L'italiano in contesti plurilingui: incroci linguistico-culturali Riassunti del convegno internazionale Capodistria, 16–17 ottobre 2019 Convegno internazionale organizzato da Dipartimento di Italianistica – Facoltà di Studi Umanistici Università del Litorale, Dottorato Internazionale in convenzione tra l’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Universita del Litorale, Slovenia (PhD Programma in Lingua e Intercultura), Consolato Generale d’Italia di Capodistria e Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con Comunità Autogestita Costiera della Nazionalità Italiana, Unione Italiana e Comunità degli Italiani «Santorio Santorio» di Capodistria con il patrocinio di Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sul Viaggio Adriatico e in occasione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo L’italiano in contesti plurilingui: incroci linguistico-culturali Riassunti del convegno internazionale Capodistria, 16–17 ottobre 2019 Indice Comitati · 5 Programma · 7 Relatori plenari · 13 Riassunti · 21 Dottorandi · 64 Spettacolo serale · 75 L’italiano in contesti plurilingui: incroci linguistico-culturali Riassunti del convegno internazionale, Capodistria, 16–17 ottobre 2019 Redattrici · Nives Zudič Antonič e Jadranka Cergol Revisione linguistica · Lara Sorgo Pubblicato da · Edizioni Università del Litorale Piazza Tito 4, 6000 Capodistria www.hippocampus.si Redattore capo · Jonatan Vinkler Redattore esecutivo · Alen Ježovnik Capodistria · 2019 © 2019 Università del Litorale http://www.hippocampus.si/ISBN/978-961-7055-84-9.pdf http://www.hippocampus.si/ISBN/978-961-7055-85-6/index.html Kataložni zapis o publikaciji (CIP) pripravili v Narodni in univerzitetni knjižnici v Ljubljani COBISS.SI-ID=302201600 ISBN 978-961-7055-84-9 (pdf ) ISBN 978-961-7055-85-6 (html) Comitati Comitato d’onore S.E. Paolo Trichilo, Ambasciatore d’Italia in Slovenia Dott. Giuseppe D’Agosto, Console Generale d’Italia a Capodistria Prof. Dragan Marušič, Rettore dell’Università del Litorale Prof.ssa Irena Lazar, Preside della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università del Litorale Dott. Stefano Cerrato, Addetto Culturale Istituto Italiano di Cultura di Lubiana Maurizio Tremul, Presidente Unione Italiana Prof. Alberto Scheriani, Presidente CAN Costiera Mario Steffè, Vicesindaco della Città di Capodistria e Presidente della Comunità degli Italiani «Santorio Santorio» di Capodistria Comitato scientifico Paola Giustina Baccin, Universidade de São Paulo / Università di Sao Paulo Nedjeljka Balić-Nižić, Sveučilište u Zadru / Università di Zara Simona Bartoli Kucher, Karl Franzens-Universität Graz / Università Karl Franzens di Graz Helena Bažec, Univerza na Primorskem / Università del Litorale Rossella Bonfatti, Università degli Studi di Bologna Jadranka Cergol Gabrovec, Univerza na Primorskem / Università del Litorale Mojca Cerkvenik, Univerza na Primorskem / Università del Litorale Elis Deghenghi Olujić, Sveučilište Jurja Dobrile u Puli / Università Juraj Dobrila di Pola Athanasia Drakouli, Panepistemio Kretes / Università degli Studi di Creta Fabio Finotti, Università degli Studi di Trieste Alessandra Giorgi, Università Ca’ Foscari Venezia Alma Hafizi, Universiteti i Shkodrës «Luigj Gurakuqi» / Università «Luigj Gurakuqi» di Scutari, Albania Sre˘cko Jurišić, Sveu˘cilište u Splitu / Università di Spalato Eliana Laçej, Universiteti i Shkodrës «Luigj Gurakuqi» / Università «Luigj Gurakuqi» di Scutari, Albania Maslina Ljubičić, Sveu˘cilište u Zagrebu / Università di Zagabria Metka Malčič, Univerza na Primorskem / Università del Litorale 5 Comitati Luca Melchior, Alpen-Adria-Universität Klagenfurt / Università Alpe-Adria di Klagenfurt Georgia Milioni, Ethnikon kai kapodistriakon Panepistemion Athenon / Università Nazionale e Kapodistriaca di Atene Snežana Milinković, Univerzitet u Beogradu / Università di Belgrado Radmila Lazarević, Univerzitet Crne Gore / Università del Montenegro Sonja Novak Lukanovič, Inštitut za narodnostna vprašanja Ljubljana / Istituto di Studi Etnici Lubiana Živko Nižić, Sveučilište u Zadru / Università di Zara Elisabetta Pavan, Università degli Studi di Padova Sussanna Pertot, Univerza na Primorskem / Università del Litorale Ivica Peša Matracki, Sveu˘cilište u Zagrebu / Università di Zagabria Olivera Popović, Univerzitet Crne Gore / Università del Montenegro Anna Lia Proietti, Yildiz Technical Univeristy / Universitaà Yildiz di Istanbul Paolo Puppa, Università Ca’ Foscari Venezia Mila Samardžić, Univerzitet u Beogradu / Università di Belgrado Giovanna Scianatico, Università degli Studi di Bari Aleksandra Šuvaković, Univerzitet u Kragujevcu / Università di Kragujevac Julijana Vučo, Univerzitet u Beogradu / Università di Belgrado Anja Zorman, Univerza na Primorskem / Università del Litorale Nives Zudič Antonič, Univerza na Primorskem / Università del Litorale Comitato organizzativo Helena Bažec Jadranka Cergol Gabrovec Mojca Cerkvenik Metka Malčič Anja Zorman Nives Zudič Antonič Susanna Pertot Karin Ota Lara Sorgo Martina Seražin Mohorčič 6 Programma Martedì, 15 ottobre 2019 .–. Registrazione Mercoledì, 16 ottobre 2019 .–. Registrazione .–. Apertura del Convegno e Saluti istituzionali .–. Interventi plenari nell’aula Burja  Modera: Nives Zudič Antonič .–. Elis Deghenghi Olujić: Un capodistriano illustre: Bruno Maier, cultore e custode del patrimonio letterario trie- stino e istriano .–. Paolo Puppa: Plurilinguismo tra adattamenti, frainten- dimenti, parodie, da Ruzante a Tarantino, nella scena italiana .–. Fabio Finotti: L’italiano in un orizzonte glocale .–. Pausa caffè .–. Tre sessioni contemporanee nelle aule Levant , Levant  e Levant  Levant 1 • Presiede: Neva Čebron .–. Stefano Ondelli, Fabio Romanini: Per un repertorio del- le traduzioni verso l’italiano in Istria e Friuli-Venezia Giu- lia nella seconda metà dell’ .–. Neva Čebron, Jadranka Cergol: Le nuove tecnologie co- me strumenti didattici di traduzione assistita per i testi specialistici .–. Deja Piletić: I nomi propri di persona e la traduzione .–. Vesna Piasevoli: La lingua croata e la lingua italiana: un risvolto grammaticale – l’aspetto verbale .–. Dibattito 7 Programma Levant 2 • Presiede: Susanna Pertot .–. Simona Bartoli Kucher: La visione della rete: la sfida del- la didattica integrativa della lingua, della letteratura e del film di lingua straniera .–. Aterda Lika: Il ruolo del film italiano nell’apprendimen- to della lingua italiana LS nel contesto albanese .–. Athanasia Drakouli, Georgia Milioni: L’utilizzo delle nuo- ve tecnologie nell’insegnamento dell’italiano in Grecia: la situazione attuale, problematiche, proposte meto- dologiche .–. Susanna Pertot: Dai cartoni animati all’università: per- corsi di acquisizione della lingua italiana in Slovenia .–. Dibattito Levant 3 • Presiede: Nives Zudič Antonič .–. Nedjeljka Balić-Nižić: Intrecci linguistici e culturali nella poesia di Giuseppe Sabalich .–. Živko Nižić: Gradazione di tratti distintivi della lettera- tura dell’esodo nel romanzo La zaratina di Silvio Testi .–. Desanka Jauković: Contributi della minoranza naziona- le italiana del Secondo dopoguerra nella rivista lettera- ria montenegrina Stvaranje (–) .–. Nives Zudič Antonič: Metodo giornalistico e poetica di Louis Adamic nell’opera d’esordio di Andrea Olivieri, Una cosa oscura, senza pregio .–. Dibattito .–. Pausa pranzo .–. Interventi plenari nell’aula Burja  Modera: Anja Zorman .–. Alessandra Giorgi: Mente e Linguaggio .–. Anna Lia Proietti: Traduzione e comunicazione intercul- turale .–. Tre sessioni parallele nelle aule Levant , Levant  e Levant  Levant 1 • Presiede: Anja Zorman .–. Gordana Luburić: Italianismi «serviti» nei menú monte- negrini 8 Programma .–. Mila Samardžić: Lingue in contatto: un caso di prestigio linguistico .–. Radmila Lazarević: Deonomastici italiani e i loro corri- spondenti montenegrini: alcuni spunti per l’analisi .–. Luca Melchior: L’italiano nei linguistic landscapes d’Austria .–. Rok Kobal: La posizione della lingua italiana nel sistema scolastico sloveno e le proposte per la rivitalizzazione e il miglioramento dell’italiano come lingua seconda tra i giovani dell’area bilingue .–. Anja Zorman: I veri presupposti della didattica intercul- turale .–. Dibattito Levant 2 • Presiede: Metka Malčič .–. Ivica Peša Matracki: Dalla linguistica alla didattica: le modalità di acquisizione del costrutto causativo in ita- liano L presso gli apprendenti croatofoni .–. Julijana Vučo: Prospettive dell’italiano lingua straniera nei contesti di educazione formale .–. Nives Zudič Antonič, Sonja Novak Lukanovič, Lara Sor- go: L’importanza della scuola nel Litorale per il mante- nimento della vitalità del gruppo nazionale italiano .–. Elisabetta Pavan: Incroci linguistico-culturali nei pro- verbi: implicazioni glottodidattiche .–. Metka Malčič: L’insegnamento dell’italiano L e l’educa- zione alla diversità .–. Anita Dessardo: Competenze degli allievi al termine del ciclo di studi di scuola superiore nell’ambito dell’inse- gnamento della Lingua italiana (L) in un territorio mul- ticulturale e multilinguistico .–. Dibattito Levant 3 • Presiede: Jadranka Cergol .–. Alma Hafizi: La letteratura migrante come diario .–. Olivera Popović: Le montenegrine nella letteratura ode- porica italiana in occasione del matrimonio Savoia- Petrovic 9 Programma .–. Monica De Rosa: Tra sacro e profano: modelli e stile- mi della tradizione letteraria italiana nel corpus poetico bajamontiano .–. Jadranka Cergol: Tra Trieste e Capodistria: due trattati pedagogici umanistici per una finestra verso l’Europa .–. Paula Jurišić, Srečko Jurišić: Anna di Ammaniti e il mondo nuovo del Mediterraneo .–. Dibattito Programma serale nel Palazzo Gravisi Buttorai in via Fronte di liberazione 10, sede della Comunità degli Italiani «Santorio Santorio» di Capodistria .–. Spettacolo di e con Paolo Puppa: Follie di una notte . Cena Giovedì, 17 ottobre 2019 .–. Prima sessione dottorandi Presiede: Susanna Pertot .–. Karin Ota: Lo sviluppo di una realtà interculturale e plurilingue nel contesto educativo italo-sloveno con la pratica linguistica del translanguaging .–. Monica Bertok: Letteratismo emergente in ambiente bilingue: il caso dei bambini che frequentano le scuo- le dell’infanzia con lingua d’insegnamento italiana in Slovenia .–. Tjaša Vilotič: Vloga kitajskega jezika in kulture v sloven- skem izobraževanju .–. Maria Rosaria Graziano: La gestione di una scuola in un ambiente interculturale: aspetti giuslavoristici; la scuo- la italiana. .–. Martina Seražin Mohorčič: Čezmejni razredi ter diferen- ciacija in inkluzija pri pouku italijanščine s pomočjo ta- blic .–. Dibattito 10 Programma .–. Interventi plenari nell’aula Burja  Modera: Helena Bažec .–. Giovanna Scianatico: Inchiostro istriano .–. Paola Baccin: Risorse tecnologiche e cartacee per impa- rare e insegnare l’italiano in presenza e a distanza .–. Pausa caffè .–. Tre sessioni parallele nelle aule Burja , Burja  e Levant , e seconda sessione dottoranti in Levant  Burja 1 • Presiede: Helena Bažec .–. Maslina Ljubičić: Fratelli e parenti metaforici nei prover- bi italiani come parte dell’eredità culturale europea .–. Helena Bažec: I cromonimi nelle espressioni idiomati- che in sloveno e italiano .–. Mirjam Premrl: Gli usi cataforici dell’articolo in italiano come spie di determinatezza delle entità rese con sin- tagmi sottocategorizzanti nei testi sloveni .–. Aleksandar Levi, Mirela Radosavljević: Nell’occhio del ciclone: aspetti culturali nella traduzione della fraseolo- gia giornalistica nel romanzo Numero zero di Umberto Eco .–. Dibattito Burja 2 • Presiede: Sergio Crasnich .–. Aleksandra Šuvaković, Julijana Vučo: Il plurilinguismo precoce nei contesti monolingui – un esempio dell’ita- liano come seconda lingua straniera .–. Lindita Kazazi, Eliana Laçej: Bilinguismo, educazione linguistica e interculturalità: il caso delle sezioni bilin- gue italo-albanesi a Scutari, Albania .–. Sergio Crasnich: Le scuole con lingua d’insegnamento italiana nell’area di contatto del confine italo-sloveno .–. Lucia Allegra, Sergio Crasnich, Nives Zudič Antonič: Va- lutazione della comprensione dell’ascolto e del testo scritto nella scuola elementare .–. Dibattito 11 Programma Levant 3 • Presiede: Mojca Cerkvenik .–. Ana Bukvić: L’insurrezione erzegovese: La Slavia – Il mon-do di Bonaventura Vidovich tra letteratura, mitologia e storia .–. Roberto Norbedo: La memoria del Mio Carso in Giani Stuparich e Alojz Rebula .–. Valter Milovan: L’italiano e l’istroveneto nei primi album di Franci Blašković e del gruppo Gori Ussi Winetou .–. Mojca Cerkvenik: Cronaca, letteratura, cinema: il caso di Sicilian Ghost Story .–. Rossella Bonfatti: I giornali istriano-dalmati d’esilio (– ) .–. Dibattito Levant 4 • Presiede: Jadranka Cergol .–. Milena Jovović: Commutazione di codice tra l’italiano standard e il dialetto nella comunicazione mediata dal computer .–. Maja Vranješ: Studio sull’interpretazione nell’ambito giuridico inerente la combinazione linguistica italiano – serbo e croato presso tribunali civili e penali della regione Friuli-Venezia Giulia .–. Vesna Vojvoda Gorjanc: Vpliv jezikovnega stika z dru- gim jezikom na razvoj sporazumevalne zmožnosti v drugem jeziku .–. Lara Sorgo: Identità nazionale e immagini dell’altro nel- la narrativa di Pier Antonio Quarantotti Gambini .–. Jessica Acquavita: La pronuncia della lingua italiana nei territori istriani di confine .–. Dibattito .–. Pausa pranzo . Scoprendo Capodistria (Neža Čebron Lipovec) 12 Relatori plenari Un capodistriano illustre: Bruno Maier, cultore e custode del patrimonio letterario triestino e istriano Elis Deghenghi Olujić Università degli Studi Juraj Dobrila di Pola, Croazia Il contributo è un ricordo di un capodistriano illustre: Bruno Maier (Capodistria, 1922–Trieste, 2001), fecondo saggista e critico, cultore e custode del patrimonio letterario triestino e istriano. È stato fra i primi critici ad aver rivol-to attenzione alla produzione letteraria della Comunità Nazionale Italiana di Croazia e Slovenia, una produzione che, come ha sottolineato in più occasio-ni, «è venuta gradualmente conseguendo una propria autonoma originalità d’accento». Maier ha lasciato Capodistria nel 1948 per trasferirsi a Trieste, do-ve per molti anni ha insegnato Letteratura italiana presso la locale Università e ricoperto numerosi incarichi di rilievo nella vita culturale cittadina presso vari sodalizi. In particolare, nell’intervento si evidenzia che, se nella visione letteraria di Maier la dimensione triestina è una realtà ben consistente, ricca e inesauribile, l’origine vera, appassionata di tale visione è nell’Istria, che resta una componente indefettibile dell’animo e dell’intelligenza dello studio-so capodistriano. Non è dunque certamente casuale, né semplice volontà di completezza che uno dei suoi ultimi libri, anzi proprio l’ultimo più organico e storicamente più filato come un racconto, sia la sua storia della Letteratura italiana dell’Istria dalle origini al Novecento, pubblicata dalle Edizioni Italo Svevo nel 1996. Elis Deghenghi Olujić è ordinaria di Letteratura italiana e Letteratura per l’infanzia presso la Sezione Studi Italiani della Facoltà di Studi Interdisciplinari, Italiani e Culturali dell’Università degli Studi Juraj Dobrila di Pola (Croazia). È autrice di numerosi saggi scientifici e di critica letteraria pubblicati in volumi e riviste, di recensioni e prefazioni. Il suo campo di ricerca è la letteratura istro-quarnerina e la produzione letteraria degli Italiani che vivono, come minoranza autoctona, in Croazia e Slovenia. In riviste, miscellanee, atti di convegni, ha pubblicato oltre cento saggi incentrati sull’analisi ed il commento critico delle opere di autori istro-quarnerini, e su problematiche riguardanti la letteratura istro-quarnerina e triestina. È membro del collegio redazionale della rivista fiumana La Battana, trimestrale di cultura e letteratura in lingua italiana, e collaboratore della Casa 13 Relatori plenari editrice EDIT di Fiume (Croazia). Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Le riviste culturali italiane pubblicate in Istria nel Novecento (1999), le antologie poe-tiche Per molti versi (1998) e Versi diversi: poeti di due minoranze (2006). Ha curato la raccolta di saggi La forza della fragilità. La scrittura femminile nell’area istro-quarnerina: aspetti, sviluppi critici e prospettive (2004). È coautore de Le parole rimaste. Storia della letteratura italiana dell’Istria e del Quarnero nel secondo Novecento (2010), una storia della letteratura istro-quarnerina dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi. Ha curato il capitolo riguar-dante la lirica degli autori istro-quarnerini nell’antologia bilingue Poets of the Italian Diaspora (2014). 14 Relatori plenari Plurilinguismo tra adattamenti, fraintendimenti, parodie, da Ruzante a Tarantino, nella scena italiana Paolo Puppa Università Ca’ Foscari Venezia, Italia Partendo dalla novella pirandelliana del 1902, Lontano, di impronta ibsenia-na, l’intervento mette a fuoco le diverse, contraddittorie implicazioni relative alla grazia/disgrazia di Babele. Ambivalenza costitutiva del ruolo dello straniero, tra patria e Dio nascosto, nell’ottica del piccolo campanile e dell’intolleranza verso l’allofono. Figure emblematiche nella memoria letteraria e teatrale riguardo all’esilio linguistico, dal mito del buon selvaggio allo Straniero di Camus, da The room di Pinter a Stranieri di Tarantino. La diaspora ebraica e la tournée dell’attore: due modi diversi di intendere l’escursione in terre dall’idioma diverso. La risposta del plurilinguismo della commedia dell’arte e del corpo performativo ai limiti della comunicazione verbale. Paolo Puppa, già ordinario di Storia dello spettacolo all’Università di Venezia, ha alle spalle volumi su Pirandello, Fo, Ibsen, D’Annunzio, Goldoni, Storie della messinscena e della drammaturgia, monografie su attori come Baseggio, su registi come Brook e sul monologo. Come coeditor, ha diretto per la Cambridge nel 2006 The History of the Italian Theatre, per la Routledge nel 2007 Encyclopedia of the Italian Literature, per la Cambridge Scholars nel 2013 Differences on Stage, premiato col George Freedley Memorial Award. Nel 2014, La Serenissima in scena: Da Goldoni a Paolini (ETS). Attualmente collabora al Dizionario biografico degli italiani. Co-dirige altresì la rivista Archivio d’Annunzio. Come commediografo, ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero, tra cui La collina di Euridice (premio Pirandello ’96) e Zio mio (premio Bignami-Riccione ’99). Si ricordano, in particolare Famiglie di notte, Ve-nire, a Venezia e il recentissimo Altre scene. Copioni del terzo millennio. Sempre nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso interpretato. Nel 2008 ha vinto il premio teatrale Campiglia marittima con Tim e Tom. Nel 2015, il romanzo Ca’ Foscari dei do-lori (Titivillus). Infine, nel 2018 ha vinto il premio nazionale Ugo Betti, dedicato ai terremotati, con Scosse in famiglia e agli inizi del 2019 il premio per la critica teatrale intitolata a Rosso di San Secondo, Marionetta d’argento. 15 Relatori plenari L’italiano in un orizzonte glocale Fabio Finotti Università di Trieste, Italia L’intervento si propone di studiare il modo in cui l’italiano è utilizzato, pro-dotto e inventato in contesti esterni alla penisola, là dove le funzioni deno-tative e comunicative della parola contano meno di quelle valoriali e identi-tarie. Dalla dimensione tradizionale dell’ italianità il contributo si sposta così alla dimensione polifonica e policentrica dell’ italicità, mettendo in dubbio – più in generale – il paradigma nazionale con cui continuiamo ad affrontare le forme linguistiche, culturali, artistiche delle diverse civiltà nell’epoca della globalizzazione. Fabio Finotti è professore emerito della University of Pennsylvania, professore di Letteratura italiana all’Università di Trieste, presidente internazionale dell’AISLLI (Associazione Internazionale per gli Studi di Lingua e Letteratura Italiana) – UNE-SCO. I suoi studi si concentrano sulla multidiscorsività che caratterizza la storia letteraria italiana ( Retorica della diffrazione: Bembo, Aretino, Giulio Romano e Tasso, 2004) e sul carattere polifonico dell’identità italiana ( Italia: L’invenzione della patria, 2016). 16 Relatori plenari Mente e linguaggio Alessandra Giorgi Università Ca’ Foscari Venezia, Italia In questa relazione illustrerò brevemente la proposta teorica della linguistica generativa concernente il rapporto fra mente e linguaggio. Il tema è stato ampiamente dibattuto sia da linguisti, che da filosofi e psicologi, ma io mi limiterò ad alcune considerazioni molto generali in ambito di linguistica teorica. Il linguaggio partecipa di una doppia natura: da una parte è un fenomeno cognitivo, dall’altra manifesta degli aspetti chiaramente culturali. Il problema che gli studiosi hanno da sempre preso in considerazione è il seguente: come si conciliano questi due aspetti? In che modo il nostro pensiero, e la sua ma-nifestazione linguistica, sono plasmati dall’ambiente in cui siamo immersi? L’approccio linguistico generativo ha avanzato delle ipotesi, provenienti sia dallo studio dell’acquisizione del linguaggio da parte dei bambini, sia dalla linguistica comparata, che meritano un’attenta riflessione. Nata a Roma il 10 novembre 1957. Si è laureata presso la Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza di Roma nel 1981. Ha conseguito il Dottorato in Linguistica Italiana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1985. Dal 1983 al 1985 ha trascorso periodi di studio e ricerca al Dipartimento di Linguistica e Filosofia del MIT, Cambridge, USA. Nel 1992 è diventata Professore Associato di Linguistica. È stata titolare dell’insegnamento di Linguistica Generale alla Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Catania e poi dall’a. a. ’93–’94 di Filosofia del Linguaggio presso l’Università degli Studi di Bergamo. Ha trascorso vari periodi all’estero presso il Dipartimento di Linguistica e Filosofia del MIT, Cambridge, USA e presso il Dipartimento di Linguistica di UCLA, Los Angeles, USA. Dal 1999 è Professore Ordinario all’Università Ca’ Foscari Venezia dove insegna Linguistica Generale e Linguistica Teorica. 17 Relatori plenari Traduzione e comunicazione interculturale Anna Lia Proietti Università Yildiz di Istanbul, Turchia Tradurre significa veicolare dei contenuti codificati in una lingua e intessuti con contesti culturali noti e condivisi dai lettori del testo originale, a lettori che non conoscono né la lingua di origine né (presumibilmente) la cultura. Il traduttore diventa quindi il mediatore capace di mettere in relazione dia-logica elementi linguistici e culturali per poterli ricostruire in un’altra lingua e in un’altra cultura. L’idea del traduttore come agente di comunicazione interculturale non è nuova; a partire dall’introduzione della teoria dello skopos (H. J. Vermeer, Skopos and Traslation Commission, 1989) la traduzione viene vista come un atto di mediazione che permette di superare i conflitti tra sistemi culturali diversi. Più tardi D. Katan ( Translating Cultures: An Introduction for Translators, Interpreters and Mediators, 2004; Wiley-Blackwell Encyclopedia of Applied Linguistics, 2013) affina questa definizione avvicinando ancora di più comunicazione interculturale e traduzione. Pensare alla traduzione co-me a un atto di comunicazione interculturale permette di superare la visione semplicistica del ricostruire un testo da una lingua A a una lingua B e di de-scriverla in maniera più complessa ed articolata. Scopo di questo intervento è presentare alcuni punti in comune tra gli studi sulla comunicazione interculturale e la traduttologia, a partire poi dalla teoria dello skopos (C. Nord, Translating as a Purposeful Activity Functionalist Approaches Explained, 1997; H. Witte, Die Kulturkompetenz des Translators, 2000), presentare quali sono le competenze culturali specifiche per un tradurre e la loro realizzazione pratica nel progetto della casa editrice Stilo, «Letterature dalle periferie d’Europa», finanziato dal bando Europeo di Europa Creativa. Laureata in Lingue e Letterature Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il dottorato in filologia moderna all’Università Ca’ Foscari Venezia con una tesi sull’attrito linguistico. Si occupa da quasi venti anni di traduzione dal turco in italiano e da trenta di didattica dell’italiano a stranieri; ha al suo attivo numero-se pubblicazioni e traduzioni di romanzi. I suoi principali campi di interesse so-no la didattica della lingua e della traduzione e l’acquisizione linguistica. È professore associato presso il Dipartimento di Lingue Occidentali dell’Università Yildiz di Istanbul, dove ha insegnato comunicazione interculturale ed attualmente insegna lingua italiana e traduzione. 18 Relatori plenari Inchiostro istriano Giovanna Scianatico Università di Bari, Italia CISVA – Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sul Viaggio Adriatico La relazione analizza alcuni testi di Fulvio Tomizza ( Materada, 1960; La miglior vita, 1977; Il sogno dalmata, 2001) fondati sulle tematiche istro-dalmatiche della cultura di frontiera e specificamente legati al rapporto tra identità e cultura e particolarmente tra letteratura e territorio. Il tema dell’identità multipla, og-gi assai diffuso, si configura (in altri termini) appieno in tali romanzi: la terra rossa istriana è radice del soggetto che scrive e simbolo di una cultura delle diversità che convivendo e intrecciandosi si arricchiscono senza annullarsi, bensì potenziandosi. Alla stanzialità delle radici è correlato lo spostamento (viaggio, esodo, migrazione) e l’andirivieni tra tali situazioni esistenziali. La narrazione, attraverso trame e storie di singoli individui, riflette il percorso si-nuoso e a tratti interrotto e precipitoso della storia dei Paesi che si affacciano sull’Adriatico, collegando al passato le vicende del Novecento e proiettandosi sul futuro (oggi divenuto presente nel mondo globale) della questione delle migrazioni. Giovanna Scianatico è professore ordinario in quiescenza di Letteratura italiana all’Università di Bari. A Tasso ha dedicato tre volumi ( Il dubbio della ragio-ne, 1989; L’arme pietose, 1990, L’idea del perfetto principe, 1998) e numerosi saggi. Ha inoltre pubblicato volumi sul Settecento ( L’ultimo Verri, 1990; La questione neoclassica, 2010) e diversi saggi; sul Novecento ha lavorato su Pirandello ( Il teatro dei miti, 2005), mentre i suoi ultimi volumi sono usciti per Proge-dit: un’antologia sul paesaggio (2013) e uno studio sull’Ariosto (2014). Si occupa, con numerosi studi e cura di diversi volumi, di odeporica e ha fondato con un progetto europeo il CISVA (Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sul Viaggio Adriatico), di cui è coordinatore scientifico e di cui cura la biblioteca digitale (www.viaggioadriatico.it). Dirige alcune collane ed è membro di diverse associazioni internazionali di studiosi. 19 Relatori plenari Risorse tecnologiche e cartacee per imparare e insegnare l’italiano in presenza e a distanza Paola Baccin Università di São Paulo, Brasile Oggi non si può più fare a meno della tecnologia per l’insegnamento e l’apprendimento di una lingua straniera. L’apprendimento a distanza è una realtà e può agevolare anche l’apprendimento in presenza. In questo intervento vorrei presentare alcuni esempi di attività ludiche e non, in cui si può associa-re le risorse cartacee a quelle online nella progettazione di attività per l’insegnamento dell’italiano. Per conoscere in modo pratico quello di cui parlere-mo, vi invito a conoscere il materiale Dire, Fare, Partire e Dire, Fare, Arrivare. Un materiale gratuito e disponibile online in cui abbiamo cercato di riunire i risultati delle nostre ricerche nella didattica dell’italiano per stranieri. Un esempio di come si può passare dal cartaceo al virtuale in modo da non rinunciare ai vantaggi né dell’uno né dell’altro. Professore associato di Lingua e cultura italiana presso il Dipartimento di Lettere Moderne dell’Università di São Paulo (Brasile) dal 2012. Professore a contratto di lingua portoghese presso l’Università di Bologna. Svolge le sue ricerche nell’ambito della lingua italiana e portoghese brasiliana in contatto. Gli interessi di ricerca sono rivolti in particolare agli studi degli elementi culturali e del lessico e all’elaborazione di materiale didattico. Attualmente incentra la sua ricerca sul tema dell’elaborazione di materiale didattico online per l’apprendimento delle lingue e gamification. 