PUBBLICITA (prezzl per mm d'altezza, larghezza 1 colonna): commerciall L. 1.50 — finanzlarl, legall, cronaca L. 2.50 — Concessionarla escluslva UNIONE PUBBLICITA ITALIANA S. A. LUBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 30 gennaio 19^13-7X1 ABBONAMENTI: Amiuo L. 25 — Semestrale L. 13 — Sostenitore L. 1000 Spedizione in abbonamento postele 11° Gruppo — UN NUMERO CENT. SO DIREZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2195 Camerata Hans Fare un consuntivo di die-ci anni di Rivoluzione del Nazionalsocialismo, oggi che ricorre il decimo anniversa-lio, non spelteiebbe a noi ilaliani che da pochi mesi abbiamo superato il venten-nio della nostra Rivoluzione lascista; lorse i nostri nemi-ci, che sono poi nemici delle due Rivoluzioni alleale, po-trebbero esatlamente infor-mare il mondo della lorza degli spiriti forgiati da Adol- 10 Hitler in died anni di go-verno. Ma poiche i nostri nemici si guarderanno bene dal confessare la loro inferiorita, saremo noi a chiarire alcune idee sulla comunanza e suUa identita tra le due Rivoluzioni. 11 Nazionalsocialismo nac-que come il Fascismo da un genio. I due Uomini, che la provvidenza assegno ai due popoli pill meritevoli della terra, non potevano non in-contrarsi e comprendersi sul cammino della storia che scrivevano. Mussolini e Hitler si co-nobbero interiormente prima di essere venuti in contatto politico. Ognuno di loro due non sapeva, non poteva e non voleva disconoscere i meriti dell'altro. Tutti e due avevano dato forma alle loro idee, partendo da un unico presupposto: tutti i popoli giovani, che al momento delle disavventure sanno ritro-vare se stessi e non piegare sotto il peso obbrobrioso del-1 irriconoscenza umana o della cattiveria di uomini poli-tici, hanno il diritto di non morire prima di essere vissu-ti, sia pure un solo giorno, ma da leoni. Come il Fascismo nacque a Piazza San Sepolcro dal-I'iniquita di un trattato, cosi 11 Nazionalsocialismo ebbe i suoi natali in una birreria di Monaco in reazione alio stes-so parto inielice di una men-!e malata di megalomania. II Nazionalsocialismo tro-vd a! suo nascere la Rivoluzione parallela giä introdotta nel mondo da died anni: rItalia sotto la guida di Mussolini stava nutrendo la sua ossatura interna per poi poler respirare piu liberamente. Le Rivoluzioni, senza essere fraternamente legate da principio, trovarono il modo di collaborare senza saperlo, lorse. Non potevano ignorarsi soprattutto per gli Uomini che le guidavano. Venne poi la guerra d'Africa per la conquista del posto al sole da parte dell'Italia e la Germania ci diede il prima segno di comprensione. la Spagna doveva poi sug- gellare i vincoli d'amicizia che oggi sono considerati dai nostri stessi nemici, mal-grado i loro tentativi di frat-tura, impossibilmente fran-gibili. Oggi, camerata Hans, noi siamo legati da quei suggelli posti dai nostri Capi ai nostri spiriti e non ci dividere-mo giammai. «Con gli amici si va fino in fondo» — ha detto il Duce e noi ne siamo intimamente convinti. Sui fronti abbiamo lottato e lotteremo fino alia vittoria comune, mescolando il sangue dei nostri camerati caduti e quel sangue non pud diventare acqua di flume e scorrere via senza la-sciare traccia alcuna. Camerata Hans, noi saremo sempre insieme, come oggi, contro i nemici. L'Europa e il mondo inte-ro attendono da noi la giu-stizia che fu loro negata da tanti cialtroni ipocriti. Noi, seguendo i nostri Capi, dare-mo al mondo, aquietato, la meritata pace e il benessere. Noi non siamo mal stati egoisti forse anche perche siarno vissuti in poverta. Non abbiamo mal sfruttato negri, o gialli, o rossi, ma abbiamo lavorato anche con quelli le stesse terre per vi-vere e lasciar vivere pur-Iroppo in opulenza gli sfrut-talori. Oggi il mondo cosciente guar da noi, camerata Hans, e noi saremo degni della /e-de che ci lega. P. IL XX ANNUALE DELLA MILIZIA MATERIA PER LA STORIA Sembra lontana eppur e cosi vicina quella mattinata nella quale Mussolini si reco all'Augusteo per tenere il Gran Rapporto alle Camicie Nere. Quel giomo era nata per decreto del Gran Consi-glio del Fascismo la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Vent'anni! Era il primo febbraio 1923. Lo squadrismo, forza istituzio-nale dello Stato, sfociava naturalmente nella guardia cirmata della Rivoluzione. Lo squadrismo, ancora in-scinguinato dalle imboscate, ancora sudante per la fatica di disperdere nelle piazze la demagogia comunista, con orgoglio di padre teneva a battesimo la sua creatura viva. Dando una veste legale olle squadre d'azione esse avevano il diritto di esiste-re e di agire ancora, espri-niendo il perpetuo volonta-rismo nel quale il cittadino soldato continua il servizio militare nella forma piu ideale e insieme piii reali-stica. Questa geniale trasforma-zione dello squadrismo, in-tuita ed attuata dal Duce, si concreto a pochi mesi di distanza, cioe il 20 settem-bre del 1923, con lo sbarco in Libia della 176", 171", 132" Legi one che ebbero il glorioso e duro compito di portare al battesimo del fuoco la camicia nera della Rivoluzione. Beni Uled, El Regina, El Zuetina: tappe gloriose e cruente. I militi, posato il moschetto, con lo stesso spirito dei legionari di Ce-sare, si disseminarono per le aride terre libiche, otte-nute in concessione, per trasformarle in piantagioni e sani centri di vita: testing onianza di civilta italica. Nel febbraio 1935 tre bat-taglioni di Camicie Nere Solpano da Napoli per Massaua. La Guardia armata della Rivoluzione si trova al vaglio della prova bellica; vibranti d'entusiasmo sei Divisioni e due Gruppi Bat-taglioni Camicie Nere si schierano in armi sotto il cielo tropicale: 1" Divisione <-23 Maržo», 2" Divisione ft28 Ottobre», 3" Divisione <.21 Aprile», 4" Divisione «3 Gennaio», 5" Divisione «1° Febbraio», 6" Divisione <>Tevere», 1° Gruppo Batta-glioni CC. NN. «Eritrea», 6" Gruppo Battaglioni CC. NN. AI canto fatidico di «Gio-vinezza» i legionari in camicia nera marciano sotto il torrido sole, senza sosta, senza riposo, senza stan-chezza, fanno strade, costrui-scono ridotte e fortini, tro-vano I'acqua dove la sete inaridisce le labbra, gettano ponti, tirano a braccia le artiglierie per le piste im-praticabili, sotto I'acqua tor-renziale. Nascera un giomo il rapsodo che canterä la gloria e la fatica delle camicie nere a Passo Uarieu, al Taga-Taga, all'Amba Aradam, sul-rUork Amba, all'Amba Ala-gi, al lago Ascianghi fino alia vittoria di passo Mecan ed all'occupazione di Addis Abeba. A noi non resta che regi-strare questi nomi con com-mozione. Daua Parma, Har-rar, Dire Daua dicono tutta la passione, la fede, la fatica delle Camicie Nere sul fronte somalo dove lo spirito legionario sgominö le orde ribelli. Si giunge cosi al luglic del 1936. II lievito della propaganda comunista aveva gonfiato la torta spagnola che stava per esser divisa nel famelico banchetto an-glo-russo-francese. Franco, il 17 di quel luglio, impugna la bandiera della riscossa nazionale colorata dal sangue e dall'oro della Vecchia Castiglia. Ai primi di febbraio 1937 sbarca in terra di Spagna la Divisione < Littorio», forte di tre brigate legionarie e di numerosi altri elementi inquadrati nei reparti misti. Malaga, Guadalajara, Bilbao, Santander, Aragona, Tortosa, Ebro, Madrid, Bar-cellona sono le tappe di sangue che consacrano alia storia il valore e la potenza delle formazioni legionarie Collaudo tremendo dopo le battaglie etiopiche, banco di prova insuperabile per lo spirito della Milizia, piu forte di qualsiasi arma, sempre vibrante di scapigliata gio-ventü. La Milizia non ha^ soste. L'ltalia