Mercol. 22febbr. 1950 HHHO Ul M. 112 la nostra lotta ORGANO D El. L* U.A.I.5., DEL CIRCONDARIO IS T RIAN O ■ TER RITO R IO TRIESTE LHuuuu ueuu reazione borghese - cominformista ha speculate» sulla miseria dei lavoratori triestini per rag-giungere fini irredentisti. DIREZIONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZIONli Riva Castelleone 2 — CAPODISTRIA, telei. 170 ABBONAMENTI: Zona B e Jugoslavia anno: Din. 180, semestre Din. 90, trimestre Din. 50. — Zona A: anno L. 1400, semestre L. 740, trimestre L. 380 Spedizione^ Id abbonamento postale DîNÂRi 3. — URE 15. ! Conío con. nella Banca Isíriana DEGLI OPERAI DEL'INDUSTRIA II giorno 19 edrr. al suo ventesi-mo giorno, lo sciopero degli operai dell’industria ha avuto la sua con-clusione. L’accordo stipulato ira i rappresentanti di ambedue le orga-nizz. sindacali, da una parte ed i rappresentanti dei datori di lavoro dall’altra, ha messo la parola íine a questa eroica lotta del proletario triestino. Analizziamo ora i ri-sultati: Le paghe di lame degli o-perai rimarranno tali e quali. L’au-mento richiesto di 60 lire quale in-dennitá di contingenza (il che rap-presenta una inezia dato il caro-vi ■ ta) non é stato accettato, i lavoratori invece riceveranno 48 miserri-me lire, non come indennitá di con. tingenza, ma bensi come speciale «assegnazione». Tutto ció perché i gialli ed i dirigenti sindacalisti eo-minformis'ti hanno capitolato din-nanzi ai datori di lavoro anche su questo problema di fondamentale importanza. E’ doveroso mettere bene in chia-ro, a questo proposito, che lo sciopero non é stato condotto sulla base delle necessita impellenti dei lavoratori, ma é siato sfruttato per le speculazioni politiche dei suoi dirigenti, dagli irredentisti italiani sino a Vidali. Ció risulta chiaro pro-prio dalla loro s’tampa attraverso la quale lo sciopero viene celebra-to come «La piü grande vittoria del-la classe lavoratrice triestina in tut-ta la storia del suo movimenío». Paladino di ció ne é l’organo democri-stiano di Trieste. E’ notorio che la conclusione di qualsiasi sciopero rappresenta sempre un compromes-so e quello ottenuto dimostra all’e-videnza che Radich ed i suoi com.-pari democri|jtiani erano giá in par-tenza unanimi nelTaccettare la mínima offerta dei datori di lavoro, Infatti Faumento previsto nell’ac-cordo decorrerá dal 20 febbraio, cioé dalla fine dello sciopero ed i lavoratori dell’industria non frui-ranno di risarcimento alcuno per il salario perduto durante lo sciopero. La direzione dello sciopero ha capitolato puré in linea di principio, quando ha accettato le condizio-nf poste dagli industriaíi df atte-nersi ai contratti cosidetti «nazio-nali» vigenti nella repubblica italiana. Hanno accettato anche il co-sidetto «Livello medio nazionale di vita» cioé il livello di vita in Italia,. che é senza dubbio, inferiore a quello di Trieste. Con ció essi han-no rinunciato a qualsiasi futuro aumento e miglioramento delle condi-zioni del proletarialo tries'tino come tale. Gli industriaíi praticamente sono riusciti vittoriosi puré nei riguar-di del caro-vita, avendo ottenuto dai capitolanti che le 48 lire dell’aumen-to figurassero, non come aumento incluso nell’indennitá di contingenza, ma come un certo «terzo ele- mento» o assegpo speciale. In breve: gli industriaíi non hanno ceduto nemmeno un palmo di terreno, il che significa la capitolazione, senza condizioni, dei dirigenti cominfor-misti e gialli. I lavoratori perció continueranno a ricevere le settima-nali paghe di fame, con l’unica dif-ferenza che, queste paghe sono State s'ancite pure dalla direzione delio sciopero poiché sono State accettate quali «paghe nazionali». II bilancio dello sciopero risulta cosí completamente negativo e to-glie ai lavoratori dell’industria triestini ogni prospettiva di un even-tuale futuro miglioramento. II secondo risultato negativo dello sciopero é ancora maggiore. I lavoratori triestini in questo sciopero hanno avuto la íunzione di strumenli per il raggiungimento dele mete reazionarie ed irrédentiste dei dirigenti cominformisti al-leati a quelli borghesi. In pratica, quindi, i lavoratori triestini hanno lottato per le mete revisioniste dei servi dell’imperialismo per il ri-torno all’Italia. Hanno perció lottato contro gli stessi principi per i quali hanno dato il loro voto nel-le recenti elezioni. Accanto a questi due risultati ne-gativi, lo sciopero ha il suo lato positivo. I lavoratori di Trieste che hanno scioperato hanno potuto comprendere chiaramente tutto il tra-dimento perpetrato alie loro spal-le dagli attuali dirigenti sindacali. L sciopero è s’tato per i lavoratori una ottima scuola nella quale hanno appreso che bisogna farla finita con tali dirigenti e lottare per la restau-razione dell’organizzazione sindaca-le veramente classista, la cui diri-genza sará capace di condurre una lotta di classe conseguente, senza la quale non è possibile raggiunge-re quelle mete per cui il proleta-riato triestino lotta. IN OCCASIONE DELIA ÇAMPAGNA IL C9MPAGN0 TITO A UŽICE riafferma la política indipendente della Jugoslavia Adargare des Circo ti di Guitura Popolare BELGRADO — II maresciallo Ti- tive che avranno luogó il prossimo to ha confermato ieri che la Jugo-slavia non si trova in alcun bloc-co, che la sua política estera deve essere conforme ai suoi principi socialisti, che non deve appoggiarsi su nessuno al mondo e che deve contare solo sulle proprie forze. Questa dichiarazione é stata fatta davantj ad oltre 50 mila persone che hanno intermito con vive ac-clamazioni il discorso che il mare-sciallo Tito ha pronunciato a Titov Ugize, centro della sua circoscri-zione elettorale, nel corso del primo grande oomizio del fronte po-polare indetto nel quadro della campagna per le elezioni legisláis Humanité si smaschera BELGRADO — II giornale «Glas», organo del Fronte Popolare della Serbia, attacca in un arti-coio apparso nel suo numero odier-no l’«Humanité», Organo del par-tito comunista tráncese, aecusan-dolo di aver definito «forze sane» un gruppo di persone recentemente condannate dal tribunale di Belgrado per attivitá sovversiva. Il «Glas» ninfaccia inoltre alT«Huma-nitié» di aver preso queste persone «sotto la sua protezione al fine di rendere il caso piü interessante» e dj averie classificate tutte come «študenti e combattenti contro il regime fascista». Trattasi di un gruppo di giovani cha sono stati recentemente condannati per aver costituito una «unione dei popoli jugoslavi» che aveva fra l’altro il compito di combattere l’ideologia comunista bolscevica. Ï» U il vice presidente del Consiglio dei Ministri MOSCA — Andrei Andreyev, vice Presidente del consiglio dei Ministri e membro del Foiitbureau e oggetto di critiche da parte del giornale «Pravda» in un articolo pubblicato ieri e dedicato alTorga-nizzazione del lavoro nei kolkos. Il giornale rimprovera ad Andreyev di aver previsto nei discorsi pronunciati nel 1939 e nel 19*0 ed in alcuni articoh apparsi fino al 1949, -il lavoro da parte di piecoli gruppi anche per la coltura dei cercali, mentre seconde la «Pravda» questo généré di coltura nécessita di «brigate per ottenere il importanti colture. Il giornale moscovita cita parti-colarmente i risultati insoddisfa-centi ottenuti nella regiione di Kursk, dove le brigate sono state suddivise siistematicamente, ciô che ha avuto per conseguenza la non realizzazione de! piano per aleune importanti- culture. LA ROVINOSA POLÍTICA DEL 60VERN0 ALEANESE provoca azioni di polizia nelle campagne Manca il grano e la parte albanese del lago di Scutari attende d'essere bonificata TIRANA — Secondo un pro/-vedimento del Governo di Tirana Tammasso del grano per il 1949 av-rebbe dovuto terminare entro il 15 novembre dell’anno scoriso; non a-vendo tutti i oittadini adempi'ho ai loro obblighi nel termine Drelisio, questo fu rinviato al 15 dicembre. Nemmeno entro questo termine peTÓ i contadini albanesí consegna-rono adducendo a pretesto che le quote da consegnarsi alio stato e-rano troppo onerose e che non erano in possesso di una quanti-tá suíficiente di grano. Per costrin-gere gli agricoltori a consegnare all’ammasso i quantitativi stabiliti, furono formati verso ia fine di dicembre dei tribunali speciali con il compito di procederé contro gli agricoltori inadempienti e di pu-nirüi in conformitá. Nella regione di Peskopejak, dove il piano d’am-masso é stato realizzato solo nella misura del 40 . per cento, sono stati condannati giá molti contadini a varié pene detentive. Nel villaggio di Gerioi tali Ni Kazni, Gelo Kaja. Asan Koleci, Medit Kaja ed Al i Iz-vira sono stati condannati al pagamento di 500 lek ed alia confiesa dá tutto il grano prodotto. Nella stessa regione sono stati condan-nati fino ad oggi ai lavori forzati per per.iodi variiantti dsi 5 me^si ai due anni molti agricoltori che non hanno ottemperato alie dispo-sizioni suU’ammasso per non essere stati in poaseso del quantitativo di grano richesto. Sono stati puré condannati a varié pene ed alia confisca di tutto i-1 grano trov'áto in loro posseso venti inadempienti del villaggio di Tromesci e 10 del viUaggdo di Buciovo. Tale Malic Ceriin del villaggio di Pe-set é stato condannato ai lavori ferzati p«i- a«* aver •»»»•jnat» 700 chilogrammi di grano pur avendo a carioo 7 persone e possedendo salo due esfctari di terreno. Nemmeno le condanne in massa de¿ contadini albanesi hanno rag-giunto pero il risultato sperato dalle autorité, che si sono viste o- ra costrette a ricorrere a delle mi-sure molto severe di polizia: in tutti i villaggi la polizia sta infatti svolgendo perquisizioni, requisizio-ni, confische coatte, ed in alcuni easi vendiite all’asta degli interi patrimoni degli inadempienti. AL CONSIGLIO DI TUTELA IL RAPPRESENTANTE DI ISRAELE SI BATTE PER L INTE6RITA' STATALE GINEVRA — Parlando al Con-sdgliio di tutola, anche il rappre-sentante d’Israele si é pronunciato cohtro il pragetto d’internazionaliz-zazione di Gerusalemme. Egli ha ’ giustiíicato tale suo atteggiamento in una lunghissima esposizione sto-rica. Secondo lui, u progetto at-tualmente sottoposto al Consiglio di tutela e completamente supéralo dagli avvenimenti. Le Nazioni Uni-te -— egli ha detto — si erano la-soiate sfuggire l’occasione in cui potevano utilmente intervenixe. Es-se non possono ritornare indietro e pretendere di smantelJare lo stato d’Israele che nel frattempo si b fat-to realtá. Gerusalemme non si trova piü nella] situazione in cui sa-rebbe giuistifácata la sua messa sotto tutela .E progetto di statuto non farebbe che minare l’ordine pub-bldco stabilito a Gerusalemme per mezzo delTaccordo tra Israele e Ja Giordania. Tuttavia, il Governo d’Israele ammette che le Nazioni Unite prendano sotto 1« loro pro-t«z¡»»e i Lueghi Sta »'ti |>ré]>ria- mente detti ma ritiene che quest« protezione puó esercitarsi senza che si eambi il regime politico stabilito. D-omenica nella ¡sala dell’ARRI-GONI di Isola L’ASSEMBLEA CIRCONDARIALE dei S. U. Inizio alie ore 3.30 6 marzo. II maresciallo Tito ha detto tra l’altro: «Voi avete sen-tito che ]a stampa cominformista conduce da piü di un anno una cainpagng secondo la quale noi vendíanlo il nostro paese per dol-lari, che riveviamo enormi prestiti, che non vendiamo soltanto il paese ma che persino, per una certa propaganda, riceviamo miliond di dol-Jarii. Essi mentisce, com.pagni, mentiisce quando piü grande essa é, come lo dice jl nostro popolo». «Non riceviamo denaro per alcuna propaganda. Abbiamo chiesto dei prestiti? Ne abbiamo chiesti in America ed alie banche alie quali gli stessi cominformisti si sano ri-volti senza pero ricevere nuil« (salvo la Polonia) in quanto in America hanno paura clie questi prestiti siano perdutii. Puré noi ab-. biamo chiesto, ma ció che abbiamo chiesto daU’anno scorso si trova tutitora in sospeso po.iché non abbiamo ricevuto tutto. Dalla Banca Internazionale non abbiamo rice- v.uto ancora nulla in quanto essa tira alie lumghe e fa delle diffi-coltá. L’Ufficio dTnfarmazione dice che noi riceviamo prestiti mentre la reazione americana, che sta sul- la stessa linea deU’Ufficio Informa-zione; dice che non si dovrebbe darci nulla in quanto cio un do-mani sarebbe perduto poiche noi — a quanto afferma d’Ufficio d’lnfor-mazione — siamo uno Stato poli-ziesco. In una parola, l’Uff'icio dTnfarmazione e questi reazionari ame-ricani minano la nostra casa dalle fondamenta e scrivono ogni giorno che abbiamo ricevuto prestiti e che gli abbiamo rdchiesti. In questi Ul-tfcni tempi, tuttavia, noi non ab-biamo chiesto nulla, ma abbiamo detto che essi devono darci cio che ci avevano promesso. Ci attendia-mo che essi mantengano le loro promesse, vogliamo vedere se essi pensano seriamente o se non si tratta che di propaganda. Noi ri-teniamo che questi prestiti siano pure di loro vantaggio e noi non permetteremo che la reazione internazionale, affermando che noi non facciamo che chiedere prestiti, dia delle armi all’Ufficio d’lnfor-mazione il quale a siua volta dies che noi chiediiamo continuamente ai capitalisti americani nuovi dollars ecc. Vorrei dirvi una cosa. Noi non dobbiamo appoggiarci su alcu-no al mondo ma sulle nostre proprie forze». La vittoriosa conclus'ione della guerra di liberazione ed il consoli-damento del Potere Popolare nel nostro circondario hanno determi-nato un naturale impulso nel popolo per l’approfondimento della pro-pria cultura quale fattore attivo del suo sviluppo. I CCP, sorti nelle cit-tadine ed in tutti i villággi ove vive la popolazione italiana, sono l’es'pressione piü concreta di tale bisogno e la loro attivitá svolta li ñora é la piü chiara testimonian-za dell’importanza vítale che queste organizzazioni rivestono. Malgrado molte difficoltá, i CCP, con la col-laborazione