Associazione annua Corone 10. Stati dell'Unione postale Corone 32. Semestre in proporzione. Pagamenti antecipati. I manoscritti non si restituiscono. Redazione ed Amministrazione: Scrittoio della Tipografia Cobol & Priora. Oioriialc ciiiiiiiierriale, industriale, agricolo e politico. Volere è potere. I. ESSONA Non sbigottir, ch'io vincerò la pruova. Dante Il giornale si pubblica tutto le Domeniche nelle ore antimeridiane. Prezzo delie inserzioni per ogni riga di testo : Avvisi commerciali in III png. cent. 10, in IV pag. cent. Comunicati in III pag. cent. 20. Avvisi collettivi 4 cent, la parola. Tassa minima cent. 20. l'n nliniero separato cent. 20. IX GENNAIO Non vi fu sciagura che colpisse gli italiani più della morte di re Vittorio. Una battaglia perduta, se avvilisce un esercito, se prostra una nazione, non toglie però la speranza della rivincita : se ruba ad un popolo la libertà, non soffoca la fede della riscossa, la fede di chi è conscio dei propri diritti, la fede <11 chi combatte per il più puro ideale, per la patria. Ma la morte di Vittorio Emanuele lasciava nella penisola, atterrita e consapevele della perdita immane, un vuoto che non si avrebbe colmato mai più. In quel triste giorno, soldati che avean combattuto in cento battaglie, generali che, al suo fianco, -s' e ran l'animo indurito alle atrocità della guerra, non poterono frenare il pianto, che, dall'ultimo cittadino al primo d'Italia, sgorgava pegno della rico-nosconza d'un popolo intero al suo re. Nel combattimento di (ìoito, principe ancora, l'audacia ed il sentimento del dovere di soldato lo fa mettere a repentaglio la propria vita. E' la prima battaglia che combatte e che vince, e ne riceve il battesimo con una palla nel fianco. L'anno dopo è chiamato a reggere le sorti del Piemonte, dall'abdicazione del padre Carlo Alberto, ed il primo suo atto, di sdegno, verso il maresciallo Radetzcki che, all' indomani della battaglia di Novara, cercava d'indurre il giovine principe ad accettare condizioni .disonorevoli per i vinti, lo fanno proclamare dal suo popolo il re galantuomo. Amico di quanti volevano 1' unità d'Italia, non teneva rancore per chi combatteva il regime monarchico, ed a Giuseppe Mazzini, in un colloquio vivace, che rifletteva 1' avvenire della nazione, esclamò: «Lasciatemi fare l'Italia, questo è il mio unico orgoglio ; poi mi accontenterò d' un fucile e d' un cane da caccia». Nel 59, alleatosi alla Francia, vinse gli austriaci in parecchie battaglie ; a Palestro viene acclamato dagli Zuavi loro capo, a S. Martino, con ammirevole slancio conduce le sue schiere alla presa del colle formidabile. Ma la pace di Villafranca non è compenso adeguato a tanti sacrifici, a tanti atti eroici, e nel 1866 re Vittorio corre nuovamente a capo del suo esercito per 1' annessione della Venezia. Quattro anni dopo entra a Roma, e dal Campidoglio, in mezzo ad una popolazione esultante, proclama capitale del regno, la città eterna. Il 9 gennaio del 1878 muore, da grande, come era vissuto. Muore benedicendo al suo popolose neglf spasimi dell'agonia ripassa tutta la storia del suo regno, e i giorni di servitù e le vittorie, e quasi volesse impugnare ancora le armi, sembra mormorare, L'Italia è fatta ma non compiuta. — Oldrado „Sa guerra di gradisca" che si dava come supplemento ai nostri lettori, viene da oggi posta iq appendice. Le biblioteche popolari Sommo bene è la scienza, sommo male è l'ignoranza. Quindi non vi ha dubbio che uno dei precipui mezzi per diffondere l'istruzione e, diremo, contemporaneamente l'educazione sono le biblioteche popolari, queste benefiche istituzioni, che, attecchirono non solo nei principali, ma ben anco nei centri minori