Ablmonamento annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti antecipati. Per un solo numero soldi 20. Rivolgersi per gli annunzi alVAmminis. Redazione ed Amministrazione Via EUGENIA casa N.ro 334 pianterreno. Il periodico esce ai 10 e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro devono dirigersi franchi all’Amministrazione Si stampano gratuitamente articoli d’interesse generale. Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono i manoscritti. Excelsior_____ LA NOSTRA DIETA Chiudeva il breve periodo di sua attività, la quale se non segna per la Provincia notevoli progressi in linea economico - amministrativa, rimarrà negli annali Istriani a testimoniare l’oltracotanza petulante di pochi illusi e la nobile risposta della Maggioranza dietale a puerili e sconvenienti provocazioni. Per quanto in vero non metta conto ritornare colla memoria a quelle comiche tirate babeliche, onde i corifei clericali e croati preludiarono ai fasti villani della Dieta di Zagabria, giova pure domandarsi il perchè di tanto chiasso, di tanta loquacità sprecata, quali i vantaggi reali ottenuti dalla biliosa minoranza. Si fu col predicare al deserto che gli On. Clericali e croati supposero di sviluppare la bontà delle loro mozioni e di farle adottare? 0 forse credettero di tradurle nel dominio dei fatti col solo degnarsi di voltarle in una lingua cristiana dopo vestite grottescamente di slavo o croato che sia? — Modo conciliante nel loro cervello sarebbe forse il far ridere, annojare ed indignare i colleghi? — Può darsi che sieno rimasti contenti al successo oratorio di vicendevoli applausi, ammesso sempre che nella degna quaderna sieno giunti ad intendersi. — Certamente mostrarono di volere a qualunque prezzo lo scandalo, di non isfuggire dai mezzi i più sconvenienti, di mancare al rispetto dovuto a sè stessi pur di arrivare allo scopo fazioso. Abbenchè col dispetto e colla petulanza infantile abbiano sorpassato il limite del credibile, specie quando furono tocchi al vivo dalla sdegnosa dichiarazione della Maggioranza, non la vinsero nei reconditi loro fini; ed il senno della parte colta dell’Istria si rispecchiò nel contegno correttissimo e longanime dei suoi deputati. Onde trovò modo di manifestarsi nella dichiarazione virile e leale dell’ On. Amoroso, a nome della Maggioranza, risonando nell’ aula del nessuno come storica protesta solenne e dignitosa ad insulti inverecondi, ad inani conati. Noi, dalla città dei Madonizza e dei Belli, facciamo eco cordiale al plauso di tutta l’Istria per quelle franche parole, ispirate al più vivo sentimento di carità patria, all’ assennatezza e prudenza di quanti v’ha patrioti, che bramino vedere la nostra Provincia incedere tranquilla e serena sulla via del progresso materiale e morale, senza distrarsi al molesto spettacolo di sterili lotte, indegne delle care sue tradizioni, del suo bell’ avvenire. •---------------------sxa*-------------------- La paga dei maestri Le frequenti e, pur troppo, fondatissime lagnanze del personale insegnante delle nostre scuole popolari per la povera e, quasi non dissi, ironica retribuzione che hanno le sue fatiche, stringe il cuore di doppio dolore, chi da un lato conosca le difficoltà economiche attuali, e dall’ altro le fatiche di un ministero,che non può imaginare chi non le abbia esperite. E l’impossibiltà in che versa la Provincia di elevare gli emolumenti dei maestri per lo meno alla stregua degli impiegati più umili dello Stato, degl’ impiegati dell’ undecima classe, rende la loro posizione disperata di ogni meglioramento, se forse non si venga alla risoluzione, che ogni Comune stipendi! i propri maestri, e di questi quel tal numero soltanto, che esso Comune possa retribuire con un salario che non sia un insulto. Imperocché tutto il di più non sia che un far pompa di miseria; non sia inoltre che uno spreco di denaro. Sissignori, anche uno spreco di danari; giacché un solo maestro bene retribuito, e però contento del proprio stato, e, ora che ì’ essere sta nell’ a-vere, stimato dai cittadini, darà migliori risultati nella coltura di una popolazione, che tre maestri affamati, straccioni, avviliti. E che ciò non sia un paradosso, ve lo dica ognuno che sa che significhi istruire. Chi può vivere, ma niente altro che vivere, è il maestro che non ha famiglia. Qui parrebbe ovvia la conclusione, che dunque i maestri non prendano moglie. Ma per non dire che l’adoperarsi a questo scopo saria come parlare ai sordi, sarebbe di più un danneggiare la scuola, per ciò che un uomo, scapolo per necessità, non sia il più assiduo e paziente istruttore, nè molte volte, specie nelle scuole miste, il più adatto educatore ; e i lettori mi vorranno far grazia dei motivi. Che dunque? Pei maestri che hanno famiglia, non c’ è rimedio che nella generosità delle famiglie che hanno dei bambini a scuola. Credano queste famiglie, che i regali che faranno ai maestri (e qui si prega di crederci sulla parola, che chi scrive non è un maestro) saranno atti di carità meritoria quanto qualunque altra carità, anzi più di qualunque altra carità, perchè il debito di giustizia è qui più forte e più evidente che negli altri casi. I maestri che non hanno ancora una famiglia, si contengano per qualche anno (via, diceva a Renzo don Abbondio, qualche anno non è poi 1’ eternità!) e non avranno a pentirsi. Ci sono in Istria parecchie buone giovani, econome e provedute sufficientemente a denari, nelle quali, se daranno tempo al tempo, può essere di leggeri che si avvengano, e alle quali per la posizione e il savio contegno riescano graditi. Cioè una capanna e il tuo cuore va bene, quando per il suo contrario s’intenda un palazzo senza il cuore: ma se poteste avere un cuore e una casetta? Per non dire che le angustie della capanna impediscono maledettamente 1’ espansione del cuore, e che l’ideale, ridotto ad abitare un tetto di paglia, immiserisce, e diventa una ben povera cosa. Anche avviene, che a volte l’ideale faccia un buco nella paglia, e se ne vada a diporto in più spirabil aere, in più vasti orizzonti. Da parte nostra facciamo voti che le Autorità Scolastiche non permettano affatto ai Sottomaestri il matrimonio; così avverrà più difficilmente che i giovani candidati al Magistero scelgano la sposa ancora studenti coi criteri manchevoli di quella età, e si rovinino economicamente per tutta la vita. ------—------------------------------------------ L’unione delle tre provinole Bella, magnifica, santa idea, ina