attiva di una buona parte della popolazione e grazie al lavoro tenace dei dirigenti volonte-rosi, hanno svolto una opera rile-vante per l’elevamento della cultura fra la popolazione italiana del nostro territorio. Le biblioteche, le conferenze culturali e, sopratutto, le compagnie dilettantistiche di prosa ed arte varia, nonché i comples-si bandistici ed orchestrali sono an-dati di anno in anno perfezionando-si. I recenti scambi di visite fra i circoli di cultura popolare del circondario, hanno dimostrato la soddisfacente preparazione dei no-stri gruppi che costituiscono lo sti-molo per un ulteriore pas'so in a-vanti. Solo nell’ultimo mese parec-chie migliaia di persone nei vari centri del circondario hanno avuto MENTRE IL COMINFORM ACCUSA LA JUGOSLAVIA Particolari interessanti forniti dalla «Borba» sulla situazione agricola nelle democrazie popolari BELGRADO Il giornale «Borba», organo del partito comunista jugoslavo, forni-sce oggi una serie di particolari diversi, resí notj uf-ficialmente dalle democrazie popo, lari in mérito alia situazione del-Tagrieoltiu-a- ■ Nella Romania, che vive dell’ap-poggio soviético, ,sono state fondate sinora solo 65 cooperative agricole, scrive il «Borba», mentre d’altra parte, a quanto afferma una riso-luzione del. Plenum del comitato céntrale del partito operaio (comunista) i kulak si sono impadro-niti delle terre dei contadini po-verd e sfruttano duramente il brac-cianitato agricolo. Il plenum del comitato céntrale ha constatito inoltre che da produzione agrícola «é insignificante». In Polonia, continua il giornale, sono state fondate •sino a tutto il 1949 solo 200 cooperative agricole, mentre i ricchi agricoltori si stanno infiltrando nell’ apparato amministrativo ed económico dello Stato, secondo le stesse ammissioni della stampa polacca. In Cecoslovacchia é stata votata nel 1949 una legga sulle cooperative agricole di tipo único, che vanno a sostituire tutte le altre cooperative esistenti. Ai termini di detta leg ge i beni delle cooperative non debbono comprendere che macchine agricole, caseggiati co-struiti dai cooperatori e certi lámi-tati mezzi finanziari. La terra è coltivata individualmente nella ""quasi totalitá, é i ’níénibrí di qüé-ste cooperative pagano un certo importo di denaro per il noleggio dei macchinari agricoli, Le cooperative di tipo único sono ora completivamente 276 in tutta la Ce-coslovacchia. In Bulgaria la situazione dell’a-gricoltura è divenuta caótica, poi- ché il g averno ha voiuto imporre con la farza la collettivizzazione dedle terre, e non ha poscia for-nito «lcun aiuto mateniale alie cooperative venutesi a formare: nel solo distretto di Kazanlink so-no'rls'Láte'iñSítráte al governb Í619 proteste per mancati aiuti. Tutta la stampa búlgara è concorde nel-Taffermare che la situazione agrícola è molto grave. In Ungheria la collettivizzazione è in aumento, ma si tratta per lo piü di piecole cooperative con una media di 29 famiglie. NEGLI U.S.A. LA CLASSE OPERALA PROTESTA Nella roccaferte delT imperialismo 370m000 snmeíoriin sciopero ¡¡ PITTSBURG — Malgrado le esor-tazioni del Presidente del loro sin-dacato John Lewis e malgrado l’or-dinanza giudiziaria ingiungente loro di riprendere il lavoro, 372.000 minatori hanno iniziato- oggi la set-tima settimana di sciopero e sem-brano decisi a mantenere la loro tradizionale posizione: «Niente con. SOPPERIREALLA NECESSITA’ DELLA MANO D'opera nel circondario PECHINO — L’agenziia «Ciña Nuova» annuncia che a Formasa e nel Giappone si svdgono trattati-ve alio scopo di costituire un eser-cito di Yoüontari giapponesi che do-vreb-bero, assieme alie truppe del Kuomintang prender parte alia difesa di Formosa. Un gruppo di ufficiali giapponesi, in visita all’iso-la di Formosa ha partecipato a numeróse conferenze tenute da Ciang Kai Scek in mérito alia difesa del-risola. Ciang Kai Scek avrebbe giá inviato due emissari di fiducia in Giappone per il reclutfcniento di v».lentari giappsawi. Per la portata a termine dei la-vori previsti dal piano nel ramo del-l’industria e delle costruzioni, é di importanza capitale assicurare la m.anodopera necessaria. Infatti nel decreto sul plano é previsto l’impiego di nuovi 1.500 operai, Tabilitazione professionale di 750 operai non quallficati e di 350 apprend: sti. Un’analisi dei dati suesposti ci puó daré l’idea delle difficoltá che índubbiamente si presenteranno, sopratutto nel ramo delle costruzioni. Le grandi opere previste quali le bonifiche delle valli del Quieto e della Dragogna, la strada di Risa-no, l’elettrificazione ed il rimboschi-mento richiederanno pure una massa notevole di operai per i lavori di manovalanza. Sorge cosí il problema di piovve. dere alia forza lavoro che queste opere esigono. Le imprese non po-tranno far fronte a tutti questi com-piti. Perció la mobilitazione delle brigate del fi-onte e della gioven-tù sará il mezzo piü efficace ed a-datto alio scopo. Nelle nostre campagne dovrá es-s'ere fatta una larga mobilitazione sfatando i preconcetti che ancora légano alcuni strati della nostra po-popolazione contadina, con l’educar-la al lavoro piü conseguente per il benes'sere della socitá. Con lo sviluppo del cooperativismo e con la progressiva mecca-nizzazione del lavoro agricolo, ci . sará ampia possibilité di attingere manodopera nuova, sostituendo la forza lavoro che verra cosí tolta alia campagna, con l’organizzazione del lavoro volontario sulla linea dell’UAIS, délia Gi«va*tù e d«lle altre organizzazioni di massa. Nello stesso tempo abbiamo la possibilité di impiegare maggior-mente la manodopera femimnile, favorendo le nos'tre donne madri con l’istituzione di nidi d’infanzia ben organizzati e con altri pravve-dimenti che elimino la preoccupa-zione della famiglia Nelie città ci sono ancora molti che vivono nell’inedia o che si de-dicano ad attivitá spéculative. Anche essi dovranno essere inclusi nella nostra pi-oduzione. Oltre a ció necessita eliminare tutte le deficenze riscontrate nel passato, prima fra tutte, la fluttua-zione delle mano d’opera. Essa incide non solo sulla praduzione come tale, ma spesso genera la poca disciplina lavorativa che si riscon-tra in alpuni posti di lavoro. E’ dimostrato che essa si rivela nelle a-ziende e fabbriche dove si trascu-rano le condizioni materiali dei 'lavoratori ed il lavoro político di e-ducazione. Necessita quindi che le nostre imprese e fabbriche agevolino in ogni modo i propri dipendenti metiendo a loro disposizione trasporti, organizzando mense collettive, prov-vedano alla priorité nella distribu-zione dei generi per i lavoratori mediante spacci aziendali, riven-dite, stimolando i lavoratori con una giusta applicazione dei premi e, nello stesso tempo, eliminando le simulazioni di malattia, la conces-sione di licenze ingiustificate e tutte quelle azioni che costituiscono la base per il soddisfacimento dei bi-.sogni dei lavoratori e per il mas'si-nro rendimsnto del lavoro. tratto, niente lavoro». Dei minatori che desideravano riprendere il lavoro nella Virginia s'ono stati re-spinti dai pdcchetti degli scieperan- ti. Nell'Illinois dove si contano oltre 19.000 minatori iscritti ai sin-dacati, i dirigenti sindacali hanno cosi espresso l'opinione generale dei loro affiliati: «gli uomini sono sempre più uniti». Il razionamento del carbone gia applicato nello stato di New York, è stato esteso ieri alio stato di Washington dove oltre ai 372.000 minatori in isciope-ro, circa 42.000 altri operai metal-lurgici saranno senza lavoro a par-tire da oggi nelle fabbriche Jones and Laughlin. D’altra parte 13.000 minatori dell’Illinois appartenenti al sindacato indipendente cesseranno il lavoro oggi in seguito al failimen-to dei negoziati che si protraevano da diversi mesi per ottenere un nuo. vo contratto collettivo. DA TUTTO IL MONDO BELGRADO — Per la prima volta, nella storia della marina mercantile jugoslava, una donna è di-ventata ufficiiale di detta marina. Trattasi dall’aspirante ufficia'e Sava Kaluža, la quale ha preso il suo pasto sulla nave «Titograd» che ha lasciato oggi Fiume all» volta di Trieste. La neo-ufficiale ha ultimato la sua istruzione nella scuola navale di Pirano ed há svolto l’esame pratico sulla stessa nave «Titograd». OTTAWA — Secondo i dati ufficiali del Ministero del lavoro ea-nadese, esistono oggi nel Canadá 375.000 disoccupati. Nel corso delle ultime tre set'timane il numero dei senza lavoro è aumentato di 52.000. II comunícate ministeriale rileva che le cifre ai riferiscono soltanto a disoccupati registrati e che nella realtá sono ben piü alte, soprat-tutto nella provincia della Columbia britannica, ove il numero dei disoccupati è di 68.000, oioé rap-preisenta il 15 per cento del numen c»mpl»s«ive dei lavereteri. occasione di esprimere con gli ap-plausi il proprio riconoscimento ai lavoratori culturali dei nostri circoli. Naturalmente anche in questo set-tore della nostra attivitá non tutto procede senza errori e senza una costante lotta per l’affermazio-ne del migliore, del piü progredito. Ci sono stati dei periodi in cui qual-che circolo di Cultura Popolare ha segnato trascuratezza e decadenza, ma la tenacia dei nostri volontero-s'i lavoratori culturali e la pressio-ne dal basso hanno rimesso in moto tali organismi. Ora che a tutta la nostra struttura sociale ed económica viene impresso un nuovo slancio per lo sviluppo ulteriore con l’introduzione del piano económico e con l’aumentato ritmo di e-dificazione e trasformazione della nostra societá, é piü che mai ne-cessario rivedere la struttura or-ganizzativa delle organizzazioni cui. turali che dovrebbe abbracciare tutta la popolazione italiana del circondario. 11 Centro dei Circoli di cultura, dati i compiti direttivi a es'so affidati, appare di fatto un organismo troppo debole e poco rap-presentativo. Per poter efficace-mente svolgere la sua opera, quale centro della cultura di tutta la popolazione italiana del circondario ed essere effettivamente il massimo rappresentante della cultura italiana nel circondario, esso deve raffor-zarsi, includendo i migliori e piü onesti lavoratori culturali. II suo compito attualmente non puó limi-tarsi alia íunzione di consigliere dei circoli, ma deve essere un fattore di impulsó per l’approfondi-mento e lo sviluppo di tutta la cultura italiana, dalla scuola al teatro, dalle scienze all’arte. Cosí i singoli circoli di cultura popolare devono períezionare la propria struttura organizzativa e rappresentare di fatto la popolazione italiana del luogo. Con una maggiore larghezza di iniziative, con una attivitá sistemática e con un costante lavoro di penetrazione tra gli strati della popolazione che so-no piü restii all’attivitá, i nostri circoli di cultura popolare potran-no in breve tempo svilupparh in efficienza ed in qualitá nel oroprio lavoro, raggiungendo l’elevatezza che la nuova realtá da noi richiede. Oggi non basta piü Topera disin-teress'ata dei piü volonterosi che dedicano il loro tempo, dopo il lavoro nórmale, ai problemi della cultura. I circoli devono avere un proprio orgánico di lavoratori culturali professionaii e dirigenti, li-beri da altre occupazioni, che po-tranno veramente dedicarsi soltanto a questi compiti. Aprendo una vasta discussione ira i propri soci e tutta la popolazione italiana, i circoli di cultura popolare sono chiamati a risolvere questi problemi di vítale importanza per lo sviluppo della cultura popolare del nostro circondario. Con il proprio programma di rafforzamen. to della cultura popolare, di affra-tellamento delle nazionalitá qui conviventi, di lotta contro il re-gresso ed i fomentatori di guerre, i circoli di Cultura Popolare daran-no il loro contríbuto per l’ulteriore rafforzamento del Potere Popolare, della democrazia popolare, ed alia realizzazione del piano económico, s'ulla via di un avvenire piü felice per il nostro popolo. MESSICO — Gallastra, rappre-sentante ufficiale di Franco nel Messico, e stato oggetto stamane di un attentato. Non si possiede ancora alcun dettaglio sull’ attentato ne su/lle condizioni della vit-tiima. LONDRA — A Londra si ritiene che i risultati delle elezioni che a-vranno luogo giovedi prossimo sa-ranno conosciuti venerdi verso mez-zogiorno. Lo spoglio dei voti inco-mincera giovedi sera dopo la chiu-sura delle sezioni elettorali in 265 circoscrizioni su 624. Ess'o permet-tera di farsi un’idea della tendenza generale. Nella gran parte dei casi le urne elettorali saranno sigillate e vigilate dale competenti autorita sino a venerdi mattina. I voti saranno contati a partire dalle ore 9. SAIN ETIENNE — Il presidente del consiglio George Bidault, accom-pagnato dal Ministro dell’educazio-ne nazionale Yvon Delbos, e arri-vato stamane a Saint Etienne dove ha inaugurato il busto di Etienne Mimard, fondatore della fabbrica d’armi e di cicli di Saint Etienne. Alcuni dimostranti della Confedera-zione generale del lavoro si erano ammass'ati lungo il percorso delle automobili ufficiali. Si sono avuti due feriti leggeri tra i dimostranti nel corso di incidenti senza gravity con le forze di polizia. E’ stata operata una ventina di arresti. ROMA —- Alcuni incidenti si sono avuti oggi a Frascieneto, in Calabria, tra un forte gruppo di disoccupati e le forze di polizia, le quali, per disperdere la folia, hanno dovuto far uso di bombe lacri-mogene e sparare in aria. Si la-mantamo «leuni feriti leggeri. E’ st'«.t» »perat« aualeha arrest*. ro IL POPOLO DEL CIRCONDARIO PER GU Gli opérai scioperanti ai centri di distribuzione malgrado l’ostilità cominformista e poliziesca LA RIFORMA AGRARIA LIBERA DALLA SCHIAVITU' A S. O NO F RIO E’ SORTA LA VITA dalle tenebre della servitù socolare maemaÊBKÊoamaiatm Ai lavoratori di Trieste in lolta per la difesa dei