ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI Anno VH. - No. 329 Redazione e Amministrazione: CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 MARTEDÌ’, 12 GENNAIO 19M Prezzo: 5 din — 10 lire ABBONAMENTI: TJL..T. Zona Jugoslava e R.F.P.J. : annuo din. 250, semestrale din. 130 Spedizione in c. c. p. I jDlCHIARAZlONI jDEL Dr. BEBLER SULLE ’PROSPETTIVE DI SOLUZIONE DEL PROBLEMAjTRIESTINO g É m \ ■ IH infilisinvm F DISFRSTI LaPa»,a a pancia U U J HM Bv U 11 V IHM od MM M InP M MM HM M MM Non è che questa sia una novità! Negli ultimi anni il «sacro ncme a franare con qualsiasi poveran italiano Un comunicato del C. C. della L. d. C - il Maresciallo Tito sulle calunnie contro il nostro Paese Non è che questa sia una novità! Negli ultimi anni il «sacro ncme della patria» è stato trito e ritrito in tal modo da ridurlo ad un povero cencio. Oggi però lo straccio viene nuovamente lavato e stirato per stenderlo sul tavolo della politica triestina. La crisi Pella, sebbene prevista da parecchio tempo, ha creato un notevole senso di malessere per la sorte di Trieste in tutti gli ambienti irredentisti. Si teme infatti che, date le penose conseguenze economiche, gli ambienti romani di ultimo conio possano in qualche maniera rivedere la propria politica di intransigenza, facendo crollare ì castelletti sui quali si basa la crisi che di questo torbido sistema ha creato la sua fonte di vita. Infatti, dell’idealismo, spiattellato per i poveri gonzi, essi se ne servono come vassoio sul quale contare i profitti incassati per i loro servizi. Oggi qualsiasi partito al governo, oompreSa naturalmente la Democrazia Cristiana, può operare questa revisione all’improvviso. Impossibile fidarsi! Meglio, dunque, risfoderare la patria tentando con questa «sacra» parola di ridurre all’impotenza i revisori. La questione di Trieste non deve più essere una questione di partito, ma di nazione. Felice trovata e fin qui il trucco sembrerebbe avere ottime possibilità dì riuscita, se non intervenissero dei guai finora mai presi in considerazione. Da qualche settimana, infatti, si stanno verificando degli slittamenti all’interno dei partiti nazionalisti triestini, che minano seriamente la base di lancio per i proiettai ricatto periodicamente lanciati verso Roma. Molte di queste defezioni sono rimaste finora più o meno latenti e confinate nei partiti minori, quali il liberale, il repubblicano ed il socialdemocratico. Ma il più clamoroso episodio doveva proprio avvenire in seno al partitone per accellenza, in quella DU. che ri era fin qui ammantata di un drappo di purezza patriottica. I triestini hanno così potuto godersi l’edificante spettacolo del massimo esponente della gioventù democristiana che invoca l’effettuazione del Territorio Libero. E’ un sintomo questo che conferma chiaramente alcune nostro precedenti asserzioni. A suo tempo abbiamo fatto rilevare come il govern i romano abbia notevolmente decurtato le sovvenzioni agli agenti nazionalisti triestini. Come logico, queste somme, immiserite, non vennero suddivise in adeguata misura, ma finirono in mano ad una ristrett i squadra di testa. Ben naturale che in tale situazione i primi a rimetterci le penne siano stati i giovani Ecco, dunque, le profonde ragioni «idealistiche» che hanno condotto il diridente Botterì alla sua nuova posizione, che condurranno i suo inevitabili seguaci sulla stessa via. Questa pertanto la sorte del novero cencio: nelle manifestazioni di strada un tricolore, usato come paracollo; più in alto, una patria argin?.-trice dii molte pericolanti situazioni alimentari. pv QUANDO LA POLITICA E' BASATjA SUGL I OROSCO PI REALTA e FANTOCCI nella tragedia dell Indocina NON BASTANO le benedizioni Indipendentemente dal modo o dagli uomini impiegati per risolvere la non facile crisi ministeriale italiana, resta l'insegnamento che deriva dal fallimento del governo Pella e dalle ragioni che lo hanno determinato. Che l’attuale crisi sia nata «in famiglia», cioè al di fuori del parlamento, e denunci anche quella del partito della Democrazia Cristiana non può meravigliare chi conosca cosa rappresenti, nella sua sostanza, quello che è il maggior partito italiano. I democristiani, pur non disponendo più, dopo il sette giugno, della maggioranza assoluta in parlamento, sono arbitri della situazione parlamentare, in quanto non è pensabile un governo senza di loro poiché una tale formazione ministerale è teoricamente possibile solo con il blocco di tutti gli altri partiti. Stando cosi le cose, era inevitabile che gH urti di classe e la lotta di interessi di casta, portassero alla crisi governativa attraverso quella della Democrazia Cristiana. A decidere Pella alla crisi ministeriale invece che al semplice rimpasto, fù il «caso» Aldirio, la questione cioè di una persona che a-vrebbe dovuto sedere al dicastero dell’agricoltura. La persona è troppo poca cosa perchè possa essere determinante, a meno che tale persona non rappresenti un dato indirizzo politico o un dato raggruppamento di interessi, il che è proprio il caso di colui che l’on. Pella intendeva preporre alle sorti della agricoltura italiana che, come ogni ramo della vita economica, ha *-perii e ancora insoluti problemi sociali che nel caso, ri condensano nelle esigenze della riforma agraria cui sono interessati milioni di braccianti e di contadini poveri, specialmente nel sud, e alcune centinaia cu latifondisti anch’essl in maggioranza del meridione. Nel suo «interclassismo» la D. C., che dal 1947 ha praticamente il monopollo del potere, diede allTtalia ima riforma agraria che, almeno di nome, potesse soddisfare le esigenze minime dei contadini, ma che non danneggiasse eccessivamente i grandi proprietari. Si tratta della cosidetta riforma Segni alla quale si erano adattati anche i proprietari terrieri democristiani per puro calcolo politico, tendente ad acquietare momentaneamente * contadini in agitazione nel sud, e per le pressioni degli industriali del nord, influentissimi nella D. C., Interessati più di tutti a che al movimento operaio, in effervescenza nellTta-lia settentrionale, mancasse l’alleanza dei contadini del Meridione. Così la riforma Segni, nata in un momento politico particolare e per interessi politici particolari, fù una mezza misura che non soddisfece l contadini e riuscì indigesta ai lati-fondisti del sud. Politicamente deboli, gli agrari fecero, lì per lì, buon viso a cattivo gioco e la riforma Segni riuscì a passare in parlamento. Tuttavia, per salvaguardare le posizioni politiche nel sud, che molto dipendono dal dispotismo dei latifondisti, la D. C. si affrettò a strizzare l’occhio ai grossi agrari promettendo di insabbiare, appena possibile la larva di riforma agraria, ponendo per garanzia alla direzione della riforma uomini non sgraditi al grossi proprietari del meridione, facendo si che la riforma restasse quasi solo sulla carta. Naturalmente non furono sanati i problemi sociali dell’agricottura ed t latifondisti fecero tutto il possibile per rendere economicamente inoperante ogni misura diretta contro di loro. Con ’ ripresa politica delle forze dichiaratamente di destra, sorse e si rafforzò Ü partito monarchico al quale gli agrari, più ancora degli industriali, diedero tutto il loro appoggio, ravvisando in esso un genuino movimento