^MEMORIA CHE RIPORTO’ IL PREMIO SoPRA IL QuESITO PROPOSTO DALLA CES. RecL SoCIETA* D' AGRICOLttJRA di Gorizia e Gradisca. Pef 1’ Anno 1769. Del Sicnor Gio: Antonio Scopoli Consigliere nel Minerale di S, M. I. R. A. Assessors dell’ Offi¬ cio Supremo Camerale della Bassa Uncheria* PROFESSORE PuBBtICO DI MlNERALOdA , ASSOCIA- To alle Cesaree Recgie Societa'd’ Agri- COLTURA DELLA StlRIA , CARNIOLA , DI Q_U E S I T O A quali, e quante cagioni afcrivere fi deb- ba la mancanza de’concimi nelle Contee di Gorizia, e Gradifca: e quali, e quan- ti iieno i migliori, e piu facili mezzi na- turali, od artificiali di moltiplicarli, pre- pararli , ed adoperarli fecondo le varie qualita de’ terreni. e de’ prodotti. Agro bene culto nil uberius, nec fpecie omatius. Cicero de Sene ft. X III. X INTRODUZIONE E la mia abilita pari fode al ge- nio di fecondare li lublimi di- fegni della Cefarea Reggia So- cieta tutta intenta al Comune vantaggio della Nazione e del¬ la Patria, rifponderei con molto maggior coraggio , di quello io lo faccia prefente- mente al propodo Quefito. Ma trattandod d’ una materia cod difficile > e cod vafta, come e la maniera di concimare la terra, troppo grande farebbe la mia prefunzione, fe io mi ludngafli d' eflere dcuro di ben riufcire. Qm ci vuole la Fidca per idabili- re la forza degl’ influfli modificati dal cli- J ma , dai fiti, e piu.di tutto dalla qualita de’ terreni; La Chimica per rintracciare le proprieta, delie terre, e la doria naturale per ritrovare quei corpi , che atti fono a A 2- re- )( IV. X reftituire alia terra il perduto vigore. Quid ricerca la cogmzione del civile regolamen- to , della politica particolare dell' attuale commercio, dell attivitUj cofluini, e genio de’ Sudditi - E qui finalmente d richiede una efata notizia del modo, con cui da quelli Abitatori d allevano i beftiami, e ir coki- vano le terre; della proporzione, che ivi palfa oggi giomo fra campi e prati; e fi- nalmente dei mezzi naturali di moltiplica- re i concimi , con i quali fa dalf Autore della natura provveduto quel Paefe. A fronte di tante difficolta , non avrei avuto l’ardire di prefentare a Voi, Illuftrif- dmi e Virtuodflimi Socj, laprefente memo- ria, fe il vodro efempio non mi obligalfe ad abbracciare ogni mezzo, onde la pub- blica felicita abbiad ad invigorire , e fard grande. Tale e certamente 1' Arte impor- tantiffima di fomminiftrare alia terra cio, che le abbifogna a produrre Meffi abbon- danti, e ricuperare d’ anno in anno il per¬ duto vigore. L'unico oggetto della pratica Agricoltura e, il promovere la fertilita del¬ la terra, dalla quale dipende la ricchezza reale de’ Popoli, e la forza degli Stati. A proporzione d’ una tale fecondita crefcono in ogni Regno le derrate ( i ), le arti, le ma- ( I ) La terre produit le revenu primitif. Cap. 3. p. iq.. 'Principe & obfeyvat. Occonomique Ton. I. X V. X manifatture , la popolazione, ed il com- mercio. Non fi potea dunque proporre dalla Ce- farea Reggia Societa un quefito piu. utile, e piu intereffante di quefto. Nel' primo mo- mento, in cui V Agricoltura, fotto i glorio- fi aufpicj della Augufta ed immortale Te¬ resa, riforfe qual Fenice rediviva da quelle ceneri, nelle quali la barbarie de’ tempi la tenne per tanti fecoli miferamente fepolta, diede ell a uno fguardo benigno alia fua Pa- tria, e vedendo ad onta d’ un clima felice men feconde le terre, vuol fapere le cagio- ni, delidera ajuti, e brama finalmente fpie- gato 1’ ufo di tutti quei mezzi, che a que- dto fine additare fi pofTono. Ecco percio il motivo, che mi fpinfe a dividere in tre parti la prefente Memoria. La prima avera per oggetto le cagioni del¬ la mancanza de’ concimi nelle Contee di Gorizia, e Gradifca; La jfeconda Ipiegara i mezzi migliori, e piu facill si naturali, che artificiali di moltiplicarli e prepararli • e la terza additera la maniera di adoperare i mezzi propofti fecondo le varie qualita de* terreni e de’ prodotti. A 3 PAR- X VI. X PARTE PRIMA. DeLLE cagioni DELLA MANCANZA de’ concimi nelle Contee di Gorizia, e Gradisca. Oncime io chiamo non folamen- te il letame , o lia lo ftabbio degh Animali (: di cui Piturno , a 1 diredi Pohdoro Virgilio (. 2 .) , ill il primo a fame ufo nell’ A- gricoltura: ) ma eziandio ogni altro corpo atto a promovere la fertilita della terra. Quelto ora e ■pajfizjo-> ed or attivo . Licorpi paffivi fono Ie terre , le quali non porta* no feco la follanza nutritiva delle Piante, ma folamente la ricevono dai corpi attivi, e la confervano lino a tanto, che paffi per le radici ai va/i de' vegetabili. L'altra Clal- fe, doe quella de’ corpi attivi comprende in fe tutte quelle cofe, che dagli Animali, e dalle piante ne traggon 1’ origine, eilendo quelle unicamente fornite di quella foltan- z a faponacea , la quale dopo eifere data col mezzo della putrefazione digerita e raf- hnata, fomminillra alle piante il neceilario alimento. Da cio ne fegue chiaramente ef fere la mancanza de Qontimt dovunque f fi a, ( 2 ) Dt? rerum Jnvent. Lib. 3. X VII. X fia Or affoluta ed or relatively La prima pro- viene dalla poca quantita, o dalla cattiva qualita de’ corpi attivi, e fpecialmente dello Stabbio. La feconda poi dipende dalla na- tura de’ prodotti, e dal temperamento de’ Terreni inetti a produrre quei frutti, che fi potrebbero ricavare da terre migliori. Dunque nel primo articolo di quefta pri¬ ma parte fi terra difeorfo delie cagioni del¬ la mancanza adoluta de’ concimi nelle men- tovate Contee, per pox nei jfecondo ragio- nare di quelle, dalle quali proviene la man¬ canza relativa de’ medefimi. ARTICOLO PRIMO. Delie cagioni della mancanza alToluta de’ Concimi nelle Contee di Gorizia, e Gradifca. t Quefla mancanza nafee principalmente dalla poca quantita d’ Antmah e dalla catti- va quahta del letame \ si dell Una, che dell’ altra ne faro quivi una particolare e piu fpecificata menzione, accennando d’ am be- due le cagioni per pormi in iftato di addi- tare nella feconda parte con maggior fran- chezza i rimedj. 1. Lo fcarfo numero d' Antmah . Ogni oftacolo all’ allievo degl' Animali ne- A 4 cef- )( VIII y Celfarj a ben lavorare, e letamare la terra , iia poi Fifico , Politico , Economico , 0 Ak- ra le ■, d pub'.con tutta ragione annovcrare fra le cagioni della mancanza de’ concimi. Qu e - fla verita non ha bifogno di prova alcuna, poiche la quotidiana efperienza di tutte le Nazioni c’ infegna, che fra i mezzi artifi- ciali di concimare la terra, il primo certa- mente da lo dabbio degf Animali. Che ma- raviglia dunque, che in un Paefe dove v’ e poco Beltigme, vi da anche poco con- cirne:* Diamo un’ occhiata al Tirolo, all’ Elvezia , Ungheria, Trandlvania, Sileda , alia Carintia, alia Stiria Superiore, ed a moke altre Provincie, la dove numerod d allevano gF Animali , e vederemo quanto ben governate, e quanto fertili tieno ivi le terre . Non cosi nelle Contee di Gorizia, e Gradifca, e do per moke cagioni, le quali Iono, I. La poca quantita, de' Prati rifpctto a quel- la delle terre arative . II comune par ere dei piu Savj Maedri del¬ la pratica Agricoltura, e che quad un ter- zo di terreno debba andare in erba, a fine di mantenere gli Animali neceffarj per ben letamare gl’ altri due terzi di terra arativa. Quelta proporzione fudide foltantofra cam- pi e prati fertili, e non gia fra campi e prati fterili; poiche in tal cafo la propor¬ zione non deve elfere come 2 a 3J ma co¬ me X IX. X me 2. a 2. Or become i prati delle Con- tee di Gorizia e Gradifca fono appena la decima parte delle Terre arative, come e polfibile, che il Colono raccolga fieno fuffi- ciente per nutrire gli Animali neceffarj a ben concimare i fuoi campi? SiafFatichi pu¬ re quanto vuole nel raccogliere erbaggi, e nel prevalerfi del benefizio de’pafcoli cornu- nali , poiche ad onta d’ ogni induftria non fara mai capace d’alimentare tanti Anima¬ li, quanti ne deve avere per letamare a fufi- ficienza tante terre Iavorate. II. La fieri lit a de' medefimi e de’ pafeoli Comunali • La poca quantita, e la cattiva qualita de- gli erbaggi, che allignano in prati fterili, e doppiamente dannofa alia rurale econo- mia. II Beftiame or gli rifiuta, or gli calpe- fia , e cibandofi de’ medefimi, non diventa grande e vigorofo in pregiudizio dei conci- jni e dei lavori. I prati di quelle Contec o fono cretofi o troppo umidi e paludofi. Chi e quello, che fi prende cura di sban. d.ire dai medefimi le erbe cattive ? Quale e quel fito felice, che lx polfa facilmente ada- cquare? Or dite Yoi, efperti Agricoltorij qual quantita, e qualita di fieno fi potra indi fperare ? Se la fertilita della terra e tin effetto degli influffi dell’ aria e del fuoco elementare 5 quella al certo non fara fertile, la x X.)