PROGRAMM! DELL’ I. ß. mim SÜPERIORE PAKTE I. „I Menemmi di Plauto e le iinitazioni che ne fecero il Trissino eil il Firenzuola.“ Dissertazionc del prof. Antonio Zemitz. PAKTE II. Coinponimenti di prosa e poesia pella fausta occasione dolle N’o/.ze auspicatissime di S. A. I. It. il Serenisaimo Principe ereditario Arciducn Rodolfo con S. A. K. la Sereuissima Principessa Stefania del Belgio: 1) Indirizzo del Corpo insegnante a S. M. l’Iniperatore. — ‘2), Canzone, del prof. Carlo Mason. — 3) Sonetto, del prof. Ab. Lorenzo Schiavi. — -1) Versi, di Mons. Giovanni de Favento, professore einerito di questo i. r. Ginnasio. - .r') Piscorso d1 occasione del Direttore del Ginnasio Cav. Giacomo Habudcr. PARTE III. Notizie intorno al Ginnasio. dello stesso. »1 CA PO DI STRIA ANNO SCOLASTIOO 1880-81. CAPODISTRIA TIPOGRAF1A DI CARLO PRIORA PROGRAMU BELL’ I. R. GINNASIO SÜPERIORE Dl CA PO D ISTRI A ANNO SCOLASTICO 1880-81. PARTE I. „I Menemmi di Plauto e le imitazioni ehe ne fecero il Trissino ed il Firenzuola.“ Dissertazione del prof. Antonio Zemitz. PAETE H. Componimenti di prosa e poesia pella fausta oecasione delle Nozze auspicatissime di S. A. I. R. il Serenissimo Principe ereditario Areiduca Rodolfo con S. A. R. la Serenissima Principessa Stefania del Belgio: 1) Indirizzo del Corpo insegnante a S. M. Hmperatore. — 2) Canzone, del prof. Carlo Mason. — 3) Sonetto, del prof. Ab. Lorenzo Schiavi. — 4) Versi, di Mons. Giovanni de Favento, professore emerito di questo i. r. Ginnasio. — 5) Discorso d’ occasione del Direttore del Ginnasio Cav. Giacomo Babuder. PARTE HI. Notizie intorno al Ginnasio, dello stesso. CAPODISTRIA TIPOGRAFIA DI CARLO PRIORA 1881. Editrice: La Direzione dell’I. R. Ginnasio Superiore di Capodistria. I „MENEMMI“ DI PLAUTO E LE IMITAZIONI CHE NE FECER0 IL TRISSINO ED IL FIEENZUOLA. I. II Toatro latino. Plauto. I „Meiiemmi.“ All’ etä eroica e leggendaria nella quäle il dramma in Italia non era altro che la commemorazione delle divinitä domestichc e locali delle molte e diverse cittä libere ed autoctone, segue il periodo storico dello sviluppo politico di Koma, che va assorbendo nel suo corpo giovane e robusto le altre cittä italiche facendole sparire di mano in mano. Durante questo periodo, di circa quattrocento anni, ci sono in Italia tanti teatri locali quante sono le tribil, indipendenti tra loro, che ne costituiscono la popolazione. La gioia bacchica che da prima esultava in canti e gesticolazioni, e fors’ anche in dialoghi, trovö in seguito espressione nelle farse di buffoni contadineschi '), le quali nella Campania da Atella, lor sede preferita, chiamaronsi Atellane, nell’ Etruria da Fescennia, Fescennine, nel Lazio, forse dalle maschere di Satiri che portavano gli attori, o meglio dall’ indole di questi ludi scenici, ch’ era quella di vagare senza freno sopra varie e molte cose, mescendo suoni e canti, danza e dialogo, addimandaronsi Saturae, e cheEoma lasciava vivere accanto al suo mimus e vagar liberamente, ed entrare persino nelle sue mura assoggettandole perö alla rigorosa censura degli edili e delle vigilanti sue leggi. Se questo teatro poi era acconcio ai gusti della plebe romana, non poteva al certo trovare 1’ appoggio d’ una aristocrazia piena di se stessa, gelosa della sua dignitä, e di giä dirozzata per le relazioni sempre piü intime che andava contraendo colle nazioni piü iucivilite che 1’ attorniavano. Le frequenti invasioni della limitrofa Magna Graecia e la conquista della Sicilia fecero conoscere a Roma una coltura di gran lunga maggiore della sua, e le rivelarono un mondo di pensiero e d’ arte al quäle dovette ben tosto abituarsi e partecipare. Cosi al cessare delle guerre puniche i Romani cominciarono ad assaporare il gusto dei puri diletti deli’ arte, e si volsero alla Grecia ehe ne avea il dominio e clie era ali’ apice del suo splendore; senz’ altro la ospi-tarono nella loro cittä e —- malgrado 1’ ostinata opposizione di una zelante minoranza — appassionatainente vi attesero. Pertanto nel 272 a. C. entro la tragedia e la commedia greca in Eoma col greeo Livio Andronico, noto attore e serittore drammatico, senz’altro mutamento ehe la veste della lingua latina necessaria a renderla intelligibile al popolo di Qnirino. La commedia latina s’ attenne in gran p arte alla commedia nuova de1 Greci, alla commedia di Menandro, nella quäle prevaleva 1’ogget-tivo dei caratteri; la commedia di mezzo non sarebbe stata possibile per mancanza di organismo proprio; ne tampoco 1’ antica, perche le sfrenate audacie d’Aristofane mal si sarebbero accordate alla costitu-zione politica dello Stato romano. La commedia latina adunque Ö l1 ombra della greca; essa e la comedia greca tradotta, rifusa, raffazzo-nata, e — come disse il commediografo Luscio — contmninata ad uso dei gusti, delle usanze e della politica della stirpe latina. Tuttavia Gneo Nevio fece 1’ unico tentativo d’ arte originale ehe tutta la storia della letteratura latina conosca, provandosi cioe di abbandonare le ormo dei Greci e di scoprire una vena di dramma schiettamente latino nel corpo ormai adulto di Eoma. Senonclie la sua commedia praetexta e la togata onde osö apertamente schiaffeggiare le colpe dei patrizi, non fecero fortuna, e 1’ autore si ebbe la sorto de’ novatori isolati ed inopportuni. Fu quindi, in espiazione delle sue democratiche impru-denze, abbandonato dal popolo, censurato dalle leggi, perseguitato, incarcerato, bandito, e dovette cedere il campo al suo coetaneo Quinto Ennio, maestro di forme piü pure, che, per andare alla seconda del popolo, rostitui alle scene romane la commedia e la tragedia palliata alla greca; d’allora in poi la commedia continuö ad essere greca anche in Plauto, non ostante i frequenti baleni di un genio originale; e greca fu pure in Terenzio, delizia del secolo di Cicerone e di Cesare, e scandolo di Catone Uticense che tentava in vano, come giä per addietro il Censore, di preservare il genio nazionale romano dall’in-vasione dello spirito forestiero. Se Eoma ebbe un’ arte e quindi un teatro d’ imitazione, cotesta imitazione era — al dire del Guerzoni — nella necessita della sua storia intellettuale, come 1’ originalitä giuridica era nella necessita della sua costituzione politica. In effetti, Eoma fu uno Stato, non una na-zione; perö dessa fu priva di quell’ unita d’ origine, di tradizioni, di fede, ehe h 1’anima dei popoli e la suprema condizione dell’arte. Ella trattö 1’arte, come anche la religione, quali stromenti di regno; da qui quell’ inesorabile vigilanza degli Edili, quella censura poliziesca, sospettosa, esercitata sugli serittori drammatici, sui teatri, sugli spetta-coli. Solo ciö che estimava necessario alla forza dello Stato era per lei importante; quindi religione, arte, lingua, costumi, quando non servivano a’ suoi scopi politici, eran tutte cose di poca o veruna entitä. Fin dalla conquista della Sicilia (241 a. C.) Roma era abituata ai geniali doni della Grecia; ma quando pote penetrare nel cuore della patria classica delle Grazie e delle Muse, s’ingrecizzö interamente; e tolse d1 allora in poi ad imitare nel lusso, nei costumi, nelle vesti, nella favella e persino nell’amore quella Grecia che materialmente da lei soggiogata, vinse e domino moralmente ed intellettualmente i pre-potenti suoi conquistatori merce il fascino seducente delle arti, delle scienze e delle lettere. II piü gradito ed accarezzato fra tanti pere-grini doni fu 1’ arte; di la uscirono gli esempi della pittura, della scultura, della mušica, della danza, della poesia, deli1 eloquenza, della storia, del teatro. Yani furono contro siffatta vittoriosa invasione gli sforzi dei Scipioni, dei Catoni e perfino delle leggi promulgate in pro-posito; delle quali una sola si mantenne sempre ferma ed inalterata per unanime consenso di tutta la societä romana: ehe cioe 1’arte in genere, e la teatrale in ispecie non potesse mai ledere la dignitä del nome romano e smagarne 1’ autoritä. Quindi era sempre rispettato il divieto di esporre in teatro argomenti e persone romane; e questo divieto, come ognuno vede, non faceva che agevolare per indiretto il trionfo del teatro greco. Roma fu adunque imitatrice, non gia barbara ed ignorante, bensi intelligente come un artista ehe penetra lo spirito e palesa le bellezze dei capolavori d’un maestro. Perocche se al popolo romano mancava il genio creatore, nessun popolo piü di lui possedette il genio assi-milatore. Infatti, la commedia di Terenzio che per la favola, pel meccanismo, per 1’intreccio, pei tipi e la piü perfettamente greca, e anche nell’istesso tempo per la lmgua, per lo stile, per le sentenze la piü latina. Elaborata da Plauto la commedia greca diventa una creazione vivente, ed il genio coinico del Sarsinate, benche lavorasse sul fondo greco, seppe mai sempre mantenersi originale. Non giä cli’ ei cangi 1’azione, o ne sposti a capriccio i caratteri, o ne falsi le sembianze; no, ma rifacendo nel suo genio di poeta quelle sembianze, quei caratteri, quell’azione vi fece circolare una vita tutta propria; vi resta la veritä psicologica mentre cangiano le forme ed i ritmi; in ciö sta tutta 1’ originalitä del nostro poeta. A chi poi volesse discernere nella commedia plautina gli elementi greci dai romani non servirebbero punto i pochi frammenti superstiti della commedia nuova dei Greci; bensi gli gioverebbero gli stessi lavori del poeta nei quali, ad onta della stupenda fusione ch’ ei vi fece, si scorge la mano del medesimo la dove allude a costumi, a leggi, a sentimenti romani. — II dialogo di Plauto e veemente e chiassoso, concitato e robusto, veloce ed ardente; prorompe scintillante di scherzi ehe rasentano 1’osceno, scatta in motti nuovi ed inaspettati, strabocca di frizzi e di satire. Vere sue creazioni sono certe scene ove schiavi e parassiti mettono a nudo le proprie vergogne con tale freddo ed intrepido cinismo da mettere i brividi ed affascinare ad un punto: nel fare poi una caricatura ei la volge e la rivolge per tutti i versi da renderla si ridicola ehe gli astanti — al dire di Catone — dovevano piangere a forza di ridere. Plauto mantenendo pur sempre il contenuto greco, produce nelle sue commedie quella che 1’ illustre Trezza chiama „prospettiva del mondo romano“, idoleggiandovi spesso le relazioni tolte dalla vita nazionale; cosi non di rado introduee nelle commedie ricordi di fatti pubblici e privati *) e trasforma 1’ argomento greco in una creazione piena di vita e di colore romano 3). Tra le_piu brillanti e vivaci commedie di Tito Maccio Plauto4) vanno posti i Menemnii, commedia ehe pel suo interessante intreccio, pel brio onde e condotta, per il continuo equivoco che vi domina 5), meritö 1’ onore di numerose imitazioni in quasi tutte le lingue moderne. In effetti, oltre alle imitazioni del Firenzuola e del Trissino, delle quali faremo cenno separatamente, ne abbiamo una del Goldoni nei due gemelli veneziani, dello Shakespeare nella Comedy of crrors, del Regnard nei les Menechmcs ou les jumeaux; anche la Calandra del Dovizi da Bibiena e in parte modellata sui Menenmi(i). D’ altronde i Menemnii stessi non sono giä, per ciö che riguarda 1’ argomento, un’ opera originale di Plauto, ma — come pure tutte le altre commedie del nostro poeta — un’ imitazione del teatro greco. E incerto quäle si fosse 1’ originale greco che servi di modello a Plauto nella composizione del suo interessante -lavoro; finora si cre-dette essere stato Epicarmo, celebre poeta deH’antica commedia attica (morto