ANNO XXVII. Capodistria, 16 Marzo 1893. N. 6 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-iriraestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Sedazione. Scoperte archeclogiche e ristauri liei Duomo di San Giusto Delle recenti scoperte e dei restauri in San Giusto trattò con piena competenza A. Puschi nell'ultimo fascicolo àe\V Arci teografo Triestino, ed a ouo luogo ho promesso di tornare sull'argomento. Se per le frequenti alterazioni, avvenute in vari lempi, F antica basilica di Santa Maria, trasformata nell'attuale San Giusto, non può competere con 1' Eufrasiana di Parenzo, è però sempre un raro cimelio attestante le floride condizioni di Trieste nei tempi bizantini e il successivo incremento della città sotto il governo episcopale prima e del comune poi. Anzi le alterazioni della basilica mariana di Trieste, l'erezione del vicino sacello di San Giusto, e 1' unione di quel] „ con questo, onde ne venne 1' attuale unica chiesa di San Giusto, ciò hanno di proprio che sono un testimonio del progresso; perchè nessun ampliamento sarebbe stato necessario, se Trieste, come Parenzo si fosse trovata nei tempi di mezzo e nei moderni nelle misere condizioni della cittadetta della bassa Istria. San Giusto, come è, ha la sua ragione di essere; la sua forma attuale, o brutta o bella, è caratteristica. Ciò non toglie, come bene osserva il Puschi, che rispettato 1' edifizio nelle sue linee generali „non sia utile e decoroso che si modifichino certe cose introdotte in tempi a noi vicini e che contrastano col rimanente del vecchio monumento." Aggiungerei che non si hanno ad avere scrupoli neppure nel levar cose vecchie, ma di nessun valore e contrastanti con la primitiva destinazione, come dirò poi a suo luogo. 11 Puschi ci dà prima un' esatta descri- Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. zione degli antichi affreschi esistenti dietro 1' altare di San Giusto, ricoperti poi dai quadri del Panza, che ora decorano l'abside centrale. Tali affreschi, ridotti in deplorabile stato, furono testé restaurati dal pittore Antonio Ber-tolli, dietro raccomandazione dell' illustre Cavalcasene. Così 1' abside del sacello di San Giusto ha riguadagnato moltissimo della primiera sua venustà. Ma perchè 1' opera sia veramente compiuta, per amore vivissimo che nutro per 1' arte in generale e quale triestino in particolare, non cesserò di ripetere quanto altre volte ho già detto. Si vuole fare un ri-stauro intelligente e degno di Trieste? Perciò sono necessarie tre cose : 1.° Rimuovere, come consiglia il Puschi, 1' attuale altare votivo, e, lo s' intenda bene da tutti, non per motivi politici, ma per ragioni d' arte. 2.° Alzare invece un altare minore, nelle proporzioni del vecchio quale esisteva a' miei tempi, senza statua però, con la parte posteriore ornata dell' antichissima lapide sepolcrale con simboli cristiani, la quale si conserva nel vicino museo dove fu relegata; scoprire e collocare le reliquie del patrono in cassa argentea sotto 1' altare stesso, in modo che possa essere visibile al popolo nel giorno solenne del düe Novembre. 3.° Abbassare gli stalli dell' antecoro, che dalla navata di San Giusto impediscono la vista della centrale, e la dividono dal corpo principale della fabbrica. Diciamone particolarmente. Che 1' attuale altare di San Giusto stuoni con l'assieme del piccolo edilizio bizantino, col mosaico e con le splendide decorazioni dell' abside, lo vedon tutti. E stuona anche maledettamente con la storia. San Giusto di fatti fino dal primo secolo dell' era cristiana fu il nostro protettore, il simbolo della vita religiosa e civile di Trieste, e come tale ebbe sempre culto nel sacello accanto alla basilica. 11 suo altare deve essere quindi F espressione di questo culto, la pietra votiva, l'ara sacra sopra la quale da secoli splende il sacro fuoco della patria. Ridurre tutta una storia a un breve episodio, far sì che il culto di San Giusto di generale diventi particolare, e che 1' altare non rappresenti più il voto di tutti; ma di pochi, e di un solo personaggio (e sia pure rispettabilissimo e degno del compianto universale); tutto questo è indegno della maestà del culto cattolico, e delle tradizioni patrie ; è un far servire San Giusto all' esplicazione dei sentimenti di un dato numero di persone: sentimenti che non hanno nulla di veramente universale; e che possono anche scomparire col tempo, e rimanere perciò oscuri o di poca efficacia pel popolo. Non con ciò intendo che si abbia a tor via l'altare nuovo, la statua del Ferrari, il bassorilievo famoso ecc. ecc. Tutto deve essere conservato nel Duomo; solo non è questo il luogo opportuno. E la nicchia io ce 1' ho trovata ed ecco dove. Accanto all' altare delle reliquie, c' è l'altare così detto di San Giusto vecchio, come oggi è, ridotto un' informe congerie di marmi. Tutti i vecchi triestini, come me, ricorderanno che questo era 1' altare maggiore del duomo, e che vi faceva prima del 1846 la sua bella figura sotto certi affreschi, e con le statue dei santi protettori che ne decoravano la parte superiore. Le statue furono trasportate in soffitta, e credo ci siano ancora tra i Giudei della Via Crucis delle stazioni nelle antiche mura. Ora a rischio di sentirmi ripetere che io assumo lo stile di una vecchia baba triestina, non posso fare a meno di esclamare: Signori ingegneri, aprite gli occhi e guardate che brutta figura ci faccia in quell' angolo il vecchio altare senza i cinque gradini originari, e senza statue ! Il popolo lo chiama non senza la punta dell' ironia : san Giusto vecchio ; meglio