di conservazione sociale. Nel sud 1 lati-fondisti ebbero oosl il loro partito classista e si allontanarono, in parte, aall'«interc£assismo» della D. C. A questo punto non può far meraviglia il fatto che Pella sia stato costretto a rassegnare le dimissioni in seguito al «caso» Aldisio. La democrazia cristiana, di fronte all’a-cuirsi della crisi sociale in genere, si trova più ohe mai nella necessità di evitare una alleanza di lotta fra gli operai del settentrione ed i contadini del meridione, in quanto a nessuno sfugge ciò che potrebbe accadere in Italia se agli scioperi si unissero le agitazioni contadine. Pericolo che la classe dirigente i-taliana ha slnora evitato solo perchè non era nell’interesse del co-minformismo internazionale lo scatenarlo. Aldisio, uomo dei monarchici e dei latifondisti, all’agricoltura assicurava a Pella una maggioranza parlamentare di destra, ma insabbiava definitivamente la riforma Segni, dando II via a probabili agitazioni sociali dei contadini. Comoda per Pella la maggioranza, non comoda per la D. C. l’alternativa. Così Pella se ne andò e la democrazia cristiana attraversa la più difficile crisi del suo «Interclassismo. A dimostrazione del fatto che la lotta di classe, e di interessi di casta, non è una diabolica invenzione del marxismo e che non basta la benedizione del papa per trasformare in partito socialmente attivo una accozzaglia di interessi contrastanti. Iv Il Vicesegretario di .■lato agli esteri, dr. Bebler, ha dichiarato venerdì scorso che la Jugoslavia è pronta ad accingersi alla soluzione della questione triestina assieme ad ogni governo che uscirà dall'attuale ■ crisi italiana, qualora esso dimostri il desiderio di accostarsi costruttivamente a questo problema. Il dott. Bebler Ita poi detto che la crisi del governo italiano è interessante per la Jugoslavia sotto un aspetto particolare : «Continuamente ci veniva detto che la questione, triestina era la più dolorosa e più importante in Italia. Ci veniva detto, ad esempio, che in Italia scoppierebbe immediatamente la crisi di governo qualora qualsiasi governo italiano accettasse la zona «Ari senza parti della Zonal «/?». Quando con la decisione dell’8 ottobre è avvenuto propria questo, ossia la cessione all’Italia della zona «An senza la zona «B», l'allora presidente del governo Pella ha dichiarato che il Governo si era consolidato. In seguito si parlava che una crisi del governo italiano sarebbe scoppiata se non veniva attuata nel più breve lasso di tempo la decisione deW8 ottobre. Come è noto, Tesécuzione della decisione delT8 ottobre è andata per le lunghe, mentre lo crisi in Italia è stota provocata da ragioni del tutto diverse. /Va segue che sono pienamente non convincenti le argomentazioni che la questione tri-stina rivesta un tale significato per l’opinione pubblica italiana. Non convincente è pure che si cerchi dì approfittare delle debolezze interne della democrazia italiana per esigere da noi sacrifici nella questione In una lettera aperta, pubblicata la scorsa settimana dalla rivista politica «Il Mondo», l’ex Presidente del Governo e vlcecoma/ndante della Resistenza itaMana, Ferruccio Barri, ita proposto l’inizio di trattative dirette italo-jugoslave -per la seduzione del problema di Trieste senza Intermediari. Questa posizione di un uomo politico italiano dii indiscusso valore e capacità, è senz'altro un atto ragionevole e realistico: atto, che se di esso si vorrà tener canto nei circoli di governo responsabili, può costituire un primo passo positivo verso una soluzione concordata, anche se non ideale, della spinosa questione e, dn genere, anche verso una regolazione ragionevole dei rapporti fra lTtallia e di nostro Paese. Tuttavia alcune cose, di quanto scrive Ferruccio Parri, cd sembrano errate, non perchè si voglia dubitare deltta sua buonafede e delle sue buone intemfoni, ma semplicemente perchè ciò non corrisponde alla verità. Si tratta, fra l'altro, dell'affermazione che negli Ultimi tempi il nostro paese abbia tenuto conto sempre meno delllim-portanza di un’accordo con l’Italia e aumentato le sue «pretese». Al di quà di questo parere — soggettivamente e dbdettivamente, forse, comprensibile par le particolari condizioni di ambiente e dd mentalità, create dn Italia da una lunga e Intensa campagna nazionalista anti-jugoslava — stanno i fatti. E i fatti cd dicano di contrario. La nostra politica ned riguardi dell’Italia, sia per quanto concerne i rapporti reciproci dn genere, come pure, e specialmente il problema di Trieste, è stata indirizzata sempre verso una soluzione dd accordo, basato naturalmente sul principio della parità di diritti e dell’uguaglianza dei nostri due paesi. A questo proposito, tralasciando pure di esemplificare i grandi sacrifici e gli innumerevoli altri tentativi compiuti per trovare il terreno di una fruttuosa intesa con l’Italia, basta citare le recentìssi-sime dichiarazioni del dott. Bebler, secondo le quald dd nostro paese è disposto a intraprendere delie trattative con qualunque sia il governo italiano che -uscirà daül’attuaile crisi ; semprechè beninteso, l’altra parte sta animata dalle nostre medesime intenzioni costruttive. Ma al di qua di tuttactò e di quanto altro ancora Parri possa Hro stiè -Lidia; Padevan Marino, dii An teo e Stanoic Anna; Titone! Rinaldo., di Titonel Ondina; Acqua.vi.ta Lucia, .di Mario e Paolelle Emilia; Grizanèid Luciamo, di Valerio e Pe resa Ruža; Jurišerviic Lucian, di Ro dolio e Vuk. Augusta; Pere an Miljen ko, dii .Romamo e Milevaj Lidia. Sono morti: Penna Nicola, di anni 60, falegname ; Druskovié Bortolo, agricoltore, di anni 74. Il gesto eroico di un fattorino La neve e il gelo degli scorsi giorni avrebbero potuto provocare un disastro se l’atto eroico di un fattorino e la sua eccezionale forza non avessero tempestivamente scongiurato il pericolo. L’autobus della linea Pirano—Ca-podistria saliva la sera di martedì la ripida erta tra Portorose e la Valletta, già ricoperta di un sottile strato di ghiaccio, quando d’un tratto il nuovo autopullman cominciò a girare con le ruote sul posto e poi a slittare indietro verso la scoscesa scarpata che si sprofonda ai lati della strada a trentacinque metri circa dal luogo della forzata sosta. Il fattorino Morgan scese a precipizio dal-Fautobus e, puntando la schiena contro il muro c i piedi sull’autobus, riuscì a girarlo, grazie anche al terreno scivoloso così da incastrarlo fra il muro da un lato della strada e un albero dall’altro. Tre metri più in là era il burrone. Inutile sottolineare come, ponendo il proprio corpo fra il muro e il pesantissimo autobus, il Morgan avesse messo a repentaglio la propria vita. Però la ventina di passeggeri era salva e l'autobus riportava solo lievissimi danni. «treno imoarazza.i.a» è un um siov t-nu-teae®co, aei quale aie uno scene sono state girate a Salvore, Fortori) se, Pirano e Isola. La foto sopra è stata fatta a Salvore durante la ripresa di un quadro. DERUBA L’AMICO Anche se si trattava delì’orol-ogio dà un suo compagno di lavoro, Vučak Giuseppe, operaio di Umago, pensò bene di intascarlo, vistolo appeso alia parete della stanza lasciato vuota, dove il suo compagno dormiva. Ma il furtorello fu ben presto scoperto e ii-Vučak, comparso dinanzi al Tribunale -di Buie, cercò šmiltllmenite la- scusante di essere stato in preda ai fumi dell’alcool. In compenso se l’è cavata .bene: con una multo dii soli 5.000 .din. DETENEVA ARMI Gnezda Lodovico, macellaio di Verteneglio deteneva una pistola «Berretto» ca!. 9, senza il prescritto porto d’armi. Da! tribunale di Buie è stato condannato a 8 mila diin di -multa. Le tariffe postali Con -il 1. gennaio e. a. sono entrale in vigore le seguenti modifiche nelle tariffe postali e telegrafiche. 