ANNO XYI. Capodistria 16 Giugno 1882. N. 12. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimentre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. 2 Giugno 1882 Una sciagura pesa sul!' Italia. È morto GIUSEPPE GARIBALDI Nessuno può ignorare la vita dell'Eroe leggendario; crediamo tuttavia opportuno di riassumerla nei seguenti brevissimi cenni: Egli nacque a Nizza il 4 Luglio 1807. Giovanissimo, entrò nella marina sarda ; ma compromesso nella congiura del 1833, fuggì a Marsiglia, ove stentò la vita insegnando, e poi andò a Tunisi e prese servizio nella marina del bey. Poco appresso si trasferì nell'America meridionale, ove fu prima al servizio della repubblica del Rio-grande, poi di Montevidèo. La sua grande fama militare data appunto dalla battaglia di S. Antonio. Nel 1848 ritornò in Italia, e prese parte a quella guerra quale comandante dei corpi volontari. Nel 1849 prestò la sua spada alla repubblica romana, e fece quella difesa di Roma, che è una delle più maravigliose pagine della sua vita. Andata a finire la guerra del 1849, Garibaldi sciolse il suo corpo di volontari, e si ridusse in Piemonte, donde emigrò nuovamente a Tunisi. Se non che, venuto in sospetto alla Francia, fu per opera di questa relegato all'isola di Santa Maddalena, sulla quale rimase in una semi-prigionia che durò 2 anni. Viaggiò nuovamente l'America meridionale, e al suo ritorno, nel 1854, si stabilì a Caprera, ove comperò un piccolo podere e si dedicò, nuovo Cincinnato, all' agricoltura. La sua partecipazione alla guerra del 1859 è troppo nota, perchè giovi rammentarla. Dopo la pace, egli si era di bel nuovo ritirato a Caprera, quando la sollevazione della Sicilia lo chiamò ancora all' azione, e gli fece imprendere la memoranda spedizione dei mille. Il 5 maggio del 1860 si imbarcò a Quarto, presso Genova ; 1' 11 dello stesso mese sbarcò a Marsala, e, di vittoria in vittoria, il 27 entrava trionfante in Palermo. Nell'agosto passò sulla terraferma, in Calabria, e il 7 settembre fece il suo glorioso ingresso in Napoli. Nel 1862 fece il tentativo di conquistare Roma ; ma non gli riuscì. Soggiornò poi qualche tempo nella sua isola, quindi si recò in Inghilterra. Ritornò nel 1866, e prese parte anche a quella campagna. Nell'ottobre del 1867 tentò per la seconda volta la conquista di Roma, ma fu costretto abbandonare l'impresa dalle armi francesi. In omaggio alla repubblica, offerse il suo braccio alla Francia contro il poderoso esercito germanico, e n' ebbe splendidi successi. Ritiratosi definitivamente a Caprera, vi visse, salvo brevi interruzioni, fino all' ultimo suo giorno, aggravato non tanto dall'età quanto dalle sofferenze di una vita così ricca di vicende e di gloria. Il parlamento gli assegnò una rendita vitalizia quale ricompensa nazionale, che l'animo suo nobilissimo accettò solo dopo lunghissime esitanze. Ora aggiungiamo alcuue principali notizie intorno al luttuosissimo avvenimento, attinte dai varii giornali. Premettiamo però, che è inutile far cenno dei mille e mille telegrammi partiti da tutto il mondo, sulla grandissima impressione prodotta dalla morte di questo Strenuo Soldato; come pure è inutile accennare alle imponenti adunanze popolari tenutesi nel Regno d'Italia a tale scopo; avvegnacchè tutti e tutte, com'era da attendersi, sieno stati uniformi e concordi nella solenne manifestazione del più vivo e sincero dolore. A Caprera (Agenzia Stefani) Maddalena 2 giugno. — li generale Garibaldi è nuovamente ammalato ; venne chiamato urgentemente da Palermo il dott. Albanese. Maddalena 2. — Lo stato del Generale è gravissimo. Maddalena 3. — Nelle ultime ore Garibaldi chiese ripetutamente se il vapore con il dott. Albanese fosse in vista. Il medico rispose di no. Il malato parve afflitto dal ritardo, chiese di Manlio, e poco dopo spirò. Sembra addormentato. Albanese giunse stamane a Caprera alle ore 7.30. Il vapore aveva ritardato, causa una fortissima nebbia. Il salone fu trasformato in camera ardente. Il generale indossa un puncho bianco e una papalina di velluto. Il cadavere, imbalsamato, di Garibaldi è stato trasportato nella sala di ricevimento sopra uu semplice letto circondato da candelabri. Maddalena 3 giugno. — Si aspetta una riunione dei figli per