III. ANNO. Sabato 8 Lnglio 1848. M 38. Associazione aH' Opera DOCIHTIENTI per servire alla conoscenza delle condlzioni politiclie e mercanlili, peculiari di Trieste nelle discusnoni del 1'arlamento Imperiale Coslituente e dei Corpi Municipali. La Sovrana Risoluzione dei 14 giugno 1848 ha tollo quella nebbia che velava la condizione di Trieste dal 1813 al 1848, nebbia che fu prodotto del sistema amministrativo adottato, anzi che da abrogazione delle leggi costitutive proprie di Trieste. Fu riconosciuto che Trieste e Provincia-Slato da per se, che e Emporio pre-cipuo deli' Impero Austriaco, che e chiamata a sempre migliori destini nel promavere i commerci e le industrie, che la condizione fisica ed economica di Trieste e pecu-liare di questa, e che per queste vie peculiari puo soltanto raggiungere quei destini ai quali e chiamata nell' in-teresse di tutto 1' Impero. Oueste condizioni generali di Trieste verranno cer-lamente trattate nel Parlamento Imperiale Costituente, e conviene che lo sieno con tale conoscenza di cose, che soltanto prevalente convenienza possa esigere la rinuncia di cio che legittimamenle esiste, o soltanto il prevalente benessere dello Impero tutto ne esiga cangiamento o sur-rogazione di altre che suppliscano la deficienza di quelle. Oueste condizioni verranno certamente trattate nei nostri corpi pubblici costituenti o costituiti, o qualunque nome si abbino, per dare pianta stabile al Municipio ed ali' Emporio, per dare vita alla provincialita di Trieste, o per accomunarla con altra provincia vicina, con quei modi e palti che meglio sarebbero per convenire. Nelle discussioni tornera certamente di vantaggio il suflragare le ragioni di convenienza, eol diritto ac-quisito, il quale appunto perche diritto non puo si di lcg-gieri venire tolto contro volonta di chi ne e in godi-mento; tornera sempre di vantaggio nelle discussioni qualunque, il derivare i ragionamenti dal positivo, dal certo, dal comune per tutti, anzi che dalle supposizioni individuali di diritti e di fatti spesso opposti e contrad-dittori. Si ha percio in animo di divulgare eol mezzo delle stampe, gli atti pubblici tutti che riguardano, i diritti, le concessioni, i privilegi della Citta, deli' Emporio, del Porto franco di Trieste, cominciando dalla dedizione di questa citta alla Časa d'Austria fino al giorno di oggi. <)uesli atti sarebbero: Diplomi, Tralati di pace di Trie- ste o che essenzialmente riguardano Trieste, Concessioni, Privilegi, Leggi, Ordinanze', Regolamenti, Rescritti, ed altri silfatti. Gli Atti verrebbero tratti da carte attendibili, indi-candone la provenienza; verrebbero pubblicati nel testo originario, accompagnati da traduzione; sarebbero in la-tino, in italiano, in tedeseo. La pubblicazione sarebbe in due parti conteinpora-neamente; la prima parte conterrebbe gli atti fra la dedizione del 1382 ed il portofranco, e la creazione delPEin-porio, con piu qualche atto anteriore che riguarda la dominazione dei Vescovi, e coi quali comincia la condizione di provincia- propria di Trieste; la seconda parte conterrebbe gli atti dal portofranco in poi e fino ai di nostri. Nessun commento, nessuna opinione verrebbe data, perche si intende di dare materiali ai ragionamenti; soltanto a chiusa, e come terza parte potrebbe darsi la storia di Trieste — pero non si prende obbligo. La distribuzione seguirebbe foglio per foglio, essendo cosa di urgenza, ed alla consegna seguirebbe il pagamenlo. Verra cominciata la stampa nella prossima settimana se il numero dei soscrittori sara sufficiente alle spese. II prezzo di associazione e di 10 carantani per ogni foglio di stampa di otto pagine in formato maggiore. II complesso arrivera a circa 30 