1. Per la corrispondenza locale, fine al peso .di 20 gr., l’affrancatura è idi din. Ì0. 2. Le .raccomandate per libri e opuscoli vengono ridotte a 20 .din. 3. L’affrancatura delle Jelttere per l’estero viene portata dagli attuali 28 a 30 din. 4. La tariffa per pacchi, contenenti frutta fresca c verdure, ammonta al 50 c/c (telila tariffa iper 1 pacchi normali. 5. Per telegrammi:; locali, telegrammi augurali e idi emtdoglianze la tariffa viene ridotta al 50 % di quella normale. 6. Vengono diminuite le quote d’abbonamento .per telefoni in casa e, iti parte, anche la tariffa degli altri servizi telefonici. 7. Notevoli diminuzioni vengono stabilite -per le spese d'iinstallazione di nuovi telefoni. 8. Si .introduce- la -cosidetta «zona telefonica limitrofa.» (per un raggio di 10 km-), elle fissa dn 30 din. il .prezzo .di zana conversa zinil e telefonica. Istruzioni più dettagliate si possono avere presso ogni ufficio .postale. L'amimi nist razli o ne .delile P-P.T.T. rendè noto a tutti gli abbonati, che con il 1. gennaio 1954-, la riscossione -delle quote d'abbonamento telefonico verrà fatta antecipatamen-te e non più, come finora, positeciipatamenle. L’Amministrazione delle P.T.T.T. Capodistria COMUNICATO Al fine di poter attrezzare la neo-»oMuiita ais-socflartone wBontari, l’Unione distrettuale dei vigili del fuoco volontari si è rivolta ai collettivi di lavoro chiedendo il loro aiuto finanziario. A tutto ii 31 dicembre scorso hanno corr sposto : Ruda, Stil, I. Maggio, -Cantieri «B. Kidrič», Adria, Salvetti, N. Ba-nka, Latteria Centrale, Mollino — Risano, ex Arri-gvonì, Omni», Palace Hotel, Tobak, Zač mba, Globus-Film, Mesopromet, l’Uffdcio progètti-, Delamaris, Istra Benz e Sodavica per un totale di 926.000 din. L’Unloiraé distrettuale del vigili dèi fucilo volontari porge al so pi aelencati collettivi sentiti ringraziamenti e ccn-temporan-eamente fa appello ai rimanenti affinchè anche essi si assoc no all’iniizìativa. Il Comitato Amministrativo SMARRIMENTO Felluga Giovanni, da Isola, ha -smarrito g ami fa a Isola la carta d’identità. Il documento non sarà più valido se non restituito al suo proprietario. üö# ausino, om mmm C H'OI PSIH riOIlH KttUUWHg5W-!i a mmk m mmm soie £& Htnum., mmmmmmuim • MJAMmu : mumm mmmiì m'fi «rd arJ ìwT . Questa la risposta In questi giorni, proprio quando sto tessento questa serie di. note antiburocratiche, ni è giunto ali orecchio che da più parti si fanno delle osservazioni sui miei scritti. Tali osservazioni sono in breve b‘ seguenti: 1. che sono tin filosofo per cui non ho alcun legame con la realtà 2. che tutto ciò scrivo per insterò. 3. che, in fondo in fondo, ho cominciato ad allontanarmi dal materialismo dialettico e storico e dal marxismo-leninismo. 4. che attorno ai miei articoli si raccolgono i reazionari che li sfruttano contro la «nostra gente», ed i «nostri enti». RISPOSTA O, SE VOLETE, MONOLOGO INTERIORE Vivo isolato in casa e in ufficio, come la maggior parte dei dirigenti e non è affatto strano se sono l’ultimo a sentire le osservazioni e se reagisco alle stesse con troppa sensibilità. Ma anche questo morio di vivere e simili reazioni sono proprio ciò che bisogna eliminare. Questo e qualcosa che per le attuali condizioni non è nè naturale, nè umano, né socialista. Il senso di queste critiche — non soltanto sociale, ma se volete anche personale — è di uscire dal mondo irreale, astratto degli «eletti» dei predestinati, per entrare in profondità nel mondo della semplice gente lavoratrice e dei semplici rapporti umani. In altre parole scopo di queste note è di smuovere la coscienza socialista, la coscienza degli uomini semplici e degli spiriti progrediti. Tali spiriti, nelle nostre condizioni e in sostanza anche in quelle mondiali, possono essere oggi unicamente socialisti, comunisti, democratici. Questo nuovo risveglio delle coscienze in base alla già nuova prassi è in realtà l’uscita dall’imbossolamene to, dal mondo chiuso (di partito, se volete) nel «mondo comune», nella «vita comune». L’osservazione fattami, di essere un filosofo astratto non è soltanto inesatta, ma menzognera. Inesatta poiché non mi occupo di filosofia, dato che questa è, oggi, una questione di professori o di oziosi dilettanti, qualora non sia necessaria al burocratismo per abbellire il suo potere (non si tratta di logica, dialettica!). Mi sembra però stupido essere contro il «filosofare» cioè contro la meditazione e la riflessione creativa poiché anche se con la sola meditazione mai nulla è stato creato, nulla si è fatto senza di essa. Ma coloro che affermano come ciò venga scritto a scopi propagaruiistici {ter l’estero, dimostrano solo che la loro coscienza non è tranquilla perfino dinanzi al proprio popolo e che le loro parole hanno cominciato a contraddire i loro atti. Cosa che da sempre ha rappresentato e rappre- queslione sul fatto che la reazione sfrutta i miei scritti, limitandola all’alternativa se qualcosa è ulile o meno alla reazione, si scopre il carattere superficiale, per. non dire stalinista e burocratico di questa critica anche se, a parole, essa si presenta de-m ocralica. Non bisogna dimenticare che — accusando falsamente l’opposiz one socialista nell’VRSS, dapprincipio : die essa torna obiettivamente utile alla reazione; più tardi: che lo fa anche soggettivamente e infine : che ha tradito il paese e il socialismo — Stalin ha potuto creare la «verità» e Vintilità» ufficiali: la più terribile dittatura della storia. E’ vero che egli provvisoriamente aveva vinto, ma con questo ha distrutto in embrione i rapporti socialisti nella società. E così anche il nostro burocratismo, essendo asocialista» non può non essere un po’ stalinista, in qualche modo stalinista-jugoslavo. Perciò anch’esso puzza di un analogo marciume ideologico e si serve degli stessi metodi acivili» e «veritieri»; verso di noi ain alto», in realtà non ancora in modo chiaro e forte, ma verso «il basso», fin troppo. Non penso che i miei scritti siano La negazione è la forza più creativa della storia. Che cosa sono il leninismo, il marxismo, il materialismo storico e dialettico? Questo è un tema vasto nel quale non. voglio per ora entrare, ma credo che anche per queste teorie e per la maggior parte di noi la cosa più importante sia il reale progressivo dinamismo della società. Pur non essendo filosofo, credo di. essere tanto capace da non prendere lucciole per lanterne e considerare l’eredità del dogmatismo stalinista come genuina dialettica della realtà. Certamente non m’ero illuso che la reazione non avrebbe sfruttato i miei articoli. Ma potrebbero sfruttarli anche le forze realmente socialiste e democratiche. E se poi li sfrutta la reazione, non è colpa mia, ma della realtà, proprio di coloro che con i loro atti burocratici ed illegali, con l’arbitrio, danno olla reazione l’aureola di martire, le offrono la possibilità