la cremazione del generale Garibaldi, giusta la sua volontà espressa nel testamento, aperto in questo momento. Esso ordina che le ceneri restino a Caprera racchiuse in un' urna. Maddalena 8 giugno. — Alle ore 10.20 fu aperta la stanza ardente ove trovasi la salma. Giace in letto, ben conservato ; il volto è composto a calma serena, bocca semiaperta. Il letto e le pareti sono ricoperti di corone di fiori, ornate di ricchi nastri. Intorno alla stanza fasci di armi ; il servizio d'onore è fatto dalla marina. I reduci visitano numerosi, commossi, la salma; alcuni tentano baciare le vesti. Ai funerali par- leranno soltanto un senatore, Farini, Zanardelli, Crispi e un rappresentante degli operai. La Ca-riddi, durante la cerimonia, farà salve d'onore. L' atto di morte Isola della Maddalena (> giugno. L'atto di morte di Giuseppe Garibaldi è il seguente: "Anno 1882. 5 giugno, ore 7 a. m. 2 m. Casa Garibaldi. "Avanti a me Bargone cavalier Leonardo sindaco e all'ufficiale dello stato civile del comune dell' isola della Maddalena sono comparsi il professore Enrico Albanese, d' anni 48, medico-chirurgo, domiciliato a Palermo, il dottor Alessandro Cappelletti, di anni 26, medico-chirurgo della regia marina, domiciliato a Torino, e mi hauno dichiarato che alle ore 6.22 pom. del 2 corr. nella sua casa posta a Caprera è morto il generale Giuseppe Garibaldi, d'anni 75, residente all'Isola della Maddalena, nato a Nizza Marittima, figlio del fu Domenico capitano marittimo e della fu Rosa Raimondi, donna di casa, residenti a Nizza Marittima, marito della signora Francesca Armosino. "Presenti i testimoni Bianchi Vincenzo, Pieramonti Egidio residenti alla Maddalena,,. Ecco i certificati dei medici di Caprera : "3 giugno 1882. "Signor Sindaco, "Ieri, 2 giugno, alle ore 6.22 pom. è morto a Caprera nel suo domicilio il generale Giuseppe Garibaldi in seguito a paralisi faringea. Dichiariamo che la tumulazione del cadavere può farsi dopo scorse 24 ore dalla morte. In fede di che ci sottoscriviamo prof. Albanese dott. Cappelletti.11 Il testamento Ecco il testo della lettera autografa di Garibaldi contenente le disposizioni pei suoi funerali e indirizzata al dottor Prandina : «Caprera, 27 settembre 1877. „ Mio carissimo Prandina, "Voi gentilmente vi incaricate della cremazione del mio cadavere ; ve ne son grato. "Sulla strada che da questa casa conduce verso tramontana alla marina, alla distanza di 800 passi, a sinistra, vi è una depressione di terreno limitata da un muro. "Su quel canto si formerà una catasta di legna di 2 metri, con legno di acacia, lentisco, mirto ed altre legna aromatiche. Sulla catasta si poserà un lettino di ferro, e su questo la bara scoperta, con dentro gli avanzi adorni della camicia rossa. "Un pugno di cenere sarà conservato in un'urna qualunque, e questa dovrà essere posta nel sepolcreto che conserva le ceneri delle mie bambine Rosa e Annita. "Vostro sempre G. Garibaldi.„ Il Dr. Prandina, eh' è già a Caprera, assicura che Garibaldi gli rinnovò eguale raccomandazione anche recentemeute a Napoli. La salma I professori Toninetti e Zoccoli sono partiti per Genova ove li aspettava una nave a vapore che li condusse a Caprera per imbalsamare la salma di Garibaldi. Il sistema Toninetti non è una vera imbalsamazione, ma una conservazione a secco per poter attendere il giorno della cremazione. Un giudizio medico su Garibaldi Sarà certo caro ai lettori qualche particolare intorno alla natura tìsica del generale Garibaldi, ed ecco ebe cosa ne scrisse il dottor Timoteo Riboli in una lettera stampata nel 6 febbraio 1861. Il 23 gennaio di queir anno il dottore recavasi a Caprera, e tenne fra le sue mani più di 20 minuti la testa di Garibaldi. "Garibaldi, scrive il dottor Riboli, è della statura di 1 metro e 64 centimetri. Io ne misurai tutte le proporzioni, l'ampiezza delle spalle, la lunghezza delle braccia e delle gambe, la periferia del corpo ; in una parola è un uomo di giuste proporzioni, forte e d' un temperamento nervoso sanguigno. "Notevole è il volume della testa ; il fenomeno principale è l'altezza del cranio misurato dall'orecchio al vertice della testa, la quale è di venti centimetri. — Questa prominenza particolare di tutta la parte superiore della testa