ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI, LAVORATORI ANNO Vili. - No. 442 Redazione e Amministrazione CAPODISTRIA Via Santorio 26 - tei. 128 La riabilitazione di rende giustizia alla Lazio Rajk Jugoslavia NUOVE PROPOSTE RUSSE PER IL GENERALE DISARMO Cosi ha affermato Draskovic alla conferenza stampa settimanale-La conferenza del sottosegretario Vratuša in Italia Nella coni-'ueta "conferenza stampa settimanale del venerdì, il portavoce del Segretariato agli Esteri, Branko Drašković, ha affermato che la «riabilitazione di Lazio Rajk e degli altri coimputati e ranniulla-menio del processo sono la conseguenza naturale e inevitabile dello sviluppo degli avvéniménti». ' Drašković ha così proseguito: «Per quanto concerne la Jugoslavia, noi ahbiamo a suo tempo constatato, mom appena venuti a conoscenza dell’atto d’accusa al processo Rajk, che isi trattava di una messinscena basata sulla falsificazione dei fatti e diretta in prima luogo contro la Jugoslavia. Queste nostre affermazioni sono state successivamente confermate dai fatti». Alla domanda Se la riabilitazione di Rajk influirà sui rapporti ju-gò-magiari, il portavoce ha fatto notare che lo sviluppo dei rapporti rappresenta un problema dipendente da numerosi fattori interdipendenti. Successivamente Drašković è stato richiesto di dire se sussistano attualmente indizi per un ripetersi di simili riabilitazioni in altri Paesi a democrazia popolare. Egli ha dichiarato, ma a titolo personale, che i problemi di una data categoria esigono conseguenti soluzioni. Circa la proposta degli Stati Uniti relativa alla soluzione del problema palestinese e presentata al Consiglio di Sicurezza delle NU. Draškiović ha fatto rilevare ohe, dalle discussioni finora svolte, si ha l’occasione di veder che i Paesi .direttamente interessati non ham-, no ancora precisato definitivamente la loro posizione. Questa precisazione, .Secondo il portavoce, k di somma importanza per la Jugoslavia, onde poter esprimere il suo definitivo punito di visita. Il corrispondente del «Primorski dnevnik» ha fatto rilevare che con decreto del Commissario generale Paiamara a Trieste è stata estesa sul quel territorio la legge elettorale italiana. Con questo decreto è stata modificata la legge elettorale per i consigli provinciali, di modo che i comuni dei dintorni di Trieste eleggeranno solo 2 degli 8 rappresentanti. Oltre a ciò, con i'a nuova formazione dei distretti, elettorali e te fusione dei rioni cittadini di Trieste con il comune di Muggia ai comuni pret umerale sloveni, si cerca apparentemente di impossibilitare reiezione,- essendo la maggioranza italiana scontata, di un consigliere di nazionalità slovena. Neil citare la questióne, il giornalista ha chiesto s’e non sia il caso di ritenere il decreto in parola in contrasto con l’accordo di Londra, che non permétte la modifica del principio amministrativo a danno della minoranza nazionale slovena. Drašković ha risposto: «Non disponiamo ancora di. una conferma su tali modifiche. Però, se queste informazioni si dovessero rivelare esatte, certamente la modifica rappresenterebbe una violazione del Memorandum e sarebbe sfavorevolmente accolta in Jugoslavia». Richiesto dii pojmim entails se il fatto che l.a rappresentanza jugoslava a Trieste non abbia uno status di consolato generale rappresenti un genere di discriminazione, Drašković ha detto che, per quanto mie1 sia, questo problema è ancora in fase dii soluzione. Il governo jugoslavo ha intrapreso presso quello ir allerto i passji ■ (necessari e noi speriamo di incontrare con-prensiome a tale riguardo». Per quanto cane enne invece i colloqui Lcomamiief, \talio-jugci:]lavi, che a-vranno inizio tra breve, il portavoce ha dichiarato ehe loro scopo sarà conseguire risultati quanto maggiori nel più libero scambio tra ;i due Paesi. Il doti. Antun Vratuša, segretario di Stato jugoslavo, dopo aver tenuto una conversazione' al centro per lo studio avvicinamenti internazionali a Roma, ha dichiarato che il fatto che la politica estera italiana si basi sostanzialmente sui principi della comunità atlantica e dell’Unione europea occidentale, non dovrebbe ridurre le possibilità delia collaborazione con la Jugoslavia, psielse la cui poliitioa è rappre- sentata dal l’or lentam en' o alia coesistenza attiva. Parlando quindi sulle prospettive della collaborazione jugo-itialia-na nel quadro della politica europea, il dotiti. Vratuša ha detto che i due Paesi sono dire Vanii; arte imite-rèasati a che le condizioni- in Europa si mantengano su un piano più normale. L’aratore ha quindi detto che i due popoli vivono setto condizioni diverse e solito diversi ordinamenti sociali, ma che ciiò non impedisci uno scambio reciproco di esperienze positive. Concludendo, il doCt. Vratuša ha messo in risalito i risultati ‘positivi già raggiunti tra i due Paesi, specialmente sul terreno economico. Nuovo accordo commerciale tra l’India e la Jugoslavia E’ stato firmato la settimana scorga a Nuova Delhi un nuovo accordo commerciale tra l’India e la Jugoslavia. Nell’accordo si rileva che «i Governi della RPFJ e dell’India, nel desid'srio di ampliare i rapporti economici tra i due Paesi, intraprenderanno tutto- il possibile allo scopo di facilitare e sviluppare io scambio dii beni e di altre forme della collaborazione economica reciproca». " Con l’accordo i due. Governi si impegnano alla concessione reciproca di facilitazioni doganali e di altro genere nello scambio delle merci previste con apposita lista, nonché a creare e sviluppare la collaborazione- scientifica e tecnica mediante scambi di esperienze, docu- ALLA LUCE DELLE DECISIONI DEL XX CONGRESSO DEL PCUS Assestamento e autocritica in seno al socialismo italiano La grande stampa italiana ha dato il via alla campagna per le elezioni amministrative del 27 maggio sfrutando a più non posso, contro le sinistre, gli argomenti polemici legati al rapporto letto da Kruscev al ventesimo congresso del P. C. dell’Urss. Il fatto è normale ed era scontato in partenza. Così gome era scontato in partenza lo sfruttamentoteenzo precedenti dei risultati negativi, per la C. G. I. L., delle elezioni per le Commissioni Interne alla Fiat. La reazione ed il conservatorismo della borghesia italiana non intendono perdere ne tempó ne occasioni. E ciò, ripetiamo, è normale ed era scontato. Perciò interessa solo fino ad un certo punto. Quello che invece interessa è di rendersi conto di come, con quale rapidità, chiarezza e realismo da sinistra si reagisce alla campagna della grossa stampa berghese, ai risultati del ventesimo congresso del P. C. dell’Urss e al monito che viene dalle elezioni alla Fiat di Torino. In questo campo ogni accenno ad una possibilità di assestamento unitario a sinistra deve perciò essere valutato alla luce degli esami autocritici e delle tendeze a ' nuove direttrici politiche che si preannunciano nelle prese di posizione dei partiti e degli uomini della sinistra socialista ed operaia. Incominciamo dal raggruppamento minore (trascurando i gruppi socialisti indipendenti) cioè dal partito socialdemocratico italiano, travagliato da una acuta crisi di tendenze e legato da anni, sul piano interno, o ad una politica di contrapposizione internazionale frutto della accettazione del con-, cetto della inevitabilità della divizione del mondo in blocchi contrapposti. Il P. S. D. I. ha lanciato un «manifesto» alla classe operaia italiana net quale, pur nelle impostazione polemiche, si posono rintracciare elementi positivi che se sviluppati, potrebbero avvicinare i socialdemocratici ad un assestamento a sinistra salvandoli da una incomoda posizione che ancor oggi appare come un «isolamento al centro». Certo il manifesto del P. S. D. I in se, poco, rappresenta ma contiene un fattore positivo di grand, importanza nel fatto che, per la prima volta da anni, i socialdemocratici si dimostrano più pensosi del movimento operaio nel suo complesso che delle posizioni polemiche del loro «partito di governo» Non molto, dunque, il contributo del P- S. D. I. all’assestamento, ma qualchecosa. Un «qual-checosa» che potrebbe divenir «parecchio» se alla base del partito si rifletterà sulle lodi sperticate che la Confindustria ed i suoi giornali hanno prodigato ai socialdemocratici di Torino per aver contribuito alla sconfitta dell’organizzazione sindacale classista. In queste lodi dell’avversario il P. S. D I può trovare incentivo al ritorno ad una politica di unità sindacale necessaria, se non indispensabile, ad ogni assestamento delle forze socialiste. Dopo il P. S. D. I., il P. S. I. Il partito di Nenni si trova oggi in una situazione contingente favorevole tra le resipiscenze di principio dei socialdemocratici e le difficoltà interne del P. C. I. Una situazione che consentirebbe al partito socialista di far perno per un assestamento unitario del socia-lissmo italiano su posizioni di principio e classiste. Pur troppo non pare che Nenni, con a rimorchio il suo partito, sia intenzionato ad andare su posizioni di chiarificazione che superino gli interessi elettorali di partito. Nei suoi periodici articoli sul-l’«Avanti»! Nenni, infatti, dimostra più volontà di sfruttare a suo favore l’eco delle decisioni del ventesimo congresso del P. C. del-l’Urss che di contribuire all’assestamento delle sinistre auspicato a parole. In pratica Nenni tentenna fra il vanto di non essere stato ieri più stanilista di Stalin e quello di non voler dare oggi a Stalin più calci degli ex stalinisti. Una posizione di opportunismo che può strappare voti’ ai socialdemocratici ed ai comunisti ma che, certamente, alla lunga non può essere positiva per il movimento socialista ed operaio italiano Però anche il P. S. I. I ed il suo leader dovranno prendere una posizione che vadi al di là delle posizioni elettoralistiche perchè nessun socialista, in Italia e fuori, può ormai sfuggire al processo di chiarificazione in corso nel movimento operaio. Ed ora dovremo esaminare a quale punto si trovino le reazioni chiarificatrici mosse dal congresso di Mosca in seno al P. C. I. e rese più urgenti ed attuali dal risultato delle elezioni alla Fiat. Però un giudizio di assieme, pensiamo, sarà possibile solo dopo terminato il Consiglio Nazionale del Partito in corso a Roma da questa mattina. A questa riunione è presente tutto l’apparato del P. C. I., integrato dai rappresentanti dei comunisti delle maggiori fabbriche italiane. Le discussioni avvenute in seno al C C. e ai gruppi parlamentari del P C. I. (come anche il recente comunicato della direzione del P. C. I.) sono indicative di un profondo processo autocritico in corso nel partito. Basti accennare agii interventi di Terracini, Gulio, Montagnani, Secchia ed altri. Interventi che hanno sottolineato la necessità di non limitare 1 autocritica al culto 'della personalità e a Stalin, ma di approfondirlo nei riguardi specifici della azione passata del P. C. I. e della sua stessa direzione. Approfondimento che dovrebbe portare alla necessaria chiarificazione per un assestamento delle forze socialiste italiane che contano qualcosa come un seguito di oltre 12 milioni di elettori che al socialismo si richiamano esplicitamente. Poiché il P. C. I. — per organizzazione, iscritti ed elettori — é il maggiore dei partiti della sinistra operaia e poiché al Consiglio Na- zionale in corso a Roma saranno presenti i quadri intermedi e i rappresentanti di base è proprio sul P. C. I. che ricade oggi la maggiore responsabilità. Sarà perciò bene_e leale, non emettere un giudizio sulla sua azione autocritica prima che i lavori del Consiglio Nazionale abbiano indicato, con chiarezza, fino dove e quanto il partito di Togliatti intende, e può, contribuire all’assestamento a sinistra del movimento operaio e socialista italiano -sulla base dei risultati del congresso di Mosca e delle elezioni alla Fiat. Ed è quello che facciamo rinviando alla prossima settimana il nostro esame e il nostro giudizio. mentazioni e missioni tecniche. Nell’accordo sono pure previste facilitazioni e condizioni speciali relative al traffico della marina mercantile nei porti dei due Paesi. I rispettivi piroscafi avranno, per quanto concerne l’uso del porto e delle attrezzature, quelle facilitazioni di oùi usufruiscono i piroscaT f:i nazionali. Contetoipanaineamenlte alla firma dell’accordo si è avuto uno scambio Tir lettere tra i capi delle due delegazioni. In esse si rileva resistenza di notevoli possibilità per un ulteriore sviluppo del commèrcio tra j due Paesi e particolarmente per quanto concerne l’esportazione dell’acciaio fuso e del cemento jugoslavo e, d’altra parte, di minerale ferroso dell’India. Nelle lettere sono pure definite le forme concrete di questa collaborazione, ed è espresso fra l’altro il desiderio del Governo indiamo di fare delle commesse per ;la costruzione di navi nei cantieri jugoslavi. L’accordo rimane in vigore fino del 1959. Le liste merci ad esso allegate prevedono, fra l’altro, l’e-isportazioine dalla Jugoslavia di acciaio, alluminio, rame, derivati di rame, attrezzature edili ed altre, locomotive e vagami ferroviari. I.a Jugoslavia importerà invece minerale ferroso, semi oleosi, mangano ed altri prodotti indiani. In un comunicato comune diramato dopo la firma è detto che «con il nuovo accordo è Stato fatto un paislso concreto' in questo settore rafforzando nel contempo anche quei legami dii amicizia asistenti nei rapporti politici». Nel comunicato si sottolinea che lo scambio commerciale verrà portato a un maggiore livello e che_ verrà .realizzata una più stretta ool-laboraizione tecnica e scientifica tra ile organizzàzioni economiche dei due Paesi tramite' lo scambio di e-sperienze tecniche e di esperti. Dicemmo in altro numero del giornale che il rigetto a Mosca delle concezioni bloccarde staliniane e l’adozione sincera dei principi della coesistenza intesa come attiva collaborazione consentono vedute molto più realistiche sulla situazione nel mondo ed aprono la via alla soluzione anche dei più complessi problemi internazionali. Uno di questi problemi, quello del disarmo è statò forse proprio la scorsa settimana il miglior banco di prova del nuovo orientamento della politica estera sovietica e nello stesso tempo, doveroso è il riconoscerlo, anche della serietà dei tentativi che da parte occidentale indubbiamente vengono compiuti per adeguarsi alla nuova situazione. Accanto al piano di disarmo graduale e controllato, presentato dai britannici nel tentativo di sintetizzare i finora opposti atteggiamenti di Mosca e di Washington, sul tavolo della sottocommissione del-l’ONU, in sessione a Londra, si trova dalla scorsa settimana un nuovo piano sovietico molto vicino ai concetti generali che hanno informato i progetti statunitensi. Sulla presentazione di questo nuovo piano sovietico ha certamente influito il recente contatto epistolare fra Bulganin e Eisenhower. Quali sono le caratteristiche di questo piano presentato improvvisamente da Gromiko? Il governo sovietico propone un accordo internazionale per la riduzione degli armamenti convenzionali e delle forze armate al fine di facilitare un accordo per l’interdizione delle armi atomiche. La graduale diminuzione degli armamenti dovrebbe avvenire negli anni 1956, 1957 e 1958. Nei primi tre mesi dall’entrata in