di confrontare, dinanzi alle masse, i loro atti e le loro parole scoprendo le falle, in una parola sono colpevoli in primo luogo coloro che nella prassi si beffano della democrazia, delle leggi e persino dalle loro stesse decisioni. Spostando la assolutamente esatti e ancor meno che siano originali. Volevo e vorrei solo smuovere gli animi attorno alle questioni che, per me irrefutabilmente, in realtà s’accendono sempre più-La radice di queste questioni è nell’economia e se non fossero risolte lì, non potrebbero nemmeno trovare una soluzione. Ma la soluzione nell’economia è. già avvenuta e va avanti, mentre i rapporti segnano il passo. Nè in teoria nè in pratica tali questioni possono essere risolte da un uomo solo, ma, in teoria, da decine e centinaia e nella prassi da milioni. Perciò ogni critica, ogni lotta del pensiero è benvenuta per questa causa. Meglio ancora la prassi, nuova e democratica. Siano però le osservazioni alla mie concezioni giustificate o meno, esse non possono zittire la lotta democratica contro il burocratismo, poiché essa oggi non dipende molto da questa o da quella teoria ma dalla realtà. Questa lotta sgorga da tutti i pori della nostra, e non solo della nostra, società. Siamo entrati nell'epoca della lotta per la democrazia e non desideriamo, nè vogliamo uscirne. Questa lotta può essere frenata, ostacolata, ma mai fermata. Io stesso non scrivo questo righe per assicurarmi un comodo posticino oppure, per sca-pestratezzq giovanile e ancor meno per gloria democratica, ma perchè devo farlo, perchè, corno tanti altri, sono avittima» del processo sociale obietivo che a ciò mi spinge. Da un articolo di Milovan Djilas senta anche oggi un sintomo di decadenza e di arretratezza sociale. Due morali, due verità non possono coesistere. Esiste però il dualismo, solo che esso è il mascheramento del falso col vero, del fariseismo con la morale, del burocratismo con il socialismo. Non ho alcuna intenzione di difendermi dall’accusa di essere un eretico della dialettica, poiché essa di per se è la maggiore eresia sinora scoperta ed ogni vero comunista dovrebbe considerarsi fortunato se potesse essere un’arma solo di questa. La carta f identità di una città Dal nostro corrispondente Lubiana, gennaio — Di nessun film sloveno si è mai tanto scritto quanto di «Vesna», ancora al tempo della lavorazione. Ma finalmente il giorno della «prima» è venuto. Il cinema «Union», ormai tradizionale per la rappresentazione di prime visioni, nei giorni riservali al «Vesna» era affollato in modo inverosimile. Molta gente, fuori della hall, avrebbe dato per un biglietto ai fortunati possessori anche 500 dinari. Sono riuscito ad entrare nel numero dei «fortunati», e poi nella sala addobbata con cuori e fiori e piante: gentile allusione agli amori di primavera messi in celluloide. Fattosi il buio, sullo schermo è apparsa l’iscrizione «Vesna» e la lunga attesa toccava il culmine dell’impazienza. Il film è una commedia di vita studentesca, piena di giovanile spensieratezza ravvivata dal sole primaverile che inonda Lubiana e i suoi magnifici dintorni. Come al solito, nella gioventù non c’è niente stanza l’amore, le speranze e i sogni: cose che in questo film, a sua maggior gloria, si concludono a lieto fine. Allegria e risate si sono presto fatte strada nella sala, aumentando di scena in scena. Alla fine del film gli spettatori erano talmente soddisfatti di questa sesta fatica della «Triglav» lubiane.se da gridare «ci siamo laureati». Effettivamente abbiamo conseguito la laurea dimostrando di poter mettere su qualcosa di buono, di saper dare al nostro pubblico ciò che esso vuole: un pò di buonumore, perche l'uomo semplice dice: «Anche così la vita è un dramma. Allora perchè guardarlo di continuo anche sullo schermo?» Sulla ribalta suno poi montati gli attori salutati calorosamente da applausi. 1 «maggiori» erano un po’ imbarazzati, ma felici che il pubblico compensasse la loro fatica con l’approvazione e il consenso. Molti fiori e altri regali passavano nelle ’’VESNA,, INIZIA IL GIRO seguita dai migliori auspici Effetti della bufera, si, ma soltanto cinematografica. Il tempio che qui si vede crollare è fatto di stucco ad uso degli «studios» holiiwoodiani. Si /tenga conto ad ogni modo che qualcosa di simile è veramente accaduto sotto lo raffiche del vento negli scorsi giorni in Europa ■culmine. Um ringraziata concomitanza del fenomeno con la bufera, come accadde l'anno scorso, avrebbe condotto a disastrose rovine. Intanto erano state fatte sgomberare alcune abitazioni e grosse ■scavatrici meccaniche erano all’opera per rinsaldare gli argani. Contemporaneamente molte Zone della Danimarca sparivano nell’i-nondazione. Nello Jutland numerose case rimanevano isolate e gli abitanti erano messi in salvo nei battenti pneumatici forniti dall’esercito. A Copenaghen il vento ha sradicato alberi e scoperchiato tetti. La temperatura era scesa a moliti gradi sotto zero, veramente rigida anche per chi il freddo ce l’ha in casa. Parit rinatamente, sia In Inghilterra che nei Paesi Scandinavi (lanche la (Norvegia era stata presa di. mira), non si lamentano vittime e solo danni più o meno rilevanti. Anche la Grecia è stata toccata dal maltempo: neve e pioggia gelida battevano tutto il Paese mentre di Mar Jonio, infuriato, dilagava sulla martoriata isola di Ce-■f alante, già duramente provata dei terremoti estivi. L’intero arcipelago del Dodecanneso è stato battuto da immani onde che distruggevano quanto le scasse sismiche avevano risparmiato. La navigazione nel Danubio era limped’ta a causa del basso livello delle acque, in gran parte gelate. Molta gente invidiava la «secca» del fiume, prefer bùie a ogni inondazione. Intanto Belgrado segnalava 20 gradi sotto zero e Parigi un Inferno d; neve. Anche i candidi fiocchi hanno avuto la loro parte di malefatte. Comunicazomi interrotte, automobili bloccate, tetti crollati, investimenti, valanghe: questo II bilancio in Austria, Itala, Jugoslavia, Francala. In Svìzzera, naturalmente, si sciava ovunque, in eccellenti condizioni mete-roologiche. Niente da fare: la Svizzera è sempre una . . . beata Re- pubblica. Mercoledì si leggeva nei commenti di stampa : «La tranqutiità e la serenità di miltonii di europei dipende dal vento: se questo dovesse soffiare con la stessa intensità di ieri, la situazione generale potrebbe peggiorare e diventare assolutamente preoccupante». Poi il vento s’è spostato a sud. Così dall’Italia Settentrionale e Centrale la tormenta di neve si è spostata in Calabria e in Sicilia. Perchè ha da ■essere sempre dimenticato il Meridione d’Italia? Quel che è giusto, è giusto. A Tr ešte, è risaputo, la bora è di casa, anzi pare che addirittura ci nasca. Questa signora, immancabile airappumtaimanito di ogni inverno, ha battuto le strade di nevischio e le porte in faco !a alla genite, atterrato passanti, affondato ... carri ferroviari’. In tanto finimondo i triestini, pratici, hanno sfoderato i r cordi del memorabile inverno dei 1929. Quando il controllore grida „Ljubljana!" ci sì accorge d'essere al centro di un orario inter. La prima dell’ultima fatica della «Triglav-Film» - Le dichiarazioni al nostro corrispondente di attori e di personalità della cultura - L’intervista con la nuova stella sull’ Europa La trascorsa