Sped. in abb. post. Il gr./70 PoStnina plačana v gotovini OGLASI: mm/st + IVA 15% trgovski 200, legalni 300 finančno - upravni 250, osmrtnice In zahvale 100, mali oglasi 100 beseda. Leto VII - Štev. 23 (167) UREDNIŠTVO in UPRAVA Čedad - Via B. De Rubeis 20 Tel. (0432) 731190 Poštni predal Čedad štev. 92 Casella postale Cividale n. 92 ČEDAD, 1.-15. decembra 1980 Autorizz. Tribun, di Trieste n. 450 Tiskarna R Liberale - Čedad Izdaja Izhaja vsakih 15 dni Posamezna številka 300 lir NAROČNINA: Letna 5.000 lir Za inozemstvo: 6.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Založništvo tržaškega tiska Trst 11-5374 Odgovorni urednik: Izidor Predan Redakcijski koordinator: Loretta Feletig Quindicinale Za SFRJ 120 ND - Ziro račun 50101-603-45361 » ADIT « DZS, 61000 Ljubljana, Gradišče 10/11 - Telefon 22-207 Il coro Monte Čanin alla cerimonia della consegna delle UN TERREMOTO Una volta ancora il terremoto ha colpito il nostro Paese, provocando morte e distruzioni. L’ampiezza della catastrofe è veramente enorme. Lo sforzo di tutti i cittadini dovrà essere grande. La solidarietà internazionale si sta già esprimendo. Abbiamo tutti seguito, giorno per giorno, levo! versi della situazione. Non mi pare quindi opportuno raccontare il terremoto. Mi limiterò a esprimere alcune considerazioni più generali, che certamente non saranno condivise tutte, da tutti. me parte integrante di quello che è l’Italia, la nostra Italia. Una volta ancora la classe politica italiana, nelle sue reazioni, si è dimostrata al di sotto di tutto: sprovveduta, indecente, speculatrice, incapace di dare una risposta all’altezza della gravità della situazione. Lo spettacolo che ha offerto, ha certamente rafforzato il sentimento di desolante smarrimento che si è insinuato nella coscienza civile del popolo italiano. Solo un uomo ha osato parlare chiaro e dire quello che tutti pensano, ma non possono esprimere a livello politico, avendo, i partiti, bloccato la democrazia sostanziale e avendola sostituita con l’egemonia partitocratica. Le nobili ed allo stesso tempo, profondamente umane affermazioni del Presidente della Repubblica, hanno messo in crisi il silenzio delle connivenze. Saltata la tregua delle ambigue complicità, gli apparati dei par- titi, simili a mostri assopiti che si risvegliano disturbati dalle grida inattese di un intruso, si sono lasciati sfuggire l’ultima occasione che rimaneva loro, di riprendere coscienza dell’importanza del loro ruolo per lo sviluppo della democrazia nel nostro Paese. Hanno continuato il loro mediocre gioco di sempre, nauseando l’opinione pubblica con ridicoli giochi di corridoio. Il Paese si Ferruccio Clavora (Continua In 2* pagina) A S. Pietro al Natisone il IV Congresso deH’Unione Emigranti Sloveni Per lavorare la necessità di formulare una strategia del movimen to sloveno, per verificarne il o je!!a 0888 di cultura all'amministrazione comunale da parte delle autorità Continuazione a pag 2 della Repubblica dì Slovenia e della nostra regione. IMPORTANTE FAVOREVOLMENTE CHIARITO COMPROPRIETÀ' PER LA CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PREVISTI DALL'ART. 48 DELLA di Paolo Petricig Fra pochi giorni si terrà il quarto congresso dell’Unione Emigranti Sloveni. Anche questa volta il congresso si terrà nelle Valli del Natisone e penso che questo abbia un significato. Per me questo significa che i nostri emigra ti confermano il ruolo che le loro associazioni debbono svolgere in seno alla terra dalla quale sono partiti ed alla quale aspirano di tornare. Tuttavia non solo questo: quanto invece occorre sotto-lineare è l’affermazione (che è fatta in modo nuovo) della determinazione degli emigranti di essere ancora più decisamente che nel passato, una forza essenziale per lo sviluppo della Slavia friulana. Ed anche che, questa determinazione, si esprime con una proposta globale all’interno del movimento sloveno. Lo sviluppo, di cui abbiamo davanti a noi le prospettive, richiede energie operative e richiede quindi agli emigrati la messa a disposizione di specifiche competenze, ac quisite nei luoghi di emigrazione, attraverso il rientro programmato. Essi stessi pongono il problema. Ad esso si può rispon- dere solo con un rovescia mento delle tendenze che in ogni campo si sono rafforza te nel dopoguerra e soprattutto con l’esodo. Si può rispondere dunque con la riorganizzazione della comunità e del territorio (lavoro, occupazione, casa e strutture abitative, servizi sociali e cultura. Trattato di Osimo, ecc.) e non quindi con atti volontaristici soltanto, ma con la conquista di precisi obiettivi, posti con chiarezza e con la coscienza del diritto. Da dove trarre questa forza? Come organizzarla? Quali i gruppi sociali e le forze reali e sane capaci di compiere lo sforzo di elaborazione e di lotta su un «progetto sociale» (è un’espressione del presidente dell’ Unione) che per me è progetto politico? Dico politico perchè coinvolge strutture sociali, amministrative, gruppi politici e culturali e perchè ha a che fare con forze politiche che, bene o male, decidono e purtroppo (alcune), non in base alla bontà delle nostre proposte, ma in base a valutazioni di carattere elettorale. Mi trova dunque d’accordo Al termine della prima serie di incontri con le amministrazioni comunali della fascia confinaria, il 5 novembre, il Comitato esecutivo dell’Unio-ne Emigranti si incontrava con la Giunta Comunale di Pulfero. Dopo la presentazione della Unione, delle sue strutture organizzative, dei suoi obiettivi, del suo programma, ecc. fatta dal Presidente Ferruccio Clavora, si sviluppa una interessante e costruttiva discussione, sulla possibile collabo-razione tra l’associazione e la Amministrazione. Evidentemente uno dei punti centrali della discussione è stato il terremoto, la ricostruzione, la particolare situazione degli emigrati. Veniva quindi illustrato alla Giunta il documento presentato dalla Unione emigranti all'Assessore alla Ricostruzione, Varisco. Emergeva subito il complesso problema delia «comproprietà» che impediva a quasi la totalità degli emigrati, di usufruire delle provvidenze relative alla ricostruzione, e quello dei termini della data di rientro definitivo degli emigranti. La Giunta si impegnava quindi a sostenere queste due rivendicazioni dell’Unione e-migranti, presso l’Assessore Varisco. E l’ha fatto con una lettera. Abbiamo appreso che recentemente l’Assessore alla Ricostruzione ha dato una risposta positiva alla sollecita- zione del Comune di Pulfero, rispondendo, tra l’altro, che ritiene «non si presenti ostativa, agli effetti della concessione dei contributi, la sì ua-zione di «comproprietà» non avendo il legislatore, diversa-mente da quanto operato in altre occasioni, espressamente caratterizzato l’unità abitativa come idonea alle esigenze del nucleo familiare». Questa affermazione consente di risolvere grossi problemi di interpretazione della L.R. 63/77 a vantaggio di tutti i terremotati che si trovano in quella situazione. Non poteva veramente avere inizio più favorevole la collaborazione auspicata dalla Unione emigranti, con le locali amministrazioni comunali. Come già è successo per il Friuli, il terremoto del Sud sta mettendo in mostra situazioni già gravemente compromesse. Non scopre niente di nuovo: sapevamo d e 1 sottosviluppo della Carnia e delle Valli del Natisone, conoscevamo i mali del Mezzogiorno. Quello che diventa insopportabile è l’immagine continua del dramma è avere in casa, a pranzo ed a cena, lo spettro di una realtà che non si voleva accettare co- REZIJA Z izročitvijo ključev petih hiš in otvoritvijo kulturnega doma je Jugoslavija zaključila solidarnostno akcijo za obnovo Benečije S svečano otvoritvijo Kulturnega doma in petih stanovanjskih hiš na Ravenci v Reziji sta SR Slovenija in Socialistična federativna republika Jugoslavija končali svojo solidarnostno akcijo pri obnovi po potresu porušenih krajev v Furlaniji -Julijski krajini in v tem okviru tudi v slovenskih vaseh v Benečiji in v Reziji. Ta pomoč znaša v celoti 8 milijard starih dinarjev, z njo pa so zgradili 90 novih «slovenskih» hiš, obnovili so jih 12 ter zgradili dva kulturna doma. V soboto 22. novembra je bil za vse Rezijane velik praznik. Tega ni bilo brati samo na njihovih obrazih, to je bilo občutiti tudi v njihovih besedah iskrene hvaležnosti. Za to priložnost so se v domu zbrali številni domačini ter predstavniki občine, dežele Furlanije - Julijske krajine, SR Slovenije ter organizacij slovenske narodnostne skupnosti. Navzoči so bili med drugim parlamentarca Beor-chia in Colomba, predsednik SKGZ Race, predsednik medobčinske konference SZDL severnoprimorskih občin Vlado Uršič ter kot posebno dobrodošel gost Josip Vidmar, predsednik plenuma kulturnih delavcev OF. O pomenu doma je najprej spregovoril župan občine Rezija Antonio Barbarino. Povedal je, da bo ta objekt služil za kulturno življenje v dolini. Toda dom ne bo služil samo domačinom, je rekel, ampak tudi za povezovanje s sosedi, s katerimi govorimo isti jezik. Predsednik teritorialnega odbora SKGZ za videmsko pokrajino Viljem Černo je zlasti poudaril