fogli. Le associazioni si ricevono alla Tipografia del Lloyd. Trieste 21 giugno 1848. D.r Kandler. La Guardia Nazionale di Gallignana. La citta di Gallignana nell' Istria interna ha essa pure formato la sua Guardia Nazionale, una compagnia di 128* individui sotto il comando del Dottore di medicina e possidente sig. Venanzio de Godenberg, Capitano. Unilasi fino dal 14 maggio p. p., essa presta utilissimi servigi in cio che e di sua instituzione e giova grande-mente a dilTondere quell' avvicinamento mutuo e quella vitalita che deve essere di famiglia che si alza per la costituzione a societa. Nel giorno 30 maggio che solen-nizzava il nome di Ferdinando I, nel di 29 giugno nel quale si solennizzava la Costituzione e se ne rendevano grazie a Dio, la Guardia Nazionale fece bellissima mostra di se in mezzo a popolo accorsovi da ogni parte, per prendere parte ad atto si bello che attesta fedelta al principe, amore di liberta. Ed in mezzo agli offici divini la chiesa prese parte al pubblico giubilo, e dal sacro pergamo si spiegavano al popolo i benefizi della Costituzione, nella lingua del popolo. In questo giorno il sacro tempio risuonava per la prima volta di concenti patriottici: 1' inno popolare appositamente voltato in illi-rico, veniva cantato dal popolo, al suono deli' organo mosso dal sig. Francesco Picot di Gallignana; la religione si rallegrava per la Costituzione. Diamo il testo deli' Inno patriottico. Istria, svomu Kralju Ferdinandu I. i. Bože! živi našeg Kralja, Ferdinanda dobroga! Da nas vodi, kako valja, K slavi roda nassega, Bavnai misli za nas blage Vččnom tvojum upravom, I preslavne piši trage Za njegovum zastavom. II. Dai, da, kakgod včrnost puka Njega brani svaki čas, Njegva silna carska ruka K'željnom cilju vodi nas; Da nas čela vencanoga Mila jasnost zanima, Ljubav otca kraljevskoga Slaslju pčrsa objima. III. Kaži, da, kud premoguče Zežlo njegvo dopira, Narodah svih šerce vruče Za svog otza udira; Da kud orao njegov leti I zog vojne prozove, Ilir gotov jest umršti, A ne nossit Okove. IV. Bože! živi našeg Kralja, Ferdinanda dobroga! Da nas, vodi, kako valja, K' slavi roda našega: Zato krepost njegvoj ruci, Mudrost dai u savčtu T<5 ilirski prose puci U tom svetom Zavetu! Pensieri su Trieste dettaH nel 178 5 da Antonio de Ginliani triestino. (Continuazione — Vedi i num. anteced.) (Navigazione.) — Niente di piu interessante, che la navigazione per uno Stato, che ritrovasi aver del su-perfluo, e che 6 al caso di farne 1' esportazione per mare. Un picciolo seno per quanto ristretto egli siasi, presenta sempre una vasta comunicazione con le piu lontane contrade. Allora e che tutte le sorgenti deli' industria ac-quistano una nuova vita, tutti i prodotti della terra un nuovo valore: gli uomini si moltijilicano con un' arte, che si pretende nata per la loro distruzione: un movi-mento fecondatore anima I' interno delle provincie. Allora e che si ama il travaglio per aver del superfluo, allora e che il superfluo sparge in tutta la nazione un' aria di comodo e di lusso. Se noi abbiamo delle materie ad esportare, se noi abbiamo un porto di mare, perche non potremo noi avere una navigazione? Tutto dipende dal ben conoscere quello che conviene alla nostra costituzione, e nelle prosenti cir-costanze (£)• La nostra situazione e forse tale che senza I' enorme gravoso peso di forze navali, e senza figurare sopra un elemento, che per ora non e il nostro, possiamo nulladimeno partecipare dei vantaggi della navigazione, ed anche influire sulle potenze marittime. Si rifletta per-altro, che la navigazione suppone dei lidi popolati di gente di mare: il difetto di marinari rende inutile ogni altro vantaggio, e quantunque riccamente