loro elementan diritti di vita, vengono distribuiti in questi giorni i soccorsi che il pópalo lavoratore délia zona B offre loro. A nudila è valso l’ostru-zionismo operato dail’a polizia al servizio degli imperialisti. A nulla è valso il sabotaggio operato dai dirigenti cominformisti i quali, a-gendo secondo le direttive dell’a-genzia di Trieste del Cominform, sono scesi alla deüazione, alla pro-vocazione pur di impediré agli o-perai Triastini di recarsi nel cir-condario a prelevare quanto i lavoratori del braecio e del pensiero Venerdi 17 c. m. per la III volta consecutiva la Brigata Nro. -6 del-l’Arrigoni di Isola ha ricevuto la bandierina transitoria per aver su-perato la norma contribuendo cocos! in miisura notevole a'U’aumen-to délia produzione délia Fabbrica. Questo significativo risuitato puô riempire d’orgoglio le componenti délia brigata e cioè le compagne Gherbae Francesca, Hrevatin Ljud-mi.lla, Razman Ner.ina, Gherbassi Lidia, Tuîl V-ilma e Felda Francesca, le quali, con il loro slantio e capacita lavorativa, per la terza volta, hanno aggiudicato alla bri gata la Bandierina transitoria del-:o stabilimento. Con la occasione délia consegna délia bandierina si è proceduto alla premiazione dette migliori operaie delio stabi-limento che risu taño essere, per l’inscatolamento, le seguenti: Gre-goretti Francesca, che sorpassa la norma nella misura del 66 p. c., Crevatin Maria che la supera dei 38 p. c. e Cerkvenic Maria del 42 p. c. Nelle brigate délia lavorazio-ne pesee sono state premíate le seguenti operaie: Gherbae Lidia che supera la norma del 30 p. c., Bembic E Isa che supera la norma del 45 p. c„ Crevatin Ljudmilta che supera la norma del 60 p. c. e Gher-bac Francesca che quotidianamente oltrépassa la norma del 41 p. c. L’emulazione frà brigate si svi-luppa sempre di più. L’esempio dato dalla brigata Nro. 6 stimoia le altre brigate che gareggiano per ottenere a loro vo ta la bandierina. Cosi attualmente la brig. Nro. 25 è la più accanica concorrente délia brigata 6. Con U progressivo sviluppo délia emutazione frà brigate la produzione ha subito un ulteriore aumento. Il giorno 14 di febbraio erano state raggiunte le seguenti percentuali del piano mensile: Confezione «Rollmops» 56,56 p. c. Filetti in scatola 48,16 p. c. Filetti in Salsa piccante 100,2 p. c. Papaline pressate 100,51 p.c. Questi risuàtati dimostrano l’al-tissima capacita e rendimento di lavoro, delle nostre maestranza. Certamente il piano del mese di Febbraio sarà realizzato prima del termine e potrà essere iniziato ü piano per il mese di marzo. Alio scopo di migliorare ed age-votare le provviste agli opérai dei prodotti industriali è stato aperto nella fabbrica Arrigoni, il 16 c. m. — O — RADIO TRIESTE Zona iugosiava del T L T Ltinghezza iHonda m. 24Ö. „Mercoledi 22 iebbraio ^■e 18.00 Col nostro popolo Giovedi 23 febbraio ore 13.45 Per voi donne 17.30 Attualitá politiche 20.15 Follie d’inverno (rivista) 22.00 Viaggi attraverso la Jugoslavia socialista Venerdi 24. febbraio ore 17.30 Attualitá politiche 18.00 Rassegna sportiva 19.45 Problemi sindacali di B. Petronio 20.40 Orizzonti 1950 Sabato 25 febbraio ore 13.45 Rassegna económica 18.15 II mondo dei piccoli Domenica 26 febbraio ore 9.30 Per gli agricoltori 13.15 Música a piacere 20.00 Commento politico 21.00 Rassegna sportiva Lunedi 27 febbraio ore 22.00 La voce dei giovani — nel mondo della scienza 22.00 La vita dei popoli Jugosl. Martedi 28 febbraio ore 13.45 Panorami culturali 17.30 Attualitá politiche del circondario istriano hanno rac-oalto per sastenere la lotta, dei frateUi di Trieste. A nulda è servita l’az.ione di Crevatin Alhino cominformista di Cre-vatini, il quale non ha lesinato le minaocie dicendo: «Vi faremo perder il posto» ed altre cose del genere rivo’te a scioperanti. A nulla è valsa la de'azione di Cupin Sergio, acceso cominformista di Alba-no Vescová (Zona A), il quale in-dicava ai membri della PC gli scioperanti che se ne tornavano a caso con i viveri destinati a sfamare i loro figliol-i. A migliaia sono ac- uno spaccio vendita di prodotti del genere. Quivi le maestranze della fabbrica posono effettuare i loro acquisti senza dover perdere tempo negli a'tri negozi cittadini-Giiornalmente vengono attuate mi-gliorie ed agevcTazioni per la classe opérala del circondario che lotta per il raggiungimento del piano. In questi ultimi giorni diventa sempre piü sentita la mancanza decía mano d’opera qualificata ne! no-stro circondario. Per la realizzazio-ne del nostro piano economice per il 1950 necessitano anche le forze lavorative che sinora erano rimaste es'tranee alia produzione. I vari stabilimenti del circondario richie-dono mano d’opera. Specialmente all’Arrigoríi di Isola il problema della mano d’opera assume caratte-re di urgenza. Recentemente sono stati assunti in servizio una ventina di apprendisti che saranno addetti in sala macchime. Ma con ció non é stato risoito quel problema; oc-corrono ancora braccia per aumentare la nostra produzione e per rag-giungere gli obbiettivi previsti dal nostro piano. Occorrono puré operaie per la pulitura del pesce. Ne sono state richiesle 50 e sinora, se ne sono preséntate una decina. Non sono suííicienti. Le donne, specialmente quelle che vanno a prestare la loro forza lavoro ai capitalisti ed agli sfruttatori di Trieste, dai quali, oltre il resto, sono mate compénsate, poss'ono trovare impiego nella nostra industria dove riceve-ranno una retribuzione pari alia capacité produttiva, Nei cantieri Pi-ranesi lavorano attualmente una sessantina di apprendisti i quali alia mattina imparano il lavoro pra-tico relativo alia loro professione o mestiere e nel pomeriggio fre-quentano la scuola per apprendisti nella quale oltre alio studio del disegno técnico, viene sviluppata la loro cultura generale. Altri giovani — O — comünTcati ■ ** Rabato 4 corr. mese nei pressi del blocco della P. C. di Albaro Vescova e stato smarrito un libretto di circolazione per autoveicoli intestato alia macchina STT 1122 Opel-OHmpia. L’onesto rinvenitore e pregato di portarlo presso la redazione del giornale «La Nostra Lotta» in riva Castelleone Nro. 2 Capodistria. E’ dovere di ogni onesto e co-sciente cittadino di dare il suo fat-tivo contributo per la realizzazione del piano económico di quest’anno che costituisce la base fondamentale per il futuro benessere di tutti. í o i vari posti di distribuzione si era formata folla giá nelle ore del inattino di sabato. Uomini, donne — recanti .sul volto emaciato i segni dei’i’a dura lotta che stanno com-battendo —, bambini sono venuti e tutti sono stati accolti amorevo’.-mente dai limo fratelli. A loro é stato distribuito quanto la popola-zione della zona B ha offerto e donato in una gara d’entusiasmo. Ai posti di distribuzione abbiamo assistito a scene ed episodi che ci hanno comínosso profondamente. Operai che durante tutta la loro vita sono stati sfruttáli, con le lacrime agli occhi pre'evavano il pacco e dicevano: «Cercano di dividerci da voi ,ma non riuscirá loro. Tito ci ha sempre aiutato ed anche ora ci aiuta» Tante altre cose dice-vano questi operai, operaie, madri, spose esprimendo apertamente i sentimenti giá racchiusi nel loro animo. Si, cari compagni, la popo-lazione tutta della zona B vi aiuta e vi aiuteré sempre a sostenere ed a vincere questa battaglia: la battaglia del vostro diritto alia vita. Quanto ci hanno dichiarato i compagni: Zanier Matteo, operaio muratore presso la impresa d’Angelo, con tre piccoli figili da sfamare e la moglie ammalata in ospe-daje, il compagno Strain Luigi da Dalina, Rizzotti Renato, Bertoli Armando che, ammogliato e con 2 fi- s'ono richiesti da diverse ditte, enti ed imprese del cireondario. Per la attuazione del nostro piano nécessita l’opéra di migliaia di braccia, nel nostro cireondario. Perciô chi non è ancora incluso nella produzione, si affretti a dare il suo contribute per la realizzazione di una vita migliore per tutti. Lunedi 13 febbraio il C. P. C. di Capodistria si é riuni.to in seduta straordinaria per discutere le pro-poste fatte dai vari consiglieri po-polari nel corso della 1 riunione del Consiglio, tenutasi giovedi 9 febbraio. Sono state approvate, in linea generale, quelle proposte che.colli-mano con il piano elaborato per la cittá di Capodistria, come, ad esempio, la costruzione di un ba-gno pubblico, la riparazione di case di abitazione, il regolamento del traffico ecc. II C. P. C, ha ricono-sciuto 1’ opportunitá di rimandare a data da destinarsi la costruzione di uno stallaggio, e ció perché non essendo preventivato, comportereb-be un intralcio ai lavori precedentemente stabiliti. Dato, inoltre, che questo non é un lavoro di carat-tere urgente, il C. P. C. si ri^eva di ripartarlo in discussione alia fine deü’anno in corso. I ihembri del CPC hanno quindi invitato i eonsiglieri componenti le neo-elette commissioni a proseguiré i loro lavori di rilievo e di pre-parazione dello schema riguardante il posto e la capienza degli am-bienti necessari alia costruzione del bagno pubblico nonché a presentare l’elenco delle case ed al-loggi che necessitano di urgenti ri-parazioni. I lavori di carattere urgente ap-provati dal C. P. C. nella sua ri-unione straordinaria, devono inco-minciare quanto prima poiché tra breve, e cioé nel mese di marzo. gli, rieeve la misérrima paga di 3000 lire settimanali, Coretti Paolo e tanti altri rispecchia tutta la cru-dezza dalla Joro lotta ed il tradi-mento dei loro dirigenti i quali, per basse speculazioni di oricca gettano rael’ia miseria piü squa’ida H proletariatu Triestino. — O — PIRANO Air Istituto Náutico ultimato il I. semestre Il 27 gennaio u. s. gli študenti del-l’Istituto náutico hanno ultimato il primo semestre dei loro studi. Durante questo periodo, dedicato alio sviluppo cultúrale ed alio studio teórico e pratico della técnica navale, gli študenti della XV sezione navigazione hanno dimostrato di essere i migliori, mentre quelli della I. sezione macchine non sono ri-sultati all’altezza dello studio. Essi dovranno in seguito migliorare lo studio creando dei circoli di studio serali. Per la chiusura di questo semestre i giovani študenti, d’accordo con la direzione della casa dello študente e dell’organizzazione gio-vanile, hanno organizzato una rap-presentazione cultúrale chiamata «Allegra serata dei marinai». La rappresentazione é stata eseguita dai componenti il Teatro Nazionale Sloveno di Trieste, da Študenti Sloveni di Trieste, da študenti italiani di Capodistria e dagli s'tessi študenti dell'Istituto náutico. Alia rappresentazione, organizzata nei locaii deli'istituto náutico, é intervenuta una massá di popolo. — O — VEHTENEOLIO FERVE IL LAVORO per l'ataziope del plano E’ giá iniziato il lavoro per la rea.Í7.zaziqne <4eL_J>V5grarnma. di opere previste peí- ií 1950 nell’am-bito della nostra loca,lita. Dome-nica 12 corrente ha lavorato un gruppo di compagni per lo sposta-mento dei serbatoio delTacqua, Nel contempo vengono organizzati i membri delle organizzazioni di maSsa per Tattuazione del piano annuale che prevede per Vertene-glio un grande sforzo lavorativo. E’ in programma infatti la asfal-tatura delle strade principali, della piazza, l’ingrandimento della lócale Casa del Popolo e la sua definitiva sistemazione. XI piano prevede inoltre il miglioramento del riforni-mento idrico alia popolazione, Jo ingrandimento del lócale pastificio ed altre opere minori E’ prevista pure Telettrtficazione dei tré vil-laggi di Covri, Cattunari e Pe-contribuiranno alia sua attuazione. si chiude il piano trimestrale económico. L’approvazione delle proposte del Consiglio da parte del C. P. C. é la conferma della volontá del popolo lavar atore. AD ¡SOLA Il giorno 13 corr. si é riunito ii Comitato Popolare Cittadino d Iso-ia, alio «copo di esaminare le proposte fatte dai consiglieri nella prima riunione dei Consiglio Cittadino. Dopo un attento esame delle stesse ed una breve discussione il Comitato accetto all’unanimitá la proposta di modifica del piano per quanto coimcerne lo stanziamento di 850.000 din per la costruzione di una lavandería e !a proposta di evolvere la maggior parte di delto importo per il rifornimneto idrico della Iocalitá di Saredo, impresa dei lavori ,per la costru-di riparazione della avanderia attualmente esistente. Per quanto concerne gli altri punti del piano il Comitato decide di dar corso immediato ai Ja-vori. Viene puré decisa la ri-piegando la rimanenza nei lavori zione di una fontana pubblica in v.ia P. Coppo, che per motivi am-ministrativi erano stati sospesi qualche tempo fa. S. Onofrio domina la fertile valle di Sicciole. Dalla cima su cui sorge l’occhio spazia su centinaia di ettari di térra ferace coltivata intensivamente dalla laboriosa popolazione del luogo. A primavera é tutta una festa di colorí e non ci si stanca mai dal godere lo spet-tacolo di quei campi, di quelle vi-gne, di quegli ulivi che s'ignifica-no la vita per quei lavoratori mai stanchi di prodigare le loro forze su quelle zolle. Ora la vita é lieta nella valle ed a S. Onofrio. Non pesa piü sul capo dei lavoratori la cappa di piom-bo della servitü della gleba che sino a cinque anni fa succhiava il sangue dalle vene dei contadini, Infatti, da secoli e secoli, a memoria d’uomo, ia Valle di Sicciole era il feudo dei frati di S. Onofrio. Da lassít, dall’alto della collina, l’a-vido occhio dei frati s'i saziava alia vista delle pingue messi che avreb-bero riempito i loro granai, mentre centinaia di esseri umani lan-guivano nella piü umiliante miseria. II feudo di S. Onofrio non aveva conosciuto alcuna evoluzione socia-Je. Le rivoluzioni che avevano spaz. zato il feudalismo dall'Europa s’e-rano dimenticate di S. Onofrio, dei suoi padroni