circa 1’ anno 450 a. C.), con una commedia iutitolata AtSujxot, che Plauto avrebbe avuto tra le mani e che per noi sarebbe andata smarrita. Ma giusta le ultime ricerche del Ladewig e del Ritschl il prototipo dei Menemnii si fu una commedia di Posjdippo, scrittore della nuova commedia attica e contemporaneo di Plauto, la quäle perö non ci fu tramandata ma, secondo ogni probabilitä, avea il titolo AiSujAot 7). L’ idea fondamentale che servi di base a cotesti lavori del teatro greco e romano, e che si fonda sull’ errore utile o pernicioso che nasce dalla perfetta somiglianza di due persone, ha il suo germe in un’ etä molto anteriore allo stesso sviluppo dell’ arte drammatica. A riutracciare le prime origini di questa idea conviene risalire all’epoca omerica. Giä nelle opere del sovrano poeta si trovano avvenimenti tali che possono risvegliare e sviluppare nella mente di uno scrittore tragico o comico 1’ anzidetta idea, e precisameute l’uso di Omero di far talora assumere alle sue divinitä sembianze umane perfettamente identiche con quelle di altre persone note. Yedasi, a cagion d’esempio, il passo deli’ Iliade lib. IY, v. 86 ove Giove cedendo alle istanze di Giunone, invia Minerva al campo, onde indurre Pandaro a ferire con uno strale Menelao. La dea si mischia tra le turbe trojane. ed assume, per non essere riconosciuta, la sembianza di Laodoco, valoroso figlio di Antenore: ■}] S’ ävSp't JxeXij Tptötov xcmSuoeö’ EfuXov, Aao5o'y.u) ’Avt^voptSij, xpatepöj aV/jj.i-rjj, IlävBapov Biagino, servo di Lucido j tolto e di Fiammetta. Ros.etto, ragazzo della Signora. Quattro facchini. Persone che non fanno parte deli’ azione drammatica: Genitori dei due gemelli: Moschus Syracusanus Teuximarcha. Emporio da Trieste. D o r o t e a. Agabito da Palermo. Madonna Lucrezia. L’ a v o : Menaechmus. Filocriso. Luogo del rapimento: Tarentum. Lanzano. Napoli. Luogo deli’ azione: Epidamnus. Palermo. Bologna. NOTE *) A queste si ponno paragonare le Dionisie greche e le etiologie Siciliane. 2) Vedansi a 1110’ d’esempio i Captivi v. 887 seg. il Trimmmus v. 545; il Miles gloriosus v. 654 seg. ed altrove. 3) Ecco le opere delle quali a preferenza mi valsi per la parte storico-letteraria del mio lavoro: G. Guerzoni, 27 teatro italiano nel secolo XVIII. Milano 1876. — G. Trezza, Nuovi studi critici, Verona 1881. — A. Vannucci, Studi storici e morali silila letteratura latina, Torino 1871. — C. Cantü, Storia della letteratura latina, Firenze 1864. — W. S. Teuffel, Geschichte der römischen Literatur, Leipzig 1875. — U. Barbieri, I'lauto ed il suo teatro, Milano 1873. — P. E. Giudici, Storia del teatro in Italia, Fireöze 1869. — Storia della letteratura italiana, Firenze 1855. — L. Setteinbrini, Lezioni di letteratura italiana, Napoli 1870. — G. Maffei, Storia della letteratura italiana, Firenze 1853. — C. Cantu, Storia della letteratura italiana, Firenze 1865. — A. Bartoli, Stm-ia della letteratura italiana, vol. I. Introduzione, Firenze 1878. - C. F, Ferrucci, Iprimi quattro secoli della letteratura italiana, Firenze 1873. — C. Ferlini, Letteratura italiana, Milano 1878. — F. Costero, Commedie scelte di C. Goldoni, Prefazione, Milano 1876. — A. Eacheli, Commedie del secolo XVI, con note e prefazione, Trieste 1858. — G. E. Lessing, Sämmtliche Werke (Abhandlung von dem Leben und Werken des Plautus) Leipzig 1853 - 57. — A. Baron, Histoire abregee de la Litterature francaise, Bruxelles 1851, ecc. ecc. 4) Tito Maccio I’lauto 0, conie altri vogliono, Marco Accio Plauto, naeque in Sarsina ueH’Umbria intorno all’anno ‘254 e mori il 184 av. Cr. Di lui ci rimangono 20 commedie. Di quasi tutte queste commedie abbiamo copiose imitazioni nelle diverse letterature moderne ed in ispecie nell’ italiana. Cosi, oltre alle giii citate, la Clizia del Maccliiavelli e lo Errore del Gelli sono imitate dalla Casina di Plauto; il Vecchio amoroso del Giannotti dal Mercatante, gli Incantesimi e la Dote del Cecclii dalla Cestellaria e dal Trinummo, la Sporta del Gelli AaXYAulularia, il Marito del Dolce dalVAnfitrione, 1 ’Aridosia di Lorenzino de’ Medici dalla Mo-stcllaria, i Suppositi dcll’Ariosto dai Captivi, e cosi via dieendo. 5) „Das gelungenste der plautinischen Stücke“, giusta l’espressione del Teuffel (Op. cit. pag. 156). c) Vedasi inolt.ro la Commedia del Picard Encore des Me'nechmes, ridotta in tedesco da F. Schiller col titolo: Der Neffe als Onliel (Schillers Werke herausgegeben von W. v. Maltzahn, Berlin 1869). — Anche Le Monsieur de Pourceaugnac del Moliere, graziosa buffoneria, talvolta triviale, abbonda di rcminiscenze dei Mcncmmi e dellVsmam di Plauto, (A. Moretti, Commedie scelte di G. B. Molifere, Milano 1880), 7) Cfr. Ladewig, Philologus I. pag. 275 seg.; anche le ricerche del Ladewig sono revocate in dubbio dal Teuffel (Gesch. d. röm. Lit. p. 156). — Vedi ancora I. Brix Ausgewählte Komedien des Plautus, III. Bändchen: Menaechmi, Einleitung pag. 8 (Leipzig, Teubner. 1873). Secondo questa edizione cito in seguito il testo. 8) Notizia di questa leggenda che differisce tanto dalla volgare ebhe Euripide dalle jjarole di Stesicoro : Tpüjs? ot t6t’ ioav 'EXeva; eTSiuXov i'/ovrec riferite da Tzetzes (ad Lycophr. 113). Cfr. ancora Plato de re publica (IX p.'586). H testo e citato dali’ edizione äi Püugck Euripidis Tragoediae (Gotha 1859). — Osserveremo ancora per chi voglia darsi la briga di riscontrare, che la scena deH’incontro di Menelao con Elena (y. 557-588) vivamente richiama alla memoria la corrispondente dei Menemini (scena XIII deli’ atto V); c’ e sempre il medesimo contrasto creato dalla perfetta rassomiglianza di due persone; l’eioiuXov di Euripide e lo speculum in Plauto (v. 1062). 9) Colla desinenza arcaica invece di Menaeclmi, come usavasi quei per qui plurumei per plurumi, ecc. 10) Ritsch] e Ladewig lianno posto fuor di dubbio che i prologhi delle commedie plautine, e piü che altri quello dei Menemini, sono lavori apocrifi di scrittori posteriori per lo piü del settimo secolo. Ilprologo veniva recitato dal „dominus gregis“ (capo - comico) oppure da un altro attore in una veste apposita, „ornatu prologi“, il quäle appena detto il prologo, indossava 1’ abito voluto dalla parte che doveva sostenere. *') E fra di lor s'assomigliavan tanto Che non pub mente umana immaginar; La rnadre istessa, che le avea d’ accanto, L’una coll’altra le solea scambiar. (Funinato, Le due gemelle.) n) Vedasi il volgarizzamento in prosa di G. Rigutini e T. Gradi, Firenze, Le Monnier 1878. — Anche del Donini e dell’Angelio abbiamo buone traduzioni, del primo in prosa, del secondo in versi. 13) Mentre la scena del riconoscimento in Plauto si svolge soltanto fra le tre piü indispensabili persone, in Shakespeare (Comedy of errors) vi concorrono quasi tutti i personaggi della commedia partecipando al giubilo dei fratelli. ,J) Cfr. Bartoli, opera citata, pag. 198. ,5) Alessaudro d’Ancona, Le rappresentazioni sacre, Firenze 1877. 1G) Si consulti intorno a ciü il Cantü, nella Storia dellai letteratura, al Capo X; in tale materia nessuno gli negherä fede. I7) Carlo V. regnö dal 1519-1556; dal 1522 ebbe da lui suo fratello Ferdi-nando I le possessioni tedesche della Casa d’ Absburgo, e nel 1531 fu incoronato re dei Romani in Aquisgrana; cosi che assieme „ebbero il dominio a quella etä.“ 1S) Secondo altre divisioni queste due scene nei Menemmi appartengono ancora al quarto atto. 10) Libicocco venga oltre, e Draghignazzo, Ciriatto sannuto, e Graffiacane, E Farfarello, e Rubicante pazzo. (Dante Inf. XXI, 22. str.) 20) NeirJEZewa di Euripide canta il coro: ito\\a\ jioptfat t&v 8at(j.ov:(uv, koWx S’ aeXitTO)? xpoiivousi heoi (v. 1588-89.) 21) Abbiamo citato secondo 1’ edizionc di Milano 1864, G. Daelli e C. editori, la quäle fa parte della „Biblioteca rara“; nel medesimo voltune UBcirono inoltre la Sofonisba del Trissino ed i Lucidi del Firenzuola. 22) Trinuzia, tre volte sposa. 23) II testo h tolto dali’ edizione della „Biblioteca classica italiana“ del Dr. A. Racheli (Tricste, tip. del Lloyd austriaco 1858). 24) La prosava, diceva la messa sillabandola, lentissimamente. 25) Intrafatto, senz’altri, sollecitamente. -c) K rastia via, ei raschia via, se la svigna, se ne va. 2T) Mongana, vitella di latte. Cavo, capo di latte, volgannente crema. Man- nerino, castrato giovane e grasso. 28) A misura di carboni, in abbondanza, sopra mercato. 2") L’ora nona, ehe un tempo era la quinta ora canonica, rispondeva appnnto al mezzodi. 30) Rincirconire, guastare; dicesi propriamente del vino; divenir cercone; vino ehe ha girato. 31) Carcame, ornamento d’ oro e di gioje ehe le donne portano in capo invece di ghirlanda. 32) Tirerovvi la corda, vi aprirö; dicendosi corda assolutamente quella che s’appicca al saliscendo per aprir 1’uscio da via (ed. cit. p. 40). 33) Acatastontu, voce inventata per metter paura. 34) Sfogld bene, si purglii, sgoccioli, stia aperta. 35) Bernardo Dovizi o Dovizio nacque da oscura famiglia ai 4 agosto 1470 in Bibiena, terra del Casentino, da cui fu volgarmente cognominato. Mori, forse awelenato, addi 9 novembre 1520. 36) Ginguene, Histoire litteraire d’ Italie, torno VI, parte II, Capo. 22. Prof. ANTONIO ZERNITZ A pagina 5 linea 17 leggasi: Iride, in vece di: Iside n n 28 T 25 „ gorgoglia „ „ n orgoglia PARTE II COMPONIMENTI D’ OCCASIONE PEL DI 10 MAGGIO 1881 NUZIALE AUSPICATISSIMO DI S. A. I. R. IL SERENISSIMO PRINCIPE EREDITARIO ARCIDUOA RODOLFO CON S. A. R. LA SERENISSIMA PRINCIPESSA STEFANIA DEL BELGIO INDIRIZZO dl omaggio e felicitazione mniliato a Sua Maestä I. R. Apostolica 1’ Aufriistissiino Iinperatore. Sacra Maestä! Chi piü di Yoi, Sacra Mae stil, ha diritto alla devozionc ed all’affetto universale, di Yoi per il quäle battono i cuori di hen trentasei milioni di sudditi, di Yoi che tutto il mondo civile ammira qual modello dei Regnanti per le rare virtü che Yi distinguono e come Principe e come Persona? E giä, a non parlare delle tante solenni circostanze in cui tali sentimenti a Vostro riguardo ebbero da ogni parte spontanea e sin-cera espressione, si e una splendidissima prova questa delle fauste Nozze di Sua Altezza Imperiale il Serenissimo Arciduca Rodolfo, Principe Ereditario, Yostro Augusto Figlio, con Sua Altezza Reale la Serenissima Principessa Stefania del Belgio; occasione nella quäle i popoli della Yostra Monarchia sentendo ravvivarsi le speranze negli alti destini della Vostra gloriosa Dinastia e nel progressivo incre-mento delle loro condizioni sociali, di cui Voi con prospero successo foste il Savio e Magnanimo Promotore, si stringono tutti in un solo pensiero per tributarVi 1’ osseqnioso omaggio della loro leale suddi-tanza e porgerVi le piü cordiali felicitazioni per questo lieto avvenimento. Ond’ e clie il Grernio dei Professori del Vostro ginnasio di Capo-distria, i quali per zelo nel geloso disimpegno del loro ministero osano senza peritanza dirsi non Ultimi fra quelli ai quali e affidato special-meiite 1’ importante compito di preparare a Vostra MaestiV sudditi fedeli ed al Vostro Stato giovani capaci di accudir bene alle svariate mansioni della loro fntura carriera, senti profondamente il dovere di far eco ali1 accordo delle espressioni comuni di lealtä e dei lieti auguri ehe risuonano presentemente intomo al Vostro Avito Seggio. *) *) Questo Indirizzo, compilato dal prof. Mason, venne finnato da tutti i membri del personale doccnte e presentato a S. Ecc. il Sig. Luogotenente. CANZONE.