20 Riassunti Per un repertorio delle traduzioni verso l’italiano in Istria e Friuli-Venezia Giulia nella seconda metà dell’800 Stefano Ondelli Università di Trieste, Italia Fabio Romanini Università di Trieste, Italia Sulla scorta degli studi di Itamar Even-Zohar, poiché ogni cultura viene vista come un insieme di sistemi, detto «polisistema», i Descriptive Translation Studies si occupano di come le traduzioni contribuiscano allo sviluppo dinamico del sistema in cui vengono introdotte, a seconda del ruolo a esse assegnato: da testi secondari a modelli di riferimento quando la tradizione letteraria è in via di formazione, o gerarchicamente subordinata a un’altra, o nel corso di forti crisi evolutive. Per la lingua italiana, nella seconda metà dell’Ottocento, l’area geografica corrispondente all’attuale Friuli-Venezia Giulia e all’Istria slovena e croata rappresenta un ambiente di forte contatto interlinguistico e interculturale. Eppure poco sappiamo dell’effettiva pubblicazione da parte di editori e tipografie locali di traduzioni da altre lingue. Questo contributo propone un primo sondaggio del Catalogo dei libri italiani dell’Ottocento (CLIO) e dei principali repertori online oggi disponibili ed è teso a valutare quali autori, generi, argomenti e lingue fossero più rappresentati in quel periodo. Oltre a fornire un’immagine complessiva degli interessi culturali più direttamente collegati al territorio, gli autori si soffermeranno su alcuni casi specifici rite-nuti di maggior interesse nel contesto più ampio della cultura italiana, che in quegli anni andava espandendosi geograficamente e politicamente nelle zone qui considerate. Parole chiave: Descriptive Translation Studies, polisistema letterario, editoria, repertori bibliografici, interlinguistica 21 Riassunti Le nuove tecnologie come strumenti didattici di traduzione assistita per i testi specialistici Neva Čebron Università del Litorale, Slovenia Jadranka Cergol Università del Litorale, Slovenia L’articolo propone la discussione di un corso sperimentale e innovativo per gli studenti di secondo livello in Italianistica insegnando nuovi approcci alla traduzione di testi specialistici. Prendendo in considerazione i principi, i processi e gli approcci proposti da numerosi linguisti, il corso ha inizialmente introdotto gli studenti all’analisi testuale prima della traduzione proseguendo con l’esplorazione delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, come gli strumenti di traduzione assistita (CAT), proposti da un certo numero di linguisti dei corpora. Gli studenti sono stati introdotti all’uso degli strumenti CAT con il compito di tradurre un documento ufficiale dallo sloveno all’italiano e sono stati in seguito guidati attraverso tutte le fasi di preparazione ed esecu-zione della traduzione. I partecipanti dovevano infatti inizialmente analizzare il testo in considerazione sull’acquisizione dei titoli accademici, dopodiché sono state presentate le varie opzioni fornite dai dispositivi IT come dizionari online, glossari, database terminologici e corpora linguistici che possono aiu-tare a esplorare le principali risorse lessicali e problemi di collocazione. Al fine di migliorare ulteriormente ed esaminare la principale terminologia speciali-stica, sono stati introdotti i principi di compilazione di corpora comparativi su piccola scala insieme agli strumenti software per l’esplorazione dei corpora di tale dimensione. I risultati di tale ricerca scientifica sono stati confrontati con le soluzioni di traduzione proposte dai dispositivi di traduzione automatica, nonché con le traduzioni proposte da traduttori professionisti e madrelingua italiani. Le conclusioni tratte dal corso sperimentale hanno implicazioni per le pratiche di insegnamento e propongono varie soluzioni di traduzione. Parole chiave: strumenti CAT, corpora di linguaggio comparativo su piccola scala, approcci di insegnamenti della traduzione 22 Riassunti I nomi propri di persona e la traduzione Deja Piletić Università del Montenegro, Montenegro Il presente lavoro tratta diversi aspetti del problema di trattamento dei nomi propri di persona nel processo della traduzione. Il nome proprio di persona o antroponimo si definisce spesso come una specie di etichetta priva di significato, che serve a identificare il suo portatore (il referente) rispetto a tutti gli altri. Il nome, però, può essere anche portatore di significato e/o di varie connotazioni a seconda del contesto linguistico e culturale in cui viene usato, oppure, al contrario, può essere completamente privo sia di referente che di significato – si pensi agli antroponimi facenti parte dei sintagmi fraseologici. Tenendo in mente queste considerazioni e basandosi sulla coppia tradut- tiva: italiano – lingue BCMS (bosniaco, croato, montenegrino e serbo), si analizzeranno varie strategie di trattamento degli antroponimi (che possono essere) adoperate in relazione ai concreti contesti linguistici ed extralinguistici del testo originale e di quello d’arrivo. Parole chiave: traduzione, nomi propri di persona, antroponimi 23 Riassunti La lingua croata e la lingua italiana: un risvolto grammaticale – l’aspetto verbale Vesna Piasevoli Università di Trieste, Italia Insegno croato presso l’Università degli studi di Trieste nel Corso accademico: Lingua serba e croata. Insieme alla collega Maja Vranješ abbiamo scritto sull’argomento un ampio articolo nel 2014 ed ho parlato sempre dello stesso argomento durante la conferenza Translating Europe Workshop 2018, nella nostra facoltà a Trieste. La lingua insegnata è il croato standard con riferimenti alle altre tre: serbo, bosniaco e montenegrino, sottolineando le differenze fonologiche, morfolo-giche, sintattiche e lessicali. Queste lingue al di fuori dal loro paese d’origine, comprendono insegnamenti di storia, geografia e cultura di questi popoli molto vicini tra loro, ma con le loro particolarità ed identità. Il croato nella mia facoltà è lingua straniera per gli studenti italofoni ed in oltre venti anni di insegnamento ho riscontrato che l’aspetto verbale è l’argomento più difficile da comprendere. Ad esempio in italiano l’aspetto verbale esiste come categoria astratta, cioè non è morfologicamente espressa, mentre nelle lingue slave è proprio la base della formazione dei tempi verbali. Nelle lingue slave l’aspetto verbale divide i verbi in perfettivi ed imperfettivi (esiste anche il gruppo di verbi biaspettuali), ma in generale per ogni significato servono due verbi, uno perfettivo ed uno imperfettivo, che funzionano come coppia. Gli studenti imparano come formare il verbo perfettivo dall’imperfettivo e viceversa, quando si usa la prefissazione, quando la suffissazione e quali di loro si usano nei tempi più usati in croato contemporaneo: presente, perfetto e futuro. L’aspetto verbale nei diversi casi comprende anche il significato del congiuntivo italiano che morfologicamente nel croato non esiste. Parole chiave: croato standard, aspetto verbale, verbi perfettivi e imperfettivi, presente, perfetto, futuro 24 Riassunti La visione della rete: la sfida della didattica integrativa della lingua, della letteratura e del film di lingua straniera Simona Bartoli Kucher Università Karl Franzens di Graz, Austria I testi letterari e i film rappresentano uno strumento dalle straordinarie potenzialità. Se le storie declinate in questi testi assomigliano a quelle della realtà e mettono al centro codici plurali e plurilingui (M. Vedovelli, Il cinema e il nuovo spazio linguistico italiano fra immigrazione e emigrazione, 2017) genera-no anche una forte motivazione negli apprendenti. Il mio intervento, basato sul progetto Scritture in viaggio/ /Schreiben unterwegs (S. Bartoli Kucher, 2019) intende raccontare il forte impatto motivazionale creato sugli insegnanti in formazione sia dall’incontro con i testi letterari e filmici di Laila Wadia e di Carmine Abate, che dal dialogo con gli autori stessi. I testi nati negli interstizi tra lingue e culture (H. K. Bhabha, The Location of Culture, 1994) rappresentano una carta vincente per la formazione degli insegnanti di lingua straniera. Parole chiave: rete transculturale, scrittura plurale, vivere per addizione, motivazione, letteratura come campo d’azione, didattica cooperativa 25 Riassunti Il ruolo del film italiano nell’apprendimento della lingua italiana LS nel contesto albanese Aterda Lika Università di Scutari «Luigj Gurakuqi», Albania Le nuove tecnologie didattiche offrono dei vantaggi inestimabili nell’insegnamento e nell’apprendimento delle lingue straniere. Tra queste può esse-re citato anche il ruolo del film. Ormai insegnanti e apprendenti concordano nel fatto che l’apprendimento linguistico viene facilitato da un impiego di filmati in lingua straniera. Il cinema, come simulazione di contesti reali di comunicazione, permette di osservare le diverse variabili anche pragmatiche della comunicazione. Nel presente lavoro si intende mostrare il ruolo importante che ha avuto e continua ad avere il cinema italiano nell’apprendimento e nell’insegnamento della lingua italiana in Albania. Cercheremo di mostrare l’importanza che ha rappresentato il film italiano per l’apprendimento e l’acquisizione della lingua italiana durante gli anni di chiusura dell’Albania, soffermandosi sul ruolo del cinema e dell’opportunità che offre alla conoscenza del mondo, la specificità del suo linguaggio, ma anche alla sua grande potenzialità interculturale. Ci riferiremo alla situazione attuale dell’insegnamento dell’italiano e dello spazio che occupa il film nei vari contesti dell’insegnamento dell’italiano in Albania, soffermandoci anche ad interventi di sensibilizzazione di insegnanti e apprendenti dell’uso e dei vantaggi di questo strumento multimediale nell’insegnamento delle lingue. Parole chiave: insegnamento, apprendimento, cinema, lingua straniera 26 Riassunti L’utilizzo delle nuove tecnologie nell’insegnamento dell’italiano in Grecia: la situazione attuale, problematiche, proposte metodologiche Athanasia Drakouli Università degli Studi di Creta, Grecia Georgia Milioni Università Nazionale e Kapodistriaca di Atene, Grecia Gli strumenti didattici che utilizzano le nuove tecnologie possono contribui-re a rendere ogni processo educativo efficace facilitando il raggiungimento degli obiettivi posti sia a livello cognitivo (acquisizione di conoscenze), sia a livello psicomotorio (sviluppo di competenze) che a livello affettivo-emotivo (valutazione e rimodellamento di atteggiamenti, valori e/o preferenze). Nel processo dell’insegnamento-apprendimento delle lingue in generale e dell’italiano come lingua straniera in particolare, si riesce, in modo più rapido e facile rispetto all’insegnamento tradizionale condotto unicamente sulla ba-se del libro di testo, ad avvicinarsi alla lingua target attraverso un approccio più completo e olistico: si può potenziare e facilitare la descrizione degli elementi strutturali della lingua studiata e lo sviluppo delle capacità produttive scritte e orali degli apprendenti, attraverso una prospettiva culturale che, superando ogni approccio unilaterale, affronti lo studio dell’italiano in mo-do contrastivo rispetto alla lingua di partenza degli apprendenti; in più, si valorizza la dimensione interculturale tanto preziosa specie nelle classi plurilingue e pluriculturali, che si incontrano un pò dappertutto oramai in Grecia e altrove. Purtroppo, però, nonostante l’intensa mobilità, le risorse investite e i significativi progressi scientifici che sono stati fatti sul campo fino ad og-gi, «è molto difficile sostenere che la realtà educativa sia migliorata in modo significativo sia a livello internazionale che nel nostro paese» ( , - , 2017). In questo lavoro si analizzeranno i principali fattori che sono di ostacolo al raggiungimento dei risultati nell’insegnamento della lingua italiana e verranno proposte una serie di soluzioni per migliorarne l’integrazione proficua e operativa dei nuovi strumenti tecnologici. 27 Riassunti Parole chiave: le nuove tecnologie nell’insegnamento dell’italiano come LS, processo educativo efficace, approccio didattico olistico, valorizzazione della dimensione interculturale, proposte per l’integrazione proficua e operativa dei nuovi strumenti tecnologici 28 Riassunti Dai cartoni animati all’università: percorsi di acquisizione della lingua italiana in Slovenia Susanna Pertot Università del Litorale, Slovenia Nelle aree di insediamento della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia, il sistema scolastico sloveno prevede una rete scolastica con lingua d’insegnamento slovena in cui è coercitivo l’insegnamento dell’italiano come lingua del territorio e una rete di scuole con lingua d’insegnamento italiana in cui è lo sloveno ad essere obbligatorio. A livello accademico, lo studio della lingua italiana e in lingua italiana, quest’ultimo limitato ad alcuni corsi di studio, è possibile a Capodistria (Koper) presso la locale Università del Litorale (Univerza na Primorskem). L’autrice presenta i risultati di uno studio qualitativo basato su dieci interviste semi-strutturate a studenti di madrelingua slovena che si sono avvicinati alla lingua italiana nella scuola con lingua d’insegnamento slovena e che ora studiano l’italiano e in italiano presso Università del Litorale. Essi hanno raggiunto un’elevata competenza linguistica e possono essere definiti parlanti attivi e competenti della lingua italiana. La ricerca esplora le esperienze soggettive degli studenti durante il processo di acquisizione della lingua italiana, il modo in cui essi definiscono la propria produzione linguistica rispetto ai parlanti nativi di questa lingua e la percezione che essi hanno della propria identità linguistica. L’italiano si configura come una forma di capitale simbolico con cui i genitori hanno iniziato a dotarli sin dai tempi dalla scuola per l’infanzia quando, non parlando questa lingua in casa, li incorag-giavano a guardare la tv italiana. Gli intervistati sono dell’opinione che questo capitale simbolico sarà non solo spendibile, ma darà loro la possibilità di occupare una buona posizione sociale. Parole chiave: lingua italiana, Slovenia, nuovi parlanti, identità linguistica, capitale simbolico 29 Riassunti Intrecci linguistici e culturali nella poesia di Giuseppe Sabalich Nedjeljka Balić-Nižić Università di Zara, Croazia Giuseppe Sabalich (1856–1928), è uno dei più importanti rappresentanti della letteratura zaratina in italiano a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Il suo opus in vari aspetti riflette la realtà plurilingue e multiculturale della città di Zara del periodo. La convivenza di più popoli, anche se guardata dall’ottica di un italiano, con sfumature di pregiudizi e stereotipi, quello che i futuri teorici chiameranno «orientalismo», è un fatto costantemente presente nelle sue opere di narrativa, di storia, e di poesia. È la convivenza minacciata dalle attuali circostanze politiche, per cui lui ritorna al passato bramando il ritorno della Serenissima, cioè il tempo della felice convivenza senza rivalità e scon-tri. Ciò si evidenzia soprattutto nella sua poesia, in cui da una parte Sabalich esprime le sue idee pro-italiane attraverso l’ammirazione per la storia e presenza della civiltà veneta in Dalmazia, e dall’altra parte crea un’immagine dell’altro permeata di bonario umorismo. Nell’intervento si prenderanno in esame le poesie dialettali di Sabalich, maggiormente di timbro umoristico-satirico, in cui sono descritti vari aspetti di Zara come ambiente plurilingue e multiculturale. Inoltre saranno individuati alcuni aspetti del