Associazi&ie annua Corone 10. Stati dell' L'nione-postale Corone 12. Semestre in proporzione. I manoscritti non si restituiscono. Redazione ed Amministrazione: Scrittoio della Tipografia Cobol & Priora. „ E G fi D A Oiornale commerciale, industriale, agricolo e politico. 44 Volere è potere. Lkssona Si pregano i nostri abbonali a coler versare il prezzo d'abbonamento quanto prima possibile, e aio per [aoililare l'opera nastra. X' jJmmìqistra^ione. COME NOI LA PENSIAMO Perchè il silenzio non sembri tacita approvazione di fatti, che hanno prodotto un' impressione sgradevole su tutti i cittadini e sulle masse in i-specie, è dovere di publicisti ricercarne le cause e studiarne gli effetti. I quali sono tanto più dannosi, in quanto che le masse, sobillate il più delle volte da tristi demagoghi, si rivoltano non già contro le istituzioni e gli individui, si bene contro le idee, sieno anche le più pure, le più sacre. E' già nel dominio del publico qualmente, trattandosi in seno alla Delegazione a Budapest di un credito straordinario di circa 400 milioni di corone, i quattro delegati italiani si sieno astenuti dalla seduta e dalla votazione. Tale astensione essi motivano con il fatto che, essendo 1' approvazione dei crediti già assicurata con grande maggioranza, essi volevano dimostrare marcatamente la loro posizione indifferente e aliena dall'unire i loro voti agli czechi e ai pochi tedeschi. Poco addentro come siamo nelle questioni, che si agitano nella Babele vindobonese, — epperò più proclivi ad errare — non sappiamo il corrispettivo di tale astensione uè la vera causa, cose queste che ai profani di politica, se non anche agli esperti, non sempre riesce di intuire; pure anche ai motivi addotti dai deputati per suffragare tale astensione non possiamo a niun patto consentire. Accettata una volta la massima della partecipazione alla vita politico-parlamentare austriaca, massima che a seconda delle opinioni sarà più o meno accettabile, ma che almeno in pratica servirà di quando in quando a rammentare ai signori ministri di Vienna, gli ottocentomila italiani, che danno il loro contributo di sangue e danaro alla felice Monarchia, ne conseguirà per logica conseguenza, che almeno i rappresentanti di questi ottocentomila italiani ricambino il governo di quella deferenza, che egli usa a loro riguardo. Prescindendo invece dalle offese, che esso giornalmente arreca alle genti italiane a lui soggette — e le tabelle bilingui di Pirano e il ginnasio croato di Pisino e le scuole medie tedesche a Trieste e a Trento e a Pola e l'imbastardimento de' fori e l'opera deleteria di maestri e preti politicanti ne fanno pur troppo fede - - due sono i più vitali postulati degli ottocentomila italiani soggetti all' Ausria: 1' università italiana a Trieste e l'autonomia del Trentino. Fino all' attuazione di questi postulati non può necessariamente sussistere nè pace nè armistizi fra gli italiani e il governo, ma lotta continua, lotta, in cui, se anche il pigmeo soccomberà, gli sarà di conforto l'aver avuto una sola bandiera: la giustizia, un solo alleato: l'onestà, un solo ideale: la patria. Nè si creda già che questa lotta si debba esplicare in sanguinose pugne o in turbolente dimostrazioni: ne scampi il cielo. A far vedere al governo i rapporti in cui egli si trova di fronte agli italiani dell'Austria è già sufficiente 1' atteggiamento d' opposizione assunto gli ultimi anni dai nostri deputati alla camera di Vienna, per cui ogni progetto governativo deve essere incondizionatamente respinto. Se non che, mentre a tale politica informarono il loro contegno i deputati italiani negando i loro voti a tutti i bilanci e a tutte le spese militari proposte dal governo nell' ultima sessione delle delegazioni e votando compatti e per appello nominale l'anno scorso contro l'aumento del contingente militare, quest' anno (nulla di nuovo a vantaggio degli italiani essendo subentrato ma parecchio a loro danno) in conformità alle aspettative del partito e alle direttive dell'Unione italiana avrebbero dovuto combattere i novelli aggravi e con la parola e con il voto. Questo è il modesto giudizio di chi scrive, giudizio dettato unicamente dall'intento di evitare ogni screzio fra i gregari e i maggiorenti del partito italiano e di non alienarci le simpatie delle masse proletarie specialmente dei centri industriali, ove da maldestri e ignoranti demagoghi sotto il vessillo dell' internazionalismo, eh' è quanto a dire della pacificazione nazionale, si predica e si proclama 1' odio nazionale. Nè ci fa mutare d' opinione la motivazione, con la quale gli egregi deputati giustificano la loro astensione. D'accordo perfettamente che i loro quattro voti non avevano pratica importanza, perchè il governo s' era già assicurata una stragrande maggioranza, non sono stati però d'accordo col principio tante volte proclamato di opposizione ai progetti governativi, principio, che devono in ogni evenienza affermare, affinchè il governo non dia loro il nome di oppositori per ischerzo. Si ripromettevano qualche vantaggio da tale astensione? Evidentemente no ; soltanto non volevamo far causa comune con gli czechi o con i pochi tedeschi d' opposizione. E' naturale, naturalissimo, che con l'aria che spira, i nostri deputati si tengano lontani da qualunque alleanza ; ma nel caso concreto non si trattava già di accordi o di alleanze, ma si trattava di dire al governo austriaco, che ai suoi crediti militari le popolazioni italiane dell' Austria sono non una, ma mille volte contrarie. Finché adunque durerà un tale stato di cose pei' gli italiani soggetti all' Austria, si ricordino i nostri deputati a Vienna, che essi devono sempre stare all' opposizione tralasciandola forse il giorno, in cui avremo conseguito l'autonomia del Trentino e l'università italiana a Trieste. RIiFHEDO TROMBETTI Alfredo Trombetti ; ecco un uomo che nessuno ancora conosceva se non come oscuro professore di liceo, o uno dei tanti che, sbalestrati da una regione a 1' altra della penisola, menano la solita vita tranquilla e monotona d' impiegato dello stato. Nato a Bologna da poveri genitori, con una tenacia grandissima e con studio indefesso, andò avanti negli studi, mentre non gli mancava il tempo per fare il garzone di barbiere o d'orefice, finché, conosciuto il valore eccezionale del fanciullo, alcuni amanti della scienza, cercarono di agevolargli la via. Fattogli subire un esame davanti a una commissione della quale faceva parte anche il Carducci, gli fu rilasciato un attestato col quale