settimana si è aperta per l’Europa con un’eccezionale ondata di freddo che in certi punti ha toccato i rigori poterà. I giornali di lunedi 4 gennai o, riferendosi agli elementi scatenatisi la sera di domenica, parlavano di «offensiva mete reologia» dell’anno nuovo. Le prime notizie davano quasi dappertutto bufere di vento e di neve, seguiti da valanghe, inondazioni, naufragi. L’offensiva dell’invemo si è protratta per alcuni giorni, toccando il culmine della violenza nella giornata di mercoledì. Nella serata dei giorno successivo, anche le locai Ità più seriamente minacciate potevano esser dichiarate fuori pericolo. Ora che il barometro si mantiene nei limit, del ragionevole, è possale stendere un bilancio delle malefatte dei maltempo. Non ci sarebbe scopo allineare una filza di sciagure se non ne ricavassimo la consolazione di constatare che a tanto allarmismo, giusfifdato del resto, non ha corrisposto niente di apocalittico. Nei mare del Nord la montanave tedesca «Traunstein» era andata in secca (con tante onde, eh?) su una isola nelTestuario dell’Elba, ed è stata tratta in salvo da alcuni rimorchiatori. Alcune decine di navi, fra le quad un mercantile polacco e uin trasporto danese, si trovavano in serie difficoltà nella tempesta, ma dal momento che non ne è stato segnatelo l’affondamento, è da ritenersi che se la siano cavata. Non così è andata per un piccolo peschereccio svedese, scomparso nei pressi di Stoccolma. La petroliera greca «Lexo», arenatasi e spezzatasi in due, era stata abbandonata dall'equipaggio, meno il capitano, tre uff diali e ancora qualche uomo. Venerdì sera si cercava ancora di disincagliarla. Le coste e i porti tedeschi del Baltico hanno vissuto ore infernal. Ad Amburgo il livello delle acque, era salito di due metri oltre il normale e nelle strade della zona portuale c'erano 50 cm. d’acqua. In altre zone della costa la tempesta ha dato spettacolo come non si vedeva da molti anni. Nella Germania Nord-orientale truppe scvie-t.che e polizia avevano dovuto costruire dighe d’emergenza. In seguito al traboccamento delle gelide acque del Baltico, sospnte da un terribile vento di nord-ovest, tre isole e molti villaggi sono andati sommersi subendo danni rilevanti. Migliate di persone avevano e-■vacuato martedì le regioni più minacciate della Germania, dell’Olanda, del Belgio, dell’Inghilterra e dei Paesi Scandinavi, facendovi ritorno soltanto alcuni giorni più ■tardi. In Olanda le acque avevano superato di un metro e venti il livello normale e nelle provinc.e del sud-ovest era stato proclamato lo stato d’emergenza. L’eroica gente s: apprestava a difendere la terra dei tulipani da maree di fango. Quà e là s’, rinforzavano gli argini, con la coscienza, la serietà che distinsero questo magnifico popolo nella terribile alluvione dell’autunno scorso. Ma le dighe hanno resistito, evitando nuovi drammi e sciagure. In Inghilterra si temeva che le opere di difesa flagellate dalla tempesta cedessero col sopravvenire delle alte maree, che nei giorni seguenti avrebbero dovuto toccare il Nostro servizio Il viaggiatore che giunge a Lubiana da Zagabria verso le 9 del mattino deve sapere bene impiegare le sei ore che lo separano dalla partenza de'H’acceletrato per Pola. Noi le abbiamo trascorse, quelle ore di una giornata fortunatamente assolata, a visitare la città ed avere nuovi dati della sua carta d’identità. Già alla stazione, a sentire parlare sloveno, croato, italiano, tedesco, oi isti rende conto che Lubiana è il centro ferroviario non solo della Ropubbl ca slovena ma il punto düncontro delle grandi linee che collegano il settentrione e l’Occidente europeo con 1 (Adriatica e l’Oriente. Maribor—Graz, Vienna— Praga, Kotoriiba—Budapest, Jesenice—Klagenfurt, Sai sburgo—Monaco, Zurigo—Parigi, Zagabria— Trieste—Roma. Giungono e ripartono ; treni al comando esatto dell'orario intemazionale. Lubiana — tutto in questa cttà lo conferma — è un centro turistiio. Magnifico è il panorama visto dal Castello: la città macchiettata dal verde dei viali e dei giardini. Spicca alto il grattacielo. Nella immediata periferia il magnifico giardino pubblico Tivoli si prolunga in un bosco ombroso e si arrampica al Colle di Cankar. La vecchia Emona dei romani, che ha salvato notevoli tracce di quel tempo pur nell’epoca inquieta delle emigrazioni del popoli, il pìccolo villaggio di pescatori ai piedi del Colle, si è sviluppata, allargata per divenire dal XIII secolo in poi il centro della Carndola. ne il centro dii una moderna cultura dalle vaste correnti, per assumere poi nell’Ottocento il ruolo di capitale delle Provincie Illiriche. Il monumento a Franc Prešeren (una Musa da un picco marmoreo porgo al Dante sloveno la corona della gloria) ci dice dei decenni d’oro della cultura slovena dei tempi moderni. La ferrovia fino a Trieste, il sorgere di nuove fabbriche contribuirono allo sviluppo economico della città. Appartengono agli anni del primo Novecento la prosperità economica e la costruzione della città odierna, seguiti ad terremoto che distrusse nel 1895 gran parte della vecchia città. Durante la seconda guerra mondiale, durante l’occupazione fascista e la guerra di Liberazione, la Lubiana di Cankar e di Zupančič, di Kardelj e di Kidrič, la città dell’Università e dell’Accademia, delle scienze e delle arti si rivela ancora una volta il cuore della vita politica del popolo sloveno. LT1 aprile 1941 le cam'cie nere «conquistano» Lubiana, città aperta. Lubiana risponde con ardore all’appello per la riscossa lanciato dal Partito Comunista. li 27 aprile il Fronte di Liberazione nazionale e il 22 luglio il Comando su- premo delle forze partigiane si costitiiuscono nella città. Ed ecco 1 primi colpi contro l’occupatore perplesso. Le tipografie clandestine si moltiplicano, i muri si coprono di scritti rivoluzionari, le vie sono cosparse di manifestini. Lubiana diventa campo di battaglia. L’occupatore la trasforma in fortezza, la circonda di reticolati e di fortini, installa cannoni sul Colle del Castello. Decine di migliaia di cittadini vengono avviati ai campi di concentramento. Per le vie si fucilano gli ostaggi. I treni, ogni giorno, si portano via nuovi deportati. Questa è storia recente. La storia recentdss ma è invece quella della sua riconquista al progresso e alla vita di pace. Dopo gli anni del terrore e della resistenza la città prese a svilupparsi con un ritt mo mai reg strato nella sua storia. Sorsero nuove moderne fabbriche (antesignano il gigante della Litostroj), nuovi biloch c|’abitazioni, acquedotti, case di cultura, opere assistenziali. E questo fervore di opere non si arresta, va avanti, sempre più grande e complesso. Lubiana ha già superato i 120 mila abitanti. GIACOMO SCOTTI Primož Trubar non è un monumento di pietra soltanto. E’ il simbolo della Riforma che suscitò ima vita nuova là dove lo sviluppo pacifico delle genti era stato interrotto dalle invasioni turche. I monumenti dell’airte barocca, gli affreschi di Giulio Quaglia nel Duomo e di Franc Jelovšek nella chiesa di S. Pietro, la fontana di Francesco Robba davanti al palazzo del Municìpio, le chiese di S. Giacomo e delle Orsoline ricordano il secolo XVII e la Controriforma. Con l’abbattimento delle sue antiche mura (fine del secolo XVIII) la città esce dal Medioevo e divie- Una sala del