ANNO X Capodistria, 1 Settembre 1876 N. 17 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il IO d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-trimestre iu proporzione.— Gli abbonamenti si ricevono presso li Redazione. SOCIETÀ ALPINA V Unione, cronaca capodistriana, nell'ultimo numero del 25 Agosto, domanda a proposito della società alpina istriana: che ne sarà avvenuto? L'anno scorso al congresso agrario di Montona, nel settembre, furono raccolte firme e nominato un comitato fondatore. Che no sarà avvenuto ? Lo stesso periodico ammaestrato dall' esperienza, si persuade che sempre in ogni paese avvennero simili indugi, causati dai nonnulla, dagli equivoci, che in fascio formano inciampo talvolta grosso, e così fu. Avute dall' onor. Comitato fondatore precise informazioni, siamo in grado di poter far sapere che il Comitato stesso sollecito di esaurire tutte le pratiche necessarie, ha dovuto attendere qualche mese dal Municipio di Pisino l'adesione per quanto si riferisce lo statuto alla sede della società od alla conservazione ed amministrazione dei fondi in caso di scioglimento della stessa. Gli statuti accompagnati dall'adesione del Municipio di Pisino, dopo una lunga giacenza negli uffici della I. li. Luogotenenza, furono ritornati nel mese di Marzo allo stesso onorevole Comitato con richiesta di altri documenti. Ritornati subito alla I. li. Luogotenenza, da parte di questa autorità furono rimessi con l'approvazione a mani del Comitato appena nel mese di Maggio. Ma l'attività del Comitato non ha bastato a far ritornare riempite le schede d' associazione sparse per la Provincia. Però i socj firmati fin ora sono settanta; e sono pronti gl'inviti per il congresso generale che dovrebbe aver luogo in questo mese a Pisino. Senza dubbio nel prossimo congresso generale della società agraria in Pola, saranno prese tutte le disposizioni perchè il progetto sia subito attivato, ora che non si domanda più che l'appoggio dei comprovinciali. m mmiwm&wmwm della Valle inferiore del fiume Quieto Fino dal 1870, la Giunta Prov. dell'Istria, incaricava l'ing. sig. S. 0. Fannio, già in fama di esperto i-draulico, a stendere un piano di bonificamento dell' im- Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. portantissima Valle del Quieto. Il sig. Fànnio stendeva uua relazione nella quale proponeva di arginare il detto fiume onde impedire alle acque d'espandersi sulla Valle; di fare inoltre un escavo di due fosse, l'una a destra, l1 altra a sinistra del fiume per lo scolo delle parti più elevate della medesima, e di colmare le parti più basse onde rialzare il piano ancora a [bastanza prevalente sopra il livello del mare. Questa proposta del signor ingegnere Fannio veniva accolta dalla Giunta Provinciale, che con sua Nota lo incaricava di compilare un progetto, il quale desse forma concreta al piano richiesto, progetto che il signor Fannio pose sollecito in opera col recarsi sopraluogo a fare le debite ricognizioni, intraprendendo le occorrenti operazioni geodetiche, le quali però non poterono essere ultimate se non dopo alcune interruzioni causate dalla cattiva stagione e dalla considerevole entità del lavoro. Ma già fin dall' anno 1872, il compito dell' ingegnere Fannio era pienamente esaurito ; mancava solo di por mano al lavoro di tavolo, il quale, osteggiato pure da contrarietà prolungate ed invincibili, ebbe il suo termine a pena nella state del 1875. Nell'aprile 1876 l'indefesso ingegnere presentava uua dottissima ed esauriente relazione alla Giunta Provinciale, col mezzo della quale dimostrò come le opere contemplate nel progetto anteriormente da lui presentato corrispondessero per loro natura, forma e dimensione ai divisati scopi ; e come le medesime sieno d' altro cauto tali da non recare nocumento ad interessi estranei al bonificamento della Valle del Quieto. L'importo poi delle opere contemplate dal sul-lodato ingegnere per l'esecuzione del bonificamento, e che secondo lui dovrebbe in parte venire sostenuto dallo Stato, risulterebbe come segue: Pei movimenti di terra . . . fior. 170.066,18 Per costruzione di manufatti . „ 53.833,51 Per compenso ai privati in causa di deterioramento di fondi ed espropriazioni...... 16.841,53 Totale 240.741,22 Da questo importo totale verrebbe dedotto quello parziale delle opere e compensi ai privati, relativo al tronco di Valle da punta di Villanova in giù, il quale importo ascenderebbe approssimativamente a fiorini 75000. Queste cifre sono invero considerevoli ; ma se vengono poste a confronto coli' utilità somma che ne deriverebbe dalla esecuzione delle opere progettate, esso apparirebbero ben tenui, ed ogui avveduto industriale ed agricoltore deve far voti per la sollecita attuazione del divisato bonificamento. L. G. V. Poscritto : I più importanti studii sul fiume Quieto si trovano nel periodico L'Istria del dottor Kandler an. IV, 1849, pag. 189, 190; nella Porta orientale strenna 1857, art. Istria geografica pag. 21 (Acque) : nella strenna stessa an. 1858 - Rapporto sul-l'Istria al Viceré cV Italia nel 1806 pag. 15, e più specialmente nella succosissima nota a p. 52; nelle Notizie storiche di Montona del d.r Pietro Kandler, edite per cura del Municipio di Montona. Trieste tip. del Lloyd Aust. Ung. 1875. Veggansi gli articoli