ANNO X Capodistria, 16 Giugno 1876 N. 12 LA PROVINCIA - DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-trimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso li Redazione. COREISPOSDEIZE Firenze maggio 1876. Giorni fa, nello stupendo Chiostro di Santa Croce, accanto al Panteon in cui s'innalzano i monumenti di Dante, di Galileo, di Michelangelo, di Foscolo , e di molti altri grandi, ebbe luogo una commovente solennità in onore di un illustre veneto. Voglio dire di Bartolomeo Cristofori da Padova, nato in sullo scorcio del secolo XVII, ed inventore nel 1711 del pianoforte. A questo, possiain dire, assai benemerito, un egregio comitato nostro volle fosse posta una lapide nel Chiostro di Santa Croce, coadiuvanti italiani ... e stranieri, - colla massima solennità. La quale ebbe luogo la mattina del 7 corrente alla presenza del venerato nostro sindaco, del prefetto barone de Rolland, del Comitato in'ziatore, di varii rappresentanti istituti, società et., e di moltissimi signori e signore. La lapide, posta nella navata di fronte, è un rettangolo di marmo, alto metri 1,45 largo 1,06, infisso all'estremità angolari da quattro borchie dorate. L'epigrafe n'è assai semplice, ma a mio giudizio elettissima. Essa dice: A Bartolomeo Cristofori Cembalaro da Padova che In Firenze nel mdccxi Inventò Il clavicembalo col piano e forte Il Comitato Fiorentino Coadiuvanti Italiani e Stranieri Pose questa Memoria mdccclxxvi Al sommo della lapide è scolpita una corona di quercia, la quale riposa su di un nastro recante il versetto di Lucano «Digiti cum voce locuti." E al centro della corona campeggia uua mano finitamente lavorata che reca il disegno del martelletto inventato dall'illustre padovano; al di sopra poi son scolpite le sette note musicali, o più esatto il pentagramma. La cerimonia d'inaugurazione fu invero commovente, dignitosa, severa. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Prima di congedarmi da voi non posso tralasciare di dirvi ancora che facevano parte del pubblico otto pianisti e pianiste italiani, che si distinsero anche assai di fuori. Essi sono i signori Cesi, Palumbo, Pisani, Simonetti, Tofano, e le signore Corani, Valentini, Usigli. Otto pianisti celebri che lascieranno un bel nome nell'arte musicale italiana! Ed ora vi saluto coi soliti fervidissimi auguri. N. de B. G. DalV Istria, 1876 Voglio sperare che nessuna donna si sarà avuta a male nel sentirsi collocata da me al secondo posto dell' ordine sociale ; (vedi Provincia, corrispondenza a pag. 1818). Quantunque viviamo nell'epoca felicissima del bloomerismo, ogni assennata saprà ben comprendere cosa io avessi inteso per secondo posto ; e nessuna di certo farà con me quistione di preminenza, come la farebbero, puta caso, un ciambellano, un commendatore . . . un consigliere comunale o che so io in qualche pubblica e solenne rappresentanza. Per cui sicuro del fatto mio riapro il libretto di appunti, ma questa volta saltando alcune paginette fino alla data 30 ottobre 1873. Continua l'educazione della donna. — Letture-Lingue-Trastulli. Un proverbio popolare antichissimo afferma che „L' abitudine è seconda natura" e quindi mi sembra ch'ella sia la molla principale da porsi in opera per educare le fanciulle. Esse sono ancora lattanti che hanno ormai incominciato a contrarre abitudini. A merito di un' attiva sorveglianza riescirà facile di dirigersi verso le une assecondando l'inclinazioni buone che si vanno in esse spiegando, e mettendo ogni studio di isviarle dalle cattive. Divenute grandicelle conviene interdir loro la lettura di qualsiasi romanzo, non già perchè non ve ne sieno taluni suscettibili a sviluppare buoni sentimenti nell' animo, ma oltrecchè questi sieno in piccolo numero, la loro lettura indebolisce quella di ogni altro libro. I fatti reali, dice il Tomaseo. appariscono freddi ad uno spirito ripieno di fatti immaginari. Assuefatte in questa guisa e sino dai loro primi anni alla verità della storia, al diletto del vero, esse non sentiranno ripugnanza per veruna istruttiva lettura. Gli allettamenti del sapere sono tanto grandi, che un motto antico si esprime a questo modo: „pin si sa e più si vorrebbe sapere." Lo studio di una lingua forestiera riuscendo assai utile per imparare la propria, io direi che per tempo si desse alle fanciulle un maestro di quella lingua che ha più affinità colla materna. Non trattandosi che di leggere e rare, volte qui tra noi di parlare, preferirei la lingua francese ad ogni altra, avendo essa ottimi libri di diletto e d'istruzione. La prima abitudine che converrebbe far nascere in una fanciulla è quella di vivere in continua occupazione. Per preservare le ragazze dalla noja fa d'uopo ispirar loro quelle occupazioni che convengono a tutte le differenti età della vita e non esigono l'altrui cooperazione. Di questo numero sono i lavori ad ago e la lettura; la musica e il ballo invece non hanno che un tempo determinato, passato il quale sono spessissimo di veruna utilità. Il gusto del lavoro ad ago è per così dire innato nella donna ; il suo più caro divertimento censiste sin da quando è fanciulla a cucire i vestitini della sua bambola. Valetevi di una tale inclinazione per renderla esperta in tutte le opere utili, non escluso il lavoro de' propini abiti. Nou è cosa che tanto piaccia quanto il vedere una giovane donna occupata a fare gli abiti ai propri figli. Circa la lettura, siccome essa è la sorgente di tutte le cognizioni, e le dobbiamo lo sviluppo dell' intelletto, l'estensione