Ji. 2 (JiipmWstria, 5 Maggio 1921 òrgano del Comitato provinciale Jstriano del partito popolare italiano Leggete e diffondete li giornalino I CHIlDIDflTI POPOLARI PER L'ISTRIA. Dott. Cisco Giuseppe Dott. Fiaiigipani Giacomo Dott. Lončar Giovanili Dott* laica s Valentino Dott. &amho Domenico Questa è la lista che il Partito Popolare Italiano propone agli elettori istriani. Neil' ora che il Paese attraversa — ancor gravida di fosche incognite ed ardua di problemi vastissimi — deve scatu= rire dalla coscienza del nostro popolo il palpito, rinnovato di fede e virtù, che a tutti dia il senso della rinascita nazionale, nel fervore degli spiriti e dei cuori sereni. Questa è la lista del Partito Popolare. La contrapponiamo all' imbelle vacuo clamore del socialismo invilito; alla follia suicida del comunismo assurdo ; all' incapacità politica del liberalismo, bloccato nei biechi connubi massonico-opportuni-stici ; alla vana ideologia dei repubblicani. Per la rivendicazione del diritto ; per l'avvento della libertà ; contro ogni deviazione rivoluzionaria e reazionaria : a raccolta ! Votate compatti per la lista del Partito Popolare ! Noi e gli altri Il nostro partito è un partiti popolare, anzi tutto pel tatto materiale che la massa dei nostri a-derenti son figli del popolo, semplici lavoratori, nella stragrande maggioranza agricoltori, mentre nei partiti liberali il nucleo maggiore è. costituito dai cosidetti intellettuali cioè dalle classi socialmente privilegiate. Ciò non pertanto noi non siamo il partito di una sola classe — a differenza del socialismo che auspica la dittatura proletaria con lo schiacciamento dei non proletari — ma di tutte le classi organicamente miste, perchè solo dall' unione di tutti nel lavoro comune si ha 1' ordine, la pace, la tranquillità, il benessere sociale, mentre se le classi urtano tra di loro, si ha il regime della vio lenza, il disordine con la conseguente miseria. Il nostro partico è popolare, perchè vuole il trionfo della democrazia, cioè di un governo del popolo, democrazia non di parole, ma vera e reale, cioè di un governo che si ispiri ai sentimenti tradizionali del popolo e poggi la sua azione nella difesa degli interessi popolari. E precisamente perchè ci ispiriamo ai sentimenti del popolo, noi vogliamo non una democrazia qualunque ma una democrazia cristiana, che ha la sua base sui principii indefettibili del Vangelo. Per questo il nostro partito, contro fascisti liberali e socialisti, combatte strenuamente per la scuola cristiana e per l'integrità della famiglia. Pei- questo ancora, dentro e fuori del Parlamento, il nostro partito agita e promuove le più ardite riforme sociali in favore del popolo, dalle riforme a-grarie (contro cui lottarono liberali e socialisti uniti insieme) a quella sindacale con la partecipazione dagli utili e l'azionariato ; dal cooperativismo sincero e reale alla piccola proprietà che noi vogliamo allargata a tutti i lavoratori e tutelata contro la rapacità del fisco ; dall' imposta1 progressiva che graviti con la massima severità sui grossi capitali esonerando le quote minime al decentramento amministrativo con l'autonomia delle provincie e dei comuni, che ci liberi una buona volta dalla tirannica oppressione delle pastoie burocratiche del governo centrale; dalla società delle nazioni che affratelli i popoli nel sentimento della carità universale alla abolizione della coscrizione obbligatoria fino al completo disarmo che riaffermiamo proprio in questo momento mentre i partiti borghesi vorrebbero preparare la nazione per un' altra guerra. E siamo un partito popolare italiano, perchè il nostro partito intende rifarsi alle gloriose tradizioni della civiltà italica senza voler con ciò vio- ; lentate le minoranze non italiane che con noi convivono e che necessariamente subiscono, e più ancora subiranno, il fascino della nostra cultura rimanendone fatalmente attratte. Ecco la nostra divisa: cristiani, popolari, i-taliani. 