Leto VI - Štev. 9 (129) UREDNIŠTVO in UPRAVA Čedad - Via B. De Rubeis 20 Tel. (0432) 71190 Poštni predal Čedad štev. 92 Casella postale Cividale n. 92 ČEDAD, 1.-15. maja 1979 Autorizz. Tribun, di Trieste n. 450 H Izdaja ZTT Tiskarna R. Liberale - Čedad Izhaja vsakih 15 dni Posamezna številka 300 lir NAROČNINA: Letna 5.000 lir Za inozemstvo: 6.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Založništvo tržaškega tiska Trst 11-5374 Odgovorni urednik: Izidor Predan Quindicinale Za SFRJ 120 ND - Ziro račun 50101-603-45361 » ADIT « DZS, 61000 Ljubljana, Gradišče 10/11 - Telefon 22 207 Sped. in abb. post. II gr./70 Poštnina plačana v gotovini OGLASI: mm/st + IVA 14% trgovski 100, legalni 200 finančno-upravni 150, osmrtnice in zahvale 100, mali oglasi 50 beseda CIVIDALE CORTEO OPERAIO PER IL CONTRATTO Centinaia e centinaia di operai e operaie sono sfilati per le vie di Cividale con i loro striscioni, le bandiere, i fischietti ed i tamburi per lo sciopero dei metalmeccanici: una mattinata di impegno sindacale, che ha visto una importante partecipazione della classe operaia delle zone di Cividale, Manzano e Buttrio, in cui sono occupati i lavoratori e le lavoratrici di S. Pietro al Natisone e di tutte le Valli del Natisone. «Dobbiamo intensificare la nostra lo'.ta, per battere definitivamente o-gni resistenza padronale al tavolo delle trattative, dobbiamo raggiungere il blocco dello straordinario e della mobilità» dice il manifestino distribuito dagli operai. La manifestazione, organizzata dalla Federazione Lavoratori Metalmeccanici, si colloca nel quadro della vertenza che impegna la categoria da oltre quattro mesi ed ha ZAKAJ PREDČASNE VOLITVE ? Tretjič zaporedoma bomo šli na predčasne politične volitve! Sam predsednik Republike Sandro Pertini se je moral sprijazniti z dejstvom, da ob sedanjih pozicijah političnih strank ni mogoče sestaviti vladne večine. Nova večina, ki je nastala isti dan ko so ugrabili Alda Mora, se je razbila v trenutku ko je KPI izstopila iz nje in obložila KD, da ni skladno uresničevala politiko narodne solidarnosti. Po mnenju komunistov, je bil pogoj za izhod iz krize in za uresničenje enotnega programa, neposreden vstop KP, skupno z ostalimi demokratičnimi strankami in samo Krščansko demokracijo, v vlado. Ta predlog je KD vztrajno odbijala in se večkrat javno izrekla proti vstopu komunistov v vlado in celo samih predstavnikov Neodvisne levice. Vsak poskus za sestavo nove vlade je tako propadel in tudi Andreottijeva vlada (KD, PRI in PSDI) je bila poražena z enim samim glasom razlike! Ne glede na spremembe v številkah in v odstotkih, bodo politični vozli še vedno o-stali in največji problem bo gotovo sestava nove vladne večine narodne enotnosti z e-nakopravnim sodelovanjem vseh ljudskih strank. Nedavni 15. kongres KPI je ponovno jasno nakazal ta pre dlog v sklopu enotnosti in sodelovanja levičarskih sil. KD se je s svoje strani ponovno izrekla, da ni pripravljena sprejeti ta predlog in sedaj išče nova zavezništva med laičnimi strankami, v primeru da bi se KPI ne strinjala biti v vladni večini brez neposredno sodelovati v vladi. Teden dni po parlamentarnih volitvah bomo glasovali za Evropski parlament in tudi pri teh volitvah so neposredno zainteresirani Slovenci v naši deželi. In če od sodelovanja vseh naprednih strank pričakujemo izglasovanje zaščitnega zakona, od novega Evropskega parlamenta pričakujemo nove gospodarske in politične smernice, ki bodo premagovale velika teritorialna neravnotežja, ki jih mi na lastni koži doživljamo: izšel jeni-štvo, gospodarska in socialna nerazvitost. Volitve bodo torej lahko pomenile priložnost z.a razpravo in za izdelavo programov in smernic za razvoj in ne samo gole politične sheme. Novi Matajur l'obiettivo di dare prima di tutto una risposta severa — come ha detto il segretario provinciale Dorigo nel discorso a conclusione del corteo — da parte della classe operaia, alle provocazioni, ai licenziamenti, alle denunce, del padronato e di giungere alla definizione del contratto di lavoro, che dia una collocazione dignitosa dei lavoratori nella società civile, nei rispetto, prima di tutto, del diritto al lavoro. «La classe operaia — ha proseguito — si oppone allo sfascio del paese e si fa anche carico della necessità di cambiare, sul piano politico, nel Paese e nel Friuli, per nuovi rapporti nella fabbrica e nella società». L'oratore ha toccato quindi alcuni aspetti specifici della realtà della zona orientale, criticando i ritardi del Consorzio industriale per la mensa interaziendale e gli enti locali e l'ENEL per le difficoltà nell'erogazione dell'energia elettrica: un insieme di fatti che rendono difficile l'espansione industriale e quindi l'occupazione dei giovani e delle donne. Già all'ora prestabilita, nei pressi della stazione ferroviaria, c'era stato il raduno delle «tute blu». Mezz'ora più tardi iniziava il ccrteo: gli striscioni rossi e le bandiere dei consigli di fabbrica indicavano: Gia-iotti, C.G.A., Faber, Zeri, Danieli, M.C.F., ELNI, Tropic, Acciaierie e Fonderie Cividale, ecc., attirando l'attenzione della gente, dei curiosi e dei fotografi. I canti operai trasmessi da un alto parlante issato su una «cinquecento» si alternavano alle parole d'ordine della manifestazione, sottolineate dall'assordante rullio dei tamburi e dello stridere dei fischietti. La grande manifestazione operaia di Cividale ha rappresentato certamente un importante momento di presa di coscienza ed orgoglio di classe non solo per i lavoratori e le lavoratrici friulani, ma anche per i lavoratori sloveni delle Valli del Natisone che sono partecipi della solidarietà di tutta la classe operaia. La manifestazione operaia, come l’incontro degli ex-minatori, la celebrazione della Liberazione, del primo maggio, dimostrano chiaramente che pure nelle nostre Valli la storia va sviluppandosi e ciò è la migliore arma contro tutti i tentativi di determinati circoli che vogliono fermare la ruota del progresso. m*** "I Perchè elezioni anticipate? Per la terza volta di seguito dobbiamo andare alle elezioni politiche anticipate! Lo stesso presidente della Repubblica, Sandro Pertini, ha dovuto constatare che le attuali posizioni dei partiti in Italia non consentivano la formazione di una maggioranza. La grande maggioranza, nata il giorno stesso del rapimento dell’on. Moro, si è disciolta nel momento in cui il PCI ne è uscito, con l’accu- sa, rivolta alla DC, di svuotamento della politica di solidarietà nazionale. Secondo i comunisti la condizione per la ripresa della collaborazione e della realizzazione di un programma di solidarietà nazionale era la diretta partecipazione del PCI, assieme agli altri partiti democratici e la stessa DC, al governo. La proposta è stata ripetutamente rifiutata dalla DC, che si è dichiarata non dispo- Beneški Slovenci na manifestaciji 25. aprila v Vidmu nosijo svoj dvojezični transparent na katerem zahtevajo svoje pravice. Pomagajmo Crni Gori Pošljite vašo denarno pomoč na naš tekoči ra- čun: Štev 4415 pri Banca Cattolica di Cividale. Lahko izročite vaše prispevke tudi na naši re- dakciji. Gli aiuti in denaro potete inviare al nostro con- to corrente n. 4415 presso la Banca Cattolica di Ci- vidale, oppure direttamente presso la nostra reda- zione. do sedaj so darovali: Novi Matajur 300.000 Anton Birtič-Mečana iz Špetra 10.000 Viljem Cerno ir Barda 10.000 Giuseppe Namor iz Dreke 10.000 Marino Vertovec iz Vidma 10.000 Anton Chiabai iz Cedada 10.000 Alessandro Crainich iz Srednjega 3.000 Giuliana Zufferli iz Vidma 2.000 Giovanni Vogrig iz Cedada 5.000 Valentina Petricig iz Podbonesca 10.000 Angela Petricig iz Podbonesca 10.000 Beppino Crisetig iz Sv. Lenarta 10.000 Izidor Predan iz Sv. Lenarta 20.000 Giorgio Qualizza iz Cedada 10.000 Emma Marzolla iz Fojde 10.000 Lucia Trusgnach iz Grmeka 10.000 Clan uredništva 50.000 Clan Uredništva 50.000 Lucia Costaperaria iz Špetra 5.000 Slovenka iz Benečije 20.000 Družina Vertovec iz Vidma 10.000 L.C. iz Vidma 20.000 Gariup Ernesto iz Srednjega 10.000 Giancarlo Strazzolini iz Špetra 50.000 Daniela Lauretig iz Srednjega 10.000 Loretta Feletig iz Grmeka 10.000 Skupno lit. 625.000 nibile ad un governo con i comunisti e gli stessi indipendenti di sinistra. Ogni tentativo di formare un governo è così fallito e 10 stesso Andreotti (DC, PS-DI e PRI ) è stato battuto per un voto! Al di là delle modifiche numeriche e percentuali, rimarranno i nodi politici, il più grosso sarà quello di costituire una maggioranza per un governo di solidarietà nazionale in cui i partiti popolari si ritrovino con pari dignità. Il recente XV congresso del PCI ha rilanciato questa proposta, caratterizzandola con una maggiore unità della sinistra. La DC, dal canto suo, si è dichiarata non disponibile ad accogliere questa proposta e cerca quindi nuove alleanze tra i partiti laici, nel caso che 11 PCI non si adatti al ruolo di stare nella maggioranza senza governare. Nello stesso tempo, solo a distanza di una settimana, a-vremo le elezioni per il Parlamento Europeo. Anche a queste gli Sloveni del Friuli sono direttamente interessati. Se dalla collaborazione in sede nazionale ci attendiamo la definitiva approvazione di una legge di tutela globale, dal Parlamento europeo dovranno scaturire quegli indirizzi economici e politici capaci di superare i grandi squilibri territoriali, di cui noi subiamo gli