La acque della Valle pag. 11-15. Il fiume Quieto pag. 15-22, Confini alla Valle del Quieto pag. 23-24. Ma le più particolareggiate notizie sono senza dubbio quelle dell'ing. Fannio nella Relazione intorno al progetto di bonificamento della Valle inferiore del Quieto et. et. Stato delle operazioni dell'estimo speciale nella Provincia dell'Istria colla fine del mese di Luglio 1876 Particelle catastrali definitivamente stimate a della coltura economica 49651 l , „ forestale _7200 N. 56851 L'estimo preventivo forestale viene ultimato per N. 65 Comuni in N. 20439 Particelle. Il risultato di quest'operazione si suddivide nei singoli distretti di estimo come segue : a Capodistria. Estimo speciale regolare effettuato dal I gruppo Particelle N. 30 » II » » .84 dalla Deputazione forestale „ 57 b Parenzo. Estimo speciale regolare effettuato dal I gruppo Particelle N. 4286 „ lì „ „ » 5049 dalla Deputazione forestale „ 2270 c Pisino. Estimo speciale regolare effettuato dal I gruppo Particelle N. 4666 „ 11 „ „ » 4336 dalla Deputazione forestale „ 2002 d Pola Estimo speciale regolare effettuato dal I gruppo Particelle N. 3645 „ II „ „ p 6228 dalla Deputzione forestale „ 655 e Volosca. Estimo speciale regolare effettuato dal I gruppo Particelle N. 3312 „ II „ tì 4635 dalla Deputazione forestale „ 210 f Lussin-picc. Estimo speciale regolare eseg. dal I gruppo Particelle N. 5621 „ II „ „ » 7759 dalla Deputazioue forestale „ 2006 Totale delle particelle catastrali come sopra N. 56851 L'estimo speciale di conguaglio fra i gruppi di estimo, distretti di classificazione e di estimo e finalmente di' provincie limitrofe ebbe già luogo per N. 35 Comuni censuarie e maucano ancora da effettuarsi in N. 218. —o»<---— ->»o— N. 400. SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA In base agli Statuti sociali ed in seguito a deliberato dell' Vili. Congresso generale la firmata presidenza si onora di convocare la Società Agraria Istriana al IX. generale Congresso nella città di Pola. Le sedute avranno luogo il giorno 11 e 12 Settembre p. v. alle ore 10 ant. e vi si tratteranno colla riserva del secondo cap. del §. 39 dello Statuto sociale gli argomenti del seguente Ordine del giorno: I. Inaugurazione del Congresso, iì. Eesocouto morale della Società. 3. Lettura ed approvazione del verbale dell' Vili Congresso generale. 4. Resoconto economico (Consuntivo 1875 e conto di previsione del 1877). 5. Proposta di modificazione allo Statuto sociale presentata dalla presidenza per deliberato del II. Congresso generale. 6. Nomina del Presidente, del Vicepresidente e di tre Direttori alle condizioni del paragrafo ltì degli Sfet»— tuti sociali. 7. Nomina di 16 Membri di Comitato. 8. Nomina di tre revisori di conti da scegliersi tra i soci effettivi, esclusi i neoeletti membri della presidenza e del Comitato. 9. Determinazione del luogo di Riunione della X Generale Adunanza. 10. Letture dei referati sulla viticultura, sull'olivicoltura ed deificazione. II. Eventuale deliberazione sopra oggetti non annunciati nel presente Ordine del giorno, di cui fosso però votata l'urgenza. In occasione di questa generale adunanza avrà luogo un assaggio di vini della stazione enologica provinciale ed una conversazione su vari oggetti agrari. Ondo facilitare poi il compito al Comitato Ordinatore del Congresso, sono pregati tutti quei soci che intendessero intervenire a questa riunione, in quanto non abbiano stabile dimora a Pola, a darne annunzio a quel Municipio almeno otto giorni prima della indetta giornata. Si avvertono per ultimo i Signori soci, che nei 15 giorni prima del Congresso saranno esposti nell'ufficio sociale il resoconto ed il rapporto dei revisori, e che a tutti i soci è libero di prenderne ispezione. Roviguo 17 Agosto 1876. GEROLAMO Dott. MANZUTTO presidente ANTONIO CECON vicepresidente iLuigi Ilascli Segretario Sui dialetti dell'Istria (Cont. V. pag. 1S88) Oltre i 2G752 paragrafi numerati, le ultime tre pagine contengono più di 200 nomi propri di persona, disposti in ordine alfabetico, da Achille-Aditilo, Ade-h\de-Dilaide, Dilaida, a Zaccaria- Zaccari, Zaccarija Zaccareija. Iu separato fascicolo poi di pagine 31 scritte (formato cent. 35x22), c' è un copioso elenco di nomi latini di piante (una piccola flora), scritti in colonna non di sua mano. Nell'altra colonna sono notati inter-rottamente altri nomi scientifici a rettifica e spiegazione dei primi, e a quando a quando qualche nome in dialetto veneziano, e assai pochi nel dignauese. Questa seconda colonna, fatta come dico a rettifica o spiegazione, è di mano del dottor Bartolomeo Biasoletto insigne naturalista e particolarmente botanico, Digua-nese di nascita, ma vissuto lunghi anni a Trieste e morto colà. Dopo le note del dottor Biasoletto c' è qualche rara aggiunta od osservazione anche di mano dello Zonca, ma tutto assieme non giova che scarsamente alla conoscenza del dialetto. In altro fascicolo di pagine 34 (forato 29x20), c' è un elenco di nomi d' animali (la fauna), con ampie definizioni e spiega-lioni-. Questo è tutto di mano dello Zonca, è scritto con diligenza e, oltre i nomi latini, contiene gì' italiani, i toscani, talvolta i veneti e più rado assai i di-gnanesi. Unito a questi mss. possiedo pure e conservo finche il sopra citato esemplare