Narodna in univerzitetna knjižnica v Ljubljani COMPENDrO Delia maravigliola Vita , «*!«* e Morte di S. NOTTBURGA. Vergine Tirollele, lucidiG- fimo fpechio, ed eflempio dellc donzelle ferventi: Quale per fama di Santitk, e miracoli gi& celebre in tuto il Tirollo Baviera, Auftria, Stiria , Carintia, Cragnocon Io fplendore di grazie illuftrata, e vene. rata come fingolare PATRONA, e PRO- TETTRICE delli Poveri, & Animali: Ora nella Chiefa deJJi RR. PP. Francefcani Riformati nel Con-tado di Pifino con nuove grazie rifplende, ed a fuoi divoti con-ferifce: dato in luce Da un divoto della Santa IN LUBIANA MDCCXLir. Con Lice»za de’ Superiori. £tapattoda me Adamo Reichart. 139583 AL DI VOTO LETTORE. jjy A Vita di Santa Nottburga Vergine TiroJIefe in Tedefco comporta da Silveftro a PJan Scrit-tore AJJemano , e tradotta in Ita-Jiano si ponefotto ii torchio ; si per rifvegliare ne* fedeli Ia divo-xione verfola Santa , come anco per ravivare ne* loro cuori una vera fiducia d’ottonere da efsa, quanto pregano non foio ue’pro-pribifogni, maetiandio nel con» A 2, tagio- tagiofomale degi’animali. Ladi cui protezzione gia daquatrocen-to , e trenta anni con prodigiofi effetti isperimenta ilTiroIIo, e la Baviera , ed a tempi noftri piu parti deli’Allemagna, Auftria, Stiria, Carintia, Cragno, oveco-lve fingolare Patrona , e Prote-trice delli Poveri, et Animali sugi’ Altari e venerata. Sopra che avertirti voglio, the per piu facilitare la cognizio-ne della Vita, abbia giudicato be-neil prefente compendio dividere in otto capi, accio con piu beli* agiotu lopofsi trafcorrere, volen-do in ci6 imitare i Geographi, che la vafta Machina del Mondo in qvatro parti dividono, edinpochi fogli compendiano; accio l\oc-chio umano con piu agevolezze lavaftita della terfa contemplare pofia. Se Io ftile in alcun luogo sar£ diverfo, fappi,cio richiedere la va* rieta della materia , chenon puo ar,(in . andare veftita d*una medefima forma. Se Tu farai cortefe con chi teco e divoto , non sindicarai 1*opera ; raa compatirai Timper-fezzioni, cavando come 1’Apein-duftriosa il miele, e non coms Ragno il veleno. Tutto cio,che troverai d’aspro attribuifci a! Com pilatore,avvenga che i triboli, c li spine sono frutti dciia coipa; quanto poi vi troverai di buono , giudichi eflere parto del fupremo Facitore, da cwiomne datum opti» mum, & omne donum perferum. ^ Jacob« c« 17*} A s PRO- PROTESTA DEL COMPILATORE. AVendo la San ti tit dellaglo' riofa memoria d’ Ufbanc VIII. a* i?, di Maržo dei 1615. publicato nella fagra Congregatione dei Riti, & in qvella deli* univerfaJe Inqvisizione un De* «reto, incui proibisce lo Štampar Jibri, qvali contengono li fatti di perfone celebri in fama di Santi-ta, 6 miracoli, o qvalsi siano benefici, comeottenuti da Dio per loro interceffionc senza eflere ri-conosciuti, o approvati dall’ Ordinario.' In efcciizionedi quefto Decreto piotefto, e pretendo, non si prefti altra fede a qvanto hd fcritto in qvefto Compendio, ne che alcun* altro lo riceva , fe non in qvello solamente, che si fonda sopra 1* autorit& umana : Sottoponendoil tutto al giudicio della Santa Sede Apoftolica , a cui jni prcteflo in tutto, e per tutto wfcbidientiffimo figlivoJo. ORDINE DELLI CAPr CAPO I. COntere Ia nascita di Nott-bu/ga, la fanciulezza, ed ii soggiorrw nel Caftellodi Rottem. burgo siro alia morte dei Vecchi Signori Enrico, e Gutta fua Con-forte. CAPO II. Rag/aglia la crudelta d*Otti« lia nuora d’Enrico usara verso Ii poveri, e la carita di Nottburga comprovata con miracoloje Ia fua partenza dal Caftelio. CAPO III. Riferifceil caftigo d’Ottilia doppo Ia morte, eia fua libera, aione; idisaftri d’ Enrico doppo A 4 Jft Ia partenza di Nottburga dal Ca-ih-IIo, e 1’oflervanza delle Fefte con miracoJo comprovata- CAPO IV. Espone il modo , :on cui Nottburga feceritorno ai Caftel-lo, le pie opere, eh’infiiiui Enri. coa sollievode’poveri, eiilGvi-derdone avuto da Dio. CAPO V. Tratta della mortediNott« Burga , del modo, con cui il sagro Corpo fu portato aUa sepolcura, e delie maraviglie in cid occorfe. CAPO VI. Narra la Venerazione publica della Santa inTirollo, e Ba-▼iera; la fabrica della Chiefa, ©ve riposa il Corpo, ed iScritto» ri, che fano menzione d’ efsa. CAPO VII. Adduce i! motivo deli* erto Altare ad onore di Santa Nott» burga nella Chiefadelii RR. PP. Francefcani Riformati di Pisino. CAPO VIII. Racconta legratie conferite da Santa Nottburga ai divoti Iftriani , che con vera fiducia nei loro bisogni ad Efsa si racomraan» darono. A J In- ■os )(sa» INTRODUZZIONE COme il viverc e un bel dono della Natura, cosl il vivere virtuofamente e un dono speciale di Grazia : qvindi e , che non tut-ti