ANNALES • Ser. hist, sociol. • 13 ■ 2003 • 2 POROČILA IN OCENE / RELAZIONI E RECENSIONI / REPORTS AND REVVIEWS, 427-446 odnosov od srednjega veka do bridkega konca repub­ like. V nadaljevanju se avtorica dotakne malone vseh plati življenja Šibenčanov kot imigrantov v mestu sv. Marka. Opiše njihovo migracijo v druga zahodnojad- ranska mesta od Veneta do Apulije, predstavi beneške četrti, kjer so se večinoma naseljevali, razčleni njihove poklice, kulturo in standard oz. njihovo ekonomsko moč. Izspostavi kapitane, mornarje, ladjedelce, tkalce, čevljarje, svečarje, sodarje, hišne posle, cerkveno oseb­ je, umetnike, vojake in posameznike, ki so se zaposlili v beneški državni upravi. Beneški vsakdanjik šibenske imigrantske družine je v knjigi deležen posebne pozornosti. Poleg same družine v tem poglavju avtorica obdela še družinske prijatelje, odnos družine do drugih sonarodnjakov in sestavo hiš­ nih poslov na domovih šibenskih imigrantov. Posebnega poglavja je bilo deležno versko življenje Šibenčanov (mesto pokopa-pokopališče, pogrebni obi­ čaji, maševanje, zapuščine beneškim cerkvam, samo­ stanom, bratovščinam, hospitalom ...). Tu avtorica ni mogla mimo hrvaške bratovščine sv. Jurja i Tripuna, ki so jo nekateri Šibenčani vodili, mnogi pa v oporokah bogato obdarovali. Podrobnega opisa so bili deležni še pomembnejši predstavniki šibeniških diplomatskih pred­ stavništev, graditelji, kiparji, slikarji, grafiki, zlatarji, glasbeniki, književniki, znanstveniki in filozofi. Zadnje poglavje pred zaključkom avtorica nameni opisu delovanja Šibenčanov v Benetkah po propadu republike in predvsem v obdobju Pomladi narodov v revolucionarnih letih 1848-1849. Glede na obsežno gradivo, ki ga je avtorica knjige obdelala v Beneškem državnem arhivu, in glede na dejstvo, da je iz Bara, Boke, Splita in Zadra čez Jadran v Benetke imigriralo še več prebivalcev kot iz Šibenika, je samo še vprašanje časa, kdaj nas bo mlada dalmatinska zgodovinarka znova prijetno presenetila. Ivica Pletikosic Državni arhiv u Pazinu: HERBARIJ GIAN PAULA CAVALLIJA IZ 1719. GODINE. Pazin-Pula, DAPA - Sv. German, 2003. CD-rom II panorama istriano della botánica, e del le scienze naturali in genere, pub oggi dirsi impreziosito di un'altra opera scientifica che ne mette in risalto la ricchezza e le peculiarita. Dopo la monumentale ricerca di Claudio Pericin su Fiori e piante dell'lstria. Distribuid per ambiente, pubblicata due anni fa dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, e ora la volta della versione digitalizzata dell'erbario di Gian Paulo Cavalli risalente al 1719. ■MHI m » mm 89H '12L L r_ ■ _ Ç- _ t_ ¿'o. ^,J-c'ífíy -- (CtAwi ■ 'a.-. "y/,,- , i: ' • srtiarij ' ;i ^ttStTPaula €a valija, í i 1719. godine II 23 giugno scorso e stata presentata presso I'Ar­ ela i vio di stato di Pisino la versione digitale (ora su CD- rom) di cjuello che, in base ai dati attualmente a dis- posizione, viene oggi reputato come il piu vecchio catalogo floréale riferito alia penisola istriana. Si tratta dell'erbario che ¡I medico fisico Gian Paulo Cavalli ha fatto dono al chirurgo Giovan Battista Benussi nel 1719. L'erbario e stato rinvenuto nel 1974 da Jakov Jelinčič, direttore dell'archivio pisinese, nel fondo notai di Dignano. Esso si compone di 49 pagine r/v, di cui manca solo la p. 9, dalle dimensioni di 21 x 30 cm. In sede di presentazione Jelinčič ha sottolineato come l'obiettivo principale di tale