balza sulla sponda dell'antica Illiria e i battaglioni di Camicie nere son presenti. Da essi scaturisco- no i ranghi della Milizia Volontaria Albanese, costituita il 18 settembre 1940. Quando, il 10 giugno del 1940 Mussolini, dal balcone di Palazzo Venezia, ordina I'adunata suprema del popo-lo italiano per ingaggiare una lotta di vita contro il decrepito mondo plutocrati-co, la Milizia 6 in prima linea. Presente su tutti i fronti, anche in quello greco-alba-nese, scrive a Marizai, ad Himara, sul Kosica, sul Cvri Topit, in Val Drino, a Strupa, a Erzeche pagine di leggendario eroismo. Sidi el Barrani, Bardia, Tobruk! Sono poemi epici tracciati dal sangue dei legionari in Africa Settentrio-nale. Nascono i Battaglioni «M», aristocrazia del Fascismo. Dall'Africa torrida alia sterminata Russia alia insi-diosa Balcania, dovunque la camicia nera della Rivoluzione ha confermato, con l abnegazione eroica dei legionari, la sua invincibile fede. Veterani e giovanissimi, universitari ed operai, uomini di studio e lavoratori dei campi: imiti per la vita e per la morte sotto il nero labaro della Rivoluzione. In pace ed in guerra, at-traverso le sue specialita, sulle linee ferrate, nelle foreste, nelle manutenzioni stradali, nei servizi politici. Legionari in prima linea, durante una pausa del combattimento: la sereoitä dei loro volti rispecchia la ferma fiducia nella Vittoria Angeli custodi Lo «Slovenski Poročevalec», organo ufficiale del co-lidetto Comitato esecutivo dell'O. F. (per chi non le sapesse = Osvobodilne Fronte ossia fronte liberator e) con le sue chiacchiere tenta ora di contaminare... il cielo, al quale rivolge le sue invo-cazioni di aiuto in odio ai belogardisti che — a suo pa-reie — arrestano, rubano, sacchieggiano i poveri slo-veni comunisti indifesi. I mangiapreti, i distruttori di chiese, i negator! della re-ligione dei loro padri, sull'e-sempio russo, vogliono tur-lupinaie, oggi che le loro fac-cende vanno malucdo, anche Dio. E in nome di Dio rivolgono al popolo le loro dance di venditor! ambulanti di fumo, pensando che quel popolo possa dimenti-care i massacri di preti e di religiosi, operati da quando la propaganda russa ha inve-lenito ancor piii j loro ani-mi gid sporchi di brigantag-gio civile. Un bel giorno forse vedre-mo i partigiani vestiti con gli abiti dei religiosi da loro assasslnati, con il capo co-sparso di cenere e il cilicio al fianco venire in citta, asceti in veste di angeli cu-stodi del buon costume, delle verita eterne e deirumiltc cristiana. In processione i partigianatori andranno loro incontro, recitando il mea culpa per le nostre anime dcnnate. * Uhzc in guardia alla sacra fron-t'era della Patria, nella dife-sa contraerea e marittima,-la Milizia ha dato e da il suo contributo di passjone e di sangue, di sacriftcio e di fatica al servizio della Rivo-luzione: espresslone armata ed intransigente del Fa-scismo. Diciotto Ordini militari -di Savoia, settantaquattro me-daglie d'oro, millecinquecen-tonovantadue d'argento, due-milasettecentoventidue rae-daglie di bronzo, quattromi-lacentoquarantasei croci di guerra punteggiano d'azzur-ro il glorioso itinerario di vent'anni di combattimento, dimostrano come la Milizia sappia tener fede all'ardi-mentosa ed impegnativa con-segna del Duce. Aiiikio Ba«isiiiti NOTE SULL'INDIA II travaglio delVIndia, la passicne delVIndia s'mseriscono nel grande e tragico affresco della storia di questa seconda guerra mondiale... ORIZZONTI liitiiiiiiiniitiiiiiiiiiiiiMiiniiiiMi' La strategia dei nostri av-versarl sta facendo impensa-ti salti nel buio. Uno studio interessantissimo sarebbe da Impostare sui piani belUci sca-turitl, di circostanza in circo-stanza, per esempio, dal cer-vello di Churchill, per dire uno, forse il piü ferace, fra tutti gli innumerevoli cervel-11 angloamericanl che si pic-cano di alta strategia, e per non dire degU altri piü innumerevoli progettl cervellotici in cui usano dllettarsi i glor-nali inglesi e americani. Si vedrebbe che un certo glomo, U signor Churchill (facendo di necessltä vlrtü) di-chiarö che I'occupazione germanica della Costa norvegese rendeva piü vulnerabile la po-tenza tedesca la quale, co-stretta a diluirsi su lunghis-slme cos^ e vastlssimi terrl-tori, avrebbe offerto miglior... bersaglio per un vlttorioso attacco degli Anglosassonl. Un altro glorno, le premesse della vittoria furono In-vece affldate, dalla strategia f>ropagandlstlca anglo-nord-americana, alle forze aeree. Nugoli di apparecchi a-vrebbero sommersa I'Europa. Cantierl immensi lavorano per assicurarc questa schlac-ciante superioritä aerea rag-giunta la quale, con deUe magistral! dlstruzioni in serie delle belle cittä europee e col massacro delle popolazioni inermi, in qualche settimana noi dell'Asse saremmo stati costretti a mordere il fango della sconfitta. Per questo venne compiuta la «grande» ma incruenta impresa nord-africana con la quale gratuitamente, cio6 senza che gli eserciti d'inva-slone roosveltiani potessero saggiare la propria consisten-za bellica, vennero occupate alcune piü prossime basi aeree dalle quali sarebbero partite o partiranno le formida-bili squadriglie nemiche. Ora pare che anche questo piano si stia modificando. Per Iq meno un giornale newyor-c^iese ha scritto che le forze dell'Asse possono essere battute solamente da superiori forze terregt;^. Cioč occorre assolutamente il secondo fronte; cio6 occorre uno sbar-co di qualche milione di guerrieri Anglo-amcricani, i quali devono imparare a sbar-care dove sono ad attenderli non dei traditori compiacenti, ma i combattenti dell'Asse; poi devono riuscire a restare e ad avanzare sui territori eventualmente raggiunti. Esperimenti del genere sono stati giä fatti ed haiino preso il nome di Dunkerque, Dieppe, ecc. Rimane da vedere se non slano da fare tentativl su piü laxga scala per altri piü 'glo-riosl» reimbarchir oppure se non slano da attendere nuo-Tl plani strateglcl in vista Le dislllusioni che colpLrono i vari popoli in segulto alle ini-que clausole di Versaglia, non tardarono a far risenture i loro effetti anche in India, fi anzi del 1919 11 primo colpo tentato risolutamente da Gandhi contro I'oppresBoi'e inglese: ne usei, fret-tolosamente elaborata, la prima costituzione elargita da Lon-dra per placare temporanea-mente il tumultuoso risveglio indiano. Questa documento, noto sotto U titolo di India Act, sanciva per la prima volta la creazione di organi legislativ! format! da element! indigeni, a! qual! veniva teoricamente con-cesso il diritto di affiancars! agli organ! governativi inglesi. Ma gl! autonomist! Indian! do-vettero ben presto accorgersi Che si trattava di una turlupi-natura ed ebbero agio di con-vincersene in segulto attraver-so le altre costituzion! che Lon-dra, quando se ne presentava 1 assoluta necessita, accordava ipocritamente al popolo indiano. In realta Lnfatti a! naziona-listi era vietata ogni ingerenza nella politica estera, finanziaria e militare del proprio paese, poiche ogni loro influenza era resa praticamente nulla dal diritto di veto riservato al potere esecutlvo Inglese. Gandhi, riprendendo la lotta politica, suscito con la sua opera la passione e la dlfesa da parte delle popolazioni indigene de! propri valor! nazionali. II boicottaggio delle mere! inglesi fu una fase altamente signifi-cativa di questo risorgimento, perche rivelö agli stessi indigeni la coscienza della propria forza, che ess! potevano rag-giungere soltanto con Taccordo reciproco e I'unlta degli intenti. II Satjagraha, ossia I'appello ad«inslstere per la verltä» man-tenendosi lontanl dalla vlolen-za e che