ANNALES • Ser. hist, socio*. ■ 9 • 1999 2 (18) lavoro specialistko UDC929 Bubnič A.:930.25 ricevuto: 1998-09-28 343.819.5(450.361 Trieste)(093) 930.25:681.3 LO SCHEDARIO VIRTUALE. BOZZA DI PROGETTO PER LA INVENTARIAZIONE ANALITICA INFORMATIZZATA DEL FONDO BUBNIČ Darío TOMASELLA IT-34100 Trieste, Piazza A. Nortis, 7 SINTESI II lavoro presenta la bozza di un progetlo per (a inventariazione analítica informatizzata di un archivio prívato di persona física, il cosiddetto "fondo Bubníe", conservato presso la Biblioteca Nazionale Slovena - Sezione di Storia -di Trieste. Tale presentazione si articola in piu partí collegate tra loro: una biografía dell'uomo, un quadro del la situazione storica delta regione Friuli - Venezía Giulia nel periodo 1943-45, un'analisi di tipo archivistico del fondo stesso, la proposta di un método di inventariazione analítica informatizzata, ed infine la contestualizzazione di questo progetto nel piú ampio quadro del dibattíto storíografico attuale. Parale chiave: Albin Bubni¿, Biblioteca Nazionale Slovena di Trieste - Sezione di Storia, Risiera di San Sabba, olocausto, archivistica, informática VIRTUAL INDEX FILE. DRAFT OF A PROJECT FOR AN ANALYTICAL INVENTORY MAK1NG OF THE BUBNIC ARCHIVE ABSTRACT The article presents a draft of the project for an analytical inventory making of a private collection or the so-called Bubnic archive kept by the Slovene National Library (Section of History) in Trieste. The presentation encloses a number of interlinked parts: biography of the archive's owner, historical framework of the Friuh'-Giulia region from 1943 to 1945, a thorough analysis of the archive, a proposed method for an analytical inventory of the archive, and a suitable emplacement of the project into a broader framework of the contemporary historiographical debates. Key words: Albin Bubnic, Slovene National Library in Trieste - Section of History, Risiera di San Sabba, holocaust, archivistics, informatics ... lo schedario sará il peculio del suo appassioriato lavoro (Ciceri, 1980, 25). INTRODUZIONE Questo progetto riguarda ('inventariazione analítica informatizzata di un archivio privato di persona física, formatosi non per produzione diretta di documenti, il qtiale attraverso la loro racčolta da parte di Albín Bubnič, il qtiale é stato per lungKi 3nni redattore de! quotídiano triestino ¡n lingua slovena Primorski Dnevnik. Nella sua carriera, Bubnic si e occüpato di molti argomenti di studio ed ha svolto sváriaté irichieste, ma il suo ínteresse principale é sempre andato alie vícende accadute a tutte quelle persone che, sia come vittíme che come aguzzini, sono passate attraverso lo "Stabili- 443 ANNALES • Ser. hist. soriol. • 9 - 1999 - 2 (18) Darío TOMASCUA; LO SCHEDARIO VI RT UAL E ..., 443-450 mentó per la Piiatura del Riso" di Trieste, tristemente noto come la "Risiera di San Sabba", único caso di lager nazista in Italia. II presente Javoro si articola in piü partí: ín-nanzittutto, si abbozza una biografía dell'uomo che ha posto in essere l'archivio che ¡ntendiamo ordinäre e inventariare; successivamente, viene dato un quadro della situazione storíca della regione Friuíi - Venezia Giulia nel periodo 1943-45 per contestualizzare ¡a creazione di un campo di concentramento nazista proprio a Trieste; quindi, l'analísi del fondo viene affrontata da un punto di vista archivistico, sia per giustificare il rico-noscímento del suo status di "archivio", sia per verificare come possa essere ordinato nonostante la particolarita del vincolo naturale; il passo immediatamente succes-sivo é quello di proporre un método di inventariazione analítica informatizzata, sia dal punto di vista della costruzione della scheda per la raccoíta deí dati, sia giustíficando le nostre scelte da un punto di vista com-putazionale; infine, neíle conciusioni, viene preséntala la contestualizzazione di questo progetto nel piü ampio quadro del dibattito storiografico 3ttuale e di come esso vi possa proficuamente incidere. ALBÍN BUBNIC: (...) UNA VITTJMA CHE VORREBBE CH1EDERE "PERCHÉ" ALL'AGUZZINO La vita di Albin ßubnic puo essere divisa in due fasi ben distinte: prima e dopo il 2 marzo 1943. In questa data iníatti, egíi viene arrestato daglí