III. ANNO. Sabato 29 Luglio 1848. M 41- 43. Signor Itedattore! Nel suo articolo deli' Istria 22 luglio N. 40 intito-lato " Popolazione di Trieste „, lei invila a sostituire piu vere indicazioni di popolazione non cattolica di questa citta, chi ritiene erronee le sue ivi precisate per il 1847. Qual membro di questa Comunita Evangeiica di Con-fessione Elvetica, da lei indicato Riformati, siamo annu-rnerati precisamente per 284 individui, mentreche quivi abitanti siamo, e da molti anni, 500 in 600 il che veri-ficare facilmente lei potra appunto dai protocolli magi-slratuali assunti quando furono dimessi li vecchi Cimitert e creati i nuovi. Rilevo tale suo errore di circa il doppio rignardo ai miei Correligionari lasciando ad altrui rettificare quello che loro concerne. Appunto come lei dice simpatie od antipatie (cose umane) debbono averlo indotto in tali errori in quanto a noi massicci, e cosi il suo ragionamento, basato sopra cifre fallaci. Mi fece poi senso che tutte le da lei indicate popolazioni non caltoliche ivi sono de-scritte in precisati singoli numeri in tutto 5552 giusti, mentre la popolazione cattolica viene enumerata a cen-tinaja e numeri rotondi in totale 74800, metodo piu razionale per 1' indicazione di popolazioni che giornal-mente cambiano. — Nel citare che questa popolazione non cattolica ha in proporzione molte piu chiese, mag-gior ■ clero (anche scuole se lei vuole) doveva, mi sembra, ad edificazione del vero, pure aggiungere: "ma tutto questo acquistato e tuttora mantenuto meramente del proprio dai Singoli membri di esse Comunita non cattoliche, cl\e ed inoltre sottostanno a tutti gli aggravl dei Cattolici, cosi favoriti e dal Governo e dal Municipio in loro confronto „. Con tutti questi maggiori pesi mi accade acconcio di rimarcare che tali popolazioni si di-mostrarono mai sempre zelanti concittadini e ne cavo una prova evidente dali' istesso suo foglio " Istria „ N. 23 del 22 aprile, ove nella nuova eretta Guardia Nazionale e di libera e popolare elezione di tutti i cittadini, dai da lei detti Protestanti in N. 551 furono scelli 5 dai Riformati . „ 284 „ „ 4 dagli Anglicani „ 151 „ „ 1 popolazione . N. 986 „ 10 Capi furono eletti dieci Capitani a comandare essa Guardia Nazionale in confronto di Greci ed Illirici N. 1487 ... . 2 Mosaici ...» 3077 .... 1 Cattolici . . „ 74800 . . . . 11 dei totali 24 Capitani di essa Guardia Nazionale. Dai predetti Officiali ella pure nel caso e di giudi-care chi di essi adempi alli accollatisi impegni con mag-gior zelo, dir6 anche con scienza. Altra volta si compiaccia a dare ai suoi Cittadini non Cattolici le loro politiche e pubbliche denominazioni a lei notorie e poco luogo a queste rettificazioni nell'is/ria.— La riverisco distintamente. Trieste addi 26 Luglio 1848. D. Alessio Pariš. Giustificazione della Redazione. Se P autore della lettera pensa che il Redattore parli per simpatie od antipatie, esso gli fa torto, e po-trebbe appellarsene a fatti. Le cifre pubblicate da lui sul popolo di Trieste secondo culto, furono indicate siccome concordi alle pubbliche anagrafi;vi pu6 essere benissimo qualcheequivoco perche ognuno indicando spontaneamente nell'anagrafi la propria religione, avviene spesso che dicano protestante ed allora si collocano anche fra i protestanti. Nelle ana-grafi del 1846 trovasi indicato : Luterani 355, Riformati 535; in quella del 1845: Luterani 392, Riformati 462; puo quindi essere nato scambio di colonna pel 1847 ed essere i Riformati 551, i Protestanti 284. Noi non abbiamo fatto le anagrafi. Le indicazioni pei non cattolici furono date secondo la cifra precisa, perche la Redazione conosceva quanto piccola alterazione avesse potuto dare occasione a par-lari; per li cattolici, poteva prendersi Ia licenza di lasciar correre le frazioni, anche se ne mancassero unmigliajo. La Redazione parlando del numero del popolo non credette parlare di istituzioni ne del dispendio per que-ste; perche allora avrebbe dovuto dire per giustizia — il popolo cattolico di Trieste col peculio privato raccolto da largizioni alzo chiese, doto Conventi, doto Ginnasio, doto Liceo, doto Seminario pel clero, doto Confraterne di ca-rita, doto Scuole, doto benefizi ecclesiastici; ma venne il sistema di Giuseppe II; molte chiese, molte scuole ven-nero soppresse, tolto Seminario, tolto Liceo, tolto Ginnasio, i Convenli confiscati, confiscato il patrimonio dei benefizi; ed il Comune dovette porre la mano in tasca, per riavere chiese, per riavere scuole. E le chiese soppresse fossero almeno state date ad altri religionari per quel prezzo che costarono all'Erario! Le Scuole del Comune furono sempre aperte a tutte le religioni; senza pero che i catlolici potessero poi tenere scuole a loro piacimento, fino 1' alfabeto tutto era prescritto. Non sappiamo quali favori dasse il Governo ai cattolici di confronto ad altri; il Governo paga il clero cat-tolico, non cosi 1'altro, ma lo paga non gia per prov-vedimento di Governo bensi per avere confiscato la dota-ziorie che i comuni e le private persone avevano fatto al clero cattolico. Ouanto al Municipio non conosciarao cosa che in-dichi sfavore dato ai non cattolici, anzi avendo il Comune dato il terreno per cimiteri tanto agli uniche agli altri (eccettuati i Greci che 1' acquistarono a loro spese); i soli cattolici sono tenuti di pagare al Comune una tassa per I' uso del cimitero, mentre gli altri nulla danno al Comune. 