ANNO XVI. Capodistria, 16 Novembre 1882. X. 22. -~~~ ~ i : i | ^^ ^ ^^ ^^ | ^ j ^^ •fili l'I , .. - i * 'li l»i . i. i i ic 'ili i 'I OJ&. 10100 I8f> ^dfcOuOTCf Si fj jODO^ Oflo^JI ' DELL'ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3 ; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Sedazione. f ANNALI ISTRIANI del Secolo decimoterzo.l) 1234. Accomodamento tra il patriarca Bertoldo e Va-solonga de Decerino ed il figlio di lei per un territorio situato a piedi di Castel Venere. Car. Ant. It. — T. V, p. 183. Dieta provinciale2) Seduta V. 30 Agosto — presenti 21 deputati. Comunicazioni. Mozione dell' onor. Dr. Amoroso risguar-daute il servizio postale dell' Lloyd e dell' interno della provincia. Viene accolta la proposta dell'on. Sbisà: „La „Dieta prov. dell'Istria preoccupandosi degl 'inconvenienti tìei danni cbe le recenti norme restrittive sull'uso „dei boschi, hanno portato ai possessori degli stessi, ^interessa l'inclita giunta prov. a volersi adoperare „presso l'i. r. Governo affinchè lo stesso voglia far ^oggetto di nuovi studi l'argomento, allo scopo di migliorare la coltura dei fondi boschivi dall' una parte, „e di non pregiudicare dall'altra nè sotto il punto di «vista agricolo, nè nei riguardi economici, la condizione „dei possessori dei medesimi." Sulla proposta della commissione scolastica fu approvato il Conto di previsione del fondo scolastico provinciale per l'anno 1883 con fior. 142, 267 nell'esito e con un introito di fior. 32,714, e la contribuzione del fondo provinciale di fior. 109,543. Una mozione per un sussidio di fior. 1000 al sig. Dr. Locati per la stampa di una sua carta geografica dell' Istria, venne respinta. Seduta VI.; presenti 20 deputati. Comunicazioni. — Sulla mozione riguardo le comunieazioni postali viene accolta la mozione: „Viene interessato l'i. Governo a disporre perchè sia rattivata la toccata in „Lussinpiccolo del piroscafo che parte al martedì da „Triesteper la Dalmazia; e ciò tanto nell'andata che „nel ritorno, e rilasciare gli opportuni ordini per una più „opportuna e sollecita comunicazione postale fra Trieste, „Pisino, Parenzo per la via di terra, ed eventualmente „anche per una regolazione della corsa di Pola sulla ^ferrovia dello Stato in modo che sia raggiunto a Divazzail „treno postale che di sera va da Trieste a Vienna." Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Sulla proposta del comitato politico economico viene accolto con alcune modificazioni il progetto di legge per la conservazione della selvaggina. Viene accolta la seguente risoluzione proposta dall' on. Amoroso : „L'eccelsa Dieta esprime il voto, che nei territori „dichiarati fillosserati dalla competente autorità politica „non sia permessa la caccia sino al toglimento del disviato da parte dell'autorità stessa." Viene accolta la proposta del Comitato politico economico „di passare all' ordine del giorno sulla petizione degl'impiegati comunali di Pola, con la quale domandano di essere sollevati, mediante una legge .provinciale dal pagamento delle addizionali provinciali ,sull'imposte dirette, al pari degli impiegati della „provincia." Vengono accolte le proposte del Comitato economico: ^Piaccia all'eccelsa Dieta di autorizzare la Giunta ^provinciale 1. di anticipare ancora dal fondo provinciale le spese dell'attuale campagua fillosserica a sistema colturale ormai presso che finito. 2. di riservare la rimanenza dell' ultima anticipazione di fior. 10000 assegnata dallo Stato, pel procedimento estintivo nel caso si manifestassero in seguito nuovi centri d' infezione fillosserica non ancora estesi, i quali potessero venire efficacemente combattuti col procedimento medesimo, o sussidiariamente per venire in soccorso ai proprietari di vigneti fillosserati da trattarsi col sistema colturale, giusta il deliberato nel protocollo — Allegato 5— nelle modalità da stabilirsi di caso in caso fra gli stessi, la Giunta provinciale ed il Governo. Per la stessa commissione vengono fatte ed accolte le seguenti altre proposte; 1. Che 1'eccelsa Dieta si compiaccia di prendere a grata notizia le vedute e preposte dell'inclita Giunta prov. contenute nella sua relazione 16 corr. N. 3875, siccome efficacemente teidenti al prosperamento mediante stabile organizzazione della stazione enopomologica, nonché ad espandere e far sentire la sua utile azione in tutta la provincia. 2. Che essa eccelsa Dieta accetti quindi queste sue vedute e proposte, tanto sulla parte riferibile alle qualifiche della seconda persona addetta al servizio nella stazione enopomologica provinciale, quinto in quella della esposizione successiva di un personale tecnico in provincia, dipendente dalla stazione « ì 170 stessa. 3. Che prenda pure a notizia: a) il piano idi ordinamento della scuola pratica di viticoltura, enotecnica, e frutticoltura, b) il regolamento organico della stazione ; c) il regolamento disciplinare per gli allievi lavoratori ammessi con la Eelazione stessa. 