del Vocabolario della Crusca colle corrispondenti pure citate numerazioni. La scrittura del mss. principale è, come dissi, fittissima e non senza correzioni e rifacimenti, ma il iavoro è intiero e completo, e una persona istruita e paziente, dedicandovisi con amore, in un anno di assiduo lavoro potrebbe, siccome io penso, darlo ricopiato a ordinato in modo da passarlo liberamente alla stampa. II. La copia di una parte del fin qui descritto vocabolario, e precisamente dalla voce Abaco-Àbico, alla voce Borsellino--Z>Wsem. Fatta in rigoroso ordine alfabetico, è tutta di mano dello stesso autore, ed è abbastanza nitida e leggibile. Sono pagine 386, nel formato di cent. 24x17. III. L' abbozzo del Vocabolario dignanese-italia-no; un volume di pagine 876, nel formato di cent. 21X15. Anche questo è tutto scritto di mano dell'autore. Non è in ordine alfabetico rigoroso, però è distribuito per iniziali : quindi a trovare un dato vocabolo non occorre ripassare tutto il volume, ma basta scorrere le voci della sua iniziale. Questo non è un lavoro condotto colla pazienza e scrupolosità del Vocabolario italo-dignanese, ma apparisce fatto un po' in fretta e con istudio di brevità. Alla voce o frase dignanese è contrapposta la italiana senza definizioni od esplicazioni, per le quali il lettore è rimandato al vocabolario italiano. Sono due lavori usciti dalla stessa mente che si spiegano e si completano. Questo dà le voci e i modi di dire del dialetto, quello li spiega e spiegandoli istruisce sulle proprietà del dialetto, e, a siti opportuni, descrive con scrupolosa esattezza usi, costumi, pregiudizi, feste, giuochi, vesti ecc. ecc. del popolo che lo parla: sicché l'opera complessiva, mentre serve alla filologia, giova egregiamente anche alla storia locale. IV. Tre fogli sciolti (pagine scritte 12), contenen- ti le coniugazioni dei verbi essere-sei o essi, andare-^et e dovere-begnà, besognà, scognà. Le tre coniugazioni sole sarebbero poca cosa per dare una idea dell' indole del dialetto, ma suppliscono, come ho detto, le spiegazioni sparse nel corpo del vocabolario. L' autore stesso nei Cenni di prefazione dice tra le altre : „ Nella compilazione di questo vocabolario (il „ descritto in I.), mi sono accorto d'una molteplice „ diversità nelli casi dei nomi e nei tempi dei verbi, „ ma mi basta di ciò indicare, perchè ho l'intenzione, „ se non mi manca la vita, la salute ed il comodo, „ di formare una separata indicazione di tutti questi, „ che riuscirà curiosa „. Gli sono mancate veramente il comodo, la salute e la vita, e quindi dobbiamo contentarci di quello che ci ha lasciato, ed essergliene gratissimi, perchè anche il dialetto di Dignano d'Istria, come tutti gli altri dialetti italiani, si trasforma giornalmente e si perde. Negli stessi Cenni dà non pertanto alcune indicazioni sulla pronunzia, sulla ortografia, sui segni ed accenti da lui adottati, sulle vocali semplici e abbinate o rinforzate, sui dittonghi, sugli accenti o pose, sulle desinenze, ....;' ma il ripetere questo, oggi, qui sarebbe superfluo. Potrò farlo publi-cando qualche estratto del vocabolario, o qualche saggio delle traduzioni. V. Un fascicolo contenente la versione in dialetto dignanese della Goldoniana commedia — Le Donne gelose — scritta in veneziano, in tre atti, in prosa, e rappresentata la prima volta in Venezia nel carnevale 1752. La versione è fatta sulla edizione seconda fiorentina dell'anno 1755, presso gli eredi Prosperini. È tutta scritta di mano dell'autore, ed ha pochissime note; ma alla stessa va unita una lunga serie di osservazioni (172), fattegli da me a sua richiesta, colle relative risposte e dilucidazioni da lui soggiunte, molte dello quali ultime riescono interessanti per la migliore conoscenza del dialetto. VI. In fogli volanti : a) Quattro sonetti originali, due dei quali in lode di un Predicatore, uno sopra un danno di campagna, ed uno in difesa delle Signore di Dignano ch'erano state satirizzate per i troppi fiori, galani, fiocchi ecc.; b) la versione di un sonetto italiano del conte Giulio Pullè sulla Regata di Venezia degli 8 Giugno 1845; e) la versione iu prosa di due brevi apologhi, versioue già stampata nel periodico L'Istria (anno 1846, N.i 13-14, p. 49); d) la versione in prosa di un dialogo tratto dall' Amico del Contadino (S. Vito, Anno II, N. 47), sulla maniera di aver ovi freschi anche, nell' inverno, stampata nello stesso periodico L'Istria (Anno 1846, N. 21, pag 81); e) la versione di altro dialogo tratto parimenti dall' Amico del Contadino (Ann. Il, N. 47), intitolato Economia del tempo. Anche questa è iu prosa, ma, a differenza delle altre, è tuttora inedita.,, Questi gli studi fatti e'i mss. lasciati dal mio amico defunto, ed è molto, e duolmi assai non aver potuto finora esibire al publico che poche cose. Ora dandone comunicazione a V. S. mediante la stampa, fo conto di richiamarvi sopra l'attenzione di quanti intendono a questo genere importantissimo di studi, chè i descritti lavori sono fatti bene e con larghezza di vedute da meritare veramente un posto e nel patri- monio generale della scienza linguistica, e in quello, più speciale della patria letteratura. Lo Zonca, coscienzioso fino allo scrupolo, e perciò amante non del far molto ma del far bene, si è limitato