11 desiderio che la liberta data ali' impero tutto, sia goduta anche dalla chiesa, e che i cattolici abbiano anch' essi e chiese e clero sufficiente e proprio non e desiderio biasimevole, ne che leda alcuno, nemmeno lo stesso clero cattolico, il quale raddoppia di sollecitudini per veder alzarsi chiese e formarsi clero proprio, al che il Prelato precede coll' opera e col danaro. Ognuno sa le proprie cose, Iddio quelle di tutti. II Redattore non si propose di fare 1' elogio di alcuno, nel dire il numero del popolo di Trieste; ma ap-punto il vedere che fra gli altri religionari vi hanno tante persone distinte per virtu e per merili, ai quali fanno piena giustizia anche i cattolici, giustifica 1' inno-cente desiderio che i cattolici abbiano anch' essi liberta di educazione morale ed intellettuale. Ouanto ai titoli, non e stata intenzione del Redattore di togliere ad alcuHO cio che gli compete; e lo fara quando gli avvenisse di parlare delle Comunita,; esso invece parlo di culto; e credette usare del diritto che hanno gli scrittori di adoperare voci che esprimono le idee. II Redattore sarebbe censurabile per ogni voce usata nell' indicare il culto, giacche quelli che si dicono cattolici romani, sono cristiani cattolici romani, quelli che si dicono greci sono cristiani cattolici orientali; Mosaici e poi voce non adottata, per quelli che or si dicono Israeliti ora Ebrei. Ci riesce nuovo del tutto che la comunita elvetica formi persona politica, ed abbia politiche titolature; cio sarebbe ignoranza da parte nostra, non errore. Allor-quando Ignazio Bianchi, Gasparo Griot (nome rispettato), Gasparo Frizzoni, Cristoforo Iost, ed Emanuele Battaglia intorno la meta del secolo passato gettarono il nucleo della Comunita essi furono detti — professanti la confes-sione Elvetica riformata, e con ragione, essendo dessi stati tutti elvetici, Cd i lingua romanica). Ma in progresso di tempo vennero a fissarsi in Trieste famiglie di altre nazioni, che professavano lo stesso culto, francesi, tedeschi, inglesi, ungheresi, olandesi e fu tempo non lontano, nel quale si fe' uso di quattro lingue alternativamente nella liturgia, tedesco, francese, italiano, romanico. II nome di elvetica puo convenire alla Comunita perche fondata ed essenzialmente costituita da cittadini elvetici; non al culto perche non sembra adalto che i culti pren-dano nome da paese quasi la religione fosse esclusiva di una terra o di un popolo; i soli Giudei presero nome dal paese, ma appiicato a questo nome un senso o- dioso, fu tralasciato da quelli che hanno rispetto per tutte le religioni. II nome di Riformati non ha senso odioso, nemmeno nella Chiesa cattolica, la quale lo ap-plica a qualche proprio ordine religioso. Le leggi, la storia non ricusarono questa voce innocente che pud applicarci al culto siffatto di qualunque nazione o popolo; nella pubblica anagrafi si usa questa voce di Riformati. Avremmo adottato il nome di Evangelici, ma indicandosi oggidi un culto di chiese unite ci parve meno proprio, dacche questa unione non ebbe luogo in Trieste, ne ebbe luogo in tutti quei paesi dai quali sono gli addetti a questo culto. E se queste giustificazioni non bastano a togliere ogni ombra, preghiamo di indicarci un nome che pos-sa convenire, al romanico, al tedesco, alfolandese, ali' inglese, ali' ainericano, fosse anche desunto dal primo institutore di questo culto e noi faremo volentieri 1' Errata corrige, in questo foglio, non per fare piacere ali'autore della Iettera, quantunque molto da noi estimato per le civili virtu di che e ornato, per la probita della vita, per amore a questa terra e popolo, ma per faro omaggio alla verita, confessando errore commesso, quantunque inavvertitamente. Sul dazio dei vini. II sig. I. E. Beck torno non e molto a versare sul ri-basso del dazio vini deliberato dalla Commissione municipale, facendosi a sostenere la convenienza di quella misura, la quale sottrae alla Cassa Civica annualmente in oggi ed in futuro 215,000 fiorini annui. Pressati nor da piu parti a dire su cio il nostro pensamento, lo faremo. II ribasso e fatto; quello che e fatto e fatto, e quello che resta da fare deve farsi. Cioe a dire, meglio che lodare o piangere la misura presa, convien pensare a fornire non solo fni. 215,000 annui alla Cassa Civica, ma qualcosa di piti per gli aumentati bisogni e per quelli che si aumente-ranno nel novello ordine di cose; ed e di questo rim-piazzo che ameremmo udir a parlare ed in tempo, tanto da sapere come si voglia aggravarci. II sig. I. E. Beck da in una scappatina che pare diretta contro il Consiglio municipale, volendo porlo in ridicolo asserendo che il piu del consesso soffrisse di alfa nell' estate e nell' inverno e s' addormentasse alle discussioni. Alle sedute di quel corpo, come alle seduto della Commissione attuale nessuno era presente fuori del corpo medesimo, e pero si vuol credere che 1'avversione nascesse dalla condizione sociale del sig. Beck. In prova che il Consiglio Municipale non dormisse, ecco cio che fu detto in due incontri nel 1839 e nel 1847 in proposito del peso che aggrava il povero nel dazio del vino, e come venisse deliberato di prendere avanti che spiri il primo anno della presente arrenda