del raziocinio, così credo inutile di insistere sui vantaggi che ad una donzella possono ridondare da siffatta inclinazione. Non di meno accennerò qui alcuni mezzi che influiscono a svegliarne il gusto. In generale ho rimarcato che qui da noi si narrano ai fanciulli troppe fiabe, troppe leggende. Quando essi hanno presa abitudine ad un tale diletto, che non costa alcuna fatica, sono assai meno disposti a ricercarlo nella lettura, senza calcolare che sogliono farsi narrare storielle da chi non rispetta il sacro obbligo di non imprimere nella mente de' giovanetti idee false, o immagini atto a fare smarrire il loro giudizio. La maggior parte de' narratori all' opposto non pensa a rendersi utile, ma bensì a divertirsi alle spalle dei bambini che cogli occhi stralunati e la bocca spalancata ascoltano quelle insipide menzogne per trarne spesso le più erronee conseguenze. Appena quindi la fanciulla saprà leggere l'avvezzerete a rintracciare da se ne' libri un piacere senza pericoli, un'istruzione preferibili a qualunque altra, attesoché la memoria ritiene più agevolmente ciò che abbiamo imparato soli e senza distrazione. L'idee sull'educazione che qui ho in parte trascritte, giacche la ristrettezza di un giornale non permettono di trascrivere più oltre dal mio libercolo tendono a dimostrare come una donna educata alla bontà del cuore, all' elevatezza del carattere, alla gentilezza de'modi, possa conciliarsi la stima di tutti quelli che l'avvicinano. Giacomo B. Pisino li 3 Giugno Nell'ultimo numero del giornale della società agraria Istriana leggesi il sunto di ciò che fu pertrat-tato nella seduta dei 25 Marzo a. c. Ma se dalle poche parole si viene conoscere appena l'importanza degli oggetti discussi, non già si potrà ottenere cognizione adeguata dell'argomento ed apprezzare debitamente le deliberazioni. Sarebbe perciò desiderabile che da volta in volta venisse compilata una relazione particolare, dalla quale si apprendesse lo stato delle cose, non per frasi arrotondate in termini generali, ma per fatti speciali e positivi. Perchè ammesso che il miglioramento delle condizioni agrarie dipenda da vari e molteplici rapporti, che forse minimi per se stessi nou sì facile si possono determinare, possiamo di leggieri venir tratti in errore, e prestar fiducia non ad altro che a nomi di acconcio significato, ina per noi praticamente molto discosti dall'essenza delle cose cui accennano. Così mi sembra essere avvenuto coi così detti Abbeveratoi, sopra cui venne tenuta discussione al primo punto dell'ordine del grorno nell'anzidetta seduta. È detto che vedonsi sorgere quà e là opere speciali e durature, che io mi immagiuo si vedranuo forse nel Carso, paese di cui se ne dicono tante anche riguardo all' imboscamento; ma è troppo fuor di mano a persuadersene di veduta ; qui in Istria però, o almeno da queste parti che conosco più da vicino, so che nou si fece nulla d'abbeveratoi, oppure si resero peggiori le cose che esistevano da prima : e ciò, perchè non era possibile che di tal modo 1' opra altrimenti riesca. Suppongo che l'idea di cotesti abbeveratoi scaturì in seguito ai rapporti che venivano fatti sulla mancanza delle acque potabili in provincia, nei quali si poteva reiteratamente riferire il fatto di sensazione, quello cioè che dalle stesse pozze dove bevono gli animali, e che nel tempo stesso vi lasciano gli escrementi, ne trae l'acqua anche la gente; la quale acqua impura è causa forse delle malattie degli animali. Al ministero si avrà pensato che la gente dotata di ragione provveda a se stessa con cisterne, ma che si faccia qualcosa per gli animali ; che 1' acqua cioè non istagni nelle fetide pozze, ma si raccolga in serbatoi fatti ammodo che gli animali vi si accostino senza inquinarla, e che poi si mantenga netta e sana collo rinnovarsi peli'affluenza da sorgenti sovrastanti e scorrendo la superflua altrove. I sussidj vennero accettati coi debiti ringraziamenti, ma quando si volle impiegare il danaro nou si seppe come fare. Acque vive non ne sono, dunque non c' è altro che di raccogliere l'acqua piovana. La superficie della campagna è però accidentata iu modo che tra campi coltivati, dossi, e le tante vallicole imbuttiformi tutte a coltura, non così spessi si trovano degli spazj perchè vi possa affluire 1' acqua, e con fondo adatto perchè vi si formi un bacino che la contenga. Tali spazj sono di già occupati dai lachi di prima, e perciò si dovrebbero questi disfare, e, ammettiamo, costruire uu gran bacino che raccolga l'acqua di un circondario, e dopo fatto sedimento l'acqua scorra in due scompartimenti più bassi, con separato accesso, uno per la gente, l'altro per gli animali; ma una tale costruzione costerrebbe qualche migliaio di fiorini e di simili scherzi ce ne vorrebbero nella provincia a centinaia. Era dunque stabilito che i movimenti di terreno vengano fatti dalla popolazione, e l'opera d'arte verrebbe pagata col sussidio. Ma i comuni non s'accingevano a lavori che dovevano essere tutto opera d' arte e neppure a quelli di semplice movimento di terreno, che non apportava sussidio alcuno. La società agraria si trovò impacciata, e nella penosa apprensione che l'Istria in tanta penuria d' acqua possa apparire sì rude da rinunciare al sussidio per abbeveratoi. Però dopo averci pensato di poter combinare alcun che d'opera d'arte cogli ordinari lavori di escavo, venne fatto qui b quà qualche muro di cinta, qualche fondo a lastrico e qualche pozzo profondo con pareti a muro, cose