idea. Ne’ difficili tempi che corrono, a nostro sommesso modo di opinare, il voler attuarla sarebbe non solo atto ardito, ma oltremodo pericoloso. Ne fornisce la prova più manifesta il fatto, che anche gli apostoli della grande Croazia, gli Starcevich in diciottesimo, che agitano e seminano discordie in Provincia, vagheggiano da lungo la progettata fusione, e attendono ansiosi che venga realizzata. I nostri confratelli dell’ “Istria,, e della “Provincia,, hanno ragione, oggi conviene limitare l’affetto fraterno a stringere sempre più i vincoli morali, che ci uniscono a Trieste ed a Gorizia, per combattere il comune nemico, che forte di eccelsi sostegni, è più vivo e risoluto che mai. Di fronte alla guerra accanita che ci muove, convien prendere in seria considerazione i pericoli, che potrebbe recar seco l’amalgama delle tre Diete, affinchè i nostri figli non ci rimprorerino un giorno di aver agito avven- tatamente, di non aver saputo preservare il paese da lotte, che costarono fatiche e sacrifici sommi ai nostri padri per difendere e serbare intatti i nostri diritti. Sappiamo che pel partito clericalecroato ogni arma è buona; onde schiviamo se possibile,, di porgli in mano quella affilata a due tagli dell’ accomunamento delle Rappresentanze provinciali, di cui non si possono prevedere le conseguenze, che potrebbero riuscire funeste. Uniamoci, sì, moralmente ai nostri fratelli con tutta la forza che può derivare dalle stesse aspirazioni, ma intanto ci basti il mantenerci italiani senz’ abbandonare le attuali posizioni. Colle aure che spirano, limitiamoci a sostenere come assennatamente consiglia il nostro illustre Luciani, la lottta unguibus et rostris per difendere il patrimonio sacro della nostra lingua e della nostra nazionalità, coi mezzi che ci consente il presente stato di cose e la legge. „Lo esigono" egli dice, „il dovere, l’interesse e 1’ onore ; chè, come lasciò scritto Plutarco, maggiore infamia ad un popolo è il perdere la lingua che la libertà." Ad ogni modo noi non pretendiamo ad infallibilità e per ciò apriamo volonterosi le colonne del nostro periodico a chiunque brami sviluppare in un senso o nell’ altro i suoi pensieri nella questione, affinchè sia posta nella massima luce ed il paese possa giudicarne con piena conoscenza di causa. ----------43-—------- UN PO’ DI FISICA (Cont. ; vedi numero 10). Noi fino adesso non abbiamo considerato che una coppia voltaica, che un solo elemento di pila; ma si possono riunirne parecchi, moltiplicarne il numero ; allora gli effetti prodotti necessariamente divengono maggiori. Si possono riunire gli elementi in due maniere; è chiaro che si può attaccare un polo positivo d’ una coppia al polo negativo della coppia successiva e così di seguito, o unire un polo positivo con un polo positivo, un negativo con un negativo e così di seguito. I risultati ottenuti differiscono completamente. Ammettiamo il primo caso: Si attacchi un positivo col negativo seguente ; il negativo del primo sia unito mediante un filo al positivo del secondo. In queste condizioni 1’ elettricità del primo elemento penetra sullo zinco del secondo con la forza elettromotrice iniziale. L’ossidazione dello zinco in questo secondo elemento determina una novella differenza di potenziale, produce una seconda caduta che si aggiunge alla prima. La corrente risultante ha dunque una doppia tensione. Se vi è un terzo elemento, terza caduta ; si crea così una serie di cascate a differenze di livello eguali. In breve, per accrescere la forza elettromotrice, non si ha che a riunire così degli elementi gli uni in seguito agli altri. Questa riunione è conosciuta sotto il nome di associazione in tensione, in o serie. Ciò è precisamente come se si sovraponessero gli uni sopra gli altri dei vasi cilindrici pieni d’acqua cui si avesse la possibilità di levare il fondo ad un momento voluto. Un solo vaso esiterebbe il suo liquido con una pressione dipendente dall’ altezza del livello ; ma tutta la pila di vasi non formando che una sola colonna in comunicazione esiterebbe l’acqua con una pressione misurata dall’ altezza dell’ intiera pila. Non bisogna dimenticare che se si aumenta mediante questo artificio la tensione, si moltiplica parimenti la resistenza della pila, di modo che 1’ intensità resta tale quale sarebbe, se il conduttore esterno fosse corto. Supponiamo ora il secondo caso. Si riuniscano i poli positivi ai poli positivi ed i negativi coi negativi. Se i due elementi hanno esattamente la stessa forza elettricomotrice, è chiaro che la corrente in ciascun filo si farà equilibrio, non si avrà cioè movimento. In questo caso si dice, che gli elementi sono associati in opposizione. Ma se si attacca il filo che congiunge i positivi al filo che riunisce i negativi mediante un terzo filo, la doppia corrente sino allora equilibrata passerà per questo condotto dalla congiunzione positiva alla congiunzione negativa ; passeranno insomma due correnti per una. Se si opera così con tre, quattro, cinque e più elementi, si otterrà tre, quattro, cinque e più correnti simultanee ; si avrà cioè triplicato, quadruplicato il passaggio di elettricità. La pila sarà montata in quantità o in batteria. La tensione resterà la stessa, ma il volume esitato sarà accresciuto. Infine combinando queste due maniere d’associazione, otterremo o della tensione o della quantità per soddisfare alle applicazioni che ci proponiamo di fare. Noi ci siamo dilungati un po’ sopra questi dettagli, perchè sono essenziali a conoscersi, e quando non si hanno ben presenti alla memoria, è impossibile di comprendere il giuoco delle reazioni elettriche e di farsi una giusta idea della forza elettromotrice, della tensione, dell’ intensità della corrente, delle resistenze ecc. — tutte nozioni, delle quali è indispensabile essere pienamente convinti. L’ elemento di pila zinco-rame con acqua acculata, tale quale noi 1’ abbiamo descritta, non funzionerebbe che poco tempo. La prima pila di Volta e le sue numerose pile modificate si trovano in questo caso. La corrente generale s’indebolisce molto rapidamente e la pila non sviluppa in breve tempo più elettricità. Essa, come si dice, si polarizza. La diminuzione e 1’ annullamento della forza motrice ed anche il cangiamento di senso, che avviene qualchevolta, dipendono da parecchie cause ; noi ne indicheremo solo la più efficace. L’ i-drogeno che va al polo rame a misura che 1’ ossigeno va sullo zinco, finisce per coprire la lamina di rame mediante