qualcuno erroneamen-te ha hiterpretato «rlslstenza Nel 1935 infatti viene realizzata la nuova truffa costituzionale, il Govemement of India Act, edito d'urgenza per calmare la turbolenta opinlone pubblica Indiana e che risulterä un capo-lavoro d! ipocrlsia e di sottile astuzia. Questa nuova costituzione riusci tuttavia a liberarsi dal torbldo pelago del protocol-li e della procedura soltanto al-cuni ann! dopo: nel frattempo ringhilterra e occupata con altre crisi politiche in Europa e non sara certamente Londra a sollecitare U raggiungimento di un accordo fra i maharaja in-diani. Finalmente i numerosi principi! e prlncipott! della peni-sola rlspondono, con significa-tiva unanimita, che fra d! loro non riuscLranno ma! a mettersl d accordo e quind! non possono neppure aderire alla nuova con-federazione progettata fra le vaxie provincie indiane, teorica-mente !nd!pendenti sotto la paterna tutela del Vicere, In veste di capo confederale. L'insuccesso della «Oonferenza della tavola rotonda» (1930), co-si chiamata perche allora si riu-nirono per la prima volta principi e capi nazionalisti indiani, e confermato dal nuovo insuc-cesso deirindia Act: ma in real-tä il successo esiste ed e tutto per gli Inglesi 1 quali, sfruttan-do le discordie interne deü'ln-dia, possono tuttavia con puri-tane espressioni giustificare a mi di presso in tal modo il loro operato di fronte agli stessi indigeni: noi disponiamo della ml-gllore volontä, ess! dlcono, per venire incontro a! vostri desi-der! d indipendenza: non e col-pa nostra perö se fra d! vo! non riuscite a mettervi d'accordo. fi quindi pel vostro Interesse che no! restiamo in India, sem-pre pront! perö ad aprlre nuovl congress! dove s! poträ d!scu-tere per le rlforme da vo! ri-chieste. Ma orma! gl! indiani, che Passiva», proclamato nel 1906|hanno tuttavia stentato a čreda Gandhi in dlfesa dei lavora-1 dere a un nuovo raggiro ingle- Disobbedienza civile e ostruzionismo degli Indiani per protestare contro il tirannico dominio inglese tori indiani nel Sud-Africa, assume nell'immediato dopoguer-ra l'importanza di un movlmen-to nazionale. Interpret! delle asplrazionl indiane, si fanno pure innanzi sulle scene politiche Pandit Nheru, che rivela sentimenti fi-locomunisti, e Chandra Bose il quale risente viceversa nelle sue riforme etlco-sociali, dei concetti fascist! e nazionalsocialistl. Bose tenta infatti dl applicare la Camajada (dottrina dellar-monia), ossia di creare i punti dl contatto necessari fra le espe-rienze rivoluzionarie della nuova Europa ed il sistema nazio-nalistico indü, per l'evoluzione polltico-sociale di quest'ultimo. Quando la crisi rlschia di sfo-ciare in sommosse pericolose, Londra e pronta a convocarc per l'esame di nuove riforme, le maggior! autoritä indiane. Molte sono le dlfficoltä che si cppongono ad un rapido svilup-po civile e nazionale indiano. Le ambizioni e le rlvalitä fra i principi finora cos! abilmente sfruttate dal governo inglese, le disparita fra le stesse provincie della penlsola, l'ignoranza in cui versa ancora la quasi tota-litä delle masse indigene, la svi-rilizzazione fisica e I'annebbia-mento mtellettuale cui ha con-trlbulto il commercio dell'oppio con satanico ed astuto fine fa-vorito dal governo d'occupazio-ne, le divergenze fra gl! stess! capi nazionalisti, 11 mlscuglio di razze che la varietä d! cult! religiös!, Intensamente sentit!, divide ancor piü profondamente sino a degenerare in sanguinosi conflitti interni, la suddivlsione in caste rigorosamente mante-nuta fra gl! indigeni, e che a nostro parere ha un influenza fondamentale nel risorgimento della penisola asiatica, sono ra-gioni per cu! non possiamo, con la facilitä solita a chi si pro-tende nell'esaltazione dimenti-candosi a bella posta della real-tä, affermare che 1 India possa daH'oggi al domani assidersl fra le nazlonl civil! e üidipendenti unicamente per vlrtü proprie. Dovremmo quindi chiudere il tema del martoriato risorgimento indiano, nel piü nero dei pessimism!? No. «Gli italiani sanno che sangue e lagrime non sono ma! in-vanoversati: danno sempre 1 loro frutti opulent!»: cosi giusta-mente afferma De Carlo nelle ultlme paglne del libro «L'ora dcll'India» ed. De Carlo, Roma, scritto in collaborazione con l'accademico Formlchi, ove la storia dell'India antlca e moderna e stata füiemente e con Serena visione esaminata, e da cui abbiamo tratto queste note. La storia dell'India non e storia di schlavi: e storia vlva e palpitante i cul martlri si sono sacrificat! nella cosciente aspi-razlone dell'indipendenza e del-l'imltä nazionale e non giä in rivolte di carattere momentaneo o contingente: e il loro sangue che alimenta ü motorre dellai storia de! risorgimento indiano, la cui meta perciö sarä imman-cabilmente raggiunta. Non possiamo quindi che concludere con le parole deUo stesso De Ceirlo, che esprimono la nostra stessa fede per la Vittoria delle cause giuste e sante, Vittoria che per U sacrificio di tanti martlri non poträ mancare: «Domani qualche cosa di nuovo, di grande, dl beUo crescerä sulle rovlne: avrä le sue radie! nel sangue e le Cime dei suol rami baceraimo in alto gl! spirit! dei martlri e degU eroi. II travaglio dell'India, la passione dell'India s'lnserlscono nel grande e tra^ gico affresco della storia dl questa seconda guerra mondiale: fanno ormai parte di tale storia». L. Lici. Tutta la corrispondenza dovrä essere quindi inviata al nuovo indirizzo. Quando d'altronde ci dava raglone Lloyd George, Wilson e Clemenceau ci davano torto. Giochetto che durö tutta la. le nostre due division!», disse Lloyd George, «agli ordini del vostro attuale stato magglore, nel quale non abbiamo fiducia»; conferenza. L'unico che peraltro: e si trattava dell'esercito che non volle mai, neppure per op-| sbarrö 11 Piave, che 11 Piave portunitä, neppure per diploma-j riattraversö, deU'esercito che eb-zia, fingere di sostenerci, fu: be Vittorio Veneto, dell'esercito Clemenceau, probabUmente l'uo-j insomma che per mille genera-mo piü sbruffone dEuropa (ed: zioni aveva fatto dell'Italla una ebbe un minore scolaro: Dala-: terra d'eroi), non seppero che dier. Ved! perciö come finiscono: ritirare la loro pur poca arti-magramente gli sbruffonl). | güeria, nonostante gli avverti-A Parigi, nel 1919, come del] menti di Cadorna., proprio qual-resto sempre, dal 1861 al 1935,| che giorno prima dell'offensiva e prima e poi, avemmo contro- austro-ungarica, non trovarono la Francia, in ogni momento e- dl meglio che comunicare al m ogni problema. Nazlonl che- mondo, nel novembre del 1918, ci avevano combattuto nelle file: che le forze anglo-italiane are-austriache, e da noi con l'inter-: vano sopraffatto 11 nemico! vento e con l'azione diretta era-j Leggere 1'Aldovrandi signifies no state salvate dal naufraglo,: non dimenticare E gli ItaUanl aUa conferenza deUa pace ebbe-: non possono oggi dimenticare. son, che adorava gli applausi,: Questl dl Lubiana, al wn- s'era lasciato strappare la pro-: fml deUa patria, ancora In messa de! Brennero. Ebbene,: lottando per dare all Ita- finche Visse, non fece che la-: ^^ quello che Francia Inghil-mentarsene. Parlo, dunque, del-| terra e Stati Uniti tentarono di le innumerabUi slealtä anglo-| toglierle: la corona di grande franco-americane. Mentre a noi! Nazione. si negava Fiume, alla Polonia slj |: pastosa, fluida e al tempo stesso innervata di pennellate audaci e spietate, nei loro gioco chiaroscurale, come parole definitive. Alia prima ma-niera assegnerei quegli abbandoni, tuttavia senza languidezza, della fotografia a un pensoso e morbide indugio sui motivi piü propria-mente