multilinguismo dell’espressione poetica di Sabalich (italiano, dialetto veneto-zaratino, croato ed altre lingue), come illustrazione del suo fondamentale approccio di tolleranza e comprensione interculturale. Parole chiave: Giuseppe Sabalich, Zara, poesia dialettale, rapporti letterari italo-croati 30 Riassunti Gradazione di tratti distintivi della letteratura dell’esodo nel romanzo La zaratina di Silvio Testi Živko Nižić Università di Zara, Croazia La letteratura italiana dell’esodo, pervasa dal sentimento amaro di ricordi, ha ricevuto in dono ancora uno specchio di ricordanze, il romanzo di Silvio Testi La zaratina, la tragedia dell’esodo dalmata. Questa letteratura consonante sui tratti distintivi dell’italianità-romanità della Dalmazia trova nel libro di Silvio Testi un notevole, diciamo, rafforzamento consonantico proprio di queste distinzioni – simboli, presentate in quasi tutti i testi letterari e non letterari, concernenti la tragedia dell’esodo degli italiani e non, dalla sponda orientale dell’Adriatico. Nell’intervento si cercherà di identificare e presentare il nuovo contributo dell’autore all’immagine memorialistica della strage, disgrazia zaratina a causa dei bombardamenti anglo-americani. La «Dresda adriatica» tramite la famiglia italiana del protagonista di nome Giuseppe diventa un monumento alla sopravvivenza umana, è un simbolo della vitalità dei protagonisti e della solidarietà degli italiani e dei croati immersi nella brutali-tà bellica. Questo romanzo della convincente documentazione storica scrit-to con, chiamiamolo, naturalismo nostalgico, è una testimonianza storica di altro livello letterario realistico-finzionale. Parole chiave: Silvio Testi, letteratura dell’esodo, Zara, relazioni letterarie italo-croate 31 Riassunti Contributi della minoranza nazionale italiana del Secondo dopoguerra nella rivista letteraria montenegrina Stvaranje (1946–1991) Desanka Jauković Università del Montenegro, Montenegro L’oggetto della ricerca presentata nell’articolo si basa sull’identificazione, sulla presentazione e sull’analisi dei contributi riguardanti la produzione e l’attività letteraria della minoranza nazionale italiana dell’Istria, del Quarnero e di Fiume pubblicata nella rivista letteraria montenegrina Stvaranje (1946–1991). Si tratta di traduttori di opere letterarie italiane, autori di articoli su vari argomenti italiani e autori della poesia e della prosa letteraria scritta in lingua italiana. Fra i nomi più significativi ci sono Giacomo Scotti, Lucifero Martini, Nedjeljko Fabrio, Anita Forlani, Umberto Matteoni, Claudio Ugussi, Osvaldo Ramous, Eros Sequi e altri. Parole chiave: rivista montenegrina Stvaranje, scambi culturali, minoranza nazionale italiana 32 Riassunti Metodo giornalistico e poetica di Louis Adamic nell’opera d’esordio di Andrea Olivieri, Una cosa oscura, senza pregio Nives Zudič Antonič Università del Litorale, Slovenia L’intervento si prefigge di presentare il libro d’esordio del ricercatore e lavora-tore culturale triestino Andrea Olivieri, Una cosa oscura, senza pregio. Il libro è stato pubblicato nella collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per le Edizioni Alegre e segue le caratteristiche della scrittura degli autori legati al collettivo Wu Ming. Si tratta della così detta narrazione ibrida, della non-fiction scritta con tecniche letterarie, tra inchiesta, letteratura di viaggio, storia, intervento critico su ambiente e paesaggio, indagine sui non-detti dell’Italia postcolo-niale. Nel libro l’autore racconta la storia dello scrittore Louis Adamic (1899– 1951) intrecciata alla storia dei suoi nonni Albano e Leda. In uno sviluppo sor-prendente, la biografia di Adamic dialoga con la storia di famiglia dell’autore. Famiglia di operai antifascisti e partigiani, protagonisti di un’epopea tra i porti e i cantieri navali di Monfalcone, Trieste, Fiume. Parole chiave: Andrea Olivieri, Wu Ming, Louis Adamic, narrazione ibrida, non-fiction, letteratura di viaggio 33 Riassunti Italianismi «serviti» nei menù montenegrini Gordana Luburić Università del Montenegro, Montenegro Il contatto culturale e linguistico tra due popoli si riflette nei paesaggi linguistici che ci testimoniano diversi usi della lingua nello spazio pubblico e indicano la vitalità e il grado di apertura di un paese verso le lingue e le culture straniere. Nel nostro lavoro analizzeremo la presenza della lingua italiana nei paesaggi linguistici montenegrini. Il corpus della ricerca è costituito dai menù di ristoranti, bar e pizzerie in cui ricorrono italianismi, pseudoita-lianismi o, molto spesso, italianismi scritti in modo errato. Analizzeremo le caratteristiche ortografiche, morfosintattiche e semantiche degli italianismi rilevati. L’analisi ci permetterà di stabilire quali italianismi gastronomici sono stati integrati nel patrimonio lessicale della lingua montenegrina; l’identificazione e la classificazione di questi italianismi, inoltre, ci aiuteranno a trarre conclusioni non soltanto sugli errori linguistici più comuni, ma anche sulle loro cause. Parole chiave: italianismi, lingua italiana, prestito 34 Riassunti Lingue in contatto: un caso di prestigio linguistico Mila Samardžić Università di Belgrado, Serbia Uno dei fenomeni linguistici del contatto sono i prestiti (oltre all’interferenza e alla commutazione del codice). Per prestito s’intende fondamentalmente il passaggio di materiale di superficie, in primo luogo di elementi lessicali, parole, da una lingua a un’altra. Il prestito è uno dei mezzi più efficaci per arricchire una lingua. È un fenomeno dovuto maggiormente ai fattori extralinguistici: le lingue possono entrare in contatto per contiguità territoriale o per via di vicende politiche, migrazioni, guerre, scambi culturali e commerciali. Essendo una grande lingua di cultura, in varie epoche l’italiano ha esercitato un notevole influsso sul lessico di molte lingue. Nel nostro contributo ci proponiamo di offrire una rassegna diacronica degli influssi che l’italiano ha esercitato sul serbocroato: grazie agli stretti e ai diversi contatti fra le due sponde dell’Adriatico che durano da secoli, la lingua serbocroata contiene un numero elevato di italianismi. Inoltre, verificheremo se le parole serbocroate diventano italiane o se il rapporto fra le due lingue è unidirezionale. Parole chiave: contatto linguistico, prestito, diacronia, italiano, serbo 35 Riassunti Deonomastici italiani e i loro corrispondenti montenegrini: alcuni spunti per l’analisi Radmila Lazarević Università del Montenegro, Montenegro I deonomastici sono parole derivate da nomi propri, di solito mediante la suffissazione ( francescano, pirandelliano, milanese), ma in alcuni casi anche mediante procedimenti semantici come antonomasia ( biro, cicerone, pullman). Possono derivare da nomi propri di persone (antroponimi), di luoghi (toponimi), ma anche da nomi o acronimi di vari tipi di organizzazioni politiche, sportive o commerciali, nonché da nomi di prodotti commerciali. Il contributo si occupa dei modi di formare deonomastici italiani e quelli montenegrini (o serbi), soprattutto dal punto di vista della formazione delle parole. Vengono comparate le soluzioni derivative in ambedue le lingue, con l’accento sulla loro flessibilità morfosintattica e le possibilità traduttive. Parole chiave: italiano, montenegrino, lessico, deonomastica, traduzione 36 Riassunti L’italiano nei linguistic landscapes d’Austria Luca Melchior Università Alpe-Adria di Klagenfurt, Austria La presenza e la visibilità dell’italiano nello spazio pubblico dell’Austria è assai elevata; dopo il tedesco e l’inglese, e ben prima di lingue autoctone come lo sloveno o di grande presenza migratoria come il serbo-croato- montenegrino-bosniaco, esso è la lingua maggiormente utilizzata su cartel-loni pubblicitari, insegne di ristoranti e di altre attività commerciali, menù visibili in pubblico, ma anche adesivi, graffiti, scritte d’altro tipo, non solo af-ferenti ad attività legate all’ ethnic business, ma anzi spesso non riconducibili a emittenti italofoni. L’italiano gode infatti di una forza di attrazione tale che il suo uso si è affermato non solo a fini commerciali, ma anche per trasmettere messaggi di contro- e subcultura. Tale visibilità e presenza sono segno di diffuse competenze di tale lingua, in diversi gradi, presso la popolazione locale, sia a livello attivo sia a livello passivo, che permettono che i messaggi espressi vengano anche correttamente recepiti. Tuttavia, non tutto ciò che sembra italiano è anche italiano: esso è infatti spesso risultato di ciò che è rite-nuto italiano, cioè una rappresentazione di ciò che è considerato italiano. Nel mio contributo, nell’ambito della ricerca sui linguistic landscapes e sulla scorta delle indagini sull’italiano (di contatto e marginale) nel mondo, presenterò esempi di (pseudo-)italiano nel panorama linguistico dell’Austria, discuten-done le caratteristiche – in particolare i modelli, non solo lessicali, ma anche morfologici e morfosintattici che si affermano in questo italiano di contatto – indagandone anche le funzioni tra giochi interlinguistici e competenze marginali. Parole chiave: linguistic lanscapes, italiano di contatto 37 Riassunti La posizione della lingua italiana nel sistema scolastico sloveno e le proposte per la rivitalizzazione e il miglioramento dell’italiano come lingua seconda tra i giovani dell’area bilingue Rok Kobal Scuola elementare Capodistria, Slovenia Il territorio bilingue dell’Istria slovena, in cui convivono da secoli principi storici, linguistici e culturali peculiari e unici, è stato da sempre contraddistin-to dall’importanza della cultura e della lingua italiana. Proprio quest’ultima rappresenterà il nucleo centrale del nostro intervento, l’obiettivo del quale sarà offrire una presentazione della posizione della lingua italiana nel sistema educativo sloveno, di specificare i diversi fattori che hanno condotto gradualmente a un suo calo di popolarità e a una sempre più scarsa conoscenza dell’italiano come lingua dell’ambiente sociale tra i giovani lungo la fascia costiera. Inoltre, con questo lavoro si vorranno presentare alcune possibili soluzioni per la rivitalizzazione e il miglioramento dell’italiano come lingua seconda nelle scuole dell’Istria slovena. Per questo scopo saranno presentati due esempi di buona pratica nell’ambito della rivitalizzazione delle lingue minoritarie. Si tratta del modello gallese e di quello basco, il successo dei quali suscita speranza che, allo stato attuale, esistano ancora dei margini per un intervento efficace anche per la lingua italiana nell’Istria slovena che negli ultimi vent’anni si trova in crisi. Parole chiave: lingua seconda, Istria slovena, rivitalizzazione linguistica, modello gallese, modello basco 38 Riassunti I veri presupposti della didattica interculturale Anja Zorman Università del Litorale, Slovenia L’educazione interculturale deve basarsi sulla promozione reciproca della comprensione tra persone. A questo proposito le persone coinvolte devono essere in grado di provare empatia per gli interlocutori e di entrare concet-tualmente nel mondo dell’altro per generare una reciproca comprensione. Se l’insegnante non possiede la sensibilità interculturale e di conseguenza non è in grado di svilupparla negli allievi, nessuna quantità di educazione interculturale o multiculturale può raggiungere i propri obiettivi (D. Spiteri, Multiculturalism, Higher Education and Intercultural Communication: Developing Strengths-Based Narratives for Teaching and Learning, 2017). Tra gli insegnanti, e le persone in generale, si nota spesso una contraddizione tra la definizione dell’educazione interculturale e dei suoi obiettivi e la loro effettiva condotta nel contatto con persone che percepiscono linguisticamente, culturalmente, etnicamente (P. C. Gorski, «Good Intentions Are Not Enough: A Decolonizing Intercultural Education», 2008), o in qualche altro modo, diverse. La scuola dovrebbe fare in modo di avvicinare tra loro gli allievi (e gli insegnanti) e di creare un clima in cui tutti possano trarre beneficio l’uno dall’altro. A tal proposito dovrebbe abbandonare l’idea di costruire una cultura comune, che presuppone inevitabilmente la denigrazione di determinate culture e la glo-rificazione di altre. La comunicazione interculturale dovrebbe invece partire dall’individualità di ciascun allievo e dovrebbe basarsi sulla compassione per l’altro. L’educazione interculturale dovrebbe promuovere la comprensione e la sensibilità tra persone di diversa origine culturale e/o linguistica e com-battere l’oppressione sociale, educando le persone o promuovendo la loro consapevolezza su ciò che è oppressivo nella società. In assenza di ciò è pro-babile che adotteranno schemi di comportamento determinati da visioni del mondo in maniera monoculturale, riflettendo il punto di vista della cultura a cui sono stati maggiormente esposti durante la vita (D. Spiteri, 2017). Parole chiave: didattica, educazione interculturale, sensibilità interculturale, insegnanti, allievi 39 Riassunti Dalla linguistica alla didattica: le modalità di acquisizione del costrutto causativo in italiano L2 presso gli apprendenti croatofoni Ivica Peša Matracki Università di Zagabria, Croazia Nel costrutto causativo i verbi fare e lasciare modificano il significato del verbo all’infinito indicando un’azione causata dall’argomento esterno, ma non compiuta direttamente da esso ( sapeva ridere e far ridere). Proprietà inerente di tale costrutto è costituita dal mutamento delle relazioni grammaticali rispetto all’infinito (la posizione dei pronomi clitici, della negazione, ecc.). In genere, il costrutto causativo presenta le caratteristiche sintattiche diverse dalle costruzioni implicite delle frasi complesse argomentali, innanzitutto rispetto al grado di integrazione del verbo causativo e quello infinito. I costrutti semanticamente equivalenti in croato non presentano lo stesso comportamento sintattico né le stesse relazioni grammaticali. Di conseguenza, si pone il problema di come strutturare questo aspetto della grammatica visto che tipologicamente le due lingue esaminate esprimono diversamente il nesso causativo (it. far ridere; cro. nasmijati), vale a dire quali assunti grammaticali, quali riflessioni grammaticali insegnare e come scandirli in livelli diversi-ficati di competenza. Nel presente contributo, dopo aver definito i concetti fondamentali di queste riflessioni e aver delineato i vari tipi di classificazione e di definizione sintattico-semantica del costrutto, analizzerò le proprietà grammaticali delle due lingue in prospettiva contrastiva e tipologica. Paral-lelamente illustrerò in che modo è possibile utilizzare le scoperte e i risultati delle