si potrebbe chiamare San Giusto invalido, relegato tra i vecchioni. Si ha dunque a rimuoverlo,'e donarlo a. qualche chiesa del territorio, oppure vendere i marmi addirittura; ed in sua vece collocarvi l'attuale altare votivo' di San Giusto; e lasciate fare al popolo a trovarci il so- prannome. Così trasferito in luogo opportuno 1' altare rammenterebbe un fatto della vita dell'infelice Massimiliano, degno di sorte migliore; e se si credesse opportuno si potrebbe aggiungere ai lati altri due bassorilievi rappresentanti la sua partenza da Miramar, e la catastrofe della tragedia messicana. Passiamo al secondo punto. Reso ai culto civile e religioso il sacello di San Giusto, come benissimo opina il Pusehi, si dovrebbe costruire un nuovo altare più modesto, ma tenuto in maggiore accordo con la tribuna. Dunque niente statua, ma una semplice mensa. La statua non vi è necessaria, trovandosi San Giusto già effigiato a mosaico sulla volta, ed a fresco nel quadro di mezzo. Rimane però ancor molto a fare; cioè la ricostruzione dell'antico, collocando nella parte posteriore la lapide che vi si vedeva prima dell' ultimo raffazzonamento, e che ora è relegata nel museo. Un tempo dietro 1' altare c' era un foro, e da questo, nel sotterraneo rischiarato da un lampadino nel giorno della festa, si vedevano le pietre che secondo una pia tradizione furono sospese al collo del martire per approfondarne il cadavere nel mare. Mi maraviglio poi che a nessun sacerdote sia venuto in mente di disotterrare le reliquie^ che ci devono essere certamente, e di collocarle sotto alla mensa dell' altare, in artistica cassa di marmo o d' argento, per esporle alla venerazione di tutti i fedeli nel 2 Novembre. Così si pratica in tutte le cattedrali; e non occorre andar tanto lontano. A Capodistria nella festa di San Nazario si fa così precisamente. Nello stesso San Giusto poi si espongono i corpi dei due protettori minori, di Sant' Apollinare e di San Servolo; e perchè non si segue la stessa pratica col patrono principale \ Ci pensi il benemerito canonico parroco attuale; e compia 1' opera pia legando il suo nome allo scoprimento o invenzione del corpo santo, che così, come è oggi è privo di culto condegno. In questi ultimi anni il Giuseppinismo ha tentato di distruggere tutte le tradizioni popolari, con la smania d'inconsulte riforme e di sradicare pregiudizi. Più che alla religione, credo si abbia pensato ad altro, togliendo al popolo la sua poesia e le manifestazioni d' un sentimento civile comune a tutta la stirpe latina. Oh che? si conservano tuttora a Campoformido il calamai o e la penna con cui fu segnato quel ladro trattato ; e non sarà permesso al nostro popolo di vedere le ossa e le ceneri di un forte campione, e di ricostruire un passato tanto glorioso, sia pure innestando alla storia gentili e poetiche fantasie? si scopra adunque San Giusto, simbolo di religione e civili virtù : intorno a i lui si rafforza il sentimento patrio e ci sentiamo triestini. Finalmente, a compire l'opera, 1' ho detto altra volta, si abbassino gli stalli dell' antecoro in modo che dalla navata di San Giusto spazi libero lo sguardo sull' altare maggiore. Così s impedirà 1' agglomeramento nel sacello ; e il popolo per vedere, non si arrampicherà dietro l'altare con danno degli affreschi, come bene nota il Puschi '). Abbiamo ancora a dire di altre scoperte e ristajri nel duomo. A destra dell'abside di San Giusto e presso la porticella che dà nella sagrestia vi ha l'altare fondato nell'anno 1445 dal vescovo Nicolò Aldegaris in onore al santo del suo nome. Esso nasconde intieramente la nicchia, che costituiva uno dei pastofori del primitivo sacello. Ora in questa nicchia, come si ha dalla relazione del Puschi si scoprirono recentemente tracce d' antichissimi affreschi, e qu?lche testa di santo, e fra queste una giovane donna di faccia nimbata, coi capelli raccolti in bianca benda, la quale tiene nella sinistra la fiaccola, simbolo della fede. Credo di non andar lontano dal vero, asserendo rappresentare questa Eufemia, o Tecla, vergini e martiri entrambe. Ritiene ben a ragione il Puschi, ; che si debba gelosamente rispettare tale nicchia la quale, non ostante il pessimo stato, vale a fornirci delle preziose notizie intorno ai primi secoli della cattedrale di Trieste. Ma come conservarla e renderla visibile, se vi si oppone l'altare di legno di San Nicolò ? L' egregio giovane Glauco Cambon ha copiato questi antichi affreschi, e gli ha donati al patrio museo di antichità. E sta bene, ma non è tutto. Il museo è un grande armadio per così dire; una raccolta di roba messa assieme; quel che più importa è conservare ogni cosa e vederla a suo luogo. Là è una pagina staccata; qua è un libro. Propone quindi il Puschi che la parte superiore dell' altare di legno di San Nicolò venga ridotta in modo che si possa nella parte posteriore aprire perchè in date occasioni si veda la detta nicchia con gli affreschi. La cosa ') Convengo pienamente col delto scrittore anche stilla necessaria remozione dell'altare del S.