pittorici, ricavati con scal-trita arte fotografica e di ripresa dal paesaggio e dall'ambientazione del film. Certe panoramiche, ariose e calde (ad esempio I'incontro di Carmela e dell'ufficiale alia torre), talune inquadrature, precise senz'essere scolastiche, che non cedono all'impulso coloristico per pura vanagloria dell'operatore ma sforzi dello studio storica, merita la sviluppo determinante e completo: quale, almena, e lecita ritenere dalla attivitä in precedenza enun-ciata da molti giovani. II problema stesso della critica non si risalve pertanto nelle di-scv^sioni (anche il recente cromatici di Martina e in parte dell'ultimo Scialoia, specialmente nell'allargarsi dei rosa e del grigio). Tuttavia questa continua eco della pittura torinese non si risol-ve in abbandono romantico ne tanto meno in substrato foi-male; direi piuttosto che Canvegna di Udine ha mo- I'accostamento e casuale, una Tomea — Ritratto hanno una funzione integrativa dell'azione, localizzandola e descri-vendola liricamente (la discesa di Carmela per quel viottolo tagliato da luci ed ombre nette nei primo tempo, le due begnine che vanno in chiesa all'imbrunire), qualche breve ma gustosa sequenza che. attraverso la descrizione pittorica, serve a definire un ambiente (quello del piccolo paese di mare con i suoi crocchi di donnette nei sole, risvegliate dal passo buffa-mente cadenzato del plotoncino dei soldati) stanno a testimoniare che il valore strettamente cinemato-grafico del film (appositamente non diciamo fotografico perchž la regia, in questo caso, trascende una documentazione esclusivamen-te tecnica) h notevole, direi anzi — mettendo questa in rapporto con le sorelle della produzione cor-rente — per un certo verso addi-rittura eccezionale. Della seconda maniera invece, contratta ed incisiva, si awale lo stile della parte sostanzialmente drammatica dell'azione, accompa-gnata da una fotografia netta di lenocinii romantici (e sarebbe sta-to facile con la materia deamici-siana della novella!) e sottolinea-ta, nei nuclei salienti del processo drammatico, da una regia attenta alia minuzia ed al particolare ve-ristico, che assume cosi il valore di un elemento determinativo dell'azione. La trasposizione dei personaggi dal racconto di De Amicis al soggetto cinematografico ž stata quasi del tutto fedele. Alcune figrure hanno conservato inalterata la loro fisionomia originale, come quella del sindaco, sapidamente tratteg-giata, quella della madre, pero ac-cresciuta d'importanza, quella dell'ufficiale e del medico e la carat-terizzazione della mammana. Dori Duranti ha fatto di Carmela un personaggio straordina-riamente tragico, prestandogli toni atteggiamenti e reazioni degni di figurare in un manuale di psicopatia. Non so che cosa ne direbbe De Amicis che pensö Carmela invasa da una quieta fol-lia, rasentante piü I'ebetismo che il caso clinico. Noi ci permettia-mo, scostandoci dall'origrinale, di approvare I'audacia interpretativa della Duranti che, tra I'altro, ha dimostrato di non aver paura di farsi fotografare in atteggiamenti anche scomposti ed antiestetici, riscattati d'altronde da una molti-tudine di p. p. interessantissimi. L'ultimo, ad esempio, che ritrae la soluzione del dramma psichico, deimeato e risolto nella maschera di Carmela sull'orlo del grido libe-ratore, e un capolavoro di perfe-zione espressiva. Se nei riguardi di quest'attrice, «La contessa Castiglione» aveva segnato una delusione, «Carmela> annota una rivincita degna d'iu-teresse. Ninia Aniossi JUcacdanda WccU incaselliamo Gorini e la musica italiana Nei namero della seltimana scorsa avevamo Jnlormato con sod-dislazione che il concerto tenulo alia Glasbena Matica dal pianista Gorini era «il primo segno attivo di una piü stretta collaborazione musicale italo-slovena», Intendendo con cid di allermare l'inizio Mice dell'esecuzione di concert! da parte di «maestrix italiani nei nuovo anno di attivitä dell'AasocIazione. II nuovo spunto perö serve a ri-cordare la morte di un grande ita-liano, di Giuseppe Verdi, avvenuta a Milano il 29 gennaio 1901. Naturalmente, in omaggio alia memoria del maestro di Busseto, l'infaticabile Glasbena Matica tro-verä certamente il modo di ollrire al pubblico italiano e sloveno unu manifestazione musicale composta esclusivamente di brani operistici verdiani. Verdi rimane l'esponente maggiore della nostra storia musicale e il suo genio ebbe pure una funzione essenziale nella formazio-ne e nella conseguente allermazio-ne della musica italiana sul llnire di quel contrastatisslmo ottocento che vide, Ira I'altro, la luce del nuovo verbo wagneriano. E non soltanto Verdi poträ essere ricordato nei concern della Glasbena Matica, ma anche, e in parecchie volte, altri autorl, a co-minciare dal classici italiani, te-deschi e nordici per linire, per esempio, al nostri Malipiero e Ca-sella. II pubblico sloveno amerä certamente apprezzare nei numerosl concert! in programma non soltanto Dvorak, Smetana, Mussorgski, Ciaičovski, Strawinski ed altri autorl slavi in varle riprese, anche se indubbiamente sono, pur se discuss!, dei valori rappresentativl sia come posizione individuale che di scuola. L'anno e appena agl! inIzi e quest! inizi saranno di buon auspicio per la musica e per ! «maeatri» italiani. L Arte in se stessa e un'educa-trice lormidabile. Spizz ALLA GLASBENA MATICA H maestro Mirko Polič, cui ri-conosciamo teraperamenlo m« sicale, facilita creativa ed abi-litä direttoriale notevoli, ha presentato un programma non eccessivamente vario ma in com-penso curato sino alla minuzio-sita. La sinfonia n. 4 op. 38 di Dvorak, si e sostenuta in grazia di un'ossatura sinfonica qua-drata e quasi massicia che perö, nell'Adagio e nell'AUegretto, si d rilassata in ima certa qual languidezza melodica, mitigatri-ce del turgore caratteristico della produzione di questo autore. Smetana non ci ha detto invece nulla di nuovo, circoscritto e quasi cristallizzato com'ž in quella sorta di folclorismo musicale che incrina anche Mol dava. Su Polič, come composi-tore, non possiamo ancora pro-nunciarci data l'esiguitä del saggio presentato. Tuttavia il suo Preludio, anche se influen-zato da diverse tendenze non per-fettamente amalgamate, svela doti interessanti di tecnica e di elaborazlone strumentale. Note-volissima I'interpretazione di Mussorgski, awincente ed ap-passionata come il poema sin-fonico comportava. Una notte snl monte calvo e veramente un brano che resiste al tempo ed alia critica, denso com'fe di fer-menU Uriel liberati da un genio musicale orlginalissimo. L'lntro-duzione della Norma era 11 lascia-passare d'obbligo, esaminato perö frettolosamente. Peccato: Bellini merltava qualcosa di piü del semplice ufflcio di guarda-portone. Y^Una lUtcc SABATO, 30 GENNAIO 1945-XXI in rastrellamen^o con gli Squadrisii del Bailaglione «Wizza» Giomo dell'Epifania: gior-nata fredda qui, ad X, quasi nel centro della pittoresca, montuosa Slovenia. La neve, caduta nei glorni scorsi, ha ammantatx) con una coltre di oltre quaranta centimetri la campagna e le vicinissime colline. Non c'6 sole, ed il cielo plumbeo minaccia nuova neve. II reparto di formazione del Battaglione CC. NN. Squadri-stl «Nizza» Č pronto agli or-dini del suo Comandante per uscire alle 13 per una impor-tante operazione nella zona circostante: i legionari do-vranno rimanere fuori del caposaldo per una diecina di giorni. Perfettamente armati ed equipaggiati si avviano — battendo forte gli scarponi sulla neve gelata, sulla quale al mattino un leggero strato di altra neve fresca, farinosa, si 6 deposto — verso le stra-de di campagna. Occorre