effetti più disastrosi: emigrazione, sottosviluppo, emarginazione socioeconomica. Le lezioni stesse, quindi, potrebbero diventare occasione di discussione, di impostazione di programmi e di proposta e non rimanere deteriore a semplici schemi politici. Novi Matajur Na manifestaciji kovinarjev v Čedadu (Un particolare della manifestazione dei metalmeccanici a Cividale) C I V I D A L E ASSEMBLEA Dl EX MINATORI Prijetno praznovanje 1. maja v Ruoncu. R O D D A Incontro dei giovani del PCI per il 1 maggio Nella sala del cinema Impero di Cividale si sono riuniti in assemblea gli ex-minatori sloveni e friulani della zona per discutere i problemi pensionistici ed assistenziali. La riunione, organizzata dal responsabile del patronato INAC di Cividale, Ado Cont, era patrocinata dalla stessa associazione degli exminatori che fa capo all'Unione Emigranti Sloveni del Friuli-Venezia Giulia ed ha richiamato un grande numero di Zbrali so se V dvorani kina Impero so se pred kratkem zbrali na zborovanju bivši slovenski in furlanski rudarji, ki so razpravljali o vprašanjih pokojninskega in socialnega skrbstva. Zborovanja, ki ga je priredil načelnik patronata INAC v Čedadu, Ado Cont pod okriljem zveze bivših rudarjev, ki ie včlanjena v Zvezo slovenskih izseljencev iz naše dežele, se je udeležilo preko 400 ljudi. Kot je poudaril predsednik Zveze emigrantov Clavora, je zborovanje jasno izpričalo e-notnost med Slovenci in Furlani in to ne samo na neposrednih interesih, ampak tudi na važnejših problemih iz-seljeništva, razvoja kulture in priznavanju lastnih jezikovnih identitet. Deželni odbornik Tomè je poudaril važno vlogo, ki jo imajo slovenski izseljenci v okviru reševanja pekočega problema izseljeništva v naši deželi in izrazil željo, da bi se odnosi med deželnimi* organi in Zvezo slovenskih izseljencev v bodočnosti še izboljšali in lepo priložnost za to predstavlja prihodnja deželna konferenca o izseljeni-štvu. O tehničnih in specifičnih vprašanjih so nato spregovorili: Lucien Charlier, tajnik FGTB iz Belgije, dr. Luciano Provini, strokovnjak dežel- ČEDAD Okrogla miza o italijanih v Istri V priredbi Kulturnega društva «Ivan Trinko» je bila v Čedadu zanimiva okrogla miza o dejavnosti italijanske narodnostne skupnosti v Jugoslaviji. Zgodovinski razvoj te skupnosti je izčrpno podal tajnik Unije Italijanov Opassi, Abram, podpredsednik občin Koper in Piran pa se je zaustavil ob gospodarskem razvoju skupnosti. Zanimiv je bil tudi oris šolske dejavnosti italijanske skupnosti, ki ga je podal predsednik italijanske skupnosti iz Kopra Gia-cuzzo. Poročilom je sledila živahna razprava, ki je zadevala splošne in specifične probleme italijanske skupnosti in predvsem njen razvoj. persone: oltre quattrocento. Come ha messo in luce il presidente dell’Unione Emigranti Sloveni, Clavora, gli ex-minatori hanno dato, con questa manifestazione, esempio di grande unità fra sloveni e friulani e non solo sul terreno degli interessi prossimi comuni, ma anche su quelli più generali di impegno sui gravi problemi dell’emigrazione, dello sviluppo e della cultura, nel rispetto delle rispettive identità etniche. bivši rudarji nega odbora za izseljeništvo in socialno skrbstvo (INPS), dr. Clavora, Dante Beltrame, pokrajinski ravnatelj INAC in sam deželni odbornik za izseljeništvo, deio in socialno skrbstvo Tome. Patronat INAC v Čedadu je na razpolago za vse potrebne informacije in pomoč pri reševanju vseh problemov, ki zadevajo socialno skrbstvo. Velika množica delavk in delavcev se je 28. aprila udeležila stavke in sprevoda po čedadskih ulicah, ki ga je priredila enotna sindikalna federacija iz Čedada, Manzana in Buttria, to je iz krajev, kjer je zaposlenih mnogo delavk in delavcev iz Špetra in Nadi-ških dolin. «Moramo zaostriti naš boj, da premagamo vsakršni odpor delodajalcev na pogajanjih za obnovo pogodb; moramo doseči blokado nadurnega dela in mobilnosti», tako pravi letak, ki so ga izdali delavci. Manifestacija, ki jo je priredila Zveza kovinarjev, spada v širši boj te stroke za dosego pravične delovne pogodbe v sklopu napredka delavskega razreda, kot je poudaril na shodu pokrajinski tajnik Dorigo. «Delavski razred se odločno upira destabilizaciji države in je pobudnik napredka in naprednih sprememb v državi in v naši deželi in za ustvaritev novik odnosov med tovarno in družbo», je med drugim poudaril govornik, ki je še pred tem specifično obravnaval nekatere gospodarske probleme našega področja, ki je že preveč časa podvrženo emarginaciji in slabemu ekonomskemu načrtovanju. Delavci so se zbrali v jutranjih urah pred železniško postajo v Čedadu, v sprevodu pa so bile prisotne s transparenti številne tovarne našega področja, z mikrofoni pa so delavci seznanili mimoidoče o njihovem boju in zahtevah. Velika delavska manifesta cija v Čedadu predstavlja gotovo zelo važen dogodek, ne samo za furlanske delavce in delavke, ampak tudi za slovenske delavce iz Nad iških dolin, ki uživajo solidarnost Anche l'assessore regionale Tomè ha rilevato l’insegnamento che è venuto agli organismi regionali proprio dagli emigranti, ed in particolare da quelli sloveni, che hanno posto con tanta chiarezza il problema del loro riconoscimento. La Regione — ha detto — non ha mancato di dare questo riconoscimento in piena convinzione e volontà di collaborazione. Ulteriori rapporti saranno rafforzati — ha concluso — con la prossima conferenza regionale dell’emigrazione. Infine, sul piano più tecnico e dettagliato sono intervenuti: Lu-cìen Charlier, segretario della F.G.T.B. (Belgio), Dott. Luciano Provini, esperto del Comitato Regionale dell’Emigrazio-ne problemi previdenziali e sociali (INPS), il dott. Ferruccio Clavora, Dante Beltrame, direttore provinciale del-l’INAC e appunto l’avv. Tomè, assessore regionale dell’Emigrazione, Lavoro ed Assistenza sociale, che hanno illustrato ai convenuti le disposizioni in materia pensionistica (vecchiaia, malattia professionale, invalidità, ecc.), assistenziale. Il patronato INAC di Cividale garantisce la disponibilità alla più ampia consulenza ed assistenza in materia su tutti i problemi. vsega delavskega razreda. Delavska manifestacija, kot zborovanje bivših rudarjev in proslave Osvoboditve ter prvega maja, jasno dokazujejo, da tudi v naših dolinah se zgodovina razvija, kar je najboljše orožje proti vsem naporom določenih krogov, ki hočejo zaustaviti kolesje napredka. Problemi di Dopo la recensione del «Dizionario toponomastico del Friuli - Venezia Giulia» redatto dal Prof. Giovanni Frau vogliamo presentare ai nostri lettori che si interessano di questa interessante disciplina linguistica due contributi di C. C. Desinan editi nel 1976 e nel 1977 dalla Società Filologica Friulana (Do-retti Editore - Udine) che affrontano i temi della toponomastica friulana. Interessante ci sembra il primo volume in cui viene presentato il metodo scientifico necessario per affrontare e condurre una seria indagine toponomastica; l’autore ne dà anche un esempio pratico indagando i toponimi della zona di Oltris nell’alta Car-nia; segue uno studio sui probabili insediamenti e sulle vie seguite dagli Ungati nelle loro scorrerie in Friuli. In questa indagine acquista un ruolo determinante la cosiddetta «Vastata Hungarorum»; un vasto territorio devastato dagli Ungari che si estende da Palmanova fino al Tagliamelo e in seguito colonizzato da popolazioni slave Il primo maggio è stato festeggiato anche a Rodda. La festa, come già lo scorso anno, è stata organizzata dai giovani del PCI di Pulfero ed ha avuto il carattere di incontro spontaneo di iscritti, simpatizzanti, operai, donne, ragazze e giovani. Alla festa, dandole così u-n’impronta di incontro popolare e culturale, è intervenuto anche il coro Rečan di Liessa, diretto dal maestro Antonio Qualizza. Il coro ha eseguito, con la nota sensibilità artistica, alcuni canti sloveni ed un canto friulano. Brevi parole di saluto so--o state rivolte ai convenuti da Piergiorgio Domeniš, segretario del PCI di Pulfero, il quale ha espresso la soddisfazione dei compagni per la partecipazione di tanti lavoratori alle feste del primo maggio. Quindi Paolo Petri-cig, del comitato direttivo della Federazione di Udine ha rammentato l’impegno che debbono assumere gli operai, le donne, i giovani, i lavoratori tutti in occasione del primo maggio. La festa significa impegno per la libertà, il progresso e la volontà di cambiare anche nelle Valli del Natisone, dove la presenza della classe operaia è un aspetto concreto e positivo. che sono state assorbite nel corso dei secoli dall’elemento friulano; testimonianza di questa colonizzazione sono rimasti i toponimi ed i microtoponimi che hanno una forte analogia con quelli sloveni della Benečija: questo l’ho potuto osservare personalmente in quanto ho avuto modo di risiedere per ben sei anni in quei luoghi. Il secondo volume affronta in modo specifico il problema della polifonia toponimia in Friuli (la polifonia si ha quando esistono diverse forme per denominare una località. Ad es. Udine, Udin, Videm, Weiden), traccia il confine toponimico friulanosloveno e all’interno di queste indagini l’autore tenta con alterne fortune di dare l’etimologia esatta anche dei toponimi sloveni; ci sembra che qui l’autore indulga in qualche caso un pò troppo nella ricerca delle radici latine di toponimi dalla probabile o evidente origine slava o slovena; altre