ingordi, dei loro ser-vi affamati. Nulla é piü rimasto di tutto ció in questa piccola parte dell’Istria. Si sviluppa con ritmo sempre maggiore T emulazione socialista nelle fabbriche e nei collettivi di lavoro del nastro circondario. Specialmente nei nostri conservifici le donne gareggiano 1’una con 1’altra per 1’aumento della produzione. Con 1’adozione del sistema di lavoro a brigate e delTevidenza gior-naliera della produzione della brigata e dei singolo sono stati otte-nuti grandi successi. AlTArrigoni di Umago, ove il sistema a brigate è già adottato da altre un mese, si sviluppa sempre più la gara d’emulazione frà le stesse, Nella recente consegna della bandierina transitoria la brigata Nro. 4 è stata spodestata delTam-bito trofeo, esso è stato assegnato il giorno 13 c. m. alla brigata Nro. 8 composta dalle seguenti compagne: capo brig. Mauric Edda, Scri-gnar Lidia, Matkovič Faola, e Cris-man Bianca. La brigata, con lo slan,cio lavoratiivo delle sue componenti, ha ¡superato la norma di Pass'ato il furore bellico che ha sconvolto la nostra terra, in tutto il nostro circondario si è iniziata Topera di ricostruzione e di raíforza-mento della nostra economía disse-stata dall’oppressione fascista e dal-l’occupazione nazifascista. Dalle ro-vine di un mondo decrepito, è sor-ta, mercé l’operoso e fattivo contributo di tutti i lavoratori, una nuo-va s'ocietá che tende alla realizzazione di un migliore domani per tutti. Nel circondario sono State eompiute vaste opere che testifica-no la capacita realizzatrice dei no-stri operai, opere che sono intese al bene comune e delle quali tutti godono il beneficio. II piano económico per il 1950 compendia e fissa la continuazione di questi lavori, al quali tutti i cittadini dovranno contribuiré per il benessere collettivo. II piano prevede pure un largo complesso di opere per l’agricoltu-ra, in cui hanno una parte precipua i collettivi agricoli di produzione, che spuntano come funghi nel nostro circondario. Villanova del Quieto non poteva rimanere esclu-da da questa fioritura cooperativi-stico che segna l'inizio della nuova era nella campagna, la era della meccanizzazione agrícola e della socializzazione della campagna. Nella Lotta di Liberazione sono cadati per l’alto idéale di libertà e di pro-gresso ben 60 fra i figli migliori di questa localité. Essi hanno lascialo le loro tradizioni rivoluzionarie al popolo e cosi. è sorta pure a Villa-nova la cooperativa agrícola di pio-duzione che i suoi membri hanno voluto chiamare «Naprijed» (Avan-ti). Nome che i tutto un programma. Cosí pochi giorni prima che sor-gesse il 1950, e precisamente il 27 dicembre, 11 famiglie di Villanova, cómprendenti 41 membri si sono ri unité ed hanno decis'o. la costitu-zione di questo collettivo agricolo di produzione. Hanno riunito tutte le loro propriété, i loro beni mo-bili e immobili includendoli nella propriété collettiva, come hanno incluso nel collettiv»’ )a loro lorza Solo nella memoria degli ex coloni resta il ricordo di quegli anni in cui ess'i erano considérai dai loro signori e padroni come parte delle loro ricchezze. Ivi ora è stato costituito un collettivo agricolo formato dagli ex sfruttati. Essi lavorano collettiva-mente, quello che producono è di loro propriété, non esiste piü per loro la mano rapace del frate che gli spoglia del frutto del loro lavoro, II loro trattore scava solchi profondi nella terra ed 11 grano viene trebbiato dalle loro trebbia-trici. La parte di vino, superiore al loro fabbisogno, viene venduta alia cooperativa e da questa i collet-tivisti hanno in cambio altri arti-coli di largo consumo, altri aratri, altro concime. Nelle stalle rumina-no decine di buoi e di mucche. I coloni sono orgogliosi di tutto ció che è propriété di tutti loro, che è frutto delle loro fatiche. Una delle famiglie che costitui-scono il collettivo è quella di Co-ronica Antonio. Egli, ventiseienne, ha ancora un fratello piü anziano di lui di 2 anni e la vecchia madre. Ora il compagno Coronica fa il magazziniere del collettivo ed è ben lieto di parlare degli anni passati in cui egli e la sua famigli» di otto membri appartenevano ai frati. E-gli racconta come nel 1943 furono venduti, «ssieme ad altre 2 famiglie cón le terre che lavoravano, ad un * i 2 * * * * * * * lo produzione del 12 p. c. Perd l’emulazione si è immedia-tainente allargata, e la I e la II brigata sono: ora in, gara nel tentative) di aggiudicarsi la bandierina transitoria. Con il nuovo slancio lavorativo impresso aile brave operaie del-l’Arrigoni di Umago dal sistema a brigate la produzione è aumentata sensibUmente. Il giorno 11 febbraio era già Sitato superato il 50 per cento del piano mensile. Cosicchè il piano Verra certamente attuato prima della stadenza del mese. Gfbrnalmente nella fabbrica vengono effettuate le ore di iavoro volontario pro scioperanti di Trieste. Le operaie si sono impegnate ed ora danno i loro contributi fat-tivi alla lotta degli operai Triestini contro gli sfruttatori capitalisti ed i capitolardi cominformisti. Ultimato l’impegno, le maesitranze della fabbrica daranno la loro opéra pier la realizzazione dei lavori cittadini. lavoro. C03i questa comunità si trovó a possedere ben 134 ettari di terreno dei quali una quarantina aratri e per il resto: vigneti, prati, pascoli e boscaglia. 14 sono i capi di bestiame che si trovano nelle stalle del collettivo, mentre nelle tettoie sono al riparo le seguenti macchine agricole: 3 seminatrici, 3 erpici, 1 rullo ed alcuni aratri. Nei frutteti del collettivo si trovano centinaia di piante da frutto aile quali ques't’anno sono dedícate par-ticolari cure. Per la realizzazione del piano di lavoro del 1950, il collettivo ha costituito una brigata di lavoro sud-divisa in due gruppi guidati da un brigadiere. E’ stato in massima parte realizzato il piano delle semine che comprende 8 ettari a frumento, 6 ettari a granoturco, 4 ettari a ortaggi, 2 ettari a piselli e legumi vari. Og-getto di particolari cure saranno quest’anno anche i vigneti del col- lettivo che contano ben 45.000 viti. E’ perô sentita la mancanza di un trattore, mancanza alla quale deve essere rimediato quanto prima. E’ previsto pure per il 1950 il progressivo sviluppo dell’alleva-mento del bestiame. I bovini dovranno es’sere aumentati a 25 capí, per la maggior parte da lavoro. Sarà aumentato anche l’allevamento degli ovini, portando il gregge a 100 pecore. Per l’allevamento di tutto questo bestiame è in progetto la costruzione di una vasta stalla per la quale è stata stanziata la somma di 1,400.000 dinari. Verrà pure costruita una casa d’a-bitazione. Tutti questi lavori ver-ranno realizzati con il contributo volontario dei membri del collettivo i quali nel contempo lavore-ranno .per Tattuazione del programma económico annuale del paese di Villanova. Nella cooperativa non è trascura-to il lavoro culturale. I membri par-tecipano tutti al lavoro del CCP croato «Sloboda» di Villanova. Per lo sviluppo ideológico e culturale «Ici sooi è stata costituito u» ango- ricco, ad un certo Vuscovic Enrico che nel 1945 dovette riparare a Trieste per sfuggire al furore popolare. Gli antenati di Coronica Antonio, per secoli e secoli, hanno lavorato corne coloni le terre dei frati. Lo sfruttamento a cui erano sottoposti è incredibile, se si pens’a che oltre alla metà del raccolto, che alla fine di ogni anno agricolo dovevano versare ai loro padroni, questi pre-tendevano il pagamento del tra-sporto del raccolto dalla valle a S. Onofrio che doveva essere effettua. to con i carri dei frati. I coloni inoltre dovevano pagare i solfati, le riparazioni degli attrezzi di lavoro il trasporto del concime dalle stalle di S. Onofrio aile terre dei frat-ti. In ultima analisi ai poveri coloni restava una piccolissima parte del raccolto che bastava appena per qualche mese. Allora incominciava-no le corse alTamministrazione dei frati per invocare l’elemosina di qualche decina di chilogrammi di farina, di patate o di venti lire per comperare le scarpe. Il più delle volte ii supplicante si sentiva ri-fiutare il danaro e gli veniva ri-sposto che suoi figli potevano anche andare scalzi poichè c’era bel tempo e le scarpe erano inutili. Da notare che tutto ciô che i frati «elargivano» doveva essere pagato alla fine dell’anno agricolo cosicchè i poveri coloni erano sempre in debito ed affamati. Questo racconta il giovane Coronica e ride sopra, ora che tutto è passato per lasciare il sblo ricordo di quella servitù. Per dare un e-sempio il compagno accenna anche al raccolto di grano del 1936 che frutto 16 quintali di cui restarono per la sua famiglia soltanto 8 quintali e 60 chilogrammi dopo le con-segne ai padroni. Dopo la Riforma Agraria le terre che gli antenati di Coronica a-vevano bagnato col su^ore e col sangue sono divenute propriété di chi le aveva lavorate. Ora tn due anni la piccola famiglia di Coronica riceve dal collettivo queiio che in dieci riceveva una volta, quan» do contava otto membri, Quanto il compagno narra a chi lo interroga sul passato è appena una parte di ciô che lui e la sua famiglia hanno dovuto subire e che la Riforma ha eliminato. Quanto il Coronica racconta è un pô la vita passata da tutti i lavoratori della terra di questa nostra Istria martoriata e sfruttata da secoli da padroni feudali esosi ed ingordi. NelI’Istria ora spira una nuova vita di libertà e di lavoro. Le tene-bre del passato sono scomparse fu-gate dalla luce della nuova société, la société socialista. lino ross'o nel collettivo, inoltre vengono tenute settimanalmente riu-nioni di studio sul marxismo-leninismo e sui problemi polltici at-tuali. Pure la cultura generale non è stata dimenticata. Tutti i membri della cooperativa frequentano i cor-si di perfezionamento che vengono tenuti alla sera 2 volte per settima-na. Corsi che sono diretti dagli in-segnanti del luogo cioè dal compagno Milos e dalla conipagna Vojno-vic Kate. Al corso amministrativo è stato inviato un compagno il quale sarà affldato la contabilité del collettivo afesso. A presidente di questo collettivo è stato eletto il compagno Kljun Antonio conseguente antifascista ed ottimo lavoratore, il quale guidera questa comunità nel lavoro per Ja realizzazione del programma annuale. Ai cooperatori della «Naprijed» spetta ora di realizzare l’impegno da essi assunto, di lavorare per il prospero avvenire della eollettività. -, 0,r Autocorriere Negli ultimi tempi per ovviare alia deficenza del servizio di aüto-trasporti nelTinterno del circonda-rio ed alle richieste della popolazione, l’Autotrasporti ADRIA di Capodistria ha istituito una nuova linea di Autocorriere sul tratto: U-mago — Verteneglio •— Buie il cui orario é il seguente: Partenza da Umago alle ore 7 — da Petrovia alle 7,10 — da Giuriz-zani 7,15 — da Carsette 7,20 — da Verteneglio 7,30 con arrivo a Buie alle ore 7,55. Partenze da Buie alle ore 7,45 — da Verteneglio 8,00 — da Carsette 8,10 — da Giurizzani 8,15 — da Petrovia 8,20 con arrivo a Umago alle ore 8,30. Il servizio é sospeso nelle dome-»iche e »eile iesHviti iatermrdie. cor'S i gli operai della zona A. Fres- CONSEGNATA LA BANDIERINA TRANSITORIA Alla Brigata n. 6 dell'Arrigoni di Isola ARRIVO IN PORTO DOPO UNA FRUTTUOSA PESCATA ASSUNZIQNE DI NUOVI APPRENDISTI al conservificio Arrigoni di Isola LE RIUNIONI DEI C.P.C. DI CAPODISTRIA E ISOLA APPROVATE IN LINEA ie proposte faite ai consigli Air Arrigoni di Umago si distingue la brigata 8 SORGONO NUOVI COLLETTIVI Dl PRODUZIONE «AVANTI» F IL NOME DELLA COOPERATIVA Of VILLANOVA DEL QUIETO INDONESIA SENZA PACE PER ALIMENTARE L'IMSÆZIABILE WALL-STREET La cricca Hatta - Sökarno vende il proprio paese - Il «ribelle» Westerling è un criminale di guerra „EPPUR SI MUOVE!“ GU INQUISITORIGONDANNAROND GALILEO GALILEI MELTEHTATIVODILIMITARE LO SCIBILEDMAMO «Più di 7 pianeti non esistono, poiché anche l'uomo ha sulla faccia soltanto 7 orifici» ■ rispondevano i suoi nemici Borneo, Sumatra, Celebes, Giava, Timor, con centinaia e centinaia di isole minori raggruppate intar-no alie più grandi: etico» le Indie Olandesi, iTndonesia, su cui si ap-puntano le cupidigie degli. imperia-listi. Mentre l’Olanda si dibatte tra regolari, irregolari e ribelli sulle terre che opprime da 350 anni, dalla Malesia e dal Borneo settentrio-nale, U colonialismo britanmco tende le sue avide mani e, dalle vicine Fiilippioe, Washington segue atten-tamente lo sviluppo delle complícate vicende in corso, decisa a non perdere la mínima occasione per alimentare l’insaziabile Motoch di Wall Street. La strada dei coloniaüsti olandesi è tutta disseminata di terrore, di repressioni feroci, di sangue e di massacri. Quando, nel corso délia seconda guerra mondiale, le truppe giapponesi sbarcarono in Indonesia, gli occupanti bianchi furono ben lesti a cedere: ma non cedette il popolo di Giava, di Borneo, di Celebes che, con un’oscura, difficile, cruenta guerriglia nellu giungla, libero la propria terra. Il 17 agosto 1945 veniva cosi pro-clamata la Repubblica Indonesiana; ma a capo del nuovo stato, sorto con tanta lotta e tanti sacrifie!, non stavano i rappresentanti del popolo, che pur sedevano, col partito. comunista, quello socialista, .quelle opéralo e l’unione giovanile «Fe-sindo», in maggioranza al governo. Il reazionario Soekarno diveniva presidente, Hatta otteneva la vice-presidenza e l’agrario pseudo-socia-lista Sarir la carica di primo ministro. Questa cricca di masnadieri, re-sasi conto che non avrebbe mai potuto plegare legalmente i movi-menti popolari, ricorse al tradi-meqto: chiamô nelle isole, come «alleate», le truppe britanniche, con il pretesto di debellare gli ultimi residui di unitá giapponesi. I colonial isti inglesi sbarcarono, ma, invece di catturare i gialli, li riar-marono, .