° Sacramento. non mi pare tanto facile; la statua di legno del buon San Nicolò sarebbe così di quando in quando soggetta a una specie di metempsicosi a benefizio degli artisti e dei visitatori; ed il popolo non ne saprebbe mai nulla. Perciò propongo una riforma più radicale; qui è il caso di non risparmiare, come ho detto, neppure certe opere vecchie, quando si oppongono all' antico, e alla primitiva destinazione delle parti di un edifizio. L'altare di Sant'Apollinare ritorni, come era prima del vescovo Aldegaris, un semplice altare con mensa da scoprirsi nel giorno della festa del martire ; e si trasporti San Nicolò in altro luogo. Questo abbinamento, questa soprapposizione, di un culto sopra 1' altro stuona anche in linea liturgica; ed è opera posteriore di tempi più vicini. Si aggiunga un' altra ragione; per la vicinanza della porta vicina della sagrestia, è indecorosa e sotto ogni aspetto inconveniente ogni pratica del culto su quel-1' altare. Al più la si può tollerare una volta all' anno, nel giorno dedicato alla memoria del martire Apollinare. Adunque non postergali, non statua; ma una semplice mensa, e per San Nicolò, non sarà difficile di trovare altro luogo essendo di così modeste proporzioni. Si potrebbe benissimo collocarlo nella basilica mariana, dopo l'altare della Madonna di Loreto; con che si avrebbe il vantaggio di avere il numero degli altari eguale in entrambe le navate laterali. Ancora una parola degli affreschi testé scoperti sotto l'intonaco qua e là nella basilica. Non vi è dubbio che le pareti erano un tempo tutte storiate: la calce è opera vandalica di tempi posteriori. Si sa che il vescovo Rodolfo dei Pedrazzani da Robecco, castello della diocesi di Cremona, (quello stesso che secondo il Kandier avrebbe popolato Servola, con coloni della vicina Solicino) riunì le due basiliche, e ridusse San Giusto, quale è oggi, intorno al 1302. Dunque gli affreschi scoperti testé nella navata di mezzo non possono essere anteriori a tale epoca. Siamo perciò in pieno tempo giottesco. Giotto di fatti nacque nel 1276, e morì nel 1336. Adagio, non intendo con ciò di asserire che questi affreschi siano proprio di Giotto; gl'intelligenti sul luogo vedranno se o meno quegli avanzi arieggino la maniera degl' imitatori di Giotto; del Giottino per esempio, di cui San Giusto possiede una tavola d'altare nella sagrestia, e che originariamente era col- locata davanti il ciborio ossia baldacchino dell' altare maggiore in forma basilicale, e più tardi distrutto per erigervi 1' altro grandioso di San Giusto vecchio. Poiché il Pedrazzani già avrà avuto molto da fare nella fabbrica di San Giusto, forse è più probabile che qualche suo successore abbia pensato a decorare le pareti con le pitture testé scoperte, e ciò sarebbe avenuto sotto il Tanzi, o il Franchi, o il Danieli, o meglio ancora sotto il lombardo Fra Pace da Vedano, cioè tra il 1330 e il '1340. Conchiudo col Puschi, facendo voti, perchè tutte queste pitture scoperte abbiano ad essere religiosamente conservate; piaccia o non piaccia agli iconoclasti, e a tutti i fanatici e clorotici innamorati del bianco, che già anche troppo impiastricciarono Trieste, e che a lasciarli fare darebbero volontieri una mano di calce anche al campanile di San Giusto. P. T. —-----ìxì--- INDICE DELLE CARTE 1)1 RASPO (Archivio provinciale) Filza 8. (Contiuuazione vedi n. 8 anno XXIV e seg.) Per l'instromento de confinatoti de ciascadun terreno soldi quattro Per V estrattion di quello soldi dodese Per cadauna ratificatoti de sententia arbitraria fina la suina de ducati vinticinque soldi diese Et de ducati vinticinque fino ducati cinquanta lira una Et de li in suso fin ogni summa lira una soldi undese Per cadaun atto estraordinario soldi quattro Per la nota de concession de nontij a piar il possesso soldi quattro Per oaclaun instrumento de induttion in possesso de beni per vigor de sententie o de lettere d'alcun magistrato overo per altro causa : se li beni sarano di valuta di ducati trenta in zoso lire doi l. Et de li in suso lire sei soldi quattro l. Per la nota d'accettar l'heredita con benefitio d'inventario et concession de far esso inventario soldi quattro l. Per ogni inventario iuxta l'ordinario lire sei soldi quattro l. Per le lettere di citation soldi quattro l. Per la nota delle presentation delle lettere soldi cloi l. Per la nota della relation in essecution d' esse lettere se sarà citado un solo soldi quattro et se sarano più citadi soldi quattro per cadauno Per le lettere responsive soldi quattro Per la nota d'ogni deposito soldi quattro Per la nota della ellevation soldi quattro Per cadauno instrumento di cession fino a lire dodese soldi dodese Et de li in suso soldo uno per lira Per nota delle commission de relevar alcun testamento lire sei soldi quattro Per la essamination d'alcun testimonio del testamento soldi quattro l. - s. Per cadauna nota di qualunque fideiussion soldi quattro l. - s. i. - s. 4 1. s. 4 1. - s. 12 1. - s. IO 1. 1 s. — 1. 1 s. 11 1. - s. 4 1. s. 4 2 s. — 6 s. 4 - s. 6 s. l. - s. 4 1. - s. 4 1. - s. 4 1. - s. 4 1. - s. 12 I. 6 s. 4 Per cadauna nota di conciusion in causa de alcun processo soldi doi per parte Per cadauna nota de publication de testimonij essami- nati soldi quattro Per cadauna sententia interlocutoria de admission de capitoli o altro soldi quattro Per cadaun instromento de concession de beni ad affitto over livello soldi dodese Per lettere patente di exentione soldi dodese Per la nota de cadauna presentation de lettere Ducali soldi quattro Per il registro di quelle lire sei Per la information al Dominio sopra le lettere scritte per information oltra la essamination de testi-' monij lire una Per cadaun testimonio essaminato sopra ciò soldi diese Per instromento de datij deliberadi all' incanto soldo uno per lira fino a ogni suma, Per cadaun salvo condutto de debiti privati soldi otto iuxta le legge del Ser.o Dominio Per bollar il processo di mandar in appellatone a Veneta soldi quattro Per cadauna nota di concession d'alcun maso soldi otto Per la nota di scriver cadaun soldato la prima volta et de li