agenti dei-l'lspettorato Speciale della Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia per atlivitä política antifascista e portato al Penítenziario Circondariarle del Coroneo di Trieste. Dopo otto giorni viene trasferito al confino político presso ¡I "Campo per internati cívili ín guerra" a Cairo Montenotte, in provincia di Savona. Alia svolta degli eventi militari conseguente all'armistizío dell'8 setiembre 1943, é consegnato alle SS e da queste inviato a Mauthausen prima e a Gusen e Wells poi. Viene liberato il 15 maggio del 1945, in precarie condízioni di salute. Nel frattempo, tre suoi fratelli muoiono nelle file partígiane: Sílvestro, Luigi e Agostino-Lorenzo. Della sua vita precedente al 2 marzo non sí sa molto, o forse non c'é molto da diré. Era nato da Viktor e Ivanka Tomaiie il 7 settembre 1915 a Pregarje (Brkini, oggi in Slovenia), alie pendici del Monte Nevoso, nella stessa zona dove i nazísti dovevano conoscere la loro ultima e decisiva sconfítta nel maggio del 1945. Fece le scuole elementan nello stesso paese, tra il 1922 e il 1927, e successivamente il liceo classíco (ginnasio) in seminario a Capodistria fino al 1935, quando é costretto a lasciare la scuola per malattia. Prenderá il diploma magistrale come privatista nel 1940 a Trieste. Tra il 1940 e il 1942 fa il supplente elementare in alcuní paesi della zona: Materija, Tatre, Muñe, HruStca. Dal 1945 al 1947 é preside a Capodistria. In quello stesso anno abbandona la carriers scolastica e inizia a lavorare ai settimanale agricolo Delavski Kmečko Enotnosti e dal 1948 diventa redattore del Primorski dnevnik. Nel 1950 inizia a raccogliere il materiale che, neJ 1975, per-metterà al pubblico ministère dott. Serbo, come da lui stesso espres sámente riconosciuto, di istruire presso il Tribunale Civile di Trieste il processo denomínate "Allers e altri" contro gli aguzzini nazisti dell'Einsatz-kommando Aktion Reinhard e i collaborazionisti italiani coinvolti nei tristi fatti délia Risiera. Dirigente dell'ANED, ha ricevuto prestigiosi premi giornalistfci, sia in Slovenia che in Italia: i! "Nagrada Toneta Tomšiča", il piu importante premio giornalistico síoveno, e il "Vita di Cronista", dell'Unione Cronístí Italiani e del comune di Senigallia (Ancona). Il 22 aprile 1978 gli viene consegnato, dal sindaco Spaccini, i! "Sigillo Trecentesco d'oro" del comune di Trieste per il lavoro svoíto nella ricostruzione deíle vicende della Risiera. Si spegne solo due mesi dopo, il 25 giugno de! 1978, dopo aver visto concluso il processo della Risiera con la condanna degli imputati. Condanna solo simbólica, in quanto J'urtico che risultasse ancora vivo era Joseph Oberhauser, birraio a Monaco, e non era stato possibiie otteneme l'estradizione. La sentenza de) giudice Maltese peró creava un precedente, in quanto poneva una netta distinzione tra reati militari e reati comuni com-messi in tempo di guerra, precedente di cui, a nostro modesto avviso, non si è tenuto debito contó neí-l'istruzione del processo contro il colonneílo Erich Prt-ebke ed il maggiore Karl Hass per i fatti di via Rasella a Roma, culminati con il massacro delle Fosse Ardeatine, Definito da Candido Bonvicini ^equivalente italiano di Simon Wiesenthal", con il vero Simon Wiesentha! si è incontrato almeno due volte ed è sempre rimaste in contatto epistolare. Ha collaborato a varie iniziative culturali, tra le quali si possono ricordare: la tras-mlssione televisiva AZ dedicata ai fatti della Risiera; la collaborazione al libro di Ferruccio Folkel, La Risiera di San Sabba. Trieste e il Litorale Adriático durante l'oc-cupazione nazista; la stesura del copione deli'opera teatrale, nella forma di dramma-testimonianza, Risiera, rappresentata nel 1975 al Teatro Stabile Sloveno (Kulturni Dom) di Trieste, nel trentennale della liberazione, e poi diffuso televisivamente e radiofónicamente sia in Italia che in jugosiavia, LA PROSPETTIVA STORICA L'occupazione tedesca del Fjuli Venezia Giulia e dell'istria iniziô il giorno 3 settembre 1943 e duro per 20 mesi, fino al 7 maggio 1945. Essa porto alia co-stituzione della Zona d'operazioni del Litorale Adriático (Operationszone Adriatisches Künstenland), i cui confini erano geográficamente delimitati a nord dalle Alpi, a sud dall'Adriatico, ad ovest dal Livenza e dal Ta- 444 ANNALES • Ser. hist. soriol. • 9 - 1999 - 2 (18) Dario TOMASRLA: lO SCHEDARiO VIRTUAIE .