una specie di guaina isolante ; il flusso elettrico non può più passare, 1’ ossidazione s’ arresta e cosi pure la corrente. Se poi si leva meccanicamente l’idrogeno fissato sopra il rame, la corrente ritorna a prodursi. Inoltre l’idrogeno tende senza posa a ricombinarsi con 1’ ossigeno dello zinco, e per conseguenza a generare una forza elettromotrice inversa. Si aumenta ancora la forza elettromotrice combinando chimicamente questo idrogeno con dell’ ossigneno apportato dal di fuori mediante un corpo facilmente decomponibile. In breve, il nemico della sostanza d’ una pila è principalmente l’idrogeno ; di modo che tutti gli inventori di vari generi di pila, non hanno avuto che uno scopo, di impedire l’accumulamento del gas idrogeno sopra il rame nel momento della sua produzione per evitare la polarizzazione. Noi ritroveremo questa cura nelle principali pile, che andremo ora a descrivere sommariamente. Le due pile più energiche sono quelle di Greve e di Bunsen. Pila di Grove. -— Un vaso di porcellana quadrato ed alto che racchiude una foglia di zinco ricurvata ad U e circonda un vaso poroso di forma piatta; nel vaso poroso una sottile lamina di platino ; nel vaso di porcellana dell’ acqua acidulata coll’ acido solforico ; nel vaso poroso dell’ acido nitrico fumante. Lo zinco è attaccato, l’acqua decomposta, il flusso elettrico traversa il vaso poroso, l’idrogeno si porta sul platino, da dove è levato dall’ acido nitrico che gli cede dell’ ossigeno. La molecola d’acqua si ricostituisce e l’acido azotico passa finalmente allo stato ipoazotico, di cui 1’ o-dore che si sviluppa è ben conosciuto. Pila Bunsen. — Vaso di grès verniciato, cilindro di zinco, vaso cilindrico poroso, nell' interno prisma di carbone di storta. Con lo zinco, dell’ acido solforico diluito nell’ acqua ; col carbone, acido nitrico. Il Signor Wagner sostituisce all’ acido nitrico una mescolanza di 2 parti in peso d’acido nitrico e 5 d’ acido solforico ; ciò è più economico. Se la pila deve funzionare più di 5 ore, bisogna portare la proporzione d’acido nitrico sino a 3 parti e mezza. Lo zinco è amalgamato in questa pila come nella precedente. Il metallo non è attaccato in questo caso che quando la pila funziona ; Si è modificata in varie maniere la pila Bunsen senza però migliorarla notevolmente. Pila Danieli. — Vaso di vetro o di porcellana, cilindro di zinco, vaso poroso, lamina di rame. Con lo zinco, dell’ acqua e dell’ accido solforico. Sino a questo punto non è che la pila di Volta. Ma per liberare il rame dall’idrogeno, si mettono nel vaso poroso contenente il rame, dei cristalli di solfato di rame. Durante 1’ azione, 1’ idrogeno riduce l’ossido del solfato, gli prende il suo ossigeno per formare dell’ acqua ed il rame si deposita sulla lamina di rame. L’ acido solforico reso libero va a combinarsi coll’ ossido di zinco formatosi sull’elettrodo negativo e produce del solfato di zinco. Questa pila è per noi la più commoda. Essa è d’ una rimarchevole costanza, non sviluppa alcun cattivo odore, e non esige per mantenersi che di tempo in tempo un po’ di solfato di rame. La sua forza elettromotrice è di 1, mentre quella di Grove o Bunsen è da 1,812 a 1,510. Dunque alquanto più debole, ma quali differenze pel mantenimento e per la manipolazione ! Essa funziona delle settimane, senza bisogno di cura e con una disposizione speciale, può durare persino degli anni. Non si ha che a rimettere l’acqua perduta a causa del-1’ evaporazione e levare il solfato di zinco formatosi in eccesso. Essa è stata molto modificata secondo i paesi e le circostanze ; tra le altre modificazioni fu coperta d’ un pallone di vetro pieno di cristalli di solfato di rame, che servono a mantenere la soluzione satura in vicinanza della lamina di rame. ( Continua) CORRISPONDENZE. Pinguente, li 20 luglio 1884. Sebbene ci arrida la speranza, che il lagno mosso del corrispondente dell’ Istria per ciò che risguarda la lingua, nella quale ad esclusione quasi di ogni altra il parroco bandisce il Vangelo in questa città incontestabilmente italiana, sia pervenuto alle orecchie e per esse alla coscienza di chi è tenuto a provedere, non abbiamo potuto non assecondare l’impulso del nostro cuore che ci spingeva a lamentare l’ostracismo della lingua italiana a vantaggio della così detta lingua del contado. Delle due 1’ una ; o il parroco non conosce a sufficenza l’italiano, e allora vada fare il parroco altrove ; o lo conosce, e allora predichi anche italiano. Come apparisce, la nostra domanda è ragionevole se altra mai, e sfido il più fine dialettico a convincerci di paralogismo. Che se il dilemma procede a fil di logica, come procede, non andremo errati ritenendo, che questo stato di cose, che ci asteniamo di qualificare, non durerà se non quanto basti a che l’Autorità ecclesiastica, che abbiamo fondamento di credere bene intenzionata, lo conosca e ci provveda. Abbiamo detto che il parroco predichi anche in italiano. Nelle nostre condizioni gli slavi non sarebbero così temperanti. Essi direbbero : i cittadini non conoscono la lingua dei contadini, i contadini conoscono la propria e quella dei cittadini ; si predichi dunque nella sola lingua dei cittadini. E ciò è di fatto lo spedante che si affaccia ad ogni mente non prevenuta. Ma noi non avanziamo pretese ; vogliamo soltanto che se ci tocchi il desiderio di udire la parola del nostro parroco, ci sia dato di ascoltarla senza che suoni una offesa al nostro orgoglio nazionale, che, sia detto con buona pace dei croatizzanti, abbiamo la debolezza di sentire molto forte. Abbiamo da Paugnano. Nella seduta della Rappresentanza com. di Paugnano li 17 corr. si fecero notare per singolari vedute due membri della minoranza, un Giacomo Gherdina da Monte e un Giacomo Ladavac, croato, domiciliato a Carcauzze. Surto il Podestà, uomo rispettabilissimo, a ragionare la proposta d’un Cassiere com., il Ladavac gli intimava che se voleva parlare, abbandonasse il seggio presidenziale. Si vede che il Ladavac sa cogliere le occasioni per far pompa della sua dottrina ! E il Podesta obbediva, e il segretario non lo avvertiva che non era il caso di obbedire. Era inscienza? era timidezza? era.... che cosa era ? Indetta la votazione orale per la nomina di due Membri del Consiglio scolastico locale, il primo chiamato diede il suo voto a Matteo Ierussovich, eccellente persona, che sa leggere e scrivere, già sottoufficiale nel-1’ armata, perito giurato e più volte Consigliere com. ; ed ecco, quasi