in suso soldi quattro per ogni paga de cadauno Per la nota delle affittation d'tdcun herbadego lira una Per cadaun instrumento de conti fatti delle schole over fraternite soldi otto Per ogni proclamatone et relatione soldi quattro Per cadauna strida de instrumenti fatti da altri no-' duri et presentati in cancellarla de vendition soldi quattro Per cadauna strida de instrumenti de permutation soldi otto Per nota di cadauna contradittion soldi quattro Per cadauna lettera d'appellation soldi diese Per la presentation del processo et scritture solii doi Per cadauno testimonio essaminato sopra capitali et interrogatorij computata la citation soldi diese Per cadauno termine overo Prorogation soldi un Per cadauno laudo over taglio over remissiort lira una soldi undese Per le lettere essecutive della sententia d'ogni summa soldi diese Per la tansa delle spese fina ducati vinticinque soldi quattro et de li in suso soldi otto Per cadaun bolletin de citar soldo uno Per nota de depenation de cadaun maso soldi otto Per il cercar nei libri di precessori per cadauna volta et per cadaun libro soldi quattro In criminal Per la inquisitone contra uno over più rei formada ex officio, over a denontia de offitiali o altri in caso di berlina, frustar overo de condanason fina lire cinquanta soldi dodese Per cadauna Inquisition formada in caso de amputatoti di membro o condanason fina lire cento o bando temporal lira una Per cadauna inquisition formada in caso di morte, preson perpetua over bando perpetuo lira una soldi undese Per ogni querela o denontia contro uno o più rei soldi quattro Per la citation o proclama alle scalle con la relation soldi dodese Per il constituto dell'offeso con la querela lira una Per la nota della presentation volontaria over retention fatta per li offitiali lire tre soldi doi Per la nota della denontia di decani o chirurgici soldi quattro Per la nota dell' Ordination del Regimento d'andar a constituir alcun ferito soldi quattro Per cadauna citatori de testimoni,j soldo uno Per cadauna Prorogation de termini soldo uno Per la nota delle produtte delle diffese d' alcun reo soldi dodese l. - s. 4 1. - s. 4 1. - s. 4 1. _ s. 12 1. s. 12 1. _ s. 4 1. 6 s. — l. 1 s. -l. - s. IO l. - s. 3 l. - s. 4 i. - s. a l. - s. 4 1.1s.- i. - s. a i. - s. 4 l. - s. 4 l. - s. S 1.-8. 4 l. - s. IO l. - s. 2 l. - s. IO zr^ s. ~i.\ 1.1 s. 11 l. - s. IO l. - s. 4 i. - s. a l. - s. 1 i. - s. a l. - s. 4 l. - ». 12 l. 1 s. — l. 1 s. 11 l. - s. 4 l. - s. 12. I. 1 s. — l. 3 s. 2 l. - s. 4 l. - s. 4 l. - s. 1 l. - s. 1 Ter il constituto de ciascun reo de plano lira una soldi quattro Per cadaun constituto del reo ad torturam lira una soldi dodese Per la essamination d' alcun testimonio con la relation soldi otto Per la nota de cadami citado ad deffcnsam legiptime soldi quattro Per la relation del medico che l ferito sia fora de pericolo soldi quattro Per cadauna nota di deffesa notada dal cancelliero soldi quattro Per cadauna nota de admission de procura over deffesa soldi quattro Per cadauna nota de fede, pase over remission d' accordo seguito soldi quattro Per cadauna rattification del reo al banco soldi sedese l. Per cadauna reppetition de testimonij soldi quattro Per cadauna cavalcada del cancelliero a formar processo fora del' castello nel capitaneado lire tre Per cadaun visum et repertum soldi quattro Per la essamination d'alcun testimonio sopra la reco- gnition del corpo soldi quattro Per cadauna Information de parenti soldi quattro Per la copia de inditij per ogni cariba soldi otto Per cadauna sententia criminal in, arrengo, pecuniaria juxta la disposition del statuto soldo uno per lira Per cadauna sententia bannitoria a tempo lira una soldi dodese Per cadauna sententia dove s'ingerisse pena di sangue lire tre soldi doi Per cadauna sententia definitiva lire sei soldi quattro l. Et se in una medesma sententia sarano più rei espediti per uno caso et una pena medema debba tuor un pagamento solo: et se le pene sarano diverse cadaun paghi separatamente pro ratta Per cadauna sententia di bando ad inquirendum lire tre soldi doi l. la publication della sententia eli rei assolti o relassati pro nunc non possa tuor per le scritture ad offesa cosa alcuna: ma solamenee li consti-tuti et deffese loro: facendosi pagar le offese del querelante la depennation de raspa d'un bandito a tempo soldi diese l Per la depennation d'un bandito deffinitivo lire tre l. Per nota di fideiussion soldi quattro l Per la copia del processo doppo dati li indicij per cadauna cartha continente linee trentasei soldi quattro Per la nota della relassation del reo bandito over condannato soldi quattro Per la copia authentica delle sententie bannitorie a tempo lire tre Per la copia delle sententie bannitorie ad inquirendum, definitive de bando perpetuo o per puro o per pensato (?) lire sei Per copia de cadauna sententia assolutoria lire doi soldi otto Tariffa per il cavallier Per cadauna citation semplice et citation de testimonij, overo veder a giurar quelli soldo uno Per cadaun comandamento penai soldi quattro Per cadauna citation de fuora soldi quattro Per cadauna pignoration de fuora soldi otto Per cadauna essecution sino a soldi vinti cosi per praude come per ogni altra cosa soldo uno Item de vinti soldi in suso soldi quattro Per cadaun comandamento penai de fuora soldi otto Per cadauna essecution de sententia soldi qnattro Per cadauna retention per debito non eccedendo ducati cliese soldi otto Et de li in suso lire tre Item per cadauna citation per virtù de lettere soldi dui Per cadauna citation et relation a deffesa soldi quattro Per retention de costion overo d'altra Imputation dove l. 1 s. 4 1. 