apportando i più benefici risultati. Anni addietro, le biblioteche popolari trovarono più che ai nostri giorni, di coloro che si ostinavano ad avversarle col voler tenere nel buio il popolo non procurandogli utili cognizioni per dirozzarlo, così ritenendo forse di frenare eventuali pretese, diritti e chissà quali supposti malanni ; ma tali bottoli ringhiosi s' ingannarono a partito ; giacché, col loro abbaiare al sole, non ottennero che quest' astro, per i loro latrati, avesse meno a risplendere. Certuni dicevano, a che servon-le biblioteche popolari, a che l'istruzione impartita agli operai, ai contadini '? Questi, leggendo, si corromperanno; la letteratura moderna empirà loro il capo di fisime che, non essendo smentite dalla ragione, potranno essere molto perniciose. Se in un canestro di pere ve ne ha una guasta, si dovranno forse gettar via tutte? Crediamo di no, e quindi fa mestieri saper scegliere bene le letture che si distribuiscono e poi utilissime saranno, come lo furono sin qui, le biblioteche per il popolo. L' uomo che vive del sudore della propria fronte ha poco tempo di leggere, non è a misura di procurarsi dei libri, e se anche se li procura, è ben difficile che possa scegliere quelli che più gli tornano a conto, che più cioè gli possano giovare. E' '•ben vero, disgraziatamente, che molti sono i libri perniciosissimi, in ispecie quelli che ci vengono da oltr' alpe, e che più facilmente circolano e sono letti. Si osservi p. e. quei libercoli che si trasportano di fiera in fiera, di mercato in mercato quante superstizioni alimentano quanti errori contengono quante volte vilipendono il buon costume e quali e quante offese hanno contro la lingua, il gusto, la ragione e la decenza! Ma come abbiamo detto più sopra, conviene saper ben scegliere, ehè i buoni libri non mancano. Le buone letture dovrebbero essere per il popolo il mezzo migliore per completare la sua istruzione primitiva, per continuare la sua educazione; così si spoglerebbe dei vecchi pregiudizi, più non crederebbe che col suono delle campane si fa porale, che il sale e apportano disgrazia, nè di Marte non si parte», non abbaderebbe al N. 13 ed a tutte quelle superstizioni insomma, non ancora del tutto estirpate, specie nelle campagne, che fanno commettere tante corbellerie e che alcune volte producono dei grossi guai e malanni. Il popolo attingerà dalle buone letture antidoti contro veleni capaci ili corrompere la sua mente, il suo cuore e si manterrà di sentimenti buoni ed onorevoli. Le letture convenientemente scelte non potranno distrarlo dai penosi travagli che riempiono la sua giornata, ma serviranno a sollevarlo grandemente per riprendere con nuovo ardore il lavoro del giorno. A tutto ciò adunque provvedono biblioteche popolali vedere in ogni dove, s'intende, da degne persone che, al proprio, antepongano 1' altrui bene. E con la promessa di ritornare sul-1' argomento, ci si permetta, pria di chiudere, di congratularci cogli e-gregi benemeriti promotori e membri di Direzione della biblioteca popolare parentina che, in soli due anni di vita, seppero farla progredire tal- cessare il tem-1' olio rovesciati che «di Venere sposa e non si le ben intese che vorremmo e dirette, già mente da dover aspettarsi dalla medesima sommi vantaggi. A' Phrcnzo 9 gennaio I90.r>. Quando si offriranno anche al popolo di Capodistria questi vantaggi, ai quali ha diritto? Si faccia una buona volta il suo utile : rendiamocelo grato, offrendogli, com'è nostro dovere, i mezzi per istruirsi e potremo contare sul suo valido appoggio quando ne avremo bisogno. Si apra, si apra presto, la biblioteca civica ; In si apra ai popolo, allo studioso, a tutti e sulla città non