qvelli, chenascono, nafcono alia gloria; perche nontutti,che vivono, sanno vivere alla virtu. La Carita poi e qvella, che žchi vive, corne deve, va intreciando ad ogn’ ora le piu preziose corone; ondechi solovive inarriorato del proprio bene, non conofce 1’ ec-cellenza delia Carita, che 1* operario arricchisce , qvanto meno opera per fe fteflfa ; poco gvada-gno fpirituale riccava, chi solo ha imparato a sudare per il fuo utile. Conobbe cioNottburga,penetrando il gran merito della Carita tanto avvampd, che per impiegarsi per l*altrui bene supplicava 1’AI« tiffimo a radoppiarli loSpiritod* Eliseo.. Seppebene, la Carita ef* «O« ) * (s<*» fere una virtii di corona tanto per la natia nobilta , qvanto per il rar ro talento, che ha, facendoci ve-dere chiaramente Ia grandezze dell’ Anima; a qval fine, Nott-burga corrispondcndo con prodigi di Carita ai furori d’0ttilia , mo« ftro pofledere un’ Anima non di serva, ma di Regina : tanta for-zeebbero lefiamme d^more verso chi la perfegvitava, che cancella-rono ogni memoria delle ricevu-teingiurie, verificandofi ii detto dei Ia Haye ; Cbaritas omnis efi in-juria immemor ( in c. 14 Gen.J A qual propofito q vella canto famo-fa , come replicata sentenza del-]o Spirito Santo ferve; lampades ejus, lampades ignis , atque flammarum ( Cant. c. 8. ) spiegano li Settanta prefso Angelo Paciu* chelli sopra Giona Profeta Zez. 2. n. 10. Alce ejuss alce ignis, qvanto adire, la Carita ha fiamme, ha scincille, ha ali, e tutta e ardentif- simo m ) 4* ( so* simo fuoco, che aqua muha ne h potuerunt extinguere ( Cant. c. 8. ) _ jiede* vituperi, ne d*ingiurie, ne fPimpofture, ne di falfe calunnie. JE uedevasi in Mose , eh’ allora vie piu arse d’amore , qvando gl* Ifraeliti gravemente PofFendeva* no; in Paolo Apoftolo flagellato, Japidato, sommerso allora appun-to , qvando con piu Fervore predirava • e viddesi in Notrbirga al-- Jora appunro, qvando dalParro-gante Ottilia vituperofamenre con insuiti scacciata dal Caftello non si parti pria d’efsercitarsi neg!* ufficii delia carica coli’ affi-ftere alia moribonda Padrona. O sagrosanto fuoco deli* Amore! che come togliefti tutta 1’arten-ftione, ed anco lo ftupore a Gio-ranni Apoftolo nel deferivere le ' prerogative di qvella prodigiosa Donna , £cui d ata funt alta dna ( Apoc. c. iz. ) cosi chiami ogni mia miacura per palesare a Divoti la odigiosa Vita, e Morredi Santa ottburga Vergine, comesiegve. Ontiene la nafcita di NoW- burga , Ja fanciulezza, ed il soggiorno nel Caftello di Rotten-burgo sinoalla morte dci Vecchi Signori Enrico, e Gutta sua Con-forte. Nacque la divota , cd umi-lifsima serva di Dio Nottburga 1* anno del Signore 1165 6 come altri vogliono 1167. ndla vallein» feriore deli’ Enno volgarmenre detta Jntol della Giurisdizzione di Rottenburgo , e Diocesidi Bref-sanoneda Genitori poveri dibeni di fortuna, madoviziosj di rie« chezze spirituali. Crefciuta la fan-ciula ad eta convenieme, nulla CAPO L cura« «OS ) * C Sfl* curava come 1’aitre fanciulle di nodrir il corpo , ma solo 1’ Ani- „ ma j non atrersdeva ne menoalle cose fanciullesche, ma piu tofto con sodezza di criftiana pieta sernbrava in pochi ani = flVre giun-ta alia virilica ; mem*e compari-va su gl*occhi del Mondo, e piu sii gPocchi di Criflo modeftiffima ne* suoisgvardi, oneftiflima nelle parole, puriffima ne’ pt-nsieri, fer-ventiffima nell* orazioni , ed in Ogni sna operazione sibben com-poli a , che era vivo effemplare ad akredonzelle ; cosiche veruna o-sava alla sua presenza proferir pa-le, che non porraflero 1* onefta nella fronre, ne far operazioni, che meritaflero riprensioni. La Fama di s) Eroiche virtu di Nottburga, che volava per tut-to il Tirollo, inanimi il Conte Enrico , e la Dama Gutta sua Conforte rinomatiCavallieri tan-tp per ia pieU verso li poveri, gvantg ’«0O * c* so* gvanto per Je grandi ricchezze v ( allorrhe la Santi arrivd ali’ ta di dieciocto anni) di chiamarla al Cartello di Rottenhurgo. Non riruso 1’umiledonzelJa accettare Fimpiego di serva, o sia donna de* chi vi, eflVrcitaiido 1’ufficio di Cuoga, e 1’aminiftratura econo« mica di tuttalacasa, senza pun-to tralasciare li foliti efiercizi di pieta Quivi Nottburga coll’ef-sere serva d’un solo Signore diven« ne Madre deipoverelli di Crifto, versoqvalifu tanto misericordio* sa, cheogni diagran folla si ra-dunavano avanti la porta del Ca-ftello, ed efsacon permiflione, e Iicenza de’suoi Signori dilhibui-valoro, qvello sopravanzava nel Caftello alie splendide mense; e nel mentre li cibava corporalmen-te, non tralasciava ad inftillarli il cibo deli’ Anima con spirituali , c criftiane dottrine , effortandoli con gran fervore dello spirito a