volte le spiegazioni ci sembrano forzate, troppo superficiali o frutto di indagini affrettate. Marko Predan, infine, per i giovani del PCI delle Valli del Natisone, ha chiesto la fine delle provocazioni fasciste anche nelle nostre Valli, dove esse si esprimono sia con la stampa che con altri metodi e forme. Perciò ha chiesto ai giovani di farsi parte attiva nel processo di rinnovamento e di unità. La festa di’ Rodda è proseguita quindi con la tradizionale fisarmonica e l'originale «Narodna Klapa» che hanno portato nel paese di Rodda una nota di spontaneità ed allegria. A Cras di Drenchia il P.S.I. ha organizzato per la 12“ volta la festa del Primo Maggio, con una manifestazione politica cui sono intervenuti l’on. Loris Fortuna, deputato; il segretario di zona del partito Visintini ed il presidente de! circolo culturale Ivan Trinko, prof. Cerno. Nonostante il maltempo si è raccolta molta gente, soprattutto delle Valli del Natisone, ma anche del vicino Friuli. Rivolgendosi ai presenti Ci piace sottolineare però anche la obiettività dell’autore quando esprime alcune coraggiose affermazioni che noi pienamente condividiamo e che ci piace riportare qui di seguito. «Se mai vi fu qualche influsso (ungaro) esso fu scarso e limitato al lessico; anche la «tesi turanica» del Baudouin de Courtenay sull’origine della parlata resia-na, per quanto suggestiva, è superata». (Contributo I, pagina 99). «San Pietro degli Slavi, fr. San Pieri dai Sclàs, si. Sveti Peter Slovenov, Speter Slove-nov, dial. èpietar, a. 1297 S. Petri: per meschini interessi nazionalistici nel 1867 fu cambiato in San Pietro al Natisone». (Contributo II, pag. 186). «Nella provincia di Gorizia parecchie varianti slave (e perchè non slovene? ndr.) sono oggi anche ufficiali; è auspicabile che lo diventino al più presto anche in provincia di Udine. Es.: Taipana, si. Ti-pana; Drenchia, sl. Dreka». (Contributo II, pav. 157). B. Z. 25. aprii v Bardu V Bardu, vasi, ki jo je potres zelo prizadel, je bila v nedeljo, 22. aprila, proslava ob priliki praznika Osvoboditve, na kateri je spregovoril posl. Lizzerò, slavni partizanski komandant in srebrna medalja Odporništva. Govornik je omenil, da ne sme biti proslava 25. aprila le spominska svečanost, ampak dan boja proti nasilju in terorizmu v Italiji in v svetu. Lizzerò se je spomnil velikih žrtev in skupnega boja italijanskih, furlanskih in slovenskih partizanov proti skupnemu nasprotniku in prav na Pred tem je prebivalstvo rata vladati mir in sodelovanje. Pred ten je prebivalstvo Barda v sprevodu položilo vence na spomenik Padlim, ki so, kot je poudaril prof. Černo, darovali svoja življenja za našo svobodo in za miroljubno sodelovanje med narodi. Proslava se je zaključila z nastopom pevskega zbora iz števerjana pri Gorici, ki je zapel nekaj narodnih in partizanskih pesmi. DRENCHIA l’on. Loris Fortuna ha messo in evidenza l’impegno del P.S.I. per la tutela globale degli sloveni in Italia, condannando la campagna sciovinistica messa in atto da alcuni personaggi, quali il dott. Ciceri, che operano per il disconoscimento degli sloveni della provincia di Udine. I socialisti non possono che battersi perchè le cose vadano avanti, ha concluso il parlamentare friulano. Visintini si è soffermato ad analizzare gli impegni del trattato di Osimo per la nostra Regione e per l’Italia sostenendo la necessità che le forze politiche e lo stesso P.S.I. sviluppi una azione di contatto con la Slovenia, al fine di ampliare la conoscenza delle reciproche realtà. Cerno ha messo in evidenza il significato retrivo e repressivo della campagna antislovena in corso ed ha affermato che ogni democratico, attraverso le sue organizzazioni politiche e culturali, deve dissociarsi da quelle iniziative antistoriche ed illiberali. La manifestazione è quindi proseguita fino a tarda sera nei locali del paese. RODDA Proiettati audiovisivi sul carnevale Sono stati proiettati i giorni scorsi a Rodda (Pulfero) alcuni film e video-tape sul carnevale 1977, 1978 e 1979. Folta la partecipazione di pubblico e di ragazzi. Interesse notevole suscitano le tradizioni popolari delle Valli del Natisone anche presso le sedi universitarie ed i ricercatori. Parte del materiale è stato prodotto dal Centro Studi Nediža di S. Pietro al Natisone. ČEDAD ----------------------- Na pobudo patronata INAC ČEDAD -------------------------- Delavski sprevod za obnovo pogodb CORNELIO CESARE DESINAN: toponomastica friulana CRAS Dl Nei festeggiamenti del 1 maggio forte impegno del PSI per la tutela degli Sloveni UDINE Approvato il bilancio provinciale Rinviati i problemi S. Pietro al Natisone L’ANPI E I CIRCOLI SLOVENI HANNO CELEBRATO IL 25 APRILE Il consiglio provinciale di Udine ha approvato con i voti della maggioranza DC e PSDI e con l’astensione del rappresentante di Democrazia Nazionale il bilancio di previsione per l’anno 1979 che prevede una spesa di 72 miliardi. La discussione si era incentrata sui grandi problemi del Friuli e della Regione. Un intervento del consigliere Chia-vola (DC), che è anche segretario straordinario della regione per la ricostruzione, era apparso realistico e rigoroso, nella linea dell’attuale maggioranza regionale che si dispone ad urgenti ritocchi delle leggi 30 (per la riparazione) e 63 (per la ricostruzione). L’intervento di Chiabudini (DC) già prima della discussione sul bilancio, mostra qualche apertura sulla tutela globale degli sloveni. Una breve dichiarazione nella relazione dell’assessore Moretti (DC) in merito al trattato di Osimo era anche interessante e avrebbe potuto portare alla votazione di precisi documenti. Gli stessi gruppi del PCI, del PSI e del MF ne erano presentatori, ma su quelli più impegnativi, la maggioranza non se la è sentita di andare al voto. Lo stesso Presidente Engla-ro, ha deciso il ritiro, per indirizzarli alle commissioni, vari ordini del giorno, fra cui quello di Petricig (PCI) sul trattato di Osimo (il cui testo riproduciamo a parte), che invita la giunta a prendere iniziative conoscitive sulle possibilità di applicazione nel territorio della provincia. «L’attuazione del trattato nella fascia di confine delle provincie di Trieste e Gorizia e l’attuazione delle grandi infrastrutture viarie del Friuli e della Slovenia non debbono lasciare inalterata la situazione urbanistica e socio-economica del Friuli orientale, dove risiedono le popolazioni più interessate al superamento degli squilibri economici per l’incidenza del fenomeno migratorio e per il ruolo che devono assumere le popolazioni di quelle zone — aveva sostenuto Petricig — per cui anche la provincia, come già alcuni comuni ed il consorzio industriale del ci-vidalese, deve muoversi per gli indispensabili contatti con le autorità della Slovenia. Infrastrutture, dogana di Stupizza, interventi per l’occupazione, recupero delle ri- Prof. Paolo Petricig je kandidat na listi PCI za evropski Parlament sorse naturali e del suolo e collegamento degli studi scientifici ed universitari sono oggi programmi fattibili nel rispetto degli interessi reciproci delle due aree e dei due paesi». Come si è detto, l’ordine del giorno è stato rinviato in commissione. Complesso è anche l’iter delle mozioni sulla minoranza slovena e sulla cultura friulana. La discussione ha avuto inizio il 7 marzo e non si è tuttora conclusa. In commissione si è tentato un approfondimento nello sforzo di unificare le mozioni. Particolari difficoltà provengono dalla posizione espressa dal documento della DC e del Presso la sede di Cividale del Circolo culturale sloveno Ivan Trinko, i rappresentanti della comunità nazionale italiana di Capodistria hanno avuto un incontro-dibattito con gli iscritti al corso di lingua e cultura slovena in svolgimento nella cittadina friulana. L’informazione storica è stata esposta da Ennio Opas-si, segretario della consulta della comunità degli italiani di Capodistria; l’oratore ha mostrato come l’attuale «status» della comunità derivi dalla lotta di Liberazione ( che ha posto in primo piano, fra i problemi politici, quello delle nazionalità) sia dal sistema di autogestione che assicura, a tutti i livelli, la piena parità del cittadino in campo economico e in quello culturale. Abram, vicepresidente dei comuni di Capodistria e Pirano, ha sostenuto la necessità che lo stato si assuma, come dato di primaria rilevanza democratica, il compito dello sviluppo globale delle comunità nazionali. «Se si estingue un gruppo nazionale minoritario — ha detto — è sempre per responsabilità della maggioranza che non ha saputo o voluto tutelare la minoranza». Giacuzzo, presidente della comunità degli italiani di Capodistria, ha mostrato quali sono i problemi derivanti da una situazione dove trova spazio sempre più ampio la famiglia in cui i genitori appartengono alle due nazionalità presenti e l’impossibilità di determinare a «priori» le scelte culturali di queste famiglie. A questo punto occorre u- PSDI sulla minoranza slovena che si attarda su dichiarazioni vecchie ed insufficienti e che sono state condivise — quasi testualmente — dal MSI. Del tentativo di unificare i documenti è stato incaricato il presidente della commissione, Comini (MF), il quale ha riscontrato delle difficoltà. La situazione è determinata — a detta dei partiti di sinistra — dalla contraddizione esistente nella DC, che a parole fa delle interessanti aperture (soprattutto per bocca dello sloveno Chiabudini), ma che non riesce poi a formulare una proposta. na struttura culturale e scolastica nuova, che renda possibile la massima comunicazione fra i popoli e le comunità: è questo il compito più importrante che i gruppi nazionali presenti in Istria debbono affrontare assieme agli organismi autogestiti. Poiché la convinzione che i gruppi minoritari si estinguono secondo processi naturali è assolutamente falso, occorre che lo stato realizzi prima di tutto un clima favorevole alla collaborazione fra le nazionalità e quindi affermi il principio del contatto del gruppo con la nazione di origine ed infine sviluppi ogni possibilità di affermazione di questa cultura. All’esposizione è seguita una ampia discussione, che si è soffermata su problemi non solo generali, ma anche specificata-mente culturali e scolastici, che hanno consentito di comprendere più a fondo la realtà degli italiani in Istria. I gr partano «Sloveni d’Italia contro l’emarginazione. Vogliamo essere liberi come gli altri» (La Stampa, 8-4-79)». «Trieste: gli Sloveni chiedono una legge di tutela». (Il Giorno, 8-4-79). «A Trieste ondata razzista contro la minoranza slovena». (La Repubblica, 9-4-79). Con questi tre titoli a cui corrispondono altrettanti articoli, tre importanti quotidiani a diffusione nazionale, hanno presentato ai propri lettori la situazione e la complessa problematica della minoranza slovena in Italia. Spunto per questi articoli è stata l’assemblea generale della SKGZ (Unione economico culturale slovena), alcuni giornalisti sono venuti da noi invece per conoscere più ampiamente la nostra realtà soprattutto nel pieno della vergognosa campagna antislovena in atto nelle provincie di Udine e Trieste (es. Il Corriere della sera, L’Unità, Il manifesto, L'espresso). Sulla Slavia friulana l’inviato speciale del Giorno di Milano ha scritto: «Ma la Slavia friulana di Udine non ha mai potuto avere proprie Con una semplice cerimonia al monumento dei caduti presso l’antica chiesetta di S. Quirino, i rappresentanti dell’ANPI e delle associazioni slovene hanno celebrato il 25 aprile deponendo una corona di fiori. Nonostante l’invito del presidente dell’ANPI delle Valli dei Natisone, Bergnach, al presidente della Comunità Montana ed al Sindaco, questi non hanno aderito alla manifestazione. Perciò Bergnach, nel suo breve discorso, si è rifatto alla necessaria unità delle forze democratiche e delle istituzioni per superare il grave SI PARLA DEL FRIULI Il centro d’iniziativa culturale di Cividale organizza nel quadro del dibattito con la popolazione sui problemi riguardanti il Friuli di ieri e oggi, una conferenza dedicata alla minoranza friulana e slovena. La conferenza si terrà giovedì 17 maggio presso la Sala conferenze del liceo P. Diacono di Cividale , interverranno Giorgio Jus e Ferruccio Clavora. Verranno messe a disposizione del pubblico le relazioni scritte preparate dagli esperti. giornali di noi scuole e fino a non molti anni fa, le forze di polizia diffidavano i sacerdoti che predicavano in sloveno. Nelle Valli del Natisone si stanno raccogliendo firme per un referendum che difenda l’integrità italiana della zona. E c’è soprattutto «un pizzico di razzismo — per usare l’espressione del dott. Siškovič — che preoccupa e che spinge gli Sloveni a sollecitare una legge di tutela». E' la prima volta che la stampa nazionale dedichi tanta e così obiettiva attenzione alla nostra situazione di minoranza linguistica. Di ciò siamo soddisfatti, perchè crediamo che solamente con u-n opera di reciproche conoscenze della propria realtà storica e sociale, le nostre comunità possano vivere in pace nel rispetto dei propri diritti e delle proprie specificità. Auspichiamo che anche la stampa locale (notoriamente, salvo esemplari eccezioni, poco aperta verso di noi) dia in futuro ai propri lettori u-n’immagine obiettiva della nostra situazione. momento che attraversa l’Italia. Nella breve cerimonia ha parlato sul significato del 25 aprile e di coloro che hanno immolato la propria vita per la nostra libertà anche il prof. Viljem Cerno, presidente del Circolo culturale «Ivan Trinko». Dopo di ciò i convenuti hanno deciso di ritrovarsi a Udine, nella grande manifestazione con il Presidente della Camera, on. Ingrao. Al corteo ed in piazza Libertà, infatti, erano presenti molti sloveni con uno striscione che rivendicava i diritti sanciti dalla costituzione. Guardando che cosa sta succedendo ora nella Slavia Veneta, sento e vedo ancora, come ai tempi in cui andavo a scuola e dovevo scrivere «non devo parlare sloveno», quella discriminazione nei confronti degli Sloveni delle Valli. Quel la volta c'era il fascismo, o-ra no, eppure succede la stessa cosa: hanno sconfitto la dittatura fascista, ma sono rimasti i fascisti. Vi racconto subito che punizioni subivamo quella volta. Ricordo tanto bene come se fosse allora, anche se a distanza di molti anni, un episodio accaduto a scuola. Un giorno a ricreazione giocavamo e come sempre fra di noi per giocare, divertirci, parlare usavamo lo sloveno, perchè a quei tempi lo italiano lo si sapeva giusto quanto bastava per rispondere agli insegnanti e questo alle autorità non piaceva. Dunque, quel giorno, finita la ricreazione, rientrammo in clas se e la maestra ci disse: «Da ora in avanti, il primo che sarà sentito parlare in sloveno, per punizione dovrà scrivere dieci volte «non devo parlare sloveno», il secondo per venti volte e così di volta in volta, dieci volte in più». Per noi questa punizione era molto grave perchè, come già detto prima, noi parlavamo in italiano lo stretto necessario, e fra di noi solo in sloveno: sapendo solo quello, non si poteva fare a meno di usarlo. Non passò un'ora che già ci fu la prima punizione. Nei giorni che seguirono a scuola non si fece altro che scrivere «non devo parlare sloveno». Io stesso, pur essendo un po’ «corto di lingua», sono «caduto» ventiseiesimo e ho dovuto scrivere per 260 volte «non devo parlare sloveno». Si andava fino a 500 volte, poi si rico- VIDEM Okrogla miza o ljudski glasbi V dvorani Furlanskega filološkega društva v Vidmu je bila na sporedu zanimiva okrogla miza o ljudski kulturi in specifično na temo ljudske glasbe, ki jo je priredil tržaški «Center za dokumentacijo in širjenje ljudskih tradicij» v sodelovanju z Italijansko ustanovo za spoznavanje slovenskega jezika in kulture iz Trsta in s študijskim centrom «Nedi-žo» iz špetra. Okrogle mize, katere se je udeležil deželni odbornik Diego Carpanedo, so se udeležili številni strokovnjaki in gostje iz drugih dežel: Roberto Leydi iz Bologne, Gri, Pavle Merkù in Sancin iz Trsta, Rossi iz Vidma, Natali iz Etnografskega centra iz Ferrare, Pianta iz dežele Lombardie ter Juljan Stra-jnar iz ljubljanskega Etnografskega centra. Za študijski center «Nediža» je bil prisoten prof. Pavel Pteri-cig. Na srečanju je tekla razprava o raznih pobudah v okviru ljudske glasbe in o izkušnjah pri registraciji, zbiranju in širjenju raznega materiala v tej zvezi. minciava da capo. Ma questa punizione non durò a lungo perchè, come già detto, in quei giorni non si faceva altro che scrivere quella frase e i nostri genitori cominciarono a borbottare perchè consumavamo tantissimi quaderni. Come ogni altra cosa, anche quella è finita. Quando ho compiuto 18 anni, mi sono fatto fare una valigia da Guido Rounich di Liessa, ma più che una valigia era un cassone perchè era fatto di tavole di pino. Partii per il mondo e dopo diversi giorni di viaggio arrivai a destinazione e incontrai gente di o-gni nazione, che parlava tutti i tipi di lingue. Cominciai a lavorare, ma si sa, si era all’estero e non si capiva niente. Dopo un po’ di giorni cominciai a sentire qualcosa che assomigliava alla nostra lingua madre. Dopo un po’ di giorni ci capimmo e chiesi di dove fossero, scoprii che e-rano polacchi, cechi, ucraini russi e siberiani. Allora ho capito che il nostro sloveno ha una grandissima importanza, che è bene saperlo. Con poca pratica riuscivamo a capirci perfino con i siberiani!!! Capii che la nostra parlata non è una vergogna come ci dicevano a scuola: conoscendola si può girare in tante parti del mondo. Quelli che vogliono eliminarla e proibirci di parlarla sono dei veri traditori della Slavia Veneta. Da quella volta ho continuato, accompagnato dal mio cassone, a girare di qua e di là per il mondo: imparai tante lingue, parlai tutte quante pacificamente, tutte mi sono state utili e nessuna mi è stata proibita, solo quella che mi ha insegnato mia madre: proibita con vere punizioni. Giuseppe Floreancig SOLIDARIETÀ' DELL'A.N.P.I. CON LA POPOLAZIONE MONTENEGRINA Il Presidente del Comitato Provinciale dell'A.N.P.I. comunica che, per decisioni unanime del Comitato stesso, presso la sede dell'Associazione in Via del Pozzo 36 a Udine, si stanno raccogliendo le sottoscrizioni per l'invio di denaro ai partigiani ed alla popolazione del Montenegro colpiti dal terribile terremoto di domenica 15 c.m. I partigiani friulani, che hanno conosciuto analoghe angoscianti esperienze e che hanno provato il conforto della pronta, cordiale solidarietà in particolare dei popoli della vicina Jugoslavia, sapranno dimostrare b propria fraterna assistenza alle popolazioni tanto duramente provate. Predsednik pokrajinskega odbora Zveze partizanov - ANPI iz Vidma sporoča, do na sedežu Zveze