Esce una volta per settimana il Sabbato. — Prezzo anticipato d'abbonamento annui fiorini 5. Semestre in proporzione.— L'abbonamento non va pagato ad nitriche alla Redazione. Notizie riguardo a Peroi. Neil' esame fatto del Ristretto Alfabetico di tutti li matrimonj che cominciano Canno ÌÙ59 composto dal benemerito Giovanni Dott. Tromba canonico-paroco di Dignano, e proseguito da lui e successori fino all' anno 1847, trovai nell'anno 1598 alla Lett.a B., e così pure in altre negli anni appresso, indicate famiglie di Peroi. Ciò m'indusse a ritenere che quel villaggio esistesse prima del traslato della Colonia di Montenegrini di rito greco, il quale nei Fasti Istriani p. 40 dicesi successo nell'anno 1650, e che fossero quegli anteriori abitanti tutti cattolici, tanto più che avevo udito nella mia adolescenza essere stato il molto reverendo don Antonio Fioranti fu Martino l'ultimo pievano di Peroi, contemporaneamente canonico onorario di Pedena, il quale morì nel febbraio 1804 già canonico di qucst'allora insigne collegiata di S. Biagio martire e vescovo di Sebaste. Tale reminiscenza mi portò a chiedere qualche notizia in proposito, e per avventura rimastale alla di lui famiglia, e l'egregio di lui nipote ex fratre signor Martino Fioranti fu Andrea mi favorì tutte le carte rinvenute, poche sì ma sufficienti a dare dei lumi. Prima di tutto in quelle osservo che il titolo di Pievano de' 57 e 1658 venne quella colonia ad abitare Peroi, mentre se fosse venuta nel 1650, non avrebbe abbisognato dopo 7 anni di soccorsi di biada, materiali per ricovero, e strumenti rurali. Ce lo conferma altra lettera del Capitano di Raspo al Ser.ma Principe datata Pinguen'e li 26 Marzo 1677, in cui nelle prime linee sta scritto: "Gl'abitanti „novi della Villa di Peroi venuti volonlnrj 19 anni sono „dal Paese Ottomano a f, Sette 1677 in l'regadi ut Cap di Raspo, come da copia tratta dal Reg.o Mar. N. 135 Cle 157 e firmato Anzolo M.Giacomazzi No.it P.de fu ordinato far che continuino a goder ne g l'Officj divini l'assistenza dell'Of/iciator di S. Nicolò dei Greci in adempimento . . . del Decreto del Senato 5 Ottobre 1658 . . . . che così in tale riguardo si esprime: " Quanto poi alla chiesa Greca non intendemo far altra novità ma che si servano di quello di Pola 9 Miglia distante. „ In altra copia di Decreto datato adì 2 Ottobrel677 in pregadi al Cap. di Raspo tratto dal lleg.o Mar. N. 135 C.te 16i), e firmato Anzolo M. Giacomazzi NB. Leggesi che u coi motivi di riccorsi fattici da nuovi Hab-bitanti della Villa di Peroi da loro interpretati in sensi contrarij alla nostra intenzione diano materia di tentar delle novità, et eccedere quello fu stabilito l'anno 1658 che si dovessero servir detti nuovi abitanti nelle fonzioni ecclesiastiche della sola chiesa di S. Nicolò di Pola . . . coli'incaricarvi a invigilare ch'esso Decreto 1658 non sia in alcuna parte esteso et ampliato, ma abbia la dovuta pontual esecuzione che così conviene per ogni riguardo, et è rissoluta Pub.ca volontà. „ Su di che, da copia di Proclama datato Dignano 24 Ott.bre 1677, e firmato Zuanne Corner Capitanio di Raspo G. D., rilevasi che con questo venne prescritta l'osservanza delle precitate Sovrane risoluzioni 5 Ott.bre 1658 e 18 7.bre p. p. già espressamente dichiarati con altro 2 corr. intorno l'amministrazione di tutti li Divini officij dovuta dal