ricerche nel campo della linguistica teorica per migliorare le modalità di apprendimento dell’italiano da parte degli studenti universitari. Lo scopo di questo lavoro è quello di mostrare come il riferimento ai concetti teorici della grammatica per la soluzione di problemi di natura pratica può suggerire nuove riflessioni, aprire nuovi orizzonti e consentire impostazioni pratiche più aderenti alla vera natura dell’oggetto di insegnamento. Parole chiave: linguistica teorica, didattica, costrutto causativo, lingua italiana, lingua croata 40 Riassunti Prospettive dell’italiano lingua straniera nei contesti di educazione formale Julijana Vučo Università di Belgrado, Serbia Nel contesto dei cambiamenti globali strategici a livello mondiale e quelli eu-ropei e regionali, il quadro dell’insegnamento di lingue straniere segna importanti cambiamenti. Le lingue orientali, guidate dal cinese e seguite dall’a-rabo, dal giapponese e dal coreano, influiscono sullo schema di materie desi-derate e necessarie nei contesti educativi. Il ruolo dell’inglese sta cambiando anche con la nuova distribuzione delle forze linguistiche in Europa; dopo la Brexit la presenza del tedesco e del francese verrà riconfermata nel ruolo di lingue dominanti. La posizione della lingua italiana risponde alle esigenze e ai contesti strategici ed economici nel mondo e in Europa, cercando di ri-conquistare la sua posizione da tempo indebolita. Nel presente contributo, basandosi sui dati recenti prelevati a livello europeo, regionale e nazionale, si parla del ruolo attuale della lingua italiana come lingua straniera nei contesti educativi plurilingui, delle prospettive di sviluppo e dei problemi di mantenimento della sua posizione. Si discute il momento di crisi della sua presenza nel sistema educativo serbo. Parole chiave: italiano lingua straniera, educazione formale 41 Riassunti L’importanza della scuola nel Litorale per il mantenimento della vitalità del gruppo nazionale italiano Nives Zudič Antonič Università del Litorale, Slovenia Sonja Novak Lukanovič Istituto di Studi Etnici Lubiana, Slovenia Lara Sorgo Università del Litorale, Slovenia Sul territorio nazionalmente misto della fascia costiera della Slovenia, in cui vive la comunità nazionale italiana autoctona, la lingua italiana ha lo status di lingua ufficiale ed è parificata allo sloveno. La possibilità di usare la propria lingua materna rappresenta un valore fondamentale per gli appartenen-ti al gruppo nazionale italiano. Anche l’offerta formativa è concepita in modo da garantire agli appartenenti del gruppo nazionale italiano la possibilità di seguire il processo educativo in lingua italiana. Le istituzioni scolastiche so-no quindi le radici vitali della CNI, perché favoriscono il mantenimento e la trasmissione della lingua e della cultura italiana. Queste istituzioni, facendo parte del sistema scolastico pubblico sloveno, sono aperte anche a coloro non appartengono alla CNI, ma desiderano intraprendere il loro percorso di studio. Il presente contributo si propone di presentare i risultati preliminari nati dalla ricerca L’importanza della scuola nel Litorale per il mantenimento della vitalità del gruppo nazionale italiano, finanziata dal Ministero dell’istruzione della RS e realizzata sotto la guida dell’Istituto di studi etnici di Lubiana con la collaborazione della Facoltà di Studi Umanistici del Litorale. La ricerca, svolta nel mese di giugno di quest’anno, ha coinvolto le classi 7a, 8a e 9a delle scuole con lingua d’insegnamento italiana del Litorale attraverso la compilazione di un questionario per gli alunni e per i loro genitori allo scopo di indagare il punto di vista e la percezione che questi hanno della scuola e della lingua italiana. Parole chiave: lingua materna, scuola elementare, questionario, vitalità linguistica 42 Riassunti Incroci linguistico-culturali nei proverbi: implicazioni glottodidattiche Elisabetta Pavan Università degli Studi di Padova, Italia Utilizzare i proverbi in una classe di lingua promuove la consapevolezza linguistica, comunicativa e interculturale, creando un contesto coinvolgente e motivante. Il docente seleziona tali materiali adattando il loro contenuto ai discenti, rendendo così l’azione didattica più efficace e interessante. Tra gli aspetti pedagogici che possono essere individuati nei proverbi, al fine di un loro utilizzo in ambito glottodidattico, emergono quelli linguistici, oltre a quelli ascrivibili a cultura e società. I proverbi si prestano quindi al confronto tra sistemi linguistici e culturali, al fine di cogliere somiglianze e differenze tra lingue e culture, individuare stereotipi, cogliere differenti livelli di significato, contribuendo così allo sviluppo delle competenze linguistica e interculturale. I proverbi sono prodotti culturali sovranazionali: molti proverbi, infatti, sono presenti in più lingue e culture con piccole variazioni: S. C. Trovato ( Proverbi, locuzioni, modi di dire, 1999) afferma che i proverbi sono un «precipitato culturale», così come Freddi affermava che la lingua è il precipitato di una cultura. A seconda del contesto in cui i proverbi prendono vita, infatti, possono talvolta cambiare gli elementi linguistici e culturali utilizzati per veicolare uno stesso significato. In questo contributo si analizza un corpus di proverbi in italiano, istroveneto, veneto e inglese, proponendo riflessioni a riguardo del loro utilizzo in classi di microlingua (language for specific purposes), con esempi legati agli studi economici ed aziendali. Parole chiave: Competenza interculturale, proverbi, italiano LS, veneto, istroveneto 43 Riassunti L’insegnamento dell’italiano L2 e l’educazione alla diversità Metka Malčič Università del Litorale, Slovenia Le società odierne sono in continua evoluzione e, grazie alla globalizzazione e allo sviluppo tecnologico, offrono molte possibilità (anche creative). Allo stesso tempo, però, presentano molti problemi, non facili da risolvere. Nell’intervento presenteremo alcuni punti teorici sulle caratteristiche delle società odierne e su alcuni concetti della gestione della diversità per poi passare alla presentazione di possibili collegamenti con gli obiettivi dell’insegnamento delle lingue e in particolar modo dell’italiano nell’Istria slovena. Negli ultimi anni, nelle scuole dell’Istria slovena dove l’italiano viene insegnato come L2, il livello della competenza linguistica e comunicativa, la motivazione e l’interesse per apprendere l’italiano sono diminuiti notevolmente, le classi non sono omogenee e gli studenti hanno livelli di lingua molto diversi. Gli insegnanti si chiedono spesso come organizzare il processo didattico-educativo, come migliorare l’insegnamento e quali elementi introdurre per mantenere e promuovere il patrimonio linguistico e culturale del territorio, ottenendo nello stesso tempo un insegnamento stimolante, ma anche creativo. Una delle possibili risposte è quella di dare spazio ai temi attuali, utili per la vita: noi abbiamo proposto il tema La gestione e la soluzione del conflitto, un tema po-co affrontato nel sistema scolastico sloveno. In una delle scuole superiori di II grado dell’Istria slovena abbiamo effettuato una ricerca (nell’ambito dell’insegnamento dell’italiano L2 e dell’educazione alla diversità) perché abbiamo voluto capire come venga percepito il conflitto da parte degli studenti. Parole chiave: italiano L2, educazione alla diversità, Istria slovena, gestione del conflitto 44 Riassunti Competenze degli allievi al termine del ciclo di studi di scuola superiore nell’ambito dell’insegnamento della Lingua italiana (L1) in un territorio multiculturale e multilinguistico Anita Dessardo Ginnasio Gian Rinaldo Carli, Capodistria, Slovenia Nel mio intervento, partendo da una breve presentazione dell’esame di Maturità generale per i Ginnasi con lingua d’insegnamento italiana (in vigore dal 1995 in Slovenia) e dai cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, esporrò una riflessione sulle competenze acquisite dall’allievo al termine del ciclo di studi nell’ambito dell’insegnamento della Lingua italiana (L1) in un territorio multiculturale e multilinguistico. Nel corso degli anni l’esame di Maturità ha subito vari cambiamenti. Questi riguardano principalmente la parte scritta che si articola in due prove: la prima richiede l’elaborazione di un saggio e la seconda l’analisi di un testo non letterario. Le principali novità riguardano in particolar modo la seconda prova che, oltre al tempo a disposizione, al punteggio complessivo e al numero di quesiti, richiede una maggiore preparazione dell’allievo in quanto valuta svariate competenze; da quella testuale e ideativa a quella linguistica e lessicale-semantica. Presenterò, inoltre, l’analisi di alcuni risultati conseguiti dagli allievi a seconda della tipologia di domande e delle difficoltà, esponendo i risultati che emergono dall’analisi delle singole voci. Parole chiave: esame di maturità, Ginnasi in lingua italiana, lingua italiana come lingua materna, comunità nazionale, competenze linguistiche 45 Riassunti La letteratura migrante come diario Alma Hafizi Università «Luigj Gurakuqi» di Scutari, Albania Emigrare significa scegliere il confronto con la propria terra che si allunga co-me un’ombra. L’emigrazione è fonte della colpa e suo scagionamento, della rabbia e sua negazione, della nostalgia e la voglia, della dimenticanza e ma-linconia, delle contraddizioni e sua schizofrenia. In seguito alla mia prima riflessione sulla letteratura migratoria degli scrittori albanesi in lingua italiana, quale osmosi di memoria, identità e trasformazione, mi concentro in questo breve saggio sul tema dello sguardo, al di là e al di qua del confine, tramite i romanzi diario degli emigranti albanesi in Italia. Gli emigranti soffrono la sindrome di frontiera. Le fissano in modo supplicante ed esse rispondo-no in modo avversivo. Loro lasciano la propria patria in cambio di una nuova migliore, e invece si trovano respinti, indesiderati, non invitati. È un viaggio lungo la metamorfosi del modo di essere osservati dal paese nativo a quello di arrivo. La padronanza della lingua italiana, la conoscenza in dettagli della realtà italiana e la sua imitazione, motivi di straniamento nel proprio paese, non bastano per non lasciar perdere nemmeno un’occasione per ricordare loro che sono stranieri nella nuova «patria», il telegiornale, in questura, per strada, nelle istituzioni. Va e non torna, Senza bagagli, M, sono i romanzi che vanno letti come il diario di emigrante, come un gancio tra la propria esistenza fisica e la memoria, uno specchio che aiuta l’emigrante a vivere la dinamica della trasformazione con la massima sincerità e onestà, e possibilmente con saggezza. Parole chiave: emigrante, frontiera, letteratura, diario, osservazione 46 Riassunti Le montenegrine nella letteratura odeporica italiana in occasione del matrimonio Savoia-Petrovic Olivera Popović Università del Montenegro, Montenegro L’intervento è dedicato all’analisi delle rappresentazioni odeporiche italiane della posizione delle donne e delle relazioni di genere in Montenegro a cavallo tra Ottocento e Novecento. Questo periodo rappresenta il momento della più prolifica produzione della letteratura di viaggio scritta da autori italiani sul Montenegro, la quale, tra l’altro, testimonia quali circostanze hanno influenzato il loro interesse per le relazioni di genere in Montenegro, cosa gli autori hanno percepito come alterità e come l’hanno illustrata ai loro lettori. Confrontando le osservazioni sulle montenegrine degli scrittori di viaggio italiani che hanno visitato il Montenegro durante questo periodo con le osservazioni dei loro predecessori, arriviamo alla conclusione sui cambiamenti che hanno avuto luogo nel modo in cui le donne in Montenegro erano rappresentate e sui fattori che hanno contribuito a configurare quest’immagine. Parole chiave: letteratura odeporica, matrimonio Savoja-Petrovic, donne, Italia, Montenegro 47 Riassunti Tra sacro e profano: modelli e stilemi della tradizione letteraria italiana nel corpus poetico bajamontiano Monica De Rosa Polo liceale IIS «Pàntini-Pudente» Vasto, Italia Nello specifico degli Studi Adriatici risalta da tempo l’idea di una reciprocità, di un’osmosi che dalle epoche più remote ha intessuto i rapporti tra le sponde: documenti storici e letterari, carte d’archivio, testimonianze scritte docu-mentano l’assiduità degli scambi tra le due coste di questo «mare orizzonta-le», che unisce e che divide, la cui rotta est-ovest ne definisce il continuum, quasi una «terra» di tutti e di nessuno la cui esistenza è ampiamente docu-mentata dalla letteratura, che esprime la visione di un abbraccio ideale e la cui esegesi testuale restituisce tematiche e motivi comuni. L’analisi dei testi permette, infatti, di individuare specifiche categorie letterarie lasciando risal-tare attraverso le opere – dai miti e dai motivi archetipici sino ai simboli della modernità – la possibilità di costruzione di una tanto discussa e indecifrabile koinè identitaria tra i popoli delle due sponde. Le osservazioni esposte nell’articolo si collocano nell’ambito di uno studio sulle espressioni letterarie in lingua italiana nei contesti internazionali. In particolare, si analizzano alcune espressioni letterarie e la loro ricezione all’interno del corpus poetico in lingua italiana di Giulio Bajamonti (1744–1800), il cui manoscritto, per lo più ancora inedito, rappresenta un’efficace rielaborazione di moduli letterari della tradizione italiana, in particolare tra Cinque e Settecento, in componimenti non privi di una propria originalità. Poesie d’amore, di lode, d’occasione, sacre e burlesche, testimoniano il possesso certo degli strumenti della versificazione in lingua italiana e l’uso accorto di modelli e stilemi che, ormai al volgere del secolo, riverberano sulle coste dalmate le specificità di un’illustre tradizione. Parole chiave: Giulio Bajamonti, Studi Adriatici, lingua italiana, burlesco 48 Riassunti Tra Trieste e Capodistria: due trattati pedagogici umanistici per una finestra verso l’Europa Jadranka Cergol Università del Litorale, Slovenia All’inizio del XV secolo si assiste ad un importante proliferare di trattati pedagogici mirati ad insegnare alla nuova classe dirigente i valori con i quali vanno educati i futuri signori delle città. Due di questi trattati furono scritti in quest’area: De ingenuis moribus et liberalibus studiis di Pier Paolo Vergerio il Vecchio detiene il primato assoluto perché fu il primo trattato umanistico sull’educazione; qualche decennio dopo però lo seguì anche Enea Silvio Piccolomini che trattò lo stesso tema quando era vescovo a Trieste tra il 1447 e il 1450 nel suo De liberorum educatione. Entrambi