4. Che voglia fissarla 12 il numero degli allievi gratuiti della scuola pratica. Vengono accolte le proposte del comitato finanziario: sulla petizione del comune di Materia, relative a spese ospitalizie, e spese di sfratto: sulla rimostranza della Deputazione comunale di Lussingrande riguardo all'addizionale comunale al dazio consumo vino, e tassa d'introduzione del vino nel comune, sulla istanza (ceduta alla Giunta prov. per sue attribuzioni) della società di soccorso degli studenti ammalati in Vienna, per sussidio. Seduta VII. 1 Settembre — presenti 21 deputati. Comunicazione della Presidenza riguardo il viaggio di S. M. l'Imperatore nell' Istria e proposta approvata senza discussione per una delegazione della Dieta al ricevimento ufficiale. Viene accolta la legge presentata dalla Giunta provinciale, per la separazione del comune di Ossero dai comuni censuari di S. Martino, S. Giovanni, Ustrine, e Sellai. Sulla proposta della Commissione politico-legale viene accolto il progetto di legge governativo sulla istituzione di consorzi agrari distrettuali e di un consiglio agrario provinciale, con alcune modificazioni. Seduta Vili. 2 Settembre, presenti 21 deputiti. Viene accolta la legge sulla tenuta ed il pascolo ddle capre con le modificazioni fattevi dalla commissione politico-economica. Viene approvata la seguente risoluzione proposta dal comitato scolastico sulle istanze dei comunisti di Barbana, Marzana, Carnizza, Lindaro ed Antignana riguardo alla lingua d'istruzione in quelle scuole popolari : 1. L'inclita Giunta provinciale viene incaricata di portare a conoscenza dell'eccelso Consiglio scolastico provinciale l'oggetto delle petizioni dei comuuisti di Barbana, Marzana, Carnizza, Lhdaro, ed Antignana, e di insistere presso il medesimo all'appoggio del §. 6 della legge 14 maggio 1869 perchè sulle predette località le scuole siano divise in due sezioni, l'uua con lingua d' istruzione italiana, 1' altra slava, libero ai genitori degli scolari d'inscriverli a piacimento nell'una o nell'altra. L'inclita Giunta resta incaricata di adoprarsi al medesimo intento in tutti i casi di analoghe domande che avessero a presentarsi in appresso. Sulla proposta del Comitato finanziario vengono accolte le seguenti proposte delia Giunta provinciale sul bilancio dell' istituto di credito fondiario : 1. di voler approvare il resoconto prodotto dalla direzione dell'istituto di credito fondiario istriano pel margraviato d'Istria sulla gestione dell'anno 1881, prendendo atto dei buoni risultati del medesimo e della distinta operosità della direzione, del segretario e del direttore contabile. 2. di autorizzare la Giunta provinciale ad esprimere a nome della Dieta provinciale il dovuto elogio e la meritata riconoscenza al direttore della filiale iu Trieste dell'i, r. priv. Stabilimento austriaco di credito per il commercio e l'industria, signor Oscar Gentilomo, per le proficue e solerti sue prestazioni a favore d'11' istituto medesimo. — 3. di approvure a sensi del §. 66 dello Statuto il conchiuso giuntale 17 maggio 1881 n. 2019 relativo alla corrisponsione della diaria e dell'indennizzo delle spese di viaggio agli on. Consiglieri d' amministrazione, nonché il piano d' organamento provvisorio dell'Istituto di credito fondiario, stabilito sopra proposta della Direzione coi conchiusi della Giunta provinciale 1 Giugno 1882 N 2436 e 22 Giugno 1882 N. 2831. — 4. di procedere alla nomina d' un Consigliere di Amministrazione, in luogo del decesso barone Giampaolo Polesini, e di affidare al consigliere di amministrazione signor Francesco Sbisà la direzione provvisoria dell'Istituto, a tenore del §. 65 dello Statuto. (Cont.) Le Terme di Monfalcone Ritorniamo ora nell'atrio storico, e stndiamo un po' la storia del luogo. Certo la sua origine è classica, come tutte le cose qui all'intorno. I Romani, ch'erigevano modelli di terme e di bagni, conservavano la sorgente con opere solidamente murate. Alcuni cronisti ci raccontano, che Cesare Augusto fece qui una cura, e che permise al suo medico Musa di innalzare una statua imperiale in honorem. Filiasi ritiene che anche Galeno possa aver visitato questi bagni. Furono trovati coni e medaglie, marmi fini, e frammenti di serbatoi in mosaico. Una linea spezzata di tubi di piombo è tracciata attraverso lo stagno attuale fino alle colline settentrionali, prova evidente che gli antichi apprezzavano 1' aria pura assai più de' moderni. Al nord della casa, ove l'acqua fradicia scorre in una cisterna, ed è usata come bagno pei cavalli, con grande loro benefizio, fu trovato, secondo Bertoli, Filiasi, ed altri, un pezzo di tubo plumbeo coli'inscrizione AQUA • DEI • ET • YITAE, inscrizione eloquente e nello stesso tempo laconica. Nel IV. secolo (315 d. C.) quando Attila co' suoi Unni devastò Aquileja, la seconda Roma, e disperse la sua ricca e civile