far bene, e fuggirue il male. Co> •05 ) HF« C Cotefta piecosa , e chriftia« jialiberalira di Nottburga lu ri-munerata dal Cielo in Enrico, «jvale rli venuto iJ principal .Signo* re del Tirollo, citre le Giurisdiz-zioni di Rortenburgo , Retten-burg, Fndberg, Martern, ed altri luoghi , inalzo Asimile potenzala sua Casata, che I* hitimo Cavallie-re di tal nome ventiqvatro Signo-rie poflVdeva Ecco qvanto pote effetuiarela caritatevole virrii di Nottburga, non meno che qvel-ladi Giuseppe Vice-Re d’Egitto, avvengacbe siccome benedixit Do-minus domui JEgypti propter Jo* fepby multiplicavit cunilam ejus Jubflantiam ( Gen. 59.) cosi col-010 di celeiti banedizzioni Enrico, e la sua descendenza. Gioivain-ternamente Ia Santa donzella, ve-dendo adempiti li fuoidesj di po. ter folevare ipoverelli; ma q?e-fla gioja svanl, qvando doppo sei anni ie Parche reci iero il filo di vita «K ) $ ( ta a suoi benemeriti Signori En-rico, e Gutta. Non si puo a suf-ficienza esprimere il ramarico, che provu Notrburga , nontantoper la morte de suoi Signori, qvanto perche previdde non poterinavvenire con ranta liberalita soccorere alle neceffita de’bisognosi, come effetivamente accadette, e lodi-moftra il segvente. UNooeaoooooooeooo CAPO II. RAgvaglia la crudelta d’ Otti-lia nuora d’ Enrico usata verso Ii poveri, e la carita di Nott-burga comprovata con miracolo, e la sua partenza dalCaftello. Ottilia nuora d’Enrico non mirava con buon’ occhio Nott-burga , e per la sua naturale ava-rizia era molto contraria ai poveri; tuttavia perrisgvardo al suo Suo. m ) * C Mm Suocero, e Suocera, qvali in gran concetto, eftima ebbero Ja loro Economa, non osava vietarli a cibare li poverrelli: pero doppo la mortede* Vecchi consegvitoaffo-luto il commando prohibi žlNott-burga di diftribuire in avvenire gl’ avvanzi ai poveri; ma di portarii ai porci: a coteflo inaspet-tato commando 1’ubbidiente Ver-gi.aella inorridi , gelo di timore, eposeogni sua fiducia nell Altif-fima Providenza del Cielo, che non gl* aurebbe mancato di sua af-šiftenza: sforzata dungve a crala-fciare le solite limosinarie diftri-buzioni penso tutavia , in qval maniera potefle cibare Crifto nei poveri , e determino di sottrare a se fteffa ilcibo; qviudiin avvenire si cibava pochiflfimo, tut-ti i Venerdi in pane ed aequa di-giunava , e le proprie porzioni con solita allegrezza, e fervore dellospirito a loro diftribuiva. v «os) * c so» Ma ne tampoco qvelto tole* rar poteva Ottilia la Padrona; on. de per indur anco il suo Consorte Enrico il Giovane a vietare a Nottburgadi far limosine , mantello la sua crudelta colla politica : difle perci6al Conte, che, men* tre ogni sorte de ribaldi, e vaga-bondi si rifugiano entro i 1 Ca 11 eI• Io daJIa carita di Nottburga allet-tati, eflere in pericolo, succeda qvantofto in aflenza sua qvalche gran danno d’incendio, irruzzio-ne , d spoglio, overoanco d* af-fafsinio , e micidio, se in breve alPimminente, e palpabile pericolo non si pone rimedio. II Conte troppo corrivo alle persvafive d’Otcilia diede bando k tutti li poveri, e peregrini, ne verun* arrischiava oppruflimarsi al Ca-flello. Qvella crudele risoluzio-ne delConte ferl oltre modo il cuore caritatevole di Nottburga, econoscendo ella contefta empie- ta me ) ( $Qm th contro i poverlJi di C Viftoeffere eccitata dai Spiriti infernali, non si perdette d’animo ; ma come co-lonna dalPimpetuose onde del ma. re bersagliata ftette intrepida, e conftante nella carica , portando le vivande ad un luogo fuori del Caftello, ove radunati li poveri ogni di aspettavano la sua vivan-diera. Qvanto Iddio aggrandi sl c-iritatevole ufficiodi Nottburga , lo paleso con segvente miracolo. Accadette un giorno, che mentre Nottburga portava nel suo zinale da mangiare, ed in un fiafco da bere per diftribuirlo fuori dal Cafttllo sulla publica regia ftrada agi* impotenti, e poveri, s’ in-contrd nel suo Padrone Conte Enrico, qvale volendo chiarirsi di qvanto li susurro Ottilia , con severo volto, e minacievoli parole commando alla Serva di Dio a scoprire cio, che porcava, ed ovs «r j * (* ma etiamdio nel anno segvente penetrando ia Tirolloun grofsoEftercito de’Ba-varesi, e Salisburghesi verso le pati inferiori dell’Efio, ridufjein peflimoftato Rottenburgo, Frid-betgo, Rettemburg, Trasberg, Bi td «o«) 4* c §«• iedaltri luoghi della Giurisdizione «lei Conte Enricoil Vedovo. Da qvanro abbiamo detto, si j>uo facilmente congetturare, che col partirsi Nottburga daRotten-burgo, si tiroseco anco tutta h fcenedizione, ( non altrimente, che iJ Patriarcha Giacobbe, qvan* do fuggitivo da Labano ?erso la terra Canaan s,incaminava/ ) di cui fu colmata con abbondanza de* doni