dinota al primo colpo d'occhio e senza antecedente esame una organizzazione eccezionale; lo sviluppo del cranio nella sua parte superiore, sede dei sentimenti, indica la preponderanza di tutte le facoltà nobili sugli istinti. In poche parole, la craniologia della testa di Garibaldi presenta un fenomeno originale dei più rari, anzi si può dire senza precedenti ; l'armonia di tutti gli organi perfetta, e la risultante matematica del loro insieme presenta specialmente: — l'abnegazione anzitutto e ovunque, la prudenza e il sangue freddo, l'austerità naturale dei costumi, la meditazione quasi continua, l'eloquenza grave ed esatta, la lealtà dominante,,. La spada dell'eroe II principe Torlonia ff. di sindaco va a Caprera unitamente ad una commissione municipale ed ha telegrafato a Menotti Garibaldi nei seguenti termini : "Interprete del pensiero della cittadinanza, vi domando di custodire in Campidoglio la invitta spada del glorioso vostro genitore.,, Menotti Garibaldi rispose al duca Torlonia essere orgoglioso di donare a Roma la spada di suo padre perchè venga conservata in Campidoglio. Il dono di Roma Il Municipio di Roma dona una splendida urna antica, per la conservazione delle ceneri di Garibaldi. L' ultima lettera L'ultima lettera di Garibaldi si crede sia la seguente, in data del 29 maggio: "Illustre Cacciatore, direttore dell' Osservatorio di Palermo. "Volete darmi la posizione della nuova cometa e del giorno della maggior grandezza ? "Sempre vostro G. Garibaldi „. Le salve d' onore Sono giunte alla Maddalena quattro corazzate spedite dal governo per rendere le salve d'onore nel momento in cui la salma del generale sarà cremata. Garibaldi soldato Egli nacque colle maggiori doti morali che abbisognano a chi deve comandare : un coraggio a tutta prova, pel quale, intrepido sempre, diventava audace senza essere temerario; sapeva ragionare ne'momenti più critici, e conosceva appieno fin dove poteva colpire, e quanto avrebbe durato a difendersi. Codeste sue virtù brillarono maggiormente ne' casi più gravi, che altri valorosi giudicavano disperati. Aveva una profonda conoscenza dell'uomo soldato ; sapeva scuoterne le fibre fino all'entusiasmo : per lanciarlo all' attacco ; infondergli la massima sicurezza in sè nei compagni, quando trattavasi d'una pericolosa difesa. Pochi condottieri furono, al pari di lui, obbediti sul campo dai subalterni ; ed egli seppe indovinar sempre le capacità militari de' suoi luogotenenti, e servirsene. Al Parlamento II presidente propone che la Camera interrompa le sue sedute fino al 12 corrente, prenda il lutto per due mesi, abbruni la sua bandiera, una commissione e la presidenza della Camera si rechino a Caprera, la Camera in massa partecipi alle onoranze cui Roma prepara, una lapide sia posta sul seggio da Garibaldi occupato nelle brevi apparizioni alla Camera. Depretis a nome del governo si associa alle proposte del presidente — propone tre progetti di legge: la festa dello Statuto rimessa al 18 corrente ; le spese dei funerali sostenute dallo Stato: una pensione vitalizia di L. 10,000 per la vedova e per ciascuno dei figli, e l'erezione di un monumento nazionale col concorso del governo. (Vivissimi applausi). L'unica festa che l'Italia chiama nazionale, l'anniversario del giorno in cui Carlo Alberto accordava lo Statuto, per la prima volta in trentaquattro anni non fu celebrata. All' estero Nuova Jorio, 3 giugno. — Le colonie italiana e francese organizzano un meeting di condoglianza per la morte di Garibaldi. Parigi, 3 giugno. — Camera, — Borriglione, deputato di Nizza, esprime il cordoglio per la morte di Garibaldi. Lanessan ricorda che Garibaldi soccorse la Francia nei giorni calamitosi, e propone di levare la seduta in segno di lutto. La seduta è levata. Parigi, 3 giugno. — I giornali liberali recano la biografia di Garibaldi constatandone il valore ed il patriottismo. Vienna, 3 giugno. — Tutti i giornali lodano il grande disinteresse e l'ardente patriottismo del generale Garibaldi. Bucarest, 4. — Garibaldi appartiene all' Italia e del pari ai popoli che hanno lottato per la loro ricostituzione nazionale. Egli è per questo che l'ufficio di presidenza dell'Assemblea nazionale dei Rumeni, conformandosi al voto d' oggi