zahtevo slovenske skupnosti v Italiji, seveda tudi tiste na Videmskem, po za- Nadaljevanje na 2. stram Pomagajmo žrtvam potresa v južnij Italiji! V južnji Italiji je potres še bolj hudo prizadel uboge ljudi kot nas pred štirimi leti. Na tisoče mrtvih, skoraj desettisoč ranjenih, vasi popolnoma uničane, več stotisoč ljudi brez strehe, to je žalosten obračun potresa, ki je razdejal 5 pokrajin na italijanskem jugu. Izkažimo tudi mi svoje dobro srce s konkretno solidarnostno akcijo do ljudi, ki so ob potresu zgubili vse. Novi Matajur odpira nabiralno denarno akcijo s 300.000 lit. Člani in prijatelj vseh slovenskih organizaciji videmske pokrajine lahko pošljejo svoje denarne prispevke za žrtve potresa v južni Italiji na Novi Matajur, ul. B. De Rubeis 20 -Čedad - tekoči račun štev. 4415 pri Banca Cattolica del Veneto. Ricominciano gli incontri culturali Benečanski Kulturni Dnevi Avranno inizio il 19 dicembre prossimo gli «Incontri culturali» mensili organizzati dal Centro Studi Nediža di S. Pietro al Natisone in collaborazione con lo SLORI (Istituto sloveno di ricerche) di Cividale. La iniziativa è ormai all’ottavo ciclo e avrà per tema generale l'apporto della Slavia italiana nella letteratura slovena e la lezione inaugurale sarà tenuta dalla prof. Silvana Schiavi, della facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Udine, con una lezione sulla pedagogia delle lingue delle minoranze. In apertura della lezione inaugurale, che si svolgerà nella sala comunale di S. Pietro al Natisone, verrà presentato il volume contenente gli atti della Conferenza della Provincia di Udine sui gruppi etnico-linguistici del Friuli. La presentazione sarà fatta dal dott. Clavora, dello Slori di Cividale. Nei mesi successivi prenderanno parte agli incontri studiosi e ricercatori italiani e sloveni, quali Merkù, Pellegrini, Matičetov, Logar e Pogorelec, ciascuno per approfondire uno spedifico argomento. UN TERREMOTO Continuazione dalla 1a pag. aspettava, ingenuo, ben altro! Per gli uni Pertini non aveva il diritto di parlare, comunque da quel momento diventava un sorvegliato speciale, per gli altri era la conferma suprema della giustezza delle loro posizioni. Le esclusioni reciproche, le condanne assolute piovevano da tutte le parti. Roma impazziva di chiacchiere, i terremotati continuavano a morire, la mafia entrava in azione. Il Paese assisteva incredulo a questo indecente spettacolo. Il dovere morale dei cittadini è di dare aiuto ai loro fratelli nel bisogno, subito, senza reticenze. I cittadini devono però avere la garanzia assoluta che quanto daranno, non sia un indiretto finanziamento concesso alla mafia, agli speculatori. Passata la fase dell’emergenza il dovere morale e politico dei cittadini sarà di controllare con severità cosa verrà fatto nel Sud, rivolgendo un appello anche alle popolazioni colpite. Non è più probabile l’as-sistenzq perpetua, la passiva rassegnazione di chi sa che comunque ci si può arrangiare. Un’Italia nuova deve rinascere da queste macerie. Un’Italia democratica, pulita, attiva, che costruisce il suo futuro con il sacrificio di tutti, con il lavoro di tutti. Per questo è indispensabile che ciascuno di noi, li dove è, si senta responsabile, si impegni ad essere diverso, più onesto e severo con gli altri e con se stesso. Giocare le nostre ultime carte in prima persona è l’ultima garanzia che ci rimane per non affondare nell’avventura. PER LAVORARE INSIEME Continuazione dalla 1* Dag consenso, anche sulla base delle indubbie realizzazioni, conquiste e prospettive (fra cui quella di un’organizza zione autonoma degli sloveni del Friuli, di una più chiara unità territoriale, di una prima prospettiva economica, di una possibile normativa di tutela dello stato, ecc.). Tutto questo può andare avanti, anche in momenti gravi per lo stato italiano, duramente provato dagli scandali e dai cataclismi naturali. Occorre perciò un contributo teorico e politico che esprima le potenzialità di un movimento democratico in cui la gente si riconosca e sia tuttavia capace di capire che oggi contano più le cose che ci uniscono che le differenze che potrebbero continuare a dividerci. Con il quarto congresso la Unione degli emigranti sloveni darà certamente una risposta forte a questi problemi: di qui l’augurio che il congresso raggiunga così gli obiettivi specifici posti dalla condizione di emigrati, così quelli più generali per i quali vogliamo lavorare ancora insieme. I comuni della Benecia in aiuto ai terremotati del Sud Il comune di S. Pietro al Natisone, come altri comuni della zona e la stessa Comunità montana hanno aperto una sottoscrizione in favore dei terremotati dell'Italia meridionale. Poiché gli aiuti dovranno essere in qualche modo indirizzati e concentrati, gli amministratori delle Valli del Natisone dedicheranno al problema una o più riunioni del consiglio comunale. Va ricordato che la Regione ha istituito un centro di coordinamento degli aiuti presso l'amministrazione provinciale di Udine, dove è operante anche un gruppo provinciale in cui sono rappresentati tutti i partiti. Z izročitvijo ključev . . . 1 Nadaljevanie s 1. strami konski zaščiti in gospodarskem napredku, zakaj samo tako se bo ta skupnost lahko obdržala. Domačin Aldo Madotto se je zahvalil Sloveniji in Jugoslaviji za veliki dar in dejal, da od domačih oblasti Rezijani pričakujejo spodbude za gospodarski napredek. O doseženih uspehih obnove porušene Furlanije je spregovoril deželni odbornik Varisco. Dejal je, da od 70 tisoč oseb, ki so jeseni 1976 prebivale v barakah, sedaj v takšnih zasilnih bivališčih živi le še polovica. V nekaj mesecih pa bodo prišla v Furlanijo velika podjetja od zunaj, ki bodo dala novega zagona gospodarskemu napredku te pokrajine. Podpredsednik izvršnega sveta SR Slovenije Dušan Šinigoj je opozoril na potrebo po hitrejšem uveljavljanju obmejnih sporozumov ter izrazil pričakovanje republike, da bodo globalni zaščitni zakon za Slovence v Italiji čimprej sprejeli. Dino Del Medico, predsednik koordinacijskega odbora za obnovo je nato podelil priznanja jugoslovanskim oblastem, podjetjem in posameznikom. Večer so sklenili z nastopoma domače folklorne skupine in pevskega zbora. Povsem izven programa je prof. Milko Matičetov v veliko zadovoljstvo domačinov predstavil mlado rezijansko pesnico Silvano Paletti ter prebral dve njeni deli. Za veselo razpoloženje je nato poskrbel ansambel Lagos iz Nove Gorice. R E S I A Anche per Resia ci sono ragioni per esistere Con la consegna di cinque case prefabbricate definitive e della «casa di cultura», si è concluso sabato scorso (22 novembre) a Resia il programma degli aiuti della Jugoslavia e della Slovenia alle zone di confine del Friuli -Venezia Giulia colpite dal terremoto del 1976. La cerimonia della consegna è stata organizzata dal comune proprio alVinterno della casa di cultura che sarà destinata — come ha tenuto a dire il sindaco Barbarino nel rivolgere il suo grazie alle autorità — «a dare finalmente una sede ed un locale dignitoso al nastro gruppo folkloristico perchè possa operare, anche assieme ad altre associazioni culturali locali, per ravvivare, mantenere e tramandare il nostro patrimonio di cui tu ra e di tradizioni popolari». La casa di cultura appena inaugurata si compone di un «auditorium» a gradoni ( tutti di legno come il pavimento della scena perchè i resiani, nella musica e nel ballo si giovano del ritmo dei passi e dei piedi sulle tavole), di alcuni locali per le attività, le riunioni, l’archivio, la biblioteca, i magazzini. «Quando si dice cultura non vi devono essere limiti di spazio, non devono esistere confini, perchè la cultura deve servire ad affratellare e ad unire tutti i popoli e, in special modo, questi nostri amici vicini ai quali noi Resiani siamo legati per la comune origine slava e con i quali ab biamo molte affinità» concludeva Barbarino ringraziando i rappresentanti della Repubblica di Slovenia. Nel corso della cerimonia ha preso poi la parola il prof. Cerno, presidente del Comitato per l’Udinese della Unione Economica Culturale Slovena (SKGZ) che ha indicato nello spirito della Costituzione e del trattato di Osimo e nella collaborazione fra tutti gli sloveni della provincia di Udine la possibilità concreta del superamento della difficile situazione culturale ed econo- mica delle nostre zone di confine. Hanno quindi preso la parola l’assessore regionale Varisco e il vice presidente dell’esecutivo della Repubblica di Slovenia, Šinigoj. Il senso della cerimonia è stato colto dal resiano Aldo Madotto che si è espresso nella propria lingua: il terremoto ci ha portato tanti disastri, ma è stato l’occasione per operare e per individuare meglio i nostri problemi. Fra questi c'è quello di avere posti di lavoro, perchè i giovani si fermino in valle e diano continuità alla cultura resiana. Presenti alla cerimonia il senatore Beorchia, l’on. Colomba ed il console generale jugoslavo Cigoj. Poi l’offerta dei doni, delle pergamene e dei ricordi ( una «koša» con i fiori) da parte del comune e poi, via libera alla festa! Prima di tutto l’esibizione del