ANNO X Capodistria, 1 Gennajo 1876 N. 1 LA PROVINCI DELL' ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. I signori soci che non avessero ancora pagato l'abbonamento a tutto 31 dicembre p. p. sono pregati a soddisfare sollecitamente al loro obbligo. In seguito a deliberato dell'ottavo Congresso generale della Società agraria istriana, raccoltosi in Montona nel decorso settembre, "La Provincia,, ha cessato colla fine dell' anno p. p. di essere l'organo ufficiale della Società agraria istriana. NOTIZIE E DOCUMENTI per la conoscenza delle cose istriane Delle Memorie sacre e profane dell'Istria del dottor Prospero Petronio MS. 1680-1681. (Continuazione e fine V. pag. 1759). Come sito di antichi ruderi accenna per ultimo anche il posto dove è liora il Vescovato e, a differenza del Manzioli che loda, non tralascia, sebbene in modo riguardoso, di pungere il Vescovo Ingegnerò, che nel 1580 distrusse uu cospicuo monumento antico per sostituirvi una memoria a Gregorio XIII. Nel successivo Cap. X discorre dell' Accrescimento della Città e Provintia tutta sotto li Romani, e e degl'officij per governo della medesima, parte comuni coli Italia et Illirico, e parte con la Venetia. In questo accenna ad iscrizioni romane e al gran numero delle medaglie ritrovate e che alla giornata si vedono e cavano, nonostante venghi continuamente spogliata la Provintia di questi et altri simili tesori. Nel Cap: XI, che pur seguo senza interruzione, discorre — del poco o niente d'antico rimasto a' Posteri dopo più annientationi della Città. Anche ili questo dice, che ad onta degli spogli, distruzioni ed incendii patiti, pure non essendo angolo nella Provintia in cui non risplendino, in qualche par- Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. te, vestiggi de gV antichi Romani, espone anch' essa (Capodistria) alcuni pochi frammenti sopravanzati al gran naufragio di quei giorni felici. E ripete che al tempo di Monsignor Morari (1630-1653), com'egli confessa nelle lettere che scrive a Monsignor Thomasi-ni, si vedevano nel Vescovato alcuni pezzi di pietra ben lavorata, che mostravano d'aver servito a qualche magnifico edifitio. Ma allora, nel 1680, non restavano che sei marmi con inscrizioni. — Su queste non mi fermo perchè già note in provincia per le pubblicazioni del Tommasini, del Carli e del Ivandler. — Non posso tralasciar però di notare che il Petronio dà disegnato un pezzo di colonna esistente allora nel Duomo vicino alla porta verso ostro, colonna che sosteneva, la pilla dell' acqua benedetta e sulla quale vedovasi scolpita in basso rilievo una testa con molte bende d'intorno la fronte. A giudizio di Monsignor Vicario Ma-drucci, intelligente di antichità, essa veniva tenuta senz' alcun dubbio per antichissima. Esiste essa ancora presentemente? Riproduce pure disegnati a penna due busti romani scolpiti in basso rilievo sopra un bel sasso che, dice, collocato probabilmente nel 1480 sopra le pubbliche mura verso il mare vicino alla fornace dell' P.P. Zoccolanti. E a proposito di questi due busti riproduce egualmente disegnati altri due non molto dissimili esistenti nel Castello di Buie vicino alla porta della chiesa Maggiore. Anche di questi ne parlarono fra i nostri, il Tommasini, il Carli ed il Kandler. E quindi discorrendo delle foggie di vestire antiche e moderne de' cittadini dà uno schizzo del quadro del Carpaccio rappresentante l'ingresso d' un Veneto Podestà. E finalmente riproduce una testa, senza iscrizione, ma antica, esistente allora sopra la porta di casa del sig: Petronio Petronio. — Accenna per ultimo alla Rocca, ch'egli ritenne non fatta, ma rifatta dai Veneti, sopra fondamenta ed avanzi dei tempi di Giustino II. Il Cap. XII manca del tutto. Il XIII è intitolato Cronico historia e dice: Degli antichi Padroni et altre particolarità per le rivolte di questa Città e Provintia tutta : come venisse unita alle Isole Venete ed honorata del titolo di Marchesato : passasse nella giurisditione delli Patriarchi d'Aquileia, e finalmente nel Dominio Veneto. In questa Cronico istoria è incorporato quanto scrive il Tommasini nel Cap. XIY Lib. II dei Commentari, e sono parte di questa i Frammenti cronici della dominazione dei Patriarchi, comunicati al Kandler dal marchese Francesco de Polesini, e dal Kandler stampati nell'Istria anno 1847 — pag: 191-92 e 93. Cito studiatamente queste parti già note, per destare nei giovani Istriani il desiderio di conoscere il tutto. — La Cronico istoria occupa 47 pagine del manoscritto e si ferma all'anno 1616. Non dissimulo che leggendola mi si affacciò qualche dubbio : nullo stante non mi perito di dichiarare che gioverebbe assai il pubblicarla tutta e seguitamente, dacché i fatti sono esposti ordinatamente non solo, ma nella narrazione sono legati tra loro e coi fatti della storia nazionale e generale. E un sunto di storia civile ed ecclesiastica interessante per la provincia e se il sig. Anteo, che ha il merito della scoperta, si dasse la cura di pubblicarla, farebbe un vero servigio al paese, ed io lo prego di farlo, e interesso voi di animarlo e sollecitarlo. Alla Cronico istoria generale segue la Cronaca delle famiglie nobili di Capodistria, ordinate per alfabeto. Ma come ho accennato più sopra, questo è un lavoro incominciato e non compiuto, e al quale per di più mancano le prime e le ultime pagine e qualche pagina anche nel mezzo. In esso è parlato un po' distesamente delle famiglie Borisi, — Docaini o Ducagini oriunde entrambi dall'Albania, — Elij, — Fini, — Geroldi provenienti da Cremona, — Gavardo da S. Martino di