ottenne un sussidio dal Municipio di Bologna, per cui potè frequentare quell' università e acquistar la laurea di professore. Datosi all'insegnamento nessuno pensò più a lui. Ma quell' uomo piccolo, grasso, con due occhi azzurri che guardano modesti dietro le lenti degli occhiali, che Non sbigottir, ch'io vincerò la pruqua. Dante mente di erudito profondo e di genia! pensatore nascondeva! Durante tutta la sua carriera di modesto professore non fece altro che studiare sempre e indefessamente quello a cui fin da fanciullo si sentiva portato, cioè le lingue. E eie lo possiamo immaginare sempre .qurvo sui libri, in quelle poche ore che non dedicava .all' insegnamento, continuare le sue ricerche con avidità e con grande fatica; procurarsi con grandi sacrifici le grammatiche stampate per tutti i paesi del mondo, e chiosarle e cercarne i nessi e farne l'analisi minuta, costante. Sempre fiducioso di sè, preparava cosi la sua grande opera, senza reclame, senza vanti, sconosciuta ancora a tutti nella sua patria; quella sua opera che doveva in questi giorni renderlo celebre e che con la sanzione dell'Accademia dei Lincei, che gli à assegnato il suo massimo premio di diecimila lire, doveva proclamarlo uno fra i più grandi glottologi d'Europa, e forse del mondo, uno di più della grande corona di uomini illustri che vanta l'Italia. La festa dello Statuto I giornali di Udine offrono ai lettori una dettagliata narrazione della fèsta dello Statuto, che ebbe luogo la prima domenica di questo mese e riuscì veramente degna della data che ricorda. Fu anche quest' anno una festività indimenticabile, specie per non pochi dell'Istria e di Trieste e del Friuli e del Trentino, che vi si recarono. L'ameno colle del Castellò era fitto, fitto di gente che assisteva allo svolgersi della rivista nel sottostante piazzale Umberto I ; anche nel mezzo della piazza una quantità straordinaria di popolo, come non si ricorda da parecchi anni, diceva del suo sincero patriottismo. La rivista riuscì splendidissima, fra gli evviva della folla plaudente al passaggio della truppa. La sera poi, nella piazza Vittorio Emanuele, un' animazione straordinaria, un entusiasmo ardente e applausi fragorosi alla brava banda cittadina e alla banda militare che alternavano la marcia reale e l'inno di Garibaldi e quello a Mameli. Nè solo a Udine si festeggiò con tanto entusiasmo il ricordo di questa data, che segna il passo più importante verso un' Italia indipendente ; ma.... la gioia è spontanea e si riscontra nella più piccola borgata del Regno; è gioia che si espande viva per tutta Italia. E' un avvenimento nazionale questa simpatica festa, che già da 56 anni si mantiene salda e forte nel cuore del popolo italiano e rimane sempre la stessa e vive sempre in mezzo al più schietto entusiasmo, perchè da tutti sentita e compresa. Reifenberg. Non è cosa nuova : la cronaca ce n' à raccontata tante volte una simile, e ogni volta, leggendola, provammo gli stessi sentimenti : pietà per gli oppressi, e, più forte della pietà eh' è tutto dire - sdegno contro gli oppressori. Reifenberg, l'inospite villaggio sloveno, à rinnovato l'eroiche gesta di tanti suoi confratelli ; à insultato a-trocemente operai italiani, che s'occupavano unicamente del loro lavoro, che pensavano solo alla gioia delle loro famiglie, quando avrebbero veduti ritornare i loro cari con un po' di denaro acquistato a prezzo di tanti Prezzo delle inserzioni per ogni riga di testo : Avvisi commerciali in III pag. cent. 10, in IV pag. cent. b. Comunicati in III pag. cent. 20. Avvisi collettivi 4 cent, la parola. Tassa minima cent. 20. I n numero separato cent. 20. stenti, di tante privazioni, e che attingevano al pensiero d' essi lontani la pazienza di non reagire. Ma finalmente il sangue bollente, a un insulto maggiore, si ribellò, e l'ira tanto tempo repressa scoppiò in una zuffa tremenda, accanita: in tre soli, inermi, resistettero a trenta armati di coltello. E la fine? Tre feriti: due italiani e uno sloveno, quest'ultimo gravemente, tanto che poco dopò mori'. Questo il fatto. E i commenti? Li" lasciamo a chi à cuore di galantuomo e sentimento di giustizia. Non è la prima, nè la seconda tragedia causata dall' odio di popolazioni selvaggiamente fanatiche : non sarà neanche 1' ultima. E potrebbe essere altrimenti quando chi può impedirle si tien dalla parte dell'oppressore anziché dell'oppresso? Sunto storico dell'industria della seta in Giappone. Il principio della sericoltura in Giappone si confonde nella preistoria; ma è accettabile che l'origine sua sìa cinese, come gran parte dell' antica sua civiltà. Si dà per certo che nell' anno 195 a. C. un principe Ko-man emigrò dalla Cina portando seco bachi da seta, che furono poi propagati nel paese. In seguito gl'imperatori cercarono in ogni maniera di dar impulso a tale industria e si riporta che nel 462 il Mikado .Tuuryabu incitava sua moglie a raccogliere foglia di gelso ed allevare bachi da seta. Fu sotto la sua reggenza che la. bachicoltura prese gran sviluppo, poiché ordinò ai capi provincia ed ai sindaci di scegliere terreni per piantagioni di gelsi, e decretò che il pagamento di certe tasse si facesse con stoffe seriche. Così al principio del medio evo giapponese tale industria occupava una gran parte della popolazione. Dal 939 d. C. le guerre interne cominciarono a portare gravi danni alla sericoltura; ma dopo sette secoli, sotto il Shogun (4) Tokugawa essa ricominciò a migliorare, poiché i feudatari aspiravano al miglioramento economico dei loro vassalli. Nel 1859 rapido fu lo sviluppo dell'importante industria, essendo alcuni porti aperti al commercio con stati stranieri, nei quali i prodotti serici godettero presto gran fama, che procurò al paese una non indifferente sorgente di ricchezza. Ma anche in tali favorevoli condizioni l'industria ebbe periodi buoni e cattivi. L' epidemia dei bachi da seta scoppiata in Europa procurò una grande richiesta di uova. Però l'esportazione di seme d'inferiore qualità venne a portare gravi danni a tale commercio. Il governo vi intervenne, ma in Europa si pose intanto termine all'epidemia, così che 1' esportazione cessò interamente. Anche nella tessitura della seta ebbero principio le frodi, che sgu-starono i compratori; ed il governo procurò di rimediarvi fondando a To-mioka uno stabilimento modello sotto la direzione di un esperto francese. Alle filande private s'impose una specie di sorveglianza governativa, che causò proteste, le quali assunsero tali dimensioni da obbligare il governo