-pingendoli contro l’arma-ta popolare indonesiana. In seguito ahe aspre proteste di tutto i! mondo civile, le forze bri-tanniehe furono costrette, nel novembre 1946, a lasciare l’arcipelago. Ma esse non trasmisero il potere, come sarebbe stato, logico, al governo repubb'icano berra ai vec-chi padroni olandesi. Costorto, non avendo, per 11 momento, truppe sufficienti a schiae-ciare 11 movimento repubblicano, intavolarono trattative col governo Soekarno, il quale capitolô vergo-gnosamente il 25 marzo 1947 con l’accordo di Linggadiati, incorporando la repubblica nei .cosidetti «Stati Uniti d’Indonesia», costituiti con alfcri gover*l-fantoccio in Borneo ed in Indonesia occidentale. Il 27 maggio dello stesso anno, l’Aja, messasi in grado di provvedere al-l’occupazione dell’ arcipelago, presentó un ultimatum a Diiokiakarfa, esigendo la capitolazione immedia-ta e la liquidaziohe délia repubblica. In seguito a questo gravissimo iatto, il governo Soekarno cadde vergognosamente, sostituito da un governo popolare avente a capo il comandante partigiano Sarifuddin. Ma la maggioranza statunrtense provvide subito a tagliargli ogni strada: venne formata all’ONU una commissione mista «di buoni uffici» belga-australiana-americana, la quale, lontana dal difendere gli inte-ressi popolari, sostenne le condl-zioni imposte dagli olandesi alla Repubblica dopo un’impari quanto aspra lotta. Il governo democrático fu cosi costretto ad accettare l’ar-mistizio, firmato il 17 gennaio 1948 a bordo . délia corazzata americana «Renvilie». La cricca Hatta-Soekarno si gio-vô di questo fatto per provocare la caduta del governp popolare a cui si sustituí, proclamando poi l’as-soluta osservanza a quelTarmisti-zio che le era servato proprio per installarsi al potere. Il fatto ebbe come reazione il ri-torno sul piede di guerra delle forze di liberazione: gli olandesi sbarcarono allora nelle isole 150 mila uomini, tra cui numerosi reparti di SS germaniche, aæruolando nel côn-tempo le tribù più arretrate e mandándole a combatiere lontano dal loro territorio, il tutto con arma-menti ed equipaggiamenti statuni-tensi. ' Vista pero vana ogni fatica. in seguito alla diretta istigazione délia cosidetta «commissione dei buo-ni-uffici» ed in pieno accordo con gli occupanti olandesi (2 luglio 1948, incontro segreto di Saran-gan), Hatta e Soekarno scatena-rono contro i partiti popolari il terrore poliziesco. Migliaia e mi-gliaia di comunisti e di socialisti vennero gettati in carcere, mentre i loro leaders, Muso, Suripno, Kha-riono, Darusman e lo stesso ex presidente Amir Sarafuddin, eranr, passati per le armi dopo un simulacro di processo. Le cose, perô, non andarono lisce, poichè il popolo rispóse con una recrudescenza délia lotta. Soekarno, per evitare la caduta, dovette ahora ,sia pur con estrerno rammaHco, respingere le inaudite richieste olandesi. Allora, in pieno accordo con gli Stati Uniti, rappresentati da Merle Cochran, i Paesi Basai invasero la repubblica, entrando nelia capitale e fingendo di «deportare» i governanti reazionari. IL CAPiTANO WE5TERLING «CRIMINALE OI GUERRA» Naturalmente, la farsa riusci: ma non in pieno, poichè, mentre tanks e bombardieri statunitensi ripete-vano i massacri del 1946, durante i quali perirono 40 mila indone-siani, 300 mila partigiani impegna-vano le forze olandesi in duri e cruenti combattimenti. Gli imperialistí anglosassoni, in pieno accordo con l’Aja, decisero cosi di ricorrere ancora una volta alia cricca Hatta-Soekarno. Con un capolavoro d’jpocrisia, il 28 gennaio 1949 la maggioranza angloamericana al Consiglio di Sieurezza fáceva adottare una risoluzione in cui s’imponeva il ritorno agli ac-cordi délia «Renville», la rimessa in liberta dei leaders reazionari in-donesiani, Tintesa di costoro coi Paesi Bassi. Hatta e Soesarno, ap-profittando deH’occasione, si posero a temporeggiare, sperando di rica-vare dai negoziati i maggiori van-taggi possibili. Ma Washington, sol-lecitata dalle continue vittorie di Mao Tse-tung, le trattative si svel-tirono ed il 6 luglio 1948, le autorité olandesi rimettevano i due av- venturieri a capo della repubbiica. La complicitá tra Soekarno ed il governo dell’Aja fu tenuta nasco-sta il pid a lungo possibile: ma at-fine, i compiici furono obbligati a svelarsi, con un ridicolo accordo contemplante la «cessazione delle ostilitá» e 1’inizio della lott ■. co-mune contro i patruti. So'tto questi auspici si apri la conferenza della «Tavbla Rotonda» all’Aja il 23 agosto, che si chiuse confermando in modo clamoroso l’asservimento di Dijokiakarta ai colonisti stranieri. «La regina dei Paesi Bassi sara postai alia testa dell’Unione Olan-dese-Indonesiana — eccone le conclusion! nelle parole della Star Weekly — e tutte le decisioni non verranno adottate che dopo un reciproco accordo. Le relazioni eco-nomiche, commercial! e finanziarie dell’Indonesia con Testero saranno controLlate dalTAja, a cui il popolo indonesiano dovrá versare 4,5 miliardi di fiorini quale rimborso dele spese sostenute dagli olandesi nell’oppressione dell’Indonesia.» «L’Indonesia saluterá coi-dialmen-te l’aiuto stramiero sotto forma di capiitale, di attrezzatura técnica e di mano d’opera — ebbe a dichia-rare apertamente Hatta. — L’Indonesia deve incoraggiare gli investi-menti di capital! stranieri». Pugaciov fu nel 1700 Tiniziatore di una rivoluzione dei servi délia gleba debía Russia sud-orientale. La sua figura di agitatore poilitico ci è stata conservata dal grande scrit-tore russo Puskin, in un lungo rac-conto intito! ato «La figlia del ca-pitano», e in un saggio storico di notevole importanza sulTattivitá ri-valuzionaria e sulle cause del movimento iniziato da questo grande orga-nizzatore del movimento con-tadino in Russia. La figura di Pu-gaciov è stata macchiata di volgari menzogne e la su», memoria conta-minata dagli storiografi dei periodo zarista. Ma la sua attività è stata rivalutata plenamente dalla storio-grofia marxista ed in lui è stato visto il continuator; dell’agitazio-ne, tra la classe degli op'pressi, che giá aveva iniziato un altro grande soôteni'tore delle masse popolari, il leggendario Stijenka Razan, ram-mentato da Gorki in molti suoi raicconti. Einelian Ivanovic Fugaciov na-cque ne'll’aprile del 1744 da una povera famiglia di cosacchi di Za-inaveiskaia. Dopo essere stato ar-ruoiato diciassettenne nell’esercito zarista, per la guerra contro la Pnussia, lo vediamo disertare e sol-levare contro lo zar i cosacchi del Terek. Egli non poteva tal'lerare che «in tutta la Russia il popolo povero soffrisse grandi offese e ro-vlne». Dopo il fallimento della ri-volta 4'u arréstate, ma evase e se-guitó ad agitai-e le sue idee tra le masse contadine. Finalmente nel 1773, mentre la zarina Caterina II era impegnata neilla guerra contro la Turchia, egli riusci a sollevare i contadini della Russia Caucásica, capltanando la rivolta dei cosacchi e dei contadini dello Jaik. Raccolto un esercito di 20.000 uomini e 70 cannoni, conquistó varie íortezze zariste, mosse su Oremburg e prese d’assalto la città di Kazan. Nono-stante subisse varie sconfitte da parte dell’ esercito regolare, egli poté proseguiré la rivolta-procla-mandoisi zar di tutta la Russia col nome di Pietro III. Masse contadine E Wall Street entró in gioco di-réttamente, impossessandosi di tutta la produzione petrolífera, con-centrata- nelle mani della Rockefe1.-ler della Standard Oil e della So-cony Vacuum Co. nei pozzi di Ba-# likpapan e Samarinda nel Borneo, diPailembang a Sumatra, nelia Nuo-va Guinea, a Banka. e nelle raffinerie di Sumatra e Giava. Nel campo del caucciù, più di un miliione d’acri di piantagioni sono nelle mani.della Goodrich Rubber Co., mentre altre società nordame-ricane contrallano tutta la produzione di uranio, stagno e nikel. Dal canto loro, gli olandesi ri-corrono a tutte le mene e gli in-trighi per non lasciare il territorio repubblicano: la recente farsa del «ribelle» capitano Westerling dice moltisimo, quando si consideri che costui, oppostosi apparentemente agli olandesi, è il maggior crimínale di guerra in Indonesia, celebre per gli inauditi massacri, per-petrati nell’arcipelago. Ma il popolo indonesiano non Ja pensa certo come coloro che vor-rebbero essere i suoi rappresentanti: nonostante tutte le repressioni, i massacri, gli innumerevoü sopru- s.i, esso veglia' sulla sua liberté. E prosegue sulla sua dura via di lotta, incontro alTaurora che deve vendre e verra. Peter Kolosimo convenivano infatti nelle sue file, da tutta la Russia. Dovunque egli arrivava, giudicava i latifondisti per mezzo di tribunali popolari. ¡anciava manifesti di liberté, spie-gava il fine della sua guerra. Per fronte, ggiarilo, la zarina dovette concludere alia svelta la pace con la Turchia. Nel isettembre del 1774 l’armata di Pugaciov fu sconfitta mentre marciava su Mosca. Egli, venduto per 100.000 rublj da alcune sp.ie del suo esercito in rotta, ven- n.e torturato e poi decapitato a Mosca, il 21 gennaio del 1775. CANTO del contadino istriano Il contadino è insorto. Una voce s’è ndita: «Sorgi in piedl, contadino, questa è la tua ora!» Come folgor* è passata la voce sulla terra e dopo cent’annl, ancora, è sorto in piedi il contadiao per difendere i solchi, per tare gíustizia, per le sue tradizloni. per i suoi figli • la sua patria. E dove H suo piede passé, cgni cosa fu calpestata, e dove il suo pugao picckió, aúlla fu Iasciato. Insieme corn lui cammiaavaae le ombre dei morti, a milioai, le ombre degli avi che hanno vissuto e sofferto qui, sulla térra, a zappare, a bagnare di sangue le zolle. 11 contadiao ha camminato per tutte le terre e grande e fiero s’é fermato sul Monte Maggiore. Ora la sua voce ha tuonato: «lo, contadino istriano, ko ripreso la mia terra, guai a chi ancora tentera di portármela via!» Drago Gerrais GALILEO GALILEI Gai.ileo Galilei nacque ventun anni dopo la morte di Copernico (1564) nella citté di Pisa. I suoi genitori appartenevano a nobili cir-coli borghesi di quella citté. A se-dici anni egli si iscrisse all’ uni-versité omonima. Egli s’interessava con passione di música, di pittura e specialmente di letteratura. Presto si diede alia lettura di quei piccolo numero di opere di scrittori antichl e contemporanei, di cui si poteva allora disporre. II suo scopo era di rendersi padrone dell’arte di esprimersi con eloquenza, poiché in essa giustamente vedeva un’ar-ma potente per la propaganda delle verité scientifiche e filosofiche. Ingaggió lotta contro la lingua latina, dietro alia quale, come dietro al un muro, il mondo degli scíen-ziati era diviso dagli strati pié lar-ghi degli inteilettuali. Alia lingua latina Galilei oppose la lingua popa are viva, la lingua italiana. Egli imparó la sua lingua fino alia per-fezione, perché cómprese che sol-tanto cal suo mezzo avrebbe potuto trasmettere la scienza al popolo. Per mancanza di mezzi, egli fu costretto a interrompere gli studi. Le sue speciali attitudini pero gli permisero di acquistare presso la stessa université la cattedra di in-segnante di matemática, Vediamo quindi che oltre all’arte egli s’interessava anche di matemática e di astronomía. Galilei fu per quasi venti anni uno di quei versati-ssimi lettori che attirano da tutte le parti del mondo numerosi uditori. Egli pero non si distingueva per niente dall’am-biente in cui viveva. Fece ben presto conoscenza della teoria di Copernico e si persuase della sua verité. Per prudenza pero non ne parló a lungo con nessuno. La «saggezza» medioevale si ba-sava sulle consuetudini e sugli er-rori radicati da miillenni; dietro a essi stava tutta T autorité della chiesa e T ignaranza commista a superstizione delle masse popolari arretrate che la chiesa si trasci-nava dietro al proprio guinzaglio. Galilei riteneva che le concezioni medioevali, completamente errate, della filosofía e della scienza po-tevano essere supérate, messe a nudo e poste a dileggio soltanto con un Jungo e sistemático assedio. Egli si deeise di dichiarar loro guerra soltanto quando si sentí armato di argomenti e prove scientifiche tali da poter resistere ai colpi piü po-tenti. Egli non era un sognatore temerario egli era seguace del método — insólito per quei tempo — dell’anaJisi scientifica, basato sul-l’accertarnento intégrale dei postu- !ati teorici per mezzo della osser-vaz.ione dei fenomeni naturaü e su-gli esperimenti da eseguirsi alio scopo speciale dello studio di detti fenomeni. Nell’in.tento di raggiungere dei risultati perfetti egli procedeva perció lentamente e la necessité degli eperimenti era la sua carat-teristica principale, incomprensibile per coloro che lo circondavano. La fama di Galilei ebbe inizio Panno 1609 quando egli costra; un cannocchiale astronómico, il telescopio, inventato poco tempo prima in Olanda. II mérito di Gali-leo non é, come alcuni credono, di avere inven.tato il telescopio, ma di averio adoperato per primo per studiare i corpi celesti. D’impor-tanza grandissima é puré il fatto che Galilei abbia ¡inmediatamente intuito il ruolo importante che il telescopio avrebbe avuto nella di-mostrazione dell’esattezza dell’in-segnamento di Copernico. L’anno 1610 egli scrisse il libro «Notiziario delle stelle»; in esso esponeva le scoperte alie qual.i era giunto con l’aiuto del telescopio; all’esposizione faceva seguiré dei commenti. Le scoperte fatte con l’aiuto del telescopio furono numeróse, sorprendente e confermarono completamente il -sistema celeste di Copernico. Niulla sapevano gli uomini della natura deila Luna. Essi la conside-ravano semplicemente un cero celeste. Dirigendo su di essa il suo telescopio, Gaiileo scorse dei montj e delle grandi superficr oscure che scambió per dei mari. Egli scopri ino.tre un modo