in discussione P argomento, pero senza porre in terribile imbarazzo la Cassa del Comune. E fu questo come sembra lo scoglio sul quale ruppero le migliori intenzioni per giovare alla classe piu povera della popolazione. Seduta del 1847. " II D.r Platner, chiesta ed ottenuta dali' Inclita Pre-sidenza la parola, espone quanto seguc: j, Nella seduta del Consiglio maggiore de' 7 ago-sto 1846, come apparisce dal relativo protocollo, io mi aveva riservato di fare (ali' incontro della promessaci discussione sui dazi civici) una proposizione, richiesta a mio vedere e dalla giustizia e dallo stesso interesse del Comune. „ Ouesto Spettabile Consesso ha 1' obbligo di pen-sare al benessere non soltanto di una parte, ma di tutta la popolazione, ed ove si persuadesse, che la massima parte della medesima, e quindi la meno agiata, si tro-vasse sproporzionatamente aggravata di una imposizione comunale, avrebbe senza dubbio il dovere di rimediarvi quanto prima. „ Ouesto sproporzionato aggravio a discapito della popolazione meno agiata si verifica pero pur troppo nel Comune di Trieste, e sino dali' anno 1839 (aH' incontro del nuovo regolamento de' dazi discusso a quell' epoca in Consiglio minore) venne fatta, per rimediarvi, dal sig. Giovanni Hagenauer e da me la mozione che mi per-inetto di preleggere a questo Spettabile Consesso „.. . „ Data lettura del voto sub •/. emesso nel 1839, il D.r Platner prosegue: „ Otto anni trascorsero da quell' epoca, ed essendo noi tutti ora meglio istruiti delle faccende comunali, e de' bisogni della nostra popolazione, ini fo' lecito di rin-novare quella proposizione, onde sia una volta messo riparo a si paltnare ingiustizia. „ Fra di noi si trovano de' bravissimi calcolatori. La logica delle cifre e la piu parlante. Eccovi dunque la prova. „ Calcolata 1' orna di vino deli' Istria p. e. a fni. 4 ed aggiuutovi il dazio de' poveri, addizionale e della misura con fni. 2 „ 3, si ha il costo di fni. 6,3 = 51 Va% d' imposta. Aggravando questi fni. 6 „ 3 del dažio di educilio del 22 % %> se ne ha il prezzo di . . . . fni. 7 „ 24 = 850/° d' imposta. Ouindi paga il piu agiato....... 332/3 % di meno del povero. „ Potendosi ora calcolare 1' annuo consumo di vino da 250,000 a 300,000 orne circa, ognuno vede, che un dazio solo di fni. 3 circa per orna, da pagarsi ali' atto deli' introduzione, cuoprirebbe piu che a sufficienza la Cassa Civica, anche astrazion fatta dal grande risparmio nella sorveglianza e dalla maggior liberta nel movimento. „ Siccome pero 1' oggetto e di massima importanza e richiede maturo esame; siccome non e d'altronde mia intenzione di precipitare una deliberazione in affare di tanto momento;, e siccome dali'altro canto un tale cam-biamento del regolamento daziario dovrebbe essere sot-toposto alla sanzione Sovrana, mentre il tempo per la pubblicazione deli' incanto della prossima arrenda si av-vicina, mi limitero a fare la mozione: ehe sia ricercata 1' Inclita Presidenza di far esaminare dall'Amministrazione del Comune entro il 1.° anno della prossima arrenda la proposizione deli' unione de' differenti dazi su' liquidi in un solo dazio, da percepirsi indistintamente ali' atto deli'introduzione; e che entro il suddetto termine sia portato 1' elaborato alla discussione e deliberazione del Consiglio Municipale. — „ Colgo poi questo incontro per ricercare (come ri-cercai gia piu volte a voce), che sia usata ogni dili-genza onde rinvenire o nella Registratura deli'Amministrazione municipale, o in quella delPEccelso I. R. Governo i voluminosi protocolli delle discussioni sui civici dazi, che nell'anno 1839—1840 costarono tante fatiche, per poterne approfittare nei futuri esami e discussioni a risparmio di tempo e studio „. „ Alla proposizione suddetta accedendo tutti li membri del Consesso viene deliberato di conformita, che entro il primo anno della prossima arrenda sia portato 1' oggetto, bene digerito, alla discussione e deliberazione del Consiglio maggiore „. II voto di cui si fa cenno in questo protocollo e il seguente esposto nel 1839. Voto separato dei Signori Giovanni Hagenauer e D.r Giovanni Corrado Platner circa 1' introduzione di un dazio generale sui liquidi vinosi e spiritosi. „ E massima generalmente adottata circa le imposte indirette, ch' esse debbano venire giustamente sopportate, in quanto cio sia possibile, da tutti i consumenti, e che debbasi cercare d' introdurre la possibile semplicitd e ge-neralita nel modo della loro percezione. „ Non ignorano i sottoscritti, che i piu illustri uo-mini di finanza dedicarono per molti e molti anni i pro-fondi loro studi, onde applicare aH' atto pratico la suac-cennata teoria, a prima vista tanto semplice ed ovvia, senza poterne riuscire adequatamente nel loro scopo; e non si arrogano percio di voler avere trovato la pietra filosofale. Ma chiamati dalla fiducia de' loro concitta-dini a discutere il comune benessere, credono di loro sacrosanto dovere 1' esporre senza riguardo la loro in-genua opinione circa un ramo deli' amministrazione comunale, che cotanto gravita e se inegualmente sulla maggior parte della popolazione, e quindi sulla meno agiata. — B AH'atto deli'introduzione paga attualmente 1'orna di vino comune 1' importo di fni. 2 : 3 a titolo di dazio dei poveri, addizionale e della misura. „ Ouesto dazio viene quindi