a ritirare i suoi decreti. Le frodi continuarono ed i commercianti stranieri tralasciarono quasi del tutto di acquistare seta giapponese. I falliti tentativi dei capi distretti diedero l'ultima spinta ai bachicultori ed ai filatori per tenere a Tokio nel 1883 ') Il Shogun era il primo suddito dell' imperatore ed era investito di tutto il suo potere. Il sA^li*' 0^ùbblicà'iutte le Domciirffhe "TiiSfe*"*4* — ore antimeridiane. depositate alla J$anca popolare Capodistriana al piccolo risparmio ed avrete il k 0• (Vedi operazioni della lìanea in IV pagina). un congresso, al quale altri seguirono, i cui frutti si raccolsero noli' istituzione di un consorzio tra interessati. In seguito all'esposizione mondiale viennese (1873) principiarono nella sericoltura del Giappone i metodi scientifici, potendogli esperti inviatevi apprendere il modo, con il quale si esercitava tale arte in Italia ed in Austria. In seguito fu fondato a Tokio il Sangyo-Shiken-ba (osservatorio di malattie del baco da seta) trasportato nel 1887 a Nischiga-hara, dove si fecero importanti studi istruendo giovani persone intorno ai migliori metodi d'esercitare la sericoltura. Nelle Provincie più progredite si scelsero dalle locali società uomini esperti per mandarli all'estero ad istillisi in tale arte. Il clima e l'attitudine degli abitanti, specialmente della parte femminile, favorirono uno sviluppo tanto più grande per quanto anche all'estero aumentavano le richieste. Oggi dalle Isole d'Okinawa fino a Hokkaido si estendono i confini dell'industria della seta giapponese, i di cui prodotti trovano in lutto il mondo volonterosi compratori. Enot. G. Cobol. GLI EFFETTI DEL CANOTTAGGIO La respirazione e circolazione del sangue sono sotto l'influenza di- retta del lavoro muscolare, ed ognuno sa che lavorando l'uomo ha bisogno di respirare più frequentemente e più profondamente, ed il suo sangue circola con maggiore velocità. Ma perchè avviene questo doppio aumento di l'espirazione e di circolazione? La respirazione ha per iscopo lo scambio gassoso, che si compie fra il sangue e l'aria esterna, e clic consiste nell' assorbimento dell ossigeno, e nella eliminazione dell'acido carbonico ; fatti che si producono simultaneamente, per opera di fenomeni chimici e meccanici, nell'interno degli alveoli polmonari, ed hanno per risultato Vernatosi ossia la trasformazione del sangue venoso in arterioso. La circolazione del sangue, mercè il complicato sistema idraulico, di cui il cuore è il principale motore, serve a portare il sangue venoso, carico di detriti, da tutte le parti del corpo al cuore, il (piale a sua volta lo trasmette al polmone, donde il sangue purificato, cioè divenuto arterioso, ritorna al cuore che lo rimanda in circolo, per tutte le parti del corpo. Normalmente, nell' uomo sano e ben conformato, allo stato di riposo, si compiono da 15 a 20 atti respiratori]', e da 60 a 70 pulsazioni del cuore al minuto primo. Neil' uomo che lavora, in proporzione dell'intensità e della durata del lavoro, le pulsazioni possono crescere fino a 80-100-120 e più, gli atti respiratori i a- 30-50, in certi casi perfino 100 ed anche oltre. Lavoisier dimostrò, con esperienze fondamentali ed analisi chimiche, clic l'esercizio muscolare aumenta la quan- tità dell' ossigeno assorbito e dell'acido carbonico eliminato dall'nonio. L'aumento dei moti respiratori per la fatica fu spiegato in due modi: dimostrato che col lavoro muscolare vi ha un consumo maggiore, alcuni vollero attribuire l'aumento di frequenza e profondità del respiro al bisogno dell'organismo di una maggiore quantità di ossigeno per sopperire al consumo, ossigeno che ritrae dall'aria aspirata in maggior copia; altri invece attribuirono tale aumento alla necessità di eliminare dal corpo l'acido carbonico, prodotto dal lavoro dei muscoli. Ma queste due teorie furono, ognuna per sè, dimostrate insufficienti a spiegare l'aumento della respirazione. Altri tisiologi ricorsero alla ventilazione polmonare, come causa di ratfredainento, nel respiro affannoso; altri ancora vollero spiegare questo aumento di respiro come conseguenza di disturbi nella circolazione; ma anche queste teorie non bastano da sole a giustificare l'anniento. Il Mosso dice che «la sostanza del muscolo, durante il lavoro, genera delle sostanze di rifiuto, delle scorie, per così dire, le quali sono venefiche, e vengono bruciate per mezzo dell'ossigeno del sangue, o distrutto nel fegato, od eliminate per mezzo dei reni: se questi detriti si accumulano nel sangue, noi ci sentiamo stanchi : quando oltrepassano il limite fisiologico, noi diventiamo malati. Quindi la fatica non è prodotta unicamente dalla mancanza di qualche cosa, che siasi consumato nel lavoro, ma essa dipende in parte anche dalla presenza di nuove sostanze, dovute alla decomposizione dell' organismo». Egli poi trovò che il sangue di un animale affaticato è velenoso, perchè iniettandolo ad un altro animale, produce in esso i fenomeni caratteristici della fatica. E' dunque ovvio attribuire. 1' aumento di frequenza nel respiro durante il lavoro muscolare alle svariate cause accennate: ognuna da canto suo, e tutte insieme vi concorrono: l' ossigeno assorbito in maggior quantità è necessario per il maggior consumo che ne fa il muscolo; l'acido carbonico deve essere eliminato in maggior copia per la sua maggiore produzione; e le altre sostanze prodotte nei muscoli durante il lavoro devono e sere eliminate, perchè sono veleni. « Questo aumento di frequenza del respiro corrisponde ad un aumento nella velocità della circolazione sanguigna, quindi ad un maggior numero di pulsazioni del cuore, costretto a mandare, nella stessa unità di tempo, una maggiore quantità di sangue a contatto della superficie respiratoria, per purificarsi, ed a contatto dei tessuti che lavorano, por lo scambio di ossigeno e di acido carbonico. Come in ogni altro esercizio ginnastico, o lavoro muscolare, nel remare questo aumento di frequenza di respiro e di rapidità della circolazione sanguigna si verifica, In maggior o minor grado, a seconda dell'entità dello sforzo muscolare impiegato a muovere il remo: quindi, se nel remare ni »dorato il numero dello respirazioni arriva appena a 2-~>-30, e le pulsazioni a 100-120, nello sforzo finale d' una regata i respiri possono arrivare a 60-80, le pulsazioni a 200, ed anche oltre, per (pianto qu.este cifre sieno abbastanza rare a- verificarsi. Nel remare moderato, dunque, la frequenza respiratoria 11011 è mai tanto alta, e permette al rematore di