gli autori, originari dell’alto Adriatico, erano uomini di estrazione culturale umanistica, ma anche importanti trasmettitori di valori umanistici in Europa. I loro viaggi li portarono in varie parti del continente, presso le università e le corti, dove avevano avuto la possibilità di promuovere una lettura umanistica dell’educazione che su-perava la divisione in nationes, promuovendo invece i valori morali e culturali dell’uomo, in linea con le tendenze dell’umanesimo italiano. Il contributo si prefigge quindi lo scopo di analizzare i punti di convergenza tra i due trattati e la loro influenza e ricezione nelle corti europee. Parole chiave: pedagogia umanistica, Pier Paolo Vergerio il Vecchio, Enea Silvio Piccolomini, Umanesimo in Europa 49 Riassunti Anna di Ammaniti e il mondo nuovo del Mediterraneo Paula Jurišić Università di Spalato, Croazia Srečko Jurišić Università di Spalato, Croazia L’ultimo romanzo di Niccolò Ammaniti, Anna (2015) acuisce le direttrici pree-sistenti della poetica dello scrittore romano, la visione apocalittica del sistema Italia su tutte (già in parte presente in Che la festa cominci, 2009). In una Sicilia (post)apocalittica, prossima nel tempo (siamo nel 2020), nel cuore del Mediterraneo, Ammaniti ambienta la sua storia di un mondo ridotto alle ma-cerie da un virus diffusosi dal Belgio sterminando tutti gli adulti. Il mondo dei bambini è il mondo nuovo che lo scrittore racconta, con un Sud che deve rinascere, una nuova lingua, con idee di accoglienza e apertura al multiculturalismo vero, scevro dalle artificiali imposizioni politiche. Ammaniti racconta di essere stato ispirato in particolare da un episodio, avvenuto molti anni prima di scrivere il romanzo: l’idea gli era venuta osservando, su una spiaggia, un gruppo di bambini che giocava senza alcun adulto nelle vicinanze, e che si dava regole e si organizzava in modo autonomo. Solo tempo dopo quest’idea iniziale si sarebbe concretizzata con un personaggio, Anna, e la vicenda si sarebbe sviluppata partendo dall’ambientazione nell’isola siciliana declinata all’interno del modus fantascientifico. Il romanzo verrà qui letto alla luce delle teorie biopolitiche di Giorgio Agamben, Franco «Bifo» Berardi e della teoria dell’ospitalità di Derrida. Parole chiave: Niccolò Ammaniti, Anna, Mediterraneo, mondo nuovo 50 Riassunti Fratelli e parenti metaforici nei proverbi italiani come parte dell’eredità culturale europea Maslina Ljubičić Università di Zagabria, Croazia Le relazioni di famiglia rappresentano una parte importante della vita quoti-diana e, come tali, sono non soltanto un tema frequente dei proverbi, bensì vi ricorrono anche con vari significati metaforici. Effettivamente, servono da dominio di partenza nelle nostre concettualizzazioni di varie sfere dell’esperienza e dell’agire umano. Lo scopo di questo lavoro è di analizzare l’uso me-taforico dei lessemi «fratello» e «sorella» nel linguaggio dei proverbi. Il loro significato è «simile; vicino a; collegato con» (es. it. L’orgoglio è fratello della superbia; it. La consuetudine è sorella della natura, cro. Sveudiljna obika naravi je sestra). Gli esempi presi in esame sono tratti maggiormente dal corpus pa-rallelo dei proverbi italiani e croati, che concordano con quelli di altre lingue europee, che verranno anch’essi presi in considerazione, seppure in misura minore. L’indagine dimostra che molti proverbi si sono diffusi per mezzo delle traduzioni e non di rado fanno parte dell’eredità greco-latina, propria della cultura europea (ad es., gr. , fr. Le rêve et la mort, des frères paraissent, it. Il sonno si chiama fratello della morte, port. O sono é irmão da morte, ing. Sleep is the brother of death). Qualche volta, come nelle varianti italiane del citato proverbio, il lessema «fratello» è scambiabile con «parente» (it. Il sonno è fratello [parente] della morte). Oltre ai proverbi ere-ditati, la concettualizzazione per mezzo delle relazioni fraterne pare essere ancora oggi piuttosto viva nel linguaggio paremiologico. Parole chiave: proverbio, metafora, fratelli, italiano, eredità culturale europea 51 Riassunti I cromonimi nelle espressioni idiomatiche in sloveno e in italiano Helena Bažec Università del Litorale, Slovenia Benché l’italiano e lo sloveno appartengano a diversi rami linguistici, hanno tutti lo stesso antenato comune, l’indoeuropeo. Nel contributo si vuole presentare in chiave contrastiva le origini etimologiche, la simbologia e l’influsso culturale che si manifesta nelle espressioni idiomatiche contenenti cromonimi con lo scopo specifico di indagare quale di questi criteri possa avere avuto più influenza sul significato oggi in uso. Possiamo sostenere che la contiguità territoriale, culturale e religiosa ha avuto molta più importanza dell’etimolo-gia. Le due lingue condividono la simbologia di base pur presentando molte variazioni e peculiarità. Parole chiave: cromonimi, espressioni idiomatiche, sloveno, italiano 52 Riassunti Gli usi cataforici dell’articolo in italiano come spie di determinatezza delle entità rese con sintagmi sottocategorizzanti nei testi sloveni Mirjam Premrl Università di Lubiana, Slovenia Gli usi cataforici dell’articolo riguardano quelle situazioni in cui lo status di determinatezza del sintagma nucleo è determinato dalla presenza di postmodificatori, quali i sintagmi sottocategorizzati nonché le dipendenti relative e quelle completive. Tuttavia un postmodificatore non incide necessa-riamente sulla scelta dell’articolo determinativo davanti al sintagma nucleo. In tali casi si parlerà di pseudocatafora. Il presente articolo riporta i risultati di un’analisi qualitativa di postmodificatori in italiano e in sloveno, svolta in base a un corpus italo-sloveno di testi originali e delle loro traduzioni. L’argomento è particolarmente rilevante in riferimento allo sloveno, una lingua senza articoli, dal momento che indaga le modalità entro cui, in dipendenza dal tipo di modificatore e il suo significato, si può prevedere lo status di determinatezza delle entità rese con il sintagma nucleo nei testi sloveni. La felice interpretazione di tali postmodificatori nei testi sloveni può avere effetti positivi sull’impiego dell’articolo in italiano e rivelarsi utile sia nell’insegnamento che nella traduzione. In relazione ai sintagmi sottocategorizzati biso-gna distinguere i complementi concettuali da quelli argomentali: i primi non incidono sulla scelta dell’articolo. Per quanto concerne le dipendenti relative il presente contributo propone una definizione di restrittività che preva-lentemente coincide con la determinatezza dell’entità nel sintagma nucleo. Per lo stesso motivo, essendo complemento obbligatorio del sintagma nu- cleo, le completive risultano segno della determinatezza dell’entità del sintagma nucleo. Un altro aspetto affrontato è quello del carattere descrittivo della dipendente relativa restrittiva. Parole chiave: articolo, (pseudo)catafora, determinatezza, italiano, sloveno 53 Riassunti Nell’occhio del ciclone: aspetti culturali nella traduzione della fraseologia giornalistica nel romanzo Numero zero di Umberto Eco Aleksandar Levi Università di Belgrado, Serbia Mirela Radosavljević Università di Belgrado, Serbia Il nostro intervento ha intenzione di occuparsi di uno dei numerosi aspet-ti della scrittura di Umberto Eco. Nel suo ultimo romanzo Numero zero Eco mette a nudo il mondo dell’informazione. Per dimostrare che il giornalismo, nonostante la sua pluralità di contenuti e forme, diventa una macchina del fango, Eco usa le tecniche già applicate nei suoi romanzi precedenti. Come sempre si tratta di un libro che si presta a più livelli di lettura, ma il nostro intervento si concentrerà esclusivamente sul mondo dei media. Non sarà basa-to solo sull’esperienza personale di traduzione dall’italiano in serbo, ma anche su quella dei traduttori in altre lingue. Cercheremo di dimostrare che i traduttori devono applicare vari metodi di traduzione se vogliono ottenere le sfumature e le soluzioni interpretative dell’autore oppure quelle a cui lui non aveva pensato in fase di scrittura. Per le lingue simili all’italiano, come per esempio per lo spagnolo e il portoghese, le espressioni idiomatiche tipi-che del giornalismo italiano che i quotidiani italiani usano e di cui abusano ogni giorno e che il lettore sa a memoria, non presenteranno un problema visto che anche i loro giornali usano gli stessi mezzi per animare stereotipi di sottocodici. Per le piccole lingue che non hanno la stessa espressività si devono applicare altri metodi se vogliamo lo stesso effetto che lo scrittore ha voluto creare. Di conseguenza le liste e le classificazioni di cui pullulano tutti i romanzi di Umberto Eco subiranno molti cambiamenti. Parole chiave: fraseologia, linguaggio giornalistico, traduzioni letterarie, Umberto Eco, narrativa 54 Riassunti Il plurilinguismo precoce nei contesti monolingui – un esempio dell’italiano come seconda lingua straniera Aleksandra Šuvaković Università di Belgrado, Serbia Julijana Vučo Università di Belgrado, Serbia Il progetto che abbiamo creato e sviluppato in una delle elementari di Belgrado era un progetto pilota che adesso possiede tutti i requisiti per evolvere in un’iniziativa consolidata nei sistemi formali. Il primo obiettivo era quello di verificare l’efficienza dell’apprendimento precoce di due lingue straniere, l’inglese e l’italiano, sempre nei sistemi formali; il secondo di sondare le possibilità di sensibilizzazione di genitori e degli insegnanti sul plurilinguismo precoce. La metodologia della ricerca è compatta, attiene all’applicazione delle più comuni tecniche di ricerca quantitativa, qualitativa e dei più recenti metodi misti. Il progetto è stato realizzato in due anni scolastici con la partecipazio-ne di 60 alunni di prima e di seconda elementare nei due anni successivi, 114 genitori e 18 insegnanti, usando sempre la stessa campionatura. I risultati ottenuti dopo due anni indicano che l’apprendimento di due lingue straniere in tenera età può essere facilitato anche in contesti monolingui, utilizzan-do l’innata capacità e curiosità degli alunni e dalla frequenza delle lezioni nei sistemi formali, ma anche ricorrendo agli approcci e metodi adeguati e motivanti. D’altra parte i risultati accennano a un’età migliore per imparare la seconda lingua straniera, l’italiano. La sensibilizzazione dei genitori e i lo-ro atteggiamenti sul plurilinguismo combaciano con la soddisfazione degli alunni rispetto al corso d’italiano. Parole chiave: plurilinguismo, età precoce, italiano – seconda lingua 55 Riassunti Bilinguismo, educazione linguistica e interculturalità: il caso delle sezioni bilingue italo-albanesi a Scutari, Albania Lindita Kazazi Università «Luigj Gurakuqi», Scutari, Albania Eliana Laçej Università «Luigj Gurakuqi», Scutari, Albania I contesti sociali, di cui tutti noi siamo partecipi, possiamo individuarli come società connotate sempre di più dal multiculturalismo e dal multilinguismo. La diversità e la pluralità linguistica, il legame tra la lingua materna e le altre lingue seconde, le implicazioni tra questa dimensione dello sviluppo e le altre, si connotano come temi poco declinati dal punto di vista pedagogi-co ed educativo. Infatti, l’educazione plurilingue e interculturale risponde al diritto di ogni individuo ad un’educazione di qualità: acquisizione di competenze, di conoscenze, di strategie e di atteggiamenti, diversità delle esperienze di apprendimento, costruzione di identità culturali individuali e collettive. Si tratta di rendere più efficace l’insegnamento e allo stesso tempo di far sì che contribuisca in modo maggiore al successo nell’educazione linguistica vista come integrazione tra lingua materna e lingua/e straniera/e. Il fenomeno dell’esistenza di contesti linguistici in cui la competenza comunicativa nella lingua straniera (concretamente l’italiano) è aggiunta perfettamente alla competenza comunicativa nella lingua madre (qui, l’albanese) costituisce un caso particolare di bilinguismo. Tale fenomeno, riscontrato non solo in contesti guidati, ma anche e soprattutto in contesti misti, suscita a studiare i motivi storici, geografici e sociali, a valorizzare il plurilinguismo e a stimolare la riflessione linguistica a partire dal confronto tra L1, L2 e tra le altre lingue straniere per arrivare nel miglior modo possibile ad un’educazione linguistica e interculturale verso un mondo sempre più globalizzato. Parole chiave: bilinguismo, didattica, competenza, cross-cultural 56 Riassunti Le scuole con lingua d’insegnamento italiana nell’area di contatto del confine italo-sloveno Sergio Crasnich Istituto dell’Educazione della Repubblica di Slovenia, Slovenia L’area sud-occidentale della Slovenia, lungo il Mare Adriatico, si caratterizza per la presenza di una comunità linguistica italiana autoctona, insediata nelle località costiere di Capodistria, Isola, Pirano e Ancarano. In base agli accordi internazionali fra Italia e Jugoslavia, siglati dopo il secondo conflitto mondiale e fatti propri dalla Slovenia dopo l’indipendenza del paese, l’italiano è riconosciuto su tale territorio come lingua ufficiale, e il sistema scolastico ne prevede la presenza come lingua curricolare ai livelli di istruzione prescolare, primaria e secondaria. Tuttavia, i cambiamenti demografici verificatisi e ancora in corso hanno creato condizioni sociolinguistiche che rendono talora di problematica applicazione, alle diverse situazioni di insegnamento e apprendimento della lingua italiana, le definizioni convenzionali di lingua prima, seconda o straniera. La composizione vieppiù plurilingue delle classi, i cambiamenti nella percezione dello status e del valore della lingua italiana e la peculiarità delle circostanze sociali connesse al suo impiego, impongono l’adozio-ne di particolari cautele nei processi di insegnamento, nonché di specifiche procedure di verifica e valutazione degli apprendimenti. Nella comunicazione, che si concentra in particolare sulle istituzioni educative e scolastiche con lingua d’insegnamento italiana sul territorio nazionalmente misto dell’Istria slovena, saranno presentate le indicazioni per la programmazione curricolare fornite ai docenti, esaminati i dati attestanti le competenze finali degli alunni, e discusse le più rilevanti implicazioni ricavabili per la riformulazione o rimodulazione delle proposte didattiche e formative. Parole chiave: scuole con lingua d’insegnamento italiana in Slovenia, confine italo-sloveno, cambiamenti demografici, processi di insegnamento 57 Riassunti Valutazione della comprensione dell’ascolto e del testo scritto nella scuola elementare Lucia Allegra Scuola Elementare «Dante Alighieri» Isola, Slovenia Sergio Crasnich Istituto dell’Educazione