Celefti la Casa d’un Sem-plice Contadino situata a rimper-to di Rottenburgo scpra un’ alto monte vicino la Chiesa di San Roberto, prefsocui prefse servigio, Jion oftante fofserichiefta da di-verfe nominatiffime Dame per le sue rare qvalita, e virtuosa vita. Qvivi Nottburga fcielfe gvardare gl’ animali per effercitarsi maggi-©rmentene/Ia virtudell* umilta, in cui era ii chiara e risplendente, chepareva identificata, e conatu-raiizataalsuo Spimo. Perqvanto «os) * C s«* fofle ivtgiuriata, e vilipesa, no» si risentiva piii, che fe fofle ftata una Bambina lattante, anziin tali congionture moke fiate occor-Segli dimoftrava cosi grande alle* grezza , come se gli foffe prefen-tato un mazzetto d’odoriferi fio« ri ; rincresevagli eftremanente, qvando s’ accorgeva, che faceffe-ro li popoli dima di fe, e gli di* moftraflero segni d’onore, e rive-renza ; perche teneva moltobaflb concettodise medeflima, ftiman« dosi la piu miserabile peccatrice del Mondo. Ma poco sarebbe, se negi’ atti solo efteriori, che pratico faf-se fiata umile, qvello di preggio maggiore s*e, che tale fu anco nelli sentimenti interiori deli’ A-nima , eavanti a Dio. Qvantun. que fofie privilegiata di molte gra«; zie, e solievata la di lei mente nell’ orazione a ftretta amicizia, ed unione con Dio , nulladimeao B i qvaa« m ) 4* (§<* «jvanto piti cresce vano in effa i fa-vori, tanto piu si profonda va nel . balTo sentimento disefteffa i percio confiderando la propria baffez-*a si proftrava con la faccia in terra , non folo per confeflarsi con Abramo polvere, e cenere; mi per ricercare in qvella col Regal Profetta il centro del proprio ni-ente. Figlia primogenita delBumil-ti e la virtudell’ubbidienza, qva-leservepertimonealla Navedell’ Anima, accio navigando per ii procelloso marediqvefto Mondo giunga sicura, senza urtare ne scogli, ai porto della Beatitudine. E pero se Nottburga fu d,umi!ta tanto profonda , riušcl per con-segvenza anco nell’ ubbidienza segnalatiflima. Mai s’udi lagnar-sidiqvalunqvesiniftro accidente, che gl’avvenifle, riconofcendoil tutto disposizione deli' Aitiffimo. JjJpn declino un pelo dal contracto «es) c to fatto con suo Padrone, qvate volendo un giorno di Sabbato da!l’ oradi Vefperocontroespreffo pat* reggiamento sforzar« Ia serva di Dio a lavorare, fu convinto & lafciarla attendere alie sue divo» zioni, orazioni, e celefti mediu-zionicon segvcnte miracolo. AI primo ingreflo, che fece Nottburganellacasa dei Contadi-no pattul ton eflfo Iui di non lavorare, netaaipoco pofla effere sfor-zata alavoraredal Vefpero delle vigilie delleFefte per poter attede-reallisuoi soiiti spirituali efierci-zi. Accad« ua giorno di Sabbato, che doppodati ali* uso dei Paese i segni di Vespeto, sopravanzaffe a Nottburgada miecere una parci-celladi campo, ella conforme ii patro non prosegvl, ma soprafle-dette dal iavoro, Ia premeva il Padrone, ed ella contro il patto n5 acconseacm, lo scorcese. bifolco B 4 taa- tanto piu la sforzava, a cui diffe: il mio accordo e libero, e chiaro} con cui non vi facio ingiuria , ne voi a cio sforzar mipotete, e qvantof.o ve lo dimofirerd la mia falcetta : in cio proferirealzo Ja mano, in cui teneva la falcetta da mietere in alto, qvanto poteva ; Ed ecco ma« raviglia! rimase la falcetta in aria senza verun softegno si ferma, qvanto fofle ad un chiodt» sospesa con gran ftupote, e maraviglia di tutti Ii circonftanti, qvali da 11 in avvenire non ardirono trasgredire gl’ antecedenti Vespiri delleFe-fte. Doppo aIqvan:o tempo ri» preše la sua falcetti, 6 portatasi avanti la Chiesa di San Roberto diede grazieairOnnipotwiteper ildimciftrato miracolo. «es) (so* CAPO IV. Spone il modo , con cui Nott» burga fece ritorno al Caftel-lo, Je pie opere, che inftitui Enri-co a solJievo de’ poveri, edil Gvi-derdoneavuto daDio. Eflendosi divulgata la fama del miracolo, e qvanto fofle accet-ta preflo Dio la santa , e virtuosa vita di Notfl^rga, ed arrivata anco a Rotcenolngo, fececoncepire nella mente d’Enrico lungi dive si pensieri di prima della sua servente, per la di cui partenza conoscendo eflere uscita di casa o-gni benedizzione , e fortuna , morta la Dama, il Paese difsipa. to, ibeni diftrutti, ed il propria fratellodivenutogli Persecutore, apri gl’occhi, muto i pensieri,e delibero di richiamare Nottburga al Caftello. A q val fine per man- B $ teli». m ) * c §o» tfcllare la sua ftudiosa ricerca sot-tofinta di cacciaggione siportoal luogo, ove ritrovavasi Nottbur-ga , a cui approflimatosi si gitto iriginocchione, inftantemente pre-gandola & ritornare al CafteUo t con ampia facolta di dimoftrare la sua pietosa liberalit^ secondo il proprio beneplacito a tutti qveJli, cheefla