mancheranno a scendere quei vantaggi morali, di cui ha tanto bisogno. X. (t. ti. DELLE BANCHE La banca è un istituto che ha per scopo la circolazione del denaro e del credito. La banca si fa mediatrice tra colui che accorda il credito, impiegando i suoi denari in contanti e traendone maggior profìtto, e colui che accetta il credito, prendendo a prestiti capi i ali. Chi possx le denari, ma, pei' un tempo più o meno lungo, non sa come impiegargli, desidera naturalmente di trarne vantaggio. Il dare a prestito con ipoteca sopra beni stabili è, secondo le circostanze, sicuro assai, ma, per la restituzione, si è vincolati a lunghi periodi di tempo, cosi che chi presta 11011 può riavere entro brevi termini il suo capitale. La compera di azioni con interesse, o di obbligazioni dello Stato, offre la possibilità di avere subito disponibile, in tempi almeno di maggior calma, il denaro impiegatovi, ma non è escluso il pericolo che nel frattempo le oscillazioni dei corsi siano causa di maggiori o minori perdite. Il capitalista, ricevendo chirografi o cambiali, potrebbe fare anche prestiti a chi, in qualità d'industriale, agricoltore o commerciante, può essere, più d'un semplice privato, in grado di ritrarne una rendita maggiore, e di pagare, secondo le circostanze, un interesse alquanto più elevato di quel che si usa. Ma anche questo impiego di capitale non è sempre sicuro. All'uopo sono anzitutto necessarie accurate indagini intorno alle condizioni finanziarie del debitore, alla sua onestà ed alla sua accortezza negli affari : indagini che non si addicono ad ognuno; ma, anche colle maggiori informazioni, non è raro il caso che si perdano interessi e capitali. LiA GUERRA DI GRADISCA (Pagine di storia patria del XVIt secolo) (Continuazione ; vedi supplemento al N.ro 36) Capodistria, vedova di presidio, rimane senza guardia. Bernardo Tiepolo, volendo evitare qualche brutta sorpresa, invita i cittadini a far da sentinelle : alcuni declinano l'invito, onde nuovi processi e punizioni. Anche i presidi di Pinguente e Gimino reclamano il soldo : il generale, subodorando un ammutinamento in massa, va questuando di porta in porta sino alla raccolta completa della somma necessaria. Un giorno gli giunge la consolante nuova che un caporale, con tutto il corpo di guardia, era fuggito da Dragucchio piantando in asso il capitano rimasto solo alla difesa di quel castello. Le barche degli Uscocchi sgattaiolano da Trieste, prendono il largo sotto il naso delle sentinelle venete e, vergogna delle vergogne!, svaligiano indisturbate il naviglio che porta i mobili del clarissimo G ritti, podestà di Pirano. Questi, per sommi capi, i punti neri dell' orizzonte veneziano ; ed ora agli splendidi, che non furono pochi : Il provveditore della cavalleria Zorzi, saputo che il capitano uscocco Samelcich avea in animo di mettere a ferro e a fuoco la Polesana, previene il nemico, cavalca in direzione di Pisino, scaramuccia a lungo sotto le mura di quella Terra; indi rincasa trascinando otto prigioni, cinquecento animali minuti e trecento grossi. Così «-li Arciducali ebbero il danno, il malanno e 1' uscio addosso. Altre scaramucce. Alle sponde del lago di Rados, nella campagna di Montona, il provveditore Zorzi sullodato s'imbatte in una trentina di Uscocchi a cavallo : li carica bravamente e li fa rinculare. Quei demoni, appiedatisi, se la danno a gambe e corrono a rinserrarsi in alcune case, che stavano lì dappresso : e il colonnello addosso. Tutti, meno uno che si salvò con la fuga, e due che finirono poi sulla forca a Capodistria, furono massacrati. Più tardi si scoperse che quei trenta erano nientemeno che i capi di quella perji da genera tiouc. Ma la dignità, benché