comunità, le Terme rimasero deserte e l'abbandono durò un migliajo d'anni ; così ci viene indicato da una pietra collocata sulla porta della galleria occidentale. La dizione è tanto ammanierata, quanto i caratteri che la esprimono sono agglomerati e antiestetici : MAGNIFICVS " PRAETOR ' NANI ' FRANCISCVS ' AMATOR IVSTITIAE'QUE'BONIS ' ET ' AMARUS ' ET • HOSTIS ' INIQVIS XVSTOS • DILEXIT " CVNCTOS - DVLCISSIME ' REXIT FALCONIS ' MONTIS * PORTVM ' RENOVANDO * SALVTIS HIC • FVNDAVIT ' OPVS ' FELIX - MEMORABILE * CVNCTIS MVNDAVIT • FOVEAM ' STVDIOSE ' FERE - CORRVPTAM BALNEA ' CONSTRVXIT ' IAM ' PERDITA 1 DIGNE ' REDVXIT VNDE'PARIT'FRVCTVS'SPLENDENS'SVA'MAXIMA'VIRTVS ' " • ' MILESIMO - QUADRING ' TRIG ' TERTIO Apprendiamo quindi, che nel 1433 il „Ma-gnificus Praetor," corrispondente all'attuale „Ma- *) Dall' opera di Burton : The Termae of Monlfacone London, Horace Coi, 1881. Continuazione, Tedi i N.ri 6, 8, 9, 10, 14 16, 18 e 20 a. c. gnifico Podestà" Francesco Nani, conte o governatore veneziano, ristabili i bagni quando ristorò il porto di Monfalcone. Egli fondò un serbatojo della capacità di 30 piedi per 12, ad uso generale, e che durò fino all'anno 1799. Ciò che avvenne dopo, 1' apprendiamo da una tavoletta sita a dritta della lapide : RERUM FORO - IULIENSIUM Ab orbi condito usque ad an. Redemptoris nostri 452 libri undecim nec non de oppugnatone Gradiscana libri quinque. Auctore Enrico Palladio de Olivis Patritio Utinensis et Philosopho celeberrimo. Lib. Pri. Pag. 14. A meridie ubi jugum in campos effunditur totum illud usque ad litora Adriatici Montis Falconi ager, sumpto nomine ab oppido quod prope montem positum et antiqua structura mu-nitum, viam in Istros tuetur. Opus quondam Theodorici Gothorum Regis qui Verucam insuper adjecit inter vicinas rupes ; juxta D. Antonii aedis ; quam attingunt calidarum aquarum balnea ad frigidos depellendos affectus valida. Ischiadis praecipue, et articulorum doloribus saluberrima, ìnsula haec olim; nunc saxum Continenti adjunc-tum. Locum non Foro - Iulienses solum, sed ex remotissimis Germaniae partibus mortales frequentane Questo estratto della storia di Gradisca di Enrico Palladio degli Olivi di Udine, scritta nell'anno 1452, e pubblicata nel 1710, dà la descrizione de' bagni. Essi giacciono nel territorio di Monfalcone, ove Teodorico re de' Goti avea fabbricato una torre, la quale è la rovina che s'innalza sopra la città. La base, la scarpa sulla fondazione rocciosa, ed il fosso scavato nella pietra, possono essere romani ; la torre è veneta ed è attribuita al celebre Sansovino. Lo stesso re de' Goti aggiunse una piccola fortezza, chiamata Veruca, presso la cappella di Sant'Antonio, dove tuttora trovansi degli antichi avanzi. Le Terme sono utilizzate in varie malattie, e gli ammalati non sono solamente italiani, ma vengono anche dalle parti più remote della Germania. Le guerre continue fra i Veneziani e i vicini feudatari, furono alternate dalle scorrerie degli Uscocchi e degli Slavi Bosniaci, cristiani-eretici passati all'islamismo e appellati erroneamente „Turks." Le Terme n'ebbero a soffrire e non fu che nel 1775, che il professor Kranz di Vienna e il dottor Patuna di Gradisca, fecero la prima analisi delle acque ; pubblicata dal dott. Vertilingher, medico distrettuale di Monfalcone, in una memoria, in oggi assai rara. Il suo studio die' origine a una società, ristretta ai fratelli Matiassi ed ai Michieli di Monfalcone. Essi presero a nolo le sorgenti del Comune, e riedificarono il serbatojo del Pretor Nani, ora depositario del fango, che coprirono al di sopra, e vi supplirono con bagni di legno e con tettoje. Gl'intraprendenti fratelli Matiassi morirono molto tempo fa, lasciando un' unica figlia. Una seconda analisi con notizie delle Terme, opera coscienziosa di Giovanni Antonio Vidale, farmacista di Venezia, fu stampata nel 1801 coi tipi di Francesco An-dreola. Indi (1804) ebbe luogo la prima visita imperiale. La degnazione dell'Arciduca Giovanni è ricordata in lettere gialle sopra tavoletta nera contornata di rosso. Ma 1' onore fu accresciuto dalla presenza dello stesso imperatore Francesco I; e finalmente l'anno prossimo venne anche 1' Arciduca Ranieri. (Continua) Una Cronaca di Rovigno del secolo 18.