ANNO VII.
Capodistria, 1 aprile 1873.
N. 7.
LA PROVINCIA
Giornale degli interessi civili, economici, amministrativi
DELL'ISTRIA,
ed organo ufficiale per gli atti della Società agraria istriana.
Esce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fini 3: semestre e quadrimestre in proporzione. — Oli abbonamenti si ricevono presso la Redazione.
ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA-
Acquisto - manoscritti Kaaidler.
Sollecitati da molte ragioni a chiudere definitivamente la soscrizione, aperta nel nostro giornale N. 4 il giorno 16 Feh. 1872 per 1' acquisto dei manoscritti Kandier, ci rivolgiamo ancora una volta a quei Muni-cipii e Istituzioni e privati che ancora non hanno partecipato alla patriottica impresa, e che pure hanno in animo di farlo, a spedire a tutto 12 del corr. Aprile le loro offerte, alla Redazione, onde si possano pubblicarle, nel giornale del 16 Aprile, col reso-conto generale di chiusa.
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mECliOLOGIA
Nel dì 21 testé decorso marzo passava agli eterni riposi in Parenzo sua patria, nell'età di anni 80 compiti, il Barone Francesco dei Marchesi dei Polesini, preceduto di soli 21 giorni nella tomba dalla diletta sua consorte' Elisabetta.
Figlio di Giampaolo Sereno Marchese de Polesini e di Elena contessa di Spilimbergo, nipote al Vescovo di Pola poi di Parenzo, del quale portava il nome e godeva la particolare affezione — egli ebbe la prima educazione letteraria in famiglia dall' abate Perissati di S. Daniele, uomo colto in belle lettere e valente latinista, e passò indi nel Collegio di Capodistria..
Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati.
Portato da naturale inclinazione, più. che ad altre scienze, agli studii storici ed archeologici, eccitatovi anchè dal padre e dal Conte Agostino Carli - Rubbi figlio del celebre Gianrinaldo, ed amicissimo suo, egli vi si dedieò con amore. Imprese pertanto con assidue ricerche in alcuni ar-chivii pubblici e privati della provincia ad accrescere quei materiali storici sull'Istria, che esso Conte Agostino avevagli donato.
Quali e quante cose egli abbia in tal modo ammassato non si sapeva sinché visse, ritroso di farle conoscere altrui, forse nella speranza, di poterne un dì far pubblicazione locchè però non avvenne, ad eccezione di qualche suo scritto stampato nel giornale " l'Istria ,, p. e. le belle notizie sui monasteri antichi della Diocesi di Parenzo; Venuto ora in possesso di queste carte il suo nipóte ed erode, speriamo che il loro' contenuto non resterà più un segreto.
In ogni caso il defunto si merito l'odo 'è la gratitudine di tutti coloro, cui sta a cuore 1? illustrazione della nostra patria^ per essersi adoperato a raccogliere e conservare materiali storici, che altrimenti, come infiniti altri deposti negli ar- „ chivi pubblici e'di famiglie, verosimilmente sarebbero andati perduti, forse con grave danno per la storia dell'Istria.
Nella sua età ,più' fresca, alla tranquilla vita privata ed alle cure dell'amministrazione del largo suo patrimonio mostrava di preferire la vita pubblica, la quale può offrire maggiori occasioni d'emergere e procacciarsi titoli; di onoranza. Hi fu perciò che aggradì la nomina ottenuta nell'Unno 1820 di i. r. Capitano col comando di una compagnia nel 2; battaglione della Landwehr, ed a-mò conservarne per molti anni il titolò.
Le infelici condizioni della pubblica sicurezza perduranti nel! Istria, che il precedente Governo francese malgrado gli energici provvedimenti cài estremi rigori adottati non era riuscito a toglierà»;
originarono l'istituzione d' apposita guardia provinciale di pubblica sicurezza, di cui fu dato il Comando al Marchese Francesco, il quale non ischivando fatiche, pericoli e dispendii proprii, cooperò a sradicare il brigantaggio, alla cui distruzione era perfino occorsa la proclamazione in va-rii distretti del giudizio statario, durato pel corso di parecchi anni.
Dopo preso moglie nell' anno 1838 si dedicò con più interesse alle cose d'agricoltura, su cui volle pubblicare qualche opuscolo.
Dal 1858 al 1861 coprì la carica di Podestà di Parenzo ; e sciolta in quest' ultimo anno la prima Dieta istriana, venne per la seconda nell' anno stesso nominato da Sua Maestà l'Imperatore a Capitano provinciale.
Sebbene grave d'anni, egli, accettò la carica, che si diè premura di sostenere con decoro proprio e della provincia. Fu sollecito di mantenere il buon accordo nel gremio della Giunta provinciale, e la sua cortesia e benevolenza venivano ricambiate dalla stima ed affeziono dell'intero personale d'ufficio.
Nominato di bel nuovo nel seguente periodo della Dieta Capitano provinciale, troppo pesante riuscendogli per la senile sua età la direzione d'un ufficio, i cui affari sempre più s'accrescevano, dopo un' anno diede la sua rinuncia, che fu da Sua Maestà accettata con lusinghiere espressioni di aggradimento per hi sue prestazioni.
Già insignito da S. S. Gregorio XVI dell'ordine cavalleresco dello «perone d'oro, nell' anno 1866, fu da S, M. l'Imperatore nominato cavaliere di il. Classe dell' Ordine della Corona terrea, ed ottenne poscia, il titolo e grado di Barone dell' Impero, il quale non avendo egli avuto figli dal suo matrimonio, venne esteso anche al di lui nipote Marchese G. P. de Po'es ini, da lui adottato e istituito erede universale.