tutte riescite diversamente di quello che si attendeva, perchè non si voleva sapere che anche l'acqua richiede il suo trattamento per conservarsi sana e buona. E difatti l'acqua de' nostri laghetti di campagna con tutto che vi entrino escrementi d'animali bovini ed ovini, e chi sa che altre cose, se il bacino non sia tanto piccolo e le materie estranee in eccedenza, non ha di disgustoso che più o meno il sapore di terra, e per uso di cucina, dopo subita la bollitura, è buonissima. Pegli animali poi non c'è da dubitare. Perchè bisogna sapere che l'acqua vuol essere agitata, e che appunto iu simili bacini piatti, come sono i nostri lachi, la superficie dell' acqua per le continue correnti d'aria è sempre in movimento, tutte le materie galleggianti vengono espulse alle sponde, e le materie eterogenee liquide e solubili non guastano punto, sia perchè in piccola proporzione, sia che vengano corrette o neutralizzate per combinazioni chimiche, a che vi contribuisce forse da sua parte il fondo terroso, sul quale pur anco le deposizioni meglio si fissano. Mentre vediamo che sui laghi cinti da mura galleggiano ogni sorta di materie, che poi infracidendo guastano l'acqua; vediamo nei laghi de'quali venne selciato il fondo, essere pericoloso l'accesso specialmente agli animali grossi che scivolavano sulle pietre coperte di belletta o di ghiaccio, ed il fondo siffatto, di rado riesce impermeabile come è sempre quando nella terra compenetrò l'intonaco di melma la quale sulla pietra non fa posatura che aderisca Gli abbevaratoi a pozzo profondo, che si vollero destinare a depositi d'acqua, dei quali ne vidi uno a Corridico ed un altro a S. Pietro iu Selve, della spesa ciascheduno in opera d'arte dagli otto cento ai mille fiorini, il primo crollò da un lato, ed il secondo non tiene 1' acqua che alla profondità di circa cinque piedi sopra il fondo, sicché si può dire che ambidue andarono a male prima ancora che ad opera compiuta si persuadesse della loro impraticabilità. Imperciocché questi pozzi come furono progettati, hanno il difetto dei lachi cinti, da cui non possono venir espulse le materie galleggianti; hanno poca superficie perchè l'acqua possa venir sufficientemente agitata, e che perciò diventa presto greve e malsana ; non hanno poi nessun accesso pegli animali. In ultima analisi si vede che il minor male circa gli abbeveratoi è quello di tenerne a modo antico con qualche modificazione suggerite dal sito e dalla posizione ; perchè vi si possano abbeverare gli animali a seconda l'opportunità tutto d'intorno, e vi si può avere acqua potabile sufficientemente netta attingendola a quella parte del laco nella direzione come spira il vento; vi si potrebbero anche collocare dei pietroni dalla circonferenza verso il centro, per oltrepassare il marginò che a' tempi di piova è fangoso. La cura dei lachi comunali ed adjacenze dei medesimi verrebbe ad essere pur troppo un pensiero di più pelle autorità locali. — (Continua sugli altri argomenti.) Fonti pr la storia dell'Istria negli Archivi ii Venezia*) DI TOMASO LUCIANI Le relazioni tra la Venezia e l'Istria sono antichissime. — La storia dell'Istria si confonde con quella della Venezia in modo che non sarebbe possibile di separarne i documenti. — Non v'ha archivio veneto antico, concentrato in questo Archivio generale nel quale non s'incontrino diplomi, documenti, o notizie che riguardino l'Istria, come non v' ha diploma o documento istriano, che non si riferisca, più o meno, anche alla Venezia. Quindi lo studio delle cose istriane nell'Archivio veneto interessa alla Venezia non meno che all'Istria, ossia non è a riguardarsi come interesse separato ed estraneo, ma è veramente interesse nazionale, storico, statistico, etnografico, economico; è interesse delle scienze storico-politiche in generale. La storia dell'Istria è stata studiata finora, o a troppo larghi tratti, o, per certi periodi, in troppo minuti particolari, mentre altri periodi rimasero quasi inesplorati. Con uno studio attento e paziente in questo Archivio si potrebbero riempire molte lacune, e dar migliore proporzione ad alcune parti. La Venezia e l'Istria sotto l'antico impero romano furono provincie abbinate, ed ebbero lungamente Presidi e Correttori comuni. La tempesta delle scorribande barbariche non le disgiunse. Sotto la breve signoria dei Goti, che in Istria durò soltanto dal 489 al 539, le storie ce le mostrano ancora in istretta relazione tra loro. Di ciò fanno fede le lettere di Cassiodoro, Prefetto del Pretorio di Ke Vitige, ai Provinciali dell'Istria e ai Tribuni marittimi della Venezia (538). Riconquistata l'Istria da Belisario per conto di Giustiniano (539), essa fu poi di nuovo congiunta alla Venezia marittima, e vi stette ben a lungo. I Longobardi, che occuparono stabilmente tanta parte d'Italia, non ebbero l'Istria che assai tardi (753) e non l'ebbero tutta; perciò non furono in tempo di innovare là come altrove, ma abbastanza iu tempo di sconvolgere. I documenti più antichi di questo Archivio li accusano di aver sconvolto le cose di chiesa. A questo punto incominciano i documenti veneti che riguardano l'Istria. I più antichi sono riuniti nel famoso codice trevisaneo del quale, secondo ogni apparenza, l'archivio possiede l'esemplare primitivo che appartenne alla preziosa collezione del nobil uomo Bernardo Trevisan. E un codice cartaceo, in fogli di centimetri 33 sopra 22, intonso, di oltre 4C0 carte non tutto scritte, e contiene 280 diplomi d'argomenti svariati, disposti in ordine cronologico, non rigoroso, dal 630 al 1395. — È copia della fine del secolo XV o del principio del XVI, tutta d'una mano, di carattere fitto, con poco margine, abbastanza leggibile, e corretta, anzi più che qualche copia posteriore esistente altrove. Ai dotti di tutte le nazioni è notissimo. Dei nostri vi attinsero largamente 1' Ughelli, il Muratori, il Fan-tuzzi, il De Rubeis, il Bini, lo Zanetti, il Carli, il Marin, *) Memoria estratta dal Libro intitolato : Il R. Archivio Generale di Venezia (Venezia. Prem. Stab. Tip. di Pietro Narato-vicli 1873); del quale è stato detto nella Provincia a pag. 1803. (La Redazione) il Romanin, il Capelletti, il Kandler ed altri, come vi attinsero Du Monti, Bohmer, Lebret, Tafel, e Thomas, Liiuig, Hormayr ed altri dotti stranieri. Nullo.