( la quale abbandonata dal fuo PoffelTore, ne mai fmofla dall aratro, mai lente la forza benefica degli elementi. Che fe fterili fono li prat] , cola Ci do- vra dire delie paflure ? Balia che da pafco- 10 comunale per effere dannol'o all’ Agri- coltura. Quelta e una verita incontraflabi- le e conofciuta gia da molte Nazioni, dove col mezzo della coltura, li cava ora annu- almente da dmili terreni una melfe uber- tofa di lieno e di biade. Chi vuole aver le- tame ed Animal! di buona qualita, deve nodrirli nella Stalk, e non farli girare tut- ti i giorni fu le palture, dove altro non trovano, che poche foglie di gramigna, o un vile alimento di piante palullri. Oltre di cio quello ftarfene feinpre col capo chino, 11 bere acque infalubri, il perdere lo Ifcab- bio su le padure, e 1’ elporre gli Armenti alle ingiurie degli inletti , del Sole , e de’ venti fono circoltanze troppo contrarie a 1 buon allievo de’ mededmi, ed all’ aumento de’ Concimi. III. Le feYvttu Yeah de Coltivatori. Per 1’ Agricoltura, ed allievo de’ Belliami, non v’ e ollacolo maggiore di quello * Quan¬ to letame , e quanto tempo non perde il Contadino foggetto alia Rabotta / Gli Ani¬ mali ftanchi dalle fatiche rurali in vece di godere il necelTario ripofo , devono nuova- mente X XI. )( mente port are il giogo giuft’ all’ arbitrio de’ Superior!, o indeboliti da hgnorili lavori l\ rendono inetti a quelli del fuo Padrone. L Inghiltera, 1 ’ Italia, 1’ Elvezia fono quelle Provincie , le quali ci danno a divedere il rapporto infeparabile, e 1’ immediata influ¬ enza , che ha la liberta de’ Sudditi col be¬ ne univerfale della Civil Societa, e quanto ben regolata fia la pubblica economia, qualor alterata non fi a da troppo eccedenti fervitu. IV. Le morbofe influenze degli Animali Bo¬ vin t . Fu negli Annifcorfi fpettacolo certamente lugubre il vedere in ogni luogo ipogliate d’ A Armenti le Stalle, ed i poveri Agricoltori fenza gl’ Animali neceffarj alia coltura, ed al governo delle loro terre. Le primarie ca- gioni d’ una fi orribile calamita furono i concimi ( 3. ) trafportati dalle Stalle infet- te su le campagne, ed il paila^gio de’ Bo- vi ammalati da un Paefe all’ alpro. L’iftel- fo avvenne neli’ Italia allora che inter afli- difeccarli ( : E- fper: 9. : ) ed oltre cib fornite di fabbia e di mica. Offer, 2. La proporzione di quelle terre non e da per tutto la fteffa. Vicino ai mon,- ti predomina 1’ Argilla , verfo il Carfo la terra calcinofa, dalla parte del Fiume Li- foncio fono ie terre piu porofe , che verfo Oriente , e preffo la Citta di Gorizia fono. effe piu nericcie e piu fertili. II. Interne all e preparare i concimi. I. Le Marne. La Marna e una terra, la quale fermen- ta con ogni acido minerale , nell’ acqua fi ilempera con qualche ftrepito in picciole la- inelle, o in una polvere fottilliffima, e tra- manda per lo phi un odore maflichino al¬ lot che e rifcaldata. Le fue parti conftituti- ve fono I’ argilla e la terra calcinofa , alle quali il Sig. Vogel (. 7.) vi aggiunge la Sab- bia, la quale perb non fi trova in ogni Mar¬ na (.8.). Nella Signoria di Tolmino, e nel- le Colline prelfo Gorizia, Lucinico, e Cor- mons fi trova ella in molti luoghi. Quella di Lucinico e una terra bianchiccia , la quale nel fuoco fi fa piii dura e gialliccia , fermenta con V acqua forte, e dopo efTere ftata digeritq nello fpirito di vetriuolo, la- fcia cadere dalla foluzione con Y aggiunta d’ un fale alcalino fiffo una tetra Emile all* ocra di Marte. Preffo Cormons evvi un ul¬ tra fpecie di marna piii fcura della prima, e dura a 1 pari d’ ogni pietra foffile. Effa for¬ ma (.7.) Syftema Mineral. P. 1. p. 52. (-8.) FVeftfeld. Difen. Mineral. T. 1 . Difs. IX. X xxvi. x ma nel Monte vicino, verfo la di lui bafe alcuni firati orizzontali, ed efpofta all' acre fi divide da fe fola in pezzi piccioli ^ e fi¬ nal men te in una polvere, la di cui proprie¬ ty e di rendere piu fertili quelle terre, fo- pra le quali fu fparfit * Da cento grani di quefia Marna fafiofa ho aquifiato cinque gra¬ ni di fetro, e dalla foluzione fatta con 1* aci- do vitriolico un magifierio parte livido , e parte giallo. Sei grani di ferro cavai anche da un’ altra Marna ritrovata nella Giurifdizio- ne dell’IllufirifSi Sig. Co: Antonio Coranini , e da quefia ho feparato col mezzo dell’acqua una terra finiffima, la quale indurata fi pub adoperare in vece di creta per ferivere. Cir¬ ca i ufo di quefte * ed altre fimili terre j io non credo, che vi fia alcuno, il quale non fiappia , efiere efie un ottimo mezzo natu- rale di moltiplicare i concimi* e che a que- fio fine fi adoperino anche a di noftri da moltiflitne Nazioni. Quello poi riguarda la maniera di fame ufo della Marna nel Ter- ritorio Goriziano •> di cio fi parlera nella ter- za Parte di quefia Memoria, trattandofi del modo di adoperare i concimi fecondo la va- tia qualita de’terreni. II. La Paivere delle Strade ■ Un cofiume lodevole di mold Agricolto- ti e lo fcavare a canto delle firade certe buche o picciole fofie , accio f acqua che ivi x XXVII. X ivi feorre in tempi piovod deponga nelle mededme quella polvere , che porta feco . Quefta e un mifcuglio di terra calcinofa , di argilla, di letame, e d'altre cole che d trovano fu le pubbliche Strade . Quando e piena la folia , d cava la terra , d am- mucchia, e d conferva dno a tanto che li poda adoperare. Non d puo credere quan¬ ta quantita di quella polvere d poffa rac- cogliere in un Anno, e quanto eila da va- levo-le a fecondare la terra, fpecialmente fe le foife fono vicine ai Borghi , ed ai Vil- laggi > dove fono i letamaj , e dove d get- tano fulle ilrade le fpazzature s le oda le acque infaponate , ed altre code pingui . In alcuni Paed d raduna anche il fango delle Ilrade, e d tralporta a fuo tempo al¬ ia Campagna . Per una terra fredda e at- taccaticcia non v’e cofa migliore di quella polvere. III. La terra delle paludt. Quad in ogni palude il primo dratto e una terra nera, molle, leggera, e chiama- ta da VVallerio (. 9.) Humus vegetabilis lute^ fa. Che quella da fertile (.10.), ce lo di- modra la fua origine dalle Piante infracidi- _ . f e, (.9.) Mineralog- Spec. V. (. 10 Qiiefta e una di quelle terre, che da Firgiho Georg • Liz. F. 204. fi chiama putre folum , e da°Co- lamella. de Re Rujlka L. 2. c. 2 pinguis & putris. )( XXVIII. )(. te, l’efperienza di tanti Secoli, e la ferti¬ lity delle alciugate paludi : d onde nacquc quell’ antico proverbio, paludes emere oportet* Se li noftri Agricoltori conofcendo il valo- re di quefta terra, moltiplicar voleffero con effa i concimi , fi potrebbe ben prefto dire con Orazia. Stertlij'que din pahs aptaquc remis Victnas llrbes alit. Si avverta pero di non confondere que- fta terra con un altra parimente nera, e pa- luftre, quale e quella della Torba, poiche quefta con la foverchia bituminofa foftan- za che 1’ accompagna, apporta alle Piante piu danno, che utile, qualora non Ha cor- retta con la /fabbia, e con 1’ argilla. IV. Che la torba fi a un mezzo naturale per moltiplicare i concimi, ci fa fede 1’ efpe- rienza e 1’ autorita de’plu celebri Scrittori d’Agricoltura (. n •) II Regno Vegetabile e quello, che gli fomminiftra non fola la fua ioftanza , ma anche la terra che 1’ accom- pagna . II folo bitume , che in elfa H tro- va e quel carattere , che la colloca fra quei folfili , i quali ardono ncl fuoco , e nello Heffo tempo tramandano un odore cattivo. Or (> 11 •) Sopra di cid merita d’ efTer leto il Sig. Filippo Ernefto Lyder ne’ fuoi Trattati d’ Agricoltura Drjfert. XV . X xxix. x Or ficcome ella ft trova fenza dub bio an-' che nelle paludi vicine ai Yillaggi di Cor- mons e Lucinico , come appare dalla loro iituazione, dalle Piante che in elfe alligna- no , cosi voglio qui additare la maniera di adoperarla a beaeficio delle campagne . A quello fine li cava la torba non gia in pia- ni o cubi di forma quadrilatera , come fi ufa comunemente, ma in pezzi piccioli, e cosi umida fi ammucchia e fi conduce alia