ANNO IV. Capodistria, i Aprile 1870. N. 7. LA PROVIN GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECONOMICI ED DELL'ISTRIA. INISTRATIVI Esce il 1 ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti anticipati. — Un numero separalo soldi 1S. ESCURSIONI PER L'iSTRIA. (Continuazione e fine, vedi n. 6J. In generale il Savrino è d'indole cupa e con-entrala, rozzo, ruvido di modi, poco sciolto ne'suoi iovìnienti, nè ha queir intelligenza pronta che si torge nè suoi vicini, tra cui sono perfino da nomi-arsi i Cicci, pastori e boscajuoli. Queste caratleristi-lie emergono più spiccate nei Savrini più puri, cioè si le ville più prossime ai loro fratelli del territorio Trieste ed al Carso, mentre gli altri maggiormente contatto colle città istriane, e con popolazioni di chiatta illirica, con quali ultimi hanno qualche coin-islione di sangue, vanno da queste ritraendo al-lanto nelle consuetudini, nel carattere, e nella sve-iatezza di mente maggiore. Ma i Savrini d'oggidì se pur conservano la an-a ruvidezza, non sono più quelli descrittici dal Tom-asini. Il progresso va ogni dì più penetrando fra i monti, conseguenza delle nuove strade che, agevolandole, olliplicarono le loro comunicazioni con Trieste, Ca-idistrh, Pirano e tutto l'interno dell'Istria. La vi-iianza di queste città, ove è ad essi dato di smer-ire tulli i prodotti del suolo, non potè non destare loro solerzia; le donne savrine a carovane recano à ed iu altri luoghi interni più vicini giornalmente ie fresco, latte, uova e pollami, comperando que-ullimi oggetti fin nei distretti più lontani, ed incendendo a quest'uopo imperterrite i loro perio-' viaggi, all'infuriar della bora e sotto ia sferza sollione. Faticoso è il lavoro del Savrino sui ripidi mon-arenarii, dove le acque, e nei luoghi situati sulle He del Carso o più vicini ad esso, anche i furiosi ili boreali esercitano sinistra influenza; ma egli ivvezza sempre più a combattere coraggioso le difilla; e chi raffronti l'attuale agricoltura di questa pone con quella di quattro decenni addietro, deve legrarsi del non insignificante progresso. Non si può al certo paragonare la loro colliva-»ne con quella dei loro vicini Capodislriani e Pira-si; ma quanto più i Savrini si verranno dirozzando, ito maggiormente si daranno premura di uguagliarla. Il loro territorio per capacità di produzione, per varietà di suolo conformalo a monti, colli, e valli, per acque, per attitudine al bosco, per vaghezza di prospettive è Ira i migliori della provincia; e che anche la coltura agricola e qualche industria relativa non si trovi tanto al basso, lo dimostra pure il numero della popolazione in confronto della superficie del suolo su cui vive,, la quale è relativamente maggiore che in molli altri distretti. Già s'introduce colà la solforazione delle «Viti che, specialmente in alcune plaghe, danno vini distinti, la piantagione dei gelsi va da qualche anno facendosi luogo, e s'incominciò in qualche comune ad allevare con buon successo i bachi da seta, Carcauze, che fa ottimo olio, ed altri luoghi ove al-ligua l'ulivo, cercano d'estendere questa preziosa pianta. Le vallate di Dolina, Decani, Ospo, Boliunz, Rizma-gne, Plavia, Lotiche sono le migliori e più produttive parti del dislretto. La quantità di fondi boscati e di pascoli che posseggono, ed a cui prestano forse maggior cura che in molli altri distretti, è causa che i Savrini hanno animali bovini in numero sufficiente. Questi, il latte, le ortaglie e le ghiacciaje. sono principalmente i prodotti che venduti a Trieste alleviano la miseria delle ville poste sui fianchi dell'ingrato Carso. Ho già dello che il territorio è presentemente attraversato da strade recentemente falte, fra cui merita menzione la magnifica strada commerciale che lo Stato costruisce, scendendo da Divaccia (del Goriziano) nell'Istria interna, e che già arriva alle vicinanze di Pinguente. Qualcuna manca di compimento; ed è desiderabile che se ne costruisca una da Capodistria per Maresego a Trusche, onde congiungersi alla rete del distretto di Monlona. Le strade più presto che le scuole recheranno fra i Savrini l'incivilimento, togliendo il loro paese all'isolamento secolare. Soltanto a Boglunz, Plavia e Carcauze v'è qualche famigia civile, ed in questi luoghi già vi par di respirare un'altra aria. Quando l'elemento borghese trovasse la via di piantarsi anche debolmente nella maggior parie delle ville, il progresso agricolo, intellettuale e morale sarebbe affrettato; cesserebbe in qualche decennio l'ora esistente inarcata differenza tra le condizioni agricole della città e del contado, e succederebbe tra essi quel ravvicinamento ed assimilazione che li costituirebbe, come il richiede la natura, un corpo solo composto di membri armonizzanti fra loro. m Le eillà, precipuamente i capoluoghi distrettuali, non devono tenersi distinte dai contadi, e guardarli con aria di orgogliosa superiorità e dispregio; ad esse conviene, nel proprio interesse, cercarne il prosperamento, pel quale nasce che le produzioni accresciute dei contadi si riversano in maggior copia nelle città, le quali le consumano ed esportano in commercio, ed all'inverso le campagne accrescono gli acquisti nelle città di quei molti generi, che ad essi (anno diletto. Ai contadi similmente giova, anziché tenersi isolati dalle città, stringere molteplici rapporti colle medesime. ed accogliere premurosamente l'incivilimento che da esse irradia, impiegando a conseguirlo tulli gli sforzi dei singoli comuni. Il miglior mezzo a ciò, dopo la costruzione delle strade, si è l'istituzione di scuole popolari nella cui organizzazione però presieda l'idea della utilità pratica, senza offendere il principio di nazionalità. Laonde credo clic i villaggi del distretto di Capodistria dovrebbero volere scuole slavo-italiane, e che il maestro sia in grado d'istruire i ragazzi, in un orto di conveniente estensione assegnatogli in godimento, nei principii della progredii? scienza agraria. La conoscenza della lingua italiana è indispensabile ai Savrini che recano ai mercati di