-., 443-450 gliamento, ad est dalla Sava; essa comprendeva le province di Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana. I! territorio venne direttamente amministrato dal Reich, in quanto era considéralo parte integrante della Germania (anschluss) e non piü Stato italiano o jugoslavo. II primo di ottobre del 1943 vi venne in-sediato di un governo civile di occupazione, guidato dalPalto commissario" (Gauleiter) Alois Friedrich Rainer, con il compito di "germanizare" la regione, come era stato fatto in Polonia, in Cecoslovacchia e nella Russia occupata. L'Alto comando di SS e Polizia ed i! suo apparato burocrático erano agli ordini dell'alto ufficiale delle SS Odilo Lotario Globocnik, triestino di nascita. Agli ordini di quest'ultimo erano, sia le tradizionali unita tedesche, sia altri corpi organizzati su diversa base étnica, per So piü croati (ustaScia) e ucraini (cosacchi), ma anche italiani (mtlízíe civiche e di difesa territoriale) e sloveni (domobranci), seguendo in ció ia tradízíonale política amministrativo-militare dell'ex Impero Austro-Ungaríco, volta a contrapporre tra loro le diverse nazionalitä comprese nel territorio. Inoltre, era passato direttamente alie dípendenze naziste anche l'lspettorato Speciale di Pubblica Stcurezza per la Venezia Giulia, con sede a "Villa Triste" in Trieste, comandato dall'íspettore generale di P.S. Giuseppe Gueü, ai cuí ordini si trovava anche il commissario Gaetano Collottí, il tristemente noto capo deíla famigerata "banda Collottí". Delfino di Himmler, Globocnik era a capo anche dello Einsatzkommando Aktion Reinhard, dal nome di Reinhard Heydrích. Gli Einsatzkommando, o Einsatzgruppen, erano gruppi speciali dipendenti dall'RSHA, Ufficio centrale della polizia di sicurezza dei Reich, e destinati alfa paeifieazione dietro le linee e aila lotta antípartígíana. L'Aktion Reinhard invece, era quanto rimaneva del gruppo originario di 400 persone che die-dero il via al Programma di Eutanasia (Gnadentot o "morte per grazia"), l'uccisíone di mínorati mentalí e fisici, crtminali incallití, etc.; glí altri uomini infatti, erano stati scartati, in quanto ritenuti non adatti a portare avanti il programma quando questo informalmente si trasformO, tra il dicembre 1941 e il gennaio 1942, nella Soluzione Finale. Originariamente tale programma ave-va come nome in códice la sigla °T4", in quanto ¡ suoi uffíci sí trovavano al n. 4 dt Tíergartenstrasse, a Berlino. Lo staff di questo gruppo comprendeva Christian Wirth (¡spettore di Hartheim, Sobibor, Belsec, Treblinka), Franz Stangl (il boia di Treblinka), Ernest Lerch (stragi di Majdanek e Lublino), Dietrich Allers (organizzatore della Gnadentot), Gottlieb Hering, loseph Oberhauser, Rolf Günther (sostituto di Adolf Eichmann), Georg Michaisen (Belsen, Treblinka, Majdanek), Otto Stadie, Fritz Kocewski, Arthur Dachsei, Lorenz Hachenholt, Razenko, Gerard Schneider, etc. per un totale di 92 o "specialistí" (le fonti non sonoconcordi in mérito). Sotto la loro giurisdizione si trovava anche la Risiera La fam/glia Bubnič ai completo, in occasione della prima comunione della fíglia. Da sinistra, in prima fila: Danica, Ivanka Tomažič, Viktor e Silvester; dietro: fože, Avguštin, Albin e Alojz (BNSS Trieste). Družina Bubnič ob hčerkinem prvem obhajilu. Z leve, V prvi vrsti: Danica, Ivanka Tomažič, Viktor in Silvester, zadaj: Jože, Avguštin, Albin in Alojz (NŠK Trst). di San Sabba di Trieste, campo di concentramento (Konzentrationslager) e campo di detenzione di polizia (Polizeihaftlager), ma non propriamente campo di ster-mínío (Vernichtungslager). Questi ultimi infatti, erano cosa profondamente diversa daí campi di concentramento, i quali propriamente sevivano a concentrare forza lavoro da usare a livelío schíavístíco. Di campi di stermínio ne furono costruiti solo quattro; Chelmno, Belsec, Sobibor e Treblinka, piü Bírkenau, la sezíone di stermínio del campo di concentramento di Auschwitz, e nessuno di essí funzionó per piü di diciassette mesí, dopodiché, venivano letteraimente