v iUL. del Pozzo 36, zbirajo prispevke za pomoč od potresa prizatedemu prebivalstvu Črne gore. Furlanski partizani, ki so na lastni koži doživeli podobno tragedijo in so v žalostnih trenutkih bili deležni solidarnosti in pomoči sosednje Jugoslavije, bodo gotovo znali izkazati bratsko pomoč prizadetim ljudem. UNA CONFERENZA GLI ITALIANI IN ISTRIA Non devo parlare sloveno IMPORTANTE DOCUMENTO DEL COMITATO DI ZONA DEL PSI il Comitato di zona del P.S.I. comprendente le sezioni del Cividalese, Manzanese e Valli del Natisone, ha tenuto il 2. Congresso in S. Pietro al Natisone il 25 marzo 1979 alla presenza di tutti i delegati eletti nelle assemblee di sezione, iscritti e simpatizzanti. Il Segretario compagno Armando Gasparutti ha tenuto una relazione generale sull'attuale situazione politi ca, economica e sociale trattando temi di importanza europea, nazionale e locale. Ne è seguito un ampio dibattito fra i compagni delegati sintetizzato dall'intervento finale dell’onorevole compagno Loris Fortuna, membro del Comitato Centrale del partito socialista. Dalla discussione, in particolare sono emersi alcuni temi che saranno oggetto dell'attività futura del partito a livello di zona e qui sotto riportati: a) impegno per una politica intesa a rafforzare il concetto dell’unità democratica dei popoli europei nella spinta del superamento delle tendenze nazionalistiche, considerate sempre uno strumento disgregante per l’avanzata della classe lavoratrice; b) preoccupazione del PSI locale sulla situazione italiana della politica che registra il fallimento della politica di unità nazionale aggravando e rinviando nel tempo i problemi che travagliano il paese e ciò nonostante il serio impegno che il PSI ha posto per il superamento delle contraddizioni emerse in questa crisi di governo con la precisa indicazione di soluzioni tendenti anche ad evitare la fine anticipata della legislatura; c) analisi realistica dello stato di fatto del post-terremoto alla luce degli innumerevoli dati emersi in questo triennio che evidenziano grosse lacune in particolare nella riparazione (L R. 30/1977) e ricostruzione (L.R. 63/1977) e in generale nello sviluppo socio-economico della nostra zona causa la farraginosi delle leggi citate e delle altre la lentezza nella ripartizione dei fondi, l'eccessiva burocratizzazione e la mancanza di una chiara politica di programmazione per una reale rinascita del territorio; d) nel mentre si riconosce positiva l’attuale politica di sviluppo industriale della XI zona del Friuli Orientale, si esprime l’esigenza di una ordinata ed equilibrata crescita socio-economica dell'intero comprensorio tenendo in debita considerazione le esigenze di ristrutturazione della zona della sedia. Nel contempo tenuto conto della particolarità delle Valli del Natisone si auspica l'attuazione del polo di sviluppo industriale di San Pietro al Natisone e una programmazione di sviluppo artigianale, nell’ambito di tutto il territorio della Comunità Montana, parallela ad una politica di incentivi agricoli e turistici; e) riconferma dell’impegno per la tutela globale della minoranza etni-co-linguistica slovena nello spirito della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza. Rifiuto di qualsiasi tentativo tendente ad annullare le parziali conquiste raggiunte in tanti anni di lot'.a per la difesa della condizione di essere minoranza; f) si sottolinea l’imporlanza del trattato di Osimo che ha posto fine alla trentennale vertenza confinaria con una nazione amica e si auspica la sua applicazione con la proposta dell’allargamento dei benefici per tutta la fascia confinaria; g) rilevando la pesante situazione economica a livello europeo caratterizzata da una elevata disoccupazione che colpisce prima gli emigrati e in previsione di un loro probabile rientro è necessaria una politica tesa a facilitarne l’inserimento nella nostra comunità garantendo un'occupazione e il diritto alla casa; h) costante impegno nella difesa delle libertà civili e in particolare della problematica della donna che ancora nella nostra società non si vede sufficientemente garantita nelle sue espressioni di madre e lavoratrice; i) attuazione di una politica di pianificazione territoriale finalizzata al raggiungimento della difesa dell'ambiente e un razionale uso delle risorse naturali garantendo un rapporto di equilibrio fra uomo e natura. A conclusione del dibattito, i delegati al Congresso hanno accolto il nuovo simbolo che il PSI si è dato a testimonianza della unità dei E’ stato pure riconfermato nel di-nich Giuseppe (Grimacco). partiti socialisti europei ed eletto i seguenti compagni quali responsabili del direttivo zonale: Pozzetto Giorgio (Manzano), Goia Agostino e Martelossi Dario (San Giovanni al Natisone), Livoni Gior- gio e Visintini Iginio (Corno di Ro-sazzo), Pasta Alessandro e Dorligh Franco (Cividale del Friuli), Magnis Antonio e Borgnolo Luigi (Torreano), Dossi Mario (Moimacco), Marinig Giuseppe e Venuti Paolo (S. Pietro al Natisone), Bergnach Beppino (Drenchia), Vogrig Romeo e Crai- rettivo Gasparutti Armando, segretario uscente del Comitato di zona del Cividalese, Manzanese e Valli del Natisone. Petizione dei Cittadini di Vernassino I cittadini di Vernassino (frazione di S. Pietro al Natisone) hanno sottoposto all’attenzione delle autorità comunali, provinciali e regionali il grave stato della strada che dalla frazione di Coceva-ro conduce a quella di Costa. In particolare lamentano il fatto che non sia stato ancora riparato il tratto di strada recentemente interessato da una frana. Chiedono anche la sistemazione di alcuni tratti di strade interne delle tre frazioni. Lamentano anche la situazione dell’erogazione dell’acqua e chiedono che si giunga al più presto alla soluzione del problema. In attesa hanno sottoscritto e sottoposto all’attenzione delle autorità suddette u-na petizione in merito. Medaglie d’argento per la resistenza a Cividale e Tolmezzo PER NAPOLI O PER LA BENECIA ? Nella campagna per il referendum contro la tutela della minoranza slovena si sono lanciati con tutto il proprio peso (a dire il vero non pesano tanto: un buon quintale in due), anche i due Napoli di Podresca: padre e figlio. Così, anche loro due hanno incominciato la raccolta di firme per il referendum contro la lingua slovena. A dire il vero, la gente non sa di che si tratta: o per Napoli o per la Benečija, visto che nella petizione si afferma che difenderanno il nostro dialetto e la nostra tradizionale cultura. «Ma come?» si chiede la gente «se non hanno fatto mai niente per il nostro dialetto!». Una cosa è certa: ai due Napoli non tutto va liscio e quando incontrano persone che non vogliono firmare, si sentono le loro grida da un paese all’altro. La gente commenta: «Non possono dimenticare i vecchi tempi!». Ciò che fa meravi- CIVIDALE Al distretto la programmazione sul diritto allo studio Il consiglio del distretto scolastico di Cividale si è riunito lunedì 23 aprile ed ha discusso ed approvato un documento sul diritto allo studio e l’assistenza. Particolarmente impegnata la discussione sulla gestione dei fondi regionali: è prevalsa la tesi che assegna al dibattito la funzione preminente della programmazione e della proposta, mentre ai comuni viene delegata la parte amministrativa e finanziaria. Il voto sul documento di un gruppo di studio è stato unanime. gliare i progressisti della Valle del Judrio è il fatto che Ivo Napoli ha avuto i voti di tutta la sinistra come capolista per il consiglio comunale ed oggi con questa sua azione va spaccando le forze della sinistra stessa. Il lupo cambia il pelo,, ma non il vizio. PRAPOTNO Al podpišete za Napoli al za Benečjio? U kampanijo za referendum pruoti slovenskemu jeziku sta se spustila, z uso težo (peso), tudi dva Napoli iz Podarskjega: oče in sin. Ma, pruzapru, na pezi-ta dost: obadva skupaj an dobar kuintal! Takua tudi ona dva sta začela pobjerat podpise (firme) za referendum pruoti slovenskemu jeziku. Po resnici povjedano ljudje ne vedo, zakaj se gre: al za Napoli al za Benečijo, ker je u peticionu napisano, da bojo branil naš slovenski dialet. «Ma kuo?» se upra-šajo ljudje, «če njeso mai nardil nč za naš dialekt». Adna stvar je sigurna, an je tale: jim ne gre gladko, in kadar nalete na ljudi, ki jim nečie.i; p' d višat, začneta arjut, da se jih čuje od vasi do vasi. Ljudje pa ko-mentavajo: «Se ne moreta pozabiti starih cajtu». Kar se narbuj čudijo pro-grestisti iz prapotniškega komuna je tuo, da je Ivo dobiu glasuove za komunski konsej tudi od levice in da sada s svojo iniciativo ciep levico. Vuk menja dlako pa ne navade! Il Presidente del Comitato Provinciale deli'A.N.P.I. ha la profonda soddisfazione di annunciare che, da parte del-l'on. Arnaldo Baracetti, gli è giunta la comunicazione del conferimento — per mezzo di regolare decreto firmato dal Presidente della Repubblica e del Ministro della Difesa — della Medaglia d’Argento al V.M., per attività parti-giana, ai Comuni di Cividale del Friuli e di Tolmezzo. Per Fon. Baracetti è stato un impegno morale, oltre che politico, quello di interessarsi affinchè tale conferimento giungesse a giusto riconoscimento dei disagi, delle privazioni, delle distruzioni, delle rappresaglie, dei sacrifici di vite umane, degli eroismi, degli eccidi legati alla costituzione delle zone libere del Friuli orientale e della Car-nia. Le