Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 75 — 25 settem. 76 importa fior. 3 e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'Infanzia UNIONE CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore L'integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 9 Ottobre 1814 — »asce «fnseppe Verdi — (V. Illustrazione). Abbiamo consegnato all' inclito Municipio fiorini cento ed il pubblicato resoconto dell' amministrazione per il primo anno 9 ottobre 1874—25 settembre 75 (V. il N. prec.), coi relativi documenti. Sulla ingiusta concorrenza dei carcerati il Dopo quanto abbiamo esposto nel nostro articolo Un vecchio lagno, inserito nel numero 21 di questo periodico d. d. 9 agosto decorso, il provocare maggiori spiegazioni sui danui che il lavoro dei carcerati porta agli operai della città, l'investigare nei più minuti particolari il numero delle emigrazioni succedute in seguito a questo fatto, la ci sembra più che una cosa seria un'amara ironia. Noi proveremo soltanto come al danno materiale s'aggiunga per un tal fatto il morale, e quindi la doppia necessità di far cessare uno stato di cose, l'esistenza del quale distrugge la base d'un più retto apprezzamento in merito della nostra classe lavoratrice. Non sarà del resto difficile compito l'enumerare a Cbi spetta i casi d' emigrazione occorsi in seguito alla mancanza di lavoro che valga ad assicurare a parecchi operai di qui ed alle famiglie un modesto sostentamento. Le città di Pola, di Trieste, e di Mug-gia, albergano ciascuna dei nostri operai, e particolarmente la prima nella quale contiamo falegnami, muratori, pittori, bandai, in numero, proporzionatamente alle frazioni del nostro paese, non tanto ristretto. Se sarà però facile i'accennare a questi casi, difficile o meglio impossibile ci sembra il provare, come e se tali emigrazioni sieno realmente causate dalla concorrenza dei lavori dell' i. r. Carcere. L'investigazione presenta una via spinosissima, perchè qualunque deduzione facciasi in tale caso, è possibile a forza di sofismi mutarla a taleuto. Chi scrive può rispondere anche a questo dubbio col fatto, che non solo i centri maggiori sopraccennati, ma modeste borgate dell'Istria nostra, invogliarono all'emigrazione qualche nostro operaio che qui si trovava a disagio. Riteniamo che ciò basti a provare come non già l'amore d'un lucro smodato, e d'una vita relativamente più splendida abbiano attirato altrove il nostro artiere, ma il solo e puro desiderio d'ujia continua occupazione. La stessa impronta di negligenza che scorgiamo in qualcuno dei nostri operai, lo riteniamo effetto di quella difficile posizione che vien loro causata dell'ingiusta concorrenza dell'opera dei carcerati. Ognuno sa essere V ozio padre d'ogni vizio, e deve convincersi altresì che per vedere quanto l'uomo possa, voglia, e valga, conviene esperimentarlo, la qual cosa non si otterrà che mercè una continua, alacre, fruttuosa occupazione, che lo invogli, lo innamori al lavoro, in modo che scorga in questo non il solo mezzo atto a fornirgli il pane quotidiano, ma quello altresì che valga a segnargli con relativo decoro la sua posizione sociale. Il lavoro dei carcerati posto in diretta concorrenza nella nostra città con quello d'o-nesti artigiani, non può essere, dopo le sopraccennate considerazioni, che oggetto di danno materiale e d'abbassamento morale. Noi siamo in grado di udire a quando a quando dei lagni mossi sulla condotta di alcuni nostri operai nell'esercizio del proprio mestiere, e questi lagni vertono sempre o quasi sempre, sul difetto d'una costante diligenza che caratterizza un impronta poco energica, poco gelosa del vero e beninteso amor proprio. Prima di tutto amiamo dire che ciò riscontrasi per eccezione, essendoché la maggior parte dei nostri artieri è informata a principii di sana morale, e che vi sono, a lode del vero, parecchi capi mastri degni della massima stima. Ma in secondo luogo chiediamo noi : do- ve si potrà più ragionevolmente ricercare in tesi generale la causa di qnesta parziale impronta di negligenza, se non che nell'ozio a cui forzatamente viene in più incontri condannato il nostro operaio? e dove, parzialmente parlando, si riscontrerà la causa dell'ozio forzato, se non trovasi in prima linea nel buon prezzo dei lavori fatti nell'i, r. Carcere, che attirano un rimarchevole contingente di commissioni private? Quando le difficoltà della vita sono la conseguenza d'un fatto giusto, è sperabile nel-l'individuo uno sforzo d'attività per superarle ; nè sarà certamente esagerata l'esigenza di questo sforzo, qualora si rifletta all' equilibrio di circostanze che governano i fatti sociali, e ne rendono perciò possibile la buona riuscita. Senza bisogno di spiegarsi d'avvantaggio crediamo che sotto condizioni diverse sarebbe pazzia l'esigere, ritenere o sperare dall' individuo una tale condotta. Dall'umana natura non si può chiedere molto, e tanto meno quando trattisi di sperare bene in ricambio del male. Abbiamo veduto non pochi casi in cui l'esacerbaziene d'animo causata nell' uomo da insuperabili difficoltà nell'esercizio delle sue cose, produsse, per ultimo effetto la rilassatezza morale, l'abbandono di sè e della famiglia. Ciò che nasce nell'individuo può succedere in una certa classe della società quando le sue sorti non sieno regolate da un razionale equilibrio. Tornando strettamente all' argomento, riteniamo poi con fermezza, che nè la maggiore o minore emigrazione d'operai della nostra città, nè l'inesplicabile contegno d'alcuno di essi nell'esercizio dei propri doveri, ne l'enumerazione più e meno grave dei danni relativi, nè la domanda sul prezzo dell'opra, possano giustificare l'esistenza di un fatto tanto ingiusto per sè stesso e tanto degno di biasimo, quale quello della concorrenza mossa in la ricchezza del signor