Il defunto accoppiava a belle forme della persona, la coltura di mente e gentilezza di modi che si richiedono in un gentiluomo ; lontano nel suo contegno tanto da orgoglio aristocratico, quanto da bassezza, egli era nobilmente affabile e cortese con ogni classe di persone.
Conservò, sebbene staccatosi dalla convivenza del fratello Marchese Benedetto, vivo il sentimento di famiglia, le cui tradizioni di virtù civile seppe continuare. Quest'antica onorata famiglia perdette in lui un degno membro, e l'Istria un cittadino che 1' amò da caldo patriota, e procurò secondo le sue forze ad illustrarla ed esserle utile' figlio.
Il funerale fu quale conveniva alla persona del decesso, ed alla posizione della sua famiglia.
Il numeroso corteo seguiva la bara; i lembi del drappo che la, ricopriva erano sostenuti dall'i. r. Capitano distrettuale Consigliere di Luogotenenza de Clesius qual cavaliere dell' Ordine della Corona ferrea, dal Vice - Capitano provinciale D.r Amoroso, dall'Assessore provinciale D.r de Petris, e dal Consigliere municipale Conte Guido
D.r Becich. Formavano parte dell'accompagnamento i corpi di tutti gl'i.r. Ufficii, della Giunta Provinciale e del comune, e vollero esservi rappresentati pure il civico Magistrato di Rovigno a mezzo del suo Podestà D.r Cumpitelli, la Camera di Commercio e la Società Agraria di Rovigno, la prima dal suo Presidente" Sig 1 Candnssi - Giardo, la seconda dal Presidente Sig. Sbisà e dal Segretario D.r Piccoli.
Terminata la funebre funzione, la salma del defunto venne trasportata nella possessione di Cer-vera dei signori Polesini, ed ivi deposta accanto a quella della consorte ned monumento della famiglia.
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Lussino 8 marzo 1873
' inganna quindi a partito il corrispondente, che esulta per aver trovato la vera causa, per la quale gli Otto Podestà in attualità di funzione e membri della Dieta votarono per la proposta della Giunta. La vera ■causa, se egli la ignora, gliela diciamo noi, ed è quella, che onora i Podestà, di procurare ai Comuni da loro amministrati il minor dispendio, di sollevarsi dalle molestie dei Maestri, e di rendere contenti, e soddisfatti questi ultimi colla certezza, che le giuste ricompense alle loro improbe fatiche si trovano pienamente assicurate, anzi che essere dannati a languire nella mi-soia, perchè e per un pretesto, o 1' altro vengono loro negati i dovuti emolumenti.
Ci riesce d' altronde ben gradita la dichiarazione del corrispondente, che il Consiglio Scolastico Provinciale nel rifiutare la sua approvazione allo schema di legge della Giunta Provinciale noi fece per non veder lesa l'autonomia dei Comuni, e per non permettere, che dalla Giunta siano conculcati i diritti costituzionali delle popolazioni, ma che più elevato si fu il suo scopo, dacché i motivi del rifiuto derivarono dalla previsione dei danni, che alle scuole popolari sarebbero per derivare, quando ai Comuni si togliesse il diritto di nomina dei Maestri. La sincerità di tale dichiarazione riesce alquanto sospetta, od a dirittura bugiarda, quando si ponga mente agli argomenti, coi quali il corrispondente pretende sostenerla.
Nessuno, egli dice, ha più interesse del Comune di fare una buona scelta e nessuno meglio di lui conosce qual individuo convenga all' indole dei suoi figli, ed alle sue circostanze. Ma se i Podestà godono la fiducia dei Comuni, v' ha dubbio, eh' essi in prima linea devono essere interessati pel bene materiale del Comune ed in tal caso è perversa l'insinuazione del corrispondente, con cui cerca destare '.nelle Rappresentanze la diffidenza verso i Podestà. Ma si ammetta pure che i Comuni abbiano, come di fatto, il maggior interesse nella scelta dei maestri, e qui insorge spontanea la domanda " I Comuni specialmente rurali sono poi in grado di fare questa buona scelta? E noi rispondiamo senza reticenze. No. Le ragioni di questa nostra franca asserzione sono state esuberantemente svolte dal d.r Belli nella «eduta Y. della Dieta, ed a quelle ci richiamiamo senza ripeterle.
Ma i Comuni, dice l'esimio corrispondente, possono avere dei motivi particolari di voler piuttosto quel maestro, che l'altro, come p. e. un prete anzi che un seceiare anche per avere una messa di più. Ecco che con tale sua proposta ci fa conoscere la sua insegna ; ecco il segreto arcano, pel quale egli si mostra tanto geloso della nomina dei maestri, affinchè cioè sia libero specialmente nei comuni rurali di impiegare ogni sorta d'intrigo per riuscire nella scelta d'un prete. I Comuni, dice poscia, non sono ancora giunti all' altezza dei tempi nei quali viviamo. Questa amare ironia scagliata con singolare cinismo su! capo delle popolazioni i-
gnoranti ci dà la miglior idea dello spirito di progresso, di cui è animato il degnissimo corrispondente, e ci ha svelato a pieno le sue tendenze. Malgrado però questo insultante eroismo sappia egli, e se lo imprima bene nella mente, che i suoi inutili sforzi, tutti i suoi intrighi non varranno mai ad arrestare la corrente ben avviata del progresso civile delle popolazioni, finché persone oneste, ed amanti del pubblico bene sapranno togliere il velo a tutte quelle belle opere, di cui gli ipocriti involti nel manto di religione ci danno ogni gi orno luminose prove. j *
Che se le Rappresentanze Comunali non presentano la coltura necessaria per fare una buona scelta, c' è la legge, dice l'ingenuo corrispondente, che autorizza il Consiglio a scartare i maestri non qualificati. E se, qui si domanda, i membri del Consiglio saranno dello stesso calibro della Rappresentanza e forse anche peggio, cosa accadrà in tal caso? La risposta è facile: alla fin fine si avrà una messa di più.