motivazioni delle due medaglie d’argento infatti e-splicitamente ricordano tanto i centri siti tra Tarcento e Cividale quanto Ampezzo e i comuni martiri di Paluzza e di Sutrio, di Forni di Sopra e di Forni di Sotto, di Ene-monzo, di Forni Avoltri, di Ovaro, di Paularo, di Prato Camico, di Villa Santina. Le genti del Friuli orientale e della Carnia vedano così premiato il loro impegno patriottico e antifascista. Accogliendo l’appello del C.L.N.A.I. che, il 14 giugno 1944, invitava gli italiani a passare decisamente all'azione, le brigate partigiane operanti tra il Natisone e il Torre, costituirono la Zona libera orientale del Friuli, comprendente i sei Comuni di At-timis, Faedis, Lusevera, Ni-mis, Taipana, nonché frazioni di Povoletto e di Tarcento. Le formazioni partigiane a-vevano l'appoggio delle popolazioni locali e di quella di Cividale che, per la sua tradizione patriottica e antifascista, assecondava con entusiasmo i combattenti impegnati a realizzare e a difendere, nella regione, di fatto annessa al Terzo Reich, un lembo di Patria italiana. Tale impegno costò doloro- si sacrifici di vite umane, indicibili disagi per i reparti del C.V.L. e per le popolazioni locali, che assistettero ad eccidi, incendi di interi paesi, a saccheggi e ad indiscriminate deportazioni. I quattrocentoquattro caduti, partigiani e civili, sono il prezzo pagato. FESTA DELLA LIBERAZIONE A LUSEVERA A Lusevera, uno dei centri più colpiti dal terremoto delia Slavia veneta, è stato celebrato domenica, 22 aprile, l’anniversario della liberazione con la partecipazione del-l’on. Mario Lizzerò, valoroso comandante partigiano, e medaglia d’argento della Resistenza. Nel suo discorso si è soffermato sul significato che ha oggi questa celebrazione, che non deve essere un semplice ricordo e riferimento al passato, quanto un impegno perchè sia sconfitta la violenza in Italia e nel mondo. Rammentando il contributo che proprio queste terre di confine diedero alla Resistenza unendo italiani, friulani e sloveni contro l’invasore tedesco e contro il fascismo, Lizzerò ha sostenuto che proprio su questi confini, dopo Osimo, devono trovare spazio la pace, il progresso e la ricostruzione. In precedenza la popolazione di Lusevera aveva formato un corteo che, raggiungendo dalla chiesa il monumento ai caduti, recava una corona in memoria di quanti, come ha detto il prof. Cerno prendendo la parola, hanno dato la vita per la nostra libertà e per la pacifica convivenza fra i popoli. La serata si è conclusa con l’esecuzione di canti popolari e partigiani da parte del coro di S. Floriano del Collio, vivacemente applaudito dal pubblico. IZIDOR PREDAN: Mali Tončič je branil svoj jezik XVI. " A zdaj, kaj se mu je zgodilo? Po vzgojiteljevi pridigi je postal ves drug, kakor da bi bil omamljen. Sramoval se je svoje matere in njene črne rute! Spočetka se je temu občutku upiral. Včasih ga je bila celo groza in strah pred neodpustljivim grehom, a bolj ko je premišljeval o vzgojiteljevem govorjenju in o posmehovanju gojencev, bolj se je vdajal. Vprašal se je, zakaj se moramo tako oblačiti, da se zdimo smešni drugim? Da drugi pogledujejo za nami? Tončič ni bil nikoli mimo Čedada, zato ni videl sveta, ni vedel, da je kmečko prebivalstvo, kakršno je njegovo, preprosto, skoraj povsod enako oblečeno. Zdaj se je zavedal samo tega, da če hočeš biti cenjen in spoštovan, moraš biti čedno in lepo oblečen. Seveda, Tončič ni dvomil o tem, da slovenski narod, čeprav majhen po številu, ne zaostaja v niče- mer za drugimi večjimi narodi, da ima naš nekaj nadmi-lijonski narod svoje zdravnike in bolnišnice, svoje inženirje in tovarne, profesorje in univerze, pesnike in pisatelje, ki so se uveljavili v mednarodnih kulturnih krogih, da ima svoje umetnike in znanstvenike, odvetnike in sodnike, režiserje in filmske igralce, da organizira festivale popevk in filmov in da je ta mali narod pokazal vsemu svetu v nedavni preteklosti, kako zna braniti svoje dostojanstvo; a je ta narod daleč od njega, v drugi državi, in on ne more videti njegove ustvarjalnosti, njegove sile v pogonu. To mu nič ne pomaga. On pa mora misliti na svojo bodočnost, na svojo kariero v svetu, kjer živi. Prav zaradi tega, ker ni bil nikoli mimo Čedada, ni vedel, da, kar se tiče oblačila, ima vsak narod svoje šege in običaje in da se lahko skriva pod raztrgano obleko plemenita duša, pod novo in dragoceno pa črna, lopovska duša. Tako vdan, premagan in spremenjen v duši, je pričakal Tončič naslednji materin obisk. Mati ga je obiskala neko jesensko soboto v opoldanskih urah. V mesto je prišla tudi po drugih opravkih. Najprej je šla na živinski trg in kupila mladega prašiča za rejo. Pustila ga je v vreči, na dvorišču slovenskega gostilničarja, nato se napotila proti zavodu. Tončič je bil pravkar prišel iz šole. Ustavil se je bil na dvorišču zavoda in se pogovarjal s sošolci o zadnjih nalogah, ki so jih dobili v šoli. Mati stopi na dvorišče in ga zagleda. Tudi on jo je vi- del, toda ni stekel k njej in jo objel, kot po navadi. Povesil je glavo in stal na mestu, kot pribit. Mati se je začudila. Napotila se je k njemu. «Kako je s tabo, Tončič?» ga je vprašala, položila na tla torbo in ga objela. On, ki je vedno gojil do matere nežna in globoka ljubezenska čustva, je sedaj ostal kot kip. Ni se ganil in je ni poljubil. «Spekla sem ti gubanco in prinesla no malo sira!» mu je rekla s prisilnim nasmehom, ker je že razumela, da s sinom nekaj ni v redu. «Kaj ti je? Ali imaš morda težave v šoli? Govori, vendar, kaj ti je?». «Nič mi ni!» je nekoliko osorno odgovoril. «Na koga si pa jezen? Name? Veš, te nisem mogla prej obiskati. Imeli smo dosti dela. Komaj včeraj smo končali z izkopavanjem krompirja. Bilo ga je dosti. Lepo je obrodil, pa tudi debel je, veš? Pa tudi denarja ni vedno, kadar bi človek želel kaj. Zbirala sem ga dalj časa, da sem spravila skupaj toliko, da sem danes lahko kupila mladega prašiča. Veš, prav lepega sem kupila, ga boš videl. Ne huduj se, če te nisem mogla prej obiskati, saj veš, da mi je žal. Rada te imam. Vsi te imamo radi». Poskušala ga je pobožati po licu in laseh, a on se je odmaknil. «Tudi če me ne obiščeš, prava reč!» je zdaj rezko odgovoril. «Sin moj, kaj praviš?kajse ti je zgodilo, kaj sem ti storila, da si jezen name? Zakaj me tikaš, saj si me vedno vikal, kakor je stara naša sveta navada?». !Nadaljevanje prihodnjič) Mladi nogometaši (Squadra allievi dell’U.S. Valnatisone) Za naše rože None, mame, tetè, navuo-dje, an zaki de ne, tudi možje iz naših vasi! Se zmisli-te na tiste stare važe z rožami, ki so jih naše none tarkaj zalivale in usta j ale ponoč za ne pustit, da jih tu-ča potuče? Al je bluo tuole samuo «hobby», al je bluo še ki druzega? Mi od društva Rečan mislimo, da je bluo dost vič ku «hobby» al pa zamuda cajta. Njeko nuoč sem ču moj ga tata, ki je ueku nad mojo mamo: «Ka nosiš važe pod strjeho, bješ po vinjiks, tiste znes u kij et, bojo no malo buj hnucu!». Drugi dan pa je ustu buj zguoda, ku po navad, da je zaliu tiste važe, prej ku šu na djelo. Kikrat sem jih ču use te presnete, kadar smo. cabal balon an smo polomil kako «giorgino»: za naše mame je bla tista «giorgina» vič urjedna ku za nas balon. Njeso ku dvje parglihe za vam ljeuš povjedat, brez tarkaj besjed, zaki njeso rože za naše ljudi samuo zamuda. Zatuo smo se odločil, tisti od društva Rečan, da bomo premiai narljeuše rože iz naših vasi. Vi muorta ljubit rože, takuo, ku sta jih do sada. Vi nas muorta poklicat, kadar vam bojo nar-ljeuš cvedle. Mi vas pridemo radi gledat. V usaki vasi je kajšan član našega društva, ki bo videu naravno lepoto vaših rož, če ne pa pi-sajte nam, mi pridemo k vam zlo veseli. A. C. Fašisti razbivajo u Čedadu Ponoči od sobote 28. do nedelje 29. aprila so fašistični kriminalci razbili u Čedadu štiri stenčase ( bacheche), ki so jih imjeli postavljene na zidovih stranke (partiti): DC, PCI, PSI in PDIJP (Manifesto). Al bo tele sorte ofenziva, ki jo je pred kratkem obe-čju njih šef Almirante u Rimu? Troštamo se, da jih bo policija odkrila in spravla sedet tja, kjer bi muorli se-djet. KODARMACI limarla je Teresa Bordon, uduova, Modrian Na Veliko noč (15.4.1979) je umarla u čedajskem špi-talu Teresa Bordon, uduova Modrian. Imjela je 74 ljet. U veliki žalosti je zapustila družino, žlahto in parjate-lje. Nje pogreb je biu par čjubicih u pandejak 16. a-prila. Ohranili jo bomo u večnem spominu. Rajnka Teresa Bordon Sioru na Lažeh so okarstili že šestnajstega navuoda N nedeljo 22. aprila je bla u Šiornovi družini na Lažeh velika «fešta». Pri Devici Mariji na Krasu so karstili Ivana, katerega tata je Tona Cicigoi, mama pa Ivanka. Usi so veseli za rojstvo malega Ivana, posebno pa nono Bepo, ki se je ponosno pohvalu: «Dons so mi okarstili šestanajstega navuoda». Po karstu Ivana, je kar-stu pa nono Bepo po dre-ških oštarijah. Usakega pa- rjatelja, ki je srečju, je «okarstu» s pcu litra sladke kapljice. Malemu Ivanu želimo, da bi rasu zdrav ir vseu, da bi imeu puno sreče u življenju. PIŠE MIUTA POVASNICA Saku an Lujer Ankrat saku an lujer sta šla pod pročeš na tribunal od tičju. Salcola so tožil za «strage» — je snjedu petnajst tičjacu uoz gniezda —, luje-rja pa «per molestia», zak je zapieu z. jut ra ta pred sako-lovo hišo. Lujerja so parnesli uoz paragona an so ga muorli ma-lomanj nest: je biu pun spota an takuo rastrašen, de se je zdielo de ukrepava. Sakii pa se