° ") a dì 13 giugno. — Seconda sessione. Fu radunato il popolo nella sala del Consiglio per partecipargli la missione del cittadino Gaetano Borgo e cittadino Matteo Che-rini al Generale Comandante le truppe austriache già arrivate jeri mattina in Pisino onde indagar gli ordini ed ottener tutti i privilegi possibili, e partirono all'ore 14: fu sospesa l'andata degli altri due cittadini in Venezia. Fu presa la risoluzione di impadronirsi della cassa del Bagarino del Santo Monte per soddisfar alle spese incontrate ; e si ritrovarono nella suddetta cassa undici mila lire circa. Fu licenziato l'ex Podestà Lorenzo Balbi, a cui se gli approntò una barca apposita pagata dalla municipalità, ed in questa sera partì per Venezia. Si ebbe avviso dell'arrivo in Parenzo in questa mattina della flottiglia austriaca. Fu ribassato il prò del Monte al cinque per cento. Fu comandato ai beccari di separar nella vendita la carne tressa dalla buona, ribassando il prezzo della prima a soldi otto, e della buona a dieci. a lì 14 dto. — Alle ore 13 circa capitarono in Rovigno 500 uomini di fanteria e 100 circa di Cavalleria di truppa austriaca, comandate e dirette da S. E. il co. Giovanni di Klenau Generale Mag- giore di S. M. K. Inip. Apostolica. Fu incontrato a S. Gottardo da quattro deputati municipalisti sig. Cap. Doni. Fa-chinetti, sig. Cap. Zne. Costantini, sig. Mattio Brunelli, sig. Dr. Pier Antonio Biancini, all' ultimo de' quali, che g'ii fece il complimento, giurò sulla parola di onore a nome di Sua Maestà, di conservar la Municipalità, il Capitolo, il Monte di Pietà e Luoghi Pii, le proprietà e sostanze, e di lasciar liberi ed esenti i cittadini dalla coscrizione militare. Fu accolto dal Popolo e condotto nel pubblico palazzo, e il dopopranzo partì per Pola lasciando qui molta truppa, due cannoni impiantati in Fosso, una Cannoniera in porto S. Catterina. Nel dopopranzo stesso comparvero a queste spiaggie due Galere da Venezia armate dai Francesi, ma non entrarono in porto, perchè seppero l'arrivo delle truppe austriache. (Continua). H^Totizie Il 27 ottobre ricorreva il centenario della nascita di Nicolò Paganini, l'emulo dell' istriano Tartini ili Pirano. Il municipio di Genova fece apporre sulla casa ove il grande violinista ebbe i natali, una lapide che porta incisa la seguente scritta, dovuta alla penna del romanziere Anton Giulio Barrili : — Alla fortuna sortita ad umile luogo — in questa casa — nacque — il XXV 11 ottobre dell'anno MDCCLXXXII — a decoro di Genova, a delizia del mondo — Nicolò Paganini — nella divina arte de' suoni maestro insuperato. È morto nello Scioa Orazio Antinori, uno dei viag- I giatori più nobilmente ostinati, che abbia avuto il j Regno d'Italia nell' Africa Centrale. Era nato a Perugia di nobile famiglia sul finire del 1812. Fu non | solo viaggiatore ed esploratore, ma anche distinto j scienziato. Il comitato esecutivo per l1 erezione del monumento a Raffaello Sanzio, inviò uu ringraziamento al j Comune di Trieste per il contributo a tale scopo ac- j cordato e la comunicazione che, a suo tempo, il Co- ; mune verrà registrato nell'albo in pergamena, destinato ! per segnare il nome degli offerenti, e regalato della . medaglia commemorativa. Pervennero al Regio Istituto Veneto di Scienze, lettere ed arti, i lavori dei concorrenti al premio municipale istituito a Trieste dall'illustre Rossetti. L'illustre comprovinciale Dr. Domenico cav. Lo-visato trovasi in questi giorni ad Isola sua patria, reduce dalla spedizione al polo antartico. AVVISO DI CONCORSO a sei posti di allievo stipendiato nella Scuola provinciale di viticultura, enotecnia e pomologia in Parenzo. In conformità del piano d'ordinamento di questa Scuola provinciale di viticultura, enotecnia e pomologia approvato dall'eccelsa Dieta, viene aperto il concorso a sei posti di allievo stipendiato per la durata del corso scolastico biennale 1882-83, 1883-84. La scuola tende a preparare giovani atti all'esercizio pratico della coltivazione razionale della vigna, della preparazione e conservazione del vino e della coltivazione razionale dei frutti, e rilascia un attestato di licenza agli allievi, che superano con buon esito gli esami finali del Corso. Gli allievi stipendiati sono tenuti a prestarsi all'esecuzione dei lavori di coltivazione del podere, delle operazioni della cantina sperimentale e delle altre esercitazioni manuali a cui fossero comandati, e ricevono un compenso sufficiente al loro mantenimento. Gli allievi sono tutti esterni e non pagano tassa alcuna. I concorrenti ai suddetti posti dovrauno inoltrare alla scrivente, non più tardi del dì 30 corr. mese di Novembre, la propria domanda corredata : 1. Dalla fede di nascita, da cui risulti che il concorrente abbia l'età di 16 anni compiuti. 2. Dal certificato della locale autorità comunale, comprovato che appartiene alla classe degli agricoltori; 3. Dall' attestato di assoluzione di una scuola popolare; In mancanza di quest'ultimo attestato, il concorrente dovrà fornire la prova, mediante un esame di ammissione, di sapere leggere e scrivere 'correntemente in italiano, e di conoscere le prime operazioni dell'aritmetica; I giovani dovranno essere proveduti di conveniente corredo di biancheria personale, di scarpe da fatica, e di abiti festivi e da lavoro; II Programma-regolamento della Scuola viene spedito a chi ne fa richiesta a questo uffizio di Segreteria. Dalla Giunta provinciale istriana Parenzo, 7 Novembre 1882. Cose locali L'onorevole comitato per gl'inondati del Veneto ci ha inviata una copia degli atti di sua