Brescia, — Grisoni, — Gravisi, marchesi di Pietra pelosa, Toscani, — Lugnano, — Loschi Vicentini, •— Mucio o Mutio da Padova, ■—Manzuoli da Bologna, — Sereni da Grado, o secondo alcuni da Bologna, — Sabini Conti Palatini, — Tornielli-Novaria e Tarsia Conti Palatini. Di queste dà iu disegno e descrive anche gli stemmi, e dove parla di Girolamo Mutio e di Cristoforo Tornielli-Novaria Generale dell'ordine de' Servi, ne dà anche i ritratti, fatti a penna ma molto espressivi. Entrambi sono rappresentati nell'estrema vecchiaia. Delle altre famiglie sono i nomi o poco di più. Ve ne dò 1' elenco segnando con croce quelle che già allora erano estinte. Carerio f 1602. — Cadobrio f — Candi f de Padova — Costa f — Contestabile — Costantini f 1591. — Cani f da Solmona degli Abruzzi — Corte — Castri — Carli da Siena, o secondo altri da Ancona — Dramoui f — Daino f — Divo — Facina — Permani | — Fioravanti f da Treviso — Fabiani f — Febeo _ Franceschi f — Fedola — Gillalto — Gi-rardeo — Giezi — Grilli — Ingaldeo — Lepori — Luciati — Lugo — Malgranello f — Maffono f — Milano t — Malagugini f 1580 — Mettelli f — Mazzuola di Romagna — Musello di Bologna — Martissa — Mauruzzi f — Mezabarba f — Del Monto f — Roma t 1584. Rizzi già Istrici f -• Riccardi f — Ronzani f 1593. Raveua f 1585. — Ruffini — Scrivani f — Spellati — Sena f — Smergo — Testa f Se le cose esposte fin qui renderanno meno penosa all'amico Gravisi l'aspettativa del suo MS., e se in-voglierahno qualche Istriano alla lettura delle Memorie descritte, e alla ricerca di quelle che mancano, la mia poveia fatica sarà compensata abbastanza. Se poi daranno, come spero, impulso alla stampa, almeno della Cronico istoria, io ne sarò lieto come di una buona ventura. Raccomando la cosa all'amico Anteo ed a voi, all' intelletto ed al cuore di entrambi. Vivete felice come di cuore ve lo desidera Venezia novembre 1875, L'amica Tomaso Luciani Poscritto Tra le famiglie delle quali nel MS. di Prospero Petronio non è disegnato, nè tampoco descritto lo stemma, è la famiglia Divo. Antica di Capodistria, ma non fra le più auliche del suo Maggiore Consiglio, essa ha dato alla patria due uomini per erudizione e dottrina distinti, Andrea cioè e Cornelio. Del primo lo Stancovich ha parlato troppo brevemente (Biografia Tom. IIpag. 84)-, dell' altro si è intieramente dimenticato. Non sarà inutile perciò eh' io vi riporti quanto è detto nel MS. in margine del quale sono citate le parole del Gesner —■ Bibliotheca universalis, (Zurigo 1545), e del Goineo De IngeniiS Istriae (Cap. V della Memoria intitolata De situ Istriae). „ Andrea Divo tradusse ad verbum l'Illiade e „ 1' Odissea d' Homero di greco in latino, et anco l'I-„ dillio di Tbeocrito e l'Opere di Aristofane alle quali „ ultime quel dotto e virtuoso aggiunse una sua „ ben grave et erudita prefatione " .... „ Cornelio Divo, dell' ordine de' Frati minori, Fi-„ losofo, Tlieologo e Predicatore . . . scrisse un libro „ della vita attiva e contemplativa, e diverse Oratio-„ ni: è riposto dal Sansovino nel numero de'Scrittori „ veneti che fiorirono al tempo del Doge Friuli 1559. „ -—■ Così il Petronio. „ In quanto allo stemma poi sappiate che da documento originale esistente nell' Archivio dei Frari (Miscellanea Atti diplomatici I e II serie) risulta, che i Divo portarono una rosa d' oro in campo verde, di rame o di bronzo, (aereo). — Cotesto stemma è stato conferito nel 1498 da Francesco Capello, Podestà e Capitanio di Capodistria, a Vincenzo Divo figlio di Ser Giovanni, per lui e suoi legittimi discendenti in perpetuo, nell' occasione che lo creò Notaio, Tabellone e Giudice ordinario, colle consuete formalità della consegna del calamaio, della penna e della carta. Francesco Capello, oltreché Patricio veneto (del Maggior Consiglio), fu Cavaliere Conte delle rose., . (Comes de rosas Canibaliae) e Conte Palatino. Conferendo al nominato Vincenzo Divo i gradi e lo stemma suddetti operava in virtù di Privilegio avuto da Federico (III) Imperato): de' Romani. Il diploma è dato Justinopoli, in logia nova, die ultimo mensis februarij, anno Domini 1498: fu rogato da Donato Gavardo Civis Justinopolitanus, publicus Imperiali auctoritate Notar ius, Tabellio, Judexque or dinar ius, presentibus eximio ac excelienti Equite Domino Do-minico Gavardo artiumque doctore, patricio Justi-nopolitano, spectabili Domino Moysio Carerio Phi-sico Comunis Justinopolis eruditissimo, et strenuo Viro Domino Damiano Tarsio Castellano Castellinovi, et alijs qv.ampluribus. È steso sopra pergamena, in bel carattere, ha la prima iniziale N (Nos Fr. Cap.) e lo stemma assegnato ai Divo, miniati, ed è benissimo conservato, salvo che dal cordoncino di seta rossa non pende più il sigillo del Capello. Io ho potuto vedere un tale diploma appunto questi giorni, grazie alle cortesi premure del Prof. Cec-chetti, Comm. Bartolomeo, il quale va a gara col Direttore Nob : Toderini Comm. Teodoro, nel darmi no- ta di tutti quegli atti e documenti istriani che vengono a galla, spesso inaspetatamente, nell'esame e riordino del vastissimo Archivio. Non sarebbe senza qualche interesse per la Cronaca cittadina e anche per la Storia letteraria del paese, il conoscere le relazioni di parentela che sono passate tra i nominati Vincenzo, Andrea e Cornelio Divo. Spero che, sorta l'idea, non mancheranno di occuparsene e l'amico Anteo, e anche quegli altri due diligentissimi raccoglitori di Memorie patrie, che sono i signori Gedeone Pusterla e Don Angelo Marsich. Noto per ogni buon fine che Vincenzo nel diploma del 1498 è indicato per giovane (discretus juvenis), e