cafa . Quivi in un terreno laflricato , e fe fo/Te poffibile anche cinto con un muro, li colloca primieramente il letame all' altezza d’un mezzo piede, indi fi diftende la tor¬ ba, e pofcia di nuovo il letame, e cosi fi profeguifce il lavoro, ftrato fopra ftrato, li¬ no a tanto , che il letamajo lia finito . Quan¬ to piu lontani dalla terra fono gli flrati, tan¬ to men’ alti devono effere, poiche il letame che e di fopra, efalando piu di quello di lot¬ to , non puo operate fopra la torba con quel vigore, come quello degli flrati inferior!. Si potrebbe pero oviare in parte ad una tale efalazione coprendo il letamajo con erbe verdi, o con uno ftrato di terra fertile. Si avverta oltre cio di non permettere, che il letame li difecchi , bagnandolo fpelfe volte ^on la lilciva calda, e con V orina. y. Le terre jemplict . Siccome la primaria cagione della rhan- can- X XXX.X canza relativa de’ concimi, come d ha det~ to poc’ anzi, e la cattiva qualita delle ter- re, cosi non v’ e dubbio, che l a maniera migliore di aumentare i medefimi fi a il oua- rire li difetti loro naturali con f aggiunta d’ altre terre in modo tale, che non deno ne troppo porole, ne troppo tenaci. Quefte terre, che femplici io chiamo, fu- rono divife (.12.) in quattro generi, e que- di fono la terra calcinofa, il Gedo, la Sab- bia, e 1’ Argilla. La terra calcinofa deve dird certamente la piu fertile d’ ogn altra, fe d conddera, che effa appunto e. quella , che pada con un circolo perenne da un Regno all’ altro del¬ la Natura, che ella da la bale di tutti gli Animali e vegetabili, e finalmente , che da quefta principalm-ente dipenda la virtu del¬ la marna nel fecondare la terra (. 13 .) Non dobbiamo adunque piu maravigliarci, che alcune Piante crefcano si bene nelle ddure de’ monti, e fu le antiche muraglie, e che le conche, e 1’ arena del Mare ab- biano facolta di richiamare la fertilita del¬ la terra (14.) il (.12.) Dal Tott ; Margraff ; Leebmann , Cronftett, Vo¬ gel, ed altri. (• 13 •) VVeftfeld. I. c. Differt. IX. (• HO TranfaB. Vhilofopb. Vol.IL Cap. ^ Mills jlgri. colt. Pratica Tom. i. p. 24. x XXXI. X Il CeJJo e/fendo una terra calcinofa fatol- lata con l’acido vitriolico deve parimente flimar fi utile per concimare la terra, si cru- do, che calcinato nel fuoco, il di cui calo- re non fia maggiore di quello dell’ acqua bollente, La calcina giova alia terra non in quello ftato cauftico ed alcalino, in cui fu lafciata dal fuoco , ma foltanto allor che imbevuta d’ acido primigenio diviene un corpo neutro, quale e il GelFo. E quefto forfe fu il motivo che indulfe alcuni Eco~ nomi a fpargere il GeiTo fopra le loro ter, re con fperanza di renderle piu feconde, come anche fuccelfe contro il parere di quelli, che fprezzano ogni imprefa lodevo- le , perche contraria ai dettami d’ un inve- terato collume, L' Argil la Per guarire una terra troppo porofa non v’ e rimedio migliore dell’ Argilla. Le par- ticelle fottili, delle quali ella e compoila, trattengono e rinferrano i fughi, accio non paffino liberamente negli flrati inferiori. A quello fine quantunque ferva ogni Argilla, migliore e pero quella, che fermenta al- quanto con gli acidi, e per confeguenza e in qualche modo fimile alia marna. Vneru- dito Scrittore e membro della Societa Eco¬ nomica di Berna, e di parere, che per ren- dere 1’ Argilla piu abile a fecondare la ter¬ ra, X XXXII. x ra, f debba prima abbruciare e bagnare piu volte con la lifciva cavata dalle cene^ ri della torba e delle Plante» Ma fe 1’ Ar- gilla deve con il fuo glutine naturale, e con la fottiglezza delle file parti ralfodare xina terra troppo fciolta, come potra far quello dopo aver perduto nel fuoco la fu a foltanza glutinofa, e dopo elferli refa dura al pari dell’ arena? Quello poi riguarda il bagnarla con la lifciva, e bensi una dot- trina fondata fu la ragione, ma non gia praticabile e vantaggiofa. Evvi in ogni Pae- fe la torba? chi e provveduto di tanta ce- nere? Chi vorra foggiacere alia perdita del tempo, ed alia fatica di condurre tanta li¬ fciva alia Campagna, overo al luogo dove e f Argilla ? La Sahbta . Quefta terra, che da alcuni Naturalifti primigenia (. 15 * ) ^ chiama, e una conge--* rie di picciole pietruzze vitrefcenti (.id.), quindi affai porofa, e capace a confervare quel fuoco, che 1’ ha incalorita, piu lungo tempo, che ogn’ altra. Quelle proprieta ci dimollrano la fua facolta di dar forza e vf gore ad un terreno di fua natura umido, freddo e tenace, quale e quello delle palu- di (• 15 •) Linn. Syft. TSI^at. p. 119. Bnffon< Hjfior. L S. 150. (• 16 .) Pot. Lithonoges. 7"rat. IV. p- 4 r- X xxxiii, )f tli ( 17) ridotte a coitura, e ricche di tor- ba. Ella e anche un ottimo correttivo per rerre grolfe ed argillofe, unita pero con il letame, fenza il quale la Sabbia apporta al medefimo piu danno, che utile,. ARTICOLO SECONDO. Dei mezzi artificial! deftinati alio lle/To fine. I. Allevure maggior numero cCAntmalt. A quefto fine deve il Coltivatore effere provveduto de’ foraggi fufficienti e di buona qualita, deve almeno in parte follevarfi dal¬ le reali fervitu, e finalmente allontanare fi devono dai fuoi Armenti Ie mortali influ- enze. Circa il modo di moltiplicare i fo¬ raggi, quefto, a mio credere, confide pri- mieramente nell' ufo de’ Prati artificiali , nella divifione de’ pafcoli Comunali, e nel- la coltivazione delle paludi. E che cio Ha il vero, veniamo alle prove. I. Id ufo de Prati art if dale Cioe appratate i Campi (. 18..,), che val a dire feminare fa lo delfo terreno or Pian- te ad ufo degli Uomini , ed or erbaggi ad ufo degli Animali, dopo avere ftabilito la vera proporzione vi farebbe molto a che dire, dovendofi regolare fecondo la qualita Cdelle (. 17.) Brenner JLB. Academ. Stocpoln. Pol. XI. (.18..) Camillo Tarello nel Rlcordo d‘ Agricoltura ri, ftampato 1’Ann. 16:9. X xxxiv. x delie terre e de’ prodotti di cadaun Paefe. Ma effendo quefta una materia troppo diver- fa da quella, che in fe racchiude il propofto Quefito, ne parlerddi effa foltanto alia sfug- gita , non potendofi onninamente preterire . Due Bovi allevati fempre in Stalla con- fumano in un anno dodici paffi di fieno di cinque piedi 1’ uno , e nel tempo ftefTo ii ricavano da’medefimi quaranta carra di le- tame, ogn’ uno de’quali pefa libbre cinquecen- to, ed anche piu . La meta di quefto leta- me e ftabbio puro , e l’altra e ftrame con efio lui mefcolato. Or fe un terreno di dugento paffi quadra- ti deve avere ogni tre anni (: come ordina- riamente li offerva :) died carra di concime , per un terreno di 4000. paffi quadrati. ee ne vor- ranno 200. carra , e per confeguenz-a ft dovrd avere cinqtie paja di Bovi. Dunque fe e ve¬ to do, che 1’efperienza ci ha date a dive- dere , che un prato artificiale di dugento paffi quadrati feminato con il Sainfoin , o con la Medica fia capace a nodrire in un anno due Bovi , fata cofa certa , che per alimentare died Bovi ,e per concimare quat- tro milla paffi di terra arativa fi debba ave¬ re due milla paffi quadrati di prato artifi¬ ciale . Ma poniamo, che un tal prato arti¬ ficiale nelle Contee di Gorizia e Gradifca non fia in iflato di mantenere piu di fei Bo- vi ){ xxxy. x vi, bafieranno anche quefti per beq conci- mare quattro milla paffi di terra arativa, fe fi vorra abhracciare i mezzi natural! per moltiplicare i concimi poc'anzi fuggeriti, e gli artificial!, che quivi fiamo per additare. Cio iuppofto, fe un Proprietario poifedef- fe v. g. fei milla paffi quadrati di terra, fi divida effa in tre parti uguali A. B. C- ogri una delle quali Jia di dugento paj/i quadrati . Nel primo anno fi devono arare, erpicare , e concimare ugualmente tutte tre. Cio fat- to, nella porzione A. , eB.fi feminano Ma¬ de, e in quella di C. fi coltiva il Trifoglio, la Medica, il Sainfoin, ed altre fimili pian- te. La coltura dalle bia.de. nei terreni A., e B. dura per tre Anni, dopo i quali il pra- to artificial C. fi cangia in campo , e la porzione A overo B. fi muta in prato ar- tificiale (.18.) Quefto modo di coltivare la terra (. 19.) C 2 e (. 