1. s. 12 1. - s. 8 1. - 8. 4 1 - s. 4 l. - s. 4 1. - 8. 4 1. - s. 4 1. - s. 16 1. - s. 4 1. 3 s. _ 1. - s. 4 1. - s. 4 1. - s. 4 1. - 8. 8 1. 1 s. 12 1 3 s. 2 l. 6 s. 4 3 s. 2 Per Per - s. 10 3 s. — - s. 4 l. - 4 - s. 4 3 s.2- 6 s. — 2 s. 8 l. - s. 1 1 - s. 4 l. - s. 4 1. - 8. 8 1. - s. 1 1. - 8. 4 1. - S. 8 1. - S. 4 1. _ 8. 8 1. 3 s. — I. - S. 2 1. - 8. 4 1. 3 S. 2 8 10 l.ls.— Iis. 4 l. Iis.— 1.-8. 4 11 15 % Per altre retention dove s'ingerisse pena de galia, sangue over vita lire sei soldi quattro l. 6 s. Per cavarli fora de preson soldi quattro l. - s. Et se per sorte fussero posti in berlina lire tre l. 3 s. Per una presentation voluntaria ad carceres lire tre l. 3 s. Per la disobedientia delle porte di giorno soldi otto l. - s. Item de notte si alle porte come alla loggia soldi diese l. In tempo veramente de guerra et morbo overo altro caso importanti resti in arbitrio delli CI i Capitanti Item alli disobedienti che lavorano in giorni festivi de precetto della Sancta chiesia, si de molinari come de altri lira una Item andando sopra il carso soldi vinti per la strada et soldi quattro per il pegno Et facendo in una villa più pegni soldi quattro per pegno Et andando de villa in villa soldi vinti per la sua strada Et atrovandosi a caso soldi quattro Per indur alcuno in possesso de beni in essecution de lettere da Venetia o d' altro magistrato, sententie o altra causa oltre la sua staffa andando fuori del castello, se li beni sarano de valuta de ducati trenta in zoso lire doi l. 2 s. Et de li in suso lire sei soldi quattro l. 6 s. Per le cavalcate andando con il cl.o capitanio sopra qualche loco de differentia lira una soldi unclese l. 1 Et andando in la terra sopra qualche differentia soldi quindese e mezo l. Deposito in cancelleria del prezzo di stabile venduto allo scopo di ricuperarlo iure coherentie o affinitatis. — Locazioni di masi. — Sentenze d'arbitri e laudo alle stesse proferito da» capitano..— 11 consiglio comunale di Rozzo nomina un sindaco 0 procuratore del comune (a. 1560). — Terminazione capitanale, 12 febbraio 1500, risguardante il clero di Rozzo. Oiovanni Corner-appiana le differenze esistenti fra il comune di Rozzo, il pievano del detto luogo prete Girolamo Greblo e prete Bartolomeo Iure-tich uno dei cappellani. Visto l'accordo stipulato fra le parti, esaminata la terminazione di Giammaria Contarini 15 gennaio 1548, la terminazione Angelo Malipiero predecessore del Corner 1 ottobre 1558, il capitano Corner pronuncia la seguente sentenza: Prete B. Iuretich è confermato cappellano a vita di Rozzo giusta la terminazione citata del Contarini, por la chiesa di Rozzo hanno da essere quattro sacerdoti e cioè il pievano, prete Bartolomeo e altri due cappellani da eleggersi dal comune iuxta solitum. Gli utili vengono spartiti nel modo seguente: i quartesi, che hanno dai capitani di Raspo in nome del governo, delle biade e del vino vengono divisi in tre parti, una è per il pievano, l'altra del cappellano Iuretich e la terza in parti uguali fra i due cappellani; morti il pievano e il Iuretich. i quartesi loro vengono dividi in parti uguali tra il futuro pievano e gli altri tre cappellani Se premorisse il pievano al Iuretich, il terzo del quartese resti intero al Iuretich, gli altri due terzi da spartirsi in parti eguali tra il futuro pievano e i due cappellani ; se invece il Iuretich morisse prima del pievano, abbia questi il suo terzo intatto e gli altri due terzi da dividersi fra i tre cappellani in parti eguali. 1 quartesi degli animali minuti e le altre regalie che esigono quei preti e loro spettano, debbono dividersi in quattro parti eguali. Morto il Iuretich, il comune ne elegge un altro ma é tenuto di approvarlo di anno in anno nè i capitani di Raspo possono per l'avvenire confermare in vita un cappellano se non sia nominato con due terzi dei voti del comune. Oltre di ciò il pievano presente e i futuri devono percepire la solita regalia di lire 18 di piccoli giusta la consuetudine, e nessuno dei cappellani deve pernottare fuori del castello di Rozzo senza il permesso del pievano. — Esenzioni triennali dalle imposizioni publiche a chi è accolto quale vicino. — Benco Crismancich di Lanischia è nominato d'ufficio pievano di Colmo ob eins merita et maximos labores passus tempore pestilentie dicti castri dal capitano di Raspo Angelo Malipiero con apposita terminazione. — Terminazione capitanale che obliga i gastaldi delle fraternite a dare in cancelleria un esatto inventario dei beni stabili appartenenti alle dette scole con precisa indicazione dei rispettivi confini. ILT o t i z i e L'Istria di sabato 11 corr. venne sequestrata dall'i, r. autorità politica di Parenzo. La „Società alpina delle Giulie, tenne il giorno 2 corr. il suo annuale Congresso. Compite le solite formalità 11 presidente sig. Avv. Dott. Emilio Nobile ricorda e commemora con affettuose parole i pregi dell' estinto socio sig. Avv. Dr. Vidacovicb rilevando com'egli per molti anni abbia appoggiato la società in ogni sua manifestazione ; ricorda ancora il decesso del socio signor Luigi Danen. Per invito del presidente, il Congresso dà espressione del suo cordoglio per i soci decessi assorgendo. Comunica infine le dimissioni del sig. Ing. C. Doiia ed esprime il dispiacere di tutta la Direzione per la perdita di un sì attivo e intelligente cooperatore nel-l'operosità sociale. 