-:tante è un campo così ricco e fecondo, che restano ancora alcune parti intatte, e nelle parti già corse c'è tuttora da mietere. E in queste ed in quelle poi la critica storica ha copiosa materia d'esercitarsi. I diplomi nei quali è parola, più o meno, dell'Istria sono 57, e l'Archivio ne possede speciale regesto. Sono bolle e brevi pontifici privilegi, precetti, decreti imperiali, compromessi e sentenze, memorie, lettere, promissioni patti e capitolari, atti d'investitura, di giuramento ecc. II più antico diploma è trascritto a carte 2: lo si vuole dell'anno 630. È una bolla di Onorio (I), colla quale partecipa ai vescovi della Venezia e dell'Istria la seconda definitiva condanna di Fortunato, e li eccita a rallegrarsi, che sia stato smascherato il lupo e salvata la grogge. Prima di questo, a carte 1. c'è una bolla di papa Gregorio li, dell' anno 725 o 26, a vescovi e al popolo della Venezia e dell'Istria: parla di Pietro vescovo di Pola, il quale aveva arbitrariamente occupato la sede maggiore di Grado. Dal tenore di questa bolla risulta, che ai vescovi e al popolo della Venezia insieme e dell'Istria, spettava il diritto di eleggere i vescovi metropoliti di Grado. A carte 13 e 14 è una lamentazione di Giovanni patriarca di Grado a papa Stefano III (anno 764), contro le indebite ingerenze e le usurpazioni reali dei Longobardi in Istria a danno di quei fedeli e della sua chiesa; e a carte 25, è il diploma o privilegio col quale Grado, chiamata nuova, Aquileia, veniva creata metropoli di tutta la Venezia e dell'Istria. Quest'ultimo diploma è assegnato nel codice all'anno 806, ma dal suo testo risulta di epoca assai anteriore. Molti lo sospettano apocrifo, e potrebbe esserlo quanto alla forma; quanto alla sostanza però contiene cose vero e confermate da fatti posteriori. Ma importantissimo fra tutti i diplomi più antichi per la storia dell'Istria, è quello a carte 21, 22, e 23, che si conosce comunemente col nome di — placito o parlamento di Risano — dell'anno 804. Nel testo è detto Dijudicatus e Gonvenientia, nelle sottoscrizioni rcpromissionis cartula. E conosciutissimo perchè stampato più volte, specialmente dall'Ughelli nel-l'Italia sacra, dal Carli nelle Antichità italiche, e dal Kandler nell'Istria e, con più rampio commento, nel Codice diplomatico istriano. E importantissimo, perchè, enumerando le novità introdotte dai Franchi, mostra il vecchio e nuovo sistema di governo della provincia, la costituzione romano-Bizantina e la franca, e determina, quasi direbbesi, col calendario alla mano la prima introduzione stabile degli sciavi (slavi) in Istria, contro la quale reclamarono vigorosamente i vecchi abitanti. — Codesto diploma è uno splendido faro nel buio di un'epoca nefasta per l'Istria, epoca di radicali innovazioni a tutto danno della sua libertà; che l'Istria fino allora aveva goduto in fatto estese libertà municipali ed era vissuta romanamente. A misura che avanzano i tempi, i diplomi divengono più frequenti, e quindi non mancano documenti per riconoscere la condizione, se non l'origine prima, di molte possessioni, di molti feudi, di molti diritti ecclesiastici appartenenti in Istria ai patriarchi di Grado, ai vescovi di Torcello e ai vescovi della Venezia in generale. Di epoche così lontane tutto è prezioso. Potendo accertare la condizione di singole terre, si hanno buone norme per stabilire la condizione delle terre e delle persone del paese in generale. A questo titolo sono importantissimi i diplomi dell' 803 od 804 a carte 16, del 974 a carte 83 e 84, e del 1177 a carte 220. Altri diplomi portano luce sulle contenzioni, o, a dir più giusto, sulle lotte a fuoco ed a sangue durate a luugo tra i patriarchi di Aquileia e di Grado pel diritto metropolitico dell' Istria, ed altri ricordano le velleità d'indipendenza dei vescovi istriani. ■—C' è poi la famosa promissione di re Pipino a papa Gregorio o Stefano II (carte 7 ed 8), nella quale, dopo indicate varie provincie dell'Italia media e superiore prosegue, et per bituneas ducatus Venetiarum et Istriae integriter, cum omnibus civitatibus, castris, oppidis, vicis, pa-rochiis, ecclesiis eis subsistentibus. Ci sono privilegi ed immunità accordate da Carlo Magno ai patriarchi, alle chiese ed ai vescovi, e una serie di 13 decreti o precetti Imperiali, veri patrio trattati di buona vicinanza, di navigazione, di commercio, di reciproca garanzia, con stipulazioni per la consegna dei malfattori, per la retta applicazione della giustizia in civile ed in criminale ai sudditi delle due parti, e accordo (concordio) per impedire atti che allora pure si stiinavauo contrari a giustizia e ad umanità, il commercio dei cristiani, e la evirazione. In tutti questi diplomi si pattuiscono per gì'Istriani immunità, parità e privilegi ut prò cunctis populis italici regni. Il più antico di questi patti nel Codice Ttevisaneo è dell' 840, conchiuso tra il doge Pietro Tradonico e l'imperatore Lotario, ed è segnato a Pavia; ma, specialmente pei confini tra le terre del ducato veneto e quelle dell' impero si allude a patti anteriori segnati a Ravenna, ai tempi, come è detto, di Paoluccio doge, di Mavcello maestro dei militi e di Aistolfo re. Il testo di questi non esisieva più al tempo del Trevisan; altrimenti sarebbe stato riportato nella sua copia. Gli altri patti sono degli anni 879 od 80, 948 o 955, 967. 