continuare anche per delle ore di seguito il suo esercizio, senza risentirne eccessiva stanchezza, e questo perchè lo stesso movimento del remare è, fra i moti muscolari, il più favorevole alla respirazione, al contrario che nel velocipede, dove, al necessario aumento di respiro, si aggiunge la posizione, che ostacola, l'azione dei muscoli respiratorii. Nel remare, infatti, lo stesso movimento alterno di flessione ed estensione, associato all'abbassamento ed innalzamento della spalla, costituisce per sè già una parte dell'atto respiratorio; così che i muscoli ordinarli della respirazione vengono coadiuvati nel loro aumentato lavoro, e non s'affaticano troppo rapidamente. Ed inoltre lo spazio di tempo che intercede fra una vogata e l'altra, e che costituisce la ripresa, in cui la massima parte dei muscoli riposa, e gli altri subiscono un lavoro leggero, permette di compiere più liberamente profonde respirazioni. Difatti, in generale, ad ogni remata corrisponde un atto respiratorio, se si considera che la remata ordinaria da passeggio è di circa 25 colpi al minuto, e la remata d'esercizio di 28-30 colpi, che corrispondono precisamente ad altrettanti atti respiratol i, cioè 25-30 al minuto. E si osserva appunto che, istintivamente, la respirazione del rematore si compie parallela ai movimenti del corpo nel remare; poiché si fa, durante la ripresa, una lunga inspirazione, che si compie nell'attacco, e durante la passata in acqua avviene lentamente l'espirazione, per ricominciare poi al principio della ripresa l'inspirazione. Questo ritmo respiratorio è favorito doppiamente dallo stato di relativo riposo dei muscoli nella ripresa, il quale permette la profonda inspirazione, necessaria por portare nel polmone una grande, quantità d'aria, e dall' attitudine inspiratoria che prende il torace al cominciar della ripresa stessa, per il moto di avanzamento delle braccia e delle spalle. E ciò che vi ha di più notevole, e della massima importanza fisiologica in questo meccanismo di respirazione, è che esso si altera di pochissimo anche nei momenti di remata molto forte, nel cosi detto spurt (o volata) di una corsa o degli esercizii d' allenamento per corsa : infatti, se i colpi di remo s'elevano allora a 36. 38, qualche rara volta a 40 al minuto ; i moti respiratorii pure si seguono con questo numero, essendosi sempre, durante la ripresa, il tempo sufficiente per un'inspirazione abbastanza profonda. Ed è solo negli sforzi decisivi, o quando incomincia a manifestarsi un'eccessiva stanchezza e quindi specialmente nei rematori male allenati, che l'aumento degli atti respiratorii, può verificarsi in proporzioni maggiori, cosi da arrivare a 60, 80 respirazioni al minuto. Il massimo aumento poi si osserva sempre nel primo minuto dopo d'aver cessato di remare, venendo allora a mancare l'azione regolatrice esercitata, sul ritmo respiratorio dal ritmo della remata; questo aumento però decresce subito nel 2.", 3.° minuto, fino a tornar quasi normale dopo 5 minuti o poco più. E la cifra di 120 respirazioni al minuto che il Mosso ha riscontrato in alcuni vogatori, alla fine di una regata, deve certamente essere stata presa nei primi minuti dopo la remata, poiché una respirazione così affannosa sarebbe per sè incompatibile colla possibilità di un qualsiasi lavoro muscolare. Nelle numerose osservazioni fatte su me e sui miei compagni di renio, durante gli esercizii e nelle regate generalmente i colpi di remo e gli atti respiratorii si seguivano con egual frequenza; raramente ho visto questi oltreppassare i 60, cd in casi eccezionali arrivare agli KO, sempre però dopo cessato di remare: durante la remata, anche in corsa, l'aumento non arrivò mai fino a 60, Si vede adunque quale utile ginnastica respiratoria, oltre che muscolare, costituisca il canottaggio, che provoca, normalmente, un aumento moderato di frequenza nella respirazione, il qùale ha per effetto di annientare l'ampiezza toracica e la capacità respiratoria ; questo aumento di capacità ha il doppio vantaggio di permettere ad una maggiore quantità di sangue di venire a contatto coli'aria esterna, nelle vescicole polmonari, e di permettere altresì ad una maggiore quantità d'aria di penetrare nei polmoni, Cosi che, sotto l'influenza dell'esercizio continuato, viene ad evitarsi l'aumento esagerato degli atti respiratorii per effetto della fatica, Infatti si osserva che, se nel rematore novizio un aumento nei colpi dì remo, con conseguente aumento di lavoro muscolare, ingenera in breve tempo l' affanno di respiro, tanto da costringerlo talvolta a smetter di remare, non per l'affaticamento dei muscoli, ma perché non può più respirare — dopo qualche tempo d' esercizio 1' affanno é molto minore, e più tardi ancora è tanto poco, da permettergli di sostenere una remata, forte e rapida, per un tempo abbastanza lungo. Nel rematore bene allenato, che corre in una regata, è solo negli ultimi momenti della corsa, quando lo sforzo è supremo, specialmente se la lotta è molto contrastata, che può verificarsi un affanno di respiro tale, che non permetterebbe di continuare per un tempo più lungo lo sforzo muscolare: bastano d'altronde, come ho già detto, pochi istanti di riposo, perchè la respirazione ritorni quasi normale. Ma 1' utilità della ginnastica respiratoria, che si fa remando, è resa anche più evidente dalla considerazione della purezza dell'aria che i polmoni respirano, visto l'ambiente dove necessariamente questa ginnastica si effettua: all'aria aperta, lontano dall' abitato, e dalla polvere stradale: nei polmoni quindi entra un' aria che contiene pochissimo pulviscolo atmosferico, e non occorrono molte parole a dimostrare quale vantaggio ne derivi, e quanto minor pericolo di malattie polmonari, oggi che bacilli d'ogni specie, e special-niente i tubercolari si sono trovati nella polvere delle strade. Sotto questo rapporto, il canottaggio può essere consigliato, come utile ginnastica muscolare e respiratoria, anche ai convalescenti di malattie bronchiali o polmonari, per rinforzare 1' apparato respiratorio indebolito dalla malattia: naturalmente, da principio bisognerà limitarsi ad una remata molto lenta, che duri breve tempo, con ogni riguardo igienico, crescendo poi gradatamente d'intensità e di durata. E come ginnastica da raccomandarsi a chi, nella città, rinchiuso in uno studio, lavora tutto il giorno col cervello, dimenticando di avere dei muscoli da muovere, e dei polmoni da far respirare, e che quindi sta inerte fisicamente, respira male, e respira 1' aria