/ Anno I. limiterò S« Capoclistria, 13 novembre 1918. Un numero cent. £©. Inserzioni: per og-ni millimetro di colonna larga 67 mm.: Avvisi commerciali f>0 cent. Avvisi mortuari, comunicati di banche, partecipazioni matrimonio o di fidanzamento 100 cent. Notizie nel corpo del giornale 100 cent. Avvisi economici (collettivi) centesimi 8, 10, e 14 la parola a seconda della rubrica ; in carattere marcato iì doppio, in marcatissimo il triplo. Pagamenti antecipati. Telefono No. 40. Redazione e Amministrazione: Stabilimento Tipografico Nazionale CARLO PRIORA - Capodistria. Telefono No. 40. Ufficio di pubblicità: Libreria LONZAR - Capodistria. Telegrammi: „Istria Redenta" - Capoclistria. Ufficio di pubblicità: Libreria LONZAR - Capodistria. Il crollo delle potenze centrali {dui 5 éì 12 novembre.) La rivoluzione incominciata il 5 corr. a Kiel è già dilagata in tutta la Germania. Gli ufficiali sono disarmati e i socialisti indipendenti assumono il potere. 1 socialisti maggioritari ne approfittano per minacciare di uscire dal Governo neL caso i responsabili della conflagrazione mondiale non si ritirino immediatamente a vita privata e così il 9 corr., ossia nello stesso giorno in cui i primi mandano l'ultimatum al cancelliere, Guglielmo e il principe ereditario Federico Guglielmo abdicano, e in Baviera si proclama la repubblica. Truppe itamne accolte ovunque col massimo entusiasmo, proseguendo i movimenti deri®niti dalle clausole dell'armistizio, occuparono già il passo di Re-sclien. I serbi marciano su Saraievo. - Centomila austro-ungarici sono stati sbaragliati fra Mostar e il confine montenegrino. - GÌ' inglesi, su domanda del governo ucraino sono entrati a Odessa. II governo ungherese 'permise bensì ai' 200.000 uomini dì Mackensen, che si trovavano sul Danubio, di attraversare l'Ungheria, però senza armi. Una grande parte della flotta da guerra austriaca e precisamente due dread-nought, una corrazzata, tre incrociatori, 10 cacciatorpediniere, 12 caccia torpediniere d'altro tipo, un posamine e 15 sottomarini, è passata, giusta le condizioni dell' armistizio all' Intesa, che vi ammainò la bandiera iugoslava, issando la bandiera italiana a poppa e inglese sull'albero di maestro. La città di Pola col porto e fortezza fu occupata da nna squadra italiana comandata dall'ammiraglio Cagni. Il Re e il generale Diaz arrivarono a Trento e a Trieste (10 nov.). L'ex re di Baviera, Lodovico, dopo la proclamazione della repubblica, è fuggito in Svizzera. Anche a Berlino è scoppiata la rivoluzione. Le truppe italiane avanzano verso il Brennero ; i Rumeni occupano la Tran-silvania. L'Ungheria riconosce lo Stato .jugo slavo e conchiude 1' armistizio. (Fino alle ore 20 non ci giunsemaltre notizie.) Che cosa farà ora V imperatore per grazia di Dio ?- dove fuggirà ? Dice bene Passigli «.I nemici gli si serrano contro come un' ondata travolgente di ira. E' la marea di tutti, i morti che egli à immolalo, di tutti i vivi che ha indignato, di tutte le 'peccate che egli à accumulato. Nella notte terribile in cui tutto gli vacilla intorno di tra i rugghi della tempesta, arde fatale la fiaccola della rivoltolone, segnando nei cieli una sola parola: Vendetta!» Così finisce V uomo che alla sua sfrenata ambizione immolò milioni di uomini e miriadi di valori materiali e morali. Così la Germania non potrà più minacciare i popoli e le civiltà più superbe del mondo. Sconfitta irreparabilmente essa ha dovuto firmare (10 c.) l'armistizio alle condizioni volute dall' Intesa, e adagiarsi all' occupazione dell' Alsazia-Lo-rena da parte di truppe dell' Intesa. E poiché le sconfitte dei re briganti, incorreggibili despoti all'interno e barbari assalitori all'esterno, sano vittorie dei popoli, ficco infrante definitivamente,- in Germania, come in Austria, le infami catene del servaggio. Abbassali gli stendardi dei tiranni, i ciltàdini inalzano i propri vermigli orifìamraa ; la Marsigliese risuona tre menda, solenne, incantati'ice; i fratelli, i compagni convenuti in fìtte schiere portano in trionfo Liebknecht e Adler. E