Rev.do Curato della Chiesa di S. Nicolò di Pola. . . . Risulta da tutto ciò che, il Sommo imperante, nell'alto di usare ogni facilità possibile verso li nuovi abitanti di Peroi, segnava i limiti e i doveri delle due chiese latina e greca, 'èd a questa stabiliva sempre matrice ed unica la chiesa di S. Nicolò di Pola senza concessione di altro in Peroi. Ritener devesi che a tali Sovrane determinazioni piegassero ambo le parti per più di un secolo, mentre da copia di scrittura presentata da Valentino Marchetti Avv.to veneto. Die 16. Decima Sexta 7.bre / 790, ed estratta ex Phijl/ia scripturarum exc.mi Cons.lij de 40 C. Novo colla firma t'ranciscus Nympha coad.r rilevasi che: ..." Hanno bensì tentato li Nuovi ospiti col favore del numero accresciuto, e della loro prevalenza alli naturali Abitanti di Rito Latino di provedere alla loro spiritualità nuovi assistenti ecclesiastici in modi anche informi, e contrarj alle sanzioni Sovrane introdotti, e d'in-coare col mezzo di essi alcune spirituali oflìziature nella Villa di Peroi non già in chiesa, mentre ivi alcuna non ne aveano né mai ne hanno avuta del loro Rito, ma sotto una Loggia, di aprire nella villa stessa in luogo appartato la Tumulazione dei loro d-fonti, di allontanare dall' adempimento de' spirituali doveri li loro servi di Rito Ialino, e pirano di sedurli col. mezzo dei matrimonj al cambiamento del Rito,; ma conosciuto d'eccesso di tanti arbitrj dalla pubblica sapienza quando appunto essi ebbero' a ricorrere per autorizzarne una parte, fu colli aurei Sovrani Decreti dell'ecc.moSenato5Dic.bre 1771, e 28 9.brel772 fermamente circoscritta tutta 1' offiziatura Greca nella sola chiesa di S. Nicolò di Pola, di cui quelli di tal Rito domiciliati in Peroi sono un'appendice, e permesèó al Iorb Greco Sacerdote l'accesso in Peroi unicamente per l'istruzione privata de giovanetti, e per l'assistenza degli infermi, non mai per l'esercizio di alcuna spirituale offi-ziatura con concorso di popolo, e molto meno con uso di Parochiali insegne, e permessa altresì ad arbitrio dei parenti la tumulazione de' loro cadaveri, o nella chiesa suddetta di S. Nicolò, o nel cimiterio di Peroi a tutti quelli abitanti comune, e salvo sempre in ambedue li casi le onoranze a Parroco Latino, l'esecuzione de' quali Decreti fu dalla Sovrana Podestà raccomandata all' ecc.ma Carica di Raspo. " Ad onta di così giuste e solenni sanzioni sovrane colti da' Greci di Peroi l'abbandono in cui trovavasi l'antica chiesa latina parocchiale di S. Stefano in parte anche caduta, trasferita già molti anni la parocchiale residenza nell'altra di S. Girolamo, 1' absenza del pievano, e l'indolenza del vicario sostituito, che a vista delle successe novità ha rinunziato al suo officio, hanno all'improvviso, e con notturno lavoro ristaurala l'antica latina, ed abbandonata la chiesa parocchiale di S. Stefano, e ridottala alle forme proprie del loro rito ne hanno aperto nella stessa il pubblico esercizio colla traslazione in detta chiesa della residenza del sacerdote, per essi destinato, sebbene dalla sovrana potestà unicamente permessa nella chiesa di S. Nicolò di Pola, e non senza inteligenza di quell'archimandrita ehe di tratto in tratto vi si fa vedere coli' insegne spiegate della sua dignità, operazioni tutte con quanto ardire eseguile, in aperta contravenzione, ed olTesa, delli espressi sovrani