perfetto per mi-surare l’altezza dei monti della Luna, servendosi della lunghezza del-l’ombra da essi riflessa. Venne ac-certato che i monti delia Luna non erario minori per altezza a quelli terrestrl. Ció dimostrava che la superficie della Luna era simüe a quella della Terra e che tra il no-stro pianeta e Ja particella dell’uni-verso denominata Luna non vi era-no differenze sostanziali. In pre-cedenza gii uomini erano tuttavia ferinamente convinti che il nostro mondo terreno non avesse niente in cornune col mondo celeste, resi-denza degli dei, dove tutto é «perfetto» ed etereo. Galíléi dimostró esattamente che il deboie ehiarore delia parte deila Luna nuova non illuminata dal Solé derivava dalla luce che alia Luna viene riflessa dalla nostra Terra. Eglj venne cosi a dimostrare che anche la nostra Terra é un astro celeste il quale riflette la luce del Sale, a-1 pari della Luna. L’ osservazione della Luna per mezzo del telescopio produsse nei contemporanei di Galilei un’impres-sione profonda. Dinanzi al telescopio si accalcava una massa di gente che voleva accertare con i pro-pri occhi la scoperta dello scien-ziato. Egli d’aitra parte invitava chiunque a volere osservare il cielo per mezzo del suo apparato. Lo scalpore che s’innalzó attorno a Galilei e al suo telescopio inco-minció a diventare ben presto pe-ricoloso per la chiesa. Alcuni teo-logi tentarono perció di dissuade-re i cittadini dall’osserVare il cielo attriaverso ia «tromba» di Galilei. Essi sostenevano che il telescopio é -invenzione di una forza impura che si propone lo scopo di scandalizzare le anime dei fedeli. Essi paragonavano Gaiilei alio stesso satana che, secondo la leggenda, tentava Cristo, e come prova ci-tavano il passo del Vangelc: «Al-lora il maligno lo condusse su di un’altta montagna e gli mostró tutte le ricchezze del mondo ...» Esaminando' al telescopio Giove e altri pianeti, Galilei osservó che essi apparivano come dei picoli cerchi, mentre le stelle più lucenti rimanevano soltanto dei punti lu-minosi, come quando si guardano a occhio nudo. Questa osservazione fece giustamente concludere al Galilei che le stelle sono da noi a distanze di gran lunga maggiori di quanto non lo siano i pianeti. In precedenza. i pianeti venivano di-stinti dalle stelle per le loro orbite apparent!, simili a delle elissi. Non meno importante fu la scoperte di Galilei dei quattro satelliti di Giove — delle quattro lune che ruotano intorno al pianeta. Anche l’osservazione di tali satelliti venne posta alla portata di quanti si interessavano. Tutti poterono con-vincersi con i propri occhi che anche un altro de'i corpi celesti — Giove — rappresentava il centro attorno al quale giravano altri cor-pi e che di conseguenza, la Terra non poteva essere il solo centro di questa specie, come era ritehuto nel passato. Dopo di ció era più facile credere ail’ affermazione di Copernico, secondo la quale il Sole era veramente il centro dei movi-menti planetari. Sulla possibilité dell’esistenza dei satelliti di Giove Gailileo fu costretto a sentire le più assurde obie-zioni. Eccone una: «Se riconosces-.simo l’esistenza di questi corpi ne conseguirebbe che anzichè sette (unitamente al Sole e alla Luna), come è risaputo da quando mondo è mondo, i pianeti sarebbero un-dici. Ma più di sette pianeti non ci possono veramente essere, poichè anche l’uomo ha sulla faccia soltanto sette orifici: la bocea, due narici ,due occhi e due orecchie, e neanche nel tempio di Salomone non ce n’erano più di sette.» Negli anni che seguirono i teo-logi si accanirono contro Galilei con impeto ancora maggiore. Essi cercarono di dimostrare in tutti i medí che anche le sue scoperte e quelle di Copernico erano in con-traddizione con la Sacra Scrittura. Gaililei scese in discussione e tentó di convineerli che lo studio della natura non puô basarsi sulla Sacra Scrittura, ma solamente su esperimenti, osservazioni e prove scien-tifiche. Il tempo intanto passava e infine la fede devota e appassionata alla verité della scienza e le prove sem-pre più numeróse sull’esattezza del movimento délia Terra indussero Galileo a scrivere il libro «Discorso sui due sistemi del mondo; il sistema di Tolomeo e quello di Copernico». In quest’opera Galilei espone la lite di due persone ognuna delle quali difende una delle teorie. Il difensore di Tolomeo che si appella spesso alíe autorité ecclesiastiche rimane visibilmente sconfitto. Ció è ribadito anche dall’atteggiamento che verso l’esito della lite assume il terzo protagonista del libro. L’o-pera di Galilei, scritta con stile brillante e intéressante, pieno di eloquenti e sottili osservazioni a favore del moto della Terra, viene tuttavia alla luce soltanto nel 1632. Il libro lascia -sui contemporanei un’ impressione profonda e fa di conseguenza montar sulle furie i nemici del libero sviluppo della scienza. L’inquisizione pone nuevamente aU’ordine del giorno la que-stione del processo a Galilei, imputándolo di disobbedienza verso le (Continua in IV. pagina) H • EROE LEGGENDARIO rUgCLClOV mon peril suo popolo .................... ...........................................................mm......................................................................................................................... VII puntata di Jack London — Essa non protesta, replicó Ernesto, e quindi approva, perché non si deve dimenticare che la Chiesa è mantenuta dalla classe capitalista. — Non avevo considérate le cose in questa luce, disse ingenuamente il vescovo. Voi dovete inga-narvi. So che ci sono moite tristez-ze e ingiustizie in questo mondo. So che la Chiesa ha perduto il ■ • • quello che voi chiamate il prole-tariato. — Voi non avete mai avuto il proletariato- gridô Ernesto. Esso è cresciuto fuori della Chiesa e sen-za di essa. — Io non so, disse debolmente Il vescovo. — Vi spiegherô. In conseguenza dell’introduzione della macchine e del sistema delle officine verso' la fine del secolo decimottavo, la grande massa dei lavoratori fu strappata alla terra, e Tantico modo di lavoro fu infranto. I lavoratori, cacciati dai loro villaggi, si trovarono chiusi nelle citté industrial!. Le madri e i fanciulli fu-ropo messi al lavoro sulle nuove macchine. La vita di famiglia cessé. Le condizioni diventarono atro-ci. E’ questa una pagina di storia scritta con lagrime e sangue. — So ,so, interruppe il vescovo con utfespressione d’angoscia. Fu terribilet ma questo avveniva in Inghilterra, un secolo e mezzo fa. - E cosi, un secolo e mezzo fa, nacque il proletariato moderno, continuó Ernesto. E la Chiesa lo Ignoró. Montre i capitalisti costru- lvano quei macelli per il popolo. la Chiesa restó muta, ed oggi essa usserva il medeslmo mutismo. Come dice Austin Lews (2) parlando di quelü’epoca, caloro che ave-vano ricevuto il comandamento: «Pascóte le mié pecore», videro, senza la minima protesta, quelle pecore venrlute e stancate a morte .. . (3). Prima di andar più oltre vi prego di dirmi nettamente se siamo d’accordo o no. Protestó la Chiesa in quel momento? il vescovo Morehouse esitó. Non più del dottor Hammerfieid egli era avvezzo a quesio genere di offensive a domicilio, secondo l’espressione di Ernesto. — La storia del secolo XVIII è scritta, suggeri questi. Su la Chiesa non fu muta, si deve trovare in qualche libro traccia delle sue proteste. — Disgraziatamente, credo che sia rimasta muta, confessô il dignatario della Chiesa. — E resta muta ancor oggi. —• Qui non siamo più d’accordo. Ernesto fece una pausa, guardó attentamente il suo interlocutore, e accettô la sfida. — Benissimo, dis,je, vedremo. Ci sono a Chicago donne che-lavorano l’intiera settimana per novanta centesimi di dollaro. La Chiesa protesta? — E’ cosa nuova per me, fu la risposta. Novanta centesimi! E’ spaventevolè. — La Chiesa ha protéstate? insiste Ernesto. — La Chiesa ignora questo. — Il prelato si dibatteva violente-mente. — Tuttavia la Chiesa ha ricevuto U comandamento: «Pascete le mie pecore», disse Ernesto con a-mara ironia. Poi, riprendendosi to-sto: Perdonatemi questo aspro movimento: ma vi puó sorprenderé il fatto che noi perdiamo pazienza con voi? Avete voi protestato presso le vostre congregazioni capita-listiche contro Timpiego di bambini nelle filature di cotone del sud? (4) Bambini di -sei o sette anni che lavorano tutte le notti in squadre, per dodici ore. Essi non vedono mai la santa luce del giorno. Muo-iono come mosche. I dividendi so-no pagati col loro sangue. E con questo denaro si costruiscono ma-gnifiche Chiese nella Nuova In-ghiiterra, e i pari vostri vi predi-caño sciocchezze davanti ai ventri pieni e lucenti degli incassatori di dividendi. — lo ».on sapovo, morînorè cnn un soffio il vescovo. La sua faccia era pallada, come se sentisse nausea. — Dunque non avete portedatr? Il pastore fece un deboie segno di diniego. —E la Chiesa è muta oggi, come lo fu nel sécalo XVIII? II vescovo non rispóse, e per quella volta Ernesto si a'stenne dal-l’insisteré. — E non lo dimenticate, ogni v(cWa che ub! membre del clero protesta, lo si congeda. — Trovo che questo non è giu-sto. — Frotestereste voi? domando Ernesto. — Mqstiratemi, nella vostra co-rnunité, mali come quelli di cui avete panlato, ed io alzerô la voce. — Mi metto a vostra disposizio-ne per mostrarveli, disse tranquil-lamente Ernesto, e vi faro fare un viaggio attraverso l’inferno. — E io biasimeró tutto!. . . II pastare si era raddrizzato nel suo seg-giolone, e sulla sua dolce fascia si diffondeva un’espressione di belli-cosa durezza: e disse: — La Chiesa non restera muta! — E voi sarete oongedato, am-inoni Birnesto. — Vi fomiré la pr*va del con- trar.io ,fu la replica. Se tutto quello, che dite é vero, vedrete che la Chiesa s’é ingannata per ignoran-za. E credo anche che tutto ció che vi é di arribile nella societa industríale é dovuto all’ignaranza della classe capitalistica. Essa ri-medieré al male quando ricevera 11 meesaggio che la Chiesa ha il dovere di comunicarle. Ernesto si mise a ridere. II suo riso era brutale ed io mi sentii spinta a prendere la difesa del vescovo. Ricordatevi, gli dissi, che voi vedete una sola faccia della me-daglia. Sebbene voi non ci concedíate nessuna bonté, c’é in noi mol-to di buono. II vescovo Morehouse ha ragione. I mail dell’industria per quanto terribili siano, sono do-vuti alTignoranza. Le divisioni social i sono troppo accentuate. 2 3 (2) Autore di numeróse opere economiche e filosofiche, inglese di nascita, e candidato alia carica di Governatore della California per le elezioni del 1906 sulla lista del partito socialista, di cui era uno dei capí. (3) Non c’é nella storia pagina piü orribile che il trnttamento del- le donne e dei bambiní ridotti in schiavitá nelle officine inglesi durante la seccnda meta del secolo XV111. In questi inferni industrian nacquero alcune delle piü insolenti fortune dell’epoca. (4) Everhard avrebbe potuto trovare un esempio ancor piü probante nel contegno della Chiesa del sud prima della guerra di seces-niiand’esSa prendeva apertamente la difesa della schiavltü, come risulta dai documenti seguen-ti. Nel 1835 VAssemblea generala della Chiesa presbiteriana dichia-ró che «la schiavitú é riconosciuta nell’antico e nel nuovo Testamento, e non é condannata dall’autori-tá divina». L’associazione dei Bat-tisti di Charleston diceva, nel suo indirizzo del medesimo anno: «II diritto che i padroni hanno di dispon' e del tempo dei loro schiavi fu nettamente riconosciuto dal Cre-atore di tutte le cose, il quale é certamento libero di investiré chic-chessia della proprietá di qualun-que cosa gli piaccia». II reverendo E. D. Simón, dottore di teología e professore nel Collegio Metodista: Randolph Macón in Virginia, scriveva: «Gli estratti delle Sante Scritture affermano in modo nón equiitoco il diritto di prc- prieta sugli schiavi, con tutti i co-rollari che ns derivano. Il diritto di comprarli e di venderli è chia-ramente esposto. Sia che noi con-sultiamo la politica del popolo eb-reo istituita da Dio stesso, sia che consultiamo l’opinione- e la prati-ca unanime del genere umano in tutti i tempi, o le prescrizioni del Nuovo Testamento e la legge morale, dobbiamo concludere che l’i-stituto de’ia schiavitù non è immorale. Stabilito il punto che i primi Africani furono legalmente ridotti in schiavitù, ne è conseguenza indispensabile il diritto di trattenere in schiavitii i loro figli. Dunque la schiavitù esistente in America è fondata in diritto.» Nulla di sorprendente che una o due generazioni più tardi la me-desima idea sia stata ripresa daVu Chiesa in difesa della proprietà capitalistica. Nel libro «Tentativi in applicazione», scritto da un eccle-siastico, Van Dyke, e pubblicato nel 1905, l’aupore enuncia una tesi simile a quella delVAssociazione dei Battisti sopra citata: «La Bib-b'ia insegna che Dio possiede il mondo. Egli lo ditribuisce a cias-cun uomo secondo il placer suc, in conformité con le leggi genertli.» DOPO 82 MINUTI : ................................................................................. - I TROPPO SICURO Dl SE’ L’ARRIGONI Un Montebello rifatto piega il S. G wince ¡1 II. Gorizia per una sola rete centre il s. Anna subissa il Gorizia REGOLARE LA MARCIA DEL TRIO Dl TESTA iovanni Marcatori: Korpar II al 6., Gordini al 37. e DE Grassi II al 41. della ripresa. ARRIGONI: Moscolin, Giani e Vit-tori, Pugiliese II, Perentin, De Grassi II, Bologna, Gordini, Depase e Coloraban. NOVA GORIZIA: Pignatari, Silic, Orel, KJancic, Arcon, Padovan, Korpar I, Kunek, Degano, Korpar II. ARBITRO: Lonzar di Capodistria. NOTE: 7 calci d’angolo per l’Arri-goni ed uno per il Nova Gorizia. Campo ottimo. Gioco massiccio. Al 20. della ripresa Kunek, in uno scontro con un avversario, rimaneva seriamente colpito al ginocchio destro. Trasportato a braccia fuori dal campo non vi rientrava piü. Isola d’Istria 19. II risultato fi-nale della gara rispecchia i va-lori tecnici delle avversarie che hanno dato vita a una partita com-battutissima. Talvolta l’incontro ha assunto una fisonomía purtroppo aspra e ció per il semplice fatto che, tanto gli isolani, che i gori-ziani, avevano gran bisogno di punti. Nel primo tempo l’Arrigoni riusciva ad imporsi abbastanza sovente contro l’ospite costretto ad explicare di conseguenza un lavoro difenisivo intenso, pressato come era da una squadra inizialmente volitiva ed incalzante. Al fischio di Lonzar, l’Arrigoni balzava de-cisa aU’attacco iniziando un can-noneggiamento vero e proprio in direzione di Pignatari súbito im-pegnatiissimo. Gli attaccanti isolani si infiltravano abilmente nelle fit-te magüe del dispositivo difensivo goriziano sfoggiando velocitá, purtroppo sola velocitá, in quanto alia precisione nel tiro a rete non ne azzeccavano uno. Gordini aveva la supremazia nei tiri fuori ber-saglio. Troppa precipitosité, ecco tutto! Ma oggi l’Arrigoni ha dato in non pochi momeniti l’impressione di un aggravamento. Come si te-meva prima delTinizio, anche la difesa, essendo poco sol'levata dal lavoro degüi attaccanti, ha trata 1-lato a volte anche se Vittori e stato uno dei migliori isolani in campo. E quanti giocatori isolani hanno perso i loro duelli ar-rivando ‘in ritardo sul palione? Da sola questa precisazione potrebbe spiegare tutto (e l’assenza di Cor-bat.to anche qualcosa di piü). E gli ospiti? Questi hanno giocato bene, e come anche! Hanno tenuto in iscacco un’Arrigoni, il rullo com-pressore del campionato, per ben 82 minuti soccombendo solo per inferiorita numérica e non técnica. II Nova Gorizia era come un noc-ciolo di ciliegia scoccato dalle dita di un monello; dai cinque avanti goriziani, é balzato fuori, in gior-nata spettacolosa, un attaccante sbalorditivo: Korpar I. L’aiutante mezzo destaro goriziano ha, anche lui, il piede prediletto, ma é duro di 'spalla, svelto nel «dribláng» (oggi irresistibile) potente nel tiro. E’ stato lui a daré ben presto il Via al Nova Gorizia. Come diceva-mo la partita era cominciata con alcuni scompassati attacchi isolani culminati con tiri fuori bersaglio e reazione di contropiede degli CAMPIONATO TL| 1-0 S-l 5-1 3-3 1-0 2-0 2-1 Montebello — S. Giovanni S. Anna — Gorizia Aurora — Cittanova Opicina — Ponzianina Pirario — Uinago Medusa — Verteneglio Arrigoni — Nova Gorizia LA" CLASSIFICA: Arrigoni punti 26 Pirano 25, Aurora 24, S. Anna 23’ Medusa 20, Ponziana 18, Nova Gorizia 17, Cittanova 14, s- G‘°' vanni 14, Uinago, Gorizia e Verteneglio 9, Opicina 8, Montebello 4. Partite di ricupero del campionato di zona istriana dei gironi A e B in programma per il giorno 26. febbraio 1950: PIRANO — UMAGO 1-0 Pirano: Manz.n, Paulon, Rosso, De-bernardis, Grigio, Cornel, Fiunn, Remor, Fonda, Venier e Dapretoo. Umago: Novacco, Lenardini I e 11, Carciotti, Tommasini, Parovel, Zecchini, Sodomaco, Giraldi, Can-ciani, Campagnoli. Arbitro: Sticotti di Trieste. Dopo la sfuriata iniziale del Pirano che al 6’ del primo tempo con Remor segnava l’unica rete della giornata, il gioco non aveva più consistenza tecnica. La reazione del-1’Umago non porterà a nulla di fatto sino alia fine della contesa gio-cata tra la nebbia, con poca visibilité anche per i giocatori slessi, ma portata a termine da un arbitro conscio del suo primo dovere: gio-care il più possibile. — O — LE PARTITE DI DOMENICA GIRONE A Saline — Aurora B, campo Sic-ciole, ore 14,30 Portorose — Arrigoni B campo S. Lucia ore 14,30 otopiti con altrettanti tiri alle stelle. L’ospite dunque attaccava e fu cosa amara il constatarlo per gli isolani. Dire che l’Arrigoni si sia persa d’animo non è esatto, perché ha saputo trovare a 8 minuti dalla fine un «serrate rabbioso» che solo gli squadron! possono trovare. E per por termine al nostro com-mentó diremo che il Nova Gorizia ha fatto una gran bella partita, contendendo con frequente vantag-gio ogni pallone, contrataccando in ottimo stile in ogni occasione, sve-iando in quel suo Korpar I un tra-scdnatore irreeistibile, come degno «compare» gli fu l’ala destra Padovan. Spulciamo ora dal nostro taccui-no: Alle 15,02 il via. Palla sulla destra, al piede di Gordini che per la prima volta špara alto (2. di gioco). Farà poi il bis all’ll., 16., 21. e 35. ecc.! Gli ospiti non si fer-mano, ma contrattaccano dando cosí vita ad un incontro massiccio nel vero senso della parola. Causa talune fallositá (molto frequenti) l’arbitro é costretto a decretare pu-nizioni di quá e di la. Ma tutte. anche se date dal limite, seguono la ‘stessa fine. Tiri alti, o ai fianchi della porta. Arriviamo cosí alio sca-dere del I. tempo con un nulla di fatto. La ripresa s’inizia molto piü rabbiosa, ed arriva al suo «diapasón» al 6. quando con' una fortunosa azione dalla sinistra un tiro di quelOd che, in termine técnico per noi si chiamano «fasulti», Moscolin é battuto. La beffa tirata al mo-torino del campionato é stata trop-po grande. Gordini traseina i suoi uomini. TutU si risvegliano. 11 p.ub-hlico grida, impreca. Arriviamo cosí al fatale 20. Per alcuni minuti il gioco si ferma. Uri uomo é r'imasto do!orante a térra. E’ Kunek, uno degli ospiti e piü corretti. Viene portato a braccia fuori dal campo e purtroppo vi r,imarré per un serio co'lpo ricevuto al ginocchio. II gioco riprende e sembra, fatalitá della sorte, che proprio da questo incidente nasca la resurrezione ¡solana. Tutto l’attacco é proteso. Bologna ha la palla al piede, lancia a Gordini che trovasi al centro. Questi raecoglie al volo e con una «cannonata» batte inasorabilmente Pignatari. L’eco degü osanna non si é anocra spento, che dopo esat-tamiente 4 minuti la rete della vit-toria é segnata da De Grassi a se-guito dl una furibonda mischia sot-to,porta. La febbre tifoidea del pub-blico fa scoppiare il termcunetro. Anche stavoita l’hanrio spuntata. GINO VOLPATO Ed anche la terza giornata é pas-sata tranquilla per i primi tre. E se proprio vogliamo cercare la no-la allegra (allegra per'chi ha vin-to s’intende) stavoita ci viene proprio dal sottosuolo della classifica. II Montebello ha battuto il S. Giovanni. Inutile sgranar tanto d’occhi é proprio cosí! Ma appaghiamo subito la vostra curositá. Tanti com-menti sono inutili: trascriviamo solo la íormazione del Montebello, nuova di zecca: Pischiutta. Trebiz, Scrott, Mandanici, Carmi, Ballaben, Canale, Felluga, Morselli, Krecic e Mattiass’i. Non vi sembra di rico-noscere delle vecchie glorie servo-lane? e qualche amatorino? In guardia quindi prossimi aversari del Montebello! Ma procedíanlo con ordine. Altra sorpresa la vittoria del Medusa sul Verteneglio. Veramente la vittoria era prevista con un tantino di ri-serva, comunque i ragazzi di Ca-rini ce l’hanno falta ed ó un bene CAMPIONATO DEL MO NIDO DI CALCIO Intensa attivitá atlética procframmata per l'anno 1950 5 Marzo: Cross di marzo (ritrovo trattoria Pippan). 12 Marzo: Campionato del TLT di Corsa Campestre a Capodistria. 19 Marzo: Gara di marcia Trieste — S. Giuseppe. 26 Marzo: Capodistria, leva dei lan-ci; maschile e femminile. 2 Aprile: Capodistria, leva dei con-corsi, salti e lanci; maschile e femminile. 15 Aprile: Capodistria, Riunione generale di Atietica Leggera. 23 Aprile: Gara di marcia a cronometro Trieste — Cacmatore. 23 Aprile: Gr-ra di corsa in linea come sopra. 30 Aprile: Capodistria, incontro tri-angelare di atlética ieggera, Trieste — Pola — Fiume. 1 Maggio: Trieste, gara dimosira-tiva su strada (5 km). 7 Maggio: Capodistria, incontro trí-angolare di atietica leggera Buie — Cittanova — Umago. 14 Maggio: Giro podistico di Cittanova su strada (5 km circa). 21 Maggio: Litija (Siovenia), incontro triangolare di atietica ieggé-ra Jesenice — Trieste — Litija. 4 Giugno: Gara di marcia Trieste — Prosecco e gare di atietica. 28 Maggio: Riunione di atietica !eg- gera a Buie. 11 Giugno: Lubiana, incontro írian-golare Trieste — Maribor — Lubiana. 13 Giugno: Incontro di atietica leggera a Cittanova. 25 Giugno: Aurisina, riunione di atietica leggera Trieste — Pira-no — Aurisina e Cittanova — Buie. 2 Luglio: A Verteneglio, riunione di atietica ieggera per lTstria. 2 Luglio: Giro di Trieste di marcia (a carattere internazionale). 9 Luglio: Torino, riunione di atlética leggera SAPI Torino. 16 Luglio: Umago, riunione di atlética leggera. 23 Luglio: Capodistria, riunione di atietica leggera. 6 Agosto: Gara di marcia Trieste — S. Nicoló. Olimpia — Pirario • cam]»o De-cani ore 14.30. GIRONE B Vilianova — Seghetto campo Vil-lanova ore 14,30 Cittanova B — Dalla campo Cittanova ore 12. CAMPIONATO DI CALCIO Zona Istriana OMOLOGAZIONI Visti i referti arbitrali, la Com-missione Tecnica della sezione cal-cio omologa le seguenti partite: GIRONE A Portorose — Saline 2 — 2 Médusa B — Arrigoni B 0 — 0 Adria — Aurora B 3 — 1 Strugnano — Partizan 2 — 4 Strugnano — Arrigoni B 1 — 4 Pirano L — Adria 1 — 1 Stella R. — Saline 2 — 1 Olimpia ■— Stella R. 0 — 2 (per posizione irregolare di tutti i giocatori. Médusa B — Olimpia rinv. Partizan — Portorose rinv. GIRONE B Villania — Umago B 2 — 5 Matterada — Vilianova 2 — 5 (dopo aver constatata la posizione regolare dei giocatori del Matterada, si respinge il reclamo e si incarnera la tassa). Punizioni: Depase Marino (Arrigoni) deplo-razione per bestemmie in campo. Nemez Bogomil (Strugnano) am-monizione per proteste verso l’ar-bitro. Degrassi Nevio (Strugnano) am-monizione per compor-tamento scor-retto. S. S. Strugnano deplorazione per poca disciplina e poco senso spor-tivo dai componenti la Dirazione- 13 - 20 Agosto: Dalmazia, tournee di atietica leggera (Spalato, Ragu-sa, Zara). 27 Agosto: Capodistria, incontro dl ritorno Trieste — Lubiana — Maribor. 3 Setiembre: Capodistria, staffet-ta gigante, corsa - marcia, e staf-fette. 19 Setiembre: Capodistria, incontro di ritorno Jesenice — Lilia — TLT. 17 Setiembre: Pirano, riunione di atietica leggera. 24 Setiembre: Pola, incontro di ri- torno Pola — Fiume — Trieste. I Ottobre: Trieste, giornata della marcia e velocitá. 15 Ottobre: Capodistria, campíona-to di marcia del TLT e gare di contorno. 22 Ottobre: Capodistria, campionati del Territorio di atietica leggera. 29 Ottobre: Trieste, campionato di marcia km 25 su strada. L’atieta che avrá totalizzato il m¡-glior punteggío a base tabella fi-landese riceverá in premio una tu-ta ed un paio di scarpette. BREVE CRONACA delle partite di domenica MONTEBELLO - S. GIOVANNI 1-0 Montebello: Pischiutta, Trebiz, Man-daníci, Scrotto, Carmi, Ballaben, Canale, Felluga, Morselli, Krecic e Mattiassi. S. Giovanni: Corsi, Perini, Lipot, Covacci, Neppi, Pacor, Villatora, Dalino, Ciulo, Vatta e Negro. Arbitro: Schiavon di Capodistria. II Montebello, trascurato fanali-N no di coda, ha falto la parte del leone. Rinforzato da alcuni noti e-lementi é s'ceso in campo con bal-danzosa sicurezza, ed ha avuto ra-gione. II gioco é stato aspro ed a volte durissimo. La rete: al 10’ della ripresa da un tungo rimando del terzino Trebiz, la palla giunse a Mattiassi che corre sino a fondo campo sulla desta: qui crossa al centro, la palla sorvola il portiere balzato fuori dalla porta e giunge a Morselli che cómodamente col pet-to la ins'acca. La gara ha termine con l’ombra del calcio, esistendo in campo un intruglio ira rugby e lotta libera. S. ANNA — GORIZIA 9-1 S. Anna: Tencíc, Visintin, Battistel-li, Gleria, Stradi, Canziani, Plau-tillo, Gleria, Godnic, Visintin e Dodic. Gorizia: Butcovic, Maíelic, Nanne-rutti, Tabaí, Ciani, Cíani II, Co-Iuzza, Barbiani e Batterini. Arbitro: Supiina di Capodistria. II S. Anna ha surclassato la vo-lonterosa compagine isontina con uno scarto di reti molti voluminosi. A parziale scusante del Gorizia va riferito che si sono presentan m campo in s'oli 9 uomini. Indiscussa la superioritá tecnica dei triestini. Marcatori: Visintini 2, e Gleria 1. nel primo tempo. Ciani 1, Gleria 2, Paoli 2 e Godnic 1. AURORA — CITTANOVA 5-1 Aurora: Dobrigna, Steffé, Perini, A-pollonio, Scher, Vatíovani, Derin, Fantini, Deponte, Favenio e Zetío. Cittanova: Sain, Catonare, Visen-tin, Urboi, Verginella, Sauie, Proda, Urboí II, Cociancic, Urboi III e Sain III. Arbitro: Cravagna di Capodistria L’Aurora ritornata ai suoi tasti, ha inchiodato il Cittanova con una bella cinq'uina. I eampioni del TLT si sono dimostrati anche cavallere-schi non umiliando di piü l’ospite; rallentando il ritmo delle loro azio-ni, e accontentandosi di una mar-catura equa data la sensibile dif-ferenza di classe. II Cittanova si é pres'entato a Capodistria a corto di tecnica calcistica applicando in modo slridente il sistema, o mezzo, che dir si voglia. Marcatori: al 13’ Fantini, al 16’ Scher, 24’ Derin ed ancora Derin al 25’ del primo tempo. Nella ripresa al 41’ Scher ed Urboi (autorete) al 43’. OFICINA — PONZIANINA 3-3 Opicina: Puric, Sossi, Visintin, Do-minicis, Puric II, Skerlavaj, Sos-si, Sossi S, Persi, Sossi A, Milic. Peaziaaiaa: Brua, Capello, Man*- nati, Sussel, Colombin, Mosè, Degrassi e Tenni. Arbitro: Soave di Trieste. Un pareggio npn del tutto stupe-facenle se si considéra gli alti e bassi dei bianco celesti presentati-si in campo addirittura in 8 uomini. Pur in questa menomatis'sima formazione la loro tecnica di gioco ha tenuto testa agli undici di Sker-lavaj, non andati più in là del pareggio ma subendo addirittura l'i-niziativa ponzianina, che già al 9 di gioco erano in vantaggio con Maronati. Le altre reti sono: al 12’ Colombin, 40’ Sossi ed ancora Colombin al 44’ del primo tempo. Nei-la ripresa: al 12’ Sossi, 32 Puric (pareggio). Restera di questa gior-nata la bellissima prova di otto ragazzi, che gli avversari a fine partita