Garibaldi sorride dal cielo, giacché vede compiersi il santo vaticinio. «Sulla libera bandiera splende il sol dell'avvenir» . sbarazzato il terreno dalle odiose ingiustizie nazionali, riprenderà il suo corso naturale la lotta per la redenzione sociale. Quando vi sarà dalo, o lavoratori dei cani/pi. del mare e delle fabbriche, di rciU,i.eroi dallo sfruttamento capitalistico.? A quando la soluzione definitiva della gran causa d#l riscatto ? Dipenderà molto da ciò che voi stessi farete. Protestare■ che non si vuol abbandonare un Governo per passare sotto di un altro è da sciocchi. Scusate, compagni; non b alcuna intenzione di offendervi. Non sta nella mia indole. Affermare come voi faceste, o isolani, è come dire che non passa nessuna differenza sensibile fra il Governo di Guglielmo e quello di Wilson; che vi è indifferente dover trattare con un connazionale o con un forestiero, con un tedesco, o con un italiano. La repubblica: verrà quando sarà matura; come la ciliegia nel mese di maggio, e V uva nel mese di settembre. Perchè non in gennaio la prima e in maggio la seconda? E' facile negare, distruggere; il diffìcile sta nel fare e fare bene. Che cosa facevan gli anarchici, mentre P avvi Liebhnecht tumultuava sulle piazze, e Federico Adler ammazzava lo Sturgh ? Perchè se ne sono stati mogi mogi, anziché far le barricate per il trionfo della repubblica? Ma una bella notizia ci giunge da Isolai appena i fratelli ebber visto i fratelli, molti pregiudizi e rapite apprensioni si dileguaron come nebbia al vento, non poche lagrime' inumi-diron le ciglia degli avversari più indomiti. Non ve l'avevo detto., amici, in quel comizio sotto il Palazzo municipale ? a. b. Corsie fu liberata Capodistria. Mandano da Trieste al «Corriere della Sera», in data 6 novembre. «Capodistria, la patria di Nazario Sauro, è stata liberata la mattina del 4. Due torpediniere italiane presentatesi nel piccolo porto vi sbarcarono pattuglie di bersaglieri e di carabinieri. La graziosa cittadina fieramente italiana salutò i liberatori con feste affettuose. Il porto, le strade, le piazze, le case erano tutto un palpito tricolore e le banchine e le strade erano affollate di popolo plaudente. Il podestà avvocato Nicolò Belli col Consiglio andò incontro ai soldati. Si formò un corteo che si recò al Palazzo del Comune dove il capitano di vascello Dentice, Che aveva comandato lo sbarco, celebrò il patriottismo di Capodistria, le grandi vittorie d'Italia e dei nostri Alleati, e esaltò il valore degli eroici figli di Capodistria : Nazario Sauro, Ernesto Grammaticopulo, Pio Diego Gam-bini. La folla elettrizzata proruppe in grida di eyviva all'Italia, all'esercito, al Re. Il podestà rispose esprimendo la riconoscenza senza limiti della gente di Capodistria verso l'Esercito e la Marina italiana che hanno saputo farla ritornare nella famiglia italiana. Questa riconoscenza venne poi espressa ^nche in telegrammi all'ammiraglio Thaon di Revel e al ministro delia Guerra, Zupelli, che è nativo di Capodistria.» Zupelli. 'Riceviamo, colla preghiera di pubblicarli, i seguenti versi di un vegliardo cieco, il farmacista Prendini, che dopo 60 anni torna per la prima volta in chiesa 1' 11 novembre per celebrarvi la festa della Nazione. Per l'indipendenza fervefa lotta al Ticino Allorquando in «Egida» nacque un bambino Era il Zupelli, figlio al professore. Ei crebbe forte e bello come un fiere. Quando a sett' anni cominciò a studiare, Ancor tuonò il cannone in terra e in mare! Influir le due età sul suo destino! Che a lui nulla inceppò sul suo cammino. In Libia egli tra i primi fu l' eguale Tanto da esser promosso generale! Ora che Marte tutto il mondo atterra L'Italia lo chiamò ministro della guerra. E il suo loco natio ne va superbo E tiene il nome suo gelosamente in serbo. Capodistria, li 14 ottobre 1915. P. Prendini. Un cotidiano socialista a Capodistria. Il «Lavoratore» di Trieste nel dar l'annunzio che sotto la direzione del comp. prof. Bondi si pubblicherà a Capodistria un cotidiano socialista dal titolo «L'Istria redenta», scrive: