CID Edinost in dialog Unity and Dialogue letnik 73, leto 2018, strani 207-258 Izvirni znanstveni članek (1.01) Besedilo prejeto 3. 10. 2018; sprejeto 13. 10. 2018 UDK: 27-766(093.2) Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teologia sulla frontiera Veselje resnice: spodbuda za teologijo na mejni črti Riassunto: Uarticolo indaga alcune prospettive per il cammino di rinnovamento della teologia e delle istituzioni teologiche della chiesa cattolica che si aprono nella costitu%ione apostolica Veritatis gaudium di papa Francesco (27 dicembre 2017). Dopo aver brevemente presentato la genesi, gli obiettivi e la struttura del documento si approfondiscono alcuni elementi portanti del Proemio che rivestono un carattere rilevante e propositivo e si giunge a indicare — con attenzione alla situazione della teologia in Italia — alcuni »segnavia« per una teologia che in connessione al rinnovamento della missione della chiesapropiziato da Evangelii gaudium sia sempre piu capace di abitare le frontiere dei mondi e dei saperi (l'essere-nel-mondo della teologia; la cura del rapporto della teologia con gli altri saperi; alcuni aspetti del rinnovamento delle istituzioni teologiche accademiche). Parole chiave: missione della chiesa, evangelizzazione, impegno educativo, dialogo, poliedro, pluri-formita della realta, mediazione culturale, transdisciplinarieta, condividere, fare rete Povzetek: Članek raziskuje nekatere perspektive na poti prenove teologije in teoloških ustanov Katoliške cerkve, ki nam jih ponuja apostolska konstitucija Veritatis gaudium (Veselje resnice) papeža Frančiška (27. 12. 2017). Avtor najprej predstavlja nastajanje, cilje in zgradbo dokumenta, nato preučuje osnovne elemente Uvoda (Proemium), ki so pomenljivi, ter nakazuje — s posebno pozornostjo do teologije v italijanskem kontekstu — nekatere »iztočnice« za teologijo. Ta naj bi, tesno povezana s prenovo poslanstva Cerkve, ki jo je predstavila apostolska spodbuda Evangelii gaudium, bila vedno bolj sposobna bivati na obrobjih svetov in vedenj (iztočnice so: teologija, ki je »v svetu«; skrb za povezanost med teologijo in drugimi vedenji; nekateri vidiki prenove akademskih teoloških ustanov). Ključne besede: poslanstvo Cerkve, evangelizacija, prizadevanje za vzgojo, dialog, polieder, mnogoličnost stvarnosti, kulturno razsojanje, transdisciplinarnost, podeliti, mreženje 208 ® Edinost in dialog 73 (2018) 1. Genesi e obiettivi Il 29 gennaio 2018 e stata presentata la Costituzione apostolica Veri-tatis gaudium circa le universita e le facolta ecclesiastiche (VG)1 che riafferma e rilancia l'impegno educativo della Chiesa nel cambiamento d'epoca attuale segnato da una complessiva crisi antropologica e socio-ambientale collocandolo nelle prospettive aperte da EG (Evangeliigaudium) e LS (Laudato si). La Congregazione per l'Educazione Cattolica conoscendo le sfide della nostra epoca agli attori del mondo dell'educazione superiore aveva pro-posto al papa una revisione della costituzione Sapientia Christiana, punto di riferimento normativo per le istituzioni accademiche ecclesiastiche. (Giovanni Paolo II. 1979) Frutto della riforma della formazione cristiana e degli studi ecclesiastici propiziata dal Vaticano II (Gravissimum educationis (Fusi 2018), Optatam totius, Gaudium et spes) e da Paolo VI,2 SC e le sue Ordinationes (tenuto conto dei cambiamenti socio-culturali ed ecclesiali intervenuti, dell'enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II e del magistero di Benedetto XVI)3 era giá stata a piu riprese emendata dalle autoritá competenti4 anche perche nel frattempo la Santa Sede ha aderito a quattro Convenzioni regionali dell'UNESCO e al Processo di Bologna (in conseguenza del quale nel 2007 Benedetto XVI ha eretto l'AVEPRO Agencia della Santa Sede per la Valuta%ione e la Promo%ione della Qualita delle Universita e Facolta Ecclesiastiche). Francesco accogliendo la Un autorevole commento alla costituzione è il: Commento alla (2018). Ecclesiam suam ha messo in luce lo stile ecclesiale del dialogo col mondo; Populorum progressio interpreta la questione sociale come questione antropologica che investe il destino dell'intera famiglia umana; Evangelii nuntiandi afferma che la missione dell'evangelizzazione non esige solo che il Vangelo sia predicato in fasce geografi-che sempre più vaste, ma anche che i modi di pensare, i criteri di giudizio, le norme di azione siano penetrati dal Vangelo. Benedetto XVI, Caritas in veritate, 29. 6. 2009, num. 30, che invita a »dilatare la ra-gione« facendo interagire i diversi saperi umani con quello teologico in vista della promozione dello sviluppo di tutti i popoli. Decreto per il rinnovo degli studi nelle facoltà di diritto canonico (2009), Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia (2011), Decreto per l'aggiornamento annuale della banca dati (2015); norme circa le »affiliazioni«, Istruzione sugli Isti-tuti Superiori di Scienze Religiose (2008). 2 14 Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 209 richiesta della Congregazione ha promulgato VG che riprende SC, ne integra le ulteriori normative e ne amplia le prospettive: l'occasione e propizia per procedere con ponderata e profetica de-terminazione alla promozione, a tutti i livelli, di un rilancio degli studi ecclesiastici nel contesto della nuova tappa della missione della Chiesa marcata dalla testimonianza della gioia che scaturisce dall'incontro con Gesu e dall'annuncio del suo Vangelo che ho programmaticamente proposto a tutto il popolo di Dio nella Evangelii gaudium. [...] E giunto ora il momento in cui questo ricco patrimonio di approfondimenti e di indirizzi, verificato e arricchito per cosí dire »sul campo« dal perseverante impegno di mediazione culturale e sociale del Vangelo messo in atto dal Popolo di Dio nei diversi ambienti continentali e in dialogo con le diverse culture confluisca nell'imprimere agli studi ecclesiastici quel rinnovamento sapiente e coraggioso che e richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa »in uscita«. (VG, num. 1 e 3) La struttura di VG e lineare: un Proemio traccia il senso del rinnovamento degli studi ecclesiastici; al centro Norme comuni e Norme speciai; infine le Normefinali. Il cuore e il riferimento delle istituzioni educative e teologi-che ecclesiali alla nuova tappa della missione della chiesa espressa in EG che in una continuitá con Vaticano II che e anche una sua »riscrittura« (Theobald 2014, 26) e strettamente connessa alla riforma della chiesa che passa da una concezione geografica a una concezione relazionale e culturale dell'evangelizzazione. Per questo il rapporto tra il Proemio e le parti normative del testo di VG e aperto e la sua articolazione effettiva e affidata a un processo di discernimento, di pianificazione e di lavoro che coinvolge persone e istituzioni.5 In questo articolo ci soffermiamo sul Proemio per il suo carattere propositivo che indica i processi da avviare per rinnovare l'impegno culturale cristiano e mostra come i cambiamenti in atto chiamano la teologia e le istituzioni teologiche a riformare i propri modi di pensare e operare dialogando nell'agorá culturale immettendovi il proprio contributo co-struttivo e critico. EG, num. 3 e 30 dove si parla di questi compiti in riferimento ad ogni chiesa par-ticolare. 210 (ID Edinost in dialog 73 (2018) 2. Orizzonti e processi Il testo del Proemio s'impemia su una visione esistenziale della verità generata dalla relazione tra Gesù, il Verbo di Dio e la complessità della vita concreta degli uomini e dei popoli che è la radice della missione della Chiesa. La gioia della verità (Veritatisgaudium) esprime il desiderio struggen-te che rende inquieto il cuore di ogni uomo fin quando non incontra, non abita e non condivide con tutti la Luce di Dio. La verità infatti non è un'idea astratta, ma è Gesù, il Verbo di Dio in cui è la Vita che è la Luce degli uomini (Gv 1,4), il Figlio di Dio che è insie-me il Figlio dell'uomo. Egli soltanto »rivelando il mistero del Padre e del suo amore, rivela l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione«. [...] È questa la gioia che la Chiesa è spinta da Gesù a testimoniare e ad annunciare nella sua missione ... (VG, num. 1) Precisi riferimenti cristologici, trinitari ed ecclesiologici garantiscono il fondamento teologico del discorso. La missione della Chiesa (e in essa quella della teologia, opera del popolo di Dio in cammino nella storia) è volta alla gioia della verità nell'impegno a illuminare col Vangelo il cammino dell'umanità verso la civiltà dell'amore in sincera e solidale compagnia con gli uomini e le donne di tutti i popoli. (VG, num. 1) Tale missione vive nel legame tra »gioia« e »uscita« che si traduce nel »condividere con tutti« in una »mistica del vivere insieme« fondata su Gesù Cristo Figlio di Dio fatto carne nel quale prende forma quel dono di sé che genera l'appartenenza alla comunità e la riconciliazione con la »carne« degli altri. (EG, num. 88) Missione e conversione pastorale (ri-forma) della Chiesa e delle sue istituzioni vi sono intrínsecamente unite. In tale impegno la rete mondiale delle Università e Facoltà ecclesia-stiche è chiamata a portare il decisivo contributo del lievito, del sale e della luce del Vangelo di Gesù Cristo e della Tradizione viva della Chiesa sempre aperta a nuovi scenari e nuove proposte. (VG, num. 3) Obiettivo di tutto ció è la »coraggiosa rivoluzione culturale« invocata da Francesco nella LS (num. 114). Essa basata sul nesso tra questione sociale e questione antropologica che investe il destino dell'intera famiglia umana, (Ivi 3) si attua dove il dialogo dei cristiani con i popoli e le culture dà forma a un »nuovo umanesimo« in cui l'uomo ritrova se stesso Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 211 in Cristo e la società riconciliazione e pace e dove fede e vita, teología e pastorale sono interiormente connesse. Questo obiettivo per essere raggiunto chiede »un deciso processo di discernimento, purificazione e riforma« (EG, num. 5) per il quale è decisivo un adeguato rinnovamento del sistema degli studi ecclesiastici affinché concorrano a realizzare una sorta di provvidenziale laboratorio culturale in cui la chiesa fa esercizio dell'interpretazione performativa della realtà che scaturi-sce dall'evento di Cristo e che si nutre dei doni della Sapienza e della Scienza di cui lo Spirito Santo arricchisce in varie forme tutto il Popolo di Dio: dal sensus fidei fidelium al magistero dei pastori, dal carisma dei profeti a quello dei dottori e dei teologi. (VG, num. 3) La varietà delle forme in cui lo Spirito arricchisce il popolo di Dio fa sí che nella Chiesa tutti possono partecipare al dialogo della fede e rende visibile l'interezza del vangelo nella sua inesauribile profondità grazie alla molteplicità delle sue modalità espressive che si traducono in quell'interpretazione performativa per cui il Vangelo permette di rein-terpretare nel solco della Scrittura l'economia storica della rivelazione in relazione reciproca con tutti i suoi destinatari. Per un tale rinnovamento degli studi ecclesiastici il Proemio propone quattro criteri-guida. Il primo, prioritario e permanente, è la contempla-zione e la introduzione spirituale, intellettuale ed esistenziale nel cuore del kerygma. (V G, num. 4) Di qui ancora l'accento peculiare, nella formazione a una cultura cristianamente ispirata, a scoprire in tutta la creazione l'impronta trinitaria che fa del cosmo in cui viviamo »una trama di relazioni« in cui »è proprio di ogni essere vivente tendere verso un'altra cosa«, propiziando »una spiritualità della solidarietà globale che sgorga dal mistero della Trinità.« (Ivi) L'essenziale concentrazione sul volto di Dio rivelato da Gesù Cristo nello Spirito come Padre ricco di misericordia (Ef 2,4) conduce a scoprire l'impronta trinitaria nella creazione e fa tutt'uno con l'esperienza del vivere come Chiesa quella mistica del noi che è lievito di solidarietà globale. In essa risuona l'imperativo ad ascoltare il grido dei poveri e della terra. 212 (ID Edinost in dialog 73 (2018) Il secondo conseguente criterio e il dialogo a tutto campo. Poiché la veritá rivelata e Logos-Agape che crea dia-logos i cristiani s'impegnano in un'autentica e non tattica cultura dell'incontro in sinergia con tutte le istanze che fermentano la coscienza umana universale ove la veritá immane. Questo criterio conduce a rivedere [...] l'architettonica e la dinamica metodica dei curricula di studi proposti dal sistema degli studi ecclesiastici, nella loro scatu-rigine teologica, nei loro principi ispiratori e nei loro diversi livelli di articolazione disciplinare, pedagogica e didattica [.] giungendo a ripensare e aggiornare intenzionalitá e organicitá delle discipline e degli insegnamenti [...]: oggi infatti 'si rende necessaria un'evan-gelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l'ambiente, e che susciti valori fondamentali. E neces-sario arrivare lá dove si formano i nuovi racconti e paradigmi.' (Ivi) Proprio perché la teologia si radica nella Scrittura e nella Tradizione vivente della Chiesa dove Dio incontra il mondo essa si accompagna ai processi culturali e sociali nella loro concretezza, in particolare alle transizioni difficili facendosi carico anche dei conflitti che sono dentro la Chiesa e nel mondo affinché possano raggiungere quella pluriforme unita che genera nuova vita. A ció corrisponde il rifiuto di un modello culturale unico e la promozione di diverse espressioni di vita cristiana in base allo »stile di vita di una determinata societá, del modo peculiare che hanno i suoi membri di relazionarsi fra loro, con le altre creature e con Dio« (EG, num. 115): il cristianesimo restando se stesso porta anche il volto delle tante culture e dei tanti popoli in cui e accolto e radicato. In questo la teologia e stimolata a crescere nella capacitá di concepire sistemi di rappresentazione della religione cristiana capaci di entrare in profonditá in sistemi culturali diversi. Terzo criterio e l'inter- e trans-disciplinarietá esercitata con sapienza e creativitá nella luce della Rivelazione6 secondo il principio dell'unitá dei saperi corrispondente alla ricchezza multiforme del reale. Si tratta di perseguire quella sintesi orientativa di cui parlava Benedetto XVI e che L'interdisciplinaritá — oltre la multidisciplinaritá (una migliore comprensione da piu punti di vista di un oggetto di studio) — e qui pensata come transdisciplinaritá quale collocazione e fermentazione dei diversi saperi entro lo spazio di luce e di vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio. (Rondinara 2016) Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 213 oggi sembra spesso latitare e che sará possibile se si riuscirá a cogliere il profondo nesso tra veritá e giustizia, teoria e pratica nell'unitá di scienza e santitá. Questo principio teologico e antropologico, esistenziale ed episte-mico riveste un peculiare significato ed e chiamato a esibire tutta la sua efficacia non solo all'interno del sistema degli studi ecclesiastici garantendogli coesione insieme a flessibilitá, organicitá insieme a dinamicitá; ma anche in rapporto al frammentato e non di rado di-sintegrato panorama odierno degli studi universitari e al pluralismo incerto, conflittuale o relativistico delle convinzioni e delle opzioni culturali. (V G, num. 4) Infine il criterio del »fare rete« fra le diverse istituzioni accademiche ecclesiastiche e quelle pubbliche e private dei diversi Paesi ispirate a diverse tradizioni culturali e religiose dando anche vita a poli di eccellenza interdisciplinare e a centri e percorsi di ricerca specializzati finalizzati a studiare insieme i problemi che investono l'umanitá quale unico popolo che abita una casa comune e a proporre opportune piste di risoluzione. Si tratta di elaborare strumenti intellettuali che permettano a tutti di ascoltare il Vangelo e ai cristiani di ascoltare tutti. La presa di coscienza di questa interdipendenza »ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune«. La chiesa in partico-lare [...] e chiamata a sperimentare che la cattolicitá che la qualifica come fermento di unitá nella diversitá e di comunione nella libertá esige per sé e propizia »la polaritá tensionale tra il particolare e l'u-niversale, tra l'uno e il multiplo, tra il semplice e il complesso«. Si tratta pertanto di praticare una forma di conoscenza e di interpre-tazione della realtá nella luce del »pensiero di Cristo« (1 Cor 2,16) in cui il modello di riferimento e di risoluzione dei problemi »non e la sfera [.] dove ogni punto e equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e un altro«, ma »il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialitá che in esso mantengono la loro originalitá«. (Ivi) Il Proemio ha a cuore un solo mondo, un progetto comune, nella pro-spettiva suggerita dalla metafora del poliedro radicata nella polaritá 214 (ID Edinost in dialog 73 (2018) tensionale del reale:7 e l'interezza del Vangelo che si fa visibile nella sua inesauribile profonditá grazie alla molteplicitá delle sue modalitá di espressione. In questo la Chiesa diviene una »rabdomante missionaria« (Theobald 2014) che abitando le frontiere rintraccia con sensibilitá spi-rituale ció di cui si parla nel Vangelo come presente nella molteplicitá del mondo. 3. Indicatori per il cammino Quali prospettive dal Proemio per la teologia e le istituzioni teologiche? Muovendo dalla condizione della teologia in Italia ecco tre indicatori di prospettiva utili per orientare le scelte e il cammino. (3.1) Oltre alle Universitá Pontificie in Roma8 in Italia sono oggi attive 9 Facoltá Teologiche (con i rispettivi Istituti teologici affiliati e Istituti Superiori di Scienze Religiose collegati) afferenti alle chiese locali e dislocate nel territorio nazionale. La Conferenza Episcopale Italiana tramite il »Servizio nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e Scienze religiose« ne stimola la cooperazione e un migliore accreditamento qua-litativo. (Congregazione per l'Educazione Cattolica 2011) Diversi pro-fessori e cultori di teologia italiani sono riuniti in associazioni teologiche nazionali: ció favorisce momenti di approfondimento e ricerca e dá vita ad alcune riviste e pubblicazioni teologiche che affiancano quelle delle facoltá.9 Lo scenario della teologia in Italia risulta dunque caratterizzato da una pluralitá di »soggetti« di varia entitá e rilevanza e dalla presenza delle istituzioni teologiche accademiche ecclesiastiche fuori delle Universitá statali; la cosa dipende da motivi storici e da scelte compiute nel dopo-concilio e presenta dei punti di forza e di debolezza rispetto alla situazione di altri Paesi in cui le facoltá di teologia sono per lo piu La metafora del poliedro, presentata in EG, appartiene al percorso intellettuale di Bergoglio. Sullo sfondo possiamo rintracciarvi elementi della spiritualita ignaziana, dell'opposizione polare guardiniana e del pensiero dialettico dei gesuiti (Przywara, De Lubac, Fessard) e della cultura argentina (es. l'idea dell'unita di universale e particolare, centro e periferia di Amelia Podetti e il tomismo dialettico di Alberto Methol Ferré). (Borghesi 2017) Di carattere internazionale, formano molti docenti che insegnano nelle Facolta teologiche italiane. Per la situazione della teologia in Italia, Associazione Teologica Italiana. 1991; Sanna e Toniolo 2017; Toniolo (2011). Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 215 all'interno delle Universitá statali: su questo aspetto non ci e qui possi-bile soffermarci. La riflessione teologica in Italia si caratterizza per il suo legame con la vita delle comunitá cristiane che ha permesso una recezione abbastanza diffusa del Vaticano II e la formazione teologica di pastori, laici impe-gnati e insegnanti di religione cattolica per le scuole pubbliche. Tuttavia vanno anche notati — nonostante alcuni segnali in controtendenza — il dialogo ancora piuttosto debole di questa teologia con il mondo »laico« e una sua certa irrilevanza culturale che si traducono in una debole rico-noscibilitá negli ambienti accademici statali e nella sua poca valorizza-zione professionale (sia in ambito ecclesiale che civile). (3.2) Entro la situazione accennata ci sembra che un primo indicatore per il cammino della teologia che scaturisce da VG riguardi l'impegno nel suo essere-nel-mondo e dunque il rafforzamento della sua apertura e del suo dialogo con la realtá. Infatti, come affermava W Kasper inaugurando nel 2005 la Facoltá teologica del Triveneto, »per ció che riguar-da la teologia attuale, un suo punto debole consiste nel fatto che essa, da una parte, e troppo impegnata con se stessa e coltiva troppo un positivismo biblico e magisteriale, e dall'altra ha perduto — o almeno corre il pericolo di perdere — il contatto con la realtá«. (Kasper 2015, 285) Il contatto con la realtá si rafforza incontrando e per la teologia (per il suo centro generativo nel Logos-Agape e nel servizio alla veritá-giustizia per ogni uomo/donna che ne promana) modo privilegiato di incontrare e il dialogare. Come dice la radice greca il dialogo suppone l'intreccio (día) tra due lógoi cioe tra due prospettive o visioni diverse sulla realtá senza irenismi o concordismi (la proposizione día- designa infatti anche lo scendere »giu«, in profonditá nel discorso). Cosí la posta in gioco e che ogni autentico dialogo nasce da un es-porsi all'»altro« in una in-ter-locuzione fatta di ricevere e dare, dare e ricevere che non lascia le cose come stavano. »Nel dialogo vero qualcosa accade sul serio, io non so prima che cosa l'altro mi dirá perché in realtá non so neppure che cosa diró io, anzi, non so neppure se parleró; potrebbe essere l'altro a cominciare e anzi nei colloqui autentici per lo piu e cosí.« (Rosenzweig, 57-58) Come indica anche la metafora del poliedro la ricerca/approfondi-mento della veritá/giustizia e un processo dialogico interminabile che 216 ® Edinost in dialog 73 (2G18) manifesta l'inesauribilitá e prospetticitá della veritá stessa. Cosí il dialogo diventa »l'esercizio di una comunicazione che connette le diverse prospettive fra loro senza sommarle dall'esterno, né integrarle in un sistema totale, ma facendo in modo che a ciascuna siano presenti le altre, come interlocutrici e collaboratrici in una ricerca comune nel rispetto dell'approccio proprio di ciascuna.« (Pareyson 1982, 80) Pertanto occorre essere disponibili all'imprevedibile che puo scaturire dialogando e al dipendere dagli altri e dal tempo che il dialogare comporta: in questo senso il dialogo dei cristiani e della teologia — come suggerisce EG quando dice che »il tempo e superiore allo spazio« e che »dare prioritá al tempo significa occuparsi di iniziare percorsi piu che di possedere spazi« (num. 223) — piu che un duello e un duetto dove voci anche antitetiche coesistono, si interpellano, non perdono la loro iden-titá, ma imparano rischiosamente ad affrontare le inevitabili divergenze e conflitti cercando e creando armonie senza annullare le differenze. (Balthasar 1979, 13-15) La veritá/giustizia che la teologia del Logos-Agape cerca e serve, pensata secondo il modello del poliedro e contrassegnata dall'ana/ogia veritatis, dalla prospetticitá plurale10 e da un intrinseco carattere di paradossalitá,11 vive del gioco dialogico complesso e in humanis non totalmente risolvi-bile di unitá e pluriformitá che accade nelle vicende effettive dell'uomo quale essere-nel-mondo. Il che nel mondo occidentale chiede oggi alla teologia — consapevole che negli spazi del »postmoderno« ciascuno pone liberamente i propri punti di vista e liberamente ascolta quelli altrui (con possibilitá e limiti che questo comporta) e che il nostro pensare limitato e limitante ha bisogno di lasciarsi interrompere dall'altro che viene da Dio — di confrontarsi concretamente con le questioni vitali nell'ottica Le questioni poste circa l'analogia dai Greci fino ai nostri giorni e quanto emerge in alcune correnti di pensiero contemporanee (fenomenologia, ermeneutica, epi-stemologie). La portata teologica della paradossalitá della veritá-giustizia è bene espressa da Benedetto XVI: »Questo agire di Dio assume ora la sua forma drammatica nel fatto che Gesù Cristo insegue la 'pecorella smarrita', l'umanitá sofferente e perduta. [...] Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l'uomo e salvarlo — amore questo nella sua forma più radicale« (Deus caritas est, num. 12). Per la sua portata epistemologica e filosofica Ciancio 1999. 10 11 Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 217 della laicitá e alla democrazia, caratteri emergenti e in evoluzione dalla modernitá-in-trasformazione. (Scola 2007; Taylor 2009; Tommasi 2009, 462-475; Habermas 2013, Grassi 2017) Il pensare teologico declina qui in modo concreto il tema pratico e teorico dell'inculturazione della fede e l'idea di una teologia in cammino nella storia, espressioni di una fede cristiana, scelta sempre da ripetere, che ha un nesso stretto con le forme della vita e dell'agire e le loro mutazioni storiche e culturali.12 (EG, num. 52-75; Commissione teologica internazionale 1988; Angelini 2014) Qui emergono tre ambiti par-ticolarmente interessanti per la teologia: quello della convivenza civile e sociale, quello della politica e quello delle scienze. Oggi in comunitá e cittá dove con-vivono persone provenienti da diverse estrazioni sociali, culturali e religiose un tale dialogare e piu necessario che in passato e chiede di allargare il proprio orizzonte facendosi accoglienti-ascoltanti gli uni gli altri. Senza di esso, poiché accanto a tante possibilitá per alcu-ni stanno possibili privazioni per altri, risulterebbe difficile praticare il rispetto effettivo della vita e della dignitá di ogni persona, scorgere che ogni uomo e cultura e una risorsa da esplorare, salvaguardare liberta e giustizia nell'unitá delle differenze lasciando emergere il senso dell'uma-no comune. Ció in un »occidente« che si e sempre basato sulla difficile ma proficua convivenza di politica e religione dalla quale non e dato uscire: se la politica ha il suo campo d'azione autonomo e cosí la scienza (ed entrambe possono anche pensare di poter fare a meno o di stru-mentalizzare le appartenenze religiose) la religione dal canto suo non e un fatto privato, né puó diventare una dottrina di stato ed e piuttosto una risorsa pubblica che aiuta a tenere insieme la societá e a rigenerare la coscienza individuale. In questo cammino dialogico nessuno perde la propria identitá o vi rinunzia. Sia nell'esperienza di osmosi tra rivelazione biblica e culture presente nelle Scritture (Ravasi 2017), sia nella storia della chiesa una tale esperienza di incontro tra fede cristiana e vita degli uomini e stata ed e, pur con alterne vicende, una delle caratteristiche della creativitá culturale del cristianesimo che nell'autenticitá vissuta della sua testimo-nianza non e »religione« di violenza e dominio, ma di incontro, di caritá, 12 Per la correlazione di teoria/prassi e la portata »pratica« della teologia, cfr. Tommasi (2011; 2012). 