provvisti di tutto il resto, convien perdere i frutti che la navigazione pro-muove. Sembra dunque che tutte le attenzioni dovreb-bero esser dirette a farvi nascere dei marinari. (Pešca.) — La pešca che in tutti i tempi familiarizzo gli uomini col mare e altresi 1' unica scuola, che fornisce dei marinari al commercio ed il commercio li fornisce in ogni caso allo Stato. La libidine vaga del navigante sempre lontano dalla moglie contribuisce poco a far nascere dei marinari; la vita regolata di un pescatore vi contribuisce moltissimo. La pešca dunque vuol essere incoraggita; se non vi esiste convien saper farla nascere. Ella e cosa certa, che la popolazione di Trieste consuma in oggi del pešce senza aver pescatori; tutto il guadagno e dunque per gli stranieri, e gli stranieri non possono darci dei marinari; lo vieta la legge stessa, che esige sopra una nave un numero fisso di nazionali, e questa stessa legge fatta a favore dello Stato, puo aver un effetto tutto contrario, poiche nell' impossibilita di avere dei marinari nazionali, restano (k) In oggi ognuno ha 1'imaginazione riscaldata da grandi oggetti di navigazione, di commercio. II confronto diventa umiliante. Si vorrebbe essere quelIo che sono gli altri, e non si riflette che gli altri devono tutto alla loro situazione, e che tuttavia do-vettero partire da principi i piu penosi ed i piu Ienti, e farsi strada con immensi travagli e fatiche. Da ci6 si pu6 vedere, che 1' autore non ama di sognare, e ch' egli non intende di mettere in vista, se non quelle cose alle quali possiamo pre-tendere dipendentemente dalla nostra situazione. ■ sempre a guadagnare anche con marinari forastieri gli utili del nolo, e quelli che porta seco il consumo delle materie, e le diverse occupazioni degli uomini che im-piega la navigazione. A Trieste non vi e pešca, ne vi sono dei regolainenti relativi. Non vi 6 pešca, perche essa si fa tutta dai nostri vicini. Non vi sono pescatori nazionali, perche non si penso ancora ai mezzi di farli nascere. Si potrebbe opporre il difetto di una certa estensione di lidi, ma il mare fu sempre libero, e la pešca lo e egualmente (O- Si potrebbe obiettar piu oltre, che I' oggetto sarebbe šfssai limitato, e che piccole cose non devono occupare la pubblica attenzione; e pur troppo vero, che le piccole cose non risvegliano alcun interesse, eppure siccome dal concorso di piccole acque si forma-no i gran fiumi e i gran torrenti, cosi dal concorso di piccole cose si formano le grandi citta, e le popolazioni. E per fatalita le piccole cose sono appunto quelle che sfuggono ai piu grandi ministri, il cui destino e quello di veder tutto in grande. (Oggetti trascurati.~) — Poiche la navigazione e 1' anima di uno Stato, e poiche noi siamo al caso di avere una tal quale navigazione, tutto dovrebbe concorrere a favorirla, in un tempo specialmente, in cui il paviglione coinincia ad essere rispettato. Per sottrarsi aila dipen-denza degli stranieri, e perche i profitti restino tutti aila nazione, non v' e altro mezzo, che di facilitare in ogni modo possibile la concorrenza de' propri navigatori. Ma si rifletta che tutt' e calcolo negli affari del negoziante, e che il difetto di quei comodi, che si riferiscono ai bi-sogni della navigazione, porta seco la conseguenza di spese troppo gravose, per le quali cessati gli utili, e sco-ragiti i naviganti, abbandonano ogni intrapresa, e gli stranieri medesimi ricorrono a quella stella, che li guida sotto un cielo il piu favorevole ai loro interessi. Si fe-cero vedere i vantaggi della spiaggia di Trieste, ma la bonta di una spiaggia non costituisce sola la perfezione di un porto. Dopo aver provveduto aila sicurezza delle navi, rimangono mille altri oggetti egualmente atti a pro-muovere la navigazione. Trieste e molto mancante di tutto cio, che qualifica un porto di mare. Ouanti prov-vedimenti non resterebbero ancora- a farsi per facilitare la costruzione delle navi, il carenaggio, e raddobbo delle medesime; per far nascere tutte le arti, che hanno rap-porto con la navigazione, mettere in moto un' infinM di braccia utili allo Stato, e formare un popolo di costruttori, di calfattori (calafati?