Marcello Aprile, Le strutture del Lessico Etimologico Italiano; Pubblicazioni del Dipartimento Etimologico Italiano', Pubblicazioni del Dipartimento di Filología Lingüistica e Letteratura dell'Università di Lecce, vol. 24; Mario Congedo Editore, Galatina 2004; 324 pagine 1. L'opéra qui recensita è única nel suo genere; è una specie di recensione per cosi dire «interna» (o una sorta di grammatica, come si legge nella retrocopertina estema), un'analisi, cioè, del magistrale LEI di Max Pfister et al. (lettere A e B), scritta da uno dei collaboratori). Infatti, Marcello Aprile, professore associato dell'Università di Lecce e studioso degli strati storici dell'Italia méridionale, soprattutto Salento (citiamo il suo volume su Giovanni Brancati traduttore di Vegezio, Galatina 2001 ), presenta col suo nuovo volume dedicato alie strutture del Lebenswerk:di M. Pfister una specie di manuale per qualsiasi studio di questo gigantesco repertorio lessico-grafico. Lungo tutta l'esposizione, quasi ad ogni pagina, il LEI viene comparato col suo «fratello maggiore», il FEW di W.v.Wartburg, rispetto al quale rappresenta naturalmente un notevole progresso, sia dal versante scientifico sia da quello técnico (mezzi elettronici odierni). 2. II concetto di struttura (ed il termine corrispondente) domina, come detto, in tutto il libro; con le parole di Jean-Pierre Chambón, autore délia Préface, il volume è un essai de description méthodique et exhaustive de ses structures. NelVIntroduzione (11-24) l'Autore spiega i termini, quasi tutti composti di struttura, cercando di inserirsi «in questa tradizione nella tradizione» (21). Si tratta dei termini superstruttura (bipartizione del LEI in macrostruttura e microstruttura), macrostruttura (articolazione in sezioni entro le quali si trovano gli articoli), struttura (articolazione interna dei singoli articoli), struttura primaria (ossatura principale), struttura secondaria, terziaria ecc. (suddivisioni ulteriori), infrastruttura (articolazione interna entro i paragrafi degli articoli), stringa (unità di base délia documentazione). Conparastruttura il Nostro intende i dati bibliografici e gli strumenti di lavoro; con epistrattura, infine, il materiale del LEI ñxori di esso. Il libro contiene anche: cenni sui cambiamenti nel LEI dal primo volume ad oggi e un capitolo a sé sull'importanza del LEI per la storia lingüistica e l'etimologia italiana. Le tre appendici sono dedícate rispettivamente agli orientalismi, alie fonti del LEI e ai collaboratori (volume per volume). Alla bibliografía sono riservate le pagine 305-320, e l'elenco emprende ben 323 titoli, di cui 73 del solo Max Pfister. 3. Discutere o anche soltanto citare tutto il materiale, tutti gli esempi, le tesi esposte ecc. significherebbe quasi riscrivere Tintero volume, il che è beninteso impossibile anche nei limiti di una recensione ben più ampia della presente; ci limitiamo dunque ad una rassegna rapida, per cosi dire "a volo d'uccello". Di quelli che riteniamo i punti più interessanti. Capitolo I (25-38) La superstruttura: materiali di origine ignota, etimi latini e preromanzi, onomatopee e voci espressive. Capitolo II (3971) La macrostruttura: unità sovralessicali i infralessicali, derivati deonomastici, etimología latina medievale e scientifica, germanismi, slavismi, tre sistemi di raggruppamento degli etimi, unità lessicali ricostruite, genere dell'etimo, contesto. 14 Capitolo III (73-125) L'articolazione interna delle voci: lingua-oggetto, dia-dimensioni, concetto di Schriftspraché, aspetto morfologico, unità cosiddette polirematiche (fino a poco fa trascurate in Italia, p. 115), frammentazione del latino, latino medievale, cultismi, prestiti, aspetti onomastici, fonti utilizzate, rapporti tra i paragrafi ecc. Capitolo IV (127-156) La struttura degli articoli: bipartizione tra approccio semasiologico (etimi noti) e onomasiologico (etimi ignoti), strutture elementari, simmetria interna ed esterna, basi espressive, fonosimboliche (onomatopee), onomasiologia. Capitolo V (157-196) L' infrastruttura e la siringa: criterio geolinguistico e criterio cronologico, stringatipo del LEI, marche grammaticali e quelle di luogo, datazioni, note a pié di pagina, paginazione, materiali del LEI presentati altrove. Capitolo VI (197-204) La parastruttura: strumenti di lavoro, schede, classificazione numérica, lato tipográfico. Capitolo VU (205-227) Lavori in corso (titolo abbreviato): «evoluzione» del LEI dall'inizio (1979) ad oggi, nuove tecnologie, prima e seconda squadra, versanti piuttosto tecnici. Capitolo VIII (229-262) L'etimologia, le applicazioni all'italiano, la storia delle parole e il LEI: la parte più intéressante del volume: argomentazione etimológica, storia delle parole nel LEI, disposizione areale, incroci, etimologie popolari, stratigrafia, fonosimbolismo, confronti tra il LEI e le opere etimologiche precedenti. Agli otto capitoli seguono le tre Appendici: 1. La sezione degli Orientalia nel LEI, Appunti di lavoro (255-288); 2. La tipología delle fonti (289-292); 3. I collaboratori del LEI (294-303). Dal punto di vista scientifico la più importante è la prima appendice (molti orientalismi in italiano, nel Sud soprattutto sceccu e var. "asino" < turco e e§ek, pp. 274-285), mentre le altre due sono importanti per la storia del LEI. 4. Nessuna recensione è esente dà soggettività e arbitrarietà. Coscienti di questo rischio, ci limitiamo a quanto segue. 