Circolo ita Fano di cultura a Lubiana loro mani, in un’atmosfera d’allegria e di cordialità. E’ seguito quindi il ricevimento durante il quale ha pregato «Vesna», Metka Gabrijelčič, di scrivere la dedica per i nostri lettori su una sua foto, cosa che ella ha fatto di buon grado, promettendo inoltre di ricevermi più tardi per l’intervista. Nella sala si incrociavano intanto le conversazioni. Attori e collaboratori del film, nonché rappresentanti del mondo culturale e della vita pubblica annodavano e scioglievano gruppetti, Era ora che io mi mettessi al lavoro. Devo qui dire che le parole «Nostra Lotta, T.L.T.» erano accolte come fossero state magiche. Ma ecco le dichiarazioni : FERDO KOZAK, noto letterato vicepresidente dell’Assemblea popo- sitario, presidente del Consiglio per la cultura della Repubblica Slovena: «Sono molto soddisfatto di aver assistito a questa prima, perchè in si. tratta di un buon film. Vediamo ora cosa dicono i cinematografari. L’operatore METOD BADJURA ci dichiara: «In questo film è dimostrato a sufficienza che gente giovane, guidata da una esperta regia può realizzare qualcosa di buono.» STANE SEVER — COSINUS, alla mia rituale domanda, ha così risposto: «Bravi gli attori! Čuk, nella parte di Sandi, si è rivelato un talento eccezionale. Questo vale anche per gli altri attori. Il regista Čap ha dovuto far sfoggio di buona volontà più di tutti. Nel film le cose migliori sono appunto i! regista e lo scenario, (ionie attore, io mi sono le tende da noi, come dire fra la sua stessa gente essendo anch’egli della grande famiglia slava. In tre settimane, ad Abbazia, Čop ha scritto la sceneggiatura del film, del quale gli è poi stata offerta anche la regia. La «Triglav-film» aveva visto in lui l’uomo che avrebbe potuto giovare alle sorti della nostra cinematografia. «Vesna» è stato girato in tedesco e attualmente viene proiettato sugli schermi della Germania Occidentale con notevole successo. Entro il corrente mese lo vedremo nei cinema dlla nostra zona. Il regista ČAP ci ha fatto una breve dichiarazione : «Sono soddisfatto del lavoro e ancora di più di trovarmi fra tanta simpatica gente. Gli Sloveni sono veramente cordiali.» Il giorno seguente eccomi alla ricerca di «Vesna». Trovo la sua abitazione e salendo le scale mi aggiusto la cravatta. Cosa volete? mi reco dalla nostra nuova stella. La Gabrijelčič in persona è venuta ad aprirmi, completamente diversa da come appariva al ricevimento, più ospitale. Introducendomi in una sala, mi offre della «šljivovica» perchè possa riscaldarmi, e dice: «Voglia scusare se la stanza è fredda. Non la riscaldiamo mai perchè ci tratteniamo di solito nella stanza di lavoro. Di là, mio fratello e mio cugino studiano; frequentano la facoltà di ingegneria, lo invece faccio il terz’anno d’architettura.» Suo padre è costruttore edile, dei dintorni di Gorizia, quindi niente di strano se la figlia abbia deciso di darsi all’architettura. E’ nata nel 1934: neppure vent’anni! Mi rivela d’aver sempre avuto passione per il cinema. Tuttavia, davanti alle vicende cui ha assistito sulla schermo, non ha mai pensato di poter un giorno entrare nel magico mondo della celluloide. Quando le ho chiesto com'è giunta al cinema, ha risposto: «L’assistente regista Jamnik mi fermò un giorno all'ingresso del cinema «Union» pregandomi di posare per un provino. Lo accontentai senza prendermela tanto calda, sicura di non cavarci niente. Il provino consistè in qualche (Continua in IV pagina) , iMAVIL Il regista Cap in una fase della lavorazone rii «Vesna» lare della Repubblica Slovena: «Il film è soddisfacente. E’ evidente che si tratta di una buona cosa, senz’altro positiva.» JANKO RUDOLF, presidente dei Sindacati della Slovenia: «In Inghilterra alcuni ferrovieri mi chiesero all improvviso cos e che. «vedo» volentieri. Risposi: una partita di calcio di classe e un buon film. Questo è un film che mi. piace.» MELIK ANTON, professore univer- trovato a perfetto agio: il regista è stato signore del mio destino.» Il regista František Čap, al quale va l onore di aver condotto in porto il film con successo, è slovacco. Riparato in Germania Occidentale per sfuggire al regime cominformisla, ha qui lavorato nella cinematografia. Il suo nome è legato anche ad alcune opere anteguerra, fra le quali «Laurea». Incaricato di stendere la sceneggiatura di «Vesna», ha piantato U II LALRMPADAdiALADIMO-21 BUONO IL BILANCIO 'DEL CAMPIONE D'INVERNO JUGOSLAVO NEL SUDAMER1CA BREVE SGUARDO ALL’ATTIVITÀ* SPORTIVA INVERNALE 210.000 spettatori plaudono Traghiaccio e neve il Partizan in quattro partite si parla di waterpool Grave incidente al nazionale Zebec a Buenos Aires Prossima tournée jugoslava nell’America del sud Game i nostri lettoli sapranno, tra tutte le tuomèe estere delle nostre maggiori squadre, il compito più gravoso è stato assunto del Partizan di Belgrado, che ha in programma incontri con le cinque miglio*: squadre del continente sudar meritano e che figurano fra le migliori nel mondo. Tre di questi incontri sono ormai solo materia di cronaca. Il primo è stato quello disputato contro il campione cileno Cdo-Colo, conclusosi con il rilevante punteggio di 8 :4 in favore dei campioni belgradesi di fronte a 40.000 spettatori entusiasti, malgrado i 40 gradi all’ombra. Porti di questo biglietto da visita, i belgradesi si sono portati a Montevideo, dove li aspettava al varco una delle maggiori squadre Uragua-jane, il Penarol, campione nazionale, nelle cui file militano ben sette giocatori della squadra campione del mondo. 11 Penarol, imbattuto sul proprio campo, è sceso sriuro della vittoria, ma il Partizan gli ha fatto cambiare parere, anzi poco è mancato che l’imbattuta avesse conosciuto la prima sconfitta oasa- Hajduk=Quarnero 1-1 Spalato, 11 — Davanti a 2 mila spettatori si è svolta la prima finale per il campionato della Croazia. La squadra qnaroerina ha praticato un ottimo gioco e ha impressionato vivamente il folto puibhlieo con azioni di gratuite rilievo. Nonostante il punteggio di 1:1, la Quarnero sia per le sue doti ohe per le magnifiche trame avrebbe meritata la vittoria. Unga. Il Partizan, dopo un pari di minuti di assaggi, con gioco aperto imperniato sul passaggi lunghi e veloci, è passato all’offensiva, concretata al 23’ con un beliis mo pun-# to segnato da Milutinovič. Trasportato dall’euforia del successo, i belgradesi continuavano ad attaccare, mandando in visibilio i 50.000 spettatori sorpresi per il gioco di alta classe praticato dall’avversario della squadra del loro cuore. Infinito erano gli incitamenti, specialmente a Čajkovski o «Cikito», come lo hanno battezzato gli uragulani. Proprio nel periodo di maggior pressione del Partizan, il Penarol riusciva a rimettere le sorti della partita in parità, segnando il pareggio in un'azione di contropiede al 31’ del primo tempo. Gioco equilibrato sino alla fine del tempo e sino alla mezz'ora della ripresa, quando il Penar»], incitato ad alta voce dal pubblico, iniziava 11 serrate finale. Ma in questo periodo è venuto fuori il portiere Stojanovič, ertosi insuperabile difensore della propria rete ed autore di stupende parate, tanto da far scrivere ai giornalisti uraguaiani di aver visto il miglior portiere del mondo. Soddisfatto della bella prestazione, i belgradesi si portavano a