^), e di altri artefici, il movimento dei quali dona sempre un aspetto assai imponente ad una citta, che in allora ricca di tutto riceve tanto maggiori guadagni, quanto minore e la necessita di ricorrere altrove. La costruzione, la riparazijne delle navi forma altrove un oggetto dei piu interessanti. Per difetto di comodi, per difetto di operai si perdono i profitti di una mani-fattura, che fa vivere tutte le arti, e che promove il consumo, e la coltura delle materie prime. Non v' e cosa che dia un' opinione piu decisiva di una citta com-merciante quanto la nobile prospettiva di un porto mae-stoso, che offre al navigante ogni migliore accoglimento, e lo invita al suo ritorno. Oltre alle utili conseguenze, (/) Apparisce dall'Ordinanza di marina di Francia, qualmente i pescatori vanno a pescare per sino sulle coste deiringhilterra. questo dona nel tempo stesso un'alta idea del genio, e del favore, che il Sovrano spiega al commercio. Gli an-tichi facevano nascere il commercio, dov' essi credevano coi soli preparativi di un porto. Le loro opere spiega-vano 1' utilita, i comodi, e la magnificenza. Le Repub-bliche della Grecia cercavano la superiorita nel commercio col gareggiare 1' onore di un porto, che le distin-guesse dalle altre citta marittime. II mare e per se atto ad eccitare 1' entusiasmo. Tutto inspira P ardimento, e i porti presentano sempre uno spettacolo assai ameno. Ma un ministero assai lon-tano non puo ricevere' le impressioni degli oggetti lon-tani, e non puo sentire quella passione che agita, e che risveglia le idee (m). Ed ecco il motivo perche Trieste non e conosciuto, perche egli si lascia come in abban-dono, e non vi si vede niente di tutto cio che distingue gli altri porti di mare. Altrove gli ammiragliati vi hanno una grande influenza. Si si riporta al loro giudizio, e le loro operazioni sono sempre analoghe ai principi della loro educazione. (Vrogetti.) — Se mai la Sovrana munificenza do-vesse spiegarsi nell' esecuzione di ulteriori progetti, che questi non perdano di vista i tempi avvenire, e che essi non sieno mai deltali da uno spirito limitato. Sino ad ora con delle grandi spese non si sono fatte che delle piccole spese: niente presenta un' idea dei tesori che sono stati impiegati, e di giorno in giorno a misura che il paese va acquistando nuovi incrementi, si si duole, che i passati progetti non abbiano avuto in mira che i soli bisogni del momento. Continuando su questo piede, non si finira mai di spendere miserarnente, poiche ogni giorno nuovi bisogni suggeriranno nuove idee, ed il tutto non presentera se non un risultato irregolare di isolate fantasie seguite senza nessun ordine, e senza nessun piano. Poiche il buon gusto osserva con dispiacere l'ir-reparabile disordine delle odierne citta, il che fa vedere come ordinariamente aila di loro formazione concorre piuttosto un cieco azzardo, che uno spirito che combina, e poichč sembra deciso che Trieste abbia d' avere ulteriori progressi, niente di piu naturale, che di fissare un vasto piano, quand' anche il compimento dovesse essere rimesso aila generazione ventura. Questo servirebbe almeno di una norma costante, condurrebbe a quella ben intesa regolarita, dalla quale si si allontana, nonche a