983, 1002, 1094, 1111, 1136, 1177, 1197, 1209, e 1220, e appariscono stipulati tra Carlo il grosso e Orso (Partecipazio), Berengario e Pietro (Candiano III), Ottone I e Pietro Candiano IV, Ottone II e Memo tribuno, Enrico II e Pietro Orseolo II, Enrico IV e Vitale Falier, Enrico V e Ordelafo Falier, Lotario III e Pietro Polani, Federico I Barbarossa e Sebastiano Ziani, Enrico VI ed Enrico Dandolo, Ottone IV" e Pietro Ziani, e Federico II Barbarossa e Pietro Ziani. (Continua) Vecchi dati statistici istriani Conteggio del Comune di Capodistria con Venezia nel sec. XVIII Prodotti che vengono spediti in Venezia annualmente da Capodistria, e denari che in questa città vengono da Venezia. DENARO IMPORTATO Olio in un decennio Orne 2000 a ducati 12 Ducati l'Orna............ 24000 Sale calcolato all'intera pubblica limit.8 M. 5000 13000 Legna, carbone a tutto rigore............2000 Pesce salato......................2000 Moscatella ed altre frutta ,............2000 Seta greggia e lavorata................6000 Grisi bianchi e neri..................2000 Denaro alla Camera fiscale per salariati spediti da Venezia......................6000 Grazie, frutti di livelli et...... . . 3000 Importo totale d'imp. due. 60000 Moneta veneta che da mercanti ed altri particolari si spedisce annualmente in Venezia. DENARO ESPORTATO Da mercanti per pagamenti di merci provvedute in Venezia, Padova, Vicenza, Udine, Ceneda, Due. Saravalle e Castelfranco annualmente . . 40000 Pagamenti di cuoio del pubblico Fondaco . . 6000 Polvere da schioppo giusta la somma d'obbligo 2000 Tabacco daziato annualmente............6000 Pellami ad uso degli acconciapelli, vallonee, o- liuzzi et..........................10000 Cere per chiese, fraterne e villaggi .... 2000 Droghe di negozio, cioè: zuccheri, caffè, pepe, cannella, garofani, droghe per uso farmaceutico 3000 Pagamenti per frumenti, per Fondaci parrochie e conventi......................7000 Stoppe, lini, colori, vetri e masserie . . . 1000 Libri a stampa, da scrivere, paghe per liti, avvocati ........................1000 Argenti, gioie, drapperie per chiese e parrochie 1000 Importo totale di esp. Ducati 90000 (Da spoglio di vecchio Registro che conservasi presso una famiglia di Capodistria). o Collegio ti Capaflistra (Cont. V. pag. 1853) Costabona Entrada L. Spesa L. Tansata L Scola di S. Cosmo 120 98 3-2 Scola di S. Andrea 100 82 3-2 Monte Scola della Madonna 100 70 3-2 Scola del SS. Sacramento 100 80 3-2 Scola di S. Antonio 120 90 3-2 Scola di S. Rocco 100 80 3-2 Scola di Biasio 90 70 3-2 Padena Scola di S. Catterina 220 180 3-2 Valmovrasa (carte 15) Scola di S. Pietro 230 190 6-4 Scola di S. Rocco 240 200 6-4 Scola di S. Zorzi 120 90 3-2 Scola di S. Maria 300 230 6-4 Rosariol Scola di S. Zorzi 100 90 1-11 Scola di S. Rocco 80 60 1-11 Scola di S. Sebastian 220 Scola di S. Gregorio 220 Scela di S. Giacomo 160 Paugnan Scola di S. Stefano 60 Scola di S. Zorzi 120 Lupar Scola di S. Zorzi 100 Lavera Scola di S. Valentin 60 l'uzole Scola della Madonna 150 Popetra Scola di S. Adrea 100 Carcauce Scola di S. Stefano 120 Villa di S. Antonio Scola del Corpus Domini Scola di S. Antonio Gabrovizza Scola di S. Nicolò Mare sego Scola della Madonna Scola del SS. Sacramento Scola di S. Zuanne e Paolo Scola di S. Pietro Scola di S. Croce Trusche Scola del SS. Sacramento Racliitovicli Scola di S. Croce Govedo Scola di S. Michiel Scola del Comun Scola della Madonna Oscurns Scola di S. Zorzi Strena Scola di S. Michiel Scola di S. Rocco Scola di S. Cancian Marchesato Socerga Scola del SS. Sacramento Scola di S. Rocco Scola di S. Eufemia Scola di S. Quiritio Codoglia Scola della Madonna 223 200 200 120 50 100 80 50 120 90 100 3-2 3-2 3-2 1-U 3-2 3-2 1-11 3-2 3-2 3-2 200 170 6-4 120 100 3-2 70 60 3-2 100 80 3-2 100 90 3-2 120 100 3-2 100 90 3-2 120 95 3-2 100 80 3-2 120 80 3-2 150 120 3-2 120 90 3-2 100 85 3-2 80 70 3-2 350 260 4- 200 150 2- 250 180 6-4 (carte 16) 493 390 6-4 126 103 6-4 173 128 6-4 171 135 6-4 180 6-4 (Continua) La stazione enochimica DI GORIZIA Fra le istituzioni che vanta in oggi la città di Gorizia per l'avanzamento dell'agricoltura è, oltre la Scuola agraria con annesso laboratorio chimico e cautina sperimentale, anche la stazione chimico enologica, la quale estendesi tanto alla viticoltura quanto alla vinificazione. Questa stazione, fondata per iniziativa della Giunta provinciale, ha fra precipui suoi compiti quello di consigliare 1' agricoltore sul modo di rendere migliore e inalterabile il vino, tenendo a sua disposizione i reagenti ed il materiale necessario per farne i dovuti sperimenti. La stazione chimico enologica aggregata alla Scuola agraria offre inoltre il vantaggio di far partecipe lo studente di agronomia dell' analisi chimica per esperire le qualità e quantità de'vini, procurandogli così delle cognizioni pratiche e positive nella