che il Goineo nella citata Memoria scritta, come dimostrò il Fontanili?, tra il 1540 e il 1548 nomina Andrea per vecchio, (senmi optimum). Non mi fo carico dell'articolo del Weiss nella Biografia universale (Venezia 1824), perchè se il Divo fosse nato appena nel principio del secolo XVI, come ivi è detto, esso probabilmente non avrebbe potuto mandare in luce le sue traduzioni di Omero nel 1537, di Aristofane (Commedie 11) nel 1538, e di Teocrito nel 1539; nè il Goineo l'avrebbe potuto dir vecchio scrivendo tra il 1540 e 48. Secondo ogni apparenza la nascita di Andrea Divo bisogna cercarla nella secouda metà del Secolo XV. — La biografia poi più particolareggiata di Cornelio la si troverà probabilmente nelle Biblioteche dei Conventi tra le Memorie stampate o manoscritte dell'ordine Francescano. Quaerite et invenietis. Lezioni elementari di Agricoltura dettate da A. M. Vusio, parroco (Cont. Vedi pag. 1761) E qui bisogna star attenti per vedere se il sottosuolo è pietra viva, o argilla talmente compatta da figurare come pietra viva, oppure sabbioso e ciottoloso; nei primi due casi l'acqua dopo aver attraversato i primi due strati non può passare più oltre, e tiene perciò continuamente umido il terreno; allora si dirà che quel sottosuolo è impermeabile, vale a dire che 1' acqua non può attraverso passare, e nel terzo caso lo potrà, ed allora il sottosuolo si dirà permeabile, vale a dire che r acqua può attraverso passare, e quei terreni saranno perciò più asciutti. Si rende quindi molto necessario il sapere se i terreni hanno un sottosuolo permeabile od impermeabile; perchè da questa condizione d pende principalmen-mente quale coltura a preferenza si debba adottare. In seguito poi si vedrà quanto utile sia all'agricoltore lo avere i terreni profondi. §. 4. Correzione dei terreni. — Si dirà che è buono un terreno quando sarà leggero e soffice, quando non risentirà nè troppo 1' umidità nè troppo la siccità e quando ancora in esso si troveranno sostanze minerali. Tanto più poi acquisterà di valore un tale terreno, quanto più sarà collocato in posiziono favorevole, dove cioè può ricevere un'abbondante luce ed il necessario calore. Non tutti i terreni però possono avere tali requisiti; per riparare quindi a qualunque difetto, la scienza agronomica viene in ajuto dell'agricoltore e gli addita dei mezzi come correggerli ; correzioni che talvolta costano del tempo e tal'altra del denaro, ma che pur si debbono fare, perchè assolutamente utili. Iu quattro modi principalmente si possono correggere i terreni, e questi s'>no: i coi frequenti lavori; Il coi lavori profondi; III colla fognatura o drenaggio; e IV col sovescio. Zappando e rizappando frequentemente il terreno questo diviene sempre più leggero e soffice, e perciò se è troppo arido, risentirà di meno la siccità, se è troppo umido risentirà di meno l'umidità, se è invaso da erbe o piante selvatiche, queste si estirperanno, e finalmente assorbirà più facilmente il gas acido carbonico e gli altri agenti atmosferici necessari per la vegetazione. Perciò se un campo arativo, un vigneto, un frutteto hanno un qualche difetto l'agricoltore non ;lo perda d'occhio, ma invece di zapparlo o rizapparlo una volta sola, lo rizappi 2 e 3 per due e più anni di seguito e quella fatica gli verrà esuberantemente appagata. Si corregge e migliora il terreno coi lavori profondi, o collo svegramento perchè, OÉtrechè si ottengono quegli ut li che provengono dai frequenti lavori, ancora si vivifica per così dire lo strato passivo. Questo, abbiamo detto, non trovandosi in contatto coli'aria, non porta nessun utile alla vegetazione ; ora svegrando il terreno lo strato passivo viene a coprire la superficie mentre lo strato attivo rimane sotto. Iti questo caso lo strato passivo trovandosi in contatto cogli agenti atmosferici si ossida e si mirifica, ed in questo modo diviene fertile. Uu buon svegramento equivale ad una buona letamazione; quindi nel turno di 4 - 6 anni ogni agricoltore dovrebbe svegrare tutti i suoi terreni. La fognatura o drenaggio è un utilissimo trovato dei tempi nostri, sebbene v'ha chi dice essere stato adoperato ancora ai tempi dei romani. La fognatura o drenaggio consiste in condotti sotterranei ; e principalmente si adopera per terreni molto umidi con sottosuolo impermeabile come anche per terreni molto aridi e secchi. Per far tali condotti, si usano comunemente tubi di terra cotta, e a seconda dell'umidità e profondità del terreno si fanno da 20 a 60 cent, profondi. Se il terreno che si ha da fognare è sabbioso (siliceo) allora i condotti devono stare distanti uno dall'altro da 12 a 14 metri; se il terreno è argilloso allora da 8 a 10 metri; se è calcare, allora da 6 a 8 metri. In questi si raccoglie l'umidità ossia l'acqua del terreno, e man mano esce in una fossa o in altro qualunque luogo a ciò preparato. Per effettuare meglio tale versamento, i condotti devono avere una piccola pendenza. 