preparare ai posteri qualche grandioso monumento ca-pace di perpetuare la memoria di un augusto Monarca. L' abbellimento della citta, i suoi passeggi, i suoi spet-tacoli sarebbero altrettanti oggetti degni di occupare la Sovrana attenzione, come quelli, che col rendere piu gra-dito il soggiorno invitano il passaggero a fermarsi, lo straniero a stabilirvi la sua dimora. QuelIo che alle volte pare inutile Iusso tende pur troppo a favorire la navi- (m) La proposizione non ha alcun senso odios«; ella si riferisce al fisico deli'uomo: non ž difetto proprio tutto quello ch'e difetto della natura: si sa che le nostre idee non sono che altret-tante sensazioni, e che queste dipendono dalle impressioni degli oggetti sopra i nostri sensi. Pielro il Grande ch' era ap-passionato per il mare credette dover sforzare la sua residenza nei pantani di Pietroburgo contro le regole poiitiche, che con-sigliano la capitale nel centro del rcgno. Forse senza questo ardimento la Russia non avrebbe mai avuta una marina. gazione e il commercio. Le cose piu indifferenti ces-sano di esser tali, quando possono influire ad animare 1' induslria. (Industria non incoraggita.) — L' industria in un paese nascente vuol essere incoraggita. Tutto cio che si e fatto sin ora fu elfetto degli sforzi de' particolari, che dovettero approfittare della facilita de' tempi, e della na-tura del luogo. II paese sarebbe assai piu avanzato, se dei princip! fissi avessero favoriti i suoi avanzamenti. Si e desiderata piu volte a Trieste 1' introduzione di un banco provvisto di fondi, onde supplire al difetto molto j sensibile del danaro, ch' e il segno di tutti i valori. Fu consigliato il contrario da quelli, 1' interesse dei quali j era di opporli ad uno stabilimento di tal natura, perche soli proprietari del danaro godevano tutti i vantaggi di un monopolio. Peraltro niente piu chiaro, che 1' utilita di un' operazione, per cui sarebbesi, moltiplicato il pro-dolto deli' attivita degli uomini. E indubitabile, che la nioneta fu destinata a rappresentare il valore di tutte le inerci per inaggior comodo del commercio. Percio il commercio non si aumenta, se non coiraumentarsi del danaro. II consumo delle materie cresce a misura che cresce la facilita della loro circolazione: questa circolazione supponela circolazione dei segni: se questi segni non esistono tutto rimane arrenato. Si dira, che il credito deve supplire alla mancanza dei segni, e che il suo elfetto e quello di sta-bilire dei nuovi segni di valute. II riflesso non saprebbe esser piu giusto, ma il credito non regna mai in un paese che nasce, egli e fondato sull' opinione, e si sa che 1' opinione acquista forza solo dal tempo. L' interesse eccessivo che si esige nella piazza di Trieste prova che il danaro ha un valore, prova la facilita di poterne ritrarre degli utili, ed in conseguenza la favorevole di-rezione, che il commercio gia prese da quesla parte. Ma egli prova altresi, che non v' e nessuna proporzione tra il numero di quelli, che ricercano il danaro, e quelli che sono al caso di darne. Da questa sproporzione ne nascono le piu barbare usure, e le leggi tentano inutilmente di mettervi un freno. Sembrera a taluno, che attesi i vantaggi, che olfre la piazza di Trieste nell' impreslanze dei fondi, il soldo forestiero dovesse accorrervi da tutte le parti, eppure avviene il contrario appunlo per la man- | canza del credito. Lo slraniero che espone il suo da- j naro vuol dormire tranquilli i suoi sonni. Ordinaria-mente ognuno cerca di appoggiare la sua sicurezza sopra stabili di qualche valore: ina gli stabili sono pure soggetti a dei rischi. QuMi convenne ritrovare il mezzo | di garantire questi rischi. Ed ecco le