cancellati, come non fossero mai esístiti. L.a differenza fondamentale tra i due tipi di campo era che ín quellí di concentramento c'era, sebbene piccolíssirna, una possibílitá di salvarsi; nei campi di stermínio questa non c'era assolutamente. L'ultímo di questi campi, Treblinka, fu distrutto nel 1943 con l'abbandono da parte di Hitler del Programma di Eutanasia, Su quasi due mílioni e mezzo di persone sterminate, alia fine della guerra sí contarono solo 82 sopravvissuti, tutti facentí parte della forza lavoro ebrea ímpiegata ín questi campi. Costruíto nel 1913 nel rione di San Sabba a Trieste, i'ex Stabilimento per la Pilatura del Riso comprendeva anche un essicatoia dotato di un'alta cimíniera. Tale struttura venne utílizzata per l'elíminazione delle salme dei detenuti politici e dei partigiani mortí sotto tortura: in loco, nelle carcerí del Coroneo o a Villa Triste. Nel marzo dei 1944 l'essícatoio fu trasformato in fomo crematorio, capace di brucíare 50-70 corpi al giorno, secondo il progetto di Erwin Lambert, "esperto" del settore, in quanto ne aveva gia costruiti altri nei campi di stermínio ín Polonia, ¡n Rísíera non furono , mai 445 ANNALES Ser. hist. sociol. -9-1999-2 {1») Darío TOMASELLA: LO SCHEDARiO VIRTUAIE .... 443-450 costruíte deüe vere e proprie "cameie a gas", come a Treblinka o Sobibor; i sistemi di uccisione erano: gas-sazione in automezzi appositamente modificati, fuci-lazione, colpo di mazza alla nuca. Si stima che vi furono uccise îra le tremila e ie cinquemiJa persone e almeno aftre venîimifa furono smistate presso altri cam-pi, di lavoro o di concentramento (Auschwitz, Dachau, Mauthausen). Forno e ciminiera furono distrutti con la dinamite nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945 dai tedeschi in fuga. LA PROSPETTIVA ARCH1 VISTiCA Il fondo archivistico BubniC si trova attualmente preso la Biblioteca Nazionale Sloveria » Sezione di Storia - di Trieste. Esso físicamente consta di trentuno buste di cartone, legate con fettuccia, contenenti tutte le carte accumulate da Albin BubniC in ventotto anni di ricerche. II materiale archivistico presente è costituito da scritture, atti e documenti, alcuni in originale e molti altri in fotocopia, provenienti sia da fondi privati (dei familiari degli scomparsi) che da biblioteche o archivi pubblici (Lubiana, Belgrado, Berlino, Vienna, etc). Sono ínoltre presentí copie dei verbali del processo denomínalo "Allers et altri", celebrato tra il 1975 e il 1976 presso il Tribunale Civile di Trieste, copia délia sentenza del giudice Maltese, delle requisitorie degli avvocati, ¡nfine fotocopia di quelia parte dei diari di Diego de Enriquez che riportano le trascrizioni dei graffiti sui mûri délia Risiera. Non sempre è pero posslbile risalire agli originali delle copie folostatiche, in quanto in molti casi queste non riportano alcun riferimento alla loro fonte. Di moite carte ínoltre, esistono più fotocopie fatte su diversi tipí di carta chimica. Le persone che a vario titolo (aguzzini, colla-borazionisti, vittime, semplici dipendenti o liberatori) sono passate per la Risiera erano di diverse nazionalità (italiana, tedesca, slovena, croata, serba, inglese, americana, tráncese) e ognuna di esse ha lasciato delle tracce nella propria lingua d'origine, tracce che sono state fedelmente raccolte dal giornalista del Primorski Dnevnik; di conseguenza, all'interno del fondo esitono carte scritte in moite lingue diverse e spesso si trovano anche le relative traduzioni, principalmente dallo slo-veno in italiano. II fondo, formatosi per rispondere alie esigenze di lavoro di Bubníc, è disordinato e non presenta altra traccia di ordínamento se non quella per nuclei tematici, datagli da chi ha prelevato le carte dall'uffício di Bubnií, nella sede del quotídiano, per portarle alia Biblioteca ed inserirle nelle buste. Tali nuclei sono stati creati a posteriori artificialmente e se, da una parte, permettono comunque di avere un'idea della perso-nalità di BubniC e dei suoi percorsí cultural) e ín-tellettualí, dall'altra essi presentano il problema di es-sere di difficile ricerca specifica a livello di singolo documento, in quanto non esíste un ¡oro inventarío analítico, ma solamente