11 segretario dà quindi lettura di un' esauriente relazione virtuale dalla quale risulta come la Società Alpina delle Giulie, colle modeste risorse di cui dispone, seppe anche nell' anno testé decorso corrispondere all' aspettativa de' soci, estrinsecando una attività abbastanza rilevante sia col compiere delle escursioni, che visite di grotte. Il socio direttore sig. C. Adami dà lettura del bilancio sociale che viene approvato senza eccezione. Dopo animata discussione l'assemblea accetta quale luogo di convegno estivo, il villaggio di Materia nella seconda domenica di Maggio e quale gita ufficiale la salita del Grintouz, Alpi di Stein nella Carniola nei giorni 14, 15 e 16 agosto. Da ultimo si procede allo spoglio delle schede e risulta eletto a direttore, in sostituzione del dimissionario signor Doria, il signor Luigi Lugnani. (Indipendente) Gli azionisti della società di navigazione a vapore "Istria-Trieste, furono convocati in Parenzo il giorno 23 corr. alle 3 pom. per il congresso generale ordinario. Domenica 26 p. v. avrà luogo il congresso generale della società di pesca e piscicoltura marina, alle ore 12 nel palazzo del governo marittimo in Trieste. --------»- Cose locali La rappresentanza comunale tenne seduta il giorno 7 febbrajo e nominò: la direzione dell'ospitale civico (Del Bello Dr. Nicolò — Pranza canonico Prancesco — Eiosa Antonio); la civica giunta ginnasiale (Derin Dr. Stefauo — Gallo avv. Augusto — Zetto Dr. Antonio); la giunta del civico monte di pietà (Baseggio Nicolò fu Bortolo — Sandriu Giuseppe) ; la commissione al civico camposanto (Bullo Andrea — Calogiorgio ing. Gregorio — Maier prof. Francesco — Poli Luigi); due membri «ella commissione sanitaria (Almerigogna Antonio — Pavento Giorgio); due membri nell'amministrazione delle confraterne localizzate (Cadamuro-Morgante Francesco — Demori Domenico) ; il comitato per la revisione dei conti del comune e dipendenti stituti (Almerigotti Francesco — Cociancich Pietro di Biagio — Debellich Pietro — Derin Dr. Stefano — Gallo avv. Augusto — Mado-nizza Pietro — Riosa Antonio) ; e confermò a fiduciari per la leva militare gli onor. Pietro Debellich, Giovanni Martissa-Carbonajo L'on. avv. Gallo presentò la seguente interpellanza, alla quale il podestà ha promesso di rispondere in una prossima seduta : „Allo scopo di evitare nell'occasione del preventivo 1' agglomerarsi di discussioni e deliberati sopra argomenti importanti, diversi dagli ordinari, i quali richiedono maggiori studi, più ampio discussioni e ben ponderate deliberazioni, che talvolta implicano la necessità di appostamenti nell' attivo e passivo del bilaucio e tal altra delle massime per norma dell'esecutivo, domanda se la spettabile deputazione, associandosi a quest'ordine d'idee, dedotte da principi d'una buona amministrazione, sia disposta di porre all' ordine del giorno colle sue motivazioni ed eventuali proposte i seguenti importanti argomenti, anche nel caso non fossero maturi per un deliberato definitivo, cioè : 1. quello del collocamento stabile delle scuole popolari con quanto vi possa essere di attinente : 2. quello della determinazione, prima dell' operato tecnico, degli scopi speciali, cui dovrà servire la già deliberata costruzione del nuovo macello, colla contemporanea presentazione di un progetto di regolamento per il servizio di quest'importante istituzione; 3. quello del miglioramento della publica nettezza ; 4. quello della cessione al comune, o mediante permuta od altrimenti, del fondo al porto di ragione del consorzio sali ; 5. quello degli studi sopra un qualche provvedimento a favore degli impiegati stabili del comune dopo il loro normale servizio attivo. Nella seduta susseguente del 7 di questo meser 1' on. avv. Gallo ha presentata la seguente proposta, ch& ottenne 1' appoggio voluto dal regolamento da parte della rappresentanza, per cui verrà pertrattata nella prossima seduta. Ecco intanto la proposta: Onorevoli Signori, Un sentimento innato nell' uomo lo muove a conservare gelosamente la memoria de' suoi progenitori : lapidi, tombe, reliquie, monumenti, genealogie, stemmi, ritratti, busti e altri molteplici ricordi derivano da questo nobile sentimento, che nella sua concreta manifestazione illustra eminentemente la cognizione storica delle umane vicende. In omaggio a questo sentimento generale, rivolto a profitto speciale della nostra storia patria, supremo conforto nei tempi difficili che attraversiamo, ritengo sia dovere altamente civile di conservare e tramandare ai posteri la memoria del nostro passato e il nome di coloro, che al seggio onorifico di Podestà guidarono i destini del nostro Comune o in altra veste appartennero al Consiglio Municipale. Ancorché le troppo deboli forze non ci consentano di decorare la sala del Consiglio colle effigie dei nostri Podestà in tele, in quadri, in gessi, in marmi o bronzi, il progresso c' insegna il mezzo di conseguire altrimenti e senza grave dispendio il civile intendimento. Animato da questi propositi mi onoro proporre che alla Spettabile Rappresentanza piaccia deliberare : 1.° l'istituzione in questa sala consigliare di un albo commemorativo per iscrivervi in ordine cronologico e colla maggior possibile esattezza i nomi dei Podestà di Capodistria dall' epoca in cui per intercessione del patriarca Fortunato di Grado i popoli dell'Istria con diploma dell' imperatore Lodovico ebbero privilegio di eleggersi a loro beneplacito i propri rettori, governatori, patriarchi, vescovi, abati, tribuni ecc. 2.° la collezione possibilmente completa dei ritratti fotografici dei Podestà di Capodistria dal secolo presente in poi. 3.° la creazione di un libro a perpetuo ricordo di tutte le Rappresentanze Municipali di Capodistria dal memorabile anno 1848 in poi. 4.