In ogni caso continua il corrispondente, sarà più facile all' Ispettore il far intendere ra/ione ai membri dei Comuni rurali di quello, che agli Assessori della Giunta Provinciale. A questo impudente, e triviale insulto diretto alla Giunta non ci degniamo di rispondere, e lasciamo a chi spetta la briga di farsene rendere ragione. Non sappiamo però intendere, come c' entra l'Ispettore per decidere sulla scelta dei maestri ; dacché, a quanto è qui pubblicamente noto, |1' Ispettore tutto al più può avere l'incarico di esaminare le suppliche, di preparare le tabelle dei concorrenti, e di formulare il parere del Consiglio Distrettuale, ed al Consiglio spetta il diritto d'insinuarle al Consiglio locale, ove, specialmente nei Consigli locali di campagna, è data piena libertà ai membri clericali di mettere in opera ogni sorta di intrigo per riuscire nel proprio intento senza tema, che alcuno abbia 1' ardire di farvi opposizione. Ecco 1' andamento ordinario nella scelta dei maestri.
Altro argomento si deduce dalle scuole stesse. Il di- ' ritto di nomina infuse un po' di vita all' azienda scolastica, dice il corri»pondente, e si fece per essa in questi due anni assai più di quanto s'era fatto prima del 1815 in poi. Benché sia astutamente esagerata tale asserzione per dar incenso, e gongolare la plebe idiota; dacché il partito clericale, ed il degnissimo nostro avversario vede nell'attuale ordine di cose un manifesto regresso ma pure usa artifiziosamente le melifiue frasi per illudere i balocchi, che gii dovrebbero prestare cieca credenza, pure noi non riconosciamo finora tale, e tanto progresso nelle ' scuole; osserviamo bensì, che la gioventù è istruita in modo utile, e pratico ad ogni classe delle popolazioni, e che in ogni scuola si tende al precipuo seopo di dare formale bando a pratiche ridicole, che abbagliavano bensì i sensi, ma lasciavano vuoto il cuore, e la mente, anzi opprimevano lo spirito. Questa quando anche lenta riforma nel-l'istruzione non è al certo dovuta ai Consigli locali, specialmente rurali, e molto meno ai membri clericali degli stessi, che ne formano l'anima, ma bensì, dobbiamo dirlo francamente, è dovuta al piano d'insegnamento adotta-
t» nelle scuole, ed all' eliminazione d'.ogni influenza pretesca dichiarata nemica d'ogni idea di civiltà, e di [progresso. "do .in In v
Un terzo argomento-deriva dalla considerazione, che,
(tolto ai Comuni il diritto di nominare i maestri, questi si considereranno, come impiegati provinciali, che non hanno che fare nè col Podestà, nè coi Delegati, e torneremo ai tempi quando il personale delle scuole si credeva una cista privilegiata e ben di sovente non dissimulava punto il suo disprezzo pel paese doVe viveva, còsi il corrispondente. Questo sguardo retrospettivo sulle condizioni mo-; rali del personali insegnante ci dà la miglior idèà dello I stato di avvilimento dei maestri all'epoca fortunata, a cui [si allude, epoca nella quale il maestro docile istbumènto . del privilegiato, e prepotente suo capo, poneva tutto il L suo studio ad ingraziarsi con ques'ultimo, e siccome questi si reputava, e si reputa tuttora capo di una casta pri-[vilegiata, così anche i maestri animati dall' esempio, dei ' loro preposti nel'vilipendere- ingiusti desideri! dei Còmu-I ni, per legittima induzione si consideravano necessarie emanazioni del loro capo dii casta privilegiata, ed abusavano della l»ro posizione nel disprezzare i Comuni, che al pari di loro dipendevano ben di sovente dai capricci, e dalla caparbietà dei superiori!— Che se il òorrispon-dente teme che si-riproducano ancora quegl'inconvenienti, questo timore ci sembra basato sul cattivo; esempio, che anche oggi dà taluno, il quale, benché straniero alla provincia, anzi che promuovere di comun accordo il roiglibramento nelle scuole, pone ostacoli che paralizzatole saggie disposizióni dtella-Giuntä; onde raggiugere, se possibile; quelle'beatitudini, diicui.fmpur-troppo fera-foè-il regime clericale.