1 tubi costano poco, e amenochè le spese di trasporto non riescano esagerate, si può fognare un' ara di terreno con 1 fiorino ole mezzo; e gli utili che ne derivano sono calcolati in media del 25 °/0; vale a dire dove prima si poteva ricavare 4 ettolitri di prodotto, fognato il terreno se ne avranno 5. Abbiamo detto che dalla fognatura si migliora anche un terreno molto arido ; e difatti, mentre il sole riscalda la superficie, ed i raggi infuocati sempre più profondamente penetrano nel terreno l'aria che nei condotti sotterranei circola, si rinfresca, ed in tal modo ristora le radici delle piante dall'eccessivo calore. Ad onta dei grandi utili che apporta la fognatura, il prudente agricoltore non dovrebbe azzardare di farla da se, senza prima aver per lo meno consultato un perito. Da ultimo si corregge e migliora un terreno col sovescio. Si fà il sovescio iu due modi: o col lasciare in riposo il terreno per qualche anno, e di mano ili mano che l'erba cresce la si sovescia; oppure per uon perdere tanto tempo, si seminano delle piante leguminose o miglioranti come sarebbero la fava, il pisello, l'avena e l'orzo; al momento che questi sono per fiorire, si ara o zappa bene il terreno, in modo che l'erba rimanga sepolta sotto terra. In questo modo se il terreno è molto argilloso o calcare diviene più soffice ; se è invece siliceo, trattiene meglio il letame. Facile poi è il comprendere come succeda tale miglioramento; in primo luogo per quell'anno nou si è nulla tolto al terreno ; e poi si sà che le piante, specialmente le leguminose, per due terzi e più ricevono il loro nutrimento dall'atmosfera; di modo che se si volessero misurare 100 chil. di foglie verdi si vedrebbe che 20 poco più di peso hanno preso dal terreno ed il rimanente si sono procurati dall' atmosfera ; ed ecco in tal modo un terreno senza averlo letamato, si trova in esso dopo il sovescio molte materie fertilizzanti. Chi però volesse ricavare il prodotto e poscia sovesciare i steli o le poche foglie rimaste, non avrebbe certamen-mente conseguito lo scopo del vero sovescio, perchè nei semi appunto si concentrano le sostanze più nutrienti, e nelle foglie e nei steli non rimane che una piccolissima porzione. §. 5. Correzioni dei terreni. — Oltre i suesposti 4 modi per correggere e migliorare i terreni, ce ne sono altri 4 che possono essere con utilità applicati, questi sono: I il riposo; II l'abbruciamento; III il mescolamento; e IV l'irrigazione. Si migliora il terreno col riposo lasciandolo incolto per uno o più anni. Questo modo di miglioramento s' avvicina qualche-cosa al sovescio; ma non !o si dovrebbe consigliare che per somma necessità, cioè a quegli agricoltori i quali non sono assolutamente iu grado di migliorarlo altrimenti. Col riposo in primo luogo nou si toglie al terreno nessuna sostanza organica, poi l'erba crescendo, questa riceve in parte il suo nutrimento per mezzo dell' atmosfera, per cui diseccandosi, ridona quelle sostanze al terreno ; e finalmente la pioggia trae sempre seco sostanze organiche ed inorganiche, per cui si è calcolato che un'ara di terreno riceve ogni anno per mezzo della pioggia un chilogramo di dette sostanze. Si migliora il terreno anche coli' abbruciamene, ma prima di sapere iu quale modo, bisogna ben tenere a mente come questo mezzo non si possa adoperare che con terreni del tutto argillosi. Si attende cioè l'estate quando il terreno indurisce, e screpola in modo da formare tante placche. Con queste dunque si costruiscano delle piccole capanne ed entro si ponga della frasca, la quale accesa, si chiuda la buca. Così si lascia per qualche tempo che lentamente si abbruci, poi nuovamente si distenda la terra sul terreno ; in questo modo il miglioramento è fatto. La causa di tale miglioramento è focile a comprendersi. I terreni argillosi quanto sono più meschini, tanto più induriscono; ora abbruciandosi divengono più leggieri, ed iu questo modo gli agenti atmosferici possono più liberamente in essi entrare. II terzo modo per migliorare i terreni è il così detto mescolamento. Vi sono dei terreni molto sabbiosi o argillosi o calcari; in questi quindi maucano delle sostanze necessarie pella vegetazione; allora alla qualità predominante del terreno si mescola un' altra ; vale a dire se è calcare si mescola della sabbia e dell'argilla; se è sabbioso, si mescola della argilla e del- la terra calcare, e così via. Operazione un po' faticosa, ma utile che ogni agricoltore potrebbe esperimentare in piccola partita per vedere praticamente l'utile che ne può derivare. Finalmente si migliora il terreno coll'irrigazione, la quale può venir utilmente applicata soltanto per quei terreni che giacciono presso un fiume od un torrente, oppure se anche un po' distanti senza grandi dispendi, si può facilmente condurre u:i rivo d' acqua. La vera irrigazione richiede capitali ed una esatta conoscenza idraulica della scienza;ma per un agricoltore il quale non può sobbarcarsi a gravi spese, potrà però approfittarsi col fare dei canali e condurre l'acqua sopra il suo terreno specialmente d'inverno quando è limaciosa. Riposando l'acqua, il terriccio depone sopra il terreno e serve come una buona concimazione imperciocché quel terriccio non è altro che sostanze organiche animali e vegetali trasportate dai monti e dalle colline. §. 6. Processo (li vegetazione. — Prima di procedere oltre, si rende necessario di dilucidare praticamente quanto fino ad ora si è detto: vale a dire bisogna spiegare in breve il processo di vegetazione. I vegetali tutti hanno sempre origine da un seme. Perchè la semente si sviluppi due condizioni sono necessarie: una è propria del seme stesso, e l'altra è esterna. Tra le condizioni proprie al seme, si richiede:I.che il seme sia fecondato; Il che sia mituro; III che sia intero e sano; e fra le condizioni esterne si richiede: I. che risenta l'aria atmosferica; II un certo grado di umidità; e III un certo grado di calore. Favorito il seme da queste circostanze, dopo alquanto tempo l'epidermide del seme si gonfia o il nocciolo si apre, e da una parte germoglia la prima foglia, e dall'altra la prima radichetta. Che cosa ha dato origine a questo primo sviluppo? In ogui seme noi troviamo una sostanza