Gruppo Folkloristico di Resia, che ha eseguito alcuni balli tradizionali al suono delle «citi-re» e della «bunkula» concludendo con una coppia di giovanissimi nel brano «Lipa ma Marizza». E' stata quindi la volta del Coro Canin, che ha eseguito quattro canti: uno friulano, uno italiano e due canti resiani. Particolarmente deli cato e fresco il canto di Uc-cea e poi il «Da pa nacoj...» che è uno dei più diffusi fuori Resia. Gli applausi non sono La Provincia sosterrà* l’apicoltura? L’apicoltura può essere sostenuta accanto alle varie attività agricole. La risposta è positiva per le interessanti caratteristiche produttive e per il ruolo che può avere il miele nell’alimentazione, con un apporto dietetico di grande rilievo. Di questo si occuperà anche la Provincia di Udine, la quale studierà forme di stimolo per gli apicoltori e di diffusione dei prodotti, particolarmente indicati per l’infanzia e per gli anziani. mancati nemmeno per una nuova «poetessa» resiana, le cui composizioni sono state lette da Milko Matičetov. Per la «poetessa» di Resia si tratta del suo «linguaggio del cuore»: «noi ci riconosciamo fra centomila, mentre gli altri ci osservano e ci studiano come cose strane eppure ogni albero ha radici, foglie e frutti ed ogni cosa ha una ragione per esistere...». E Resia, oggi, mostra di voler esistere, nelle sue caratteristiche e nelle prospettive per il futuro. Redattori - Redakcijski odbor: Ferruccio Clavora Ado Cont Luciano Feletig EMIGRANT PROGRAM IV. KONGRESA 28.12 Ob 14.30. uri Generalni posvet v Čeneboli. 29.12. Ob 9.30. uri Otvoritev Kongresa. Ob 10.00. uri Pozdrav župana iz Špetra. Pozdrav deželnega odbornika za emigracijo. Pozdrav povabljencev. Ob 11.00. uri Organizacijsko poročilo. Ob 11.30. uri Politično poročilo. Ob 12.00. uri Začetek debate. Ob 13.00. uri Odmor. Ob 15.00. uri Nadaljevanje debate. Ob 18.00. uri Zaključek dela in izvolitev novih organov. PROGRAMMA DEL IV° CONGRESSO 28 DICEMBRE ore 14.30 Consiglio Generale a Canebola. 29 DICEMBRE Congresso a San Pietro al Natisone. ore 9.30 Apertura del Congresso, ore 10.00 Saluto del Sindaco di S. Pietro al Natisone. Saluto dell'Assessore Regionale all’emigrazione. Saluto degli invitati, ore 11.00 Relazione organizzativa, ore 11.30 Relazione politica, ore 12.00 Apertura del dibattito, ore 13.00 Sospensione dei lavori, ore 15.00 Ripresa del dibattito, ore 18.00 Confusione dei lavori ed elezione dei nuovi organi. Srečanje mladih benečanov v Taminesu Ob pripravi prihodnjega Kongresa so se zbrali mladi iz Belgije na pobudo glavnega odbora sekcije iz Taminesa. To zborovanje je bilo razveseljeno s pozdravom dobrodošlice številnim novim članom, ki so se vključili v mladinsko skupino. Ta dogodek-zelo spodbuden pomeni, da se mladi vedno bolj zavedajo važnosti in koristi, ki jih predstavlja naša Zveza, katera pozitivno vpliva nanje in jih privlačuje h dialogu in konstruktivnemu sodelovanju. Zaradi velike udeležbe in pristankov se je porodila zamisel, da se ustanovi odbor, ki bo pripravil poročila mladih za prihodnji Kongres Zveze. V tej prospektivi smo programirali za prihodnja dva meseca celo vrsto sestankov in konferenc z namenom, da bi še bolj sensibilizirali mladi rod do problemov naše emigracije ter do našega slovenskega etničnega vprašanja. Pomembno je namreč, da si utrdijo značaj, čut odgovornosti in spoznanje snovi kot bodoči voditelji glavnih odborov za obstanek in nadaljevanje Sekcije in z.a njeno poživitev. Trije so bili aspekti, ki so prišli najbolj do izraza iz poročila in debate, ki jo je poživljal predsednik Adriano Martinig. Prva točka: emigrant pred problemom diskriminacije in svojo emarginacijo od družbe, ki ga asimilira in kot posledica temu težave za njegovo psi hično - socialno asimilacijo. Druga točka: med izbiro, ali ostati brez dela ali iskati de lo drugje, mladinec rajši «emigrira» v deželo svojega izvora, na katero je že navezan, ker je dojel določeno kulturo v družinskem izoblikovanju. Tretja točka: želja, volja in odločitev, da postanejo aktivni sodelavci ter protagonisti za kulturni in gospodarski preporod naše skupnosti, za ustvaritev premis za povrnitev v bolj privlačno in sprejemljivo ter boljše družbeno organizirano okolje. Sestanek, ki je potekal v največji resnosti, je naletel na velik entuziazem in odobravanje med vsemi prisotnimi in se je zaključil v znaku prijateljstva, z veselo in praznično zdravico za boljšo bodočnost Benečije. Kulturno društvo «Rečan» in Zveza slovenskih emigrantov iz Benečije prirejata dne 31.12.1980. VELIKO SILVESTROVANJE v telovadnici na Lesah (Grmek) s sladkosnedno večerjo in ples z «Narodno klapo». Za nadaljne informacije obrnite se na sedež Zveze, Via IX Agosto, štev. 8, tel. 732231. Rezervacije sprejemajo tudi Teresa Tru-sgnach-Giro v Klodiču, tel. 72-421 in najbližji predstavniki obeh društev. Il Circolo Culturale Rečan e l’Unione Emigranti Sloveni del Friuli - Venezia Giulia organizzano per il 31 dicembre 1980 un GRAN VEGLIONE DI FINE D'ANNO nella palestra di Liessa (Grimacco) con cenone gastronomico e ballo in compagnia della Narodna Kla-pa. Per ulteriori informazioni rivolgersi presso la sede deH'Unione, via IX Agosto n. 8, tel. 732231; presso Teresa Giro, tel. 72421; presso i responsabili delle due associazioni, più vicine. Convegno d beneciani a Tamines Importanti assemblee pre-congressuali a Lucerna, Zurigo, Lugano - Sotto accusa il «Piano casa» In preparazione al prossimo Congresso ha avuto luogo un incontro tra i giovani del Belgio, promosso dal comitato direttivo della sezione di Tamines, L’apertura dell'assemblea è stata rallegrata dal saluto di benvenuto a numerosi nuovi aderenti al gruppo giovanile. Tale avvenimento, molto incoraggiante, significa da parte loro una sempre maggior presa di coscienza dell’importanza e dell'interesse suscitati dalla nostra associazio ne, che li affascina ed influenza al dialogo di una costruttiva cooperazione. Vista la rilevante partecipazione ed adesione è sorta l'idea di creare un comitato che prepari le relazioni dei giovani al prossimo Congresso dell'Unione. In tale prospettiva abbiamo programmato, per i prossimi due mesi, una serie di riunioni e conferenze, allo scopo di formare e sensibilizzare maggiormente la nuova generazione ai problemi della no sira situazione di emigrati e quali appartenenti al gruppo etnico sloveno. E’ importante infatti che si forgino il carattere, il senso di responsabilità e la cognizione di causa di futuri responsabili dei comitati direttivi, per la sopravvivenza e la continui tà della sezione e per il suo ravvivamento. Tre aspetti principali sono emersi dalla relazione e dal dibattito animati dal presidente Adriano Martinig. Primo punto: l’emigrante di fronte al problema della discriminazione e della sua emarginazione dalla società che lo assimila e la conseguente difficoltà della sua assimilazione sul piano psico-sociale. Secondo punto: nell'alternativa di restare disoccupato o cercare lavoro altrove, il giovane preferisce emigrare nella terra delle sue origini, di cui ha già assorbito una certa cultura e formazione nell’ambito familiare. Terzo punto: il desiderio, la volontà e la determinazione di essere collaboratori attivi e protagonisti della rinascita culturale ed economica della nostra comunità, per creare le premesse di un rientro in un ambiente più accogliente e socialmente meglio organiz.-zato. La riunione, svoltasi nella massima serietà, ha riscontrato un vasto entusiasmo e consenso fra tutti i partecipanti e si è conclusa, all’insegna dell'amicizia con un festoso brindisi all’avvenire della Benecia. Franco Crisetig Gianni Floreancig nuovo responsabile del gruppo giovanile di Tamines. In preparazione del IV Congresso dell’Unione le se zioni di Lucerna, Zurigo e Lugano, si sono riunite in Assemblea Generale per dibattere dei temi essenziali del Congresso e per procedere alla elezione dei rispettivi delegati all'importante assise. Alle tre Assemblee hanno partecipato, in rappresentanza della Sede Centrale, Ferruccio Clavora e Ado Cont. Il dibattito ha evidenziato quanto i nostri emigranti hanno bisogno di chiarezza, di certezza, di discorsi seri e concreti. Sembra essersi definitivamente chiusa la fase «propagandistica» dell'azione dell’Unione, ed essere arrivato il tempo della risposta realistica ai tanti problemi con i quali si trovano confrontati i nostri emigranti. Con grande serietà e senso di responsabilità, i partecipanti alle Assemblee hanno affrontato i temi oggi all'ordine del giorno: rientro degli emigranti, posti di lavoro, scuola, sviluppo, casa. Il tema della casa, ed in particolare il completo fallimento della politica della casa per gli emigranti, è stato al centro del dibattito di questo fine settimana svizzero. Al Congresso dovranno essere date le giuste risposte. Nel caso della assemblea della sezione di Zurigo, è stato anche eletto il nuovo Comitato. Presidente per il prossimo biennio sarà Nello Cont, già membro del Comitato Regionale dell’Emigrazione. Programma delle assemblee pre-congressuali in Europa Lucerna Zurigo Lugano Stoccarda 28 novembre 1980 29 » » 30 » » 1 dicembre » Charleville (F) 13 Charleroi, Liegi, Bruxelles, Limburgo (Belgio) 14 » » 29 Dicembre 1980 a S. Pietro al Natisone IV Congresso dell’Unione emigranti sloveni Gli emigrati protagonisti essenziali dello sviluppo democratico della Benecia Dne 29. Decembra 1980 v Spetru IV. Kongres Zveze slovenskih izseljencev Emigranti bistveni protagonisti za demokratični razvoj Benečije t.! comitiva recatasi in Belgio per partecipare alla festa organizzata dalla sezione di Liegi. Istitutito il nuovo direttivo della sezione ex-emigranti di Lusevera In un precedente numero abbiamo scritto dell'assemblea generale della sezione ex-emigranti di Lusevera, che avrebbe eletto il nuovo direttivo, che è il seguente: Presidente: Renzo Del Medico Vice-Presidenti : Fabrino Annibaie Pez Lino Cassiere: Dante Del Medico Segretari: Micottis Gianna Sinicco Claudio Revisori dei conti Battoia Renato Mizza Giovanni Consiglieri : Cerno Rino Cerno Livio Marchiol Guido Molaro Angelo ATTIVITÀ’ UNITARIE DELL’UNIONE IN BELGIO Recentemente si è riunito a Namur (Belgio) il Comitato Italiano d'Intesa a cui aderisce anche la sezione di Tamines. All’ordine del giorno erano i seguenti punti: 1. Il diritto di voto degli emigranti alle elezioni comunali belghe del 1982. 