Benton, questa però non era superiore a tante altre ricchezze che negli Stati-Uniti potevano tramontare da un giorno all'altro. Malgrado regnasse in allora una crisi commerciale molto seria nell' America, le relazioni del signor Benton lo esponevano, come gli accadde altre volte, ad una moltitudine inattesa d'affari; e già da parecchi mesi gli erano giunte da diversi luoghi delle inquietanti notizie. Ma Dolly in fondo al suo cuore ad istanti sognava una ben seria catastrofe; e della sua modesta cameretta ella faceva come un porto di rifugio, dove i poveri naufraghi della fortuna consolati approderebbero come a luogo di salvezza. — È orrendo! pensava ella qualche volta, ch'io abbia a sognare un così triste scioglimento ! No, giammai io mi perdonerò d'essere egoista al segno da desiderare a sì buona gente, che tanto mi amano, tali sventure! Dovessi soffrire, dovessi subire tutte le umiliazioni immaginabili, io non posso accon sentire che il mio cuore desideri la rovina di quella eccellente famiglia e sparga nemmeuo APPENDICE. DOLLY GEERTS RACCONTO di Xavier Ey ina Traduzione dal francese di LUIGIA G. P. Onde evitare una lunga digressione su questo soggetto, diciamolo subito, che quello è un ostacolo in cui s'imbattono gli scrittori americani per potere da quello trarre un interessante argomento ai loro romanzi, dove le lotte contro l'amore e le sociali coudizioni forniscono materia, nel nostro vecchio mondo, a tante finzioni, a tante drammatiche peripezie. Ciò che qui è regola comune, laggiù diviene eccezione; come qui all'apposto, l'eccezione è stabilita a divenire la comune legge in quella nuova società. Dapprima Dolly poteva temere di non trovare in William ciò eh' ella sperava ; poi per quanto buona fosse per lei la famiglia Bmton, ella s'atterriva all'idea d'inimicarsela mediante un rifiuto che avrebbe forse ferito meno la sua dignità, che la tenerezza per William. Il signor Benton ne andava superbo pel suo ricco patrimonio acquistato nullameno con provata onestà; pure egli dimenticava volentieri la differenza che correva dalla sua attuale posizione a quella in cui si trovava sul principio della sua carriera. Il signor Benton era nuli' altro che il figlio d' un semplice marinajo disertore, ed aveva cominciato coll'essere facchino nei porti di New-York. Ma se è abituale che coloro, cui la fortuna arrise, tendono sempre ad innalzarsi viemaggiormente nel posto sociale e coprono la loro umile origine collo splendore della posizione novella; agli Stati-Uniti invece, dove soltanto la ricchezza è la distinzione delle classi, meno che altrove si sopporta che un uomo giunto allo scopo invidiato disconosca il suo primiero povero stato quando a questo fu aggiunta l'onestà. Tali però non erano sempre i ragionari del signor Benton, e Dolly talvolta dovette udire dalle sue labbra certe dottrine, su questo soggetto, da farla raccapricciare. Ciononostante per quanto grande fosse città coi lavori che si fanno per conto privato dai detenuti dell'i, r. Carcere. Nel secolo del progresso, nel secolo delle società contro il maltrattamento degli animali, non si dovrebbe credere alla sussistenza e tolleranza di fatti che sieno la causa efficiente d'un danno materiale e morale del popolo. Eppure chi ci vorrà leggere, vedrà che fra noi ve ne esistono. Ci pensi chi ha il dovere di porvi riparo. c—l. I GIEKE (Cont. V. dal N. 13, dell'anno 1 in poi) Per quanto uno si studii d'osservare i precetti dei medici e le regole d'Igiene che ha suggerite l'Unione, pure non è possibile che tosto o tardi non lo colga un qualche incomodo e che non abbia quindi bisogno dell'opera loro. Triste condizione la nostra ! È ben vero, che abbiamo i dottori ed i farmacisti, e di più un grande numero di persone, le quali, senz'avere mai studiato alle università la terapeutica e la farmacologia, sono pronte a suggerirvi una quantità di specifici, uno meglio dell'altro. Questo è vero, ma il medico non lo potete aver sempre accanto come il servitore; e poi, volete incom-modare il medico ogni momento per un po' d'infreddatura, o leggero dolore di testa o qualche altro malanuccio di tal fatta? E che vi direbbe il medico? Vi tasterebbe il polso, vi guarderebbe la lingua, vi farebbe qualche domanda sui sintomi del morbo che temete di a-vere, e poi vi direbbe che non è niente, o tutt' al più vi consiglierebbe di starvene a casa, d'osservare una dieta piuttosto rigorosa e vi prescriverebbe un purgantino o qualche sudorifero, cose tutte che potete farle da voi e senza molestare i dottori. Andremo dunque, dal farmacista, mi direte. Andateci pure, ma sappiate che le cucine dei farmacisti hanno due gravi difetti: le loro vivande, sieno pillole, polveri, o bibite, o polpe, non sono niente affatto saporite, e quel eh' è peggio costano assai più che ogni altra vivanda. Aggiungete, che nè voi, uè il farmacista siete giudici competenti in materia medica, e che perciò voi potreste domandare o quegli potrebbe darvi un farmaco, che invece di farvi bene vi faccia male. Ricorreremo piuttosto ad altre persone le quali senz'essere nè medici, nè farmacisti, suggeriscono e forniscono gratuitameute rime-dii a chi li vuole. E ne troverete a dozzine, ma sapete che cosa avverrà? chi vi suggerirà un rimedio, chi l'altro e n'avrete tanti da non saper a quale appigliarvi, e la finirà che vi ammalerete da senno. Queste cose io m'andava ruminando fra me e me, ed andava dicendo: La sarebbe pure cosa bella, se vi esistesse uno specifico u-niversale per tutti i piccoli mali, e fosse tale che lo si potesse avere senza spesa e quel che una lagrima; e d'altronde, non sarebbe William pel primo colpito? Povero con me, o ricco senza di me chissà s'egli sarebbe del pari felice? Però di tali tristi pensieri non sorprendevano Dolly che nei giorni in cui il signor Benton dimostrava troppo