L'argomento del trasloco dei. Maestri da-una-scuola i all'altra,,dice il.corrispondente, perde egni forza, dacché i v'ha notevole-differenza tra le mansioni del maestro, e quelle- degli altri impiegati* e-traii rapporti in che stanno colle popolazióni. Le disposizioni dei 44, 47, e 48 diell' attuatelegge non différìàcono da quelle comprose nel progetto della Giunta, e perciò,- diciamomoij possono es-servi.fatte lfe -stesse- consideraeionii
Sembra d'altronde,, che il corrispondente* dell' Istria abbia-ben intesoquaHo-di Lussino senzaconoscèrlo-, e senza avergli parlato >; dacché il prode campione tleli Consiglio Scolastica Provinciale quando anche infelice nel ri-i sultato, invece dì. confutare le rivelazioni del secondo, si contenta di riversare -sullà Giunta bitte lfe magagne, che gli furono accennate, e-fa quindi rimprovero alla Giunta, che se pure avesse -voluto giovare al personale insegnante, avrebbe-dovuto-, lasciando intatte le disposizioni amministrative, consarvareaiiGbmuni il diritto di scelta i dei loro maestri,.od almeno concedere ai medesimi qualche ingerenza nella nomine, la quale non fosseperò puxamen-
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Bglì:è bea strano,- che-il corrispondènte, a quanto da
a divedere, ben informato delle cose del Consiglio Scola-tico Provinciale,- fàccia «poi il 'gnòrri sulle -cose trattate, e \ discussa in seno alla Dieta. Giova quindi ricardargli, che
' nella seduta Y. della Dieta, i §§,: Jl, e 12 del progetto di.
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legge hanno dato occasione a viva, ed animata discussione, a cui prese parte il Presidente del Consiglio Scolastico Provinciale ed altri due Deputati, che si cimentarono a rompere le loro laverie per sostenere ai Comuni il contrastato diritto' non già come si pretende per riguardo didattica, ma per conservare una apparento autorità ad lina corporazione, la quale,.essendo per se-inetta, ad esercitarla, sarebbe obbligata a ricorrere ai consigli di qualche prete astuto, che saprebbe ben® trarne profitto. Gli stessi» argomenti, di cui oggi fa pompa il nostro avversario furono già svolti in seno alla Dieta colla sola differenza ehe se n«U& Dieta si ammetteva, la possibilità di aver nel Consiglio locale una personarintelligente-per la scelta del maestro idoneo, nel membro del clero, il corrispondente va più oltre* e- propugna l'idea di nominare a maestri-anche dei preti per aver almeno una messa di più ed aver quindi il. vantaggio d' aver una sicura maggioranza nel coiisiglio locale, se specialmento il Podestà nou sa leggere, nè scrivere.
Ma sulle proposte degli oppositori hanuo-risposta bellamente tanto il referente-del Comitato Scolastico, quanto altri Onorevoli Deputatile perciò fiuelevato a decisione Dietale, che nellamomina dei maestri prendessero patte tutti i fattori interessati, cioè il Consiglio Scolastico locale coll'emettere il suo parere, ibConsiglio Distrettuale col presentare lo tabelle, il, Consiglio Provinciale col di-fritto di ìjoiiiina, la Piappresentanze Comunali col diritto di proposta, ed infine la Giunta col diritto di presenta-ziono. (.Seduta V.. della Dieta; pag. 17. del Resoconto ). In tal senso furono approvati dalla Dieta i §, 11,. e 12 del progetto -di legge, ed in tal guisa non è leso il diritto di nessuno dei fattori provinciali, anzi tutti sono presi in debita considerazione.
Dopo tutto eiò lasciamo •liberosfogo al corrispondente-dell'Istria, e lasciamo correre, che fi Cittadino, il Progrèsso, p la Pirjrincia-abbiano■ asserita-bugiardamente, òhe il Consiglio Provinciale per-amoredell'autonomia comunale ìiegó-il suo appoggia alla proposta delia-Giunta, non possiamo pei ò sorpassare alla'sfacciatagine del nostro-avversario che ci at'fibia la colpa- d'aver bugiardamente asserita, che la IMei& nemmeno si sognava di trovare qwJche estranea opposizione, ed-in-•prova-di tale sua asserzione-ei dice-" Tutti i Deputati dovevano sapere, oheihGousiglio Scolastica Provinciale considerava-il con-cwntrainento nella Giunta-dei diritto-di-nomina* come rovinoso per lo scuole e - vi negava- il suo appoggio. Con buona pace del nostra avversario dobbiamo rimarcargli la-grando-difiarenzaidaU'espressione.,,dovevano, sapere, e sapevano. Che i Deputati almeno in buona, parte non l'abbiano' saputa* ce lo dimostrano le parole stesse del corrispondente il quale dice "La seduta del Consiglio ebbe luogo*pochi giorniprima deW apertura-delia - Dieta, il rapporto-.del referente era-scritto, e la GiwUa poteva domandarne una copia, & comunicarla ai Deputati i quali avrebbero veduto, che possono trovare< qualche 'estranea opposizione. E qui-ci sia lecito-il-domandare per chi era scritto il rapporto del referente? Non per la Giunta, e per la Dieta, dacché riebbe stato spedito alla sua de-
stinazione. Dunque a qualche altra Superiore Autorità, che pel corso di otto, o dieci giorni fino alla discussione della legge aveva ben tempo di avvertirne la Dieta, eppure non 1' ha fatto, ed è questo un segno manifesto, che si reputava infondata l'opposizione. In tal caso d' altronde come potevano la Giunta e la Dieta immaginarsi l'esistenza di un tale rapporto? E con qual diritto potevano reclamarne una copia? Resta così cacciata in gola al corrispondente dell'Istria la sua solenne menzogna, che la Dieta era informata del rifiuto di approvazione. Ma quaa-do anche si volesse ammettere, che i Deputati ne fossero stati informati ,e qual obbligo coree va loro di abbracciare una opinione contraria al loro intimo convincimento ? Egli è perciò, che non curandosi nò dell'autorità per essi illegittima del Consiglio, nò di qualsiasi altra insidiosa mola, hanno essi voluto senza darsi il minimo pensiero nè della minuscola opposizione incontrata in seno alla Dieta, é molto meno del gracidare di qualche membro del Consiglio, che avrebbe inteso esercitare senza alcuu diritto, ed illegalmente upa pressione.