strettissimamente al dialetto della sua città natale, lasciando a parte quelli di Galesano, Fasana e Valle, cbe veramente sono varietà subordinatissime al primo, e per far conoscere le quali basterebbe, io credo, qui e là qualche nota di confronto. Quello che più si distacca dal dialetto di Dignano è il dialetto di Rovigno, città litoranea dell'Istria, avente una popolazione di circa 11000 abitanti, vale a dire più che doppia di quella di Dignano, dalla quale dista appena 26 chilometri. Rovigno nou fu compresa nell' agro colonico romano di Pola, ma gli stette in immediato contatto. Il suo dialetto, che ha una varietà in Orsera, si distingue da quel di Dignano per non poche forme e, come notò il Dalla Zonca, anche per Vaccentuazione assai più marcata; nou si distingue tauto però da costituire un dialetto diverso. Lo stesso chiarissimo Ascoli discorrendo nel suo Archivio Glottologico dei volgari dell'Istria, che molto si scostano dal dialetto di Venezia, e più particolarmente dei dialetti di Pirano, Bovigno e Dignano, sentenziò, che il piranese resta ben rimoto dagli altri due, i quali all'incontro vanno congiunti fra di loro per affinità strettissima. Ad onta di ciò il dialetto di Rovigno merita d'essere studiato particolarmente, ed è certo che una raccolta ragionatamente fatta di voci, di frasi, di modi, e una analisi accurata delle sue proprietà, aprirebbe la via a nuove scoperte nel campo della complicata stratificazione dialettale od etnologica dell' Istria, e gioverebbe sicuramente a rendere meno oscure quelle elaborazioni del latino che Io stesso Ascoli giustamente sospettò proprie e indigene della regione istriana. Anche del dialetto di Rovigno, volendo, troverà saggi e notizie nell'ima (anno 1846, pagg. 49, 61, 62, 110, 127, 128) e nell' Arclieografo Triestino (Nuova Serie, ann. I, fase. 4.°, Gennaio 1870), nonché in Almanacchi popolari e in stampati d'occasione che al momento non potrei precisarle. Troverà proverbi e canti popolari nell' Aurora, Ricordo di Primavera (Rovigno, anno I e II, 1861 e 1862). E so che iu Rovigno stessa privati cittadini conservano componimenti, manoscritti, originali e versioni, in prosa e in versi, del secolo scorso e del presente. Io stesso tengo in copia le versioni molto beu fatte della parabola del Figliuol prodigo secondo S. Luca, e della novella 173 di Franco Sacchetti. Del dialetto di Rovigno si occuparono in questi ultimi tempi con amoro e successo il signor Giovanni Barsan, Rovignese di nascita, addetto presentemente alla Biblioteca civica di Trieste, e il M. R. don Antonio Sponza sacerdote egregio, che ad una coltura generale accoppia molta conoscenza delle cose patrie. Dopo ciò importa notare che i dialetti di Dignano e Rovigno, e le biro varietà di Galesano, Fasana, Valle ed Orsera, non soifb in Istria eccezioni, come a chi non fosse addentrato nelle ricerche potrebbe parere, ma sono avanzi di un parlare che anticamente era assai diffuso in provincia, specialmente in quella zona che più si approssima al mare, mentre nella zona montana è stato assai più diffuso l'altro volgare che dicono romano o romanico, attualmente ristretto e morente a Zeiane o Seiane sul Carso, in alcuni villag- gi della Vallarsa posti a piedi del Montemaggiore, sull'estrema, vetta del monte S. Lucia di Albona e nell'isola di Veglia nel Quarnaro. A proposito di quest'ultima l'illustre Ascoli disse con molta sapienza che si può legittimamente sospettare di aver in esso le reliquie di dialetto che formasse come anello di transizione fra i parlari dell' Italia alpina e qucl-V estrema latinità orientale che si stese dall' Illirico al Ponto. Ma per quanto sia difficile (ripeterò ancora le parole dell' Ascoli), lo scernere con sicurezza le vene che s'intrecciano nella stratificazione dialettale dell'Istria, è evidente, mi pare, che i dialetti di Seiane e di Veglia prima, e quelli di Dignano e Rovigno poi, considerati come avanzi di più diffusi volgari, segnano due epoche nella evoluzione di un solo linguaggio, non importato di pianta, ma nato in paese dal connubio di volgari latini coi parlari indigeni. Su questo fatto non è punto da dubitarsi. Ma come il nuovo linguaggio siasi poi sviluppato variamente secondo la varietà dei contatti, delle sovrapposizioni, degl'incrociamenti di altri parlari, è sfuggito finora ai più attenti, ai più acuti, ai più sapienti osservatori ; chè per arrivarvi bisogna mettere a calcolo sottilissimo mille circostanze minute di tempo, di luogo, di modo, delle quali non si hanno certezze ma appeua indizi che sfumano e spesso si contraddicono. Nulla ostante, ripeterò per 1' ultima volta alcune delle parole colle quali l'Ascoli si accinse alla impresa difficile, ma non disperata : Confortiamoci, ei dice, almeno col pensiero che son tutte esplorazioni non mai prima d' ora tentate. (Continua) Notizie storiche su Barcana Ad un miglio circa dall'Arsa, antichissimo e celebro confine d' Italia, trovasi la terra di Barbana, "Comune o Vico romanizzato sotto i romani, certo in dipendenza da Pola latina, poi luogo frequentato dai romani anche ai tempi bizantini, *), in fine soggetto nell'età di mezzo alla repubblica di Venezia, sotto il protettorato della casa Loredano. Barbana quale terra veneta ebbe l'onore di alloggiare nel suo castello un