degli approssimativi inventar! di consistenza delle singóle buste, delle quali resta da verificare la effettíva corrispondenza agli atti. Da! punto di vista strettamente archivistico, il problema príncipale é dato dal fatto che io studío di archivi privati di persona fisica é un fenomeno eminentemente legato ail'epoca contemporánea e quindi su di esso esíste pochissima riflessione teórica. Per quanto riguarda gli archivi privati, famíglíarí o domesticí, sebbene l'interesse nei loro confronti sia relativamente recente (da Francesco Bonainí e la sua scuoJa in poi), si puó contare su una seppur non moho folta bibliografía. Per quanto riguarda gii archivi privati di persona fisica ínvece, a nostra conoscenza, esistono solo due artícoií che affrontino, esplicitamente a livello teorico, l'argo-mento del loro riordino e della loro inventariazione, quellí di Elisabetta Insabato e di Antonio Romiti, pub-blicatí entrambi sullo stesso numero di Studi Medieval! (serie 3a, XXXIII, fase, it, 1992). Tali artícoli mettono ín luce il fatto che la realtá "archivio" non si configura solo in relazione alia presenza del vincolo naturale (archivio proprio), ma viene caratterizzata anche dalle meto-dologíe formative, le quali sono sintomo della presenza di un vincolo voiontario e quindi si puó parlare di archivio improprio. II nostro progetto di lavoro si ariscóla su tre punti principal!: 1. stesura di una particolareggiata bíografia del-l'uomo Bubnic, basata anche su ínterviste a persone che l'hanno conoscíuto (fontí oraii); 2. un míglior ordinamento delle carte per nuclei tematici; 3. costruzione dell'inventarío analítico del fondo, attraverso una schedatura ínformatizzata che possa co-stituíre una mappa di questo territorio, la piü dettagliata possibile. Quest'ultimo punto si basa suil'istruzione di una scheda di raccolta datí artícoiata e completa, che per-metta, in un secondo momento, una indiciz2azione dei contenuti dei documenti per via informática. II van-taggio ottenibile da questa técnica di lavoro é che, facendo indicizzare diversamente íe schede dal computer, sará possibile ríordinare di volta ín voita í'archivio in modo virtuaie, senza dover cioé spostare físicamente i documenti che lo compongono, ma solo le relative schede informatizzate all'interno della macchina, in maniera da poter avere i'ordinamento piíi utile in quel dato momento. In aitre parole, dopo aver ordinato "le carte", daré la possibilitá ai ricercatori di effettuare altri ordinamenti "sulla carta", anzí "sul computer", come in un gioco di símulazíone in realtá vírtuale. £' quasí superlluo aggiungere che di mappa si trattera e che questa non potra mai sostituíre il territorio: la consultazione delle schede non costituirá cioe atto sostitutívo della visura de! documento, ma suggerira 446 ANNALES Ser. hist. sociol. 9 -1999 • 2 (13) Cario TOMASELLA: lO 5CHEDAKIO VIRTLrAlE .... 443-ÍSO ¡nvece quali caite, o quali serie di carie, sorto piü utili per rispondere alia domanda posta dal ricercatore. Quest'ultimo peró non sempre, anzi molto spesso, non sa esattamente cosa cerca. La possibilitá di poter variare l'indicizzazioni dei documenti gli permetlerá allora di precisare la richiesta in base alie risposte ottenute, con una serie di approssimazioni successive. In soslanza, sí tratta di costruire lo schedario del fondo archivistico come un único ipertesto, in grado di rispondere a do-mande attualmente non prevedibili. LA PROSPETTIVA INFORMATICA Studiando alcuni dei lavorl di memorizzazíone di dati storici precedenti al nostro, abbiamo rilevato che in molti di essi c'erano, a nostro modesto avviso, alcuni errori di impostazione dei progettí che causava una loro rapida obsolescenza, con conseguente mancanza di completo sfruttamento del capitale investito, sia in de-naro sia in ore di lavoro. Per cercare di non ripetere gli stessi errori, ci siamo posti una serie di rególe da rispet-tare. Per essere piü precisi, si tratta di una sola regola principale, dalla quale si possono trarre tre corollari. La regola é: 0. i dati vanno memorizzati una sola volta per sempre. I coroilari conseguenti sono: f. i dati devono essere indipendenti dai programmi; II. la memorizzazíone dei dati de