per lo più bianca, e questa appunto per mezzo dell'umidità, dell' aria e del calore, in certo modo si scioglie e somministra il primo nutrimento; e per assicurarsi di ciò appena vediamo la prima foglia, disotterriamo il seme e lo troveremo vuoto, cioè la sola epidermide. Come poi le foglie delle piante sono provvedute di tante piccole bocche (stoma) così sono provvedute anche le radici. Ora sappiamo che uffizio delle prime si è di ispirare dall'atmosfera il gas acido carbonico. Questo entra nella pianta e va precisamente alle bocche delle radici dove scioglie le sostanze alimentari che sotterra si trovano e le porta alla pianta. Contemporaneamente a questo processo, il gas acido carbonico si discioglie in carbonico ed iu gas ossigeno; il carbonico rimane nella pianta, ed il gas ossigeuo per le aperture delle foglie esce fuori. Tagliando il ramo di una pianta qualunque noi vedremo nel centro una sostanza molle o quasi liquida, e questa si chiama midollo, e poi fra la corteccia ed il leguo un'altra sostanza parimenti molle o liquida e questa si chiama alburno. Il gas acido carbonico nel discendere alle radici passa nell'alburno, e questo processo si chiama succo discendente; e nell'ascendere passa attraverso il nrdollo, ed allora il processo si chiama succo ascendente. §. 7. Classificazione «lei vegetali. — I vegetali tutti si dividono in tre grandi classi :I, piante monocotiledoni; II dicotiledoni; e III acotiledoni. Piante monocotiledoni sono quelle che hanno il seme in un pezzo (indiviso) come il frumento, 1' orzo ed il granturco. Queste piante si sviluppano poco, con steli sottili, senza ramificazioni, cou radici piccole; sono per lo più annuali (di 1 anno), amauo i luoghi piuttosto caldi. Piaute dicotiledoni sono quelle che hanno il seme diviso in due parti come il seme dell'olmo, e del castagno. Queste piante si sviluppano molto con radici profonde, e con ramificazioni; sono per lo più perpetue (di lunga durata) e prosperano iu terreni anche meno fertili ed in luoghi umidi. Piante acotiledoni sono quelle che non hanno seme, ma si sviluppano da se, e queste sono: i muschi, lo felci, le alghe, i licheni ed i funghi. In queste piante non si distinguono nè foglie, uè tronchi, nè radici, ma sono costituite come da un solo pezzo ; hanno breve durata ed amano i luoghi per lo più caldi. §. 8. Conclusione. — Dal fin qui detto chiaro apparisce come cura principale di ogni agricoltore si è quella I di sapere a quale categoria appartengano i suoi terreni e quanto profondi sono ; e II di coi reggere e migliorare i suoi terreni nel modo che ad esso sembrerà il migliore ed il più economico. Fin da questo momento si persuada e tenga sempre beue a mente ogni agricoltore, che più gli renderanno IO are di terreno bene coltivate, che 50 discretamente; imperciocché la fortuna ed il benessere dell' agricoltore non istà nel possedere molti terreni, ma nel saperli bene lavorare; non si stanchi quindi mai di correggere e migliorare i suoi terreni, ed egli si potrà dire uomo contento e felice. (Continua.) ----——- Seminario o Collegio Si Capitila (Contin. vedi pag. 1762) Gallesan Scola del SS. Sacramento Scola di S. Antonio ab. Scola di S. Rocco Scola di S. Mauro Scola di S. Croce Scola della concettion Scola della Sagrestia Scola della Mad.na del Rosario Monticliio Scola di S. Gerolamo Scola della Madonna lledolin Scola di S. Antonio abbate Scola della Madonna Scola del SS. Sacramento Scola della Mad.na di Pompignan Scola di S. Pietro di Barbolan Pomer Scola di S. Antonio Entrata Spesa Tansata 155 115 3-2 511 273 6-4 247 126 6-4 196 153 3-2 101 90 3-2 59 43 3-2 146 106 1-11 127 89 3-2 203 126 6-4 166 89 6-4 227 97 6-4 124 104 3-2 200 136 3-2 152 117 3-2 182 128 3-2 144 101 Scola di S. Nicolò Scola di S. Fiore Scola della Mad.na d' Olmo Scola del SS. Sacramento Lisignan Scola di S. Martin Scola della Madonna di Monte Scola di S. Lorenzo Nissan Scola di S. Rocco Scola della Madonna di Monte Scola della Mad.na del Carmini Scola di S. Biasio Scola di S. Matteo Scola della Sagrestia Scola di S. Zuanne Scola di S. Antonio Scola della SS. Trinità Scola di S. Maria nova Scola di S. Francesco Scola della Mad.na di Montichi o Scola di S. Monaca Scola del SS. Sacramento Promontore Scola del SS. Sacramento Scola di S. Ant. di Padova Scola di S. Lorenzo Mar/ana Scola di S. Giov. e Paolo Scola della Mad.na del Carmini Scola di S. pietro e Paolo Fasana Scola del SS. Crocefisso Scola di S. Margherita Scola ..................... Scola della Mad.na del Rosario Scola ................... 266 295 233 93 236 122 587 303 (pag. 8) 408 271 6-4 181 110 6-4 199 67 6-4 148 24 3-2 144 123 3-2 100 37 3-2 153 36 3-2 145 27 3-2 114 109 3-2 97 74 1-11 91 81 1-11 35 14 1-11 224 91 6-4 121 28 3-2 97 73 3-2 634 255 9-6 221 211 6-4 500 349 6-4 191 36 6-4 173 118 6-4 443 205 6-4 723 342 9-6 573 497 6-4 220 150 6-4 304 267 6-4 620 348 9-6 921 237 12-8 521 321 6-4 (Continua) Bibliografia , A proposito della grammatichetta del sig. maestro Simeone Vascotti il cav. Parato direttore della "Guida del maestro, che si pubblica a Toriuo così si esprime : „È una grammatichetta stata molto bene accolta „dai maestri istriani, ove la parte grammaticale va accompagnata opportunamente da raccoutini, letterine, „da proposizioni per la coniugazione dei verbi. Il metodo suggerito dall' autore di far esporre dal fanciullo il contenuto di ciascun brano, e poi condurre con ^opportune domande l'allievo a trovare la parte grammaticale, è lodevolissimo, conforme ai sani principii „della pedagogia di far nascere la grammatica dalla «lingua, e non la lingua dalla grammatica, come si „usa in tante scuole tuttavia schiave dell'antico andazzo. Confortiamo l'autore a purgare sempre meglio „il suo scritto anche d' ogni menda di lingua.,, Istruzione e diletto. — Metodo per iniziare i fanciulli alla osservazione accurata delle cose, ed alla appropriata espressione del nome loro e delle loro qualità caratteristiche.