scottato da una brage il Gherdina a dipingerlo inetto, vecchio (che qui o non ha senso, o equivale a rimbambito) e non so più che altro. Del resto la maggioranza non si lasciò imporre, e Gherdina e compagni la dovettero inghiottire. E qui cade la domanda : Possibile che la maggioranza non sappia distinguere tra un uomo e un rimbambito? E se ciò non può essere, quali motivi possono aver indotta la minoranza a non volere il Ierussovich ? Forse perchè non è slavo nel modo eh’ essa lo vorrebbe. Imperocché più tardi il Gherdina asserì che era una vergogna che sulla porta dell’Uffizio com. di Paugnano si leggessero le brutte parole Pode-staria di Paugnano. Eh signor via, Gherdina; se anche un giorno nella Podestaria di Paugnano si parlasse italiano, e nella scuola italiano, e nella Chiesa italiano, via, di-ciamcelo qui a 100.000 occhi, voi potreste comparire in puhlico senza che vi salgano i rossori alla fronte, che anzi ! E per fare i vostri affari sarebbe tanto di guadagnato. Vorremmo esprimere il desiderio che la Giunta prov. domandasse un particolareggiato rapporto al Comune di Paugnano sui fatti su detti, la qual cosa sappiamo desiderata da parecchi di quei Rappresentanti ; ma il senno e la fermezza della maggioranza ci fanno credere che tutto questo non sia necessario. -------------------------oo£Agx>-------—--------------- "X7" aria. Le ultime voci del moribondo. — Ebbe luogo nei giorni 17 e 18 corr. 1’ esame di maturità nella Scuola Reale sup. di Pirano, preside il Sig. C. Hofmann, direttore del Ginnasio dello Stato in Trieste, assistente la civica Deputazione. Fu dichiarato maturo con distinzione il Signor Contento Ugo da Pirano; semplicemente maturi i Signori Dejak Ernesto da Mon-tona, Retti Arturo da Rovigno, Schiavimi Nicolò da Pirano, de Sinecih Giuseppe da Parenzo, Vukovich Roberto da Parenzo_ e Zanghi Bruno da Zara. Un privato si è ritirato. — È l’ultimo esame di maturità di quella scuola, per la quale tante cure e tanti denari furono spesi, e che tanto lustro aggiungeva alla città di Pirano. Ma sic voluere fata! * * L’Dipelale Civico li Fola nel 1882 (Continuazione. Vedi Nr. 12) Degno di speciale riflesso è il prospetto che segue come quello che indica il rapporto fra curati, dimessi e morti per le malattie — come ivi è detto — più importanti. Da tale prospetto risulta, che dei 1319 curati dei due sessi, ben 281 lo furono per Sifilide e 100 per febbre intermittente, cifre massime, mentre i 4 curati per Peritonite offrono il numero minimo ; d’ onde il rispettivo per cento di 21.37, rispettivamente di 7,58 % pei primi e 0,30 % per questi ultimi. La stessa relativa proporzione rimpetto alle cerniate malattie più importanti mantiensi in rapporto anche ai 1239 dimessi ed ai 1009 guariti, mentre pei 97 morti le cifre si spostano, perciocché il massimo % di tutti i decessi — 19,58 — è recato dalla Difterite e Group — 12,37 % — dalle Pneumoniti e — 11,34 % — dalle Tubercolosi polmonari. Più dettagliati ragguagli sulle singole malattie osservate nell’anno 1882 nell’Ospitale, onde si tratta, vengono forniti dai successivi quadri numerici delle medesime e le cui cifre rispondono, s’intende, ai dati testé riportati. Si accenna indi alla ripartizione del servizio sanitario del Pio luogo. Tale servizio è ripartito in cinque divisioni, affidate come segue : I. Medica donne all’Onor. D.r Demartini — II. Chirurgia donne, III. Sifilitica donne, IV a. Chirurgia uomini e IV b. Sifilitica uomini, all’ Gnor. Dr. Sprocani — V Medica uomini all’ Gnor. Dr. Bossi. Apposito specchietto sub a segnala il movimento nell’ anno de’ ricoverati in ogni singola divisione; altro sub b denota la rispettiva durata della degenza, il cui massimo complessivo % — 23.66 — è fornito dalla V Divisione, Medica uomini e la minima — 7.65% — dalla IV b Sifilitica uomini. Quello successivo sub c rileva la mortalità, il cui massimo % — 14.68 —• è dovuto alla divisione I Medica donne. Dopo ciò incontrasi un elenco di 159 operazioni chirurgiche praticate durante l’anno, delle quali 128 sopra individui accolti nel pio istituto e 31 sopra ammalati ambulanti, coll’ impiego in soli 26 casi della narcosi di cloroformio puro. Di cotesti 159 operati — de’ quali 64 diedero luogo ad operazioni così dette di alta chirurgia — uno solo morì e fu uno dei 3 operati di fistola all’ ano, il cui esito infausto fu dovuto in prima linea ad estese croniche esulcerazioni dell’ intestino crasso in soggetto beone. Tale elenco delle operazioni chirurgiche eseguite nel 1882 nelle varie divisioni del pio luogo è illustrato poi da preziose note ed interessanti osservazioni, le quali meriterebbero davvero d’ essere riportate per intero se la tirannia dello spazio lo consentisse. Diremo solo che ivi vien fatta relazione su alcuni individui operati per Litotomia — Resecazione dell’ ulna — Erniotomia — Amputazione dell’ avvambraccio — Amputazione della mammella — Elongazione del nervo sciatico — Uretro-tomia esterna — e ferita per projertile. Ma qui, con buona grazia del proto, non sapremmo astenerci dal riportare quanto 1’ Gnor. Dr. Sprocani, riferisce sul caso occorsogli d’una amputazione della mammella, perchè dal medesimo si palesa e la forte tempra — com’ egli dice — della paziente e —■ aggiungeremo noi — la sicurezza e rara perizia del bravo operatore. Giudicatene ! „L’ amputazione della mammella — è detto —■ offre „del pari dell’ interesse, non tanto per l’estesissima „piaga cancerosa di tutta la mammella sinistra, come „nel caso concreto, partecipata ai muscoli pettorali, e „per il grosso tumore ascellare dell’ istesso lato aderente „alla guaina vascolare dei vasi maggiori, quanto per la „resistenza del soggetto settantenne (!!), al male aperto „da quasi un anno, ed alla vasta ferita dell’atto operativo dal fondo dell’ ascella fino all’ ultimo bordo coitale. — Basti il dire che l’operazione era quasi airi’ estremo limite della sua indicazione, (!!) eppure la „paziente, certa G. S. di Promontore, non ismentì la „forte tempra dei molti longevi del suo villaggio ; ed „a guarigione compiuta dopo 48 giorni, poteva mostrare „col riacquisto della nutrizione e del sano colorito del „volto, unitamente ai suoi cappelli corvini ed a tutti i „suoi bianchi denti, 20 anni di meno." La durata media della cura dei dimessi (usciti e morti) nelle relative Divisioni e nei singoli mesi del-1’ anno, forma oggetto di analogo successivo prospetto, nelle cui cifre sono pure compresi i trasferiti dall’ una all’ altra Divisione. Ne