4.1. Pag. 70: la formula pragmatica come ormai sappiamo si ripete due volte a breve distanza e contribuisce ad "annacquare" tutto il testo. Lo stesso si puô dire délia formula pragmatico-presentativa Vediamone un esempio (con varianti), un po' in tutto il libro. Altri punti non del tutto "limitati": a p. 35 tre volte infine a qualche riga di distanza; a p. 223 ripetizione di appunto\ a p. 224, nota 419: Ad esempio l'esempio; a p. 245 ben cinque avverbi modali (naturalmente, certo, senza dubbio, certamente, probabïlmenté) non lontani reciprocamente; a p. 261 ripetizione del sintagma nel corso e via dicendo. 4.2. P. 93: il termine diaromanzo è una creazione davvero riuscita, un conio felice. 4.3. P. 104, nota 190: se l'iscrizione di Commodilla è da considerarsi volgare (perché posteriore alla morte di Isidoro di Siviglia, assunta come fine délia vita del latino; passim), lo stesso dovrebbe valere owiamente anche per rindovinello Veronese. 4.4. P. 115: la formula "spirito greco in materia romanza", definita «una delle formule più suggestive mai coniate da Gerhard Rohlfs», non è owiamente che una replica del famoso binomio di G.I. Ascoli. 15 4.5. P. 138: il sostantivo Rumex è femminile in Rumex acetosa e Rumex lunaria, mentre è maschile in Rumex obtusifolius e Rumex scutatus. La coesistenza dei due generi andrebbe commentata. 4.6. P. 140: il binomio struttura profonda/ struttura superficielle richiede una precisazione sul senso usato qui. 4.7. P. 153: ideterminanti "oggetto appuntito o tondeggiante" sono reciprocamente incompatibili. 4.8. P. 189: la ftiiazione. Abano Terme > aponogètone vaassolutamente commentata e spiegata. 4.9. P, 233: si cita Nemnich 1793, che non abbiamo trovato nella bibliografía; di chi/che cosa si tratta? 5. Gli errori tipografici sono relativamente rari e non pericolosi. Menzioniamone due: 1) p. 144: che significa délia ??? in neretto? e 2) per Tancke 2002 le pagine citate a p. 204 non concordano con quelle nella bibliografia (p. 317). Ma questi e alcuni altri sbagli sono di lievissima entità di fronte a tante pagine tipográficamente complicatissime (una per tutte: p. 55), di cui la tipografia puô dawero vantarsi. E piacciono anche le riproduzioni di varie fonti anteriori, inserite tra le pp. 288 e 289. Riepilogando, il libro Le strutture delLessico Etimologico Italiano; Pubblicazioni del Dipartimento Etimologico Italiano di Marcello Aprile è un vademecum validissimo, sui generis, per qualsiasi approccio alla grande opera di Max Pfister et al. E avrà il suo posto negli studi di lingüistica italiana. Giuseppe Patota, Poiché fra causa, tempo e testo, Biblioteca di cultura/ 675, Bulzoni Editore, Roma 2005,398 pp. 1. L'autore del presente volume ci ha regalato tre anni fa l'importantissima Grammatica di riferimento della lingua italiana per stranieri (Frenze, Le Monnier, 2003) e adesso ci offre il volume qui recensito, dedicato ad una sola parola (per cui sua sorella si è «definitivamente rassegnata all'idea di avere un fratello non del tutto normale», p. 10). Eppure, come risulta dal libro, la voce poiché (conseguentemente scrittapoiché (poi che)) è tanto ricca di significati e possibilité d'uso che giustifica pienamente di essere il tema di un intero grosso volume. A detta dell'Autore, il «núcleo originale» (9) del lavoro risale al 2003, ed è dovuto alia collaborazione di quattro bravissime studentesse, nell'ambito del corso universitario intitolato Morfología, sintassi e storia della lingua italiana (ib.); ma molti altri colleghi (scrupulosamente citati alie pagine 9-10) hanno collaborato con il Nostro. II libro che qui brevemente recensiamo è dawero interessantissimo perché esamina le fimzioni di poiché dal punto di vista delle principali discipline linguistiche dei nostri giorni: sintassi, pragmatica, semantica, teoría e pratica della comunicazione, e lingüistica del testo. Oltre a tutto questo, la monografia esamina la materia dal Duecento ad oggi ed ha cosi un'evidente importanza anche per la diacronia dell'italiano. 16