orgoglio; ma con una buona parola, un sorriso, una carezza della signora Benton o delle sue figlie, se li cacciava ben presto dalla mente per non avere che pensieri di pace e di perdono. V. Un dopopranzo nel mentre la famiglia Benton faceva merenda, d'improvviso la porta della sala s'aperse ed entrò un giovane; era William. La sorpresa fu grande, ma ben presto successero delle esclamazioni di gioja che irrompendo da tutti i petti furono all'istante soffocate da una pioggia di baci e di carezze. Dopo essere passato dagli abbracci della madre a quelli delle sorelle, William scorse in un angolo della sala una bella giovane, col-l'occhio umido e dallo sguardo ardente fisso su di lui, le braccia penzoloni e che sembrava non prendesse parte a quella felicità. più monta, senza pericolo di guastarsi lo stomaco! — E perchè non potrebbe esso esistere? ben vero che il nostro corpo è un complesso d'organi diversi, ma se molte sono le leve e le ruote di questa macchina, il principio per cui si muove dev'essere un solo. Ma, se anche esiste, dove trovarlo? qui sta il busillis. Pensa e ripensa, mi rammentai d' aver veduto un libro il quale trattava su questo argomento e me lo procurai. Esso fu scritto da un tale Nicolò Teodoro Muhlibach, Dottore di medicina e medico esercente in Vienna il qual Dottore Muhlibach, dappoiché la sua operetta è stampata nell'anno di grazia 1818, vale a dire cinquantasette anni fa, sarà probabilmente passato nel numero dei più, e non verrà quiudi a risapere l'onore che ha di veder trattata sul-1' Unione la sua causa. Comunque siasi mi propongo d'esporvi le sue teorie; ma per questa volta, basta così e contentatevi di sapere che il rimedio esiste. Nel prossimo numero comincierò a soddisfare la vostra curiosità. (Cont.) G. F.—A. Francesco Dall'Ongaro (Cenno biografico) (Continuazione, V. n. precedente) Esigliato da Trieste, dove nel gennajo del 1847 gli morì la madre, dopo essersi concertato col Tommaseo a Venezia, Dall Ongaro fa un rapido giro di tutta l'Italia settentrionale; percorre la Lombardia, il Genovese, il Piemonte, la Toscana e giugne a Roma trascinato dalla corrente entusiasta del nuovo Giulio II. Dovunque passa, lascia traccie luminose del suo affetto alla patria e del suo ingegno: con stornelli vivaci, articoli fervidi sui giornali, e discorsi pieni d'entusiasmo prepara il risorgimento della patria diletta. Dopo le cinque giornate di Milano, quivi vediamo il nostro poeta accordarsi coi capi dell'insurrezione e poi correre a Venezia per impugnare egli stesso le armi. Nel giorno 14 maggio di quell'anno turbolento, che fu il 48, eccolo sugli spaldi di Palmanova coi degni suoi fratelli Giuseppe ed Antonio. Una bomba gli rapisce quest' ultimo, mentr' egli con l'altro combatte sul Sile e " quivi forse, sulla Piave, a Cornuda, a Treviso, nei tedi del bivacco segna colla punta della bajonetta alcuno di que'canti che serbano così viva l'impronta del luogo „ 1). Caduta Treviso in mano di Radetzky, il poeta-soldato ripara a Venezia e vi fonda un foglio popolare dal titolo: Fatti e parole. Contrario alle idee di Manin circa l'immediata fusione di Venezia col Piemonte, vi si oppone, e con altri patrioti viene bandito dal dittatore. Roma intanto è presa anch'essa dal generale trambusto, e Mazzini vi prepara la repubblica. Dall'On-garo dalla Romagna, ove si trova, offre all'amico Mazzini l'ajuto armato di Garibaldi, che comandava allora la I. legione italiana. Accettata l'offerta dal ministro della guerra Pompeo Cainpello, Dall' Ongaro nel 49 giunge qual delegato del generale, a Roma. Siede poscia nella Costituente, e spedito ad Ancona per sedare i tumulti di una plebe sfrenata, ristabilisce l'ordine coadjuvato dal preside Mattioli; finalmente di ritorno prende viva parte alla difesa di Roma ed "affronta in Campidoglio le bajonette francesi che vengono a sciogliere la gloriosa assemblea „ 2). Profugo ripara nella Svizzera prendendo stanza ora a Lugano ora a Capolago. In que'dolorosi giorni d ' esigi io gli è d'uopo lavorare a tutt' uomo per sostentare sè stesso ed i suoi cari ; William dapprima la salutò con molta riservatezza, cercando d'indovinare con uu muto esame, chi potesse essere quella giovane. — Ebbene, gli disse la signora Benton, non riconoscete Dolly? .. . — Dolly, esclamò il giovane Benton stringendo l'operaja tra le sue braccia; Dolly, mia cara fanciulla ; ed io ho bene il diritto di chiamarti così! Come siete bella, grande, vezzosa Dolly ! Buona, laboriosa, onesta, non ne dubito, giacché io vi trovo in casa di mia madre e posta alla sua mensa tra le mie sorelle! Oh! grazie, Dolly, pella gioja che avete fatto provare al mio cuore in questo momento! Dolly, muta, arrossì sino agli occhi; le sue mani, strette in quelle di William, tremavano, i suoi sguardi inumiditi non osavano levarsi su di lui. Ella comprese che bisognava lasciare nell' intimità della famiglia quello sfogo d'affetti pel ritorno del giovane; ond'ella uscì furtivamente dalla sala, poi dalla casa, senza che alcuno se ne accorgesse. Nella solitudine della sua modesta cameretta, Dolly prelibava la sua felicità e le sue speranze. scrive per la tipografia Elvetica, e per il Panteon del-la libertà italiana, che pubblicava il D'Amato a Torino, dà lezioni private, sempre tenendo vivi nel cuore gli affetti che lo legano alla patria lontana. Fedele alle massime di Mazzini, a cui l'univano frequente corrispondenza dal 49 al 57 e solerte cooperazione, a motivo del moto inconsulto di Milano (6 febbrajo 1853) provocato da Mazzini, Dall'Ongaro inconscio ed innocente viene bandito dal Governo Federale e passa nel Belgio colla sorella Maria e col nipote Luigi. Quivi rimase tre anni e campò la vita scrivendo, dando lezioni d'italiano, spiegando Dante e finalmente collaborando alla compilazione di varii giornali francesi, tra