chimica, senza di che l'agronomia rimarrebbe stazionaria. I lavori della stazione vertono sulle analisi i vini indigeni delle varie regioni del goriziano; nello studio de' mezzi atti a migliorarli e conservarli, iu quello delle varie specie d'uve del goriziano, delle malattie nelle viti e nel vino e dei mezzi per prevenirle e distruggerle; nell'esame geognostico e chimico di terreni da vigna provenienti da diversi luoghi del goriziano, e nel confronto di essi con altri conosciuti per buoni. Vertono in fine sulle ricerche scientifiche intorno ai processi di fermentazione, di maturazione, d'invecchiamento e di corruzione del vino. X. NOTIZIE II 24 maggio dell' anno corrente la città di Trieste ha decretato per mezzo del suo Consiglio in pubblica tornata di tramandare ai posteri la gloriosa memoria di uno de'più illustri suoi figli, del dottore Domenico de Rossetti mediante l'erezione di un pubblico monumento. Ecco come si esprime in proposito la Delegazione municipale incaricata a concertarne la proposta: Nel giorno 19 marzo 1874 andava a compiersi il primo centenario natalizio di Domenico Dr. de Rossetti, mancato alla scienza ed alla sua terra natale addì 29 novembre 1842. Domenico Rossetti, patrizio triestino l'insigne giureconsulto ed istoriografo, il sapiente illustratore di Petrarca, fu procuratore civico del Comune di Trieste, difese strenuamente coli'opera e col consiglio l'onore, la nazionalità, i diritti e le franchigie di Trieste, fondò il gabinetto scientifico della Minerva, eresse il monumento Winkelmann, formò la Petrarchesca e la Piccolominea, istituì premi biennali iu denaro per tener viva nei giovani petti la fiaccola del sentimento cittadino allo studio delie arti, delle scienze e della storia patria, per inspirare nella domesticità 1'amore costante e fedele verso i padroni ; negli agronomi, quello della cultura dei patrii campi ; pubblicò l'Archeografo triestino, piantò, il primo passeggio a viale dell' Acquedotto, contribuì alla formazione della casa dei poveri e di altri ricoveri umanitari, dedicando tutta la sua vita allo studio d'istituzioni che assicurassero la 'felicità pubblica di Trieste e riaccendessero vieppiù nei contemporanei e nei venturi l'affetto umanissimo delle lettere e delle scienze che sono il vero palladio della civiltà e del progresso. A rendere condegno tributo di onoranza a tanto patriota, il Consiglio della città dopo avere solennemente festeggiato, esultante il popolo, il centesimo suo natalizio, ha decretato in pubblica tornata questo dì 24 maggio 1876 di tramandare ai posteri la gloriosa memoria mediante l'erezione di un pubblico monumento. A questo effetto viene aperto il relativo concorso. Ritiensi che l'apertura alla circolazione della linea ferroviaria istriana avrà luogo entro il mese di agosto p. v., tanto n' è ormai progredita la costruzione. Il municipio di Pisino votò l'importo di fior. 200 per l'acquisto di attrezzi ginnastici ad uso della locale civica scuola popolare, affidandone il lavoro all'attrezzista della palestra comunale sotto la direzione del parenzano Gregorio prof. Draghicchio, istruttore di ginnastica nella palestra di Trieste. Quest'anno gli onori dell'apertura della stazione alpina appartengono alla sezione di Firenze del Club Alpino Italiano, presso la quale e per opera della quale si daranno le Opere e le Teste del IX Congresso alpinistico italiano. La Regata Nazionale, causa il ritardo in cui trovossi la buona stagione, è protratta pel mese di luglio. Cresce sempre il numero dei Comuni jitaliani che fanno adesione a questa solenne festa marineresca. Anche dall'isola Maddalena si recheranno vogatori e vogatrici. — La sottoscrizione delle gentildonne italiane per preparare doni ai vincitori procede colla massima attività. La sera 3 di giugno cessava di vivere in Padova, ove da qualche anno dimorava, Nicolò Bottacin di Trieste, commendatore della corona d'Italia e benemerito fondatore e preside della Società d' Orticoltura iu patria. Le qualità d' animo e di mente come cittadino e come agronomo, che fregiarono l'estinto lo resero troppo caro e stimato a quanti lo conobbero per non sentirne vivamente la perdita. Il Bottacin avea tocco l'anno settuagesimo. Le Terme di S- Stefano verranno aperte il 1: giugno corr. Temperatura: 29° — 31° R. (Unione) Cose locali La tombola di beneficenza verrà giuocata qui il 29 corr. alle 6 pom. Il ricavato netto sarà diviso tra il civico Ospedale e l'Asilo d'infanzia. I Tombola fior. 100; II Tombola fior. 50; Cinquina fior. 30; Quader-fior. 20. La cartella costa s. 20. Bibliografia Resoconto sanitario dell'1 Ospitale Civico di Trieste per V anno 1873, redatto dal dottor Giuseppe Bretauer, medico primario oculista presidente del collegio medico, consigliere di sanità. I annata, con cinque tavole litografate. Trieste, editore: Municipio di Trieste, in commissione presso Giulio Dase, libraio 1876. Fin' ora non sono state molte in Italia le pubblicazioni di tal natura, dirette a render conto in periodi annuali sulla gestione sanitaria dei più importanti nosocomi, ed è manifesto che opere siffatte non possono recare tutta l'utilità di cui sono suscettibili, se non sono continuative. Mercè la continuità le malattie curate nei grandi nosocomi vengono presentate ogni anno ai lettori nelle loro molteplici fasi, e sotto le infinite loro varietà. In tal modo un' annata va completando l'altra; giacché è impossibile che tutto sia trattato e manifestato colla stessa larghezza e chiarezza in