218 ® Edinost in dialog 73 (2018) di pace.13 Il sapere teologico, di per sé impegnato a »vedere Dio e far vedere Dio« con tutto ció che questo significa e comporta (Coda 2015), ha cosí una sua missione nel mondo e la formidabile responsabilitá di dire e testimoniare per tutti, gestis verbisque, quel qualcosa dell'Ineffabile Dio-Amore nel quale e salvaguardato il »mistero«, la dignitá effettiva e la libertá di ogni uomo e di ogni vita; e di farlo con discrezione, evitando quel dire troppo su Dio che renderebbe il discorso su di lui non degno di fede. Nel mondo attuale tentare di parlare del suo argomento a chi non ha familiaritá con il pensiero e il linguaggio ecclesiale puó rappre-sentare per la teologia cristiana un'impresa piuttosto »ostica e sconcer-tante« (Ratzinger 1971, 11) e tuttavia la sua voce (e di quelle delle altre teologie) e importante perché il silenzio su Dio fa sí che l'uomo non tro-vi piu se stesso e il proprio posto davanti all'intero della realtá e al tutto unitario della propria esistenza correndo il rischio di venir manipolato e ridotto a un animale ingegnoso (Rahner 1978, 75-76; Givone 2018) o a scarto. Oggi la voce dialogante della teologia puó rompere un tale silenzio portando in luce, a partire dal seme evangelico, la trascendenza immanente nascosta nel valore della fraternitá umana. (3.3) Un secondo indicatore riguarda il piano epistemologico e si traduce nella cura del rapporto della teologia con gli altri saperi. L'iperspecia-lizzazione dei saperi cui oggi assistiamo (cioe la specializzazione che si ripiega su se stessa senza integrarsi in una problematica globale o in una visione d'insieme dell'oggetto di cui considera solo un aspetto o una parte) rischia di impedire di vedere il globale (che frammenta in particelle) cosí come l'essenziale (che dissolve) e non consente una giusta cor-relazione di dimensione calcolante (che mira all'utile) e meditante (che cerca il vero e il giusto) della ragione umana. (Morin 2000)14 In questa situazione di frammentazione i saperi rischiano di non aver piu nulla da In un mondo in cui al nome di Dio viene a volte collegata la vendetta, e perfino il dovere dell'odio e della violenza, quello del Dio Logos-Agape cristiano è dunque un messaggio dai significati generativi e molto concreti in ordine al bene fondamentale della pace nella giustizia, il quale soltanto assicura una convivenza umana in cui sia rispettata e custodita la dignità di ogni creatura, in particolare dell'uomo (Deus caritas est, num. 1). La distinzione tra pensiero calcolante e pensiero meditante ricorre in Heidegger 1985: per il pensatore della Foresta Nera queste due modalità del pensare sembra-no essere opposte e contraddittorie, noi pensiamo invece che la vera scommessa sia la loro articolazione. 13 14 Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 219 dire gli uni agli altri e su noi uomini in quanto soggetti della libertà (e questo rappresenta un pericolo per la vita dei popoli e per il futuro della famiglia umana). (Husserl 1987, 34—36) In una tale situazione — esigenza sentita da molti — urge »riformare il pensiero«. E questo comincia con la capacità di mettere in relazione e in contesto le moltissime informazioni e prospettive che riceviamo riconoscendo l'unità in seno alla diversità e la diversità in seno all'unità, mediante un'attitudine a un pensare che non catturi ma si lasci plasmare e si confronti con le possibilità e le insidie della multidisciplinarità, dell'interdisciplinarità, della transdisciplina-rità e del dialogo tra le culture. (Jullien 2010) La teologia cristiana, »scienza della fede« che si è via via costituita come una serie di tentativi di argomentare un discorso sensato sul rapporto Dio-uomo-mondo, lavora per mostrare che l'esperienza della fede cristiana richiede una capacità critica e interpretativa che diviene attitudi-ne ad argomentare e offrire ragioni nello spazio pubblico. (Theobald 2014, 14-15; Ratzinger e Habermas 2005; Ferretti 2012; Tommasi 2013; Williams 2018) Di questo lavoro fa parte anche il chiarire a se stessa il proprio rapporto con le diverse scienze, saperi, stili di vita e cosmovi-sioni: senza di questo non puo aspettarsi di essere riconosciuta dai suoi interlocutori. Coltivare seriamente il rapporto con le altre scienze e saperi richiede alla teologia la consapevolezza dell'autonomia delle realtà terrestri e dei metodi e campi del sapere e ad un tempo del fatto che essa per la sua origine dalla Rivelazione mentre lavora a plasmare la coscienza cristiana serve quel dialogo