assicurazioni sopra gl' incendi. A Trieste un tal provvedimento non sarebbe si necessario che altrove, attesa la natura delle fabbriche, ma lo straniero non e obbligato a conoscerla, egli calcola la possibilita in un infortunio, e questo ba-sta per renderlo diflidente. Dunque un Banco di assicura-zione in Trieste contro il pericolo degl' incendi avrebbe 1' elfetto di chiamare il danaro degli stranieri, che verreb-bero allettati da un premio per essi piu lusinghiero, e che tuttavia sarebbe per noi piu discreto. Ora ognuno sa che gli utili ricavati dal danaro forastiero aumente- rebbero non poco il guadagno totale dello Stato. In ogg' pochi possono intraprendere, perche manca 1' alimenlo necessario allo spirito d' intrapresa. II commercio deve necessariamente solfrirne, e se lo stento, ed il travaglio non secondati fecero sin ora un si aperto cammino egli e certo, che 1' industria si sarebbe spiegata meglio in tutta la sua estensione, se avesse avuti degli opportuni soccorsi. (Arti, Manifatture e Trasporto.) — Dei soccorsi ben intesi potrebbero chiamare tutte le arti, e tutte le manifatture. Gli artisti forestieri verrebbero in folla a Trieste, qualora si sapesse invitarli con alleggerir loro le diffi-colta dei primi stabilimenti. Ouesto dovrebbe esser un oggetto dei piu importanti. In un paese di mare tutti i. rami d' induslria sono utili, e meritano considerazione. Diversi sono i bisogni delle varie nazioni e lontane e vicine, che giornalmente vi approdano. Ognuno ama di riportar qualche cosa, e per i bisogni della sua famiglia, „' e per cambiar utilmente il suo danaro. La natura del commercio e fondata sopra il cambio. Percio sarebbe pericoloso il voler spingere troppo innanzi una certa in-dipendenza, e il non voler ammettere nessun consumo dei prodotti stranieri. Non v' e niente di piu rnalage-vole che le operazioni, che risguardano il commercio. Si ha sempre in visla il ben pubblico, e spesso il ben-pubblico e sacrificato. V' e una grande dilferenza dal considerar separato un oggetto, e dali' esaminarlo nei suoi rapporti col tutto. Raccogliere in un colpo d' oc-cliio tutti i risultati. questa non e se non T opera deli'uomo osservatore, che si dona la pena faslidiosa di analiz-zar tutto, e di veder le cose in tutti i loro dilferenli punti di vista. II commercio suppone un bisogno reci-, proco. E le nazioni commercianti ebbero per sino riflesso nelle loro manifatture di adaltarle ai bisogni che nascono dalle differenze del clima, e dalle differenti ma-niere di vivere. Mai a proposito si pretende, che la siluazione di Trieste non sia atta a cerle manifatture. L' arle e allrel-tanto piu feconda in ripieghi, quanto meno favorevole e la natura. Avanti alcuni anni non si vedeva combinabile-in Trieste lo stabilimento di una Raffineria, e si ando altrove a cercare piu comoda situazione. In oggi Trieste ha pure una Raffineria', e questa contrasla oramai con successo la concorrenza a quella che per mille ragipni credevasi piu felicemente situata. Si sosliene egualmente, che le manifatture interne languiranno sempre nello Stato, perche la mancanza di un fiume navigabile dovra essere un perpetuo ostacolo al consumo esterno delle medesiine. Si vorrebbero delle acque, si vorrebbero dei canali: si s'immagina che senza un fiume non vi possa essere ne commercio, ne manifatture. Tutto ques.to viene perche si prendono isolati gli oggetti, e non si genera-lizzano le proprie idee. Gli urti necessari, che i corpi politici si danno tra di loro modificano giornalmente 1' aspetto delle cose. Ouante citta hanno in oggi gli stessi vantaggi, e la stessa felice situazione, che avevano gia tempo, e non hanno piu lo stesso commercio! QSara continua/oj