Buenos Aires, Salutati da una propaganda giotr-malistiioa, che dia noi sarebbe ritenuta per lo meno esagerata, i giocatori del Partizan si presentavano in campo per salutare una folla di ben 90.000 spettatori argentoni. Anche questa partita è stata una copri di quella di Montevideo, solo che i giocatori belgradesi rivelavano una certa stanchezza, sia per 1 Lega sloveno croata di pugilato Allo Jadran 11 primo punto J AD R AN—J EMNST V 0 13:5 Zagabria, 11 — La Jadran di Pola ha conquistato il primo punto nella Lega Sk>mna-<€roaita 'dii pugilato, battendo sai), rimigli dii Zagabria lo Jedinstvo per 13:5. Ai combatti-men/ti hanno lassistito oltre 800 spet- tatori. ■Con questa vittoria la Jadran si è laureata campione della Lega Sio-v-f-na-Croata e per l’ammissione della prima Lega dovrà disputare probabà'mente rincontro decisivo con lo Jedinstvo da Zemun. La classifica: Jadran 10 9 0 1 138:68 18 Mladost 9 7 1 1 114:62 15 Jedinstvo 9 4 0 5 78:94 3 Železničar 9 2 3 4 80:98 7 Odred 9 2 1 6 70:108 5 Branik 10 1 1 8 68:128 3 Si devono ancora disputare gli incontri : Železničar—Jedinstvo e Odred—iMJ adotst. Vesna (Segue dalla 3.a pagina) metro di pellicola del mio discorso col direttore della Casa, e tutto fini lì. Ma dopo una settimana ricevei l’invito per un nuovo provino. Questa volta si trattava di un’intera Scena di «Vesna». Ml dissero poi che avrei fatto la parte principale. «Abbiamo girato da maggio a settembre. Il nuovo impegno disturbava il corso di alcuni miei esami di primavera, andati bene lo stesso, però . . . Dapprincipio lo scenario non mi andata, mi restava freddo, poi è incominciato a piacermi e sono entrata nella caratteristica del mio personaggio. La scena più dura è stata quella del tuffo nella Ljubljanica. Alcuni giorni prima aveva piovuto a dirotto e il fiume era freddo, maledettamente freddo. Siccome la scena l’abbiamo ripetuta cinque volte, sono stati 5 tuffi.» La nuova stella si mette a ridere. Parliamo d’altro. A febbraio darà diversi esami, fra i quali uno di matematica, ed è preoCupata come ogni brava studentessa. La nostra intervista è alla fine: i soliti convenevoli, e poi la speranza di «Vesna» che al film sia riservata nella nostra zona La stessa entusiastica accoglienza che a Lubiana. MAVU. lunghi ed estenuanti viaggi, che per la temperatura torrida incontrata. Nella prima fase del gioco, il Partizan si limitava a controllare il gioco degli avversari, i quali passavano già nel 4’ con una rete segnata da Mendez. Questo svantaggio non intimoriva gli ospito che intessevano trame pregevoli di alta qualità, sino che al 19’ Milutinovič pareggiava con una imparabile saetta. Nella ripresa, il gioco si faceva duro. I primi a risentirne sono stati Jovanovič e Čajkovski, i quali dovevano abbandonare il campo, toccato duramente dagli avversari. L’incidente più grave colpiva però la 'ala sinistra nazionale, Zebec, il La sedicesima giornata del campionato italiano di calcio e filata via senza gravi ripercussioni nella classifica. L’unica delle vedette a non incamerare l’intera posta della giornata è stata YInter, che a Torino non è riuscita ad andare oltre il pareggio, pur essendosi trovata in vantaggio, già al 8’ del primo tempo grazie ad una rete segnata da Mazza. Il Torino, pur essendosi dimostrato tecnicamente inferiore, non si lasciava intimorire dal blasonato avversario e si buttava nella lotta con tutta l’energia e foga disponibili. Il che, alla fine, dava il proprio risultato con la rete del pareggio, segnata al 23’ della ripresa dalla mezz’ala tedesca Butz, il quale infilava imparabilmente la rete neroazzurra. La Juventus, resa prudente dalle recenti disavventure, non si lasciava imbrigliare le carte da un Palermo in poca l'eoa. Partiva al galoppo subito dopo il fischio iniziale dell’arbitro e segnava la prima rete già al 4' per merito di Ricagni, L’argentino ripeteva la prodezza al 16’ mentre Mutìcinelli suggellava la superiorità bianconera con la terza rete al 42’. Nella ripresa la Juventus ha vivacchiato sul già voluminoso vantaggio ed ha permesso al Palermo di segnare la rete della bandiera al 36’ della ripresa, su calcio di rigore, realizzato da Giaroli. Per non perdere contatto con le prime, anche la Fiorentina ha imitato la Juventus, andando ad espugnare il campo udinese. Vittoria meritata, che premia la squadra tecnicamente migliore e che ha attaccato di più nel corso della partita. La Fiorentina passava in vantaggio al 6’ con Gratton e raddoppiava il vantaggio al 29’ con Bocci. Mai domi, quale veniva travolto dai terzino avversario, rimanendo a terra ferito gravemente, ciò olle mette in dubbio la sua partecipazione ai prossimi camponato mondiali. Notizie più precise riguardanti Zebec per il momento non ne abbiamo, riservandoci di fornirne nel prossimo numero. Ridotti a soli otto uomini, il Pairf'zan si è difeso, ma non ha potuto evitare al Racing di segnare la rete della vittoria al 31’ della ripresa con Boye. L'unico non soddisfatto della tournee del Partizan, è l'allenatore della nazionale Pogačnik, il quale viene messo così in difficoltà per la mancanza di alcune delle migliori pedine. i friulani non si davano per vinti ed al 44’ riuscivano a dimezzare le distanze Con il giovane centroattacco Virgili, incuneatosi, magistralmente fra i difensori avversari, A nulla è valsa la pressione dei padroni di casa nella ripresa, perchè la difesa della Fiorentina rappresentava un baluardo difficilmente superabile. Jn vena di grandi punteggi pure il Milan, il qiude ha estorto la bellezza di ben sei palloni alla smarrita e sorpresa squadra spallina. Iniziava la marcatura Soerensen al CAMPIONATO ITALIANO Serie A I RISULTATI Sampdoria — Bologna 2:2; Atalanta — Lazio 1:0 ; M'ian — Spai 6:1; Napoli — Genoa 1:1; Novara — Triestina 2:0; Juventus — Palermo 3:1; Roma — Legnano 5:3; Torino — Inter 1:1; Fiorentina — Udinese 2:1. Inter 16 10 5 1 31:14 25 Juventus 16 10 4 2 28:12 24 Fiorentina 16 9 6 1 22:11 24 Milan 16 8 5 3 34:17 21 Napoli 16 8 5 3 25:13 21 Roma 16 6 7 3 28:19 19 Sampdoria 16 7 4 5 22:18 18 Novara 16 5 6 5 17:17 16 Lazio 16 5 5 6 19:20 15 Bologna 16 5 5 6 20:21 15 Torino 16 3 7 6 16:24 13 Spal 16 3 6 7 18:28 12 Udinese 16 3 6 7 19:28 12 Triestina 16 4 4 8 18:28 12 Genoa 16 4 3 9 18:28 11 Atalanta 16 3 5 8 23:30 11 Palermo 16 5 1 10 18:34 11 Legnano 16 1 6 9 17:31 8 (Dal nostro corrispondente) Belgrado, gennaio — Mentre la neve se ne viene giù lentamente a coprire strade e piazze, agli sportivi non resta altro che ricantucciarsi nei club dii qualche società o, in qualche batr e dare la stura a quei lunghi discorsi che di solito non hanno mai fine e che sono propri di tutti gli1 sportovi di questo mondo. saltano allora fuori classifiche e valori, critiche e suggerimento e spesso si può vedere qualche tifoso del calcio che fa qualche passo tra i tavolini per indicare che contro l’Hajduk, Bobek, doveva tirare in quel modo per segnare il goal, mentre invece il pallone preferì andarsi 4P del primo tempo. Nella ripresa, i diavoli rossoneri si scatenavano <• passavano altre cinque volle: al 2' con Nordahl, al 3’ con Vicariotto, al 14’ Soerensen, al 24’ Liedholm su rigore ed al 41’ nuovamente con Soerensen. Iai Spai segnava Punico punto al 19’ con De Vito. Piota, l'ultra quarantenne condottiero del Novara, i riuscito pure questa