pagato indistintamente da tutti i consumenti. „ Cangiasi pero la scena riguardo al sidetto dazio deli' educilio, che gravita col 22 % % sui prezzo dello smercio il consumo al minuto. „ Ouello che pud spendere p. e. 4 fni. per com-prarsi la mezza orna alla volta, noi paga: ma lo paga bensi il meno agiato, 1' inferiore impiegato, 1' artigiano, il facchino, il manuaie ep., e percio quella parte della popolazione, a cui, in questi paesi caldi, il vino, anche in vista delle loro gravissime occupazioni e fatiche, e un nutrimento del pari indispensabile che il pane e la carne. „ Bene calcolata la faccenda, non Io paga pero col solo aggravio del 22% %, ma lo paga coll'enorme e sproporzionato aggravio del 33%, avvegnache il dazio deli' educilio del 22%% viene percepito sui prezzo del vino gia colpito con fni. 2 : 3 dal dazio de' poveri ad-dizionale e della misura! — „ In conseguenza del suesposto sono i sottoscritti del parere, che l'I. R. Magistrato Econonoinico unita-mente al Consiglio minore dovesse prima di tutto pen-sare ai rimedi necessari per togliere una si palmare in-giustizia verso la meno agiata, e quindi verso la piu numerosa parte della popolazione di Trieste; ingiustizia, che, se ha per se la vetusta della sua instituzione, non diviene per cio meno gravosa. Credono poi i soltoscritti, che il rimedio piu sem-plice (ed anche di risparmio riguardo aH' esazione) sarebbe quello di un dazio solo, percepibile, — colle de-bite gradazioni, — su tutto il vino e spirito introdotto nel territorio od in citta, salvo il transito, al quale re-sterebbero riservati tutti i diritti indispensabili per non ferire il commercio, che solo rende florida questa citta, e che dalla miniina gravezza potrebbe risentir degli ol-traggi, danni e deviamenli, ai quali, verificati ch' essi si sieno, puo a cosa fatta assai di rado rimediarsi, come ce lo provano inolti e non tanto remoti esempi di citla com-merciali marittime. — „ (juesta riunione de' diversi dazi ora esistenti in un solo, non si rendera poi tanto malagevole, come taluni sembrano immaginarselo; ne per abolire il dazio deli' educilio occorrera aumentare di molto 1' attuale dazio de' poveri ed addizionale, giacche e opinione de' sottoscritti, basata sulle piu esatte informazioni ch' essi si poterono procurare in via privata (non esistendovene fra gli atti deli' I. R. Magistrato Economico), che un dazio unico non maggiore di fni. 31/4 per orna renderebbe in complesso almeno la stessa somma, che s' introita attual-mente sotto le differenti denominazioni di dazio deli' educilio, addizionale, de' poveri e della misura. Giovanni Hagenauer. Dr Giovanni Corrado Ptafner. La Guardia Civica di Trieste. Egli e frequentissimo e naturale che le instituzioni novelle vengano in estimazione e gradimento del popolo, e che delle antiche non se ne parli comunemente, fincbe le moderne medesime divengano antiche e cadano sotto 1' eterna legge della dimenticanza. Ma cio e del volgo, perche i saggi apprezzano ci6 che e utile e lodevole in qualunque epoca sia nato, da qualunque nazione pro-venga, qualunque ne sia 1' autore. Ci accadde di udire che il Comune di Trieste sia esente dalla Coscrizione militare, e che tale esenzione sia pronunciata dallo Statuto antico; asserzione che ci fu di mortificazione, perche sarebbe stato a noi. rimpro-vero di non avere fatto studio," come e debito, delle pub-bliche nostre cose, sfogliammo novellamente i tre Statuti stampati (comprendendo fra questi tre quel!o di Maria Teresa), ma non vi trovammo piu di quanto altre volte avevamo letto, cioe perfino 1' obbligo di dare il capitano che comandasse nel caso di guerra o di pericolo. Bensi sappiamo che per le leggi deli' Emporio i forestieri che vengono in Trieste, e fino a che durano tali, sono esenti ! dagli alloggiamenti militari (dai quali si libero il Comuno in altro modo prima ancora che emanasse la legge che ne dispensa la citta) e dalle guardie, cioe a dire dalla custodia notturna delle mura, delle porte, e delle vie della citta, dal servigio in caso di sospetto o časi di peste, servigio dal quale non erano esenti nemmeno i preli, i quali in verita lo prestarono nella prima meta del secolo passato. I servigi delle guardie urbane non ven-t nero mai richiesti agli esteri, ed allorquando s' institui ! la prima volta fra noi la Guardia Nazionale nel tempo | francese, molti cercarono di sottrarvisi reclamando la sud-ditanza estera, sudditanza che poi tutti non riuscirono a provare. I pensamenti si cangiarono poi silfattamente che volonterosi anche gli esteri corsero ad arruolarsi nell'o,-dierna Guardia Nazionale, e ad assumersene gli obblighi. In Trieste non fu pubblicata ne la legge di Maria Teresa che prima ordino la leva, ne quella di Giuseppe II che fu la seconda, ne quella di Francesco I, leggi che impropriamente si dissero di Coscrizione; ma non percio Trieste fu esente da debito militare; esso si regolava secondo il sistema antico. Ouesto sistema obbligava a tenere armati i villici sotto nome di Cernide (lo stesso era anche nell' Istria Veneta) ed erano capitanati da patrizi, divisi per compa-gnie; pero non in assise militari, le quali spontanea-mente furono indossate a tempi di Maria Teresa, quando furono chiamati a fare il servigio di guarnigione in as-senza di truppa. La campagna dava un battaglione