Trieste, Capodistria e Pirano i loro prodotti, e l'istruzione insegnerà loro a moltiplicarli così da rendere i loro territori paii ai migliori dell'Istria. Nel costruire i nuovi comuni locali del distretto giudiziario di Capodistria segregando afflitto gl'italiani dagli slavi, non si prestò, a mio avviso, buon ufficio nò agli uni, uè a-gli altri. Altro aucora vorrei. Vorrei che le ville venissero visitate da giovani studiosi. Il distretto di Capodistria è tra i meno esplorali; eppure esso offre ai viaggiatore che vi s'interna, diletto ed istruzione. Salile o giovani dalle gambe spedile sui monti di Gason, di Antignano, di Paugnano, delle ville del Carso; percorrete le valli di Risano, di Ospo, della Dragogna; portatevi in qualunque altra villa, e godrcle prospettive ampie, bellissime, panorami deliziosi. Visitate le chiese, e ne troverete di non indegne d'attenzione. Pria d'accingervi consultate il Naldini, il quale vi narrerà: " che quella di S. Antonio ha cinque altari adorni d'eccellenti pitture, tra cui quello di s. Antonio è del Carpazio. e che l'altra di s. Agostino ha palla d'eccellente autore degna di collocarsi in chiesa urbana; che a Covedo nella chiesa parrochiale evvi insigne palla del titolare s. Floriano e bellissimo ciborio pel Venerabile; che degna di una città è la chiesa di Cri-stoglia di costruzione gotica, e in questo stile la più bella dell'intera diocesi, a tre navate di tutta pietra, con cinque altari ed antiche pitture; che Gracischie lia la chiesa di s. Nicolò con due altari ad intaglio, che sono un giojello; che la chiesa di s Nicolò di Gracischie, di s. Canziano di Trusche, e la parrochiale di Maresego, hanno altari di pregio; che quella di Villa Decani in parte gotica, è per tulli i numeri ragguardevole; che la chiesa di s. Domenica al l'usano sotto Rosariol contiene accreditata palla dei ss. Andrea e Leonardo. „ Tutto il distretto di Capodistria merita d'essere indagato sotto l'aspetto storico ed archeologi0- Cercate i castellien, ne avete un esemplare in quello d'Ellero, ed ove vi sorgesse dubbio, perchè le cinte a muro scomparvero, ve ue assicureranno l'esi- stenza i piccoli pezzi di pentole di rozza pasta sparsi pel monte. Iscrizioni non dovrebbero mancare, (a Paugnano, recte Pominno, ne fu rinvenuta una d'un veterano legionario^; si cerchi dentro e fuori di tulle le chiese, e nelle case dei villici, chiedendo ad essi informazione di pietre scritte, e di rovine di paesi e di edifizii; essi ve le daranno volontieri, credendo trattarsi di cercar tesori, di cui però vorranno riservare a sè una parte. Nelle chiese e negli archi\ii parro-cliiali trovatisi talvolta pergamene e carte vecchie, che spargono luce sulla storia del luogo; raccogliete dal popolo tutte le tradizioni. Quello che scoprite comunicate poi a quelli egregii cittadini capodistriani, che sono diligenti cultori di sludii siffatli, Ira cui basterà nominare Combi e Don Angeio Marsich, il quale ultimo è forse chiamalo ad illustrare con più agio che altri questa regione: e forse egli a quest'ora ha scoperto il preciso silo di quel Castelliero che diede il nome ad una contrada, su cui dottamente scrisse nel-l'Archeografo titestino. La storia dell'Istria non va cercata soltanto nei libri e negli archivii, convien anche studiarla sui luoghi, che \i potranno offrite nuovi materiali, e vi assisteranno a ben comprendere quanto da altri fu scritto, ed è contenuto nei vecchi diplomi. Queste cose io rivolgeva nella mente, quando, dato l'ultimo saluto a Capodistria alla svolta della strada di Rivalunga, dove scomparisce alla vista, m'avviavo verso Pirano. il ,.Ulivi;!.,.•<)' . ; -v, « ;»>>, {■] un' altra i.1nea ferroviaria in istria. Ci viene riferito, essersi recentemente costituito nell' Istria un nuovo Consorzio, il quale chiese, o sta per chiedere all' Eccelso i. r. Ministero del Commercio, ii permesso di far intraprendere gli sludj tecnici preliminari polla costruzione di una linea ferroviaria a vapore collaterale alla linea principale Pola-Triesle, prendendo per punto di partenza della medesima, a seconda delle circostanze, i luoghi di Pinguenle o rigatola, e conducendola direttamente a sboccare nel Porlo Quieto, e precisamente a Val-di-Torre. i vantaggi di questa ferrovia sarebbero press'a poco i seguenti : a) Essa si staccherebbe dal ramo principale ferroviario nel centro della maggiore larghezza, che presenta la penisola istriana, passerebbe pei territorj dei distretti giudiziarj di Pinguenle, Montona e Paren-zo, e lambirebbe il contine del distretto di Ruje; distretti questi che contano una complessiva popolazione di 50,000 anime e primeggiano per produzione a-graria. b) Il porto di Val-di-Torre dove metterebbe capo la detta ferrovia, è posto in mezzo dei due porli di Cittanova e Parenzo; e sebbene questi tre pori siano compresi entro una zona marittima di circa cin que miglia di lunghezza, risulla tuttavia dalle stali sliche uffiziali che ciascuno in particolare sia mollo fre quentato da navigli, e che per esempio, nel solo anni 1865, vi fosse nei medesimi un commercio d'impor tazione del complessivo valore di f. 529,800 ed un com mercio di esportazione di f. i,378,000. Senza calco lare i vapori, che approdano setlimaualcneule a Cil pano va ed a Parenzo, vi entrarono in quei porti nel predetto anno N. 2oo5 navigli a vela, e ne uscirono p, 2317. Una ferrovia, che partisse da 1111 punto centrale dell'Istria verso quella direzione, non potrebbe quindi che aumentare sensibilmente questo movimento commerciale, che nato spontaneamente da sè, e per tlfetlo soltanto delie propizie circostanze locali, si svilupperebbe a maggiore estensione ed importanza appena mediante il potente sussidio, che gli darebbe la Esecuzione del progettalo ramo ferroviario. La riconosciuta eccellenza del Porto Quieto peli' ormeggio sicuro dei bastimenti, e In opportunissima sua ubicazione tome porto di poggiala, perchè situato quasi al cento della costa occidentale istr iana, assicurerebbero poi (iemmaggiormente a quello scalo marittimo la frequen-azione di numerosi navigli, i quali alla