1 popolari ed 11 blocco Il nostro punto di differenziazione Non è rigido dogmatismo politico il nostro ; non caparbia cocciutaggine di gente che ostinatamente s'impunta per chiudere gli occhi dinanzi alla luce meridiana e gli orecchi al'suono della verità. No ; non è cosi ! Rigettiamo sdegnosamente e con fierezza queste insidiose accuse. Nè siamo antiblocchisti per miopia intellettuale, che restringe la sua concezione e missione politica nell'angusta cerchia di idee campanilistiche e non sa veder nell' arduo fatto dell' avvenimento elettorale attuale un orizzonte più largo, su cui si proietta l'aggrovigliato complesso dei molteplici e multiformi interessi che sono in giuoco. Nossignori! Tutto ciò abbiam veduto e intravveduto in antecedenza, con calma pacata, con serenità di mente, sgombra da egoistici e meschini pregiudizi e con grande ponderatezza abbiamo scrupolosamente vagliato, lungamente discusso, spassionatamente esaminato. 11 nostro punto di differenziazione sta ben più in alto e trascende tanto 1' egoismo che esclude a-prioristicamente lo spirito di parte quanto il misoneismo liberale. La nostra mancata adesione, del resto mai impegnata, si fonda essenzialmente su base prettamente od esclusivamente programmatica. Vacuità programmatica del blocco. Noi non facciamo questione di persone: esse spariscono di fronte alla grandezza dell'idea: quel che resta e non si distrugge è il programma nella sua totalità e nella sua bontà. Ora quel che manca al blocco è un vero e positivo programma che mostri la capacità di produrre la formale e materiale restaurazione sociale di cui la nazione ha urgente bisogno. Dopo la grande guerra, le masse che hanno fatto tanto generoso sacrificio di vite e di averi, e che tante sofferenze sopportarono con coraggio virile, hanno oggi diritto a qualche cosa di concreto ed è un'irrisione alle loro miserie il presentarsi loro con l'inane vacuità d'un lirismo ipernazionale, che non ha più ragione d'essere dal novembre 1918. Giacché col trattato di Rapallo la nostra unione all'Italia è stata irrevocabilmente confermata, non c'è motivo alcuno di portar innanzi lo spettro della guerra nazionale. Alle masse non possiamo presentarci con un sacco gonfio di vento, ma vuoto di solido contenuto, mentre abbiamo un programma fattivo e concreto, che nell'ultima legislatura ha dato cosi buona prova di sé. L'affrettato accordo di persone di differenti tendenze avvenuto all' ultima ora, non può avere alcuna solida consistenza ; è troppo evidente che la laboriosa compagine dei blocchi ha una durata molto effimera, che s'infrangerà spumosa e tumultuosa sui banchi della magna aula di Montecitorio. Vi ha inoltre un'altra ragione del nostro assenteismo, che dobbiamo esporre per giustificarci davanti ai nostri amici e consezienti. Quale affidamento, quale garanzia ci dà il blocco? Dove sono i frutti maturati e tangibili delle antiche e mirabolanti promesse dei partiti che oggi lo compongono? 