raggiungere K. e pernottarvi perchd nella zona una numerosa banda di parti-giani, segnalata da diversi glorni, tenta di compiere le solite rapine a danno degli abitanti dei numerosi villaggi vicini, approfittando del fatto Che non esistono presidi militari nelle vicinanze. Andiamo dunque, coi baldi Squadristi delle «cordelline rosse», a snidarli, a batterli nelle loro tane, nel loro regno tra i boschl infidl che, vl-sti cosi sotto la neve, sono tanto pittoreschi e tranquil-li ... mentre invece nascondono I'insidia mortale ... * Dura e faticosa la marcia sulle strade di campagna, dove la neve ha tutto livellato sotto il suo candore immaco-lato, si Che la strada si in-travede solo per il segno che le slitte a cavalli han lascia-to. Dura, perchš le scarpe, sprofondando per una diecina di centimetri nella neve fresca, formano tra i chiodi del tacco un blocco durissimo, ghiacciato, che bisogna conti-nuamente togliere, se non si vuol sei volare: dura i)er gli uomini incappottati ed armati, Che portano le armi auto-matiche e le mitragliatrici pesanti. Un'aria gelida sferza, sotto i metalUci elmetti, 1 visi severi del legionari, nonostan-te il riparo dei passamonta-gna di lana: dopo un'ora di marcia 11 freddo perö scom-pare mentre le fronti si im-perlano di sudore .,. ß quasi notte quando la locality 6 raggiunta. I legionari prendono posizione, secon-do gli ordini, nelle poche case del villaggio rimaste anco-ra intatte, dopo le precedenti operazioni di rastrellamento. II telo da tenda serve c'a gia-ciglio, disteso sul pavlmento o sulla nuda terra: ima o due coperte ripareranno gli uomini dal freddo rigidissimo del-la notte imminente. Una gavetta di minestra e gli uomini si corlcano nei loro improvvisati giacigli. Fuori, perö, devono vegliare le sentinelle: pattuglie, ronde, ispezioni si sussegulrono tut-ta la notte, stasera come nelle prossime sere. 20 gradi — 28 gradi sotto zero nella notte: un ven to ge-lido che porta, di tanto in tanto, rafflche di nevischio gelato, che sferza i visi. Ore 16 circa. Allarme. Una vedetta ha awistato, lontano, sulla quota che quasi fronteggia 11 villaggio, un gnippetto sospetto che marcia speditamente verso il bo-sco. 11 Comandante riunisce in un attimo una pattuglia rin-forzata da qualche arma automatica e si lancia di corsa verso 11 fondo della valle che bisognerä risalire dal ver-sante opposto per raggiungere il bosco, dove son diretti i quattro «partiglani» che, at-traverso il binocolo, sono ap-parsi armati e carichi di in-volti. II sentiero e ripidlssimo, ghiacciato. Gli uomini scivo-lano, nonostante tutta la pru-denza, nella difficile di^cesa, si rialzano, riprendono la loro corsa, ansimando. Ma la preda vicina li elettrizza: nonostante i capitomboli, fila-no, tenendosi fuori della vista dei «partigiani», verso la salita di fronte, che li porte-rä a distanza ravvicinata dal gruppo. Anche la salita 6 su-perata, tagliando tra i prati, sulla neve nella quale si spro-fonda, ed il villaggio 6 rag-giunto e sorpassato. Eccoli ora sulla mulattiera che costeggia il bosco: mar-ciano al coperto, nell'intento di effettuare una manovra di aggiramento per prendere in trappola i quattro partigiani, scomparsi alia nostra vista. Se non siamo stati avvistati, questa volta non ci sfuggi-ranno. L'avanguardia della pattuglia, con il comandante in testa, deve perö portarsi alio scoperto per iniziare I'a-scesa. Gli uomini, armi alia mano, gli occhi fissi verso il bosco soprastante, sono ora alio scoperto, dietro il loro Comandante, stan quasi rag^ giungendo il riparo delle plante vicine, quando, secca, rintrona una raffica di mi-traglia. Gli uomini si buttano sulla neve in attesa deU'ordine di far fuoco. II Comandante, calmo come sempre, ha il suo fido «mitra» alia mano, ma ßCHI TOCCA LA MILIZIA AVRÄ PIOMBO perlustratori rientrino agli accantonamenti insieme alia pattuglia. Ore 17: E giä buio quando agli accantonamenti rientra il Comandante coi suoi uomini. Rafflche di vento svento-gliano di tratto in tratto turbini di nevischio gelato... * Sempre nello stesso giomo, una nostra pattuglia telefonisti Che stava distendendo una linea per collegare i vari distaccamenti, e ipure fatta segno ad un nutrito fuoco di fucileria, proveniente sempre da una distanza variante dal 300 ai 500 metri e dall'inter-no dei boschi. La pronta nostra reazione di fuoco disper-de gli attentatori che, nonostante il fulmlneo intervento di pattuglie non possono, nemmeno questa volta, essere raggiunti. Un messaggio del Comandante del Battaglione comu- rä nuovamente alzarsi: turno di guardia o di ronda, o di pattuglia... E domattina, spiri il vento o cada la pioggia, oppure la neve ed il gelo imbianchino campi, vallate e montagne, armi a spalla e di nuovo fuori in rastrellamento, alia caccia all'uomo; tra I'insidia subdola dei boschi, alia rlcerca dei «partigiani» che non trovan piu requie, che non sanno piii dove predare i viveri neces-sari alia loro esistenza di uomini del bosco, battuti come sono incessantemente, ovun-que cerchino un rifugio. Ci sposteremo, domani, ad X. e di li riprenderemo la caccia verso altri "vlllaggi ed altre vallate. Per due, 'per dieci, per venti giomi lontani dal caposaldo: non sappiamo ancora quando rientreremo. E nessun legionario del «Nizza» nemmeno lo chiede. RITORNO attende di Individuare I'ob-biettivo prima di dare I'or-dine. Un'attimo, ed una nuova raffica investe i Legionari. Fuoco! Si sono Intraviste, per un'attimo, due sagome d'uo-mini fra 1 filari degU alti abetl. II «mitra» del Comandante 6 11 primo a far udire la sua metallica voce; lo segue U fuoco di moschetteria e degli altri pochi «mitra» degli uomini dell'esigua pattuglia. Died brevi minuti di fuoco intenso, e poi una corsa verso I'alto, alio scoperto, se-guendo il Comandante che per 11 primo si 6 lanciato in avan'ti sulla rlpida salita, sprofondando nella neve fresca, perchš ha visto distin-tamente un uomo cadere ai margin! del bosco. Dopo I'ansimante corsa in ascesa il Comandante ed i primi uomini della pattuglia raggiungono il bosco, al limite del quale scoprono subito la postazione di un'arma pe-sante, dalla quale hanno fatto fuoco i partigiani, che da pochi minuti sono fuggiti nel-I'intemo. Sulla neve, eviden-tissime e numerose, sono le traccie di sangue. Vari cari-catori per mitragliatrice e per moschetto sono ancora a terra, abbandonati nella fuga precipitosa, che solo poteva riuscire perchfe favorita dal-I'incipiente oscuritä, e dal fit-to della vegetazione d'alto fu-sto. I legionari vorrebbero in-temarsi nel bosco, all'lnsegui-mento dei fuggiaschi: e ci vuole tutta l'autoritä del Comandante perchfe gli arditi "La Milizia, (he 6 rimasta popolo. ha risorse inesauribili. Essa 6 presente su tutti i fronti della nostra guerra, 6 pre-sente ovunque ton i suoi veterani ed i suoi giovani legionari. animati tutti dalla stessa volonta di vittoria. Vittoria (erta. alia quale (i condurra il genio infallibile del Düte." | GALBIATI nichera laconicamente alia sera, al Comando Superiore: «Scontri di pattuglie senza nostre perdite alt nulla di no-tevole da segnalare alt» E gli uomini — gli anzianl e pur sempre giovani Squadristi — i fedelissimi della prima ora, i baldi legionari dalle «cordelline rosse gari-baldine» rientrano stanchi, bagnati, sudati, nonostante la temperatura sotto zero. Si gettano sui duri giacigli, al riparo di una tettola o, fortuna rara, sul pavlmento dl una gelida e dlsadorna stan-zetta. Fra un'ora, o due, bisogne- «Non amiamo la vita co-moda»: il motto mussolmiano ben stä a fianco dl quello or-gogllosamente portato dal nero gagliardetto