loro volta darebbero non minore impulso al commercio d'importazione ed esportazione, od a quello di puro transito. c) La nalura stessa dei luoghi, pei quali passerebbe questa ferrovia, si presterebbe non poco ad alimen-lare questo movimento commerciale, poiché, per tace-■e anche delle abbondanti tracce di lignite, che si riscontrano nei monti del Pinguentino, e che meglio e-iplorate potrebbe manifestare forse un insperato tesoro di ricchezza, giova ìicordare la miniera di allume tvilriolo, sebbene momentaneamente in sospensione Ji esercizio, nonché le efficacissime acque termali di Santo Stefano, i cui stabilimenti sono eretti ambidue iella Valle del Quieto, che è la maggiore dell'Istria, ielle nella sua complessiva estensione di7000jugeri «irebbe percorsa in tutta la sua lunghezza del pro-Malo tronco ferroviario. La Volle del Quieto, è ric-iissinia di acque sorgenti, le quali mirabilmente si feslerebbero all'attivazione di più opificj industriali, la cui parte inferiore, della estensione di oltre 2000 ageri di terreno, verrà prossimamente prosciugata dalli stessi possessori dei fondi, costituitisi già da quatte anno a questo scopo in consorzio. d) E per ultimo, io stesso so\rano erario sarebbe ramli-menle interessato nella costruzione del piudetlo uno ferroviario, possedendo esso nella stessa Valle lei Quieto un'amplissima foresta di pressoché 2000 iigeri di estensione, sia polla più facile e meno dispen-iosa utilizzazione dèlia medesima, e sia pel signifìean-: aumento di prezzo, che ne ricaverebbe, nel caso S vendita. Rimpelto a questi reali vantaggi, che derivereb-ero ad una considerevole parte doff' interno dell' Istria All'esecuzione del prementovalo progetto, facciamo |oindi caldissimo voto che al novello consorzio arri-mo propizie le sorli : tanto più se è vero, come veliamo assicurati, che il progetto slesso si colleghi a più «ti concetti speculativi, e che il consorzio goda dei-appoggio di una primaria casa bancaria, capace a iduiii ad effetto sopra vastissima scala, approfittando tutte le naturali risorse di queir interessante terri-irio. E per non arrestarci a questo secondo voto, chiu-tremo coli'altro che il Ministero presenti ancora nel orso di questa sessione parlamentare al Consiglio dei-Impero il progetto di legge polla concessione garante della linea ferroviaria principale da Pola a Trie-le. e rivolga già adesso tutta la sua attenzione alla iportanza di qnesla seconda linea. (Osservatore triestino). Pisino, marzo. il (G .. ) Non è motto abbiamo in altro periodico manifestali i nostri timori riguardo la futura sorte dell' istruzione popolare ove l'azienda scolastica avesse ad essere affidata alle comuni. Ci piace aver Ietto ora nell' ultimo numero di questo giornale un articolo il quale in parte concorda colle nostre vedute. L' importanza che annettiamo a questo argomento ci induce a ritornare sul medesimo prendendo a breve disamina i pensieri svolti nelf accennato articolo. L'opinione ebe le comuni dovessero distinguersi in due classi, in comuni di città e comuni rustiche, che alte prime si avesse a lasciar la cura per l'istruzione, togliendola alle seconde, non ei sembra sì facilmente attivabile. Sarebbe primieramente difficile assai di tirare una giusta linea di demarcazione fra comuni di città e comuni rustiche; la misura potrebbe parer odiosa ed ecciterebbe senza dubbio le suscettibilità municipali servendo di alime nto a gare ed idee di supremazia pur troppo non per anco assopite. D' altra parte dobbiamo pure confessare, che 1' amministrazione di molte comuni che pretendono essere comuni — città, sono disordinate quanto quelle delle comuni di campagna. Per ciò adunque, é per conseguire la voluta uniformità, l'azienda scolastica dovrebbe togliersi alle comuni ed affidarsi atL altre mani. E qui noi avremmo fatto plauso al pensiero di affidare la cura dell'istruzione popolare all'autorità provinciale se non ci constasse, prevalere nulla medesima in oggetti amministrativi il principio del più formale discentramento, fatto conoscere iu varie occasioni e più particolarmente colla recente legge stradale. Se l'autorità provinciale pru-eurò di sgravarsi dal ramo strade, non è presumibile elio (lessa voglia addossarsi la cura delle scuole popolari, cura questa che per lei sarebbe effettivamente congiunta con gravissime difficoltà. Non rimarrebbe perciò che di affidare tale cura a consigli distrettuali, facendo noi qui ampia adesione al pensiero che i membri dei medesimi, anziché dalle comuni, venissero nominati dall' istessa autorità provinciale. Cosi 1' istruzione popolare, questo tesoro, che racchiude le più belle speranze di uu miglior avvenire, sarebbe affidato alla probità ed all' iulelligenza dei cittadini, chiamati a tale gelosissimo ufficio dal voto stesso dell' autorità provinciale. E qui non possiamo a meno di accennare come la stessa i-nettitudine delle comuni metta incaglio anche all' esecuzione della legge concernente la sorveglianza sulle scuole. Non si può ideare controsenso maggiore che vedere i consigli scolastici locali costituiti per la maggiore parte di persone idiote ed indolenti, che di scuole non se ne intendono affatto e che anzi hanno in uggia l'occuparsene. E si noti bene che è in progetto un nuovo regolamento scolastico che ad essi consigli locali vorrebbe affidare non poche mansioni importanti e sommamente delicate. In vero, ebe se consideriamo all' azienda ed alla sorveglianza scolastica abinate in mano di comuni i-nette ( fatte poche onorevoli eccezioni ), ci sembra che i nuovi ordinamenti scolastici siano creati a bella posta per proteggere e perpetuare fra noi l'ignoranza. Epperò noi vorremmo tolti senz' altro di mezzo i consigli scolastici locali ed affidata la sorveglianza sulle scuole popolari in prima linea ai consigli distrettuali ed iu secouda al consiglio provinciale. A disposizione poi di ogni consiglio distrettuale vorremmo posto idoneo ispettore scolastico il quale, libero di altre cure e debitamente salariato, avrebbe ad i-epezionare continuamente le scuole del distretto e vegliare o-vunque peli' esatta osservanza delle norme pedagogiche e disciplinari. Sarebbe perciò forse utile, anzi necessario, di raccomandare a chi spetta di sottoporre le leggi scolastiche a nuovi sludj e di proporre alla dieta nella prossima sua sessione dei progetti che siano più praticamente utili e più consentanei «d adattati ai veri bisogni ed alle vere condizioni nostre. Guai, se sotto lo speciale pretesto di voler prima esperire in pratica la bontà dei nuovi ordinamenti, si cercasse di porre in forse difetti che dovrebbero essere veduti anche dai ciechi. 