Luisa VILLOTTA* Presentazione del volume "Le Carte future' * Friularchivi VILLOTTA, Luisa, Introduction to the book "Le Carte future". Atlanti, Vol. 18, Trieste 2008, pp. 75-78. Original in Italian VILLOTTA, Luisa, Presentazione del volume "Le Carte future". Atlanti, Vol. 18, Trieste 2008, pp. 75-78. VILLOTTA, Luisa, Uvod v knjigo "Le Carte future". Atlanti, Zv. 18, Trst 2008, str. 75-78. Le carte future. La gestione della sicurezza dei documenti e degli opera-tori d^'archivio. Riflessioni eproposte a trent'anni dalterremoto in Friuli, atti del convegno organizzato dalla Sezione Friuli Venezia Giulia del-la Associazione Nazionale Archivistica Italiana, Trieste - Udine, 11 e 12 maggio 2006. Gli archivi rappresentano una realta in rapido e costante cam-biamento non solo per gli aspetti informatici che hanno radicalmen-te cambiato il volto dei documenti e le prospettive di conservazione ma anche per gli aspetti lavorativi che hanno visto il passaggio da una professione riservata ad operatori pubblici ad una attivita svolta pre-valentemente da liberi professionisti. Affrontare il cambiamento significa stabilire nuove regole e di queste nuove regole si e parlato nel sesto convegno organizzato dalla Sezione Friuli Venezia Giulia della Associazione Nazionale Archivi-stica Italiana e tenutosi nel maggio del 2006 tra Trieste e Udine. Gli atti, che qui si presentano, raccolgono i frutti di un dibat-tito ricco e articolato tra operatori pubblici e privati, rappresentanti del settore assicurativo, della formazione e della conservazione. Grazia Tato, anima vivace e instancabile di questa come di molteplici iniziative a carattere archivistico che si svolgono sul terri-torio, ha introdotto i lavori sottolineando il legame, stretto e recipro-co, tra archivi e archivisti: in un panorama animato da una continua innovazione non si puo dimenticare che la salvaguardia del patrimo-nio culturale racchiuso negli archivi non puo essere disgiunto dalla valorizzazione della professionalita e dalla tutela della salute di un patrimonio umano ricco e variegato. Voci come informatizzazione o esternalizzazione non hanno cambiato solamente una prassi di gestione dei documenti e degli archivi: hanno cambiato il metodo di ap-proccio ad una disciplina che sembrava sommersa dalla polvere ma che oggi rappresenta il punto nodale di molte discussioni sull'effi-cienza e sull'iter operabi ita dei sistemi informativi. Nel corso della prima sessione, dedicata alla sicurezza degli operatori, sono stati affrontati gli aspetti di una libera professione che, solamente da pochi anni, sta prendendo coscienza di se. Beatrice Pitassi ha portato la voce di una azienda che eroga servizi archivistici, di un datore di lavoro che si pone costantemente tra un'offerta di lavoro oscillante e una schiera di lavoratori atipici. Per garantire standard di esecuzione elevati si rivela indispensabile un rapporto di lavoro costante, basato sulla fiducia tra il professionista e l'azienda che lo impiega, e una continua formazione dei collaborato-ri che spesso vanno tutelati di fronte a una committenza che propone luoghi di lavoro inadeguati. Antonio Ratti ha sottolineato come la professionalita diventi l'elemento cardine nella valutazione dell'esternalizzazione di un com-plesso archivistico. La correttezza scientifica, fondamentale garanzia di tutela, deve rientrare in un apparato contrattuale che non disciplini solamente le procedure di gestione ma ponga in evidenza le carat-teristiche e le capacita tecniche del fornitore. Susanna Bolsi ha proposto una panoramica sul sistema previ-denziale attualmente in vigore, per dipendenti e liberi professionisti, concentrando l'attenzione sulla necessita di istruire nuovi strumenti per quegli ambiti lavorativi nuovi o rinnovati come quello archivisti-co. Nel corso della seconda sessione, dedicata alla sicurezza infor-matica, sono stati affrontati i temi legati agli aspetti normativi e con-servativi laddove la sicurezza del documento elettronico sembra an-cora ancorata all'idea di fissarne l'immaterialita su supporti tecnologici sempre piu avanzati. Antonio Dusi ha introdotto la sessione focalizzando l'attenzio-ne sulla compresenza, in molti sistemi di gestione documentale, di documenti cartacei ed elettronici. Si rende necessaria una approfon-dita riflessione sui sistemi informativi per garantire regole di gestione differenti ma integrate, in grado di assicurare l'efficienza della strut-tura, la disponibilita immediata dei dati e la loro conservazione nel tempo. Gianni Penzo Doria ha analizzato l'apparato normativo in vigore mettendone in luce punti di forza ed elementi di debolezza. Le incongruenze del testo normativo rendono evidenti le difficolta, ad ogni livello, nell'affrontare una rivoluzione epocale come quella in-trodotta dal documento informatico che si cerca di risolvere, troppo spesso, con puntualizzazioni tecniche piuttosto che soffermandosi a riflettere sugli effettivi cambiamenti di tipo diplomatico, su quella cesura ideologica e informatica, che non consente di comparare, ai fini gestionali, documento elettronico e documento cartaceo. Nel corso della terza sessione, dedicata alla sicurezza delle carte, sono state affrontate le problematiche della conservazione e del re-stauro dei documenti cartacei messi spesso a repentaglio dalla man-canza di adeguati piani di conservazione e dalla fallace prospettiva di una totale e indiscriminata informatizzazione dei supporti che ne consenta l'integrale conservazione in spazi ridotti. Anna Pia Bidolli si e soffermata sui problemi e sulle