18 .) Cos! fi coftuma tutt* ora nel ducato di Olfte- in, e Meclenburg. ( 19 ) la q ue ft a rnateria Iegganfi fra gli altri il Trat- tato fopra i prati natural!, ed artificiali di Bernhardt . Dithmar intorno alia coltura del Trifolio . Il Libro intitolato Trairiers artificieles tradotto in lingua Ita¬ lia e ftampato in Venegia 1 ’Anno 1765. Le Offer ~ vazioni Economicbe delli Signori Schreber Padre e Figlio. Un faggio del Sig. Stapfer fu la maniera di moltiplicare i foraggi, regiftrato nelle Raccolte del¬ la Society di Berna Anno 1762. IV. ed il Tadre di Vamiglia Tom. I. 2 * P* 2.81.. 5 J 8 . X XXXVI, )( e fenza dubbio il migliore mezzo artifi- ciale, che fuggerire fi poffa ad una Na- zione , alia quale manca il concime, poiche in tal guifa 1. Puo il Contadino mantenere gli Ani- mali nece/farj per ben lavorare, e conci- mare le fue terre. 2. Con l’aratro, e con il trifoglio il di- ftruggono l’erbe cattive. 5. Un Prato artificiale ii puo mutare in campo fenza letame. 4. Quanto piu fi muove con F aratro la terra, tanto piu fertile elia diventa ne ha di bifogno di molto concime (. 20.) 5 Di fommo vantaggjo all’ Economia ru- rale e la buona qualita de’ foraggi. 6 . Il mutar fito alle Biade, ed agli erbag- gi, e un mezzo efficaciffimo per ottenere piu abbondanti raccolte (.21. .) II. La drvifione de Pajcoh comunali. Quanto vantaggiofo per F allievo degli Animali iia F abolimento de’ pafcoli comu¬ nali , e la regolata loro divi/ione fra i ri- fpettivi Proprietarj, ce 1 o diedero a dividere nel fecolo prefente le Fiandre, la gran Bre- tagna, il cantone di Berna, e molte altre (20) Raccolte della Societa TLconom. di Btrna Ann© 1761- lAbbandlung Von kornbau §$■ 1 S- (21 ) T/uche Spettacolo della Nat. Li. )( XXXVII. )( Provincie . Dove per avanti un pezzo di terra appena bafiava per nodrire venti Bo- vi, dope efiere fiat a divifb, e coltivato, diede fie no fufficiente per ottanta,, ed an- che cento capi. Dali’ accrefcere le Praterie e dal migliorare la coltura de’ Suoli fierili dipende il vero interefie d’ una Nazione*, Non ci vuole molto per aumentare le ren- dite di qual fi fia terreno. Si rivolti la ter¬ ra con l’aratro, fi concimi con le ftoppie abbrucciate o fotterrate, fi difenda dagli A- nimali con fiepi o con fofie, e finalmente si femini in eflb il fiore di fieno, Pa vena (. 22 A» e d altre piante graminee lodate dal la Societa delle Arti e delle fcienze di Lon- dra (. 23.), cosi a proporzione dell’ indu- ftria crefcera a poco a poco la fertilrta del¬ la terra, e si vedra in pochi anni forzata la Natura a produrre F ifiefia quantita di Piante, che ricavare fi poflono dai prati artificiali. III. La coltivazione delle Paludt * Il difeccare e coltivare le paludi fu ad C 3 ogni (22) -Av&m elatior Linn. Megliore aflai del Ryegras degli Inglefi. (23) Vernal- Anthoxantum odoratum . Meadow Fox. Tail. Alopecurus pratenfis. Fine Bent. Agrollis capil- laris. jlnnual Toa. annua. Comun and Great Voas. Toapratenfis . Meadow Fefcue. Feftuca elatior. Scboeps Fefcue. Feftuca ovina . yellow- oat . A vena flave- fcens Crefied. dogs Tail. Cynofurus criftatus. X xxxvi 11.)( ogni tempo, e fara fempre un imprefa pef la pubblica falute, e per i Principi la piu vantaggiofa. Inter eft Reipuhhc *, £ avertimen- to di Lancifio (24), ut Mud folunt , q uo d diu. paluftre infrugiferum fuit , fertilijftmum i m - poderunt evadat j terra enim , abfumptis aquis detegttur , ubertate frugum , a/z'/j- mbus propter h&rentem cceno pinguittidinem fa¬ cile antecellit. Chi fa, che anche riguairdo alia Palude di Cormons con l’ajuto d’alcu- ni canali fcavati nel dto piu dedive, o coil unoScoloben livellatoe polio fotto quel col¬ ie , che divide la detta palude dalla Cam- pagna (: fopra del quale v’e’ una picciola chiefa:) non hpolfa dare fcolo alia maggior parte delle acque ivi adunate > Io noil ho bensi ancor fatto iopra di cio tutte quelle olfervazioni, che fono neceffarie per forma- re un iiltema infallibile, ma per quanto mi diede a divedere la iituazione della palude e de’monti circonvicini non mi fembra una cofa impolfibile il rafciugaida fe non tutta, almeno in buona parte. IV. La rtforma delle Rabotte . Quantunque 1* efempio di tanti Popoli apertamente ci infegni, che niuna cofa ila piu favorevole ai progreffi dell’ Agricoltura, quan- C 24. ) Be mox. patud. efluo. L. x. P. 2. C* I. )( XXXIX. X quanto la liberta la iicurezza , e k immunity degli aggravj, cio non oftante io non pre- tendo giammai di abolire le reali feryitu, ma vorrei foltantoche regplate folfero con- forme alle Poffeflioni di cadauno , e fenza pregiudizio delle agrarie operazioni » II cor- po d’ una Repubblica quantunque animato dalle Leggi d'un Principe giuito , non potra mai godere perfetta falute, fe tutte le mem¬ bra non concorrono a prqporzione della lo¬ ro attivita alia di lui confervazione. Quan¬ to pin crefce il numero di quelle realita , che da un obbligo tale il prerendo-no immu- ni, tanto piu akerata viene la pubblica eco- nomia, fconvolta l’armonia fra gli Stati, e dillrutto il buon ordine della regolare dilci- plina. Non v’ e Podefla legislativa, che ag- gravare poffa alcune Centinaja di Perfone per far vivere agiatamente una Chile , la di cui proprieta e di ftarfene quieta nei lo¬ ro recinti , mentre f altra s’ alfatica a pro del fuo Sovrano ■> e della Patria . If altra eondizione e > che non ritardino i lavori. del¬ la terra) dando la liberta agli Agricoltori di preltare i iota Servigi in danaro , allorche devorio ar.are » raccogtiere , ed alimentare i Filuoelli . Ma anche in altri tempi fi deve il .Galena riguardare da’ Magihrati con oc- chio amorevole, accordandogli fe non tutta, akneno parte di quelfa ftima, che delle fue C 4 fati- ( )( XL. )( fatichc fe nc faceva in quei Secoli avvcn-> turati? nei quali . ipforum mambus Imperato- thm colelantur -agYi ( ut fas ejl diceye ) gau- dente terra vomere laureato dt triumphal! aratore ( 2 5 ) V. La vigilanza nel difendere da mall conta- giofi 1 1 Be (l tame lovino . Senza 1’ attenzione de’ Magiilrati nell’ al- lontanare dagli Animali le maligne influen- ze , non fara mai poffibile di introdurre T abbondanza de’medeiimi, e de’Concimi. Si vieti adunque 1’ ingreifo nel Paefe del Be- ftiame , che viene da'luoghi infetti ; ii uii ogni diligenza accio da Mercanti non fi in- troducano Bovi ammalati , ii feparino fen- za dimora gli infermi dai Sani, non ii per- metta il trafporto dello Stabbio dalle Stal- le infette alle campagne , e finalmente ii ordini, che i Cadaveri ii feppillifcano in fof- fe profonde e lontane da qualunque abita- zione. GioVa anche in iimili caii il profu- mare cautamente le Stalle con la pece na- vale , il cacciar fangue piu volte appena che l’Animale principia a toffire, l’abbeve- rare i Bovi con brodi d’erbe amare, e far- li prendere ogni tre giorni due o tre dram- me di fiele di vetro fciolto nelfacqua infa- ponata, e mefcolatg con un terzo di aceto. Ma (25 ) 'Vilnius Hift. J^at. L. 28. C. J- X XLL )( Ma ficcome molti mali provengono dalla cattiva qualita de’foraggi, cosi fogliono al- cuni Economi condire il fieno con il Sale comune, avendo offervato , che in tal gui- ia mangiano piu volentieri, e il confervano affaipiufani. Per il beftiame bovino ii com- putano due libbre di fale per un centinajo di fieno, per Cavalli poi bafta una libbra , poiche il fopra piii gli e nocivo , e gli fa perdere facilmente la villa. II. L mtroduzione de pubblici letamj. Un altro mezzo artificiale di moltiplica- re i concimi, e il radunare tutto cio , che e valevole a dare alia terra nuova forza , e nuovi umori. Tali fono i ritagli de* corami, le crifalidi de’Bachi , le foglie e fcorze d’ Alberi (26), il legno putrido , le paglie , le floppie , le vinaccie , le pofature delle tinte , e delle concie , la cenere (2 7), la fuliggine , e le acque infaponate delle La- vandaje. L’ iileiTo effetto fanno anche le po¬ fature della birra, la terra d’onde fu cava- to il nitro, e l’effemora volgata ("28), con la quale alcuni Coloni preffo al Villaggio di Lafs concimano le loro terre. Oltre di cio: non v’ ha cofa j che meglio ingrajji il terreno della, Spazzatura , che Ji raccoglie nelle Qitta gran- — . ... ''I v wmmmmrnmmmmmmKmm \ n —» ( 26 )Specialmente dell’Alno, Alnus, Erlenbaum, Aune. (27J Delle Piante e della Torba. { 28 ) Spetacolo della 'Hat. IF. X XLII. X gYimdi 5 e fp ect alt»ente in quelle , dove oltYS alia copia delle Gucine graudiofe y trovanji mol- te fabbriche di Una ,, dove Ji fparge cantt&m . mente per terra agho r ed altro grajf a di cm le pi ante ban di bifogno. ? Sqno anche k fozzure delle colombaje de polla i , e d’ altri rieoveri degli Animali domeftici, i pagliacej * i pelli degi’Anima- JI, I'd mondiglie degf Orti , ed altre iimili materie capaci a reflituire alle terre >. dove fi fpargono, il perduta vigore. Ne abbiano dunque cura i Magiftrati po¬ litic! (29) di far raccogliere , e radunare tutto qiiefto pacciame in luoghi appartati , cioe iit buche coperte, e fabbricatein modo tale * che il concime non abbia campo di trapelare. Io non dubito punto, che in tal guild fi potrebbe raccogliere nelle Citrta pin popolate una fterminata quantita d’ ottimo concime , e che ogn’ uno , che non abbia con che ingralfare i fuoi Campi , ricorrera voientieri ai pubbhci letamaj, per quivi pro- ■vederii di cio * che gli abbifogna . Quefio farebbe anche- un mezzo affai efhcace per v . pur- ■ , . ^ . . . — 1 . -' 11 ■■ ( 251) I Trincipi per mezzo del loro Magifirat: doveteb- b'eto tenet i'oechio aperto per togliere gli imped Intent i alia f&lici jlgrieoluird, e pet promovere l' accrefimen- to . Trinei net fuo difeotfb Getter. delP jPgticolmra . t ifieffo fi puo fare anche da Ttivati eon fat me alle regale preferitte dal celeb-re Sig. de fur billy net fuo Trattato ittutolato Memoira Sttr let JOefri.hentens p. y% t x xuii. x purgare 1’Aria nella Citta da vapori nocivi, i quali follevati da tante foizure la rendo- no men pura, ed infalubre,' ///» La dimtnuztone del numero delle vttt 5 e d' altri albert nelle Cantpagne. II gran Financiere de Colbert fotto il go- verno di Lodovico XIV. per mantenere una retta proporzione fra le viti, e le terre ara- tive, fece fradicare in molti Iuoghi del Re? gno an gran numero delle medefime . Ma nelle Contee di Gorizia , e Gradifca bade- rebbe , a mio credere , che nelle pianure, fi odervafle in avvenire una didanza mag- oiore fra una e l’altra piantagione * e che niun Albero (a riferva del Geld, e de’frut- ti) li tollerade , il di cui diametro da piu grande d’un mezzo piede. Si farebbe anche afiai bene , fpiantare le viti vecchie ogni trent’ Anni come fi fa nella Lorena > ac- eio con le loro ttoppo Iunghe radici non impedifcano la neceifaria produzione de’gra¬ ft! ed erbaggi . In iomma fe fi v uole, che i concimi facciano buon effettO) non fi de- Ve in alcun mode permettere , che nelle terre arative crefcano gli alberi a piacimen-, to j ed edendano da per tutto le loro radi¬ ci , altrimenti non fara mai poffibile , die efie fian fertili quantunque foflero con og n i diligenza collate ed ingralfate. IV. X XLIV. )( lV» Le Jeminazioni di Piante atte a concimct - re la terra. L'ingraffare i Campi con piante femina- te a fuo tempo, e poi cacciate fotterra, e un coftume antichiffimo , del quale ne fan- no menzione Pi into (30), Columella ($j) 5 ed altri celebri Scrittori . Ebbe egii fenza dubbio la lua origine dalla offervazione fat- ca fu la fecondita, che apportano alia terra anche oggi giorno Ie Stoppie, la paglia del- le biade flagellate dalla tempefla, e gli er- baggi del campi lafciati in ripofo. Le Pian¬ te, che a queflo fine fi feminano , fono la Fava, la Veccia , il Lupino , la Rapa, il Saraceno , ed il Napo felvatico> .• Qiiefto fi femina i primi d' Agofta un po piu fpeffo dt quello fi ufa per feminare le Rape . Crefciute che fieno le Piante all' altezza circa d' un pte- de , fit fotterrano con I' aratro. Arata la. terra , fi lafcia in rtpofo quindici 0 piu giorni , 'affin- che le loro foglie fi ammaycifca.no s indi fi ria- ra-y e pochi giorni dopo vi fi pub feminare il formento , 0 altre biade . Queflo e il modo piu facile e piu economico d’ mgrajjare le terre j poiche con una quart a di Semenza di Napo fi poffono feminare almeno tre campi di terra fen¬ za altra fpefa (31). H Sig. Pagan e di-pa- re- (30) Hifl. Tgat. L. 17. Cap. 9. e L. 18. Cap. 14- ( 51 ) Lib. 2. Cap. 21. ( Ji ) Arduino Memot. p. 93. )( XLV. )( fere, che la radice del Napo fia fufficiente a concimare la terra, e che le di lui foglie fi debbano dare ai Beftiami (32) . La fe- minazione del Saraceno fi puo intraprende- re anco nel Settembre , per poi cacciarlo fotterra verfo il fine del Mefe di Marzo . Egli fi infracidifce oltre cio piu prefto che il Napo, e percio dopo il decimo giorno , che fu fepolto fi puo feminare il formenfo. Alcuni dicono, che il Saraceno quando fio- rifce fi debba tagliare con la falce , e poi lafciare qualche giorno infracidire fopra la terra. Ma ficcome in quefio modo fvapora in parte la foftanza della Pianta , cofi e meglio feppellirlo allorche e in fiore (33^, accio ammarcifca fotterra. V. L’ attenzione di dare alia terra un concime fiagionato , e vigorofo. Quefia e una condizione fenza Ja quale la terra non fara mat fertile e ben conci* mata. Il concime, che non fia bene fiagio¬ nato e fimile ad un cibo crudo e mal con- dito , il quale apporta all’ individuo che lo riceve pin danno,che utile. Ma qual e qu e { letame perfetto, e vigorofo / Su quefio pun- to fon diverfe le opinioni si degli antichi , che de' moderni Scrittori. Columella ( 34 ), e _■ Pa- / ) Raccolte d’Oflerv. della Societa di Berna Ann. (3$) Mills, p. 96. ( 17$4, 11. p. 77, (34) De Re rujt. L. 3, Cap. X XLVI. x Paladio ( 35 ), vogliono che lo ftabbio vec- chio ft a migliore del giovane . II Sig. Ome ne fuoi principj d’ Agricoltura e dello fteffo parere , e con eftb lui quail tutti gli Scritto- ri del fecolo prefente . II Gallo ( 36 ) all’ oppofto pretende, col fondamento della lun- ga pratica , che piu beneficio rendano due carra di letame giovane, che non fanno tre o quattro di vecchio« Cola dunque li ha da dire / Cio che riguarda il debole mio fenti- mento, io al certo non polTo credere, che lo Habbio giovane lia migliore del vecchio, e che quando fojfe poffbile (: come dice il Gallo :) ft doverehie dare alia terra fab 1 to che egli e caduto dall' Animale: Ecco le mie ra- giont. 1, La putrefazione e una analili natura- le, con cui il confuntano i fali fuperflui e nocivi, fi raffina la foftanza faponacea, e le particelle terrellri ad efta unite forma- no una malfa omogenea, inftpida e folubile nell’ acqua comune. Senza quefto cangia- mento lo ftabbio e una foftanza cruda ete- rogenea ed incapace a concimare la terra. 2. E coftume lodevole di tutte le Nazio- ni di moltiplicare con lo ftrame il conci- me; ma un tal fare portarebbe danno all’ economia , poiche fra tanto che lo ftrame ( 35 ) L’b' 10. Cap. 1. (36) Giorrt. IX. x XLVIL X fi infracidiffe, perderebbe il letame la fua forza ed il fuo vigore* ' A • •. > 3. II letame nuovo produce fempre mag- gior copia d’ infetti nocivi, e d’ erbe cat- rive (.37,) le quali fe non vengono fradi- cate con la feconda aratura , rubano alle Piante piu utili il neceffario alimento. 4. Dello delfo parere e il celebre 5 ig. Munchaujen nella fua utiMIma Opera d’ A- gricoltura intitolata il Padre di Famiglia-, dove cosi fcrive , ognt letame in quel 1 0 ftato ■> che viene dagli Ammali e dal/a Stalla y non fa per le Camp ague (. 38.) VI. La coltura della 7 " err a* Con la diligenza nel ben arare, erpicare e rivoltare la terra, fi puo fupplire in gran parte alia mancanza de’ concimi. Piu che dfa li fcoper,chia, piu adito fi da nelle fue vifcere ai principj della vegetazione, efpo- nendoli ogni di lei parte alle rugiade, alle pioggie, ai venti, all' aere, ed ai raggi del Sole . Quefta verita fra milie altri elempj di induftriofe Nazioni, ci viene comprovata dalla doria di Fur to Crefmo riferita da P lint 9 (.3p.), e da quella di Q. Cincinata , che legged prelfo Valerio -Majfimo (. 40..) Degna v an- (37) Vedafi il l° ro Catalogo nell’ opera del Sig. Conte Ginnani circa le malattie del grano P. a. cap. 10. (38) Tom. I. P. 2. Tratt. IV. §§. 