opera e quello di preservare questo immenso patrimonio nella sua ver­ sione cartacea rendendolo disponibile al pubblico nella sua versione informatizzata. E cosí, presso l'archivio pisinese si e deciso di intraprendere questo ambizioso progetto coordinato dalla giovane archivista Tajana Ujčič. Nel corso dell'esposizione e stato pure sotto­ lineato l'appoggio fornito dai vari collaboratori: per la traduzione Branka Poropat, per l'identificazione dei tipi di pianta Slavko Brana e per le abbreviazioni úsate Giovanni Paoletti. Mentre la trascrizione e stata intera- mente curata dalla stessa Ujčič. Ivan Šugar, gia docente di botánica presso la facolta di farmacología e scienze biochimiche di Zagabria, si e soffermato suI valore storico-scientifico dell'erbario. Egli ha sottolineato come una del le peculiarita della raccolta floréale del Cavalli vada individuata nelle lingue di cui questo si compone. Dalle radici etimologiche dei ter­ mini trapelano infatti, oltre a quelle venete e latine, del le derivazioni che potrebbero riportare ad un'origine croata o, come sarebbe piü corretto asserire data l'altez- za cronológica cui e stato composto, ad una lingua 441 ANNALES • Ser. hist. sociol. • 13 • 2003 • 2 POROČILA IN OCENE / RELAZIONI E RECENSIONI / REPORTS AND REW IEWS, 427-446 protoslava molto simile al croato che meriterebbero di essere oggetto di future ricerche. D'altro canto qualche dubbio viene avanzato círca la precisa derivazione e la denominazione delle erbe trattate. Taie indicazione potrebbe gettare qualche ombra sul fatto se l'erbario fosse stato veramente raccolto in Istria. Ma corne ha rilevato Brana, se si confronta la nomenclatura adottata dal Cavalli con quella comparsa nei Commentait storici- geografici délia Provincia dell'lstria di Giacomo Filippo Tommasini (vescovo di Cittanova dal 1641 al 1655) si évincé che la terminología applicata aile diverse varietà erboree risulta essere alquanto somigliante. Cio depone sicuramente a favore délia tesi che vuole l'erbario del Cavalli essere originario dell'lstria. Inoltre, una maggiore presenza di specie floristiche continentali rispetto a quelle litoranee farebbe supporre che la raccolta fosse stata erborizzata principalmente nell'entroterra istriano. In fin dei conti, lo scopo del Cavalli non era certamente quello di realizzare un'opera dai contenuti prettamente scientifici ma piuttosto quello di proporre un catalogo delle piante comunemente disponibili sul territorio ed alie quali la gente poteva ricorrere per la niedicazione e la cura. Proponíanlo di seguito una delle 4 ricette che compaiono nell'erbario relativa alla Brionia: Brionia/ Le fronde et il frutto et la radice ano Virttù Acutta/ il perche Si mettano con Acetto et Salle sopra Pulcere/ che li Chiamano Chironie et in quelle Che li Con Verti-/ -no in Canchrene il frutto Cotto con il granno Beutto fa/ abondanza di Latte darsi per tuto un Anno ogni giorno a/ Bevere con Vino al pesso di una drama la radice a Colloro/ che patiscono il Mal Caducho dassi neI medessimo modo alli/ Atonitti et ai Vertiginossi gioua Beutta al pesso di due drame/ al morsso delle Vipere ma non è da daré alie done grauide/per che amazza la creatura nel Corpo Conturba qualche Volta/ Lintelletto et provoca Vurina fassene Elettuario con me/e/ per Colloro che malagiuolmente Respirano et che sono in pericolo/ di strangolarssi per la Tosse per li Spasemetti rotti et por li