gestione. Noi ne pubblichiamo qui il programma e il risultato finale, onorati di far partecipe anche col mezzo del nostro periodico, la nobilissima iniziativa presa dagli egregi concittadini., firmati in calce dell' accennato programma : Concittadini ! Dopo la colletta con lodevole iniziativa qui aperta a favore degl'inondati delle Provincie Austriache, e alla quale parecchi di voi contribuirono con pietosa sollecitudine — le tristissime e poscia strazianti notizie che ci sono giunte e che ci giungono tuttora dalle Terre Venete, in gran parte inondate con effetti mai a ricordo d'uomo sì funesti, destarono nella nostra città brama generale di concorrere a mitigare, per Ì?) quanto è a noi fattibile, i patimenti e le calamitose conseguenze alle molte migliaia d'infelici, ora a mala pena e forse nemmeno per intiero ricoverati e sfamati dai loro più vicini connazionali, e per questo noi sottoscritti ci siamo uniti in comitato, desiderosi di agevolarvi, o concittadini, il modo di poter confortare iu qualche guisa e prontamente, i vostri cuori angosciati dall'udire i gemiti fraterni. Noi raccoglieremo ed invieremo le offerte, pubblicandole com' è usanza in simili circostanze insieme ai nomi dei caritatevoli. Capodistria, 24 ottobre 1882. Il Comitato: Alessandro ing. Bratti; — Dr. Pio Gambini ; — Giovanni Mar ti ss a - Carbonajo ; — Gregorio ing. Calogiorgìo: — Giuseppe marchese Gravisi; — Giovanni Battista Padovau ; — Giorgio Cobol ; — — Dr. Pio marchese Gravisi ; — Matteo Rodatti ; — Pietro Gallo; — Andrea Marsich fu G. M.; — Leonardo Venuti ; — Domenico Manzoni. — Almerigogna Antonio di Antonio; — Pietro Madonizza; — Giovanni Meotti; — Paolo Pizzarello: — Guido Zetto. Il risultato della raccolta fu di fiorini 424.30 e Lire Italiane 23, assieme Lire Italiane 926 ; la quale somma fu dall'onor. Comitato rimessa allo spett. Municipio, perchè ne faccia la spedizione al Regio Consolato Italiano in Trieste assieme alle L. 100 votate per lo stesso scopo dalla spett. Rappresentanza comunale nella seduta del 6 corr. Appunti bibliografici Di alcuice canzoni di Pasquale Besengki degli Ughi. ') Quando il poeta scrisse la canzone elegiaca pel parroco Brovedani, avea più che mai bisogno di raccoglimento e di pace. Nella sua dimora in Friuli in casa del conte Gherardo Freschi avea conosciuto in un villaggio, vicino alla fontana di Venchieredo cantata da Ippolito Nievo nel suo romanzo — Le memorie di un ottuagenario — una signora colta, spiritosa, bellissima. L'amò, e si lusingò di essere amato. Ma un brutto giorno trovò chiuse le porte della casa ospitale da chi avea il diritto di chiuderle. La bella signora poi, per far tacere le male lingue, e mostrare a tutti che non avea perciò perduto il buon umore, comparve il giorno dopo ad un ballo a Portogruaro in maschera da arlecchino. Apriti terra ! Il Besenghi, appunto in quei giorni era stato richiesto di un componimento poetico per nozze della contessina Elisa Colloredo, e scrisse una canzone nella quale ebbe occasione di dare sfogo al suo sdegno. Descritto da par suo il fenomeno della fata morgana, e le svanite illusioni del viandante, si rivolge alla sposa per dirle che non altrimenti sorgono, passano e dileguano le dolci e care illusioni dell'amore; che élla si abbandona alle estasi beate e che quello è il suo ultimo sogno. Precisamente come dire che il matrimonio è la tomba d'amore, osservano i critici; ma il Be-senghi potrebbe rispondere che la crudezza di questa sentenza è temperata altrove; e che ha già dato risposta ai critici scrivendo nella strofa ottava : „Ha sue dolcezze il nodo Maritai pure altrui sì duro in vista" In ogni modo è giusto riconoscere che tali pensieri svolti nella canzone non sono convenienti alla circostanza. Anche lo scienziato potrebbe osservare che le arabe lande non sono felici, ma fanno parte dell'Arabia deserta; e che il fenomeno ha' luogo quando il tempo è bello e l'aria tranquilla, mentre coi due versi: . . . Sottesso i suoi piedi il terreno Fugge e grande lo preme onda di sabbia, pare il poeta voglia descrivere il turbine tremendo che solleva la sabbia. Ma a chi ha pronta la fantasia, senza tante fisime, nel terreno che fugge, e nell'onda di sabbia che lo preme appare anzi ina bella descrizione dello sconfinato orizzonte e di quel mare di sabbia, che affanna e preme cella sua immobilità; tanto più poi avendo il poeta poco anzi detto che il viandante invano cerca l'ombra la quale lo salvi dal raggio perpendicolare. C'è però sempre un non so che di vago e d'indeciso, come in tutte le descrizioni che si fanno per sentita dire; non per propria inpressione. Nella terza, quarta e quinta strofa il Besenghi, troppo occupato di sè e delle sue ne:e malinconie, batte un'altra volta la campagna, dinentico che la massima obbiettività forma i grindi poeti, e che i privati veli ed amori e le 1 personalità svaniscono nelle larghe sintesi, nei sudimi