dell' Assemblea, esprime i suoi sentimenti di condoglianza all' Italia, patria dell' illustre soldato dell' unità italiana, del costante difensore della libertà. Vienna, 4. — Un articolo del Fremdenblatt su Garibaldi conchiude così : „È certo un segno altamente soddisfacente che i popoli dell'Austria e dell'Ungheria si ricordano oggi senza rancore di ciò che Garibaldi ha operato, o tentato di operare contro essi, riconoscendo senza riserva, che il defunto è degno della sua bella corona civica. Madrid, 4. — Tutta la stampa liberale deplora la morte di Garibaldi. Nizza, 4. — Centocinquantotto garibaldini riunitisi al municipio, telegrafarono le loro condoglianze a Caprera. Varsavia, 4. — I giornali pubblicano articoli in elogio di Garibaldi, deplorandone la perdita. Londra, 5. — In tutti i giornali vi sono degli articoli simpatici per 1' occasione della morte di Garibaldi. Ieri sera nella chiesa di S. Tommaso, Chancery Lane, fuvvi una commemorazione per Garibaldi, Vi assistettero molti italiani ed il dottor Passalienti predicò facendo l'elogio di Garibaldi e delle sue gesta. La stampa pubblica articoli affettuosi. Notevole quello del Times che paragona Garibaldi al leone, del quale aveva il coraggio e la generosità. Si è iniziata fra gli italiani una sottoscrizione pel monumento. Budapest, 5 giugno. — Camera dei deputati, — Helffy propone alla Camera che esprima i sensi del suo cordoglio nel processo verbale, per la perdita fatta dall' Italia e dall' umanità con la morte del generale Garibaldi. La proposta è approvata ad unanimità. Parigi, 5 giugno - Gambetta Freycinet mandarono telegrammi di viva condoglianza a Menotti, ricordando i grandi servigi resi da Garibaldi alla Francia nel 1870. I capi dei giornali si riuniranno oggi a deliberare una grande manifestazione in onore di Giuseppe Garibaldi. Victor Hugo ha mandato un telegramma di condoglianza a Caprera. Hugues ha scritto questa notte un'Ode su Garibaldi. Parigi, 6 giugno. — 11 Consiglio municipale deliberò l'invio d'una deputazione ai funerali di Garibaldi. Berna, 6 giugno. — Con 63 voti contro 20 il Consiglio nazionale votò senza discussione la seguente proposta : „I1 Consiglio nazionale rende omaggio, a nome del popolo svizzero, alla memoria di Garibaldi, e si associa al lutto causato dalla morte del grande pa-triotta." Il Pester Lloyd osserva che il nome di Garibaldi suona celebrato anche fra il popolo ungherese, per l'interesse e le simpatie da lui dimostrate per la causa dell' indipendenza ungarica negli anni delle lotte e „però anche 1' Ungheria tributa quale pegno di grata memoria la sua fronda di alloro nella corona che l'Italia unita riverente depone sulla tomba d' uno dei suoi più diletti figli." La Politile di Praga dedica a sua volta un articolo alla memoria di Garibaldi. ..Sullo scoglio solitario di Caprera — così esordisce — si spense iersera una face, che nella storia agitata del secolo decimonono ha gettato tanto splendore e brillerà perpetuamente, come ben poche altre. L'unità d'Italia è in gran parte opera di Garibaldi!" Rilevando quindi i meriti dell' eroe di Caprera, conclude dicendo che a lui ^appartiene nel pantheon della storia il posto del più popolare patriotta italiano del nostro secolo." La Kolnisóhe Zeitung accompagna i cenni biografici di Garibaldi colle seguenti parole: L' eroica figura di Garibaldi animata dal più ardente amore di patria, si estolse come una gigantesca rupe sulla brulla pianura. La berlinese National Zeitung al lugubre annuncio esclama: Garibaldi è il grande eroe nazionale italiano, la individualità più popolare di tutta Italia unita, e soggiunge: Garibaldi in mezzo al mondo moderno avea i tratti delle figure dell'antichità. Ammirabile era in lui la energia di volontà, che non lo lasciava arretrarsi dinanzi a verun ostacolo, quando si trattava di combattere e di versare il sangue a servigio della patria. L'amore della patria è come una linea rossa che spicca su tutta la vita di Garibaldi, tanto ricca di episodi drammatici. ANNALI ISTRIANI del Secolo decimoterzo. *) 1233. — Anagni, 20 settembre. — Papa Gregorio IX conferma al Capitolo di Trieste le decime della città donategli dal vescovo Corrado. (Continua) Cod. Dipi. Istr. CORRISPONDENZE Pisino 2 