i quali il Siècle e l'Opinion Nationale. Neppur qui si poteva dire sicuro il povero esule e, strano a dirsi, l'attentato Orsini gli attirò addosso gli sguardi molesti della Polizia francese. Poco dopo si recò a Torino coll'incarico di presentare a Cavour un progetto sopra il taglio dell' istmo di Panama. Altre faccende però, idee ben diverse, occupavano allora la mente del grande ministro, e Dall Ongaro se deve ritornare scoraggiato per la missione fallita, si consola al pensiero di veder presto il risorgimento della cara sua patria. Il fiero e costante mazziniano, qual'era il nostro poeta, dopo il colloquio avuto con Cavour, sembra avvicinarsi all' idea di un Italia monarchica; ritorna nel 59 due volte in patria, l'una per ajutare un amico a porre in iscena un'opera di cui egli stesso avea scritto il libretto, l'altra in qualità di corrispondente della Patrie " per render conto di un' altra grand' opera di musica e ballo che tutta 1T Italia avea composto e che si rappresentò con successo' meraviglioso, e per la quale egli, con altri patrioti i-taliani, avea pur scritto da molti anni le parole „ 3). Divenuta un fatto l'idea vagheggiata da tanto tempo, il nostro esule arrivò a Firenze. 11 governo Toscano del Ricasoli prese in sospetto il vecchio repubblicano e diede ordini per arrestarlo, ma in breve assicuratosi dei di lui principi pacifici, non solo il lasciò in pace, ma gli assegnò uu posto (li letteratura drainatica nella scuola fiorentina con un assegno di tre mila lire. — Questo posto, come osserva 1' egregio biografo, era inferiore d'assai a' meriti ed a' talenti del Dall' Ongaro e gli procurò tuttavia odii, invidie ed accuse le più vili. La nostra penna vien meno nè possiamo riportare le parole acerbe quanto giuste, onde il prof, de Guber-natis, scolaro a que' dì dell' infelice poeta, racconta a vivi colori, gli ostacoli, i maneggi, i modi indegni adoprati dai numerosi nemici di lui per iscreditarlo e far giungere le più nere calunnie fino al ministero. Il quale finalmente si vide costretto a sospendere la paga al maestro di dramatica. Questi però non si perde d'animo, e per guadagnare il sostentamento a se ed a' suoi, ricorre nel 60 all' insegnamento privato, e spiega il Divino Poeta nella casa ospitale degli illustri emigrati ungheresi Francesco e Teresa Pulszky. Scriveva anche per i giornali, e chiamato si recava di città in città per promuovere le arti e le industrie, e teneva publiche letture a Firenze. Il linguaggio insidioso dell'invidia non finiva di perseguitarlo, chè anzi aumentò vieppiù per la parte brillante che il Dal-l'Ongaro sostenne nell' esposizione parigina del 1867 coi suoi: Scritti d'arte ; e poscia quando il di lui a-mico C. Correnti venuto al ministero, della p. istruzione, lo volle consigliere d'arte presso di sè, incaricandolo di varie missioni artistiche in parecchie citlà come a Milano e Parma. In ragione dei trionfi crescevano intorno al poeta i soliti livori, e per vivere in pace, questi chiese all'amico ministro di poter ritornare all'istruzione drammatica non già a Firenze, ma all'università di Napoli. 11 Correnti di buon grado accondiscese "ma, dimenticandosi forse che i ministri non sono immortali, non provvide ad assicurargli la cattedra per l'avvenire ., 4) Caduto infatti il ministero onde faceva parte il ''orrenti, con l'amico, Dal-l'Ongaro perdette difesa ed appoggio. Il nuovo ministro Scialoja gl' intima di ritornare al vecchio posto di Firenze. La salute però del nostro poeta già attac- Sarebbe forse per scrupolo o timore che da tre giorni Dolly non ritornò più dalla signora Benton! Non sapremmo certamente indovinarlo. Il terzo giorno fu rimarcata l'assenza di lei e ciò diede occasione a William d'udire l'elogio della giovane operaja. — S'io andassi in traccia di lei! dis3* egli. Indicatemi la sua abitazione. — Vostra sorella Kettly vi accompagnerà. rispose la signora Benton. William fu sorpreso dalla modesta semplicità che abbelliva l'umile asilo di Dolly. Trovandosi tutti e due faccia a faccia, dopo sei anni di separazione, e precisamente in una soffitta, non sfuggì ad essi certamente la memoria del loro incontro nell'orrido tugurio del quartiere dei Cinque-Punti. — Con un semplice sguardo si compresero. Dolly tese a William una mano, e quella muta pressione fu più eloquente di tutte quelle parole che le avrebbe potuto suggerire il cuore. — Siete voi veramente felice, Dolly? — Almeno quanto lo potete essere voi, signor Villiam nel contemplare l'opera vostra. eata, va vieppiù deperendo; chiede due mesi di congedo per ristabilirsi; gli ottiene ma indarno. La morte a gran passi si avvicina per troncare una vita preziosa quanto affannata. Il giorno 10 gennajo 1873 Francesco Dall'Ongaro non è più ! — Pochi ma affettuosi accenti pronunzia il De Sanctis sulla bara dell'uomo, del cittadino e del poeta, che per tanti titoli ben meritò dell'umanità, della patria e delle lettere. E. L. 1) Prefazione ai: Canti popolari del D.O., editi a Capola-go nel 1849. 2) Luogo citato. 3) D. 0. ed il sno epistolario scelto. De Gubernatis. 