° la custodia della collezione ad 2 e del libro ad 3 nella civica biblioteca in apposito armadio. 5.° la continuità di queste istituzioni anche per il futuro. 6.° la pubblicazione sul pregevole giornale cittadino La Provincia delle iscrizioni riportate nell'albo ad 1) con un cenno relativo alle fonti, onde furono attinte, alle ragioni ed all' origine dell' albo. 7.° la comunicazione di dette iscrizioni, fonti e cenni alla Società d' Archeologia e Storia Patria in Parenzo. — Neil' assoggettare tale proposta complessa a regolare pertrattazioue, la raccomando caldamente all' assennato giudizio degli Onorevoli Colleghi. In pari tempo esprimo il voto più fervido che una schiera eletta d' intelligenze cittadine, cui fin d' ora metto volentieri a disposizione l'umile opera mia, si affretti siili' esempio insigne di altri nostri benemeriti ad ordinare e regolare scientificamente opere, scritti, libri, cimeli e documenti che si trovano ra colti nella civica biblioteca, con particolare riguardo a quelli contenenti notevoli ragguagli storici sulla città e sul nostro Municipio. Sono fermamente convinto -che siffatti ordinamenti, utilissimi quanto necessari allo scopo speciale cui sono destinati, gioveranno efficacemente agli studi preliminari per la compilazione della storia patria, come ai tempi nostri ad essa fu guida e lume il prezioso tesoro di profonda e paziente erudizione da tutti conosciuto, voglio dire il Saggio di Bibliografia Istriana dell' illustre concittadino Carlo ' Combi, che amo ricordare con affetto e riverenza. Riflettiamo alle condizioni di casa nostra e a lavoro serio, profìcuo, indefesso dedichiamo le nostre forze migliori, onde mantenere degnamente alla nostra I città quel prestigio, a cui le danno diritto il suo nome i. e le sue tradizioni. 11 tempo non ci risparmia e 1' avvenire bujo ed incerto ci attende alle porte. — In un convegno di artieri per l'allegria solita della ì mezza quaresima, furono raccolti a vantaggio del gruppo [ locale della "Lega Nazionale, fiorini 9 e soldi 2; e furono consegnati alla direzione del Gruppo dal sig. Vittorio Cocever. ----- La direzione del consorzio agrario distrettuale ci ha comunicato e noi di buon grado pubblichiamo, che presso la stessa direzione del consorzio si ricevono le commissioni per gli acquisti del seme-bachi confezionato 4al signor Tomaso Sotto Corona in Dignano. Il prezzo stabilito è di fiorini 5.60 per ogni oncia di seme cellulare, e di fiorini 3.60 per oncia di seme industriale. Bollettino statistico municipale di gennaio 1893 Anagrafe: Nati-battezzati 25, maschi 15, femmine 10. Morti 25, uomini 10 (dei quali 2 carcerati), donne 7, fanciulli 1, fanciulle 6 nonché 2 femmine nate morte. — Trapassati: Scher Caterina nata Rogiaz d'anni 48; Sossich Maria fu Luca d'anni 85 ; 10, Colauti Luigia fu Antonio d'anni 50; 11, Viezzoli Giorgio fu Giovanni ved. d'anni 86; D. P. (carcerato) da Verlicca d'anni 23; Tamburini Anna fu Autanio d'anni 66; 12, Favento Giulia ved. Francesco d'anni 65; 14, Deponte Giovanni fu Nazario d'anni 74; 18, Fontanot Antonio di Andrea d'anni 9; 20, Lucreto Edvige d'anni 65; 22, Paulich Giovanni fu Giovanni d'anni 56; Pogliato Domenica fu Antonio d'anni 90; 25, Busan Angelo fu Antonio d'anni 71; Bellenio Giovanni fu Felice d'anni 75; 28, K. M. (carcerato) da Bastane, Dalmazia, d'anni 36; 31, Vattovaz Antonio fu Andrea d'anni 87. — Matrimoni: 9, 11, Gianelli Giuseppe con Lodovica Lovrencich; 21, Romano Romano con Caterina Smilo-vich ; Riccobon Giovanni con Maria Schipizza ; 28, Riosa Giovanni con Maria Zucca; Pavento Giuseppe con Caterina Cociancich; Fa-vento Giovanni con Anna Marglierita-Grio; Steffe Pietro con Pran-esca Urbanaz; 29, Stradi Giovanni Luigi con Anna Scher; Riosa Giovanni con Saudnn Giovanna. — Polizia: usciti dall'i, r. Casa di pena 7, dei quali 3 Triestini, 2 Dalmati, 1 Istriano, 1 sudd to italiano. — Sfrattati 5. — Rilascio di nulla osta per estradazione di permesso di viaggio marittimo 1. — Rilascio di libretti di lavoro 1. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 4 per Ettolitri 18 a soldi 32-36 il litro. — Certificati per spedizioni di vino 9, per caratelli 31 per Ettolitri comples, 36, Litri 37. — Di sardelle salate 2 per barili 58 del peso di chilogr. 2494, son due barili di salanioja del peso di chilogr. 200, di sardoni salati 1 per 50 mastelle del peso di chilogr. 950. — D'olio d'oliva 9 per caratelli 28 del peso di chil. 2565.50. — Licenze industiali 11, delle quali 2 per orologiaio, 1 per vendita vino all'ingrosso, 1 per chincaglie, 1 per olio e sapone, 1 per calzolajo, 1 per fornajo, 1 per bandaio, 1 per arrotino, 1 per apertura di Albergo, 1 per osteria. Animali macellati: buoi 32, del peso di chilogr. 8855, con 332 chilogr. di sego, armento 31 del peso di chilogr. 3226, con 137 chilogr di sego, vitelli 9. -ì*-:-------;-— Appunti bibliografici Sacerdote Dott. Luigi Cazzamali — L'arte dello scrìvere yiei Promessi Sposi. Lodi. Tipografia cattolica della Pace 1892. — Un opuscolo di pagine 43. Nel beato reguo dell' arte non si domanda il passaporto a nessuno, e si dà libero ingresso a chiunque „senza domandargli nome e cognome, e di che nazione sarà, e cosa viene a fare" ecc. ecc. Ben inteso che per rimanerci tocca al nuovo venuto prestare poi certe garanzie, senza le quali il nome suo passa subito inosservato. 