luglio I cenni in relazione a cose geologiche dell' Istria, riportati nell' ultimo numero della Provincia, ') credetti di fare nella lusinga, che adducendo siffatte particolarità, mi sarebbe riuscito a dimostrare che anche qui abbiamo materiale sufficiente a tale stndio, il quale poi riesce tanto gradito, e in più circostanze, di pratica utilità. Come semplice dilettante mi limito a cenni soltanto. In aggiunta dunque al già detto farò qualche osservazione sulle cavità sotterranee del nostro paese. Il lavorìo dell'erosione alla superficie e gli asporti di materia per dilavamento si riconosce molto bene dalle testate degli strati che si stanno di contro nelle vallate ed insenature; dalle pareti rimaste dopo crollate le volte, e rimossi a varie distanze i pietroni ; dalle profonde intersezioni in roccie massiccie ; effetti che non pajono sorprendenti a chi di leggieri giudica, vedendo dopo uu forte acquazzone le acque infuriare a danno dei campi ; ma se si considera che dopo molti anni non sono riconoscibili che ben pochi e parziali cambiamenti sulle roccie, non si potrà formare l'idea dell'erosione in grande, senza la premessa di spazj di tempo sterminati. Più meravigliosi sono ancora gli effetti dell'erosione che in parte verificar possiamo nel terreno calcare di sotto ai nostri piedi, e che .se fosse dato di scorgere appieno, ne saremmo compresi di terrore. Di tale stato di cose ne danno buon indizio le così dette foibe, le quali sono orificj di vacui sotterranei, talvolta strette, come lo comprovano i rimbalzi d'un sasso ch'entro vi si getti; altre allargantesi a spaventevole ampiezza, desunta anche dal tonfo d'entro gettatovi sasso, che dopo qualche minuti secondi di silenziosa attesa, si sente essere caduto in acqua. Infatti nell'imo di questi vacui ci sono bacini d'acqua colle necessarie uscite al mare, depositi a varia profondità e giacitura in comunicazione più o meno diretta in tutto il complesso. Il lavorìo d'erosione nell'interno avviene più facile nel calcare, così fesso per salti e spostamenti di strati ed interruzioni di massa; onde sono iniziate le infinite vie ; ed ha luogo sino a tanto che vi si possano formare spazi vuoti in cui può infiltrare e scorrere l'acqua, la quale se trova ostacoli d'agire in profondità continua in latitudine. Andando a cavallo per le praterie di Badòs presso Caroiba quando il terreno è ben asciutto si passa per un tratto ove rimbomba il suolo da dover supporre una volta ben tenue ed un vacuo spaventevole ; però sino al crollo potrà scorrere forse tanto tempo quanto ci vorrà affinchè, supponiamo, gli stalattiti della grotta d' Adelsberg si ingrossino in modo da occupare tutto il vuoto e si unifichino a compatta cava di alabastro. Imperciocché l'acqua per circolazione ed infiltrazione continuamente o decompone ed asporta, o depone e riempie. Coli' esistenza di queste foibe e vacui interni sta in correlazione e vi è subordinata l'esistenza delle acque vive di questa provincia. Tutti sanno che l'acqua delle sorgenti e l'acqua piovana che per infiltrazione si raccoglie in bacini sotterranei, serbatoi e come vogliamo chiamarli, abbastanza impermeabili per conservare quella tal massa d'acqua, che però da qualche fessura possa scorrere o stillare dal più al meno perennemente. Alcune sorgenti o per mancanza di dotazione o per mala posizione di cotesti meati scarseggiano d' estate, mentre nei paesi alpini appunto d'estate per il liquefarsi delle nevi sono più abbondanti. I detti serbatoi possono trovarsi a differenti altezze come lo dimostra la ricca sorgente di Pianona, e due altre più sopra sul Mon-temaggiore, che premettono bacini più alti di esse, i quali se non fossero ammissibili sul monte stesso bisognerebbe immaginarseli nelle montagne più alte contermini, siano poi torti od anche a sifone i cuniculi pei quali trovò farsi strada l'acqua corrente. L'acqua sorgiva proveniente dal disgelo nelle alpi o quella che passa per roccie non contenenti sostanze solubili disgustanti o nocive è di certo migliore delle altre che vengono in comunicazione coli'acqua di quelle foibe nelle quali scorre la piovana che dilava strade campestri ed anche spazj di casali, e nelle quali vengono gettati animali morti ; non ostante che il