*) Grato profumo a’ tepidi Raggi d’April dai campi e dalle aiuole Muove per 1’etra, ed ergono Tra 1’erbe nnove ’1 capo le viole: Con senso arcano ogn’ essere ridesta Ignota voluttä, In terra, in cielo, in mar la vita e desta Qual per incanto a insolita beltä. Di luce in mezzo a un pelago Inebriata nuota la pupilla; Ode 1’ orecchio il murmure Del ruscello, e 1’ allodola ehe trilla ; Feconditä si versa a tutte 1’ore Dell’ orbe nell’ Eden ; Natura inneggia in preda deli’ amore A’ nuovi amplessi deli’ etemo Imen. O Prence, allo spettacolo Che tra le schiatte umane rinnovella La vicenda del secolo, Piü lucente rifulge la Tua stella: Connubio e fe che Tu e Stefania giura, Speme deli’ avvenir, Per lieti auspict ’1 Tuo fato matura Neli’ ebro riso del comun gioir. Di cento genti ‘1 giubilo Al fausto evento facile seconda; Dalle pendici Elvetiche Alla Savia il regal Tetto circonda Tripudio e festa; da ogni core ascende II voto lusinghier, Che nelle regie sorti non contende Degli Absburgi allo storico pensier. Al plauso s\ 1’ ingenua Canzon del vate Tuo schiva fa eco, Ed in favella italica Ragionar chiede con Stefania e Teco. CARLO MASON Professore ali* i. r. Ginnasio in Capodistria. *) (umiliata dall’autore, a Sua Altezza I. e R. il Serenissimo Principe Ereditano, ed onorata di gentile espressione di aggradimento. Un esemplare venne pure diretto a Sua Ecc. il Sig. Ministro dell’istruzione, che si compiacque di ringraziame J’ autore con uno seritto cortesissimo.) SONETTO.*) Oh tra le regie spose avventurata Stefilnia! Quegli a cui legasti ’1 core, D’illustre antico Sangue almo Signore, Ha di senno e bontä la fronte ornata. Ben Tel dice di Cristo la Sacrata Terra clie parla ancor del suo fervore; E la fida Tergeste ehe d’ amore Palpitö, di sua vista ricreata. Ed or ehe d’ ambo i lati alla Danoia Ascolti di STEFANIA il nome caro Alto echeggiar in prolungati evviva, Tra que’ gridi udirai dirsi con gioia Che fia in RODOLFO, Sposo Tuo preclaro La gloria del Primiero rediviva. In segno di rispettosa devozione LORENZO ab. SCHIAY1 prof. nell’ I. R. Ginnasio di Capodietria. V E RS I di Mons. GIOV. de FAVENTO emerito professore di questo i. r. Ginnasio, cantati dal Coro dcgli študenti nella festa del 10 Maggio 1881. Sposi Augusti, sparga ’1 Cielo Sul eammin di Vostre vite Della gioia i piü bei fior, E V’intrecci, il crin nnite, Fresche rose e verdi allor. Sposi Augusti, d’ogni ben Colmi ’1 Cielo il Vostro Imen. Sposi Augusti, al Vostro Imene Noi, coi popoli devoti Che deli’Austria il serto um, Per Voi preče alziamo e voti Ali’Etemo in questo di. Sposi Augusti, d’ogni ben Colmi ’1 Cielo il Vostro Imen. *) umiliato, come sopra. DlSCOi^SO D’OCCASIONE Sono decorsi appena due anni, o carissimi giovani, dal giorno che qui ci vide radunati a festeggiare le nozze d’ argento di Sua Maesta il Nostro Augustissimo Imperatore; ed ecco altra gioia deli’ Augusta Famiglia Imperante ci offre quest’ oggi novella occasione di unire il nostro al giubilo generale dei popoli austriaci. A me ed ai Signori Professori, cui e commesso il geloso incarico della vostra educazione si porge con.ciö bel destro di dare espressione ai sentimenti comuni di devoto ed affettuoso omaggio ali’Augusta Persona del Capo dello Stato, e d’ istillare nei vostri cuori quelle massime salutari di civile educazione, ehe devono preparam a dive-nire un giorno membri utili della societä, cittadini probi ed onesti, capaci di associare agli adopramenti meglio intesi al progresso intellet-tuale e morale del popolo, un sincero e leale ossequio alle legittime Autoritä da Dio costituite, a tutela deli’ ordine e dei beni supremi deli’ umano consorzio. II 10 Maggio 1881 šara giorno rimarchevole nei fasti del Nostro Impero, siccome quello che segna la data degli Sponsali di Sua Altezza Imperiale e Reale il Serenissimo Principe Ereditario Arciduca Rodolfo, con Sua Altezza Reale la Serenissiuia Principessa Stefania Luigia CIotilde, figlia di Sua Maesta Leopoldo II re del Belgio. Eccovi, o cari, un connubio principesco de’ meglio auspicati, il quäle apre la via alle piu belle speranze nelle sorti future della potente Monarchia, cui apparteniamo. Infatti non s’ebbe appena udito il nome della Sposa scelta dal Nostro Principe ereditario, che giä non soltanto nell’Austria, ma in tutta 1’Europa si levö voce unanime di ammirazione e di applauso. II giubilo dei popoli austriaci a cosi lieto annunzio fu al colmo; ne si tenne siccome una manifestazione de’ propri soltanto, ma de’ sentimenti di tutti, il nobile slancio d’ini-ziativa prešo dall’illustre Capitale dello Stato, mandando eletta e numerosa schiera di cittadini nella Capitale del Belgio, per dare alla Serenissima Principessa un saggio deli’ affetto ehe 1’ attendeva, e della lieta e festosa accoglienza die si stava preparandole ali’ in-gresso nella Sua patria novella. L’ etä nostra ci porge il conforto di vedere Sovrani e popoli confusi nel comune intento di promuovere il generale benessere con forze unite, con ischietta e cordiale recipro-canza di affetti, con viva partecipazione agli stessi conforti, agli stessi dolori. E ne abbiamo una prova nella persona di Sua Maestä il Nostro Maguanimo Imperatore, la Cui vita, dal giorno in cui ascese al trono de’ Suoi avi, e un esercizio continuo delle piü belle virtü clie si possano desiderare in un Monarca preposto al governo di uno stato si vasto, popolato da nazioni differeuti di favella e di costumi, tutte intente a favorire i propri interessi sotto 1’ egida protettrice di un Principe, clie tutte arna di eguale affetto e a tutte prodiga egualmente le sue eure, a scopi di particolare benessere e di comune potenza. Pieta religiosa edificante, — animo liberale e raunifico verso tutto ciö clie si attiene al culto divino — magnanimitä cavalleresca — fermezza nel sostenere i propri diritti; indi oblio generoso delle offese — genio caritatevole e proclive al sollievo deli’ umanitä soife-rente, in qualunque forma se ne presenti il bisogno — splendidezza veramente cesarea a sovvegno ed incoraggiamento di ogni beli’ opera deli’ umano ingeguo — giusta intuizione de’ mezzi piü adatti a promuovere la grandezza dello stato ■— senso di giustizia esquisito nel librare in equa lance i diritti e i doveri dei cittadini — affabilitä preveniente e degnevolezza verso ogni genere di persone; — questi ed altri pregi fanno del Nostro Sovrano 1’ amore de’ suoi popoli, l’am-mirazione degli stranieri. Arrogi i doni eletti della mente, come e a dire, 11011 comune conoscenza di lingue; tanto clie il Tedesco, 1’Italiano, il Magiaro, il Czeco, il Croato sentono egualmente suonare dal Suo labvo il gradito accento della loro lingua nazionale — e la straordinaria Sua opero-sitä — e 1’esperienza somma negli aifari molteplici del governo — e 1’ interessamento a cose pure di rilevanza minore nella mole ingente delle faccende di stato — e la prodigiosa sua memoria, in guisa da tener costantemente viva la rimembranza di persone e cose, anche dopo un lasso di anni — ed altre doti di tal fatta, ammirabili e rarissime. Tali pregi dell’Angusto Monarca c 1’ amor patrio tradizionale nei popoli austriaci sono il cemento potente clie tiene unita la Monarchia degli Absburgo, clie vedemmo risorgere a vita novella, attingendo nerbo e vigore dalle stesse traversie. II vivo riflesso delle virtü paterne si vede oggimai in Sua Altezza il Principe Ereditario, cui scorre nelle vene dal lato di madre il sangue illustre della Eeale Famiglia di Baviera, famosa nelle storie passate e presenti pell a protezione accordata alle belle arti ed agli studi d’ ogni genere nella regal Monaco, meritamente appellata 1’Atene della Germania — di quella famiglia, di cui si vede (esempio com-movente di filantropia) il principe Teodoro, una celebrita medica de’ giomi nostri, accorrere a sollievo deli’ umanitä sofferentp, come ogni altro dei benemeriti seguaci di Esculapio. Si cliiari esempi si riflettono, come vi dissi, nel Serenissimo Principe Ereditario, Arciduca Rodolfo. Nato uel castello di Laxenburg il 21 Agosto 1858, fu immensa la gioja dei popoli, quando si seppe il nome a Lui imposto, il nome storico dell’Augusto Fondatore della Diuastia; e non furono se non un’ eco genuina de’ voti generali, le memorabili parole pronuneiate al momento della cerimonia battesimale dal Principe Arcivescovo di Vienna, allorquando disse: „Rodolfo I non avrä ehe a conservare e raantenere ciö ehe il Glorioso suo Genitore Gli lasciera in sicuro retaggio. Possa essere il Figlio Imperiale conforto del padre, gioja della madre, speranza dei popoli! Possa in conformita alla missione tramandata ai Nipoti dal Grande Fondatore della Dinastia, essere savio, forte, fermo come Francesco Giuseppe ed iniziare e finire ogni opera nel santo nome di Dio, acciocche tutto Gli sia seritto a merito il giorno della mercede.“ L’ educazione data al Principe e 1’ indirizzo impresso al Suo carattere ci sono arra sicura ehe i voti deli’ alto Dignitario ecclesia-stico si avvereranno, a lustro e decoro della Monarchia. Voi, miei cari, siete forse talvolta tentati di muover lamento sulle fatiche ehe vi si addossano nella carriera degli studj, sulle difficoltä ehe incontrate, sulle veglie c le privazioni ehe dovete sostenere: voi potete quindi comprender di leggieri quanto maggior travaglio di educazione debba sopportare chi sorti i natali in una reggia ed e chiamato un dl a presiedere al governo di popoli. Incombe ai principi apprendere non solamente tutte le discipline ehe imparate voi, ma molte altre ancora e difficilissime, come lingue vive parecchie ehe voi non cono-scete, e scienze militari vastissime e leggi politiclie e giurisprudenza negli svariati rami di sna applicazione civile, peuale ed internazionale, ed economia politica ed altre tante coso ancora indispensabili per 1’ alta missione cui sono cliiamati. II Nostro Principe Ereditario vi sta innanzi siccome esempio di amore allo studio, di lena infaticabile ed assiduitä. Voi avrete certamente sentito parlare degli esarni da Lui sostenuti alla presenza dell’Augusto Suo Genitore, nelle discipline civili e militari apprese sotto la guida delle piu riputate celebritä accademiche ed universitarie. Egli e perciö ehe ci torna di particolare conforto il vedere di-mostrato a molte prove 1’ entusiasmo del Principe pel prosperamento degli studj ; — degno emulo in ciö del nobile ardore, di cui vediamo acceso 1’Augusto Suo Padre nel favorire il progresso della publica istruzione, col potente impulso dato alle cose scolastiche, coli’ aper-tura e 1’ ampliamento di tanti istituti, colla fondazione di tanti stipendj a pro di giovani študenti, coli’ incoraggiamento a maestri e professori, con leggi liberali e disposizioni eccellenti emanate sotto il Suo Governo a pro delle scuole primarie, medie e superiori. Questo amore agli studj vediamo, come dissi, trasfondersi nel giovane Principe, ehe, oltre a coltivare con successo non comune le scienze militari — di ehe diede saggio in dissertazioni di quell’ argomento compilate da lui e recitate innanzi un puhlico perito di tali materie — dimostra anche un trasporto caldissimo per le scienze civili, in particolare per la storia naturale di cui e cultore assiduo ed appassionato. Alcuni di voi hanno letto di giä il pregievolissimo lavoro letterario (Quindici giorni sul Dannbio), ehe figura nella collezione dei libri destinati a vostra lettura domestica; — libro, che ad aleuno di voi tardava il momento di avere tra le mani; dal quäle traspira un interesse dei piü commendevoli per la storia naturale (ornitologia) e ehe va distinto per luciditä, spigliatezza e facilita nel genere di stile deserittivo. Dello stesso amore del Padre per la studiosa gioventü, avete avuta, tra gli altri, voi stessi una prova, nella generosa elargizione fatta dal Principe nell’ anno 1877 a favore di quelli tra voi, ehe hanno bisogno di ajuto nel sostenere il dispendio della loro carriera in questo Gin-nasio, clie fu graziosamente concesso alla citta di Capodistria dall’Augu-stissimo Imperatore Francesco Giuseppe, — e ehe noi abbiamo il sacro dovere di conservare illeso e di farna illibata ai nostri nipoti. Del suo sentimento religioso, tradizionale nei membri dell’Augusta Casa Imperante, abbiamo avuto teste un esempio edificante nella visita, ehe il Serenissimo Principe volle fare, innanzi a’ Suoi spon-sali, ai luoghi Santi, testimonj eloquenti della pietä de’ Suoi avi, — donde trae conforto ed ispirazione a tante sublimi opere di caritä 1’ Augusto Suo Genitore, Cni non sembra aver pieno il godimento nei lieti avvenimenti di Sua Famiglia, se non ne chiama a parte anche i poverelli e gl’ infelici. Fatti recentissimi sono 1’ elargizioni di Sua Maestä in occasione delle Nozze del Serenissimo Principe e 1’ invito diretto dal Monarca al Municipio di Vienna, di devolvere, a scopi di caritä, buona parte delle somme stanziate a sfarzo di feste e di sontuose dimostrazioni. A tale tesoro di virtü e di pregi rarissimi dell’Augusta Famiglia Imperante, pensate, quäle ornamento sia per arrecare il cospicuo corredo di doti della Serenissima Principessa Stefania, della quäle in uno alle grazie del sesso, si vantano i doni eletti dello spirito, e rara bonta di cuore e costumi semplici e schietti, e gentil trasporto per le arti belle non solo, ma anche pegli studj severi, di aleuno dei quali vien detta assidua cultrice. E combinazione felicissima! Lei unisce pure un vincolo di consanguineitä all’Augusta Nostra Casa Imperante; poiche come sapete dalla storia del Nostro Impero, dalla Grande Imperatrice Maria Teresa discese il geniale Imperatore Giuseppe II, a Cui successe il fratello Leopoldo II di felice memoria ed a questo, Francesco II Imperatore di Germania e 1° Imperatore d’Austria, al quäle furono figli Ferdinando I il Buono ed il defunto Principe Imp. Arciduca d’Austria Francesco Carlo, Padre di Sua Maestä 1’Imperatore Francesco Giuseppe felicemente regnante. A Fran- cesco II Imperatore di Germania era fratello 1’Arciduca Giuseppe Antonio Giovanni Palatino di Ungheria, eh’ebbe tre figli: Stefano, Palatino d1 Ungheria, Guglielmo e 1’Arciduchessa Maria Emichetta Anna, madre di Sua Altezza Reale la Serenissima Principessa Stefania, la sposa di Sua Altezza il Serenissimo Nostro Principe Ereditario. Come vedete, Ella scende per madre dall’Augusta Dinastia Absburgo-Lorena, ed e nipote ai Palatini d’Ungheria Giuseppe e Stefano, nomi venerati e d’indelebile memoria nei paesi ungarici, ove lasciarono ereditä im-peritura di affetti. Di parte paterna Le e avolo Leopoldo I Re del Belgio, paese che in epoca non lontana era, come sapete, una delle perle piü vaghe della Corona austriaca; fino a clie nell’epoca dei rivolgimenti napoleonici venne aggregato alla Francia, verso compenso al legittimo possessore di altre provincie bellissime. All’ ecclissarsi deli’ astro napoleonico, il Belgio venne aggregato all’ Olanda sotto il re Guglielmo I, e rimase unito sotto una dinastia comune fino all’ anno 1831, in cui staccössi e si eiesse a proprio Re 1’ Illustre Principe, di cui vi dissi, rampollo di una della Case principesche meglio riputate in Europa per altezza di senno e nobiltä di sentimenti; voglio dire la Casa Sassonia-Coburgo-Gotha. Fu Leopoldo I il principe encomiato pella memorabile risposta data a chi anni prima gli offriva la corona di Grecia. „Io non posso accet-tare, egli disse, la corona di Grecia, perche la mia coscienza mi dice che non potrei nelle condizioni presenti render felici quei popoli.“— Leopoldo I era legato, in primo voto, con nodo esemplare di affetto a Carlotta Augusta, erede del trono inglese, principessa di rare doti, e disposö poi Luigia d’Orleans, figlia di Luigi Filippo re costituzio-nale di Francia. Da questo connubio nacquero Filippo di Fiandra, l’infelice Maria Carlotta, vedova dell’eroico Massimiliano I, Imperatore del Messico, fratello a Sua Maestä il Nostro Imperatore, e Leopoldo, salito al trono nel 1865, col nome di Leopoldo II Re del Belgio, clie e appunto il Padre della Geutil Principessa Stefania, della quäle oggi si celebrano gli Sponsali col Nostro Principe ereditario. Dei meriti di Leopoldo II e pieno il mondo civile, siccome di principe coltissimo, protettore munifico delle arti e degli artisti — e ne avete voi stessi un bel documento nell’ alta stima in cui tiene un vostro compaesano — il celebre pittore Cesare dall’ Acqua. Leopoldo II e principe amato, come il Nostro, dai popoli a Lui soggetti, al quäle e padre meglio che Sovrano. Patria alla Serenissima Principessa e il Belgio, il bei paese fiorente di commerci e d’ industria e d’ogni prosperitä materiale e morale, — abitato da una popolazione sveglia, intelligente ed opero-sissima, la cui capitale, la gentil Brusselles, si vide negli Ultimi tempi eletta a sede di congressi pedagogici, scientifioi ed artistici interna-zionali; il che avvenne sotto 1’ impulso ed il patrocinio liberale di Sua Maestä il Re Leopoldo II, il cui regno ha confini geografici ristretti, ma estesissimi quelli deli’ influenza su tutte le opere attinenti a civiltä. Voi vedete pertanto nei Serenissimi Sposi una bella illustrazione del detto oraziano: Fortes generantur fortibus et bonis e vi potete imaginare qual lieta prospettiva si apra ai popoli austriaci da cosi auspicato couuubio. Miei cari! Voi studiate la Storia, maestra della vita, e sotto la guida di valenti professori di quella scienza, giungete a conoscere non solo i fatti singoli, ma a dominarne pur anco il nesso, e, mano a mano si acuisce la vostra intelligenza, a misurare d’uno sguardo le vicende dell’nmanitä in generale, senza riguardo ad un popolo piü che ad un altro, a questa piü die a quella nazione; ma a tutte in genere, ed al lavorio di tutte, volto a favorire il progresso generale dell’uma-nitä. Yiviamo in epoca feconda di grandi idee e di sforzi nobilissimi diretti al miglioramento delle condizioni sociali; ne ci angustia il pensiero di trovare impacci e difficolta insuperabili nel favorire il nostro ed il comune benessere. In mano nostra abbiamo i mezzi per pro-gredire; godiamo il beneficio di oneste libertä, di opportune franchigie, di nobili impulsi, di generosi esempj. Ma tale copia di risorse morali ci obbliga d’impegnare ogni nostra forza non solo per arrichire la mente di sode ed utili cognizioni, ma anclie per regolar i nostri affetti, ed imporci quella moderazione e quella savia castigatezza d’ idee, che sole possono renderci possibile l’impiego dei mezzi copiosissimi messi dal Sovrano a nostra disposizione, per elevare il prestigio dello stato, cui la providenza ci fe’ soggetti. L’ Austria, monarebia secolare die resse all’urto di tante vicende nel lungo periodo di sua gloriosa esistenza, impegna oggi piü che mai 1' attivitä de1 suoi figli, affine di trovare in bell’accordo coll’Augusto Mouarca il modo di vita meglio adatto a conciliare lo sviluppo pro-gressivo delle singole nazionalita, coll’afforzamento degli ordini richiesti ad assicurarle il posto di onore, cli’ essa occupa nel concerto delle potenze europee. A voi, giovani, corre obbligo di prepararvi alla futura carriera, che v’ imporrä doveri maggiori e piü severi di quello il possano esser stati nei tempi decorsi. Favella materna e a voi 1’ italiana, lingua bellissima, che avete il mezzo di coltivare in questo istituto — dono prezioso fatto all’ I stria da Sua Mae stil PImperatore — lingua, in cui si trattano le varie discipline iu questo Ginnasio, caldeggiato sempre dall’ Imperiale Governo e portato oggi mai al punto da poter adempiere pienamente all’ alto suo fine. Dalla storia sapete quanto la Nostra Augusta Dinastia sia stata mai sempre larga di patrocinio alle arti ed alle scienze, ed all’ arte italiana in modo speciale; e vi e noto quäle centro animatissimo di vita letteraria e scientifica e di belli e liberali studj in genere, fossero in epoca non lontana il Granducato di Toscana ed il Ducato di Milano, che sotto Tilluminato Governo della Grande ImperaMce Maria Teresa sali a non comune splendore, per gli uomini insigni che allora fiorirono; tra i quali voi Capodistriani vantate uno dei vostri compaesani, il famoso Conte Gian Rinaldo Carli, presidente del snpremo Consiglio di publica economia e decano del tribunale degli stud j in Milano. Che altro vi si domanda, o cari, se non ehe vi coltiviate quanto piü potete; ehe arricchiate la mente di svariate cognizioni per isfrut-tarle un dl nel campo della vita privata e publica, se a questa sarete chiamati. L’ utile e tutto vostro, e della vostra coltnra e di quella dei vostri colleglii, che popolano le scuole numerosissime e distinte del Nostro Impero, si accrescerä sempre piü il prestigio morale dello stato. Bella e, o giovani, la scienza, ch’espande i suoi raggi in ogni angolo della terra apportatrice di lumi e d’ innenarrabili vantaggi al-1’ umanitä; belli sono gli studj letterarii, siano dessi ispirati all’utile od al diletto, od ali’ uno e ali’ altro insieme abbinati; bellissimo orna-mento dell’umana civiltä sono le arti, che con nome lor proprio si addimandano belle per eccellenza; bello e in genere e vagheggiabile ogni studio volto a dilatare i limiti dello scibile, in qualunque dire-zione li scorga la scintilla divina deli’ umano ingegno: ma ciö che forma la felicitä degli stati non e 1’ estensione del sapere solamente, non le molteplici risorse materiali, che possono oggidi affluire copio-sissime merce gli splendidi trovati delle scienze; non le leggi e le disposizioni cui si appoggiano gli egregi ordinamenti civili e militari de’ giorni nostri; non tutto questo solamente, ma quello ehe sta in cima a tutto ciö ed e il primo tra i doveri imposti ad ogni istituto educativo — il progressivo perfezionamento morale dell'ente piü nobile negli stati, ehe e l’uoxno. Questo vuol esser educato a savi e forti princip! di ordine, di morigeratezza, di rispetto alle leggi ed alle istituzioni dello stato; questo vuol esser diretto fin dai primi anni a farsi deli’ esercizio de’ propri doveri una religione, a moderare i suoi affetti, ad indirizzare ogni suo pensiero ed opera al vantaggio ben inteso di se e della societä in cui vive. La nostra Monarchia e tra le prime, che hanno il vanto di pos-sedere le migliori scuole di coltura media e superiore, e da queste si attendono non soltanto frutti di sapere adeguati agli ingenti sacrifici e dispendj ehe costano; ma, ciö ehe mette il colmo alla felicitä sociale, cittadini virtuosi e pronti ad ogni piü generoso sacri-ficio a pro dello stato e lealmente affezionati a Sua Maestä 1’Im-peratore ed al Suo Governo. A me in primo luogo ed ai miei colleglii nel magistero, i signori Professori di quest’ istituto, e commesso si geloso mandato, ed e tra i nostri doveri il piü gradito questo appunto, di mettere ogni nostra forza nel rispondere pienamente alla Sovrana flducia in noi riposta. A questo scopo eminentemente educativo mira 1’istituzione di tante scuole negli stati europei, cui incombe il sacro dovere di preparare le giovani generazioni alla carriera sociale, oggidi assai ardua