del 215" Btg. CC. NN. Squadristi «Nizza»: Audacia. E lo confermano 1 suoi Morti, i suoi feritl, i suoi numerosi decorati al valor mi-lltare «sul campo», in questi sei mesi di guerriglia aspra insidiosa e snervante, che contlnua e continuerä smo alia completa vittoria, per ri-dare a queste laboriose popo-lazionl la pace e la tranquil-litä all'ombra del Littorio. C. N. Carlo Pedroli Ä tomato fra noi, in questi giorni, un legionario il quale e stato assente dal re-parto per circa otto mesi: quattro o dnque mesi di ospedale e tre mesi di con-valescenza; convalescenza non ancora finita, ma al suo rien-tro disse di essere stanco di vedersi addosso gli abiti bor-ghesi, ragione per cui era partito malgrado il parere contrario dei medici. Veramente non si trattava soltanto di aspettare qualche giorno o qualche mese per arrivare alia completa guari-gione; alia perfezione fisica, purtroppo, non arriverd mai piu per che una raffica di mi-traglia comunista lo investi in pieno e dopo essere stato per parecchio tempo fra la vita e la morte, se ne uscl con una spalla parzialmente anchilosata: da convalescen-te pero aveva fatto le prove ed e riuscito a convincersi che il fucile mitragliatore lo pud manovrare benissimo anche con la mano sinistra. Quindi era logico che, quale vecchio mitragliere, ritornas-se alia «sua-» arma. L'abbiamo visto ritornare quale era un tempo, bel tipo di legionario: alto nella figura (forse la lunga perma-nenza in letto I'ha allungato ančor di piu!), un po' tra^ trasandato nella persona, con la sua solita camicia aperta al collo, malgrado tutti i rim-brotti del Comandante, spi-gliato nel gesto e nella parola, spregitidicato nel giu-dizio di se stesso e nel giu-dicare gli altri, fascista in-transigente, vigoroso com-b'attente, reduce d'Africa e di Spagna e decorato. i! ritornato, egli ha det-to, per vendicare i Camerati caduti nello stesso giorno in cui lui rimase ferito, per vendicare se stesso, ma soprw-tutto per vendicare il suo Ufficiale caduto, che, con lui, era stato protagonista di un'audace impresa. "T r™ Id sguardo intento dei Legionari si fissa sull orizzonte dietro cui la Patria, fiduciosa, attende. Si trattava di mettere in silenzio una mitragliatrice nemica che impediva al reparto di raggiungere I'obbiet-tivo prestabilito. L'arma era posta in ca-vema e anche il tiro dell'ar-tigliaria era stato inefficace; bisognava quindi assaltare il fortino. Da parecchie ore H nostro legionario si prodigava, in-stancabile, nel combattimen-to, quando arrivo I'ordine che bisognava, a tutti i costi, far tacere quell'arma dal tiro micidiale. Un ufficiale raduno gli tiomini e naturalmente anche il nostro legionario fu tra i primi a farsi avanti e a but-tarsi all'assalto. La reazione nemica fufor-tissima, ma malgrado la tem-pesta di fuoco gli uomini avanzarono, si portarono sotto, saltando da roccia a roc-cia: quando I'obbiettivo stava per essere raggiunto una raffica di mitraglia investi in pieno I'ufficiale il quale, benche ferito, non si abban-dond, prosegul ancora conti-nuando a dirigere i suoi uomini; ma un'altra scarica si abbatte su quell'eroe inchio-dandolo al terreno. Ma le CC NN. avanzavano ancora e primo fra tutti il nostro legionario: in piedi, la mitraglia tra le braccia era arrivato a portarsi a pochi passi daU I'arma nemica e lanciare la prima bomba a mano; ma quundo stava per lanciare la seconda il piombo comunista 10 colpi in pieno. Tentenno un momento; poi si riprese, raccolse tutte le sue forze e riusci ancora a buttare la seconda bomba che giä teneva nella mano. Si alzo di fronte al nemico e gridd: «d rivedremo; la partita non e finita-». Era stato ferito al torace, una ferita cost larga e pro-fonda che dava I'impressio-ne di vedere un petto squar-ciato. Rincuoro i camerati che gli prestarono le prime cure e promise che sarebbe ritornato. Difatti torno; tornd con lo stesso spirito di un tempo, tornd ala «sua» mitragiatrice e giä prese parte a qualche sortita, con un unico deside-rio; quello di incontrarsi con 11 nemico per saldare il conto nmasto in sospeso. Caro legionario, se gli in-glesi sapessero di quale tem-pra sei e quale sangue scorre nelle tue vene si convincereb-bero che la guerra per loro e perduta e che i bombarda-menti sulle cittä italiane non fanno altro che aumentare il tuo ardore combattivo e la tua certezza nella vittoria. t ormai cosa palese e po-sitiva, e le camicie nere lo sanno e con esse tutto il popolo italiano, che accanirsi contra gli inermi, contro le donne, contro i bambini e i vec-chi e un segno manifesto di debolezza. II vecchio mondo dei trafficanti di oro e di sangue altrui cadrä, e tti legionario vincerai e griderai vittoria! Vincerai perche sei il soldato della civiltä, vincerai perche sei il soldato di Roma, vincerai perche sej il^soldato di Mussolini. " ' C. N. Spariaco Annovaui II Segretarlo Federale fra le tnippe operanti, mentre assiste alia distribuzione del generi di conforto donati dal Partito per la Befana Fascista il r febbraio Lubiana italiana celebrera il XX Annuale della fondazione della Milizia con un austero rito in memoria dei Legionari caduti A cura della Federazione dei Fasci di Lubiana lunedi 1* febbraio 1943/XXI alle ore 11 nella Cappella della Milizia Confinaria avrä luogo una messa in suffragio dei Legionari caduti, in occasio-ne del Ventennale della Fondazione della Milizia. I fascisti liberi dal servizio sono invitati ad intervenire in divisa. Attivitä della G. I. L L. Sport Sabato 23 corr., nella sala del Dopolavoro FF. AA., ha avuto luogo, alla presenza del Vice Comandante Federale della G. I. L. L., una partita di pallacanestro fra le rap-presentative di due Gruppi Rionali della G. I. L. di Trieste. La manifestazlone 6 sta-ta organizzata daU'Ufficio Sportivo. n Comando Federale ha quindi allestito dlversl campi nelle palestre in sua dotazio-ne perchfe gli organizzati che vivamente hanno rlchiesto di praticare questo sport possa-no istruirsi, allenarsi e formare cosi, in un prossimo future, una rappresentativa della G. I. L. L. per questa spe-cialltä. Lunedi 25 6 partita la squa-dJa degli Avanguardisti che parteciperä al campionati na-zionali di sei. Continuano gli allenamenti per le squadre delle Giovani Italiane e dei Balilla che parteciperanno in un secondo tempo ai campionati nazionali. II Vice Comandante Federale, in nome del Comandante, ha rivolto vive parole di augurio a tutti i componenti le squadre. Spettacoli teatrali II Comando Federale della G. I. L. L., completando il programma della sua molte-pUce attivitä, fa svolgere set- timanalmente al teatro del-l'Opera spettacoli ricreativi a favore dei suoi giovani organizzati, che assistono sempre numerosi e col piü vivo Interesse alle recite. fi stato ultimamente rap-presentato «L'Angelo in automobile», dato con attori gio-vanissimi, che hanno in real-tä meritato gli applausi del pubblico presente, per la loro disinvolta e sicura interpre-tazione. L'Eccellenza l'Alto Commis-sario ha voluto testimoniare con la sua gradita presenza al spettacolo, il suo noto In-teressamento par l'attivitä della G. I. L. L. a favore della gioventü della nuova provin-cia. I W P ROVI fV C I A A Kočevje II 15 corrente ha avuto luogo, nel teatro delle scuole po-polari, uno spettacolo maxio-nettistico rappresentato dal Carro di Tespi del Comando Federate della G. I. L. L. Alio spettacolo hanno assistito tutti gli alunni delle scuole con il corpo tnsegnan-te al completo. FIOCCO BIANCO La casa del Segretario Politico Loris Giacomelli č sta-ta allietata dalla nascita del piccolo Romano. Al camerata Giacomelli e alia sua