della Repubblica di Slovenia, Slovenia Nives Zudič Antonič Università del Litorale, Slovenia Con l’intervento si desidera presentare una ricerca quantitativa avente come obiettivo la valutazione della comprensione della lettura e dell’ascolto negli alunni della scuola elementare, nonché il controllo degli effetti di potenziamento su di esse esercitabili per mezzo di uno specifico intervento didattico. La scelta del tema oggetto della ricerca è motivata dall’importanza di tali abilità ricettive nei processi d’insegnamento e d’apprendimento. Alla ricerca hanno partecipato gli alunni delle classi terza, quarta e quinta della scuola elementare con lingua d’insegnamento italiana «Dante Alighieri» di Isola. La raccolta dei dati sulle abilità di comprensione della lettura e dell’ascolto, come pure le attività di potenziamento proposte, sono state effettuate uti-lizzando come riferimento recenti lavori condotti dal Prof. Cesare Cornoldi e dal gruppo di ricerca MT dell’Università di Padova, operante negli ambiti della comprensione testuale e della metacognizione. Il presente lavoro si pone l’obiettivo di incoraggiare i docenti a impegnarsi in prima persona nell’uso di percorsi di intervento di carattere metacognitivo, anche ricorrendo all’uso di prove oggettive e standardizzate, utili a fornire informazioni precise sui processi di comprensione degli alunni e sulle difficoltà cui essi possono andare incontro. Parole chiave: educazione linguistica, abilità ricettive, comprensione, prove standardizzate, analisi 58 Riassunti L’insurrezione erzegovese: La Slavia – Il mondo di Bonaventura Vidovich tra letteratura, mitologia e storia Ana Bukvić Università di Zara, Croazia Nell’intervento sarà indagato il dramma L’insurrezione erzegovese: La Slavia – Il mondo di Bonaventura Vidovich, pubblicato a Livorno nel 1875, quando esisteva un particolare interesse per la situazione bosniaca dove si inquadra anche la tragedia Bielka di Bosnia di Luigi Fichert dello stesso anno. Bonaventura Vidovich è di origine dalmata, più noto per i genitori Ana Vidovich e Marc’Antonio Vidovich, ambedue scrittori che hanno lasciato un vasto patrimonio letterario in lingua italiana e croata in Dalmazia nell’Ottocento. Nell’intervento si cercherà di evidenziare come Vidovich spazia tra letteratura, mitologia e storia per costruire un immaginario culturale che cancella ogni limite tra le nazioni e popoli come gli Italiani, gli Slavi e i Turchi in un contesto storico complesso. Parole chiave: Bonaventura Vidovich, L’insurrezione erzegovese: La Slavia – Il mondo, immaginario letterario 59 Riassunti La memoria del Mio Carso in Giani Stuparich e Alojz Rebula Roberto Norbedo Università di Udine, Italia Nel contesto di iniziative scientifiche, in corso o appena concluse, che valo-rizzano gli aspetti letterari dei rapporti tra identità italiana, slovena e croata in area triestina, istriana e dalmata, secondo dinamiche conflittuali ma anche condivise (progetto di ricerca dipartimentale Frontiera, identità e inappartenenza nella letteratura triestina, Università di Udine; saggio Scipio Slataper tra Croati e Sloveni, in collaborazione con L. Tommasini, 2018), Il mio Carso di Scipio Slataper assume un ruolo significativo. Sarà esaminata la sua fortuna in area triestina, su entrambi i versanti, culturali e identitari, italiano e sloveno. In particolare si stringerà l’obiettivo sulle tracce lasciate nel racconto Un’estate a Isola di Giani Stuparich (1932) e in Srečanje s’Pennadorom, i capitoli dell’incom-piuto romanzo Dalla vita di Trieste quarant’anni fa, che lo sloveno-triestino Alojz Rebula pubblicò nel 1949 ( Dve poglavji iz romana «Iz tržaskega življenja pred štiridesetimi leti»). I due testi si distinguono per atteggiamenti differenti nei confronti del modello slataperiano. Assumono i modi dell’omaggio e del confronto emulativo nel racconto di Stuparich, con una importante apertura ai coevi e innovativi studi sulla psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza; nelle prose di Rebula, invece, si intrecciano registri difformi: quello della ro-manzesca rievocazione memoriale e il taglio saggistico della critica letteraria, che mette in scena in modo analitico e paradossale plurime interpretazioni del Mio Carso. Entrambi gli autori, tuttavia, hanno ricordato la lezione di Scipio Slataper, e con essa si sono confrontati, fino agli anni estremi della loro vita. Parole chiave: Scipio Slataper, Giani Stuparich, Alojz Rebula, Il mio Carso, fortuna 60 Riassunti L’italiano e l’istroveneto nei primi album di Franci Blašković e del gruppo Gori Ussi Winetou Valter Milovan Università degli Studi Juraj Dobrila di Pola, Croazia Il gruppo cabaret-rock alternativo Gori Ussi Winnetou di Pola ha pubblicato fino all’anno 1990 tre album: Addio Pola (1986), Welcome Home (1989) e Mens sana in malvasia istriana (1990). Questo è il corpus prescelto che ci basterà per delineare la presenza delle parole istrovenete ed italiane nelle canzoni del gruppo polesano, parole disseminate nelle canzoni scritte in lingua croata o nel dialetto ciakavo e presenti in combinazioni interessanti (interferenze tra lingua e dialetto, neologismi, contaminazioni linguistiche, ecc.) nelle canzoni in italiano. L’autore dei testi delle canzoni è sostanzialmente Franci Blaš- ković, ma anche gli altri autori dei testi del gruppo combinano parlate istriane autoctone (italiano, sloveno, croato) con quelle alloctone (inglese, francese, tedesco, serbo), ricalcando così la situazione linguistica istriana. Lo scopo di questo lavoro è mostrare attraverso esempi, fenomeni linguistici e stilistici come l’italiano standard e il dialetto istroveneto hanno funzionato nella realtà linguistica e politica croata e jugoslava alla quale l’Istria coi suoi abitanti è appartenuta nel secondo Novecento. Parole chiave: neologismi, dialetto ciakavo, istroveneto, Istria, Gori Ussi Winnetou 61 Riassunti Cronaca, letteratura, cinema: il caso di Sicilian Ghost Story Mojca Cerkvenik Università del Litorale, Slovenia Il soggetto del film Sicilian Ghost Story (2017) scritto e diretto da Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, è liberamente ispirato al racconto di Marco Mancassola dal titolo Un cavaliere bianco (contenuto nella raccolta Non saremo confu-si per sempre, 2011), con il quale condivide la volontà di riscatto e di liberazione dal fantasma della tragica vicenda del giovane ragazzo, Giuseppe di Matteo, rapito e ucciso dalla mafia nel gennaio 1996. Seppure i due registi avessero più volte pensato di realizzare un film su questo avvenimento, sarà solamen-te in seguito alla lettura del racconto di Mancassola, suggestionati dalla sua scrittura, che definiranno la soluzione per portare la vicenda sullo schermo, decidendo di «riscrivere la realtà attraverso il sogno». Così come attraverso la scrittura Mancassola esplora il territorio del possibile e sgretola la cronaca per restituirle un volto diverso, anche il film fonde la dimensione del reale con quella onirica e fiabesca, che dilata tempo e spazio, permette ai protagonisti di comunicare e ritrovarsi, ed è la sola a poter concedere una possibilità di salvezza. L’obiettivo dell’intervento è indagare gli elementi di convergenza e divergenza rispetto alla fonte letteraria che segnano la trasposizione cinematografica dell’opera di Mancassola, con particolare attenzione alle operazioni adottate sia dai registi che dallo scrittore nel ripensare e riproporre in veste letteraria e cinematografica un drammatico evento di cronaca. Parole chiave: letteratura italiana contemporanea, Marco Mancassola, Un cavaliere bianco, trasposizioni cinematografiche, Sicilian Ghost Story 62 Riassunti I giornali istriano-dalmati d’esilio (1946–1968) Rossella Bonfatti Università di Bologna, Italia L’intervento si focalizzerà sul giornalismo istriano-dalmata d’esilio in lingua italiana ( La Voce dalla Famela Ruvignisa: Bimestrale degli esuli di Rovigno, L’Istria nostra, 1946; Almanacco degli Italiani dell’Istria e di Fiume, 1948–1951; La sveglia. Periodico trimestrale degli esuli di Capodistria, 1964; L’esule: voce libera dell’Istria di Fiume e della Dalmazia, 1965; Unione degli istriani: libera provincia dell’Istria in esilio, 1968) per illustrarne i contenuti editoriali, la missione in-formativa, il rapporto con i lettori e con le precedenti testate irredentiste ( Il Fulmine, 1890, Delta, 1913, L’Echo de l’Adriatique, 1918) e di età fascista (tra cui il Sanctus Blasius: rassegna ragusana illustrata di lettere e di arte, 1938–1940). I periodici esaminati si sforzavano di trasmettere valori, memorie e tradizioni comuni per dimostrare non soltanto l’esistenza di una comunità vitale priva di confini territoriali e politici, ma di unire i ’due moncherini divisi’ (per usare un’icastica espressione della scrittrice e giornalista polesana Anna Maria Mori) ossia la comunità degli esuli, dei dispersi, dei forzati al non-ritorno e quella «dei rimasti», ovvero di coloro che costituivano una minoranza nazionale – linguistica e culturale – all’interno di altre entità statali lungo il confine orientale. La dominante narrativa da verificare negli articoli (e, in particolare, in quelli che propongono un canone estetico-letterario), è rappresentata dalla definizione di un’identità alto-adriatica che si è andata affermando, nonostante gli opposti nazionalismi, i conflitti e la spaccatura storico-geografica, mediante il confronto costante con una «patria trascendente» capace di tra-smettersi di generazione in generazione persino nella dicotomia rispetto alla patria originaria. Parole chiave: giornalismo, esilio, identità 63 Dottorandi Lo sviluppo di una realtà interculturale e plurilingue nel contesto educativo italo-sloveno con la pratica linguistica del translanguaging Karin Ota Università del Litorale, Slovenia Università Ca’ Foscari Venezia, Italia Nell’epoca passata ad ogni Stato-nazione corrispondeva una comunità lin- guistica specifica, ma al giorno d’oggi, in base ai cambiamenti dati dalla globalizzazione e dal flusso che avviene tra gli ambienti storicamente multiculturali, questa correlazione è ormai superata. Il plurilinguismo può svilupparsi nelle zone etnicamente miste o nascere dal rapporto di vicinato tra due nazioni di lingua ufficiale diversa ed esso è di solito rappresentato dalle minoranze linguistiche nazionali. Ne sono un esempio la minoranza slovena nella regione Friuli Venezia Giulia in Italia e la minoranza italiana nella zona costiera del Litorale in Slovenia. Il punto d’incontro di queste due lingue e culture è in prima istanza la scuola, che costituisce uno dei luoghi privilegiati per vivere questo bilinguismo e la conseguente diversità culturale e linguistica come risorsa. Affinché ciò avvenga è necessario rispondere alle difficoltà metodologico-didattiche, date dalla crescente eterogeneità linguistico-culturale degli ambienti educativi, accogliendo le potenzialità di pratiche linguistiche che sostengono il plurilinguismo. Una di esse è il translanguaging, una pratica linguistica che promuove lo sviluppo dell’intero repertorio linguistico della persona bilingue e indica l’uso sistematico di due lingue all’interno di un unico momento educativo per massimizzare la comprensione di tutti gli alunni e per implementare la loro abilità comunicativa. Seguendo alcuni principi per il contesto educativo specifico, il translanguaging potrebbe essere una pratica glottodidattica inclusiva e rispettosa della particolarità dei contesti educativi italo-sloveni, volta a promuovere nei soggetti bilingui uno sviluppo interculturale e plurilinguistico positivo, nonché ad accrescere le loro competenze e conoscenze in entrambe le lingue. Parole chiave: translanguaging, educazione plurilingue, intercultura, minoranze linguistiche 64 Dottorandi Letteratismo emergente in ambiente bilingue: il caso dei bambini che frequentano le scuole dell’infanzia con lingua d’insegnamento italiana in Slovenia Monica Bertok Università del Litorale, Slovenia Università Ca’ Foscari Venezia, Italia Nella ricerca «Letteratismo emergente in ambiente bilingue: il caso dei bambini che frequentano le scuole dell’infanzia con lingua d’insegnamento italiana in Slovenia» si studierà prima lo sviluppo del letteratismo emergente bilingue, per poi analizzare nello specifico il letteratismo emergente nei bambini iscritti alle scuole dell’infanzia con lingua d’insegnamento italiana di Capodistria, Isola e Pirano e le modalità in cui i loro genitori stimolano tale processo. Lo studio rappresenterà una novità nel panorama della produzione scientifica relativa al territorio di riferimento ed attraverso l’analisi e la comparazio-ne dei dati ottenuti potrà suggerire metodi efficaci per un buono sviluppo del letteratismo bilingue dei bambini. La ricerca è rilevante poiché maggio-ri conoscenze in quest’ambito potrebbero senz’altro migliorare sia l’offerta educativa bilingue, sia la collaborazione scuola-famiglia, incoraggiando i genitori a collaborare con le scuole dell’infanzia nella creazione di condizioni psicologiche favorevoli per l’apprendimento precoce e l’uso comunicativo della lingua italiana e lo sviluppo di un conseguente bilitteratismo italiano-sloveno. I risultati verranno pubblicati e applicati nei diversi ambiti riguardanti soprattutto l’educazione prescolare. L’apporto scientifico originale è dato soprattutto dalla mancanza di ricerche sul letteratismo dei bambini nel territorio culturalmente e linguisticamente misto di Capodistria, Isola e Pirano. I risultati della ricerca faranno luce sulle molte questioni aperte collegate alla presenza di bambini di diverse nazionalità nelle scuole con lingua di insegnamento italiana in Slovenia. L’elemento di novità introdotto dalla presente ricerca riguarda il suo contributo allo studio del letteratismo bilingue familiare ed emergente, che nell’ambiente italiano in Slovenia è un fenomeno ancora relativamente inesplorato. Parole chiave: letteratismo, bilinguismo, scuola dell’infanzia, insegnamento, bambini 65 Dottorandi Vloga kitajskega jezika in kulture v slovenskem izobraževanju Tjaša Vilotič Università del Litorale, Slovenia Zanimanje za kitajski jezik in kulturo iz leta v leto narašča zaradi odprtosti Kitajske v zadnjih desetletjih, ki je postala pomemben poslovni partner tudi s Slovenijo. Predvsem v turizmu so prihodki že nekaj let v velikem porastu. Za učenje kitajskega jezika se vsako leto odloča vedno več otrok in odraslih. Konfucijeve učilnice nudijo izobraževanje kitajskega jezika in kulture na raz-ličnih stopnjah in si prizadevajo večjo vključitev kitajščine v osnovne in srednje šole ter v univerzitetne programe. Pri poučevanju tako drugačne kulture in jezika, ki obenem zahteva učenje popolnoma drugačne pisave, je zelo pomembna izbira ustreznih