veneto Capitauio, il quale giudicava con piena facoltà sì nel civile che nel criminale. La popolazione barbauese reggevasi però con proprio Statuto, eleggendosi un capo ed un sotto capo, a cui spettavano le cause civili di I istanza: ma le appellazioni cittadine venivano recate innanzi ad un Consiglio di IX savii, eletti annualmente dal popolo. Barbana avea sotto la Serenissima il vantaggio di un Fontico, provvisto di ragguardevole capitale, ed il suo territorio esteudevasi per miglia 40, avendo a limiti il fiume e il canale dell'Arsa, i territorii di Pola, di Dignano, di San Vincenti, di Gimino. Oltre la sua Collegiata di buona architettura, ella vanta anche in oggi campagne ricche di viti e di cereali, boschi e pasture eccellenti. Barbana è patria di Pietro Stancovich, nato ivi nel giorno 24 febbrajo 1771, il quale tra gl'infiniti suoi lavori storici, archeologici e letterari! lasciò *) Kandler. Lettera al sig. G. A. Battei - Barbana 1867, inserta nel presente N°. scritto anche le: Notizie storiche della podcstaria di lì ariana, e una Serie de' suoi veneti capitani. Il podestà attuale di quella terra, diligente ricercatore di patrii cimeli, ha illustrato il suo luogo natale con interessanti lavori (Vedi nota A in calce), i quali inviava nell'anno 1867 al chiarissimo dottor Kandler, che gli rispose con dottissima lettera, favorita alla nostra Redazione (Vedi nota B in calce) dal podestà sul-lodato, assieme ad altri scritti di Barbana e di Rachele (Arcellae secondo il Kandler) ora Castelnovo sopr'Arsa. Fra gli scritti più importanti segnaliamo due documenti, che risalgono nientemeno fino al 1448, e che contengono gli Urbarii di Rachele, ossiano le decime pagate da ciascun suddito alla Comunità, al principe ed al pievano. È notevole sopratutto la forma in cui que' documenti sono stilizzati ; forma che ricorda molte voci adoprate aucora nei dialetti odierni di molti luoghi della nostra provincia. Leggesi per esempio. Ajutarghe per ajutarli; bezzi, per quattrini; biava per avena; buzolado (buzolà) per buccellato o ciambella; cóscr per cuocere; doi per due; doi fiate per due volte ; diese per dieci ; crbadego per erbatico (diritto di); formi zo per formaggio ; fuogo per fuoco ; ingrumar per raccogliere; integro (intiégro) per integro, intero; meda (mieda) per meta (di fieno o di paglia) ; mità per metà ; per sì invece di per se; piezuria per piaggeria (far garanzia); piegora per pecora; pignorar per oppignorare ; tibiar per calpestare (vale comprimere a forza di tibia) stinco della gamba. Il popolano e contadino di Capodistria usano la frase "Te m'à tibià un pie,, per calpestato un piede. (Tibiare in pretto italiano vale trebbiare.) Trentadoi per trentadue; tuor (tior) per togliere ; vinti per venti et. et. Nota A. Il podestà di Barbana, signor Giuseppe Battei, compilò due carte corografiche di quella terra e di Rachele; l'una delle quali rappresenta la divisione ecclesiastica, e 1' altra la divisione politica in sotto comuni (nei tempi moderni) de' due luoghi succitati. Fece quindi tre altre carte corografiche, così distinte : I Corpo di Barbana nell'epoca romana, coli'indicazione dei dodici Castellieri e dei luoghi ove esistono rovine di autichi sepolcri. II Divisione di Barbana nel Medio Evo fino al 1807 dell' ep. mod. Ili Divisione di Barbana nel Medio Evo in otto agenzie comunali fino al 1850 dell' ep. mod. Raccolse inoltre il signor Battei un documento che darebbe qualche lume sull'antica Nesazio, nome che nel 1672 applicavasi a Rachele, e distruggerebbe, secondo lui, l'opinione discorde di varii eruditi istriani sulle già designate località. "E certo die'egli, che tardi si verrà a conoscere il luogo ove esisteva Nesazio, senza praticare degli scavi ne' luoghi più approssimativi alle indicazioni storiche,,, le quali sono: Gradina d' Altura secondo il Kandler ; Lovreschizza al Molino Blaz secondo lo Stan-covich ; fra Barbana, Molino Novi e Punta Duniscliizza Sótto Cugn d' Albona secondo il Battei e il professore Petrucci, che scrisse in proposito nel periodico "Mente e Cuore,, di Trieste. Nota B. II Conservatore Imperiale pel Litorale Al Signor G. A. Battei — Barbana, 1867. Le due Carte Geografiche che mi ha favorito, sono assai propizie per riconoscere il corpo di Barbana, che finora non seppi discernere attraverso le alterazioni che furono fatte nella moderna composizione dei corpi di Sotto-Comune. Or la cosa è certa e chiara, e ne abbia le mie grazie. Barbana era gran Comune o Vico romanizzato, e certo in dipendenza da Pola romana, e Comune in condizione pregevole s' ebbe Capitolo ed Arciprete, ed Abazie. Rachele, o rettamente Arcellae, o Castelnovo, con quella Parrochia, mi lascia in qualche incertezza ; vorrei supporre che la Parocchia sia creazione del secolo XVI, per occasione di trasporto di Slavi da Dalmazia, dalla quale certamente vennero gli odierni abitanti dovrebbe esser stata staccata o da Barbana, o da Mo-morauo dal quale potrebbe esser stata staccata Carnizza. Queste escorporazioni di filiali dalla madre guidano coii sicurezza a riconoscere li agri primitivi. Il nome di Nesazio, attribuito iu carte vescovili a Castelnovo è improprio, — Nesazio stava a Gradina di Altura, come l'ho annunziato e segnato nella Carta dell' agro colonico di Pola, or sono