1 Mumcipj che salutarono con gioja il deliberato della Dieta, continua il corrispondente.per un meschino vantaggio rinunciarono al loro diritto accordato dalia legge -80 marzo, ed il Consiglio Scolastico Provinciale per non veder danneggiata l'azienda scolastica ebbe il coraggio citile di negare il suo assenso anche di fronte ad un deliberato Dietale! Bel coraggio civile davvero! di cui ride e la Dieta e la Giunta.
D 'altrónde alle storditaggini ed aJle sventataggini della Giunta, come egli ama chiamarle, come ha saputo riparare il Consiglio Provinciale? S' è dato 'pensiero čhe i conti preventivi scolastici siano consegnati ai Comuni pel principio'dèli'anno? S'è e-
mai rigordato, eppure ne aveva molte ragioni, .che la maggior parte dei maestri languono nella miseria, perchè appuuto a suo tempo non furono approvati i conti preventivi? E quando ultimamente venivano improvvisate le specifiche della Giunta, momento, in cui realmente avrebbe dovuto mostrare il suo coraggio chi-/p per combattere una proposta, da cui emerge, come e-gli lo dice un aggravio assolutistico imposto alle casse Comunali cosa ha fatto il Consiglio Scolastico Provinciale a l'avare dei Comuni, a favore dei Maestri ? Ha partecipato ai Comuni le specifiche della ^Giunta coli' incarico ili attenervisi scrupolosamente. Ecco il vantato coraggio civile, di cui si fa pompa quando è inutile, e che manca interamente all'uopo quando necessario.
Questa s'è la ragione, per la quale i Comuni se la prendono col Consiglio Scolastico Provinciale anzi che «olla Giunta, perchè nel contegno dello stesso verso la Giunta trovasi confermata l'opinione pubblica, che gli o-stacoli ele difficoltà promosse da esso alle deliberazioni della Dieta non possono riescire ad altro pratico effetto che dimostrare l'inettitudine degli attuali organi scolastici, e far quindi sentire la, necessità del regime clericale, che speriamo seppellito per sempre. Ai Comuni del resto poco importa di tale reciproca recriminazione, dacché essi sanno, che alla fin fine nessuno è
tenuto a fare oltre le proprie forze; ma il grido ni sono di dolore è quello dei Maestri, che vedonsi sacri! cati a gelosie d'individui, che non sanno mettersi fc loro d'accordo con manifesto danno della pubblica istn zione. Se il nostro avversano avrà ancora bisogno ( delucidazioni, ci troverà al nostro posto. oifl'JionioJ a jiiü^alod ioo éa fiit^bo4! Ioo óa siili ari» ojf -j ■•*\au /ioi".olona- sifefcirtemrooq li obnjsnp iqmai ili
1 Mioqìrioo Fiume liL^iiii^'^J^'^JI
ia nostra patria Rappresentanza Municipali nella seduta 20 Marzo p. p. in seguito ad inviti della Giunta provinciale istriana onde avesse j pronunciarsi sugli avvinibili pregiudizi che potesl sero derivare alla popolazione del Comune per 1 distrazióne, dell'acqua del Risano a lavoro dell
città di Trieste,' ha deliberato con voti 16 favo
-uraou.19iMiiàpiMb flwng i ns&ÌHMiiffFfotf Ttfoqafq 64m J&mimAf rewafe «m^i ie? a i» "MM** Hib iibIi Vi i »J I
Onde corrispondere alle richieste' della Noti 8 corrente. N. 993, dell'Eccelsa Giunta provai ciale, la Rappresentanza comunale di Capodistti mette il seguente motivato . usi io tornii olwjsp JI
-üj «IgiWW ailonad f« «P '»«j
Considerato che l'esistenza dell' acqua de fiume Risano porta alla Comune di Capodistrii vantaggi di varia natura, i quali si possono di
stinguere in Agrari, Industriali ed Economic in generale, e questi, alla lor volta; si devomj sud
dividere in pubblici e privati precisamente:
o .o'itwi'ju f;il» ii»oi't!£fri al ini «sflytoßifv efovalon «d'i
i. Agrari. ... «
-nijtn Ofi1 . rt* iJlflflnM f liI (IJlii ihlol) ti » l i' I
» i) ff^fftflf illoilìXKIWtl »ff .iÖOfXBloqoq olio-i OB a) L' uso ordinario dell' acqua, giusta le dispo sizioni delle, leggi vigenti; „•. „
b) Inaffiamento e possibile irrigazione di una frazione dei fondi campestri del Comune;
c) Facilità nell' allevamento del bestiame.
a) L'uso per Ogni singola comunità, come tale, dell'acqua giusta lq leggi vigenti;
b) Diritti di già acquisiti da singoli comunisti sull'acqua in genera}§<)fc,iov0e»ov* 9iuq 9* idi
c) Diritti acquisiti o di possibile acquisizione per chi possiede fondi lungo il corso del fiume:
d)' Vantaggi dei singoli cothtìnisti pel facilitato allevamento del bestiame. '
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II. Industriali. . .