dollori/ del Costato Beutta con Acetto al pesso di tre obolli 30 giorni/ Consuma la M i Iza (6v). Nella sua allocuzione, Brana si è pure soffermato sul particolare significato che assume la datazione in cui l'erbario e stato compilato. Questa potrebbe infatti essere ancora più remota e risalire all'ultimo quarto del Seicento, dal momento che il 1719 non è che l'altezza cronológica in cui è stata compiuta la donazione. Quel che è certo e che l'erbario del Cavalli sicuramente precede cronológicamente quello di Giovanni Girolamo Zanichelli risalente al 1722 e ora conservato a Padova. Quest'ultimo, che porta il nome Raccolta in Istria, è stato erborizzato dal botánico e farmaceuta veneziano in collaborazione con il collega fiorentino Pier Antonio Micheli nel giro di due tornate (1722 e 1725). Il progetto, concretizzatosi nella produzione di 300 CD-rom, e stato realizzato grazie al supporto finanziarío del Ministero del la cultura croato, dei comuni e citta della Regione istriana e di Natura Histrica. Nella seconda parte della serata pisinese, che ha riscontrato un notevole successo di pubblico, e stato presentato un'altro progetto in corso di digitalizzazione. Si tratta della versione elettronica del Catasto fran- ceschino, il cui originale viene custodito presso l'Archi- vio di Stato di Trieste. La coordinatrice del progetto, Mirela Slukan Altič dell'Archivio nazionale di Zagabria nonché uno dei maggiori esperti di cartografía dell'area croata, ha fatto ¡I punto della situazione: attualmente si e informatizzato grosso modo un primo terzo di quello che dovrebbe essere l'obiettivo finale -la digitalizza­ zione integrale dell'lstria croata- procedendo geográ­ ficamente dalle zone nordoccidentali verso quelle centro-occidentali. Possiamo auspicare che un giorno vengano ricoperte anche le zone a nord del Dragogna in modo che il ricercatore, o il comune cittadino, oltre che in quello triestino, possa disporre pure nell'archivio pisinese della versione digitalizzata dell'lstria nel suo intero. Dean Krmac Oto Luthar - Jurij Perovšek (ur.): ZBORNIK JANKA PLETERSKEGA. Ljubljana, Založba ZRC, 2003, 666 str. V počastitev osemdesetletnice akademika prof. dr. Janka Pleterskega je Zgodovinski inštitut Milka Kosa Znanstvenoraziskovalnega centra Slovenske akademije znanosti in umetnosti izdal obširen in zajeten zbornik. Kot sta v njegovem predgovoru napisala urednika Oto Luthar in Jurij Perovšek, je to nadaljevanje že uve­ ljavljene prakse izdajanja jubilejnih zbornikov v po­ častitev vodilnih osebnosti slovenskega zgodovinopisja. Na 666 straneh knjige se bralcu s svojimi deli predstavi 49 avtorjev, ki jih je k sodelovanju privabil ZRC SAZU. Pričujoči zbornik je razdeljen na osem vsebinskih sklopov. Prvi je posvečen akademiku oseb­ no. Njegovo življensko pot predstavi dr. Vida Deželak, obsežno bibliografijo (od leta 1949) pa Nataša Stergar. Naslednji sklopi si sledijo kronološko. Drugega, ki zajema obdobje južnoslovanske zgodovine do 19. sto­ letja začenja dr. Ignacij Voje z razpravo o Gregorju Čremošniku in njegovem delovanju v dubrovniškem arhivu. Nadaljuje ga koprski trio (dr. Darovec Darko, dr. Krmac Dean in mag. Podovšovnik Eva) s poskusom demografske analize svojega mesta v 16. stoletju, za­ ključuje pa dr. Klemenčič Matjaž s pregledom zgodo­ vine Makedonije in Makedoncev od naselitve Slovanov v 6. stoletju do samostojne države s spornim imenom v 21. stoletju. 442