il quale usci in campo nelle ultime guerre col turco per difendere il Li-torale, e se memorie storiche non ci avessero data notizia ne avremmo avuta dai racconti e da testimonianze familiari. Nel 1805 il corpo dei villici fu come dicono ri-organizzato ed ebbe le bandiere; allora e poi servi con valore e fedelta anche in difficili incontri, ed in guerra. II Governo Francese prima di attivare la Guardia Nazionale in Trieste, vi aveva attivata la Guardia Civica, come allora si diceva formandola di urbani, e di villici; anche nella Guardia Nazionale i villici furono ascrilti egualmente che gli urbani, senza altra distinzione che quella del loro usuale vestito, il quale fu alterato soltanto nel 1809 quando usciti in campo, adottarono an-che gli officiali certi berrettoni di pelo d'orso." Alla rioccupazione di Trieste, sciolta la Nazionale, rimase il solo battaglione dei villici, gli urbani divisi secondo le arti furono qualche volta chiamati, ma in tempi di bisogno straordinario soltanto; il desiderio di vedere ristabilito il corpo di guardie urbane, che dicevano civiche, non ebbe effetto; rimasero soltanto i villici, i quali ebbero nuovo ordinamento nel 1836, ordi-namento che tuttora dura, e del quale diremo alcune cose, e prima del nome e del vestito. La dissero Milizia Civica territoriale, non gi& perche fosse mezza di urbani, mezza di villici, ma perche composta di cittadini abitanti della campagna che spesso si disse territorio; in altre provincie dove e attivata la dicono territoriale soltanto, seguendo antica nomenclatu-ra. II milite non ha vestito uniforme, sui cappello porta la nappa di Trieste bianca rossa coll'alabarda di s. Ser-gio, prova questa di provincialita conservata. E fu in- vero rimarehevole il vedersi affaticare le menti nel maržo ed aprile decorso per sapere quale colore, quale segno dovesse adottare la Nazionale di Trieste (provvisoria-mente a nostro avviso), e ridicolo il vedere molti affnn-nati conlro .1' alabarda di s. Sergio, mentre un intero battaglione da oltre memoria d' uomini per mezzo alle vie della citta portava sul cappello quattro dita di nappa triestina e di alabarda; tanto la patria occupa i primi nostri pensieri. I bassi officiali, glr officiali, portano as-sisa uniforme, ma questa non e particolare di Trieste, ma quella medesima che portano i corpi regolari di quelle provincie, nelle.quali non vi e la cosi detta Coscrizione. If milite deve essere possidente, chi non e possi-dente non vi e ammesso; nel 1836 1'intelligenza non era ancor- alzata ad elemento sociale come lo fu per la Guardia Nazionale, se per intelligenza devesi intender il sapere; ma i militi ne hanno rnoltissima per le fazioni militari, e non ne mancano anche per le cose loro. I militi vengono tolti, esaminati, ammessi e licenziati nello-stesso modo del militare; nessuno che vi sia chiamato puo per sua sola volonta esentarsene; i militi servono otto anni egualmente che il militare. L' ammaestramento 10 ebbero e lo hanno nella Casarma, e spesso da bassi officiali della truppa. Da che un milite e ascritto al battaglione, esso cessa di appartenere al Registro Civile; la sua morte viene segnata soltanto nel Registro del Cappellano del battaglione, e da questo solo riceve tumulazione; durante F aggregazione al corpo, il'milite ha 1'assistenza dal medico e dal chirurgo del battaglione. Fino dal 1836, il battaglione non vede il bastone, ne come distintivo di rango, ne come stromento di pu-nizione; il solo arresto ha bastato a mantenere severa disciplina; i časi di punizione sono rarissimi, per modo che 1' officio di Uditore e piu onorario che altro. 11 milite sdegna di mettere le mani addosso, o di legare, nei časi di arresto. II milite riceve 1'armatura intera e le munizioni; 11 vestito e a suo crrico; fuorche la copertura del capo. Gli officiali vengono scelti fra gli urbani, sono tutti volontari, e non hanno tempo fisso di servigio, vestito ed armatura e a loro carico. La spesa annua del battaglione e assai mite arrivando appena alli 1000 fni. In questi mesi decorsi il battaglione presto servigio, attivissimo, faticoso, prontissimo, e respinse viril-mente le insinuazioni di quelli che avrebbero amato veder nata scissura o gelosia colla Guardia Nazionale. Sos-tenne con ilarila il servigio di e notte alle batterie, per modo che ogni quarto giorno era coll'armi alla mano; non curo ne di fare lodi a se medesirno, ne di chiederle ad altri; militi ed officiali furono paghi di avere soddiš-fatto al debito loro come meglio seppero. Consiglio Monicipale di Trieste nel 1749. L'Imperatrice Maria Teresa o piuttosto il suo ministero aveva voluto introdurre in Trieste il sistema de- gli impieghi a vita, anche nel servigio di questo Comune; ed i Triestini ne inossero lagrianza chiedendo, che venisse mantenuto 1' antico sistema, secondo il quale le cariche tutte erano temporanee, e si avvicendavano. L' Imperatrice annui ali' inchiesta e nel di 24 decembre 1749 radunato il nobile Consiglio maggiore venne an-nunciata e posta ad elfetto la decisione Sovrana. Or ecco come sj procedette. — L' illustrissimo Signore Signore Francesco del Sacro Romano Impero Libero Barone de Wisenhutten (cosi scri-vevano) di Sua Sacra Cesarea Regia Maesta, Consigliere Aulico Camerale Intendente del Commercio nel Litorale Austriaco, Capitano