malsana degli ambienti rinchiusi, nessuna offre i vantaggi del canottaggio, che, con un completo esercizio muscolare, dà le migliori condizioni per una sana ed attiva ginnastica respiratoria. NOTE AGRARIE La sfogliatura (continuazione N. 6) consiste nel sopprimere quando s'avvicina la vendemmia le foglie che tolgono la luce al grappolo. Tale operazione non dev' essere dì utilità, poiché i grappoli devono riuscir più meschini e meno ricchi in zucchero, quando si tolgono le foglie che producono sostanze nutritive a beneficio del grappolo. Il Prof. Longo osservò nel 1900 che con la sfogliatura si ottiene mene» uva; ed infatti egli trovò una diminuzione di 24 qli. di uva per Ett,. ; mentre il mosto 11011 varia da quello ottenuto da uva di viti non sfogliate. I/ diradamento dei grappoli è la soppressione di un certo numero di essi poco dopo la fioritura. Si usa specialmente per uve da tavola, dove il clima osteggia il loro sviluppo e la buòna maturazione. In Francia si diradarono anche grappoli di uve da vino, data la ricchezza del prodotto. Il diradamento degli acini si fa pure per uve da tavola, che si trovino in sfavorevoli condizioni di sviluppo e di maturazione. Si esegue quando gli acini hanno la grandezza (li un pisello. Nel fare 1' operazione, con la quale si asporta un terzo od una metà degli acini, si guardi di non far perdere al grappolo la sua bella forma. La cimatura del grappolo diede al compianto Prof. Maccagno, che l'eseguì sul Dolcetto, i seguenti risultati, desunti dalla media di 24 grappoli : Grappolo cimato peso medio gr. 270, glucosio °/o 8'1'- 17.75; grappolo non oimato peso medio gr. 225, glucosio „ gr. 17.— Il Maccagno consiglia di fare tale operazione poco dopo o poco prima della fioritura. L' incisione anulare è la soppressione di un anello di corteccia sui germogli uviferi, o sui capi a frutto. Nel primo caso si farà su ogni germoglio un' incisione, nel secondo una unica sarà l'incisione per vite, evitando così anche che i germogli uviferi abbiano da rompersi. L'anello di corteccia si asporta sul tratto orizzontale o sull' arco discendente del capo a frutto prima o dopo la fioritura. Facendo tale operazione prima della fioritura si favorisce la fecondazione, specialmente per i fiori ermafroditi, facendola dopo si ottiene, ingrossandosi gli acini, un maggior prodotto. La soppressione di un anello di scorza fa si che le sostanze prodotte nelle foglie restino più abbondantemente negli organi che stanno avanti l'incisione ; mentre ingrossa anche il tratto di capo a frutto che segue l'incisione. Incidendo dopo la fioritura si favoriscono utilmente le uve da tavola,, che si presentano con acini grossi e maturano prima. Quanto risulta utile per I' uve da tavola, è dannoso per quelle da vino, chè l'aumento del prodotto danneggia la sua qualità. Nel 1900 lo stesso Dott. Sannino potè studiare 2 vini di Cabernet, ottenuti in provincia di Treviso. Prodotti : 1700 viti non incise diedero un prodotto complessivo di litri 1300 per vite litri 0.764 ; 1300 viti incise litri 1800 — per vite litri 1.384; quindi quest' ultime diedero maggior prodotto. Assaggi : Cabernet senza incisione : color rosso rubino; odore vinoso intenso gradevole ; sapore pieno, tannico, poco acido; si sente bene il Cabernet,; si valuta a L. 40 1' Eh. Cabernet con incisione: meno colorato del precedente; odore vinoso poco accentuato; sapore scipito, di poco corpo, alquanto fresco e sembra più tannico del precedente ; scomparsi quasi totalmente i caratteri del Cabernet; si valuta a L. 25 l'Eli. Analisi chimica: Cabernet senza incisione: alcool % in volume 10.7; acidità totale per litro 6.25 ; estratto per litro gr. 25.76 ; ceneri per litro gr. 8.12; glicerina per litro gr. 9.31 ; tannino per litro gr. 1.01; cremore per litro gr. 3.75; azoto per litro gr. 0.36; anidride fosforica per litro gr. 0.33. Cabernet con incisione: alcool % in volume 10; acidità totale per litro 6.32 ; estratto per litro gr. 23.27 ; ceneri per litro gr. 2.24; glicerina per litro gr. 8.88 ; tannino per litro gr. 0.79; cremore per litro gr. 3.75; a-zoto per litro gr. 0.28 ; anidride fosforica per litro gr. 0.25. L' esposto studio conferma quanto su detto. L' utilità dell' incisione anulare si presenta soltanto là dove i prezzi del vino si mantengono elevati ; e in questo caso sarà bene ritardare la vendemmia per migliorare alquanto il prodotto che si deve ottenere; cosa possibile con uve che non sono di maturazione tardiva, nè soggette al marciume. FINE Errori in cui incorrono gli agricoltori nell'uso della propaggine. Amo te vite, che fra bruni sassi Pampinea i-idi, ed a me pia maturi Il sapiente della vita oblio : Carducci La propaggine - volgarmente detta «provena» — consiste nel piegare entro fosse scavate presso il ceppo d'una vite uno o più tralci della medesima, perchè mettano radici e formino altrettanti nuovi ceppi. I tralci, quando sono forniti di radici e (li germogli, possono nutrirsi da sè ed allora è utile staccarli dalla pianta nutrice. La propaggine si adopera precipuamente nelle vigne di recente costituite per riempire vuoti e rimpiazzare ceppi morti. Ma or che abbiamo le nuove vigne costituite su ceppo americano, taluni agricoltori incorrono in un vitale errore. Essi propagginano con tralcio di vite europea, senza pensare che esso, divenuto pianta indipendente, sarà facile pasto alla fillossera, essendo ormai troppo provato che le radici delle viti nostrane non sono resistenti a quest' insetto distruttore. Così in' occorse di vedere in quel d'Isola, ove ini trovavo per tenere delle istruzioni pratiche d'agricoltura. Passando per una fra le diverse campagne, scorsi un uomo che lavorava nel vigneto ; lo avvicinai e vidi, con mia gran sorpresa, che preparava una fossa per sotterrarvi un tralcio di vite europea, innestata sull'americana. Tosto gli feci presente quanto sopra ho detto : ma sentii rispondermi con modi, direi quasi arroganti, che la nuova pianta, anche priva della parte radicale, vivrà egualmente, perchè la nutrirà la vite madre, alla quale rimane attaccata. Nè egli «i dichiarò persuaso quando gli osservai che la vite figlia coll'an-dar degli anni si sarebbe da sè separata dall'altra, e che, ad ogni modo la parte sotterranea non distaccata divien facilmente preda alle muffe, certo senz' utile della parte vivente, onde, a ben procedere, il distaccamento dovrebb' essere opera del viti-cultore. Fortuna volle che in quella vigna ci fossero delle viti propagginate con tralci nostrani, vecchie di 2 o 3 anni. Messo