riporteremo qui solamente le cifre risultanti alla fine dell’ anno : Donne Divisione I Medica - Dimesse 252 gior. di cura 6247 Media 24,79 „ II Chirurgica „ 116 „ 4655 „ 40,13 „ III Sifilitica „ 183 „ 5486 „ 29,98 Uomini Divis. IVb Sifilitica - Dimessi 73 giorni di cura 2553 Media 34,97 „ IYa Chirurgica „ 280 „ 6531 „ 23,33 „ V Medica „ 368 „ 7895 » 21,44 Come si vede, la durata massima della cura la si riscontra nella II Divisione, chirurgica donne — 40,13 — mentre la minima si palesa nella V Divisione Medica uomini, in media giorni 21,44. Anche la durata della cura di ogni singola malattia, calcolata sui dimessi (usciti e morti) de’due sessi separatamente, dà luogo ad un quadro sinottico con molta diligenza compilato. Nell’ ultima colonna sono riportate le cifre sommarie, attinenti agli usciti e morti senza distinzione di sesso. Ivi si scorge che la massima durata della cura è occorsa per le seguenti malattie : Reumatismo muscolare in media giorni 194 Cateratta 146 Ulceri con blennorea vaginale „ 135 Alienazione mentale 120 Sarcoma 116 Enfisema polmonare 106 Fratture multiple „ 104 Clorosi 101 Tutte le rimanenti 185 malattie ivi elencate, dàn- no una durata media di cura al di sotto di giorni 100; mentre il minimum - giorni 1,75 - è dovuto al Group, non tenuto calcolo di tre individui accolti nel pio luogo moribondi, la durata della cura de’ quali apparisce in media di giorni 1,33. Il resoconto che teniamo sott’ occhi si occupa poi della provenienza e stato civile di tutti i curati (accettati e rimasti) a seconda le singole malatti, provenienti così dalla città come e separatamente da ogni singolo borgo, sobborgo e suburbio della medesima, nonché dalle Co- muni aggregate a quello di Pola rispettive cifre sommarie sono le Celibi Nr. 532 e da altri seguenti : paesi. Le Nubili „ Vedovi „ Vedove Conjugati Conjugate 422 Nr. 954 43 51 171 100 Nr. 271 de’ quali 746 uomini e cifre —- specie le due col colera morbus il domi- Assieme 1319 573 donne. Il corollario di tali prime — porterebbe, in tesi generale, al seguente savio consiglio: 0 uomini prendete moglie ; o donne prendete marito !.......e che mondo giri, tanto più oggi, cibato in Francia. Voltiamo pagina ed ecco ci si presenta altro elaborato prospetto di tutti gli usciti (guariti, migliorati, non guariti) secondo 1’ età ed il sesso e ciò non solamente per ogni singola malattia, ma anche per ogni singola serie di malattie, le quali serie, in numero di 20, comprendono sciascuna, tutte le malattie d’ una medesima indole, e quelle, che aver ponno tra loro qualche relazione od affinità. L’età adunque degli usciti, presi complessivamente, era la seguente : „ Fino a 5 anni, Maschi 35 Femmine 34 Assieme 69 da 6 - 10 n 27 24 51 „ 11 - 20 v 122 160 „ 282 „ 21 - 30 197 v 152 349 „31 - 40 114 55 169 „ 41 - 50 77 30 n 107 „ 51 - 60 n v 51 n 22 „ 73 „ 61 - 70 23 9 „ 32 „ 71 - 80 n 2 3 „ 5 « 81 e più * 3 „ 2 n 5 Totale 651 491 1142 ( Continua) * * Rendiamo le dovute grazie alla Spettabile Direzione della Pia Casa di Ricovero di Tirano, per l’invio fattoci di un esemplare a stampa del Resoconto dell’azienda di quell’istituto per l’anno 1883 assieme alla Relazione che lo precede. Paragonato tale conto con quelli del precedente biennio, in essa riferta viene tra altro rilevato, che un maggior numero di poveri sovvenuti a domicilio ed un migliore trattamento ed assistenza degli ammalati adottati per consiglio medico, causarono nel 1883 in qualche partita un’ aumento di spesa. Gli introiti realizzati nell’anno sommarono a fior. 11898,13 compresi fior. 1471,06 per affrancazioni di capitali di livello ; gli esiti a fior. 11515,58 compreso l’importo di fior. 2006, — investito a mutuo é fior. 538, impiegati in acquisto di stabili. Il civanzo di cassa a fine d’ anno importando fior. 382,55 la spesa complessiva realmente occorsa risulta in fior. 8971,58. Dal prospetto indicante il movimento del personale togliamo i seguenti dati : " Rimasti al 31 Dicembre 1882 Maschi 39 Femmine 17 Totale 56 Accolti nel 1883 „ 54_ „ 24 „ 78 Assieme 93 „ 41 „ 134 Usciti per licenziamento „39 „14 „53 Decessi „ 19 58 „ 20 » ^ 78 Rimasti al 31 Dicembre 1883 „ 35 „ 21 „ 56 Durante 1’ anno vennero somministrate 23954 diete ed a 526 sommarono le giornate di ricovero senza dieta Da analogo successivo bilancio rilevasi poi, che, senza contare l’importo di due lasciti da realizzarsi dopo la morte de’ rispettivi superstiti usufruttuarj, il patrimonio del pio Istituto, netto di qualunque passività, è rappresentato dalla bellezza di una somma di ben f. 101894,54 ! Questa cifra è di una splendida eloquenza, ove si pensi che la Pia Casa veniva eretta appena nel 1844; per lo che quanto è lodevole altrettanto è giustificata la determinazione testé presa dalla Spettabile sua Direzione, di eternare, cioè, la memoria de’ generosi, i quali, con spontanee offerte, coll' opera gratuitamente prestata e con pii legati, contribuirono al conseguimento di così felici risultati. I nomi de’ benefattori saranno raccolti in apposito Albo ed incisi su lapidi da collocarsi nell’ atrio della Pia Casa. — CRONACA LOCALE Lunedì 21 corr., per assistere ai funerali dell’i. r. ten. colonn. in pensione, Cav. Descovich, giunse qui da Trieste, assieme alla degna rappresentanza, capitanata dal sig. Antonio Crisanaz, la banda musicale della Società dei Veterani, approfittando del prezzo ridotto di passaggio, ottenuto gentilmente sul nostro vapore. Nel pomeriggio la banda stessa alle 5 e minuti, mosse verso il molo, mentre il Carli in partenza attendeva con soverchia compiacenza i veterani, da cui puntualità e fretta non devono attendersi a rigore di termine. Vedi però felice combinazione ! Il vapore Adria del-I. R. Finanza, pronto per partire, li accoglie nel suo grembo, ed il Carli staccasi lesto dal porto, pentito mille volte delle sprecate cortesie. L'Adria salpava poco dopo accompagnata dai muti „buon viaggio /“ degli astanti ; ed eseguite alcune evoluzioni più o meno tattiche, sostava dinanzi al porto, perché i bravi bandisti potessero dare la stura all’entusiasmo, rattenuto tutto il giorno, ed inviarci un patriottico saluto. — I pochi curiosi sul molo, si chiedevano intontiti a vicenda se, per darsi quello svago innocente, i veterani avessero prescelto il viaggio gratuito sull’ Adria al ribasso di prezzo, accordato loro sul Carli perchè con esso ritornassero anche a Trieste; o se alcuno avesse inventato il mezzo peregrino di sorprendere i contrabbandi di mare a suon