civile e Comandante militare della Citta e Fortezza di Trieste,- si reco al Consiglio radunato alla testa del quale era il primo Giudice (e Cesareoj Barone Giulio de Fin, e tenne il seguente discorso (cosi registrato nel Protocollo di Consiglio). Nobili Sit/nori "Fu da voi presentata una humilissima Supplica „all'Aulica Commissione. che Sua Maesta la Nostra Sourana „inuid qui nel Mese di Ottobre Anno corrente per rap-„presentare a tali' Aulica Commissione il bene, che ap-„porterebbe alla Bona Citta di Trieste, nel vedersi ri-„messa questa Cara Patria nella pristina liberta di creare ,;non solo li tre Giudici, ma anche tutti gl' altri Officj a „norma del nostro Patrio Statuto durabili tutti per soli quatro „mesi, com' ab antiquo fu pratieato: Voi vi spiegaste „nella mentovata vostra Humilissima Supplica Sig. Barone „e Nob. Sig.ri, che li rillessf, e raggioni che voi potrebe addure, fossero moltissime, e forti per far vedere „questa duratione d' officj non essere di buon Cesareo „Reggio Seruitio, danosissime al Publico, e priuato Bene, „d' aggravio a tarata Nobilta meritevole, e sufficienle d' e-„sercitar queste Cariche, che da questa duracione d' of-„ficij germogliano odij, inuidie, e pessime conseguenze, „che non accaderebbero, quando ogni quatro mesi fos-„sero preposti al Governo altri soggetti, nel qual caso „tutti si chiamerebbero contenti, e con unanime affetto, „e diligenza concorrerebbero a dar incremento a tutto „1'essere Publico; la Gioventu vedendo li Genitori nelli „Governi sarebbe per tempo instruta dalli medemi nelle „massime di Governare, non regnarabbe 1' ignoranza, et „otio, che sono il scoglio, ove si frange ogni Citta, et „ogni Stato„. "Porto tali' humilissima Bapresentatione la Cesarea „Beggia Commissione alla Suprema Conoscenza dell'Au-„gustissima Nostra Sourana, etAppoggi6 fortissimamente „ le Vostre humilissime rimostranze, si che 1' Imperiale „Reggia Maesta Sua auendo sentito tali' humilissimo Ra-„porto e statta per un mouimento di Sua Clemenza, e „Materna tenerezza, che esercita con tanta Gioia, e Pia-„cere in ogni occasione verso li suoi fedelissimi suditi; ,;nella Resolutione come Clemenlissimamente ha risolto „d' accordarui tal vostra humilissima domanda, con certe „conditioni pero, che la Giustitia non meno, che la Sa-„lute della fedelissima sua Citta di Trieste lo richiede. „M' ha percio Graciosissimamente ordinato di notificarvi „Nob. Signori talle benignissima Resolutione, per la quale „ingenuamente confcsso, che mi sento suegliare una delle „piu pure e particolari allegrezze nel daruene parte in quest' »oggi di tal delta Sourana Resolulione, per la quale so-„spiraste con tant' ardore, e della quale a Sua Sudetta „Imperiale Regia Maesta frutti cotanto salutari auete „promessi.„ "In consequenza dunque di dette Supreme Resolucioni, „ui feci oggi conuocare Nobili Signori; accio voi in mia „presenza passiate ali' elletione de nuovi Giudici, che li „Statuti hanno in questo giorno fissata con le formalita „prescritte, che dalla benignita delli Sourani delPAugu-„stissima Časa d'Austria sono state accordate, e nelli „Statuti confirmate. "Li meriti, et il zelo, che il Cesareo Regio Giudice ,,Sig. Barone Giulio de Fin ha fato comparire per 1'Augusto „seruitio di Sua Imperial Reggia Maestš, sono li motivi, „e raggioni, che resti confermato nella sua Carica ancora per un'Anno. "Spero che voi Signori farete degli altri, si come „di tutti li successivi officij una tali' elletione, che io „non provero il dolore di darne I' esclusiva ad alcuno, „nel rimanente sono persuaso, che Voi Nobili Signori „adempirete esatamente tutte le promesse, che avete fato „a Sua Imperial Reggia Maesta 1' Augustissima Sourana, „per le quali auete impetrato 1' effetto delle Vostre umili „suppliche, non restandovi in oltre, che dirvi che so con „Sommo piacere lusingarmi che conspirerete per vicen-„devolmente inspirarvi 1' onore delle virtu, e detestare „con horore ogni sorte di vicio.„ "Cosi mi trovarete pronto in ogni tempo ad accor-„darvi tutta 1' asistenza che da me potra dipendere,,. II Protocollo continua — "Sudiche L' lllustriss. Signori Giudici hano proposto „Ia Nova Creatione de loro successori per essere elletti, „e confermati a tenore delli Patrij Statuti. Nobili Signori ch' hano avuto il breve di Giudici ellettori li „seguenti Sig. D.r Gioanni Kupfersein ha elletto il Sig. Didio de Giuliani, giuro Sig. Giusto de Giuliani ha elletto il Sig. Lorenzo de Francolsperg, giuro Sig. Francesco de Bonomo ha elletto il Sig. Giuseppe de Conti, giuro Sig Francesco de Baiardi q m Giacomo ha elletto il Sig. D.r Alvise de Giuliani Sig. Raimondo de Francolsperg ha elletto il Sig. Francesco Baiardi q.m Giacomo, giuro Sig. Carlo Garzaroli ha elletto il Sig Mauritio Vrbani, giuro. N.B. Essendo il Sig. D.r Alvise de Giuliani com-pagno di dacio fu elletto in sua vece il Sig. D.r Leo-nardo de Burlo. Seyuono le Balolationi i.ma Balotatione 2.da Balotatione 36 . . . . . . 8 31 ... . . . 17 41 . . . . . . 9 24 ... . 36 . . . . . . 14 27..... . . 18 39 . . . . . . 8 31 ... . . . 20 41 ... , . . . 