1/occasione per attivare sapienti riforme, ora favorevole, potrebbe sfuggirci chi sa per quanto, e uoi rimanere indietro anche coli' istruzione primiera dei nostri figli, nel mentre tutto a noi d'intorno procede rapidamente innanzi. associazione marittima istriana. Egli è da molto tempo che il nostro Giornale non si occupa di cpiesta patria istituzione che tanto interessa la nostra provìncia e per la quale sperasi verrà ridestalo l'antico suo spirito marineresco. Cercheremo quindi di fare ammenda del lungo silenzio col parlarne quest'oggi un po' diffusamente, servendoci all'uopo di alcuni dati attinti ad oltima fonte. L'idea d'instiluire tra noi una tale associazione, jsacque il giorno in cui dal cantiere dei signori l'oli e l'iscitello veniva varalo, circa un anno fa, ilbark Favilla costruito per conto di diversi soci, tra i quali annoverasi il Redattore di questo periodico Fu infatti in quell'occasione ehe, improvvisata dai suoi proprietari una festa nella sala dei modelli dello stesso cantiere, da uno dei convitati veniva tenuto un discorso in cui, alludendo al nome del nuovo veliero ne esprimeva il voto (vedi la Provincia di data 1 maggio 1869.) Incoraggiati dalla lieta accoglienza che dai molti invitati veniva fatta a queste parole, pochi giorni appresso coslituivansi in Comitato promotore gli attuali Direttori della Società, i quali elaborarono uno Statuto che a suo tempo venne da noi pubblicato, e che mercè valide raccomandazioni ottenne in brevissimo tempo la superiore approvazione. Già ai primi dello scorso settembre, dopocchè dal congresso generale degli azionisti erano stati eletti ad unanimità a direttori dell'Associazione quelli stessi che formavano il Comitato promotore, veniva acquistato a buonissimi palli il brick Teresa Ivo, ora Albona, della portala di tonellate 320, costruito in Fiume sul finire del 1868, e che con un carico di doghe partiva già alti 7 dello slesso mese per Celle comandato dal giovane capitano G. Rismondo da Rovigno. Dopo 23 giorni di viaggio, giungeva felicemente al destino, e sbarcato che ebbe il suo carico, partiva in zavorra per Cavalla, dove favorito da vento propizio approdava dopo soli nove giorni di viaggio, ed al 1.° del successivo dicembre faceva vela carico di tabacco per Londra, ove giunse al-li 3 febbrajo p. p. Partì dippoi per Cardiff, e alli 13 marzo scorso lasciava quest'ultimo porto dirigendosi con Un carico carbone per Costantinopoli. Veniva poscia acquistato dall'Associazione il bark Favilla della portata di ton. 708 di registro, che dai suoi proprietari le veniva ceduto al solo prezzo di costo con più gì' interessi in ragione del 5 0/o annuo dall'epoca dei fatti esborsi, accettando essi in pagamento tante azioni della Società e rinunciando con rara correntezza a suo favore, il nolo che il naviglio andava ad introitare sul viaggio fatlo da Trieste a Bordeaux con carico di doghe, dove era giunto prima ancora che se ne facesse l'acquisto. Questo naviglio al cui comando trovasi il capitano G. Sandrinelli di Trieste, ramato che fu in Bordeaux stesso, partiva il giorno 12 novembre p. p. per le Indie, noleggiato pel ritorno con un carico di riso verso un nolo dei più convenienti ; ed ora allendesi sue notizie da Akyal, dove ritiensi sia di già arrivalo, contando oltre quallro mesi di viaggio. Frattanto stanasi costruendo per conto dell'Associazione pure n i cantiere dei signori Poli e Piscìlello un bark di lon. 500 circa, che col nome di Capodistria, veniva lanciato in mare il 25 gennajo anno cor., e ne assumeva il comando il capitino Alberto Patlay da Capodistria, il quale chiamato per telegramma da Nuova York, assisteva pure alla sua costruzione. Noleggialo anche questo naviglio per Bordeaux con carico legnami, partiva a quella volta alli 16 dello scorso febbrajo, per cui dal dì del suo varamento a quello della partenza, non trascorsero che soli 42 giorni; breve spazio di tempo invero, se si considera in qual triste stagione avveniva '1 suo allestimento, e che vale se non altro a dimostrare una non comune solerzia in chi dirige l'azienda sociale. Con l'acquisto dei tre navigli nominati, la Società aveva di già impiegato olire a quadro quinti del capital sociale, per ora slabililo a fiorini duecentomila soltanto, e stava studiando il modo di ben collocare il residuo importo che doveva ancora incassare dagli azionisti nel mese di marzo p p., qual' ultima rata su una metà circa delle distribuite azioni. Allorché ai primi dello scorso febbrajo, le si offerse propizia occasione di comperare a prezzo vantaggiosissimo il brick Quinton ora Istria, della portala di ton. 371, fabbricato a Fiume nell'anno 1868, il cui comando veniva affidato al provelto capilano Nicolò Kognolo di Rovigno. E che splendido si potè chiamare un tale acquisto, lo dimostrò l'offerta di un utile di f. 2000 che si proponeva alla Società, qualora si fosse decisa di ceder! > ad altri. Questo naviglio venne diretto per Smirne con un carico misto, da dove poi si pensa di farlo passare in Mar nero per caricare granaglie sia pel Mediterraneo che per l'Inghilterra. Con quest'ultimo acquisto l'Associazione impiegava interamente i suoi capitali nel modo prescritto dagli statuii, e a differenza di altre società, di simil genere, dessa trovasi per fortunale combinazioni nel caso di poter già alla line dell'anno corrente pubblicare il primo bilancio, e ciò in grazia di non esser rimasto infruttuoso un solo istante il patrimonio della Società, che anzi si cercò ognora d'impiegarlo