comandi del Principato, con altrettanta impudenza pretese sostenersi col ricorso praticato all'autorità dell'ecc.ma stola avvogaresca, e colli falacissimi convinti pretesti, che vi si vedono allegati, esaudito nelle sempre venerate lettere dell'ecc.mo signor Avvogador Pisani 15 marzo 1788. "Affidata la custodia deJparocchiali diritti in Peroi al rev. Don Pasquale Manzin canonico, e vicario foraneo della collegiata di Adignano fedele ed osequioso egli del pari alli doveri del sacro suo officio, ed alli sovrani voleri dell' augusto suo Principe . . . delle avvogaresche predette, ha interposta . . . l'appell.ne, e con ferma riverente fiducia di vedere da voti sovrani repressa, e corretta l'offesa de'parocchiali diritti, e l'inobbedienza alle leggi del Principato . . . implora come plebanale vicario di Peroi, in confronto delle famiglie di rito greco domiciliate in detta villa, delle lettere dell' ecc.mo Avvogador Pisani 15 marzo 1788 amplissimo Spazzo di Taglio per l'effetto che repristinata al Rito Latino,ed alla parocchial potestà 1' antica usurpata chiesa di S. Stefano, e restituito il loro greco sacerdote, alla sua residenza di S. Nicolò di Pola, abbia ha cessare in detta chiesa di S. Stefano, ogni e qualunque esercizio di rito greco, e la separata indipendente tumulazione, e tutto sia rimesso, e circoscritto in conformità di quanto fu nei sovrani decreti 5 Dicembre 1771, e 28 Novembre 1772 sopra ennunziati espressamente e dettagliatamente Comandato, e non altrimenti. Salvi ecc. " Proponendo quanto al fatto la giustificazione dei seguenti Capitoli: "Primo. Che 1' antica chiesa di S. Stefano era per comune tradizione la residenza della Parrochia di Peroi, è certamente di Rito Latino, e molto dopo la traslazione della Parrochia nell'altro di S. Girolamo, restò infine abbandonata del tutto, e cadutone il coperto, era incapace di officiatura; ma tuttavia ne era costudita la chiave a disposizione del Piovano di Peroi, e del Vicario plebanale dalli Gastaldi della vicina Villa di Fasana. "Secondo. Che nel principio dell'anno 1788 fu all' improviso rimesso da Greci abitanti in Peroi il coperto di detta chiesa, e quella dipoi ridotta alle forme di Rito Greco vi fu aperta sin dal mese di Marzo dell'anno sudetto, e tuttavia vi si continua publica officiatura di detto Rilo, colla traslazione in essa del Reverend.mo Don Samuel Jova sacerdote Greco, prima residente, come 2.do officiatore, nella chiesa di S. Nicolò di Pola, colla celebrazione della Messa, officiature publiche dei Mattutini, e Vesperi, Prestazioni de'Sacramentali e Tumulazione, e con uso pienissimo d'insegne parrochiali, e con ogni altra Funzione solenne, e tutto con l'inteligenza del Parroco Greco di S. Nicolò di Pola, che si denomina col titolo specioso di archimandrita ecc.„ Altre carte non ebbi a vedere in tale riguardo, e perciò mi ristringo a dire: Che non si conosce l'esito della questione, ma che in fatto, nato io nel 1792, sempre ini ricordo ad uso dei Greci quella chiesa di S. Stefano, la quale era prima "dei Cattolici; e nella quale tenevano essi le loro funzioni; Che udii sempre a dire, e li vidi più volte, trasferirsi quei villici in Pola alla Chiesa di S. Nicolò nelle solennità maggiori, e mi pare anco trasportare i loro cadaveri per la tumulazione nel cimitero di quella, sicché l'altra di Peroi era considerata quale