7. <39) Hifi. Jtyt. L- IV- C. 6 , (qo) LU,, y LXVIII. }( anche d* ogni attenzione e la rifpofta data dall Autore del JVEanua/e de Contadini alia domanda, fe il letame poda efler fupplito in tutto, o in parte da qualche manipola- zione praticabile dal comune de’Lavoratori. L’ attivita (: dice egli :) il Uvoro , e 1’ olio delle fue proprie braccia, e quello, che dee continuamente verfare fu Ie fue terre, fe vuole, che elfe producano, rifparmiando il letame , e fopprimendolo quad del tutto. Non bafta adunque arare , ed erpicare come fecero gli Antenati, ma do d deve fare con iftromenti adattati alia qualita de' Terreni , accio la gleba da da’ mededmi con ogni piu poldbile diligenza ben fciolta e ftritolata. Un altra condizione per ben coltivare la terra e , che ella non ila troppo diftante dalla abitazione del fuo Polfelfore. Ecco quell’ Orto, e quel Campo vicino alia Vil¬ la, o quanto e ben coltivato! Nel tempo che d conduce un Carro di letame fopra un fondo lontano, fe ne poffono condurre quattro fopra un’ altro vicino alia Cafa - Quanto Stabbio, e quanto tempo non si perde piu volte, pria d’ arrivare al luogo, che d ha da coltivare. Oltre di cio v’ t un’ altro male, e forfe d maggiore d’ ogn’ altro, cioe f avarizia, 1 ingordigia , e la trafcuratezza di molti A flit- X XLIX, )( Affittuali attend unicamente a cavare dai terreni, con la minor fpefa e fatica, che mai ila poffibile, tutto quello che poffono. L’ Agricoltura vuole amore alia fatica, at- tenzione ed induftria, overo, come bene c’infegna il Sig.de Montefquieu nelfuo Efprit des loix vuol Gente attiva laboriofa e fedele. PARTE TERZA Della maniera di adoperare i concimi fecondo le vark qualita de’ ter¬ reni e dei prodotti. Abbiamo fin ora efpofto le cagioni della mancanza de’ concimi nelle Contee di Go- rizia e Gradifca, e propofto i mezzi natu- rali ed artiftciali di moltiplicarli e preparar- li . Or altro non ci refta che additare il loro ufo, con fpiegare nel primo Articolo di quefta ultima Parte il modo di adope¬ rare i mezzi fuggeriti fecondo le indigenze de’ terrini, e nel fecondo la maniera di far- ne un retto ufo de’ medelimi conforme al¬ ia varia qualita de’ prodotti. D AR- )( L. )( ARTICOLO PRIMO. ^Jllervazioni intorno 3.11 ufo de* mezzi si naturali che artifiziali di concima- re le terre , fecondo alia varia loro qualita. x. La Mama non ii deve adoperare alia cie- ca, e fecondo al femplice dettame de’ libri,, ma conforme all’ indole, che ella polfiede, ed a quella de’terreni, che l’hanno da rice- vere. L’ Argilla, e quella terra, che in elfa predomina, fi getti pure a larga mano fopra quei fondi, che fon leggieri e poroh; ma fe ella e in gran parte calcinofa, allor fara gio- vevole ad una terra piuttofto umida, e fredda. Prima pero d’ incorporarla con la terra, fi deve lafciare per qualche tempo efpofta all’ aria in un luogo coperto , e rivoltare pin volte acrid perda la naturale fua crudezza.. Oltre cio, per le terre di Gorizia non fi de¬ ve adoperare fola , ma unita al concime del- le ftalle, framifchiando per le terre pier ma- gre due Carra di letame con la fteffa quanti- ta di Marna, per quelle poi, che fono pin pingui un carro di letame con due o tre car¬ ra di Marna - Se poi 1’ Agricoltore e prowe- duto di molto letame , allor ii puo marna- re e concimare nello ftdfo tempo, elfendo cofa certa , che la terra rende all’ Uomo con X LI. )( con ufura incredibile quanto egli le prefenta, e moltiplica le femenze , che riceve a mi- fura dell affiduita e dell’ induflria con cui el- la li coltiva (41).. 2. La polvere delle Strade elfendo una ter¬ ra per lo piu calcinofa, promette fertilita a fondi argilloli , come fon quelli di Medea , e delle praterie adjacenti. Ella farebbe an- che alfai utile alle Campagne di Cormons, ed anche facile ad aver/I a cagrone delle nu- merofe falfe, che ivi il trovano, dalle qua¬ il fi potrebbe ogni anno cavare in gran co- pia, e cosi dare fcolo alle acque, che ivi in tempi piovoli pur troppo li radunano con grave incomodo de’ pall'eggieri.. 3. La terra delle pallidly, oltre ad elfer fer¬ tile da fe fola ,, aumenta anche la fertilita de’ terreni fpecialmente fabbionof II Sig. Pagan comunico T anno 1764. alia Societa Economica di Berna una offervazione d’ un Coltivatore, il quale dopo avere fparfo fopra i fuoi fondi una buona porzione di terra ca~ vata dai folfi vicini alia palude , ebbe una doppia raccolta digram ed’altri frutti. Ec- co percio il vantaggio che apportar potreb¬ be la palude di Cormons alle vicine Cam¬ pagne; ecco un mezzo facile ed efficace di moltiplicare i concimi raccogliendo a fuo tempo, e mefcolando quefta terra con quel D 2 pi (4 1 ) Cicero de Seneft* )( UI. )( poco di letame , che dagl’ Animali annual- xnente ii ottiene. 4* Cio 5 che riguarda L ayte dt yendeye ftr* tile una terra con /’ altra , non v’ e Nazione la piu induftriofa e piu dotta dell’ Inglefe . Qixivi (come ci fa fede Patullo ) ii impie^a bene fpelfo un capkale di Venti Ginee per migliorare in quello modo la terra, con cer- tezza di ricavare in due Anni tutto quello * che ii ha fpefo. La vera economia coniiile nel conofcere , e guarire i difetti di cada- una terra. Ci vuole benii fatica , e danaro in iimili imprefe; e veriffimo: ma che im- porta/ Se ii getta tant’ oro per fomentare ii luifo particolare , fegno certiilimo della peffima coftituzione d’ uno ilato , perche dunque non h potra anche impiegare nel ben coltivare le terre r Su dunque o Citta- dini miei cari, in vece di coprire di minu, ta ghiaja i viali de’ voitri giardini , fatela condurre fu le voilre terre tenaci, e creto- fe : ed in vece di adoperare le argille per adornarli con mille lavori , fatte piu toilo con eife un dono alle voilre troppo leggieri e porofe. Nell’ Irlanda fecondo alia relazio- ne del Sig. Bidet regiilrata nelle Raccolte di Bourdeaux ii iparge f Argilla fopra le terre Sabbionofe preparata pero prima nella ma- niera che fegue. Si copre un pezzo di ter- reno con legni , rami , radici o carici all’ altez- x LIII. X altezza d’ un piede . Sopra quefte materie combuftibili fi fa uno ftrato d’ Argilla (42 ) ben difeccata ai raggi del foie ; indi fi for¬ ma im’altro ftrato di legnami, e cofi fi con¬ tinue. fino che il cumulo e arrivato all’ al¬ tezza di cinque o fei piedi. Cio fatto fi da fuoco alle legna, e fi lafcia ardere fino che tutta e incenerita, e pofcia con quefta ter¬ ra unita alia cenere ft concimano le terre leggieri e Sabbionofe. Della maniera di letaminare i eampi con- la Calcina ufitata tutt’ora nella Normandia inferiore ed in aleune Ville del Comafco (43 ) , ne parla diffufamente il celebre Du Hamel (44) Un tal concime farebbe aftai- buono per le terre di Medea , lodandofi al fommo dal Sig. Bertrand per ogni terra mar- ziale . In ogni luogo del Territorio Gori- ziano vi fono pietre calcinofe, ed oltre cio fu le colline una gran copia di cefpugli , con ii quali ft puo abbruciare calcina cost bene, come con alberi e legna pin groffe. Lo ftefio ft puo fare anche con il carbon foffile , fabbricando i forni nella maniera , che tutf ora fi pratica nell’ Inghilterra, neli’ D 3 Olan- (42) Del modo di letaminare la terra coil 1 ' Argilla abbrucciata, ne parla anche il Sig. de Jufti nelli fuoi Scritti economici T>, i. §§. 31 7. (4 3) Gallo Giorn. IX. (44) Culture des Tenet. Tom. III. cap. 1. §§. $. X LIV. X Olanda, ed in alctini luoghi del Ducato di Hannover. 5. Il Let ante di Vacca alleVata con buon fieno , per effere affai pingue , ed oleofo, fa per terreni caldi-e leggieri . Quello di Colombo , di Uomo, di Pecora, Porco, Ca¬ pra , Cavallo ed Adno, per effere piu atti- vo, e piu Focofo, conviene a fondi uftiidi, e freddi. II letame Porcino (il quale al pa¬ ri dell’ Umano edge affai piu drarne , che ognun’altro) e anche uno fpecifico perfcac- ciare le Talpe, ove copiofe d trovano. Per campi leggieri ci vuole anche un concime piu vecchio , per quelli poi che fono fred¬ di, e tenaci, deve egli effere piu giovane, e piu forte. Finalmente d avverta , che il mutare di tempo in tempo letame, da un ottimo mez¬ zo per ben concimarele terre. Bafia il fram- mifchiare ogni due o tre anni con il leta¬ me Bovino quello di Pecora o di Cavallo, o con quello di Cavallo il Bovino , Uma¬ no, o Porcino. 