L' ASS0G1AZI0HZ per un anno anticipati f. 4. Discorsi del giorno. Nel Giornale italiano del Lloyd Austriaco leggemmo un arlicolo segnato FF col quale si intende di eccitare la stampa affinche tratti gli interessi di Trieste, facendo anzi desideri che si sviluppi un' opposizione nel vantag-gio generale del municipio. Ci permetteremo di chiedere ali' autore di quell' articolo due cose, l'una se le menti sieno abbastanza tranquillate per poter ragionare o sem-plicemente anche esporre cose di fatto senza pericolo che sieno prese a sinistro, e considerate piuttosto ma-nifestazioni di esaltazione o di personale avversione. L' altra che a lui chiederemo si e, da quale parte si abbia a cominciare se si abbia a pensare prima agli affari del di fuori, o prima agli affari del di dentro, ora che questi sono scomposti piu che non occorreva, e che degli affari del di fuori non sembra che nelle menti di chi sono chiamati a regolarle si parta da principi che dovrebbero regolarle; e che dei nostri medesimi affari esterni, per la non cu-ranza in cui si tennero, non si hanno le nozioni piu esatte, od almeno non si cerchino forse per la strettez-za del tempo, che ci minaccia coll' — e troppo tardi. Ecco per esempio la Gazzetta diVienna nello scompar-' tire i deputati del territorio austriaco che devrebbero andare alla radunanza di Francofort, partire dal princi-pio che abbiano da essere in proporzione del numero del popolo, principio che abbina 1' aritmetica alla condi-zione politica distinta di cadauno degli Stati della Časa d'Austria inclusi nella Confederazione Germanica; ma quando veniamo a queste provincie marittime essa Gazzetta suppone che il territorio amministrativo di II istanza detto Litorale austro - illirico, lo črede uno Stato da essere rappresentato in complesso nella Dieta Germanica, con cinque voci. Le quali cinque voci, quand' anche ve-nissero due al Marchesato d' Istria, due alle unite prin-cipesche contee di Gorizia e Gradišča, una al Municipio libero di Trieste, non formerebbero, come pare, voti per cadauno di questi tre stati; ma, come pare, voto comples-sivo per la provincia amministrativa, provincia che nel novello ordine di cose verra altrimenti composta. Di questa stessa provincia una parte appartiene al ducato del Carnio, e sarebbe rappresentata dai deputati di quel ducato. Gli interessi di Trieste che sono affatto speciali sarebbero sopraffatti dai quattro voti (seppure il Litorale dovesse avere un voto curialo) deli' Istria e di Gorizia, prima aneora che questa amalgamazione venga pronun-ciata; e le condizioni di Trieste dipendenti dal proprio diritto pubblico, e dalle costituzioni mercantili, figurereb-bero come eccezioni e privilegi, se non incompatibili, certamente male visi, e facilmente da abolirsi. Ed altrettanto potrebbe avvenire nella convocazione degli Stati che si unira in Vienna per formare la Costi-tuzione deli' Impero, per risolvere se abbia a togliersi quella condizione di stati separati che ora legalmente esiste, per sostituirvi una composizione fusoria. Finora la Monarchia Austriaca era una riunione di molti stati fra loro diversi, uniti pel solo vincolo di comune impe-rante; il sistema di amministrazione preparava la via di fondere in questa nostra regione in uno solo li vari stati, ma non compi 1' opera, nemmeno per 1' amministrazione, imperciocche Trieste sebbene piccola terra, non fu mai sottoposta a Circolo, ned e vero che il Magistrato municipale tenesse luogo di Circolo. Trieste riebbe dall'at-tuale imperante pošto nel grande stemma deli' Impero e nei titoli di cui si fregia indicando gli stati che possede, o sui quali ha pretensione. In futuro queste condizioni verranno cangiate ed e ben possibile che altre vi ven-gano sostituite; ma la cosa e appena da farsi. Anche in časa nostra le idee sono oscillanti, ne sembra che 1' autore deli' articolo sia bene fermo. Imperciocche esso applaude al divisamento della Commis-sione Municipale di inviare una deputazione al Trono Costituzionale, applaude che per concertare gli oggetti da chiedersi al Trono, vi si associi la Borsa mercantile, i e vede la necessita che la Borsa mercantile