a nudo un tralcio sotterrato da 3 anni, esso niostravasi nel mezzo totalmente marcito, sì clic in poco tempo la nuova pianta sarebbe rimasta alla mercè di sole radici 11011 resistenti alla fillossera. Stiano bene attenti dunque gli a-gricoltori nel far uso della propaggine, ed i proprietari di campagne tengano ben d' occhio i loro coloni, acciocché non incorrano nel lamentato errore. L' agronomo Efficacia delle poltiglie bordolesi attenuate. Dedichiamo oggi a, coloro — son parecchi nel Capodistriano che usano ancora le poltiglie al 2 od al 3% di solfato di rame, con Calce in eccesso, la prima parte d' una importante comunicazione presentata al Congresso di Roma dell' anno scorso dall' egregio Direttore dell' I-stituto agrario di Parenzo, il prof. Cucovich. Preoccupato ancor io, come tutti coloro che si interessano di viticoltura, dei gravi dispendi a cui i coltivatori di viti vanno ogni giorno più incontro per difendere questa pianta dai numerosi malanni a cui essa va soggetta e desideroso di contribuire nel ritrovare qualche mezzo pratico e semplice per ridurre possibilmente le rispettabili somme che annualmente si spendono per combattere l'Oidio e la Peronospora, fin dall'anno 1900 ho cominciato a fare dèlie prove sull'efficacia delle diverse poltiglie a percenti di solfato di rame ridotti ad 1, 3/v '/a e 'su' quantitativo più opportuno di calce da adoperarsi. Dalle dette prove, eseguite pei' tre anni nel vigneto dell'Istituto agrario provinciale di Parenzo, ho potuto constatare che la poltiglia all'I % è sufficientemente forte per qualunque trattamento e in qualunque paese anche piovoso; che la poltiglia al 3/4 °/o Può bastare quando la sta- Versate i vostri capitali alla 7$at}ca popolare Capodistriaija, a se/ anni fisso, e vi renderanno il k ]2 °\0 garantito netto di tassa rendita. (Vedi operazioni della Banca in IV pagina). f" per il mal di gola 11 mal di gola è un frutto di stagione. Le persone obbligate per affari ad esporsi all' aria umida ecl a passare con frequenza da un ambiente caldo ad uno freddo, sono colpite spesso da mali di gola svariati, che i medici chiamano laringite, faringite, ecc. Rimedio facile, che dà ottimi risultati in simili casi, è 1' uso della Pozione antisettica, inventata dal Dottor G. Bandiera di Palermo. Non si tosto proviamo tale incomodo, usiamo senz' altro, mattina e sera, un cucchiaio del suddetto specifico e 1' infiammazione sparisce. Provate, lettori, e non vi pentirete. Il costo di ogni facon di Pozione è di sole L. 4. — inchiederlo alla Farmacia Nazionale in Palermo, o alla Farmacia Centrale di C. Astrila tn Firenze via Martelli, 8). Per la spedizione a mezzo pacco postale, aggiungere le spese maggiori. gione abbia un andamento non troppo umido e piovoso, ma l'umidità sia piuttosto dovuta a nebbie o rugiade; che la polt glia al ' °/0 l)Uò riesci re sufficiente nelle annate in cui la peronospora non si presenta minacciosa e quindi specialmente per i paesi meridionali e quando il dilavamento per acque temporalesche non si ripeta troppo sovente specialmente poco dopo l'applicazione della poltigl ia. In line, da prove comparative fatte con poltiglia all' 1 °/0 di solfato di rame e calce in eccesso (soluzione decisamente basica) e con poltiglia appena neutra., ho osservato che il quantitativo di calce da aggiungersi alla soluzione di solfalo di rame non dere esser eccessivo, perchè l'azione del solfato (li rame viene ritardala ed il liquido cupro-calcico si attacca bensì sulle foglie, ma coll'a-sciugamento le goccie diventano croste che più facilmente vendono dilavate dalla pioggia o da forte rugiada. Mentre ciò non avviene quando la dose di calce aggiunta è appena tale che, asciugatasi la poltiglia, faccia macchia poco rilevata dalla superficie della foglia o d'altro organo verde. Per questo motivo io ritengo, che la dose di calce da adoperarsi nella preparazione della poltiglia bordolese non debba esser data dalla pesata ma bensì dalla carta di tornasole o di curcuma. Se la poltiglia è adoperata come mezzo preventivo, non importando cioè che agisca prontamente, la calce da adoperarsi dovrebbe esser in quantità tale che la soluzióne diventi neutra; se invece l'invasione della peronospora è incipiente, allora interessa avere una soluzione prontissima e quindi la dose di calce da aggiungersi dovrebbe esser tale che la poltiglia resti ancora appena acida. In questo modo appunto io ho sempre proceduto nella preparazione della poltiglia bordolese e questo metodo io suggerisco, da quattro anni, ai viticoltori dell' Istria, dei quali i più intelligenti m'hanno seguito e se ne sono trovati sempre bene. I farmacisti delle diverse cittaduzze vendono le listerelle di carta di tornasole e di curcuma, indicate, per uso dei viticoltori. Per mettere al sicuro poi i viticoltori da ogni eventualità, io consiglio l'uso della polti-lia all' 1 % di solfato di rame e già le altre più attenuate, le quali potrebbero lasciar adito a sorprese e forse a recriminazioni, quando le circostanze di sviluppo della peronospora si presentassero più favorevoli. In Istria, prima della mia andata colà, si adoperava quasi universalmente poltiglia al 2 " „ di solfato di rame e anche più e la calce si aggiungeva in eccesso, quasi sempre a occhio e non a pesata. TRA I FIORI & non E le molte cure? Sono qui finalmente: «Prima cosa è necessario scegliere individui sani e vigorosi, piante ben fatte, completamente guer-nite di foglie, con sviluppo normale; si nettano lavandone le foglie, ecl il recipiente, prima di portarle nelle a-bitazioni. Non si dia loro troppo abbondanti innaffiamenti come la massima parte dei principianti si credono in dovere di fare. La pianta sottoposta a questa decorazione, più è fuori della luce meno sente il bisogno dell'acqua, diminuendo in questo stato l'assorbimento e la sua vegetazione. GÌ' innaffi sono convenienti allorché la superficie di terra è asciutta, direi quasi secca, quando battendo il vaso si sente sonoro, allora si trasporta la pianta in ispeciale sito e la si innaffia, spruzzandone pure le foglie affinchè si lavino e si rinfreschino liberandole dalla polvere. Ogni qualvolta si fa quest'operazione si netta la pianta togliendo le foglie secche, o ingiallite, ed i rami guasti. Si dia molt' aria alla stanza quando lo permette la temperatura esterna, e di quando in quando si trasportino le piante all' aperto per qualche tempo, ombreggiandole affinchè circondate dal più efficace loro elemento si riprendino e s' abbe-liscano». Queste le molte cure! Rosa