vigore dell’accordo gli stati firmatori dovrebbero adottare misure intese a non aumentare le loro forze armate e gli armamenti convenzionali al di sopra del livello esistente al 31 dicembre 1955 e non aumentare gli stanziamenti di bilancio militari al di sopra del li--vello dèlie spese sostenute a tale scopo durante l’anno concluso il 31 dicembre .,1955. Dopo questo termine di tre mesi gli Stati Uniti, l’Unione Sovietica e la Cina popolare dovrebbero incominciare ad attuare misure intese a ridurre il numero degli effettivi delle forze armate ad un livello di 1 milione e 500 mila uomini e la Gran Bretagna e la Francia ad un livello di 650 mila uomini. In misura corrispondente dovrebbero essere' ridotti gli armamenti di tipo convenzionale e gli stanziamenti militari. La misura della riduzione degli armamenti e delle forze armate degli altri paesi verrebbe stabilita in una conferenza mondiale. Il livello delle forze armate di questi stati non dovrebbe superare i 150 mila, 200 mila uomini. Il piano sovietico prevede inoltre l’istituzione di un organismo internazionale incaricato di controllare la riduzione degli armamenti e delle forze armate. Al fine di evitare un attacco di sorpresa da parte di uno . stato contro un altro l’organo internazionale di controllo costituirebbe stazioni di segnalazione sui territori di tutti gli stati interessati Il piano sociale orientato alla stabilizzazione del mercato Quest'anno la produzione industriale e agricola dovrà aumentare ancora di più In uno dei scorsi numeri del nostro giornale abbiamo parlato di alcune caratteristiche generali del piano sociale federale per l’anno corrente. Vogliamo dare ora qualche particolare sul documento che traccia l’indirizzo economico nazionale per il 1956. Per esse- Produzione nazionale globale . . Consumi, rispettivamente entrate finanziarie della popolazione . . Uscite per investimenti........... Uscite per bilancio............. . Prendendo come indice 100 per il 1952 vediamo che i consumi, nei loro tre aspetti principali, hanno avuto un aumento di gran lunga più notevole di quello registrato dalla produzione. Conseguenza normale di tale situazione è stata l’ascesa graduale e costante dei prezzi che da allora abbiamo potuto tutti notare, particolarmente per i prodotti . agricoli, quelli dell’industria edile e dei beni di largo consumo, i tre rami che hanno registrato aumenti inferiori ai consumi e il cui sviluppo è stato minimo in confronto a quello pressoché gigantesco della produzione dei beni strumentali. Normalizzare, quindi, il mercato è il compito principale che il piano sociale si ripropone per quest’anno, particolarmente per quanto riguarda i prezzi, anche se passi in avanti saranno fatti anche nell’assortimento delle merci. E’ però un compito che non potrà essere integralmente conseguito nel breve periodo di 12 mesi, poiché l’anormalità è causata in primo luogo dalla produzione agricola che, superiore di appena il 2% a quella del 1939, non è in grado di soddisfare le più elementari esigenze dell’aumentata popolazione cittadina. Gli investimenti che in questo ramo saranno fatti, re più chiari non possiamo non ricorrere alle tabelle. La seguente, indicante il movimento della produzione e dei consumi ci spiega le cause che hanno determinato l’attuale indirizzo economico dei massimi organismi dello Stato: 1953 1954 1955 117 121 134 119 138 162 125 144 154 105 107 130 comprendenti 26 miliardi dai fondi federali e circa 8 miliardi dai fondi locali, creeranno appena le premesse per un futuro aumento della produzione agricola. La corsa al rialzo dei prezzi dei prodotti agrìcoli verrà frenata temporaneamente con uno maggiorata importazione degli stessi dall’estero, ma si comprende che l’indirizzo fondamentale. deve essere quello tendente all’aumento della produzione agricola nazionale, poiché una continua importazione dei prodotti agricoli peggiora la già difficile situazione nella bilancia pagamenti con l’estero, il cui saldo negativo, nonostante ciò, sarà quest’anno inferiore a quello del 1955, grazie alle aumentate possibilità d’esportazione della produzione industriale. Un’altra misura, tendente alla normalizzazione del mercato, è la riduzione del volume degli investimenti che dai 420 miliardi del 1955 scendono a 346 miliardi nell’anno corrente, con una sensibile variazione nella struttura degli stessi, poiché dei 159 miliardi elle verranno impiegati nell’industria e nelle miniere solo il 38% sarà stanziato per l’industria energetica, estrattiva e dei beni strumentali, mentre il resto andrà a favore della produzione dei beni di consumo, con particolare riguardo alle attività con brevi periodi di ammortamento. Tale misura è a carattere temporaneo, poiché la soluzione definitiva risiede nell’aumento della produzione. Con ciò si vuol conseguire una riduzione del personale occupato nei lavori edili, in gran parte proveniente dalle campagne, reintegrandolo nella produzione agricola, sino ad oggi sensibilmente trascurata a causa delle ' rilevanti entrate che la popolazione delle compagne traeva dalle attività extra-agricole e che, nel 1955, hanno raggiunto il 48% di quelle derivanti esclusivamente dalla produzione agricola, nella maggior parte provenienti proprio dai lavori d’investimento. La riduzione del volume degli investimenti avrà inoltre influenze benefiche sui prezzi dei materiali edili, a causa della diminuita richiesta, dando un maggior margine anche all’esportazione degli stessi. Infine, la normalizzazione del mercato sarà influenzata da un ulteriore aumento della produzione industriale pianificata nella misura del 10%,con un sensibile aumento della produttività del lavoro. Questa sarà conseguita, oltre che da una migliore organizzazione del lavoro e del processo produttivo, anche da un rifornimento più normale delle materie prime e dei pezzi di ricambio provenienti dall’esportazione, poiché i recenti accordi economici interna- ,,___ —, zionali garantiscono una costante acquistare per conto proprio al- disposizione di valuta estera e, l’estero anche altri articoli che da e precisamente nei grandi porti, sui nodi ferroviari, sulle strade principali e negli aeroporti. Nella fase conclusiva delle operazioni di disarmo generale potrebbe essere esaminata l’eventualità di servirsi dei rilievi fotografici aerei come di uno dei metodi di controllo. L’organismo inter., secondo il piano sovietico, dovrebbe anche fare raccomandazioni al Consiglio di sicurezza in merito alle misure atte a impedire o a interrompere azióni intese a violare l’accordo sulla limitazione degli armamenti e sulla riduzione delle forze armate. Il piano sovietico, infine, prevede quale passo importante verso la soluzione del problema del disarmo, la costituzione in Europa di una zona di limitazione ed ispezione degli armamenti, che comprenderebbe i territori di ambo le parti della Germania e anche gli stati vicini. Quali le reazioni occidentali a questo nuovo e, in un certo senso, sensazionale piano di disarmo sovietico? Nei circoli francesi e britannici non si nasconde una certa contrarietà. Si osserva a Londra e a Parigi che il piano sovietico riprende motivi che in un certo qual senso Francia e Gran Bretagna avrebbero già abbandonato. L’atteggiamento delle due capitali è quindi quello della perplessità. Più riservati si è invege a Wàslrng-ton dove, pur mancando commenti ufficiali, si osserva che il dipartimento di stato non si è precipitato come nel passato a definire manovra propagandistica il nuovo passo sovietico; e questo — si dichiara nella capitale statunitense — é già un buon sintomo. Il lavoro delia nuova sessione londinese del sottocomitato del-l’ONU per il disarmo può dirsi quindi ancora agli inizi e per il momento ci è difficile prevedere se Tuno o l’altro piano sarà respinto, o se si cercherà una nuova sintesi. Comunque ciò che ci sembra più importante è che, sia in Oriente che in Occidente, si è compreso che il terreno del disarmo è quello più facile ai fini di una intesa e che una intesa su questa basilare questione internazionale apre direttamente le porte alla soluzione dell’altro grosso problema: la riunificazione tedesca. Le importazioni di largo consumo Nel piano sociale federale per il 1956 10 miliardi di dinari sono stati stanziati per l’importazione di articoli di largo consumo. In base ai dati di cui dispone la Camera federale per il commercio, la maggior parte di detta( somma — 8 miliardi e 465 milioni di dinari in valuta straniera, verranno impiegati per l’importazione di articoli di uso personale. Oltre a ciò 900 milioni verranno spesi per l’acquisto all’estero di medicinali, 100 milioni per giornali, libri e riviste e 285 milioni per l’importazione di pellicole cinematografiche. 100 milioni sono stati messi a disposizione del turismo, e 150 milioni per le necessità dell’artigia-nato. Il valore degli articoli coloniali ed alimentari importati sarà, secondo le previsioni, di 1 miliardo e 830 milioni, quello delle merci industriali di 6 miliardi e 635 milioni. Dopo un’analisi dei mercato, durata alcuni mesi, si è giunti ad una conclusione circa il volume degli articoli dei quali è maggiormente sentita la mancanza. E’ stata così stabilita le necessità di importare prodotti dell’industrie pesante, per un ammontare di 400 milioni, metalloidi per 200 milioni, prodotti metallici per 1 miliardo 900 milioni, prodotti dell’elettro-industria 800 milioni, chimici per 200 milioni, 135 milioni di carta e 2 miliardi e 650 milioni di tassili. I principali articoli di importazione per i quali verrà speso il 90% dei fondi di valuta estera sono: coloniali, caffè, the,, droghe e frutta; metalloidi: porcellana, rasoi lamette per barba, bottoni, termometri; prodotti dell’industria metallica: macchinette posate da cucina, macchine per tritare la carne e le noci, orologi da polso e da tasca, macchine fotografiche, macchine da cucire, penne stilografiche, strumenti musicali, accessori per la caccia e la pesca, articoli sportivi, motociclette, motori per barche e biciclette ed altro. Prodotti dell’industrie elettrica: macchine elettriche ed impianti per la cucina, aspirapolvere, lavatrici e stiratrici, frigoriferi e pezzi di ricambio per ap-perecchi radio. Particolarmente vario è l’assortimento dei prodotti tessili in naylon, perlon, orlon, tessuti di cotone, lana pura per vestiti da uomo e donna, tropical in lana, seta artificiale, chamot, tulle, organdis, maquisette, satin, lane per maglie, seta per impermeabili, costumi in lastex, ombrelli ecc. Oltre a questi prodotti, le imprese di importazione potranno quindi, anche un normale aflusso di queste materie, che non sarà dipendente, come nel passato, dalle momentanee disposizioni di valuta estera. Resterà per un certo periodo da risolvere ancora solo la questione del rifornimento dell’energia elettrica, sino ad oggi inadeguato alle esigenze. noi non si producono o comunque scarseggiano. Oltre ai prodotti finiti si importeranno anche pezzi singoli necessari alla produzioni finale. Così si potranno importare pezzi di frigorifero, per aumentare la produzione nazionale. Lo stesso vale per le biciclette, gli aspirapolvere ecc. MARTEDÌ’, 3 aprile 1956 Prezzo din 10 lire 20 ABBONAMENTI: Annuo din. 420, semestrale din 220, trimestrale din. 110. Spedizione in c. c. p. ★ 7 GIORNI Prospettive della collaborazione italo-jugoslava A Roma, venerdì scorso, il sotto-segretario di stato al .Consiglio esecutivo federale, Anton Vratuša ha parlato al «Centro per la riconciliazione internazionale» sulle prospettive della collaborazione italo-jugoslava nel quadro della politica europea. Dinanzi ad un folto pubblico, composto anche di eminenti personalità del Governo italiano, il sottosegretario Vratuša ha dichiarato che il fatto che la politica estera italiana poggi sostanzialmente sui principi della comunità atlantica e dell’Unione europea occidentale e che la Jugoslavia conduca una politica ispirata ai principi della coesistenza attiva al di fuori dei blocchi, non deve sminuire le possibilità di reciproca collaborazione fra i popoli di Jugoslavia e di Italia cne da secoli vivono l’uno accanto all'altro». Questi due popoli — ha detto Vratuša — vivono e operano è vero in condizioni diverse, in ordinamenti sociali diversi, ciò però non deve impedir loro un reciproco scambio ui positive esperienze, tanto più che quello che viene chiamato socialismo, oggi, non é più limitato alle frontiere di singoli paesi, ma si aiferma in varie forme e in varie condizioni in tutto il monuo contemporaneo. Benché certe differenze esistano nelle valutazioni i-taliane e jugoslave di singoli avvenimenti e processi nel mondo, e in un certo senso anche nella trattazione di certi problemi internazionali, la storia pone tuttavia i due popoli dinanzi a medesimi compiti e questi sono: salvaguardare la pace, contribuire ciascuno secondo le proprie possibilità alla generale collaborazione economica e politica del mondo ed eliminare, unendo le proprie forze a quelle degli altri popoli, tutti gli ostacoli che si oppongono al libero scambio internazionale dei beni materiali e spirituali. E’ necessario innanzittutto — ha concluso il sottosegretario Vratuša — trovare i punti che ci uniscono.» Il problema della Palestina all’ONU Al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è iniziato la scorsa settimana l’esame di una risoluzione statunitense, nella quale si chiede il rispetto delle precedenti risoluzioni delTONU, relative alla smilitarizzazione delle zone di confine fra Stato di Israele e paesi arabi e si propone una inchiesta personale del segretario generale Hammar-skjoeld sulla situazione in quel settore, al fine di riportarvi la pace. La risoluzione statunitense ha già ottenuto l’adesione dei paesi arabi. Il Consiglio di sicurezza riprenderà i suoi lavori questa sera. L’aspetto positivo della convocazione dell’importante organismo dell’ONU per l’esame della situazione nel Medio Oriente, dove nella sorda lotta di concorrenza fra le compagnie petrolifere inglesi e americane si inserisce la vertenza arabo-israeliana, risiede comunque nel fatto che da parte occidentale si è compreso che le azioni unilaterali non possono condurre a soluzioni positive e che le simpatie, sorte in quel settore per la politica condotta dall’Unione Sovietica, non devono essere guardate soltanto attraverso il prisma della lotta per l’egemonia, attraverso cioè il prismo dei blocchi. Algeria senza pace In Algeria continuano a dimostrarsi sempre più vani i tentativi del Governo francese di liquidare militarmente il movimento di resistenza. I combattimenti si susseguono ai combattimenti in tutte le regioni di questo travagliato territorio nord-africano. La Lega araba ha intanto fatto sapere la scorsa settimana, in un comunicato ufficiale, di appoggiare senza riserva la lotta del popolo algerino per la propria indipendenza. Una risoluzione, votata all’unanimità dal consiglio della Lega al Cairo, conferma inoltre che i paesi aderenti offriranno ogni aiuto possibile al popolo algerino, mentre si stigmatizza come violazione della Carta delle Nazioni Unite l’impiego di contingenti militari del Patto atlantico nella lotta contro le forze della resistenza in Algeria. Se a Parigi si vuole evitare che lo spargimento di sangue