volta a portare la propria squadra alla vittoria. Chi ne ha fatto la spese è stata la Triestina, che si è vista battuta da due reti punto irresistibili e discutibili, ma valide, nella ripresa. La prima rete nasceva su calcio d’angolo al 9', quando Janda e Piolo caricavano il portiere triestino. La palla sbatteva nella schiena di Janda e finiva in rete, fra la costernazione dei triestini. Il Novara raddoppiava il vantaggio al 36' con Piolo, che segnava, su rigore. Grande timor panico a Napoli, dove è locali sono riusciti ad aggiudicarsi la vittoria appena scaduto il tempo regolamentare e su rigore realizzato da Amedei. Il Napoli, dopo aver chiuso a reti inviolate il primo tempo, si portava in vantaggio al l(f della ripresa con Amedei, ma Frizzi riusceva a pareggiare, al 15’. Era Jeppson a segnare nuovamente al 20’, ma il Genova pareggiava per la seconda volta al 41’ con Corrente. Negli ultimi minuti arrembaggio alla porta genoano e rigore concesso dall’arbitro al 46’, che siglava così il risultato della partita. Regolare e prevista la vittoria della Roma su un Lagnano ormai quasi rassegnato olla retrocessione e del-l’Atalanta su urta Lazio fuori fase. A Genova dopo un elettrizzante incontra, parità fra Sampdoria e Bologna. a stampare sul palo laterale. Discansi lunghissimi, quindi. E si paria di questo e di quello, di Vq-kas e di Cajkowski, di Vlas c che è diventato, quest’anno il miglior sportivo jugoslavo par il 1953, dopo la sua vittoria nel singolo agli europei di canottaggio, di Polda che s’è ritirato dallo sport attivo, della fine del noto campione di lotta Manastirski E naturalmente, si parla anche di calcio. Pur essendo la stagione tramontata, il caldo regna ancora sovrano sulle bocche degli sportivi belgradesi. Ma non è Solo il calcio. Sembrava strano, ma anche un altro argomento detiene, assieme al caldo, il primato dei lunghi discorsi degli sportivi : la pallanuoto. Come — direte voi — la pallanuoto? E magari darete una guardatala alle strade colme di neve e del brividi correranno lungo il dorso, oppure con la mente alle calde giornate d'estate, quando, allora sì stava tranquillamente al mare o nella fresca corrente dei fiumi per levarsi di dosso tutto quel calore con il quale il sode si divertiva a soffocare la gerite. Ma ora, in questo rigido gennaio, parlare di pallanuoto? Vien proprio da rabbrividire. Eppure a Belgrado si parla molto di pallanuoto e nessuno trema di freddo al pensarci. E questo perchè alla fine di questo mese o all'inizio del prossimo la nazionale jugoslava dà pallanuoto se ne andrà in una sua lunga tournée che si potrarrà per oltre un mese e che vedrà i waterpoofflstt jugoslavi impegnato in Uruguay, Cile ed Argentina. S’era cominciato a parlare di questa tournée subito dopo le gare di Nime-ga, per il «Trofeo Italia» ed ora non solamente è stato tutto fissato e stabilito, ma già i pallanuotisti jugoslavi si sono trovato assieme nel loro primo allenamento collegiale a Spalato, dove rimarranno per una decina di giorni per riunirsi ancora prima della partenza a dare gii ultimi ritocchi alla preparazione ed alla tattica, specialmente. H «Trofeo Italia» venne istituito nel dopoguerra In sostotuzione della «Coppa Ungheria» che venne tenuta per l’ultima volta nel 1939 a Doetotach in Olanda, dove si affermò la Germania. Nel 1951 di «Trofeo Italia» venne disputato a Roma e a Napoli e terminò con la chiara vittoria dellTtalia (6 punto) davanti a Jugoslavia e Olanda (3 punti) e Svezia (0 punto). Poi venne l’anno delle Olimpiadi e nel 1953 si ebbe la replica del «Trofeo» a Nimega in O-landa. Parteciparono alla competizione: Belgio, Olanda, Ungheria, Spagna, Italia e Jugoslavia, vale a dire il fior fiore della pallanuoto europea. La squadra jugoslava era formata da Cartoni, Radonic, Staknila, Vuksanovič, Amsel, Jezic, Kovačič, Ivkovič, Sdljak, Franj kovic e Kacic. H primo 'incontro la Jugoslavia dovette disputarlo con l’Italia, squadra sconosciuta, anche per i giovani che aveva immesso nelle sue file. Una passeggiata : 5 : 3 per la Jugoslavia. Fu la vittoria che dette 11 «la» al più Clamoroso successo del torneo : Jugoslavia — Ungheria 6 : 5. Una partita da giganti. Gffl ungheresi avevano com neiato subito col portarsi in vantaggio per 2 :0. Ma poi gli jugoslavi avevano pareggiato. I magiari nuovamente risalirono la corrente e condussero per 4 a 3. Radonjič ancora una volta portò la gara in equilibrio. A questo punto gli ungheresi andarono ancora in vantaggio e tutti gli spettatori attesero il tremendo finale magiaro. Ma il finale non venne. Arrivò invece la riscossa jugoslava : 4 : 4. Una cannonata di quelle che solamente Curtini sa tirare, girandosi in acqua e facendo partire il pallone come una saetta, diede la vittoria agli jugoslavi. Fu questa partita del secalo e la più chiara affermazione sui magiari, che mai erano stati finora piegato dagli jugoslavi. H resto fu facile : 7 : 1 con la Spagna, 5 :4 con l’Olanda, 5 : 1 con il Belgio. Il primo posto in classifica era in tasca, davanti a Ungheria, Olanda, Spagna, Italia e Belgio nell’ordine. Di questa affermazione in Olanda si parla ancora, e molto in Jugoslavia. E si parla spec ialmente ora che la nazionale se ne andrà nel Sud America. E non sono pochi quelli che giurano che i baldi pallanuotisti jugoslavi non subiranno alcuna sconfitta. Il che è molto probabile. R. O. Nuova filiale della BOROVO“ La «Borovo», il grande complesso jugoslavo di calzature ed articoli di gomma, ha aperto ieri a Capodd-stria una sua ben fornita rivendita. L’avvenimento corona, con la sua buona riuscita, oltre due mesi di fatiche e di trattative del commercialista della «Borovo» Ivan Bobine, che ha dovuto superare notevoli dilfricoltà contingenti per offrire ai nostri consumatori un negozio dove il buon gusto e i prezzi di vera concorrenza costituiscono l’elemento predominante. Durante la semplice cerimonia d’apertura tenutasi nel centro delia Callegarla, affla presenza di rappresentanti. del Potere, e delle varie organizzazioni cittadine, il gestore della rivendita, Slavko Andiredcfli, ha mostrato tutta una seria di prodotti della «Borovo». La qualità e il prezzo fanno prevedere per il nuovo negozio lusinghieri successi. Lo parola è tuttavia al consumatore, che vorrà certamente rendersi conto di persona. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf, «JADRAN» Capodistrla Pubblicazione autorizzata 16 GIORNATA DEL CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO Fermata l'Inter a Torino Sconfitta della Triestina Senza scusanti gli alabardati ■ le prodezze di Piola IMPRESA PER IL COMMERCIO DEL PESCE Vende all’ ingrosso ed esporta pesce fresco e crostacei, pesce conservato e salato. Imporla motori marini, iutte le attrezzature peschereccie e motori a scoppio. SPALATO - SPLIT Telefoni : 30-45, 33-44 Telegrammi : «RIBA» - Spalato Casella postale N.o 17 C/’c Narodna Banka FNRJ Split N.o 538-T-202 99 Jedinstvo“ FABBRICA IMPIANTI PER L’INDUSTRIA ALIMENTARE E CHIMICA TVORNICA UREDJAJÄ ZA PREHRAMBENU I KEMIJSKU INDUSTRIJU Produce per l’industria alimentare attrezzature complete per la lavorazione della frutta e delle verdure, impastatrici ecc. ZAGREB-JANKOMIR JUGOSLAVIJA Proizvodi za prehrambenu industriju, kompletna postrojenja za preradu voća i povrća, gnječilice za tijesto i drugo.