intendimenti dell' arte. Anche la chiusa dela quinta strofa: sei pur arcana o vita, con quell'improvvisa apostrofe buttata là finisce con un movimento oratorio e convenzionale. Nelle due strofe che seguono, sesta e settima, siano in pieno romanticismo, in quel romanticismo mistico, vago, vaporoso, evocatore di chiostri e di castelli, tanto in voga nel fervor della lotta, e «he prestava al poeta ed al romanziere i mez-zuici, le piccole risorse per compensare il vuoto sula scena dopo distrutte le macchine degli dei d' Omero. Così gli scrittori della nuova scuola mostravano il fianco debole ; e somministravano arni ai classici; ai classici che, se a ragione ani- miravano il plastico, il reale del mondo pagano, a torto poi si ostinavano nel non riconoscere che quel momentaneo risveglio di amori del mezzo tempo dovea poi, sedato quel primo rigoglio, condurre la letteratura ad essere la rappresentante delle idee e dei sentimenti del nostre tempo. Ma al Besenghi viene finalmente la palla al halzo, e nell'impeto dell' ira scrive i versi seguenti giudicati bellissimi. ............Ama tu dunque, Nè i bugiardi sembianti, e le malvage Arti schife e la perfida parola D'Emma imitar, che tra le ingrate è sola. Emma! Qual nome! Entro mie vene il sangue Arde, e si sdegna ancor, sempre eh' io l'odo : Bello era il lampo delle sue pupille: Bella la mite aria del volto ; bella, Come corvo nerissima la chioma. Spesso per gì' infiniti Mondi, in su l'ali del desio levata, Peregrina aggiravasi anelando : Era lieta, era mesta, Era vaga e fantastica, era dolce Ed amabile e cara, e una celeste Voluttà quelle sue forine illustrava. Ma ingrata fu, sleale, empia, ed infame. Obblio, silenzio, tenebre coprite Il suo rossor, nè chi ella sia mai dite. Che diritto avea il poeta per parlare sì alto? Interrogato il morto non rispose ; parlano i vivi. Veramente a sangue freddo non si capisce come 1' amore di Emma, quale era, intendiamoci, nei desideri del poeta, potesse divenire un degno modello ad una ragazza che si lega con fede di sposa ad un uomo ; ma a sangue caldo non si ragiona; e la strofa si può sempre accettare quale una prova dell' onestà di Emma, e quindi come un argomento di più contro la sentenza del De Sanctis che scrisse — La poesia della donna è V essere vinta. — La signora Guidi scandalezzata ha scritto un romanzo per confutarla ; e prima di lei monsignor Petrarca un volume in versi: torniamo al Besenghi. Non è facile immaginare oggi il chiasso si fece per questi versi nel Veneto, allora che 1' apparire di una nuova poesia era un avvenimento ; quando smesso di parlare di libertà, eguaglianza e fratellanza, parole sfruttate, si decantava il progresso, la civiltà, e s'intimava guerra ai vecchi Dei dell'Olimpo, ma sempre con un grande sottointeso. I professori del Seminario di Udine, vecchie volpi camuffate da classici, gridarono allo scandalo; il vescovo Lodi autocrata delle sottane diede uu rabbuffo al povero prete Sabbadini regio censore e pur di manica larga. Nel seminario di Portogruaro invece, dove allora c' era un. liceo pareggiato con valenti professori (tra questi il De Domini, poi arciprete di Motta, e che prese così larga parte al movimento del 1848, conducendo un drappello di giovani alla difesa di Venezia) nel Seminario di Portogruaro, dico, l'ammirazione crebbe fino all'entusiasmo. Emina! oh nome ! declamavano con voce stentorea pei corridoi certi chiericoni ; i professori giovani tenevano tutti pel Besenghi; ma i vecchi affilavaoo nell'ombre le armi, capitanati dal letterato Girolamo Venanzio, autore di un buon trattato di estetica — Calofilia, — e di stitiche prose. Lo rammento anche oggi; mi par sempre di vederlo entrare nel recinto del seminario, compassato, sbarbato, in giubba e fazzoletto bianco al collo: tipo del letterato di vecchio stampo, e camminare con certi passini misurati ed incerti come se temesse d'inciampare nei modi errati e nei francesismi. Il Venanzio adunque mandò una critica acerba della canzone alla Biblioteca italiana (1833); il Besenghi si difese in lettere agli amici, ed in una diretta al Venanzio stesso, con l'intestazione — Al Sior Momolo Mamolo Clarissimo viro ; membro di varie accademie ecc. ecc. — (È stampata nella piccola raccolta di lettere inedite del Besenghi, fatta dal Madonizza. Capodistria 1864). La questione si agitò anche in piazza; e mi rammento di aver cantato anche io con la baraonda degli scolari, allegramente per le strade, parodiando la nota aria del Belisario: Trema Venanzio de Siora Lice Perchè si ha a sapere che Ser Momolo Mamolo un po' come il Ferrante del Manzoni, in casa sua non era padrone che dell'ortografia, dominato dalla moglie brava e bella signora ; e in ciò convenivano professori classici e romantici. Racconto questi fatterelli, perchè giovano a darci un'idea dei tempi; e un po' anche per seguire la moda della critica pettegola e rivistaja. Che un poeta