prima ancora che dagli azionisti venisse interamente versalo. È voce che sia nell'intendimento della Direzione di aprire quanto prima una nuova soscrizioue per altre 200 azioni, gli acquirenti delle quali avranno diritto a-gli utili del secondo bilancio, e per la qual epoca si procurerà d'impiegare colla massima sollecitudine e nel modo più proficuo il capitale che verrà versato per le stesse. Sentiamo pure che allo scopo di collocare una par- te delle azioni di nuova emissione, la Direzione sia intenzionata di visitare quanto prima la nostra provincia; non dubitiamo quindi che tanto i vecchi azionisti quanto altri ancora che vorranno imitarne il lodevole esempio, sapranno prendervi quella parte che a giusto titolo at-tendesi da essi, onde non s'abbia a dire che per cagion nostra siasi arrestata sul più bello del suo cammino un' Associazione che promette cosi bene di sè, e che nata tra noi venne di troppo alimentala dalla vicina Trieste, che volonterosa assunse oltre tre quarte parli delle distribuite azioni. E prescindendo anche dall'utile materiale che senza dubbio saranno per ritrarne gli azionisti, e iu queslo e negli anni avvenire (che sperasi migliori per le commerciali transazioni, non si dimentichi lo scopo eminentemente morale a cui tende la nostra Associazione, la quale, attenendosi strettamente a quanto si era imposta fino dal suo nascere, non accordò finora il comando dei suoi navigli che a capitani figli di questa provincia, e che istriani pure sono i tenenti, gli apprendisti e gran parte dei loro equipaggi. L'Associazione marillima istriana, sorta si può dire da un fortuito accidente, ottenne subito liete ed incoraggianti accoglienze dalle autorità tutte, da corpi morali e dai privali della provincia nostra. L'inclita nostra Giunta provinciale, a cui il Gomitalo promotore e la Direzione rassegnava il progetto di statuto e poscia lo statuto approvato, vivamente ne applaudiva l'idea e la incoraggiava; la spettabile Camera di commercio e d'industria di Trieste, lo faceva del pari con esuberante cortesia, ed il suo benemerito Presidente le fu anzi largo di promettenti parole, sulle quali la Direzione sa di poter fare sicuro assegnamento. Però deve rimarcare con spiacente sorpresa che la spettabile Camera di commercio e di industria dell'Istria residente a Rovigno, nou si compiacque ancora di riscontrare il ricevimento non solo del progetto di statuto, che le venne subito rassegnato dal Comitato promotore, ma neppure lo statuto approvalo che la Direzione si fece sollecita di rimettergli, e di questo suo silenzio non seppe ancora rilevare il motivo. E si, che l'Associazione marittima si intitola istriana! Pisino, marzo. (A. C.) Chi legga la sposizione d' un idea speciosa svolta con argomentazioni e locuzioni acconcie all' uopo, se non se ne stia in sull' avviso, può di leggieri lasciarsi convincere dall' orpello delle parole, senz' altrimenti approfondire il soggetto per trarne giusto criterio e persuasione. Questo pensiero mi balenò per la mente net veder propugnata qui in provincia 1' idea, che minaccia prender piede in modo che direi officiale, riguardo alle razze bovine, cioè di coltivare due razze parallele: quella da lavoro e quella da latte. Quasicchè tale distinzione implicasse ciò, che le vacche della razza da lavoro non gai ebbero da riguardarsi come lattifere, e che i bovi della razza lattifera nou sarebbero buoni al lavoro. Che vi esista la razza non lattifera ne abbiamo la prova nel campione dell» vacche venuteci dalla valle di Miirz ; che però i bovi di questa razza saranno atti a tirar l'aratro non e' è da dubitare, quanto da dubitar non ci sarebbe che i bovi d' una razza lattifera qualunque, farebbero altrettanto, in ispecia-lità nei distretti di Albona, Dignano Pola, Parenzo e Pisino dove il lieve strato di terra rossa può venir rivoltato dai più mi serrimi bovi. Voglio credere che vi sieno paesi dove si faccia distinzioni di razza da lavoro, di cui i bovi veugauo preferiti a lavori pesanti e continui ; credo pure che in paesi ricchi vi si coltivi speciale razza esclusivamente da macello; ma resterò sempre persuaso cbe non vi sia paese agricolo dove non si apprezzi tra gli alimenti il latte e quanto da esso si produce e che qui da noi se ne dovrebbe fare il massimo conto, dove la scarsezza degli alimenti si fa sentire in modo notevole. Nella Stiria molte famiglia non posseggono che una casetta ed un Campetto, ma si danno premura di tenere una vacca, la quale ricompensa le cure col latte cotidia-no, col vitello e col letame; e la famiglia vi campa. Mi figuro chei in alcuni paesi la razza non sia lattifera per mancanza di foraggi buoni a far latte, e che questa razza la si dica di lavoro solo perchè, meglio ohe ad altro, è atta a questo. Ritengo però che ai lavori campestri iu tutta l'Istria, compresevi le terre bianche tenaci, sia più che sufficiente ogni sorta di bovi, raggiunta la debita età, nascano da vacche lattifere o meno. Perciò vorrei mostrarmi contrario a tutte le disposizioni per istituire qui u-qa razaa speciale così detta da lavoro, e mostrarmi propenso a che si desse tutta la cura peli' introduzione d' uua razza lattifera, cbe tanto varrebbe. E se la razza trasportata qui scemasse d' un terzo nella produttività del latte, poniamo se da nove boccali si riducesse a sei, il paese di coufronto alle condizioni presenti ne sarebbe avvantaggiato sempre del doppio, e ciò non è poco. S'introduca la razza lattifera e se anche da bel principio, causa gì' iucrociamenti lardasse ad ispiccare, insistendo però con nuova importazioni, alfine dovrà prevalere e divenir indigena. Per intanto si premino i tori e le vacche che dietro parere di persoua istruita si trovassero i più idonei al miglioramento della razza in questo senso. — Riflettendo che 1' esperienza ci fa edotti di quanto giova pel nostro bene, è sperabile che non si riterrà inconseguenza o leggerezza il cambiare idea, se anche repentinamente, trattandosi di fare meglio. Sarebbe bene che i vari modi di vedere, in argomenti di comun interesse, venissero