e soggetta a mille vicende e perigli, cui non b dato superare, se non abbiasi Tanimo temperato a gagliardia di convinzioni ed a sericta di propositi. Studiate dunque con alacritä, utilizzate tutto il tempo ed i doni dello spirito di cui vi fu larga la Provvidenza; accumulate per la vostra vita futura il maggior tesoro di cognizioni ehe potete; e cosi operando null’ altro farete ehe provvedere al vostro avvenire, compen-serete le eure de’ vostri eari e restituirete allo stato in misura centupli-cata quant’esso provvede al vostro e comune vantaggio. Di tali eure dello stato, avete un eloquente esempio in questo stesso istituto ove fate gli studj — istituto favorito, come vi dissi, d’ogni maniera d’ incoraggiamenti e di sussidi dali’Imperiale Governo; tanto che non e appena porta una domanda diretta al bene del medesimo, ehe non la si vegga generosamente esaudita. Yoi avete il beneficio di aecudire agli studj ginnasiali in una lingua, ehe e per la massima parte di voi lingua materna e mi con-fortano — lo dico a vostro elogio — 1’amore e la cura ehe mettete nello apprendere la lingua dello stato, ehe avete pure agio d’impa-rare in questo ginnasio, in guisa da poter, gradatamente perfezionandovi, arrivare all’ ambito possesso della medesima; il ehe vi aprirä un vasto orizzonte, non solo per ispaziare nei campi della seienza, di cui la nazione alemanna e sovrana maestra; ma anche per ispiegare i vostri talenti e le vostre cognizioni nell’ arringo della vita publica nel nostro Impero, di cui quellsv lingua fe saldo cemeiito di unitii e di forza. Voi siete o giovani in un’ etä che si puö dire la primavera della vita; tutto vi arride e vi alletta, e degli ardui problemi proposti all’umana attivitä non avete puranco un sentore. — La fantasia negli anni vostri si accende di leggieri e vi dipinge in colore roseo le vicende della vita cui andrete voi pure soggetti un giorno, quando, cessate le illusioni, vi troverete di fronte alla realta delle cose, e vedrete che non e oro tutto ciö che luce e ehe della felicitä od in-felicitä nostra siamo in somma parte noi stessi gli autori. Ma comunque studiosissimi voi possiate riuscire — e ve 1’ auguro di cuore — ed ardenti di zelo pel bene publico; comunque vaghezza un di vi prenda di agire voi pure colla parola e coli’ opera nel campo delle migliorie e delle riforme sociali, ehe si studiano oggidi con ardore appassionato nelle palestre parlamentari: se un giorno sarete chiamati a cooperare voi pure efficacemente nell’ interesse publico, vuoi nella cerchia ristretta della vostra provincia o cittä natale, od in quella piü larga ehe e segnata dai confini vastissimi della Monarchia austro-ungarica, ehe e a noi, come a tante illustri nazioni patria comune — ricordatevi sempre ehe progresso e libertä sono nomi vani, se non si effettuano insieme allo sviluppo di quelle virtü cittadine che muovono dalla fede in Dio e dali’ ossequio illimitato al principio deli’ Autoritä incarnata nella sacra Persona deli’ Augusto Imperante, e si traducouo in effetto colla tolleranza reciproca, col rispetto alle opinioni altrui, colla sogge-zione del proprio al comune interesse, coli’ abnegazioue di se e col-1’ adempimento coscienzioso de’ propij doveri. Queste sono le virtü che formano la felicitä dei popoli; questi gli uniči modi efficaci a promuovere ciö che sta nei voti di ognuno — non di pochi soltanto — il vero progresso materiale e morale degli stati e degli individui. Preghiamo quindi fervidamente 1' Altissimo che ci conservi per lunglii anni la preziosa esistenza di Sua Maestit il Nostro Augustis-simo Imperatore; che prosperi ogni Sua impresa, che coroni ogni sua opera. Facciamo voti che Dio accumuli nell’ Augusta Sua Fami-glia tutti i conforti e le gioje piü belle della vita; che faccia pago l’unico desiderio ardente ch’Egli ha, di veder felici tutti i popoli soggetti al glorioso Suo scettro. I nostri augurj, fervidi sempre, si elevino piü ardenti in questo giorno solenne, in cui il santo nodo conjugale uuisce il cuore del Figlio Suo, il Serenissimo Principe ereditario Rodolfo, speranza e conforto degli Augusti Genitori, a quello della Gentil Principessa Stefania, in un connubio benedetto dal cielo, applaudito dali’ Europa, festeggiato con giubilo innenarrabile dai popoli austriaci, siccome presagio di lieto avvenire. Alla concorde ed espansiva esul-tanza di tutti in questo giorno auspicato, uniamo noi pure il modcsto, ma non meno sincero tributo di affettuoso omaggio e di cordiale feli-citazione agli Augusti Sposi, e come giä cantö il grande Parini in uno slancio di gioja pel lieto volgeredelle sorti austriache, esclamiamo noi pure, dali’intimo del cuore: „Viva, o Signor, viva in eterno, evviva L1 alta stirpe regal, ch’ ami e proteggi.“ Cav. GIACOMO EAEUDER i. r. Direttore ginnasiale. PARTE III. NOTIZIE INTOEJW AL GINNASIO. Cronaca delF Istituto. L’ anno scolastico 1880-81 si aperse, come di legge, il 1. Ottobre 1880 collo stesso personale insegnante deli’ anno precedente, dal prof. Alberto Casagrande in fuori, che ottenne per motivi di salute un per-messo per tutto il corso del I sem. e fu supplito dal candidato al magistero ginnasiale Sig. Elio Longo. L’ iscrizione diede confortevoli risultati, essendosi immatricolati in sulle prime non meno di 28 scolari piü che nell’anno scolastico precedente. II 4 Ottobre 1880 fu, come di solito, giorno solenne pel Gin-nasio per la ricorrenza deli’ Onomastico di S. M. il Nostro Augu-stissimo Imperatore. II 10 Maggio, Nuziale auspicatissimo di S. A. I. B. il Serenis-simo Principe Ereditario Arciduca Eodolfo con S. A. R. la Serenissima Principessa Stefania del Belgio fu, come in tutti gl’ istituti scolastici della Monarchia, giorno di festa in questo Ginnasio e venne celebrato nei modi che piü si credettero adatti ad esprimere i sentimenti di viva esultanza. La sera innanzi, 1’ edificio ginnasiale venne illuminato; il giomo di poi la scolaresca ed il Corpo insegnante assisterono all’ Ufficio divino nella Cattedrale; dopo di che scolari e professori si radunarono nella Sala maggiore deli’istituto messa a festa e fregiata delle ima-gini delle LL. M. Imperiali e dei Serenissimi Sposi. Qui si celebrö il fausto avvenimento con un’accademia poetico-filarmonica, giusta il seguente programma: 1. L’inno dell’Impero, cantato e suonato da scolari dell’Istituto. 2. Discorso d’occasione del Direttore deli’ Istituto. 3. Bipetizione della prima strofa delT inno dell’ Impero. 4. Un’ode anacreontica d’occasione del prof. ab. Schiavi, decla-mata dal fanciullo Giuseppe Manzutto. 5. Suonata di violino (la preghiera di Mose) dello scolaro Emilio Czastka. 6. A solo a violino (fantasia del Beriot) eseguito dal signor maestro Czastka. 7. Coro di študenti (Versi d1 occasione del Eev. Mons. Favento, e musica del maestro Czastka). 8. Un duetto a violini suonato da scolari deli’Istituto. 9. Un sonetto d’ occasione del prof. ab. Schiavi, declamato dal giovanetto Giorgio Gžnin. La festa scolastica onorata della presenza dei Capi delle Spett. Autoritä locali e da altre cospicue persone, riuscl bellissima e lascid grata impressione. Nel pomeriggio, tutto il Corpo insegnante preše parte al banchetto di gala datosi nella Sala del Casino della Loggia allo scopo di solennizzare la giomata. Cosi beli’ occasione fu pure incentivo agli študenti agiati di dare un saggio del loro buon euore, contribuendo con Offerte in danaro a pro del fondo di beneficenza ginnasiale, destinato a sussidiare gli študenti meno favoriti di mezzi di fortuna. II giorno 25 Maggio, il Ginnasio ebbe 1’ alto onore di una visita da parte di Sua Eccellenza il Signor Luogotenente Sisinio Barone de Pretiš, ehe colla affabilitä e la cortesia ehe lo distinguono si compiacque di assistere alle lezioni in tutte le classi, dirigendo qua e la agli scolari parole d’incoraggiamento e di elogio. I giomi 6, 7, 9 Maggio 1’ Istituto venne onorato della presenza di Sua Signoria IHustrissima l’i. r. Ispettore scolastico provinciale Ernesto Dr. Gnad, non ha guari insignito da S. M. 1’imperatore del-1’ Ordine di Cavaliere della Corona Ferrea, ehe coli1 abituale suo inte-ressamento pel benessere del Ginnasio ne esegui 1’ ufficiosa ispezione. II Ginnasio venne, come di solito, favorito d’ ogni maniera di appoggio dali’ Ecc. i. r. Autoritä scolastiche e dalle Spett. Autoritä provinciale e comunale, e da private persone. Oltre ai doni di libri e mezzi d’ istruzione l) ricevuti in dono nel corso deli’ anno dali’ Ecc. Ministero, dali’Ecc. Luogotenenza, dall’Imp. Accademia, vanno ricor-dati con riconoscenza i Signori Antonio Orbanich ispettore scolastico distrettuale, che regalö per la seconda volta una collezione di monete; il Sig. Giuseppe cav. Palina emerito capitano del Lloyd che fu cortese di opere per la biblioteca; il sig. Vincenzo marchese de Gravisi egual-mente. II Sig. Michele Robba possidente in Pola come di solito provvide con generoso contributo ali’ineremento del fondo di beneficenza. A questo pio scopo contribuiscono con costante e liberale premura la Sp. Giunta provinciale e l’Inclito Municipio locale. La cronaca di questo anno registra un fatto consolantissimo, che pud essere eccellente preludio alla prosperitä futura di questo Ginnasio. Quando lo serivente 1’ anno scorso nella breve dissertazione da lui dettata sul tema della sorveglianza domestica della gioventü ginnasiale, accennava cosi di volo, verso la fine, alle modalitä con che potrebbesi dar vita ad un collegio o meglio alunnato utilissimo per educare e guidare opportunamente giovani študenti ehe sentono disposizione per la carriera ecclesiastica; egli interpretava, senza sa-perlo, un pensiero balenato di giä nella mente di un alto personaggio ecclesiastico, 1’ Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Giovanni Nepomuceno Dr. Glavina, vescovo della diocesi Parenzo-Pola. Accolta 1’ idea — 1’ appello alla Spett. Giunta provinciale, alle Comuni, Chiese ed ai diocesani in generale; il destarsi di una gara ’) L’ elenco dei doni e degli acquisti pella collezione dei mezzi d’ istruzione verra publicato in altra occasione, non essendo ancora totalmente a disposizione della Direzione tutti i mezzi a ciö stabiliti. commendevolissima in favorire con ogni mezzo im progetto cosi utile ; le Offerte di considerevoli contributi al pio Fondo diocesano istituito a tal fine; la scelta e Finviamento a Capodistria di undici giovanetti; 11 collocaraento dei medesimi iu una famiglia adatta, sotto la sorve-glianza di persona costituita in dignitä ecclesiastica e idonea in sommo grado ali’importante ufficio della gnida morale dei giovanetti; — 1’ appresto, in una parola, di tutto 1’ occorrente per dar principio ad im’ opera si santa, fu faccenda di pochi giorni. II „Regolamento interno“ per gli allievi sussidiati dal „Fondo diocesano“ porta la data dei 12 Settembre 1880, e suona nelle sue parti principali come segne: 1) Gli allievi avranno per cura del fondo diocesano comune V abita-zione, con letto e lume, inoltre il vitto, il Imcato e la riparatura di biancheria; e in caso di malattia anche l’ assistenza medica gratuita ecc. Segnono altri articoli riflettenti piü da presso le modalita del-1’alimento, vestiario ed altre discipline interne; poi 1’Art. 12: Monsignor Vcscovo di Parenzo dclegherä un sacerdote di sna fiducia, per far in-vigilare sul trattamento dei dozzinanti, sui loro costumi, sid progresso nello studio e sara compito di questa persona di correggere paterna-mente gli erranti, e riferire il tutto coscienziosamente a Monsignor Vescovo per sna notizia ed affinclie disponga a suo beneplacito sid da farsi ulteriormente. Art. 13: Gli allievi che non riportassero almeno la seconda nota in „costumi c applicazione “, nonche la „prima classe in progresso verranno privati del sussidio dal fondo diocesano e licen-siati dalla casa comune. Lo statuto e firmato da Monsignor Vescovo, nonche dal decano capitolare Domenico Sillich e dal canonico Nicolö Pajalich quali amministratori. L1 alunnato sorto come per incanto, e sulla via di un conforte-vole ampliamento e prossimo ad aver 1’ assetto pienamente adatto al suo fine. A quest’ ora e giä pronto il locale apposito, adattatissimo per raccogliere allievi in maggior numero; e stabilita la persona eccle-siastica incaricata della sorveglianza morale e materiale deli’istituto con dimora entro al medesimo; pronto e il mobigliare, il personale di servizio ecc., e 1’ istituto fungerä in piena regola col 1. Ottobre di quest’ anno. L’eloquenza di questi fatti dispensa dal render elogio alle per-sone, cui va aseritto il merito di cosi utile istituzione. Fatti luttuosi deve pure registrare la cronaca di quest’ anno scolastico. Durante le vacanze autunnali moriva in Zara 1’Illustrissimo e ßevereudissirao Mons. Stefano cav. Zarich, ultimamente ispettore anche di quest’ i. r. Ginnasio, che il defunto onorö costantemente di affettuose premure, lasciando titolo perenne di gratitudine. Moriva pure nel corso deli’ anno lo scolaro della V Classe Domenico Quarantotto, modello di uno scolaro morigerato e diligente. Capo&istria, Luglio 1881. 