ciascuna di esse; — il lavoro così va naturalmente vieppiù perfezionandosi. E noi auguriamo questa fortuna al Resoconto sanitario dell'" ospitale civico di Trieste, tanto più che ha il vantaggio d'essere redatto dal distinte oculista signor dottor Giuseppe Brettauer, il quale, presidente del collegio medico triestino è in situazione assai proficua per compiere un simile lavoro. La I annata del Resoconto sanitario contiene : — A. nosocomio ; il movimento annuo, mensile, giornaliero del Nosocomio triestino; la durata della cura; il sesso, cioè la proporzione tra gli uomini e le donne con riguardo all'accettazione ed alla diminuzione, nonché all'esito della cura; la professione degli usciti e morti; l'età ; la mortalità-, le malattie più importanti ; le rette divisioni in cui è ripartito il civico Nosocomio, cioè I. divisione per malattie interne, che conta 121 letti (83 uomini e 38 donne), II con 110 letti (50 u. e 60 d.) Ili A, 112 letti (74 u. e 38 d.) Ili B, ebeti ed incurabili 127 letti (61 u. 66 d.) IV malattie chirurgiche con 142 letti (54 u 88 d.) V agli occhi con 59 letti (34 u. e 25 d.) VI interne con 118 letti (50 u. 68 d.) VII sifilitiche e chirurgiche croniche con 161 letti (81 u. e 80 d.); le stanze separate che accolgono i malati (cioè 5 di I classe e 15 di II) ; il prospetto numerico delle principali operazioni. Questo contiene la parte I; la II poi ha 1' epidemia vaiolosa, cholerosa, le osservazioni cliniche, e il dispensario ginecologico del d.r C. Liebman. Dopo il Nosocomio viene il movimento annuo e mensile della Maternità, la degenza, i parti, le operazioni i bambini nati e morti, le puerpere ; dopo la Maternità, Ij Orfanotrofio poi il Manicomio, la Parte Anatomo-Patologico, ed in fine lo Stato del personale sanitario. Al libro vanno unite cinque tavole, la prima delle quali rappresenta l'aspetto del Nosocomio nel 1873, la seconda la mortalità nei singoli mesi dello stesso anno, calcolata sulla diminuzione, la terza le sette divisioni, sopradescritte, la quarta il vaiuolo del 1871, 72, 73, e l'ultima i morti nell'ospitale, nella città e nel territorio di Trieste durante il cholera del 1873. X. Pubblicazioni L'Unione nel suo ultimo numero del 9 corr. ha dato principio alla pubblicazione di alcune lettere sul-l'Istria del G. Weidmaun letterato tedesco austriaco ; pubblicate in lingua tedesca dall' autore nel 1800. Tra- dotte da un nostro concittadino durante gli studi uni-versitarii in Vienna nel 1826. Archivio di Statistica. Rivista d'imminente pubblicazione. Roma, I marzo 1876. — Già fu detto che l'Italia è una Nazione di economisti : e veramente l'Economia politica dà ora tra noi una inaspettata prova di vita creando due scuole opposte, due fazioni scientifiche, che in mezzo a questa stracca quietudine di spiriti trovano la forza di ricominciare una nuova maniera di guerra civile, la quale si avrebbe a pacificare nello studio concorde dei fatti. Ma qui sta il nodo gordiano : l'ermeneutica dei fatti sociali ; perchè di documenti statistici, di inchieste, di memorie, di allegazioni, di relazioni, noi siamo, può dirsi, inondati fino all'affogaggine, dalle notizie contenziose colle quali s'armeggia in Parlamento ai discorsi inaugurali dei Prefetti e dei Procuratori del Re, dai volumosi atti delle inchieste industriali, bancarie ed agrarie alle discussioni de' Congressi medici e commerciali, dalle relazioni dei Sindaci e degli Amministratori dei Pubblici Istituti, alla sfuriata delle pubblicazioni private. E tutto questo trabocco di stampe e di cifre non ha un luogo ove s' accolga ordinatamente, non un centro ove si riscontri, tantoché la maggior parte va dis-spersa per stillicidi ne' diari quotidiani o impaluda negli Archivi. Perfino gli atti delle Commissioni ministeriali, che pur avrebbero ad essere consultati come i placiti delle magistrature statistiche perfino le discussioni delle molte Accademie che lavorano, si direbbe, sotto una campana pneumatica, non giungouo a cognizione del pubblico se non dopo mesi e qualche Volta dopo anni, passato il bisogno : tanto che potrebbero scriversi sul registro dei nati morti. Dunque non vi sarà chi dia a tempo, e man mano che occorrono, le armi statistiche, e le dia riscoutrate, sicure, compiute, certificando lo stato scientifico di ognuna di esse, onde venute, da chi battezzate, di che fede meritevoli? La Statistica non saprà serbar memoria di se stessa? non avrà il suo Archivio e il suo Stato civile? tornerà sempre a capo? non maneggerà che roba di ritaglio, o anonima, o artificiata, o improvvisata? Queste domande noi ce le siamo sentite fare, e ce le siamo fatte più volte. E mi pare che una risposta ci debba essere, e che qualche cosa si possa fare per uscir di confusione : un memoriale, un indice, un repertorio, un registro, un filo insomma che ci cavi dal labirinto. Ecco il concetto del nostro Archivio. Il nostro Archivio vorrebbe salvare i suoi clienti dalla necessità d'inseguire colla borsa e coli'orologio alla mano centinaia di libri, d'articoli, di discorsi, d'opuscoli, che spesso non si ponno trovare neppure a prezzo e che da un dì all'altro scompaiono. L'Archivio si propone di cogliere al varco tutto questo frascame di numeri e di fatti, e di trarne il succo, ma subito, quand' essi hanno ancora vigore e opportunità di vita. La cosa dovrebbe riuscire utile per gli studiosi a ragione di tempo e di denaro ; e utile auche pel compilatore il quale mettendo mano ad opera d'economia e di statistica, non vorrebbe cominciar lui