assuma proporzioni ancor più tragiche e che l’Algeria si trasformi in una nuova Indocina la strada da intraprendersi è u-na sola: trattare con le forze della resistenza, uniche rappresentanti delle legittime aspirazioni alla libertà della popolazione algerina. Ultime notizie Un rappresentante diell’EOKA, il movimento per l’annessione di Cipro alla Grecia ha reso noto che nel primo anno di attività militare l’organizzazione clandestina ha fatto esplodere nell’isola 700 bombe ed ha condotto 350 azioni offensive. Sarebbero rimasti uccisi cento soldati inglesi e 10 patrioti, * Ha lasciato Mosca in aereo per gli Stati Uniti un gruppo dii scen-ziiati atomici sovietici. Assisterà ad una serie di conferenze che s'i terranno nell’Università di Rochester nei pressi di New York. Tema delle conferenze saranno la fisica atomica e in particolare le particelle ad alita tensione. Orsera, paese di vigne di barche e di reti da pesca PARENZO, aprile. — Costeggiando verso Parenzo la vista è allietata dal panorama della terra prossima, dagli scogli seminati qua e là nel mare. Oltre il canale di Leme s’incontra, passata punta Siol-le, l’isolotto di Conversada, poi la baietta di Portisol e Punta Peto-lon con di fronte l’isola Lunga. Lo scoglio San Giorgio al sud e lo scoglio Galliner, col faro, dall’alto chiudono il porticciolo di Orsera. Siamo a metà strada. Dal porto al paese c’è da arrampicarsi per un bel tratto di strada, rifacendo il cammino che ogni giorno percorrono i pescatori e le loro donne quando, vedendoli arrivare dalla pesca, scendono giù per aiutarli a scaricare le ceste. La vecchia Ursaria, come la chiamavano i romani, è conosciuta da secoli come la terra del buon vino. Così si spiega perchè essa fu scelta dai vescovi parentini che nel castelletto orserese venivano a trascorrere la villeggiatura oppure a rifugiarsi quando altrove, per guerre o pestilenze, si moriva. Ha una lunga storia il vecchio castello di Orsera . . . Patriarca contro Vescovo Nel 1300 fu assalito ed arso dalle truppe del Patriarca d’Aquileia guidate da suo nipote Nicolò in guerra, allora, contro il vescovo Bonifacio di Parenzo. Fu questo l’epilogo di una lunga contesa fra principi, feudatàri e vescovi per il possesso delle decime su Rovi-gno. I rovignesi odiavano di tutto cuore il vescovo e già nel 1282 lo avevano cacciato in malo modo dalla loro città. Bonifacio era ricorso all’appoggio del Papa. Il Patriarca, che si riteneva padrone del Castello di Rovigno e Montona, venne a lite col vescovo e per punirlo di essersi opposto a .lui, suo metropolita, mandò contro Bonifacio un nerbo di truppe. Il vescovo si rifugiò ad Orsera* ma anche ivi fu raggiunto, ed il castello fece la fine che sappiamo. Risorse il Castello, vi alloggiarono ancora i vescovi, fra cui Cesare de Nores, detto «il tripolino» che nel 1586 i rovignesi di nuovo cacciarono facendolo rifugiare ad Orsera. Fu ancora più volte distrutto ed incendiato. La cronaca narra che verso la fine di marzo del 1746 entrò nel porto di Orsera una tarta battente bandiera spagnola, armata di tutto punto. Gli spagnoli predarono il traboccolo di tale Battista Paoluc-ci, rovignese, che portava un grosso carico di grano. Per intervento del Provveditore alla Sanità di Or-sera, Antonio Zagolin, il capitano della nave spagnola liberò il tra-baccolo e le persone catturate, restituendo pure il frumento. Croati ed Italiani Sorge Orsera — 1.293 abitanti — . sopra l-’altura che domina il mare da una parte e la valle dall’altra. Contrastano con la semplicità delle casupole i freschi, sempreverdi, eleganti boschetti di conifere e l’eterna primavera delle onde. Neppur oggi i turisti hanno dimenticato questa località ospitale. A Villa Anita ed a Villa Ghersa, trasformate in case di riposo, tornano già da alcuni anni gli operai delle Fabbrica TAM e della Filanda di Maribor. Qui accanto ai Croati, vi sono .contadini e pescatori . Italiani. Lungo il tratto di costa dal Leme a Cittanova si dedicano oggi alla pesca centoquaranta pescatori delle cooperative con dodici barche e numerose batane. Fra gli altri ci sono i pescatori di Orsera che formano un proprio gruppo nella Cooperativa generale. Contadini : triste passato I contadini, quando parlano della cooperativa non mancano di ricordare, prima di tutto, il triste passato. Lasciamo stare il passato di secoli di feudalesimo. Non se lo ricorda nessuno. Diciamo del passato recente, sotto il fascismo. La terra dava poco, neppure da sfamare. Volevano comprare una mucca? Dovevamo ricorrere a prestiti d’ usura. Poi, per debiti che non riuscivano a pagare a breve scadenza, venivano espropriati. Nel 1931, quanti poderi vennero confiscati! Pavao Segon ha perso, per un debito di 300 lire, 4 ettari di terra e la casa. La stessa sorte subirono altre famiglie, riducendosi a coloni. Si impinguirono i Vergottini. Nel parentino 83 grandi possidenti spadroneggiavano su 7.742 ettari di» terra. 715 possedimenti agricoli vennero confiscati Ogni quinto cittadino di Pola partecipa o all’autogestione operaia o a quella sociale. Infatti, nei vari organi del potere e negli altri campi della vita economica e sociale prestano la loro attività 7.488 persone e precisamente 6.081 uomini e 1.400 donne. all’asta. Ne usurparono 479 ettari i soli Vergottini. Questo è il passato. Il presente si traduce in riforma agraria, in cooperativa. La cooperativa progredisce. Si potrebbero dire tante cose. Fra breve si costruirà un nuovo oleificio. La costa parentina Continuando la navigazione, oltre Orsera, dopo aver sorpassato Val di Piova con davanti un gruppo di scogli — Salomoi, Gusti, Cai, Tuf, — la costa continua frastagliata con Valcanella, Punta Ma-grina, Val Fornassina. Si doppia Punta Marlera, dietro cui sorge Fontane. Nel porticciolo si cullano le barche della cooperativa pescatori. Usciti dalla profonda baia di Fontane vediamo di fronte lo Scoglio Grande. Seguono Val Jaz-binka, con davanti la secca Ben-vegnù, èd altri scogli tutti deserti e solo coperti di boschetti di querce. Preannunciano Punta Grossa: cinge la Val Sesula chiusa da Punta San Pietro. Baie e baiette. Profonda, quasi come serrata fra le tenaglie di Brullo e 'Punta Brullo, è la Val Molindrio con la sua peschiera, seguita da vai Brullo. La nave scansa le secche Beccherie e giunge finalmente in vista dei fari e dell’Isola Verde (San Nicolò). Eccoci nel porto di Parenzo. La città ci saluta. O noi siamo felice di salutarla? Benvenuti, a primavera. SilGra Qt.ua t ta'pei V 7stila Gli ultimi tocchi p rima della partenza POLA. — All’ultima seduta del Comitato Popolare Comunale di Pola è stato, fra l’altro, rilevato il costante sviluppo industriale di Pola, al quale sono state dedicate le maggiori attenzioni degli organismi del potere. In questo campo, durante lo scorso anno, sono stati investiti circa 944 milioni di dinari. Il reddito nazionale per abitante è stato di 85.997 dinari rispetto a quello repubblicano di 77.126 e di quello federale di 66.469. * Il consumo medio annuo del gas a Pola si aggira su 1,200.000 metri cubi corrispondenti a 19.200.000 dinari. In altre parole i 3.500 utenti del gas corrispondono alla ditta errogatrice una media annua di 5.500 din. per utente. Quest’anno la rete di distribuzione subirà leggere migliorie con uno stan-' ziamento di 16 milioni di dinari, provenienti dai fondi aziendali. La maggior parte di questo importo verrà impiegata per l’acquisto di un forno a camere allo scopo di eliminare le perdite, ammontanti lo scorso anno al 22 °/o. * Lusinghieri risultati produttivi sono stati registrati dal Bacino carbonifero dell’Arsia nel mese di marzo. Il piano di produzione era superato del 12 “/« già alla data del 26 marzo con una rendimento medio maggiore dell’ll •/• di quello previsto. In cifre assolute, nei primi ventisei giorni del mese di marzo sono state estratte 67.540 tonnellate di carbone. DIGNANO. — La Cooperativa «I Maggio» di Dignano, diventata cen- I pescatori della ”RIBA” di Isola pronti per le grandi pescate estive ISOLA, 29. marzo. — I venti gelidi sono alle nostre spalle e la primavera quest’anno non sbuca con le primule e il primo verde, ma irrompe con dovizia di sole e di alberi fioriti. C’è però un’azienda ' della nostra costa, intendiamo parlare della «Riba» di Isola, che la primavera l’àveva quando ancora le più gelide raffiche spazzavano le calli deserte di Isola o se non la primavera almeno lo sguardo fisso alle prime giornate di Esame autocritico del passato all'Assemblea distrettuale del Capodistrìano CAPODISTRIA, 30 — Alla seduta della due camere dal Comitato Popolare Distrettuale di Capodistria il compagno Albin Duje ha riferito sull’attività del Comitato stesso, con particolare riferimento alle questioni economiche. Egli si è soffermato ad illustrare i compiti che, anche per il Distretto capodistriano, vengono a porsi nel quadro del nuovo orientamento generale della nostra economia e del piano sociale di quest’anno. Il compagno Dujc ha esordito rilevando come alla costituzione del nuovo distretto il Comitato Popolare si sia trovato di fronte al non facile problema del coordinamento dello sviluppo economico dei territori dei tre ex distretti che presentavano strutture e indirizzi economici diversi. Dopo aver rilevato le caratteristiche economiche fondamentali degli ex distretti di Capodistria, Sežana e Postojna, costituenti attualmente un’unico distretto, quello di Capodistria, il presidente del comitato popolare ha sottoposto ad analisi critica la politica sinora seguita negli investimenti. D’elevato livello degli investimenti, particolarmente nel Capodistriano, se ha condotto a determinati notevoli risultati, ha anche avuto delle conseguenze negative. I notevoli mezzi a disposizione hanno portato ad estendere notevolmente il fronte degli investimenti e si ha così che numerosi programmi non sono stati sufficientemente studiati, almeno dal punto di vista del rendimento e della economicità, mentre fion sempre le idee erano chiare in merito allo sviluppo di questo o quel ramo e-conomico. Un’ industria del legno è sorta per es. lontana dalle fonti di ATTUAZIONE DELL'ACCORDO DI PDINE Concluse le trattative sulle assicurazioni sedali Martedì’ 27 marzo scorso è stato firmato a Trieste l’accordo italo-jugoslavo per la previdenza sociale. Quest’accordo, raggiunto dopo circa tre mesi di trattative condotte da ambo le parti in uno spirito di reciproca comprensione e collaborazione costituisce un complemento agli accordi di Udine, completandoli e rendendoli più efficaci in un settore importantissimo e delicato dèi rapporti reciproci fra i due Paesi. Lo ha rilevato anche, all’atto della firma, il rappresentante del Ministeri degli esteri italiano, dott. Fabiani che ha espresso la propria soddisfazione per la felice conclusione delle trattative di questo importante documento, che per la prima volta pone l’attenzione su un problema sociale molto sentito dalle popolazioni di confine e sulle loro condizioni di vita e di lavoro. L’accordo sulla previdenza sociale persegue, infatti, precipuamente gli interessi dei lavoratori, considerandone le esigenze e garantendone le cure mediche e le previdenze assistenziali, nonché il riconoscimento dei diritti alle pensioni di invalidità o per raggiunti limiti d’età. L’accordo é stato stipulato dalle due delegazioni a nome dei quattro Istituti italiani di previdenza e assistenza sociale e dell’Istituto federale di assistenza sociale di Belgrado. La delegazione jugoslava era presieduta dal dott. Todor Vujošević, quella italiana dal dott. Benussi — Gam-bel, presidente della filiale del-l’INAIL di Trieste. La convezione è stata stipulata come previsto dal titolo VI., art. 54, 55 e 56 degii accordi di Udine ed ha lo scopo principale di garantire con sollecitudine, attraverso regolamenti ben precisi, approvati dagli Istituti assicurativi interessati, tutte le prestazioni mediche e medicinali ai lavoratori, siano essi residenti o lavorino al di qua o al di là della linea di confine, e alle loro famiglie. E ciò con un criterio di equità e parite-ticità, uguali dall’una e dall’altra parte.. La convenzione interessa i circondari di Trieste, Udine e Gorizia da parte italiana e quelli analoghi da parte jugoslava. Consiste in 12 articoli schematici e molto precisi nei dettagli della stesura, in modo da evitare questioni controverse o dubbi nell’interpretazione delle disposizioni. L’accordo sulla previdenza sociale, firmato a Trieste, è il primo del genere fra il nostro Paese e l’Italia. La cosa è da porsi nel dovuto rilievo in quanto esistono molti problemi in materia, tuttora insoluti. Esso costituisce, dunque, un ulteriore e importante passo in avanti nel regolamento soddisfacente di reciproci rapporti, aprendo buone prospettive che anche le altre questioni insolute possano essere risolte, in un futuro non tanto lontano nel mutuo interese, in ispecie delle popolazioni delle zone di confine. L’accordo di Trieste entrerà in vigore entro 30 giorni dallo scambio delle notifiche che, a ragione, si ritengono prossime, in quanto, sia dall’una che dall’altra parte, sembra non vi siano ostacoli procedurali di sorta. materia prima, mentre una locazione del tutto inadeguata ha avuto la fabbrica elettro-radio-meccanica sistemata a Šmarje. In alcuni stabilimenti, poi, i programmi di investimento sono stati elaborati con leggerezza, come nel caso della produzione di catrame a Pirano, la fabbrica di guarnizioni in legno di Isola, la fabbrica di spazzole di Capodistria, la vetreria di Erpelle. In queste imprese si sono avute notevoli perdite. «La politica degli investimenti, attuata lo scorso anno — ha constatato il compagno Dujc — ha superato le stesse possibilità del piano sociale e il distretto si è trovato nella situazione di non poter portare a termine alcuni obiettivi.» Anche gli ex distretti di Postumia e Sesana hanno usufruito delle sovvenzioni del fondo investimenti della Repubblica Slovena, essendo considerati aree depresse. In questi distretti le sovvenzioni hanno consentito l’aperturà di un vasto fronte di investimenti e anche qui numerose costruzioni sono rimaste incompiute. Questa situazione ha indotto il Comitato popolare distrettuale e i suoi organismi ad un approfondito riesame dell’economia dell’intero Distretto. In armonia alle decisioni degli organismi federali si è proceduto ad una restrizione del volume degli investimenti e ad un inasprimento dei criteri in base ai quali gli investitori possono disporre dei mezzi finanziari della comunità. Il presidente ha precisato che' quest’anno i mezzi finanziari disponibili ammontano a circa 793 milioni di dinari così ripartiti per pro-venianza: 400 milioni dal fondo distrettuale, 95 milioni dai fondi comunali, 28 milioni dai fondi per l’incremento dell’agricoltura e 270 milioni dai fondi per la costruzione di alloggi. I mezzi per la costruzione della fabbrica motociclette TOMOS e della strada Risano— Senožeče per complessivo un miliardo di dinari provengono dal fondo federale. Nel bilancio sono invece inclusi soltanto gli investimenti non economici per una cifra che si prevede si aggirerà sui 110 milioni di dinari. Complessivamente il volume degli investimenti ammonterà quest’anno al 55 % di quello del 1955. I mezzi finanziari che nel 1956 saranno a disposizione