ftimafse degui della me-dema. Vinta da si umili prieghi la divota donzella Jt^nno 1295. ritorno a Rottembl^o patteggi-ando col Conte; accio doppo la znorte il suo corpo sij convasato in unacaffa, e ripofto sopra un carro; edaggiogato un paiode’bovi liberamente senza gvida,da me-demi silascialfe condurre, per effere sepolta in qvel Juogo, ove loro la depositaflero, il che il Conte si compromiseadempire. Qyan« ta allegrezzafofleinsorta trali po^ veri nel vedere la loro dafe tanto coua- «G« ) >f< ( §0» compianta, e sospirata Cibačrice, e Madre ritornata in Caftello non si puo asufficienza esporre; meno si puo espriraere la benediz^ zione , che alsuo Padrone apporto Nottburga; mentre in tempo dicinqve anni afcese & maggiori onori, edignita, riaqviftd JeSi-gnorie, accumulo dovizie, che mai per avanti avefle pofleduto,e paflato a secondi voti con Mar-gherita sorella di Rudolfo Arci-Vefcovo di Salisburgo, ottenne piu proli, qvali Nottburga in og-gni criftiana virtu, e Santo timor di Dio educo. Da qvefto tempo Enrico il Conteera talmente inclinato alla limosina , che centupiicamente ricompenso la sua precedente im* mifericordia verso li poveri: L’an» no pol 1198. pose in effetto ilsuo voto fatto peril Montedi San Gi-orgio , la dove ( come di sopra s’ c detto ) e uq Moniftero de’ PP. Ikne- «&0 *• C s<*» Benedittini, £qvalieffendo molto familiare, ed A mico ordino ivi una perpetua fondazione per il servigio Divino, suffragi, e San-te Meile tanto per se, qvanto per Ia fua prima Dama Ottilia. Oltreqvefto con pio legato ordino , che si debbano cibare annual-mentecinqvecento poveri con pane , ecarne, overo cascio, il che fu con ogni pontualita effettua-to, ed in oltre lidi lui figii di primo, e fecondo Ietto accreberoqveC-to pio legato per sette suflegventi luftri sino k cibare annualmence mille poveri, ordinando, cheqva-tordecigiorni antecedenti Ia divi-sata difhibuzione limosinaria , debbasi dalli Sagri Pergami per le circonvicine Chiese cio publicare > affine Ii bisognosi , e poveri sapi-jpo comparire. Qvefia siampia carita d’En-rico non iascio ia bonta Divina im- m) * c §o» impremiata ; avvengache ogni fortuna , e benedizzione celeftc pcri meriti di Nottburgascese copiosa sopra Enrico , cla sua di-scendenza ; mentre pagando ii comune tributo di mortali spog« lie ii Conte Mainardo Prencipe delTiroIio, ediCarintia 1*arino 1305. ildicuifigiio Enrico Prencipe Ereditario eflendo ftato Pan-no suflegvente eletto in Re di Boemia , con soggiornare pero la maggior partein TirolIo,iI Conte Enrico fu affonto ad effere supremo Regal Prefetto , ed anche Capitano di Etsh : prosperando con cio in temporali dignita, e do-viziefioriva tutt’ora in gran^fti-ma, e concetto preflo la Corte, ed altri Prencipi, Cavallieri, e Si-gnori;finoche softituitoin sua ve-ceil primogenito, ritirosi nel suo Caftellodi Rottemburgo pcr megli© glio servire a Dio , e terminare in pace i fuoi giorni. II Contadino poi preflo cui la noftra Santa serviva, doppo ia di lei partenza, si nel corpo , come nelle fortunefu il piu mife-rabile, esfortunato; mentre ol-tre Ia perdita di tutto il suo a vere , da una fiera etica aflalito fuccefli-vamente si consumava : pria pero Ia di Iui morte visitolo Nottbur-ga, dallecui spirituali efortazio-hi, ed indrizzi fu nelT Anima corroborato a virilmente combattere nel!’ ultimoaffalto contro il commune nemico. Racta della morte di Nott- burga , del modo , con cui il Sagro Corpo fu portato alla fe« poltura, edellemaraviglie in ci6 occorse. CAPO A ven- «os) 4*) Avendo !a Santa Vergine Nottburga ftdelmente servito k Dio, ed alli fuoi Padronidiecino-ve anni doppo il suo ritorno in Caftello, correndo Tannoi^r?. «'ammalo, e sapendoavvicina>$i ormai il tempo di porrefine alla. peregrinazione di qvefta mifera vita mortale, ed arrivareal termine feliciflimodelle travagliose pe-nalita d' efla, ed al premio del-le fatighede* giufti, ad altro non badava , che a ben morire j e per6 con grande umika, ed efficaci prc-ghiere dimandd li fantillimi Sa« gramenti della Chiesa per accin-gersicon le provisioni migliori al viaggio del Cielo. Fece la sua con-feffionecon infocati fospiri,e con ferventi atti di contrizione procu-rddi purgar 1’Anima daqvalun-s) (s«» 1 i«9 alto Monte det to auff der Ebene della Giurisdizione di Rottemburg» fopra il fiume Enno ; potendosi a ciocon gran con venienza adattare il detto dei Poeca: Sic floret, vU vitque etiam pofl funera virtus. In fimil gvisa fuole I' Onnipotente Dio Supremo Dominatore dell* Universo eflfaltare gl’ umili, eri« porli fra li Prencipi della fua Ce-lefte Corte; imperciochefecondo il detto dell* Apoftolo: nonleNom bili, e