Cappellata, od e-spositura, come ora direbbesi; Che però nei primi giorni del 1813 assisti! ad un battesimo, secondo il loro rito, nella chiesa di Peroi; Che successivamente abbandonata, riguardo al culto, quella di Pola, forse per deficienza di Sacerdoti e di Greci nella detta Città, quella di Peroi divenne Parocchiale con residenza di apposito Paroco nella persona dell' attuale Don Pietro Marichievich ; Che, come dissi, dopo la mo^te del Pievano Fioranti, non trovandosi aver più famig'ia alcuna di cattolici in Peroi, fu abbandonata pure 1' altra chiesa di San Girolamo indi occupata, come quella di Santo Stefano, dai Greci, ed usata per stalla, la quale chiesa esiste tuttora al termine del Villaggio in Ponente, ed a mano dritta sulla strada che conduce al mare; Che da brani di Registri Paroc hiali, dei nati il quale principia adi 9 Dicembre 1770, e finisce adì primo Novembre 1794, rilevansi battezzati 13 individui di tre famiglie di quella Parocchia e tra questi 8 di un solo matrimonio; dei morti, il quale principia adì 7 Luglio 1771 e finisce adì 2 Novembre 17 94, rilevasi morti 17 individui, e tra questi 7 forestieri; e da quello dei ma- Irimoni che principia adì 9 Agosto 1775 e finisce adi Hit Giugno 17 9 a, se ne rilevano seguiti 5, e tra questi due di forestieri con donne di quella Parecchia; Che in questi brani dei nati e dei morti figurano Pievani, dal 1770 al 1779. Don Giacomo Tof-fetti, di qui indi Canonico di Pola, />. Simon Bicicli dal 1779 al 1788, e dal 1794 al 1796. D. Antonio Fioranti, ed economo o vicario parrocchiale 1). Domenico Vivifico Giachin solo li 23 Maggio 1790. Questo sembra quel Vicario che ... ha rinunziato ni suo officio, come vedesi nella suriportata copia 16 Settembre 1790, in di cui vece vedesi nella stessa affidata la custodia de' Pan cchia'i diritti in Peroi al Hever.mo D.n Pasquale Manzini. . . Che le parole Peroi deserta e disabitata espresse nell'Investitura 26 Novembre 1657, non possono intendersi alla lettera, mentre (oltre quanto vedrassi in appresso) si vedono nei Registri Parocchiali dei matrimonj di Dignano indicate famiglie di Peroi nell'anno 1598 ed in seguito, e per ciò più di mezzo secolo prima che segua la investitura, e nei brani succitati se ne vede alcuno colà esistente fino all'ultimo lustro del passato secolo, e quindi uno e quattro lustri dopo di quello. Aggiungo in fine che nel Registro più detto di Dignano, trovo alla lettera D. sposato Dracovich Nicolò q.m Zuanne da Peroi abitante in Pola vedovo con Collarina Licini q.m Andrea da Dignano 26 novembre 1754 di rito Greco non unito, quello sposò una cattolica in tempo nel quale i pregiudizi regnavano più che adesso. In un vecchio scartafaccio trovai (riguardo a Peroi) N. 17 investiture di beni posti nella Contrada di Peroi fatte da Nicolò Salamon Proveditor nell' Istria datato Dignano in diverse giornate del mese di Agosto 1687. Seguono l'investiture : Tutte queste contengono la dimensione in campi, e la confinazione, e sono firmate Nicolò Salamon prov. in Istria, Jacobus Ani. Zonca sec.s. Questo Zonca però, se anche era della famiglia di Bergamo, donde quelle di Dignano traggono origine, non era però di queste, le quali si trapiantarono qui cento e più anni in appresso. Ecco perchè nel fine della investitura 1657, cioè dopo 70 anni, scorgesi licenziato et liberato ai vecchi abitanti ..... tutti li Beni, che in detta conlruda si attrovano agi' infrascritti .... Anche in uno scartafaccio che sembra registro di cancellarla del Proveditor di Pola, trovasi:, .