avranno la stessa natura di quelli degli altri distretti del nostro paese. Ciò significa che verranno a cessare i privilegi sinora goduti. dall’ex distretto di Capodistria con la conseguente necessità di una massima oculatezza nella distribuzione dei mezzi finanziari sia da parte dei Comitati popolari che delle organizzazioni economiche e degli altri enti. Ogni impiego di mezzi finanziari dovrà essere concretamente giustificato sotto ogni aspetto e dovrà avvenire nel più stretto rispetto del principio dell’economicità. Inoltre, é assolutamente necessario mobilitare tutte la riserve interne, non poche, e non tutte razionalmente sfruttate. Concludendo il presidente Dujc ha detto: «Al 1956 dobbiamo guardare come ad un periodo di transizione dalla politica economica sinora seguita ad un nuovo orientamento che ci consentirà un più sollecito sviluppo economico con oneri molto minori che nel passato e senza intaccare il tenore di vita della nostra popolazione.» aprile. Tutta .l’opera di questo collettivo si svolgeva difatti sotto il segno dell’arrivante stagione, quando sul mare sarebbe uscita com-patta la flotta per dare la caccia al pesce azzurro, cibo prelibato delle nostre mense e fonte di lavoro di migliaia di dipendenti dei nostri conservifici. Se è lavorato intensamente. Spesso in condizioni terribilmente difficili. L’officina meccanica in par-ticolar modo. I suoi locali sono quasi all’aperto, in uno stabile diroccato. Ed hanno dovuto sudare per ottenerlo dal Comune, distintosi per incomprensione. Incomprensione, ripetiamo, verso un laborioso collettivo che ha creato la bella cifra di 26 milioni di utile. Utile derivante in particolar modo dal fatto che tutti i lavori possibili, navali, meccanici, elettromeccanici, riparazione di reti, ecc. ecc. vengono fatti dal collettivo stesso, in regia propria. Sono circa 5.000.000 annui che si risparmiano in questo modo. E poi nòn si dorme . . . perchè per loro vale alla lettera che chi dorme non piglia pesci. . . Hanno sedici motobarche, perfettamente attrezzate. Altre due sono in costruzione. Delle sedici esistenti, ad una si danno gli ultimi tocchi al motore, due scenderanno in mare lunedì o martedì dopo aver ricevuto il colóre alle carene. Le altre tredici non attendono però il pesce azzurro. Incrociano il mare alla pesca del pesce bianco. E sono fortunate. Lo pescano per una media di circa 500.000 dinari al giorno. Intanto dalle Bocche di Catta-ro e da Ragusa le emittenti radio annunciano l’apparire dei primi branchi di guizzanti sardelle e sgombri. Ed anche ad Isola si sta sul chi va là. Non appena il pesce s’affaccerà nelle acque della Dalmazia centrale, novantasei pescatori di otto, motobarche saluteranno le mamme e le mogli con un «arrivederci a due mesi». Da lì se- 7aMoggi e catte Mtate ' POLA, aprile — La primavera opera molte metamorfosi e specie il corpo umano risente dei cambiamenti di .stagione. Molti diventano nervosi, altri pieni di fiacca i terzi allegri, ecc. Chi deve, per servizio o per propria necessità, girare in uffici pubblici di vario tipo osserverà subito che il primato di nervosismo è detenuto dalla direzione degli stabili, dove le parti, (molto numerose invero) presentano le proprie richieste di alloggio, cambio, riparazione, e via dicendo. Tanto per smantellare ogni tentativo di «velleità» della parte, tale addetto vi accoglie con uno sguardo agghiacciante, tanto da sembrare pronto a spiccare un salto dalla scrivania addosso al nuovo venuto. Poi viene il resto. Non esclusa qualche cavalleresca messa alla porta. Ora, si considera il fatto che, gli uffici per gli alloggi sono tra i più affollati, data la tensione dovuta alla serietà del problema, ma chi non possiede una completa stabilità nervosa non dovrebbe essere messo a contatto con il pubblico, talvolta per uno che va in cerca di qualcosa che gli preme, in mancanza di questo ritorna a casa tranquillo se qualcuno lo ha fatto oggetto di una soddisfazione morale. E non si può certo dire soddisfatto colui che dopo aver affrontato i nervi di qualche impiegato per problemi di alloggio, dopo aver fatto fili di ore ed ore (la richiesta in carta bollata l’ha consegnata da 1 anno) si sente rispondere: — Per avere una risposta presentate un ricorso in carta bollata ... — Il ricorso viene presentato con qualche centinaio di dinari in bolli e dopo qualche tempo a domicilio viene recapitata la seguente laconica risposta: Sappiate che prima della V/S domanda, abbiamo da risolvere 560, che hanno la precedenza. — Adesso sarebbe davvero brava quella persona che saprebbe il perchè di un tale ricorso, quando risposte simili si possono dare, forse con più gentilezza a voce. Ciò porterebbe ad un minor spreco di carta da parte dell’ufficio e di dinari da parte del pubblico. guiranno la migrazione dei branchi, si congiungeranno ai propri compagni nelle acque di Lussino e assieme proseguiranno, con il pesce, sino a Punta Grossa. Li seguirà l’occhio attento dei compagni rimasti ad Isola, pronti ad intervenire a qualsiasi intoppo: i mezzi frigoriferi per prelevare il pescato, i meccanici, gli elettricisti e i carpentieri per le riparazioni, il personale amministrativo per il regolare fornimento di viveri e di tutto quello che abbisognano gli uomini sul mare. Abbiamo visto il loro magazzino: una meraviglia! C’è di tutto! E’ la garanzia più chiara che ogni guasto, ogni minimo intoppo saranno ridotti al minimo indispensabile. Visitandolo, ci è successo di pensare che se tutte le nostre aziende e fabbriche fossero rifornite in questo modo, la discussione sulla produttività del lavoro potrebbe assumere tutt’altro tono. Quando i novantasei pescatori rivedranno Isola, tra due e più mesi, nella loro azienda troveranno molti cambiamenti. Oggi la «Riba» è un collettivo molto sparpagliato. Nei pressi dell’Ospedale, c’è la direzione e l’officina carpentieri. Costruiscono da soli i «caicci». Ne abbiamo visto in costruzione quattro, più un veloce e snello—moto-scaffo. Dotato di stazione radio, sarà la futura pattuglia di avvistamento. L’officina elettromeccanica è in Riva Kidrič, quella meccanica nei pressi del Mandracchio. Fa male al cuore veder impiegati, quegli aggeggi perfetti e difficili, in quella specie di antro. Unire le officine sparse in uno unico luogo, è il piano immediato della «Riba». Dopo molte battaglie (ad una delle quali abbiamo assistito anche noi alTex-Assemblea distrettuale), hanno ottenuto i locali deH’ex-Salumificio. E’ qualcosa d’ideale per loro, situati come sono, in riva al mare. Sono necessari però dei lavori, già iniziati sullo stabile della direzione e dell’officina meccanica. Anzi sono a buon punto, grazie all’encomiabile operosità dei lavoratori della edile «I Maggio». Ma oltre ad ingrandire le finestre, per rendere più luminosi ed esteticamente più belli i tre padiglioni, la «Riba» intende mettere a posto anche la riva. Parco, banchina e ricostruzione del moletto completano il piano dei lavori. Hanno ricevuto a tale scopo 4 milioni dal Distretto, mentre circa 6 milioni sborseranno dai propri fondi. I novantadue pescatori potranno così ritornare in una sede non solo più decorosa e funzionale, ma anche bella. Quello che soprattutto, entusiasma di questo collettivo è la illimitata fiducia nell’avvenire. E’ vero, tale fiducia ha basi molto solide, nella linea ascendente della quantità del pescato. Da 930.000 kg. nel 1954 esso è salito, nel 1955, a 1.200.000 kg. Quest’anno i pescatori della «Riba» si ripropongono di aumentare tale pescato di ulteriori 300.000 kg. Da parte nostra e dei nostri lettori non possiamo fare altro che dare loro un augurio di «in bocca al lupo». MB PROBLEMI ELETTR0ENER6ETIGI ED IDRICI DEL DISTRETTO ISTRIANO POLA, 2 — Quelli del sistema e-lettroenergetico e della rete idrica sono due seri problemi che assillano l’Istria intera e ne ostacolano l’ulteriore: sviluppo. Sia l’uno che 1’altro sono oggetto di studilo accurato degli organi competenti, perchè ormai l’assemblea distrettuale ha già votato la loro soluzione graduale ritenendo di impellente necessità. In questo scritto, cervhere-mo di spiegare brevemente come stia ,la situazione, sia nell’uno che nel!’.Utro campo. Il consumo dell’energia, elettrica in Istria è amdatoi aumentando sempre più dalla liberazione ad oggi. A Poda, nel 1955 sono stati consumati, ad esempio, otto volte più kilowatt ohe nel 1948; ad Al bona quattro volte, a Rovigno e dintorni, tre volte e mezza. A Buie, quando era Sfata introdotta l’elettrificazione, nel 1930, si consumava 340 mila (kW., perchè c’erano due motori e-letitrici soltanto. Ora ce ne sono 325, inoltre sono state costruite 1.300 nuove abitazioni, sono stati elettrificati 150 villaggi, Sono State costruite 1.300 nuove abitazioni, sono state costruite 40 cabine di trasformazione e 60 km. di [elettrodotto da 10 kW. Così si consumano circa 3 milioni di kWh. Alla fine di quest’anno, stando alle previsioni, questa cifra dovrebbe salire a 3 milioni e 250 mila. L’anno venturo, poi quando entrerà din - funzione il Cementificio di Um,ago, questo con-gumo dovrebbe essere di 18.200.000 kWh! Durante questi ultimi anni, d’altro canto, quello che è stato fatto per ampliare la rete, per migliorare la situazione delle cabine di trasformazione, è stato insufficiente. Il sistema leileittroenergetico del-l’Isùriia è ^troppo oberato, e lo dimostra pure il fatto' che il voltaggio invece di mantenersi tra i 230 ed i 210 Volt, oscilla tra i 230 ed i 150 Volt. A tutto ciò si aggiungano le riduzioni di energia elettrica, che ad Umago isolamentie, in un’ora, apportano una perdita dii 1 milione di dinari, e si vedrà quanto ingenti siano i danni che ne derivano. Per risolvere radicalmente la si-tjuaziane sarebbe necessario investire, tra quest’anno e quello venturo, circa 800 milioni di dinari. Uma stom« ma, ingente che verrà realizzata con il concorso del distretto, delle imprese! industriali, deil’«Eleèfro-Istna» di Pola e deU’«Etektra>» di Buie, dei Comuni, e della Comunità dell’economia elettrica. Tutto il sistema' poi, quivi comprese le re-ili realizzate Su ba^e volontaria, passerà in .gestione alla «Elektro-Is’tra» che ne curerà la manutenzione regolare. In una riituaiziame pressoché identica a quella del sistema hlettroener-gel'liico, si trova la rete di distribuzione idrica, che in Istria è suddivisa in cinque settori: Quieto, Albo-na, Abbazia, Carso e Clierso. Inoltre, ci .sono gli acquedotti isolati di Piola, Rovigno e Peroj. Il più importante di, questi Elettomi, è quello del Quieto, che fornisce di acqua potabile igli ex distretti di Piingueinte, Pisino; Parenzo, Buie, nonché parte del Carso e della Slovenia, fino a Sežana. Ovvero, a quanto1 si ritiene, 'una popolazione di circa 130.000 abitanti. Tutti questi settori richiedono' ingerivi mezzi per migliorare lo stato di coisie preoccupante che si riscontra presentemente, in quanto per gli acquedotti nel passato si è investito ben poco. Non lo si è fatto per la 'Semplice ragione che gli ex distretti ed i commini interessanti, non lo potevamo, dovendo devotere i mezzi destinati all’uopo per coprire i deficit che risultavamo dalla differenza negativa tra il prezzo di costo e quello di vendita. E questi deficit, per tutto il distretto, ammontavano a 18 milioni, circa. Nel 1956, questa perdita, secondo i calcoli, sarebbe salita a circa 30 milioni se non si fosse preso un provvedimento indispensabile: quello cioè di introdurre un prezzo unico per tutta IT,stria. Dal primo ar prite, (in poi, l’acqua verrà' a costare 25 dinari al metro cubo per uso domestico e 60 dinari per uso industriale. In questo mada il deficit che dovrà coprire il Distretto sarà di 12 milioni di dinari soltanto, mentre ci sarà la possibilità di investire per risolvere almeno i problemi più urgenti, come quello dei macchinari per la stazione pampe dii S. Stefano e di Pinguemte. Inoltre, i comuni in-trodurrainno delle imposte locali per le fontane pubbliche, che consumar mo latrammo circa 300.000 metri cubi d'acqua. tro economico di tutta la zona periferica della cittadina, ha concluso una serie di contratti con le aziende commerciali dell’Istria per un importo complessivo di 42 milioni di dinari. Le forniture comprederanno, oltre al bestiame macellato, vari tipi di verdure, olio, vino, tabbacco verde, piante medicinali, ecc. * Con il benestare del Comitato Popolare Distrettuale dell’Istria, si procederà a Dignano alla costruzione di un molino a due cilindri con una capacità di 100 quintali giornalieri. Per tale costruzione é stato stanziato un importo di 18 milioni di dinari. * PARENZO. — Con l’arrivo di *un primo gruppo di turisti francesi, giunto a Parenzo il 25 marzo e di un altro gruppo di turisti nazionali, il Hotel «Riviera» ha riaperto i battenti, procedendo all’inaugurazione semi-ufficiale della stagione turistica. L’i-nauguraziope ufficiale dovrebbe avvenire a metà maggio, salvo che le favorevoli Condizioni atmosferiche non anticipino tale data. * Si aprirà in questi giorni a Parenzo una filiale dell’agenzia turistica abbaziana «Kvarner-Express». La filiale, che avrà a disposizione alcune autocorriere, effettuerà, oltre al servizio informazioni, l’organizzazione di gite ed escursioni turistiche. ELARGIZIONE DI SOCI al Circolo italiano di Isola Continuano le adesioni alla sottoscrizione aperta dal Circolo operaio italiano di cultura «Giordano Bruno» di Isola. Ecco il secondo elenco. riporto totale I. elenco: 19.580.— Delise Antonio................ 500.— Delise Emilio................. 500.— Dambrosi Pietro............... 100.— Delise Giovanni -. . . . .. . 500.— Degrassi Maria................ 100.— Drioli Margherita . . . . ... 500.— . Menis Giuseppe................ 500.— Chelleri Nicolina............. 100.— Depase Spartaco............... 200.— Ulcigrai Romèo................ 500.— Dagri Giovanni ...... 500.— Vascotto Luigi................ 200.— Depase Domenico............... 300.— Brami Carmela................. 200.— Ulcigrai Nicolò............... 500.— Moro Giuseppina............... 200.— Drioli Davide................. 200.— Felluga Paolina............... 500.— Degrassi Antonio ..... 200.— Parma Giuseppina............. 300.— Degrassi Annunziata .... 150.— Degrassi Giovanni . . .* 1 . . 150.— Degrassi Luigi................ 100.— Prelaz Antonio .............. 140.— Pugliese Giuseppe............. 200.— Felluga Silvestro............. 2oo.— Dudine Luciano................ 300.— Dudine Giovanni.............. 500.— Marchesan Anna................ 500.— Pugliese Giovanni............ 500.— Totale io e Ilo elenco din 28.920.— Nel prossimo numero pubblicheremo una altro elenco di offerte. MARTEDÌ’, 3 aprile. 6.00 Musica del mattino e calendarietto; 6.15 Notiziario; 6,30 Chiusura; 12.00 Musica per voi; 12,30 Notiziario; 12,40 Problemi d’attualità; 12,45 Musica per voi; 13,30 Chiusura; .16.00 Ritratti musicali: J: Brahms; 16,45 Patrice e Mario cantano canzoni ballabili; 17.00 Nostro paese; 17,15 Palcoscenico musicale; 17,40 Notiziario; 17.55 Intermezzo musicale; 18.00 chiusura; 22,15 Suona per voi l’orchestra Benny Goodmann; 22.30 Notiziario; 22,45 Melodie serali; 23,15 Musica da ballo; 23,45 Ultime notizie; 23,50 Musica per la buona notte. MERCOLEDÌ’, 4 aprile. 