onorifica e lautamente retribuita, di vice-generale non si confaceva troppo alle deboli spalle di Bernardo Tiepolo, cui- pareva mill' anni di ritornare nella piccola e silenziosa Pinguente. Egli desiderava, anzi sospirava, una sostituzione: la quale finalmente si effettuò il giorno ti giugno 1617 con la venuta in Istria dell'eccellentissimo Zane, ex generale nella vicina Dalmazia. Ma non appena ebbe veduto il sol, clic ne fu privo; ossia, in lingua povera, non aveva p e ranco il Tiepolo fatta la consegna dell' ufficio al nuovo su- Depositate alla BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA al piccolo risparmio ed avrete il 4 °|o. (Vedi operazioni della Banca in IV pagina). La Banca popolare Capodistriana assume operazioni di cambio e compravendita di titoli, cartelle e promesse di lotteria ecc. anche in forma rateale. (Vedi operazioni della Banca in IV pagina). Raccomandazione ! Dovete fare un reralo? impiegate il denaro in questo modo. A chi vuol impiegare comodamente e cori la "maggior' possibile sicurezza il proprio denaro, con moderato interesse, e riservarsene la restituzione, 0 immediata od entro brevi termini dal giorno della denunzia, olire propizia occasione una banca che sia ben t'ondata e ben diretta. Essa presta 1 propri denari e quelli che si assume ulteriormente da altri. Ciò riesce molto comodo per il debitore, il quale, appena meriti credito, non ha bisogno d'intraprendere ricerche, il più delle volte frustane«, nè di far conoscere ad estranei il proprio stato finanziario. Egli conosce, per di più, le condizioni che la banca richiede per accordare il suo credito, prima ancora di farne la domanda. Da questo punto di vista le banche - fra le quali si possono annoverare anche le casse di risparmio e le associazioni di credito — sono mediatrici di credito: ed è in ciò radicata la fondamentale idea del moderno nostro sistema bancario. Che simili affari siano conchiusi o da un solo individuo o da una società, da un comune o dallo Stato, nulla cambia del concetto che si ha d' una banca. Inoltre, una grande società di azionisti, con capitali sborsati in sufficiente misura, può dare, di solito, maggiori guarentigie ; può assumersi maggiori offerte di capitali, far prestiti più grossi di quelli che il singolo banchiere possa offrire con modesti mezzi pecuniari. In provincia di siffatti istituti ne abbiamo ben pochi, anzi uno solo, se badiamo bene al significato proprio di banca: la Banca Popolare Capo-ri istriana che, sorta modestamente per iniziativa di alcuni nostri concittadini, ha esplicato un' attività vera-niente sorprendente ed ha dinanzi a sè un avvenire. Sarebbe troppo lungo enumerare tutti i vantaggi che la Banca Popolare Capodistriana portò al commercio, all'industria, all'agri coltura, all'edilizia della nostra città. Abbiamo voluto riassumere brevemente. data l'indole del nostro giornale, 'lo scopo delle banche e non possiamo chiudere senza una parola di lode ai direttori della nostra Banca e specialmente al presidente Sig. Bortolo Sardotsch : valga la nostra voce a confortare l'opera assidua per il bene della città, la quale può andar superba di questi uomini, che vogliono risollevare i commerci, dar impulso alle industrie per renderla economicamente florida e robusta. /,' uomo fu prima membro della sua tribù, poi cittadino della sua città, quindi nella nazione ; si sentirà poi uomo nell' umanità. Paolo Tedeschi NOTE AGRARIE In campagna. Da parecchi anni a questa parte, appena che l'esito della vite americana potè infondere nel nostro agricoltore scoraggiato la speranza di riempire nuovamente le botti, che il morbo filosserico avea tenuto inoperose per diverse raccolte, sorse