abbracceranno cavallerescamen-te. Il Comitato organizzatore della Coppa del Mondo dii calcfo, si è riunito sabato a ZURIGO ed à pre-so le seguenti decisioni: «Situazione de.i gruppi élimina-tori: la commissione organizzatriee décidé di non apportare alcuna modifica al regolamento vigente. Attualmente, le finaliste oonosciute sono le seguenti: EUROPA: TUR-CHIA, JUGOSLAVIA, SVIZZERA, SVEZIA, INGHILTERRA, SCOZIA e CILE. Secondo il regolamento, soltanto il BRASILE e l’ITALIA vengono ammesse aile final! d’uffi-cio, una per essere l’organizzatrice dei campionati e Taltra per essere oampione del mondo. Gli incontri ancora da disputarsi per le elimi-natoràe gono: FORTOGALLO-SPA-GNA che si giocherà il 2 e 9 aprile e nell’AMERICA del SUD EQUA-TORE — PARAGUAY e FERU’ — URAGUAY. Di questo gruppo eli-minatorio saranno qualificate due squadre. Le squadre qualificate dovranno essere rese note entro il prossimo 23 aprile. Circa la desi-gnazione degli arbitri che dirige-ranno gli incontri, si décidé di far pervenire alla commissione arbitrale della F. I. F, A„ la lista degli arbitri che sono stati raccomandati dalle varie associazioni nazionaü affiiiliate. In totale saranno desiignati 24 arbitri. La commissione organizzatriee prende nota che la federazione-bra-siliaua ha indicato quali campi di gioco RIO de JANEIRO, SAN PAO-LO, BEL HORIZONT e PORTO ALLEGRE e si riserva inoltr.e d’in- d.icare altri eventuaii terreni di gioco qualora gli indicato si pro-spettino insufficienti. Quale modifica della precedente decisione circa le misure dei campi di gioco la commissione organiz-zatrice comunica quanto segue: il campo dovrà avéré la lunghezza di metri 108 e la larghezza di metrj 72 (118, 10 yards per 78, 70). I montanti delle porte di gioco dovranno essere quadrati e non ovali. Si comund^g, ancora che non sarà permesso lo svolgimento di incontri alla lues artlfieiale. Il sorteggio degli accoppiamenti che dovranno mettere di fronte le squadre per le competizioni finali, avranno luogo tra il 10 e 15 mâggio del pome-riggio a RIO de JANEIRO. La L'ISPEZIONE POPOLARE conlribuisce aH'altuazione del piano Promulgando la legge sul piano económico, la IX assemblea del Comitato Popolare Circondariale del lTstria ha emanato anche l’ordinan-za sull’istituzione dell’ispezione popolare. Non é a caso, che le due leggi siano s’tate emanate contemporáneamente. Infatti il piano económico richiede, per la sua realiz-zazione, la piü ampia iniziativafr dal basso. II popolo lavoratore, nel-A le officine e nella campagna, impe-gna tutte le proprie forze per portare a termine i compiti derivanti dal piano, perché si rende ben conto che la realizzazione del piano rap-presenterá un ulteriore passo a-vanti nel rafforzamento del potere popolare e nell’elevamento del te-nore di vita nel nostro circondario E’ naturale che l’intensificato ritmo dei lavori in tutti i settori, pos-sa- generare anche errori, trascura-tezze e, speeialmente, burocrazia e sabotaggio da parte degli elementi meno coscienti e dei nemici giurati del popolo lavoratore. Spetta ai la-voralori il controllo immediato e la soluzione diretta s'u tutte le manife-stazioni dannose al popolo lavoratore stess'o.' L’ordinanza sull’istituzione dell’ispezione popolare auto-rizza appunto le organizzazioni sin-dacali e quelle dell’Unione antifascista italo-slava del circondario, ad eleggere ira i lavoratori di ciascun collettivo e villaggio i gruppi di i-spettori popolari da 3 a 11, che a-vranno il contatto diretlo con la Commissione di Controllo distrettua-le e potranno ris'olvere direttamen-te tutte le manifestazioni dannose che riguardano il proprio campo , di lavoro. L’articolo 8 dell’ordinanza dice ira l’altro: «l’ispezione popolare ha precisamente i seguenti compiti: a) verificare l’attivitá dell’appa-rato degli organi pubblici nell’at-tuazione di que: provvedimenti che assicurano la elevazione ¿el tenore di vita delle masse lavoratrici e quelle norme che tutelano altri di-ritti del popolo lavoratore; b) lottare contro la burocrazia in genere e contro la lentezza dell’ap-parato negli uffici per il disbrigo delle pratiche riguardanti le masse lavoratrici; , c) lottare contro Fattivitá nociva, dissipatrice e contro altre forme ed atteggiamenti nocivi ed ir-responsabili verso il patrimonio popolare pubblico; d) raccogliere le lagnanze del popolo lavoratore contro l’ingiusto a-gire dell’apparato di s'ingoli organi pubblici. L’ordinanza stessa mette poi in risalto i compiti particolari che spettano ai gruppi degli ispeltori popolari a seconda del settore in cui agiscono. Gli ispettori popolari nelle imprese, officine, amministra-zioni dovranno dedicare particola-re attenzione all'approvvigionamen-to dei lavoratori, alie mense, agli spacci e magazzini, all’igiene e sa-nitá: dovranno pure curare la ß i Lista distribuzione delle carte anno-narie. Nella produzione sarà loro compito, il controllo srill’economía del materiale, sulla sua custodia e sull’uso dei macchinari. L’importanza di questa ordinanza appare evidente e la sua rapida realizzazione apporterà un grande contributo alia realizzazione del piano. I comitatq locali dell’Un’o-ne antifascista italo-slava e le ii-liali sindacali assumono la responsabilité per ogni giorno di ritardo delle elezioni dei gruppi degli ispettori popolari che diventeranno in breve tempo l’organismo di maggio:-aiuto dei comitati stes'si perché con la loro opera, elimineranno, giorno per giorno, le varie cause, anche le meno gravi, che provocano spes-so malumore e frenano l’entusia-smo dei lavoratori per la realizzazione degli impegni del piano. A.. M. COMMISSIONE si riserva inoltre di designare delle squadre quali teste di serie. Si comunica che per non apportare modifiche al regolamento dei campionati gié accettato da tutte le federazioni affiiiate, la candidatura della nazionale francese non puó venir presa in considerazione, come d’altronte quella di nessun’al-tra nazione. Daitra parte si comunica che le teste di serie per il torneo finale, saranno desígnate a ZURIGO. Sembra quasi certo che le squadre che formeranno le teste di serie saranno 1TTALIA, il BRASILE, la vincitrice del gruppo brit-tannico ed un’altra squadra del-l’AMERICA del SUD ancora da designare. Gli accoppiamenti delle altre squadre verrebbero effettuati con. il sorteggio. Questo dunque Al testo integrale delle decisioni. Nessun commento da rilevare all’infuori della famosa questione della FRANCIA che seppur battuta dalla Jugoslavia nell’incontro di Firenze, quasi quasi pretendeva egualmente il posto nel girone finale. Ma la Federa-zione Internazionale stavoi!ta_ ha agito saggiamente. La Francia é stata battuta e pertanto da elimi-narsi inesorabilmente. — O — BELGRADO — II 20 mattina, a Jahorini nella Bosnia, si sono iniziati i campionati nazionali di sci ai quali partecipano oltre 300 atleti delle dáverse specialité. La gara d’apertuta é stata quella di fondo sui 18 km. ii cui prlmato é ttittora detenuto da Tone Po-gačnlk. per loro. L’Arrigoni poi ha falto penare i suoi tifos: per ben 82 minuto prima di liquidare il Nova Gorizia in una formazione gaglíarda. In altra parte del giornale diamo ampi raguagli su questa gara ed é superfluo perderci qui in chiac-chiere. II pareggio della Ponzianina (3 a 3) non ci íé meraviglia. Sia-mo abituati agli alti e bas'si di que-sta squadra. Strano pero che i bian-•co celesti arrivino agli alti proprio quando non ci vogliono (leggi Au-: ora sconfitta per 2 a 0 proprio quando una vittoria ai Campioni del TLT voleva dire virtuale scu-detto). Precisiamo pero che i Pon-zianini sono scesi in campo in so]i 8 uomini (e perche non sono scesi con l’Aurora in 8?). 11 S. Anna, in vena di... sepoltu-re, ha portato sul suo cimitero il Gorizia con 9 reti nel sacco. Con un inizio veloce il Pirano si é imposto sull’Umago in uno scorbutico incontro tra la nebbia (1 a 0). I campioni del TLT hanno liquídate), ovve-ro messo k. o. con eleganza, i cilta-novesi mandandoli al tappeto per il conto di 5. Se insistevano pero nella ripresa le reto potevano essere di piü, dato che nel caso attuale del campionato, le reti segnate saranno un fattore importante per la graduatoria finale. A questo, con tutta probabilité, gli aurorini non ci avranno pensato. Sono sempre le piü banal: dimenticanze che poi si ripercuotono, come quella famosa partita data vinta sull'inizio del Campionato... Quel due punto var-rebbero oggi tutvo un Campionato, perché di partite l’Aurora non ne perderá piü. Ne siamo ferinamente convinti. Ma é prematuro soffer-marci oggi su questa spigolosa questione. Il tempo ci daré modo di ritornarci sopra. * I. II. III. CONCORSO II Comitato per i festeggiamenti «1 maggio» a Trieste, indice un concorso a premi per il manifestó «1. maggio 1950». Per i migliori lavori verranno as-segnati i seguenti premi: I. premio 80.000.— lire II. premio 50.000.— lire III. premio 30.000.— lire Per ulterior: informazioni rivol-gersi al Comitato Coordinatore per i festeggiamenti del 1. maggio Capodistria. GALILEO GALILEI (Continuazione dalla III. pagina) alte autorité ecclesiastiche che nel 1616 gli avevano proibito di scri-vere su Copernico. Essa esprime anzi «il grande sospetto di eresia» in Galilei, sospetta cioé che egli, sia d’accordo con la dottrina di Copernico. II consiglio degli inquisitori pro-ibisce il libro di Galilei e alio scienziato viene imposto di venire a- Roma. Essendo perfettamente a eonoscenza dell’esito che potrebbe avere un simiie viaggio, GalUei co-mincia da principio a acusarsi di non potersi mettere in viaggio, data la sua debolezza. Allora per or-diine del papa gli inviano un medico con l’incarico di esaminare lo stato di salute dello scienziato e se è necesario condurlo a Roma magari in catene. Gli inquisitori formulano «il gran sospeto di eresia» imputando Galilei di aver «creduto in una dottrina falsa e contraria al verbo santo e divino e di averia diffusa.» Il processo agli eretici si svol-geva allora di solito come segue: l’imputato che negasse l’eresia delle sue convinzioni e affermasse che sullla sua opera non avevano influ-ito alcuni pensieri eretici, veniva messo alia tortura chiamata «esame di rigore». Se agli interrogatori, durante le torture che gradualmente iSi intensáficavano, l’imputato affermava tenacemente di essere innocente, nel verbale veniva scrit-to che «1’ accusato rispondeva in maniera rígidamente cattolica». L’accusato ritrattava quindi publicamente le sue idee e cosí veniva liberato e «purifícalo» del sospetto di eresia. Se al contrario gli inquisitori dall’imputato riuscivano a carpiré ii riconoscimento dell’ere-sia delle sue idee essi lo consegna-vano quale «reo di eresia» alie autorité secolari che lo condanna-vano a questa o a quella pena. L’ere'tico veniva di solito bruciato vivo sul rogo come era stato il caso di Giordano Bruno, poco prima del processo di Galilei. Al processo Galilei affermó di non ricordarsi che diciassette anni prima gli era stato proibito di esprimere qualsiasi parère sulla dottrina di Copernico. Egli si af-faticó altresl a convincere i giudtci che egli non soltanto non era concorde con la dottrina condannata dalla chiesa, ma non l’aveva nem-meno mai considerata veritiera e tanto meno l’aveva presa a difesa nei suo libro. Egli l’aveva assunta come presupposto, e in bocea al sostenitore della teoría di Coper- nico aveva posto naturalmente le prove che il protagonista avrebbe potuto presentare. Tutte queste spiegazioni convin-sero poco gü inquisitori. Siccome pero Galilei rimaneva inflessibile anche quando lo minacciavano di porlo alia tortura, e forse lo misero davvero, essi dovettero infine permettergli la «ritrattazione». L’atto venne celebrato con grande solennité. Vestito di una lunga e semplice camicia, in presenza di una moltitudine di cardinali e di inquisitori, Galilei dovette ripetere le parole dei suoi giudici. II «testo della ritrattazione» era del seguente tenore: «Desideroso di fugare dalle vostre idee, stimatissimi signori cardinali, nonché dalia mente di ogni cristiano fedele; Al sospetto che a ragione si é formato contro di me, con cuore puro e fede ardente . io ritratto e maledico l’odia-ta molteplice eresia, l’errore o la setta che non concorda con l’opi-nione della santa chiesa.» La tradizione dice che dopo ¡a ritrattazione Galilei abbia battuto il piede a térra e detto: «Eppur si muove!» E’ probabile che in simili circostanze e in quell’ambiente egli avré detto ció soltanto fra di sé. Ció dimostra pero che tale detto indica con fondamento come la ritrattazione di Galilei fosse in vasti circoli considerata a ragione come carpita con la violenza. Non si po-teva credere che lo scienziato si fosse sbagliato nell’esatezza delle concezioni scientifiche al cui chia-rimento aveva talmente contribuito. Dopo tale atto Galilei venne di-chiarato colpevole solamente di disobbedienza verso la chiesa e condannato alia relegazione a vita in carcere. Quale grazia speciale, concessa per l’interessamento di al-cune eminenti autorita del seeoio, il carcere venne commutato con il domicilio coatto. Galilei rnori nove anni dopo ii processo, in presenza dei suoi vigiii inquisitori. Negii Ul'timi anni della sua vita egli divenne cieco. La sua attivitá lavorativa tuttavia non diminuí. Quando non poteva piü scri-vere da solo egli dettava i suoi pensieri agli allievi. I provvedimenti che la chiesa prese per impediré la diffuuone della dottrina di Copernico, per quanto rigidi, non dettero i risul-tati desiderati. Gli Uomini de,i« scienza si convincevario sempre piü dell’ esatezza delle sue scoperte. Nelle indagini scientifiche i metodi di studio della natura adoperati e propagati da Galilei comincíarono a venire applicati sempre piü.