11 plebiscito delle ultime elezioni ha dato loro l'ostracismo non solo in Italia, ma in tutti gli stati retti con regime costituzionale dentro e fuori d' Europa. E a ragione; perchè troppo bene si vide che interessi personali o di classe si sovrapponevano a quelle delle masse trascurate e vilipese,- appena trascorso il periodo elettorale. Ragioni morali Giova inoltre non passare sotto silenzio un'altra ragione intima di dissenso dei popolari dal blocco. E'questa la ragione morale-religiosa. Non è impartito confessionale il popolare, è vero, ma resta sempre quel partito, che prende a fondamento delle complesse questioni sociali 'ed economiche il solido principio cristiano che si ispira alle norme del Vangelo. Orbene, tentare di conciliare, sia pur per breve ora, questa caratteristica specifica, la principale del partito popolare, con le tinte varie dell' arcobaleno blocchista, che vanno dall' indifferentismo religioso attraverso al consepvatorismo f ino all'anticlericalismo più smaccato e violento, equivarrebbe a rinunziare alle proprie convinzioni intime e più profonde: segnerebbe una violazione e la morte della nostra coscienza. Perche volerò per i candidati popolari? Anzitutto perchè il votare è un obbligo morale di coscienza di ogni buon cittadino. Le leggi oggi si fanno da coloro che vengono eletti dal popolo, che saranno rappresentanti del popolo e non devono solo rappresentare se stessi ed i propri interessi. Questo vuol dire che le leggi oggi le fa il popolo per mezzo di coloro che eleggerà e solo in questo senso il popolo è sovrano. Ora io che faccio parte del popolo, voglio finalmente aprire bene gli occhi, per non tradire uno dei più gravi obblighi di coscienza. Come cristiano e come italiano ho una religione ed una patria. 1. Ho una religione e la voglio rispettata da tutti. I valori religiosi, spirituali e morali, gl'inse guarnenti di bontà e di amore del cristianesimo tengono ancora oggi il primo posto e sono i soli che daranno alla travagliata umanità un po' di tranquillità e la pace vera. Per questo voglio rispettata la religione. 2. Ho una patria e la voglio grande, civile, prospera intellettualmente, moralmente, economicamente. La voglio pacifica all'interno, stimata, apprezzata, all'estero. Ecco perchè sento tutto l'obbligo del voto. AVVISO - Àgli amici si ricorda ancora una volta di mandare d'urgenza il nome di due fiduciari per ciascuna sezione elettorale di ogni singolo comune. Il Comitato provinciale. fl certi bloccare; in buono fede. A quei pochi amici che non avevano compreso subito come nessun reale vantaggio ci si offriva coli' entrare nel blocco, di contro ai tanti danni la cui realtà a nessuno poteva riuscir dubbia, sottoponiamo, perchè le meditono, le seguenti parole dell'. Azione» del 29 aprile. «La legge elettorale è diventata antipatica a tutti per aver essa imposto alle persone che rappresentano lo stesso partito politico o pure si uniscono in uno stesso raggruppamento elettorale, una lotta personale, una gara che a volte prende aspetti non dissimili da quelli delle lotte di partito contro partito... Oltre all' attrazione di votanti, una lista deve andare in cerca di voti preferenziali-». Così l'organo del capolista del blocco. Se dunque avessimo avuto la disgrazia di esser costretti ad entrare nel blocco, avremmo dovuto eguamente lottare per far spuntare il nostro candidato ; ma certo con meno onore o con minor probabilità di successo. Ma non è su ciò che vogliamo richiamar 1' attenzione dei lettori. Amici ed avversari sono ormai persuasi che 1' unica linea di condotta che ci era permessa tanto neh' interesse dei partito, quanto in quello dell' affermazione nazionale, era l'intransigenza da noi adottata. Ma ci preme che non sfugga a nessuno quanto scrive lo stesso giornale, nel medesimo articolo, sotto il titolo »Pola può vincere meglio di altri la battaglia etetto rale». Premesso che il totale degli elettori della zona polesc supera il quarto di tutti gli elettori iscritti nelle liste della provincia ed accennato al sistema dei voti preferenziali continua: «Pota è centro di quella parte dell' Istria, 'che va da Pisino a Votosela e da Rovigno alle isole di Lussino e Che r so. Questa