dieci anni ; non escludo che Castelnovo fosse Arcellae Nesatj. Qualche lapide che venisse a giorno potrebbe farlo certo, o del contrario. Le monete delle quali mi ha favorito indicazione • danno certezza che Barbana e d'intorni fossero frequentati da romani, anche in tempi tardi, nei bisantini ; ma dei tempi anteriori ai romani, vi hanno altri oggetti — le armi. I romani adoperavano il ferro per le armi loro, lancie, spade. I popoli rinvenuti da quelli nelle regioni d'Istria e dintorni usavano il rame, anco per scuri, per scalpelli, non usavano il ferro che dopo Giulio Cesare. In campo di battaglia fra i romani ed istriani al tempo della prima conquista, campo che ho potuto scoprire e riconoscere, si rinvennero armi di bronzo, eli' erano degl' Istriani. Certo altre battaglie furono date nell' Istria meridionale; lo rinvenimento di armi di rame, segnereb-de il sito, e l'abbondanza di ossami — almeno sarebbero testimonianza dell'antica Istria, fosse dei Traci, fosse dei Celti, ed io spero che nelle parti di Barbana, di Rachele, e di Gradina se ne rinvengono. Veda di prender nota; può giovare grandemente. La serie dei Castellari che circondano 1' agro di Barbana, continuati a distanze regolari, attestano' che Barbana fos^e romanizzata, ned escluderei che fosse colonizzata È a sperare che se ne rinvenga qualche prova diretta. Questo le dico, che prima dei romani la faccia dell' Istria era diretta verso il Carnero, alla Liburnia insulare e litorale fra Medolino e Nona di Zara; il commercio e la navigazione dell'Adriatico dirigevasi verso la Liburnia ad onta del mare spesso irato. Le tre Città espugnate dai romani erano tutte e tre al Carnero. Poi l'Istria cangiò faccia, guardando Aquileja le spiagge del Carnero scemarono d'importanza — ma non la perdettero del tutto. — Nesazio fù colonia di cittadini romani; i porti al Carnero, devono aver conservato importanza. Ciò può esser di guida nelli accidentali rinvenimenti di anticaglie; Barbana col porto di Pessuno, può aver preso posto non ignobile. Dalle Carte favorite, veggo che Barbana veniva compresa nell'Urbano di Pisino, nel complesso della Contea, della quale aveva le stesse condizioni di pubbliche imposte sul suolo — decima al signore fon-d.ale.T (luartese aI clero, e qualche dazio. Di Urbarj di Pisino di quel tempo, mancano in Istria, ma è possibile che sieno ili Lubiana; ove............. In tutta stima — devoto. Kandler Monumenti romani L • CAESIVS • L • L GLAPHIRVS • V • F S • ET • CAESIAE • L • L GRATA • E . . • Lapida sepolcrale esistente sulla parete della Loggia Comunale di Barbana verso levante, scoperta dal Canonico Stancovich l'anno 1799 nelle fondamenta a tramontana della casa Cleva, e da esso pubblicata nell' opera : Sull' Anfiteatro di Pola, ecc. Saggio Venezia 1822., pag. 105. MVMINI ME LESOCO AVG SACBVM CN PAPIRIVS EVMELVS EX VOTO Lapida votiva scoperta nel territorio di Castelnovo nello fondamenta della dirutta Chiesetta di S. Teodoro, pubblicata ed illustrata dal D.r Kandler. ELEM.'O di alcuni documenti riguardanti Barbana e Rachele : 1. Inscrizioni- romane, una in Barbana e una in Rachele; (pubblicate). 2. Epistola del Conserv. Imp. D.r Kandler, illustrante Barbana. 3. Urbario di Rachele - parte civile - 1448. 4. d°. d°. -parte ecclesiastica- 1448. 5. Informazioni sopra la Giurisdizione di Barbana, (del sec. scorso). 6. Ducale del Doge Loredan portante la dedizione di Barbana alla Rep. di Venezia -1516. 7. d.a del Doge Gritti, portante la vendita del feudo di Barbana e Rachele -1535. 8. Costituzione di Barbana sotto i Veneti-1536-1814. 9. Albero dei feudatarj di Barbana-1536-1848. 10. Serie dei Capitani Veneti di Barbana e Rachele 1340-1814. 11. Inscrizioni Loredane in Barbana e Rachele. 12. Utilità dei Capitanj di Barbana (1742). 13. Onorarj di alcune cariche di Barbana (1772). 14. Aggravj dei Sudditi di Barbana (1736 -1799). 15. Istromento della consacrazione della Chiesa di S. Sabà (1672). 16. Altro della consacrazione della Collegiata di Barbana (1701). 17. Annotazione del Jus de] Capitolo di Barbana sopra la Parr. di Castelnovo. 18. Tassazione dei funerali praticata dal Capitolo di Barbana sino al 1854. 19. Costituzione di Barbana sotto il regime francese (1806). 20. Serie (non completa) dei Piovani ed Arcipreti di Barbana (1540-1876). 21 Serie (non completa) dei Canonici di Barbana (1540 -1876). v 22. Reddito del Capitolo di Barbana (1839-1848). 23. Iscrizioni Sacre in Barbana e Territorio (1310-1760). 24. Serie dei Cappellani delle tre Curazie esposte di Barbana: Salute, Saini e Porgnana (1750-1876). 25. da dei Zuppani e Pozuppi di Barbana (1767-1814). 26 d°. dei Zuppani e Pozuppi di Castelnovo (1768-1814). 27 d." dei Procuratori del Popolo di Barbana (1767-1814). 