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a) Vantaggio pubblico derivante dall' eseroi» zio delle singole industrie attivate ed attivabili' mercè l'acqua del Risane;
b) Trasporto delle materie greggio agli opifici ed asporto delle lavorate, per via di terra e di mare;
c) Impiego di lavoro per manutenzione e miglioramento degli opifici.
2) PrivšMli«i*«>*l **»*»*» 1
a) Lucri provenienti dai diritti di già acquisiti dagli esistenti opifici e producibili dal loro perfezionamento od estensione o dall' attivazione di nuovi; * k .. ; , .
b) Utili prodotti e producibili dall' impiego
dell' acqua ad altri scopi industriali.
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111. Ili COSAMI CI. fS GENERAI^,
a) Vantaggio igienico risultante dalla possibilità di un - largo, uso d'acqua;.
b) Elevato, apprezzamento dei fondi, limitrofi favoriti dall' acqua per 1' agricoltura ed eventuale
ÄfÄ'lb., 'm.mot oliii«fi iB» h noK
c) Ricchezza derivate dagl' interessi agrari
ed ij^uetmli o^^ßj, omeièl
jat i^iaSiwg^ö^W^w^Sfi ^ concorso dì
SÄ*! ffk^^a^JbflÄiatt m d
c) Opportunità per i comuiusti delia prossimità degli opifici, per cui con mite dispendio e
fatica R[b.J> innv«ih J
d) Moderazione delle tariffe di macinatura determinata dalla concorrenza fra i molti opifici, mossi dall'acqua, del. Risano,
" SJ Privati, ' fa m HfH
Individualizzazione di tutti gli. accennati interessi economici iHoboiq oiol Considerato che, secondo il progetto vot^O dal Consiglio municipale di Trieste, por l'approvvigionamento di quella città, mediante conduttura di acqua dal Risano, non avrebbe ad essere sottrata tutta l'acqua della portata ordinaria di questo fiume, pia solamente ,uqa quantità uguale a quella data dalla sorgete i,n epoclje di straordinaria siccitij, e che pure di questa (calcolata a ß0,0.00 metri cubici giornalieri) resterebbe pcllart. II. della deliberazione relativa una sesta parte per la dispensa agli abitanti lungo il Risano in caso di verificabile bisogno;
Considerato quindi che i precitatj/v;anfaggi, i quali andrebbero totalmente a cessare collievo costante di tutta l'acqua del fiume, sarebbero, colla sottrazione divisata, solamente diminuiti ed interrotti Umporqriamente e parzialmente, inquan-toohè, pel tempo in cui il Risano convolge una massa d': acqua di molto superiore a quella che
verrebbe adoperata per 1' uso di Trieste, non si può ritenere la loro assoluta cessazione;
Considerato che questo danno può trovare il pieno risarcimento, per ciò che concerne diritti dei privati, nei compensi loro offeribili dal Comune di Trieste; >np ib tàaàà e óioq ioy!
Considerato (premessa, a condizione, la certezza, verso modalità da stabilirsi, della proporzionale gratuita dispensa dell' acqua riservata pei bisogni del comune secondo il deliberato del Consiglio di Trieste, Art. II,) che questo danno per ciò che concerne la utilità pubblica può trovare una mitigazione
in primo luogo] in un compenso da stabilirsi in via di convenienza ed equità a favore del Comune di Capodistria e devolvibile a scopi di utilità pubblica; qrnoJ ni ; •
in terzo\ agi beneficio attendibile per questi comunisti dalla compartecipazione al lavoro di esecuzione della grandiosa opera dell'acquedotto;
in quarto e speciale luogo; nel miglioramento indubbio delfy stato di Trieste, producibile dall' attivazione dell'ideato approvigionamento d'acqua, che arricchendo Trieste, contribuirebbe ai benessere del Comune di Capodistria, il quale dalle sorti di quella città riconosce dipendenti le proprie; notato che, particolarmente in fatto di igiene, questo Comune, unito in così stretti rapporti con Trieste, parteciperebbe direttamente ed indirettamente alle create migliori condizioni, dovendosi considerare, massime in circostanze di minacciante epidemie,, la salute di Trieste, condizione a quella del Comune di Capodistria e luoghi contermini; ßxaas .yiüJnoq aUdiee •
Considerato che la eventuale differenza fra" i citati danni e compensi troverebbe la sua eliminazione nella soddisfazione morale di poter contribuire al bene di Trieste, città legata a tutta l'Istria e specialmente al Comune di Capodistria da vincoli di simpatia, da comunanza di tendenze ; città che dobbiamo riconoscere per centro di vita intellettuale ed economica, dove molti dei nostri trovarono e trovano onoranza, affetto e mezzo a migliorare le proprie sorti, ed i cui abitanti ci furono sempre larghi di conforto e di aiuto:
Sotto le premesse condizioni ed analoghe garanzie, la Rappresentanza comunale di Capodistria
» Riconosce conciliabile cogli interessi agrari, }, industriali ed economici del Comune la presa d'acqua del Risana per l'approvigionamento „ di Trieste secondo il deliberato di massima del » Consiglio municipale di Trieste 5 marzo 1873.»
Noi però a fronte di questo deliberato, restiamo fermi nella nostra opinione, manifestata nel nostro giornale N 6, sulla distrazione dell' acqua del fiume Risano, e sulla perdita conseguente della forza motrice; confortati ancor più decisamente, come ci è dato rilevare, da una grandissima maggioranza, contraria a questa perdita, di nostri concittadini, e di comunisti dei limitrofi distretti giudiziali di Pirano, Buje e Pinguente, di cui è nostro compito tutelare gli interessi; i quali tutti approfittano ed usano del benefizio di quei-l'acqua, dei molini, in tempi particolarmente di •siccità, pur troppo annualmente ricorrenti.