tra noi, dirò quasi una pazzia generale, di rinnovare i vigneti andati dispersi ; in breve trascorso di tempo il numero delle nuove piantagioni fu in grado di sostituire le vecchie già mezzo intisichite o distrutte. Al giorno d'oggi non vi è agricoltore che non abbia aumentato di molto il numero delle proprie viti, mentre una buona parte l'à duplicato e persino triplicato. In questo lavorìo che da anni si compie, senza posa, su le nostre colline, chi ne ebbe la peggio fu senza dubbio l'albero da frutto ; nessuna compassione per questa pianta che, nelle sue tante varietà, non è affatto da disprezzarsi. Ulivi secolari, ciliegi produttivi, e meli e peri che ogni anno avevano messo il loro contributo nella tasca dell'agricoltore, sparirono per dar luogo alla vite. Lungi dall' essere contrario a quest' ultima coltura, non si può far a meno di disapprovare lo strazio di tanti e tanti fruttiferi che, in fin dei conti, tenuti per bene, allevati con una certa qual cura e cognizione, formano una rendita tutt' altro che trascurabile. Ili questi ultimi anni, data la sensibile mancanza del prodotto, le frutta, in generale, sono aumentate di valore, e tanto anzi che, avvertitane la mancanza, si penserà forse a rimediarvi un pochino. E, se alla vendemmia ci compiacciamo alla vista dei nostri carri zeppi della migliore uva, siamo sinceri e non nascondiamo un po' di gelosia quando ci viene all'orecchio che taluno à fatto sfoggio di una bella quantità di ciliegie e ne à guadagnato non poco ; dopo tutto sono i primi denari della stagione; quelli danno coraggio, sono il buon augurio. Adunque siamo d'accordo; coltiviamo la vite, ma non dimentichiamoci nello stesso tempo delle piante fruttifere. Gli anni perduti si possono riacquistare ancora, tutto sta che ci mettiamo sul serio, a far le cose per bene come vanno fatte. E questo G., che sta in fondo alla chiaccherata, è appunto intenzionato di fare quanto à detto. Amico della vite, vuol la pace con le frutta e proprio quest'anno è dietro a riparare i suoi torti o meglio quelli degli altri. Si è convinto peraltro della necessità di un po' di attenzione nell'impianto, se ne è occupato della questione e, siccome è un giovane che à una speciale simpatia per le cose pratiche, si è prefisso di attenersi alle istruzioni che si conciliano con quest' ultime ed à mezza voglia di esporle nei prossimi numeri di questo giornale e, più che tutto, per eventuali obbiezioni da parte di qualche lettore, esperto in materia. Così, oltre che tare 1' utile altrui, ne potrà avere un qualche giovamento. ti. Indicazioni mensili. (Cont., v. numero precedente ■ Per avere degli sparagi anticipati s'invasano delle forti zampe e si mettono in cassone su letto caldo o meglio si sceglie un'aiuola della sparagiaia di 5 o 6 anni e si scava attorno ad essa un fosso largo m. 0,60 e profondo altrettanto in cui si mette del letame fresco frammisto a foglie, fino all'altezza di m. 0,20 sul livello dell'aiuola. L'aiuola si copre d' uno strato di letame che, dopo i primi otto giorni, viene tolto e sostituito da un cassone mobile le cui pareti saranno circondate di letame e le invetriate riparate durante la notte con foglie o coperte di paglia. I cardi, i sedani ed i porri stati rincalzati per essere imbiancati, somministrano in gennaio un prodotto molto ricercato sul mercato. Le radici e foglie delle cicorie imbiancate nelle cantine, gli spinaci che si conservano nell'orto; mediante apposite coperture di stuoie o foglie secche, le lattughe della passione, quelle chiamate romane bianche o verdi, le indivie che si conservano all'aria libera mediante apposite coperture, il prezzemolo, continueranno a dare utili prodotti al solerte