11 concime e il cibo , con cui la terra s’ invigorifce , e li riftora. Quin- di e, che dccome 1'Uomo mutando cibo di- viene piu forte, cost anche la terra cangian- do concime d fa fempre piu fertile , e piu rigorofa. AR- X LV. x ART!COLO SECONDO. Del modo di adoperare i concimi conforme alle indigenze de’Prodotti. I primarj prodotti di quelle Contee fono le Viti, le Biade, ed il Vino* i . Circa le -viti v’e il modo di concimar- le con pochiflimo letame, fenza punto pre- giudicare alia bonta dei Vini . Si fepara in tempo di Primavera dal tronco della Vite la terra alia proFondita d’un piede, ed an- che due . In quefta Fofta ft diftende la pol- vere delle ftrade raccolta nei foffi, e Fopra di quefta vi ft mette un poco di letame bo* vino. Cio Fatto ft copre il tutto con la ter¬ ra pocoanzi Fcavata, ne altio vi vuole per concimare le viti» In veee della polvere ac- cennata ft pud anche adoperare la terra, che, e di Fopra, ed in luogo di letame i ce- fpi e le lotte . Negli atti della Societa di Berna v' e un altro modo di letaminare le viti conlillcnte in una liFciva Fatta con cor- na ed unghie d’ Animali tagliate a pezzi, e cotte nell’ acqua lino a tanto, che fteno qua¬ il Fciolte . A quefto brodo ft aggiunge la calcina viva e la cenere , e ft laFcia il tut¬ to in un gran vaFe pieno d’ acqua per qual- che tempo. Con quefta ft bagnano le Vi tj. dopo averli d’ intorno levata la terra, e co- D 4 ft ;c lvi. )( si ii concimano niente meno, che con qua- lunque altra cofa ( 45 )., Si fappia pero, che la vite y P er poterii in tal guifa concimare, deve eifere foftentata con pali , e non coa alberi vivi , poiche quefti con le loro radi- ci rubano alia vite di quel coneime , ehe ad efTa e unicamente deftinato. 2. Le Blade , che ii cokivano nelle cam- pagne di Gorizia e Gradifca , fono princi- palmente il Granciliano , il Formento , la Segala, ed ii Saracino. 1. Il Granciliano detto comunemente For- mentaccio, Sorgo giallo, Sorgo turco ; per elfere una Pianta forte , e capace a vince- re maggior durezza, vuole un terreno pint- tolio tenace ed umido mediocremente . 11 coneime che ella edge, deve elfere pingue > attivo , e copiofo . Si computano ordina- riamente fette carra di letame ( di 500. lib- bre 1’ uno ) per un pezzo di terreno , che feminare ii poifa con mez. parte d’ uno Sta- jo , o lia d’ una mifura , il di cui pefo e per lo piii di libbre quaranta. V’e pero dif- ferenza fra una fpecie e f altra si riguard'o- alia coltura, che al letame, con cui ingraf-. fare ii deve. Coil il Formentaccio maggio- re , il quale ii coltiva nelle baife pianure y e nel Territorio Goriziano , perche crefee iino all’altezza di fei piedi , e produce un. fu- (45 ) Jinn . 1761. V . 11. p . 62. X LVir. X fuilo ed un grano afTai piu grofTo, richiede piu concime e piu lavoro. Non cosi il mi- nore, o iia quello , che ha una radice ed nn fufto piu picciolo, e riefce beniflimo in luoghi piu alti , e piu freddi , poiche que- fto non ha di bifogno di tanto letame, co¬ me il maggiore. Nella ileifa maniera il con- cima anche il Quarantino , o Cinquantino che in fette Se ttimane produce una pannoc- chia fola fu d’ un fuilo fottile , e piu lun- go. Or chi non vede il vantaggio, che ap- portar potrebbe alle campagne di Gorizia la maniera di mefcolare con il letame 1* Ar¬ abia , dando cosi a quei terreni non fola- mente una conilllenza migliore, ma anche la foilanza neceffaria per ben nodrire il Granciliano. 2 . Il Formento come e di due forti, cioe jemale, e Marzuolo. Il primo il femina T Autunno verfo il tempo di.9. Matteo (: poi¬ che ieminandoil piu tardi fi ricava meno , non ha tanta paglia, ne il grano il matu- ra a fufficienza, e percio deve foleggiarii, lo che pregiudica alia bonta e bellezza del Pa¬ ne : (. Il fecondo poi nel Mefe di Marzo. Si per T uno, che per Taltro il deve fcie- gliere una terra piutofk) pingue, e fe ella e leggiera, deve feminarii piu ipeifo, qual ora non il fupplifca con il letame. In man- eanza de’ concimi, ed anche per diffender- lo X £VIII.)( lo dal Carbone, deve il grano da feminarfi effete primieramente perfetto, e ben ma- turo, o P°i lavare il deve nella lifciva pre- fcritta dal Sig^Ome , o pure bagnare con P acquaccia de’ letami, e poi gettarvi fo- pra la cenere * ed ii Carbone polverizzato . Per altro la folita letaminatura per il Fru- mento coniifle in fei carra di letame, di 500. libbre 1’unOj perunterreno di dugento paffi quadrati , avvertendo di fegliere un concime, la di cui qualita iia correlating a quella della terra. 3. La Segala overo Segale, trovaii pari- mente di due fpecie. Una fa il pane bel** lo, fpecialmente fe nafce in collina, e fon- do leggiero, f altra fa il pane bruno* piu acido, e meno falubre. Quefto gi'ano s’ ap- piglia ad ogni terreno, eccetto che all* umi- do e cretofo, dove facilmente il atterra e fi marcifee. Non brama ne pure cosi efa- ta cokura, e tanto fimo come il frumen- to ■> contentandoii anche di due arature*, cioe del fiedere la terra, e del arare per feminarla. Riefce anche meglio in Paeix alti e montuofi, che alle baife, ove i terreni fo- no ordinariamente piu forti. 4. 11 Saradno e una biada;, la quale per lo piu il femina dopo la raccolta della Se¬ gala, ne ha di bifogno di letame i le di cui vec i fa la ftoppia lafeiata nel campo, e ri- vol- )( LIX. )( yoltata con 1’ aratro. Oltre di cio io devo quivi far menzione anche del Lino , del Miglio, del Sorgo rofto, edelleRape, che in alcuni luo- ghidi quelle Campagneparimente fOltivanfi. 5. Un terreno, che fia deftinato ,r ogni an¬ no alia produzione del Lino , fi toncima il primo anno con la fiefia quantita di leta- me (.4 6 ..) che fi adopera per il frumento. Nel fecondo fi femina fenza fimo, nel terzo poi fe gli da. 1’ ifteffa quantita e qua- Iita di letame come nel primo anno. Ma ficcome il letame fpecialmente fe e giova- n e, e non ben confumato, produce erbe cattive, le quali apportano al lino grandif- iimo danno-, cost fogliono alcuni tralafcia- re il fimo, ed in vece di quefto adoperano la fuligine o la cenere >, o pure quando egli e crefciiito all’ altezza d* un oncia, lo ba- gnano la fera> una o due volte, con fori, na di Porco , o con f ifteffa lifciva di cur fi ha parlato di fopra trattandoil del con- ■cime della vite. 6. Il Miglio e Una pianta, che dimagra aflai le terre, e percio ha dibifogno di mol- to concime. Ordinariamente pero per un pezzo di terreno di dugento paifi quadrati, - fi C\ Gli Olanded adoperano anch£ la cenere, manoi ^ abbiamo la Mama, la calcina, ed altre cole ottime r il lino . Kelazioni Econom. Stampate in Vienna di Mefe in Mde, Vtdt il Mefi d'Jigcfio 1767.^19- )( LX. X fi computano fette, overo otto carra di leta* me Bovino , poiche a 1 fopra piu fi puo fup- plire con la diligenzanelfarchiarloe purgar- Jo pin vfjite dalle erbe nocive. Quefto lavo- ro fi int>aprende la prima volta, quando la pianta e lunga quad un mezzo.piede, l’altra poi allorche e arrivata all’ altezza d’ un piede. 7. Il Sorgo roffo (47.) fi femina con trop- pa franchezza in varj fiti di quelle campa- pagne, non badando. alia proprieta, ch’ egli ha di rendere efaufia la terra , la quale ivi e altresi debole e poco ingraftata. II Pane parimente in cui entra la farina di quefto feme e aflat deufo , nero , e grave , e da per- flone molto robufte , 0 efercitate ( 48. ) 8. La Rapa fi femina fenza conpime do¬ pe la prima raccolta delle Biade, e fi ra- coglie ful fine del Mefe d’ Ottobre. Ella, riefce meglio in luoghi montuofi, ed in Pae- fi piuttofio freddi. Nell’ Inghilterra una radi ce di Rapa, conforme alia relazione data mi dal Cavaliere Co/e, ha il pefo di otto,, died, dodici, ed anche fedici libbre. Uno dei primarj cibi de’ nofiri Agricoltori ndl’ inverno e la radice di rapa. Con quefta fi jngrafiano anche i Bovi, e a quefto fine fe fi da cotta a’ medefimi, rifparmia la meta di" quel- (47.) Helens glumis Villofis, Seminibus ariftatis. Linn. Syfl. Jplat. p. 1505. (48) Ginori della Vanizzaztone *Art. 5 * P- 91 ' )( LXI. X paella porzione, che dar ft dovrebbe, ado- perandoft cruda . Le Yacche cibate con le foglie di quefta pianta danno molto latte, -c dai femi ft cava un olio dolce ed ufuale al pari di quello d’ oliva. 