Potenti, tnale vili, d eboli , ed abjete creature bd egli fcielto per confundere le forti, e fvperbc. fi giorno della memoria della Santa rapporto defcritto dA MonsignorGioafii Marti noCreiz» berger Dottore della Teologia, c Decano in ZillerftaM colle fe-gventi : Feffum Sančia Nottbur-ga Tyrolletfis celebratur die ’4 Septembris incidente in diem ex ait at f* ( §<* trači o, & in honorem illius dedicate. Digni (fima or,m obfequio caltuscum fi d v. cip. a d eam habendo , qua in vivis tempore belli domefliciy ac noflrce Provinci# Auxiliatrix , pacis ad Deam fuit Procuratrix. Si! vestro a PJan Scrittore Tedesco ri-pone Ia Santa nelle litaniedi tutti ii Santi Turellari dei TiroIIo colle fegventi: Santa Nottbarga Tu feiil Rifugio in tutti li bis ogni , e decoro grande di tutto il Inthally e fot-toladi lei Imagine inRamefot-toferive: Sančla Nottbarga Virgo Rottembargica, Patrice Tyroltenfls fingularis Patrona , & omnium afflictorum asylum , qttee cum in vivis fernper fab Cruce Domini flabat, etiam promeruit cum eddem exaltari ingloriofo die obitus 14. Septembris anni I g 13. A non ritrar anco Ia penna ' dalle Iodi della Santa m,avvisa il Poeta, che fopra Ia di lei Imagine in talgvisa fcrifse > e canto. m m?) 4* ( so* Nil Opus bi c calamo, nil fcriptlt: o mm a caelum ; Annales vita pičla tabella refert. Ancillam fpečias armatam falce j ferentem Munera grata fami, munera grata fit i. Jpfa juum fraudat Genium Nott■ burga, fitique Ut quod edas, babeas Codre quod Jre bibas. Falx quoque dum cejfat} magis horrea mefjibus implet, Otia plus nimio fan fla labore juvant. CAPO VII. Dduce il motivo dell’ Erro Altare ad onore di Santa Nottburga nella Chiesa delli RR*, PP. Francescani Riformati di Pi-iino, e le grazie ivi dalla Santa confcrite a fuoi Divoci. Cj EfTea- m ) 4* (so» Effendo deftinata da Dio Nottburga Santa per fingolare Pa» «iliona, e Protetcrice de’poveri , ed Anitnali, in tanto aumentosi ja venerazione ne' fedeli verso ef-sa, che pervenuta Ia fama de’ mi-racoli nel Ducato del Cragno t cercosi ilmodo di veneraria pub> licamentesugi* Altari, a qval fine un DivotodeJJa Santa feceer-gere 1* AJure alla mederaa tuJIa Chiesa filiale di Monfpurgo in un luogodotto Ebensfelddella Dio regrinaggio in Ebensfeld , per la prima ai 19. Luglio offerendo un occhio di cera col far dire ali’ altare «#«) * f m se della Santa una Meffa, perTst fecondaai 24. Agofto nellafteff* forma. E perclie Ja Santa c anco Pa* tronadegl* Animali, dimoftro la fua protezzione verso il Signor de Isenhausen Pievano di Manfpur-go, quale due grazie parimente riceve, la prima ai 7. Novembre rimedj naturali dalla Madrina applicati,si diede la mano ai pro-fumi della polvere benedetta, con anco sorbire la tormentata donna unacedolina Mariana; ma senza prorofservando cio il marito, ne sapedo a cheappiglarsi per soccor-rerealla moglie, si ricordo avere una Imagine di Santa Nottburga, gvefta con vera fiducia applico al petto della moglie implorando a juto dalla Santa, ed ecco maravi. «e*) * r •*» glla/ non tofto I* Imagine deFIa Santa tocco il pettodella patiente, che immediatamentesenza dolore diede alla iuce la creatura. E perche Nortburga in vita era vera segvace di coliui che prefso SanMarco a cap. lO.dice finite par* vulos venire ad me non isdegno le preghiere di due Madri per le loro piccole creature. La prima e la Nobile Signora Catterina Millofsich de Milden* hofF, che perla fua bambina riceve due grazie dalla Santa, unanel mefe d’Ottobre, qvando alla tra-mortita creatura di orto mesi non fapendo che applicare, imploro in fuo ajuroNottbufga, coli’ applicare alla di leibocca 1’Imagine della Santa, in qval mentre la bambina aprigrocchi, refpiro, e comincio piangere: l’altra rel mefe di Mar-20d’annocorrente 1744. qvando fu opprifla dal dolore di gollacol lagonfiatura ancodelle gingive, qvalc «©s) 4* ( Sfl» «jvalevotd alia Santa co3 far dire *lfuO Alrare ura MefTa,ed otten-nc la pregata grazia della faJute di bambina. La feconda e la Donna Mar-gherira moglie di Simone Duri« nich,cbedue volte votolafua pic« cola creatura alla Santa, qvando da mortali fintomi la vide afialita col far dire al fuo Altare ogni volta la Santa Mefla, eqvanto prego tantodalla Protettrice ottene, cosl riferi al compilatore deli* opera li 29. Settembre del 1743. Molte al-trediverfegrazie a fuoidivoticon« cedute dalla Santa,perche ron Tono con tutte le circonftanze a pie-no venutein notiziasi tralasciano, rifervando darlc in {lam pa coa tcmpo.Con fiducia dunque, e vivi fcde ricorriamo nelle noftre necef« fua ad una sl gran Santa, cbecon raggione pu6 nominarsi la nova Patrona, e Protettrice dell*IftrU* 4 cui canta il Coro. 1.0 O Nottburga Virgo Salve Digna coli omni laude Pauperum auxilium Gaude decus Tyrollense Refugium Pifinense Tutrix Animalium. 