prospettive dell'edilizia archivistica, nuovo punto focale per l'amministrazione statale che deve fronteggiare le innovazioni proposte dalla normativa in tema di lavori pubblici e sicurezza. Roberta Corbellini ha illustrato il progetto della realizzazione di una cittadella degli archivi, quasi una naturale evoluzione degli obsoleti archivi di concentrazione, dove possa trovare adeguato spa-zio I'attivita di valorizzazione di beni culturali, come quelli archivisti-ci, spesso svalutati da una scarsa conoscenza. Barbara Bigi ha riportato il caso, best practise, dell'archivio generale del comune di Trieste, ente pubblico che, con un costante e pluriennale lavoro, ha saputo impostare un sistema gestionale e con-servativo che potrebbe dirsi campione per molte realta analoghe sul territorio. Alessando Giacomello ha ripercorso la storia, trentennale, del-la scuola di restauro regionale fiore all'occhiello nel campo della for-mazione di quegli operatori chiamati a intervenire non solo a danno fatto ma, soprattutto, nella messa a punto di piani di sicurezza ade-guati che tentino di scongiurare possibili danni al patrimonio cultu-rale e che prevedano procedure di gestione dell'emergenza finalizzate a limitare i danni a persone o cose. Paola Tascini ha richiamato l'attenzione sull'esperienza del la-boratorio di cartotecnica, legatoria e restauro istituito, presso l'Archi-vio di Stato di Rieti, inizialmente per finalita interne ma poi rivolto anche a soddisfare le richieste provenienti dell'esterno. Nel corso della quarta sessione, gestire I'emergenza, si e voluto ricordare il terribile evento sismico che sconvolse il Friuli nel 1976. La salvaguardia delle carte divenne allora sinonimo di tutela della propria storia per quei paesi in cui, poco dopo aver estratto le persone dalle macerie, si penso a mettere al riparo i documenti. Anna Gonnella ha ripercorso il ricordo di quei giorni illustran-do l'intensa attivita di tutela svolta dalla Soprintendenza Archivisti-ca, dai direttori e dai funzionari degli Archivi di Stato e dai volontari sparsi sul territorio. Nell'arco di pochi giorni, pur con le difficolta imposte dalla mancanza di sistemi di comunicazione e dai gravi dan-ni subiti da molti assi viari, vennero recuperati gli archivi sepolti dalle macerie e vennero puntellati gli edifici pericolanti nei quali era ancora vietato l'accesso. I complessi archivistici, ricoverati a Udine e a Trieste, vennero quindi riordinati e, nel corso degli anni, restituiti agli enti produttori. Marina Dorsi ha portato il resoconto della sua esperienza di archivista incaricata del riordino di molti di quegli archivi. Le condi-zioni di lavoro, molto spesso di considerevole disagio, e dei comples-si archivistici stessi, la cui configurazione si presentava pesantemente alterata, imponevano un lavoro improntato a istanze diverse da quelle attuali. Nel corso della quinta e ultima sessione, dedicata alla gestione esternale, sono state illustrate le problematiche connesse alla conser-vazione e alla gestione di un complesso archivistico presso un ente terzo, non produttore. Maria Emanuela Marinelli ha relazionato sull'intensa attivita svolta negli ultimi anni dal gruppo di studio promosso dalla Direzio-ne generale per gli archivi e dalla Associazione nazionale archivistica italiana. Le linee guida per l'outsourcing nei servizi archivistici, pro-dotte dal gruppo di lavoro, si configurano come uno strumento nelle mani di chi debba operare una scelta di esternalizzazione. Alberto Corteggiani ha rilevato I'elevato profilo degli standard di sicurezza nei depositi archivistici privati affermando che "dare in outsourcing la sicurezza significa aumentare la protezione dei docu-menti e delle informazioni affidandola ad una squadra di professioni-sti". Silvio Tarantino ha focalizzato l'attenzione sulle nuove pro-spettive che la gestione esternale potrebbe offrire. La salvaguardia dei documenti nel settore privato, ricopre un ruolo fondamentale, al pari di quanto accade nell'ente pubblico e quindi, esternalizzare, permette di sfruttare un bagaglio di conoscenze accresciutosi nel corso del tempo. Nell'ambito dell'animato dibattito, a conclusione dell'evento, sono emerse interessanti osservazioni in ordine ai temi trattati ed in particolare in merito alle problematiche collegate alla salvaguardia della professionalita archivistica, disciplina di antica tradizione rin-novatasi con il cambio epocale che l'informatica ha imposto alle am-ministrazioni pubbliche e private. Se un tempo l'archiviazione era prerogativa di pazienti funzio-nari pubblici che classificavano e mantenevano in ordine le carte loro affidate, oggi coinvolge, per la maggior parte, professionisti che ri-chiedono una formazione sempre piu approfondita e che sperimen-tano soluzioni tecnologiche al passo con i tempi, in linea con una normativa all'avanguardia che vorrebbe circoscrivere, all'immanenza del documento cartaceo, solamente una porzione residuale della ster-minata produzione documentale dell'amministrazione pubblica. Se da un lato c'e da chiedersi dove vada la professione archivistica, dall'altro ci si interroga su "dove finiranno gli archivi", se costi-tuiranno ancora "rassicuranti e polverose montagne di carta" che, nonostante tutto, nonostante il tempo e nonostante la sporadica in-curia, consentano ai posteri di ricostruire una meticolosa e affasci-nante storia, oppure se si configureranno come "un'intricata sequen-za di bit" che calcolatori elettronici e linguaggi informatici siano in grado di interpretare meglio della paleografia e della diplomatica.