si unisca alla Deputazione di Trieste. La Commissione Municipale si diresse poi non gia al Marchesato deli' Istria ed alla Contea di Gorizia, ma sibbene ai Capi Comuni con un indirizzo chiedente se vogliano associarsi nelle cose che possono essere anche di quei Capo Comuni, a cio che e per fare la Commissione Municipale di Trieste. Sembra che FF (dacche si unisce interamente ai pen-samenti della Commissione) e la Commissione non abbiano chiesto a se medesimi, quali persone possano presentarsi dinanzi il Trono Costituzionale, dacche dinanzi al Trono non vengono ammessi che Stati, e per gli Stati quelli che secondo la costituzione dello stato speciale hanno la le-gittima rappresentanza, e che percio soltanto possono stare dinanzi alla maesta del Trono. Deputazoini siffatte devono essere munite di credenziale solenne, rilasciata dalla persona morale che rappresenta questo Stato, e questa credenziale non puo certamente rilasciarsi da una semplice Commissione, quand' anche scelta da cinque or-dini di abitanti della citta; ne puo rilasciarsi dalla Magistratura, la quale non ha rappresentanza, ne in Trie- ste lo ebbe mai, mentre esisteva Consiglio. Ned e indif-ferenle la veste e la procura con cui si presenta una Deputazione, ne per la dignita del Municipio che deve essere mantenuta siccome palladio e salvaguardia dei propri diritti; fino a che questo palladio non abbia a cessare. Ma forse fu scambio di voci il dire Trono Co-stituzionnle e s' intese soltanto la persona del Principe, il quale non tiene chiusa la porta aH' infimo non dei cittadini soltanto, ma degli abitanti e degli ospiti dei suoi stati e s' intese il Gabinetto di Ministro che a nessuno e chiuso; ma in tale supposto non e deputazione dello Stalo che si presenta, ma deputazione di abitanti, deputazione supplichevole di alcuni ordini di persone, fossero anche confraterne. Fanno altrettanto singoli individui, e colla voce e cogli scritti, senza avere ne missione, ne incarico, e nemmeno vocazione. Le quali persone e de-putazioni, ammesse privatamente, e colle formole pre-scritte per privati, non potrebbero gia dire — il Municipio di Trieste s' inchina dinanzi al Trono Costituzio-tude — ma dovrebbero dire gli abitanti di Trieste vostri fedelissimi sudditi; come lo direbbero i deputati della fra-zione israelitica per esempio di Trieste se chiedessero grazie o favori. La Borsa di Trieste non e ne stato, ne corpo politico; 1'agire di privata concordia era cosa de-siderabile, il chiamarla in sussidio di consultazione, sembra mostrare che la Commissione Municipale non confidi troppo nelle proprie forze; il farla partecipe, inentre il corpo mercantile manda ed ha mandato al Comune i propri deputati, e quanto riconoscerla Stato, sembra quanto de-trarre alla propria rappresentanza, quanto darle doppia rap-presenlanza, e potrebbe sembrare che alla Borsa sia per togliersi la importantissima rappresentanza degli interessi mercantili e marittinii. L' indirizzo fatto ai Capo Comuni Istriani e Gori-ziani per unirsi alla Deputazione di Trieste nelle cose che quel Marchesato e quella Contea principesca possono avere di comune con Trieste, non sembra consentaneo ne alla condizione sociale di quei due Stati, ne alla posi-zione di Trieste come Stato. Imperciocche nel Marchesato, mancando totalmente gli organi rappresentativi del complesso, non vi suppliscono i Capo Comuni, i quali sono nome soltanto diverso dai Sotto Comuni che hanno esistenza da se; e sembra piuttosto che i distretti sieno quelle frazioni della provincia che abbracciano Capo Comuni e Sotto Comuni, e che non mancano di certa quale rappresentanza, secondo le norme in vigore. II Marchesato e la Contea principesca non hanno dato il malo esempio di rovesciare le instituzioni esistenti, come non pare che abbiano avuto nemmeno pensiero di comple-tarle in quella parte che fosse imperfetta. L' esito mo-strera quale risultato avra questo passo : noi dubitiamo molto che abbia effetto completo. E seppure P avesse e che alcune singole comuni deli'Istria volessero unirsi a Trieste nella deputazione, Trieste dovra rinunciare alla sua condizione di Stato per porsi