v'essere indipendente dalla loro analisi; III. lo storico responsabile del progetto deve essere competente nel campo deila programrna z ione infor- 1 matica. Per rispettare ií primo corollario, abbiamo deciso di registrare i dati utilizzando soío i primi 127 caratteri del formato ASCII, ovvero solo quei caratteri che sono formato comune a tutti i tipi di eiaboratore. Tale memorizzazíone avviene utilizzando un comune editor di testo. I caratteri non compresi (quelli italiani accentatí, Taccento sloveno denominato strešica (cluka), le vocali con dieresi tedesche (Umíaut), etc.) vengono resi medíante opportune convenzioni grafiche esplicitamente documéntate. Anche il formato delta scheda viene reso nella stessa maniera, cioé mediante convenzioni grafiche esplicitamente documéntate. Sara poi compito del programmatore scrivere il programrna di gestione dei dati, tenendo opportunamente conto della documen-tazione allégala ai dati stessi. ¡n questo modo, sará possibile dunque scrivere, basandosi sulla documen-tazione, piü di un programrna per la loro gestione e trasportare gli stessi dati anche su macchine diverse: da DOS compatibili ad Apple, UNIX, XENIX, LINUX, etc. In questo modo inoltre, in futuro t dati potranno anche essere resi disponibíli direttamente in rete (p.es. InterNet). Questo ci riporta direttamente alia regola fondamentale: il dato deve essere memorizzato una sola volta, per essere poi utilizzato tutte le volte che serve e Aíbin Bubniú nel 1 948, anno in cui diventa teda tío re del Prímorski Dnevnik (BNSS Trieste). Albín Bubnié lela 1948, ko je postal urednik Primorskega dnevnika (N$K Trst). questo non solo durante la costruzione dell'inventario analítico, ma anche in seguito, quando tale inventario potrá essere reso disponibile ai ricercatori e questi de-cideranno, in base alia documentazione allégala, di costruire nuovi programmi per la loro gestione ed il loro sfruttamento. il secondo corollario é quello per cui intendiamo "separare" i due momenti della memorizzazíone dei dati e del ¡oro studio. li motivo va ricercato nel fatto che giá troppe volte & successo che chi curava la memorizzazíone dei dati era ¡a stessa persona che poi avrebbe dovuto studiarli. Cid ha comportato che tale memorizzazíone veníva effettuata in funzione dello studio che su di essi si sarebbe svolto. Di conseguenza, i dati cosi memorizzati erano utili solo ed únicamente per quello studio e non potevano piü essere riutiüzzatr, sia perché, la memorizzazíone della fonte era incompleta, in quanto era stata fatta una scelta preventiva tra le informazioni in essa contenute, sia perché, i dati risul-tavano essere indissolubilmente iegati ad un determínalo programrna e quindi inutilizzabili da altri. Un esempio per tutti: lo studio sul catasio florentino del 1427 di David Herlihy e Chrisline Klapish: un lavoro di dieci anni per la memorizzazíone di una fonte, ma oggi scarsamente utilizzabile. Noi quindí, seguendo sempre 447 ANNALES • Ser. hist. soriol. • 9 - 1999 - 2 (18) Darío TOMA.SRI A: LO 5CBÍDARIO VtRTUALC .... 44.1-450 la regola fondamentale, ci occupiamo délia memoriz-zazione dell'inventario ti délia costruzione di un programma per la consultazione dello stesso, lase i ando ad altri il compito di riaggregare copia dei dati quanto diversamente possibile, per poterli studiare a loro comodo e piacere. Uno dei nodi plu difficili da sciogllere ne! campo délia ricerca storico-informatica è sempre stato quello del dialogo tra storico e programmatore: il terzo corol-lario nasce appunto dall'esigenza di superare questo scoglio. Dal nostro punto di vista, è più facile che uno storico decida di imparare i fondamenti della pro-grammazione, che gli possono ritornare utili anche in altri campi oltre a quello della ricerca storica, piuttosto che un programmatore decida di divenire uno storico. ínoltre, al giomo d'oggi, imparare i fondamenti della programrnazione è molto meno irnpegnativo di una volta, in quanto anche i linguaggi di programrnazione sí sono fatti user-fríendly. Per questo motivo, abbiamo deciso di tmparare i fondamenti di alcuni linguaggi (Assembler, Pascal, C, C++ e OOP, oltre ai concetti base dell'ingegneria della conoscenza) e di fare un primo