učnih metod. Posebno izkušnjo pri poučevanju in pristen stik s tujim jezikom in kulturo omogočajo kitajski učitelji. Med tečaj-niki Konfucijeve učilnice Koper UP smo izvedli krajšo raziskavo o izkušnjah učenja kitajskega jezika, uporabnosti naučenega znanja in njihovi motivaciji. Dobljeni rezultati nam bodo pomagali pri nadaljnjem delu in snovanju učnih vsebin. Ključne besede: kitajščina, kitajska kultura, poučevanje 66 Dottorandi La gestione di una scuola in un ambiente interculturale: aspetti giuslavoristici; la scuola italiana Maria Rosaria Graziano Università del Litorale, Slovenia Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Italia La ricerca verte principalmente sullo studio della trasformazione della scuola nella società multiculturale, sia essa inserita in un contesto nazionale che estero e nella sua complessità di gestione. Il tutto muove dalla considerazione che la scuola, di fronte al mutamento epocale costituito dalla forte presenza di alunni stranieri al proprio interno, ha necessità di comprendere a fondo gli effetti di tale trasformazione e di produrre risposte adeguate in termini organizzativi e gestionali. Tale mutamento epocale, però, non interessa solo l’accoglienza e l’integrazione di alunni stranieri nel territorio italiano ma è dettato anche dalla necessità della diffusione della cultura italiana nel mondo, attraverso la scuola italiana all’estero. Si partirà, pertanto, dalla rico-gnizione storica del processo della migrazione dei popoli per giungere al fenomeno psicologico e sociale della percezione dello straniero da parte della popolazione autoctona e alle relazioni interculturali passando per il concetto di identità, fino a giungere all’analisi di un perfetto modello di società interculturale come quella americana. Si passa poi all’aspetto puramente peda-gogico approfondendo il ruolo del docente e la valorizzazione della lingua e della cultura d’origine per arrivare all’aspetto puramente didattico dei metodi e delle pratiche educative didattiche interculturali per l’inclusione e l’integrazione di alunni di origine non italiana. Seguirà la trattazione del tema della diffusione della cultura italiana nel mondo e, segnatamente, in zone di confine e in zone d’oltreoceano. Il lavoro si concluderà con l’approfondimen-to dell’aspetto giuslavoristico, affrontando il tema dell’equipollenza dei titoli di studio e del contratto di lavoro a tempo determinato nella scuola. Parole chiave: educazione e formazione interculturale, classi eterogenee in Italia, scuola italiana all’estero in zone di confine, scuola italiana all’estero in zone oltreoceano, equipollenza titoli di studio e contratti di lavoro a tempo determinato nella scuola 67 Dottorandi Čezmejni razredi ter diferenciacija in inkluzija pri pouku italijanščine s pomočjo tablic Martina Seražin Mohorčič Università del Litorale, Slovenia Čezmejni razredi so zamišljeni kot primer medkulturne in plurilingvistične vzgoje. Predstavljajo pedagoški pristop k vzgajanju raznolikosti kultur in jezikov, integraciji le teh ter razvoju čezmejne kulturne večjezičnosti. Če izha-jamo iz predpostavke, da je usvajanje jezika učinkoviteje, če le-to poteka podzavestno, morda neobremenjeno, v stimulativnem okolju, so čezmejni razredi način poučevanja v stiku z vrstniki eden izmed boljših načinov za večanje motivacije za učenje italijanščine kot drugega jezika ter osmišlja-nje uporabe sosedskega jezika. V okviru čezmejnih razredov se udejanjijo vsi trije vidiki medkulturne vzgoje: kognitivni, afektivni ter psihosocialni. Čezmejni razredi upoštevajo vsa poglavitna načela medkulturne didaktike, saj se v okviru teh izvajajo realni stiki med pripadniki obeh kultur, ki temeljijo na raziskovalnem učenju in interakciji in v okviru katerih je delo usmerjeno v razvijanje sposobnosti sobivanja in ne le v jezik sam. Usvajanje jezika je osnovano na dejanskih situacijah, ki so smiselne, praktične in uporabne. Na-raščajoča jezikovna in kulturna heterogenost osnovnošolske populacije je za učitelje stalen profesionalni izziv. Jezik in kultura sta lahko ločena, vendar no-ben jezik pa ni nikoli kulturno nevtralen (K. Risager, »Linguaculture and Tran-snationality: The Cultural Dimesnion of Language«, 2012). Učinkovito delo v kulturno heterogenih skupinah zahteva poleg uporabe učnih strategij in vsebin, ki so medkulturno občutljive in ponujajo enake možnosti za osebni razvoj in učni uspeh vseh učencev, tudi inovativne didaktične pristope. Te pa lahko dosežemo s pomočjo IKT-ja in uporabo tabličnih računalnikov za dife-renciacijo in inkluzijo pri poučevanju italijanskega jezika kot jezika okolja v osnovnih šolah na narodno mešanem območju. Ključne besede: čezmejni razredi, medkulturna vzgoja na obmejnem območ- ju, diferenciacija in inkluzija pouka s pomočjo tablic 68 Dottorandi Commutazione di codice tra l’italiano standard e il dialetto nella comunicazione mediata dal computer Milena Jovović Università di Kragujevac, Serbia In linea con uno spiccato interesse di linguisti e ricercatori per lo studio del bilinguismo e della diglossia, soprattutto nell’ottica della linguistica del contatto, della sociolinguistica e della pragmatica, l’analisi delle forme e funzioni del fenomeno di commutazione di codice (ing. code-switching) ha dimostra-to molteplici vantaggi, i quali offrono una visione particolareggiata di repertori linguistici e dello status di cui certe lingue e varietà linguistiche oggi-giorno godono. La particolare situazione linguistica in Italia in larga misura contribuisce all’espansione del fenomeno di commutazione di codice, maggiormente sotto le circostanze comunicative informali. È emerso che la commutazione di codice tra l’italiano standard e il dialetto rappresenta una pratica comunicativa ampiamente diffusa. La presente ricerca mira ad indaga-re le funzioni della commutazione di codice nel caso della comunicazione mediata dal computer (ing. CMC – computer-mediated communication), nonché le modalità dell’utilizzo di questa risorsa linguistica allo scopo di raggiungere l’efficacia comunicativa. Particolare attenzione è rivolta ai fattori so-ciolinguistici che incidono sulla realizzazione di commutazione, le funzioni dei quali saranno esaminate anche in riferimento alle questioni di identità e salvaguardia della vitalità dei dialetti, del bilinguismo e della diglossia. Parole chiave: commutazione di codice, comunicazione mediata dal computer, lingue in contatto, sociolinguistica 69 Dottorandi Studio sull’interpretazione nell’ambito giuridico inerente la combinazione linguistica italiano-serbo e croato presso tribunali civili e penali della regione Friuli-Venezia Giulia Maja Vranješ Università del Litorale, Slovenia I flussi migratori e la crescente mobilità delle persone rendono sempre più frequenti le situazioni in cui si verifica la necessità di una comunicazione interlinguistica tra cittadini alloglotti e le istituzioni in tutti i paesi del mondo e l’Italia in questo senso non è un’eccezione. Dopo decenni in cui gli italiani furono un popolo di emigranti, profondi mutamenti politici, economici e sociali hanno portato al fenomeno opposto, ovvero l’Italia è diventata un paese di accoglienza per eccellenza a livello europeo e mondiale. Tale fenomeno si riflette nell’ormai storica presenza di varie etnie non italofone sul territorio italiano e causa a sua volta una serie di interazioni tra le istituzioni dello stato e i cittadini che non conoscono la lingua italiana. Il settore prescelto per la proposta di progetto in oggetto si vuole concentrare sull’analisi dell’interpretazione nell’ambito giuridico, uno dei settori per eccellenza di quello che nel mondo anglosassone viene definito community interpreting. Nello specifico, dopo una panoramica generale, il focus del progetto di ricerca sarà l’interpretazione presso i Tribunali del FVG con la combinazione linguistica italiano-serbo e croato. La regione FVG è caratterizzata da una notevole presenza di parlanti delle lingue in oggetto per molteplici motivi e per questo risulta essere un laboratorio perfetto per raccogliere dati e osservare il mo-do in cui viene messo in pratica il principio di garantire l’equità di processo dei cittadini serbi, croati, bosniaci e montenegrini, che per la semplice logica statistica si trovano spesso coinvolti nei procedimenti giuridici, sia civili che penali. Parole chiave: interpretazione giuridica, serbo e croato, immigrazione, equità del processo 70 Dottorandi Vpliv jezikovnega stika z drugim jezikom na razvoj sporazumevalne zmožnosti v drugem jeziku Vesna Vojvoda Gorjan Università del Litorale, Slovenia K metodologiji poučevanja drugega jezika sodi vprašanje rabe jezika v procesu poučevanja: raba materinščine ali raba drugega oz. tujega jezika? Raziskovalni problem disertacije je vezan na področje zgodnjega učenja jezika in razvijanje sporazumevalnih zmožnosti pri otrocih od petega do enajstega leta starosti. Raziskovalni problem doktorske disertacije je ugotoviti, ali ko-ličina stika z drugim jezikom vpliva na razvoj sporazumevalnih zmožnosti v drugem jeziku. Pri poučevanju jezika je učiteljevo delovno orodje jezik. Uči-teljeva raba jezika je pomembna tema didaktike poučevanja drugega ali tujega jezika. Sodobne teorije poučevanja drugega jezika niso nikoli določile ustrezne rabe maternega jezika v procesu poučevanja drugega jezika. E. Macaro in J. H. Lee (»Teacher Language Background, Codeswitching and Englih-Only Instruction: Does Age Make a Difference to Learners’ Attitudes?«, 2013) sta proučila nacionalni kurikulum, ki predvideva rabo L1 (v nadaljevanju pr-vega/maternega jezika). Nanašata se na globalni fenomen, ki v procesu učenja drugega jezika predvideva izključno rabo L2 (v nadaljevanju drugega jezika). H. G. Widdowson ( Defining Issues in English Language Teaching, 2003) meni, da ni teoretičnih dokazov za prepoved uporabe L1. E. Macaro in J. H. Lee (2013) na podlagi teorij G. Cooka (»Translation in Language Teaching: An Argument for Reassessment«, 2010) menita, da komunikacijska uporaba jezika daje prednost znotrajjezikovnemu sporočanju ( intralingual approach) pred medjezikovnim sporočanjem ( interlingual aproach). Skela meni, da je osnovni cilj sodobnega poučevanja tujih jezikov – tj. razvijanje sporazumevalne zmožnosti razmeroma jasen in dobro opisan, ni pa še povsem znana pot, ki vodi do njega. »Še naprej ostaja odprto vprašanje tako vsebine ( kaj in koliko česa poučevati) kot metodike (tj. kako to poučevati). Trenutno pre-vladujoča tujejezikovna didaktika (tj. komunikacijski pristop) še nima sistematično izdelanih načinov poučevanja za razvijanje svojega cilja« (J. Skela, »Opredelitev tujejezikovne sporazumevalne zmožnosti v Skupnem evrop- skem jezikovnem okviru,« 2011). V slovenski Istri sobivata italijanska manjšina 71 Dottorandi in slovenska skupnost. Položaj italijanske manjšine je zakonsko urejen, javna raba manjšinskega jezika je zakonsko zagotovljena v javnih ustanovah, učni proces je usmerjen v usvojitev obeh jezikov. »Kljub naštetemu smo priča vse slabšemu znanju italijanskega jezika in padcu motivacije za učenje, kar je naj-bolj opazno prav pri osnovnošolcih in srednješolcih« (M. Kompara, »Dvoje-zično območje slovenske Istre kot inovativno učno okolje za izboljšanje ravni znanja italijanskega jezika pri osnovnošolcih,« 2016). Ključne besede: poučevanje italijanščine, metodologija poučevanja, sporazu-mevalna zmožnost, stik z drugim jezikom 72 Dottorandi Identità nazionale e immagini dell’altro nella narrativa di Pier Antonio Quarantotti Gambini Lara Sorgo Università del Litorale, Slovenia Prendendo in considerazione le opere narrative di Pier Antonio Quarantotti Gambini, quest’indagine vuole approfondire la tematica dell’identità nazionale e del suo confronto con l’«altro», ricorrendo alla prospettiva imagolo-gica. L’imagologia, specialismo della comparatistica letteraria, si rivela l’approccio più utile per indagare le immagini dell’«altro», quindi di colui che è estraneo alla propria cultura o al proprio gruppo di appartenenza. Le immagini letterarie di un’altra cultura si intrecciano con la visione che un autore ha della propria cultura, attraverso un confronto continuo che muove dall’identità all’alterità. Pier Antonio Quarantotti Gambini, scrittore provenien-te da una famiglia aristocratica di ideali irredentisti, ha sempre evidenziato l’italianità dell’Istria e della Venezia Giulia. Nelle sue opere narrative, soprattutto nei romanzi che compongono la raccolta Gli anni ciechi (1971), l’identità nazionale italiana trova espressione attraverso la lingua e la cultura. In questo contributo si esamineranno criticamente le immagini letterarie veicolate dal testo, le auto-rappresentazioni ( auto-images) e le immagini dell’«altro» ( hetero-images), evidenziando il ruolo della letteratura nella creazione di miti nazionali che alimentano immaginari specifici. Parole chiave: identità nazionale, alterità, imagologia, letteratura, Pier Antonio Quarantotti Gambini 73 Dottorandi La pronuncia della lingua italiana nei territori istriani di confine Jessica Acquavita Università Ca’ Foscari Venezia, Italia Università del Litorale, Slovenia Che il territorio transfrontaliero dell’Istria sia una realtà particolare e complessa lo si può facilmente evincere dalla pluralità di lingue parlate in quest’area. Tra queste anche l’italiano che – come si può intuire – non è esente dalle interferenze degli altri idiomi presenti sul territorio. Molte ricerche già effettuate hanno preso in considerazione gli aspetti morfosintattici della lingua italiana parlata nel territorio. Il presente lavoro punta invece all’individuazione delle caratteristiche fonetiche e fonologiche dell’italiano dell’Istria, attraverso un’analisi contrastiva con lo sloveno e il croato – le lingue di maggioranza in queste zone bilingui. Parole chiave: pronuncia, interferenze, lingua italiana, Istria 74 Spettacolo serale Monologo: Follie per una notte di e con Paolo Puppa Paolo Puppa nei suoi monologhi ambientati nelle province del Veneto utilizza miti celebri prelevati alla biblioteca greca ed ebraica, mostrando il disagio e il disincanto nella crisi del Nord Est. Il quotidiano viene mescolato così a pul-sioni violente e distruttive, spesso emerse nel chiuso della famiglia. I soliloqui fanno parte della raccolta Cronache venete, edita da Titivillus. Per la serata a Capodistria, l’autore e performer ha scelto Caco di Asiago e Abramo a Padova. Qui il gesto tragico ritorna secondo il modello antico, ma sfumato in torsioni grottesche. 75 Edizioni Università del Litorale www.hippocampus.si ISBN 978-961-7055-84-9 (pdf) ISBN 978-961-7055-85-6 (html) Document Outline L'italiano in contesti plurilingui Indice Comitati Programma Relatori plenari Riassunti Dottorandi Spettacolo serale