2. I problemi organizzativi dell'agenzia consolare di Namur. 3. Il rinnovo delle cariche in seno al Comitato. Alla riunione ha presenziato l’ex-Console Generale d’Italia a Charleroi, Ernesto Rech, recentemente nominato ambasciatore d'Italia ad Haiti. Prima di partire per la sua nuova destinazione, il neo ambasciatore ha voluto ringraziare i rappresentanti delle varie associazioni per la preziosa collaborazione che ha sempre riscontrato in esse, e si è congratulato con tutti i membri del comitato per il fruttuoso lavoro che le stesse associazioni svolgono neH’ambito dell’emigrazione, per salvaguardare e rinforzare i legami degli emigrati con la terra di origine. Il Papa parla agli emigranti In occasione del Suo recente viaggio in Germania, il Papa si è incontrato con i lavoratori emigrati e con i loro figli. Ad essi ha rivolto un lungo discorso in cui dopo aver indicato i problemi degli emigranti ha anche detto: «Incominciate dalla vostra famiglia! Rispettate e amate le vostre mogli, i vostri mariti come le persone più importanti e più preziose di tutte quelle che conoscete! Restate loro fedeli senza riserve e in tutte le cose! Fate che i vostri ge-ritori e i vostri figli partecipino nella stessa maniera a questa salda unità di amore sicuro e di naturale solidarietà. In questo modo avrete nella vostra famiglia un nucleo piccolo ma vivo e solido di comunità, una porzione di patria per il corpo e per l’anima, un luogo di sicurezza e di riconoscimento, che non può essere interamente sostituito da nessun’altra cosa. Voi stessi ne avete fatto in tanti modi l'esperienza nelle vostre patrie: laddove l’amministrazione dello Stato è carente o viene a mancare, quando le forme di assistenza sociale sono ancora troppo poco sviluppate, vi è ancora sempre la famiglia, la quale aiuta a trovare una via di uscita dalla difficoltà o per lo meno ne porta insieme il peso. Lo stesso vale anche qui nel vostro nuovo ambiente di vita con i suoi enigmi e le sue incertezze. Fra di voi mi rivolgo in particolare ai giovani: fate buon uso delle possibilità di formazione che vi si offrono: aiutate i vostri congiunti più anziani con le nuove conoscenze che avete acquistato, soprattutto per quanto riguarda la lingua. Fate che i vostri genitori sentano che la comprendete e che restate fedeli ad essa, anche se forse ve la cavate meglio di loro nella nuova patria! Pensate al vostro avvenire, alla vostra cultura, alla vostra lingua madre e al vostro dia letto natio. Hanno affrontato molte difficoltà e hanno intrapreso con grande coraggio un passo attraverso Il quale la nostra vita deve diventare più piena e più ricca. Ma nella gioia dei vantaggi economici non dimenticate i valori spirituali della cultura e della fede; solo attraverso di essi realizzate un vero progresso per la vostra personalità e la vostra umanità. Tuttavia vorrei anche incoraggiarvi ad avvicinarvi gli uni agli altri: tra i differenti gruppi etnici e anche ai singoli concittadini tedeschi; cercate di comprendervi gli uni agli altri, ed aprite gli uni agli altri la vostra vita con tutte le sue gioie e le sue preoccupazioni. Sforzatevi di costruire ponti tra i gruppi etnici, pietra per pietra e con pazienza! Molti piccoli passi, compiuti nella stessa direzione, possono finalmente portarvi più vicini gli uni agli altri ed anche creare amicizie, e portare le vostre rispettive famiglie ad un cordiale contatto tra loro. A questo punto vorrei anche rivolgermi alla popolazione autoctona di questo Paese. Negli ultimi 20 anni non solo avete fruito dei vantaggi economici di milioni di lavoratori stranieri ma avete aiutalo costoro a usufruire delle molteplici sicurezze giuridiche e sociali in questo Paese, a far venire le loro famiglie e a mandare i loro figli alle vostre scuole. Vi siete sforzati di rendervi conto delle particolari difficoltà dei vostri ospiti; molti di voi hanno cercato di suscitare comprensione per queste esigenze presso i concittadini a molti livelli. Anche gli istituti caritativi delle Chiese cristiane di Germania hanno portato un grande contributo a questi sforzi. Tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi in questo campo merita la nostra gratitudine e il nostro riconoscimento. Lo sviluppo avvenuto fino ad oggi mostra tuttavia che sarebbe desiderabile un cambiamento di mentalità ancora maggiore. Molte persone in una grande parte della popolazione autoctona, hanno creduto per troppo tempo che i lavoratori stranieri sarebbero venuti sol-tinto provvisoriamente nei settori industriali; la loro presenza era valutata quasi esclusivamente sotto profili economici, come una questione di mercato della manodopera. Ora diventa tuttavia evidente ad ogni osservatore avveduto che una grande percentuale di lavoratori e delle loro famiglie è diventata di casa qui e potrebbe vivere con voi permanentemente. Questo significa un profondo cambiamento per la struttura di vita e di popolazione della Repubblica federale di Germania insieme a parecchi altri Paesi dell'Europa Occidentale. Di dellatori dell’opinione pubblica — un realismo concreto, che sia sufficientemente coraggioso per dichiarare terminata l'epoca dello sviluppo illimitato e preparare la popolazione a una necessaria contrazione delle possibilità di vita per i singoli. Nel lungo termine nessun Paese benestante potrà difendersi dall’assalto di tanti uomini che hanno poco o addirittura nulla per vivere. Probabilmente sarà sempre meno possibile in futuro che il singolo autoctono viva nel proprio Paese senza preoccuparsi del prossimo che viene dall’esteo e che lasci agli uffici di assistenza sociale e agli istituti caricativi il compito di rispondere alle loro esigenze. Ciascuno esamini il proprio atteggiamento nei confronti degli stranieri che gli sono vicini e si renda conto in coscienza se abbia già scoperto l’uomo con la stessa aspirazione di pace e libertà, di tranquillità e sicurezza, la cui soddisfazione esigiamo per noi stessi come coca del tutto evidente». Quindi il Papa ha rivolto brevi indirizzi di saluto in italiano, spagnolo, sloveno e croato. ciò devono tener conto la politica, l’economia e la società; e a ciò si devono adattare tutti nella mentalità e nell'azione — un processo che non può essere compiuto nè facilmente nè rapidamente. So che la chiesa cattolica in Germania è disposta darvi il suo energico contributo. La decisione in merito dei Sinodi riuniti degli episcopati nella Repubblica federale di Gevnania nel 1973 è sicuramente un buon fondamento per questo. In tutti questi sforzi deve sempre trattarsi di giudicare gli uomini di altri Paesi che si trovano presso di voi non soltanto come lavoratori secondo metri economici, ma vedere dietro ad essi il prossimo con la sua dignità e il suo diritto, con La sua preoccupazione per la famiglia, con le sue pretese di essere preso seriamente in tutti i settori della sua vita e ottenere una parte giusta del bene comune. Tuttavia la situazione di partenza per tutti i tentativi volonterosi di soluzione si è pericolosamente aggravata recentemente: lo sviluppo economico nei paesi industria-lizzati ristagna, nuove correnti di profughi si riversano su numerose nazioni e attraverso molti mari alla ricerca di Paesi che diano loro asilo, altri innumerevoli uomini si sentono politicamente perseguitati o discriminati e cercano un asilo in cui possono respirare liberamente. Milioni di uomini vedono in questo momento incombere su di loro la morte per fame. Questa situazione richiederà in misura crescente sforzi dei responsabili tali che appare ben tosto il limite di ciò che è ragionevole e di ciò che è raggiungibile. Non si è ancora arrivati a questo, ma dobbiamo prepararci a questo nello spirito. Non si presenta forse qui una sfida agli uomini politici la quale dovrebbe essere affrontata in uno sforzo comune, al disopra di tutti gli interessi