4) Luogo citato. Alcuni brevi cenni storici sul giornalismo (Cont. V. i N. 18, 20 e 23 del I anno) Colla caduta dell'impero romano ebbe fine qualunque pubblicazione; i barbari spadroneggiavano. Nei secoli medioevali i diarii erano iu parte almeno suppliti dai trovatori, che passavano di castello in castello raccontando le novità, cioè i tornei, le giostre, e dando notizie sui casi dei cavalieri e delle dame; ed in parte dalle relazioni dei numerosi pellegrini che gli uni dopo gli altri si seguivano con frequenza nella visita di Terra Santa. In queste relazioni, frammiste alle inevitabili inesattezze originate dalla scarsa coltura dei compilatori, si leggevano le principali notizie contemporanee, descrizioni di città, nozioni politiche ed economiche sui rapporti esistenti allora tra i varii popoli; e di esse una grande quantità, sotto il nome di Itinerarii dei pellegrini, trovasi ancora inedita a Venezia ed a Marsiglia, che erano i due punti d'imbarco e di approdo per tutti coloro che volevano visitare Terra Santa. Necessaria conseguenza dell' invenzione dalla stampa (1440) fu la ricomparsa di foglietti volanti, senza fissa pubblicazione, coi quali gli stampatori di Magonza impresero a pubblicare le più importanti notizie politiche, ed in ispecialità quelle attinenti alla guerra coi Turchi. A Venezia nel 1563 apparve per primo un periodico politico e alquanto particolareggiato; sui primordii peraltro non era permesso che manoscritto, e lo si leggeva verso il compenso di una piccola moneta che si chiamava gazzetta, e da questa presero il nome le pubblicazioni periodiche tanto politiche che letterarie. (Continua) SEDUTA PRIMA Parenzo, 5 ottobre (D.) Jerialleore3 p. m. seguì nella sala del Consiglio scoi. prov. in Parenzo la solenne inaugurazione della I Conferenza prov. dei maestri, cui va congiunta un'esposizione didattica,della quale ci riserviamo parlare. Oltre ai maestri delegati dalle conferenze distrettuali della provincia v' intervennero, in qualità di ospiti d'onore, gli onor. signori il capitano e vicecapitano provinciale, alcuni membri dell' i. r. Consiglio scoi, prov., due ispettori distrettuali, parecchi docenti e molti signori parentini che si compiacquero onorarla di lor presenza, L'onorevole sig. Antonio Elodie, i. r. ispettore provinciale - preside inaugurò la Conferenza con un ben ragionato discorso in cui, accennato il progresso che va facendo la scuola in provincia, mercè i sacrifizi del paese e la sollecitudine del personale insegnante. — L'illustrissimo sig. capitano prov. porse il saluto a nome della rappresentanza prov. ed osservato essere l'istruzione popolare, la più grave fra le questioni del giorno, sorgente di moralità e prosperità, e dichiarato soddisfacente lo stato dell'istruzione stessa, fece voti acciò quanto prima ogni istriano sappia leggere. Passando alle elezioni delle cariche, il presidente Tuttavia tre giorni addietro io era meno felice di quanto sono oggi, poiché mi è alla fine permesso di ringraziarvi. E in così dire, Dolly portò vivamente la mano di William alle sue labbra. — Eh ! suvvia, Dolly, disse Ivettly Ben-ton accarezzando la giovane operaja, non vi è permesso di piangere più giacché il nostro William è ritornato. Immaginatevi fratello mio, che Dolly quando pronunciava, od udiva il vostro nome, gli occhi le si riempivano di lagrime. In allora certamente c'era una buona ragione, e, voi assente io pure piangeva; ma adesso è altra cosa, ed ora si deve ridere e rallegrarsi della vostra venuta. designa l'on. sig. Nicolich i. r. ispettore distrettuale ed anziano a suo sostituto, e l'adunanza, per scrutinio segreto, elegge gli onor. signori Prodomo e Brattamich a segretari ed a componenti la giunta permanente gli onor. sig. Contento, Dandruzzi e Niederkorn Augusto. Nel mentre crediamo nostro dovere di render di pubblica ragione l'attività della Conferenza e le prese deliberazioni, affinchè anco gli assenti aventi interesse ne facciano il dovuto apprezzamento, dichiariamo che sembrandoci lungo ed arduo il voler qui nominare tutti gli oratori e riprodurre tutte le discussioni, ci è forza limitarci a citare gli argomenti posti all'ordine del giorno e le deliberazioni che furono prese. Ordine del giorno 1. I piani normali didattici. 2. Sarebbe cosa raccomandabile di affidare nel periodo di transizione dall' organazione attuale della scuola popolare al sistema da stabilirsi coi piani normali l'istruzione in singole materie dei corsi superiori a singoli docenti ? 3. In qual modo dev'essere istituito il libro settimanale, perchè corrisponda al sistema delle sezioni e dell'istruzione mediata e immediata? 4. Quali massime saranno da adottarsi circa i temi domestici, se si consideri, che giusta nuovi ordinamenti, l'istruzione nella scuola popolare è mediata ed immediata? 5. Quali testi e quali mezzi d'istruzione sarebbero da usarsi per mettere in esecuzione i piani normali, e qualora non esistessero testi corrispondenti ai medesimi, secondo quali massime sarebbero da compilarsi dei nuovi ? 6. Quali sono i mezzi più efficaci per promuovere la frequentazione della scuola? 7. Quali scolari souo da considerarsi per ripetenti, e se questi possono essere promossi con distinzione? 8. Se e sotto quali modalità, si potrebbero provvedere maestri per quelle località isolate, che per la loro distanza non possono venir aggregate a veruna scuola, nè si può per esse istituire una scuola apposita? 9. Quale sarebbe il modo più pratico per organizzare corsi speciali d'istruzione agraria prevista dal § 10 della legge 14 mag. 1869 congiunti alle scuole popolari nelle diverjgTVrti della provincia con riguardo alla coltivabilfl(0jrei rispettivi terreni? 10. Quale dovrebbe essere la meta, quale il metodo e quali i testi da adottarsi nell'insegnamento della lingua tedesca nelle scuole popolari ? Costituitasi la giunta permanente ed appoggiato 11 referato al Dandruzzi si occupò dessa del regolamento interno, e prendendo per base quello vigente per le conferenze distrettuali, lo adottò con alcune modificazioni. Vengono stabiliti quattro comitati speciali, a ciascuno dei quali è demandato lo studio proporzionale dei temi portati dall' ordine del giorno. Eletti \ questi e costituiti, si occupano tosto di quanto vien I loro appoggiato. _ (Continua) j^OCHI PERIODI siili' emancipazione «Iella donna ! La donna non è aucora utile alla società come lo potrebbe essere, se i nuovi principii, se i nuovi sistemi figliati dal progresso, non trovassero numerosi osteggiatori. Il più a-guzzo giavellotto di questi si è il dire che la