6,00 Musica del mattino e calendarietto; 6,15 Notiziario; 6,30 Chiusura; 11,00 L’angolo dei ragazzi; 11,35 Chiusura; 12,10 Canti bisiachi; 12,30 Notiziario; .12,40 Problemi d’attualità; 12,45 Musica leggera ed annunci; 13.00 Giuseppe Verdi: Duetto e monologo dell’atto III dell’opera «Otello»; 13,30 Chiusura; 16,00 Ritmi e canzoni; 16,20 Radioscena; 17.20 Mosaico musicale; 17,40 Notiziario; 17,55 Intermezzo musicale; 18,00 Chiusura; 22,15 Alla maniera di Ellington; 22,30 Notiziario; 22,45 Concerto notturno: musica cinese e mongola; 23,15 Musica da ballo; 23,45 Ultime notizie; 23,50 Musica per la buona notte; 24.00 Chiusura. GIOVEDÌ’, 5 aprile. — 6,30 Musica del mattino e calendarietto; 6,15 Notiziario; 6,30 Chiusura; 12.00 Musica per voi; 12,30 Notiziario; 12,40 Problemi d’attualità; 12,45 Musica per voi; 12.30 Chiusura; 16,00 Musica leggera; 16.20 Concerto del giovedì: F. Chopin: Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in Fa minore opera 21. — Grieg: Suite «Pear Gynt» n. 2. —; 17,00 Dal mondo del lavoro; 17,15 Ritmi e melodie con i complessi Goruwener, Wessel, Dekker, Sid Hamilton, Edel —Weiss e Remblers; 17,40 Notiziario; 17,55 Intermezzo musicale; 18,00 Chiusura; 22,15 II re del clarinetto: Baday De Franco e il suo trio; 22,30 Noti- • ziario; 22,45 Dalle operette conosciute; 23,15 Musica da Ballo; 23,45 Ultime notizie; 23,50 Musica per la buona notte; 24,00 Chiusura. VENERDÌ’, 6 aprile. — 6,30 Musica del mattino e calendarietto; 6.15 Notiziario; 6,30 Chiusura; 12,30 Musica per voi; 12,30 Notiziario; 12,40 Problemi d’attualità; 12,45 Musica per voi; 13,30 Chiusura; 16,00 I sogni del mare del sud: suonano orchestre ha-wayane; 16,25 Arie, duetti e cori in microsolco; 17,00 Corrispondenze; 17,10 Finestra musicale; 17,40 Notiziario; 17,55 Intermezzo musicale; 16.00 Chiusura; 22,15 Ritmi e canzoni; 22,30 Notiziario; 22,45 L. V. Beethoven: Sinfonia n. 4 in Si bemolle maggiore, opera 60; 23,15 Musica da ballo; 23,45 Ultime notizie; 23,50 Musica per la buona notte; 24,00 Chiusura. SABATO, 7 aprile. — 6,00 Musica del mattino e calendarietto; 6,15 Notiziario; 6,30 Chiusura. 12,00 Musica per voi; 12,30 Notiziario; 12,40 Problemi d’attualità; 12,45 Musica per voi; 13,30 Chiusura; 16,00 Canzoni di tutti i giorni; 16,30 Gioelli- musicali; 17,00 La Comune; 17,20 Musica leggera; 17,40 Notiziario; 17,55 Intermezzo musicale; 18.00 Chiusura; 22,15 Nel ritmo con Arte van Damme; 22,30 Notiziario; 22,45 Musica da ballo; SCAMBI CULTURALI IL FILM PIU’PìlEMIATO dell’anno ITALO - JUGOSLAVI Su invito dell’Associazione jugoslava per gli scambi culturali con l’estero, il prof. Arturo Branca, docente di letteratura italiana del Medioevo all’Università di Padova, sta compiendo nel nostro Paese un giro di conferenze sul Trecento italiano. Nel fare gli onori di casa all’illustre ospite, il prof. Kotnik di Lubiana ha detto: «Il prof. Branca è un insigne studioso e la sua presenza, di cui gli siamo grati, ci onora. Ormai siamo certi che con la visita del Piccolo Teatro di Milano, l’esposizione dei mosaici ravennati e la partecipazione dei nostri migliori artisti alla Biennale di Venezia siano state gettate salde basi per la collaborazione artisti-co-culturale tra i due Paesi». A Lubiana il prof. Branca ha tenuto una conferenza sul tema «Il Decamerone, commedia umana del Medioevo». Al tradizionale giudizio del «Decamerone», che vede in quest’opera una grande raccolta di novelle, egli oppone una nuova, originale valutazione. La individuazione dì tutta una particolare e intenzionale struttura dell’opera (struttura rimasta sinora celata a tutti gli studiosi del Boccaccio e individuata con grande acutezza dal prof. Branca) nonché l’analisi meticolosa dell’opera sul piano storico, sociale, economico e morale ha consentito allo studioso di definire il «Decamerone» «L’epopea dell’autunno del Medioevo» e «la canzone di gesta dei mercanti medioevali» Il «Decamerone», considerato finora la prima voce del Rinascimento, diviene così nell’interpretazione del prof. Branca l’ultima voce del Medioevo. Il prof. Branca ha successivamente ripetuto la sua prolusione alla Facoltà di lettere dell’Università di Zagabria, insistendo sulla sua personale interpretazione del «Decamerone». Sempre a Zagabria, egli ha tenuto un’altra conferenza dal titolo «I mercanti del Medioevo». L’illustre ospite visiterà Spalato e Ragusa. In quest’ultima città si occuperà dello scambio di documenti letterari italiani esistenti nel locale museo con altri di orgine jugoslava attualmente a Venezia. A Venezia appunto un altro studioso, il Giorgi, sta raccogliendo documenti storico-culturali inerenti alle relazioni italo-jugoslave. E’ poi previsto per il mese di settembre un congresso dell’Associazione internazionale di studi italiani al quale parteciperanno pure rappresentanti delle Università di Lubiana, Zagabria, Sarajevo e Belgrado. * Nella collezione «Teatro nel mondo» la casa editrice Nuova Accademia di Milano ha recentemente pubblicato il «Teatro serbo-croato» di Arturo Cronia, professore all’Università di Padova. Quest’opera informa sulla vita e l’opera del poeta e drammaturgo Ivo Vojnovič (1857—1929) e contiene la traduzione della «Triologia di Ragusa». Nella prefazione l’autore espone distesamente le origini e gli sviluppi del teatro in Serbia e in Croazia. P. Rota #1 dramma di conquista gii spettatori Abbiamo dato notizia lo scorso numero dell'assegnazione del premio «Oscar». L’ambito riconoscimento della critica cinematografica americana è andato, oltre che ad Anna Magnani, soprattuto al film «Marty», premiato per l’interpretazione di Ernest Borgnine e la regia di Debert Mann. Gli elementi di successo di questo film, valutati con il metro comune, erano scarsissimi: gli interpreti, ad esempio, erano due «brutti». Lei, Betsy Blair, non ha certo le grazie delle «vamp»; lui Borgnine, si era fatto odiare da tutta l’America per l’interpretazione del sergente sadico nel film «Da qui all’eternità». Quanto alla vicenda non si tratta che del dramma di questi due «brutti» umiliati dalla loro condizione, ma capaci alla fine di superarla. Marty Piletti è un macellaio americano di origine italiana, che vive con la madre nel Bronx, il quartiere italiano di New York. Della sua condizione di uomo esteriormente sgraziato, goffo, dimesso egli soffre profondamente: le ragazze non lo guardano neanche in faccia; una che è uscita una volta con lui, la volta dopo gli dice di no. Ma la sua pena non è perchè gli viene a mancare l’unico svago che il lavoratore americano si permette, quello del sabato sera: ci sono sempre tante donne per le strade, e i suoi amici sono sempre pronti a presentargli la compagna di una di quelle amiche che loro si sono tranquillamente scelti per una serata. No, il suo problema é un altro: intorno a lui i suoi molti familiari si sono già sposati, e tra questi alcuni molto più giovani di lui. Per lui, come per i suoi, non è l’amore mercenario che conta, ma la famiglia, i bambini, la casa. Lui vorrebbe sposarsi perchè in cuore porta da sempre l’idea di accasarsi per avere il calore della casa e della famiglia. Ma è nato così, massiccio e tarchiato, e quello che è un suo desidero legittimo e giusto ha finito per diventare una speranza ormai quasi perduta. Ecco però che un sabato sera, avendo seguito, più per pietà filiale che per convinzione, l’invito della sua vecchia mamma ad uscire e a non perdere ogni fiducia, si imbatte proprio nella ragazza che fa per lui. Anche lei non è bella, è pero simpatica e graziosa, timida e rassegnata. Come l’altro, non ha mai avuto fortuna nel campo sentimentale e ha finito per rinchiudersi in sè stessa. L’incontro è per entrambi molto felice: in fondo sono due anime sensibili e poter subito parlare di tante cose è subito un gran sollievo. Si conoscono da un’ora e già si sono sviscerati reciprocamente ogni aspetto della loro vita, sopratutto Marty che ha ritrovato forza, letizia, vivacità e fa progetti, chiede consigli, ne dà e già in cuor suo (magari senza rendersene conto) imbastisce tutte le possibilità di una vita a due. Così si chiude quel sabato sera: con il segreto, ma sereno ardore di una scoperta, con un primo bacio e con la ferma decisione di continuare gli incontri all’indomani. Ma il giorno successivo, domenica, Marty si trova di fronte a due ostacoli impreveduti. Il primo è la madre. La donna è anziana, è vedova, si sente ancora italiana e perchè straniera. Quel figlio per lei è tutto e, come ogni madre, sarebbe pronta a rinunciare a lui quando anche per lui fosse venuto il momento di farsi una famiglia ( a questo, anzi, lei non ha fatto che spingerlo) se proprio in quei giorni non fosse stata costretta ad assistere a un episodio abbastanza doloroso: sua sorella, anche lei vedova e anziana, viveva in casa del figlio con la nuora. Quella convivenza (la nuora, oltretutto, era americana pura e perciò «straniera») aveva finito per prendere una brutta piega e dopo una non piccola serie di litigi la donna aveva lasciato la casa del figlio (o meglio, ne era stata allontanata con le buone) ed era venuta a vivere in casa della sorella. Il secondo ostacolo nasce dal-' l’ambiente che frequenta: i suoi amici, i suoi compagni di svaghi festivi. Per loro l’amore non vuol dire casa e famiglia, o perlomeno non a quell’età. Il sabato sera c’è il cinema, il bar, la partita e poi una di quelle amiche che per qualche ora non si portano dietro gli impicci soliti della famiglia. La storia d’amore di Marty non raccoglie le simpatie di quell’ambiente; gli mette contro anzi gli amici più vicini, quasi che colui che si priva volontariamente della propria «libertà» non meriti più nessuna considerazione. Il peso delle abitudini non è di quelli di cui ci si libera più facilmente e Marty passa tutta intera la domenica facendo le cose solite di' ogni festa e senza telefonare alla ragazza. La sera è col solito gruppo di amici e fa progetti sul come concludere la giornata. La discussione è quella di sempre: tutti propongono, ma nessuno ha mai voglia di prendere una decisione. In realtà quei giovanotti, dopo aver lavorato l’intera settimana, la sera della festa sono troppo stanchi per aver voglia di divertirsi. E di fronte a quel loro naufragare nell’ozio, Marty prende la sua decisione: telefona alla ragazza, e prende un appuntamento con lei. In questo film la vicenda è permeata di quotidiana realtà umana, che è poi anche il segreto del successo estetico. Il regista Debert Mann ha guardato ai suoi personaggi con rigoroso rispetto. Non li ha esasperati, coloriti, falsati; ce li ha messi di fronte con facce vere, gesti e reazioni altrettanto veri. In questo va ricercato il suo successo. Franz Masereel (Belgio): «Il giocoliere», incisione INQUADRATURA DI UN ANGOLO INQUIETO LA STORIA DELL’ ISOLA DI CIPRO e intessuta di millenarie contese La storia di Cipro, come quella della Grecia, delle Isole Egeee e dei popoli dell’Asia Minore si perde nella notte, dei tempi. Da ciò che di quella storia s’è potuto ricostruire finora, Cipro appare come un punto d’incontro fra popoli e civiltà diverse: dai resti neolitici rinvenuti nei pressi di Ki-roya, risalenti a circa seimila anni fa, a quelli del tempio di Afrodite a Pafos, di oltre duemila anni fa. Tutto lascia credere che l’ancon-tro fra il mondo ellenico e l’Asia Minore sia stato un incontro pacifico di navigatori e mercanti. ■Ad ogni modo, circa 3 mila anni orsono, Cipro aveva già una propria vita ed era un prosperoso mercato, dove con i Fenici affluivano i prodotti dell’Asia, scambiandosi con quelli della Grecia. Nello sviluppo delle due economie e dei traffici, che a Cipro s’incontravano, l’isole assunse sempre maggiore importanza, cessando di essere un pacifico punto d’incontro per divenire territorio conteso, quale trampolino di lancio versò l’Asia Minore da un la- a*ÉÉÌI«sf: Il centro dell’isola di Cipro calcinato dal sole rovente to, e verso la Grecia e l’Europa dall’altro. Per Cipro incominciarono le guerra e le invasioni. I primi conquistatori furono i Persiani che, nelle loro avanzate erano giunti sulle sponde del Mediterraneo. Poi, Alessandro il Macedone pose a Cipro una delle basi militari del suo impero. Dopo di lui, contro i suoi successori, i faraoni d’Egitto della dinastia dei Tolomei posero anch’essi piede a Cipro, fortificandola. Ad essi seguirono i Romani ed, infine, i Bizantini. Le contese per Cipro non cessarono neppure con il terminare della lotta fra Roma e Bisanzio. Il successivo dominio ottomano di Cipro fu infatti sempre contrastato dai mercanti europei alla ricerca, con le Crociate, di una via verso le favolose ricchezze e i mercati delle Indie. Nella contesa, Cipro mutò più volte padrone: dagli ottomani ai Veneziani, finché nel 1571 il Turco se ne impadronì nuovamente quasi senza doverne contendere più il possesso. L’isola cipriota non è poi tanto grande :3 mila e 572 miglia, per l’esattezza. Non é nemmeno ricca: unici prodotti le patate, le carrube, vino e pochissimo grano. Neppure quanto basta per dare alimento ai suoi 520 mila abitanti circa. Pur essendo ancor oggi il punto d’incontro più avanzato fra il mondo ellenico-europeo e quello turcoasiatico, Cipro non g — come s’usa dire — territorio chiave della grande strategia politica e militare. I suoi tre porti (Famagosta, Limassol e Larnaca) erano preziosi ai tempi delle galee, ma nell’era dei transatlantici, delle superco-razzàte essi non servono più, potendo trovar posto nel maggiore fra essi, Famagosta, al massimo tre »tramper« di medio tonnellaggio. Nemmeno può offrire spazi sufficenti per aeroporti a causa della sua conformazione geofisica. Povera, semidisabitata, non fatta assolutamente per i »grandi scontri« politici e militari dell’epoca moderna, Cipro sta mettendo cionostante in subbuglio gli uomini politici e l’opinione pubblica internazionale, tanto da apparire, tenuto conto della realtà obiettiva, un vero e proprio assurdo, una contraddizione politica inutile fra alleati, come sono Gre- cia e Gran Bretagna, se non fosse da tener presente che una ragione cosidetta politica o strategica, mai va disgiunta da fattori economici e politici particolari. Cipro è una terra che, anche se contesa, è destinata tuttavia ad essere un punto d’incontro fra popoli e civiltà. Nelle sue città è nei suoi villaggi convivono 400 mila Greci, accanto a 89 mila Turchi, più circa 10 mila appartenenti ai gruppi etnici maltesi ed arabi, compresi i funzionari britannici. I Greci e i Turchi convivono senza aver mai dato luogo a fatti di intolleranza reciproca, nonostante esista fra loro una netta, diremo così, divisione territoriale, di. usi, costumi e tradizioni. Gli uni e gli altri sentono la dura realtà economica dell’isola. I Greci hanno proprie scuole e così pure i Turchi. I primi frequentano le proprie chiese, i secondo le moschee seza la minima intolleranza religiosa. Cipro è obiettivamente un punto d’incontro anche di interessi eco-nomico-commerciali. Ma da Londra le viene imposto soggettivamente un ruolo e un carattere che trasforma rincontro in vero e proprio scontro. Questo ruolo soggettivo, che nel passato le derivava dalla difesa dei traffici per l’India e le altre colonie inglesi attraverso Suez è • determinato, oggi, dal petrolio e dagli oleodotti del Medio Oriente. Furono, infatti, i traffici attraverso Suez a richiamare l’attenzione