di partito o di nazioni? Soprattutto si dovrà tenere attentamente d’occhio ogni rigurgito di xenofobia per poter contrapporre — a cieche angosce e a istintive reazioni di difesa — anche alfa-verso i mass media e tutti i mo- čmi Vrh. Cencig Narcisio s svojo ženo Paolino se je srečal z družino po 32. letih bivanja v Argentini. Na sliki so poleg Narcisia in Paoline še Livia Laurencig, Maria in Mario Cernet. Predstavniki centralnega sedeža iz Čedada in Lucien Charlier - nacionalni podpredsednik belgijskega sindikata FGTB na prijateljskem srečanju DENUNCIA DEI SINDACATI EUROPEI Governi, datori di lavoro e Commissioni CEE negativi e deboli di fronte alla crisi I recenti incontri al vertice europeo e a livello mondiale sono stati uno scacco, ha detto Kok, presidente del la Confederazione europea dei Sindacati (CES) nel corso di una conferenza stampa. «Scacco tanto più grave e tanto più preoccupante per il Movimento Sindacale Europeo in quanto ha dimostrato che i primi ministri, i capi di governo e i capi di Stato si sono dimostrati incapaci — come del resto le organizzazioni dei datori di lavoro e la Commissione europea — di mettersi al livello degli immensi problemi che le nostre società si trovano di fronte. (...) E’ vero, certo che si è accordata più attenzione a Stoccolma e a Venezia, ai problemi di e-nergia e deH’inflazione. Ma i governi non sono riusciti a mettersi d’accordo su un’azione concertata che possa arrestare e capovolgere la tendenza del movimento disastroso dello scivolamento verso una depressione di grandi proporzioni. (...) Il messaggio ai lavoratori lanciato dalle riunioni a Venezia sembra essere stato che bisogna accettare i livelli e-levati di disoccupazione attuali e anche che bisognerà accettarne di maggiori, in ragione della crisi energetica e degli imperativi della lotta all’inflazione». Kok ha anche criticato con un linguaggio fermo l’atteggiamento negativo dei datori di lavoro: «Per quanto riguarda la riduzione del tempo di lavoro, per esempio, nei nostri tentativi ripetuti di parlare intelligentemente con i datori di lavoro i risultati sono stati assoluta-mente nulli. A dire il vero, i datori di lavoro e alcuni governi si sono mostrati veramente in cattiva fede di fronte a questo problema. Il fatto è che gli stessi datori di lavoro e numerosi governi li sostengono. Mettere la gente sulla strada senza un impiego è anche un modo per ridurre il tempo di lavoro. (...) Un’altro esempio deH’atteggiamento negativo dei datori di lavoro: la loro totale opposizione alle proposte della Commissione che le multinazionali che operano nella Comunità dovrebbero informare e consultare i loro lavoratori sulle loro attività. A credere al loro atteggiamento, ognuno potrebbe pensare che è una proposta rivoluzionaria!» Per la prima volta, Kok critica anche la Commissione Europea in questi termini: «Ma la Commissione svolge il ruolo che dovrebbe essere il suo realmente? Io penso che alcuni Commissari ci provano ma che neU’insie-me ho paura che la Commissione non si sia mostrata all’altezza. Con il passare degli anni abbiamo assistito all’erosione del carattere essenzialmente europeo della Commissione, dal momento che i Commissari sono sempre più soggetti e esposti alle pressioni nazionali. Più la crisi si è approfondita, più la Commissione diveniva sempre meno ardita». Ko:k esprime così l’auspi-cio che la Commissione abbia il coraggio di svolgere pienamente il suo ruolo, oggi, per quello che riguarda le multinazionali, e che la relazione dei «tre Saggi» sulle istituzioni conduca ad un dibattito costruttivo e ad u-n’azione rapida per rafforzare la Comunità, perchè, senza un’azione rapida, la stessa Comunità si trova realmente minacciata. «Quando i nostri membri ci domandano: che cosa fa la Comunità contro gli alti livelli di disoccupazione? Noi dobbiamo rispondere che la Commissione e il Consiglio ci dicono che dobbiamo accettare questa situazione e che dobbiamo accettare che si riducano i nostri salari, e che dobbiamo accettare colpi bassi ai nostri diritti sociali, e che dobbiamo accettare un tasso molto basso dello sviluppo economico». Ho paura che i lavoratori abbiano sempre meno voglia di accettare, in simili condizioni, la Comunità Europea, e sarà una tragedia perchè, come mi sono sforzato di dimostrare, dobbiamo avere una Comunità forte, oggi più che mai, dato che non possiamo risolvere i nostri problemi su una base puramente nazionale. ( li? alcuni ambienti europei si lamenta che il problema del l’impiego sia stato passato sotto silenzio nell’ultima comunicazione della Commissione al Consiglio riguardante la politica da seguire nel 1980 e la preparazione dei bilanci pubblici per il 1981). Tonca Ponediščak (Luciano Chiabudini) razveseljuje naše emigrante na shodu v Seraingu NOV MINI-MATAJUR! Smo napravli telo stran Mini-Matajur za otroke, u kateri publikavamo, kar nam se zdi, de lahko naši te narmlajši preberejo. Par kajšnimi kraji višno jim bojo muorli pomagat te buj stari. Puno od teštu, ki smo stampai, smo jih vebral od «Vartcu» od zadnjega an druzih konkoršu «Moja Vas». So od vič vasi, an zatuo sa veste kakuoje: usaka vas ima svoj glas. Lepuo nam se zdi, de otroc od adne vasi se navadijo, kuo guorijo te druži. Preberita vse počas počas, bota vidli, otroc, de nie takuo teškuo. MJUTA POVASNICA VARTAC Del «Vartac», raccolta dei testi dialettali sloveni «Moja vas», sono usciti finora sei fascicoli, uno dei quali a colori (1977). Essi costituiscono la più grande raccolta di testi dialettali sloveni scritti. Si possono richiedere al Centro studi Nediža di S. Pietro al Natisone. Fabio ZAVARH Fabio NOKULA : Pillili ' Lorenzo AHTAN Luka iz Burjane ma hlače rezprane, ma pérnes klebuk, vse mo diejo, di je dan čuk. Claudia PROSNID Mrjanca z Borjane je snidla piščanca, je rekla taku, je dobro misu. Jest stojin tan v Nókul an Nediža pasà blizu vas. Poliete popudan me je ušeč iti se ohladit tu vodó freško z mojin parjateljan. Kar niemamo nič za dielat, gremč plavat ob nih dvieh an pu. Kar je kiek za dielat, gremó pa zvičer. Midruz hodimo plavat tu an prestor, ki se kliče Nokulca. Vodà je zadost hlabokà, de mormo skočnit taz ne skale. Tu nediejo hodiju če v tist prestor punu judi, zak je an prestor velik an se more uSa-fat sonce. Dok dura liepa štagon, Nediža je puna judi, ki se gre ohladjavat. Kar pride zima, Nediža ostane prazna an sama. Pozime, buj ku kajšan krat, gren gor po Nediži an vidin gor po vàrbjah punu žakju od najlona an staklence od varekine an tuole me se huduo zdi. Do marča ostane mier, ma kar začne štagon za iti lovit ribe, vidin iti če v Nedižo vič ku kajšnega. Punu krat pensàn, kuo bi bluo lepuo, če vàrbje an vodà bi ble nimar čedne! «CJOLEISU CJASTINIS, PARONE?» Moja tetà mi je pravla, kuoje bila dobrà pulenta, kar je bila onà majahana. U jésen tékrat so muorli vsi od zjutra do nuoc burje brat, ta po hò-steh pobierat an zvičer jih le puo prebrat. An potlè so se napravli z burélo po Laškim zamenjavat za sierak. So šli po vaseh dol po Laškim in so uekàl: «Cjoleisu cjastinis, paro-ne ». in Lah so bli presit an so od-guorli: Non cjolin, non cjolin nuja®. Sada pa buoz Lah muorajo sami priti gor po gorah ponujat njih sierak, če cjejo pokušat naše burje. IVANA Anna KRAVAR Tan stoji tel vartac, vartac ograjen: tel vartac je pun rožic, z rožcan je nasajen... Il romanzo de Kar cou àjarju u sveti sonce, Za-varh u je ta nebujša vas od svéta. Martina MARIA LUISA Malinske BARDO NjWanje Paiž be tiela vidate speka stórjen, s pejcicame, z madóne anu s cementan. Vidate te stare jasne, te male žujate vesele, anu jùdje, ke nu cekeràju od ne vrata cu te drue od kiš riesneh. Kujsà! če te njivanje u če betè riesan... * i Con il presente numero iniziamo la pubblicazione, a puntate, della «Storia della mia vita», scritta veramente qualche anno fa da Ivana di Podkras, figlia di povera gente di montagna trasferitasi, come tante altre, prima in Belgio e poi in un vicino paese friulano. Nel semplice racconto della fanciulla la vicenda della povera famiglia slovena diventa una sincera testimonianza della nostra difficile realtà. I nomi dei personaggi, come quelli dei paesi, sono stati cambiati, ma non per questo sarà difficile riconoscere nel racconto la cruda verità di un passato ancora presente /. - Jest San imiela 13 liet miesca vošta. Imam lase an oči kostanjaste. Vseč mi je kuhat, ma vič krat se zgrešin klast su. Naša mama mi dije, da na bon maj na dobra kuhar-ca an mi daje adno pargliho: — Tisti dan, ki ti bi se oženila an de bi ti muorla napravit za jest tojmu možu, pomisli, de bi ti mu nardila kuhnjo preslano, de bi jo na mogla jest še ti, kaj bi se zgodilo? Za resnico, nišam adna dobra kuharca, ma znam dielat no malo vsegà. Ta doma moje dielo je tuole: po šuoli gren po verduro. Kajšankrat gre mama. Nardim kompite. Potle so praseta an kakuoše an potle muorem še napravit vičerjo. Skuhan pulento an parpravin mizo. Mama tele dni je buna, i ma influenco an jest iman dost dieia, ma cajt mi pasa tu an moment: puojen ati poslušan radio. Takuo pasavan moje dni. Žalostna san no malo, zak vse, kar se tu hiš zgodi, je