per un'integrazione aperta tra i saperi che risulta pre-ziosa per la verità-giustizia per tutti nelle società. (Fides et ratio, num. 85) In questo la teologia partecipa dell'esigenza di quanti, interessati alla reciproca comprensione, cercano di »tradurre« il linguaggio proprio del proprio »campo del sapere« affinché — per quanto possibile e nonostan-te il fatto che ogni traduzione è interpretazione — si offra intelligibile e significativo per la comprensione e libertà degli altri. (Habermas 2008, 19—50; Huber 1988, 239—246) La teologia è autorizzata a con-correre rispettosamente a tutto cio per la coincidenza del tema dello sviluppo integrale della persona e della società con quello dell'inclusione relazio-nale di tutte le persone e di tutti i popoli nell'unica famiglia umana che trova illuminazione decisiva in quel rapporto tra le persone della Trinità 220 (ID Edinost in dialog 73 (2018) nell'unica essenza divina che e la sua radice (e a tal scopo la relazione trinitaria e da pensare non tanto e solo come un »oggetto« fra altri, ma quale forma dinamica delle relazioni umane e delle relazioni tra i saperi). Tutto questo suppone l'»apertura« della ragione umana, differente dalla sua pretesa autosufficienza. (3.4) Un terzo indicatore, infine, si riferisce alle istituzioni teologiche accademiche e dice la necessitá di adeguarle/rinnovarle in rapporto alla missione della chiesa oggi. Ci sembra che un primo passo per raggiun-gere questo obiettivo sia quello di accrescere il dialogo/confronto effet-tivo e continuo fra i teologi (non solo quello con i grandi studiosi, ma anche fra colleghi nella stessa facoltá) e la loro capacitá di lavorare, nella ricerca e nell'insegnamento, non solo in solitaria ma come comunitá scientifica in dialogo con la vita della chiesa e del mondo. Ció si puó fare in tante forme concrete a partire dalle situazioni e dai contesti. Una tale attitudine, che assume anche un carattere testimoniale, e importante e valida se simultanea al saper mettersi in dialogo con gli altri saperi, al collaborare con le altre istituzioni accademiche (ecclesiastiche e non) e piu ampiamente con il complesso mondo degli uomini. Ma questo non basta. VG 4, come detto, chiede alle facoltá teologiche un ripensamento e aggiornamento dell'intenzionalitá e organicitá delle discipline e degli insegnamenti. Un tale ripensamento (che riguarda anche i piani di studio) va sviluppato avendo presente come la teologia cristiana (in se stessa e in quanto confrontata con la molteplicitá dei saperi e delle scienze) e oggi attraversata da una complessitá di prospet-tive, forme e discipline che si riverbera in larga misura anche nei piani di studio offerti dagli istituti e facoltá. Questa complessitá disciplinare e metodologica della teologia accademica da un lato rappresenta una ricchezza in quanto vi traluce qualcosa della pluriformitá e inesauribilitá del mistero cristiano e del mondo, ma puó diventare anche ostacolo per l'interlocutore e lo studente, soprattutto quelli di oggi immersi nella sensibilitá postmoderna pluralistica e probabilistica. Di qui l'importanza che il ripensamento auspicato sgorghi dal cercare e promuovere quel-la unitá interiore della teologia che, come visto, scaturisce dalla Trinitá divina e dai suoi riverberi nella creazione, che da un lato la rende piu comprensibile ed esistenzialmente rilevante e dall'altro conduce a saper disporre le diverse discipline teologiche in modo da farle convergere sinfonicamente nella progressiva apertura degli alunni verso il mistero Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 221 di Cristo che compenetra la vita e la storia degli uomini e agisce continuamente nella chiesa. Tutto ció va di pari passo col riattivare i legami fra teologia ed esperienza spirituale superando la secolare scissione fra teologia scientifica e teologia spirituale e cogliendo nell'attuale riabilita-zione della nozione di esperienza e nell'interesse per la narratività e il concetto di testimonianza elementi che vanno in questa direzione. Tutto questo non deve naturalmente far perdere alla teologia quel suo habitus critico e argomentativo che permette di affidare l'unità escatologica della nostra esistenza alla bontà di Dio e cosí soppesare, per sé e di fronte agli altri, per la chiesa e per le società le poste qui in gioco in ciascuna tappa della nostra vita. Un tale lavoro di rinnovamento permetterà alla teologia di meglio rivelare la propria portata formativa a delle identità aperte e relazionali capaci di discernere e di prendere posizione e agire per il bene attraverso l'ascoltare e pensare la novità inaudita del vangelo di Dio assieme all'infinita diversità e ricchezza dei suoi destinatari. La filosofia, le scienze, le arti e le letterature partecipano con la teologia a questo processo formativo secondo le inclinazioni dello studente o dell'uditore. Abbreviazioni EG Evangelii gaudium LS Laudato si VG Veritatis gaudium Riferimenti bibliografici Angelini, Giuseppe. 2014. La fede una forma per la vita. Milano: Glossa. Associazione Teologica Italiana. 1991. Teología e istan%e del sapere oggi in Italia. Atti del XIII Congresso Nationale dellAssocia%iom Teologica Italiana, 11-15 settembre 1989. Pa-dova: Messaggero. Balthasar, Hans Urs von. 1979. La verita e sinfonica. Aspetti del pluralismo cristiano. Milano: Jaca Book. Benedetto XVI. 2005. Deus Caritas est. Let-tera enciclica. Roma. ---. 