sdgnora le vivissime felicitazioni di «prima linea». A Kostanievica II 18 gennaio, alia presenza del Comandante del Presidio e del Segretario del Fascio, 6 awenuta, in occasione della IV Befana del Soldato, la ddistribuzione dei doni del P. N. F. al soldati della 6» Compagnia del 24o Reggimen-to Fanteria «Isonzo» e del Plotone Mitraglieri aggregate. II Comandante del Presidio ha quindi rivolto ai soldati fervide parole, illustran-do I'incroUabile volontä del-I'Esercito di coUaborare con il Partito al fine dl consegui-re la vittoria finale. La cerimonia si 6 chiusa con 11 saluto al Re e al Duce. CANTI DELL'ITALIA NUOVA Ha^sodia aäuaUca A Ribnica II 23 corrente alle ore 14, nel teatro del Dopolavoro delle Forze Armate, le Autoritä mUitari e civili hanno pro-ceduto alla distribuzione dei doni della Befana del Duce al bambini della zona. Presenziavano alla cerimonia il Console della M. V. S. N. Leonardo Siliato in rappre-sentanza del Generale Mon-tagna, il Segretario del Fascio camerata Enrico Asnaghi, ima rappresentanza del Bat-taglione CC. NN. «XXI Aprile» e del Raggruppamento Artiglieria della zona. II Segretario del Fascio ha illustrato ai presenti il signi-ficato della cerimonia voluta dal Duce per la sempre piü affettuosa assistenza alia gioventü del Littorio, ponendo anche in rilievo il camera-tesco gesto del Console Siliato Che, con I'offerta della som-ma di L. 1000.—, ha prowe-duto ad aumentare la dota-zione dl ciascun pacco desti-nato agli organizzati. La manifestazione si 6 chiusa con il saluto al Duce e con raudizione degli inni della Patria. Successivamente 6 stato proiettato, sempre alla presenza delle Autoritä militari e civili, un documentario sulla guerra del fronte ocdden-tale. «Duce tu porti a noi la primavera>. Venne quella primavera, in-dimenticabile. La primavera del 1914. Con il risveglio della natura a nuova vita anche la leggenda della citta risorse, anche quel segno divenne real-tä. La Dalmazia finalniente italiana. Riviviamo, sfogliando le pa-gine della «Rapsodia adriatica>, la bellezza della oonquista di quella terra che va dall'Albania a tRagusa la dotta». Corre anche la nostra fantasia, gior-no per giorno, su per monti e per valli ove il rumore assor-dante della balda «Divisione Centauro> rompeva il silenzio quasi magico di quei posti re-moti. . E nel faiigo, sotto la pioggia, partono verso Scutari ove si incontrano con bersaglieri car-risti e proseguono. Ogni bomba che esplode b un fiore che sboccia, oome le traet-torie delle mitragliatrici sono orditi dell'arazzo che raffigure-rä la leggenda dei soldati d'l-talia. Con questa rapsodia, oosi vivamente cantata, ci sembra di far parte del gruppo, di vedere e vivere la vita di quei giorni. E i giovani avanzano, avanza-no, il freddo indugia ancora, ma non giunge al cuore caldo del bersagliere d'ltalia. Ovun-que nuclei di serbi in fuga, quote conquistate. Ed ogni quota Ö testimone dell'eroismo dei nostri soldati, si da portare ora, ciascuna, il loro nome. I centauri corazzati travolgo-no stritolando il nemico — o la resa o la strage: i bersaglieri passeranno come sempre sono passati: hanno aperto il valico, hanno improvvisato un fascio littorio, legando una scare montanara ad un tronco. Ac-canto all'italioo segno hanno Cultura Sabato 23, in una sala del Comando Federale, ha avuto inizio il clclo di conversazioni iatituito dal Comando Federale della G. I. L. L. La prima di queste conversazioni 6 stata tenuta al Bat-taglione degli Avanguardisti. II Vice Comandante Federate ha illustrato agli organizzati lo scopo di queste conversa-Bioni, dimostrando come anche nel c;-mpo culturale la G.LL.L. espUchi un'atüvitä importantissima. i--- - ■ : I bambini di Velike Lasce ricevono i doni della Befana Fascista Cameratismo dei coUa^acatoci cU ii^cifna lUteay> I camerati Csq. Ugo Cec-cherini, S. Ten. Enzo Catal-di, C. N. Spartaco Annovaz-zi, fascista universitario Enrico Zenoglio e fascista universitario Enzo Casaburi hanno provveduto a rimet-tere al Direttore le somme loro inviate per la collabora-zione a «.prima linea-», espri-mendo il desiderio che siano messe a disposizione rispet-tivamente del figlio del Csq. Mario Ponziani eroicamente caduto a Zabukovje (Slovenia), delle famiglie Slovene bisognose e dell'assistenza della Federazione dei Fasci di Lubiana. II gesto di questi camerati testimonia lo spirito di soli-darietä che anima i collabo-ratori di Uprima linea*. CINENATOGRAFI dl L U B I A W A Rappresenlazioni: giorni lestivi alle ore 10.00, 13.30, 15.30 e 17.30 - giorni (eriall alle ore 14.00 e 17.30 S L 0 G 4 Erolsmo dl guena - lirlsmo d'amare nel liln ..CONCERTO A RICHIESTA" II ^udizio della stampa italiana in occasione della Mostra di Venezia: .Queato nim coi segni del piü vivo consenso e della piü Schletta ammirazione, si in-quadra perfellamonte neiratmosfera at- tuale" (La Tribunal. Intetprcti: Use Werner, Carl Raddatz, Ida WUst eco. — Collaborator!: Maricka ROkk. Heinz RUhmann, Paul HOrbiger e I'orchestra della Pilarmonica di Berlino. Segue: 12 minuli dopo Mezsanoll*. MATICA Giornalmeiite doppio program-ma: alle 14.30 la storia di un misterioso delitto ..la donna misteriosa" alle 16.30 e 18.30 Fosco Giachetti e I'al Javor nel drammatico film „Inferno giailo** U i I 0 i ..MATER DOLOROSA" dal romanzo omonirao di G. Ro-vetta con Mariella Lotti, Ann. Uhli^r, Claudio Gora Film appassioiiantel Dramma profondamente umano! MOSTE MICHEL SIMON ncl bellisaimo film ..RIGOLETTO" Canzonl unghercsi e musica zigana in „Primavera mortale" KUOELJEVO L'ultima volta il film a colori I« BIANCANEVE' di Walt Disney scritto: cDuce tu porti a noi la primavera>. Non sentono fame, si nutrono della loro fede. II poeta rivolge un pensiero alia donna che veglia e prega accanto al focolare e vive nel-I'ansia e nella trepidazione per il figlio o il inarito lontano e le dice: cGuarda I'anello d'acciaio su la tua niano: e ricorda il novembre lontano e la tua fede>. Ricordati, o donna, che la tua pena di oggi, quella dei figli e delle madri, sostengono al volo la nuova Vittoria d'ltalia. Per i bersaglieri d'ltalia non vi sono punti insormontabili, non vi sono incanti che possano precludere il passaggio; essi sono nati dal coraggio e sono sempre a gara col vento, col fuoco e con I'acciaio; essi cono-scono la magia di una parola grander cltalia», e con essa la porta b spalancata e corrono: vanno verso Ragusa, verso la prima cittä della Dalmazia, ve-nendo dal Montenegro. II poeta ha visione di un corteo in cui, a Trieste principesca, fanno seguilo queste altre belle cittä che fecero di San Marco il giu-ramento: . Alla vista del mare di riconoscenza: «a chi generö questo giorno a chi credette ne la gente d'ltalia e ci ci trasse a quest'ora di Iuce>. Appare il mare, e poi una distesa infinita su cui fiorisce I'italianissima Ragusa. • • • Ragusa! Gitta su cui I'ltalia incise una strofe del suo canto del mondo>. II poeta vive e ci fa vivere-questa veloce rapsodia, ci de-scrive come in un grido di gioia con entusiasmo ed amore Ragusa, la cittä che Federico Doda aveva sognato veneziana, perchö qui «tutto ci parla di Venezia>. Si, o poeta, anch'io ho sentito come te palpitare il mio cuore di gioia, quando seppi che sul pennone di Ragusa, accanto alla bandiera di San Biagio svento-lava il tricolore, il santo tricolo-re d'ltalia redentrice, anch'io piansi di commozione pensando a quel tricolore, che mia madre aveva cucito quand'ero bambino: quel tricolore che la mamma mi aveva insegnato ad ama-re e che tenevamo nascosto nelle nostre case, ora poteva liberamente essere baciato dal sole. Anch'io benedii come