nella condizione degli altri comuni, e cio sarebbe di pregiudizio nella posizione colla quale si presenterebbe al Trono Costituzionale. L' unione deli' Istria con Trieste e desiderabile anche nelle condizioni politiche come e un fatto nelle condizioni economiche, ed in quelle qualunque mercantili che esi-stono; ma non e in questo modo che 1'unione possa farsi fra due stati diversi, ne per repentina amalgamazione. Perche gli interessi di un einporio sarebbero fusi negli interessi di alcuni comuni senza che vi sieno fusi gli interessi della provincia intera. Noi volentieri ommetteremmo di usare le voci Marchesato, Contea che sono alquanto feu-dalistiche; ma i nomi sono quelli che ancor durano, e 1' usarne altri confonderebbe la cosa pel significato ammi-nistrativo che hanno le voci Provincia, o Circolo. Ali' autore FF chiederemmo di quali condizioni do-vrebbesi occupare Trieste prima di ogni altra; se della condizione per riguardo al di fuori che assicuri a Trieste una posizione fra gli Stati dalla quale ne venga diritto, posizione, ed estimazione, e dia con cio possibilita a fare quelle combinazioni con altre consorelle che meglio convengano pei suoi futuri destini, o se lasciate que-ste cose come antiquate, o mal comprese, od ignorate abbiasi da abbandonare ogni vantaggio che puo prove-nire dal positivo, e dal legittimo, per darsi soltanto a cio che e di razionale o di desiderabile. Gli chiederemmo se in questa dissoluzione deli' antico ordine, e nell' in-tervallo che passera fino a fissazione del nuovo, non forse vi sieno persone che gia trattino gli interessi di Trieste secondo le inclinazioni del proprio cuore, o secondo i propri pensamenti senza alcun incarico o mandato, ne espresso, ne presunto, anzi che secondo il diritto, la volonta e P incarico del popolo di Trieste ? Forse che mentre andiamo tentando qui, tentando la, le de-liberazioni si prendono, e saranno per noi un fatto completo e dali'una parte e dali'altra? FF biasima la soluzione del Consiglio Municipale; ma non sembra che le nolizie sull' agire e sul pensare di quelle persone che lo componevano sieno a lui ab-bastanza note, e che siasi lasciato trarre da voci di plebe anzi che di popolo. Verra giorno in cui pacati gli animi potra dirsene qualcosa; diremo soltanto che i membri che lo componevano certainente come non ambirono onori, non ambivano un ringraziamento in tempo assai caltivo, e che avrebbe saputo di satira; il compenso lo ebbero nel sostenere per tanti anni, e senza suffragio, ne del popolo, ne dei liberali d' oggidi, una liberta municipale che giovasse a promuovere il pubblico bene; lo hanno nel vedere proclamati dalla legge nuova i principi di am-ministrazione che seppero manifestare e sostenere. Ma non fu pubblica sventura il vedere mandati alle loro čase, quelli che per tanti anni servirono, e che in cuor loro desideravano di uscire dalle dispiacenze di servigio d' una instituzione si opposta al sistema ammi-nistrativo di allora; il male venne dal distruggere 1'instituzione, dal non chiamare altri quaranta che rimpiaz-zassero i dimissionari e quelli che non avendo rinun-ciato furono travolti nella corrente. Imperciocche quelli che vollero la cessazione di quella instituzione e che pubblicamente perorarono, e sparsero allarmi e timori, certamente non amavano questa patria, perche non cal-colarono di quale funesto esempio potesse essere nell'in-tero Litorale la distruzione della municipalita triestina, per quelle intituzioni comunali appena incipienti non an-cora comprese, non da tutti gradite; non calcolarono che questo sarebbe stato appunto il modo di togliere al popolo ogni ingerenza nella cosa pubblica, e farla passare tutta o nelle mani delle amministrazioni politiche, od in quelle della plebe proclive a sconvolgimenti; ma per buona sorte la provincia ebbe piil senno di noi, di noi che non seppimo vedere come eravamo nella posizione di dare esempio agli altri, come la provincia teneva o tiene rivolti gli occhi a questa maggiore citta, che come e centro di rnovimenti economici e mercantili, ha il de-bito di precedere nelle istituzioni di liberta e di ordine, precedere