potesse credere di essere amato da una bella signora, e montare poi sulle furie credendosi scorbacchiato, a quattro occhi lo ammettevano anche i classici; quello non si voleva ammettere era il detestabile romanticismo ; e perciò ipocritamente si dava addosso al Besenghi accusandolo di corruttore dei costumi. „Osai dettare, scriveva egli ad una signora, una poesia per nozze senza volerne sapere di nessuna mitologica inezia ... La letteratura degli antichi è presso di noi una letteratura trapiantata. Non però ogni sorta di romanticismo è da ricevere così ad occhi chiusi ... Il romanticismo che io amo si è quello che vuol diretta la poesia verso la natura, il presente e la realtà ; ... che ha dato all' Italia Grossi, Manzoni, Carrer, Torti, ecc. ecc. ; e lascio volentieri alle scuole la vanità del contendere, che non tornò ad altro finora che a sempre più confondere il vero." Con questa temperanza ed elevatezza d'idee potrebbe anche oggi il Besenghi dire la sua autorevole parola in questa nuova guerra d'idealisti e di veristi che arruffano la matassa dell'arte. Ma il povero Besenghi è morto. Vive però sempre Emma, non più con la chioma nerissima di corvo, ma con l'antico fulgore degli occhi e le grazie dello spirito; virtuosa moglie e madre fortunata di egregi figli; torna senza rimorsi al passato, e benignamente a sè indulge le grazie svanite, e gli ardimenti al povero poeta che ne rese celebre tra la Livenza e il Tagliamento il nome. E vive anche l'ottimo marito di lei, tutto dedito alla scienza di Mesmer, evocatore ardito e costante di spiriti magni. Dante, Machiavelli, Napoleone, Cavour, Vittorio, il filosofo Rosmini e Voltaire, Shakespeare ed Alfieri rispondono docili e pronti alla chiama. Le male lingue dicono che solo un' ombra ha negato finora, di rispondere a suoi dotti scongiuri : 1' ombra di Pasquale Besenghi degli Ughi, alla quale avrebbe sempre qualche domanda da dirigere, per cavarsi il gusto di cacciarlo di casa, e magari di somministrargli una postuma dose di legnate sulle spalle. Con questi ed altri appunti che si potrebbero fare alla canzone, la quale si chiude con un bellissimo commiato, rimane però sempre fermo che per elevatezza di concetti ed eleganza di forme, questo componimento poetico del nostro Besenghi è meritevole di fama maggiore. Vi ha dentro, come bene osservò un altro poeta, Giacomo Zanella fl tutta l'alta malinconia del Leopardi condita dalle grazie delicate del Parini e del Foscolo." Ed anche del Manzoni, come nel verso ............ . al pianto Cresciuti, e da sì lungo odio percossi che ricorda il — da sì lunga ira contrita dell'autore degli Inni. E se la sua non è proprio sempre 1' alta malinconia del Leopardi, in compenso è temperata dalla cristiana speranza. Il verso è sempre sostenuto, pieno, sonoro, anche troppo forse, ma eccellente correttivo oggi alla bislaccheria trionfante. Ho detto forse troppo sonoro, specialmente pel troppo insistere con 1' accento sulla sesta e settima ad imitazione di quei due versi, famosi del Foscolo : E di fiori odorata arbore amica Le ceneri di molli ombre consoli. Ed insiste su quell' onomatopeja del verso, chiamato anastasico da un mio vecchio maestro, anche quando non pare richiesta dalla natura del concetto e dal movimento dello stile, come nei seguenti : „Veruna al mondo più cosa mortale" „L' astro tanto a pensose anime caro." Pedanterie, si dirà, ed io lascio qui correre la penna, tanto per aver occasione di rilevare la bellezza e varietà dell'endecasillabo italiano che non si accenta solo sulla sesta e decima, o quarta ed ottava, o quarta e settima come insegnano i precettisti; ma sulla sesta e settima, ed anche sulla terza e sesta come nel seguente popolare : „Con qual cor morettina tu mi lasci." che scivola, dondola, e canta. Libero sempre chi è schivo di queste arti di ricorrere alla prosodia della mia checca, e d'imbroccare sdruccioli per la nuova fabbrica di Asclepiadei. P. T. "Varietà QUESTIONE SOCIALE (L'operaio deputato) Interessante argomento, soggetto in oggi di vive discussioni, si è quello della candidatura del' operajo. Il Corriere della Sera nell'occasione dell'ultima agitazione elettorale ha scritto in proposito un bellissimo articolo, da cui togliamo le seguenti acute e giuste osservazioni: La Perseveranza combatte l'elezione degli operai a deputai ; Dio volesse dice, che avessimo un operaio cone Franklin, come Lincoln, Garfield o Cobden.. E perchè non s'avrebbe a trovarlo? — Gli uo-miri citati furono, nei loro paesi, in mezzo ai loro compagni di lavoro, delle eccezioni, e le eccezioni, si possono incontrare da per tutto. Mai fautori delle candidature operaje non sanno quello che dicono quando citano Franklin, Garfield, Lincoln e Cobden come esempii di operai divenuti uomini politici di gran conto ; perchè tutt costoro, quando furono investiti dai loro condttadini d' un inaudato politico, avevano cessato d'essere