vieppiù scambiati a vicendevole istruzione. — intorno ali.' azione specifica del cloro sui corpuscoli del cornai.ia. Da un eccellente opuscolo, o piuttosto da una lettera che dirige V egregio dott. Alberto Levi all' illustre cav. prof. Emilio Cornatici, leviamo le ultime conclusioni riguardo alV azione specifica del cloro sui corpuscoli, dedotte da fatti ed osservazioni, che vorremmo, se ciò ne fosse acconsentito dallo spazio, assai di buon grado riferire alla distesa, tanto esse sono piene d" interesse, a vedere come collo studio, coli' acutezza dell' esame, colle ingegnose sperienze si arrivi a togliere il velo al dubbio e al mistero. Quelle conclusioni però sono bastanti per ispirare a' bachicultori coraggio e speranza, e noi le rechiamo perchè, perdurando le male influenze del morbo fatale che divora tante fatiche e spegne sul meglio le più liete a-spettative, se ne tenga il debito conto, e si accettino senza esitanza i consigli del valente e prode baco-filo. — Lgli conclude pertanto : 1.° che il gas cloro eserciti sui corpuscoli un'azione diretta e specifica più energica di tulli gli altri chimici reagenti; — che quest'azione stia in ragione diretta della durala della reazione ed in ragione inversa della massa e densità della preparazione corpus-colosa sottoposta a quella reazione; — che l'azione ilei cloro sui corpuscoli si manifesti con una doppia serie di efiètli, meccanici cioè e fisiologici. rii< miscibili i primi al microscopio, che ci presenta i corpuscoli che hanno subito l'azione del cloro tutli più o meno profondamente intaccati ed alterali^ scoppiali in parte e ridotti a frammenti, in parte soltanto impalli-dilij raggrinziti ed a contorni più o meno sbiadili e trastagliali, ma con persistenti forme, refrangibilità e peso specilico corpuscolari; o derivanti i secondi dalla virtù più intima e recondita del cloro di uccidere ì germi o nuclei dei corpuscoli e la vitalità di quegli slessi corpuscoli che si mostrano meccanicamente più resistenti all'azione di quel reagente, e di togliere sì agli uni che agli altri la facoltà di potersi riprodurre, ancorché trasportati nell'ambiente il più favorevole per il loro sviluppo e per la loro moltiplicazione, (piale è senza dubbio l'organismo vivente del baco da seta; — che il cloro goda per conseguenza del privilegio unico piuttosto che ivircjj di lerare i corpuscoli meccanicamente e distruggerli jl-siologicume.nle ; di ucciderne i germi o nuclei, ; e di renderli incili alla riproduzione; 2.° che i bachi possano tollerare, anzi tollerino positivamente ed impunemente l'aggiunzione negli alimenti di quella proporzione di gas cloro che p io rimanere diseiolta nell'acqua o in qualunque altra preparazione acquosa, alla temperatura ordinaria; e che questa introduzione del cloro nel tubo digerente del haco non atteri minimamente le funzioni organiche cleii insello, nò nuoca punto alla sua economia animale; 3." che il cloro, impedendo, mediante il processo disidrogenante, la putrefazione delle sostanze animali e vegetali e lo sviluppo di fermenti nel tubo digerente del baco, gli renda tollerabili ed anzi affatto innocue quelle slesse sostanze eterogenee animali e vegetali (preparazione d'ova e di tessuti di bachi colla foglia ingesla e non per anco digerita), che a-vrebbero diversamente turbato senz'aleuti dubbio le sue funzioni organiche ed alterato la sua salute; 4.° che per analogia fondata sull'azione specifica chimico - fisiologica che esercita il cloro sui corpuscoli fuori dell'organismo del vivente insetto, si possa anche azzardare l'ipotesi, giustificata in qualche guisa dall'ultima serie di esperimenti testé riferiti; che l'introduzione cogli alimenti del gas cloro disciolto nell'acqua negli organi della nutrizione del baco da seta, sia indicata per impedire lo sviluppo per contagio nell'organismo dell'insetto sano, di corpuscoli che per avventura potessero csser\i trasportali dalle correnti d'aria od ingeriti cogli alimenti; polendosi supporre chc la presenza di quel reagente, nello stomaco del baco abbia la virtù di neutralizzare gli stessi corpuscoli che per tal guisa vi si facessero strada e d' impedirne l'ulteriore riproduzione nell'organismo dell'insetto. Dalle premesse considerazioni risulta in pari tempo provata l'opportunità e la convenienza di adottare dovunque, le fumigazioni di gas cloro, come l'unico disinfettante che abbia un'azione specifica micidiale sui corpuscoli del baco da seta. E vero bensì e indubitato che i risultali di fumigazioni praticate in vasti locali, in cui è quasi impossibile ottenere una chiusura ermetica, non possono pareggiare in energia ed efficacia quelli ottenuti sotto una campana di vetro; e sarebbe a questo proposito interessante d'instituire fondati esperimenti per verificare come si comportino e meccanicamente e fisiologicamente i corpuscoli trattati con una fumigazione così imperfetta, quali sieno le dosi dei reagenti da impiegarsi proporzionatamente alla cubatura dell' ambiente, quale il limile minimo per la durata della reazione, e quale il modo più opporluno di praticarla, tenendo conto della gravità specifica di quel gas, per ottenere mediante l'osservanza di questi dati la perfetta disinfczione dei locali e degli utensili destinati all' al le\ amento dei bachi da seta. Ciò nullameno, e fino a contraria dimostrazione, converrà, a parer mio, insistere affinchè sieno applicale da lutti i bachicultori le disinfezioni col cloro, sostituendole alle disinfezioni con quegli agenti venefici, la cui inefficacia per distruggere i corpuscoli fu dimostrala anche recentemente dalle belle esperienze microchimiche della benemerita Stazione bacologica sperimentale di Gorizia. BIBLIOGRAFIA. La ferrovia della Ponteba, fatti e argomenti, raccolti da Giorgio Naseggio. Milano, Treves, 1870. Una delle questioni, su cui maggiormente siansi fatte discordi le opinioni, fu ed è ancora quella del varco più opportuno, per cui condurre la locomotiva attraverso le Alpi Gamiche. Quella catena, infatti, può essere superala tanto per la valle dei Fella alla