ortolano. L' aglio, le cipolle e le zucche conservate in luogo sano e moderatamente ventilato : le patate, le barbabietole, accumulate nell'orto come le rape, le radici della così detta barba di becco (da non confondersi colla barba di becco dei prati), aggiungono altre varietà di prodotti molto proficui. - Avendo delle piantagioni di cavol marino desiderando sottoporre tale ortaggio all'imbianchimento pel consumo invernale, si collocano dei vasi vuoti capovolti sopra le piante, attorniandoli con letame fresco. Desiderando aggiungere ai prodotti invernali non molto abbondanti in questo mese, il fungo, bisogna dispor- re d' una cantina o sotterraneo non troppo arieggialo e sano, e, provvedutosi di letame fresco cavallino, fare contro ai muri del locale, convenevolmente riparato, su uno o due piani i letti, i quali non sono altro che cumuli di letame ben compresso, inumiditi di quando in quando e coperti da un copertone qualsiasi aftinché il letame non si asciughi ed abbruci: rivoltato il letame parecchie volte e rifatto ogni volta il letto, appena il calore di esso varia dai 300 ai 350 centigr., si semina il bianco di fungo, il quale produrrà, se la coltivazione è ben fatta, eccellenti funghi un mese dopo. Approfittando delle giornate fredde ed umide, nelle quali non si possono eseguire altri lavori, s'impiegherà parte del tempo a preparare concimi e manipolare terricci, a riporre al coperto quelli già sufficientemente condizionati, per averli in stato servibile al momento del bisogno. I ferri da taglio devono essere affilati ed unti con un poco d'olio per difenderli dalla ruggine ed averli in ordine al momento opportuno. In egual modo si ripareranno gli altri utensili, come scale, carriuole, barelle, badili, zappe, ecc., perchè possa l'ortolano compiere a suo tempo i necessari lavori dell' orto. Oltre a ciò si prepareranno ripari e copertoni di paglia o d'altro per la coltivazione degli ortaggi anticipati. DA UNA DOMENICA ALL'ALTRA A proposito delle spazzature della citta di Trieste. La Sezione agricola dell' Associazione di Commercianti ed Industriali ci comunica : «Il divieto posto dall'autorità politica allo sbarco e commercio delle spazzature di Trieste nel nostro distretto, avea generato parecchio malcontento fra gli agricoltori, i quali riconoscevano in quel materiale un ottimo concime a lunga azione. Nessuno d'altronde poteva disapprovare una qualche misura a tutela della pubblica igiene, tanto più in quanto l'uso delle spazzature avea rese punto deliziose fin talune parti della nostra città. Ma l'igiene e l'agricoltura 11011 era detto fossero inconciliabili: intanto alla Punta grossa v'era un forte doposito di spazzature già fermentate, le quali, pe' 1 suaccennato divieto, sarebbero, senza alcuna ragione igienica, andate perdute. E la Sezione agricola si affrettò ad occuparsi della cosa, interessando anzitutto il Municipio di far pratiche periore, che un contrordine del Senato destina il Zane al comando dell' armata e richiama mia seconda volta messer Bernardo alla direzione del garbuglio istriano. Veramente la sua posizione, prescindendo dalla ricchezza dell'emolumento e vantaggi annessi, era tutt'altro che invidiabile é avrebbe dato molto lilo da torcere anche a individui più animosi e intraprendenti del nostro duce per forza. Dal campo, sotto Gradisca, giungeva 1' eco immensa delle grida di giubilo dell' esercito veneziano in onore del dio Marte benignamente propizio al fatidico leone di San Marco. Se ne compiaceva il Tiepolo, ma il tripudio dell'animo si Convertiva in sgomento quando pensava che una vittoria veneta nelle pia-mire friulane provocava, di solito, nuove rappresaglie ai confini del Marchesato