della Gran Bretagna sull’isola. Aperto nel 1869 il famoso canale che consentiva di raggiungere i mercati asiatici senza la lunga circumnavigazione dell’Africa, sorse per la Gran Bretagna il problema del controllo di questa arteria, vitale per il suo impero coloniale. Gii Ottomani, dominatori di Cipro dal 1571, non annettevano all’isola importanza alcuna in quanto essa non aveva risorse economiche: per i Sultani di Costantinopoli l’interesse per i domini non andava oltre le tasse e le spogliazioni delle popolazioni sottomesse. Così, sconfitti nella guerra di Crimea, i Sultani turchi non trovarono difficoltà, alcuna a cedere Cipro alla Gran Bretagna, che l’aveva richiesta quale compenso del suo appoggio alla Fran- cia, alleata nel conflitto alla Russia. Londra entrò così nel 1878 in posesso dell’isola, che divenne oltre che una base difensiva sul fianco più delicato della via’ per le Indie, punto di partenza per la penetrazione inglese nel Medio Oriente, allora dominato dai Turchi, proprio nel momento in cui lo sviluppo della scienza e della economia moderna dettero al petrolio, di cui quel settore era ed é ricchissimo, un valore predominante. Poi, la storia portò nel Medio Oriente alla caccia del petrolio altri capitali e altre influenze politiche :quelll delle compagnie americane, per esempio, determinando con una politica di estremo sfruttamento di quei popoli il risveglio della loro coscienza nazionale e sociale, assieme alle aspirazioni all’indipendenza. In questi motivi s’inseriva così la concorrenza fra il capitale, dando alla lotta per l’indipendenza dei popoli del Medio Oriente un carattere marcatamente antibritannico. I capitali concorrenti nella lotta per scalzare 11 monopolio inglese nei petroli del Medio Oriente si giovarono indubbiamente del «vada via lui, che ci vengo io»: i «dominatori» erano, gli Inglesi, pey cui la lotta di quei popoli si scatenno contro di loro, parallela-mente con la lotta che le compagnie petrolifere d’oltre oceano ingaggiavano contro le loro rivali di Londra. I risultati di questa lotta sono, oggi, quelli che sono: per la Gran Bretagna si riassumono comunque nella perdita del monopolio dei petroli arabi e persiani, nella perdita delle basi militari per il controllo di’ Suez, e persino, in certi casi, della grande rete dei propri oleodotti. Resosi indipendente l’Egitto e in lotta, ora, per la totale indipendenza gli altri popoli del Medio Oriente, la Gran Bretagna si aggrappa disperatamente a Cipro, divenuta avamposto estremo della sua strategia politica militare, almeno per la conservazione delle posizioni non ancora perdute nel Medio Oriente. Ecco per-chg, alla lotta dei Ciprioti per la propria liberazione nazionale Londra, risponde con la violenza delle repressioni. L. V. IL CERCHIO — Come sta Willings? — chiese Pair. —E’ già in via tìi guarigione; la ferita è solo superficiale — rispose l’altro. — In questo delitto, ciò che v’è di più chiaro è la premeditazione: il pugnale con il quale è stato colpito Willings gli è mancato proprio in questo pomeriggio e dopo che egli aveva lasciata sola la Drummond nella sua armeria per andare a prendersi un mantello. Egli crede che la ragazza lo tenesse poi nascosto nel manicotto, ed è facilissimo che sia così. Willings però, è molto reticente sugli avvenimenti - che avrebbero preceduto l’attentato. __ Ah? — fece Parr, incuriosito. E che sorta di stanza era . . . voglio dire, la stanza nella quale è quasi occorso . . • quello che è occorso? — E’ un piccolo salotto, molto grazioso, che comunica con quella che Willings chiama la sua «alcova turca»; è una meravigliosa riproduzione > di un elegante ambiente orientale, che deve averne viste di belline! Sul conto di Willings se ne raccontano di tutti i colori . . . Questa alcova è separata dal salotto solo da una tenda. E’ appunto presso questa tenda che egli è stato trovato disteso a terra. Parr non disse più nulla; pareva talmente immerso nelle sue meditazioni, che Yale credette che si fosse addormentato Ma l’ispettore non dormiva; tutt’altro. Egli pensava che di-sgraziamente, una volta di più, 'tutto il merito sarebbe andato al suo compagno; ma egli non gli invidiava questo onore. All’improvviso, e senza alcun nesso apparente col discorso che stavano facendo, disse non senza enfasi: dosi. — Pensavo ad una bugia, stupida, da nulla, che ha tentato di azzeccarmi qualcuno, di quale avrebbe dovuto stai-più attento a quello che diceva. Non volle spiegarsi di più e subito uscì per andare a portare a Sandro Beardmore le ultime notizie. __ Tutti i grandi delinquenti finiscono col perdersi per qualche insignificante errore di giudizio. Yale sorrise. __ Sì — disse poi — àn questo caso, un errore di giudizio c’è stato. Fu un errore l’aver voluto uccidere proprio il nostro amico Willipgs;. . . E’ un uomo che conta poco, direi. Ad ogni modo, per mio conto* sono lietissimo che non siano riusciti a fargli la pelle. — Oh, io non mi riferivo a Willings — disse Parr, alzan- Può parere strano, ma alla prima notizia dell’arresto di Anna Drummond, l’ispettore Parr aveva subito pensato a Sandro. Quel giovanotto gli piaceva, gli era simpatico molto più di quello che lo stesso Sandro potesse immaginare; ed ora comprendeva, molto meglio di Yale, tutto il dolore che egli avrebbe provato di fronte a questa nuova dimostrazione della colpevolezza di Anna. Quella mazzata, Sandro l’aveva già ricevuto: la notizia dell’arresto di Anna era già stata pubblicata tra le recentissime di un’ultima edizione, e Parr lo trovò in preda alla disperazione. — Bisogna che le procuriamo il miglior avvocato che si possa trovare — disse Sandro, quando si fù un poco calmato. — Bisogna anche . . . Ma, scusi, io non so se possa confidarmi con lei, singor Parr; perche lei, naturalmente, sarà nel campo opposto. — Naturalmente — rispose l’ispettore. — Nondimeno, potrei dirle che io pure, senza nemmeno sapere come la cosa sia avvenuta, ho finito per interessarmi un poco di questa Drummond. — Lei? — fece Sandro, stupito. — Come mai? Ma se io credevo ... — Eh . . . Cosa vuole? — disse l’ispettore. — Lei pensa forse che io abbia un sasso al posto del cuore? Ohibò Per me, un delinquente non è mai stato altro che un delinquente, e non ho mai provato alcun risentimento personale contro gli individui che mi è capitato di arrestare. Prenda Truland, ad esempio . . . Truland, l’avvelenatore che ho mandato alla forca: era il più affabile dei ragazzi che io avessi conosciuto, e non ho potuto a meno di mostrargli tutta la mia simpatia . . . — Per carità, signor Parr, non parli a questo modo! — esclamò Sandro, inorridito. —■ Come può associare l’idea della signorina Drummond con quella di un avvelenatore? Mi dica, piuttosto: crede proprio anche lei che ella possa essere una ispiratrice, una organizzatrice del «Cerchio Rosso»? L’ispettore Parr arricciò il naso. — Veda, caro signor Beardome ... — rispose gravemente ___fino a che questo affare del «Cerchio Rosso» non è liquidato, dobbiamo attendercene delle nuove tutti i giorni; e, per conto mio, io non mi stupirei nemmeno se mi venissero a dire che l’ispiratore o il capo del «Cerchio Rosso» é il nostro arcivescovo. Fin da quando ho incominciato queste maledette investigazioni, mi sono detto che mi dovevo tener preparato a credere che chi- unque: lei, Marei, l’Intendente di polizia, Leonardo Yale, Anna Drummond, poteva essere il «Cerchio Rosso». — E la pensa ancora così? — domandò Sandro con un amaro sorriso. — In tal caso, perchè non pensa che potrebbe essere lei? Parr, senza alcuna perplessità, dichiarò che anche questo era perfettamente ammissibile. — «Mammina» ritiene ... — incominciò. Ma Sandro l’interruppe, questa volta ridendo apertamente. — Quella sua nonnina deve essere una gran donna — disse. — E lei crede che si sia fatta un’opinione anche sul «Cerchio Rosso»? — Certo che se l’è fatta, e fin da quando si è udito del primo delitto — -rispose l’ispettore. — Ella, allora, ha messo il dito proprio sulla piaga, e potrebbe farlo ancora. Le mie migliori ispirazioni, creda, signor Beardmore, mi sono sempre venute da lei. Tutto quello che . . . S’interruppe. Sandro si divertiva, ma nello stesso tempo provava un po’ di compassione per quest’uomo il quale così poco tagliato per il mestiere che aveva scelto, probabilmente doveva solo a un’ostinata perseveranza da sgobbone i progressi invidiabili che aveva fatti nella sua carriera. D’altra parte, in tutte le amministrazioni ci sono individui che raggiungono i più alti gradi solo in virtù dell’anzianità. Ma quello che gli pareva per lo meno stravagante era che, in questo momento, mentre le teste più fini si scervellavano per trovare il bandolo dell’enigma del «Cerchio Rosso», questo povero diavolo non sospettasse nemmeno di rendersi ridicolo, discorrrendo sul serio dei consigli che aveva ricevuti da sua nonna . . . — E sua zia? — domandò Sandro. — Dovrei rinnovare la conoscenza con quella buona singora. — E’ andata in campagna — rispose l’ispettore — sono solo in casa. Al mattino viene una donna per la pulizia; ma alla sera non ci ho più nessuno . . . Non mi pare nemmeno più di essere in casa mia. Egli continuò ancora per un po’ a parlare dei suoi affari domestici, a Sandro lo ascoltava con sollievo; gli pareva che quei futili discorsi lo calmassero e lo divagassero un poco dal proprio dolore. Infine, sul punto di lasciarlo, Parr gli disse: — Domattina la Drummond comparirà dinanzi al tribunale di polizia, ma la seduta senza dubbio sarà rinviata . . . — E non c’è speranza di poter ottenerle la libertà provvisoria con una buona cauzione? —• chiese Sandro. — No — rispose l’altro. — Ella dovrà andare a Holloway; ma questo non le farà molto male. E’ una delle migliori prigioni della città, e forse ella stessa sarà con- L'UNIVERSITÀ' LUBIANESE NEI SECOLI Gli inizi dell’insegnamičiito superiore a Luibdama ràtiaiigono al XVi. secolo, al 'tempo della Kiioima piote,starate ie della Controrkarma ca.~ toliioa. Al fine di consolidare le posizioni dei cattolicesimo venne rondato nel 1595 a Luoiana, capitale allora dal ducai io della Camicia, un collegio di gesuiti particolarmente alttivo nella teologia e neila uio-soJEiia. Soppressi} l’órdine dei gesuiti nel 1773, Tinseginameeto delia ilo sofia e delia teologia vitame diretto dallo Stato e dopo una breve interruzione (1785—1791) riprese il suo- corso normale. Al tempo delle Provincie Illiriche di Napoleone l’imsegnamianto superiore a Lubiana si ampliò coin ia fondazione delie «Scuole centrali» (1810) e di una «Accademia» (ioli) che formavano quasi una Università. Ma con la nuova occupazione austrìaca 1 insegnamento superiore tu ridotto allo stato precludente il dominio francese. La rivolutone de. 1848 si ripercosse in due modi „ul-1 insegnamento superiore a Lubiana. Da un canto soppresse ogni scuola di carattere s’uperioie riservando qu'esr ’inaegnamen ..o labe città tedesche, ma dall’anru lece nascere 1 idea — che diverrà par.e del programma nazionale sloveno — di un Università a Lubi na. Gli Sloveni non poterono però oitifismcre la loro Universi à «e non dopo la caduta della monarchia u,.-3jro-ungaric,a e Tavvento dello Scoto unitario jugoslavo. Con una regge del luglio 1919 veniva fondata l'Università di Lubiana, formata di cinque Facoltà: teologia (cattolica romana), diritto, filosofia, tecnica e medicina. La Facoltà di medicina non era completa, non comprendeva che due anni preparatori e cominciò a funzionare in pieno soltanto alla vigilia della seconda guerra mondiale. Durante il conflitto IftäUftviit^ deli'Universiiità fu dapprima ridotta e poi del tutto ■soppressa. La liberazione fece rinascere anche l’Università lubianese, dandole vadìe possibilità di sviluppo. Fu così che la Facoltà di medicina venne completata; poi nel 1946 sorse la Facoltà di economia e l’anno seguente quelita d’agronomia. Nelle varie Facoltà sono oggi i-scritti 5500 studenti, mentre il corpo insegnante si comporne di 226 membri. Nonostante che negli ultimi anni il numero degli studenti si sia stabilizzato, c’è una leggera tendenza all’aumento. La Facoltà di •tecnica conta il maggior numero di iscritti, cioè il 40 pler cento sul totale. Seguono scienze e lettene con 1500, diritto' ed economìa con 1000, economia con 300 e medicina con 250. P. R. Solletico Due passerotti appollaiati su di un filo telegrafico stanno chiacchierando allegramente. Di un tratto uno di essi si scuote e incomincia a ridere. Cosa ti sta capitando? — domanda sorpreso l’altro. Niente; c’è un telegramma che mi sta facendo il solletico alla punta dei piedi. tenta di potervisi riposare un poco. — Perchè è stato Yale ad arrestarla? .Avrei creduto che toccasse a lei. — L’ho incaricato io — rispose Parr. — Egli ormai ha l’autorità di un vero ufficiale della polizia regolare; e siccome si era già occupato tutto il giorno della cosa, ho creduto bene di lasciarlo continuare fino alla fine. Come l’ispettore Parr aveva preveduto, all’udienza del tribunale di polizia il giorno dopo, il magistrato si limitò a pronunciare la conferma della legittimità dell’arresto, poi Anna fu rimandata in carcere. Il palazzo del tribunale era gremito di pubblico, e una gran folla, attratta dalla curiosità d’una imputazione così straordinaria, stazionava nelle strade adiacenti. Raffaele Willings non si sentiva ancora abbastanza rimesso da poter assistere all’udienza; ma intanto, aveva già mandato le sue dimissioni da ministro al Presidente del Consiglio perchè questi, il cui corrosivo frasario era leggendario, gliele aveva suggerite con una lettera che era riuscita a penetrare anche l’epidermide da ippopotamo del giovane parlamentare. Da quel momento, qualunque piega prendessero le cose, la disgrazia era certa; anche i sostenitori della sua politica non si sentivano di seguirlo fin li: egli aveva portata una ragazza, che per lui era quasi un’estranea, in una sua casa di campagna, e lo avevano accoltellato. La storiella non aveva nemmeno un lato sentimentale che ne alleviasse alquanto la volgarità; non gli rimaneva che da maledire la propria leggerezza. L’ispettore Parr si recò a visitare Anna Drummond in prigione, ma questa si rifiutò di riceverlo nella sua cella e insistette perchè il colloquio avesse luogo in presenza di una sorvegliante. Quando poi si trovò con l’ispettore nel nudo parlatorio, ciascuno seduto ad una delle estremità di un lungo tavolo, Anna gli spiegò le ragioni del suo rifiuto. — Lei mi deve scusare, signor ispettore, se non ho voluto riceverla nel mio appartamento, disse. — Ma anche lei sa quanti emissari del «Cerchio Rosso», giovani e di belle speranze, hanno incontrata una fine immatura, solo per aver lasciato penetrare dei poliziotti nelle loro celle . . . —Me ne ricordo uno solo — rispose l’ispettore, risentito — Sibly. — ... che è stato un tipico esempio di lingua lunga — aggiunse lei. Gli mostrò tutti i suoi denti in un affabile sorriso, e gli domandò : — E ora, che cosa le abbisogna da me? (Continua) CALEIDOSCOPIO I conti del fisco Un’impiegata statale che era finalmente riuscita ad ottenere un aumento di stipendio (da 2300 a 2400 dollari l’anno) festeggiò l’avveni-mento, ma poi si accorse che era stata soltanto un’illusione. L’aumento l’aveva fatta passare in un’altra categoria di contribuenti, facendo salire