moja kauža. An tuole mi se huduo zdi, zak jih muoram čut za druge. Tata ima penšion an na more dielat. Je dielu v Belgiji štiernajst liet. So ga operai na pljučah dvakrat. Mama diela ta doma. Muoj brat te velik ima 18 liet an hod dielat tu fabriko. Moja sestrà, ki ima 21 liet, je tu špitale, zak ima verniž ta na pljučah. Muoj brat te mlajši ima 10 liet, hod v šuolo za mano: jest sam zgubila lieta od šuole, zak smo bli emigrani. Lietos, kar fini šuola, bon hodila dielat tu fabriko, kjer san hodila poliete. Parve dni tu fabrik je teškuo, potle se parvadiš. San dečidla napisat pravco mojga življenja an moje družine. Zatuo, parve čen povie-det od vasi, kjer sta se rodila mama an tata. 2. - Podkras Podkras je rojstna vas moje mame an mojga tata, desta je grivasta, vsa kamnasta. Tu vasi je dvajst hiš, an so vse stare hiše. Judi je malo, zak so vsi šli po svietu al pa po ravnini. So samuo judje stari, an stare vdove, Ta na Podkrase guorijo sloviensko. U cajtu uejské ta na Podkrase so bli partizani. Tuole se je zgodilo naši mami. So imiel pridit kozaki, za zažgat Podkras. Mama an nono sta nabasala salame an klobasice tu dvie pletenice, zak glih tist dan so ubil pra-se. Mama je vzela pletenice an je šla z nonunan skrivat salame an klobasice. Uoz vasi sta srečala partizana, ki jin je jau: Varnitase nazaj, vas ubijejo, varnitase nazaj! Mama an tata sta se var-nila nazaj. Kar so paršli kozaki, partizani so začel stre-lat an kozaki so se ritirai an 'se je finilo. Sada dielajo novo ciesto. Hiša, kjer sta živiela mama an tata, je stara. Ima tri plani. Ta na te parvin je kučina an adna kliet. Ta na drugin plane so kambre. So tri pa-tjeje: adna velika an dvie za tiste ki pridejo nonune gledat. Na te trečin plane je an majhan solar. Gor so vse tiste reči, ki obedan na nuca an kostanj te suh, ki kuhajo za praseta. Tu cieli vasi je samuo šest otruok, mladih šest, velikih tri an starih jih je pa danajst vsieh. Je adna oštarija. (Continua) CLASSE PRIMA Hiša ima streho.... pmtmv f JESEN mo, Da «Čebelica» - Berilo za 1. razred osnovnih šol. Libro di lettura per la 1. classe elementare (Ente Nazionale Biblioteche Popolari e scolastiche - Roma). Barčica po morju plava, drevesa se ji klanjajo. O, le naprej. - o, le naprej, dokler je še vetra kej! Osan mušu Tonca je ukupu osan mušu. Je jedu an piu, zaki je biu modar. Potlè je šu gor na muša an počas je šteu: Adàn, dva, tri, štier, pet, šest, sedan,... Te osmi muš kje je? — Nie pensù, ka tist muš je biu spodi njegà, an je šteu nazaj: — Adàn, dva, tri, štier, pet, šest, sedan... buožac jest! Je paršu damu pijan an zgubjèn an njegà ženà se je ustrašla, zaki je biu ardeč tu gobcu: — Ka ti je kapitàlo, — je vprašala ženš an Tonca je rišpondii: — San ukupu osan mušu an zdile so sedan, zdile provi ti štiet, an ženš je štiela: — Adàn, dva, tri, štier, pet, šest, sedan an osan... — Ka si jala?! — je reku Tonca. — San jala osan, — je riSpondàla njegà ženš. — Si šigurna, ka so osan? — je prašu Tonca: Ja, anci... devet! — je reklà ženš — Zaki gor na osmin mušu se nosi te deveti! Giorgia Graziella * KOOROMAC NA BILICA ANU NA KUZ'ICA Je bila na bilica, na mala lipa bilica, ke rudi na kuzica udila gruzumal, ma din den den udi ded an spilil bilico anu mulrla pa kuzica' VILAŽEJ Vilažej dušil, ■ rožice so se žvajšle, pa utičaci so pel*, jagudce ao rotàie, utrucì so faibèli tou vse te rojàle, piskalìceso se uojjàle. gòre so se stìkle. jàrbuii so se ublikli. pripillce so latlé, toy ‘sako rožo so šle k Liliana Trušnje KORANINE KORANJÉ Koranine koranjé Buog daj debelo ko nogé! Koranine koranjé, buojš so krave ko kozé! J BERT Deb ti čju pomlad tu ajarje takuo ki ga čujen ist, deb ti mislu name an gledu zvezdè gu luftu, deb ti joku, kar bi vidu perja past na tla, deh ti ponoč na mu zaspat brez me mislit, deb ti bluo všeč me gledat, guorit an daržat roké, deb ti teu, deb ti mu, deb ti bluo vseč, Bert, kuo bi bla rada. Andreina Trušnjak (da «Loretta Dorbolò / Andreina Trusgnach» a cura del Centro studi Nediža a Društvo beneških likovnih umetnikov) KAJ SE JE ZGODILO MOJI STARI MAM Moja mama stara me je pravla nimer, ke prej ke je bila ujska lita 15-18 so pršle ti v Prosned dva profesùrja ta z Viene. Teist profesùrji so prav-le, de uoda od Nediže je trdu dobra ze zdravt uoči. Mojà mama stara, kar je bla mikena, ni ne videla ne uoči, je mila dno bou; elčre dne mladenke, ke so pasle krave blizu Nediže, so jo nosile z njem an ji so storili iti tje v petók uod Nediže. tu ke ie dou spàdela uoda, an ji so storlé držat ti v uodo glauo e uoči uoprte, de nej uoda liepo uoperé. Teisto kuro je dielela tri liete, zat je liepu uoščepšla an je mogla hodit Suolo an do-trin an še dons, ke me sedendeset liet, ne nuce uočaln. Je škoda, ke majdan se ne intereša ze teisto dobro uodo. Kdo je polizal mamino marmelado? Izstriži okenca pravokotnika A in jih zalepi na pravo mesto pravokotnika B. Tako boš odkril tatiča. (|Z revije «Galeb») NAŠE KORITO Medruz imamo korito tu vas, an je veliko. Voda je dobrà an marzia. Naše korito so ga nardili puno liet od tega te star naši nónoni. Edy PROSNID Ukradena marmelada I cantori di Tribil superiore al 1 Concorso Moja vas (29.6.1974) MRŠI UNITI PER FERMARE GLI IRRESPHNSABIU Un volantino del Comitato per la Difesa del Natisone ha parlato, senza peli sulla lingua, di «speculazione» attorno alla questione della captazione delle acque del-l’Arpit da parte del Consorzio Pojana. In realtà nel tentativo di prendere l'acqua si è scoperto l'abuso, poiché nessuna pratica era stata espletata e, in effetti, il Consorzio del Pojana vuole l'acqua del Natisone perchè costa meno di quella del Ta-gliamento. L'assurdo è che quest'ultima viene convogliata, a costi maggiori, in tutte le Valli del Natisone. La popolazione, con le forme più civili e democratiche, ha preso posizione contro la presa dell'Arpit e delle altre sorgenti che immettono acqua nel Natisone, perchè considera il pericolo cui va incontro il fiume: quello di ridursi ad un rigagnolo sporco ed infetto. Ab biamo detto la popolazione, ma dovremmo parlare anche di gruppi associati di operatori economici e sportivi, culturali e turistici. Senza ripetere i noti argomenti, avvertiamo che c'è un tessuto socio-economico che si sente colpito: e non si tratta solo di affetti, ma di concreti interessi. Si parla di speculazione anche perchè il Consorzio non ha inteso affrontare le soluzioni alternative che sono state suggerite da tecnici ed amministratori. I dirigenti del Pojana e i Il coro ”Pod lipo,, alla «Cecilijanka» Sabato 22 novembre, il coro Pod lipo di Vernasso ha partecipato all’annuale manifestazione CECILIJANKA, organizzata dalla Zveza slovenske katoliške prosvete, presso il Katoliški dom di Gorizia, in occasione di S. Cecilia, protettrice della musica. Con molto entusiasmo, noi del coro, abbiamo risposto all’invito, come del resto cerchiamo sempre di fare, nei limiti del possibile. Insomma, alle 19.00 siamo partiti con i propri mezzi alla volta di Gorizia, dove non senza difficoltà abbiamo raggiunto l’auditorium. In programma c’ erano molti altri cori sloveni, tutti bravi ed applauditi. Quando è arrivato il nostro turno, eravamo tutti comprensibilmente un po’ emozionati, come lo si è sempre dietro le quinte, in particolare però Maria Dolores, Claudia, Elia-na, Lucia e Fabiola, che erano alla loro prima esibizione in pubblico. Infatti, queste cinque simpatiche ragazzine di Clenia, sono venute a far parte ultimamente del nostro coro, partecipando assiduamente e diligentemente a tutte le prove. Abbiamo presentato tre canti: Sciur Padrun, Kaj se vam zdi, Tarn za turškim gričem. Dopo l’esibizione siamo ripartiti per le Valli, festeggiando come di consueto la uscita del coro, questa volta con una pizza ed una bicchierata: l’importante era stare tutti insieme. Gabri suoi tecnici minimizzano le cose e, misure alla mano ( ma le prendono a Civida-le), dicono che i timori della gente non hanno motivo di essere. L'assessore regionale Biasutti è sulla stessa linea: minimizza il danno ambientale e deride i valligiani che difendono la roba loro, si permette perfino di prendere in giro i nostri amministratori! Specogna, consigliere regionale delle Valli del Natisone, dichiara che le preoc cupazioni della gente sono «un discorso montato artificiosamente» dimenticando di aver votato in consiglio comunale di opporsi al prelievo. Manzini, sindaco di Pilifero, visto che pioveva, dice che l’acqua c'è. Avranno partita vinta? Con i valligiani c'è un im portante schieramento di forze, a cominciare dal comune di S. Pietro al Natisone ( che si è espresso contro qualsiasi captazione dell'acqua da parte del Pojana) e da quello di Pilifero, che Manzini non potrà, crediamo, facilmente ridurre al silenzio. Ci sono le associazioni ecologiche e sportive (pescatori, calciatori, il CAI, la Valnatisone, il Volley -club, i cori, i circoli culturali, ecc.); ci sono gli operatori turistici, gli esperti é questi ultimi hanno calcolato perfettamente i dati tecnici ed i futuri danni materiali; ci sono iniziative in consiglio provinciale, in regione ed in parlamento. Lo «schieramento» va