recipiente possa essere vasto onde la materia inquinante si disperda omeopaticamente, oppure se intorbida, lo faccia per breve tempo. Però la bontà dell'acqua delle diverse sorgenti è nota per tradizione. Nel Comune di Cbrrsauo poco al di sopra deda valle c'è in un ermo dirupo sorgente ricca e di grande freschezza, ma non si può berne quanta se ne vorrebbe, perchè ha un certo che di astringente; mentre tra Ceppich e Villanova in mezzo alle praterie di quella valle, polla un' acqua eccellentissima proveniente senza dubbio dalle viscere del Montemaggiore per corso a sifone ; come se ne vedono parecchie nel mare dei nostri lidi, di cui sarebbe bella cosa indovinare la direzione per incettarla con iscavi e farle escire di fra terra. Ma i meati possono essere tortuosi in modo il più bizzarro ; il lago di Vrana nell'Isola di Cherso se non è alimentato da serbatoi dell'isola stessa, potrebbe derivare da Veglia e anche d'altrove per sifone e sottomarino, ai bagni di Sauto Stefano iu valle di Montona escono a pochi passi di distanza acqua termale ed acqua potabile, ma questa può venire per una direzione tutta opposta di confronto alla termale, della quale chi sa dove sia il serbatoio, che però deve essere in senso verticale ben profondo al di sotto dello stato invariabile perchè l'acqua v'abbia tanti gradi di calorico, che temperatasi cou quella che vi sopraggiunge, esca perenne a 28-30 R. (Continua) Appunti storici istriani Dove sia stato ucciso Gallo Cesare Ci porge occasione di occuparci con brevi parole di quest' argomento, la pregevole Guida tedesca per la città di Pola, recentemente comparsa alla luce, che accenna essere stato nel 354 strangolato a Pola esso Gallo Cesare. Era questi nipote di Costantino Magno imperatore, perchè figlio di suo fratello Costanzo. Venuto all'impero Costanzo ultimo dei figli saliti al trono di esso Costantino, nominò Cesare suo cugino Gallo (il quale pure si chiamò Costanzo), assegnandogli il governo dell' Oriente, mentre l'imperatore tenne per sè l'amministrazione del restante mondo romano. Dopo quattro anni di governo, in cui Gallo si mostrò d'animo altero e crudele, le molte accuse che contro di lui portavano nemici, spie ed intriganti, inasprirono l'imperatore Costanzo, e giunsero a insospettirlo che macchinasse contro di lui per sbalzarlo dal trono. Usandogli blandizie e dimostrazioni di fiducia, lo chiamava con insistenza in Italia, sotto pretesto di dover con- ferire con lui sopra affari pubblici importantissimi. Dopo lunghe titubanze Gallo Cesare si pose lentamente, con accompagnamento conveniente alla sua dignità, in viaggio da Antiochia in Siria, ove dimorava. Fermatosi alcuni giorni a Costantinopoli, e continuando per Adrianopoli il suo cammino, arrivato che fu alla colonia di Petovio (Pettau nella Stiria), venne improvvisamente arrestato, spogliato della porpora, ed in comuni vestimenti con privata vettura e sotto sicura scorta condotto a Fianona, dove fu rigorosamente custodito. Vennero colà spediti magistrati, che gli istituirono il processo, in esito al quale l'imperatore pronunciò contro di lui sentenza di morte. Pentitosene poco appresso, richiamò, dicesi, gli incaricati di eseguirla, ma la lettera fu perfidamente trattenuta dai cortigiani, in guisa che pervenne a Fianona quando Gallo era già stato condotto al supplizio colle mani legate e decapitato come un volgare malfattore, dice lo storico contemporaneo Ammiano Marcellino, nell'età di 29 anni. Che la prigionia, il processo e la morte di Gallo Cesare avvenissero in Fianona non vi può essere dubbio. L'or citato Aiumiano che cuopriva altissime cariche, veramente non nomina questa città, ma dice che nei modi sopra descritti esso venne condotto in Istria presso la città di Pola, dove in addietro (cioè nell' a. 326) era stato ucciso Crispo figliuolo dell'imperatore Costantino*), però i suoi contemporanei Socrate. Sozomeno ed Isazio espressamente indicano Fianona. È però rimarcabile, che questi tre autori chiamano Fianona isola; locchè non deve sorprendere, dacché nello Statuto di Albona del 1341 formato sotto il patriarca Bertrando si parla àe\V Insula Albonae, cioè del territorio comunale di questa città, e forse gli agri uniti di Albona e Fianona si dissero anticamente isola, perchè circondati da tre lati dal mare e dall'Arsa, di cui un ramo con sotteraneo cunicolo lungo circa mezz' ora uscente dal lago e sboccante nel porto di Fianona, costituiscono, si può dire, una vera isola. Coloro che a' dì nostri scrissero essere stato ucciso Gallo Cesare a Pola, tra cui il Cantù ed il Kandler nella sua Guida di Pola dell'a. 1845, to fecero male interpretando le parole di Muratori: „ma il misero fu condotto di poi (da Petovio) *)...