L'espressione decisa di questa grandissima maggioranza, se anche non tanto legale nei suoi effetti, quanto quella dei 16 nostri Rappresentanti, che votarono nella seduta 20 Marzo p. p. in favore di Tritste, k distrazione del? acqua del Risano, è da rispettarsi seriamente quanto quella.
Avremmo voluto, sentir® in proposito anche il voto del Comizio Agrario locale, il quale era chiamato dalla natura stessa degli interessi che è- destinato a proteggere, a discutere la grave questione; ma noa sappiamo spiegarci per quali ragioni, la Direzione non se ne sia occupata^
Osserviamo inoltre, non senza sorpresa, come le discussioni- dei nostri avversari* si sieno aggirate soltanto su alcuni argomenti, efce si riferiscono alla questione, ed abbiano appena accennato e sorvolato alla sfuggita sull'argomento dei'prineipali,. quello cioè j diel considerare la form motrice disponibile sul Risano» la- qual forza, perfino sarebbe possibile portare, senza superare immense difc ficoltà, a pochi passi- da Capodistria! approvi-gionando così, ad un tempo, di acqua, molle campagne e- la città; idea ques-ta deli' ingegnere sig; Raceagai di Brescia» la quale idea dimostra, se non altro, che il Risano- non và considerato come un rigagnolo, che move appena, cattivi molini, ma invece come grande forza, motrice,. possibile- a dar vita a grandi: imprese. .«,^imonoo9 bo oJauttailsJui
Ci duole assai, che tutte queste prospettive di miglior avvenire5 vadano oggi forse distrutte per sempre. — Rimano però ancora là speranza, che la nostra Giunta provinciale, la quale-si1 trova in posizione-di giudicare spassionatamente questa, per
noi, e per la provincia, vitale questione, la tronchi eoa una utile e saggia negativa.
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Ferrala Istriana*
Il progetto di logge per la 'costruzione-della ferrovia Istriana da Pola a Divazza con la diramazione da Canfanaro a Rovigno, presentato alla Camera dal Governo, venne accolto nella seduta del 2? marzo.
La riferta del Comitato della Camera sul progetto, è tale da renderci sempre più convinti che, costà su, conoscono l'Istria meno assai dell' Australia; e ciò non òi fa punto meraviglia, sebbene il sapere che a far parte del Comitato siedeva nientemeno che 1' onorevolissimo nostro Capitano provinciale.
Non si creda inutile tornare sull' argomento ora che il fatto è- compiuto :
Siamo perfettamente d'accordo col Comitato su quanto èi riferisce all' importanza strategica della strada; ma non crediamo che porterà il progresso nèll' agricoltura ctèlTIstrì» come ha mostrato di credere il'Comitato perchè la strada traversa brevemente i distretti della provincia, meno dotati d'albi natura di efemMti di risorsa',''è per rande inospiti il congiunge a centri che nulla domandano dulbt provincia nostra mentre ricever,sa nulla a-spettiamo da quelli.
laf)la e Rovigno non esportano che i pochi loro prodotti e' importano ir necessario, pel consumo locate : per-cui la strada non ha prospettive di avvenire commerciale. I carboni d' Albona trovano altri sfoghi che non l'interno, d'ove incontrerebbero la concorrenza dei' carboni della Stiria. Il sale, — doverlo dire al comitato della Càmera! - si fabbrica tanto presso a Trieste, che, caso mai fosse domandato all' interno, troverebbe pronta la ferrovia che fa capo» a questa città. Il vino viene prodotto in gran quantità diti Quieto verso qui, per cui sarà penrpre più facile- corniti rio a Trieste perchè prosegua, quando sarà- il caso; per l'interno.
Eppure il Comitato ha basate lé- sue deduzioni favorevoli al progetto, rn oran parte, sul' calcolo del movimento di questi principali prodotti dell'Istria, verso-il centro, della Monarchia!'!
Coi giornali che portavano la notizia della deliberazione dèlia- Camera, ci giunse da Rovigno un foglietto a stampa, datato: Rovigno 27 marzo e firmalo Gampitèlli-pode s.td?; è un manifesto ehe annun»
zia ai cittadini di Rovigno il deliberato della Camera, li invita a mostrare la loro esultanza e disporre accliè sia data pronta, pubblica, solenne manifestazione del sentiuient o di che pono tutti compresi pel grande e lieto avvenimento ed a tale scopo pubblica un programma di feste.
Noi ci possiamo spiegale lino a un eerto punto e dividere la contentezza dei Rovignesi nel sapere assicurata la congiunzione alla rete ferroviaria europea; ci pare però esagerata una esplosione di gioia, quale traspare dall'accennato manifesto; credersi beneficati!... per quali titoli ?... ed a quale scopo ? ... fin ora non sappiamo comprenderlo.
Nel manifesto è detto anche che tale deliberazione soddisfa il voto più ardente degli Istriani; no, no mai; la Giunta provinciale istessa ha manifestato in apposito memoriale quale sia il voto degli Istriani; quello di essere congiunti a Trieste direttamente per la valle di Borutto e Pinguente, speranza ora svanita. . ÄiaeHm^söi oJ«b
Si rallegri dunque, se crede Rovigno, che le possa venire qualche bene dopo congiunta per l'altipiano del carso a Divazza; pigli quello che le vien dato, e deplori che la provincia abbia perduto anche questa volta una speranza sicura di migliore avvenire; e riserbi le esplosioni di gioia per altri tempi e per altre occasioni.