la trattenuta per le tasse. Lo stipendio netto quindicinale, prima dell’aumento, era di dollari 78,24. Dopo l’aumento fu di dollari 78.20. I Francesi secondo ringlese L’umorista francese Pierre Daninos ha inventato il personaggio del maggiore Thompson, che dice amare verità sui francesi. Fra le altre delizie di cui è pieno il libro del Daninos, che si intitola appunto «Il carnet del maggior Thompson»,- c’è questa.: «La Francia è divisa in 43 milioni di Francesi. E l’unico Paese del mondo nel quale, se si aggiungono dieci cittadini ad altri dieci, non si fa una addizione, ma una ventina di divisioni». Scuole così Una studentessa di un corso d’economia domestica racconta ai genitori di una lezione sul modo di fare i biscotti. — E vi permettono di mangiare quello che cucinate? — chiede la madre. — Ce lo permettono? — risponde la figlia. — Ci obbligano! — UN PROBLEMA INTERNAZIONALE LA LOTTA CONTRO GLI STUPEFACENTI impegna le polizie di tutto il mondo Negli ultimi dieci anni la lotta contro i più insidiosi delinquenti del mondo, gli spacciatori di stupefacenti, costituisce uno straordinario capitolo nella storia dell’opera svolta in ogni tempo dai custodi della legge. Dopo la Seconda guerra mondiale, quando le forze di polizia nel mondo si stavano ancora riorganizzando, i trafficanti internazionali di stupefacenti videro la possibilità di uno sviluppo dei loro affari. L’oppio ricavato dai campi di papaveri del Medio Oriente cominciò ad affluire in gran quantità nell’Europa occidentale, particolarmente in Francia e Italia, dove veniva trasformato in eroima per essere inviato sul ricco mercato americano a mezzo di marinai che facevano da corrieri. Nel 1948 tale traffico era divenuto il più grosso affare della malavita internazionale con un giro di molti milioni di dollari all’anno. Gli Stati Uniti d’America furono il territorio dove venne spacciato illegalmente la maggiore quantità di stupefacenti, nfentre il. numero dei toossicomani di quel paese aumentava paurosamente. Preoccupato di tale fatto il Dipartimento di stato americano ricorse a rigorose misure. Nel 1950 mandò a Roma un agente speciale, certo Charles Siragusa, di origine siciliana con il compito di far luce sul mistero. Con l’aiuto della Guardia di Finanza italiana, l’agente statunitense s’addentrò, tramite un piccolo gruppo di fidati informatori, nei meandri della malavita Verso la fine del 1950 era pervenuto già al bandolo della matassa: indusse con uno strategemma certo Car- TELESCRIVENTE PIU’ BASSE e meno comode saranno le automobili americane nel 1957. A tale decisione l’industria automobilistica americana è giunta per l’influenza della linea europea sull’opinione americana, che ne ha mutato i gusti e le esigenze. E’ inoltre allo studio la completa automatizzazione dei freni con l’ausilio del radar e la riduzione delle cilindrate. Ciò fa seguito a un abbassamento notevole della richiesta sul mercato automobilistico interno. Con queste innovazioni si vorrebbe rialzarne le sorti. A 48,122.000 ABITANTI ammonta la popolazione italiana a fine gennaio 1956, con un aumento di 170 mila unità rispetto all’anno precedente. Anche il movimento dei cittadini italiani verso l’estero ha denotato una notevole eccedenza degli usciti sugli entrati, ma tale eccedenza è ancora di molto inferiore al proporzionale aumento della popolazione, che però a giudicare dalle cifre sta segnando alquanto il passo. UN UOVO GIGANTE del peso di 170 grammi e del diametro di 19 centimetri è stato deposto da una gallina in una fattoria di Champs, presso Limoges (Francia). Oltre al tuorlo di grandezza normale, si trovava all’interno dell’uovo un altro uovo, col guscio ben formato di grossezza pur esso normale. pinetti a vendergli una grossa partita d’eroina. Ciò gli permise di fare una straordinaria scoperta. I saccheti d’eroina, ben confezionati, portavano impresso il nome d’una grossa fabbrica italiana di prodotti farmaceutici. Ulteriori indagini rivelarono che negli Stati Uniti molte bande di spacciatori erano rifornite da vari e ben noti distributori italiani di prodotti farmaceutici. Benché la fabbricazione e la distribuzione dell’eroina fosse sottoposta a disposizioni di legge severissime, ciò non veniva applicato con grande oculatezza, dato che il numero dei tossicomani, in Italia, era trascurabile. Si poteva pensare anche a potenti connivenze, per cui l’agente americano dovette procedere ulteriormente con grande cautela. Senonchè furono gli stessi spacciatori di stupefacenti a venirgli involontariarmen-te in aiuto. Un inviato della maggiore banda di trafficanti di New York, giunto in Italia per acquisti, fu visto incontrarsi a Milano con Joe Pici, braccio destro di un notissimo gangster . italo-americano, che, deportato dagli Stati Uniti a Napoli, controllava di là una considerevole parte del traffico di stupefacenti, diretti negli USA. Si venne poi a saperej che il fornitore di Pici era un commerciante milanese che era in relazione con qualcuno della Società distributrice di prodotti farmaceutici Schiapparelli di Torino. Quasi contemporaneamente l’attenzione dell’agente americano fu ' attratta da un altro malvivente venuto dagli USA in Italia, Frank Coppola. Perciò, quando un compratore all’ingrosso per conto di una banda di Detroit si presentò al quartier generale del Coppola, nei pressi di Palermo, la banda fu colta con le mani nel sacco. Agenti speciali seguirono ogni mossa dei malviventi, riuscendo a scoprire le fila dell’intera organizzazione. In ciò furono aiutati anche dal «concorrente» napoletano del Coppola, che fornì agli agenti informazioni preziose. Caddero così nella rete tutti o quasi gli spacciatori di stupefa- , centi in collegamento con il Coppola. Furono raccolte prove che una personalità assai nota nel campo dell’industria farmaceutica, Carlo Migliardi, uno dei dirigenti della Schiapparelli, aveva stornato nascostamente 350 kg d’eroina senza licenza governativa. Il quantitativo, dei valore di due milioni di dollari sul mercato nero di New York, era stato ceduto a un gruppo di distributori che l’avevano venduto a gangsters italo-ameri-cani. Il Migliardi venne arrestato nel 1952 e, successivamente condannato a 11 anni di carcere. Ebbe così termine l’attività degli spacciatori internazionali di stupefacenti in Italia. Per riempire il vuoto nelle vie d’afflusso degli stupefacenti, apertosi con la repressione della banda di spacciatori in Italia, le bande di trafficanti di Marsiglia, Parigi NEL DUEMILA Saremo giovani a 100 unni? Da quanto esiste l’uomo un problema assillante ne accompagna resistenza: quello della longevità. Ora, dopo migliaia d’anni sta per essere forse finalmente risolto. La scienza moderna ha respinto gli «elisir di lunga vita» dei fattucchieri, sperimentando sistemi meno empirici e più concreti. D’altra parte le statistiche mediche dimostrano che più il tempo passa e più l’uomo ha la possibilità di prolungare la propria esistenza: dal tempo dei Romani ad oggi la vita media dell’uomo è aumentata infatti di 50 anni. I più recenti studi ci dicono che l’uomo moderno vive in media fino a 65 anni. Tuto ciò è un effetto del progresso che la scienza medica ha compiuto nel tempo. Negli ultimi anni uno degli uomini, che ha più lottato per scoprire un farmaco che assicuri all’uomo la longevità, fu Voronov, un russo emigrato in Francia, che si rese famoso per la teoria sugli ormoni di scimmia. I risultati ottenuti dal Voronov non si possono dire in verità brillanti, tuttavia servirono a porre la medicina di fronte al problema. Voronov sosteneva che la decadenza senile delle scimmie fosse da attribuirsi alle ghiandole sessuali e in questa direzione indirizzò i propri studi. I primi esperimenti su individui umani furono da lui effettuati nel 1922 con il trapianto delle ghiandole di scimmia nel corpo di un vecchio settantenne, paralizzato dai reumatismi. L’operazione, durata parecchie ore, sembrò avere un effetto portentoso. In capo a una settimana il vecchio era già guarito completamente: lasciava il letto ed era in grado di muoversi liberamente, agilissimo e leggero come fosse ritornato -giovane. Ma bruscamente, dopo tre mesi dall’operazione, egli ebbe un collasso allarmante: ricomparvero tutti i sintoni della grave forma reumatica, che lo affliggeva prima dell’operazione, e morì. Tuttavia Voronov non si diede per vinto, però l’esito degli esperimenti da lui tentati ancora su altri soggetti, anche se non letale come nel caso del vecchio, fu sempre negativo. Infine sperimentò la cosa sul suo stesso corpo, dichiarando: «Vivrò sino a 120 anni», ma a 95 fu colto da paralisi cardiaca che lo uccise in pochi minuti. Con la sua morte crollava tutto il castello delle sue teorie. Scomparso Voronov, un altro scienzato russo, Alessandro Bogo-moletz si assunse il compito di continuare l’opera, partendo però da altri presupposti. Egli enunciò infatti la tesi secondo cui la vita umana verrebbe sensibilmente prolungata con la conservazione del-- l’efficienza del tessuto connettivo. Il tessuto connettivo è lo strato che avviluppa interiormente ed esteriormente ogni organo del corpo umano. Le funzioni del tessuto connettivo sono svariate e, secondo Bogomoletz, la sua degenerazione precede e provoca quella degli organi che racchiude. Dopo dieci anni di studi trova un siero che, sempre secondo lui, dovrebbe opporsi a questa degenerazione. La scoperta solleva molto scalpore: iniettato nella migliaia di feriti che ogni giorno affluiscono nelle retrovie dei fronte di Stalingrado, li guarisce rapidamente, sollecitando la cicatrizzazione - delle ferite e provocando un tale vigore fisico che, dopo soli 15 giorni, i soldati possono riprendere il proprio posto sul fronte di combattimento. Bogomoletz riceve gli onori ufficiali, mentre la stampa Io definisce «il grande vincitore della guerra». Ma il siero non può far nulla contro la vecchiaia. Al termine della guerra l’Accademia delle Scienze deil’URS, in un riesame delle teorie di Bogomoletz, ne dichiara pubblicamente l’insuccesso. Ormai stanco ed avvilito, lo scienziato tronca le ricerche e muore improvvisamente a 74 anni nel ■ 1946. Sembra però che gli scienziati russi siano effettivamente destinati a insistere nella battaglia contro la morte. E’ infatti ancora un russo che in questi ultimi anni si sforza di risolvere il drammatico problema: Vladimiro Filatov. Nei suoi studi ha scoperto che i tessuti, conservati per qualche ora in frigorifero si rivelano stimolanti di grande valore, per cui, messi a contatto con la carne viv-a ne accelerano la guarigione. Filatov afferma che, impiantati nel corpo di un vecchio, essi hanno un eccezionale potere tonificante, attivando tutte le funzioni vitali: il cuore batte con assoluta regolarità, il sangue ritrova nelle arterie e nelle vene la sua naturale cadenza, lo stomaco digerisce normalmente. La scienza medica è tuttavia an-coroa sciettica nei riguardi delle teorie di Filatov. Si pensa, infatti, che il beneficio dell’impianto dei tessuti abbia un valore effimero, poiché l’organismo umano finirebbe per espellere i corpi estranei che si rifiuta di- assimilare, esaurendo in questa funzione negativa ogni risorsa di energia. Ancora la scienza non ha risolto, quindi, il problema del prolungaménto della vita. Tuttavia c’è una speranza per l’avvenire, confortata appunto dal fatto che in questo senso si lavora assiduamente e che molto ormai s’è fatto par avvicinarci alla meta. e Le Havre, :n Francia, intensificarono la loro attività. Gli agenti del Dipartimento di stato americano si trovarono perciò di fronte ad altri ardui compiti. Con uno stratagemma ed eseguito dall’Ufficio narcotici di New York si allacciarono le fila del collegamento delle bande di spacciatori francesi con quelle americane. Si scoprì che il capo dei trafficanti francesi era certo Marius Ansaldi. Questi però avvertì il pericolo e scomparve dalla circolazione. Il fatto però mise in allarme la polizia francese. La sezione speciale della polizia parigina, addetta alla lotta contro gli stupefacenti, scoprì che certo «Monsieur Marius», che frequentava un certo bar di Montmartre, il quartiere elegante delia capitale francese, poteva essere l’Ansal-di. Perciò si provvide a pedinare ogni frequentatore del bar, ma non si riuscì a trovare il misterioso personaggio. Tuttavia ad attrarre l'attenzione degli agenti fu una bella ragazza dai capelli rossi, assidua frequentatrice del locale, che senza alcun reddito apparente possedeva un bell'appartamento in città, una villa in campagna e una lussuosa auto fuori serie, li pedinamento cui venne sottoposta rivelò che la ragazza comprava forti quantità di anidride acetica, una sostanza chimica che serve a trasformare una buse di morfina in eroina. Poi. un giorno un agente la vide incontrare un uomo che egli riconobbe: Marius Ansaldi. (Continua) 50 pesos per Tpiropo Non sono cercatori fra le immondizie questi uomini. Mentre, infatti, Parigi dorme, una folla di lavoratori notturni convoglia giornalmente nei magazzini delia capitale francese tonnellate di verdure, destinate a riempire il capace ventre della città. Gli uomini di Buenos Aires sono maes.ri del «piropo», cioè delle galanterie che rivolgano ad ogni bel la ragazza 'incontrata per la strada. In passato avevamo anche l'abitudine dii accompagnare il complimento con un pizzicot'o. Quest'ul-timu usanza, tuttavia, va scomparendo, giacché il Governo ha stabilito che una ragazza molestata in tal modo può chiamare un vigile che condurrà il «piropead'or» in prigione e gli infliggerà una multa rii 50 pesos. Questa disposizione del Governo ha dato origine a una st:j-riella che diverte molto Una giovane maestra di scuoia, in viaggio di piacere in Argentina, era stata avvertita dall'agenzia di viaggio di quel che le poteva accadere in strada e del modo di difendersi. E infanti, mentre guardava Je vetrine lungo la Calle Florida, udì una calda voce maschile che io sussurava all’orecchio dei complimenti e sentì affibbiarsi un pizzicotto. Si girò su sé stessa con il viso in fiamme e, nied suo spagnolo scolastico, diss'e: «Senor, vi piacerebbe pagare 50 pesos?»