tentativo di scrivere noi stessi il programma di consuitazione del fondo archivistíco. Quaíora tale tentativo dovesse falliré, allora ci rivolgeremo ad un programmatore professionale. In questo secondo caso pero, avremo l'indubbio vantaggío di poter parlare la sua stessa lingua e quindi di farci meglio comprendere. LA SCHEDA Le schede per la memorizzazíone dei dati possono essere essenzialmente di due tipi, a maschera esplicita o implícita. Nel primo caso, íl campo è sempre eti-chettato, cioè ri porta il nome della variabile da intro-durre, e cío permette un suo ímmediato riconoscimento; nel secondo caso invece, il campo non è etichettato e il suo riconoscimento avviene grazie alla sua posizione rispetto agli altri campi. II posizíonamento dei campi naturalmente segLie delle rególe ben precise e codifícate, come nell'esemplare caso delle rególe ISBN per le citazioní bibliografiche. La scheda da noi progettata è del secondo tipo e sí articola in unrfíci campi mimerati alfabéticamente, singoli o multiplí, come esemplifícato qui di seguíto: a) Numero scheda b) Collocazione documento (dopo riordinamento) c) Fonte originale d) Data e) Oggetto f) Lingua - cc. g) Note (classificazione) h) Mittente i) Destinatario I) Persone m)Luoghi La scheda si compone dunque di tre parti: la prima di queste consiste nel campo a), che corrisponde al nome del file, ed è quel numero della scheda che rimane invariato; la seconda parte comprende i campi dalla b) alla g) ed è queíla parte che verra mostrata a video all'utente; la terza parte infine comprende i campi dalla h) alla m) ed inizia con il carattere del cancelletto, che fa da separatore: tali campi contengono i dati che verranno indícizzati e sui quali sarà possibile effettuare le ricerche, ma che rimarranno nascosti all'utente finale e saranno accessibili solo al personale addetto al mantenimento dell'archivio informatizzato. Nel nostro caso, il termine "campo" non è molto preciso, in quanto non si tratta dei record dei DBMS (Data Base Management System), ma si una zona di file definíta in base alie sue coordínate; la coordinata in realtà è una sola: il numero di righe vuote dall'inizio del file, o dalla sua fine o dal cancelletto, cioè da qua-lunque elemento del file che vogliamo prendere come punto di riferimento. !n altre parole, il campo "Destinatario" è quella zona di file che si trova dopo Ja seconda riga vuota da! cancelletto e prima della terza riga vuota. in questa maniera, è possibile lavorare senza dover deflnire la dimensions del campo prima di in-serirvi l'informazione, come succederebbe se si uti~ lizzasse la tecnología software DBMS, ma i! campo si adatta alia dimensione delf'informazione stessa. Per quanto riguarda l'indicizzazione del dati cost memo-rizzati, ci affideremo quindi alia tecnología software del-l'IR (Information Retrieval). In fase di inventario generico riempiremo i campi dalla a) alla g); in fase di inventario analítico invece, compileremo i campi restanti. La scelta di inserire anche i nomi delle persone e dei luoghi è data dal falto che il soggetto principale dell'archivio, quelío che gli dà la sua ragione d'essere, sono proprio le persone che sono passate attraverso la Risiera e quindi, per qualunque ricerca si voglia fare su questo fondo, non si potrà mai prescindere da esse. Per identificare una qualsiasi persona sono necessari il nome, ¡I cog-nome e íl íuogo geográfico che in qualche modo la implica (di nasetta, di arresto, di attentato, etc.) CONCLUSION! Possiamo durtque affermare che questo nostro progetto si inserisce nell'attuaíe dibattito storiografíco da almeno tre punti di vista: 1. come argomento di lavoro: da qualche tempo sta prendendo sempre più piede una corrente storiografica negazionista della Shoah e dell'olocausto nazifascista, specialmente in Francia e in Germania; il metiere a disposizíone della ricerca storica un archivio che invece, possa documentare il funzionamento di quello che possiamo forse considerare come l'uítimo campo di concentramento nazista e íl punto di arrivo di quel gruppo di "specialisti" dello sterminio denominato Ein- 448 ANNALES ■ Ser. hist. socio!. ■ 9 • 1999 • 2 (18) üürio TOMA5ELLA. iü SCI HDARIO VtRTUALE ..., 443-450 satzkommando Aktíon Reinhard c¡ sembra possa aggiungere spazio e argomenti di discussione a favore di chi, come noi, desidera combattere questo negazio-nismo, in quanto vede in esso un grosso pericolo di revisionismo revariscisla. 