di corna e di trombe. Purché torse i felici contribuenti non abbiano a fare le spese anche alle parate pompose dei veterani, o che non si tenti d’ora innanzi inculcare il rispetto alle leggi doganali colle melodie di Haydn ! Comunque sia, sincere grazie a nome del nostro Carli ai prudenti veterani, che per corrispondere alle cortesie avute, seppero trovare sulla tolda dell’ Adria e lungi dalle nostre mura, il luogo propizio alle loro espansioni. * * * Nei giorni 22 e 23 corr. Luglio ebbero luogo in questo Ginnasio gli esami di maturità sotto la presidenza dell’ Ill.mo Sig. C. IToffmann, Direttore del Ginnasio dello Stato in Trieste. Degli undici candidati che si presentarono all’ esame, soli cinque furono dichiarati maturi e sono i Sig.: Barsan Antonio di Pola, Cambiagio Cesare di Trieste, Kersevany Giovanni di Capodistria, Lach Giuseppe di Capodistria, Mantovan Giovanni di Sovi-gnaco, Zernaz Francesco di Trieste. Tre candidati furono rimessi a due mesi in una materia, due furono rimessi a ripetere 1’ esame entro un anno. * * * In conformità alle disposizioni precauzionali generalmente adottate contro il contagio del morbo asiatico, anche nella nostra Citta s’ è costituita una „Commissione Sanitaria Straordinaria" composta di cittadini e rappresentanti l’Autorità Politica e Militare. La Commissione ha già iniziato la sua attività con ordinare rigorose misure Sanitarie, ed ha diretto alla Cittadinanza il seguente appello : Concittadini ! Di fronte al pericolo d’invasione del Cholera asiatico, che già da qualche tempo infierisce nel mezzodì della Francia, col concorso dell’Inclita i. r. Autorità Politica e Militare costituivasi in questa Città una Commissione Sanitaria straordinaria all’ effetto di avvisare ed attivare le misure profilattiche più adatte ad impedire il contagio, a paralizzare la forza letale del morbo se per isventura avesse a colpirci. Chiamati dalla fiducia del patrio Municipio a far parte della predetta Commissione, i sottoscritti, per coscienza del dovere, accettarono 1’ oneroso incarico, animati soltanto dal desiderio di prestare l’opera loro a vantaggio del Paese. Senonchè, tutte le cure più solerti, i provvedimenti più salutari a nulla approderebbero, se non coadiuvati dalla Vostra cooperazione. Egli è mestieri che Voi tutti, assecondando la Commissione nel nobilissimo intento, ne rendiate più efficace l’operosità con una pronta e scrupolosa osservanza delle ordinate misure sanitarie, imprendendo anche di Vostro impulso tutte le precauzioni indicate dai principi direttivi che Vi saranno suggeriti. Concittadini ! Troppo è notoria l’utilità dell’opera che imprendiamo, perchè si possa un solo istante dubitare del Vostro concorso ; epperò è qui superfluo far appello ai Vostri ben noti sentimenti di abnegazione e saggia previdenza. Fin d’ora facciamo pieno assegnamento sulla Vostra co operazione ; e forti di sì valido appoggio, più lieve ci sembrerà il lavoro, più facile il conseguimento dello scopo. E se non ci arrida la certezza di scongiurare affatto il pericolo che ci sovrasta, ci sarà di conforto il pensiero di aver fatto del nostro meglio per il bene della nostra Città. Capodistria, li 20 Luglio 1884. LA COMMISSIONE SANITARIA STRAORDINARIA Il Presidente Avv. BAMBINI Nicolò Belli — Bennati Felice — Cobol Giorgio — Destradi Pietro — Pavento Giorgio — Gallo Pietro fu Pietro — Giovannini Giuseppe — Gravisi Giuseppe — Gravisi Dr. Pio — Bongo Dr. Pietro — Marsich Andrea fu Giamm. * * * Mercato de’ bozzoli in Capodistria Addì 19 detto Qualità : Nostrana. Quantità chilog. 1485.03 prezzo massimo fior. 1,70 al chilog., prezzo minimo fior. 1,25 al chilog., prezzo medio fior. 1,60V5. Addì 20 detto Qualità : Nostrana. Quantità chilog. 1401,24 prezzo massimo fior. 1,72 al chilog., prezzo minimo fior. 1,50 al chilog., prezzo medio fior 1,66Vs al chilog. Addì 21 detto Qualità : Nostrana. Quantità chilog. 1839,02 prezzo massimo fior. 1,70, prezzo minimo fior 1,43, prezzo medio fior. 1,62 al chilog. Addì 22 detto Qualità : Nostrana. Quantità chilog. 2157,86 prezzo massimo fior. 1.80, prezzo minimo fior. 1,50, prezzo medio fior. l,63‘/5 al chilog. Addì 23 detto Qualità: Nostrana. Quantità chilog. 793,74 prezzo massimo fior. 1,75, prezzo minimo fior. 1,31, prezzo medio fior. 1,64’/jq al chilog. Addì 24 detto Qualità: Nostrana. Quantità chilog. 805,30 prezzo massimo fior. 1,80, prezzo minimo fior 1,50, prezzo medio fior. 1,673/10 al chilog. prezzo a fior. Addì 25 detto Qualità, nostrana. Quantità, chilog. 972,18 prezzo massimo a fior. 1,80 al chilog. prezzo minimo a fior. 1,45 al chilog. prezzo medio fior. 1,66 */4 al chilog. Addì 26 detto Qualità, nostrana. Quantità chilog. 1142,33 prezzo massimo a fior. 1,75 al chilog. prezzo minimo a fior. 1,50 al chilog. prezzo medio a fior. 1,67 al chilog. Addì 27 detto Qualità nostrana. Quantità chilog. 405,59 prezzo massimo afior. 1,70 al chilog. prezzo minimo a fior. 1,55 al chil. prezzo medio fior. l,65*/4 al chilog. Addì 28 detto Qualità nostrana. Quantità chilog. 438,52 prezzo massimo a fior 1,66 al chilog. prezzo minimo fiior. 1,50 al chil. prezzo medio a fior. 1,62 % al chilog. — Qualità, giapponese riprodotta. Quantità chilog. 17,05 a fior. 1,10 al chilog. Addì 29 detto Qualità, nostrana. Quantità chilog. 671,70 massimo a fior. 1,55 al chilog. prezzo minimo 1,35 al chilog. prezzo medio afior. 1,49 al chilog. Addì 30 detto Qualità, nostrana. Quantità chilog. 561,95 prezzo massimo a fior. 1,55 al chilog. prezzo minimo a fior. 1,35 al chilog. prezzo medio a fior. l,493/4 al chilog. Addì 1 Luglio Qualità, nostrana, quantità chilog. 522,95 prezzo massimo fior, 1,60 al chilog. prezzo minimo a fior. 1,35 al chilog. prezzo medio a fior. 1,52‘/5 al chilog. Addì 2 detto Qualità, nostrana Quantità chilog. 240, 96 prezzo massimo a fior. 1,51 al chilog. prezzo minimo a fior. 1.37 al chilog. prezzo medio a fior. l,46y2 al chilog. Addì 3 detto Qualità nostrana. Quantità chilog. 155,20 prezzo massimo a fior. 1,50 al chilog. prezzo minimo a fior. 1,20 al chilog. prezzo medio a fior. 1,43% al chilog. Addi 4 e 5 detto Qualità nostrana. Quantità chilog. 267,67 preszo massimo a fior. 1,50 al chilog. prezzo minimo a fior. 1,20 al chilog. prezzo medio a fior. 1,40 al chilog. Addì 6 detto Qualità nostrana. Quantità chilog" 88,96 Inferiore in genere chilog. 10,50 ai prezzi fatti jeri. Chiusa del mercato 1884 Quantità complessive comparse sul mercato. Nostrana ed altre corrispondenti chilog. 