-o-r- « Die 26 Aprilis 1586 C Cu. ,!<,■< •'. " D.a Giat.a Tromba da Dignano a ihn. <■ " Zuane Robbafossa: da Peroi. : n '.'■> Die d.o ! ') ' •• vii " Il Clar.mo Sig. Prov. udite le parti in contrad.o giuditio, ha terminato che delli terreni toltili da Napolitani, e altri novi habitanti, il p.o Juane non si ibligato pagar livello alt.o alla sopradetta D.a Giat.a „ Chi fossero questi Napolitani si vedrà in seguito, ma circa al 1">86 vi erano novi habitanti. Dunque Peroi esisteva prima della colonia Greca Montenegrina. ' E nello stesso scartafaccio si trova: " Adì 19 Aprile 1589. " Ad inst.a de M.r Ant.o Antonello, M.r Biasio Tromba, et consorti interessati nelli terreni di Peroi concessi alla .... Nation Napolitana riferì Zuane Marcaro-gni vice capo hauer personalmente citato il Sig. Marco Vernin come capo di essa Nation.....„ E questa era della Morea, giacché nello stesso scartafaccio vidi di Napoli di Kom mia, e siccome i più saranno stati di quel luogo, così furono detti tutti Napoli-tini o Nation Napolitana. Nè, se le storie non combinassero coi fatti, sarebbe errore di crederli venuti dal Regno di Napoli Italiano, giacché appunto per la origi-narietà degli abitanti, una porzione di quello vien detta Magna Grecia. Nello stesso scartafaccio trovansi anco precisamente indicati : « Die 7 Januarii 1585 * Zuane Robafossa da Peroi idem " Zuane Desteppa da doi Castelli Meriga di Peroi . . . . Die 14 dicti " And.a Ferran da Peroi .... " Die 14 Januarii 1586. a Zuane de Cia Aghinia da Peroi.... « Die 11 Luglio 1586. " Luca Spanicchio da Peroi. « Dia 9 Augusti 1586. " Giovanni Mandrino Greco personaliter. " A Jure Roscovicchio da Peroi .... " Die Sabb. 23 S.bris 1589. " Luca Battifava de Peroi. " Jure Baucovich da Peroi ...» (che forse può essere il sopranotato Roscovicchio meglio o peggio, scritto, o da me letto. Abbiamo dunque sette nomi di famiglia di Peroi negli anni 1585-86-89, senza quelli che scorgonsi nel Registro Parocchiale dei matrimoni di Dignano, ed altri tuttora ignoti. Se vuoisi dunque stare alla lettera della investitura 1657, data circa 60 anni in appresso, convien credere che da causa gravissima Peroi sia rimasta deserta e disabitata. Quella Cia Aghinia mi fa ridere, come altra che trovasi nelle investiture 1585 detta Cia Marolla. Reputo che questi siano nomi propri, anziché di famiglia ossia cognomi. Aqhinia sia Iginia, o Virginia. Mar olla poi sia Maria in diminutivo. Ecco come del secondo. Nel dialetto di Dignano Maria in diminutivo è detta Mnruzzola, e per ciò, o questa in abbreviatura così sia stata scritta senza soprapporvi il segno co che allora usavasi nelle scritture, od allora pure così effettivamente anche si dicesse Maria. La parola Cia ritengo che sia qualificazione della persona nominata. Siccome nel dialetto Dignanese dicesi Zia colla Z aspra, alla Zia in italiano che pronunciasi colla Z dolce, e questo titolo può darsi, e viene dato, quasi per onore anche a donna nubile di età maggiore a quella che in tal modo 1' appella, cosi queste due donne, o nubili o vedove, comunemente saranno, state dette, ed il buon Cancelliere volendo scansare l'idiotismo, scrisse Cia anziché Zia. Giov. Andrea dalla Zonca.