te colui che ci aveva fatto vivere la gioia di questo giorno e ricordai i giorni di lotta per Ragusa mia. Mi sento vicino a te, o squa-drista milanese che hai voluto umilmente firmarti . Ti sono grato perch6 attraverso la tua rapsodia mi hai fatto rivivere ore di passione e di /fede e perche hai parlato della mia italianis-sima cittä come «Tuttaluce>, come la cittä che ricorda Venezia, anche se un barbuto Santo scolpito sul marmo monta la guardia al posto del Leone; la, «Italia, ovunque presente, la-sciasti il tuo segno>. Ernesio Capurso Traitor a U-U Via Bleiwelsova 12 - tel. 35-93 LUBIANA OTTIMA CUCINA OTTIMI VINI SERVIZIO Dl BAR Sui campi di battaglia la gioventü universitaria combatte con indomito valore, dimo-strando la perfetta aderenza del nuovo spirito goliardico al suo motto «Libro e moschetto». Anche nel fronte interno i G. U.F. sono present! e con laloro assistenza ai camerati alle arm! offrono un'altra prova della solidarieta che anima la nazione, protesa verso un unico fine: la Vittoria PERICOMBATTENTI CONCORSO fuoftasUci Alio scopo di consentire di partecipare al Concorso Prono-stici anche a quel militari che fino ad oggi non hanno potuto, l'Ufficio Combattenti ha deciso di modificare 11 regolamento del concorso stesso stabilendo che per il girone di ritomo sia ef-fettuata una classifica separata, in modo che ad essa possano concorrere a parita di condlzio-ni anche quel militari che non hanno parteclpato alia classifica del girone di andata. Ecco i risultati del campion a-to della XVIIa giornata: Triestlna—Piorentina 3—0 Roma—Vicenza 1—0 Genova—MUano 4—2 Juventus—Venezia 5—2 Livomo—Torino 0—0 Ambrosiana—Liguria 5—1 Bari—Atalanta 0—0 Bologna—Lazio 4—0 e la classifica dei partecipanti al Concorso: Con punti 10: Art. Palmlerl Attilio, Art. Vettorato Adelmo. Con punti 8: C. N. Pisani Guido, Cap. Magg. Valisi Armando, C.re Paoletti Onofrio, Vc. Sq. Borgna Ezio, Conf. PlzzedazVa lentlno, Serg. Bernini Giustlno, Cap. StradoUni Odero, Cap.Magg. Calcaterra Bruno, Sold. Cicerone Eude, Art. Saluzzo Rocco, Art. Lorenzini Lindo, S. M. Uma-na Antonio, Gen. Biasiolo Gino, Art. Volta Azzo, Art. Bovo Vir-gllio, C. N. Cometti Serafino. Con punti 7: Art. Piva Giovanni, Cap. Magg. Ugo Bologni-ni, C. M. Mauri Emilio, Cap. Magg. Modolo Carlo, Art. Bi-scontl Pompllio, Serg. Dalla Libera Gluseppe„ Aut. Ballanti Dante, Liopalne Rosolino, Art. Palmieri Giuseppe, Gen. Bon-fatti Luigi, Gen. Paolo Gallera-ni, Cap. Sabodelli Luigi, Cap. Berardi Primo, Gen. Tramonta-na Silvio, C. M. Pesce Celestino, Gen. Dalla Riva Emilio, S.Ten. Fuoco Francesco, Gen. Gardini Ivo, Gen. Goldoni Imer, Art. Ta-vema Giuseppe, Cap. Magg. Benvenuti Wedter, Sold. Sartori Aldo, Cap. Donati Nicola, Gen. Benzoni Emilio, C. N. Rizzato Luigi, Art. Lino Testolin, C. N. Gerardi Silvio, Sold. Gobessi Diego, C. M. Bastianuto Gino, Serg. De Simone Antonio, C. M. Passalacqua Angelo, Cap. Frosi Palmiro, S. M. Sciotti Vittorino, Art. Cesetti Nicola, Art. Tomei Tommaso, Cap. Monticelli Fla^ minio. Cap. Magg. Perotti Emi-dio. Con punti 6: Serg. Ramondel 11 Umberto, Cap. Magg. Remi Remigio, Cap. MoscheUa Filip-po. Cap. Magg. Cautero Espedi-to, Vc. Sq. SUenzi Stanislao, Gen. Ferrari Renato, Gen. Padovan Mario, Vc. Sq. Berti Os-valdo, Vc. Sq. Bagnato Michele, Sold. Medeotti Efrio, Gen. Maio-rana Giuseppe, Art. GrossiAles-sandro, Cap. Di Cosimo Umberto, Mar. magg. Scaglione Salva-tore, Art. Bellotto Gino, Cap. Magg. D'Altobrando Angelo, Gen. Zennaro Bruno, Sold. Poiesi Giovanni, Art. Bruno Tosat», Fante Raggini Guerrino, C. N. Stani Antonio, C. N. Klaniscels Edoa'r-do. Cap. Paoletta Leonardo, Cap. Basanlni Antonio, Sold. Bai'one Umberto, Montagnani Aldo, C. N. Brumat Renato, Cap. Dalla Costa Iginio, C. N. Petrosini Francesco, C. N. Novelli Mario, Art. Chiavaroli Alfonso, Art. Fabbri Enzo, Art. Pesaresi Luigi, Cap. Angelotti Giuseppe, Serg. Peco-rari Geo, Cap. Massaccesi Greste, Cap. Magg. Cuoghi Ezlo, Fante Marangoni William, Serg. Magg. Romagnoli Ezio, Mort. Baraccani Artemlsio, Paulin Firmino, Cap. Magg. Grigolato Giuseppe, Bonazzi Gino, Cap. Di Stasio Gaetano, Fin. Monaco Ettore, Art. Cola Armando. Con punti 5: Cap. Magg. Ve-scovi Giuseppe, Gen. Minella Angelo, Gen. Gaudenzi Giovanni, S. M. Munari Domenico, Maxe. Scataglini Antonio, Cap. Magg. Frattale Mario, Gen. Zanchetta Armando, Sold.' Olmeda Claudio, Vc. Sq. Bernini Vitaliano, Gen. Picciali Giuseppe, Gen. Badiali Ismeno, Sold. Brandl Franco, C.re Pagnoni Giorgio, Sold. Morandini Rino, Cap. Ber-necoli Gino, Art. Soletta Vanni Serg. Zanellati Umberto, Cap. Magg. Casati Francesco, Fante Rosa Fioravanti, Gen. Vittadello Armando, Cap. Magg. De Metri Alfideo, Cap. Magg. Corradini Benito, Cap. Magg. Ferri Ugo, Art. Clcconi Nello, Cap. Reve-lant Giuseppe, Art. Paolorossi Giuseppe, Ai't. Dino Ceccacci, Gen. Lanzoni Gino, Cap. Ugo Schiavon, Sold. Soinmacal Giovanni, Cap. Pez Giovanni, C.re Ortelli Antimo, Serg. Revoloni Vitborio, Cap. Antonio Pani, S. M. Fornaciari Tulilo, Cap. Magg. Tenani Gibeardo, Gen. Veron'si Idalgo Serg. Gussetti Batta, Sold. Del Mese, Giorgio, Mitr. Venturini Mario. Con punti 4: Mitr. Rovognolo Emilio, Cap. Buttitta Gaetano, Gen. Fontana Mario, Cap. Magg Rubboli Alberto, C.re Torrisi An tonio. Brig. Lucini Sisto, Gen. Pasquale Ciccocioppi, C. N. Obad Rodolfo, C. N. Kiraz Venceslao, Art. Pompeo Domenico, Gen. Zigliotto Luigi. Con punti 3: Sold. JacopePie-tro. Cap. Bartoll Getulio, Cap. Magg. Terrin Alessio, Mitr. GeJ-llna Antonio, Mitr. Vitrugno Vincenzo, Gen. Come Giovanni. Con punti 2: Conf. Trevisani Adelchi. Con punti 1: Urdini Umberto. I premi sono stati assegnati ai totalizzatori dei pimti 10 e 8 e sono a dlsposizione degU Interessati presso l'Ufficio Combattenti. LA FARMACIA . G. 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Possono parteciparvi gU im-piegati appartenenti al grup-po A dei ruoli dipendenti dal Ministero delle Finanze o da altri Minister!, nonchö gli estranei aU'Amniinistrazione. Titolo dl studio richiesto: laui'ea in economia e com-mercio, o in scienze statisti-che e demografiche o in scienze statistiche ed attua-riali o in ingegneria o in scienze matematiche oppure in matematica e fisica, ovve-ro diploma di abilitazione nelle discipline statistiche. II concorso dä la possibili-tä di entrare neH'Ammini-strazione Centrale delle Finanze, direttamente, col grado di Consigliere (8° dell'or-dlnamento gerarchico) e con-sente ai vincifcori di percor-rere i gradi successivi della carriera centrale finanziaria alio stesso modo degli altri funzionarl 'di pari grado, appartenenti al ruolo ammini-strativo. La qualitä di statistico si richiede per le specifiche funzioni che dovranno esse-re esplicate presso la Dire-zione Generale del Coordina-mento tributario, gli Affari Generali e il Personale. flUtna UHta irrriMAHALE della federazioni OCi FA»CI DI COWBATTIKEHTb DI LUBIANA Dirctter« raipontabll« LUIGI PIETRANTONIO TIpogntia »Merkun 8. A. Lublan* COLORI asc'utti - ad olio - smalti - verni« a smalto - pennelii e tutti g' utensili per pittori - stucco p BT vetrai - ecc. — potete acqui-stare a prezzi vaiitagg;iosi presso: Fr. MEDIC FABBRICA OLII - SMALTI - COLORI Resljeva cesla 1 - LUBIANA MOMAMO LE CARTS DA GlüOCO DI FAMA M O N D I A L E I relncamati cavalier! dell'Apocalisse si sfogano a fare dello sport... ippico, galoppando per U mondo in cerca di gratuite avventure. Lubiana - Via S. Pietro, 41 Grande deposiio pellami Tufti gli arnesi per calzolai AG-NOLA AUOUSTO LUBIANA — Bleiweisova 10 Deposiii: VETRAMI - PORCELLANE - CERAMICHE 0 0 0 ¥ V. A. 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