2009. Caritas in veritate. Lettera enciclica. Roma. Borghesi, Massimo. 2017. Jorge Mario Ber-gfjglifj, Una biografia intelkttuak. Dialettica e mistica. Milano: Jaca Book. Ciancio, Claudio. 1999. II paradosso della venta. Torino: Rosenberg & Sellier. Coda, Piero. 2015. Per una teologia in usci-ta. Studia Patavina 62: 324—328. Commento alla Veritatis gaudium. 2018. Educatio catholica 2: 3—157. Commissione teologica internazionale. 1988. Fede e inculturazione (pubblicato nel 1989 In: CivCatt 140: 158-177). ZZZ ® Eänost in dialog 73 (2G18) Congregazione per l'Educazione Cat-tolica. 2011. Atti della Conferenza inter-nazionale promossa dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica nel 2010 su »Le Facoltà ecclesiastiche e il "Processo di Bologna": bilancio e prospettive«. Seminarium 1: 9-238. Congregation for Catholic Education. 2012. Quality culture. A Handbook for Ecclesiastical Fatuities. Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana. Ferretti, Giovanni. 2012. La teologia volto pubblico della fede. Le sfide del mondo contemporaneo. Studia Patavina 59: 151174. Franciscus episcopus. 2013. Evangelii gaudium. Esortazione apostolica. Roma. ---. 2015. Laudato sí. Lettera enciclica. Roma. ---. 2018. Constitutio apostoica Veritatis gaudium de universitatibus et facultatibus ecclesiasti-cis. Città del Vaticano: Typis Vaticanis. Fusi, Giuseppe. 2018. L'educazione al tempo del Conciio. Percorso redazionale della Gravis-simum educationis. Padova: Messaggero, Fa-coltà teologica del Triveneto. Giovanni Paolo II. 1979. Sapientia Christiana: circa le università e le facoltà ecclesiastiche. Costituzione apostolica. Vaticano. ---. 1998. Fides et ratio: ai vescovi della Chiesa Cattolica circa i rapporti tra fede e ragione. Let-tera enciclica. Vaticano. Givone, Sergio. 2018. Quant'è vero Dio. Perché non possiamo fare a meno della reigione. Milano: Solferino. Grassi, Piergiorgio. 2017. Fede e Imâtà nel passaggio d'epoca. Roma: Ave. Habermas, Jurgen. 2008. Tra scienza e fede, Roma, Bari: Laterza. ---. 2013. La reigione e lapoitica. Espressioni di fede e decisioni pubbliche. Bologna: Deho-niane. Heidegger, Martin. 1985. Scienza e me-ditazione; Che cosa significa pensare?; Costruire, abitare, pensare. In: Martin Heidegger. 1985. Saggi e discorsi, 28-44; 85-95; 96-108. Mursia: Milano Huber, Karl. 1988. Critica del sapere. Roma: Pontificia Università Gregoriana. Husserl, Edmund. 1987. La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Milano: Il Saggiatore. Jullien, François. 2010. L'universale e il comu-ne. Il dialogo tra le culture. Roma, Bari: La-terza. Kasper, Walter. 2015. Università e teologia di fronte alla questione della verità. In: Roberto Tommasi. Dieci anni di teologia a servizio della chiesa e della cultura. Studia Patavina 62: 285-92. Morin, Edgar. 2000. La testa ben fatta. Rifor-ma dell'insegnamento e riforma del pensiero. Milano: Raffaello Cortina. Paolo VI. 1964. Ecclesiam suam. Roma. ---. 1967. Populorum progressio. Roma. ---. 1975. Evangelii nuntiandi. Roma. Pareyson, Luigi. 1982. Verità e interpretazio-ne. Milano: Mursia. Rahner, Karl. 1978. Corso fondamentale sulla fede. Roma: Edizione Paoline. Ravasi, Gianfranco. 2017. Vangelo, cultura ed Evangelii gaudium. Studia Patavina 64: 217-235. Ratzinger Joseph. 1971. Introduzione al chri-stianesimo. Brescia: Queriniana. — . Habermas, Jürgen. 2005. Etica, religio-ne e stato liberale. Brescia: Morcelliana. Rondinara, Sergio. 2016. Ontologia trinitaria ed epistemologia della transdiscipli-narità. In: Piero Coda, Alessandro Cle-menzia e Julie Tremblay, ed. Un pensiero per abitare la frontiera, 51-62. Roma: Città Nuova, Istituto Universitario Sophia. Rosenzweig, Franz. 1983. Il nuovo pensiero. Venezia: Arsenale. Sanna, Ignazio e Toniolo, Andrea, ed. 2017. Quale teologia per quale Chiesa. Il ruolo della teologia nella pastorale. Atti del Convegno nazionale delle Facoltà teologiche e ISSR italiani (Roma 26-28 gennaio 2017). Bologna: De-honiane. Scola, Angelo. 2007. Una nuova laicità. Temi per la società plurale. Venezia: Marsilio. Taylor, Charles. 2009. L'età secolare. Milano: Feltrinelli. Roberto Tommasi Veritatis gaudium, impulso per una teología sulla frontiera 223 Theobald, Christoph. 2014. La lezione di teología. Sfide all'insegnamento nella postmodernita. Bologna: Dehoniane. ---. 2016. Fraternita. II nuovo stile della chiesa secondo papa Francesco. Magnano (Bi): Qiqa-jon, Comunita di Bose. Tommasi, Roberto. 2009. La forma religiose del senso. Al crocevia di filosofia, religíone e cristianesimo. Padova: Messaggero, Facolta Teologica del Triveneto. ---. 2011. Teología pastorale e istanze del pratico. La riflessione teologico - pastorale nella Facolta teologica del Triveneto. Studia Patavina 58: 557-573. ---. 2012. Il pratico, le pratiche, l'esistenza. Studia Patavina 59: 35-48. ---. 2013. La vocazione ecclesiale e dialogale della teologia cristiana. Studia Patavina 60: 283-291. Toniolo, Andrea. 2011. Stato e statuto della teología in Italia in seguito al riordino degli studi teologici. Studia Patavina 58: 541-556. Williams, Rowan. 2018. Essere discepoi oggi. Roma: Claudiana.