Ponteba, quanto per la valle dell'Isonzo al Predi'. L'uno e l'altro passaggio conducono sulle rive del Gailitz sotto il colle di Tarvis, e quindi sulle rive del Gail e su quelle della Drava a Viilacco, eli' è e diverrà meglio uno dei più importanti nodi di linee ferroviarie, che si conoscano. Là infalli convergono o stanno per convergere le linee Gmùnden - Budvveis - Praga, Bruck - Vienna - Cracovia, e Marburgo - Pesi, e là si tratta di collegare con esse le linee italiane, ch'è quanto a dire, aprire all'Italia i mercati-del Danubio, dell'Elba, dell'Oder, della Vistola sino al Baltico e alla grande pianura sarmatica, e viceversa a coteste regioni i mercati italiani. Nè basta, che buona parte dei commerci del Levante, e quasi lutti quelli del mezzogiorno d'Italia, i quali debbono percorrere la via marittima dell' Adriatico_, troverebbero la loro correlile naturale nella stessa direzione delle Gamiche, sia per lo scalo di Trieste, sia per quello di Venezia. Così in Italia, come in Austria, che sono gli Stati direttamente interessati in questo indispensabile congiungimento, pari, se non maggiore, nella grandezza de' suoi effetti, a quello del Cenisio ad Occidente e del Brennero a Settentrione d'Italia; così a Venezia come a Trieste, che sono i due porti, dove si raccoglie la maggior somma degl'interessi stessi nei riguardi del transito, s'è prodotta sempre una diversità singolarissima di giudizii e di progetti. Spesse volte le parti litiganti si scambiarono il proprio assunto, e con quell'impegno medesimo, che prima vi soleva mettere la parte avversa. Come in Italia e a Venezia non mancarono i propugnatori del Predil, che a loro credere avrebbe aperto ai traffici italiani le vie della Orava in modo assai vantaggioso, perchè quasi intieramente a spese dell'Austria, cosi, di rincontro, non mancarono in Austria, ed anche a Trieste, uomini e rappresentanze autorevoli, a cui paresse preferibile la Ponleba, come il varco più facile, e nello stesso tempo tale, da non esporre a vermi pericolo di dannosa concorrenza qualsivoglia interesse austriaco. E, in mezzo a tutto ciò, la questione veniva complicata dagli opposti interessi di due potenti società ferroviarie, quali sono la Siidbahn e la Rodolfiana, nonché da ragioni politiche e militari. Intorno a questo sviluppo di cose può ben dirsi, che nessuno siasi dato vacanza al di qua dell'Isonzo. Ma al di là non furono che il Friuli e qualche giornale di Venezia e di Milano, che avessero preso veramente a cuore il grave argomento. La importantissima questione, pertanto, era in quelle parli minacciata di vergognosa dimenticanza, prima ancora di essere beue intesa e tolta a considerare sul serio. Queslo comprese l'egregio autore del lavoro, di che abbiamo stimato opportuno tener qui parola ai nostri lettori. Il Baseggio, che noi vantiamo a nostro concilla-dino, perchè giovine di grande ingegno, e distinto patriotta, e pubblicista valentissimo, dimostra in queslo suo scritto tulle le belle doli, di cui va ornata la sua mente. Lucido, ordinato, di logica stringente, di parola (àcile e correttissima, è sempre padrone del suo tema, e sempre Io sa svolgere nel modo più esauriente e con quel senno pratico, che tanto conferisce alla stessa venustà del dettato, saldandone i pregii nella verità seria e fruttuosa. Propostosi di riassumere l'origine e lo svolgimento della questione della Potitela, il suo stato attuale, e le ragioni, che ne consigliano lu soluzione nel senso, che il titolo ntcsso racchiude, ei prende a considerare tulli gli operali, tutte le discussioni che se ne fecero dalle prime proposte ai giorni presenti, sì da approfondirla in tulle le sue fasi e solt'ogni suo riguardo. L'eccellenle lavoro, sebbene non vada oltre le sessanta pagine, dispensa il lettore da qualsiasi altra lettura sull'interessante soggetto; e mirando pure a mettere in evidènza, con quei modi decisi che procedono da sicura convinzione, la bontà del parlilo che sostiene, non dissimula o lascia in ombra alcuna delle contrarie argomentazioni, ma tulle le richiama al confronto delle proprie. E sapendo bene il Baseggio, quanto importi, per combattere efficacemente, e indirizzare ai fatti le buone idee il conchiudere con proposizioni, che le dimostrino facilmente attuabili, egli fa questo per modo così pieno e persuadente, che nessun uomo di buon senso può deporre il suo scritto, senza pre- stargli il pieno suo assenso, e senza sentirsi impaziente, che ancora si discuta e non si operi. A noi sembra tanto più opportuna la pubblicazione di cui parliamo, che appunto perchè oggi può dirsi decisa la esecuzione del progetto del Predil. imporla più che mai che si effettui pur quello della Pcnleba. E un rapidissimo esame della passata e della presenle condizione di cotesto argomento basta a convincersi della verità di tale affermazione. Il passaggio delle Cornicile, a non dire _ dell' officio suo più vicino, comechò prezioso aneli esso, per lo scambio dei prodotti fra il Friuli e la Ca-rinzia, è destinato dalla natura, come abbiamo avvertilo fino da principio, a servire principalmente a tre grandi correnti commerciali, cioè fra I Italia superiore, l'Italia meridionale e il Levante da una parte e le regioni orientali della Germania dall'altra. Finché si traili d'Ila prima di queste correnti, cioè dei traffici fra l'Italia superiore ed anche mediana e le dette contrade d'ollremonte, non può esservi, certo, Uè di qua nè di là dissenso alcuno circa il varco della Ponleba, che apparisce a tulli come il solo veramente diretto per essi, e quello per cui più presto e con dispendio minore può essere condotta la ferrovia. Ma quando si parli delle altre due correnti, cioè di quelle che hanno comune la via marittima dell'Adriatico, a differenza dell'altra,eh'è tutta terreste, e lascia da parte così Trieste come Venezia, allora la questione del valico delle Carniche diventa questione dei relativi scali. Per quanto su di ciò siansi prodotte le gelosie dall'uno e dall'altro canto, noi crediamo, che nemmeno sodo questo riguardo avrebbe dovuto avversarsi da chississia