donna deve pensare unicamente all'educazione della prole ed all'economia domestica, ufficii che la tengono occupata di continuo. Ma questi signori avversari dell' equa e vantaggiosa innovazione, ommettono di considerare, tra le altre, la progressiva invenzione delle macchine, le quali in breve volger di tempo renderanno molto più economico l'aquisto degli indumenti tanto di maglia che di tela, che il loro domestico facimento, scomponendo di conseguenza la compassionevole scena quotidiana della donna cangiata per lunghe ore in automa cucitore o calzaiuolo; e non pongono mente al numero rilevante delle nubili, delle vedove, ed anche di quelle maritate, a cui il lauto censo concede molte ore di libertà, che in causa degli attuali sistemi passano miseramente la loro gioventù nel leggere romanzi, nel dialogare col papagallo, nel curare le predilette aiuole, nel lisciare il cagnuc-cio ecc. Le une e le altre possono benissimo dedicarsi a scienze e lettere, e le nubili e le vedove non agiate ad arti e mestieri. In America pullulano già le mediche e le avvocate; numerose da per tutto le pittrici e le fotografe; in tante città vi sono telegrafiste, e qui a Trieste esse raggiungono quest' anno il numero di dieciotto ; in varii paesi ai cancelli della ferrata e della posta trovate donne; a Gorizia nel 66 vidi in prossimità del Seminario una donna che esercitava l'arte di barbiera, e ancora ai tempi dei Komani molte donne erano barbiere. A Buje p. e., parecchi anni or sono una donna cominciò a radare la barba, ma ben presto (vittima dei pregiudizii) dovette smettere per la generale disapprovazione che le rombava d'intorno. A Parigi barbiere ve ne sono in copia. Insomma mi pare, che per e-scludere la donna da quelle arti e da quei mestieri ove non abbisogna la robustezza virile o i muscoli d'Ercole, ma solo esattezza, attenzione, probità, non si possono accampare argomenti inespugnabili. Ed acciocché l'emancipazione possa iniziarsi, ella è principale condizione che la donna si trovi nella possibilità di andarsene sola a suo beneplacito senza tema, senza divenire il bersaglio di occhiate temerarie. Infatti quel paese, in cui la donna potesse gire non accompagnata e senza nulla temere, sarebbe giunto all' apice della civiltà . . . Ma, interromperanno quei lettori che non la pensano come me, anche in questo paese della tua immaginazione vi sarebbero sempre peraltro l'ubbriaco, l'insensato, lo scapestrato, pei quali la donna non custodita diverrebbe calamita potente, imperocché ci devi concedere che l'apice della civiltà non potrebbe cangiare la natura dell' uomo, nè togliere l'incentivo de' suoi vizii, essendo possibile a questo mondo limitare il male, ma assolutamente impossibile il distruggerlo; e poi daranno fuoco alia mitragliatrice caricata coi seguenti proiettili: la donna è un essere fragilissimo; è un terso cristallo, cui basta un soffio per appanare; la sua tìbia è sensibilissima; ogni piccolo accidente potrebbe arrossarle le guancie, potrebbe riescire funesto a quello che ella pregia più della vita ; l'amore è un sentimento misterioso, ratto s'apprende ; quale sarebbe quel padre sì empio, quale quel marito sì balordo da lasciare che l'oggetto del suo amore se ne vada solo in mezzo ai moltiplici perigli? Rispondo categoricamente. Come anche nella nostra attuale società semicivile, qualora, p. e., uno andasse al passeggio urtando tortuosamente colle gomita le persone, oppure qualora-ad un'altro riescisse divertevole l'imbrattare con uua fiasca d'inchiostro le gonnelle delle signore, o qualora, dico, vi venisse colto un tagliaborse ecc. ecc., tosto i sentimenti del vicendevole rispetto, dell'ordine, della libertà, muterebbero in agenti di pubblica sicurezza tutti i galantuomini presenti, così pure nel caso che nel mio paese ipotetico la donna non accompagnata corresse pericolo di oltraggio, tutti gli astanti (membri di una società civile a fatti) diventerebbero i suoi paladini, diventerebbero altrettante guardie risolute a proteggerla. Alla scarica della mitragliatrice rispoudo poi che una adatta educazione fisica e morale varrebbe ad ingagliardire la fibra e l'animo della donna; che a raggiungere lo scopo gioverebbero la diffusione degli esercizii ginnastici femminili, l'abolizione dei convitti, l'istituzione di speciali alberghi sorvegliati dal governo, un' istruzione più ampia, e la graduata abitudine di conversare cogli uomini. Trieste, ottobre Clementina N. Illustrazione dell' anniversario Tra quanti geni musicali può vantare 1" Italia, nessuno fu più fecondo di quello del Verdi ; del quale non saranno fuori di opportunità alcuni cenni biografici, e qualche osservazione critica per quanto lo comportino le colonne di un giornale e la debole penna di chi scrive. Nacque egli a tre miglia da Bussetto in una piccola terra chiamata Le Roncole addì 9 ottobre 1814. Giovinetto ancora sentivasi chiamato per altra via. che quella degli studi rettorici, in cui il padre avea voluto che s'iniziasse. La musica gli rivelava dolcezze sconosciute e commoveva soavemente l'animo suo, per modo che quando gli veniva fatto di udire il suono dell'organo nella chiesa del villaggio o del pianoforte in qualche casa di Bussetto, cosa rarissima a quei tempi, rimaneva assorto per ore ed ore in meditazione, senza che alcuna cosa l'avesse potuto distrarre. I primi studi musicali furono da lui fotti sotto 1' organista di Bussetto; passò indi a Milano per essere accettato in quel conservatorio, ma nell' esame d'ammissione, al quale fu assoggettato, venne dichiarato inetto agli studii musicali superiori, e si vide tutto ad un tratto chiuse in faccia le porte di quel tempio dell'arte cui per lungo tempo aveva anelato. Così qualche volta la pedanteria soffoca fin dal suo primo nascere l'ingegno, e condanna all'ostracismo colui