10 Confirmatus fuit Dnus. Di- Confirmatus fuit Dnus. Lau-dius de Giuliani. rentius de Francolsperg. A comprendere questo modo di votazione giovino i seguenti cenni. Dovendo due essere le cariche da rinnovarsi, si scrivevano sopra sei brevi (cosi chiamavano cio che oggi dicono schede) Elettore di un Giudice e le ponevano in un' urna, insieme a tanti brevi di egualissima forma, pero bianchi, quanti erano i Consiglieri. Poi si agitava P urna, ed ognuno dei Consiglieri estraeva un breve, ed a chi toccava il breve scritto incombeva P obbligo di pro-porre un candidato; quindi sei, i quali dovevano tosto giurare di non avere impedimenti ec. ec. — La Ballottazione poi seguiva, ponendo di confronto il primo eletto con ognuno dei cinque altri, e que!lo che otteneva il maggior numero dei voti era, come dicevano confermato. Poi si procedeva eol secondo in eguale modo ponendolo di confronto cogli altri quattro. Avvertiamo che il numero complessivo delle balle non corrispondeva in ogni mano di ballottazione al numero dei Consiglieri, perche spessissimo era il caso in qualcuno di non dovere votare ne in favore, ne contro quel tale proposto, per ragioni di parentela, affari ec. ec. Succedeva talvolta che le balle crescessero, cioe vi fossero piu voti che votanti; se cio era semplice sospetto, il Capitano sospendeva la trattazione e faceva giurare ognuno di non avere dato piu d'una balla; se era cer-tezza si tornava a capo. Le ballottazioni seguivano sempre colla formola pronunciata — A chi piace a chi non piace. i Registreremo la chiusa di quella Seduta. II Conte de Chotek (Rodolfo) era Presidente del Direttorio Com-merciale in Vienna; ed i tre Giudici vollero fare atto che li ponesse in grazia presso questa Eccellenza e presso P Aulico Dicastero; forse cio era ad insinuazione deli' In-tendente de Weissenhutten, il quale non doveva passare di mala armonia eol Giudice Cesareo (primo dei tre) che era di nomina sovrana, e pagato. Volevavano lorse at-tribuire al Ministro il merito della rivocazione d'un or-dinamento, che certamente egli aveva suggerito, o pog-giato. Ecco la proposizione fatta : "L' illustriss. signori Barone Giudice Cesareo Reg-jjgio, Giudici e Rettori propongono a questi Nobili Con-„segli qualmente essendosi dagl' effetti dimostrata la sin-„golare Protezione, e Bonta inverso questo Publico da „Sua Eccellenza Sig. Rudolfo Conte di Codek Preside del Supremo Comertial Diretorio, come cosi „etiamdio delli suoi Illustrissimi Signori Consiglieri tutti „stati propensi a graciare questa Citta, pero in attestato „di gratitudine si dovesse, come sono essi Illustrissimi „Signori Giudici di parere, esibire alla prefata Eccellenza „Sua la nomina di sei Consiglieri da farsi a suo bene-„placito, et altresi a delti Illustrissimi Signori Consiglieri „di due per cadauno d'essi, e cio per dimostargli la „Viva Comun recognitione alle gracie ottenute; onde si „balotti„. E si ballott6. Ma quel Consiglio non la pensava come i proponenti, e raccolti i voti, si trovo che a do-dici piaceva ed a cinquanta non piaceva, percio il protocollo si chiudeva colle parole Caisum fuit. Commercio Da atti degni di fede deli' anno 1791 rileviamo i seguenti elementi statistici. La citta era abitata da . . • • 16,000 persone Le ville e le contrade esterne da 8,000 „ in complesso da ...... 24,000 * Ouesta calcolazione ci avverte come le numerazioni di popolo fatte allora dali' i. r. Contabilitš abbracciassero perd anche il territorio. In questa epoca V Emporio di Trieste non aveva confini nel circolo di sua attivita, il Levante, il Mar Nero, la Germania, 1' Olanda, 1' Inghilterra, le Spagne, 1' Italia, la Francia, le Russie, la China, le Indie conoscevano Trieste ed avevano affari con questa. La cittci non esten-deva il suo raggio di attivita al di 1& del ponte di Zaule, ne al di la di Santa Croce, e di Opchiena. II numero del popolo che traeva sussistenza dalle proprieta, dali' agricol-tura e dalle industrie urbane, era ali' attivazione deli' Emporio di 6000 abitanti i quali s' aumentarono per le nuove instituzioni di governo di non poco. II Governo provin-ciale la di cui giurisdizione s' estendeva come quella della citta, e deli' Emporio, contava 4 Consiglieri, 4 Segre-tarl; il numero degli impiegati regi e comunali, e degli inservienti era considerevole, piu che 2000 persone possono aggiungersi aila citta; per modo che calcolati ad 8000 gli urbani, ad 8000 i rustici, gli altri 8000 rima-nevano ali'Emporio. Or ecco lo stato deli'Emporio di quel tempo. Sei erano i deputati di Borsa, il nome di nessuno di questi giunse fino a noi celebrita mercantile, il nome di cinque e sparito. ' Uno era 1' attuario di Borsa. Ouattro erano le Camere di Sicurtš: La Compagnia d'Assicurazione eratta nel 1776. II Banco di Assicurazioni e Cambi Marittimi eretto nel 1786. La Camera d'Assicurazioni eretta nel 1787. La Societa Greca d'Assicurazioni eretta nel 1789. I Negozianti di Borsa erano .... 44 Le Čase di Commercio ali' ingrosso . . 38 Le Čase ali' ingrosso ed al minuto . . 9 Le Čase al minuto........4 Fabbricatori..........12 Altri negozianti non insinuati .... 46 In Seterie e panni........9 B Telerie...........7 „ Drogherie..........8 B Cristalli...........6 „ Ferro...........3 ' „ Galanterie..........4 „ Legname..........5 „ Carta...........4 „ Ori ed argenti........5 Di fabbriche v' erano.......77 cioe: Biscotto...........5 Candele di sego......... Canditi............. Cappelli...........7 Ca rte da giuoco........1 Cere............5 Colori chimici.........1 Cordaggi...........3 Filati rossi..........2 Maioliche . ..............2 Paste............5 Pelli............4 Rosoli........... . 