2. Tuo aer, atque ignis In prodigijs,& fignis Obedit imperio, Lumen cascis reparatur Vita mortuis donatur Tu6 Patrocinio. 3. Tibi Hennus viam ftravit, Quia manus Tua pavit Pauperes innumeros: Plauftrum boves fine duce Tua fulti clara luce Ad Montana advehunf. 4.Egenorum Procuratrix, Efto & Auxiliatrix Pacis nunc Chriftiadum: Preces e^go noftras audi O Nottburga, & exaudi Vota Tibi fupplicmn. JL FINE. ^ Ponte Dottrinali Eftratti dalla vita di Santa NOTTBURGA. Per tutte le ferventi, come efle vagliano degnamente, C famamente fervire a Dioa edagli vomini. Redi fermamen* te,che fuomo in o« gni fiato poflaCriftia« namenre vivere, e fal-Varfi; purcheviva fecondo Ie re* gole, quali Iddio pofto per ogni ftaro. La noftra Santa fii da Di» pofta nello flaro, e condizione di ferva Jqual ftaro turtoche avanci g!*or hi dei Mondo paja difpreg» gi vole , nulla d meno Elia ft ppe falmerrr compnrra^fi in qu> fto , che tamo pieflo Iddio, quanto prcilo gu vomi ni a graua’ onore , D « m ) * c s<* 0gloria & innalzata. Ora fe tu, che leggi Ja maraviglofa Vira di Santa Ncttburga , fei ptfta dalla D ivina Providenza ir un fimile ftato di fcrva , abbi ccchio, e cura di feguirilbuon, c fanto effcmpio di quefta fanta Donzella in tuttd ouello, ches’hil da Gffervare verfo lddio, verfo ia PadronanzaA verfo le crcature delli Padroni, verfo le ferve ccmpagne, e verfo le fleffa ; il che per p u facilmen-te cffervare , C pongono fotto il torchioli fcguenti purti dottrina« idacffain vita oflfervati. S-I. Verfo lddio. 1. Contentati coltuoftato, e non lamenrarti di Dio: col lavor, C fcrvitu fedcleottenerai il Para* difo ; forfe prevede lddio, che tu colle riccbezze, e col ftai bene ti perderefti, edarrarcfti. 2. Penfa, clcmpieabbi in men« te, ms) * ) w te, che Dio edapertutto , tutr® vede, es£; verun luogo e si picco* lo, veruno cf si ofcuro, nel quale il Divin* occhio non ti mira. EfT® comecercatore diligeme de cuori manifeftara Cio, chet» nafconde» raragli vomini. J. Quando la mattina ti fvegli, i pritni tuoi penfieri drizza a Dio, poiche farrebbe cofa moftruofa, fozza, ed orrida, fe tu prima ono-rafti , echiarnafti il DiavoJo, che Iddio : a quefto con buona inten« zioneofferifci tutte le tue fatiche, e fudori di quel giorno, aquefto dona il tuo cuore,econ cio nei meriti molto ricca Dreflb d*e(Io farah 4. Non ti sii piu caro il dormire, cheil pregare , non p uaccet-to il letto, eh? la chiefa : feabbre-viarai iffonno flverchio levandoti piu a buon'era dal Jetto, potrai comm d^mente ogni dl udire la Santa Meffa. 5. Non intraprendi la mattina D i verua ** ) «f ( 50» ^?ru n hroro, fe prim a non fiai 4etro le tue preči marturire. Oh! quanto piu delle volte mala* Bienre il lavoro, quando il giorno noti fi romroincia dali* orazione. 6. Non effere k Dioinfedele,ed ingrata. Quando con licentia de* ittoi Padroni ti porti in Chiefa a4 udire Ia Meffa,attendi k non lafci« »rti trafpertar alcro?r fecondo li tuoi vani piaceri, e gufti: fe non ti fcrmarai per ftrada k mirare , e eiarlare con altri, potrai fare la ,tua divorione,e ritornare k tempo a cafa,mentre la Santa Meffa no« dura piudi mtzza oretta. 7. 5udi fcrse ? ed affligi il tuo Itfto corpo col lavorio di tuto il giorno ? rifocilla la tuaanima,e ricreala con quaiche fofpiro verfo Dio Giesii non hil meno di te travaglinto: quefte , c fimili rif- 5 £iflioni ti smir,u tare 1* una, e 1* altra. ii. Ogni tnefealmeno una volta deviconfefTarti, ecommumcar« ti. Nullaepiu pericolofo, qilan-to il differirea Iungocorefta divo-aione, poiche Ja morte vienncpre-flOj cd impenTatamente. I. In vigor drl quarto precetto fei tu obligata ad ubbid pochebuone parole anzi ozn’or* D 4 ti «DS ) * C m O maledicono, ti rimproveran® latuafatica, e la ma diliger.za interpreta no in cattiva patte; m «[ueftodimoftra, che tu fei criflia-na , e čredi afle parole diCrifto, che d ice : Bsati quelli, cbe patjfco• to perfecuzione 6. Guardati da ogni colera, mal animo, da ogni maledizionc, be-firmip, rnot morazioni, ed elaspe-razione della tua Padronanz«* Tea. zadarleaicuna occ«=fionedi disgu fto; perche Iddiogravemeote pu-nifce i pecc*ti ccmmeAi contro i Superiori, e Maggiori. Non pre-tenderedi diretu J’ uitima parola. 7. Secondo il Santo Vaagelo: Beato e queJ fervo, che anco nel-le poche, e piccole cofe e bedele; percio non prendere, 6 trartene-requelio, non e tuo, non diflipa* re, 6 alienate quelJo ti e raccom-mandato. Anco con piccole cofe, * con Ia tua negiigenaa, <> infindar- «os ) 4* ( SG* gardaggine puoi tu danneggiare li Padroni, e come compenfarai f §. lil. V er [o le Creature deli i Padroni.