A'a vibrazione a vapore.
Mentre stavamo scrivendo un meritato elogio pel servizio dei Traghetti a vapore Capodistria-Trieste, Muggia-Trieste, che mantiene lo spettabile Stabilimento tecnico triestino coi suoi ottimi e comodi battelli, ci venne posto sott'occhio il bilancio di quel grandioso Stabilimento portato dal Tergesteo N. 66, dal quale risulta, che le sudette linee sono passive.
A primo entro eravamo tentati di dimostrargli anche la nostra gratitudine, ammirati, che a fronte di una passività, quello Stabilimento mantenesse generosamente quell'esercizio; ma un S. Tommaso ci rese attenti, facendoci osservare, che certo uno sbaglio doveva essere corso nella compilazione di quel bilancio, e ci presentò i seguenti confronti.
Bilancio generale anno 1872 dello Stabilimento tecnico Triestino portato dal Tergesteo 21 Marzo a. c. N. 66.
Introiti. Navigazione Trieste Capod. Trieste-Muggia f. 38,919:56
« Spese. Riduzione sul valore E®» *■»<» dei Vapori Capodistria, Trieste e Giustinopoli ..„^f. iv&rjM-SfìieqqÀ
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Trieste - Capodistria, e Trieste^i j ^^ f ^ Maggia durante l'anno f. 35,855:66 IIf);ŽT0){(,g
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lab ittoloqq;/;?. i Bfnq -mouoo narw* fiJ o .ilfctbh [[Bilancio di S. Tommaso.
n^uplif Atiut li iliirtii"> i .v (t<-■ -• t jalib i !4UI tengano questi discosti dalla pianta un braccio almeno; imperocché così facendo, in ogni emissione di: zollq s'impolvera non solo il grappolo ma ancora- uh numero notevole di pawpane, e si ottiene una solforazione più uniforme e leggierai
17.° Quando, le pampane sono tutte perfettamente sviluppate si scostino o si tolgano quelle che nascondendo i grappoli impedirebbero allo zol-
fo di arrivarvi; ma fino a che l'uva non è per maturare devesi eseguire lo spampanamene con parsimonia ed intelligenza; e ciò per non indebolire la vite e non esporre i giovani grappoli alla troppo forte e costante sferza dei raggi solari.
18." Lo zolfo da prescegliersi per le medicature è sempre quello della più eletta qualità, giacché quanto più è puro e sottile tanto più ne è cerio 1' effetto, mentre da un' altro canto se ne scema il consumo. Hi*;tu onoisiif
19." Chi non può fare l'intera provvista delio zolfo di tal qualità, procuri di averne almeno Im po', per vincere la malattia quando piglia tanta forza da resistere al potere dello zolfo ordinario.
20." Quelli i quali affidano ai contadini coloni le insolforazioni delle viti dei loro rispettivi poderi, è indispensabile che abbiano cura di provvedere in tempo, onde impedire che all' epoca del-e maggiori faccende restino le viti senza sor ve-
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rlianza e senza medicatura per mancanza delle braccia occorrenti.
Ci sia permesso dopo ciò di manifestare un lostro desiderio, e sarebbe questo: che tutti i par-•ochi ed i podestà della provincia nostra inculcas-lero ai neghittosi ed increduli di solfare le loro riti seguendo le anzidette regole, e che o la rinata provinciale o i principali Comuni iustitui-sro def premi da darsi a quelli fra i viticultari el contado che mostrassero all'epoca della vendemmia le loro uve e le loro viti nette da malattia, dorremmo in fine che i neghittosi e gli increduli ve-lissero condannati a bever acqua finché scuotessero a loro poltroneria e si arrendessero all' autorità ei fatti
N. M.
Fiera enologica.
Dalla relazione del Giurì sul concorso ei vini alla Fiera enologica eh' ebbe luo-
0 questo carnevale in Torino rileviamo he si vendettero sulla Fiera oltre 60 miti bottiglie e 249 ettolitri in fusti, Scasandosi una somma di circa cento mila liti e che le commissioni ricevute arrivano
1 20 mila bottiglie e 100 ettolitri in fusti.
I vantaggi che si hanno ottenuti con » fiere enologiche hanno sorpassato dovun-lue ogni aspettativa; per cui esprimiamo
il desiderio che la direzione della nostra Società agraria, d' accordo con la direzio» della Società sorella Triestina dispongano per una fiera di vini della nostra provincia, da tenersi in Trieste in epoca la più prossima possibile.
Hotizic.
Nello scorso marzo l'Italia ha perduto due dei più illustri suoi uomini :
Raffaele Lambruschini Senatore, rato a Genova, chiarissimo per le sue opere sulla educazione e sulla agricoltura.
Giuseppe Marchese Arconati Visconti Senatore, nato a Milano, notissimo per generoso e puro patriottismo, e per le rare sue doti di mente e di cuore.
iijnoujtìoi.-feioj^ —■ i!> , il nostro Consiglio muni-»m cipale,. che eonosce le condizioni della propin-r qua penisola ' le avrà bene valutate sotto ogni y) aspetto a fine di non danneggiare egoisticamente d una terra italiana cotanto collegata ai destini
» della nostra Città. ' , , " - 1,- r
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