colla conoscenza delle cose tutte che si rife-riscono alle condizioni di pubblico diritto, e di ammini-strazione. Ne dal solo Litorale austro - illirico sono rivolti gli occhi in Trieste, ma di tutto il Litorale ad oriente deli' Adriatico; la Dalmazia intera sente che centro dei di lei commerci e Trieste, la Dalmazia manifesta di vedere in Trieste la citta dalla quale dipendono i destini di lei, la citta nella quale farebbe capo non pei commerci soltanto ma per il progresso e per la civilta; Trieste ha il debito di non ismentire la fede che si ha in lei. L' elfetto portato dalla distruzione della instituzione municipale non fu a nostro avviso la demoralizzazione delle autorita; bensi la mancanza di organo che rappre-senti lo stato di Trieste, per cui potrebbe avvenire che lo si ritenga per isciolto ed abolito; ridotto lo stato a semplice comune, a semplice frazione territoriale di una famiglia provinciale che non e composta, che non puo comporsi cosi a tentone; e questa degradazione di Trieste potrebbe vedersi sancita dai pensamenti e dagli atti della Commissione povvisoria, forse senza che essa lo voglia di animo determinato, e senza che sieno state cal-colate le conseguenze che verrebbero dal non saper o voler valutare le conseguenze di una condizione e dignita di Stato, senza calcolare che la rinuncia a questa condizione fonderebbe la causa di Trieste con quella di altre provincie, e porterebbe che dove va il piu di terra e di numero, deve andare il meno, anche se gli interessi di questo meno sieno assai piu importanti, di ordine assai piu aito. E questo pensamento sarebbe contrario a quella storica voce di noi popolo triestino che ripete, perche le sente, le parole di dedizione — Austria e Trieste — e sarebbe contraria anche al pensamento di quelli che gridano — Neutralita - . Nell' articolo sopra citato si tocca della insufficienza deli' attuale Commissione Municipale, lodando quelli che ricusarono di accettare il carico, quasi invito ed ec-citamento a rinunciarvi quelli che lo accettarono. Sono invero tempi questi nei quali generalmente le provviso-rieta, le rinuncie, gli allontanamenti sono aH' ordine del giorno; ma non e con cio che il pubblico servigio pos-sa procedere, ne che 1' ordine venga ristabilito, ed a questa citta deve premere pei propri interessi che 1' ordine legale subentri aila provvisorieta sempre incerta. Fu desiderato che i membri della Commissione dessero la loro professione di fede politica e municipale, ma potrebbe pur essere che molti non ne fossero consct quantunque ognuno ne abbia una, la quale andrebbe appena a concretarsi nella discussione degli affari; ne potrebbe forse esigersi tanto da una semplice Commissione, e per di piu provvisoria; questa Commissione e appen-dice della Magistratura municipale, non corpo da se; sarebbe forse esigere troppo da persone che non sono i rappresentanti di Trieste, ma che vennero mandati in sussidio al Magistrato per preparare lo stato fuluro del Municipio, e per dare disbrigo a quelle faccende che sono le piu urgenti e che non ammeltono dilazione, e le quali per la sospensione della Municipalita verrebbero altrimenti decise e preparate dal solo Magistrato. Un pro-nunciamento polilico potrebbe esigersi dalla rappresentanza del Comune, richiederne uno dai membri della Commissione, mettere a difficile prova la fede politica di molti che- essendo di altre nazioni e di altra sudditanza, pos-sono voler il bene di questa terra che li accolse, ma che non potrebbero almeno pubblicamente rinunciare a quel sentimento che hanno per la patria loro, ed al debito che hanno verso lo Stato cui appartengono. Oggidi la nazionalita e articolo di fede, senza il quale si vuole che non vi sia salvamenlo ne in questo, ne nell'altro mon-do, e la nazionalita genetica si vuole identica colla nazionalita politica. La Commissione non rappresenta ne lo Stato di Trieste, ne il Comune, ma la intelligenza amministrativa riordinatrice che occoire per difetto di rappresentanza del Comune, e ^uesta intelligenza puo trovarsi nell'Ara-bo, come nelTurco, nell'Americano, come nel Russo; la professione di fede politica non