il passaggio della Ponteba. Trieste sarebbe stata sempre la più vicina allo stesso, così allora che per arrivarvi avessero a\ulo a continuare il loro servigio le attuali ferrovie della Siidbahn per essa e dell' Alla Italia per Venezia, come allora pure che la Rodolfiana fosse stata condotta in qualunque senso, e biforcala in qualsivoglia punto verso i due porli dell'Adria. Il Predil non l'avrebbe virila, finché a propugnarne la causa non fossero scesi in campo che alcuni gretti timori, così poco giustificali, e quella favola di una nuova Aquileja a Cervignano. Ma sopravvennero gli avvenimenti del 4866, ed ecco una nuova parola d'ordine al di qua dell Isonzo: la Rodolfiana scenda all'Adriatico intieramente su. territorio austriaco. A noi non ispetla discutere le ragioni di questo nuovo programma., che già tutti comprendono; a noi basta notare, che il progetto del Predil poi èva dirsi garantito lino dal giorno, in cui fu segnalo il trattalo del 5 Ottobre. Ora, l'Italia ha di fronte questa condizione di cosa, e ove pensasse di rassegnarsi a raggiungere la Rodolfiana a Caporello, darebbe saggio di non comprendere per nulla i suoi conti. È bensì vero, che pei traffici fra l'Italia superiore e la Germania orientale potrebbe prestarsi anche il Pilifero; ma gl'interessi di Venezia, e con essi gl'interessi italiani dell'Adriatico vi rimarrebbero intieramente sacrificati, come lo prova e-gregiamenlc lo scritto del Baseggio. Il varco della Ponleba invece può essere congiunto a Venezia mediante tal linea, ma da presentare la combinazione migliore di una linea concorrente a quella di Trieste-Predil. È appunto la scelta del Predil per Trieste, che mette in grado di trarre dalla Ponteba il miglior profitto per Venezia. Volonlieri dimoreremmo più a lungo sul grave argomento, ma il breve spazio che ci è consentito in questo periodico ci obbliga a fermarci. Concludiamo col fare le nostre più vive e più cordiali congratulazioni coll'egregio nostro Baseggio, :d quale spetta il merito di avere gagliardamente risvegliala una delle questioni più degne degli studii e della nazione italiana. SOCIETÀ BACOLOGICA ITALIANA. Avviso agli allevatori di barili. La Società bacologica italiana, nell' intento di acclimare in Italia le razze le più sane di bachi e-steri, incaricò teste un rinomato e coscienzioso fabbricatore di seme serico, il signor H. Mooser di Pietroburgo, da recarsi nel Turkestan russo, dove sinora non si ebbe traccia della malattia del filugello, per confezionarvi ventimila once di grana serica sul raccolto del corrente anno. Questo prodotto, per la cui qualità e perfezione la Società anzidetta adottò le più rassicuranti precauzioni, è intieramente destinalo ai bachicultori italiani. Chiunque pertanto desideri far parte della Società e procurarsi al puro prezzo di costo quella quantità di seme anzidetto di cui abbisogni, si rivolga a qualunque degli Stabilimenti delle due banche nazionali italiana e toscana, presso i quali è aperta una sottoscrizione che si chiuderà al più tardi al <10 aprile p. v. od appena sarà chiesta la quantità delle 20 mila once. La sottoscrizione viene fatta per once di 27 grammi; all' atto della medesima il sottoscrittore paga L. 6 per ogni oncia comandata. II prezzo d'tigni oncia non supererà L. 15. Gli Stabilimenti di Banca anzidetti sono incaricati di dare tutte le maggiori informazioni che si desiderassero. La Società non proponendosi verun lucro, ma il solo miglioramento delle razze dei filugelli in I-talia, sarà paga se i suoi sforzi saranno secondati e coronati da felice successo. 10 marzo 1870. Il Comitato della Società Ricasoli Bettino \ Grattoni Severino > Deputati al Parlamento Giacomelli Giuseppe ) appello ai costruttori navali e alle società di navigazione dell' istria. Le costruzioni navali dell' Istria hanno ormai quella rinomanza che le fa emule alle liguri. Converrebbe però che ne fossero raccolte tutte le gloriose notizie. Noi facciamo perciò uu appello ai costruttori navali e a quanti si occupano dell' argomento, d; indicare notizie, relazioni, stampati, statuti di Società od altro al professore Alberto Errerà di Venezia il quale sta occupandosi appunto di ciò, e rivolse circolari ai principali costrutlori dell' Istria perché gli dessero notizie sui materiali da costruzione, sullo stato dei cantieri, sulle mercedi degli operai ecc. Tutti i dati che gli saranno forniti gioveranno all'opera che intraprende, e il nostro paese guadagnerà assai a farsi conoscere. Che il nostro appello non cada a vuoto! Le lettere o stampati si indirizzino al professor Errerà in Venezia. I Deputati Dr. Vidulich e Dr. de Colombani ricevuti in particolare udienza da S. M. l'Imperatore nel dì 14 marzo, resero grazie a nome dell'Istria per il soccorso dato ai danneggiati dal terremoto nel Distretlo di Volosca, e contemporaneamente pre-sentaroao memoriale per la costruzione di una ferrovia istriana nel senso esposto dalla Dieta provinciale. S. M. dichiarò di valutare le argomentazioni a ciò addotte dai due deputati. Tanto a rettifica della notizia inserita nell' Osservatore triestino n. 6'i pagina 48!) prima colonna "Notizie della giornata,, Vienna 15 marzo. Neil'Osservatore delli 28 si legge: Relativamente alla ferrovia da Pinguente a Vai di Torre, del quale progetto abbiamo già formato tema di apposito articolo, troviamo ora nei giornali di Vienna la conferma di fatti da noi riferiti. In realtà, essi scrivono, che il deputato al Consiglio dell' Impero e capitano provinciale dell' Istria, I>r. Francesco Vidulich in unione al possidente e deputato provinciale marchese Gian Paolo Polesini, ai dep. prov. Dr. Andrea Amoroso, Francesco Sbisà di Sebastiano e Dr. Antonio Madonizza ed agli ingegneri civili Dr. Giuseppe Cermich e Pietro Madonizza, instò presso il Ministero del commercio per la concessione d'intraprendere i lavori preliminari tecnici d'una ferrata in congiunzione alla progettata linea da Trieste-Po-la, la quale partendo da Pinguente e Figarolo e passando per la valle del Quieto dovrebbe condurre al porto di Val di Torre.