3. Cioche riguarda i Fieni , overo il mo- do di concimare le Piante, che fervono di foraggio ai Beftiami, quefto deve elfere re- golato fecondo alle varie qualita degli er- baggi or coltivati con Arte, ed or prodot- ti dalla Natuta. I primi fono il Trifoglio, la Medica, il Sainfoin, ed altre ftmih pian¬ te de’ prati artiftciali , gl’ altri poi fono le Gramigne e tutte quell’ erbe, che crefcono fpontaneamente nei Prati naturali. Il Trifoglio , il quale fra tutte le Piante e per i Beftiami la piu utile, crefce in ogni luogo, e ft puo feminare anche fenza leta- me, quantunque in tal guifa refti picciolo, e non duri piu di due anni . Per altro il miglior concime per il Trifoglio e fenza dubbio la fuligine e la cenere fparfa ugual- jnente per tutto, or fola, ed or unita alia Sabbia o pure alia calcina, conforme alia ■qualita de’ terreni. Quefto ft fa il Mefe di Marzo o Aprile , accio la pioggia la dilavi, •e la incorpori con la terra. Il Sainfoin vuole primieramente una terra piu fertile e pift leggiera, ed oltre di ciouna profonda aratura j accio la lunga e perpendi- cola- X LXII. x colare radice di quefta pianta poifa eften- derd e crefcere a piacimento. Prima pero di arare, deve il terreno eiTere concimato con. d letame» o con le piante I'feminate e fotterrare a fuo tempo (49. ) Per le Gramigne ed altre piante de’ prati naturali e un ottimo concime la cenere del¬ la Torba e del carbon folfile, la belletta che d trova nelle pefchiere, la terra getta- ta fuori dalle Talpe, la marna, la calcina viva fpecialmente nei Prati umidi e palu- dod. Si adopera anche da molti il letame di pecora, di cavallo* o pure il Bovino fparfo ugualmenre in tempo di Primavera. In altri luoghi per rifparmiare la fpefa, che porta feco il trafporto de’ concimi, d fan- no Stallare nei Prati le Pecore dopo la rac- colta dei Fieni* obbligandole a ftarfene la notte entro ad un recinto fatto con legni, li quali di giorno in giorno d trafportano da un fit o all' altro. Qiiefto modo di conei- mare e lodevole per terreni porod ed inerti, ma non gia per quelli, che fon tenaci e ford* poiche quedi dal calpeftio delle Peco¬ re d fanno piu duri, e dallo Stabbio. troppo calido piu fterili di prima.. Dal dn qui detto d vede chiaramente quanto necdfario da ad ogni Agricoltore il fapere la maniera ed il tempo di concima- re C 49 ) Tart. 11. o£rt. z. 4. della prefente memorial )( LXIII. X re la terra, accio egli in queflo punto im~ portantiilimo non ila ne troppo prodigo, ne troppo avaro. Se poi egli e talmente povero, che non poifa in alcun modo ali¬ mentary piu di due Bovi incapaci a conci- mare appena la terza parte delle fue Pof- feilioni , o allor si che ci vuole induitria per adoperare quel poco di letame che ri- cava dai fuoi beiliami in modo tale, che il terreno non reili ilerile, ed egli fenza ali- mento. In iimili circoftanze 1’ unico rime- dio e ofTerrare un ordine efattijfimo nel Se . vn'inare , accio quella biada, che il femina in un anno, non fucchi tutto il concime, che in eiTa ii trova, e con le iue infracidite ra- dici fomminiftri a quella, che dopo di ef- fa ii femina, il neceffario alimento. E che cio ha il vero, ce lo dimoftrano, fra mol- te altre Nazioni, anche nella Provincia del Cragno i poveri Contadini di Laif, dove i terreni non portano in un anno pin , che una raccolta. Quivi nel primo anno fi con- cima la terra, e li femina il Saracino, ne- oli altri anni cioe dal fecondo hno al fetti-, mo Inc In five non ii da alia medeiima alcun letame, e ii femina nel modo che iiegue. Nell’ anno fecondo il prumento o l’Orzo, nel terzo la vena, nel quarto il Miglio o 1’Orzo, nel quinto il Trifoglio, aifieme con la vena, nel fettimo il Miglio. Se fi can- )( LXIV. )( gia queif ordine, la terra pruduce poco o nulla, fegno evidente del vantagio, che ii ricava dal feminare una biada dopo 1’ altra dove manca il Ietame. In altri luoghi, do¬ ve il Colono poffiede pm Campi, di quel- lo ne abbifogna per 1' annuo fuo foflenta- mento, o piu di quello che puo concima- re, ii lafcia una parte di efli incolta per tre anni. In queilo modo (; quantunque contrario ai principi della vera Agricoltura ) ricupera il terreno nuova forza, e le radi* ci delle Piante, che ivi crefcono fpontanea- mente, fomminiftrano al medeiimo, per il primo anno in cui ii feminano Biade, buo- na parte del neceifario concime. Ma comunque il iia , egli e cofa certa , che fenza il conoicere la buona armonia, che pafTa fra i prodotti, overo il favorevole in- fluifo dell’ uno nella vegetazione dell’ altro , non £ poffa fare in qualunque iia Paefe un ufo retto de' concimh Cosi per efena- pio, una palude afciugata, una terra, che fit prato artificiale, ed un fondo, che pri- ma era Selva, ii puo coltivare, e femina¬ re fenza concime. La Stoppia delle Biade baila per letaminare nello ileifo anno le Rape, o pure il Saracino; Se poi in vece della feconda biada ii femina la Segala, al- lor la Stoppia fa in un terreno mediocre- mente fertile lo ileifo effetto, che farebbe- X LXY. x to due o tre car'ra di letame Bbvino. Yna terra, che per due o tre anni abbia pro- dotto Granciliano, e capaee di poim.ro fru- mento nel primo anno fenza lr ajuto del letame. Quello e il mio parcbe 1 intorno alle ca- gioni nelle Contee di Gorizia, e Gradifca; intorno ai mezzi naturali. onartificiali di moltiplicarli e prepararli; e finalmente in¬ torno allt ufo de’ inedefxmi conform e alia varia qualita de’ terreni, e de’ prodotti . Perdonate miei Sigdori alia brevita, efchie* tezza ddlo ftile di cui mi fon fervito. Do¬ ve li tratta del ben pubblico non ci voglio- no dicerieV ne parole fuperflue, ma ehia- rezza, efperienza, e verita. fffuxre quid fcri- beu , non quemadmodum > Oratio ziultuj animi eft;-) ft circumtonfa eft dr f neat a & manufacla oftendit Ilium quoqne non Jincerum , & habere illiquid . f radii ( 50 ). Quello, che io defidero, egli b foltanto di non aver omeflb alcuna cofa, che da valfevole ad accredfere la fertilita del Paefe, la di cui felicita ha da effere, e fara fem- pre 1’ oggetto principale delle no lire fatiche. . : : J Le bonhenr le pint grand , le pint digne d’ enuie Eft celtii d etre , dr cher a fa patne . T Boifsif E IN- ’ C50) Sense a Epift. CXV. y LXVI. )( I N D I C E " 5 .i ; - " • ■ ' * ' * i. J KJ . ' j i J vf j } . J j Degli Articoli , e cofe piu notabili conte- nute in quefta Memoria PARTE PRIMA Delle cagioni della mancanza de’concimi. Cola fi a concime , e quali fieno le cagioni primarie della mancanza del medefimo. ARTICOLO PRIMO Cagioni della mancanza affoluta de* conciihi. I. Lo fcarfo numero d’ Animali proveniente * 1. Dalla poca quantita de* Prati rifpet- to a quella delle terre aratire. 2. Dalla fterilita de’ medefimi , e dc* Pafcoli comuni. 3. Dalle Semtti reali de’ Sudditi. ' 4. Dalle malatie contagiofe del Beflia- me Bovino . II, La cattiva qualita de’ concimi 9 c ci6 a cagione. 1. Della qualita de* foraggi. 2. Della mancanza di buon fttame.^ 3. Della trafcuratezza di provedere le terre con letame ftagionato, AR* )( lxvil x ARTICOLO SECONDO Cagioni della mancanza relativa I. La qualita delle terre non ancor cono- fciuta, e pero dimoftrata con va- rj efperimenti fatti intorno alls terre di Gorizia, del Carfo,' di Medea, di Cormons e Lucinico . 51 . La troppa quantita delle Yiti , e degli Alberi piantati nelle Campagne. PARTE SECONDA Dei mezzi naturali ed artificiali di molti- plicare e preparare i concimi. ARTICOLO PRIMO Dei mezzi naturali* Qutfti fono i. Le Marne.. 2. La Pol\rere delle Strade* 3. La terra delle paludi - 4. La Torba. 5. Le terre femplici, cioe. La terra calcinofa. II Geffo. E 2 V X JLXvm. x L’ Argilla, La Sabbia* articolo SECONDO. Dei mezzi artificiali* E quefti fono i. Allevare un maggior nu-* mero d’ Animali, e cio col mezzo* 1. De’ Prati artificial!. 2. Della divifione de’Pafcoli Comuni ., 3. Della coltivazione delle Paludk 4. Della riforma delle Rahotte. 5. Della vigilanza nel difendere da’ ma¬ lt contagioii il Befliame Bovino. 2. L’ introduzione de’ pubblici Letamaj. 3. La diminuzione del numero delle viti ed Alberi nelle Campagne. 4. Le Seminazioni di Piante atte a con- cimare fa terra. 5. L’ attenzione d’ adopera.re letamq fta-* gionato, e vigorofo. 6 . La coltura delle Terre,. PAR. X LXIX. )( PARTE TERZA Pella maniera di adoperare i concimi fe- condo alle varie quality de’ Terre- ni, e de' Prodotti. > t, Vj ...... v . •-' t ■ ■!.*. w . ARTICOLO PRIMO OlTervazioni intorno all’ ufo demezzi fi na- turali, che artificiali di concimare Ie ter- re fecondo alia varia loro qualita. Dell’ ufo , che nelle Contee di Gorizia e Gradifca far fi deve. 1. Delle Marne. 2. Della polvere delle Strade, 3. della terra delle Paludi, 4. Delle terre femplici. 5. Del letame, ARTICOLO SECONDO Del modo di adoperare i concimi conforme alle indigenze de’Prodotti. Si tratta quivi 1. Della maniera di concL mare i prodotti di quelle terre. cioe 1. Le Viti, 3. Le Biade, ed in fpecie. 1. II Granciliano. 2. II X LXX X 2. 11 Frumento. 3* La. Segala. 4 * II Saracino.' 5« II Lino. 6 . II Miglio, 7. Ill Sorgo roflb; 8. Le Rape. 3. I prati artificial! e natural!, cioc. 1. II Trifoglio. 2. II Sainfoin. 3. Le Gramigne. 2. Dell'ordine da offervarli nel feminarC- le biade > dove manca il concimc.