28. Obblighi del Procurator del Popolo di Barbana (1758). ecc. ecc. Seminario o Coiaio di Capodistria (Contin. vedi pag. 1859) Marcenigla Scola di S. Pietro 782 502 12-8 Scola di S. Elena 282 220 6-4 Hnnm Scola di S. Zuanne 434 350 6-4 Pregara Scola di S. Simon 308 210 6-4 Grimalda Scola di S. Zorzi 484 356 12-8 Scola di S. Andrea 161 101 6-4 Salise Scola di S. Michele 203 167 6-4 Scola di S. Zorzi 364 288 6-4 Scola della Madonna 424 328 6-4 Cepich Scole del N.e di Dio, Mad. e S. Ant. 280 240 3-2 Cernizza Scola di S. Rocco 339 260 6-4 Scola di S. Appollonia 289 160 6-4 Sdrcgna Scola di S. Antonio 419 328 12-8 Scola di S. Rocco 254 180 9-6 Scola di S. Gierolamo 182 90 G-4 Nugla Scola (li S. Pietro et Elena Due Castelli Scola di S. Antonio Scola di S. Vittor Scola di S. Michiol Scola di S. Salvador Scola della Madonna dell' Accuzze Scola di S. Martin de M. Scola di S. Soffia Elio Belgramoni Ragto !......... NOTIZIE Nei giorni 11 e 12 di settembre sarà tenuto a Pola il IX Congresso Agrario. Il Municipio di Firenze regalò una medaglia d'oro al celebre viaggiatore e naturalista italiano Odoardo Beccàri ritornato dalla sua spedizione scientifica alla Nuova Guinea (Africa), la quale durò 5 anni. Il seguente ragguaglio delle Casse di risparmio nel Regno "è chiara prova dell'utilità di questi istituti, che si possono ormai dire un vanto dell' Italia economica moderna: Nella Cassa di Milano il credito dei depositanti raggiunse al 29 febbraio la somma di 138 milioni, e al 30 aprile ha però subito una diminuzione, ed è di 136 milioni. Vengono poi la Cassa di Firenze quasi 58 milioni; di Como 38 milioni; di Roma 31 milioni; di Torino 19,800,000; di Bergamo 18,674,000; di Bologna 17 milioni e mezzo; di Pavia 15, 328,000; di Genova 15,000,000; di Brescia 14,000,000 ; di Verona 10,568,000; di Ravenna 10 mil; di Cremona e di Lucca poco meno di 10 milioni; di Novara 8,464,000; di Forlì 8,292,000; di Venezia 7,600,000; di Modena 7,585,000; di Pisa 6,271,000; di Reggio Emilia 7,570,000; di Perugia 7,420.000; di Livorno 5, 862,000 ; di Piacenza 5,700,000; di Ancona e di Ferrara 5,242,000 ciascuna. Fra 5 e 3 milioni stanno le Casse di Alessandria, Cagliari, Mantova ; e Parma, Arezzo, Cuneo, Macerata, Padova, Pesaro, Siena al di sotto di due milioni. Stanno poi al disotto di questo livello le provincie meridionali e la Sicilia. Nel giorno 10 m. c. verrà fatta in Bollano (circ. di Como con 3005 abitanti) la solenne inaugurazione della statua di Tommaso Grossi, lavoro dello scultore Antonio Tantardini. L'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti aggiudicò al professore Alberto Errerà il premio per una sua memoria intorno alle dottrine economiche. Le scuole reali di Pirano, dirette dal dottor Francesco Locati, furono frequentate nell' an. scoi. 1875-76 da 111 scolari, tutti italiani; 49 di questi pagarono il didattro, 60 ne furono esenti e 25 pagarono la tassa d'ammissione. L'Istituto conta ormai cinque anni di vita, e constatiamo con piacere che in questo periodo il numero degli allievi aumentò nella seguente proporzione; 1871-72, n°. 51; 1872-73, n°. 75 ; 1873-74, n°. 95; 1874-75, n.° 101; 1875-76 n°. 111. Col 1873-74 si aperse il VII corso, e così la scuola fu completa nel terzo anno di sua istituzione. Si presentarono all'esame di maturità nel 1875-76 dieci candidati: 2 furono dichiarati maturi con distinzione; 4 maturi e 4 rimessi a nuovo esame in vari periodi. Dei 6 maturi tre scelsero la professione d'ingegneri civili, uno d'ingegnere navale, uno la contabilità, ed uno rimase indeciso. L'iscrizione degli scolari pel nuovo anno 1876-77 seguirà ne' giorni 30 settembre, 1 e 2 ottobre p. v. La società Siidbahn ha conchiuso il contratto di esercizio per la ferrovia istriana. Riceverà dallo Stato per le spese d'esercizio f. 275.000 sopra una lunghezza di 20 miglia. Il contratto fu stipulato per tre anni. Non fu regolata previamente che l'introduzione di un treno; se dovesse stabilirsene un secondo la quota delle spese, da sopportarsi dal governo, aumenterebbe. Il governo percepirà tutti gl'introiti della linea che senza dubbio nei primi anni non saranno sufficienti nemmeno al cuoprimento delle spese; il deficit per i primi tempi viene già preventivato a circa f. 80.000. (Osserv. Triestino) Siamo informati che l'illustre capitano Burton sta approntando un altro lavoro in argomento preistorico istriano. L'Osservatore Triestino ha pubblicato nella sua appendice N. 185-186, 189-190-un dotto discorso — Sulla Porta orientale del Mar adriatico . — del Dott. G. Alessandro, cav. de Goracucchi — letto nella Società Adriatica di Scienze Naturali in Trieste. Con sovrana Risoluzione del 18 Luglio 1876 vennero approvate le addizionali votate dalla dieta prov. per il 1877 e precisamente sulle dirette, compresa l'addizionale dello Stato, per il fondo di esonero il 10 p. O/o; ed il 16 p. O/o ed il 75 per O/o sul dazio consumo carne, vino, bibite spiritose e birra per il fondo provinciale. La Giunta prov. comunicava ai 16 Comitati stradali della provincia che, in seguito al deliberato preso dalla Dieta provinciale 1° aprile a. c; ed in relazione alla legge 28 Settembre 1875 concernente l'istituzione e la sfera di attività dei Comitati stradali, vanno a cessare col 10 Gennajo p. v. gli indennizzi corrisposti dal fondo provinciale ai tecnici stradali ; i quali potranno bensì essere mantenuti, ma a.tutte spese dei fondi del Comitato ; mentre per le opere d' arte di maggior rilievo potrà essere incaricato il dipartimento tecnico provinciale. Leggiamo nella Gazzetta di Venezia: Debbo con somma compiacenza farvi menzione di un illustre triestino, il D.r Filippo Zamboni, professore di letterattura italiana all'Accademia di Commercio e all'Istituto Politecnico di Vienna. Il chiaro triestino è l'autore di quell' apprezzatissimo poema