0 io m'inganno, o questo opuscoletto modesto mi fu proprio bene sperare di questo giovane sacerdote che con licenza dei superiori muove i primi passi nell' arringo letterario. E ciò per la facilità con cui seppe rinunziare a molte idee preconcette e pensare con la propria testa. Egli, allievo dei reverendi padri gesuiti, ne rinnega arditamente la scuola; condanna il Bartoli ed il Bresciani, e tutto 1' arsenale della vecchia rettorica de' suoi maestri ; rettorica della, quale troppi esempi si danno ancora, e da alto luogo! Nutrito quindi di buone letture moderne riconosce per caposcuola di Manzoni, e de' suoi imitatori dice che „ci hanno lasciato tutti esempio di una prosa naturale fluida, intelligibile al popolo, censecrata dall' uso, nemica delle gonfiezze accademiche, e della rettorica, oggettiva, analitica, e quindi più conforme al genio italiano." Passa poi a dimostrare il Manzoni maestro anche nell'uso della lingua, e lo prova con vari esempi. E su questo campo già percorso dal Morandi e dal d' Ovidio e da altri molti riesce a spigolare e a dire anche qualche cosa di nuovo. Forse nei citati esempi però non sempre distingue tra lingua e stile ; e qualche volta le bellezze notate più appartengono al secondo che alla prima. A proposito poi di questa critica analitica delle bellezze manzoniane, e in generale di qualunque altro autore 10 mi sono domandato più volte, se i grandi scrittori abbiano proprio pensato a tante distinzioni, e voluto di proposito nell' atto del comporre le ammirate bellezze. Nella scelta dei vocaboli, nella maggior cura della proprietà, esercitando la lima certo sì ; e tale è il caso del Manzoni nella seconda edizione, dopo risciaquati i panni in Arno. Quanto a certe sfumature, costruzioni del periodo, e bellezze di stile credo siano sgorgate naturalmente e senza alcun studio dal fondo dell'animo già educato, e disposto da natura a potente immaginare e ad efficace esplicazione del pensiero. Con questo non intendo negare ogni merito al critico, che analizzando le rileva; pur che sappia guardarsi a tempo del troppo, e da certe ammirazioni ovvie e d' ordine grammaticale. In generale il sig. Cazzamali sfugge queste pedanterie ; pure qualche volta ci è cascato, usando di quella certa maniera di stile che chiamerei volentieri di superfetazione, come quando per farci sapere che lui sa anche il tedesco, riporta un periodo tedesco che dice di tradurre letteralmente, ma viceversa riferisce e volta malamente; perchè „welche Vater gethan hat", vuol dire nè più nè meno „che 11 padre lia fatto", e non che „a suo padre è stata fatta", come nell'originale : „welche man dem Vater" ecc. ecc. Ma ciò non toglie che tra queste osservazioni del signor Cazzamali, non ce ne siano di buone e di nuove. Rimane sempre il desiderio però di un' altra emancipazione. Come egli ha saputo lodevolmente svincolarsi dalle pastoje linguistiche de' suoi maestri, c' è fondamento a sperare che voglia col tempo vincere altri pregiudizi, e rendere veramente libero il suo pensiero : libero, intendiamoci, 11011 nel senso si dà pur troppo a tale epìteto oggi. Pare a lui per esempio che il Manzoni avrebbe fatto meglio a scegliere il personaggio comico in altre sfere della società. S'inganna a partito; perchè la grande comicità di Don Abbondio sta appunto nella verve, nell'antitesi stupenda tra 1' altezza dello stato sacerdotale in lui, e la sua paura che gli fa quasi inconsciamente dimenticare il dovere. Nessun altro stato avrebbe dato occasione al Manzoni di dimostrarsi così comico. Si aggiunga che avendo già creato due tipi ideali stupendi nel padre Cristoforo e nel cardinale Federigo, e mostrato il prete quale dovrebbe essere, doveva pur mostrarci quale molte volte è, per non aver 1' aria di recitare il panegirico del clero, e togliere con questa esuberanza di tinte rosee, efficacia al romanzo. E quanto al grande e santo filosofo Rosmini, ci vogliono ben altro che le diatribe e la mala fede dei Gesuiti per demolirlo! Come dopo la condanna del Galilei la terra continua pacificamente a girare intorno il sole ; così anche dopo il famoso decreto che dei no fecero ita il Rosmini rimane sempre il Rosmini. Ed io sono certo, che, dopo 1' emancipazione letteraria, il Cazzamali, letto, studiato e ben ponderato il Rosmini, raggiungerà anche 1' emancipazione del pensiero ; ed allora si pentirà d' aver buttato giù quelle due righe ad usum reverendissimi Delphini. Ancora un' osservazione in linea storica. Il Cazzamali loda anche la punteggiatura dei Promessi Sposi. È troppo noto che il grande prosatore e poeta affidò quella faccenda al Boselli maestro elementare. E lasciamo pure da parte l'Aquinate, la Scolastica, Lutero, Cartesio, ed altri colibeti teologici, per conchiudere col bravo Cazzamali — „Si studino i modelli d' uno scrivere naturale e logico, nemico della rettorica e della nebulosità, e specialmente il Manzoni". In ciò siamo pienamente daccordo. P. T. -S'-'i&^^S^S-- PUBBLICAZIONI Nel Numero di Domenica 19 Febbrajo dell' Illustrazione Italiana di Milano si legge un articolo in piena lode delle — Pianure Friulane del Caprin, e vi sono riportate diverse incisioni bellissime; ma non opportune. Invece dei campanili slanciati di stile veneto, così frequenti nella pianura friulana e caratteristici, si andò a pescare proprio quei due eccezionali di Gorizia e di Oormons a tipo feudale ostrogoto. L' opera poi del Caprin, inutile dirlo, è accolta ormai con plauso dalla stampa italiana. E questi sono fatti, e non pettegolezzi di certe donnicciuole provinciali, che potrebbero alterare la tanto necessaria armonia tra la provincia e la sua capitale morale, se gli scrittori di Trieste non avessero il buon senso di ricordare la massima — de mi-nimis non curat praetor.