raf- Manifestacija za rieko Nedižo Komitat za zaščito rieke Nediže je sklicu v saboto 6. dicemberja adno manifestaci on v Podbuniescu. Na ma nifestacion je paršlo puno ljudi od vič kraju, za pokazat, de vsi čejo branit Nedižo an nje lepo an piavo vodo. Od tega manifestaciona bomo še kiek pisal na drugim numerje našega lista. Mi čem o pa no malo po magat komitatu, de buj lahko udobi an de takuo vodo Nediže pustijo par mjeru. Kiek se je že zganilo. V telim numerje publika-mo artikul, ki ga je napisala Bruna Dorbolò Strazzolini, kamunski konsiljer v Špietra. Artikul je štampan tudi na listu «Il nostro Natisone-Naša Nediža». Tele list ga je urediu komitat za zaščito rieke Nediže, kateremu so se vključila malomanj vsa športna, kulturna in ekološka društva Nediških dolin. CHI COMANDA ? Un ulteriore sforzo per la tutela del Natisone, richiesta a gran voce dalla solitamente silenziosa popolazione dei comuni di Pulfero e di S. Pietro al Natisone, è stato fatto lo scorso 17 novembre a S. Pietro. In municipio si sono incontrati infatti: il presidente della Comunità Montana, i sindaci delle Valli del Natisone, il presidente ed i tecnici del Consorzio Acquedotto Poiana, il presidente ed i tecnici dell’Acquedotto Friuli Centrale, l’assessore regionale ai lavori pubblici, Biasutti e ring. Novelli, tecnico regionale. Dopo il saluto di Macorig, presidente della Comunità Montana, ha preso la parola Marinig, sindaco di S. Pietro, il quale ha ribadito la posizione della amministrazione del comune, espressa nell'ordine del giorno (che è stato spedito a tutte le autorità), votato all'unanimità dal Consiglio comunale. Dopo di ciò è intervenuto il dott. Cola, tecnico di parte del Pojana, che ha portato dati riguardanti la portata del Natisone, presi sotto il Ponte del Diavolo di Cividale. Qui è venuta l'assicurazione del sindaco di Pulfero, Manzini, che il Natisone non soffrirà per il prelievo dell’Arpit, se si accettano le proposte del Pojana, cioè di astenersi dal prelievo nei periodi di magra. E qui è venuta anche l'opinione del consigliere regionale Specogna, che a conclusione dice: «Onestamente il problema è gonfiato artificiosamente»! L'assessore Biasutti, a questo punto, auspicando che i lavori possano riprendere al più presto, con un giusto accordo fra la popolazione delle Valli ed il Pojana, si è assunto l'impegno di fare da supporto per una struttura consorziale in questa zona ripetendo l’esperienza dell’Acquedotto Friuli Centrale. Quelli che, fra i presenti, non si capacitavano di come una questione tanto spinosa venisse così rapidamente e semplicemente risolta e tentavano di ricondurre il discorso sui dati tecnici e sulle indubbie conseguenze ecologiche, certo apparvero in questo consesso persone di poco spirito pratico. Evidentemente abbiamo molto da imparare prima di riuscire a capire che chilometri di tubature che si incrociano sono un risparmio. Per capire che queste cose sono ben fatte, con tanto di contributi. E che danneggiare la natura ed i beni ambientali sia buona amministrazione... Visto che le voci private sono parole al vento, chiedo ai partiti ed agli uomini politici (quelli che sanno che amministrare non vuol dire distruggere), di farsi ufficialmente i portavoce (come sono stati incaricati dal voto) del volere della nostra gente, di vincere il pudore e far sentire la voce delle Valli del Natisone. Queste, per quanto mal ridotte, hanno il diritto di difendersi, di impedire che la nostra gente abbia a patire altri soprusi. Bruna forzato, per poter giungere nelle sedi politiche, dove si può e si deve dire di no al-l'esproprio del fiume. Ecco perchè bisogna mettersi in movimento tutti, in modo da creare quell’unione che è necessaria per fermare gli irresponsabili. E non dimentichiamoci che dalla nostra parte abbiamo le leggi e la ragione. Paolo Petricig CIVIDALE Jod chiede strutture per la cultura Il consigliere comunale Luigi Jod ha chiesto una interpellanza circa il reperimento di una sala pubblica per manifestazioni culturali, mostre di pittura, scultura, fotografia, per dibattiti, rappresentazioni teatrali, musicali ed altre attività nella città di Cividale. Ha indicato alcune possibili soluzioni per l'utilizzo della scuola De Rubeis e della chiesa di S. Maria dei Battuti. Il sindaco ha dato atto dell’interesse del problema ed ha assicurato l'impegno della Giunta a trovare una adeguata soluzione. Il comune di Cividale istituirà anche una commissione per i problemi della cultura. ROMA PER IL CONCORSO "MOJA VAS„ L’on. Giulio Colomba (PCI) ha rivolto al Ministro della Pubblica Istruzione una interrogazione circa la possibilità che il Concorso dialettale sloveno «Moja vas» possa svolgersi ancora nelle scuole dell'area dialettale slovena. Nello stesso tempo Colomba chiede che possa essere reintrodotto nelle scuole dell’area friulana anche il compito in friulano della Società Filologica Friulana. Colomba afferma: «Tali dinieghi appaiono contrastare sia le moderne esigenze didattiche, che quelle culturali, politiche e sociali connesse alla valorizzazione delle lingue e delle culture minoritarie del nostro paese; il Trattato di Osimo fra Repubblica italiana e Repubblica federativa di Jugoslavia prevede un impegno di entrambi i governi nella tutela della minoranza nazionale slovena per l'Italia e italiana per la Jugoslavia, e il concorso Moja vas è un elemento importante e significativo di recupero dell'identità etnica, nazionale e culturale delie popolazioni di lingua slovena viventi nella Provincia di Udine. Infine il parlamentare comunista chiede di sapere «Quali provvedimenti intende urgentemente adottare al fine di rimuovere tutti gli ostacoli di natura burocratica che impediscono di svolgere nelle scuole statali e negli orari di lezione il concorso indetto dal Centro studi Nediža e dalla Società Filologica friulana. * * * Anche il senatore Bruno Lepre (PSI) ha scrìtto al Centro studi Nediža per comunicare di essere intervenuto presso il Ministero della Pubblica Istruzione perchè il concorso possa svolgersi nelle scuole non appena ci saranno risposte da parte del Ministero. PISE PETAR MATAJURAC Naše domače l Rajnik Vodopivac in druga dva O rajnkem Vodopivcu (Bradaču) sem že dost pišu, kakuo je biu modar in kajšne je pravu. Ker so ljudje poznal njega navado, kadar jih je ki uprašu, so se hitro postavli v obrambo, ker so bli Sigurni, da njega besjede, njega uprašanja skrivajo kajšan skopac. Navadu je judi stat «atent», mer kat in gruntat, kaj se skriva za njega besedami. Zavojo tega, jih ni samuo pravu, jih je muoru tudi čut use te preklete. Takuo se je zgodilo an dan ko je šu u Gorenji Gar-mak. Ustavu se Je pred- Lukcjovo hišo in u tistem momentu je parpeju iz bijeva Vittorio no lepuo tele. «Oh, Buog di srečjo, kaj-šno lepuo tele imaš. Al je toje, Vittorio?» ga upraša Vodopivac. «Ne, ni moje, je od naše Bauhe!» mu odgovori Vittorio Lukcju in natuo sta se oba zarežala. Njekega dne se je Vodopivac pelju na svojem kole- selju (calesse) iz Čedada proti domu. Kadar je paršu pod Ko-sco, je videu Kovačina, ki je djelu na njivi in ga uprašu: «Kovačin, al boš sadiu samuo grah at u tisto njivo?» «Ne, bom sadiu tud ra klel» mu na suho odrježe stari Kovačin. Presneti kupci Janez iz dolinske vasi je prodau kupcu krompir za jedilo in prosu kupca, naj mu preskarbi krompir za seme na pomlad. Kupac je objubu in daržu besjedo. Na pomlad je Janezu parpeju krompir za seme (za sje-nje). Kumet je nesu na njivo krompir in ga začeu sadit, kadar ga je iz žakja usa-diu že dvje velike pletenice in je basu že trečjo, ko ga je njeki zapeklo u žakju, pogleda u žaki in vidi, da mu gre kri iz parsta. Urjezu se je u njega kjukac, ki ga je biu zgubiu, kadar so basali krompir za prodajo. Pogleda buj lepuo u žaki in notar je zagledu tudi fajfo, ki jo je biu zgubiu kadar kljukac. «Božja Madona — je po-mislu — Če sem ušafu tle notar kljukac in fajfo, ki sem jo takrat zgubu, pomeni, da sem spet kupu muoj krompir, z diferenco, da sem ga plačju petkratvič. Prekleti kupci!» Sandro in Dorič Dorič je šu obiskavat brata Sandra, ki živi u Malem Grmeku. «Zdravo, Sandro, sem te paršu gledat!» mu je jau Dorič. «Tle san, trudan ku de-vetstuo hudičju in če sme paršu gledat, pa gledi me!» mu odgovori Sandro. «Zakaj si trudan? Kaj si takuo težkega djelu?» ga še upraša Dorič. «Senuo sem nosu!» «Zate al za kajšno drugo družino?» «Ne zame, ne za drugo družino!» «Za koga pa?» «Za Cekove krave!» se je zarežu Sandro bratu v obraz, Vas pozdravja Vaš Petar Matajurac KAJ SE JE ZGODILO PO NAŠIH DOLINAH Cristina Predan in mož Di Nardo Michele Žrtve (vittime) potresa v Napoli Potres, ki je napravu ta-kuo veliko škodo in uniču na taužente človjeških življenj u petih provinčiah južne Italije, je zahtevu življenje tudi pridne gospodinje in mame iz naših krajev. Pod posutim palačam je zgubila življenje Cristina Predan, sestra našega odgovornega urednika Izidorja Predana. Z njo je zgubiu življenje tudi nje mož Di Nardo Michele. Ona je imjela 66, on pa 68 ljet. Palača, u kateri sta živjela s sinom Lucianom, je bla zazidana na deset plani, 27 ljet od tega. Tisto