repen s. —---- CRONACA PROVINCIALE Da Cherso Invero sempre più i preti in questo nostro disgraziato paese offendono il sentimento della popolazione con le loro continue provocazioni. Ultimamente durante la processione dei Corpus Domini non vi presero parte ne il signor podestà, nè la banda cittadina, nè le scuole, e ciò appunto perchè le preghiere che si recitano lungo il percorso vengono dette in croato. Un altro fatto avvenne alcuni giorni or sono che dimostra ancor maggiormente come il clero di Cherso segua appuntino gli esempi che continuamente vengono dalla Curia di Veglia. Alla fine della messa delle 9 nella chiesa dei frati, molto frequentata a quell'ora, il frate organista fece sentire i concenti dell' inno slavo, che ai timpani delle nostre orecchie riesce tutt' altro che gradito. Il nostro podestà con la sua signora e molte persone, in segno di protesta, uscirono dalla chiesa. Quando finiranno? e quando il governo si deciderà a far rispettare i sentimenti della popolazione? Pittino 4 giugno Società sussidiatrice per studenti poveri del Ginnasio reale provinciale di Pisino. — All' appello diretto dalla Presidenza della Società sussidiatrice per studenti poveri del Ginnasio reale provinciale di Pisino corrisposero ancora i seguenti Signori : da Trieste : Dr. Luigi Candotti cor. 5. — Anniger & Comp. cor. 2. — Ing. Cornelio Budinich cor. '2. — Luigi Mazzorana cor. 5. — Eugenio Lonschar cor. 5. — Adele Butti cor. 2. da Gorizia : Giorgio Bombig cor. ">. da Pola : Enea Selenati cor. 5. - Ernesto Alessandrino cor. 5. — Giuseppe Ugo cor. 5. — Osvaldo Battellini cor. 2. — Giovanni Baxa cor. 5 — Domenico I'izzul cor. 10. — Giovanni Giorgis cor. 4. — Luigia Prinz-Wassermann cor. 10. — Carlo Artusi cor. 2. — N. Chiletto cor. 10. — Dall'Amministrazione del Giornaletto come da esso già pubblicato cor. 47.67. — Giovanni Timeus cor. 5. — Giuseppe Boccasini cor. 5. — Domenico Malusa, poss. cor. 20. da l'irono : Consorzio Saline cor. 20. — Michele Cimador cor. 5. — Antonio Viez/.oli fu Pietro cor. 10. — Lorenzo Tamaro cor. 2. da Capodistria : Municipio cor. 50. - Paolo Pizzarello cor. 2. — Giuseppe Martissa e Consorte cor. 4. da Parenzo: Dr. G. Polesini cor. 10. — Giuseppe Bradicich cor. 3. da Umago: Dr. Carlo Apollonio cor. 3. — Azienda Dr. Girol. Manzutto cor. 5. da Rovigno : Avv. Dr. Vittorio Depiera cor. 5. — Avv. Dr. Matteo Bartoli cor. 10. — Giovanni Benussi cor. 5. da Buie : Giovanni Pesti cor. 10. da Albona : Andrea Lucas cor. 5. — Don Vittorio Borri cor. 10. da Montona : Dionigi Ussai cor. 5. da Digitano : A. Sotto Corona cor. 10. da Visinada : Giacomo Sabaz cor. 4. — Giov. de Fachinetti cor. 4. da Visignano : G. Mocibob cor. 2. da Portole : Giovanni Yesnaver. cor. 2. da I erteneglio : Prof. M. Covrich cor. 5. — Matteo Gardevich cor. 2. — Matteo Sa-son cor. 2. da Canfanaro : Santo Tonsa cor. 2. — Cesare e Malci Milotich cor. 4. da ledei : Angelo Stiglich cor. 5. da Gimino : Pietro Millotich cor. 3. da Sanvincenti : Don Carlo Coronica cor. ">. da Santa Domenica d' Albona : Famiglia E. Nacinovich cor. 10. da Moncalvo : Vitt. De Franceschi cor. (i. da Adelsbery : Federico Baccarcich cor. 10. da Rovereto: Bar. Malfatti cor. 4. da Fiumi1: Matteo Stupar e G. Zattinich cor. 10. da Modena : Marchese Fed. Montecuecoli cor. 50. da Pittino : Pietro Ivicli cor. 5. Fedele Camus cor. 5. Giuseppe Ilichter cor. 5. — Virginia Peschle cor. 4. Luigi Camus cor. 20. — Giuseppe Camus cor. 20. — Arturo Pilat cor. 2.12. - Carlo Prof. Ciborra cor. 5. — Iginio Peschle cor. 5. Guido Pattay junior cor. 5. — Giacomo Ancarani cor. 5. — C. de Petris cor. 5. - Vittorio Mizzan cor. 2. Carlo Cattaro cor. 4. Antonio Umico cor. — Ignazio Gherbetz cor. 5. — Silvio Mitis cor. 10. - Costantino Dr. Costantini cor. 20. — Osm. Giov. Maz-zarelli per onorare la memoria del defunto Sig. Feliciano Tarabocchia cor. 10. R. Camus per un alterco al giuoco delle bo-relle cor. 5.30. Lo stesso per una cartolina postale cor. 1. LA IMI ODA Un' industria? Per obbedirla, gentile lettrice; ameno cosi concluse queir inchiesta a Parigi, poiché per limitarci ai frutti della presente stagione - risultò ad esempio, che le pelliccie di volpe azzurra, di talpa e di sonris, che oggi sono tanto di moda, lo furono anche dieci o venti anni fa e ricompariranno quasi ritmicamente fra un decennio o due decenni. E questo perchè i negozianti impiegano un tempo pari a dieci anni a raccogliere le piccole pelli di talpa ed i ciuffi azzurri che le volpi delle nevi portano sul dorso, poco più su della coda, per ammassarle in quantità tale da poter un giorno smaltire la domanda del mercato. Simile incetta esige proprio un decennio, durante il quale nei magazzini dei grandi industriali a Parigi va maturandosi.... le derider cri della moda ! La moda. -.. i—A- DA UNA DOMENICA ALL'ALTRA Quando ! Là, sulla piazza maggiore, sopra un antico monumento cadente, i cui profili, nelle sere d'estate, la luna coi suoi raggi d'argento disegna in mille ombre misteriose, nella cupa oscurità della notte, quando tra il lucido bagliore dei lampi rugge il tuono, mossa dalle raffiche del vento sibilante, s'ode una campana, i cui rintocchi infondono melanconia e sgomento, la cui voce par quella d' un agonizzante che mandi l'estremo sospiro, prima di cadere nel sonno dell' eternità. Una volta quella campana era il segnale della giustizia degli uomini, e i suoi rintocchi lenti lenti chiamavano il popolo ad assistere al supplizio supremo dei ladri e degli assassini; e le madri reprimendo un brivido d' orrore, a 1' udir la sua voce si ritiravano nelle case e facevano inginocchiare i loro biondi fauciulletti per pregar pace sull'anime dei travagliati, che stavano per morire; mentre la, campana inesorabile mandava incessante i suoi orribili rintocchi, e a lei rispondevano le maledizioni dei rei, che finivano in un urlo d'angoscia, in un'estrema invocazione d'aiuto, strozzata nella gola dalla fune del carnefice. È lei invece che adesso chiama a soccorso ; è lei che, vigile custode del vecchio palazzo di giustizia, dove i nostri padri s'adunavano per trattare negli estremi frangenti della patria, rende attenti i cittadini e i gli invita a destarsi dall' apatia e a ridonare l'antico splendore all'unico monumento che ancora ne resti, solo forse in tutta l'Istria, della Republica Veneta. Quando si decideranno a porvi un riparo? Quando il governo si deciderà a esaudire le domande a lui fatte continuamente e a mantenere le promesse ? Bixio Si dovrebbe provvedere. Le riven-dugliole, che ogni giorno vendono gli erbaggi sotto il campanile, ci avvisarono che dallo stesso cadono dei pezzi di pietra, piccoli si, ma che pur a pigliarne uno sul capo, non farebbe certo bene, sgregolati dalle intemperie e dal sole. Non si potrebbe in qualche maniera togliere questo inconveniente? Romanzo rusticano. Il contadino Giuseppe Glavina fu Antonio, d'anni 32, da Costabona, vedovo, stanco di menare la vita solo, decise di prender moglie una seconda volta, e gettò gli occhi sopra Angela vedova di Guido Novacco, d'anni ;>5, da Grisignana, madre di una bella ragazza di 1(5 anni, Antonia. 