a far cose in aria, e a pagarsi di fantasie. Volle fortuna eh' io trovassi approvatori e consiglieri autorevoli, fra i quali posso nominare il comm. Cesare Correnti vice-presidente della Giunta Centrale di Statistica, il deputato Paolo Bosélli professore del- le scienze di finanza all' Università di Roma, il professore Lnigi Bodio direttore dell'Ufficio Centrale di Statistica. Con un concetto così chiaro, con un intento così pratico e con aiuti così confortevoli io non esito a mettermi all'opera. Pubblicherò nell'ordine consigliatomi da' miei autorevoli collaboratori, memorie al possibile complete sugli argomenti di statistica e di economia sociale, che la necessità quotidiana ci metterà innanzi; e, quando giovi, le pubblicherò in opuscoli o fogli separati, perchè più pronta e più facile ne sia la diffusione, e perchè tali pubblicazioni possano quasi partecipare al vantaggio della forma periodica, e giungere a tempo sul campo di battaglia dei fatti pubblici e delle discussioni parlamentari. Una rubrica apposita sarà riservata nell' Archivio per render ragione di tutti i provvedimenti e di tutti i fatti che riguardano il massimo problema del nostro ordinamento nazionale, la costituzione, cioè e l'amministrazione comunale, nella qual rubrica faremo anche una speciale menzione dei processi tecnici seguiti per raccogliere sopraluogo le notizie demografiche e accertare gli elementi dell'Antropologia sociale. Niuno può immaginarsi che un periodico, consacrato a trattare questioni sì varie e sì elevate o piuttosto a preparare, con religiosa imparzialità gli elementi onde risolverle, debba imporsi una rigorosa unità di dottrine, la quale se gli crescerebbe l'ambiguo merito di essere dogmatico, gli torrebbe quello ben più importante di rappresentare vastamente e sinceramente l'alternazione dei pensieri e le inevitabili esitanze che devono accompagnare il graduale svolgimento della ragion nazionale. A questo solo porremo cura che tutte le opinioni sieno sincere ed esposte come si conviene ad una libera e fraterna discussione. Perciò ogni memoria porterà il nome del suo autore; vero e solo compenso per rendere seri i lavori, e per individuarne la giudicabilità. La sola rassegna trimestrale potrà essere fatta a nome del giornale: e a cura del giornale e del suo consiglio direttivo saranno constatati, riscontrati, ponderati i fati, e specialmente le allegazioni e i documenti statistici che si verranno pubblicando. Così gli studiosi delle scienze sociali potranno aver sotto mano un indice compiuto, un vero regesto dei lavori statistici ed economici che verranno nella nostra vita sociale e scientifica: e cosi potranno vincere le principali difficoltà accompagnando il processo di questi studi, che consistono specialmente nel-l'incontrare sul terreno pratico le questioni isolate e nell'essere troppe volte costretti ad affrontarle sotto l'allucinazione di fatti accidentali e l'impero di idee esclusive. Per la Direzione Teodoro Pateras Fondatore Proprietario Condizioni Le memorie, le notizie e le rassegne trimestrali, che si pubblicheranno tutte nel formato d'ottavo grande, potranno alla fine d' ogni trimestre esser riuniti in fascicolo di circa 150 pagine, pel quale si distribuirà agli abbonati la copertina, il frontispizio e l'indice. Neil' ultimo fascicolo dell' anno si aggiungerà un indice copioso e generale, e una compiuta bibliografia statistica. L' abbonamento è annuo e costa lire 24 anticipate. I pagamenti e le corrispondenze debbono essere dirette al proprietario Teodoro Pateras, via della Mercede n. 33. Le lettere non affrancate verranno respinte. È uscito il 2° numero della Minerva, rassegna letteraria, politica, scientifica edita a cura dell'associazione tipografica triestina a beneficio dei pio fondo per vedove e orfani di operai tipografi. Si pubblica nelle feste solenni e costa s. 20. — Questo numero contiene: Amore e ragione di Adalgiso o la lega lombarda di Cesare Cantù; di alcuni festeggiamenti cittadini di Attilio Hortis; Allegoria della prosperità commerciale di Trieste, canzone della m. Erminia Bazzochi ; I tipi della donna nello Scanderbeg di Antonio Zoncada di P. M; Colomban Romean, dialogo di Noemi Gachet. Scuola normale femminile Eugenio Camerini con giardino d'infanzia e scuola elementare per le esercitazioni pratiche, Milano, via S. Zeno, 12. Stabi-mento G. Civelli 1876. — Opus, di p. 23. -----■.BUOOtH. ------- Notizie storiche Anno 1279 - Podestà Ruggero Morosini, Tomaso Gritti e Pietro Gradenigo delegati, fecero costruire il Castello di S. Leone a Capodistria. Anno 1819 - Il Castello di S. Leone a Capodistria venne demolito dai soldati del IX Battaglione di Cacciatori - Podestà Barnaba Conte Brutti, Commissario distrettuale Ignazio Faijenz. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA. CiPODISTBIA - TRIESTE e viceversa che intraprenderà il Piroscafo celere ad elice CIUSTINOPOLI Incominciando col giorno 3 Giugno 1876 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente: ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. * r v » 10'/j ant. » » „ » * 6 pom- partela da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. jj » l2 nier- » » 7>/opom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. » „ „ » » 10% » » » » 7 pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » J,2 mer- » » ® /* Pom-Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste, al Molo S. Carlo da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, nel Maggio 1876. L'Impresa.