21071,98 prezzo medio finale, a fior. l,6247/l00 al chilog. — Giapponese riprodotta chilog. 17,05 ed inferiore in genere chilog. 16,85 prezzo medio finale a fior. 1,10 al chilog. Totale quantitativo chliog. 21,105,88 Chiusa del mercato 1883 Nostrana gialla chilog. 22458,94 prezzo medio fior. 1,35 Inferiore in genere chilog. 206,31 prezzo medio fior. 0,91 V2 Assieme chilog 22,665,25 cioè, chilog. 1559.37 in più che nel 1884. * * * Protocollo di Seduta della Rapp. Coni, di Capodistria 12 febbraio 1884 ore 6 pom. Presidenza Podesta Avv. Gambini. Rapp. presenti 9. L’Ill.mo Signor Commissario Governativo ricorda, come da circa un ventennio penda tale questione, causa il rimandare i progetti da 1’ una al-l’altra Commissione senza che mai se n’ abbia scelto ed addottato uno. La lamentata tardanza in un oggetto sì importante per la publica igiene e pel decoro cittadino ha fatto sì che l’i. r. Autorità Politica si trovasse già indotta a spiccare un decretto energico, col quale per la sua definizione si accordava a questo Municipio un termine breve a scanso della costruzione della cella in questione in via esecutiva. Solo per le espresse dichiarazioni fatte dall’Ill.mo Signor Podestà, il quale prometteva una sollacita soluzione della vertenza, quel decreto rimaneva sospeso ; ma se oggi non si venisse a qualche deliberato concreto converrebbe applicarlo. L’ Gnor. A. Marsich osserva di non aver voluto colla sua mozione — che fu legalmente appoggiata — dilazionare un provvedimento tanto reclamato dalla città, sì bene approfittare del tempo occorrente a procurare i fondi necessari a mezzo dello svincolo proposto per migliorare e ridurre il progetto prodotto. L’ Gnor. Rapp. Pio Dr. Gambini emenda la mozione Marsich nel senso, che nella domanda di svincolo dei titoli sia compresa la spesa suppletoria di fini 600 circa, per la indispensabile abitazione dei custodi. Posta a voti la proposta A. Marsich fu Giamm. coll’ emenda dell’ Gnor. Pio Dr. Gambini, da lui e da altri accettata, raccoglie sovra di sè tutti i suffragi, come li raccoglie pur anco, senza discussione, la mozione successiva dello stesso Gnor. Pio Dr. Grami)ini, d’incaricare la Spettabile Deputazione Comunale a voler fare le pratiche necessarie, perchè l’Eccelso L R. Governo concorra nella spesa della cella, svolgendogli motivato rapporto per ciò che riguarda il servizio di custodia dei carcerati defunti. VII Punto dell’ Ordine del giorno Il Podestà - Presidente per conto della Giunta Municipale, in vista della perdurante malattia del medico comunale Sig. Antonio Dr. Paulovich propone di sostituirlo precariamente a mezzo di un medico provvisorio, verso condizioni da stabilirsi e possibilmente con contratto trimestrale. Apre in proposito la discussione. (Entra e prende il suo seggio V Onor. Bapp. Prof. Bellussich,) L’ Onor. Rapp. Dr. Pio Gambini dichiarando impossibile trovare per si breve termine un buon medico e notando che, per ciò, un deliberato ne’ sensi della proposta giuntale resterebbe lettera morta a meno che non si volesse accettare il primo venuto, esterna 1’ avviso che la Presidenza attinga previamente dai medici curanti del Dr. Paulovich un parere in tutta scienza e coscienza sul tempo in cui egli potrà riprendere le sue mansioni, e riferisca. Conosciuta 1’ ulteriore durata probabile della di lui malattia, il Consiglio saprà per quanto tempo debba provvedere a una sostituzione, che corrisponda alle giuste esigenze cittadine e potrà più facilmente conseguirla. L’Onor. Rapp. Prof, Bellussich opina all’incontro, che si dieno pieni poteri in argomento alla Spett. Deputazione, imperciocché ognuno senta la necessità di un pronto provvedimento. Aperta la discussione sulle fatte proposte, appoggiate tutte legalmente, a discussione chiusa e votazione compiuta, viene sancita con dieci voti quella dilatoria del Dr. Pio Gambini. Vili Punto dell’ Ordine del giorno. Dietro riferta dell’ Onor. Cons. A. Dr. Bratti sull’istanza al N. 3007, tendente ad ottenere un mutuo di f.ni 1500, dal Civico Ospedale e lettura dei documenti prodotti assieme al rapporto favorevole della Direzione del Pio luogo, senza discussione, questa viene autorizzata a pieni voti di passare alla stipulazione del relativo contratto. IX Punto dell’ Ordine del giorno. Si approva, sovra riferta dello stesso Onor. Cons. a pieni voti la delibera sotto il prezzo fiscale del posto mercato N. 10 per f.ni 10. X. Punto dell’ Ordine del giorno. Letta dal Podestà-Presidente l’istanza al N. 75 de 1884, con cui il Signor Antonio Ghelleri, i. r. capitano de’ cacciatori chiede 1’ aggregazione al nesso comunale verso pagamento delle solite tasse, la Deputazione propone di farvi luogo, in considerazione della posizione sociale del petente. L’ Onor. Dr. Pio Gambini si mostra contrario alla proposta udita. Il petente — dice egli — ricorre a noi solo per stipulare un affare e poter contrarre matrimonio, senza che mai forse pensi di recarsi nella nostra città e di arroccarle il proprio tributo di affezione e di operosità. Non si può d’altra parte sapere, se le sue condizioni finanziarie si manterranno sempre prospere e per ciò non è consulto accollarsi aggravi per il lieve guadagno d’ una tenue tassa. XI Punto dell’ Ordine del giorno. L’Onor. Cons. A. Ing. Bratti prelegge — dietro invito del Presidente — la sua riferta tecnica sub. N. 2432 de 1883, sopra alcuni guasti e riparazioni della pubblica fontana, chiedendo, dopo breve motivazione, a nome della Deputazione, uno straordinario credito di f.ni 200 occorrenti a radicalmente restaurarla. L’Onor. Rapp. Prof. Bellussich vorrebbe di più, vorrebbe, cioè, si facessero serj studj per provvedere la città di maggior copia d’ acqua, facendola derivare dalla sorgente del Bolasso o da altre. Fa proposta anzi, che in questi sensi si devolva incarico speciale alla Deputazione. Il Podestà dichiara essere la Deputazione troppo aggravata da affari puhlici per potersi prestare a mansioni straordinarie ; consiglia quindi al-1’ Onor. Bellussich la nomina di una Commissione apposita di cinque membri. L’Onor. Rapp. Bellussich modifica la sua proposta aderendo alle vedute del Podestà e trova il voluto appoggio in seno al Consiglio. L’Onor. Dr. Pio Gambini dice da un decennio riconosciuto il bisogno di introdurre in città una sorgente più copiosa di acqua potabile. Diffida troppo delle Commissioni, che molto studiano e poco agiscono, e propone invece di porre a disposizione del tecnico comunale una data somma di danaro, affinchè rediga un