zona è intimamente legata per ragioni di interesse economico. Fssa ha oltre un terzo di voti dell' intero collegio elettorale ; oltre un terzo, se, non pili ancora, di voli italiani. Quando essa si fa compatta, la vittoria di Pota è matematicamente sicura>. Non bisogna dimenticare che uno dei capisaldi del blocco di Pola era quello del trasporto della capitale. Se poi fu sottaciuto, tutti sanno che fu solo questione di tattica per non respingere dal blocco i nuclei di Parenzo e dell' Istria alta che non avrebbero aderito a quel programma. La prosa del giornale di Pola vuol ora significare in buon italiano : 11 blocco è ora un fatto compiuto, ma fra gli stes.-i consenzienti bisogna che ora ci disputiamo la vittoria. Pola, e tutti coloro che dagli interessi materiali sono legati con Pola, sanno a chi devono dare i voti di preferenza se vogliono che Pola diventi la capitale dell'Istria. ui/iavo — sono le testuali parole — r uruano che un elettore preferisca V uomo che gli provvederli qualche bene con la sua azione politica, che i' a conoscenza dei suoi bisogni, che è a contatto imi/tediato con lui, a un altro che i> lontano e ha da pensare a interessi che magari saranno in collisione con quelli della sua città». Non sappi,imo che cosa penseranno di questa prosa i nazionali democratici che vedono esposti a probabile trombatura i candidati del loro cuore ; non sappiamo cosa diranno i patenzani — che non possono certamente competere per numero con Pola — i quali si preparano a dar i loro voti a chi si propone, come prima sua attività di deputato, di deca- pitare Parenzo per trasportar a Pola la capitale : non lo sappiamo e non ci interessa di saperlo. Noi rivolgiamo invece la nostra parola a quei tanti moderati di rette intenzioni, che solo vani pregiudizi tengono ancora da noi lontani. E' dunque certo che non basta che un candidato entri nella lista, perchè abbia probabilità di vittoria. E' matematicamente dimostrato che chi farà dare il crollo alla bilancia in favore di uno o 1' altro dei candidati del blocco sarà Pola. E' certo che Pola darà i voti di preferenza a De Berti, a Bilucaglia, a Mrach e, se ci rimarrà qualche posto, ad Albanese. E ve la sentite voi di mandare col vostro voto in Parlamento costoro la cui vittoria potrebbe significare il crollo di tutto ciò che hanno di più caro gli istriani : la religione, la famiglia ed in ultima analisi anche il vero amor di patria? Date invece il vostro voto alla lista dello scudo crociato, che, oltre che portar nomi d'indubbia fede nazionale, vi dà possibilità di mostrare la vostra fedeltà ai candidati del vostro partito Dott. Pogatschnig e Dott. Pesante ; ed avrete il conforto di aver mandato a a Roma persone che in fatto d'italianità non sono secondi a nessuno dei candidati del blocco e per di più vi dànno sicuro affidamento di tutelare anche tutti gli altri interessi morali e ideali che pur vi stanno tanto a cuore. Tra fiozzo e santolo. (Continuazione) Fio zzo - Santelo, l'altra'sera me ve parlà della schela ; cossa xe sta roba ? Santolo - La schela jera 'na volta un toccheto de carta, dove che ognidun che 'ndeva a votar, scriveva in sima el nome del deputato che i voleva elejer; e ste schele le passava el governo: adesso invese i vol che le sia de cartonsin e che ogni partito se le faghi a spese sue. F. - E po' cossa se fa de ste schele? S. - Ebbi passiensa ! Donca su ste schele de carton, che le xe quadre, xe fato in meso un ton-dolo, e in sima de sto tondolo xe tre striclie; soi a de la prima strica po xe la stema del partito : nialtri vemo un scuto colla croxe bianca e scrito in sima ,,libertas". F. - Cossa voi dir po sta stema ?. & - La stema poi voler dir assai roba, ma