da parte del nemico, smanioso di vendetta: tant'è vero che i cenci vanno sempre all'aria. E bene s'apponeva. Un numeroso e scelto corpo, condotto dal capitano Dampier '), staccatosi dall'attendamento arciducale poco dopo il rovescio succitato, [»resa la via dell'Istria, si disponeva a entrare nel nostro paese, quando, a vogargli sul remo, capitò 1' audacia del provveditore Zorzi, il quale, infischiandosi della superiorità numerica del nemico, non solo stornò il truce disegno ') Quello stesso che nel 16111, messosi alla testa di uno squadrone di cavalleria, salvò dit certa morte l'imperatore Ferdinando assalito proditoriamente nella Burg dagli stati protestanti dell'Austria inferiore, che volevano costringerlo a un' alleanza coi Boemi. del famigerato Dampierre, ma per soprassello, spingendosi nel cuore del Contado, convertì in cenere i borghi di Pisino. Saldato il conto col comandante tedesco, che, forse, ritornato ai patrii lari avrà avuto occasione di meditare profondamente sulla popolare favola della pelle dell' orso e dei due cacciatori, ecco saltar fuori gli Spaglinoli e mettere nuove pulci nell' orecchio abbastanza tormentato del generale Tiepolo. Dalle rive dalmate gli giunge 1' avviso che i suddetti, in obbedienza alla politica volpesca di cui sopra, vanno volteggiando intorno agii scogli di Zara con vento maestrale : dunque è chiaro come il sole che mirano alle coste istriane. Il Tiepolo non intese a sordo e riflettè subito al da farsi. Da Promontori a M uggia la notizia si sparge con la celerità del baleno e gli abitanti dell' Istria bassa, consci della sorte che li attendeva, si apprestarono a fuggire in massa nell'interno. Senonchè l'infaticabile e veramente eroico provveditor Zorzi li persuade a restare assicurandoli della sua protezione: — Stassero tranquilli : gii Spaglinoli non volevano male (!) alla Repubblica e non avrebbero torto un capello a nessuno..... E tanto per ricevere degnamente i cari amici spagnuoli, il generale premunì le città marinare usando particolari riguardi a Puola, a Rovigno, a Parenzo e a Capodistria, perchè maggiormente esposte a cagione della loro importanza strategica. (Continua) - C0/Ìf ■ , . 't.;- •• ? Torrente 11 ^lESt^ *7r' w i TUTTE LE SERE CONCERTO GIOVEDÌ, DOIHEHIGA e feste intermedie GRANDE CONCERTO sostenuto dall'orchestra militare dell' IMPERIALE E REGIO FANTI 97 BIRRA DREHER Prima «inaiita 1>C VI^I FIDISSIMI MOSCATO E REFOSCO TUTTI I GIOCHI PRANZI dalle ore 12 alle 2 a soldi 50. Lunedì : Zuppa di Riso, Manzo con verdura, Formaggio, '/< di Vino o Birra, 2 Pani. Martedì: Tagliatelle in Brodo, Arrosto di Vitello, Insalata, '/< Vino o Birra, 2 Pani. Mercoledì : Spaghetti al sugo, Spezzatini di vitello, Salame, '/4 di Vino o Birra, 2 Pani Giovedì Paternostri in Brodo, Manzo brasato con patate, Formaggio, '/4 Vino o Birra, 2 Pani. Venerdì : Pasta e fagiuoli, Baccalà con polenta, Dolce, '/4 Vino o Birra, 1 Pane. Sabato : Gnocchi tirolesi, Ragout di pollo con polenta. Salame, '/4 Vino o Birra, 1 Pane. Domenica : Riso al pomodoro, Porzione pollo allesso, Struccolo di pomi, l[4 Vino o Birra, 2 Pani. DOLCI SPECIALITÀ PtICH AJL M A!fl> A It IVO Si ricevono abbonamenti mensili e ordinazioni a domicilio a prezzi da non temere concorrenza. SERVIZIO OTTIMO X ... . , . Sf^T I migliori j TOCCHI VI]MO Je da OLIVE sono i nostri Torchi „ERCOLE" a mano di nuovissima ed approvata costruzione con meccanismo a pressione doppia e continua; garantita la massima utilizzazione superiore di tutti gli altri Torchi. Torcili idraulici - Spruzzatrici automatiche da Viti patentate „SYPHONIA" che lavorano da sè, senza movimento d' wua leva. 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