2. come prospectiva archivistica: gli archivi privati di persona física, o archivi personal!, sono un fenomeno eminentemente novecentesco, sul quale si é scar-samente sviluppata la riflessione teórica, come giá ac-cennato; questo lavoro puó stimolare un ulteriore sviluppo di tale riflessione, svifuppo che permetta di meglio comprendere Puorno, chiunque esso sia, che sta dietro a queli'insieme di carie che eglt volutamerite lascia come tracce, di se stesso e della sua esistenza, sulla sabbia del lempo. 3. come metodología storico-informatica: la tecnología software delS'lR era in auge tra ¡a fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, per poi essere soppiantata dalla tecnología DBMS, che permetteva una miglior organizzazione preventiva delio spazio utilizzato dalle informazioni e quindi un grosso risparmio di memoria macchina; gíi anni sono passati, la memoria disponibile é aumentata ed é diminuíto ii suo prezzo, sia come RAM che come HDU, ci sembra al lora il momento di tornare alia tecnología IR la quale é, a nostro avviso, molto piü adatta alie esigenze di lavoro delle scienze umanistiche delia tecnología DBMS. Inoltre speríamo di riuscire a sollecitare anche una riflessione di tipo giuridico. In ogni guerra avvengono vari típi di orrorí, anzi, la guerra stessa é un orrore. Se non é possibile evitare le guerre, é peró possibile cercare di stimolare una riflessione giurídica di diritto internazionale che permetta di perseguire e condannare chi, con la scusa della sítuazione di conflítto armato, ne approfitta per daré sfogo ai suoi istinti piü bestiali, mac-chiandosi di delitti contro í'umanitá, magari mascherati da nomt eufemistici quaíi Programma di Eutanasia o Pulizia Etnica. RINGRAZIAMENTI Ringrazio ('Archivista di Stato Capo ricercatore storico-scientifico presso l'Archivio di Stato di Trieste, dott. Grazia Tato, per aver letto questa "Bozza" dandomi preziosí consigii per la costruzione delia scheda informatizzata. VIRTUALNA KARTOTEKA. OSNUTEK PROJEKTA ZA ANALITIČNO ¡NFORMATIZiRANO SNVENTARIZACIjO BUBNIČEVEGA FONDA Dario TOMASELLA lT-34f 00 Trieste, Piazza A. Hortis, 7 POVZETEK V delu je predstavljen osnutek projekta za analitično informatizirano inventarizacijo tako imenovanega "Bubničevega fonda", zasebnega arhiva fizične osebe, ki ni nastal iz neposredno predloženih dokumentov, temveč je to delo Albina Bubniča, ki je te dokumente potrpežljivo zbiral. Arhiv trenutno hrani slovenska Narodna in Studijska knjižnica, Oddelek za zgodovino v Trstu. V predstavitev je zajetih več med seboj povezanih delov; na začetku je kratek življenjepis človeka, po čigar zaslugi je arhiv, ki ga želimo urediti in inventarizirati, nastal. Sledi zgodovinski oris F uda nije-Julijske krajine v obdobju 1943-45iz katerega so razvidne razmere, ki so prav v Trstu vzpodbudile nastanek nacističnega koncentracijskega taborišča. Analiza samega fonda je opravljena z arhivskega zornega kota, in sicer iz dveh razlogov: da hi opravičili njegovo opredelitev kot "arhiv" in da bi preverili možnost, ali ga je mogoče ureditii, kljub posebnostim, ki izhajajo iz njegove narave. Sledi predlog metode analitične informatizirane inventarizacije, in sicer tako z vidika oblikovanja kartoteke za zbiranje podatkov, kot z vidika matematične upravičenosti naših izborov. Na koncu je projekt postavljen v kontekst širšega okvira aktualnih historiografskih razprav in vpliva, ki bi ga lahko imel nanje. Ključne besede: Albin Bubnič, Narodna in študijska knjižnica v Trstu - Odsek za zgodovino, Rižarna, holokavst, arhivistika, informatika BIBLIOGRAFIA Storia AAVV (1996): Capire la Risiera. A Trieste un iager del sistema nazista. Atti del Corso di formazione per guide didattiche alfa Risiera di San Sabba di Trieste, gennaio-febbraio 1995- Quaderno dídattico VI!. Scritti di: Duguíin, A.; Corni, G.; Palla, M.; Coslovich, M.; Pupo, R.; Pírjevec, J.; Valdevit, G.; Matta, T.; Rossi, M.; Apih, E. 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