nesrečno nedeljo 23. novembra zvečer se je palača ob parvem sunku potresa zrušila, zasula u prah, kakor da bi bila zazidana iz pje-ska, j apna in pepela. In rjes: zgrajena je bla s «camoro», skoraj brez cementa in že-ljeza. U palači je stanovalo 20 družin, ob potresu je zgubilo življenje 56 ljudi: otroci, mladi in stari. Lahko bi bla katastrofa u tej palači še večja, če bi prišli obiskovat poročeni sinovi z otroci svoje starše, kakor je bla njih nedeljska navada. Na usako vižo je smart šestinpetdesetih ljudi zavoj o kriminalne neodgovornosti tistih, ki so gradili palačo, vič ku previč. Kajšan bi muoru odgovarjat za zgubljena življenja. Tisti, ki so preživieli, so zgubili use. Ostalo jim je sa-muo, kar so nosili na sebe. Posušile so se jim tudi su-ze, jih niso imeli vič, da bi jokali za tragično zgubljenimi svojci. Večina mrtvih v «zavda-ni palači» so bili buogi ljudje, kakor tisti tavženti, ki jih je podsulo po drugih provincah na Jugu. Tudi naravne katastrofe prizadevajo samo te buoge. Tisti, ki jo plačujejo, so zmjeraj te buogi, ker te bogati živijo na sigurnem. Med te buoge je spadala tudi naša Cristina Predan. Use nje življenje je bluo tarnjeva pot. Rodila se je 1914. leta u Štefanovi družini na Gorenjem Brdu (Garmiški kamun). Pred njo se je rodiu brat in za njo še drugih 8. Bluo je deset otrok. U družini je mizerja lajala. Cristina, ko je imjela samuo 16 ljet je šla služit u Italijo, da bi pomagala mlajšim bratam. Od šestnajstega ljeta je bla skoraj zmjeraj po svjete. Ljeta 1939 sta jo djelo in pot peljala u Afriko, u Abisinijo, ki je bla takrat italijanska kolonija. Potem so prišli Angleži, zajeli puno italijanskih vojakov in jih spravli za bodečo žico, za retikolat. Za retikolatom je bla lakot in Cristina je bla med tistimi, ki je poskrivš nosila ujetnikom jest. Takuo je spoznala puoba, ki je potem postau nje mož. Po zadnji uejski sta posta-vla svoje «gnezdo» v Neape-lju, ker so se jim rodili drugi trije otroci: Marica, Tonino in Luciano. Prvi, Vittorio, se je biu rodiu že u Afriki. Z veliko težavo sta zredila o-troke. Stanovanje, ki se jim je zasulo, sta končala plačevat meseca maja letos, pred par mesci pa so dali Cristini penzion. Bla je vesela: «Sada pa bom lahko kupila kajšne Šenke navuodam» je jala in po tarkaj tarpljenju in pomanjkanju, ji ni bluo par-puščeno, da bi s Šenki veselila majhne navuode. U veliki žalosti je zapustila sinove, brate, sestro in uso žlahto. Deleč bo počivala od zemje, ki jo je zmjeraj ljubila. Ohranili jo bomo u ljepim in večnim spominu. SV. LENART DOLENJA MJERSA Mala Sara Bernardino u naročju dvjeh non U nedeljo 28. septembra so okarstili u cerkvi Sv. Sarca par Sv. Lenartu lepo čičico iz Dolenje Mjerse. Imenuje se Sara Bernardino, nje tata je Gianpaolo, mama pa Rac-caro Graziella. Sara ni veselje samuo mladega para, za tata in mamo, je veselje tudi za none. Na sliki vidimo malo in lepo Saro u naročju dvjeh non: na levi je nona Marcella Lauretig, na desni pa Elsa Vogrig. Sari želimo, da bi jo none varvale zdravo in veselo puno in puno ljet. ŠPETER DOLENJI BARNAS Pevski zbor «Pod lipo» na Cecilijanki 1980 v Gorici V soboto 22. in nedeljo 23. novembra je bila v Gorici tradicionalna revija katoliških pevskih zborov, ki jo organizira vsako leto Zveza slovenske katoliške prosvete pod imenom Cecilijanka. Na «Cecilijanki 1980» je nastopilo 23 pevskih zborov, tudi takšnih, ki ne pojejo v cerkvi. Zbori so prišli iz vse dežele, pa tudi z Novogoriškega. Letos je bilo prvikrat, da ni bilo «Rečana», a zaradi tega nismo bili beneški Slovenci nezastopani. Na tej važni kulturni manifestaciji nas je zastopal pevski zbor «Pod lipo» iz Dolenjega Bar- nasa. Kanalske Slovence pa je zastopal pevski zbor «Planinka» iz Ukev. V soboto sta pozdravila udeležence gori-ški nadškof msgr. Cocolin in goriški župan dr. Scarano. Podbonesec ŠČIGLA U pande jak 1. decembra je umaru u čedajskem špi-talu Firmino Deganutti, star 70 ljet. Njega pogreb je biu u Laziču, u torak 2. decembra. Rajnkega Firmina bomo ohranili u lepim spominu, družim in žlahti pa naj gre naša tolažba. SOVODNJE STARMICA V saboto 22. novembra nas je na hitro zapustil Giovanni Pio Podorieszach iz Starmice, imel je samuo 51 ljet. Njega pogreb je bil v Star-mic, v ponedeljek 24. novembra. Žalostni ženi, družini in vsi žlahti izrekamo globoko sožalje. DREKA V Belgiji je umru Fabio Cicigoi-Čikov Bli smo blizu njega in nje-smo vjedeli za njega smrt. Ko smo se vračali iz Belgije domov, nam je Genio šten-garjov na avtobusu povjedu, da je tisti dan prej umru v Seraingu Fabio Cicigoj - Či-kov iz Dreke. Morebit, da nam Genio ni hoteu povje-dat prej, da bi nam ne ve-derbu veselega praznika in srečanja, ki smo ga imeli u Serajngu na pobudo Zveze slovenskih emigrantov. Na vsako vižo Fabio Cici-goj je šel s tega sveta. Pomagala mu je boljezan, ki jo je ušafu kot usi naši mi-natorji, v čarni jami, tu min. Imeu je 71 ljet. Umaru je v nedeljo 9. novembra. Zapu-stu je u veliki žalosti družino, žlahto in prijatelje. Naj v miru počiva v juški zemlji, mi pa ga bomo ohranili v lepem in venčnem spominu. Slab zaslužak z rjepo Ljetos niso usjali po dre-ških vaseh toliko rjepe kot po navadi, pa tudi slabo je obrodila, kajti kadar bi bila morala začet najbulj delat, jo je partisnila suš. So bli pa kmetje, ki so jo usedno pardjelali dobro, a kaj hnu-cu, če jo niso mogli prodat. Od začetka je zgledalo, da jo bojo lahko prodali. Prvi kupci so jo plačevali nad deset taužent lir kuintal, po Srednjem pa so paršli še do petnajst taužent. Rjes draga tale slovenska «pašta», ki mi ji pravimo bizna. škoda, da jo je puno ostalo po kleteh in na njivah. Kaj se je zgodilo? Zakaj se je prodaja zataknila? Morebit, da so jo uvozili iz drugih krajev in takuo je naša ostala. Zrna-njku nam je dobar zaslužak, pa zavoj o tega ne bomo obupali, bo šlo pa hljetu boljše. SREDNJE RAUNE U torak 25. novembra je umaru u čedajskem špitalu zaradi možganske kapi ( trauma cerebrale ) Predan Luigi - Mateužic po domače. Biu je tata bivšega šindaka sredenskega komuna, Alda, ki je seda namjestnik šindaka. Njega pogreb je biu u sredo 26. novembra v Oblici. Zapustu je dva sinova in tri hčerke. Usi žive po svjete, razen Aldo, in usi so bili prisotni na pogrebu. Ljetos je bluo malo gob že puno ljet ni bluo takuo slabo za gobarje, ku ljetos. Že od zdavnaj so pomenile gobe za nas zaslužak. Po naših dolinah imamo prave gobarje, ki poznajo, puno vrst, puno sort gob pa tudi tajšne, ki jih poznajo samuo no malo, a so jim gobe paršle dobro za zaslužit, posebno kadar ni bluo d j eia po fabrikah, dol po laškim. Ljeta nazaj so naši ljudje nabrali gob za puno milijonov lir. V zadnjih ljetih pa se gobe zgubjajo, posebno «babe», «ardane» in farlinke, letos pa je bluo malo tudi štorovk in še tiste, ki so ljudje ubrali, jih niso mogli prodat. Kupcev iz Trevisa jih ni bluo kot prešnja ljeta, ker zavojo predpisov, le-čov in burokratskih dokumentov ni več takuo lahko prevažat gob, kot prej. Gotovo, da se «babe» in «ardane» zgubjajo po naših dolinah pru zavojo tega, ker njeso očejeni loti in seno-žeta. Ker smo imeli ankrat lepe, očiščene senožeta, do-nas rase velika trava in arbi-da. škoda. Splačjalo bi se očistiti senožeta, čene zavojo drugega, zavojo gob. Beneški Gobar PRIEŠNJE V sredo 19. novembra zvi-čer se je zgodila v šencjurju cestna nesreča, v kateri je u-maru Vincenzo Birtig, star 63 ljet. Rajnik Vincenzo je bil na svojem kolesu, kadar njeki avto, ki je pelju proti Čedadu, ga je povozu. Ko so paršli na prestor karabinieri in ambulanca, mož je bil že martu. Birtig je bil že dolgo ljet v Belgiji in malo ca j ta od tega se je preselil v Priešnje, kjer je imel hišo. Žalostni družini in usi žlahti naj gre naša tolažba. Na mostro domačega sadja, ki je organizirala kamunska aministracion od Špietra, so paršli te mali otroc od elementarnih šuol. Narbuj ku vsi so čestine od sadja teli otroc pregledal: burje, liešinke an jabuke. Interesant je bluo, de je biu ta pred vsakim sadjam napisan kartelin s slovenskim imenam: objaki, purčinac, kobilca, dujak, seuke, etc. Na mostri smo videli tudi študente od ITA doz Čedada, tiste od učiteljišča od špietra s prof. Monaj in od sriednjih šuol s prof. Jussa. Lepuo je, de tudi te mlajši se začnejo interešat za tiste, ki je bla naša domača producion par starim, an ki more donas zaživiet, če bojo oblasti, an posebno Region, ponudle vso potriebno pomuoč. Il coro «Pod lipo» di Vernasso, organizza un concerto in occasione delle ricorrenze Natalizie, nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo di S. Pietro al Natisone, il pomeriggio del giorno di Natale. Na ljepi sliki vidimo noviča Mario Grazio Blasutig, stara 29 ljet iz Špietra, in Jurman Adriana, star 25 ljet, iz Dolenjega Tarbja (Srjednje) ki je živeu dugo ljet u Čedadu z mamo Marijo. Poročila sta se u cjerkvi Sv. Miklavža, u soboto 19. luja. Žlahta in parjatelji in tudi mi jim želimo puno sreče in zdravja u skupnem življenju. Lesena okna in balkonska vrata Vam nudi po ugodni ceni O (Joško - Giuseppe Cucovaz) Finestre e porte in legno per balconi A prezzi vantaggiosi - S. Pietro al Natisone - via Roma, 151 - Tel. 727131