21 Salagione di pešci........3 Saponi ........................6 Teriaca...........3 Vele ........................1 I sensali patentati erano in numero di . 60 Spedizioneri di carichi per terra ... 11 Fattori di Capi Carradori.....8 Le piazze colle quali Trieste trattava affari di Banca e di commercio erano principalmente — Colla Germania, Belgio, ed Olanda, Danimarca Amburgo (con pii che 80 čase) Amsterdam (con piu che 100 čase) Anversa Berlino Brusselles Copenhagen Graz Klagenfurt Ostenda Praga Vienna (con piA che 200 čase) Villaco Coll' Italia Ancona (con piu che 100 čase) Ferrara Genova Livorno (con numerosissime čase) Malta Mesola Messina Milan o Napoli Ponte Lagoscuro Venezia (con piti che 200 čase) Colle Spagne e Portogallo Barcellona Cadice Lisbona Colla Francia Marsiglia (con piu che 100 čase) Parigi ColC Inghilterra Londra (con piu che 300 čase) ColC Ungheria Fiume Colla Turchia Costantinopoli Smirne Con Gorizia si facevano molti affari. E questa lista non abbraccia tutte le piazze, ma alcune delle principali di allora, che comraerciavano con Trieste. Vi erano allora in Trieste Consoli di Danimarca di P™ssia d' Inghilterra » Ragusa di Francia „ Genova „ Malta „ Modena „ Napoli d'01anda di Baviera i> Portogallo Roma 3 Russia „ Sardegna „ Svezia „ Toscana „ Turchia _ Venezia Yi erano Consoli Austriaci in Agosta in Livorno Atole di Francia „ Londra n e . .. „ j--------Lubecca „ Algari di Sardegna „ Altona „ Amsterdam „ Ancona „ Barcellona „ Barletta » ,, , " Bajona » Ma aga „ Beno-ala nell'Indie Orient. „ Malta " Bordeaux »' Manfredonia ! Brema » Marstglia „ Macerata „ Modena „ Mahone „ Majorca Malabar nell' Indie „ Cadice „ Cagliari „ Culais „ Canton nella China „ Cartagena „ Cefalonia „ Cette „ Cherson in Crimea „ Civitavecchia „ Corsica „ Corunna in Ispagna „ Denia „ Dunquerque „ Fano „ Faro „ Funchal „ Gallipoli „ Genova „ Gibilterra „ Amburgo „ Havre de Grace Mataro Messina H Morluis „ Nantes „ Napoli „ Nizza „ Palermo „ Palma nelle Baleari „ Pesaro „ Pietroburgo „ Portoferrajo „ Porto nel Portogallo „ Ragusa „ Rochelle „ Rouen „ Salo „ Sassari „ Setuval „ Sinigaglia v Spalatro _ Tolone in Latachia „ Lepanto „ Naxia in Tripoli di Soria „ Yassi ,, Zea V' erano Consoli in Tripoli „ Isola di Francia e Capo „ Valenzia di Buona Speranza „ Venezia „ Kopenhagen „ Zante „ Lisbona „ Zara Dipendenti dali' Internunziatura di Costantinopoli stavano in Acri in Patrasso „ Aleppo „ Rodi „ Alessandria „ Salonicco „ Cipro » Scio „ Dardanelli % Seres „ Durazzo » Smirne „ Jaffa „ Stanchio in Algeri „ Tunisi Le quali nojosissime liste le diamo in prova deli' e-stensione del territorio mercantile di Trieste. Le condizioni urbane di Trieste del 1791 ebbero alterazione dal 1797 al 1805, quando la Costa orientale deli'Adriatico divenne austriaca, dal 1804 impoi, nel quale tempo fu creato 1'Impero Austriaco e poco stante ces-sarono le relazioni politiche colla Germania. Dal 1805 al 1809, epoca nella quale Duino e Zaule erano confini di Stato, le condizioni furono quelle anteriori al 1797 meno le relazioni politiche colla Germania. Dal 1814 impoi Trieste vide cangiarsi le cose dalPAussa alle Bocche di Caltaro, fu tutto una famiglia. Trieste ne fu il centro. Noi ricorderemo alcune cose; 1'Emporio di Trieste secondo sua costituzione ed assenza si occupasse del commercio ali' ingrosso, e di quegli altri modi mercantili che servono al commercio, quindi cambio, assicurazioni, me-diazioni, trasporti di terra e di mare. L' industria ma-nufatturiera non e commercio, bensi da materia al commercio. II vendere per privarsi, ed il comperare per usare non e commercio, commercio e comperare per vendere, vendere per comperare. Non e negoziante chi del commercio non fa occupazione di tutta la vita, per trarne sostentamento e guadagno. II negoziante e insieme cittadino, ma i bisogni della vita cittadina n on sono gli idenlici della vita mercantile. Le arti, le professioni nate dal bisogno di popolo numeroso sono di indole del tutto diversa dalle attivita mercantili, non dipendono da queste, ma appartengono ali' attivita urbana spesso iti isproporzione al commercio. I mercanti che si ritraggono dal commercio per go-dere il frutto di loro industria, i figli che la ereditano non appartengono alla classe dei negozianti. Ora noi ci permetteremo di fare a quelli che del-i'Emporio hanno conoscenza piena e sincera i quisiti. L' Emporio di oggidi nel cangiare in meglio il pro-dotto della sua attivita, ha cangiato quell' indole che aveva nel 1797 ? Ouesto miglioramento e questo cangiamento e frutto di quelle cause che agirono fino al 1797, e che ora ap-pena si mostrano efficaci, od e frutto piuttosto delle condizioni subentrate dopo il 1814? Puossi ritornare alle condizioni del 1797 con certezza di non perdere; gli effetti di allora si rinnoveranno, anzi si miglioreranno ? L'Emporio crebbe egli nel numero di suoi addetti, in quella stessa proporzione in che crebbe la citta ? Da quali regioni colle quali e in contatto Trieste venne P aumento deli' Emporio, da quali P aumento della citta?, E la citta si immedesimata e fusa nell' Emporio, da avere comune tutti gli interessi, ed i destini? per močo che la Borsa puo cangiarsi in Camera di commercio ?