^ i. Non v’ e cosa piu facile, qu5-to indurre la gioventii 6 alli vizj', oalle virtu ; avvengache cio, che loro vedono, o odono da quelli, con i quali tuttodi fono, e conver-fano, tofto imparano, fenza che veruno glicio commandi: Percid attendi bene a non darloro catti. vn effempio, 6 Ycandalo; perche comediceil Nazareno: meglief*• rebbe per.te, cbeti fojfe plečata al evllo tina marina da molino, e con quell/igettatij al profando del marc t ebe tu fcandalizi uaa piccola in/iO' eentt creatura di Dio. g. Se tu feiricevuta in cafa pef ferva ad educare le creature, attendi eene al tuo grande, e peri« culofodovere; perche ficcome tu ora allevi quel figlioliuo, cosJ D 5 cftjBf ** ) 4« C '•omrminemente fj accufarle facil* nrtente appreflo >i Padroni, ne tampuco quando fai non effere la puiave ita; perche non permec-teta Iddio, che tu con queffa ma* «icra otrenghi Cio , che dcffideri. 5. Nonecofa piu mofiruofa m ursa cafa, quanto li gr id i , fchia-rruzzi, e contrafti, che funo piu frequenti t>a Je ferventi ; quindi Don principii, ne dii tu a cid occafione, il che faciimente fchi-Tarai, fe uon porterai di qua , e dilaJepoffe. Se per tua cattiva forte forprefa fanffi nel fallo, che negare non puoi, o taci,o fcu-fati umrimente e ccii fempre ne riparterari Ja Iode. 6. Non aver troppa famigliari-ta , ed amicizia congl’ altri della fervitu maffjmamenre di diverfo, lcffo,ama tutci criftianamente, e fuggi ogni fofpctta confidtnza : Seat' «os; 4* c šob Sempreeflere con uno, fčpre fola con folo, fcmpre parlar in ofcuroj non t’aporta cid buon nome. 7. Prima,che tramonti il Tole reconcliati colJa tua compagna, fe per fragilt^ umana fei venuta con efla in difcordia. I! proprio amo* re t’ accieca, quando dici: iodioia Ji bo per donato ; m d con ejf>a non •vogli» piti pttrlare, io non pojfofcor-darmi deli* offefa. C h e carita, ed amorr equcflo, eflere affieme nel» Ia medema camera , ed affieme feco non parlsre ? 8. Con ogn* urto di eafa,ed al-tri ancora fij cortefe, amore vole, ed umana. Se li Poveri ri fi pre-fentano,da loro volentieri cio, che con licenza dei P*droni puoi dare : che fe tu vera mente non hai, che darii, da almeno foro buo-ne parolequt-fta limofina nienteti eofta, e pure hi la fua rocrcede ftpprcflb Iddio. fr Ver[9 te fleffa, I. A veruna cofa attendi pift, chea rc ftefl*;. cid & , alia falute della tua anin a,aiie v rtu,al buon norec, ed arico alJa Sanira: tutto cio, che fi contraria a queftecofe, fuggi contutte Je f> rze. Cofa ti giova , che tu (ervi ad altri, c I* infc-sjni , e poi ncgligentcmente te ftefTj trafcuri, e dimentichi. z. E veramence ura buona for« tuna incontrar una cor.dotta, ove il rutto fttcceda a ti!o genio , ove fij amaca, ben vifta, e ben falariata e pure que/tae una forte tranflto« ria ; per ci6 non attacarti ad efia, quando avrertifci, che le tue vir« tu, la tua farna , ed oneft^ ftijno in pericolo. Li peffimi fini di tante ti fervino d’ eflempio per fchivare Umili pericoli. g. Forfe tu ti confeffi di fpefTo, eomparifci inChicfa di fpeflo,de« tcfti «45 ) % ( ZQ» telli li percati, prometti 1* emen* dazione ; mi fe tu non voi fuggi-re 1* occafione profiima quel tal fervigio, Ia tul, c tal perfona,quale pure proteili fuggire, quefto e un falfo, e finro proponinv nto : e benche tu o,on pctrefii cos 1 prefio ritrovare un fimile faiario, non manchera Iddso di provederti. 4. Penfa ferrpre al ruo ftato: ii tuo veftire fij moderato ; in vcdere un* altra a fare colle fue verti piu bella comparia non ti deve fervide per regola, accio tu faccia il fimile; mentre e una vera^ pura furet bia impiegare tueto il falario neile ve 111 pompofe olere il tuo ftato : piu colla civilta, onerta, vnulta, e verecondia, che colle verti piacerai a Dio, ed al Mondo. 5. Sii temperante negl* occhi, nell' orecchie, e nella lingua : e molto pericolofo lo sguardo cu- riofo «o?) 4* c riofo; fa mille inquietudini nell* animo il voler’afcoltare il cutto; a^zi neJi’ udire parole lorde, *■/». cbiudi colli fpini cCmtorno le tiZ'o»r Pri m a. OBenigniffimo, ed innatno-r*to GieJu, che Ja Volira Santa Vergine Nottburgaadorna« ftenell* anima ,<■ nel corpo, in vita, cd in morte, urtiilmente vi fup* plico, concediatc a tutti quelli, che nella fua potente intercetfio» ne divoramente confidano di pia* cervi con buona, e virtuofa vita chriftisna in quefto mifero peJle« grinaggio del roondo, per pofcia confeguire'per i fuoi meriti il prc» mio deii’eterna beatitudine nell’ Altro Amen. Or*' «n * c m» Orazione Seconcla. IDdio vi ialvi oS.Nottburga pefr i] dolciffimo cuore di Giesft Crifto ! Voi arde n te d\*more Divino arr