus Ung.-Altenburg 9. Paulotig Peter aus Görz 10. Kragelj Andreas aus Modrejca 11. Šorli Joh. aus Klavže (Podmöv.)1 Iž. Poljšak Alfons aus Šmarje 13. Gergolet Anton aus Doberdob 14. *Kmtjančic Joh. aus Kozama 15. Kobal Matthias aus Senabor Krain 115. Gentilli Josef aus Qörz 17. Javoc Johann aus Cadra 18. 19. 20. 21. 22. 28. 24. 25. Doliaeh Al. a. Cervignano Rep. Kos Simon aus Deutschruth Gomišek Peter aus Zagomila Furlan Alois aus Hrušoviea Vuga Michael aus Solkan Globočnik Anton aus Poženik (Krain) Rep. Bratina Anton aus St. Thomas bei Heidenschuft. Rep. Paehor Anton aus Jamlje Rep. in alphabetischer Ordnung. • Bratuž Andreas aus Solkan Defiori Robert aus Görz Fabiani Alois aus Kobdilj GOLJEVŠOEK FRANZ aus Kanale Kafol Franz aus Oopovan KOS JOHANN aus Kneža Krogi Josof aus ToTraoin Kranjec Anton aus Wippacli IvRIPPEL KARL aus Mailand Leban Josef aus Idria LUTMAN MATTHIAS aus St. Andre Mercina Johann aus Goce Poljšak Josef aus Zmarjo Primožiti Valentin aus Pevina RUTAR SIMON aus Krn Bar. Saamen Roinoo aus Wien Stock Anton aus Dutovlje Tuni Josef aus Moraro Vodopivec Franz aus Dörnberg l Maturitätsprüfungen. Yon den 16 Schülern, welche sich im Jahre 1871 zur Maturitätsprüfung' meldeten, zogen sich sieben vor der mündlichen Prttfuug zurück, einer wurde auf 2 Monate repro-birt, vier ei hielten ein Zeugnis der einfachen lieife und folgende der Reife mit Auszeiclmung: Gollob Adolf aus Görz, Gregorčič Anton aus Vršno, Mahnič Anton azs Kohdilj, Trister Napoleon aus Gradišča. Anm, Der ßeprobirte legte die Wiedorholiluugsprüfuug zur bestimmten Frist mit gutem Erfolge ab. Im eben verflossenen Jahre unterzogen sich 12 öffentliche *) und zwei Privatschüler **) der schriftlichen Maturitätsprüfung vom 15.—21. Juli; die mündliche Prüf, wird nach dem Jahresschlüsse d. i. am 29. 30. und 31. August abge-halton werden, weshalb das Resultat erst im nächsten Programme mitgetheilt worden kann. *) Bratuž Andr., Defiori Itobort, Fabiani Alles, (ioljov&öuk Fr., "Kos .loli.. Krip-pel K., Lutmaun M., Primožič V., Rutar S., IU1011 Saamon lt., Tuui .lo-scf., Vodopivec Franz. **) Goldcnkreuz'A., Baron Ingenliiiff Adolf. .