—-Verona, Libreria alla Minerva. In generale il difetto dei genitori consiste nel supporre i propri figli dotati di eminenti qualità intellettuali; molti credono che promuovendo lo sviluppo di siffatte qualità col mezzo della istruzione si ottenga di mettere il destino loro al coperto delle sociali vicissitudini. Ma essi, a parer mio, s'ingannano. Lo insegnamento delle scuole primitive non è a bastanza perfetto tra noi per raggiugnere lo scopo. L'adito ch'esso schiude alla gioventù per tre o quattro professioni, la tiene loutana da tutte le arti amanuensi, le quali, per ridondare a maggior vantaggio, sembrano non altro richiedere dal canto di quelli che le esercitano, che cognizioni saggiamente applicate. Dopo quattro anni di studi, ecco ormai spalancate le porte delle scuole popolari. Vedrete allora uno stuolo di giovanetti pieni di balda fidanza nella istruzione ricevuta, quantunque ben di rado avvenga che a fronte di essa taluno sappia correttamente favellare nella lingua natia. La scrittura del maggior numero è deforme, inintelligibile; nè vi sarà alcuno di essi capace di sottoporre la fortuna della propria famiglia alle forme di una contabilità regolare. V'ha perciò uu metodo adottato oggidì dalle più colte nazioni, detto politecnografia, il quale .consiste nel far seguire al fanciullo al tempo stesso ch'egli acquista anticipatamente 1' abitudine di una calligrafia nitida e regolare, un corso graduale di studi svariati. I metodi del bello scrivere praticati sino a questi giorni tra noi, hanno due grandissimi inconvenienti: il primo di svegliare senza necessità la ripugnanza e la noja nei fanciulli, il che vuoisi attribuire alla frequente riproduzione di parole vuote di senso e di connessione; il secondo quello di non sottoporre alla memoria che frasi tronche, cotanto facili ad impararsi, che, per copiarle, i fanciulli non sono costretti di consultare i modelli posti sotto a' loro occhi. L'attenzione dei fauciulli non si ottiene che al-letando la loro intelligenza. Ripetere da essi un lavoro puramente manuale sarebbe lo stesso che lasciarli agire macchinalmente senza applicazione. Col sistema po-litecnografico i fanciulli imparano iu uno stesso tempo a scrivere e ad acquistare utili nozioni sopra le arti, a perfezionarsi nello studio della lingua natia, ed a rendersi istrutti negli elementi del disegno. Per formarsi un' idea di questo metodo basterà immaginarsi un grande albo, contenente parecchie vignette scolpite da esperti incisori sullo àcciajo, tanto diligentemente eseguite quanto opere di maggior lusso. Tali vignette sono poste al margine del modello di scrittura, e riferisconsi sempre al soggetto di cui coutiensi la descrizione sopra pagine di ampio formato. Tutto ciò che può rendersi sensibile allo, spirito ed agli occhi è doppiamente riprodotto ; cosicché un fanciullo può formarsi per siffatta guisa un'idea esatta, ad esempio del carro, delle macchine a vapore, della bussola od altro. Ognuno de' modelli contenuti nell'albo, ha in cotesta guisa un soggetto ed un disegno diverso dagli altri, al quale si riferisce sempre la descrizione che serve di esempio alla scrittura; ed una tale descrizione tratta dai più svariati argomenti delle arti proficue, delle arti belle etc, diventa al tempo istesso un'utile cognizione acquistata, ed una eccellente lezione di modello per lo stile, l'ortografia, la scrittura, ed il disegno. Io sono convinto che adottando nelle famiglie e nelle scuole popolari un tal metodo, darebbesi mano ad una importante riforma dello insegnamento primario. L'opera, che ho sottoccbi, e il cui titolo ho posto in testa della presente bibliografia, si approssima d' assai al metodo politecnografico surriferito, Essa porta la data di Verona e venno pubblicata per cura della Libreria alla Minerva. E in cinque volumi in foglio : Il primo contiene trenta fogli doppi con immagini colorate di molti oggetti utili a conoscere. Tali sono: arredi di scuola, mobili, strumenti di cucina e di agricoltura; edifi/.i ; — l'uomo ecc.. Il II volume contiene 24 fogli doppi con immagini di oggetti forastieri, disposti in ordine geografico, e tale da porgere una viva idea della Storia naturale dei paesi stranieri. Gli animali vengono rappresentati negli atteggiamenti più caratteristici ; i costumi loro, 1' utilità delle piante e quanto si riferisce a simile subbietto è detto in brevi parole; vi si aggiungono piccole narrazioni per le quali aumenta il valore del libro. Il tprzo volume contiene trenta fogli doppi con immagini di piante velenose e di piante coltivate; il quarto ed il quinto quadri tratti dal vecchio e dal nuovo testamento. Chi amasse fare acquisto dell' opera qui descritta, dirigasi al sig. Giulio Dase, librajo in Trieste. X. Un albo dedicato ad Alessandro Manzoni. — (Libro di premio e di regalo). Il fotografo Ganzini di Milano prese dal vero i luoghi che furono scena ai personaggi dell' immortale romanzo "I promessi sposi" e raccoltili in un elegante volume li dedicò al grande autore. I luoghi fotografati sono in tutto sedici, eseguiti molto accuratamente. Vi si ammirano il panorama di Lecco, due vedute della casa di Lucia in Acquate, la casa parrocchiale di Don Abbondio, il