drammatico, 800 400 12-8 155 45 6-4 165 49 6-4 37 26 3-2 150 26 6-4 301 27 12-8 253 27 12-8 152 105 6-4 intitolato Boma nel mille, nonché di Bianca della Porta, tragedia, e degli studii storici e letterarii con documenti inediti sopra gli Ezzelini, Dante e gli schiavi. Il Zamboni è un ingegno robustissimo, di prim' ordine, altamente stimato dal sommo Gregorovius. Democratico ne' suoi concetti, ma democratico con aspirazioni filosofiche, virtuose, maturate da una sconfinata erudizione, dal senno, dall'intelligenza e da quelle considerazioni che sono atte a guidare il progresso colle idee rigeneratrici, il Zamboni, dico, ripudia i delirii delle menti ammalate, che procedono ad estendere l'anarchia sociale con vuote e pericolose declamazioni. Il nostro Autore medita sapientemente sui destini dell'umanità, e col-l'ardente bollore della fantasia, temperata dallo studio profondo e dalla severa disamina egli sa sviluppare opere che lo raccomandano alla posterità. Un grande tragico, il Niccolini, ne presagiva lietamente fino dall'infanzia, e del garzone triestino diceva: "0 giovinetto! È per me sogno, è a te desio la gloria, Tu di speranza vivi, io di memoria.» 11 Zamboni, che da vent'anui soggiorna in Vienna, tiene alto in riva al Danubio il nome italiano e illustra nell' ugual tempo queste adriatiche sponde che gli furono culla . . . Cose locali Presso la spiaggia di San Nicolò d'Oltre, due pescatori, il giorno 18 corr. presero non senza fatica e pericolo un giovane pesce cane, lungo mezzo, della probabile età di appena un tentò più volte di addentarli. un metro e mese, e che ( Unione) In base a contratto stipulato fra i due soci pro-prietarii dello stabilimento Tipografico Appolonio e Caprin, il signor B. Appolonio ha acquistata l'assoluta proprietà ed assunse fino dal 1 agosto la conduttura dello stesso sotto la ragione Stabilimento Tipografico B. Apollonio. Pubblicazioni È uscito, dopo lungo intervallo, il III volume della Storia documentata di Carlo V in correlazione all'Italia, di quell'egregio scrittore che è il cavaliere Giuseppe de Leva, professore all' Università di Padova. Il miglior elogio di quest'opera insigne lo ha fatto il celebre Gregorovius di Neidenburgo (Prussia Orientale), citandola nell' ultimo volume della sua Storia di Boma nel Medio Evo come "una gemma della attuale letteratura italiana.,, Questo III volume del Leva sparge una grande luce sul lavorio, della riforma in Italia. Carlo V, sì tollerante in Germania, per l'Italia ordinava che a chi spargerà i libri di Lutero, anche senza predicarne il contenuto, sarà fatto un marchio a fuoco in forma di croce, o strappato un occhio o tagliata una mano a piacere del giudice (! !) È uscito il Bisparmio di Samuele Smiles, autore del Chi s'ajuta, Dio V ajuta (Self-help) e del Carattere. La traduzione è del Lessona, i tipi del Barbèra. Cento anni dopo, viaggio fantastico in Oga Ma-goga di Paolo Tedeschi. Milano, tipog. di Lodovico Bor-tolotti et. 1876. È un interessante lavoro, che raccomandiamo specialmente agl'istriani, perchè tratta di casa nostra in quel modo aperto, brioso e spigliato tutto proprio dell'egregio e colto poeta e prosatore, tauto conosciuto fra noi. (Dono alla Redazione). Scuola normale femminile Eugenio Camerini con giardino d' infanzia e scuola elementare per le esercitazioni pratiche. Milano, stabilimeuto G. Civelli 1876. A benefizio di due figli di povere maestre d'Asili nell'Asilo-Convitto di Bioglio. (Dono alla Red.). Archeografo triestino edito per cura della Società del Gabinetto di Minerva. Nuova serie, voi. IV, fase. II0, Ing. 1876. — Trieste tipog. di Lod. Herr-manstorfer 1876. Varietà Macchinetta pelabozzoli. — Al prezzo di fran-18 si ha in Milano, via Tre Alberghi, 28, questa u-tilissima macchinetta; con essa due persone possono nettare fino 15 miriagrammi di bozzoli ai giorno, lavoro che altrimenti non si potrebbe fare con meno di 25 donne. Ha ancora il vantaggio di potere facilmente separare i bozzoli ammaccati e molli dai sani, e perciò i bozzoli pelati colla macchina non soffrono nel trasporto ed i compratori li apprezzano maggiormente. La vettura automobile ad aria compressa consiste in una carrozza del tutto conforme a quelle che si usano per i Tramways, ad eccezione che non vi sono cavalli. Il conduttore iu luogo di tenere le briglie ha a sua disposizione una maniglia, col mezzo della quale mette in moto la vettura e la ferma a piacere. La vettura procede in silenzio e sembra messa in movimento da una forza invisibile. La forza motrice è prodotta raccogliendo dell' aria, la quale viene fortemente compressa; e quest'aria defluisce in seguito nei cilindri ed agisce sugli stantuffi, mettendo in movimento le ruote nell' egual modo del vapore. L'aria che si raccoglie può essere paragonata ad una robusta molla che sia stata tesa, alla quale si renda in seguito la libertà d'azione. Essa si espande e agisce sino a che non abbia raggiunto il suo stato primitivo. pag. 1888 col. 1889 col. id id id id id 1894 id id id 2dl 1. id id id id col. 2dl id I» Errori lin. 14 Correttori lin. 6 custizia lin. 61 ebdomadario lin. 63 volta liu. 23 operoso lin. 58 sappiano, lin. 43 febb. 1865 id liu. 5 1193.43 Correzioni Correttori, 9ustizia giornale ebd. volta, operoso, sappiano 16 febb. 1875 1119.43