condurrebbe a far conoscere 1'intelligenza che hanno; piultosto che la fede e necessaria la pubblicita delle sedute, nelle quali per principio costituzionale la discussione orale e 1' unico modo; pubblicita, ministero municipale che risponde, se-parazione di rappresentanza dali' amministrazione, tribuna sono cose che non da oggi si desiderarono dal Municipio medesimo, ed erano per avviarsi; il principio costituzionale proclamato, sembra che avrebbe dovuto con-vertire in fatto il desiderio; avvenne il contrario, ma suc-cedera immancabilmente. La divulgazione mediante ar-ticoli sui giornale non soddisfa al bisogno, oltreche non si ha certezza che tutti gli oggetti delti o discussi ven-gano anche manifestati al pubblico. Ed e percio che il ristabilimento di una Municipalita e non solo desiderio, ma bisogno per la salvezza delle ragioni della patria, e per giustificazione del desiderio di liberta municipale si spesso manifestato in tempi in cui il farlo era causa di spiacevolezze. In quell' articolo fu desiderato che i membri della Commissione spiegassero 1' annegazione fino a dimettersi tutti; e cio sembra desiderio non patriottico. Impercioc-che il giudicare insufficiente qualcuno per incompatibilita, di esercizio di vita civile o per abitudini di questa5 sembra azzardato, dacche dei piu della Commissione non si conoscono le attitudini amministrative; ma cionontoglie che vi abbiano dato studio nel silenzio; il voto pubblico li ha giudicati atti, il fatto sara per mostrare la verita del giudizio. E se nella certezza di esservi alti assunsero il carico, sembrerebbe che abbiasi piuttosto a dare loro animo ad agire, che gia e assai necessario in mansioni difficili per la materia, difficili per le esigenze dei tempi; ed e anzi a lodarli che abbiano animo ad incontrare tanta risponsabilita. II giudizio anche contemporaneo del loro agire, giovera a tenerli in contatto colle opinioni correnti e col popolo dal quale sono mandati; se anche qui!Sto giudizio dovesse formare cio che dicono opposi-zione, 1' opposizione e elemento necessario di liberta, ma non puo spingersi fino a chiedere che s' alzino dalla se- dia per dare luogo ad altri. La vita della liberta e fa-cile al popolo che esige, difficile e penosa a quelli che devono prestarsi, o che volontariamente ne assunsero 1' incarico. Persone degne di fede e che sono in grado di sapere le cose, attestano che la Commissione sia pru-djente nelle mosse, moderata nei principi, e anzi a desi-derarsi che questo abbattere cessi, la Commissione com-pia la difficile missione di cui e incaricata, e ristabilisca quanto piu presto la rappresentanza del Comune. E per tornare alla deputazione da inviarsi, le cose che essa si fara chiedere al Trono Costituzionale non possono gia concretarsi da lei come voto del popolo, ne possono adottarsi dalla massa del popolo, che mancherebbe il modo di farlo; ed e indispensabile che la rappresentanza li adotti, affinche sieno domande di agenti del popolo, anziche desideri o pensamenti di alcune persone. Le domande che fara la Borsa mercantile saranno votate dalla Consulta, rappresentanza del commercio, non saranno votate ne dalla Deputazione, ne da Commissione; sarebbe ben sconcio che altrettanto non si facesse dal Comune. Gli avvenimenti di altre provincie o citta non potrebbero giustificare altrettanto in Trieste, perche se non ci illu-diamo, e pare anche cio ali' autore deli' articolo, 1' im-mensa maggioranza del popolo triestino e straniera alle grandi questioni della giomata, ed ha il giusto desiderio e diritto, dacche essa non puo abbandonare questa terra, ed e condannata a portare il peso delle future vicende, di essere presa a calcolo, e che il di lei voto sia contato ; essa e tranquilla e non ha sentito necessita o conve-nienza di passare a migliori e piu liberi ordinamenti per cangiamento repentino, intermediario, incerto, incompleto, sempre pericoloso. Cio era forse necessita altrove, non fra noi, almeno nella grande massa; il numero di teste e principio odierno generalmente riconosciuto, e non dovrebbe venire dimenticato. L' autore deli' articolo invita la stampa a rccare sassi e