operai. Beniamino Franklin, quando nel 1736, fu eletto membro dell'Assemblea generale della Pensilvania, non era più un semplice operajo tipografo, ma era proprietario di una grande stamperìa, era direttore di un giornale importante, era a capo d' un' accademia letteraria, aveva già pubblicato quattro de' suoi Almanacchi del buon uomo Riccardo, che oggi ancora vengono letti con profitto. Figlio d'un operajo, Franklin aveva trovato modo, a forza di pertinace volontà, contrastando le ore al sonno ed allo svago, di fare serii studii letterarii, filosofici e politici, e quando fu mandato al Parlamento, non aggiustava più i caratteri sul compositore, ma era il primo pubblicista del suo tempo. Riccardo Cobden, ne' suoi primi anni, guardò le pecore, e poi fu operajo in una fabbrica di tele; ma quando nel 1841, fu mandato alla Camera dei Comuni, era divenuto da parecchi anni un grande industriale del Lancashire, aveva pubblicato scritti importanti, aveva viaggiato tutto il mondo, era capo di quella famosa lega, che riuscì a far proclamare il libero commercio dei cereali. Abramo Lincoln, rimasto orfano a dieci anni, cominciò dall'essere mandriano, barcajuolo e dalla ferma volontà di migliorare la sua condizione, comprò libri coi risparmi che riùscì a fare, studiò le matematiche, poi il diritto, e quando fu eletto membro della legislatura dell' Illinese, non era più un operajo, ma dirigeva in società con un signor Sewart, un accreditato e ricco officio di consultazioni legali. Era insomma un avvocato. E altrettanto si deve dire di Garfield. Sì, da principio, fanciullo, fu battelliere e carrattiere, ma studiò, diventò professore, quindi direttore dell'Istituto pedagogico di Hiram, nello Stato dell' Ohio, e soltanto allora fu eletto senatore e nello stesso anno si fece inscrivere nella curia come avvocato. Fra gli uomini primarii della storia contemporanea italiana si contano a dozzine quelli che ebbero origini tanto umili quanto i precedenti. La costituzione sociale italiana non è niente meno democratica di quella degli altri paesi. È certo che non a tutti gli operai riesce di far fortuna; ma quanti fra loro hanno la tenacità che occorre per educarsi ed istruirsi? Quanti fra loro sono capaci d'imitare Livingstone, che a dieci anni, mentre vigilava i fusi che gli erano affidati in una filatura di cotone, studiava la grammatica latina? Nella democratica America gli operai non passano dalla officina al Parlamento se non quando si sono mostrati degni, per gli studii fatti, i per l'esperienza acquistata di governare il loro paese. Così si fa anche da noi, dove non ci sono, nel mondo politico, pregiudizii aristocratici. Quando un uomo s'è fatto un nome, può aspirare a qualunque più elevata posizione. Se fra i cittadini, che vivono dal lavoro manuale, c'è qualcuno che abbia saputo acquistare l'istruzione necessaria per servire utilmente la patria in Parlamento, ben venga, gli daremo di tutto cuore il nostro voto. L'aver vestito la Mouse dell'operajo, il vedergli sulle mani i calli del lavoro, non ce lo faranno stimare e rispettare di più, perchè proveranno ch'egli ha faticato più degli altri per elevarsi. Del resto, i fautori delle candidature operaje intendono queste candidature in un modo affatto speciale. Dicono che si devono eleggere degli operai perchè operai ; mostrano di credere che un operajo, perchè operajo debba intendere e sia capace di difendere gì' interessi de' suoi compagni di lavoro, meglio d'uno, il quale maneggia la penna invece della pialla o della lésina. — Questo è un ragionamento sbagliato. Un uomo di poca coltura sarà facilmente abbindolato, e senza accorgersene, invece di giovare, nuocerà a' suoi elettori. Concludiamo : proponeteci un operajo distinto per capacità, coltura, ingegno, e lo appoggeremo volentieri ; ma se proponete un operajo, quasiché il lavoro manuale gli conferisse un'attitudine speciale a fare leggi, vi diciamo che volete ingannare gli elettori, e mandare alla Camera degli uomini di legno da far muovere a vostro capriccio a forza di fili e di suste." PUBBLICAZIONI Notiamo con piacere, che l'operosità de'uostri studiosi va prendendo sempre maggior lena. In questi giorni è in corso di stampa nella locale tipografia un racconto del siguor Settimio Nevasco (pseudonimo), dal titolo Il figlio di contadini e la contessa. A quanto ci viene riferto, 1' argomento verserebbe sopra importante questione sociale: cioè sull' eguagliauza; e 1' autore avrebbe preso a parafrasare i celebri versi del Manzoni : ,.Tutti fatti a sembianza di un Solo, Figli tutti d' un solo riscatto...." Il soggetto antichissimo e sempre uuovo, sarà, non dubitiamo, profondamente sviluppato dal signor Settimio Nevasco. È uscita la seconda edizione della Piccola raccolta di esercizi pratici di grammatica e di lingua italiana, compilata da Fraucesco Marinaz. Trovasi in vendita a Trieste presso i principali librai.