progetto di conduttura in città della sorgente Bolasso e Semedella, valendosi dell’appoggio ed ajuto di lui, dell’ Onor. Cons. A. Ing. Bratti ed eventualmente di altre persone tecniche, che certo volentieri presteranno l’opera loro ad un’ opera tanto utile. Tale progetto non costerebbe molto al Comune, poiché il tecnino percepisce il suo stipendio e per questo lavoro sarebbegli sufficiente una rimunerazione straordinaria. Conchiude presentando analogo emendamento alla mozione dell’ Onor. Bellussich e siccome per la posizione in opera di 30 tubi occorrenti alla conduttura attuale gli pare scarso l’importo richiesto dalla Deputazione, propone sia portato a f.ni 300. Proposta ed emenda Gambini, aderente la Deputazione, sono votate ad unanimità. XII. Punto dell’ Ordine del giorno. Senza dibattiti viene addottata unanimemente analoga proposta della Deputazione ed acclamati gli Onor. Signori Martissa-Carbonajo Giovanni Meotti Giovanni a fiduciarj e gli Onor. Signori Destradi Pietro Furiameli Giovanni a sostituti-fiduciarj per la leva militare prossima. lite consuetudini ed evitare taccia di parzialità, appoggia 1’ Onor. Dandruzzi. L’ Onor. Pietro Debelliti! fa altrettanto e si richiama a quei principj di legalità, che non si ponno, nè devono peimettere. L’ Onor. Avvocato Pier Antonio Dr. Gambini combatte la mozione Dandruzzi e sostiene quella della Deputazione. Egli reputa indecoroso 1’ aprire un concorso, perchè sarebbe illusorio essendo ornai corto, che ai posti vacanti veranno chiamate le due persone, le quali oggi con generale soddisfazione li occupano. Il Dr. Pio Gambini ritenendo inopportuna la proposta Dandruzzi e compagni, che potrebbe condurre alle solite lotte cittadine, di cui fù vittima pel passato il paese, assevera essere d’interesse comunale 1’ accogliere la proposta delegatizia, che non esce punto dalla cerchia della più stretta legalità. L’Illmo. Capitano Distrettuale si esterna favorevole alle opinioni sviluppate dai due preopinanti e crede che verranno secondate, essendo la proposta della Giunta civica e opportuna e pienamente legale. Chiusa la discussione dopo breve replica dell’ Avvocato P. A. Dambini, viene accolta con voti 14 la proposta della Deputazione. Nominati per la firma del verbale gli Onor. Andrea Marsich fu Domenico ed Ing. Pio Dr. Gambini, la seduta viene chiusa alle ore 10 V2 pom. Il Podestà-Presidente Avv. Gambini I Rappresentanti Comunali XIII Punto dell’ Ordine del giorno. Il Podestà - Presidente dice: Da lunghi anni s’accarezza da tutta la città il sogno di creare la civica biolioteca e di sottrarre all’ obblio ed al deperimento il prezioso nostro archivio antico. Nessuno sinora si trovò, che, d’ accordo col Comune, potesse sobbarcarsi al difficile compito di riordinare le vecchie carte, di mettere in luce quei tesori. La Deputazione ora va lieta di poter proporre, che il delicatissimo e geloso incarico venga affidato al chiarissimo Concittadino Abate Angelo Marsich, il quale da lei ufficiato, benché per rara modestia ritroso, non se ne schermiva. L’Onor. Dr. Pio Gambini appoggia la proposta opinando che non abbisogni di venir illustrata, siccome quella che riveste un’ importanza significantissima a’ nostri giorni. Il poter rimettere 1’ onorifico incarico a’ mani dell’ Abate Marsich è rara ventura per la città nostra, la quale sa in quanta estimazione egli sia tenuto in tutta la provincia e fuori per le sue pazienti ricerche. Un voto solenne del Consiglio sancisca dunque la mozione e, spera, vincerà la modestia dell’Illustre Concittadino, che tanto ama il suo luogo natio e la sua storia. L’ Onor. RappresentanteAndrea fu Giammaria Marsich ritiene opportuno si desita per ora dal-1’ idea esposta, pensando prima al luogo ed al modo di collocare 1’ Archivio. Il Podestà assicura che ai locali necessari sarà provveduto. Chiusa la discussione, la proposta delegatizia, è accolta da tutti, meno uno. XIV Punto dell’ordine del giorno Dr. Pio Gambini A. Marsich fu Domenico per la spremitura delle Uve pronti in molte migliaja di Esemplari per tutti i Paesi del Mondo ; di costruzione nuova riconosciuta per ec-celente e dotata di grande solidità ; di tutte le grandezze e del contenuto dai 90 ai 1600 Litri, e a prezzi modicissimi, Chi desidera provvedersi di questi torchi a pressa, può verso richiesta avere istruzioni e disegni. Si ricercano poi solidi Agenti per la vendita ; indirizzare le offerte alla Ditta : Ph. Ma)' ('arili et Comp. Vienna II. l'raterstrasse 79, e Franco forte a. M. Fonderia e Fabbrica di Macchine agrarie e per la confezione del vino. di NAVIGAZIONE A VAPORE fra Il Podestà annunciando che la Deputazione non appoggia la mozione dell’ Onor. Dandruzzi e Compagni all’ ordine del giorno, ma fa proposta che sieno invece confermati negli uffici di segretario e cancelliere i Signori Longo e Damiani, che ne disimpegnano da lungo bene assai le mansioni, apre la discussione su ambo le mozioni e chiede che abbia luogo, a sensi dell’ Art. 38 R. L, a porte chiuse, per lasciare ad ognuno ampia libertà di esporre in proposito i suoi giudizi. Fatto luogo a pieni voti alla domanda del Podestà, egli invita il publico ad abbandonare la sala, ne fa chiudere le porte ed ordina ai presenti Segretari provvisori Longo e Damiani di uscire e di cedere il protocollo all’ Onor. Cons. Bratti. Eseguiti tali disposizioni, il Podestà, bramando parlare, cede la Presidenza all’ Onor. Cons. Martissa- Carbonaio Giovanni e passa a sedere tra i membri del Consiglio. L’ nor. Nicolò Dandruzzi sviluppa e sostiene la propria proposta. L’ Onor. Andrea Marsich fu Giammaria, non per far torto ai due impiegati, che rivestono le cariche in discorso, ma per non venir meno alle so- ------—------"KjgB”----------- Col giorno 11 giugno corrente i piroscafi faranno (tempo permettendo) le gite giornaliere, fino a nuovo avviso, col seguente ORARIO NEI GIORNI FERIALI: da Capodistria per Trieste da Trieste per Capodistria I. Corsa . . . ore 6 ant. I. Corsa . . ore 9 ant. II. „ . . • . a 10‘A „ Il- „ . . . . „ 12 merid. III „ . . . . „ 5 pom. HI * . * 6’/2 pom. NEI GIORNI FESTIVI: I. Corsa. . . ore 6 ant. I. Corsa . . . ore 9 ant. II. „ . . • • * ioy4 „ II. „ . . . . „12 merid. III. „ . . . . „ 6 pom. III. „ . . . • n 7 y4pom. Prezzo di passaggio soldi 30 indistintamente ; per fanciulli sotto ai 12 anni soldi 20. Nolo delle merci da convenirsi col capitano. Il punto d’approdo a Capodistria è il Porto, a Trieste la Riva della Sanità Capodistria, 9 giugno 1884.