- «Senorita — rispose il dongiovanni inchinandosi ed offrendole il braccio — lo farò con molto piacere». * In cerca di soprammobili antichi ria aggiungere alla sua collezione di pezzi rari, un tale entrò un giorno nel negozietto di Sam Cohern dove di tanto in tanto faceva qualche ' affare. Non trovando nulla che gli piacesse stava per andanslene quando notò un gatto che leccava il latte da un piattino. Un'occhiata gli disse che ü piattino era un pezzo di inestimabile valore. Sperando che il padrone del negozio non se né rendesse conto, disse: «Che bel gattino. Volete vendermelo?» vv — Ve lo dò per cinque dollari. Gli dette i cinque dollari, mise il gatto sottobraccio e aggiunse: — Prendo anche piantino. Il gatto forse s’è abituato a mangiare lì dentro — — Oh, no — disse Sam. — Il piattino non posso darvelo — — Bè, allora ve lo compro — — Oh, no — disse ancora Sam. — Non posso venderlo — — Ma è ridicolo. Perchè non potete vendere questo vecchio piattino? — — Perchè — rispose Sam, — con quel piattti.no ho g,ià venduto 139 gatti — Marion Brando polemico Marion Brando ha fatto una sosta a Singapore in attesa di riprendere il viaggio per Tokio per la lavorazione del film «Sala da tè deila luna d’agosto». Avvicinato dai giornalisti, il noto attore 'ha sparato una bordata contro quella stampa di varietà ci-nematogorafica che da tempo lo punzecchia per le sue «eccentricità». «Tale stampa — ha detto l’attore — è la spazzatura di Holliy-wood, contro la quale la legge americana sulla diffamazione non - offre alcuna difesa». CICLI MARCON Trieste via Pietà 3 0 Biciclette da L. 8.000 in poi. 0 Ciclomotori da L. 45.000. Vendite rateali Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. »JADRAN« Capodistria LA DOMENICA CALCISTICA DELLE COMPAGINI JUGOSLAVE CAMPIONATO REPUBBLICANO SLOVENO Fruttuose trasferte FELICE INIZIO nella pausa di campionato delle squadre istriane Approfittando della sospensione domenicale del campionato jugoslavo- di prima lega, le maggiori squadre leader -non hanno perduto l’oc-casiiicme di svolgere un’intensa attività imtamazianiale che, in fondo, potrà più nuocere che essere di qualche utilità. Tulite si sono, infatti, sottoposte a programmi troppo gravosi. Tre incontri in sei giorni, con un’aggiunta di migliaia e migliaia di chilometri in treno e aereo. Il programma più impegnativo è Stato senza dubbio qulello del Partizan, che ha incontrato mercoledì scorso aid Amserdam niente meno che la nazionale olandese, fresca del successo ottenuto contro la formazione dei campioni del mondo germanici. In questo incontro il Bartizan ha fatto vedere ancora. una volta tutta la sua classe, impartendo ai nazionali olandesi una lezione di tecnica, che verrà da loro ricordata per un pezzo. Guidati da un Bobek ritornato alla forma superlativa disi giorni migliori (sente forse Podore della maglia nazionale per il prossimo incontro con Lungheria) gli attaccanti belgradesi hanno fatto saltare la porta olandese per- ben tre volte: due con Bobek ed una su autorete. Assieme a Bobek, si è fatto valere pure il terzino Belin, ritornato alle sue condizioni di forma normali, mentre al di sotto delia propria fama è sitato Milutinovič, controllato del reisto continuamente da ben due angeli custodi. Dopo la grande impresa di Amsterdam, dl Partizan s!i è portato in Germania, dove però, contro il Kai-s erläutern, non è riuscito ad andare oltre il risultato di parità: 3:3. La Dinamo ha giocato le sue prime due partite in Scozia ed in Olanda. A Glasgow, contro la formazione campione del Scozia, Rangers, davanti ad oltre 50.000 spettatori, i compagni di Horvat hanno pareggiato l’incontro per 3:3, pur essendo stati superiori. Sabato, invece, si erano fatti battere in Olanda dal- della FIFA per rappresentative di calcio juniores, al quale hanno presso parte sedici squadre in rappresentanza di Ungheria, Germania Occidentale, Bulgaria, Inghilterra, Polonia, Jugoslavia, Austria, Romania, Italia, Francia, Saar, Belgio, Cecoslovacchia, Germania Orientale, Grecia e Turchia. Com’è noto, il torneo, a partire dall’anno scorso, si disputa a formula indicativa. Alla fine non viene perciò proclamata la squadra che dovrebbe fregiarsi del titolo di campione del mondo. Anche quest’anno le squadre sono state divise in quattro gruppi. Ognuna è tenuta a disputare tre incontri, senza che al proposito venga compilata una classifica ufficiale. La nostra rappresentativa, sorteggiata nel secondo gruppo assieme a Polonia, Romania e Austria, ci ha dato una delusione, anche se al momento di andare in tipografia non abbiamo ricevuto il risultato del terzo incontro Jugoslavia—Polonia, e pertanto non possiamo dare un giudizio definitivo. La nostra nazionale, che ha chiuso in parità (1:1) rincontro con la Romania e perso (1:0) l’incontro con l’Austria, ha messo in rilievo il male cronico, che da anni trava- gliava un tempo la nostra rappresentativa nazionale: la mancanza di efficacia nel tiro a rete. Al torneo della FIFA è successo lo stesso. In ambedue gli incontri, forse ancor più in quello perduto con l’Austria, i giovani calciatori jugoslavi sono stati superiori ai propri avversari, ma non sono riusciti a tramutare in goals la loro superiorità. Negli altri gironi le migliori rappresentative sono state quelle di Ungheria, Italia, Francia e Cecoslovacchia. L’Ungheria ha terminato il proprio turno di gare imbattuta, con due vittorie ed un pareggio contro la Germania Occidentale. Francia e Italia, ambedue appartenenti al terzo gruppo, hanno vìnto due incontri e perso uno. Nell’incontro decisivo, la Francia ha battuto l’Italia per 1:0. La Cecoslovacchia si trova al comando del quarto gruppo con una vittoria sulla Grecia ed un pareggio con la Germania Orientale. Al momento di andare in macchina abbiamo appreso che l’incontro svoltosi nel pomeriggio fra Jugoslavia e Polonia è terminato alla pari, 1:1. I RISULTATI Grafičar — Ilirija 3:1 Krim — Tabor 3:1 Triglav — Slovan 4:0 Isola — Postojna 3:2 Capodistria — Mladost 4:0 LA CLASSIFICA Grafičar 10 8 2 0 35:13 18 Krim 10 7 2 1 25:6 16 Triglav 10 5 2 3 33:10 13 Ilirija 10 5 0 5 24:23 10 Mladost 10 4 2 4 14:16 10 Slovan 10 4 0 6 15:19 8 Isola 10 3 2 5 17:23 8 Capodistria 10 3 2 5 16:42 3 Postojna 10 2 1 7 23:29 8 Tabor 10 1 2 7 14:24 4 Capodistria - Mladost 4:0 (3:0) CAPODISTMA: Kravos, Turčino-vić, Omahen, Gombač, Santin, Ver-. čon, Vatovec, Benčič, Bertok G., Hočevar, Kavalič II. MLADOST: Mozetič, Čufar, Ažman, Načefat, Bajželj, Košnik, Jo-cif, Uršič, Dermota, Dornik, Eržen. ARBITRO: Logar di Lubiana. MARCATORI: al 10’ Kavalič II., al 15’ Bertok G., al 30’ Vatovec e al 65’ Benčič. CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO — SERIE A SI LOTTA IN CODA per la salvezza dalla retrocessione I RISULTATI Torino — Fiorentina 0:1 Milan — Genoa 3:2 Lazio — Internazionale 2:2 Bologna — Napoli 3:1 Padova — Roma 2:0 Sampdoria — Spai 3:1 Pro Patria — Triestina 1:4 Novara — Lanerossi (giocata sabato) 2:0 l’Enislchiedie per 2:1. LA CLASSIFICA Migliore la prestazione della Cr- Fiorentina 25 16 9 0 44:12 41 vena zvezda e déll’Hajduk. Ambe- Milan 25 13 6 6 55:33 42 due le squadre, impegnate in Sviz- Inter 25 13 4 8 48:28 30 zera e Cecoslovacchia, hanno vin- Padova 25 12 3 10 34:32 27 to nettamente, i loro primi incon- Sampdoria 25 9 9 7 37:39 27 tri contro formazioni che hanno Atalanta 25 10 6 9 46:42 26 un nome din ambito intemazionale. Spai 25 9 8 8 32:31 26 La Crvena zvezda ha battuto a Lo- Roma 24 8 9 7 32:31 25 sanna la rappresentativa cittadina Juventus 25 '6 13 6 22:27 25 per 4:2, grazie alla penetrabilità Lazio 24 7 19 7 34:31 24 delFattaceo, del quale. il solo To- Triestina 25 8 8 9 20:30 24 plak, centroattacco, non è riuscito Genoa 25 9 5 11 39:40 23 a segnare. Torino 25 7 9 10 20:26 23 L’Hajduk invece, impegnato a Lanerossi 25 7 9 10 20:26 23 Praga nel torneo intemazionale a Napoli 25 7 8 10 35:38 22 quattro, ha battuto la formazione Bologna 25 8 5 12 47:44 21 dello Spartak Sokolovo per 5:2, Novara 25 6 9 10 29:32 21 grazie alle reti segnate, due per Pro Patria 25 1 6 18 19:74 8 da Zanetié. Oggi il Hajduk incontrerà .nella finale lia Dinamo di Mosca, che domenica ha battuto la formazione s'vedeisie del Goteborg per 3:1. Meno fortunata è sitata la trasferta del BSK battuto a Sofia dal CDNA per 1:0 e dalla Dinamo per 3:2 e dello Spartak, battuto a Bratislava dallo Slovan per 1:0. Picche anche per il troppo ambizioso Vardar di Skopje, che è stato sconfitto sul proprio campo dalla nota formazione ungherese, Va-šaš per 5:2. TORNEO DI BUDAPEST Inferiore al previsto la prestazione jugoslava Mercoledì scorso ha avuto inizio in Ungheria il preannunciato tradizionale torneo internazionale Atalanta — Juventus 1:1 (1:1). — La partita é stata vivacissima ed a fasi alterne, avendo rinunciato ambedue le squadra a qualsiasi espediente tattico. Nel complesso il risultato rispecchia l’equilibrio dei valori in campo. Reti: Bartolini per la Juventus al 17’ e Sabattella per l’Atalanta al 18’. Bologna — Napoli 3:1 (2:0). — Il Bologna aveva battuto l’ultima volta il Napoli il 24 settembre 1950. Il successo odierno acquista un valore particolare, perchè conquistato da una squadra che si batte nelle ultime posizioni della classifica. E’ stata una chiara vittoria, ottenuta in virtù del miglior gioco. Ha aperto la segnatura Pivatelli al 16’ del primo tempo, raccogliendo di testa un calcio di punizione battuto da Pascutti. Il Bologna raddoppiava il vantaggio al 36’, con una rete realizzata da Pozzan nuovamente su calcio di punizione, battuto stavolta da Pivatelli. Nella ripresa al 21’ terza rete del Bologna con Pivatelli che sfruttava un traversone di Bonifaci. Il Napoli ha ottenuto la rete della bandiera al 34’ con un forte tiro di Vitali da fuori area. Lazio — Internazionale 2:2 (1:0). — Il primo tempo si chiudeva con una rete della Lazio, realizzata da Burini su calcio di rigore al 18’. Nella ripresa Selmosson segnava ancora per la Lazio al 19’. L’Inter realizzava un rigore con Armano al 26’ e pareggiava ad un minuto dalla fine con Vonlanthen. Milan — Genoa 3:2 (2:0) — Il Milan, andato in vantaggio sin dal primo minuto e ottenute successivamente altre due reti, ha visto rimesso in gioco il risultato sul finire della partita, avendo il Genoa segnato due punti nell’ultimo quarto d’ora. Al 1’ di gioco la prima rete milanista: un tiro di Dal Monte è stato deviato da Delfino, rendendo vano il tuffo di Gandolfi. Autorete. Al 22’ lo stèsso Delfino nel tentativo di sottrarre una palla alta a Ricagni ha inviato ancora nella proprio rete mentre, il portiere rosso-blu stava uscendo. Al 30’ il Genoa ha accorciato una prima volta le distanze per opera di Friz--zi e, quattro minuti dopo, lo stesso Frizzi, con tiro a volo, ha segnato la seconda rete. Padova — Roma 2:0 (0:0. — Nel primo tempo le opposte difese hanno sempre avuto ragione degli attacchi poco incisivi. Nella ripresa i bianco-rossi locali sono riusciti a superare la Roma, malgrado l’inferiorità numerica per un infortunio a Parodi. La prima rete un po’ fortunosa è stata segnata da Bonistal-lì al 18’. Due minuti dopo seconda rete su azione di contropiede di Stivanello che, fuggito solo verso la porta dei romanisti, ha segnato con facilità. Triestina — Pro Patria 4:1 (1:1). — La Pro Patria non ha potuto reggere che per i primi 50 minuti di fronte ad una Triestina veloce e sbrigativa. I bustesi sono andati in vantaggio su punizione di Fra- scoli. Pareggio dei triestini al 16’ con un gol di Szoke che ha .girato nell’angolino un passaggio di Dorigo. Nella ripresa, al primo contropiede, goal alabardato al 12’ con un tiro secco di Brighenti. I triestini hanno in seguito attaccato ancora ed hanno segnato al 34’ con Žaro e al 36’ con Dorigo. Sampdoria — Spai 3:1 (2:1). — Malgrado la grande combattività della Spai, la Sampdoria ha riportato un netto successo, grazie alla prontezza del rientrante Firmani nello sfruttare le occasioni favorevole. E’ stata una partita brillante, sopratutto nel primo tempo, mentre nella ripresa il gioco ha alternato momenti di vivo interesse a vuote pause. La Spai ha attaccato a fondo nei primi 20 minuti, ma ha sbagliato al 18’ una facile occasione con Novelli. Ai 22’ ha invece segnato la Sampdoria a seguito di una punizione tirata da Tortul e respinta a terra da Bertocchi che non è riuscito a trattenere la palla sulla quale é intervenuto Firmani, segnando. La Spai ha pareggiato al 35’ su calcio di rigore concesso per fallo di mano di Agostinelli e realizzato da Viney. Al 44’ Firmani ha riportato in vantaggio i blu-cerchiati, dopo un’azione provocata da una punizione tirata da Tortul. Al 20’ Firmani, avuta la palla da Ronzon, ha segnato la terza rete. Fiorentina — Torino 1:0 (1:0). — La Fiorentina ha colto una vittoria che non le è riuscita facile. Infatti, pur dimostrando maggiore organicità di gioco, i fiorentini raramente hanno potuto dominare per la tattica prettamente difensiva del Torino. La Fiorentina, invischiata da questa tattica, ha potuto segnare solo allo scader del primo tempo. La rete è avvenuta proprio verso il 45’ di gioco su un attacco viola dalla destra, iniziato da Chiappella e sviluppato da Gratton il quale riusciva a inviare il pallone a Montuori che, raccolto il passaggio con prontezza, lo metteva imparabilmente in rete. CAPODISTRIA, 1 — Nella prima uscita del girone di ritorno del campionato repubblicano sloveno il Capodistria ha riportato una sonante vittoria sugli ospiti della Mladost di Kranj. I padroni di casa, partiti subito all’attacco, passavano in vantaggio al 10’ con Kava-lič II. che, intercettato di testa ii pallone, respìnto da un difensore su calcio d angolo, lo spediva di precisione in rete. Dopo appena cinque minuti Bertok G. raddoppiava il punteggio, sfruttando generosamente un allungo di Turči-novič. Gli ospiti, punti sul vivo, cercavano di reagire, contrattaccando con energia, arginati peraltro egregiamente, nelle loro alquanto disordinate folate offensive, dalla salda retroguardia capodistriana. 11 gioco si faceva poi alterno fino alla mezz’ora, quando Vatovec, a conclusione di un’azione personale, insaccava nella rete del pur bravo Mozetič il terzo pallone. La susseguente debole reazione degli ospiti non approdava a nulla, limitandosi i capodistriani a ben controllare gli avversari senza scoprirsi troppo sino alla fine del primo tempo. La ripresa era meno interessante. I padroni di casa, ormai paghi del successo rallèntavano ancora il ritmo del gioco e gli ospiti, di conseguenza potevano farsi a tratti più aggressivi, senza tuttavia riuscire a raccorciare le distanze. Era invece il Capodistria a segnare con Benčič il quarto e più bel goal della giornata su azione di linea, consolidando così il già largo margine di vantaggio. Da questo momento l'incontro non ha più storia. I padroni di casa, soddisfatti del punteggio, guarnivano la difesa per e-vitare spiacevoli sorprese, controbilanciando, per lo più su contropiede, la leggera superiorità terri-torale degli ospiti a metà campo. Isola - Postojna 3:2 (1:1) ISOLA: Fabjančič, Sorgo, Bonoje-vič, Sosič, Karačić, Lenardič, Babič, Degano, Cerne, Norčič. POSTOJNA: Kastelec, Sosič, Blažič, Babuder, Bizjak, Nedok, Urh, Križman, Korpar, Martinov, Posega. ISOLA, 1 — Contrariamente ai ®ronostip,( lìumdfici isolano ha Vinto il primo incontro del girone di ritorno del campionato repubblicano contro ila formazione del Postojna, La vittoria delia squadra isolana è tanto .più preziosa ed importante, in quanto ottenuta coin soli dieci uomini, ridotti a nove poi per tutta durata della ripresa, quando Babič ha dovuto uscire del campo per un incidente: Sono stati gli ospiti però ad andare in vantaggio per primi ali’8’ del primo tempo con Posega, il quale, approfittando di un grossolano errore di Borojevič, poteva Segnare con facilità. Dopo che Norčič al 17’ colpiva la traversa, risola pareggiava al 20’: su tiro dalla bandierina Degano si faceva luce in area e, fra una selva di gambe, pareggiava. gelila ripresa l’Isola si portava in vantaggio al 4’ con Cernie, ma quattro minuti più tardi il Postojna pareggiava, complice il portiere isolano, che si lasciava sfuggire dalle mani il pallone, inviatogli da Posega. Sul 2:2, e precisamente al 20’, il Postojna fruiva di un calcio di rigore, ma questa volta Fabjančič si faceva perdonare 1 '.errore precedente e con unio stupendo volo parava il tiro di Nedok. L’Isola segnava al 24’. la rete della vittoria su rigore con Norčič.