Trivio, la casa di Don Rodrigo a Pomerio, il convento del padre Cristoforo in Pescarenico, la riva del Biene, il panorama di Pescarenico, il ponte di Lecco, le rovine del castello dell' Innominato, la valle della Malanotte, la chiesa di Vercurago, il monastero della signora di Monza, una veduta interna della Porta Maggiore del Lazzaretto di Milano, ed il Palazzo del Galeotto presso Lecco, ove Manzoni scrisse quel romanzo, che non ha pari al mondo. Precede al romanzo un ritratto dell' illustre uomo attorniato da vignette che raffigurano i principali personaggi del libro. L' albo in tela con parole e fregi costa nel Regno franchi 24; all'estero più le spese postali; in tela semplice franchi 20 nel Regno; all' Estero come sopra. Rivolgersi in Milano all' Agenzia d' annunzj e Commissioni della Perseveranza, via tre Alberghi, n. 28. P. Togliamo dalla Gazzetta di Venezia N. 348: Trieste 24 dicembre Anziché intrattenervi colla solita cronaca cittadina, mi piace deviare per annunziarvi la pubblicazione d'un nuovo lavoro d'* Attilio Hortis, sovra il Boccaccio, lavoro che trova la sua opportunità nel recente centenario del grande pronatore italiano, rivendicatore, come fu detto, della ra2i»ne sulla natura umana. Gli studii fatti in proposito da colui che seppe strenuamente esordire col volume petrarchesco, si riferiscono all'epoca in cui il Boccaccio era ambasciatore della repubblica fiorentina presso il Pontefice in Avignone, e poscia presso Lodovico di Baviera, marchese di Brandemburgo. Il papa Urbano VI accolse nel 1354 con distinzione il Boccaccio, perchè religioso e virtuosissimo, mentre poi nel 1361. divenuto ascetico rinnegava il Decamerone, e n' ebbe censura dal Petrarca. Nella missione del Boccaccio presso sua Santità le istruzioni date dai Fiorentini al loro ambasciatore erano di giu.-tificare Fiorenza di fronte alle calunnie de'suoi detrattori. Fu nominato varie volte in codeste legazioni, e, fra le altre cose, chiamato a difendere il Vescovo di Pistoia, a torto condannato. Colla morte di Lodovico d'Aquileia, Firenze, volendo crearsi nel Patriarca successivo un alleato alla propria politica lo rinvenne nel Vescovo di Padova, Pileo dei conti Prata, aquileieso, racchiudente in sè tutte le alte doti desiderate dall' accorta Repubblica. Le indagini storiche e i documenti preziosissimi raccolti dall'Hortis fauno spiccare le qualità del grande politico friulano, divenuto Arcivescovo di Ravenna e Cardinale. Le sue dissidenze con papa Urbano VI sono storicamente registrate, mentre sotto il pontificato del suo successore, Bonifazio IX, il Pileo fu ristabilito qual principe dulia chiesa e seppe temperare, col suo amore per la patria terra, le gravi tristizie del Patriarca Giovanni da Moravia. È questo un pallido sunto ricavato dalle pagine del nostro bibliotecario, ricco di sapienza e d' un talento analitico veramente superiore. La mia Trieste ora può andar lieta : la sua migliore illustrazione è rassicurata. L1 ingegnere Raffaele D.r Vicentini ha pubblicato la sua Relazione e Voto; — studi fatti per incarico della Eccelsa presidenza provinciale della Carniola, sulle inondazioni della vallata di Laas, sul prosciugamento del lago di Zirknitz e sulla regolazione del fiume Maz nella vallata di Planina, nonché sul modo di bonificare la prima, di prosciugare il secondo e di regolare il terzo, e sulla convenienza di eseguire questi tre progetti di migliorie. L'indole del nostro giornale non consente di estendersi in una analisi critica del faticoso lavoro e ci basterà indicarlo agli studiosi come contenente buone notizie intorno a quelle regioni di confine e delle Alpi Giulie iu generale. L'autore espone con brevità e chiarezza le condizioni della regione soggetta al suo studio, e fa conoscere quante difficoltà egli abbia dovuto superare prima di arrivare a proposte concrete e precise. NOTIZIE Il e'iorno 19 p. p. si radunava in Parenzo la commissione provinciale per la regolazione dell'imposta fondiaria. La commissione prese notizia dello stato delle operazioni d' estimo nej varj distretti presso che da per tutto compite. Da quanto ci viene riferito i lavori progrediscono con regolarità e venne provvisto a togliere alcune differenze nell'estimo dei boschi in diversi distretti ed a sciogliere qua e là dubbj e questioni. La lentezza dei lavori malgrado il faticoso e perseverante lavoro delle commissioni distrettuali, si deve attribuire alle condizioni speciali di suddivisione delle colture nella nostra provincia. La commissione riconobbe la necessità di sgravare il referente economico distrettuale per Capodistria dall' uguale incarico pel distretto di Trieste. Avendo il sig. Ministro delle finanze in luogo del dimesso sostituto referente economico provinciale, nominato il sig. Ferdinando Petech di Zwettel, la commissione protestava contro questa nomina in base all' art. IO della legge, la quale prescrive che per tali cariche sieno da preferire persone delle rispettive provincie le quali meglio che e-stranee si devono ritenere informate delle condizioni economiche del paese. Tanto più si doveva applicare il tenore di questo articolo della legge per queste regioni, affatto diverse dalle regioni transalpine per clima, suolo ecc. ecc.; nè sarebbero mancati nella nostra provincia uomini capaci di coprire tali cariche. Nella seduta che 1' Accademia delle scienze tenne a Parigi 1' 8 novembre dell' anno testé spirato, il celebre astronomo Le Verrier annunziò che ultimamente furono scoperti quattro nuovi pianeti, due de' quali dall'Osservatorio di Pola sul!' Adriatico. Stante queste ultime scoperte attualmente si conoscono 154 piccoli pianeti. La Giunta Provinciale nella seduta del 15 de-cembre p. p. nominava a sensi del § 20 della legge provinciale 27 luglio u. s. sulla sorveglianza scolastica, e per tutta la durata legale, stabilita dal successivo § 23, i membri degi' i. r. consigli scolastici distrettuali dell' Istria. Gli studenti italiani all'università di Graz, si sono ricostituiti iu società «Circolo accademico italiano.,, Lo stato degli operaj sulla ferrovia istriana dal 5 all'11 dicembre p. p. era il seguente: indigeni 804; forastieri 1570; totale 2374. --------------■■ I.M.j^» !