che, ignaro di rego e, mostra tuttavia lo slancio dell'anima sua. Il Verdi non sedeva con garbo al pianoforte; le composizioni eh' egli aveva presentate quale saggio per la sua ammissione, non erano conformi alle più strette regole del contrappunto; e tanto bastò perchè 10 si escludesse dal conservatorio. Non si perdette però di coraggio, perchè sentiva in sè stesso la scintilla del genio, e postosi privatamente sotto il maestro Lavigna passò tre anni dedicandosi con ansia febbrile allo studio del contrappunto. Morto l'organista della collegiata di Bussetto, egli accettò quel posto col-l'obbligo d'istruire i fanciulli nella musica; ed in mezzo alle noje di chi insegna a chi non può o non vuole imparare, compose la prima sua opera Oberto conte di S. Bonifacio ( 1839), che fu rappresentata in quello stesso anno al teatro della Scala in Milano. Lo-pera passò senza infamia e senza lodo per usare una frase dantesca. Meno fortunata fu l'opera buffa Un giorno di regno, scritta dall' autore fra mortali ango-scie di famiglia — venne fischiata senza pietà. Ma 11 lavoro al quale il Verdi deve il primo success«, che pose la base della sua fama artistica, si fu il Nabucco, strepitosamente applaudito alla Scala la sera dell'8 marzo 1842. Ei fu questo un avvenimento per la città di Milano; non si faceva che parlare di Verdi e dell' impressione che aveva destato la nuova opera. Da quel giorno la sua attività musicale non eboe limiti, fu portentosa : i suoi lavori si succedettero uno all' altro con incredibile rapidità, per modo che nel breve giro di 35 anni compose non meno di 28 opere, tra le quali il Nabucco, i Lombardi, l'Emani, i Due Foscari, Giovanna d'Arco, Attila, Machbeth, Luisa Miiller, Rigoletto, il Trovatore e la Traviata della prima maniera ; il Ballo in maschera, la Forza del Destino, Don Carlos e 1' Aida della seconda sono vere manifestazioni artistiche di una fantasia che non conosce confini. Le sue creazioni furono e continuano ad essere un vero trionfo per 1' arte italiana. La più recente sua composizione si è la Messa funebre, scritta a Parigi, ove attualmente si trova, ed eseguita nel maggio 1874 sotto la stessa sua direzione nella chiesa di S. Carlo a Milano per l'anniversario della morte di Alessandro Manzoni. Anch' ei volle spargere un ifiore, ed il più bello,1 sulla tomba del grande Milanese — delicato e giuntile pensiero che onora chi 1' ha concepito non meno di quello alla cui imperitura memoria fu dedicato. Le opere del Verdi vanno divise in due categorie ben distinte l'una dall'altra, ed il Ballo in Maschera segna il periodo di transizione tra la prima e la seconda maniera verdiana. Col Ballo in Maschera cessa la profusione di melodie che lo resero tanto popolare e subentra la istrumentazione inspirata, vigorosa potente; la quale senza diventare drammatica in modo da stancar la mente di chi ascolta, com' è la musica Vagneriana., sorregge ed è sorretta a vicenda da melodie dolcissime, che commuovono le più intime fibbre dell'anima. P. P. Conto comunale di previsione per l'anno 187fi, approvato nella seduta dei 18 sett. Introito. Affitti di terreni, di edificii, di pascoli ecc., tior. 71-43.22 — Interessi e Capitali censuarii, fior. 2862.441/2 —- Effetti pubblici, fior. 91.50 1/2 — Diritti Comunali fior. 928 — Incassi diversi, fior. 435. 94 — Incassi di diverse arretrazioni, fior. 1676.15 — Restanze di anticipazioni, fi. 800; Insieme fi. 13937.26. Esito. Imposte erariali fior. 611.88 — Ufficio Municipale, fior. 5727.22 — Polizia urbana e campestre, fior. 2270 — Pubblica istruzione, (e Civica Biblioteca) fiorini 5551 — Interessi di capitali censuarii, fior. 2357.151/2 — Ristauro di edificii, mantenimento della fontana, delle vie ecc. ecc. fior. 2120 — Illuminazione, fior. 1280 — Cimitero fior. 100 — Beneficenza, fiorini 3000 — Pensioni, fiorini 193.33 1/2 — Spese fisse diverse, fior. 677.82 — Affrancazioni di capitali censuarii, fiorini 2200 — Affrancazione di vecchie restauze, fior. 248. 26 1/2 — Imprevedute, fior. 800 — Anticipazioni verso restituzione, fior. 800 — Restituzione a fondi diversi, fior. 1366.67; Insieme fior. 29303. 34 1/2. Risulta quindi una deficienza di fiorini 15366.08 1/2, a togliere la quale si deliberò: a un'addizionale del 75 °/0 sulla carne, sul vino e sulle bibite spiritose, che secondo il Contratto, darà fior. 7560, più il relativo aumento del 20 °/o quale addizionale di guerra, fior. 1520; b un'addizionale del 180/° sulle dirette, fior. 3914. 23; e fior. 2 per ogni emero di birra fior. 1600 Sottratto poi il ricavato complessivo delle addizionali (fiorini 14594.23) dalla sopra accennata deficienza (fior. 15366.08 1/2), ne rimane ancora una di fiorini 771.85 1/2, che potrà essere facilmente supplita con ri- sparmii nelle varie partite dell'Esito. Le nostre saline. — La fabbricazione, incominciata ai 12 di maggio durò circa 4 mesi. Sopra l'area di K. q. 709134 che comprende 218 fondamenti, si ottennero, secondo la limitazione governativa di: bianco cent. 12420« ti. 77 a s. 45 lj2 fior. 56514.08 » 20220 „ 351[2 „ 7178.10 grigio B 14442 ti. 67 a s 311[2. 4549.44 158869 „ 44 fior. 68241.62 oltre il sopravanzo di bianco cent. 6447 //. 