mi digo che bisogna darglie el significato de libertà: e me spiego: - Mi jero cratura quando che mio sior pare defonto - che Dio ghe brassi l'anema - alla sera d'inverno el ne lexeva sotto el camin «El libro delle Crussiate» che jera quelle guerre eh' à combattù i cristiani contra el turco per liberar el sepulcro del Nostro Signor; i soldai cristiani veva duti chi sul petto chi sul scuto una croxe. Cossi, mi penso, che i capi del partito popolar, a volesto doperar quella stema, per dimostrar che el partito popolar voi «liberar» el popolo da la s'eiavitù dei altri partiti, e così me spiego anca la parola «Libertas». F. - E de sta schela cossa se fa? S. - El giorno de le elession ti ti vaghi in quella sala, che xe scrita su la damata o zertificato de iscrissione, e là un sior che se ciama el presidente te da una soracoverta de letra.... F. - E po se porta in posta? S. - Ma che posta? Spetta! Ti, in sta letra ti metti drento la schela quella col scuto e croxe sensa targhe pieghe peraltro, perchè si no el car-tonsin s'ciopa e el voto no vai più, - ti seri la letra e ti ghe la consegni a quel che te la dada prima. Sta operassion ti la faghi via dei oci dei altri perchè el voto xe secreto e ti ti ancfarà a serar la letra in t'un gabbiotto che sarà là in sala de le votassion. F. - E quelle altre striehe che xe in tei ton-dolo a che le servi? & - Quelle xe per scriver el nome del deputato che se proferissi e me spiego: - Nialtri vemo messo 5 orni in te la nostra lista che quei del partito ga za mandà in su, e che xe quei che ti ga letto siili' ultimo sfoio; adesso se ti proferissi pittosto un che un altro, ti scrivi in quella strica el cognome de quel che ti ti proferissi, e questi se ciama i voti de proferensa. Ti ga capi? F. - Bastanza e per ancuò ve ringrasio, voi dir che se varò bisogno de calche altra spiegassion, tornarò de vu. S. - Si fiosso la mia porta xe sempre verta. Addio stame ben e saluda mio compare. F. - Grassie e bona sera. Corrispondenze. KO^lQR© II «Piccolo» maestro tli verità*— può prendere a notizia, che la sezione comunale del P. P. I. di Rovigno à deliberato ad unanimità, proprio presente il segretario provinciale dott. Degrassi, di votare compatta per la lista dello scudo crociato, approvata dalla direzione centrale di Roma. Le a-menità quindi e i commenti, di quel giornale nel suo numero del Lo maggio — che ancora ripete l'antifona di Sturzo bloccardo — possono aumentare il voluminoso archivio delle sue bubbole elettorali. Se la patria è in pericolo (sic !) ne cerchi la salvezza con altre armi e indaghi più profondamente le cause di tale rovina. Un po' di esame di coscienza ci vuole e un po' più di onestà e serietà, almeno per salvare il decoro giornalistico. P1MR8 Un Comizio elettorale del blocco si tenne domenica nella nostra piazza maggiore. Il dottor Pogatschnig fu sobrio ed equilibrato : intemperante e violento l'Albanese. Attaccò naturalmente i popolari, quali traditori della patria, avanzumi del vecchio clericalismo austriacante : approfittò della calunniosa notizia del «Piccolo», avere cioè i popolari di Rovigno deciso di votare per il blocco o fli astenersi, per consigliare e allettare i popolari piranesi a un eguale atteggiamento. Ci verrebbe la tentazione di ringraziare questo maturo (!) fascista, nonché candidato bloccardo, per la reclame gratuita, che fa al nostro partito, e di animarlo a continuare su questo tono. N. d. R. — Non ci meraviglia affatto la condotta degli avversari: è> il vecchio sistema, antico quanto il liberalismo e più ancora. Noi si sarebbe i cari, i vergini, gli immacolati patrioti e nazionalisti, se ci fossimo venduti al blocco-, ma non avemmo questa virtù....... liberale, perciò