• et inopinum carpento privato impositum. ad Istriam duxit prope opidum Polam, ubi quondam peremptum Costantini filium accepimus Crispum......et ita colligatis manibus in modum noxii cujusdam latronis cervice absissa ereptaque vultus et capitis dignitate cadaver et relictum informe, paulo ante urbibus et provinciis formidatum. Cap. XIV. 11 Sia come si voglia di ciò, Albona e Fianona in ogni caso apparirebbero istriane già nel 854; nè recherebbe contradizione il trovarsi dall'Anonimo Ravvenate, scrittore del VI o VII secolo, enumerata Albona (di Fianona egli tace) fra le città liburne, perchè, come esso medesimo confessa, la sua geografia fu compilata su vecchi autori. C. I). F. etisie Addì 6 del corrente venne sciolta per ordine dell'I. R. Autorità politica V Associazione triestina di ginnastica. Dallo spett. Circolo accademico italiano residente in Vienna, ci viene inviata la seguente, che di assai buon grado pubblichiamo, colle più vive raccomandazioni da parte nostra ai comprovinciali di appoggiare una istituzione, che tanto onora la giovane scolaresca italiana di quella Università. lilla fortezza di Fianona sulle coste della Dalmazia, Issia dell' Istria, vicino a Pola, dove a Crispo ìgliuolo del gran Costantino, negli anni addietro era stata tolta la vita, e dove Gallo fu sequestrato lotto buona guardia ecc." Il secondo dove si riferisce evidentemente non a Pola, ma a Fianona. D Kandler in seguito corresse lo sbaglio, e nei suoi Annali pubblicati nel 1855 dice espressamente ihe „nell'a. 854 Costanzo Gallo Cesare viene losto a morte in Fianona per ordine di Costanzo. L'autore della guida tedesca di Pola s'attenne in questo proposito alla Guida succitata del Kan-ller, che fu anche pubblicata nelle Notizie Storiche di Pola edite da quel municipio nel 1876. Altro punto storico viene chiarito da Ammiano IHarcellino combinato colle indicazioni dei sopra-citati Socrate Sozomeno e Isazio, cioè che mentre Plinio e Tolomeo pongono nogli anni 80 e 130 Albona e Fianona nella Liburnia, queste città li loro tempi (a. 354) appartennero all'Istria, la cui non furono più mai staccate. Imperocché immiano coli' indicare che Gallo Cesare fu detenuto ed ucciso presso la città di Pola (distante non più di 25 miglia romane da Fianona, ed allora- la principale dell' Istria) ed ove subì eguale sorte il virtuoso e prode Crispo, sembra avere voluto mettere in rilievo la circostanza, che en-tombi questi membri della stessa famiglia im-)eriale soggiacquero ad identica tragica fine nella trovinola medesima. Forse si potrebbe supporre the la detenzione loro e la morte avvenissero in ano dei parecchi predii che gì' imperatori posse-ievano in Istria. Quando sia avvenuta l'aggregazione di Albona con Fianona all'Istria, non possiamo dimostrare con documenti; Kandler ritenne per fermo essere successa nel 179, quando M. Aurelio Antonino fece i suoi ripartimenti provinciali. Invece il Dr. Bernardo Benussi nella sua ìlemoria intitolata L'Istria sino ad Augusto, pubblicata nell'„Archeografo Triestino" Voi. Ili fase. III. 18S2, opina che Albona e Fianona, siccome la catena del Galdiera o Montemaggiore le unisce naturalmente ed in modo marcatissimo all'Istria, non abbiano nemmeno in origine sia geneticamente sia politicamente appartenuto alla Liburnia, e che appena allorquando Augusto I portò il confine d'Italia all' Arsa anzicchè al Caldiera, assegnò quelle città coi loro territorii lilla provincia della Liburnia, compensandoli però coll'accordato jus italicum della perdita delle | franchigie loro derivate dal venire staccate dalla madre patria l'Istria aggiunta all'Italia. Egli ] appoggia quest'opinione con attendibili argomenti. Spettabile direzione, Siamo a pregare la di Lei ben nota gentilezza di voler riportare nel