6* Babuder Direttore. PERSONALE INSENGANTE Giacomo Babuder — Cav. delTOrdine di Francesco Giuseppe, membro dell’Eccelso i. r. Consiglio scolastico provinciale dell’Istria, deputato della cittä di Capodistria alla Dieta provinciale, membro della Eappresentanza cittadina e del Consiglio scolastico locale, Consigliere di amministrazione del Pio Istituto Grisoni — Direttore; insegnö lingua tedesca nella V, lingua greca nella VIII, lingua latina nella VII; ore 13. DOCENTI EFFETTIYI Mason Carlo — Professore, capoclasse nella VI — insegnö latino nelle classi III e VI; italiano nella VII; ore 15. Casagrande Alberto — Professore, capoclasse nella I — insegnö nel II sem. latino ed italiano nella I, ore 13. Schiavi don Lorenzo — Socio corrispondente dell’Accademia artistica liaffaello d’ Urbino, della filosofico - medica di San Tomaso d’Aquino, dell’Ateneo di Bassano, dell’Accademia romana di Eeligione cattolica, — secondo esortatore religioso — Professore, — insegnö italiano nelle classi IV, V, VI, VIII; Propedeutica nella VII e VIII; ore 16. Sbnelz Carlo — Custode del Gabinetto di fisica, capoclasse nella VIII — Professore — insegnö matematica nella V, VI, VII, VIII; fisica nella IV, VII, VIII; ore 21. Vettach Ginseppe — Professore — attualmente incaricato delle funzioni d’ispettore scolastico distrettuale, colla sede in Gradišča. Disertori Pietro — Professore, capoclasse nella VII — insegnö Storia e Geografia nella II, III, V, VII; italiano nella III; ore 17. Petris Stefano — Professore — insegnö italiano nella II, Storia e Geografia nella I, IV, VI, VIII; ore 17. Zernitz Antonio — Professore, capoclasse nella V — insegnö greco nella IV e VI; Latino nella V; tedesco nella VII; ore 18. Gerosa Oreste — Custode del Gabinetto di Storia naturale; membro dell’i. r. Commissione esaminatrice per le scuole popolari e civiche — Professore — insegnö matematica nella II, III, IV; Scienze naturali nella I, II, III, V, VI; ore 20. Artico dou Giuseppe, docente di religione e primo esortatore reli-gioso; insegnö religione in tutte le classi e matematica nella I; ore 19. Pola Pietro — capoclasse nella II — insegnö latino nella II; greco nella III e VII; ore 17. Majer Francesco, supplente esaminato nella filologia classica per tutto il ginnasio — capoclasse nella IV — insegnö latino nella IV e Vlil; greco nella V; ore 16. Bisiac Giovanni, supplente esaminato nella filologia classica e nella lingna tedesca — Bibliotecario — insegnö lingna tedesca nella I, II, III, IV, VI, Vlil; ore 18. Krištofič Matteo — maestro nella scuola deli’ i. r. Casa di pena in luogo — docente straordinario detta lingna slava (tre corsi; ore 6). Gianelli Bartolomeo — Pittore accademico — docente straordinario del disegno (due corsi; ore 2). Komarek Antonio — membro del corpo insegnante deli’ i. r. Istituto magistrale in luogo — docente di ginnastica e calligrafia (ore 6). Czastka Giuseppe — maestro di mušica nell’ i. r. Istituto magistrale in luogo; insegnö il canto (due corsi; ore 2). Commissario vcscovile peli’ istruzione religiosa II M. ß. Monsignor Canonico Giovanni de Favento. Civica Deputazione ginnasiale Sig. Augusto Dr. Gallo „ Giovanni Dr. de Manzini „ Pio Dr. Gambini. Zorn Giuseppe, bidello, inserviente ai Gabinetti e custode del fabbricato. PIANO SPECIALS D’ INSEGNAMENTO NELL’ANNO SCOLASTICO 1880-81. CLASSE I. — Religione. I. sem. Spiegazione del Simbolo apostolico, deli’ orazione domenicale, del decalogo, dei cinque precetti della chiesa e della giustizia cristiana. II. sem. Delle Domeniche e feste della chiesa cattolica colle varie cerimonie. — Italiano. Esposizione della parte etimologica della grammatica del Demattio, con esercizi di analisi grammaticale. Esercizi di grammatica logica. Proposizioni semplici e composte. Teoria della narrazione con alcune favole dei migliori autori da mandarsi a memoria. Un tema scolastico ed un domestico per settimana (brevi narrazioni). Libro di lettura per le classi del Ginnasio inferiore. P. I. — Latino. I primi elementi della grammatica, compresa la conjugazione nella forma attiva e passiva dei verbi regolari e deponenti. Lettura con minuta analisi e traduzione. Esercizi di memoria. Temi: Resoconti in iscritto delle traduzioni del libro di lettura. Testi: Schultz, Grammatica latina. Libro d’ esercizi dello stesso Schultz, trad. Fornaciari. — Tedesco. Grammatica, fino alla declinazione debole del sostantivo. Lettura dal Müller (corso pratico di lingua tedesca) fino alla pagina 80. Compiti: nel II. sem. uno scolastico ed un domestico per settimana alternativamente. — Geografia. Principi di Geometria matematica. La geografia fisica e politica deli’ Europa, Asia, Africa, America ed Australia. Esercizi di disegni geografki a casa ed in iscuola. Testo Klun, parte I. — Matematica. Aritmetica: le quattro operazioni fondamentali con numeri interi e le frazioni ordinarie. Geometria in-tuitiva: linee, angoli, triangoli, quadrilateri e loro principali caratteri. Testo Močnik. — Scienze naturali. I. sem.: i Mammiferi. II. sem.: gl’Insetti. Testo: Pokorny trad. da Salvadore e Lessona. CLASSE II. — Religione. Dei Ss. Sacramenti e delle cerimonie nell’ amministrazione dei medesimi. — Italiano. Esposizione della Sintassi. Definizione della proposizione e delle sue specie, della frase e del periodo. Analisi logica di proposizioni semplici e composte. Brani facili di poesia da mandarsi a memoria. Un tema scolastico ed un domestico per settimana. Testo: Libro di lettura ecc. parte II. — Latino. Ripetizione delle parti regolari e svolgimento delle irregolari dalla grammatica dello Schultz. Lettura dal testo di esercizi dello Schultz; versione e analisi. Esercizt di memoria, Preparazione. Temi: ogni quindici giorni, un tema in iscuola. — Tedesco. Elementi della Grammatica fino al verbo. Esercizi con-tinui dal Müller, „Corso pratico“, lino al termine della parte I. Compiti: dne in iscuola e due a casa ciascuu mese. — Geografla e Storia. Due ore di geografia e due di storia. Storia antica. Geo-grafia speciale deli’ Africa, Asia e dei piü rilevanti fiumi d’ Europa. Geografia speciale deli’Europa meridionale. Testi: Weiter vol. I.; Klun parte III. — Matematica. Aritmetica: frazioni ordinarie e decimali, regola del tre con applicazione, calcolo del percento, metodo delle parti aliquote, cognizione delle misure e dei pesi. Geometria: equivalenza ed eguaglianza dei triangoli, loro costruzione e principali proprietä dedotte dali’ eguaglianza. Poligoni, misurazioni delle figure rettilinee. Teorema di Pittagora. Trasfonnazione delle figure retti-linee e loro partizioni. Somiglianza dei triangoli. Costruzioni basate sulla somiglianza dei triangoli; somiglianza dei poligoni. Testo: Močnik. — Scieuze naturali. I. semestre: Completamento della Zoologia, cioe: uccelli, rettili, pešci, molluschi e radiati. II. sem.: Botanica. Testo: Pokorny. CLASSE III. — Religioue. Storia sacra deli’ antico Testa-mento colla Geografia della Terra Santa. — Italiano. Figure gram-maticali ed esercizi sugli usi particolari dei verbi e delle particelle. Esercizi di memoria con analisi logica sopra varie poesie e sopra brani del libro di testo (libro di lettura p. III). — Latino. Grammatica Schultz: dottrina dei casi. Lettura: Cornelio Nipote „Vita degli illustri generali* (Atticus, Cato; De Eegibus; Hamilcar; Hannibal; Alcibiades; Trasybulus; Conon; Dion; Ipbicrates; Chabrias; Timotheus; Datames; Epaminondas; Pelopidas; Agesilaus; Eumenes). Esercizi di memoria. Preparazione. Temi: nel I. sem. un tema scolastico ogni setti-mana, nel II. sem. un tema ogni 14 giorni.— Greco. L’etimologia fino al Perfetto, giusta Curtius, appoggiata al libro d’ esercizi dello Schenkl. Esercizi di memoria, preparazione in iscritto. Temi per casa ed in iscuola nel II. semestre, ogni 14 giorni. — Tedesco. Grammatica: la congiunzione debole e forte. Müller: „Corso pratico“ vol. II. fino alla pag. 81. Esercizi e compiti come sopra — mandare a memoria. — Geografla e Storia. I. semestre : 2 ore geografia ed 1 ora storia; II. semestre: 2 ore storia, 1 ora geografia. Storia del medio evo. Geografia speciale deli’ Europa settentrionale, deli’ America e dell’Au-stralia. Testi: Weiter parte II. Klun parte III. —Matematica. Algebra: le quattro operazioni con interi e frazioni, innalzamento a potenza ed estrazione della radice quadrata e cubica. Geometria: cercbio, linee e poligoni regolari inscritti e circoscritti, calcolo della periferia e della superficie del cerchio. Testo: Močnik. — Scieuze naturali. I. sem. ore 2, II. sem. ore 3. I. sem.: Mineralogia. Testo: Pokorny. II. sem. Fisica: Generalitä dei corpi. Chimica inorganica. Testo: Schabus. CLASSE IV. — Religioue. Storia del nuovo Testamento coli’ applicazione della Geografia della Terra Santa. — Italiano. Riepilogo di tutta la Grammatica. Lettura dal testo indicato nelle classi precedenti, parte IV.; con commenti grammaticali e storici. Esercizi (li memoria sopra poesie classiche. Regole della versificazione italiana. Un tema scolastico ed un domestico per settimana. — Latino. Teoria dei casi e dei modi con analoghi esercizi; esaurimento della sintassi (2 ore). Lettura: „Cesare de bello gallico“ (lib. I, IV, VI, VII) (4 ore). Esercizi di memoria, preparazione. Temi: ogni settimana im tema scolastico. — Greco. Dal Perfetto fino ad esaurire la parte etimologica. Traduzione degli esercizi dello Schenkl con applicazione della grammatica di Curtius. Esercizi di memoria. Preparazione. Temi: Un tema ogni 14 giorni. •— Tedesco. Grammatica: Verbi irregolari e composti; reggenza dei verbi; avverbi, preposizioni, congiunzioni ed interjezioni. Lettura: dal Müller, „Corso pratico“, il resto del II. vol. Esercizi e compiti come sopra. Mandare a memoria. — Geografla e Storia. I. semestre: 2 ore geografia, 1 ora storia; II. semestre: 2 ore storia, 1 ora geografia. Storia moderna. Geografia e