je parpeju naglih uoz klinike, kjer je biu rikoveran, kar so ga areštal. Lujer se je utisnu tu an pič an nie uagu še oči uzdignit. Saku pa taspriet, s parstan tu gajuf od gilè, je gledu ravno tu oči sodnike, priče an avokate: glih ku an mafioš. Sodniki poslušajo, se umaknejo an se zaprejo, storijo finto diškutit. Potlè pride «sentenza»: sakù «assolto con formula piena», kjer je biu «in leggittima difesa», lujer pa kondanan «per schiamazzi mattutini». President od tribuala je biu an štornel. [Laška pravca, ki jo je napisu Riedo Puppol. Anche quest'anno 'MOJA Tutti in coro quest'anno partecipiamo al Concorso in dialetto «Moja vas», organizzato dal «C.C. Nediža» di S. Pietro. Certo! Ci troviamo per la prima volta tutti insieme a ribadire l’importanza del dialetto e della cultura locale. Il nostro Circolo Culturale da anni si batte perchè il dialetto riviva nella nostra comunità e trovi la sua giusta collocazione, ma non è più solo nell'auspicare questa i-niziativa. Ora ce pure l’Amministrazione Comunale che si prende a cura il problema ed invita i maestri delle nostre scuole Tudi letos 'M Vsi skupaj se bomo letos udeležili natečaja v dialektu «Moja vas», ki ga prireja kulturno društvo «Nediža» iz Š petra. Prvič se srečamo vsi skupaj in potrdimo važnost našega dialekta in krajevne kulture. Naš kulturni krožek se že več let bori za valorizacijo dialekta v naši skupnosti. Zdaj si je tudi občinska u-prava vzela k srcu problem in vabi učiteljstvo naših šol, da pobrska pravljice in igrice v dialektu. In glej, učitelji «vsi v zboru» se naenkrat zavedajo, da niso nikoli imeli nič proti dialektu (glej odgovor didaktičnemu ravnateljstvu v Sv. Lenartu učiteljskega zbora); so samo pozabili, da obstaja, ampak sedaj ko so ga ponovno osvojili...! Ampak prava bomba je referendum nekaterih «prijateljev» naše skupnosti, kaj zahtevajo? Hočejo prerod našega dialekta, hočejo njegovo uveljavitev v vseh oblikah in kdo so ti ljudje: mnogi, vsi tisti ki so bili nasprotniki našega dialekta, so naenkrat postali njegovi edini branilci!!! Ampak kaj počenjajo tako važnega? Podpisujejo in sprejemajo vendar naš dialekt. Lahko zaključimo z mislijo, da se vsi strinjamo, da je dialekt v naši skupnosti velika vrednota, ki jo je treba gojiti in braniti. In katera je najboljša prilika, ki bo dokazala poštenost tolikih besed in podpisov? Natečaj v dialektu nadiških dolin «Moja vas». In če so prebivalci naših dolin «mož besieda» se bodo množično udeležili natečaja in bodo poplavili prireditelje s prispevki. Spomnimo se, da je natečaj odprt tudi odraslim. Drugače? Drugače nam naši podpisniki lahko prihranijo njihovo zgodbico. Iz «San Martino» april 79 PISE P ET AR MATAJURAC a ripescare le favole dialettali e le recite. Ed ecco che i maestri, «tutti in coro» si accorgono che non hanno mai avuto nulla di contrario contro il dialetto (vedi risposta al Circolo Didattico di S. Leonardo del Collegio dei docenti), si erano solo dimenticati che esiste, ma ora che lo hanno riscoperto...! Ma la bomba finale è il referendum di alcuni «amici» della nostra comunità, cosa chiedono? Chiedono che il dialetto rinasca in tutta la sua importanza, in tutta la sua vasta colorazione cromatica, e guarda un po': molti, cioè tutti quelli che fino a ieri erano contrari al nostro dialetto, si scoprono i suoi unici difensori!!! Ma cosa fan no di veramente importante? Mettono nero su bianco e firmano che accettano che finalmente il nostro martoriato dialetto torni in prima pagina. Possiamo quindi concludere che siamo tutti d’accordo che nella nostra comunità c’è un grande valore da difendere e rinforzare, e quale migliore occasione per dimostrare la sincerità di tante parole e firme? Ecco arrivare il concorso «MOJA VAS», concorso in dialetto delle Valli del Natisone. Se effettivamente le genti delle nostre Valli sono di parola «so mos besieda» quest’anno parteciperemo in massa al concorso e sommergeremo il povero Circolo Culturale «Nediža» di testi. Ricordiamoci che il concorso è aperto pure agli adulti. Altrimenti? Altrimenti i nostri firmatari possono anche risparmiarci la loro storiella. dal «San Martino» aprile 1979 Klinove iz Škrutovega Emilio Gariup, buj lepuo poznan pod domačim imenom KLIN, je biu osebnost in posebnost u naših dolinah. Biu je an «personaggio» svojega cajta. Biu je poznan po usjeh dolinah, še buj ku Ivan Trinko al pa kajšni drugi imenitni možje naše zemje. Se današnji dan so žive med našimi ljudmi njega «battute», njega duhovitost, dovtipi (arguzie), vici (barzellette). Še donašnji dan jih ljudje radi pripovedujejo, drugi poslušajo in se smejejo. Mislim, da napravim dobro rječ u spomin našega Klina, če napišem nekaj njegovih najboljših, da ga bojo poznali tudi po svjete. Zatuo prosim tudi drage brauce, da mi pomagajo in da mi pišejo, kar jest ne vjem in kar oni vedo o tem simpatičnem možu, ki nam ga je smart premladega pobrala. Gariup Emilio-Klin se je roditi u Škrutovem 5. junija 1914 in je umaru u čedajskem špitalu 4. maja 1969. Počiva venčno življenje u bri-tofu Sv. Ljenarta. Rodiu se je u buogi družini m je djelu use meštjerje, da jo je «uljeku naprej», da je prerediu družino. Popravit je mizerjo in tarpljenje, a ni nikdar zgubiti dobre volje, voljo do veselega življenja do smjeha. Rad je poslušu smješne in debele, še rajš pa jih je pravu. Poseban ton je dajau njega «barzelettam», kadar je nomalo pojecu. Imeu je zmjeraj okuole sebe puno poslušalcu. Kjer je biu on, je bla družba, smjeh in veselje. Vjem jih puno o njem in sam ne vjem, kje paj bi začeu. Bla je na Ijepa zornada, kadar me je pošju direktor od Matajurja oku po novice. Klina sem ušafu pred tehtnico (pesa) u Škrutovem. Uprašu sem ga, če mi lahko povje, kaj novega, za pisat na Matajur. «po-po-posluši no-no-malo. Mo-mojega starega, go-gospodarja, hogataža, ki san djelu pu-puno pod njim an me-me je pu-puno ma-martru, je je do-do dolet jelo. Sa-sada stegava no-no-noge. Po-poča-ki no-nomalo, pa-pa boš pi-pisu o njega smarti an bo-bo-bojo tisi ve-veseli!» Mi je od-guariu in rjes je za nomalo ur potle tisti bogataž-uohar-nik umaru. Parvi spomin o Klinu pa imam tele tle: Ankrat srna se peljala kupe na autobusu iz Čedada pruoti dolini Sv. Lenarta. U Čedadu je stopu na ko-riero an gospodski človek iz Milana. U sedmi se je glih blizu Klina. Tudi tale človek je jecu, ku Klin. Kadar smo se peljali mimo Šenčju-rja, se je oglasu in za jecu. Povjedu je Klimi, da gre par-vikrat u našo dolino in da ima žlahto u Dolenji Mjersi. Prosu ga je, naj mu povje, kje je Dolenja Mjersa, da bo izto-pu iz korjere. Klin mu ni odgovoriti, samuo pokimu mu je z glavo, gor in dol, kar je pomenilo, da je zastopu in da mu bo pomagu. Mi, ki smo bli priče telemu dogodku, smo nanj pozabili, kadar je peljala koriera mimo Dolenje Mjerse, ker je biu objubu milanskemu gospuodu pomoč naš Klin. Par šli smo u Škru-tove in tam je milanski go-spuod poprašu, če je še deleč do Dolenje Mjerse. Šofer mu je odguoriu, da bi biu muoru prej iztopit, da bo muoru sada napravit parbližno dva kilometra par nogah nazaj. Mož se je razjezu in buj ko je biu jezan, buj je jecu. Klin se ni oglasu. Žalostno je bulli u kandrejo pred sabo. Kadar je šu gospuod iz Milana par nogah pruoti Dolenji Mjersi, sem se še buj parbližu Klinu in ga pouprašu: «Zaki mu njesi povjedu, naj iztopi pod Dolenjo Mjerso? Videu sem, da si mu z glavo pokimu, da mu povješ...». «Se-se-se n j esani teu kregat!» mi je na kratko odrje-zu Klin. Njega odgovor mi ni biu zadost jasen. Ga njesam za-zadost jaseu. Ga njesam zastopu. «Zaki bi se biu muoru kregat?» sem ga še pouprašu. «Al si ga ču, da je jecu?» «Ja!» «Tudi jest ječam. Če bi se biu oglasu, bi biu on mislit, da ga par jemati po rit in takuo bi se bla muorla kregat!» mi je pojasnit Klin. Usi na avtobusu so se zasmejali in jest sem šu naprej z dugim nuosam. Za sada, mislim, da bo zadost. Drugikrat boste brali še buj smješne. Vas pozdravja vaš Petar Matajurae. Na levi je premij «Friuli d’oro», na prijelo podjetje Benedii desni pa premij «Bramante», ki ju je Gradbeno podjetje BENE-DIL v Čedadu, ki gradi in postraja hiše z mtisizmič-no tehnologijo, je dobilo letos dve veliki priznanj: nacionalni premio Bramante in premio Friuli d’oro. V prvi diplomi je napisano: «Per aver contribuito, con alto senso di responsabilità e perizia, allo sviluppo tecnologico del settore. «V drugi diplomi pa je rečeno: «Per aver contribuito a dare lustro al Friuli distinguendosi nel proprio settore merceologico e rendersi benemerita nei confronti dei consumatori». V slovenščini pomeni, prvo: «Ker je prispevalo, z visokim čutom odgovornosti in izkušnostjo, k tehnološkemu razvoju sektorja.» Drugo pa: «Ker je prispevalo k slavi Furlanije, se odlikovalo v svojem merceolo-škem sektorju in zadovoljilo potrošnike». Premio Friuli d’oro je dobila tudi pekarna Martinig za svoje gubance. čestitamo! Dva premija za BENEDIL Friuli d’oro tudi za gubance MARTINIG Rajnik Emilio Gariup - Klin f$E KAJ SE JE ZGODILO PO NAŠIH DOLINAH Dol kjer parste rježejo Nesreče na djelu, hud problem za naše pendolariste Pendolarist! Kaj je pendo-larist? Pendolarist je djelo-vac, ki se muora usak dan voziti na djelo, je djelovac, ki ima djelo deleč od svojega doma. Muora ustajat zguoda, se vozit vič kilometrov in kadar pride na djelo, je že trudan, zvečer pa se varne pozno damu. Mi jih imamo u naših dolinah tajšnih vič ku an taužent. Hodijo