pregiatissimo di Lei giornale uu publico ringraziamento a que'generosi signori, che con benigne elargizioni favorirono uno scopo sì eminentemente filantropico, quale si è quello a cui tende la nostra sezione di mutuo soccorso. Anticipatamente porgiamo un grazie anche a coloro, i quali, imitando sì nobile esempio, si faranno a sovvenirci, acchè sì benemerita institu-zione cresca e fiorisca a prò dei tanti nostri colleghi meritevoli e bisognosi. Nella speranza, che cotesta spettabile direzione vorrà aderire a questo nostro desiderio ci segniamo, p. Comitato dirigente Il preside II segretario Vienna giugno 1882 (K&rntnerstrasse, 45) Scoperte archeologiche Dal sig. Dr. Gambini, podestà di Capodistria, indi dal sig. Domenico Dr. Manzoni ci venne gentilmente comunicata la seguente iscrizione scoperta in quella città nel p. p. aprile scavandosi nel convento dei P.P. Cappuccini a tre metri D • M LVCID AE . DIGr NITAS SORORI B • M È sopra cippo alto 74 cent, e largo 37, bene conservato. Essa è dedicata a Lucida dalla sorella Dignitas verso cui fu benemerita. Entrambi questi nomi erano sinora ignoti all'epigrafìa romana dell'Istria. Contro l'opinione di taluni, la dichiarammo tosto indubbiamente romana. Non deve apparire strano il nome proprio di Dignitas (dignità), se i romani fecero anche da Felicitas (felicità) un nome personale, che apparisce in un iscrizione tergestina. Il chiar. cav. Luciani, cui l'iscrizione nostra era stata recata dal Dr. Salomone Morpurgo trovatosi a Capodistria quando appena fa scoperta, la comunicò all'illustre Mommsen, il quale gli fece conoscere l'esistenza di altre tre iscrizioni col cognome DIGNITAS qui seguenti, raccolte nel Corpus Inscriptionum latinarum una nella Lusitana, le altre due in Italia. I. (esiste a Pax Iulia (ora Beja) D • M • S DIGNITAS VIXIT • ANN XXV • CRISEROS MARITYS • POSVIT H • S • E • T • T • L 2. in Alife nel Napolitano. COMINIAE L.FIL VIPSANAE DIGNITATI C.F COLLE GIVM CAPVLATORVM SACERDOTYM DIANAE 3. presso Caserta (ò romano cristiana) IN MIRA EXEMPLI INNO CENTIAE • AC NEFITO AM BIO • SATRIO • REFRIGERIO • Q VIXIT • ANNIS • X • DIES XIV • PVBLIVS • CORNEL IVS • ZETO • ET SATRIA DIGNITAS • PARENTES • IN PACE B • M • FECERVNT La nostra DIGNITAS è quindi la quarta fra tutte le iscrizioni del mondo romano sinora raccolte con questo nome. Pubblichiamo il seguente brano di Ietterai pervenutaci dd. Pola 15 maggio 1882, che riguarda una nuova scoperta a Visaze. „ Ieri mi recai in Altura — e vidi Visaze ossia Nesazio. Sì, Nesazio, non c'è dubbio, in ogni caso le rovine di una città antica. Alle seguenti sinora fatte io ne posso aggiungere una ] nuova. Il villico che mi fu guida mi mostrò uno scavo del p. p. Aprile fatto dai cercatesori, i quali inconsciamente divengono a tutte loro spese ed a vantaggio della scienza, pionieri di archeologia. Questo sterro recentissimo sarà lungo e largo circa quattro metri, e profondo altrettanti. Entro lo stesso si scorge un magnifico pezzo di : muro romano in pietra lavorata di egregia fat-! tura, e benissimo conservato, senza dubbio il muro d'una casa doviziosa; e si dovrebbe metterne a nudo la continuazione, perchè evidentemente continua; si trova sotto uno spessore di terra di poco più d'un piede. Siamo lieti che Nesazio si viene ogni dì più manifestando. C. D. F. ALMANACCO SCEMATICO Il sig. Carlo Priora, tipo grafo-editore in questa città, rende noto al P. T. pubblico, che per il prossimo anno 1883 darà alle stampe un Almanacco scematico dell'Istria. La grandissima diffusione, che hanno cotesti libri per la loro sperimentata utilità, specie nei ceto de' negozianti, i cui avvisi riescono uno dei mezzi più potenti allo smaltimento delle loro merci, fa sperare all'editore che i comprovinciali faranno buon viso al suo libro. In pari tempo si rivolge ai signori Podestà della provincia, perchè vogliano favorirgli il completo scematismo del Comune da essi amministrato, colla preghiera, che le relative indicazioni sieno inviate alla sua tipografia prima del 30 corrente. L'Almanacco scematico dell'Istria, edito dal sig. Priora, costerà soltanto 60 soldi e pari modicità di prezzo sarà tenuta per gli avvisi d'inserzione; anzi a chi v'inserirà un'avviso verrà regalata una copia dell'Almanacco.