■■»->■---— Cose locali Il giorno 14 del mese decorso' ebbero luogo nella Casa di Pena gli esami e la distribuzione de' premi della scolaresca alla presenza dell'illustrissimo signor podestà Giuseppe Pellegrini, della commissione governativa e di scelto pubblico. Gli allievi furono esaminati nella religione, nella lingua materna, nella geografia e storia, nelle scienze naturali, nell' aritmetica e nella geometria. — Dodici di essi meritaronsi il premio. Sei della sezione italiana - maestro il sig. Simeone Vascotti - sei della slava (la Casa racchiude anche deliquenti di Dalmazia) - mae- stro il sig. Matteo Kristofich. Tra i premiati due furono dichiarati degni per lodevoli costumi ed ottimo progresso ; uno per somma diligenza, lodevoli, costumi e buon progresso. Meritevole di encomio è il metodo adottato nell' insegnamento italiano, (dello slavo ci confessiamo incompetenti a giudicare), perchè in modo intuitivo e pratico si tenta con pazienza infondere negli allievi gli smarriti principii dell' onesto, ed i doveri che devono sentire verso la famiglia, la patria e la società. Col metodo suaccennato ciascuno di quei detenuti può dire a se stesso : Io che sono attualmente oggetto di sprezzo o di terrore, posso un giorno acquistarmi la compassione, fors'anco la stima, la benevolenza. Assai opportuno ci parve pure il metodo di dare allo scolare generali nozioni della provincia o città che gli fu culla. Ne' saggi di stile esposti agli esami, leggemmo, per esempio, in buona calligrafia un cenno storico, geografico ed economico dell' Istria. L' anno scolastico fu frequentato da 337 detenuti, de' quali 236 nella scuola giornaliera, divisa come dicemmo, in due sezioni: italiana e slava, e tutte due suddivise in due classi; - 33 scolari frequentarono il corso di lingua tedesca, 44 la scuola di canto, 24 quella di disegno. Ed anche questo sarebbe un qualche indizio di morale miglioramento , se è vero che istruzione sia correzione. La solennità ebbe fine con un coro cantato da parecchi carcerati con accompagnamento di piano. Erano voci in sulle prime sommesse ed incerte, ma a poco a poco spiegaronsi in un alto canto sonoro, tremolo che pareva derivato dall' anima. Era forse una preghiera, un lamento alla perduta libertà, e nessuno degli astanti avrà certo potuto abbandonare quel luogo senza una parola di compassione per gì' infelici reclusi. Nei giorni 22, 27, 28 Decembre p. p. ebbero luogo nella nostra città le elezioni comunali. Pubblicazioni L' Igiene della testa del D.r Paolo Mantegazza. Strenna con calendario per il 1876. Il vitale ed importante tema dell'Igiene della testa è svolto dall'autore con quella chiarezza elegante che resero così popolari ed applaudite lo altre suo opere. Varietà Leggesi nel Giornale farmaceutico che si ottenne un mastice che s'indurisce prontamente, mescolando ad una porzione di olio seccativo di seme di lino, il suo peso di magnesia (ossido di magnesia) di buona qualità in fina polvere ed un terzo di ipoclorito di calce. Questo miscuglio è un poderoso adesivo, molto forte, e che può impiegarsi per incollare majolica, legno, vetro e metalli, e per ricoprire i recipienti che sono destinati a contenere acqua o soluzioni acquose riunendo inoltre il vantaggio d'essere molto economico. AVVISI È aperto l'abbonamento pel 1876 ANNO Vili del giornale L'ITALIA AGRICOLA Redatto dai più distinti Agronomi d'Italia Premiato alle Esposizioni Universali di Parigi 1872 e Vienna 1873. Si pubblica ogni 15 giorni in fascicoli illns. di p. 24 con copertina per inserzioni a pagamento PREZZO D'ASSOCIAZIONE per tntta Italia, Anno li-15 anticipate; per le provincie aust. L. 18 con diritto di concorrere al PREMIO ii ima Falciatrice Sprape americana del valore di it. L. 650 che sarà estratta a sorte fra i sig. associati, il 31 marco 1876. Ufficio del giornale: MILANO, Galleria Vitt. Em , Scala 18. PRESSO LA DITTA BOUSQUET & COMPx Ferramenta e Metalli IN TRIESTE trovansi al minor prezzo i IU0YI PESI E IISUEE NONCHÉ BILANCE DECIMALI È aperto l'abbonamento alla terza annata del IENTE E CUORE periodico mensile di scienze, letteratura e cose scolastiche Per Trieste e la Monarchia fiorini 4 all'anno, per 1' estero fior. 4.50. Semestre e trimestre in proporzione. La puntata di decembre (52 pagine) contiene: Carlo Botta (Odoardo Weis) — Sulla reciprocità di servizio dei maestri delle scuole popolari — Filologia — Il tabacco (Prof. Enrico Zavagna, Pirano) — Primo giardino infantile a Gorizia — II lettera dell'illustre Fanfani sulla Cronaca di Dino Compagni — Esposizione didattica a Gorizia (A. R. Ciatto) - - Ore tristi (Poesia di Saverio Nurisio, Torino) — Esposizione didattica a Parenzo (I. V. Castiglioni) — Aspetto del Cielo in Decembre (G. Grablovitz) — + Pietro Petruz-zi — Notizie locali e varie — Festa della Società Operaia (Adele Butti) — BibliograSa. Per l'abbuonamento rivolgersi al Compilatore, Odoardo Weis, Dirigente la Scuola civica in Corsia Stadion a Trieste.