statistica deli’Austria e del Litorale in ispe-cialitä. Testi: Weiter parte III. Klun parte II. — Matematica. Algebra: Del permutare e combinare. Rapporti e proporzioni, regola del tre semplice e composta; regole d’ interesse semplice e composta; regola di societä; equazioni di primo grado ad una incognita. Geo-metria: Ellisse, iperbole, parabola, cicloide, linea ovale e spirale. Stereometria: Posizione reciproca di linee e piani; specie principali di corpi solidi; calcolo della loro superficie e del loro volume. Testo: Močnik. — Scienze natnrali. Fisica: meccanica, acustica, magne-tismo, elettricitä, ottica. Testo: Schabus. CLASSE V. — Religione. La chiesa e i suoi dommi, parte I. Apologia. La chiesa cattolica e la sola vera chiesa di Gesü Cristo. — Italiano. Nozioni generali silila poesia e sulla prosa, sui traslati e figure, sulla buona locuzione italiana. Storia della letteratura dei secoli 200, 300, 400, giusta il Testo Schiavi: „Manuale di Letteratura“, parte I. Esercizi di memoria. Un tema scolastico ed un domestico ogni 15 giorni. — Latino. Lettura: da Livio lib. I. — Da Ovidio Trist. I 1; II 3; IV, 10. — Amor. I 15; Fasti III 523-656; IV 419-618; VI 419-454. Metam. I 89-415; XI 1-193. Ripetizione della sintassi appoggiata al libro di esercizi dello Schultz, trad. Fornaciari, nonche appositi esercizi di memoria. Temi: ogni 14 giorni un tema per casa, ogni 4 settimane un tema in classe. — Greco. Lettura dallo Schenkl, Crestom. di Senofonte: Ciropedia I, II, III, IV, V. Omero Iliade III, VII, VIII. Esercizi di sintassi sull’ uso dei casi, delle preposizioni e dei tempi appoggiati al testo apposito dello Schenkl. Esercizi di memoria. Preparazione. Temi: uno ogni 4 settimane. — Tedesco. Ripetizione delle parti piü importanti della morfologia accompagnate da copiosi esercizi. Sintassi: norme principali riguardo al collocamento delle parole nelle proposizioni principali e dipen-denti. Inversione; uso deli’ infinito e participio, avverbio, preposizione; esercizi di memoria e di traduzione dall’itaüano in tedesco e viceversa. Testi: Fritsch, Grammatica; Müller, Libro di lettura parte II. Neumann e Gehlen parte I. Compiti: uno in iscuola e due a casa ciascun mese. — Geografia e Storia. Storia antica fino alla caduta della repubblica romana 30 a. C. Geografia relativa. Temi storici sui caratteri delle varie epoclie e personaggi. Testo: Pütz, parte I.— Matematicn. Algebra: le quattro operazioni con interi e frazioni; frazioni continue, rapporti e proporzioni, regola d’interesse semplice, regola di societä. Geometria: Planimetria. Testo: Močnik. — Scienze naturali. I. semestre: Botanica sistematica. Testo: Bill. CLASSE VI. — Religione. La Claesa e i suoi dommi, p. II. I dommi cattolici svolti nel loro nesso e nei loro rapporti. — Italiano. Dell’ invenzione. Nozione delle varie specie di componi-menti poetici. Storia della letteratura dei secoli 500, 600. Testo come nella Y. p. II. Esercizi di memoria. Compiti come sopra. — Latino. Lettura: di Sallustio: Catilina e Giugurta; Virgilio Eneide I, H, III. Esercizi di memoria. Preparazione. Temi come nella V. — Greco. Omero Iliade IV, V, VI. Crestom. Schenkl. Anabasi di Senof. VII, VIII; Detti mem. I, II, III. Continuazione della sintassi con esercizi a voce ed in iscritto appoggiati al testo (1 ora per setti-mana). Preparazione. Temi: ogui 4 settimane un tema. — Tedesco. Grammatica: ripetizione e maggiore sviluppo delle teorie sintattiche. Dottrina dei casi. Costruzioni. Testo di grammatica, Fritsch. Lettura: Neumann e Gehlen p. II. Traduzione ed analisi di brani scelti pro-saici e poetici. Compiti uno scolastico e due domestici ciascun mese. Esercizi di memoria. — Geografia e Storia. Storia dei medio evo dal 30 a. C. fino alla scoperta deli’ America 1492. Geografia relativa. Testo: Pütz, parte II. — Matematica. Algebra: Teoria delle potenze e delle radici, logaritmi, equazioni determinate di primo grado ad una e piü incognite. Geometria: Stereometria, Trigonome-tria piana. Testo: Močnik. — Scienze naturali. I. sem.: Antropologia. II. semestre: Zoologia sistematica. Testo: Schmarda. CLASSE VII. — Religione. La morale cattolica. Testo: Wap-pler (trad. ital. approv.) — Italiano. Dello stile. Storia della letteratura dei 700, 800 dal testo Schiavi: »Manuale di letteratura“ p. III. Illustrazione della I. Cantica di Dante, di cui i brani migliori da apprendersi a memoria. Un tema scolastico ed un domestico ogni 15 giorni. — Latino. Virgilio, Eneide c. VII, IX, X, XII. Cicerone: pro Milone, Dejotaro, Ligario. Esercizi stilistico-grammaticali. Esercizi di memoria. Preparazione. Temi come nella V. — Greco. Omero Od. I, II, III, IV, VII. Demostene: I Olintica; itspt twv Iv Xeppov^aq) itspi elpr;vrjs. Preparazione domestica. Esercizi sintattici, giusta il testo A. Casagrande: Eaccolta di esercizi greci ad uso dei licei e ginnasi. Temi desunti dai brani letti, uno scolastico ed un domestico ciascun mese. Esercizi di memoria. — Tedesco. (Uso della lingua tedesca nelTistrazione.) Ripetizione di tutta la sintassi. Lettura: Neumann e Gehlen, parte III. Grammatica Fritsch. Traduzione ed analisi con osservazioni filologiche. Esercizi di memoria. Compiti come sopra. ■— Geografia e Storia. Evo moderno colla Geografia relativa. Quadri cronologici. Testo: Pütz, p. III. — Matematica. Algebra: Ripeti-zione delle equazioni di primo grado ad una e piü incognite. Equa-zioni di secondo grado ad una e piü incognite. Equazioni esponenziali; progressioni aritmetiche e geometriche; calcolo d’ interesse composto. Geometria: Eipetizione della Trigonometria piana. Geometria analitica. Testo: Močnik. — Scienze naturali. Fisica: Generalitä dei corpi. Meccanica: Principi di cliimicainorganica. Testo: Münch (trad. Mora). — Propedeutica. La parte logicale. Testo: Schiavi. CLASSE VIII. — Religione. Storia della Chiesa cattolica. Ripetizione dei punti culminanti della dogmatica e della morale. Testo: Wappler (trad. ital. app.) — Italiano. Riassunto della storia della letteratura. Illustrazione degli Ultimi canti delT Inferno di Dante, della II. Cantica e di alcune parti della III., di cui i brani migliori da apprendersi a memoria. Un tema scolastico ed un domestico ogni 15 giomi. — Latino. Orazio, Carmi, I. 1, 2, 3, 7, 10, 11, 12, 14, 15, 18, 20, 22, 28, 29, 31, 37. II. 1, 2, 3, 6, 7, 9, 13, 14, 16, 17, 18, 20. III. 1, 2, 3, 4, 5, 13, 17, 24, 25. Epod. 1, 2, 9, 7. Carmen seculare. Satir. I. 1, 9. II. 6, 8. Epist. I. 2, 10, 16. Tacito, Hist. I. 1-64. Annal. I. e la Germania. Esercizi come nella VIL Mandare a memoria. Preparazione. Temi come nella Y. — Greco. Platone: Cri-tone, Fedone. Omero Od. c. XIII, XVH, XXII. Esercizi di memoria. Temi come nella VII. — Tedesco. (Uso della lingua tedesca nell1 istru-zione.) Lettura: Neumann e Gehlen, torno IV. Esercizi di versione libera fatta sopra qualche autore classico italiano. Letteratura nel II. semestre: Cenni sui principali periodi della storia letteraria tedesca. Grammatica Fritsch. Compiti come sopra. Esercizi di memoria. — Geografia e Storia. Storia austriaca e riepilogo della storia universale. Geografia e statistica deli’ impero Austro-Ungarico. Testo: Haimai (Geografia e statistica dell’ impero Austro - Ungarico). — Matematica. Ripetizione di quanto fu trattato nei corsi antecedenti. Soluzione di scelti problemi. Testo: Močnik. — Scienze naturali. Fisica: acustica, calorico, magnetismo, elettricitä, luce. Testo: Münch (trad. Mora). — Propedeutica. La parte psicologica. Testo: Schiavi. Corso straordinario di lingua tedesca. Esercizi di conversa-zione in lingua tedesca tenuti dal Direttore due volte per settimana agli študenti del Ginnasio superiore. TEMI D’ IT ALI ANO dati per cömpiti alle classi del Ginnasio superiore. Classe V. La prefazione clie farei a’ miei componimenti, se fossi obbligato (misericordia!) a stamparli. — Alla vista d’un pescatore ehe farnetica per cupidigia di oro (racconto), guardiamoei dagl’immo-derati desiderj, nascenti da risealdo di fantasia. — La grande gioia di Cristoforo Colombo e de’ suoi compagni al vedere la terra, dopo si lunga e penosa navigazione. — Le belle virtü di Eodolfo d’Absburgo, capostipite della imperial Casa regnante. — Scipione, detto 1’Africano ehe salva in guerra suo padre. — Vi e toccato mai qualche danno per non aver ascoltati i consigli dei vostri genitori, o d’ un maestro, o d’im amico? — Che cosa voglia significare il Weiter (par. III., sez. II.) col dire ehe la Casa d’Absburgo rimase fedele alla cattolica Chiesa. — La campana e gli affetti ehe desta. — Bisogna interrogare ne’ nostri dubbii le persone sperimentate e lasciarsi dirigere dalle me-desime. — II miglior modo di riparare ai falli commessi. — Virtuoso contegno del tirolese Andrea Hofer, e sua crudel morte per mano dei Francesi. — Le dolcezze della primavera. — Infanzia, adolescenza, gioventü, virilitä, vecchiaia e decrepitezza. — „I vizi caccian le bel-1’arti in bando“ (Ariosto). — La correzione in gioventü ottiene un benefico effetto ehe difficilmente riporta in vecchiaia. — Intorno al detto di Orazio: „Scribendi recte, sapere est principium et fons.“ — Accoglienze fatte ad uno scolaro ehe torna a casa con attestato di classe eminente; e dolore con cui viene accolto un altro ehe per-dette 1’ anno. — II giuramento fatto da Annibale, ancor da giovanetto, di sterminar Roma. — Intorno a quel detto dei Moralisti: Bes clamat ad dominum. — Una pešca in mare a lume di luna. Classe VI. Ritomo dalle vacanze e principio deli’ anno scolastico (riflessioni d’uno študente). — Visita ad uno spedale (Un educatore fermi il suo allievo or presso questo, or quell’ infermo; ed escano alla fine inteneriti). — Ultima pagina della vita di Raffaello Sanzio. — La liberazione di Vienna dali’ assedio dei Turchi, ivi condotti dal granvisir Karä Mustafä. — II tremendo naufragio deli’Honcle Joseph nelle acque della Spezia, avvenuto il 24 Novembre 1880. — Nei pericoli si vede Chi di amico ha vera fede. — Generoso atto di caritä dell’imperatore Giuseppe II verso un’infelice famiglia. — L’in-gegno e lo studio, scompagnati non valgono. — I variati spettacoli della neve, quando cade, e, dopo caduta, al mirarla il mattino, la sera, la notte; suoi vantaggi alla terra. — La emulazione e la invidia. — Ultimi giorni deli’imperatore Eodolfo d’Absburgo. — Confronto tra il Lucifero deli1 Allighieri e il Plutone del Tasso. — Belazione tra la festivitä della Pasqua e la stagione in cui cade.— „Qui studet optatam cursu contingere metam, Multa tulit, fecitque puer, sudavit et alsit“ (Horat.) — Come in questo Istituto siasi festeggiato il di nuziale di Sua Altezza Imperiale l’Arciduca Eodolfo colla Regale Principessa Stefania del Belgio. — Si comprovi con fatti quel detto di Ugo Foscolo che r„armonia vince di mille secoli il silenzio.“ — La processione del Corpus Domini e quella del Santo protettore di Capodistria. — Alcune idee intorno alla Metempsicosi di Pitagora. — II Mose di Michelangelo Buonarroti nella chiesa di S. Pietro in Vin-coli a Eoma. — Intorno ai vantaggi e ai danni della bellezza. — L1 Istria ne’ suoi prodotti naturali, industriali, nelle vie di comunica-zione e nei commerci. Prof. L. Schiavi. Classe VII. Dante al monastero di Fonte Avellana. — Impres-sioni delF autunno. — L’unione fa la forza. — Del comico e del-l’ironico Dantesco nei terzo canto dell1 Inferno. — Chi la dura la vince. — I mecenati e le lettere. — Quali riflessioni morali si possono fare sull’ episodio Dantesco di Francesca da Eimini. — Spiegazione e riflessioni sul motto Dantesco „perche tieni“ e „perche burli“.