74 e di grigio , 7484 „ 18 cent. 13931 „ 92 che rimane a conto della limitazione ventura. Il ricavato, detratte le spese, viene diviso per metà tra i 62 proprietarii ed i salinaroli. Il nostro estuario potrebbe produrre una quantità di sale assai maggiore, ma vi osta la mancanza di smercio per l'estero e nuli'altro, poiché l'erezione o la compera di un adatto magazzino non sarebbe certo ostacolo insormontabile pel Consorzio qualora divenisse possibile il lucro di una vendita sicura. È quindi sommamente desiderabile che le pratiche iniziate dalla lodevole Deputazione della borsa di Trieste per promuovere lo sviluppo di tale industria, tanto importante per le due città interessate, trovino nelle sfere competenti tutte quelle facilitazioni necessarie a raggiungere un felice risultato. Il Consorzio di Pirano intanto, in una bene cribrata risposta ad una ricercatoria fattagli dalla sullodata Deputazione, conclude col proporre lo studio sulla "possibilità dell'esporta-„ zione per via di terra e per transito al di „ là del confine dell'Impero Russo, valendo-„ si delle ferrovie a vagon|Sìjjeui e suggellati „ a garanzia della finanza^r Noi riteniamo che i buoni ufficii della Borsa di Trieste, uniti all'operosità della nostra Giunta Provinciale, non potranno non recare lo sperato incremento alla fabbricazione del sale istriano col fargli schiudere le vie per l'estero, conseguendo, come abbiamo detto, nelle sfere competenti le necessarie facilitazioni. Monte civico. — Sovvenzioni verso pegno del III trimestre 1875: Introito nel mese di luglio fior. 3005; in agosto fior. 1837. 50; in settembre fior. 1666.50 ; insieme fior. 6509 — Esito nel mese di luglio fior. 2399.50 ; in agosto 1461 ; in settembre 1729; insieme fior. 5589. 50. Monte JI. P. Grisoni — Sovvenzioni verso pegno del III Trimestre 1875: Introito nel mese di luglio fior. 2942; in agosto fiorini 1859: in settembre fior. 1661.50; insieme fior. 6462. 50 — Esito nel mese di luglio fiorini 2792. 50; in agosto 1886.80; in settembre 2324. 50 ; insieme fior. 7003. 80. Beneficenza. — Il nostro concittadino Vincenzo Stefanutti, commerciante a Trieste, rimetteva il 30 settembre decorso all' illustriss. sig. Podestà l'importo di fior, venticinque, destinato per i poveri. Stipendii. — In conformità al deliberato 30 settembre 1871 dell'eccelsa Dieta Provinciale, è aperto il concorso fiuo al 31 ottobre corr. a dodici stipendii, sette dei quali di fior. 200 e cinque di fior. 100. I primi sette sono destinati a studenti di Università o di Politecnici, gli altri cinque a studenti di Ginnasii o di Scuole Reali. Le suppliche, corredate dei necessarii allegati, devonsi dirigere all'inclita Giunta Provinciale a Parenzo. Monsignor Vescovo illustrissimo e reverendissimo, D.r Giorgio Dobrilla, diede annuncio all'inclito Municipio che domenica pros sima 17 corr. egli prenderà possesso di questa diocesi. La commissione conservatrice (lei monumenti artistici e storici per il Litorale. S. E. il sig. Ministro del culto e della pubblica istruzione ha nominato membri di tale commissione i seguenti signori : 1' avv. Paolo Bizzaro e il conte Francesco Coronila a Gorizia; il bibliotecario D.r Attilio Hortis, il con- sigliere municipale Pietro Pervanoglù, e l'ispettore scolastico provinciale Antonio Elodie a Trieste. Ci scrivono da Pola in data dei 6 corr. che dei quattrocento soldati di marina affetti di Tracoma, (malattia d'occhi), e inviati a Dignano, pochissimi lo sono gravemente, vale a dire in pericolo di perdere la vista, e che fra questi ultimi non c'è alcun Capodistriano. Mercato delle uve. — Aperto il 27 settembre p. p. Fino l'altro ieri sera il prezzo massimo,1 del refosco fu di sol. 8 '/, al ti. ed il minimo di sol. 4; il prezzo massimo deli'altre uve sol. 4 V» ed il minimo sol. 2. Banda cittadina. — Programma per domani alle ore 4 1!i pom. nella piazza del Duomo: 1. lìtiona Volontà. Marcia. A. Montanari 2. Bice. Mazurca. Luzzi 3. Pout-pouri uel "Macbeth.„ Verdi 4 Cavatina nei "due Foscari, Verdi 5 La Perla d'oriente. Valzer. N. N. 6. La Piacentina. Polka. Chetti Bollettino statistico municipale di settembre. Anagrafe. — Nati (battezzati) 23; maschi 17; femmine 6. — Trapassati 42; maschi 11 (dei quali 8 carcerati); femmine 2, fanciulli 17, fanciulle 12; — Matrimonii: 7. Polizia. — arresti per offese alla guardie 1; per offese reali 1 ; per vagabondaggio notturno 1. — denunzie per danni campestri da parte del militare 1; per ferimento 1; per percosse 1; per offese alle guardie 1 ; per contravvenzioni al regolamento edile 1 ; per smarrimento di somarelli 2; per rinvennimento di somarelli 2; per disordini igienici 1; — Sfrattati 11. — Usciti dall' i. r. Carcere 10, dei quali 3 triestini, 2 tirolesi, 3 del goriziano, 1 istriano, 1 regnicolo. Permessi per collocare monnmento sepolcrale iu Cimitero 1. — Permessi di fabbrica 1. — Permessi di porto d'armi 6. — Licenze d'uccellazione 2. — Licenza d'industria (di spazzacamino) 1. — Permessi di vendita di vino al minuto a possidenti 9, per em. 442 — Prezzo al bocc. sol. 68-60-52-40. Certificati per spedizione di vino 60 — Emeri 151 boc. 38 ; — di pesce salato 26, — barilli 156, ti. 12,425 ("peso lordo); — di olio 9, — recipienti 11, ti. 1393 (peso lordo). Animali macellati. Bovi 57 del peso di tt. 21002 con ti. 1763 di sego. — Vacche 11 del peso di ti. 2773 con ti. 226 di sego. — Vitelli 37. — Castrati 239. — Agnelli 1. _ Corriere dell' Amministrazione (dal 22 sett. p. p. a tutto il 6 corr.) I seguenti signori associati hanno pagato 1' associazione come segue : Lnssinpiccolo. Tito Premuda (I sem. del II anno). — Trieste. D.r Domenico Fragiacomo (II, III IV trim. del I anno); Ing. Giusto Geiringer (I sem. del II anno); Vincenzo Stefanutti (II, III. IV trim. del I anno). NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA CAPODISTRIA - TRIESTE e viceversa che intraprenderà il Piroscafo celere ad elice GIUSTINOPOLI Incominciando col giorno 1. Ottobre 1875 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 M* ant. 10» !» V » J> V 2 V » v 3 /,pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9l „ant. » » 12 mer- » » „ „ „ 5 pom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore Vi1 ant. IO1 ì> * V » V 1KJ '2 1 » » 4 ;2pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 91/» ant. » » 12, mer-» » 5s<,poin. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste al Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, 29 Settembre 1875. L'Impresa.