dje-lat u Manzan, S. Giovanni, Corno di Rosazzo, Čedad, Videm in u druge kraje. Teli naši djelovci se za tisto plačjo na doplih martrajo, ku tisti, ki imajo djelo blizu duoma. Zunaj tega imajo tudi narvič nesreč na djelu, po fabrikah. In tuole je zanje velik problem. Ko pišemo tele varstice, imamo pred sabo anketo (inchiesto), ki so jo na-pravli delovci - komunisti po fabrikah Manzana, San Giovanni al Nat. in Corno di Rosazzo. Po fabrikah teh treh komunov se je zgodilo lansko ljeto (1978) 1052 nesreč na djelu (infortuni sul lavoro). Samuo u Manzanu je bluo 638 nesreč in od teh je bluo kar 458 od djelucu, ki so iz drugih komunov, tuo se pravi pendolaristi. Rjes je, da če si trudan na djelu, se ti prej in buj lahko zgodi nesreča. kot tistemu, ki je odpočit, a za takuo veliko število nesreč, ne more biti kauža samuo trudnost. Gospodarji od fabrik pravijo, da se zgodi največ nesreč zavojo tega, ker delovci se ne znajo varvat. Tuole pa ne more daržat. Anketa (inchiesta) pravi, da pride do narvič nesreč zavojo prehitrega ritma na djelu, pa tudi zavojo pomanjkanja sigurnih naprav. Kakuo more bit, da u fabriki, kjer dje-la 250 djelovcu, je paršlo u enem Ijetu do 40 nesreč in u drugi, kjer jih djela samuo 60, pa so im jeli 19 nesreč? Pride reč, da gospodarje ne briga sigurnost djelovcu na djele. Ne, nje briga samuo, da puno zaslužijo za gospodarje. če djelovcu mašina odrježe parste — al pa roko — bo plačju INAIL. Medtem gospodar dobi nove delavce, z zdravimi par- sti, dokjer jih bojo imjeli, potle kjetna bo šla naprej. Po naših dolinah vidimo zmjeraj vič mladih brez parstu. če jih uprašaš, kaj se jim zgodilo, ti odgovore, da so zgubili parste u fabrikah Manzana ali u njegovi bližini. če so jih zgubili, zatuo, ker so bli trudni, zakaj se ne napravi fabrik buj blizu naših djelovcu? In če je kauža od gospodarju po fabrikah, ker ne skarbe za sigurnost na djelu, kje je išpecion? GRMEK Od L.jes do Campidoglia: tale je kultura, ki nam ponujajo! U petak 21. aprila ponoč so fašisti u Rimu napravli z močno bombo atentat na Campidoglio in s tem storili veliko škodo umetninam opere d’arte), ki sta jih napravla znana umetnika Michelangelo Buonarotti in Giacomo della Porta. Usi pametni in demokratični, pošteni ljudje Italije so ostro obsodili tale umazan atentat fašističnih krimina-lov. Atenat na velike artistične urjednosti, ki jih je ustvaru um največjih Italijanov, so napravli ljudje, ki pravijo, da so narbuojši italijani donašnje Italije, da so narbuojši patrioti. Kaj-šan špot, kajšna sramota! Oni, ki pravijo, da jubijo, da imajo radi Italijo, oni, ki obtožujejo druge, da so proti Italiji, oni poderjajo nar-ljeuše reči, ki jih je postavu na noge um, talent velikih italijanskih mcži. Resnica, neizpodbitna resnica je, da fašisti njeso nikdar ljubili kulture, ne italijanske ne drugih. Oni so sovražniki kulture, civilizacije in mirnega življenja med ljudmi in mod deželami. Oni poznajo samuo eno «kulturo», ki se imenuje nasilje ( violenza ) in to njih kulturo so tj el usilit tudi drugim deželam, zatuo so zadarli uejsko in zavojo njih je bluo puno prelite karve. požgane vasi in posute m jesta. Take «patriote» dobivamo in srečjavamo tudi po naših dolinah. Oni bi nas radi potisnili nazaj u njih stare ca j te. Kaj naj mislimo o tistih, ki nam ponujajo «njih kul- turo» z volgarnimi cjestnimi napisi na Ljesah ali pod Lje-sami? Al naj mi zamenimo našo kulturo za njih volgar-nost? Ne, naša kultura je čista, kot je čisa naša vjest. Mi djelamo odkrito, na bjelem dnevu. Se ne skrivamo. Kar napišemo, tudi podpišemo in če zgrešimo, policija, ka-rabinieri, sodišče, vedo, kje nas ušafat. Oni pa djelajo poskrivš, ponoč, ku tatje. Varžejo kaman (al pa bombo) in skrijejo roko. Oni se ne podpišejo, morebit zatuo, ker jih ljudje poznajo: usa-ka umazana rječ nosi njih firmo, in zatuo jim ni trjeba podpisovat. Usi vedo, kduo so. So zmjeraj tisti in tajšni, od Ljes do Campidoglia! Doric SEUCE Umarla je «nona» grmiškega komuna U torak 17. aprila je umarla u čedajskem špitalu Vogrig Luigia (Vigia) uduo-va Drescig iz naše vasi. Učakala je visoko staruost: 12. februarja 1979 je dopunla 90 ljet. Bla je najstarejša žena grmiškega komuna. Bla je pridna žena, skarbna mati in gospodinja, djelala je do zadnjega. Nje slovenske mašne bukva je do smarti brala brez očjalu. Nje pogreb je biu na Ljesah u četartak 19. aprila. Družini in žlahti naj gre naša tolažba. Rajnka Luigia (Vigia) Vogrig • uduo-va Drescig - Petruova iz Ssuca SV. LENART KOSCA U soboto 21. aprila je umarla u čedajskem špitalu Maria Simaz, uduova To-masetig-Rosova po domače. Rnjela je 75 ljet. Nje pogreb je biu u Kosci, u nedeljo 22. aprila popudne. Ohranili jo bomo u večnem spominu. ŠPETER DOLENJI BARNAS U torak 17. aprila je umani u čedajskem špitale Vittorio Borghese, star 74 ljet. Rajnik Vittorio je biu velik invalid od uejske, pa tuole ga ni šlajfalo, da je biu zmjeraj pobudnik dobrih djel u Barnasu. Med drugim je biu animator domačega pevskega zbora (coro) in barnaške godbe na pihala (banda mus.). Njega pogreb je biu u Barnasu u četartak 19. aprila. ŽalosZtni družini naj gre naša tolažba. Peticija prebivalcev Gorenjega Barnasa Prebivalci Gorenjega Barnasa (Odčina Špeter) so naslovili na pristojne občinske, pokrajinske in deželne oblasti, peticijo v kateri opozarjajo na ne vzdržno stanje, v katerem se nahaja cesta med Kočebarji in Ko-sto, ki jo je pred časom poškodoval zemeljski usad. Prebivalstvo treh vasi se tudi pritožujejo, da je dotok vode v hiše nezadovoljiv, zato zahtevajo, da oblasti rešijo tudi to kočljivo vprašanje. Špeter in 25. april Slovenska kulturna društva in ANPI iz nediških dolin so proslavili s kratko in preprosto cerimonijo dan ustaje: 25. april. K spomeniku padlim u stari cerkvici Sv. Kvirina so položli kranj-celj z rožami. O pomjenu 25. aprila, o tistih, ki so padli za našo frajnost, sta govorila Mario Bergnach, predsednik ANPI iz Nediških dolin in predsednik društva «Ivan Trin-ko», prof. Viljem Černo. Oeglih sta bla povabljena predsednik gorske skupnosti in šindak iz Špetra, nista paršla na cerimonijo. Po svečanosti u Špetru so šli beneški Slovenci praznovat 25. april u Videm, kjer je govoriu predsednik parlamenta Pietro Ingrao. Predstavniki ANPI in naših društev so nosili po Vidmu dvojezični transparent, s katerim so zahtevali svoje pravice. GORENJI BARNAS U soboto 14. aprila je na hitro umarla Livia Cernoia, poročena Cernoia. Imjela je samuo 50 ljet. Rajnka Livia je bla trojčka (trigemina), dve sestre in bratrac so se hnadu rodili. Bratrac je umaru hitro po rojstvu. Nje pogreb je biu u pan-dejak 16. aprila u Gorenjem Barnasu. Možu, sino-vam in hčerkam naj gre naša tolažba. Pišemo linadu o njih poroki in o rojstvu njih parvega otroka Fabio Costaperaria in Graziella Butterà, on 24, ona 20 ljet, sta se poročila 23. decembre 1978. Graziella se je rodila u Belgiji, a je nje tata, Angelo, doma iz Ofjana. Nje mama pa je Augusta Parisi iz Trenta. Graziella je parhajala usa-ko ljeto na obisk u očetov rojstni kraj in takuo je spoznala Fabia, morebit, kadar je raztegavu ramoniko, ker je Fabio dobar godac. Sada živita u Barnasu in u soboto 28. aprila je njih skupno življenje razveselilo rojstvo ljepega puobčja, kateremu so dali ime Matteo. Mlademu paru in malemu Matteu želimo uso srečjo u življenju. ŠPETER Un pandejak 30. aprila je umarla na svojem domu O-liva (Ida) Tomasetig, uduova Venuti. Imjela je 75 ljet. Nje pogreb je biu u Špetru u torak 1. maja popudne. Puno parjatelju jo je spremljalo k zadnjemu počitku. Ohranili jo bomo u ljepim spominu. &UIEHE ! BEITO* Fabio Costaperaria in Graziella Butterà na dan svoje poroke KRAS - RUONAC Oh praznovanju parvega maja potrjena obveza za pravice Slovencev Cepru je liu daž kot iz škafa, se je zbralo za 1. maj na Krasu pri Dreki in u Ruoncu puno naših djelovcu, kume-tov in članov kulturnih društev. Na Krasu so organizirali praznovanje 1. maja, kot usako ljeto, socialisti. Komunisti in njih simpa-tizeriji pa so se letos drugikrat zbrali u Gorenjem Ruoncu. Parvomajska manifestacija socialistov u Dreki je imjela velik politični po-mjen. Usi govorniki — poslane Loris Fortuna, sekretar PSI za čedajski Manda-ment in šindak iz Corno di Rosazzo Igino Visintin, ter prof. Viljem černo — so se u svojih govorih zauzeli za pravice Slovencev in ostro obsodili iniciativo za referendum proti slovenskemu jeziku. Manifestacija komunistov u Ruoncu pa je bla bulj popularnega in kulturnega karakterja. Nekaj pesmi je zapjeu pevski zbor Rečan iz Ljes, za veselje in ples pa je igrala Narodna klapa. O pomjenu 1. maja, o naših pravicah, so spregovorili Piergiorgio Domeniš, mladinec Marko Predan in prof. Paolo Petricig. U Gorenjem Tarbju pa so praznovali 1. maj z «Marcia-longo», ki je bla duga 15 kilometru. ” MOJA VAS „ Continuano a pervenire dalle scuole e da singoli ragazzi i temi per il 6.o concorso Moja vas. Per consentire la più ampia partecipazione, il Centro studi Nediža ha prorogato i termini di presentazione al 31 maggio. TAMINES Mala Debora u naročju none Pred kratkem smo pisali, da se je rodila u Belgiji Debora Predan, hči Romea in Line. Stric Franc Feletig -Trebežanu iz «Castella» je su hitro gor pogledat, kajšna je. 2!atardiu nam je. da je zlo ljepa. Na sliki vidimo, iz leve proti desni: nona Ernesta in pisičja, strica Franca, nono Mario z Deboro u naročju in mlado mamo Lino. Livia Cernoia Rajnka