materiali pel nuovo edifizio sociale di Trieste; a questo invito potrebbe rispondersi: — Conviene anzi che tutto che sia scelto il terreno sul quale deve piantarsi questo edifizio e non si ritiene da tutti certo chi abbia da assegnare questo terreno, se il padrone, se altri, se gli architetti; ed a quest'ora avrebbesi pur dovuto parlare con chi ha il fondo, quand' anche altri volessero fare per lui, e porre in chiaro se e in enfiteusi, se e in affitto, se e in condominio, perche chi fabbrica su fondo altrui, fabbrica pel padrone, e dopo fabbricato, le questio-ni sono piu difficili. Conviene poi sapere a quale uso sara destinato questo edifizio, ed in cio dovrebbe avere voce quegli che ci deve stare e che deve farne la spe-ša. Poi conviene fare il piano e disegno e scandaglio, e pensare alla facciata affinche chi lo guarda dal di fuori senta che e palazzo anzi che casaccia mal composta; pensare al di dentro affinche il camerino non sia piu grande della sala; le scale troppo piccole per dare luogo a tutti quelli che vi devono entrare. Gli architetti ed i pro-gettanti abbondano dappertutto, ma se chi fabbrica lascia fare gli architetti a modo loro, se ne accorge allo strin-gere dei conti, e corre rischio di avere časa che non gli serva come e bisogno a lui, e che ne debba diroc-care una parte; corre rischio che gli faccia un tempio di idoli bello ma vuoto ed inabitabile anzi che un allog-gio ed un opifizio, come sarebbero necessari. E poi conviene pure pensare se P edifizio rendera qualcosa, e se sara di semplice apparenza, se avra un po' di terreno ali' ingiro che lasci un po' di aria libera e buona. E cal-colato tutto questo, conviene che vi si facciano buone fon-damenta, che quel materiale che deve portare peso sia bene stagionato; e che j si prendano buon architetto e buoni muratori, affiche non abbiano a fare ed a disfare, imparando 1' arte appena col fabbricare. Si racconta diuno che annoiato da troppi consigli e divergenti di architetti volle fare da se. Alzo quattro muri tutti pieni, e vi soprappose il coperto; fatto cio, comincio girare intorno a questo quadrilatero, e scelto il sito che gli gradiva, ordino: qui si apra il portone di ingresso, ed i muratori ruppero il muro per aprire il portone. Entrato, disse: qui voglio la scala, e tosto la scala venne posta senza sapere dove avesse a mettere. Poi ordino che si facesse un vestibolo pel piano superiore, e tosto furono alzate le pareti, e poste le trava-menta. Fatto il vestibolo, fece rompere il muro per a-prire le finestre, e le porte laterali; poi si fe' la stanza da letto, e cosi via via, disponendo Pappartamento, il solaro, il pianterra. E quando fu compiuto il tutto, gi-ro esternamente intorno la časa e fu mortificato nel vedere una finestra grande ed una piccola, una alta, una bassa che non si sapeva qual časa fosse, e ne aveva le beffe dai passanti; provo ad abitarvi, ma 1'una parte non c.omunicava coll' altra, da una stanza non si poteva passare nell' altra, 1' aranciera era verso trainontana, la ghiac-ciaia invece esposta al sole. Le pareti del primo piano, perche fatte prima che il pianterra fosse disposto, pog-giavano in falso, erano sospese come nell' aria; le mu-raglie grosse che scompartivano il pianterra non soste-nevano nulla, vi furono stanze e sale e che non aveva-no porta d' ingresso. E 1' edifizio comincio a piegare nel mezzo, crolld, e non rimasero che le quattro muraglie forate senza simmetria e senza ordine, testimonio ai po-steri della sapienza di quell' architettore, che del resto era il piu grande galantuomo del mondo. La quale storiella spiega forse perche la stampa non rechi calce e sabbra pel nuovo edifizio sociale di Trieste; e pensiamo che se si avesse probabilita sul fu-turo disegno, non mancherebbero materiali vecchi e nuo- ' vi, secondoche occorrono per maggiore solidita, o sta-gionati o freschi; ed alla voce che vuol dare quell'autore di — Marciamo — si troveranno molti che si por-ranno in fila; ma dubitiamo che questa voce —marciamo — arrivi fino al popolo, attraverso tanti parlari, tante esal-tazioni e trepidazioni di quelli che hanno o prendono voce in capitolo.