11 matrimonio si fece a Grisignana ma i novelli sposi decisero di stabilirsi nel villaggio natio del marito. Per assettare la casa partirono per Costabona il Glavina con la figliastra, dove in pochi giorni sarebbe arrivata anche l'Angela. Ma quando questa giunse una brutta sorpresa l'aspettava.... Il marito aveva preso il volo con la figlia per ignoti lidi. Desolata la Glavina venne a Capodistria e narrò il fatto al capo delle guardie, che, avviate le opportune indagini, scoperse i due colombi in un' osteria di via Calafati. Interrogati il Glavina non negò d'aver sedotta la figliastra, e disse che voleva con essa andar un po' a viaggiare il mondo. Dichiarati in arresto, i due furono condotti a tubare in carcere. Siccome la tradita non aveva alcuna conoscenza in città, il capo delle guardie la condusse da un' af-fittaletti, dove fu loro detto che non c'erano stanze libere, e che i due ultimi letti disponibili erano stati accaparrati poche ore prima da «due sposi». Questi erano il Glavina e l'Antonia. Naturalmente la donna fu fatta alloggiare là, dal momento che i «due sposi» avevano trovato un quartiere migliore. La banda in piazza. Venerdì scorso i filarmonici del Corpo musicale ca-podistriano — per gentile consenso del Tempo — svolsero egregiamente un interessante programma, e si meritano bene il nostro plauso, al quale aggiungiamo di cuore l'incoraggiante motto: Sem [ire avanti! Arliilìr Piacentini, redattore responsabile Capodistria. Tip. Cobol .V Priora. ine Estrazioni \ inette principali : Cor. 30,000, 20,000, Fr. 10,000, 75,000, 25,000, Lire 35,000 20,000 ecc. 1 liOlt» « l'off rossa italiana I lioito Serbo (tabacchi) i Lotto ISiion Cuore (.ló-sxiv) ^ per cassa o rate mensili vende e spedisce la fiacca popolare capodistriana Oompera.te sempre i fiammiferi della „LEGA NAZIONALE" rSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSsSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS' PIETRO IVIIflCA CAPODISTRIA Via Gian. Rinaldo Carli Tiene grande ed assortito deposito pellami con propria calzoleria. Eseguisce qualsiasi spedizione. Sia per la vendita dei pellami, come per le calzature, può tener prezzi di assoluta concorrenza, facendo i suoi acquisti direttamente e per cassa. La Banca Popolare Capodistriana Consorzio registrato a garanzia limitata Fa le seguenti operazioni : I. Accorda prestiti verso cambiale con garanzia di almeno due firme, per un termine non inferiore ad uno e non superiore a sei mesi, al 6 °/0 più 1 j % per spese di provvigione. Previo avviso di otto giorni dalla doro scadenza, le cambiali potranno venir rinnovate, qualora venga restituito un quinto della somma o quella frazione minore che, in ogni singolo caso, fu dalla Direzione se di sua spettanza, altrimenti dal Consiglio di Amministrazione eccezionalmente accordata. II. Sconta cambiali, con almeno due firme, a scadenza non superiore a sei mesi al 6 % più '/4% Per spese di provvigione. III. Apre conti correnti garantiti con mallevarla di due 0 più firme solventi, per la durata massima di due anni al 6% più 1/4°/o Per spese di provvigione. IV. Investe denari in effetti di sicurezza pupillare ed in ipoteche di sicurezza prammaticale a condizioni da stabilirsi. V. Dà prestiti a debitoriale, verso rimborso in rate mensili per la durata fino a cinque anni, con garanzia di almeno due firme al 6% più '/<% annuo per spese di provvigione. VI. Assume amministrazioni per conto di terzi a condizioni da stabilirsi. VII. Fa il servizio di cassa per conto di terzi a condizioni da stabilirsi. VIII. Assume incassi e pagamenti per conto di Società cooperative di produzione, di consumo e di ditte protocollate a condizioni da stabilirsi. IX. Riceve valori in custodia e provvede per l'incasso dei medesimi, verso una provvigione di Vs'/o s'no a corone mille e 1 °/00 sopra corone mille, per il termine massimo di sei mesi. X. Accorda sovvenzioni verso pegni di valori pubblici, 11011 oltre i 4/s del loro valore di Borsa, al 6 % e-sente di spese di provvigione. XI. Assume operazioni di cambio e compravendita di titoli, cartelle e promesse di lotteria ecc. ecc., anche in forma rateale. XII. Riceve somme di denaro: A. in bancogiro per qualunque importo, non prelevando però più di 500 corone al giorno, a vista al 2 :V4Volt. in Conto corrente 1. per qualunque importo prelevabile verso preavviso di tre giorni al 3 »/o- 2. per qualunque importo, a tre mesi fisso, prelevabile verso preavviso di quindici giorni al 3l/4°/ » 200 » 1 Cor. 1000 » » > 1000 « 1 Fior: 500 » » » 1000 » 5 Cor. 200 » » » 1000 BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA — e — Associazione di Commercianti ed Industriali ORARIO D'UFFICIO : Nei giorni feriali dalle 9 alle 12 ant. e dalle 3 alle 6 pom. Nei giorni festivi dalle 9 alle 12 ant. Il Direttore di turno si troverà negli uffici nei giorni feriali: dalle 9 alle 10 aut. e dalle 5 alle 6 pom. Nei giorni festivi: dalle 11 alle 12 ant. CIRCOLARE della sezione agricola dell' Associaz. ài Commercianti eà Industriali La sottoscritta si pregia di avvertire i Signori Soci che il bandaio Pellaschiar Francesco, in Callegaria, terrà a loro disposizione delle macchine irroratrici, cedendole a nolo al prezzo di soldi 20 il giorno. Riparazioni di eventuali rotture causate da negligenza di chi userà le macelline, dovranno venir risarcite. Per quei soci che intendessero acquistare irroratrici per proprio conto, le dette macchine verranno calcolate a fior. 7.50 1' una. Le macchine sono affatto nuove e di sistema uso Vermorel. Capodistria 25 aprile 1904. LA PRESIDENZA Adoperate sempre la ed avrete il 50 % DI RISPARMIO NELLO ZOLFO. "^SoGRA^A COBOL k PRIORA CAPODISTRIA Si eseguisce qualunque lavoro, $ia comune, che di lusso con la njassima attera e celerità. Opere — (giornali — Opuscoli Jndirigi — JV(oduli per amministrazioni — Stic h ette — partecipazioni — Carta intestata — Carte da visite — ecc. ecc. — S*//?/ greci prezzi rqodicissimi.