— Die Treue tapferer Männer ist fester als Stein. — Importanza sociale della festa dell1 epifania. — In che rapporto stiano le lettere colle scienze. — Giuseppe II e la Lombardia. — II Patriottismo. — Leonida alle Termopili. — I forieri della primavera. — Un buon consigliere fa un buon principe, un cattivo, cattivo. — Quali impressioni lasci nei nostro animo lo spettacolo della natura in primavera. — Sguardo retrospettivo sulla nostra festa scolastica del 10 Maggio. — Scienza ed industria. — I bagni marini. Prof. C. Mason. Classe VIII. Quid leges sine moribus ? Lettera di congratulazione ad un amico per essersi liberato d’un grave periglio (si dirä quäle) che lo avea incolto. — Chi non semina, non raccoglie. — Si esamini il detto di Giorgio Washington: „La religione e la morale sono i beni di un popolo libero ; e moralitä non puö essere senza religione.“ — Maria Teresa invoca le armi degli Ungheresi in difesa della giusta sua causa. — „Tranobile vendicanza e perdonare“ (Bono Giamboni). — La difesa, miglior ch’usbergo e scudo, Ž la santa innocenza al petto ignudo“ (Tasso, Ger. Lib. VIII. 41). — L’uomo, quanto all’ali-mentazione sua, non e ne puramente erbivoro, ne solo carnivoro,_ ma 5 onnivoro. — Perchž il Manzoni nei coro del Adelchi chiami la „sVentura provvida/ — Se a Dante sia d’ascriversi a oolpa l’easer passato dal Guelfismo al Ghibellismo. — Se sia accettabile il prin-cipio pošto dal Bossuet ehe „tutti coloro ehe governano si sentono soggetti ad una forza maggiore.“ — Ardua virtutis via. — Se pen-sasse giustamente Torquato Tasso awisando esser 1’ uomo per natura chiamato ad esercitar sue virtü fuori di casa, mentre la donna le impiega per ordinario dentro le domestiche pareti. — L’occhio umano. — In ehe i fanciulli siano altrui proposti ad esempio d’ imitazione. — Grandezze ed umiliazioni, contenti e dolori deli’imperatore Carlo V. — II terribile incendio del teatro di Nizza nella notte del 23 Maržo 1881. — Perche Dante abbia messo a punizion degl’irosi il fummo (Purg. XVI). — Devozione di Dante verso Maria. — E piü facile obbedire ehe eomandare. — Le passioni considerate sotto lo sguardo morale. — La bellezza della virtü. — Intorno alla elezione del proprio stato. Prof. L. Schi-avi. Amministrazione del Fondo ginnasiale di beneficenza Chiusa di conto al termine deli’anno precedente (vedi pagina 77 (lei Programm» 1879-80): INTROITO f. 251.90 Gestione fra la chiusa dell’anno scol. 1879 - 80 ed il principio dell’anno 1880-81: 1) Dagli scolari deH’VIII cl. dopo 1’ esame di maturitä f. 21 Da altri scolari „ 3) Dal M. R. coop. Eugenio Strekel (Muggia) . . . . „ 4) Dalla sig. maestra Lucia Depangher...................„ 20.— 12.20 5,— 2,— Assieme f. 291.10 ESITO f. 134.40 1) Sussidi agli scolari A. P. della II e F. Z. della V. f. 11.— 2) Per libri scolastici com-perati dalla signora Ved.a Lovrencich............................„ 7.— Assieme f. 152.40 Avanzo f. 138.70; che unito all’ avanzo dell’anno scolastico 1878-79 (vedi Progr. relativo) di f. 153.34, offerse 1’ importo di f. 292.04, messo a frutto, come apparisce dalla Rnbrica N. 8 Introito dell’anno scolastico 1880-81. Anno scolastico 1880-81. INTROITO 1) Interessi dell’obbligazione N. 108983 ..................f. 12.60 2) Interessi dell’obbligazione N. 21220 ....................„ 8.40 3) Dall’Incl. Giunta prov. istr. „ 100.— 4) Dal M. R. paroco Eugenio Strekel (Verteneglio) . . . „ 5 — 5) Dallo Spett. Municipio di Capodistria......................„ 70.— 6) Dali’111. sig. Michele Robba (Pola) una lira sterlina . . „ 11.64 7) Dagli scolari nella fausta occasione degli Sponsali di S. A. I. R. il Principe ere- ditario......................„ 39.84 8) Interessi al 6% sull’ importo di f. 292.04, come sopra „ 17.64 Assieme f. 265.12 ESITO 1) liifusi all'i. r. Uiflcio princ, delle imposte in luogo, sic-come importo d’ interessi sull’obbligazione n. 21220 percepito in piü all’art. 7 dell’introito pro 1879-80 . f. 16.80 2) Sussidi in denaro a scolari poveri, come apparisce dal giornale di arnministraz. „ 74.50 3) Al librajo sig. Cernivani per libri scolastici a scolari poveri.......................„ 90.— 4) Al librajo signor Lonzar, detto.........................„ 15.81 5) Al librajo sig. Cernivani per testi di lingua slava „ 4.90 Assieme f. 202.01 B I L A N C I O. ATTIVO. 1) N. 2 obbligaz. di stato vincolate dell'importo complessivo nominale di f. 1000.— 2) Capitale investito al 6 %......................................................„ 292.04 3) Avanzo di cassa emerso alla fine dell’anno scolastico 1880-81 . . „ 63.11 Dati statistici della scolaresca 1 N e 11 e Clasai cS e s Relativamonte: I ii | m IV V VI vn vni o m a) dl numero (pubblici . . Furuno iscritti < privati . . 49 27 24 21 11 12 10 7 161 2 — 1 — — — — — 3 1 straordinari. — — 1 — — — l — 2 Furono rimandati alla scuola popolare dopo 1’esame di am- missione per la I classe . . 6 6 Abbandonarono la scuola per varie cause prima della fine l del II semestre 5 5 3 — 1 — — 15 Frequentarono fino alla cliiusa 12 dell’anno scolastico . . . 38 22 21 21 10 9 V 140 b) dl Ivogo nativo Da Capodistria 7 3 6 7 4 4 3 5 39 „ altri luoghi delFIstria . . 24 ld 11 9 3 V 5 — 75 „ Trieste e territorio . . . 3 — 3 2 — 1 — — 9 Dal Goriziano — 1 — 3 2 — — 2 8 Dalla Dalmazia 1 — 1 2 Dal Tirolo italiano .... — 1 1 Dali’ estero 3 1 — — 1 — 1 — 6 c) alla religione Cattolici 38 22 21 18 10 12 9 7 137 Greco-orientali — — — 3 — — — — 3 d) alla nazionalita Italiani 35 21 18 18 10 12 8 7 129 Slavi — 1 3 — — 1 — 5 Greci — — — 3 — — — 3 Tedeschi 1 1 Francesi 2 2 e) all’etä „ 10 16 1 17. „ 11 9 1 — — — — — 10 * 12 8 6 3 — — — — 17 „ 13 4 8 5 4 — — — 21 „ 14 — 6 8 12 — — — 26 „15 1 — 3 4 4 — — — 12 n 16 — — 2 1 — 3 — — 6 „17 — _. 3 8 7 3 21 ! * 18 — — — — 2 1 2 2 7 „ 19 1 1 „ 20 — — — — — — — : * 21 j 1 1 1 * 22 1 1 Nelle Claesi Somma Relatirnmente: I n m IV V VI VII vin f) (lilo stipendio Stipendio dal fondo camerale istriano a f. 84 i . i 2 Stipendio speeiale per scolari dalle isole del Quarnero a f. 100. ; i 1 __ 2 4 Dalla Giunta prov. a f. 100 . i 2 2 2 7 Dal fondo Raunicher a f. 100 i 1 Dal fondo Finanz a a f. 100 . 1 1 2 Importo complessivo degli sti-pendi f. 1568. Furono sussidiati dal fondo provinciale con f. 60 . . . — 2 — — 2 Importo f. 120. g) alla tassa scolastica I. sem.: esenti interamente . — 8 6 10 6 7 2 2 41 * V » permeta . . — — — — 1 — — 1 II. „ „ interamente . 13 14 9 8 5 6 2 2 59 n „ permetä . . — — — — 1 — 3 4 Paganti per intero: I. sem. . 43 19 17 11 4 5 8 5 114 « n n II. sem. . 25 8 12 13 4 6 7 2 81 Importo comp. riscosso f. 1532 h) agli oggetti liberi Iscritti: lingua Slava . . . 11 10 9 2 2 5 3 2 44 „ Canto 6 — 5 5 2 4 5 2 29 „ Disegno .... 16 4 4 5 1 2 1 33 „ Ginnastica . . . 29 16 12 13 4 8 1 4 87 Prospetto di classificcizione nell’ anno scol. 1879-80 rettificato.*) Classe prima con eminenza . 2 2 4 2 2 2 1 2 17 „ prima 12 12 14 12 10 8 6 5 79 „ seconda 3 3 1 1 3 1 1 13 „ terza 1 1 2 4 Al termine deli’anno scol. 1880-81 riportarono Classe compl. prima con emin. 5 3 4 4 1 2 2 21 „ prima . . . 17 11 12 9 6 6 6 5 72 n seconda . . . 7 1 1 4 2 2 — 17 „ terza .... 3 1 4 Ammessi ad un esame di ripa- razione in una materia . . 6 7 3 4 1 2 3 26 N on furono classificati . . . — — — — 1 — *) giusta i risultati degli esami di riparazione. IEjsa.xn± cLi UVCa.tuiritži. Al termine deli’anno scolastico 1880-81 domandarono 1’ammissione agli esami di maturita sei candidati tutti študenti puhlici di questo i. r. Ginnasio. *) I temi assegnati per 1’ esarrte in iscritto, sono questi: I. Lingua latina. — 1) Versione dall’italiano in latino: II brano eontenuto nell’ opera „I fatti di E«ea, di Krat® Guido da Pisa.“ Cap. XL. 2) Versione dal latino in italiano: Virgilio, Eneide, Libro VIII, v. 195-232 (edizione scolastica). II. Lingua Greca: Omero, Odissea, Canto XXIV, v. 345-39G. III. Lingua italiana: La invenzione piü grandemente utile alla societä. IV. Lingua tedesca: Versione dal testo; Gozzi, Lottere, N. 114. V. Matematica: 1.° Tre operaj devono fare uu lavoro in comune; A e B, lavorando insieme lo terminerebboro in 12 giorni; B c C in 20, e C ed A in 15. In quanto tempo lo finirebbe ogni singolo e in quanto tutti tre insieme? — 2.°Un eapitalista ehe ha f. 200,000 li impiega al 4 %» ed estrae pel suo mantenimento f. 5400 alla fine di ogni anno; quanto possiederä dopo 20 anni? — 3.° La somma di due lati d’un triangolo e A (-= 8'721), la loro differenza e B(=l-279), I’an-golo inchiuso e eguale a quello che formano due rette, (I) y = 3* - 3; II) y = - 2 ,r + 5). Si risolva il triangolo e si trovi il raggio del cerchio iscritto. Gli esami a voce ebbero luogo i giorni 19 e 20 Luglio corr., sotto la pre-sidenza deli’111. sig. Cav. Ernesto Dr. Gnad, i. r. Ispettore scolastico provinciale. L’esito fu pari a quello dell’anno scorso. Tutti i candidati superarono feli-cemente la prova e vennero giudicati come segue: Apollonio Carlo da Umago, maturo Con distinzione Colcuc Carlo da Cormons, metturo con distinzione de Almerigotti Krancesco da Capodistria, maturo de Baseggio Giorgio nativo di Padova, maturo Bullo Giacinto da Capodistria, maturo Deponte Antonio da Capodistria, maturo. Tutti intendono di applieare agli studj legali, dal signor Apollonio in fuori ehe si dedichera alla medicina. Altri fatti risguardanti il Ginnasio. Sua Eccellenza il Signor Ministro del culto e dell’istruzione con decreto 12 Luglio 1881 N. 7425 ha nominato a docente effettivo di questo i. r. Ginnasio il Signor Giovanni Bisiac. L’111. Signore Guido de Schüller, i. r. tenente del 1. Batt. Cacciatori del-l’Imperatore, giä allievo di questo i. r. Ginnasio, ha regalato all’ istituto una pre-gievolissima collezione di minerali raccolti di sua mano sulle montagne del Tirolo. •) S’insinuo pure uno študente esterno, che ritirarasi dopo 1'esame in iscritto. ELENCO D’ONORE degli scolari che riportarono alla fine deli’ anno scolastico 1880 - 81 un attestato di prima classe con eminenza. Classe I. Gčnin Giorgio Manzutto Giuseppe Czastka Emilio Zecovin Mario Depangher Giovanni Classe II, Ragosa Francesco Borri Francesco Mecchia Carlo Classe III. Pogatschnig Antonio Priora Salvatore Cosulich Giovanni Amoroso Giacomo Classe IY. Cosulich Marco Zanolla Alfredo Marchio Giacomo Novacco Giovanni Classe Y. Mecchia Carlo Classe VI. Brunetti Matteo Bocco Giuseppe Classe VII. Classe VIII. Apollonio Carlo Colcuc Carlo AVVISO. L’apertura deli’anno scolastico 1881-82 avra luogo il 1. ottobre a. c. colla solenne funzione religiosa, alle ore 10 ant. L’ iscrizione principierä col giorno 27 settembre e continuerä fino al giorno deli’ apertura, dalle ore 9 ant. alle 1 pom. Gli študenti dovrauno eoniparire all’Istituto accompagnati dai geni-tori o dai rappresentanti dei liiedesiini, i (juali — a seanso di misure spiacevoli ehe potrebbero venir preše daila Direzione nel eorso deli’anno scolastico — sono tennti a dar avviso alla serivente presso quäle famiglia intendano di collocare a dozzina i rispettiri ilgli o raccomandati. Cosi pure vorranno comparire muniti della fede di poverta, estesa in piena forma legale, quegli študenti ehe vorranno aspirare all’esenzione della tassa scolastica od a sussidi dal fondo di beneficenza. Immediatamente dopo 1’apertura avranno luogo gli esami di ammissione, di riparazione, ecc. Dalla Direzione delti. li. Ginnasio Superiore Capodistria, 31 Luglio 1881. II Direttore Cav. G. BABUDElt.